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175.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 15 APRILE 2014

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 5367

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la normativa, riguardante le farmacie, relativa all'erogazione dei farmaci della lista PHT nazionale in distribuzione per conto della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Vecchi Alberto

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

VECCHI Alberto (Forza Italia - PDL)

LUSENTI, assessore

VECCHI Alberto (Forza Italia - PDL)

 

OGGETTO 5416

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da programmare ed attuare per la prevenzione dei suicidi nelle popolazioni a rischio nell'ambito del territorio regionale. A firma del Consigliere: Grillini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

GRILLINI (Misto)

LUSENTI, assessore

GRILLINI (Misto)

 

OGGETTO 5421

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative della Regione Emilia-Romagna volte al reperimento di risorse da destinare, a seguito degli eventi calamitosi di dissesto idrogeologico del marzo 2013, ai territori dell'Appennino parmense. A firma del Consigliere: Villani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

VILLANI (Forza Italia - PDL)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

VILLANI (Forza Italia - PDL)

 

OGGETTO 5426

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'individuazione e la sostituzione di tratti di rete idrica realizzati con tubi in cemento-amianto. A firma della Consigliera: Meo

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

MEO (SEL - Verdi)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

MEO (SEL - Verdi)

 

Interrogazione oggetto 5427

(Ritiro)

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 5428

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i tagli dei posti letto nell'ambito della sanità della Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Manfredini, Bernardini, Corradi, Cavalli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

CORRADI (Lega Nord)

LUSENTI, assessore

CORRADI (Lega Nord)

 

OGGETTO 5424

Comunicazione della Giunta relativa all'attività svolta dalla Commissione "Ichese"

(Discussione e conclusioni)

(Risoluzione oggetto 5435 a firma dei consiglieri Defranceschi e Favia - Presentazione, discussione e reiezione)

(Risoluzione oggetto 5437 a firma dei consiglieri Pariani, Sconciaforni, Barbati, Naldi, Vecchi Luciano, Donini e Riva - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

GAZZOLO, assessore

FAVIA (Misto)

PRESIDENTE (Costi)

DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)

CORRADI (Lega Nord)

LEONI (Forza Italia - PDL)

VECCHI Luciano (PD)

DONINI (Fed. della Sinistra)

NALDI (SEL - Verdi)

MALAGUTI (Misto)

BARBATI (Italia dei Valori)

PARUOLO (PD)

NOÈ (UDC)

FILIPPI (Forza Italia - PDL)

ERRANI, presidente della Giunta

PRESIDENTE (Costi)

DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)

PRESIDENTE (Costi)

LOMBARDI (Forza Italia - PDL)

DONINI (Fed. della Sinistra)

CORRADI (Lega Nord)

DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)

PARIANI (PD)

MALAGUTI (Misto)

FAVIA (Misto)

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 5114

Risoluzione per impegnare la Giunta a tutelare l’esistenza, gli organici ed i servizi erogati dalle scuole, di ogni ordine e grado, site nei Comuni montani. A firma dei Consiglieri: Alessandrini, Pariani, Fiammenghi, Pagani, Barbieri, Piva, Vecchi Luciano, Zoffoli, Mumolo, Casadei, Ferrari, Moriconi, Mazzotti, Paruolo, Monari, Carini, Serri, Bartolini, Riva

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

ALESSANDRINI (PD)

BARTOLINI (Forza Italia - PDL)

POLLASTRI (Forza Italia - PDL)

FERRARI (PD)

CORRADI (Lega Nord)

BARBATI (Italia dei Valori)

BARTOLINI (Forza Italia - PDL)

 

OGGETTO 5384

Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere in sede nazionale la trasformazione del tirocinio formativo in contratto a termine dei lavoratori degli Uffici Giudiziari al fine di creare le condizioni per la stabilizzazione del rapporto di lavoro. A firma dei Consiglieri: Naldi, Sconciaforni, Pariani, Defranceschi, Barbati, Corradi, Riva, Lombardi, Noè

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

NALDI (SEL - Verdi)

 

OGGETTO 5339

Risoluzione per chiedere alla Giunta di attivarsi presso il Governo nazionale affinché non venga autorizzata nessuna riapertura di CIE (Centro di identificazione ed espulsione). A firma dei Consiglieri: Sconciaforni, Pariani, Naldi, Barbati, Meo, Monari

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 5351

Risoluzione in merito al fenomeno dell'immigrazione clandestina e alla gestione dei CIE (Centri di identificazione ed espulsione). A firma dei Consiglieri: Bazzoni, Villani, Vecchi Alberto, Leoni

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Costi)

SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)

BAZZONI (Forza Italia - PDL)

BERNARDINI (Lega Nord)

VILLANI (Forza Italia - PDL)

MONTANARI (PD)

MEO (SEL - Verdi)

MUMOLO (PD)

AIMI (Forza Italia - PDL)

PRESIDENTE (Costi)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetto 5435

Emendamento all’oggetto 5435

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,46

 

PRESIDENTE (Costi): Dichiaro aperta la centosettantacinquesima seduta della IX legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute:

 

-          antimeridiana del 25 marzo 2014 (n. 171);

-          pomeridiana   del 25 marzo 2014 (n. 172);

-          antimeridiana del   2 aprile  2014 (n. 173);

-          pomeridiana   del   2 aprile  2014 (n. 174);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Costi): Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Marzocchi e Rabboni e la consigliera Marani.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Costi): Iniziamo i nostri lavori con le interrogazioni a risposta immediata.

Chiamo l’oggetto:

 

5367 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la normativa, riguardante le farmacie, relativa all'erogazione dei farmaci della lista PHT nazionale in distribuzione per conto della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Vecchi Alberto.

 

Risponderà l’assessore Lusenti.

Prego consigliere Alberto Vecchi, ha sei minuti per la presentazione e per la replica.

 

VECCHI Alberto: Noi sappiamo perfettamente che le Regioni hanno la possibilità di erogare particolari medicinali che richiedono un controllo ricorrente del paziente con le medesime modalità previste per la distribuzione, attraverso le strutture aziendale del Servizio sanitario nazionale. Questo chiaramente stipulando degli accordi con le rappresentanze sindacali delle farmacie. Dopodiché sempre la delibera di Giunta della Regione, la 166 del 2007 definisce, appunto, le modalità con le quali vengono coinvolte le farmacie in questo tipo di distribuzione e poi secondo me il punto importante è che risulta evidente che solo i farmaci ammessi in distribuzione per conto, previo appunto questo accordo con le farmacie convenzionate, sono quelli compresi nel PHT, prontuario della distribuzione diretta per la presa in carico e la continuità assistenziale sull'ospedale e sul territorio. È evidente che dal 2004 vi sono stati degli accordi che hanno incrementato questa richiesta di inserimento farmaci e l'inserimento nel DPC come sa perfettamente l'assessore, quindi extra PHT, di nuovi farmaci della distribuzione in regime convenzionato, quindi c'è una richiesta di incrementare, tramite una distribuzione, appunto, diversa questi farmaci. È chiaro però che, come ho già detto in premessa, questo deve essere concordato per provare che tutte le sigle sindacali delle farmacie pubbliche e private recepiscono questo accordo. Io credo che non sia immaginabile che se l'accordo si chiude con le associazioni sindacali più grandi, automaticamente questo viene trasferito a tutte le farmacie tout-court, in quanto l'accordo previsto con la legge che precedentemente ho citato prevede che ci deve essere l'accordo con tutte le sigle sindacali.

Noi abbiamo preso atto, invece, che nella Provincia di Bologna la ASL al rinnovo della convenzione per la DPC, implementando quindi l'elenco di questi farmaci extra PHT, cosa che non viene in questo caso messa in discussione, però non c'è stato questo accordo globale con le farmacie in quanto almeno un sindacato non è firmatario di questi accordi. Ora, al di là della querelle e del confronto tra ASL, sindacato farmacie e Regione Emilia-Romagna, la cosa che io oggi chiedo, e sulla quale vorrei una risposta precisa, soprattutto in riferimento a quali norme che a oggi ho letto ovunque e non sono riuscito a trovare, quindi mi piacerebbe avere proprio un riferimento normativo preciso ed esaustivo di quello che sto chiedendo, in base a quale norma di legge le farmacie, quindi i rappresentanti di quel sindacato che non ha firmato gli accordi, verrebbero escluse dall'erogazione dei farmaci della lista PHT nazionale, quindi un conto è dire che non si firma l'accordo per quei farmaci ulteriori che vengono presi extra PHT e che io non concordo e su quello non ho firmato l'accordo, perché non ne sono convinto, quelli sono esclusi, invece l'ASL dice, se che se non si firma questo, ci esclude anche da tutti gli altri farmaci della lista PHT nazionali in distribuzione per conto della Regione Emilia-Romagna, quando invece il titolare di questa distribuzione sono anche le farmacie, onde per cui io voglio una risposta chiara e netta di qual è la norma di legge che dà l'autorizzazione all'ASL di Bologna di scrivere un simile documento che, secondo me, non ha nessun riscontro normativo, onde per cui un conto è che io non firmo l'accordo e quindi non firmando un accordo rimango escluso dai farmaci extra PHT aggiuntivi, un conto è dire che se io non firmo questo accordo, non potrò distribuire nessun farmaco della lista PHT nazionale, quando invece per legge io sono preposto come farmacia a farlo.

La mia domanda, quindi, è molto semplice, molto precisa, chiederei gentilmente la risposta normativa in base a quale legge, se invece manca la legge, siamo una Assemblea legislativa, facciamo la legge però oggi io ho letto, non mi risulta che ci sia questa legge.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Alberto Vecchi.

La parola all’assessore Lusenti, tre minuti per la risposta. Prego.

 

LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. Cercherò di essere chiaro ed esaustivo.

L'articolo 8 della legge 16 novembre 2001, n. 405, denominata conversione in legge con modificazioni del decreto legislativo 18 settembre 2001, n. 347, recante "Interventi urgenti in materia di spesa sanitaria", prevede che la distribuzione diretta dei farmaci da parte delle Aziende sanitarie possa avvenire anche attraverso la distribuzione per conto, sulla base di accordi regionali con le associazioni sindacali delle farmacie convenzionate pubbliche e private, ma non prevede il consenso unanime da parte di tutte le farmacie.

L'accordo in corso di deliberazione è stato sottoscritto dall'organizzazione di categoria delle farmacie private, maggiormente rappresentativa, cioè Federfarma che, nella Provincia di Bologna rappresenta 165 esercizi e unica firmataria della convenzione nazionale, nonché da AFM  Spa che gestisce trentatré farmacie comunali nel territorio dell'azienda ASL di Bologna. Pertanto lo stesso accordo è stato sottoscritto dalle organizzazioni che rappresentano gestiscono 198 delle 238 farmacie convenzionate con l'azienda ASL di Bologna. Come per tutti gli accordi locali sin qui approvati dall'azienda ASL di Bologna, oltre alla sottoscrizione da parte delle organizzazioni di rappresentanza delle farmacie, è stata prevista anche la sottoscrizione da parte del singolo titolare o direttore di farmacia con apposito modulo di adesione, in considerazione del fatto che l'azienda ASL intrattiene i rapporti economici conseguenti con le singole farmacie.

A tutt'oggi anche alcune farmacie, cioè diciassette, aderenti a organizzazioni che non hanno sottoscritto l'accordo, hanno riconsegnato il modulo di adesione firmato o hanno espresso l'intenzione di farlo. Quindi, a oggi, su un totale di 238 farmacie nella provincia di Bologna, solo 23, cioè meno del 10 per cento, non ha ancora dato seguito all'adesione all'accordo. L'annotazione riportata nel modulo di adesione, alla quale fa riferimento l'interrogante, va interpretata come impossibilità per le farmacie che non hanno sottoscritto l'accordo di erogare in regime convenzionale i farmaci per i quali è prevista dallo stesso accordo, la distribuzione per conto. Ciò in considerazione del fatto che la distribuzione per conto altro non è che una modalità di distribuzione diretta, realizzata con la collaborazione delle farmacie convenzionate, un canale distributivo previsto dalle norme come alternativo rispetto all'assistenza farmaceutica convenzionata, così come precisato, da ultimo, dal servizio Politiche del farmaco dell’Assessorato alle politiche per la salute con la circolare n. 18 del 22 novembre 2013.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.

La parola al consigliere Alberto Vecchi per una breve replica.

 

VECCHI Alberto: Assessore torniamo sempre al punto. Sulla dinamica e sui numeri io non ho mai posto nessun tipo di problema, come lei sa perfettamente anche nella precedente richiesta, quindi il mio problema parrà un problema di principio, può anche essere il 10 per cento di farmacie che non sottoscrive un accordo perché non è d'accordo su quella impostazione, ma ciò che anche oggi non riesco a considerare e a comprendere è per quali motivi sarebbero esclusi anche dalla vendita degli altri prodotti che invece sono a livello nazionale inseriti in questa convenzione, quindi continuerò a cercare di capire qual è la normativa.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Alberto Vecchi.

Chiamo l’oggetto:

 

5416 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da programmare ed attuare per la prevenzione dei suicidi nelle popolazioni a rischio nell'ambito del territorio regionale. A firma del Consigliere: Grillini.

 

Risponderà l’assessore Lusenti.

La parola al consigliere Grillini.

 

GRILLINI: Grazie, presidente, questa interrogazione mi pare particolarmente importante visto l'allarme sociale che soprattutto negli ultimi tempi provoca la questione dei suicidi.

Sono due le questioni che hanno un impatto molto forte, una è quella del cyber bullismo che ha provocato il suicidio di molti giovanissimi, l'ultimo è proprio sui giornali di oggi, quello di una ragazza del Piemonte che era iscritta al sito ask.fm e l'altra è la questione delle motivazioni economiche, il suicidio di molti imprenditori e di persone che erano in condizioni economiche drammatiche e che, ahimè, hanno ritenuto di risolverlo in questo mondo.

La Regione ha un piano che è scaduto il 31 dicembre dell'anno scorso, un piano di prevenzione. Un piano d'azione, a mio parere, particolarmente necessario, soprattutto nelle popolazioni a rischio, tra cui quella carceraria, a fronte di dati assolutamente evidenti. I dati di cui disponiamo, che abbiamo molto accuratamente raccolto in questa interrogazione sono riassunti, io ne cito un paio nel 2009 perché, per quanto riguarda l'ISTAT, si hanno i dati solo del 2009, in Italia ci sono stati 3975 suicidi. Nella nostra Regione sono stati 388 nel 2010 e i suicidi avvengono soprattutto per quanto riguarda gli uomini, la distribuzione dei suicidi è, appunto, soprattutto maschile, per esempio in Emilia-Romagna su 388 suicidi 298 sono di uomini e 90 di donne. Nell'interrogazione si fa un'analisi anche della questione per motivi economici, dei suicidi che avvengono in situazioni carcerarie e che destano fortissimo allarme sociale. Per quanto mi riguarda, voglio sottolineare che questi fatti avvengono in condizione di grande solitudine e di grande fragilità personale che riguardano persone che si sono fortemente auto colpevolizzate per quello che gli è successo e per quello che gli sta accadendo. Fenomeno sottostimato, ovviamente, molti suicidi non compaiono, non vengono registrati come tali, soprattutto i tentati suicidi, come per esempio, gli 800 casi di autolesionismo nelle carceri.

Dicevo che la Regione ha un piano, questo piano è scaduto e quindi la domanda alla Giunta risulta evidente, se intende prorogare il piano o se intende renderlo efficace, soprattutto per quanto riguarda gli interventi innovativi di riconosciuta efficacia, come previsto dal piano stesso. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

La parola all’assessore Lusenti per tre minuti. Prego assessore.

 

LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. Tra i paesi dell'OCSE che, ricordo sono trentaquattro distribuiti in Europa, Australia, America del Nord e America del Sud, l’Italia registra uno dei più bassi livelli di mortalità per suicidio. In questo contesto esiste un gradiente dal nord con maggiori tassi al sud del paese con tassi inferiori. La nostra Regione presenta tassi nella media del nord Italia. Dai dati provenienti dai registri di mortalità della Regione Emilia-Romagna risultano 404 suicidi nel 2010, 386 nel 2011, 416 nel 2012, con un tasso di circa 9 su centomila abitanti. Tale dato è sovrapponibile al tasso delle Regioni del nord e superiore alla media nazionale che è pari a circa 7 per centomila abitanti.

È interessante notare che nelle zone colpite dal terremoto, mentre nei mesi successivi all'evento si è assistito a un incremento di accessi ai centri di salute mentale per disturbi da stress post traumatico, si è invece verificata una diminuzione dei suicidi rispetto agli anni precedenti. Tale dato andrà naturalmente rivalutato nel tempo.

La prevenzione del suicidio è un obiettivo condivisibile e possibile, tenendo presente alcune considerazioni. Il fondamentale elemento di rilievo per le impostazioni di strategie preventive e la multifattorialità del fenomeno che impone da parte di operatori socio sanitari l'acquisizione di competenze idonee a un'attenta valutazione e al riconoscimento dei fattori di rischio che identificano la popolazione sulla quale potenzialmente intervenire.

I fattori di rischio riguardano la dimensione psico-sociale, le condizioni psichiatriche o psicologiche, i lutti recenti, la diagnosi recente di grave malattia organica, pregresse condizioni suicidarie, l'abuso di sostanze, la familiarità per psicopatologie, la storia familiare di suicidi, la storia di abusi, la presenza di gravi malattie fisiche. Nonostante la numerosità dei fattori citati è comunque possibile programmare progetti di prevenzione nell'ambito degli interventi socio-sanitari, concretizzati fondamentalmente da due aspetti: un allargamento degli ambiti di osservazione e valutazione del primo intervento delle situazioni a rischio e la predisposizione di percorsi di supporto e di ulteriore valutazione per i casi con maggiore incidenza di fattori di rischio.

Il piano regionale della prevenzione, citato dall'interrogante, identifica due ambiti di intervento per azioni specifiche, dirette alla popolazione a rischio, la prevenzione del suicidio nel territorio e la prevenzione del suicidio in ospedale, entrambi questi ambiti sono stati oggetto di studio e per entrambi è stato prodotto e formalizzato un documento di indirizzo alle aziende sanitarie, attraverso la circolare del Direttore generale della sanità e politiche sociali, n. 20 del 17 dicembre 2012. In particolare il documento sulla prevenzione del suicidio nel territorio si sostanzia in una serie di raccomandazioni pratiche da attuare nell'ambito delle cure primarie, il cosiddetto programma Giuseppe Leggieri, di collaborazione tra medico di medicina generale e specialista psichiatra, secondo le linee guida internazionali.

L'obiettivo è quello di sensibilizzare il medico di medicina generale al problema e aumentare la competenza utile al riconoscimento della situazione a rischio. Sono fornite indicazioni sui fattori di rischio e protettivi nelle diverse età della vita, sulle modalità con le quali tenere un colloquio con le persone per le quali si sospetta un rischio suicidario e si propone un albero decisionale relativo alle misure da intraprendere e ai trattamenti da mettere in atto, secondo l'entità del rischio suicidario. Tralascio la parte sulla prevenzione del rischio suicidario in ospedale per evidenti ragioni di tempo. Entrambi i documenti contengono indicazioni per la valutazione di processo e di esito. Un primo report di monitoraggio e valutazione sarà disponibile entro il corrente anno. È inoltre stato predisposto un documento sulla prevenzione del suicidio e delle condizioni autolesive negli istituti penitenziari. Tale documento è in corso di condivisione con il Provveditorato regionale dall'amministrazione penitenziaria e sarà disponibile entro l'anno in corso, unitamente al rinnovo del piano regionale di prevenzione triennale che è scaduto, come ricordava il consigliere Grillini, il 31 dicembre dello scorso anno.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.

Prego, consigliere Grillini, per la replica, ha tre minuti.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore, devo dichiararmi soddisfatto della risposta, soprattutto per gli impegni che sono stati assunti per quanto riguarda il rinnovo del piano di prevenzione, perché è vero che l'Italia è un Paese che statisticamente, dal punto di vista dei numeri, non ha numeri così elevati di altri Paesi, però è anche vero che l'allarme sociale, mediatico provocato dal fenomeno dei suicidi è molto alto. Ma per di più, al di là dell'allarme sociale, c'è anche la sofferenza delle persone che è espressa da questi gesti autodistruttivi, che, come ognuno può facilmente immaginare, sono la punta dell'iceberg di un fenomeno di questo tipo che è provocato da una grandissima sofferenza personale rispetto alla quale il più delle volte non ci sono risposte o le risposte che ci sono non sono efficaci. Non a caso lo stesso piano di prevenzione parla di strumenti innovativi ed efficaci perché in questo campo l'efficacia è tutto. Tra gli strumenti innovativi potrebbe esserci anche quello di un numero verde o di un servizio facilmente disponibile e reperibile da parte delle ASL, potrebbe essere un numero unico regionale, potrebbe essere un telefono amico, una convenzione con un'associazione di settore, con l'ordine degli psicologi per intervenire su questo problema e consentire alle persone di intervenire nella fase acuta della sofferenza personale, perché, ahimè, certi gesti sono irrimediabili, come ognuno può facilmente immaginare, perché legati ad un attimo magari di disperazione sul quale si poteva e si può intervenire. Se siamo in grado di intervenire in quella fase che potrebbe essere una fase in cui... la sofferenza e la disperazione capitano a qualsiasi essere umano, il pensiero di farla finita, assessore, è un pensiero che attraversa moltissime persone, perché di fronte alla sofferenza... Quindi su questo terreno credo che sia opportuno e giusto il massimo dell'impegno di tutti noi.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Chiamo l'oggetto successivo:

 

5421 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative della Regione Emilia-Romagna volte al reperimento di risorse da destinare, a seguito degli eventi calamitosi di dissesto idrogeologico del marzo 2013, ai territori dell'Appennino parmense. A firma del Consigliere: Villani.

 

Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli.

La parola al consigliere Villani per illustrare la sua interrogazione, ha sei minuti per presentazione e replica.

 

VILLANI: Grazie, presidente. A distanza di un anno dai gravissimi eventi calamitosi che hanno portato un notevole disagio in un'ampia zona dell'Appennino dell'Emilia occidentale, insistono ancora, purtroppo, gravi disagi alle attività produttive e ai singoli cittadini, gravi disagi che, per fare un esempio, portano ancora circa 22 persone ad essere fuori dalle proprie abitazioni e 7 di queste, per gli eventi che si sono verificati in località Pietta, sono ancora in attesa di un qualche aiuto a livello regionale.

Credo che il fatto che oggi ci preme di più sia capire che cosa sta facendo la Regione in merito alla proroga della dichiarazione dello stato di emergenza che venne effettuata nel maggio del 2013 e scaduta a febbraio. È un passaggio importante perché è chiaro che con la dichiarazione dello stato di emergenza vi è in qualche modo un canale privilegiato che consente l'arrivo delle risorse che sono richieste e che sono state quantificate dall'Agenzia regionale, per quanto riguarda in particolare l'Appennino parmense, in un ammontare di 111 milioni.

Ora, come sa il sottosegretario, io sono in attesa di una risposta all'interrogazione 5173 fatta nel mese di febbraio perché si è notata una certa discrasia rispetto alla valutazione fatta dall'Agenzia regionale della Protezione civile e quella fatta dagli uffici tecnici dei Comuni interessati, tant'è vero che per il comune di Tizzano si parla di una cifra di 28 milioni stimati dalla Protezione civile, ma di una cifra ben più sostanziosa, che sfiora i 60 milioni, stimata dagli uffici tecnici del Comune. Credo che sia necessario un intervento della Regione per reperire ulteriori risorse perché, come ho detto, la situazione di disagio è tuttora presente, basti pensare che ieri c'è stato un altro fatto nuovo che insiste proprio nella zona: è stato chiuso al traffico il ponte sulla strada provinciale Vetto proprio per un ulteriore evento franoso, quindi questa non è una situazione che si è cristallizzata, perciò chiedo quali iniziative sta prendendo la Regione Emilia-Romagna per la proroga dello stato di calamità e quali altre risorse ha a disposizione per lenire in termini piuttosto rapidi - ricordo che gli eventi risalgono ad un anno fa - situazioni che sono ancora di forte criticità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Villani.

La parola al sottosegretario Bertelli, prego.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. In seguito alle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nei mesi di marzo e aprile del 2013 e della tromba d'aria del successivo 3 maggio, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scorso 9 maggio lo stato di emergenza nazionale nei comuni del territorio della Regione Emilia-Romagna, assegnando un primo finanziamento di 14 milioni di euro per il superamento delle emergenze e il ripristino dei danni su strutture e infrastrutture pubbliche.

Solo con la legge 119 del 15 ottobre 2013 è stata prevista la possibilità di un ristoro non esclusivamente relativo ai beni pubblici, ma anche ai privati e ad attività produttive sulla base di un'apposita ricognizione disposta dalla successiva ordinanza del Capo di Dipartimento nazionale della Protezione civile n. 130 del 22 novembre 2013.

Gli esiti di tale attività indicano per il comune di Tizzano Val Parma una stima dei danni, ovviamente stimata dai nostri uffici, per oltre 29,5 milioni di euro articolati in 13,25 milioni al patrimonio pubblico, 13,7 al patrimonio privato e 2,64 alle attività produttive.

Con il Piano dei primi interventi urgenti approvato dal Direttore dell'Agenzia regionale di Protezione civile il 22 luglio 2013, sono stati finanziati per lo stesso territorio comunale 14 interventi per un importo complessivo di 1 milione e 316 mila euro.

A queste risorse si aggiunge 1 milione e 78 mila euro messi a disposizione direttamente dalla Regione, risorse che hanno permesso di realizzare otto lavori di somma urgenza.

Le conseguenze degli eventi di marzo e aprile 2013 sono state però aggravate dalle intense e continue precipitazioni che hanno interessato l'Emilia-Romagna nell'ultima decade di dicembre e nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2014, causando numerose attivazioni o riattivazioni di importanti dissesti e aggravando situazioni preesistenti anche in questi ultimi giorni.

Per questo lo scorso 14 marzo il presidente Errani ha chiesto al Presidente del Consiglio dei ministri la Dichiarazione di stato di emergenza per il territorio regionale interessato. A supportare la richiesta c'è una Relazione preliminare di evento nella quale sono state riportate 1931 segnalazioni di danno per un importo complessivo di 208 milioni e 680 mila euro.

Al momento il Dipartimento nazionale di Protezione civile sta completando l'istruttoria tecnica necessaria per l'eventuale dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governo. Proprio nei giorni scorsi, il 30 marzo e 1 aprile, tecnici del Dipartimento hanno svolto specifici sopralluoghi in alcuni comuni, tra cui Tizzano Val di Parma. Quella in corso è un'attività indispensabile per ottenere dal Governo l'assegnazione di ulteriori fondi a favore della nostra Regione, una richiesta che abbiamo sempre sostenuto e continueremo a sostenere con forza e determinazione anche in questi momenti.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

La parola al consigliere Villani. Le rimangono tre minuti, consigliere.

 

VILLANI: Grazie, presidente. Sottosegretario, sono parzialmente soddisfatto. Mi fa piacere apprendere che si è messo in moto il meccanismo istituzionale che consentirà eventualmente di prorogare lo stato di emergenza, il che faciliterebbe l'arrivo di nuove risorse e anche il loro rapido utilizzo. Però la mia soddisfazione si ferma qui perché lei ha fatto un po' la lista della spesa ma è una roba che conosciamo, nel senso che i 29 milioni che sono a disposizione per quel comune sono 29 milioni che dovrebbero già essere a disposizione. Quindi quando io sento dire che abbiamo speso 1 milione e 370 mila euro e che la Regione ha messo a disposizione un altro milione, ricordiamoci che questi sono eventi datati da un anno e quindi ricordiamoci che questi eventi stanno provocando tuttora, a distanza di più di un anno, con situazioni geologiche che non sono certamente stabilizzate, danni alle attività produttive e ai singoli cittadini.

Non ho avuto, devo dire, soddisfazione rispetto ad un ricalcolo di quelli che sono i danni che insistono in quella parte del territorio, noto una certa discrasia anche con i numeri perché l'Agenzia della Protezione civile aveva fatto una quantificazione che era pari a 295 milioni di euro e oggi lei mi parla di una cifra inferiore. Va bene, però io sollecito la Regione a che vengano messe a disposizione rapidamente quelle risorse che, stando ai vostri enunciati, già oggi sono a disposizione. C'è l'urgenza, la situazione non è una situazione stabilizzata ma è in progresso, le citavo il fatto di ieri che interessa sempre quella parte dell'Appennino Est che è un fatto nuovo. Quindi c'è questa raccomandazione accompagnata alla richiesta di un ricalcolo sui danni effettivamente presenti su quel territorio, senza dimenticare, ed è l'ultima cosa che mi preme sottolineare, le 7 persone della località Pietta che sono sfollate e che hanno certamente bisogno di un aiuto delle istituzioni e credo che in primis la Regione da questo punto di vista debba chiamarsi parte in causa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Villani.

Chiamo l'oggetto successivo:

 

5426 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'individuazione e la sostituzione di tratti di rete idrica realizzati con tubi in cemento-amianto. A firma della Consigliera: Meo.

 

Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli.

La parola alla consigliera Meo per illustrare la sua interrogazione. Prego.

 

MEO: Grazie, presidente. Nei giorni scorsi abbiamo letto sulla stampa la notizia che nella rete idrica dei comuni della Bassa Modenese, a seguito dei monitoraggi eseguiti da ASL e Aimag, è stata rilevata la presenza di fibre amianto nell'acqua potabile - tante volte in quest'Aula abbiamo parlato del problema fibre amianto, però rispetto al fatto che siano nell'acqua potabile ovviamente ci si siamo preoccupati moltissimo - rilasciate dalle vecchie tubature in cemento amianto a causa dell'usura, diciamo così, naturale di questi tubi, ma anche dei danni provocati dal sisma del 2012. Per questo il Comune di Carpi ha annunciato l'avvio di una sperimentazione validata dall'ASL su parere dell'Istituto superiore di Sanità e destinata a durare almeno sei mesi durante la quale verrà immesso nella rete idrica un formulato alimentare che, per reazione chimica, dovrebbe formare una pellicola all'interno dei tubi al fine di impedire il rilascio di queste pericolose fibre.

Noi vorremmo sapere, indipendentemente dalla raccolta e dalla valutazione dei risultati di questa sperimentazione che richiederà comunque dei tempi medio-lunghi, se esiste un censimento preciso dei tratti di rete idrica realizzati con tubi di cemento amianto e se sia stato comunque predisposto un piano graduale di sostituzione di questi pericolosi manufatti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Meo.

La parola al sottosegretario Bertelli.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Relativamente al quesito posto, sulla base delle informazioni fornite da Aimag Spa, gestore del servizio idrico integrato nel territorio considerato dall'interrogazione, la Regione è a conoscenza dell'esistenza di un censimento dei tratti della rete idrica del territorio considerato. Il censimento ha riguardato le reti di tutti i comuni serviti da Aimag, da tale censimento è risultato che le tubazioni in cemento amianto rappresentano circa il 40 per cento dell'intera rete acquedottistica. Oltre al suddetto censimento è stato avviato anche un monitoraggio in tutti i comuni, che ha finora dimostrato che nel solo comune di Carpi si rinviene presenza di amianto in valori non nulli nell'acqua distribuita. L'acqua proveniente dai pozzi di Fontana Rubiera che servono Carpi non presenta presenze di amianto che pertanto è da attribuire al trasporto dell'acqua stessa nelle tubazioni di cemento amianto.

A fine luglio 2013, a seguito dell'individuazione di fibre di amianto nella rete di Carpi, è stato costituito un gruppo tecnico scientifico per studiare e approfondire il fenomeno. Nel dicembre scorso il gruppo ha richiesto al regolatore Atersir di consentire ad Aimag un innalzamento degli investimenti programmati al fine di consentire un'accelerazione nel tasso di sostituzione delle condotte in cemento amianto, pur nella consapevolezza che la completa sostituzione può essere un obiettivo esclusivamente di lungo periodo considerati gli ingenti costi e i lunghi tempi necessari per i lavori e che pertanto è importante adottare tecniche alternative alla sostituzione. Nello specifico, si precisa che la consistenza della rete al servizio di Carpi è di 426 chilometri complessivi dei quali 218 di tubazione in cemento amianto distribuiti in tutto il territorio comunale.

La sperimentazione citata dall'interrogazione per conseguire una mitigazione o un blocco del rilascio di fibre di amianto mediante immissione in rete di fosfato monosodico alimentare e zinco, che dovrebbe favorire la formazione di un film protettivo di idrossicarbonato di zinco sulla superficie interna delle condotte, è stata considerata praticabile dall'Istituto Superiore della Sanità e dall'AUSL. Tale intervento sarà attuato proprio in questi giorni una volta ultimato il collaudo del relativo impianto, la cui installazione è avvenuta nelle scorse settimane. A seguito di tale intervento Aimag attiverà un monitoraggio in continuo sulle acque distribuite nel comune di Carpi al fine di analizzare in tempo reale l'efficacia della soluzione.

Si segnala infine che Atersir ha recentemente approvato il piano di investimenti 2014-2017 che prevede all'incirca 1 milione di euro per il rifacimento e per la sostituzione delle tubazioni in cemento amianto delle reti idriche nel territorio di Carpi. Tale ammontare evidentemente consentirà la sostituzione di alcuni chilometri di rete, quelli più vetusti e compromessi.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

La parola alla consigliera Meo per la replica, prego.

 

MEO: Grazie, presidente. Grazie, sottosegretario. Mi auguro fortemente che questo processo sia seguito veramente in maniera costante e molto efficace perché ci siamo occupati molte volte di questo problema legato all'amianto e ricordo che l'amianto ha tolleranza zero sull'organismo umano, per cui qualsiasi fibra in circolo in aria, in acqua, sul suolo può veramente provocare disastri di proporzioni significative. Ovviamente trovarle nell'acqua preoccupa tutti e credo che se oggi le analisi hanno rilevato soltanto in quei tratti questo tipo di presenza, questo non significhi che nel restante 40 per cento di rete interessata da questo tipo di tubatura, nel tempo, per usura, questo fenomeno non si presenti.

È ovvio che in passato questi materiali venivano usati con grande leggerezza in tutta l'edilizia, ma è altrettanto ovvio che oggi che siamo a conoscenza diretta del rapporto correlato, certo tra fibre di amianto e una serie di malattie molto gravi, non possiamo che procedere ad una radicale sostituzione della rete idrica per mettere in assoluta sicurezza i nostri concittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Meo.

 

Interrogazione oggetto 5427

(Ritiro)

 

PRESIDENTE (Costi): Per quanto riguarda l'interrogazione 5427 la consigliera Barbati gentilmente ha proposto di ritirarla, la presenterà nella prossima seduta assembleare per abbreviare i tempi del question time e dare spazio alla discussione sulla comunicazione, per cui ringrazio la consigliera e passiamo immediatamente all'oggetto successivo.

 

5428 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i tagli dei posti letto nell'ambito della sanità della Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Manfredini, Bernardini, Corradi, Cavalli.

 

Risponde per la Giunta l'assessore Lusenti.

La parola al consigliere Corradi per illustrare l'interrogazione. Prego.

 

CORRADI: Grazie, presidente. Con questa interrogazione sostanzialmente chiediamo all'assessore di riferirci rispetto alle misure ulteriori che questa Regione intende assumere nei confronti dei preannunciati nuovi tagli - ormai è un leitmotiv negativo che da diversi anni sentiamo - destinati ad abbattersi sul settore sanità. Faccio in particolare riferimento all'annuncio successivo al Consiglio dei ministri dell'8 aprile, il quale ha presentato un documento per la razionalizzazione della spesa sanitaria e sappiamo tutti che il termine "razionalizzazione della spesa" in realtà, oggi, ma non solo da oggi, viene declinato poi con tagli alla spesa sanitaria.

Ricordiamo che non è stato ancora stato concluso il Patto per la salute e che comunque questa Regione già nel 2013 ha tagliato 1000 posti letto e nell'anno corrente si accinge a tagliarne, se non ricordo male, altri 1500 - poi sarà l'assessore a darci dati più precisi in questa direzione - e ha già attivato un percorso di riconversione di 25 ospedali in strutture destinate alla lungodegenza, con conseguente, però, soppressione, come in parte è già avvenuto, di punti nascita, punti di pronto soccorso e quant'altro abbiamo già dibattuto in quest'Aula più volte.

Con questa interrogazione chiediamo all'assessore di volerci illustrare, nella sintesi che lo strumento assembleare adottato consente, quali sono le ulteriori misure che questa Regione si accinge a porre in essere, come intende e dove intende operare il taglio dei 1500 posti letto previsti per l'anno corrente e anche più o meno le linee guida di questa riorganizzazione e razionalizzazione del sistema sanitario regionale al fine di adattarlo alle esigenze imposte dai tagli governativi, soprattutto gli ultimi preannunciati, e soprattutto quale posizione intende assumere la Regione rispetto a questa ulteriore mannaia annunciata dal Governo l'8 aprile ultimo scorso che dovrebbe abbattersi sulla spesa sanitaria anche di questa Regione.

E se mi consente, questa è una cosa extra, quindi, compatibilmente con i suoi tempi, mi affido ad un suo eventuale giudizio, chiedo di sapere qual è la posizione e l'opinione dell'assessore rispetto alla riproposizione, perché questo poi sembra trasparire, dell'ennesimo taglio lineare che finirà ancora per colpire la sanità di quelle Regioni che in modo virtuoso hanno già operato negli anni pregressi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.

Ricordo che l'articolo 114 del Regolamento prevede una domanda, non dieci domande, perché poi ci sono tre minuti per la risposta.

Prego, assessore, Lusenti.

 

LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. Come è del tutto evidente, ad una domanda enciclopedica non si può dare una risposta telegrafica e quindi rimando la risposta in modo più complessivo alla relazione che invierò al consigliere interrogante. Qui cito soltanto alcuni passaggi fondamentali, che poi sono naturalmente sviluppati nel testo.

Dal 2011 ad oggi il fondo sanitario nazionale è stato ridotto di più di 32 miliardi, siamo il 32° Paese su 34 dell'OCSE per finanziamento pro capite in dollari della spesa sanitaria.

Proprio ieri il commissario Cottarelli, in audizione davanti alle Commissioni Bilancio e Sanità riunite, diceva: in sanità non ci saranno tagli lineari, ma solo interventi sugli sprechi. Segnalo la declinazione del verbo al futuro, quindi, ad oggi, la dimensione nazionale di applicazione del DEF, della spending review sull'anno 2014 sul fondo sanitario nazionale non è definita e non è certamente definita dal testo del DEF presentato in Consiglio dei ministri l'8 aprile, che fa soltanto una cornice generale su tutta la spesa pubblica senza declinare per l'anno in corso il peso sui vari capitoli, compresa la sanità.

Per quanto riguarda i posti letto, la riduzione della dotazione di posti letto da 4 a 3,7 per mille abitanti da 4,1, che è il parametro attualmente in vigore e definito dal Decreto Balduzzi che sostiene una più complessiva riorganizzazione della rete ospedaliera, in questa Regione non intendiamo applicare in modo automatico e burocratico un dato numerico, che peraltro ci vede con una dotazione di 4,6 posti letto per mille abitanti, che è una delle più alte d'Italia attualmente, ma intendiamo, viceversa, dare luogo ad una più complessiva riorganizzazione della rete ospedaliera e della rete dei servizi che metta al centro la presa in carico del paziente, la continuità delle cure, la risposta alla cronicità e l'assistenza primaria, non usando come leva della riorganizzazione un parametro superato e non più corrispondente alla qualità dei servizi com'è la semplice numerosità dei posti letto.

I 1000 posti letto che lei ricordava sono stati ridotti nel 2013 e sono conseguenza della trasformazione di 1000 posti letto di day hospital medico in day service. Il setting assistenziale per i pazienti non è cambiato, non pagano il ticket perché sono esenti per patologia e vengono catalogati in un modo piuttosto che in un altro. Quindi si possono fare operazioni intelligenti che difendono i servizi dei cittadini e che fanno i conti con un definanziamento del fondo sanitario nazionale che è in corso ormai da quattro anni e che non sappiamo ad oggi se proseguirà per gli anni a venire.

 

PRESIDENTE (Costi): Ringrazio l'assessore Lusenti. Chiaramente si rinvierà anche al documento preciso.

Prego, consigliere Corradi, ha quattro minuti.

 

CORRADI: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore per la risposta e per la relazione che cortesemente metterà a disposizione. Uso questa parte del tempo rimasto per invitare la Regione - vedo anche la presenza del presidente Errani - a far sentire nei confronti del Governo la propria voce, come non ha mancato di fare anche in passato e gliene diamo atto, perché ovviamente questa Regione, come altre, ha iniziato non da adesso, ma da diversi anni, da molti anni un percorso virtuoso di riorganizzazione del sistema sanitario e come in passato lamentiamo ancora oggi come vi sia - al di là delle parole, che comunque fanno sottendere una volontà diversa, presenti nel documento di programmazione economico-finanziaria presentato dal Governo - la volontà di tornare comunque ad incidere sulla sanità e tornare ad incidere in modo pesante. Questo a noi preoccupa perché in passato sotto la parola "riorganizzazione" abbiamo visto scorrere fiumi di tagli lineari che hanno finito con il penalizzare ulteriormente le Regioni che avevano già iniziato un percorso virtuoso sulla spesa sanitaria e sostanzialmente incidere assai poco nei confronti di quelle realtà regionali che si sono ben guardate in passato dal mettere mano in modo significativo alla propria spesa sanitaria. Non vorremmo che questa regola che in passato ha pagato, nel senso che ha consentito al Governo di fare tagli draconiani, si confermasse di moda anche in questo Governo a danno dei nostri cittadini e del sistema sanitario di questo Regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.

Passiamo all'ordine del giorno.

 

OGGETTO 5424

Comunicazione della Giunta relativa all'attività svolta dalla Commissione "Ichese"

(Discussione e conclusioni)

(Risoluzione oggetto 5435 a firma dei consiglieri Defranceschi e Favia - Presentazione, discussione e reiezione)

(Risoluzione oggetto 5437 a firma dei consiglieri Pariani, Sconciaforni, Barbati, Naldi, Vecchi Luciano, Donini e Riva - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Voi sapete che ho inviato un oggetto aggiuntivo, il 5424, che è un'integrazione alla convocazione, precisamente è la «Comunicazione della Giunta relativa all'attività svolta dalla Commissione "Ichese"». Sulla comunicazione della Giunta, che sarà svolta dall'assessore Gazzolo, si prevede il dibattito con dieci minuti per ogni consigliere.

Prego, assessore Gazzolo.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Consigliere e consiglieri; il rapporto "Ichese" nasce da una nostra esigenza e su nostro impulso: quello di studiare e capire per poter prendere decisioni giuste. Detto questo, è necessaria una premessa importante: in questi anni la Regione Emilia-Romagna ha detto no al deposito di stoccaggio gas Rivara con delibera di Giunta n. 512 del 2012, negando l'intesa richiesta dal Governo dopo aver deliberato due pareri negativi di VIA; no al fracking e no allo shale gas con delibera di Giunta n. 706 del 2013; sospensione, con lo stesso atto, di qualsiasi decisione in merito ai progetti di ricerca e coltivazione idrocarburi riguardanti i territori colpiti dal sisma del maggio 2012 e ricompresi nel cratere, oltre ad avere espresso chiaramente il diniego al nucleare.

Si ricorda, per inciso, che le funzioni amministrative in materia di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sono ovviamente di competenza dello Stato, ma questo, questo autorevole consesso, già lo sa.

All'indomani del sisma del maggio 2012 sono sorti numerosi interrogativi di varia natura da cittadini e da comitati sulle possibili cause. Alcuni interrogativi ragionevoli, altri più emotivi, tali da creare comunque una situazione diffusa di allarme nell'opinione pubblica. In una situazione così coinvolgente, si è ritenuto necessario compiere un percorso di razionalità per avere risposte dalla comunità scientifica. Ci siamo detti: cerchiamo di capire quello che il mondo scientifico può dirci e dare più informazioni ed elementi di conoscenza alla comunità emiliano-romagnola, e, su questa base, comprendere come e quali azioni possano adottare gli amministratori per il governo del territorio.

La nostra intenzione era ed è di piena trasparenza, mirata ad un'informazione corretta e completa, rivolta a tutti ed in particolare alla comunità del cratere, che ha diritto di sapere tutto quanto è nelle nostre possibilità e disponibilità.

Con questo spirito il commissario Vasco Errani ha fatto una proposta di istituzione di una Commissione tecnico-scientifica, in stretta collaborazione con il capo del Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, il prefetto Franco Gabrielli.

Degli esiti di questa Commissione rendicontiamo oggi, rendendo pubblico integralmente il rapporto conclusivo Ichese e insieme ad esso i primi indirizzi attuativi delle raccomandazioni in esso contenuti ed elaborati dal gruppo di lavoro incaricato dal Ministero dello Sviluppo Economico immediatamente dopo la consegna del rapporto conclusivo.

È pubblicato tutto da oggi nel sito del Servizio geologico sismico e dei suoli nell'homepage della Regione Emilia-Romagna.

La Commissione tecnico-scientifica denominata "Ichese", incaricata di valutare le possibili relazioni tra attività di esplorazione per idrocarburi ed aumento dell'attività sismica nell'area colpita dal terremoto dell'Emilia-Romagna del mese di maggio 2012, è stata istituita l'11 dicembre 2012 con decreto del capo del Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri su richiesta del commissario delegato per il terremoto dell'Emilia-Romagna presidente Vasco Errani.

Alla Commissione sono stati posti i seguenti quesiti, che cito testualmente: "la Commissione Internazionale dovrà produrre un rapporto che, sulla base delle conoscenze tecnico-scientifiche al momento disponibili, risponda ai seguenti quesiti: 1) è possibile che la crisi emiliana sia stata innescata dalle ricerche nel sito di Rivara effettuate in tempi recenti, in particolare nel caso siano state effettuate delle indagini conoscitive invasive, quali perforazioni profonde, immissioni di fluidi, eccetera?; 2) è possibile che la crisi emiliana sia stata innescata da attività di sfruttamento o di utilizzo di reservoir in tempi recenti e nelle immediate vicinanze della sequenza sismica del 2012?"

La Commissione ha avviato i lavori nel maggio 2013 e ha consegnato il rapporto al Dipartimento di Protezione civile in data 13 febbraio 2014. In data 17 febbraio 2014 il Dipartimento di Protezione civile ha trasmesso il rapporto alla Regione.

Per rispondere ai quesiti, la Commissione Ichese ha considerato un'area d'interesse di circa 4000 chilometri quadrati, che include tutta la zona colpita dalla sequenza sismica iniziata il 20 maggio 2012.

Nell'area sono presenti tre concessioni di sfruttamento per idrocarburi: Mirandola, con incluso il campo di Cavone, Spilamberto e Recovato, nonché il campo geotermico di Casaglia e il giacimento di stoccaggio di gas naturale di Minerbio situato al margine sud-est dell'area.

La Commissione ha considerato che nella letteratura scientifica i terremoti antropogenici, nei quali l'attività umana ha avuto un qualche ruolo nel portare il sistema al punto di rottura, vengono solitamente distinti in: "terremoti indotti, nei quali uno sforzo esterno prodotto dalle attività antropiche è sufficientemente grande da produrre un evento sismico in una regione che non era necessariamente sottoposta ad un campo di sforzi tale da poter generare un terremoto in un futuro ragionevolmente prossimo" - sto citando parti del rapporto - "terremoti innescati, per i quali invece una piccola perturbazione generata dall'attività umana è sufficiente a spostare il sistema tettonico da uno stato quasi critico ad uno stato instabile; condizione necessaria perché questo meccanismo si attivi è la presenza di una faglia già carica per uno sforzo tettonico, vicina ad un sito dove avvengono azioni antropiche, dove "vicina" può voler dire anche decine di chilometri di distanza a seconda della durata e della natura dell'azione perturbante".

Relativamente al primo quesito posto sul sito di Rivara, grazie al lavoro della Regione e come abbiamo sempre affermato, è accertato che nell'area non è mai stata concessa alcuna autorizzazione per attività minerarie, compresa la ricerca, né è stata effettuata alcuna attività di esplorazione mineraria con metodi invasivi negli ultimi trent'anni. La risposta è no. Un no che abbiamo sostenuto e un no frutto di un lavoro condiviso con le comunità e i sindaci.

La Commissione, dopo aver considerato tutte le attività di sfruttamento del sottosuolo ricadenti nell'area di studio, ha richiamato l'attenzione sulle attività del campo di Cavone e sottolinea come sia necessario, per escludere o confermare l'ipotesi di un legame causale tra le attività di questo campo e la sequenza sismica dell'Emilia di maggio-giugno 2012, approfondire gli studi sviluppando attività di monitoraggio altamente tecnologiche per l'acquisizione di ulteriori dati necessari alla costruzione di un modello dettagliato del sottosuolo che possano supportare l'evidenza statistica che è stata rilevata.

Le testuali parole riportate nel rapporto conclusivo Ichese su Cavone sono le seguenti: "l'attività sismica immediatamente precedente il 20 maggio e l'evento del 20 maggio sono statisticamente correlati con l'aumento dell'attività di estrazione e re-iniezione di Cavone. Quindi non può essere escluso che le azioni combinate di estrazione e iniezione di fluidi in una regione tettonicamente attiva possano aver contribuito, aggiungendo un piccolissimo carico, all'attivazione di un sistema di faglie che aveva già accumulato un sensibile carico tettonico e che stava per raggiungere le condizioni necessarie a produrre un terremoto; non è possibile escludere, ma neanche provare, che le azioni inerenti lo sfruttamento del sottosuolo in atto in prossimità dell'area colpita dalla sequenza sismica del 2012 possano aver contribuito ad innescare l'attività sismica registrata in Emilia nel 2012".

Per quello che riguarda invece gli altri aspetti la Commissione ha rilevato che: "è molto improbabile che le operazioni effettuate nel campo geotermico di Casaglia possano aver influenzato l'attività sismica del 2012; non sono state trovate evidenze che possano associare la sequenza sismica del maggio 2012 in Emilia alle attività operative svolte nei campi di Spilamberto e Recovato, i cui serbatoi sono situati in formazioni plio-pleistoceniche al disopra di livelli di rocce altamente impermeabili, fattore che rende altamente improbabile una connessione idraulica e quindi un contatto diretto con le faglie sismogeniche e la concessione di stoccaggio di gas naturale a Minerbio".

Più in generale la Commissione ha evidenziato come "la sismicità indotta e innescata dalle attività umane sia un campo di studio in rapido sviluppo, ma lo stato attuale delle conoscenze e, in particolare, la mancanza di esperienza in Italia non permette l'elaborazione di protocolli di azione prontamente disponibili per la gestione del rischio sismico. Ha quindi carattere prioritario lo sviluppo delle conoscenze attraverso l'acquisizione di dati dettagliati e attraverso una ricerca che possa migliorare la conoscenza delle relazioni tra operazioni tecnologiche e sismicità innescata".

A tal fine la Commissione ha formulato raccomandazioni per una gestione ottimale delle attività di sfruttamento del sottosuolo, che comportano l'esigenza di definire nuove tecniche di monitoraggio e controllo, sviluppo di modellistica geofisica e geologica, nuove metodologie statistiche, piani di gestione del rischio con individuazione degli enti e dei sistemi di controllo, programmi di interazione e comunicazione con la popolazione e gli amministratori.

Proprio per avviare tali attività con le autorità competenti e con la collaborazione del mondo della ricerca, nello stesso mese di febbraio si è costituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico, in stretta relazione con la Regione, un gruppo di lavoro composto da tecnici del Ministero, del Dipartimento della Protezione civile e da specialisti nel settore della geologia, della sismologia e della prevenzione del rischio, provenienti, dunque, dal Dipartimento della Protezione civile e da Istituti di Ricerca (CNR, OGS, INGV, Università), che da allora sta lavorando agli approfondimenti indicati nelle raccomandazioni della Commissione per la definizione di linee guida - per evitare fraintendimenti, preciso che il gruppo di lavoro ha questo compito specifico e definito, non certo quello di rielaborare o di valutare il rapporto Ichese - che consentiranno di raccogliere i dati per dare le risposte necessarie e fornire alle società petrolifere prescrizioni operative in merito alle ulteriori attività di monitoraggio. Si tratta di un'attività di ricerca avanzata che, come potete ben capire, si colloca a livello internazionale e che consentirà passi in avanti nella conoscenza dei fenomeni.

Oggi, dunque, presentiamo e pubblichiamo, unitamente al rapporto, le attività effettuate fin qui dal gruppo di lavoro, che si riunirà in sessione plenaria per la quarta volta anche questa mattina per produrre indirizzi e linee guida per il monitoraggio della microsismicità, fino a valori molto bassi, delle deformazioni, con strumentazione all'avanguardia di alta sensibilità, della pressione di poro. Inoltre sono riportate le modalità con cui assicurare la trasparenza e l'oggettività delle attività.

Abbiamo raggiunto l'intesa con il MISE per sviluppare insieme gli altri due punti previsti dalle raccomandazioni Ichese: la sperimentazione da condurre presso il campo Cavone di Mirandola finalizzata alla definizione del modello geodinamico del sottosuolo e l'applicazione sul sito delle linee guida di monitoraggio, nonché la definizione di un sistema operativo a semaforo, stabilendo, dunque, un vero e proprio piano di gestione del rischio.

Nessuna inerzia, quindi, o volontà di nascondere la verità, anzi, abbiamo voluto noi lo studio della Commissione Ichese. Non abbiamo mai pensato di tenere il rapporto nel cassetto, in primo luogo perché sarebbe una sciocchezza...

 

(brusio proveniente dal settore riservato al pubblico)

 

PRESIDENTE (Costi): Chiedo, per piacere, silenzio.

 

GAZZOLO: ...oltre che una contraddizione in termini, incoerente rispetto all'azione che la Regione porta avanti da tempo e che prima ho cercato anche di descrivere e riprendere.

La nostra intenzione è stata sempre quella di pubblicare integralmente lo studio Ichese assieme - e sottolineo: assieme - alle azioni concrete da realizzare corrispondenti pienamente alle raccomandazioni. L'informazione adesso è completa, ecco perché il rapporto Ichese è stato divulgato oggi. Oggi, infatti, oltre a rendere pubblico il rapporto, abbiamo l'occasione di corredarlo dei contenuti delle linee guida, che auspichiamo possano essere ultimate entro un mese, ma che rappresentano comunque un'ottima base per avviare la piena attuazione delle prescrizioni Ichese e per trasporre le raccomandazioni in azioni. Tema, questo, complesso perché di assoluta innovazione nel Paese, necessario per applicare integralmente le conclusioni Ichese, non per giudicare o fare un altro studio.

Noi, da parte nostra, come Regione, metteremo a disposizione l'esperienza in corso già da prima del terremoto effettuata con gli studi di approfondimento sulle conoscenze sismotettoniche dell'area. Ricordo che già dal 2004 è stata pubblicata la prima edizione della Carta sismotettonica regionale. Nel 2011 il Servizio geologico regionale ha avviato studi di approfondimento e di aggiornamento dei dati. Inoltre la Regione Emilia-Romagna è uno dei partner italiani, insieme a Regione Lombardia e ISPRA, che partecipano al progetto europeo denominato Geomol, che prevede la modellazione 3D del sottosuolo e comprendente anche l'area interessata dai terremoti emiliani di maggio 2012. Ai partner italiani di tale progetto, approvato prima del terremoto e avviato nel settembre 2012, la Commissione europea ha riconosciuto un incremento di risorse proprio per approfondire ulteriormente le conoscenze nell'area del terremoto.

Per quello che riguarda Cavone, d'intesa con il MISE, la società Gas Plus, che gestisce gli impianti di Cavone, è stata convocata al Ministero dello Sviluppo economico domani per stabilire le modalità operative del programma di monitoraggio sul campo di Cavone, che sarà avviato subito. Il programma prevedrà che l'attività degli impianti sia finalizzata non alla produzione ma alla ricerca scientifica, all'acquisizione di nuovi dati e misure nei pozzi...

 

(brusio proveniente dal settore riservato al pubblico)

 

PRESIDENTE (Costi): Prego cortesemente il pubblico di astenersi da interruzioni.

 

GAZZOLO: ...ad aggiornare ed ampliare il modello geodinamico del sottosuolo, a mettere a punto nuovi sistemi di monitoraggio secondo - capisco l'ilarità, ma vorrei che si stesse alle ragioni e alle conclusioni delle raccomandazioni del rapporto - secondo quanto prevedono le raccomandazioni espresse dalla Commissione Ichese, che infatti ha concluso così: "sarebbe necessario avere almeno un quadro più completo possibile della dinamica dei fluidi nel serbatoio e nelle rocce circostanti al fine di costruire un modello fisico di supporto all'analisi statistica".

Infine la Regione ha deciso di estendere, sino all'acquisizione dei risultati delle azioni, la sospensione in tutta la regione di qualsiasi nuova attività di ricerca e coltivazione, come abbiamo fatto sin qui nell'area del cratere.

Potrei fermarmi qui, ma una cosa vorrei fosse chiara: qui non si è perso tempo in alcun modo e i risultati ottenuti in due mesi non sono né facili, né scontati. Saranno nel tempo misurati sia nel metodo cooperativo che nel rilievo specialistico e scientifico. Penso che stiamo facendo una cosa nuova, molto nuova, per noi, per il Paese e per tutti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Gazzolo.

Adesso procediamo con il dibattito.

Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Assessore, c'è qualcosa che non torna. Io chiesi all'indomani del terremoto la Commissione d'inchiesta proprio per fare chiarezza. Il presidente Errani rispose con la Commissione Ichese e io accettai. Ci fu una proposta e seriamente il presidente rispose, a differenza di altri che si misero a ridere su questo tema. Il presidente rispose. Io ritirai la proposta di una Commissione d'inchiesta e aspettai di vedere le carte.

Le carte uscirono, quelle di una Commissione, a mio avviso, in conflitto d'interesse. Quella Commissione si era data dei tempi, doveva archiviare la questione in pochi mesi. Si è iniziato con il pasticcio di chi la presiedeva, l'indiano che, per via dei Marò, si è ritirato, poi è arrivato Peter Styles. Il tempo passava e non arrivava niente. Si diceva: un mese e abbiamo finito... un mese e abbiamo finito... E si è iniziato ad avere il sospetto che forse escludere che vi fossero correlazioni non fosse cosa così semplice. Anche perché nel frattempo la notizia di Groningen, in Olanda, iniziava a girare: terremoti per i quali i cittadini erano risarciti direttamente dalle compagnie petrolifere che dichiaravano di essere responsabili dei terremoti.

Ora, se noi dobbiamo fare un'altra Commissione perché questa prima Commissione doveva dire una cosa che già avevamo scoperto - Commissione che è costata 50 mila euro dal fondo per il terremoto - c'è qualcosa che non va. Io credo che ora noi non abbiamo bisogno di andare avanti con la sospensione. Ora, dopo quello che è successo in questa regione, abbiamo bisogno di fare una scelta, che non è tecnica, perché la scienza non ha sempre certezze, ma che è politica.

Io non riesco a capire questo accanimento, l'ho detto anche ieri al presidente, a Roma. Il nostro territorio e la collettività ci guadagnano un piatto di lenticchie, niente. Se andiamo a vedere le royalty, è niente. Danneggia il paesaggio, perché vedere le pompe di petrolio in mezzo ai pereti in territori DOC e IGP è una cosa che non si può guardare. Inquina perché ci sono gli impianti di raffinazione e sono raffinazioni pesanti e non abbiamo bisogno di ulteriore inquinamento in questa regione dove già abbiamo inceneritori, problemi meteorologici, trasporti, autostrade, eccetera. E anche guardando il tema energetico, sicuramente mantenere le nostre risorse è strategico per le prossime generazioni quando il costo degli idrocarburi tenderà ad aumentare. Alla luce di tutto questo, con un terremoto dove sono morte 27 persone...

Terremoto, che, sì, è originato dallo scontro tra le placche, quella africana che spinge su quella europea, nessuno ha mai detto il contrario, nessuno ha mai detto che lo sfruttamento del sottosuolo ha indotto il terremoto, non lo abbiamo mai detto, ma abbiamo sempre avanzato il dubbio che potesse averlo attivato e la cosa è ragionevole. Noi lo dicemmo per primi in questa Aula chiamando il professor Ortolani della Federico II. Non serviva, per capire questo, la Commissione, l'avevamo capito molto prima.

Ma oggi da questo rapporto Ichese esce però una cosa interessante: riguardando i dati passati loro dicono che si poteva capire che la faglia era già carica, era pronta, lo scrivono. Allora se loro riescono a capire che, secondo i dati, la faglia poteva essere carica e pronta e noi avevamo i dati e lei rispose ad un'interrogazione del collega Manfredini dicendo che intorno al Cavone si potevano generare due fenomeni di piccola sismicità superficiale, allora dov'è finito il principio di precauzione? Allora non abbiamo fatto forse bene il nostro lavoro di controllo, che non è sicuramente un lavoro semplice e sono d'accordo che è facile parlare post e non ante, però ci sono degli elementi preoccupanti.

Bisogna approcciarsi a questo tema come ci approcciamo al nucleare. Io dissi in quest'Aula che non ci poteva essere un approccio relativistico ma deterministico perché anche un 1 per mille di percentuale di errore su una questione come quella genera effetti devastanti, quindi il dubbio non può essere nemmeno dello 0,1.

Perché questa Regione non vuole chiudere allo sfruttamento industriale del territorio? È questa la domanda, è politica. Forse perché c'è un progetto finanziato dalla Banca europea per gli investimenti, dalla BEI, che va a cavallo del miliardo di euro, condotto da Snam che vuole far diventare la Pianura Padana il nuovo contenitore, lo stoccaggio, il deposito di gas per l'Europa? E visto che poi i miliardi di metri cubi che prevedono di metterci non ci possono stare, si dovrà andare in sovrappressione - abbiamo già la richiesta a Minerbio, non abbiamo ancora risposto - sovrappressione che genera sismicità indotta.

Noi dobbiamo dire come vogliamo utilizzare il territorio. È come per il biogas, presidente, deve essere una scelta di governo del territorio. Lei non è un governatore, è un presidente, ma noi come Regione dobbiamo dire ai cittadini come vogliamo governare il territorio. Oggi, va bene, vadano avanti gli studi, le ricostruzioni eccetera, ma voi, dopo tutto quello che è successo e dopo gli errori che avete fatto o comunque le sottovalutazioni, dovreste dire: basta, noi chiudiamo qui la storia, è finita, è finita, la nostra comunità vuole sicurezza, di certo non ha bisogno di questo, non ne ha bisogno a livello economico, non ne ha bisogno l'ambiente, non ne ha bisogno il paesaggio. Spiegatemi perché volete andare avanti.

 

(applausi provenienti dal settore riservato al pubblico)

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Io chiedo al pubblico, e lo dico per l'ultima volta, di aiutarmi, vi prego, a condurre ordinatamente questa Assemblea. L'articolo 90 del Regolamento dice: "Le persone che assistono alle sedute dalle apposite tribune devono astenersi da ogni segno di approvazione o disapprovazione". Non sono previsti applausi e nient'altro. Parleranno adesso i consiglieri, vi chiedo di evitare ulteriori interruzioni. In quest'Aula non è previsto nessun tipo di partecipazione attiva in questo senso. Vi ringrazio.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.

 

DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Assessore, manca un anno alla fine di questa legislatura e credo che sarà un anno infinito a questo punto, perché diventa anche difficile entrare nel tecnico. L'assessore ci ha provato e ho provato anche un certo imbarazzo per lei, assessore, perché lei tutte le volte è costretta a fare il solito elenco di tutto quello che avete fatto, che state facendo, degli studi che farete, a dire che la Regione che è a completa disposizione. È sempre così su Variante di valico, frane, alluvioni... è sempre la stessa litania. Per cui rispetto il suo imbarazzo, la invito solo ad una cosa: a non avere il coraggio di usare la parola "trasparenza" nel momento in cui voi, scoperti dai giornali, da qualche giornalista coraggioso, che peraltro oggi risulta che ha avuto anche delle pressioni per non pubblicare questo...

 

(interruzione del presidente Errani)

 

Da qualcuno, presidente, da qualcuno ha avuto pressioni; poi queste attenzioni arrivano da varie fonti e in varie forme e sarebbe divertente scoprire chi è stato, ma a questo punto probabilmente non è neanche più così interessante. Un giornalista coraggioso che ha tirato fuori il fatto che voi da due mesi tenevate in un cassetto qualcosa. Io, per carità, sono partito prevenuto nel 2010, non è che abbia mai avuto molta fiducia in voi, ma che arrivaste anche a questo francamente andava anche un pochino oltre le mie capacità di comprensione. Per questo le dico, assessore: non usiamo la parola "trasparenza", a meno che non abbiamo due Zingarelli diversi insomma.

Non si poteva sapere prima, è facile parlare dopo? Sì, tutti siamo bravi a parlare dopo, però c'era uno "sprovveduto", si chiama Andrea Defranceschi, che nel 2011 presentò un emendamento al Piano energetico regionale per bloccare le trivellazioni in questa regione e fu ovviamente bocciato. L'assessore alle "attività distruttive" Muzzarelli disse: se facciamo quello che dicono i Grillini, in questa regione non si fa più niente. E si andò avanti così finché poi non c'è stato il terremoto, finché non chiedemmo noi, poi, la Commissione. E con un gesto decisamente furbo - perché lei, presidente, oltre ad essere una persona molto intelligente, è anche furbo - il presidente portò questa Commissione fuori da questa regione, la portò a Roma, in modo che non si potesse discutere in questa regione, non si potesse affrontare anche in queste Commissioni questa materia, anche magari non strettamente dal punto di vista scientifico, ma anche dal punto di vista politico, di quello che vogliamo fare, perché per voi il principio di precauzione, come abbiamo avuto modo di confrontarci io e lei anche ieri a Roma, evidentemente è il contrario di quello che è per me.

Io, che su questa questione ho rotto le scatole da parecchio, ho fatto varie interrogazioni e ad un certo punto, stremato, l'assessore Muzzarelli mi risponde ad una delle varie interrogazioni: "le conclusioni cui perverrà la Commissione, attese entro il corrente mese di dicembre" - quindi sapevate che sarebbero arrivate entro dicembre - "saranno discriminanti per le decisioni che la Regione è tenuta ad assumere nel merito dei progetti riguardanti il proprio territorio inerenti in generale gli idrocarburi. Firmato: Muzzarelli. Giugno 2013".

"Saranno discriminanti", è qui probabilmente il problema: se fosse uscita questa relazione, se uscissero degli studi approfonditi che ci dicono che c'è qualcosa che non va, voi dovreste bloccare le ricerche, dovreste, ad esempio, anche smetterla di dare i 5 milioni di euro per le ricerche che avete dato con i fondi del Governo nel 2013. Ma qui si tratta del principio di precauzione, non è che la possiamo vedere in un altro modo. Il principio di precauzione - che è sancito dall'Europa, Europa a cui voi sempre vi riferite, mentre noi siamo gli antieuropeisti, ma voi prendete dall'Europa solo quello che vi fa comodo - ci dice che le cose non si fanno se non si sa se fanno bene, punto; non che intanto le facciamo e intanto fuori dal cratere continuiamo a dare autorizzazioni, 35 permessi di scavo e altri 14 che sono in attesa di VIA in questa Regione, fuori dall'area del cratere.

Perché avete fatto tutto questo? Per tre anni, soprattutto all'inizio, prima che arrivasse il terremoto, prima che si cominciasse a parlare di queste cose, noi del Movimento, ma anche i tanti comitati, siamo stati e sono stati sbeffeggiati perché dicevamo e dicevano che c'era questa correlazione; si creavano gruppi Facebook e siti Internet per prenderci in giro su questo argomento, noi eravamo dei pazzi, dei populisti, dei demagoghi e tutta quella litania che fate sempre su di noi.

Sempre l'assessore Muzzarelli, poi, con la sua solita arroganza, sufficienza e in questo caso anche impazienza, ad un certo punto fa lo scienziato e mi dice: "non esiste alcuna relazione evidente fra le attività di sfruttamento del sottosuolo e la sequenza sismica del maggio 2012"; avevamo l'Ichese qui e non lo abbiamo consultato? Allora io a cosa devo credere qui dentro?

Quando abbiamo parlato della Variante di valico e ci avete presentato tutti gli studi eccetera, io dicevo che probabilmente il pilone si sarebbe spostato ancora di quindici centimetri, che il terreno avrebbe continuato a franare. Voi dicevate che la frana si sarebbe fermata. Voi avete messo per iscritto, dal Prefetto, che era una coincidenza il fatto che si scavasse all'interno di una frana e si fosse attivata la frana. Poi oggi avete dovuto cambiare evidentemente opinione. L'amianto nelle gallerie della Variante di valico dov'è finito? "È tutto a posto, è tutto sotto controllo, abbiamo fatto tutti i nostri studi...", le solite stesse risposte. C'è qualche dossier in qualche cassetto su dov'è l'amianto? C'è qualche dossier su quello che sta succedendo davvero nella Variante di valico, su quello che sta succedendo nella galleria, su quello che sta succedendo al paese sul pilone dell'autostrada? C'è qualcosa che è arrivato a febbraio e non ci avete ancora detto? C'è qualche cosa sull'inquinamento, sugli inceneritori, qualche studio che avete nascosto?

In America si dice: comprereste un'auto usata da quest'uomo? Io da Muzzarelli non avrei mai comprato un accendino, ma ormai neanche da lei comprerei una macchina usata, presidente.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.

 

CORRADI: Grazie, presidente. Ho l'ingrato compito di sostituire il collega Manfredini e di leggere il suo intervento; non avrò la stessa verve del collega Manfredini. Do lettura della bozza che aveva predisposto per l'intervento odierno, quindi leggo quello che ha preparato il collega Mauro Manfredini, capogruppo della Lega Nord.

"Gentile presidente, è per me imbarazzante sia come consigliere regionale, sia come modenese prendere atto ancora una volta che la partita del terremoto è stata gestita in modo assai fumoso. Come capogruppo della Lega Nord ho dovuto prendere atto che in risposta a tutte le nostre proposte avete negato a suo tempo la no tax area, avete tergiversato su bollette e mutui, avete complicato con burocrazia inutile i procedimenti che hanno fatto impazzire i terremotati e i loro tecnici, avete ignorato il fenomeno del surriscaldamento che ha danneggiato gli agricoltori e avete bocciato la proposta di riunire subito una Commissione di studio sul terremoto.

Oggi apprendiamo, grazie ad una rivista scientifica americana, che avreste "insabbiato" un rapporto che non esclude correlazione fra il sisma e le attività esplorative del sottosuolo.

Sulla questione del Cavone e del pericolo di sismicità avevo presentato un'interrogazione specifica già alla fine del 2011 e l'assessore Gazzolo, nelle ultime righe di quella risposta, aveva già ipotizzato che alcune attività non escludevano la riattivazione di faglie. E allora come vi siete comportati? Avete tergiversato, minimizzato e alla fine abbiamo tutti la sensazione di essere stati un po' presi in giro.

Oggi vi chiediamo di mettere sul tavolo tutti i documenti, oggi insistiamo nel chiedervi di far vedere tutte le carte perché non è più tempo di tenere le questioni chiuse nei cassetti. Le notizie che sono uscite sono notizie allarmanti e creano dubbi che devono essere chiariti subito e il più velocemente possibile. Abbiamo atteso troppo tempo. La Commissione lavora da un anno e mezzo e mai abbiamo avuto un aggiornamento sull'iter del suo lavoro.

Apprendiamo solo ora da indiscrezioni giornalistiche di preoccupanti esiti che sarebbero emersi dal lavoro svolto dai professori, un fatto, questo, che ci indigna profondamente e che getta un'ombra sul modo di procedere di questa Giunta che ha preferito il silenzio ad un'informativa puntuale e tempestiva ai cittadini. La modalità adottata non è solo discutibile, ma irrispettosa nei confronti dei terremotati che ormai da due anni stanno aspettando invano risposte precise. Poche chiacchiere e applichiamo il principio di precauzione: in questa Regione non devono esserci autorizzazioni ad attività estrattive ed esplorative che anche solo incidentalmente possono mettere a rischio il territorio e i cittadini che lo abitano. Deve essere dissipato anche il minimo dubbio, la gente deve poter vivere tranquilla, soprattutto chi ha già subito la violenza del terremoto e altri fenomeni atmosferici che hanno devastato la serenità di tantissimi nostri cittadini.

Approfondiamo gli studi e, nel dubbio dei risultati, applichiamo il principio di precauzione e soprattutto teniamo informati i cittadini senza più commettere gli imperdonabili errori che fino ad oggi hanno caratterizzato l'agire di questa Amministrazione.

Visto come è stata gestita questa imbarazzante vicenda e visto che oggi sono qui presenti alcuni cittadini e rappresentanti dei comitati amareggiati per quanto è successo, chiediamo a lei, presidente Errani, di rivolgere a loro le scuse a nome dell'intera Giunta, con l'auspicio che da oggi in poi si adottino nuovi metodi e maggiore trasparenza".

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi, che ha letto l'intervento per conto del capogruppo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Leoni. Ne ha facoltà.

 

LEONI: Grazie, presidente. Noi facciamo fatica a fare dei commenti su questo rapporto perché non lo abbiamo mai visto: impariamo che da oggi è su un sito, quindi il primo dato che emerge, in modo, penso, assolutamente chiaro, è il disastro comunicativo della Giunta regionale rispetto a tutta questa gestione. Noi non sappiamo ancora cosa c'è dentro, salvo indiscrezioni di stampa, ma sappiamo che da oggi c'è un'ombra qui sopra perché è stata mal gestita, evidentemente, la comunicazione.

Forse sarebbe stato meglio il 17 febbraio, quando lo avevate avuto in mano, pubblicarlo, tranquillizzare le persone sul fatto che nessuno voleva fare niente sopra quel rapporto, perché dovete considerare che in un mondo dove nessuno crede più a nessuno - nessuno crede più a nessuno - dove, cioè, la credibilità delle persone è diventata oggettivamente, nel nostro Paese, ma non solo nel nostro Paese, carta straccia, non saper gestire la comunicazione porta a far sì che tutti avranno sempre dei dubbi su questa Commissione Ichese e sui risultati di questa Commissione Ichese perché tutti continueranno sempre a chiedersi come mai la Regione aveva questo rapporto in mano dal 17 di febbraio e non l'ha reso pubblico subito, immediatamente, salvo poi dire: ci servono ancora dei passaggi, dobbiamo ancora mettere a posto le questioni.

Io sono stato tra quelli, nella mia provincia, che anche contro esponenti del proprio partito, come Giovanardi, su Rivara ha votato perché Rivara non andasse avanti, come tutti in quest'Aula, peraltro, tutti, perché ci siamo sempre attenuti a quello che ci avevano detto degli esperti, delle Commissioni che sono state portate avanti nel corso degli anni e a questo ci siamo attenuti. Ci saremmo aspettati da questo punto di vista veramente un comportamento diverso.

Io adesso lo leggerò insieme a tanti altri. Poi, come sempre, nelle discussioni scientifiche ci sono sempre quelli che dicono che è così e altri che contestano, però il punto di partenza doveva essere la massima trasparenza. In un mondo che vede complotti ovunque, che ritiene che le scie chimiche siano cose fatte da chissà chi, è evidente che tenere nascosto, o comunque non rendere pubblico, un rapporto pone questo rapporto in un cono d'ombra oggettivamente, perché quello che è successo consentirà a tante persone di dire: chissà che cosa c'è sotto, chissà che cosa ci hanno fatto, chissà che tipo di pressioni sono state esercitate, e già si dice che sono state esercitate pressioni sui giornalisti. Insomma, oggettivamente un disastro dal punto di vista della comunicazione. Che vada oggi sul sito sembra una fortunata coincidenza visto che siamo qui a parlarne.

Valuteremo d'ora in avanti, è evidente che è una questione non ancora terminata. Per quanto riguarda quello che c'è scritto nel rapporto, mi riservo, penso come tutti, di leggerlo e di fare poi delle valutazioni. Mi auguro però d'ora in avanti che visto quello che è successo in quell'area, visto tutto quello che era successo per il gas di Rivara con tutte le implicazioni del caso e tutte le varie tesi complottistiche, mi auguro che d'ora in avanti ci sia anche dal punto di vista della comunicazione un migliore rapporto tra questa Giunta e le popolazioni e anche i consiglieri di quest'Aula.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Leoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Credo che la discussione odierna sia e debba essere necessariamente un passaggio importante, in un lavoro, che è quello che compete alle nostre istituzioni, che è quello di riuscire a combinare, quando parliamo di fenomeni complessi e in larga parte (questo riguarda gli eventi sismici, ma non solo il nostro terremoto, quelli che ci sono in tutto il mondo) ancora oggetto di investigazione scientifica, lo stimolo ad una necessaria opera di conoscenza e di valutazione dei fenomeni nelle loro caratteristiche, nelle loro origini, nelle loro conseguenze, con una serie di decisioni politiche che devono essere improntate sicuramente al principio di precauzione, che devono utilizzare al meglio le competenze della nostra istituzione, che in questo campo ci sono, ma non sono evidentemente totali, al fine di riuscire, appunto, a conoscere meglio i fenomeni che riguardano e che interagiscono in maniera pesante con il nostro territorio, con i cittadini, con l'organizzazione sociale, civile ed economica, per coniugarli evidentemente ad elementi di azione politica di prospettiva.

Da questo punto di vista, lo voglio sottolineare, al di là delle capacità e dell'abilità nella comunicazione, dico simpaticamente a chi questo lo ha osservato che spesso i problemi di comunicazione, le deficienze, le inefficienze di comunicazione ce le ha soprattutto chi si concentra nel merito delle cose per affrontare i problemi in maniera seria. Chi si dedica solo alla comunicazione, evidentemente fa di questo la gran parte del contenuto stesso del proprio agire politico.

Credo che siamo ad un passaggio, diciamo così, importante, perché siamo ad una prima assoluta, nel senso che di fronte agli eventi sismici, drammatici del maggio del 2012, in questa Regione si è presa una decisione straordinariamente importante che è quella di non limitarsi, cosa che peraltro sarebbe stata possibile, a dire - cosa che è evidente per quanto riguarda le conoscenze scientifiche - che siamo un territorio sismico come è quasi tutto il nostro Paese e quindi gli eventi sismici possono prodursi come si sono prodotti nel corso della storia con o senza trivellazioni, ma abbiamo deciso di fare un'altra cosa - su questo e, devo dire, anche su altri terreni - che è quella di ammettere che la politica e la decisione politica e l'attività istituzionale non può prescindere dalla conoscenza scientifica e da una valutazione da cui poi trarre decisioni politiche evidentemente, che spettano alla politica, ma che devono essere basate sulla conoscenza delle cose. È un metodo che nel nostro Paese si usa molto poco e io ringrazio il presidente Errani in qualità di presidente e di commissario delegato per la gestione del terremoto di avere fatto questa scelta, sennò noi, oggi, non stavamo qua a discutere né di questa, né di altre questioni.

Ovviamente io stesso, come i miei colleghi, mi periterò di leggere nelle prossime ore i materiali che sono stati messi a disposizione. Mi pare di capire dalla relazione dell'assessore Gazzolo che nel momento in cui un documento viene trasmesso a più Amministrazioni dello Stato, la divulgazione di questo debba essere fatta di concerto fra le varie Amministrazioni, in questo caso in particolare il Dipartimento di Protezione civile. Però è evidente una cosa per quanto mi riguarda: che non ritengo che - altrimenti si sarebbero fatte altre scelte - vi sia qualcosa da nascondere. Io ricordo che la conoscenza di quello che è il nostro territorio, in questo caso anche il sottosuolo profondo, e di qual è l'eventuale interazione con esso delle attività umane è evidentemente una nostra preoccupazione, e deve sempre esserlo, fondamentale, perché quello che a noi interessa è lo sviluppo della società emiliano-romagnola, la tutela e l'utilizzo razionale del nostro territorio e delle nostre risorse e il fatto di costruire condizioni di vita nel massimo della sicurezza.

Faccio fatica ad entrare nel merito di quello che dice il rapporto. Diffido non di quanto detto dall'assessore Gazzolo, ma di alcune cose che ho letto sui giornali, perché non vorrei che in qualche passaggio - ma io ovviamente non sono uno scienziato e quindi non mi permetto di giudicare in merito - si dicesse: non sappiamo, forse sì, forse no, perché se così fosse, sarebbe intanto un'ammissione, evidentemente realistica, di un limite stesso della scienza, ma poi non vorrei che, sulla base anche di qualche precedente giudiziario in altre parti d'Italia, chi è incaricato di dare un parere scientifico abbia, ma sicuramente non è questo il caso, innanzitutto la preoccupazione di proteggersi e tutelarsi.

Io credo che noi abbiamo tutto l'interesse - e vediamo quanto questa relazione ci dirà e quanto sarà invece necessario andare oltre - a conoscere se e in quale modo e in quale misura vi è stata, vi è, anche solo potenzialmente, un'interazione tra le attività estrattive e, diciamo così, in generale le attività che intervengono e che interagiscono con il sottosuolo sugli eventi sismici, cioè se vi è un'interferenza di questa attività con i movimenti di faglia, cosa, se non vado errato, ad oggi, a livello internazionale, provata esclusivamente per le attività di fracking, quindi di ricerca e sfruttamento di shale gas, che in questa regione e nel nostro Paese non sono portate avanti.

Da questo punto di vista ringrazio quanto ci è stato detto come decisione della Giunta, cioè di estendere - questo, sì, è principio di precauzione e, a quanto mi risulta, caso unico nel nostro Paese e non soltanto nel nostro Paese - l'interruzione di ogni nuova attività, anche solo di prospezione estrattiva, non soltanto nel territorio del cratere del terremoto, ma in tutto il territorio regionale. E voglio dire che questa è una decisione politica innanzitutto, anche perché, come sappiamo, le linee di faglia e le strutture geologiche del sottosuolo non conoscono e non rispettano i confini regionali e quindi è evidente che è importante anche quanto succede attorno e fuori la nostra regione, ma per quanto ci riguarda e per quanto sono le nostre competenze, andiamo avanti su questo.

E credo che sia importante e capisco l'elaborazione delle linee guida, che spetta al Governo, quindi all'autorità centrale - anche qui primo caso in Italia e, a quanto mi risulta, ma forse su questo posso sbagliarmi, caso unico o comunque uno dei pochi casi a livello internazionale - per condizionare le attività estrattive in essere a strumenti di monitoraggio che - se non capisco male da quello che è stato detto, ma, se ho capito bene, sono assolutamente d'accordo - implicano un controllo e una valutazione costante delle interazioni con il terreno da parte di ogni attività di prospezione, anche solo quelle di ricerca.

Concludo dicendo che ovviamente leggeremo quello che è stato pubblicato e dovremo proseguire in un'opera che è, da un lato, di conoscenza e, dall'altro, di definizione delle misure politiche, delle decisioni che da questa conoscenza discendono.

Un'ultima raccomandazione, a me stesso innanzitutto però, e su questo bisogna essere molto chiari, almeno io lo devo dire perché voglio essere innanzitutto in pace con me stesso: è chiaro, questo deve essere assolutamente chiaro, che qualunque sia - e ovviamente il mio augurio è che non ve ne siano, ma tant'è, se ve ne sono, lo voglio sapere - qualunque possa essere l'interazione delle attività che coinvolgono il nostro sottosuolo, ad oggi, i terremoti, dal punto di vista dell'intensità e della loro temporaneità, continuano ad essere eventi imprevedibili se non nella loro dimensione statistica. Noi ne sappiamo abbastanza perché il nostro territorio, così come quello di quasi tutto il nostro Paese, è un territorio a sismicità media od elevata, e la cosa fondamentale - e questo l'avevamo capito anche prima del terremoto, quando adottammo una legge sismica che fu contestata da tanti, ma che giustamente fu un elemento, la scorsa legislatura, su cui questa Amministrazione regionale e questa Assemblea legislativa si spese positivamente - è che noi sappiamo che per prevenire i danni dei terremoti occorre costruire in un certo modo ed è quello che evidentemente deve essere fatto, che oggi è fatto sulla base delle normative che abbiamo e che contraddistingue l'attività di ricostruzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.

 

DONINI: Grazie, presidente. Confesso un po' di disagio ad affrontare questo tema per il tipo di contesto che si è venuto a creare e per alcune cose dette e non dette che attorno al lavoro della Commissione Ichese si sono diffuse. Parto da qui, stimolata da una serie di interventi di coloro che mi hanno preceduto, partendo dall'intervento del collega Favia. Io fui una di quelli, forse l'unica in questa Assemblea, che manifestai senza deridere, espressi il mio punto di vista, la mia contrarietà alla richiesta allora formulata dal consigliere Favia di istituzione di una Commissione d'inchiesta per indagare meglio le cause del terremoto in relazione alle attività estrattive, così come fui perplessa alla risposta data dall'Assemblea legislativa che fu quella che portò poi alla richiesta del presidente Errani, nella sua funzione di commissario, di istituzione della Commissione successivamente denominata "Ichese".

Perché perplessa? Perché ero convinta che le risposte da parte della scienza che noi auspicavamo di ottenere non le avremmo ottenute, vale a dire: la possibilità di stabilire con chiarezza una relazione causa-effetto non è alla portata delle conoscenze del mondo scientifico e tecnologico così come adesso lo abbiamo e lo conosciamo, afflitto, peraltro, da una serie di complicanze che determinano in qualche maniera un condizionamento - Luciano Vecchi, ad esempio, ne ha citata una, che non ripeto, nel suo intervento - compreso il fatto che il mondo della scienza della terra è, come ricerca pura, ineluttabilmente legato anche al mondo della scienza applicata, quella fatta da chi sfrutta le risorse del territorio. Per cui ero convinta, lo dico con modestia, che sarebbe stato estremamente difficile avere una soluzione al tema.

D'altronde la scienza funziona così, lo dico come esempio: prima di veder scritto sul pacchetto di sigarette che il fumo nuoce gravemente alla salute e quindi prima di avere l'affermazione chiara della relazione causa-effetto il fumo provoca dei danni, ci sono voluti anni di studi e di ricerche epidemiologiche. C'è un aspetto di cinismo, se vogliamo, nel progresso scientifico, del quale, ahimè, a volte tener conto. Tant'è vero che, tornando sul tema, la Commissione Ichese non è che conclude, ribadisce ciò che già il mondo scientifico sapeva, cioè che esiste la sismicità indotta e che, in certe condizioni di fragilità geodinamica, è possibile che l'attività antropica possa fungere da detonatore laddove c'è già una carica tettonica che sta per manifestarsi in energia sismica, cosa che riguarda la zona oggetto dell'esame e della ricerca. La Commissione Ichese conclude dicendo: bisogna andare avanti con studi e con ricerche, con approfondimenti, con campi di monitoraggio, con attività di prospezione e di ricerca.

È questo che vogliamo? Questa è la domanda che io pongo. O la risposta che noi vogliamo dare a questa questione, a questo tema, così come diceva il collega Vecchi, è una risposta di cui noi ci facciamo protagonisti perché è squisitamente politica? È una scelta, è una scelta di prospettiva, perché se aspettiamo, ripeto, che ci sia il mondo accademico... Adesso io non faccio nomi, Favia ha citato il nome di un ricercatore che sostiene delle tesi, io potrei portarne dieci che sostengono l'esatto contrario perché esiste la libertà, nel confronto accademico, su questi temi.

Noi siamo ancora nell'ambito delle ipotesi e in scienza, per confermare o meno un'ipotesi, l'unica strada conosciuta è quella della sperimentazione, che trasforma l'ipotesi in tesi e quindi in verità di carattere oggettivo. In geologia la sperimentazione non è una cosa che fai in laboratorio. Anche se, per fortuna, in questa Regione - io, lo sapete, conosco e apprezzo l'attività del Servizio geologico della nostra Regione - siamo stati, secondo me, brillanti e intuitivi a cogliere l'occasione di partecipare a tutta una serie di progetti straordinari a livello europeo che utilizzano la modellistica e l'elaborazione attraverso anche altre forme di indagine e di lavoro scientifico. Ma tendenzialmente la ricerca sperimentale in geologia non la si fa in laboratorio perché i tempi geologici non è facile ridurli in tempi umani e perché il campo è determinato dall'estrema complicanza della struttura del nostro sottosuolo, che non possiamo vedere direttamente e la cui conformazione ci è data dall'elaborazione a posteriori di ciò che avviene sul territorio.

Collega Favia, se la Commissione Ichese ci avesse dato un contributo per uscire dal modello probabilistico determinando degli strumenti oggettivi per attivare quello deterministico, se ci avesse dato qualche elemento in più per ottenere un meccanismo che ci fa prevedere meglio, io sarei stata contenta, ma questo non lo fa, non lo fa perché dice che è probabile che l'attività antropica, in una zona già carica dal punto di vista sismotettonico, possa in qualche maniera innescare, fungere da innesco per ciò che si sarebbe manifestato ugualmente a livello naturale di lì a un po'. Tra un anno? Tra un mese? Tra due anni? Non lo scrive e non scrive da che cosa desume prima che quella zona era tettonicamente e sismologicamente carica, non lo scrive, lo dice a posteriori dopo che il sisma del 20 e del 29 maggio era avvenuto, non dà nessun tipo di elemento che aiuta a prevedere in anticipo quand'è che arriviamo vicini al punto di rottura. Da questa ottica non ci dà nessun contributo aggiuntivo.

Io spero che si arriverà negli anni ad avere un modello diverso da quello che noi utilizziamo fino adesso per definire la mappa del rischio sismico e determinare i comportamenti e attivare tutte le politiche di prevenzione, che sono le uniche che possiamo attivare.

Per cui, dal momento che ancora non siamo dentro la situazione in cui la scienza ti dimostra una relazione chiara causa-effetto, dobbiamo attivare un altro approccio per affrontare questi temi. E qui viene in ballo la politica. Noi abbiamo un'idea diversa di sviluppo del territorio? Spero di sì. Abbiamo un'idea diversa di modello energetico? Ce lo siamo detti mille volte, penso che sarebbe il caso di passare dalle affermazioni di principio, in maniera ancora un po' più determinata ai fatti. La nostra idea e il nostro modello di approvvigionamento energetico è in contrasto con la strategia energetica nazionale? Per me sì se faccio la lettura comparata tra ciò che è emerso in questi ultimi anni dal Ministero dello Sviluppo economico italiano e se leggo i nostri Piani energetici regionali, ad esempio, e le impostazioni che noi ci siamo dati. Questa diversità di modello deve determinare un conflitto nei confronti di chi pensa che il futuro sia fatto ancora di gas e di petrolio, di chi pensa che sia il caso di rilanciare quel tipo di strategia che ti porta ad avere il far west perché abbiamo decine e decine di richieste di riattivare campi ormai abbandonati perché vent'anni fa non erano più redditizi e adesso, da un lato, con le nuove tecnologie per la coltivazione, da un altro lato, con la dinamica dei prezzi del costo del greggio e del gas, sono tornati di nuovo convenienti.

Detto questo, noi non siamo d'accordo e va iniziata davvero in maniera significativa la costruzione del futuro che abbiamo tratteggiato nelle tante nostre discussioni e nei tanti nostri elaborati. Per cui, io, al di là della richiesta di cause oggettivamente dimostrate da parte, ripeto, della comunità scientifica... perché, guardate, lo dico qui al microfono: io non so se tutto il lavoro della Commissione Ichese è stato lineare, trasparente rispetto alla diffusione, alla tempistica con la quale hanno lavorato e ai tempi con i quali la Regione ha avuto in mano il rapporto e a come l'ha dato all'esterno; so che la Regione, attraverso Errani, ha chiesto l'istituzione della Commissione, ma la Commissione è stata nominata dal Dipartimento nazionale della Protezione civile, non era una roba della Regione Emilia-Romagna; ripeto, non lo so, ne discutiamo. In più detesto, l'ho sempre detestata, la logica del complotto perché credo che in qualche maniera rischi di mistificare un po' i fatti. C'è una cosa che però mi lascia sconcertata, che in questa situazione mi lascia sconcertata, lo dico per una questione di correttezza: io sono contraria alla privatizzazione di qualunque cosa considero debba essere messa a disposizione della discussione pubblica e a me la pubblicazione su una rivista scientifica americana da parte di un componente della Commissione, che doveva essere, come dire, tenuto ad un rapporto diverso... non perché ce lo ha fatto sapere prima, ma perché l'ha utilizzato pro domo sua... lo trovo un fatto disdicevole, lo dico così, c'è anche questo, anche questo è sbagliato...

 

(brusio proveniente dal settore riservato al pubblico)

 

…anche questo è sbagliato.

Chiudo velocemente. Credo che qui, senza tanti tentennamenti, questa Regione debba iniziare a dire: basta gas, basta petrolio, basta sfruttamento del sottosuolo, c'è il principio di precauzione, c'è oggettivamente una fragilità del nostro territorio, c'è un'idea diversa che abbiamo noi di futuro che ha più tenuta nel tempo e dà più garanzie per le nuove generazioni. Questo è quanto dobbiamo fare ed essere conseguenti a questo tipo di affermazioni.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.

 

NALDI: Grazie, presidente. Noi siamo qui oggi a fare questa discussione in seguito alle anticipazioni di stampa di questo rapporto tecnico scientifico Ichese. Io, a differenza di chi mi ha preceduto, ritengo che in realtà noi non siamo in grado di fare una discussione con una cognizione di causa sufficiente perché conosciamo il rapporto attraverso queste anticipazioni di stampa, che non è detto che siano sempre precise ed esaurienti, e attraverso il riassunto dell'assessore, ma poiché è un rapporto molto complesso, penso che questa discussione, per poterla fare con cognizione di causa, avrebbe avuto bisogno di diverse condizioni, perlomeno di poter avere avuto il tempo di leggere il rapporto e magari di farlo leggere a qualcuno che ne capisce almeno più di quanto ne capisco io. Qui ci sono persone tra di noi, come la Donini, che hanno qualche competenza o qualche competenza robusta, e ci sono anche altri che fanno finta di sapere delle cose, ma trattano secondo me gli argomenti da apprendisti stregoni. Io questa parte non la voglio fare.

Però devo anche dire che trattandosi di un rapporto così complesso e probabilmente anche controverso, come era anche prevedibile, aver approcciato questa discussione in questo modo - qui mi rivolgo al presidente Errani - a mio parere è l'errore determinante, perché, vede, presidente, il fatto è che questa situazione favorisce chi ha già un giudizio o un pregiudizio. Qui ci sono persone che dicono la stessa cosa da due anni a questa parte e altri che continuano a dire la cosa opposta da due anni a questa parte e quello che doveva servirci per fare un passo avanti corre il rischio di invece perpetuare, per questo modo in cui si è fatta la discussione, la situazione che c'era prima. Quindi io devo dire - lo dico un po' anche sorpreso da quello che sto per dire; come diceva Altan, "mi vengono in mente idee che non condivido" - che sono sorpreso da quanto sono d'accordo con le affermazioni che ha fatto Leoni sulla comunicazione, però lo devo dire perché in effetti le ha dette come io non avrei saputo dire meglio.

Questo Consiglio, per iniziative molteplici, sostanzialmente trasversali - quindi non voglio attribuirmi meriti particolari perché ci sono stati diversi consiglieri, di diverse posizioni politiche, in diverse situazioni - è vero che ha assunto delle posizioni molto precise per quanto riguarda, ad esempio, la proibizione delle trivellazioni e delle ricerche attraverso tecniche non convenzionali di fracking o di shale gas e abbiamo quindi su questo adottato un principio di precauzione in tutta la regione. È stato all'inizio contrastato, però mi pare che sia un fatto molto positivo. L'abbiamo fatto perché lì c'era un rischio acclarato, così dicevano gli scienziati, di sismicità indotta perché c'era un rischio certo, che in questa regione è molto forte, di subsidenza e anche perché c'era un rischio piuttosto consistente di riduzione della sicurezza del territorio. È vero che attraverso iniziative di molti consiglieri abbiamo chiesto alla Giunta di prendere una posizione contro il deposito di gas di Rivara, quindi, sia pure a fatica e con molti contrasti, però abbiamo via via adottato dei principi di precauzione, mi pare, sempre più estesi, da qualcuno ritenuti non ancora sufficienti, però sicuramente sempre più estesi.

Quindi io sono d'accordo con le misure precauzionali che vengono avanzate nella relazione dell'assessore, sono d'accordo, direi così, in attesa di vedere i risultati definitivi, quindi di tornare su questo argomento in quest'Aula. E per la verità sono in attesa anche di capire, poiché abbiamo a disposizione uno studio che non mi pare possa essere considerato valido solo per l'Emilia-Romagna, ma credo abbia una valenza molto più ampia, sono in attesa di vedere anche come il Governo di questo Paese muova passi concreti per prendere seriamente in considerazione gli esiti di questo rapporto, perché faccio un solo esempio: visto che gran parte delle estrazioni petrolifere di questo Paese vengono da una regione come la Basilicata, che è una delle regioni più sismiche d'Italia, vorrei capire, ad esempio, in quel contesto come verrà considerato questo studio, quali principi di precauzione il Governo intenderà adottare nel territorio nazionale. Io penso che la discussione la dobbiamo fare tenendo conto anche di questa situazione complessiva. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: Grazie, presidente. Mi corre l'obbligo sottolineare sempre che io parlo a nome di Fratelli d'Italia poiché per Regolamento non posso avere il gruppo e sono nel Gruppo Misto.

Prima di questa relazione scientifica non siamo riusciti a trovare una correlazione tra i prelievi di gas e i fenomeni sismici che si sono verificati, allora stavo cercando di approfondire un'eventuale correlazione tra l'opera dell'uomo sul territorio e i fenomeni di subsidenza. A tale scopo ho fatto un accesso agli atti a cui voi mi avete risposto scrivendo: "va inoltre sottolineato che da prima del dopoguerra sino agli anni Sessanta la pianura ferrarese è stata oggetto di prelievi di gas, probabilmente anche cospicui, dalle cosiddette "acque metanifere"; questi prelievi sono stati vietati proprio perché causa di subsidenza (sono stati vietati nel 1961). Il MISE, appositamente interrogato, comunica che non sembrano esistere dati attendibili per quello che riguarda i volumi di gas prelevati dalle acque metanifere". Sottolineate poi, tra l'altro, che: "relativamente alla seconda parte della domanda, cioè se esistono correlazioni scientifiche tra l'opera dell'uomo e la subsidenza del territorio, si precisa che non si è a conoscenza di documentazione scientifica che relazioni in modo specifico e particolare i prelievi di gas con i fenomeni di subsidenza del territorio ferrarese" ed elencate una serie di volumi scientifici che sono stati prodotti in passato su questo tipo di analisi.

Io ne ho approfondito uno che è stato pubblicato addirittura nel 1986, di Bondesan, Minarelli, Russo, "Studio dei movimenti verticali del suolo nella provincia di Ferrara". Questo studio riporta: "come è noto, le cause di abbassamento del suolo nella Pianura Padana possono essere raggruppate in due grandi categorie: quella della subsidenza naturale e quella della cosiddetta subsidenza indotta legata all'azione dell'uomo nel territorio. La subsidenza naturale è dovuta a cause geologiche ossia a fenomeni collegati con la situazione tettonica e con il costipamento dei sedimenti di più recente deposizione provocato dal loro stesso peso. I suoi effetti sono generalmente lenti e interessano aree assai vaste. Nel territorio in esame, alla subsidenza naturale si possono attribuire velocità generalmente non superiori ai 3 millimetri all'anno". Sempre in questo studio si riporta: "in linea generale è comunque da considerare di primaria importanza il fatto che quasi tutti gli abbassamenti registrati sono di valore superiore a quello attribuibile alla subsidenza naturale. Non essendo possibile imputare questi valori a cedimenti delle strutture su cui sono inseriti i capisaldi, risulta evidente che sono effettivamente in atto fenomeni di subsidenza indotta". Questo sarebbe, come dire, confermato anche da un'iniziativa dei Consorzi di bonifica che, mi risulta, vorrebbero ottenere uno sconto sulle forniture dell'energia elettrica proprio nelle zone di subsidenza come avvenuto in altre aree.

Io credo che se il principio politico che governa questo tipo di scelte deve essere quello della prudenza, prima ancora che si vada ad analizzare questa relazione si potrebbero individuare motivi validi, tanto più che molta parte del nostro territorio è sotto il livello del mare, per fare un'unica scelta possibile: quella di bloccare questo tipo di prelievi nel nostro territorio, perché anche il fenomeno della subsidenza non dà gli effetti catastrofici dell'evento sismico, ma certamente genera una serie di cedimenti che sono davvero molto problematici e creano problemi molto grossi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Malaguti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.

 

BARBATI: Grazie, presidente. Io ovviamente faccio parte di quella categoria di persone che non ha letto lo studio e che ha letto invece sui giornali una serie di informazioni che mi ha colpito molto, quindi aspetto anche di farmi un parere, come sempre, quando potrò leggerlo meglio. Certo è che almeno da quello che si legge sul giornale, e non ho dubbi che sia così, la cosa che mi ha colpito di più sono proprio quelle frasi che escono dalla notizia che dice che sia a livello regionale che nazionale i politici sono "nervosi". È un termine terrificante perché è un po' come ci sentiamo magari noi oggi, come consiglieri regionali, in questa Assemblea, nel senso che a noi è stata un po' tolta la possibilità di parlare o discutere del rapporto anche in tempi forse più opportuni. Questo io lo voglio segnalare al Presidente, di cui conosco la professionalità. Abbiamo fatto un errore, Presidente. Capisco anche il perché è stato fatto, giustamente, come diceva l'assessore Gazzolo, perché si doveva anche organizzare una risposta eccetera, però ormai non è più... Con i tempi dell'informazione e con quella che è la sensibilità del nostro territorio su certi argomenti, sono errori che non possiamo permetterci.

Io mi ricordo benissimo, assessore Gazzolo, che lei, in quest'Aula e anche su documenti, sui giornali... girava anche su Facebook un suo intervento in cui diceva: non siamo sicuri e quindi c'è questa preoccupazione e quindi bene la Commissione, che forse ci darà delle certezze. Quindi l'insicurezza su queste tematiche, in questa Regione, anche da parte sua, senz'altro, perché io ricordo gli interventi, c'è stata.

Ora, siccome non penso che questa debba essere una battaglia individuale ma una battaglia di tutta l'Assemblea in particolare e anche della Giunta nell'interesse dei nostri cittadini, credo che dobbiamo trovare una risposta che dia certezze di trasparenza e di tranquillità ai nostri cittadini che sono stati così colpiti, ma anche a noi stessi perché gli eventi ci hanno colpito molto, proveniamo tutti da quella zona; la presidente dell'Assemblea, chi vive e ha vissuto il terremoto in prima persona ne è coinvolto davvero individualmente.

Io, le ripeto, non ho la certezza che la colpa sia da attribuirsi, però qualche dubbio... come lo avevamo, come lo avevamo... Non mi piace il dibattito in quest'Aula di alcuni che vogliono fare quelli che... perché la richiesta della Commissione è partita da molti, da molti. La prevenzione su determinate cose è un tema che, per quello che riguarda il mio partito, è importantissimo. Qui ho sentito che qualcuno si vuole appiccicare anche l'etichetta di chi era preoccupato per il nucleare. Io posso dire che ho fatto banchetti per mesi per non avere il nucleare in Italia e sono le firme mie e dell'Italia dei Valori che hanno fatto sì che adesso questo problema in Italia non esista. E mi disturba che anche in un caso come questo ci sia il primino della classe che dice: io ho fatto... io ho detto..., perché non è così, bisognerebbe andare a prendere gli interventi fatti in quest'Aula e poi vediamo chi ha veramente detto... e chi non monta, su una tematica così difficile, brutta, disastrosa, che ha rovinato i nostri territori, che ha portato i lutti nelle nostre famiglie... È veramente un'azione che noi non vogliamo fare. Perciò vi chiediamo, visto che siamo consiglieri di questa Regione, di tenerci davvero più coinvolti, sennò il nostro ruolo di consiglieri viene anche sminuito, c'è un po' di avvilimento nel dare risposte alle persone.

L'altra cosa che chiedo in maniera molto sintetica al presidente della Regione è: lei sa che questa materia è una delle tematiche che riguarda proprio il rapporto Stato-Regioni perché è lo stesso discorso che facevo nell'ultimo intervento, credo, sull'ambiente, riguardo agli inceneritori, in quest'Aula, e quando abbiamo discusso del Titolo V, del lavoro che si doveva fare, e quello che siete andate voi a dire ieri a Roma riguarda proprio questi rapporti, quindi il fatto che sia poi il Ministero a dire l'ultima anche su determinate attività che coinvolgono in maniera così totale la salute dei cittadini forse non è corretto. Dite al Ministero che questa Regione deve diventare anche più incisiva per quello che riguarda i propri territori. Lo dico per quello che riguarda la raccolta dei rifiuti e l'incenerimento e le discariche, lo voglio dire anche per i rifiuti che dobbiamo bruciare e che devono essere emiliano-romagnoli e non provenire da altre regioni, lo dico a maggior ragione per quelle che sono le attività estrattive perché le licenze delle attività estrattive fanno capo, alla fine, al Ministero.

Quindi, mi raccomando, ci sono troppi temi che stanno andando avanti e che riguardano davvero la vita dei nostri cittadini che non possono essere demandati allo Stato, non possono, devono rimanere in capo alla Regione e anche, con tutta la nostra poca incisività, in capo a questi consiglieri perché tutti questi consiglieri credo che abbiano a cuore il futuro dei cittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Anch'io non posso tacere un certo disagio. Ogni volta che si trattano temi che hanno a che vedere con la scienza, secondo me davvero dovrebbe essere l'occasione per una riflessione più complessiva. Quando la scienza incrocia la politica, spesso assistiamo ad un fiorire di affermazioni che sono molto distanti da quello che è il tema concreto che dobbiamo affrontare. Quando poi si creano dei cortocircuiti di tipo mediatico, il tema diventa ancora più faticoso, ormai c'è una casistica molto ampia.

Cerco di stare al tema di questo rapporto che ho avuto occasione di guardare nei minuti precedenti a questo mio intervento e di scorrere nella sua interezza e che credo sia un'occasione importante per comprendere che non è vero che noi abbiamo di fronte due scelte, ma abbiamo di fronte sostanzialmente tre linee di azione possibili sulle quali, credo, dovremmo concentrarci.

Una prima linea di azione possibile è certamente quella di assumere la difficoltà di legare in modo deterministico processi di questo genere con avvenimenti come quelli dei terremoti e quindi basandosi su questa affermazione, che non è chiaramente riconducibile in senso deterministico ad un'attività estrattiva oppure ad un altro tipo di condotta di questo genere e possa essere messa in modo scientifico e provato come causa del terremoto, uno potrebbe dire: quindi concludiamo di non fare nulla e di lasciare le cose come stanno.

Dalla parte opposta si potrebbe dire che siccome non si può escludere, come il rapporto dichiara, ma come era evidentemente presumibile anche in precedenza e come io stesso ho detto nei lavori di Commissione a proposito dell'attività di fracking, non si può escludere invece che in situazioni in cui la faglia tettonica è già in condizioni di stress e quindi si è in prossimità di eventi di questo genere, possa esserci un influsso di attività antropiche come quelle estrattive considerate e siccome questa cosa non è possibile escluderla, applichiamo il principio di precauzione, vietiamo tutta l'attività estrattiva e quindi ci mettiamo dalla parte di bottoni dicendo che in questo modo non c'è il rischio che, se avviene un terremoto, questo possa essere dovuto a fenomeni di sfruttamento del sottosuolo.

Faccio presente che tutte e due queste posizioni, che hanno una loro legittimità, era possibile ed è possibile sostenerle anche a prescindere dal rapporto della Commissione Ichese, nel senso che non è che quello che dice la Commissione Ichese ci porti delle variazioni rispetto a queste due affermazioni fondamentali: difficoltà di attribuire cause deterministiche, difficoltà di escludere dal punto di vista statistico che ci possa essere una correlazione.

Quello che la Commissione Ichese ci dice, almeno per quanto ho potuto leggere fino adesso, è che ci offre un terzo campo di azione ed è un campo di azione che però occorre decidere se intraprendere oppure no ed è un campo d'azione che dice: andiamo a vedere nel merito che cosa si può fare di diverso e come possano essere messi dei discrimini. Noi sappiamo da anni, da moltissimi anni che i terremoti non sono prevedibili in senso puntuale, perché se fosse possibile dire che il giorno tal dei tali, alla tal ora, nel tal luogo c'è un terremoto, si potrebbero evidentemente adottare delle precauzioni di tipo puntuale, però questo non ha escluso il fatto che ci sia stata un'attività importante di produzione di mappe di rischio sismico che hanno portato ad una serie di leggi, a cui anche noi ovviamente abbiamo dato dei contributi, che hanno previsto il fatto che, a seconda dell'indice di sismicità delle zone, con aggiornamenti che derivano anche dall'osservazione e dal progredire degli studi, vengano associate azioni e precauzioni che sono legate a questo rischio. Quindi una prima linea di azione sarebbe quella di cercare di costruire delle stime sul rischio che consentano di discriminare fra le zone in cui è ragionevole pensare di adottare da subito una moratoria, un divieto o comunque uno stop a questo tipo di attività e le zone in cui invece questo tipo di stop risulta meno giustificato.

L'altra cosa importante che ci dice la Commissione Ichese, mi pare di capire - cito testualmente una delle parti delle conclusioni - è: "ha quindi carattere prioritario lo sviluppo delle conoscenze attraverso l'acquisizione di dati dettagliati, alcuni dei quali devono essere forniti dagli operatori, e attraverso una ricerca che possa migliorare la conoscenza delle relazioni fra operazioni tecnologiche e sismicità innescata. Sarebbe necessario analizzare in dettaglio sia la sismicità che i parametri di produzione ed è essenziale avere informazioni su più di un caso per poter sviluppare strumenti utili alla gestione del rischio, quali, ad esempio, i sistemi a semaforo". Cosa ci dice questa cosa? Ci dice che sarebbe... anzi, io credo che sia una cosa su cui invito la Giunta a proseguire in modo assolutamente puntuale e coerente perché occorre mettere immediatamente a carico degli operatori che conducono attività estrattiva i sistemi di monitoraggio e la disponibilità in tempo reale dei parametri relativi all'estrazione e alla produzione, per cui in un'ottica di massima trasparenza, alla comunità scientifica e in particolare a pool di studiosi, come quelli che hanno prodotto questo rapporto, possa essere delegato un controllo di tipo più puntuale e più preciso atto a mettere in atto anche sistemi, come qui è detto, di tipo a semaforo, che vuol dire che in un certo momento occorre sospendere la produzione perché le condizioni che vengono rilevate sono tali che dicono che la fragilità del sistema ha in quel momento parametri di rischio tali per cui è possibile pensare a delle azioni di tipo ulteriore.

Aggiungo che dalla lettura del rapporto non ho avuto la sensazione che sia stata usata una modellistica di calcolo fra quelle esistenti e disponibili e peraltro anche a disposizione della nostra comunità scientifica e anche nel nostro territorio, per cui secondo me esiste la possibilità di affinare i risultati, comunque secondo me molto interessanti, che preliminarmente questo rapporto ha prodotto con l'azione combinata fra la disponibilità di dati da richiedere immediatamente e da imporre come parametro essenziale per poter gestire delle attività di questo genere, il coinvolgimento della comunità scientifica, la messa in campo di strumenti di calcolo adeguati con modellistica di tipo avanzato che potrebbero permetterci di andare avanti, di analizzare meglio nel dettaglio meglio queste cose. Non lo dico, io mi rendo conto che i colleghi diranno che non basta, che bisogna semplicemente chiudere, oppure che qualcun altro dirà che tanto, in fondo non arriveremo mai a capo di nulla. Ma la strada è stata seguita. Attraverso questo rapporto, secondo me, invece, si apre per noi la possibilità di fare un ragionamento davvero interessante: raccogliamo la sfida e andiamo a vedere fin in fondo che cosa questo significa.

È evidente che ci sono alcune cose che comunque gli scienziati non ci potranno dire, ma è altrettanto evidente che gli scienziati, se messi nelle condizioni di farlo, sono in grado di darci un sistema di comprensione assolutamente migliore rispetto ad una discussione priva di parametri, che una politica che si riduca a decidere se cancellare tutto o tenere tutto sarebbe costretta a fare. Credo che sarebbe interessante, è interessante in questo caso specifico che tanto da vicino tocca degli aspetti delicati, quali sono le emozioni e la vita di tutti noi, che siamo stati direttamente provati e toccati da questo terremoto, ma che si applica anche a tante altre realtà, perché non dobbiamo dimenticare che un approccio di tipo più sfidante dal punto di vista scientifico, con una relazione migliore tra la politica e la scienza, cercando di evitare di buttarsi subito sui populismi di tipo A o di tipo B, ossia ridursi a dire che tutto va bene perché in fondo non si può provare niente, oppure che tutto va male perché, siccome non è possibile provare il contrario, dobbiamo azzerare tutto come unica risposta, credo davvero che questa sia una occasione da non perdere.

Pertanto saluto con assoluto favore il fatto che questo rapporto sia adesso disponibile, ed invito tutti - compreso il sottoscritto - a leggerlo, non solo nella parte delle conclusioni disponibili in italiano, ma anche nella lunga e dettagliata spiegazione del testo in inglese, così facciamo anche un po' di evoluzione della specie politica, che non guasta mai, e a misurarci con le sfide che questo rapporto reca. Altrimenti, se ci accontentiamo delle tre righe che sono finite sui giornali, ritorniamo a fare discorsi sui massimi sistemi, che - diciamocelo con chiarezza - erano discorsi che potevamo fare e che possiamo comunque fare, ma che di questa relazione possono assolutamente fare a meno. Siccome questa relazione è disponibile, io dico che essa rappresenta un'occasione importante che va sfruttata fino in fondo e che merita di essere perseguita. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.

 

NOÈ: Grazie, presidente.

L'argomento su cui oggi siamo chiamati ad esprimerci, secondo me, è assolutamente delicato, delicato al punto tale da non sentirmela di esprimermi a nome di un partito, ma semplicemente con la buona coscienza che oggi noi tutti siamo chiamati ad avere, in funzione del nostro ruolo, ma soprattutto per il rispetto che dobbiamo a queste persone che sono dietro di noi, che se oggi sono qui presenti è perché vogliono conoscere la verità.

In tutta questa vicenda, a mio avviso, nessun attore si è comportato avendo in mente degli obiettivi specifici, ma per arrivare ad una decisione istruito anche dalla scienza. Credo che tutto questo percorso abbia scontato un difetto di comunicazione, qualcosa per cui oggi tutti noi consiglieri ci ritroviamo a pronunciarci in condizioni forse non ideali, perché nessuno di noi è nelle condizioni di sapere che cosa contiene lo studio che è stato svolto nei mesi scorsi.

Certo, però, dalla stampa - che quindi ringrazio - ho appreso che nemmeno quella commissione scientifica è stata in grado di arrivare ad una conclusione, tant'è vero che ha preferito rinviare ad ulteriori riflessioni prima di esprimersi circa eventuali connessioni tra operazioni di trivellazione ed eventi sismici.

Pertanto, la parola d'ordine di questa vicenda deve essere precauzione, una precauzione che però deve essere all'insegna della verità, di una verità che, per quanto ci riguarda, noi politici dobbiamo assolutamente fondare sulla scienza.

A tal proposito, apro una parentesi: colleghi, mi sembra molto strano che questa verità scientifica che noi ricercavamo con l'ausilio di sei esperti internazionali potesse essere trovata, peraltro su un argomento così delicato e nuovo, con un budget di soli 50 mila euro. Forse questa vicenda richiederà, per la puntualità dei dati di cui necessita, ulteriori approfondimenti, quindi ben vengano coloro che oggi si propongono di continuare quella ricerca.

Quel che è certo però è che, come dicevo, la mia parola d'ordine è precauzione, è rispetto nei confronti di queste persone, nei confronti di chi vive in zone che possono essere a rischio sismico, laddove si possono fare anche operazioni di un certo tipo, che non sono solo collegate alle trivellazioni per l'estrazione del petrolio o del gas metano. Dobbiamo quindi prestare la massima attenzione a come rimescoliamo il nostro sottosuolo.

Pertanto, la risposta politica che lei, collega Favia, chiede dall'altra parte vorrei che fosse quanto più possibile fondata sulla scienza, perché è logico che adesso, in nome di quella precauzione che lei invocava, giustamente dice: "Attenzione!", ma ciò che voglio dire, proprio in termini di attenzione, è che quella attività di ricerca, di monitoraggio deve essere assolutamente tale, che non celi cioè un'attività di produzione. Questo sì, ma sono dell'avviso che quell'attività di ricerca debba essere effettuata, per creare tutta una serie di informazioni non solo per questi cittadini, ma anche per chi vive in condizioni analoghe, affinché abbiano come punto di riferimento una base scientifica. Non accetto, infatti, in qualità di politico, né tantomeno voglio dare l'esempio, che questa gente venga strumentalizzata, perché questa gente forse corre quotidianamente un rischio.

La vicenda non può essere strumentalizzata, deve assolutamente essere fondata, proprio perché ci sono state delle vittime, sulla verità scientifica, ed anche la politica deve venire dopo questa verità scientifica. È logico che chi deve accettare che questa verità scientifica abbia luogo debba avere la certezza, la chiarezza, la trasparenza, la garanzia più totale che quelle che avranno luogo nei prossimi giorni in quelle zone saranno attività di ricerca e che nulla si celi in termini di attività di produzione. Sia chiaro che faccio questo ragionamento a prescindere dal partito di appartenenza, a prescindere da quella che può essere la mia visione dell'utilizzo delle fonti energetiche, gas o petrolio che sia, ma è prima di tutto un ragionamento - questo sì - che faccio in chiave politica di rispetto nei confronti dei cittadini e della scienza, un ragionamento che però deve essere fatto, visto che oggi ci ritroviamo a scontare un difetto di comunicazione, all'insegna della massima chiarezza su ciò che si fa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

 

FILIPPI: Grazie, presidente.

Intervengo a titolo personale e non a nome del mio partito. Sono temi delicati che, in quanto tali, dobbiamo affrontare con prudenza. Mi spiace che qualcuno cerchi di sfruttare questi temi, cerchi di sfruttare la paura, perché com'è noto nell'uomo è più forte la paura del coraggio, che qualcuno cerchi di sfruttare la paura per fare uno spot politico.

Ho ascoltato gli interventi dei grillini, e devo dire che sono stati bravi a vendere se stessi…

 

FAVIA: Ne è rimasto solo uno.

 

FILIPPI: e l'immagine del loro movimento. Tuttavia, mi sembra che a Parma, a Comacchio, nei comuni in cui hanno vinto non siano stati poi così bravi a governare, a Parma i grillini sono stato eletti promettendo che l'inceneritore non sarebbe stato realizzato…

 

(interruzione del consigliere Favia)

 

Aspetti che concluda il mio intervento, perché io non l'ho interrotta collega Favia. Mi sembra che l’inceneritore sia stato realizzato ad Ugozzolo, località a tre chilometri dal centro storico, mi pare che funzioni ventiquattro ore su ventiquattro, e che i parametri siano inferiori a quelli previsti dalla media europea.

Sono consapevole della responsabilità che mi assumo facendo quest’intervento, è molto facile essere sempre dalla parte del "frumentone", come diciamo noi, cioè essere dalla parte del no. Essere dalla parte del no è più facile, ma - mi dispiace - io non sono con i No TAV, non sono con il no all'Ilva, non sono con il no ai termovalorizzatori, non sono con il no alle discariche, non sono con il no ai depositi…

 

(brusio proveniente dal settore riservato al pubblico)

 

PRESIDENTE (Costi): Mi scusi, consigliere Filippi, chiedo nuovamente al pubblico di non fare osservazioni. Grazie.

Prego, consigliere Filippi.

 

FILIPPI: Non sono con il no alla ricerca, non sono con il no alla sperimentazione: io non sono con i no a tutto, io sono con la ricerca. Senza energia non esiste sviluppo per una nazione. In tal senso, gli idrocarburi, siano essi solidi, liquidi o gassosi, costituiscono comunque una fonte energetica indispensabile per un paese, ed incidono notevolmente sullo sviluppo economico dello stesso. È stata brava la collega dell'IDV a dire di no al nucleare, ma quando nelle bollette energetiche spendiamo il doppio rispetto agli altri paesi, qualcuno chiaramente poi dice che i nostri prodotti non vanno e che la nostra economia non tira, questo dobbiamo mettere sul piatto della bilancia.

È chiaro che la ricerca e il progresso costano sacrificio. Lo sviluppo non scende dal cielo, dobbiamo conquistarlo giorno per giorno, con sacrificio, con fatica, con lo studio ed a volte perfino con dei rischi. Dovete sapere, infatti, che quando vennnero costruiti i primi treni gli ambientalisti dell’epoca sostenevano che viaggiare a 50 chilometri orari era pericoloso, si deturpava l'ambiente. Oggi però diciamo che il treno è di gran lunga migliore dell’automobile o di altri mezzi di trasporto. Proprio perché noi dobbiamo essere attenti e dobbiamo leggere con attenzione le relazioni che la scienza ci ha fornito, direi che dobbiamo pazientare, studiare e valutare attentamente il rapporto Ichese.

Pertanto chiedo alla Giunta prudenza, prudenza nel comunicare ai cittadini, perché quando si parla della vita dei cittadini dobbiamo certamente - in questo caso sì - essere dalla parte del frumentone, perché la sicurezza dei cittadini viene prima di tutto. Questo è certo.

Invito quindi il Governo della Regione ad usare il massimo della prudenza e ad approfondire gli studi. Mentre invito i giornalisti a non esaltare solo le notizie negative tacendo di quelle positive, perché in Italia abbiamo l’abitudine di esaltare il negativo e di demonizzare il positivo. Approfondiamo bene questo studio, valutiamolo, se poi esso dirà che dobbiamo smetterla con le trivellazioni, porremo fine alle trivellazioni. Ma non spaventiamoci perché un giornalista ha pubblicato un articolo sul Corriere della Sera affermando che forse esiste una stretta correlazione tra questo e quello. Nella vita tutto è correlato, tutto ciò che facciamo ha una correlazione con qualcos’altro. Non dobbiamo quindi prendere per oro colato quanto dice un articolo di giornale, dobbiamo fidarci della scienza e della tecnica. Lasciamo andare avanti la scienza e la tecnica e non fasciamoci la testa prima di rompercela. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.

Non essendovi altri iscritti a parlare in discussione generale, do la parola al presidente Errani per le conclusioni.

Dopo apriremo le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni e sull’emendamento che è stato presentato.

 

ERRANI, presidente della Giunta: Presidente, colleghe e colleghi, vorrei brevemente dire tre cose. La prima: mi sia consentito, come hanno già fatto alcuni colleghi, di rivendicare che la commissione l'abbiamo voluta noi. Non esiste una sola parola da parte mia di sottovalutazione dei problemi, come ha ricordato correttamente il consigliere Favia. L'abbiamo voluta noi, e l'abbiamo voluta noi, come del resto si vede, non perché sono furbo, non per spostarla dalla Regione ad un altro livello, ma perché - consentitemelo, colleghi - credo a partire da me, ma credo anche per voi, al netto di alcune competenze, una commissione d'inchiesta dell'Assemblea regionale non avrebbe potuto dare risposte scientifiche, che peraltro nemmeno questa commissione su alcuni aspetti è riuscita a dare. Non era per svicolare. Almeno le cose importanti che abbiamo fatto - e per quanto mi riguarda le abbiamo fatte insieme - teniamocele. Lo abbiamo fatto per il giusto diritto/dovere di avere delle risposte.

Il consigliere Paruolo e la consigliera Donini, nei loro interventi hanno fatto una riflessione sulla scienza. Sappiamo bene che la ricerca scientifica e la scienza hanno una dialettica ed anche posizioni radicalmente differenti, come peraltro già si evince dai primi commenti a questo lavoro della commissione. E sappiamo indiscutibilmente - mi si può dare atto - che questo dibattito è in corso. Perfino in Olanda hanno usato un meccanismo non di chiusura, consigliere Favia, come lei sa, ma di riduzione, altrimenti prendiamo un pezzo - è un po' un vizio -, ce lo mettiamo in tasca perché conviene, ed il resto non lo vediamo.

 

(interruzione del consigliere Favia)

 

No, io sto parlando di dati oggettivi. Noi invece abbiamo fatto una cosa assolutamente diversa ed anche rischiosa, cioè abbiamo cercato di approfondire e di capire.

Quando è arrivata la relazione - così ci intendiamo -, io mi sono interrogato, perché questa relazione non mi dava risposte risolutive. Qualcuno, giustamente, come ha fatto la consigliera Donini, può dire che già da prima potevamo saperlo, non per questo però rinuncio a dire che occorre ricomporre in qualche modo una relazione tra la scienza, la conoscenza e la decisione. Io non ci rinuncio. Sbaglierò, ma non ci rinuncio. Non mi colloco né tra coloro che dicono: "Non mi dai una risposta? Allora fermo tutto", né tra coloro che dicono: "Non mi dai una risposta? Allora avanti tutto". Io non mi colloco in queste due posizioni, lo dico in modo molto chiaro. E che cosa ho cercato di fare? Me ne assumo io la responsabilità, e nessun altro. Ho cercato di dire: visto che nella relazione vi è una serie di raccomandazioni, perché è la relazione stessa che ci dice di avere lavorato su dati statistici per Cavone, e non su dati sul campo relativi alle condizioni reali dell'assetto geodinamico del territorio; ed è la stessa commissione, dicendo che in Italia non si fa a sufficienza, che si raccomanda di farlo, perché senza farlo non si può dire né A, né B, questa è la sintesi: né A, né B, non semplicemente che non si può escludere, ma non si può nemmeno affermare. Questo è il ragionamento. Ebbene, che cosa ho fatto? Ho detto che dobbiamo immediatamente … e scusate, ma non posso essere contemporaneamente furbo e stupido al punto tale da pensare che quel documento possa essere lasciato in un cassetto, ma stiamo scherzando? Semplicemente ho pensato, per non ingenerare allarme, di fare corrispondere alla pubblicazione le scelte coerenti. Ma nessuno può pensare che non si volesse andare alla pubblicazione dell'inchiesta.

Tuttavia, il consigliere Leoni, il consigliere Naldi, la capogruppo dell'Italia dei Valori hanno detto qualcosa sulla comunicazione. Va bene, io non me la prendo con i giornalisti, ma la Regione non ha fatto alcuna pressione, come peraltro dice lo stesso giornalista di Science … No, glielo dico io, visto che lei ha letto delle pressioni, ma non ha letto l’altra frase in cui diceva che tali pressioni non sono state esercitate dalla Regione. Ma non è un problema!

Ma visto come sono andate le cose, visto cioè che questa anticipazione della pubblicazione ha creato sospetti, chiedo scusa. Chiedo scusa per quanto è accaduto, ma mi si creda quando dico - assolutamente in buona fede - che era mia intenzione realizzare questa esatta dinamica, pubblicare interamente la relazione, 213 pagine oltre ad una serie di allegati, come ha ricordato il consigliere Paruolo, il quale ha detto anche che ci sono le conclusioni, ma non bastano solo le conclusioni. Questa è la pura verità, la pura e semplice verità.

La domanda adesso è: come procediamo? In primo luogo, per quanto riguarda il principio di precauzione, le rispondo di sì, ma gliel'aveva già detto l'assessore Gazzolo, che ringrazio, tutte le ricerche e le nuove concessioni sono bloccate, in tutta la Regione. Decidiamo di fare così per un principio di precauzione - era così solo nel cratere -, fino alla verifica degli studi.

In secondo luogo, per quanto riguarda Cavone, domani ci sarà una riunione presso il Ministero - voglio essere chiaro a tal proposito - per decidere i criteri, le forme e le dinamiche - consentitemi di non avere in mano tutti i termini tecnico-scientifici per spiegarlo, ma poi si vedrà -, per cui l’unica attività di Cavone non sarà la produzione, ma sarà questa ricerca, per capire. Perché è giusto che noi si capisca, per non sbagliare.

In terzo luogo, continueremo quell'attività - l’ha ricordato la consigliera Donini - che già in modo positivo, secondo me, abbiamo avviato con il nostro servizio, la ricerca europea, perché sapete che su questo è in corso un grande dibattito.

Ma devo aggiungere un altro elemento per evitare un equivoco che ho visto ingenerarsi, ma va bene: il gruppo di lavoro che ha avuto l'incarico dal Ministero dello sviluppo non deve approfondire, commentare o ragionare sullo studio della commissione, noi stiamo parlando di un'altra cosa, stiamo parlando di costruire linee guida puntuali per far fare un salto di qualità, a partire da questa Regione, al Paese, con riferimento a quanto dice la relazione Ichese e alle raccomandazioni della stessa, in relazione al ragionamento: semaforo rosso o semaforo verde, livello di rischio, dinamica del rischio, fino a che punto la dinamica del rischio è tollerabile, e quando questa dinamica non è più tollerabile. Io credo che sia giusto che questo Paese provi a fare questo salto, perché in altri paesi lo stanno facendo, possiamo farlo anche noi, se usciamo dalla psicologia delle posizioni affermate.

Il consigliere del Movimento 5 Stelle diceva che la rete contesta certe affermazioni. È vero, ma è anche vero che per otto mesi non siamo riusciti - e finalmente lo certifica anche la relazione Ichese - ad affermare che indiscutibilmente - ecco perché abbiamo messo quel quesito su Rivara - su Rivara non è stato fatto nulla, nemmeno le ricerche. Vi ricordate quando, dopo il terremoto, viaggiava in rete la notizia secondo la quale il terremoto era da mettersi in relazione alle ricerche su Rivara? A dire che la rete è dialettica. Ma d'altra parte noi siamo per la massima apertura della rete, quindi dobbiamo tenerne conto, resta il fatto che per otto mesi la rete ha continuato a dire che erano state fatte delle ricerche esplorative su Rivara, cosa assolutamente non vera. Almeno alcune cose le abbiamo assodate.

Adesso approfondiamo in commissione il lavoro della commissione Ichese, studiamo, lavoriamo, acceleriamo tutti i processi che le linee guida ci daranno, facciamo scelte di precauzione, e poi continuiamo questa discussione. Con serietà, credo che potremo davvero fare un passo in avanti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, presidente Errani.

Prima di aprire le dichiarazioni di voto, comunico che sono prevenute due risoluzioni, una a firma dei consiglieri Defranceschi e Favia, con una richiesta emendativa da parte del consigliere Malaguti, ed una a firma dei consiglieri Pariani, Sconciaforni ed altri, che stiamo provvedendo a distribuire.

Colleghi, vi ricordo che entra in vigore da oggi il nuovo Regolamento, pertanto, in base all'articolo 79, modificato nel comma 1, può prendere la parola un solo rappresentante per gruppo in sede di dichiarazione di voto.

Adesso, se volete, aspettiamo qualche istante in attesa che venga distribuita anche l’altra risoluzione.

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.

 

DEFRANCESCHI: Mi scusi, presidente, ma credo sia ovvio che è impossibile discutere di qualcosa che forse arriverà a discussione iniziata, quindi o facciamo una sospensiione, oppure la risoluzione non doveva essere accettata.

 

PRESIDENTE (Costi): Era proprio quanto stavo per dire prima di darle la parola, consigliere Defranceschi, stavo dicendo appunto di aspettare qualche minuto al fine di far distribuire il testo della risoluzione.

La seduta è sospesa.

 

(La seduta, sospesa alle ore 12,37, è ripresa alle ore 12,42)

 

PRESIDENTE (Costi): Colleghi, riprendiamo i nostri lavori.

Nel frattempo è stato distribuito anche il testo dell'altra risoluzione.

Ribadisco che sono pervenute due risoluzioni. La risoluzione oggetto 5435, per impegnare la Giunta a negare tutte le autorizzazioni di ricerca e prelievo idrocarburi sul territorio regionale e a revocare quelle già rilasciate, a firma dei consiglieri Defranceschi e Favia, a cui è stato presentato un emendamento da parte del consigliere Malaguti. Ricordo ai consiglieri Defranceschi e Favia che devono dichiarare se accolgono o meno il suddetto emendamento. E la risoluzione oggetto 5437 per approfondire ed intraprendere nelle sedi di competenza le opportune azioni finalizzate a decisioni sull'utilizzo del territorio e su attività di ricerca e sfruttamento del sottosuolo, a firma dei consiglieri Pariani, Sconciaforni, Barbati, Naldi, Vecchi Luciano, Donini e Riva.

Apro le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.

Consigliere, le ricordo che ha cinque minuti per intervenire, a nome di tutto il gruppo, su entrambe le risoluzioni e sull’emendamento. Prego.

 

LOMBARDI: Grazie, presidente.

Non sono intervenuto nel merito perché la questione, come hanno detto molti colleghi, è assolutamente complessa, quindi merita un approfondimento da parte di coloro che hanno seguito in maniera attenta la vicenda, e che hanno avuto modo anche di vedere o di intravvedere la relazione.

Intervengo invece in questa fase per esprimere, a nome del gruppo l'intenzione di voto, ma a titolo personale anche per fare alcune considerazioni.

La prima. Abbiamo avuto modo di capire dal dibattito e dalla replica del presidente Errani, con riferimento ad alcune argomentazioni tranchant del collega Favia che davano per scontate alcune cose, mi riferisco per esempio al fatto che la falda fosse già carica, quindi pronta ad esplodere alla prima sollecitazione, che la relazione parte da una considerazione su questo punto che non è così chiara ed evidente, come invece lei lasciava intendere. Ragionandoci un attimo, anch'io ho ritenuto che se fosse così semplicistico prevedere quando la falda è carica, allora si potrebbero prevedere i terremoti.

L'altra questione, invece…

 

(interruzioni provenienti dal settore riservato al pubblico)

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliere Lombardi, mi scusi, ma devo rivolgermi nuovamente al pubblico: siete stati bravissimi, mi complimento con voi, ma devo chiedervi di permettere di concludere quest'ultima parte, che è comunque importante. Ribadisco che fuori ci sarà lo spazio per fare tutte le considerazioni del caso. Grazie mille.

Prego, consigliere Lombardi.

 

LOMBARDI: Peraltro un certo clima crea quell’adesione al 100 per cento, mentre queste questioni meritano gli opportuni approfondimenti, perché oggi è facile avere certi atteggiamenti su un tema come questo, importante, drammatico, con rilevanze scientifiche di tutto rispetto, perché la relazione dice alcune cose, poi però questi atteggiamenti vengono ripresi anche per altri argomenti, dove certamente la propaganda è di tutt'altra natura.

Inoltre, vorrei dare un consiglio al presidente Errani, che adesso non vedo, ma qualcuno glielo riferirà: quando si dà una consulenza di questo calibro, credo che sia necessario chiedere un minimo di riservatezza, perché un membro di questa commissione divulghi su una rivista gli esiti dell'inchiesta certamente fa fare una brutta figura alla Regione. Io concordo infatti con coloro che dicono che se noi avessimo avuto questa relazione uno o due mesi fa, sarebbe stato certamente impensabile che nel mondo di oggi non venisse fuori. Pertanto delle due l’una: o si richiede la riservatezza per arrivare a renderla pubblica nello stesso momento in cui si rendono pubblici eventuali comportamenti della Regione, oppure siamo veramente preda di un pressappochismo che non fa onore a questa Regione.

Per quanto riguarda l'altra questione, non mi sta nemmeno troppo bene che tecnici di questo calibro ci dicano che forse c'è e forse non c'è. Se alcuni tecnici sono stati incriminati penalmente per non avere previsto il terremoto de L'Aquila, chiederei che in casi come questi venisse messa almeno una penale se nell'arco di un certo periodo di tempo le nefaste previsioni di questi tecnici non si dovessero avverare, altrimenti mettono nei guai i decisori pubblici, i quali a fronte di una relazione scientifica che dice "non si può escludere" che cosa possono fare? Il principio di precauzione è sacrosanto, però ricordo ai colleghi Favia e Defranceschi, particolarmente appassionati di reti e di web, che qualcuno sostiene che il wi-fi è dannoso, allora che cosa facciamo? Blocchiamo tutto? Qualcuno diceva che i telefonini erano drammatici, oggi li usiamo tutti con una certa tranquillità. Attenzione quindi al principio di precauzione.

Ricordo solamente, ed è doveroso farlo, perché in quest'Aula ci siamo preoccupati, per esempio, della questione del gas di Rivara, al di là dei colleghi che risiedevano in questa zona, che tutti noi come gruppo e come Assemblea abbiamo votato all'unanimità una risoluzione contro quell’ipotesi di sperimentazione a Rivara, e devo dire che l'abbiamo fatto nel momento in cui eravamo assieme all'onorevole Giovanardi che per questo ci ha sbeffeggiati su tutti i giornali nazionali. Oggi siamo particolarmente lieti che l'onorevole Giovanardi sia in un altro partito.

Detto questo ribadisco il voto contrario alla risoluzione proposta dal collega Favia, mentre, seppure con qualche perplessità, perché la dizione della risoluzione proposta dal gruppo del PD ed altri è in qualche parte generica, però vista l'argomentazione che trattano e per dimostrare una sensibilità comune a questo problema, voteremo favorevolmente alla risoluzione proposta dal gruppo del PD e dagli altri partiti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.

 

DONINI: Grazie, presidente.

Di solito si dice, quando gli articoli di stampa sono anticipati da titoli che non rendono onore al contenuto - lo dico e me ne dispiaccio anche con riferimento a questo documento di indirizzo, che anch'io ho sottoscritto -, che il titolo che gli è stato sinteticamente apposto non fa onore al contenuto, in questo caso del documento di indirizzo che sinteticamente dice quanto segue. Dice che prendiamo atto della comunicazione della Giunta; che riteniamo che i contenuti della relazione Ichese non vadano né sottovalutati né messi in un cassetto.

La risoluzione chiede l’immediata sospensione di ogni richiesta di ricerca e di sfruttamento del sottosuolo da estendere a tutto il territorio regionale, quindi l'ampliamento del contenuto della famosa delibera di Giunta che sospendeva solo per i territori coinvolti dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012; e dal momento che non è la Regione che rilascia le concessioni per lo sfruttamento del territorio, ma le concessioni, essendo il sottosuolo demanio statale, sono del Governo e dello Stato, chiede che i meccanismi di controllo e di monitoraggio previsti da queste linee guida, sulle quali in commissione vogliamo un ulteriore approfondimento, determinino controllo e monitoraggio vero, efficace, fino al punto che ci sia la possibilità, per la prima volta nel nostro Paese, di revocare le concessioni già in essere.

È questo che dice la risoluzione tenendo conto degli ambiti di competenza su questi temi e le articolazioni delle potestà decisionali che non sono in capo alla Regione, ed investe l'Assemblea legislativa, nella sua articolazione, a proseguire l'approfondimento e il dibattito che sono nati oggi a fronte di questa comunicazione, dopo che tutti, perché i consiglieri regionali come i cittadini hanno oggi formalmente a disposizione i contenuti del rapporto della commissione Ichese, al fine di creare reale partecipazione a tutti gli iter decisionali che in futuro saranno posti in essere. Questi sono gli elementi, i contenuti, molto sinteticamente declinati, della risoluzione che voterò. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.

 

CORRADI: Grazie, presidente.

Credo che, al di là delle dichiarazioni fatte dai presentatori, in realtà ci troviamo in presenza di due testi con punti di contatto importanti, sia nella risoluzione Favia, nella quale ci riconosciamo, che prevede di bloccare tutte le autorizzazioni in essere, che però difetta di un passaggio che invece troviamo presente nell'altra risoluzione, che è quello in cui si impegna la commissione, ma ovviamente credo sia riferito anche alla Giunta, a proseguire il lavoro di approfondimento scientifico al fine di sviscerare ulteriormente questa vicenda, fugando ogni dubbio rispetto ad un eventuale nesso di connessione e di causalità tra le trivellazioni e i prelievi di idrocarburi dal sottosuolo e gli eventi che purtroppo hanno flagellato la nostra Regione.

Apprezziamo quanto ha detto il presidente Errani con riferimento al suo impegno, che mi auguro si sia già tradotto in atti concreti, di bloccare qualunque autorizzazione oggi in corso di rilascio da parte di questa Regione, per la parte di sua competenza. Apprezziamo anche quanto previsto nella risoluzione Favia, che non troviamo al 100 per cento in quella della maggioranza, laddove si invita la Regione ad incidere fortemente presso il Ministero per bloccare le autorizzazioni già rilasciate, soprattutto laddove vi sia anche il minimo dubbio che possano essere fonte di pericolo per eventuali eventi sismici, che in questa Regione abbiamo riscontrato, ma non solo in questa, quindi è positiva anche l'idea di estendere questo principio di precauzione a tutto il territorio nazionale.

Ed è per questo motivo che, senza voler essere ponziopilateschi, trovando del buono sia nell’una sia nell’altra, il gruppo della Lega Nord, in continuità con l'impegno che il nostro capogruppo Manfredini da sempre ha espresso su questi temi, voterà a favore di entrambe le risoluzioni, perché riteniamo che in entrambe ci siano elementi positivi di garanzia e di tutela dei cittadini, con l'auspicio che queste risoluzioni si traducono in impegni cogenti e concreti da parte della Giunta, che fin da subito deve andare nelle direzioni indicate da questi atti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.

 

DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Ho avuto il tempo di leggere la risoluzione. Non entrerò nei tanti dettagli che ha fornito il presidente Errani circa il fatto che bisognasse necessariamente fare la commissione a Roma, penso che l'indiano potesse venire a Bologna allo stesso modo, ma poi è saltato anche lui. Non ho mai detto che è stato lui a cercare di bloccare l'uscita dell'articolo, questo continuo insistere rischia di diventare sospetto, stia attento perché le excusatio non petita sono sempre molto pericolose, presidente.

 

(interruzione del presidente Errani)

 

Ho ascoltato le sue proposte; ho ascoltato anche una parolina che ricorre spesso: linee guida, a proposito della quale devo dire che non ho un bel ricordo. Devo tornare nuovamente sulla Variante di valico e sulle linee guida del monitoraggio della frana? Quando avete fatto le linee guida per monitorarla, il viadotto si era spostato di 3 o 4 centimetri, adesso è a 15. Le case, secondo le linee guida che ha fatto anche questa Regione, si possono spostare, perché si spostano tutte assieme, di 15 centimetri verso valle. Io non auguro a nessuno di abitare in una casa che si sposta, anche se tutta insieme per fortuna, altrimenti la cucina stonerebbe con il soggiorno, poi c’è il gradino…

Questa della linee giuda è vecchia. La realtà è che state prendendo tempo. È il classico modo, come avete fatto in altre occasioni, per prendere del tempo e vedere che cosa succede nel frattempo. Nel frattempo, magari finisce la legislatura e ci dovrà pensare qualcun altro.

È un giochino già visto: adesso blocchiamo le autorizzazioni in essere, ci mancherebbe altro. Peccato che, quando tre anni fa chiedevo di bloccare quelle allora in essere, il suo assessore mi diceva che non si poteva preventivamente bloccare tutto, anche perché allora non c'era la competenza regionale per bloccare le trivellazioni. Adesso magicamente la competenza c’è, con il vostro nuovo segretario che governa questo Paese evidentemente tutto è diventato possibile. L'avevo chiesto a suo tempo, allora non si poteva fare, oggi … va bene, ne prendo atto. Ma mi pongo una piccola domanda: che cosa diamo a coloro che stanno scavando adesso? Che cosa facciamo? Non li possiamo bloccare? Non li blocchiamo, in attesa del rapporto?

Questo prendere tempo sa a che cosa porterà? A quanto è già stato detto in questa sede, perché ogni tanto si buttano lì delle mezze frasi che poi, quando andremo a rileggerle dopo un anno, per la potenza della rete, avranno un significato diverso, ed il significato sarà che di nuovo tra un anno ci sarà qualcuno che dice A e qualcuno che dice B, e ci ritroveremo nella stessa situazione, e voi direte ancora, allo stesso modo, che queste attività non si potranno bloccare, perché su questa materia non ci sarà mai un parere univoco.

L'unica cosa di cui adesso, oggi, dopo quattro anni, ci riempiamo la bocca è il principio di precauzione. Ebbene, vi invito a fare un salto ulteriore: passiamo dalla precauzione alla prevenzione, visto che ormai alcuni fatti sono stati determinati.

Però oggi è una bella giornata perché finalmente, dopo quattro anni di schiaffi, ho sentito la parolina magica che le ho chiesto ieri con un comunicato stampa, che non avevo mai sentito dirle, per non parlare dei suoi assessori, mi riferisco alla parola "scusa". Dopo quattro anni è una grande soddisfazione, spero di sentirla ancora nel corso dell’anno che abbiamo ancora davanti, e sentire ancora, come ha detto lei adesso fuori, che forse bisognerebbe dare un po' più di ascolto a qualcuno, invece di dover chiedere scusa a posteriori.

 

(applausi provenienti dal settore riservato al pubblico)

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.

Chiedo nuovamente al pubblico di evitare queste scene, altrimenti devo chiedervi di uscire e non voglio, anche perché il tema è molto importante, quindi vi prego davvero di evitare altre interruzioni.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.

 

PARIANI: Grazie, presidente.

Io ho una formazione tecnica, quindi ho una precisa cognizione della differenza che esiste tra la responsabilità di un tecnico e di uno scienziato e la responsabilità politica. La responsabilità di un tecnico e di uno scienziato è di mettere a disposizione le informazioni più certe e sicure che si possano mettere in campo, dando alla scienza progressione e opportunità di arricchire quella conoscenza. La responsabilità di un politico è rispondere ai cittadini di fronte alle grandi questioni che ci troviamo ad affrontare, com'è successo in questa Regione in occasione del terremoto. Spesso si prendono delle decisioni senza il sufficiente supporto tecnico, ma lo si deve fare.

Io credo sia stato importante aver scelto di fare sì che per la prima volta nel Paese, a seguito di un evento così grave, si mettesse in campo la scienza, e si desse l'opportunità di lavorare nella direzione di rispondere ai cittadini, e di dare risposte serie.

Questo noi abbiamo fatto, ed in questa risoluzione noi chiediamo che ciò che abbiamo fatto dall'Emilia-Romagna in questa direzione divenga patrimonio nazionale, che si traduca in linee guida nazionali, in risposte sul territorio nazionale alla decisione politica che in tutto il Paese dobbiamo prendere con riferimento alle connessioni che sono state sottolineate dallo studio Ichese tra i temi della trivellazione e la possibilità di eventi sismici.

Noi riteniamo necessario proseguire in questa direzione, lo rivendichiamo, e lo vogliamo fare nelle sedi istituzionali. Questo dice la nostra risoluzione. E diciamo che per prendere decisioni politiche abbiamo bisogno che ci sia ancora un percorso chiaro e trasparente che metta a disposizione nella maniera più certa e sicura tutte le indicazioni di carattere tecnico che ci sono. Lo dobbiamo fare assumendoci una responsabilità diversa anche per quanto riguarda la divulgazione, perché nella divulgazione scientifica la responsabilità di un tecnico o di uno scienziato è mettere a disposizione del mondo tutte le conoscenze che ha, perché anche altri possano far fare dei passi in avanti alla scienza e alla tecnica. Nella comunicazione che un decisore politico è chiamato a fare, accanto allo studio e alla relazione, deve mettere ciò che ha intenzione di fare. Ed è proprio ciò che responsabilmente da qui abbiamo fatto in queste settimane, insieme con il Ministero, per dare risposte che non fossero solo: "ecco, questo è il contenuto della relazione tecnica". Questo ha messo in moto ciò che noi chiediamo in questa risoluzione, cioè linee guida, che non sono una parolina magica, ma che sono il modo affinché valga per tutti e in tutt'Italia ciò che noi applichiamo qui.

Giustamente, prendiamo una decisione di precauzione, cioè fare ciò che è nel nostro potere fare, ossia l'estensione di quel divieto che la Giunta regionale aveva già messo in campo a seguito del terremoto nel cratere con riferimento ad un ulteriore approfondimento e studio.

Credo quindi che per questa ragione sia necessario continuare avendo questa responsabilità: prendere le decisioni che qui possiamo prendere e fare in modo che la comunità scientifica nazionale prosegua nel lavoro, ma che i decisori politici nazionali si avvalgano di ciò che abbiamo fatto qui per tutto il territorio del nostro Paese. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Pariani.

Comunico che il consigliere Defranceschi ha dichiarato di accettare l'emendamento presentato dal consigliere Malaguti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: Grazie, d'altronde il mio emendamento non snatura in alcun modo la risoluzione dei consiglieri Favia e Defranceschi, semplicemente specifica che, in tema di ricerca, finisce il divieto di ricerca finalizzato al prelievo.

Visto che sarà accolto, in qualità di esponente del gruppo Fratelli d'Italia, voterò l'ordine del giorno dei colleghi Favia e Defranceschi, anche perché, come ho sottolineato nel mio precedente intervento, basterebbero le considerazioni che prima ho espresso sui testi scientifici che ho letto con riferimento al problema della correlazione con la subsidenza per giustificare il blocco di tutte le attività finalizzate ad ulteriore impoverimento del nostro territorio dal punto di vista del prelievo del gas naturale.

Per quanto riguarda l'altro ordine del giorno, che mi sembra un’apprezzabile manifestazione d’intenti, mi asterrò perché lo ritengo un po' troppo generalizzato, mentre credo che oggi la politica abbia bisogno soprattutto di chiarezza. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Malaguti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente.

Consigliere Lombardi, voglio tranquillizzarla: qui nessuno vuole fare teatro e sceneggiate, almeno parlo almeno per me. Qui non siamo in Parlamento e non siamo a caccia di un voto in più. Per quanto riguarda il principio di precauzione, dicendo che è stato usato più volte strumentalmente, forse, se questo principio di precauzione fosse veramente falso in Italia, non avremmo questo aumento di neoplasie, di eventi tumorali nei bambini in crescita. Forse qualche problema di rapporto, con la scienza e con la precauzione e con la modernità, lo abbiamo.

E mi dispiace che non ci sia il presidente Errani, presidente Costi, perché almeno poteva aspettare la fine delle dichiarazioni di voto, perché io non mi sento completamente deluso. Il fatto che si allarghi la moratoria, la sospensione alla regione, è un microscopico passo avanti, ma lo riconosco; come accetto anche che ci sia la necessità di approfondire alcune cose, quindi è giusto andare avanti nello studio. E sul tema di quello che ci ha detto il presidente, su quello che alcuni definiscono un insabbiamento e quello che lui definisce invece una sua premura, io posso anche credergli, non faccio il processo alle intenzioni. Diciamo che non è stato un insabbiamento, poi il presidente ha chiesto scusa. Bene, accetto le scuse, ma il presidente non può chiedere scusa per le menzogne che sono state dette, e non è la prima volta. E mi riferisco a lei, sottosegretario Bertelli, che sapendo, perché lei è stato informato quando è arrivato il rapporto Ichese ed era il 17 febbraio, lei, il 20 di marzo, ha detto ai comitati, in un incontro ufficiale in Regione, che la Commissione era in alto mare per via di problemi di salute di alcuni membri e che il rapporto era lontano. Lei ha mentito...

 

(applausi provenienti dal settore riservato al pubblico)

 

PRESIDENTE (Costi): Invito nuovamente il pubblico a mantenere un comportamento corretto.

 

FAVIA: E dico anche, a proposito di rallentamento dei lavori, che quando il presidente Zoffoli oralmente mi aveva già dato disponibilità, dopo una lunga trattativa, ad invitare - almeno ad invitare, poi magari avrebbe rifiutato - Peter Styles in Commissione, l'assessore ha fatto di tutto per non far accadere questo. Quindi accetto le scuse del presidente sulla pubblicazione, ma il comportamento della Giunta non è stato assolutamente corretto.

Poi non sarà un furbo, non sarà il contrario, come qualcuno ha detto, ma è un po' ingenuo il presidente. Che adesso mi venga a dire che un rapporto del genere lui pensava di poterlo tenere tutto quel tempo riservato a me fa un po' ridere. Come fa ridere chi se la prende con il tecnico che ha dato ai giornali la relazione. Neanche a me questo piace, ma non è colpa sua, la colpa è di chi non l'ha pubblicato perché era evidente che sarebbe uscito, non si tiene una cosa di quel valore riservata, non si riesce a tenerla riservata. Ho saputo poi che altri consiglieri hanno potuto leggere pezzi del rapporto e anche questo non è interessante.

La cosa, però, che a me fa più specie in questo dibattito è che io ho posto una questione politica, noi non possiamo essere sempre nelle mani della tecnica, attendere, ed è stato detto: non ci sono sempre pareri univoci. Io ho posto tre questioni: paesaggio e ambiente, ritorno economico e quindi anche danno all'agricoltura e al turismo per il danno che fanno al paesaggio, e tema strategico di conservazione delle nostre riserve energetiche per un futuro quando magari avremo dati scientifici e tecnicalità superiori. Il tema politico che quest'Aula dovrebbe trattare non è stato sollevato, il presidente non mi ha convinto sul perché si debba continuare. Si è sviata la risposta politica affidandosi ancora alla tecnica. Per questo io non ritiro e confermo la risoluzione. Non posso votare a favore della risoluzione proposta dal Partito Democratico perché dice il nulla, cioè quello che comunque faremmo; colleghi, perdonatemi, non voto neanche contro perché sono cose lapalissiane, mi astengo; è una risoluzione che non serve perché faremmo comunque queste cose. E allora il problema l'ha centrato Defranceschi (e veramente chiudo, presidente, la ringrazio per i trenta secondi in più): a fronte di questo, di quei permessi che oggi sono in vigore, cosa facciamo? Noi scriviamo, sapendo che non abbiamo tutte le competenze, nella nostra risoluzione, di concertare questo tentativo di blocco con il Ministero. Abbiamo la volontà di fare questo con il Ministero e di andare a concertare? Perché il problema rimane: se voi dite che c'è pericolo per le nuove, e per le vecchie? Perché con queste cose non si scherza. Quindi mi piacerebbe che a conclusione ancora di queste repliche il presidente Errani potesse rispondere.

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliere Favia, essendo lei anche presidente della Commissione, sa benissimo che siamo in chiusura e queste sono domande retoriche perché non si può rispondere, il presidente Errani non può rispondere, adesso mettiamo in votazione...

 

FAVIA: Comunque il presidente Errani è consigliere.

 

PRESIDENTE (Costi): È consigliere, ma l'ordine dei lavori, voi sapete, rispetto alla comunicazione, è questo, per cui il presidente Errani non può intervenire ora, quindi adesso si vota.

Il consigliere Defranceschi mi ha chiesto che si voti con il sistema elettronico, pertanto ora mettiamo in votazione prima l'emendamento 1 a firma del consigliere Malaguti.

Ricordo che sulla risoluzione del consigliere Favia e Defranceschi c'è la richiesta della votazione con sistema elettronico.

Nomino scrutatori i consiglieri Paruolo, Carini e Pollastri.

Procediamo con la votazione dell'emendamento alla risoluzione 5435.

Si proceda alla votazione dell'emendamento 1, a firma del consigliere Malaguti, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

44

Assenti

 

6

Votanti

 

43

Favorevoli

 

7

Contrari

 

28

Astenuti

 

8

 

L'emendamento 1 è respinto.

Si proceda ora alla votazione della risoluzione, oggetto 5435, a firma dei consiglieri Defranceschi e Favia, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

43

Assenti

 

7

Votanti

 

42

Favorevoli

 

6

Contrari

 

35

Astenuti

 

1

 

La risoluzione è respinta.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5437, a firma dei consiglieri

Pariani, Sconciaforni, Barbati, Naldi, Vecchi Luciano, Donini, Riva.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

Ringrazio tutti i consiglieri e ringrazio anche tutti i cittadini e tutti i comitati che sono stati qui ordinatamente con noi questa mattina.

Chiedo ai consiglieri di rimanere in Aula perché continuiamo i lavori con le risoluzioni, chiudiamo la seduta alle ore 14,30. Pertanto passiamo, come previsto nell'incontro dei capigruppo, al primo atto di indirizzo.

 

OGGETTO 5114

Risoluzione per impegnare la Giunta a tutelare l’esistenza, gli organici ed i servizi erogati dalle scuole, di ogni ordine e grado, site nei Comuni montani. A firma dei Consiglieri: Alessandrini, Pariani, Fiammenghi, Pagani, Barbieri, Piva, Vecchi Luciano, Zoffoli, Mumolo, Casadei, Ferrari, Moriconi, Mazzotti, Paruolo, Monari, Carini, Serri, Bartolini, Riva

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Alessandrini. Ne ha facoltà.

 

ALESSANDRINI: Grazie, presidente. Con questa risoluzione parliamo di un tema importante perché attiene all'istruzione, in particolare si tratta delle pluriclassi delle scuole dei territori di montagna. Causa scarsità di alunni, si mettono insieme studenti di età e livelli di apprendimento diversi, quindi penalizzando molto la qualità della didattica.

Il tutto è iniziato, si sa, con il decreto ministeriale del 1998, ma via via questa situazione si è aggravata con le misure assunte dai Governi che poi si sono succeduti, oggi si arriva alle pluriclassi con 18 alunni nelle zone montane, una situazione che è obbiettivamente difficilmente sostenibile. Siamo di fronte ad un impoverimento di qualità didattica, ad una difficoltà vera e propria anche nell'insegnamento.

Noi sappiamo che la Regione ha messo in campo il progetto denominato "Scuola Appennino" che è volto a costituire una maggiore collaborazione tra le scuole, tra le istituzioni, le associazioni, le famiglie e a mettere in rete le scuole di montagna.

Alla Giunta cosa chiediamo? Noi chiediamo di agire in tutte le sedi, quelle più opportune chiaramente, affinché nel prossimo anno scolastico venga modificata intanto la normativa nazionale per abbassare il parametro di costituzione della pluriclasse nelle scuole di ogni ordine e grado in montagna e che venga definita una fascia entro la quale individuare l’ottimale dimensionamento della rete scolastica, senza tenere conto solo, però, del numero degli studenti perché è diminutivo questo fatto; chiediamo che si investa nella formazione degli insegnanti che lavorano in queste pluriclassi, dove c'è più bisogno, e che sia garantita la continuità pluriennale almeno degli insegnanti nelle scuole di montagna. Termino dicendo cosa? Che chiediamo che vengano promossi progetti innovativi per superare le sofferenze di organico nelle piccole scuole e che vengano sostenuti, valorizzati e potenziati questi presidi educativi legati al loro territorio.

Segnalo come fatto positivo che questa risoluzione, a fronte della scelta di ritirare quella che era stata presentata prima, la 4808 del gruppo PDL, vede la firma anche del consigliere Bartolini e, in aggiunta, anche del consigliere Riva. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Alessandrini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bartolini. Ne ha facoltà.

 

BARTOLINI: Grazie, presidente. Intervengo brevemente per ribadire ciò che è stato già detto dal collega Alessandrini perché ritengo e riteniamo anche come gruppo che sia necessario, basilare, per far sì che in montagna rimangano le famiglie i cittadini. Occorre, pertanto, garantire quel livello minimo di servizi che sono necessari perché una famiglia possa crescere i propri figli ed evitare che questa si trasferisca anch'essa a valle come è successo purtroppo nei decenni passati, dato che l'abbandono della montagna poi crea enormi problemi a tutto il territorio, non solo a quello montano, come spesso molte alluvioni dimostrano, perché se c'è l'abbandono della montagna, le conseguenze poi le subiscono anche a valle. La scuola è uno di quei servizi basilari.

Io avevo presentato una risoluzione, poi l'ho ritirata, concordando, come ha già anticipato il collega Alessandrini, di riassorbirne il contenuto in quella del gruppo del PD e di altri, perché credo che in difesa della montagna bisogna trasversalmente agire tutti insieme rivolgendo un appello al Governo affinché non ci siano più pluriclassi da 18 alunni, in quanto questo rappresenterebbe un insostenibile impoverimento della qualità didattica. L’auspicio è che il Governo faccia tesoro del nostro appello modificando i parametri nazionali, riducendo il numero di bambini per le pluriclassi, ma non solo, andando anche a rivedere quei parametri che non possono essere identificabili soltanto nel numero degli studenti, ma anche in altri come ad esempio la distanza dal plesso più vicino o il numero degli insegnanti a disposizione, che garantiscano quella qualità minima in grado di soddisfare le esigenze di chi vive in queste zone. Gli abitanti delle zone montane, infatti, non possono essere considerati di serie A soltanto quando ci sono da pagare dei tributi o quando ci sono da pagare delle tasse allo Stato, campo nel quale lo Stato non fa eccezioni. Deve esserci un sistema di servizi che non veda negli abitanti di montagna dei figli di un dio minore perché sono cittadini di serie A al pari di tutti gli altri.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bartolini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Ringrazio il collega Bartolini che mi ha preceduto. Ho letto il documento, si tratta di un problema molto concreto e molto importante. La scuola è un servizio che deve essere garantito alle genti di montagna e anche, aggiungo io, alle frazioni rurali delle pianure dove c'è un certo isolamento, perché è uno strumento per mantenere e attirare le famiglie e garantire la scuola soprattutto vicino a casa.

Una questione, al di là delle questioni che sappiamo, delle distanze, delle difficoltà dell'uso dei servizi e quant'altro: le pluriclassi sono oggetto, a volte, di un certo pregiudizio, ma in realtà vi sono in tantissime classi dei progetti innovativi e non è vero, a volte, che gli insegnanti debbono fare un'ulteriore formazione.

Al di là di questa sottolineatura, esprimo voto favorevole al documento.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.

 

FERRARI: Grazie, presidente. Il tema, come è stato già richiamato da chi mi ha preceduto, è un tema molto sensibile. Parliamo spesso di interventi da attuare a favore della montagna perché chi nasce in quei territori possa continuare a farlo e magari quei territori possano essere e diventare più attrattivi per chi da fuori vuole andare ad insediarsi in montagna, ci sono però alcune precondizioni che sono indifferibili, fondamentali perché questo possa avvenire e le due realtà che innanzitutto vanno salvaguardate perché questo avvenga sono, appunto, il servizio scolastico e poi i servizi sanitari. In particolare quello scolastico è decisivo perché se non avremo bambini che nascono e che possono restare anche durante il periodo formativo, almeno per la parte iniziale, quindi scuole elementari e scuole medie, nei territori montani, è evidente che tutte le belle enunciazioni di principio che facciamo sono poi spesso smentite dai fatti o dalle azioni o dalle non azioni.

L'altro tema che è richiamato nella risoluzione che voglio sottolineare, oltre che garantire la presenza, quindi le pluriclassi, la continuità degli insegnanti, è che spesso in montagna finiscono insegnanti che arrivano da altre parti del territorio, o dalla città, o che comunque non vivono in montagna e che hanno come primo obiettivo quello di tornare verso la città o di andarsene dalla montagna. Questo ingenera situazioni come una che ho presente nella mia provincia, dove la non continuità, la non relazione o la non buona relazione fra le famiglie e gli insegnanti fa sì che in un certo paese i genitori portino i loro figli più a valle, contribuendo così in maniera più o meno consapevole, ma sicuramente in maniera determinante, a quello spopolamento e a quell'impoverimento dei territori che porta poi alla desertificazione.

Quindi questa risoluzione non è una delle tante risoluzioni che approviamo, ma è importante e sarà importante se la Giunta regionale, per la parte di sua competenza, e altri livelli, il livello governativo e più in generale le scelte che l'Europa farà, con riferimento a quello che serve e che è necessario per mantenere le persone in montagna e farle restare là perché i servizi che garantiamo siano adeguati, potranno contribuire a far sì che questi interventi siano più efficaci e migliori in futuro di quanto è avvenuto fino ad oggi.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Ferrari.

Non ho più nessun iscritto a parlare, per cui chiudo il dibattito generale. Chiedo ai gruppi, uno chiaramente per ogni gruppo, se intendono intervenire per dichiarazione di voto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.

 

CORRADI: Grazie, presidente. Annuncio il voto favorevole personale e del gruppo in quanto riteniamo che il tema sollevato dalla risoluzione dei colleghi del PD sia un tema condivisibile. Correttamente il consigliere Ferrari ha evidenziato come il tema della scuola sia oggi uno degli elementi che può garantire la permanenza di famiglie anche con figli piccoli nei territori appenninici e montani della nostra Regione, dove, ahimè, purtroppo lo spopolamento lo vediamo come piaga principale dell'impoverimento di fasce molto estese delle province emiliano-romagnole, soprattutto nelle zone collinari e montane. Quindi appoggiamo favorevolmente la risoluzione proposta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.

 

BARBATI: Grazie, presidente. Intervengo per dichiarare ovviamente il mio voto favorevole. Dico "ovviamente" perché sono un'insegnante e quindi so bene anche che cosa significa visto che uno dei miei primi incarichi fu proprio di insegnare nelle pluriclassi. Allora ce ne erano spesso anche nei paesi della Bassa e non solo in montagna. Quello che posso dire è che effettivamente non si perde davvero la qualità dell'insegnamento, sempre che l'insegnante sia valido. Anche vivere in una pluriclasse a volte dà molti stimoli proprio per il rapporto fra i bambini.

Il problema è quello che noi abbiamo in effetti evidenziato nella risoluzione, cioè che non si possono spostare i bambini dal proprio ambiente, costringere i genitori a fare viaggi o caricarli sui pulmini che vanno, d'inverno, per le strade di montagna, questo è sbagliato, quindi il voto è a favore di questa risoluzione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bartolini. Ne ha facoltà.

 

BARTOLINI: Grazie, presidente. Giusto per ribadire il voto favorevole del gruppo Forza Italia-PDL, che ha visto anche, quindi, la nostra firma congiunta a quelle del gruppo PD e quindi apprezziamo anche questo appello bipartisan che viene fatto al Governo, che speriamo venga poi recepito dal Governo stesso per andare incontro alle esigenze delle popolazioni montane.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bartolini.

Non ho più nessun iscritto a parlare, pertanto metto in votazione la risoluzione.

Sostituisco gli scrutatori, che ora sono Paruolo, Pollastri e Cavalli.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5114, a firma dei consiglieri Alessandrini, Pariani, Fiammenghi, Pagani, Barbieri, Piva, Vecchi Luciano, Zoffoli, Mumolo, Casadei, Ferrari, Moriconi, Mazzotti, Paruolo, Monari, Carini, Serri, Bartolini, Riva.

 

(È approvata all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

 

OGGETTO 5384

Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere in sede nazionale la trasformazione del tirocinio formativo in contratto a termine dei lavoratori degli Uffici Giudiziari al fine di creare le condizioni per la stabilizzazione del rapporto di lavoro. A firma dei Consiglieri: Naldi, Sconciaforni, Pariani, Defranceschi, Barbati, Corradi, Riva, Lombardi, Noè

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.

 

NALDI: Grazie, presidente. Solo qualche minuto per illustrare la risoluzione. Questa è una risoluzione unitaria sottoscritta da tutti i capigruppo in seguito ad un incontro che abbiamo avuto con alcuni lavoratori, una delegazione di lavoratori rappresentativi di questa esperienza. È un'esperienza di lavori socialmente utili a nostro parere molto interessante. Si tratta di cassaintegrati o lavoratori in mobilità che hanno accettato di lavorare presso gli uffici giudiziari. È un'esperienza nazionale che è stata vissuta anche in maniera molto positiva in Emilia-Romagna grazie anche al fatto che la Regione Emilia-Romagna, con un provvedimento, ha integrato la loro retribuzione, ovvero la differenza tra la quota che percepiscono in cassa integrazione o in mobilità e quella che più o meno prenderebbe un lavoratore in condizioni analoghe se fosse assunto.

Ora questa esperienza per molti di loro corre il rischio di finire e quindi anche di essere svilito il loro impegno per il fatto che gran parte di questi lavoratori hanno terminato il periodo concesso dagli ammortizzatori sociali e quindi si troverebbero, se vogliono continuare a fare questo lavoro, a percepire un'integrazione assolutamente inadeguata perché si parla di 3 o 4 mila euro all'anno. Per questa ragione, proprio perché credo che siamo tutti d'accordo sul fatto che esperienze di lavori socialmente utili, esperienze di costruzione di percorsi di riqualificazione e ricollocazione al lavoro di lavoratori adulti - qui parliamo mediamente di cinquantenni - siano estremamente importanti, proprio per questo è necessario che noi dedichiamo un'attenzione decisiva a questa condizione, ovvero che vediamo nel rapporto con il Governo di trovare gli strumenti per consentire che la loro esperienza non vada dispersa.

Sicuramente lo strumento che abbiamo individuato, che può essere agito soltanto da parte del Governo o del Ministero, è quello delle assunzioni con contratto a termine. Dopodiché c'è una sollecitazione più generale che riteniamo che da questa Aula debba partire nei confronti del Governo, che è quella di individuare altre possibilità di lavori socialmente utili, in particolar modo per le persone che perdono il lavoro in età adulta. Poletti, il Ministro del lavoro, ha annunciato che sono allo studio provvedimenti di questo tipo. Io credo che vadano assolutamente incoraggiati tenendo conto anche di questa positiva esperienza concreta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.

Chiudo il dibattito generale. Chiedo chi intende intervenire in dichiarazione di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5384, a firma dei consiglieri Naldi, Sconciaforni, Pariani, Defranceschi, Barbati, Corradi, Riva, Lombardi, Noè.

 

(È approvata all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

 

OGGETTO 5339

Risoluzione per chiedere alla Giunta di attivarsi presso il Governo nazionale affinché non venga autorizzata nessuna riapertura di CIE (Centro di identificazione ed espulsione). A firma dei Consiglieri: Sconciaforni, Pariani, Naldi, Barbati, Meo, Monari

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 5351

Risoluzione in merito al fenomeno dell'immigrazione clandestina e alla gestione dei CIE (Centri di identificazione ed espulsione). A firma dei Consiglieri: Bazzoni, Villani, Vecchi Alberto, Leoni

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Costi): Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sconciaforni. Ne ha facoltà.

 

SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Voglio essere abbastanza breve su questa risoluzione perché è molto chiara a partire dal suo titolo. È un dibattito che per fortuna sta attraversando ormai da tempo la nostra città e la nostra regione, con prese di posizioni importanti anche a livello istituzionale, ricordo che il Consiglio comunale di Bologna ha approvato una risoluzione proprio contro la riapertura del CIE di Bologna.

Con questa risoluzione chiediamo che il Consiglio regionale si esprima con nettezza su questo punto chiedendo che non si riapra più il CIE a Bologna, a Modena e in tutta la nostra regione per un motivo semplicissimo, non solo un motivo che hanno già avuto modo di testimoniare anche altri soggetti che lavorano nel settore che evidenziano l’inutilità pratica di questi istituti. Quello che voglio sottolineare è l’abominio di questi istituti perché nonostante i cittadini stranieri si trovino all’interno dei CIE con lo status di trattenuti o ospiti la loro permanenza nella struttura corrisponde nei fatti a una detenzione in quanto sono privati della libertà personale e sottoposti a un regime di coercizione, che tra le altre cose impedisce a questi cosiddetti ospiti di ricevere visite o di far valere il fondamentale diritto alla difesa legale, per non parlare del fatto, come più volte testimoniato da numerose visite fatte all’interno di queste strutture, che non vengono neanche garantiti i servizi minimi e il livello di prestazione sanitaria garantita all’interno dei CIE è molto al di sotto di un livello dignitoso, minimo e standard.

Nei fatti possiamo dire che all’interno dei CIE si hanno molti meno diritti che all’interno di un carcere, quindi questa considerazione secondo me esprime benissimo lo stato di inaccettabilità di queste strutture.

Con questa risoluzione ci esprimiamo con nettezza perché non vengano più riaperti e perché vengano invece attivate strutture alternative e venga una reale politica di integrazione che nel nostro Paese manca da ormai troppo tempo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Sconciaforni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bazzoni. Ne ha facoltà.

 

BAZZONI: Grazie, presidente. Devo dire che la politica della sinistra nei confronti dell’immigrazione selvaggia e clandestina è fallimentare e disfattista. In certi casi verrebbe quasi da pensare che vi sia una voglia di sfasciare le nostre istituzioni, la nostra società e il nostro vivere civile. Ogni volta che proviamo a lanciare un allarme o avanzare qualche critica rispetto al lassismo e menefreghismo con cui l’Italia, a differenza di altri paesi mediterranei, affronta le ondate continue di centinaia di migliaia di clandestini ci sentiamo rispondere che gli immigrati servono alla nostra economia, in particolar modo a quella emiliano-romagnola. Ma ci rendiamo conto di questa enorme balla, soprattutto in questa fase di depressione economica?

Per ogni immigrato integrato che lavora e che è utile alla nostra società ve ne sono almeno tre che rappresentano solo un problema ormai gravissimo.

Abbiamo mai provato a girare per le vie delle nostre città, nei parchi o nei giardini in orario di lavoro? Vediamo frotte di immigrati che fanno gruppo, bevono birra lasciano i vuoti ovunque, litigano tra loro, anche violentemente, importunano donne di qualunque nazionalità. Abbiamo mai visto gruppi di giovani adolescenti che non studiano e non lavorano ma si aggirano nelle città in cerca di guai? A quando rivolte e guerriglie come a Parigi alcuni anni fa?

Non continuiamo a procrastinare la solita leggenda dell’immigrazione italiana, perché gli italiani emigravano nei vari paesi per quote prestabilite con un lavoro che li aspettava, con l’obbligo di attenersi alle regole ferree del paese che li ospitava pena l’espulsione.

Abbiamo mai fatto mente locale all’impressionante sequela di furti, rapine, scippi e spacci di droga che ormai non fanno neanche più notizia? D’altronde queste centinaia di migliaia di persone giovani e clandestine, senza nessuno scrupolo, di qualche cosa dovranno pur vivere. Abbiamo mai pensato alla sanità nazionale che deve assistere milioni di persone in più quando è già in difficoltà ad assistere gli italiani e gli immigrati regolari con un lavoro e integrati? Abbiamo mai pensato all’immagine che si è diffusa in Africa ed Asia di un’Italia ventre molle dell’Europa che rappresenta un richiamo irresistibile per migliaia di persone?

La Grecia e Malta mandano le navi a respingere, la Spagna spara pallottole di gomma, la Francia li respinge alla frontiera di Ventimiglia, in Croazia non si arrischiano neppure ad andare e noi cosa facciamo? Pensiamo di chiudere i centri CIE aperti e ci opponiamo alla riapertura di quelli chiusi? Se francesi, spagnoli, croati, greci e maltesi difendono la loro nazione e la loro società allora c’è proprio da pensare che la sinistra italiana giochi invece allo sfascio della nostra nazione e del nostro Stato.

La cosa più grottesca è che ci si invita sempre a seguire pedissequamente quello che fanno gli altri paesi con un’esterofilia ottusa e cialtrona ma in questo caso invece la sinistra italiana vuole essere originale pensando di avere in tasca la verità. Come abbiamo scritto nella risoluzione, è necessario un cambio di passo prima che sia troppo tardi e la nostra regione venga completamente snaturata, resa totalmente insicura e travolta da un degrado inarrestabile che si sommerà e amplificherà la stagnazione economia di lunga durata che ci attende.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bazzoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.

 

BERNARDINI: Grazie, presidente. Penso che l’inciso della risoluzione presentata come primo firmatario dal collega Sconciaforni contenga nelle sue premesse quello che è l’obiettivo da garantire, ossia che le strutture, i CIE, servono per trattenere i cittadini immigrati trovati in condizioni di irregolarità di soggiorno e in attesa di provvedimenti di identificazione ed espulsione.

Partirei da questo inciso per fare un ragionamento serio su quella che è ed è stata l’esperienza dei CIE perché non vedo un’alternativa su questa risoluzione. Chiudiamo i CIE e poi cosa succede? Nulla dite e nulla avanzate in termini di proposte. Che ci sia qualcosa da rivedere nel funzionamento dei CIE possiamo essere d’accordo, possiamo trovarci attorno a un tavolo e discutere su quelle che sono le modalità e le regole per un funzionamento corretto, però non proporre nulla su quella che è la fase 2, a fronte di un’eliminazione dei CIE, mi sembra quantomeno grottesco e superficiale, ed è questo l’atteggiamento che purtroppo si trova spesso in chi parla di immigrazione e parla delle problematiche che attengono all’immigrazione.

Se vogliamo fare un discorso serio e analizzare dalla A alla Z tutto quello che sono le problematiche dell’immigrazione sul territorio nazionale possiamo farlo ma senza boutade ideologiche e/o per bandiere elettorali, come avviene in questo caso di fronte a una risoluzione che dice che i CIE non vanno bene, e sulla funzionalità dei CIE penso si possa dire tanto, ma arrivare a sventolare una proposta demagogica come questa che non va ad affrontare il problema, non pone risposte ai problemi e addirittura non dà soluzioni alternative mi sembra veramente una risoluzione degna da campagna elettorale ma non degna di un’Assemblea legislativa come questa che i problemi dovrebbe risolverli e non aumentarli.

Di fronte a questo scenario - faccio già anche la dichiarazione di voto - ci troviamo nettamente contrari a questo tipo di risoluzione, la preoccupazione sulla gestione di una corretta immigrazione oggi è un problema non solo di ordine pubblico e di politiche internazionali ma anche di cassa.

L’ho già detto nel precedente intervento la settimana scorsa; oggi assistiamo a un’immigrazione che non è più economicamente sostenibile né per gli enti locali né per le casse regionali. Basta vedere quello che capita sui capitoli della sanità, dove i numeri da scoprire e i numeri da vagliare sono ben diversi da quelli che vengono presentati ogni qualvolta vengono fatte risoluzioni che portano a casa qualche numerino ma il grosso rimane sempre ben nascosto. Mi riferisco a tutte le prestazioni esenti da ticket, non solo quelle ambulatoriali ma anche quelle che avvengono con le degenze, con gli interventi chirurgici, abbiamo casi di persone che entrano illegalmente nel nostro territorio per quella che è un’immigrazione di stampo sanitario, per cui vengono qua a fare una dichiarazione di indigenza, hanno il loro cartellino STP e magari usufruiscono di operazioni specialistiche che nel loro paese dovrebbero pagare magari per migliaia di euro, non avviene nessun tipo di controllo su quelle che sono anche queste correlazioni tra l’immigrato che arriva sul nostro territorio e quello che eventualmente l’immigrato rappresenta nel paese di origine. Parlo anche in termini di capacità economiche e vi posso citare un caso ben documentato di due albanesi che vengono sul territorio italiano per prestazioni mediche specialistiche (una protesi d’anca e un altro tipo di operazione), poi se ne tornano nel loro paese e a fronte di verifiche fatte nel loro paese avevano addirittura una terra, case e attività economiche.

Questo per dire quanto sono larghe le maglie dei controlli effettivi, come vengono invece richiesti agli italiani quando devono dichiarare il reddito per le varie esenzioni ticket.

Tutto questo è una partita che andrebbe esaminata non con interessi di parte, interessi di partito o proposte demagogiche degne di campagna elettorale ma con serietà perché il problema dell’immigrazione sarà un problema che scoppierà in mano a chi lo va a gestire, in primis agli enti locali, e basta vedere i bilanci e quello che succede all’interno dei circuiti di assistenza sociale per renderci conto che ormai stiamo generando e contribuendo a una guerra tra poveri che non sta dando alcun risultato positivo né in termini di integrazione né in termini di disagio sociale né in termini di pacifica convivenza tra diverse etnie, come purtroppo oggi avviene.

Ritengo doveroso rimanere al tema oggetto della risoluzione per dire che oggi i CIE devono continuare a esistere, devono essere mantenuti sul territorio, sicuramente gestiti in maniera diversa, sicuramente migliorati sotto l’aspetto dell’ospitalità e delle procedure burocratiche che vanno sicuramente snellite e fatte in tempi più ristretti rispetto a quelli, pur larghi, che oggi sono consentiti, ma permettetemi di chiedere qual è l’alternativa di fronte al nulla. Penso che l’alternativa di fronte al nulla sia comunque la possibilità di operare un percorso di identificazione e di espulsione per chi è entrato nel nostro paese e non abbandonare queste persone nelle nostre strade e nelle nostre vie purtroppo in balia sempre più spesso della microcriminalità che li arruola con estrema facilità e i risultati sono da leggere nei numeri che il sistema carcerario ci porta a conoscenza ogni anno, quando vengono nuovamente pubblicati i dati su quelle che sono le presenze in carcere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bernardini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Villani. Ne ha facoltà.

 

VILLANI: Grazie, presidente. Leggo alcune agenzie che sono di oggi: 80 immigrati sbarcati in Calabria, 257 nel tardo pomeriggio di ieri soccorsi da Marina, Aeronautica e Guardia di Finanza, altre 300 persone su due mercantili, per sottolineare che questi numeri evidenziano in modo crudo e drammatico che siamo davanti a quella che qualcuno ha definito un’invasione. Il Ministro degli Interni ci dice che ci sono dai trecento ai seicentomila disperati dall’altra parte del Mar Mediterraneo che sono pronti ad arrivare in questo Paese e mi chiedo, vedendo la risoluzione che propone l’abolizione dei Centri di Identificazione ed Espulsione, davanti a questi numeri che alternativa loro pensano di proporre, perché mi pare che nei primi quattro mesi di quest’anno siano giunti più di diecimila immigrati, numero consistente che ogni giorno diventa più importante, per cui è chiaro che una soluzione deve essere trovato perché non penso che possano aggirarsi tranquillamente nel nostro paese senza nessun controllo, come è già stato detto, magari dovendo procacciarsi di che alimentarsi e cadendo nelle maglie della malavita che utilizza questa manovalanza, l’organizzazione propria di alcuni clan, ed è un qualcosa che si sta verificando in alcune zone del sud, votata esclusivamente alla malavita.

Mi pare che sia il solito metodo un po’ buonista di dire, per dare soddisfazione ad alcuni gruppi che su questa vicenda si chiudono gli occhi, che questo è un paese che può accogliere tutto e tutti. Basta vedere i risultati di questo tipo di politica, soprattutto negli ultimi mesi da quando abbiamo avuto un problema enorme con un Ministro che non si capisce bene cosa ha fatto ma certamente ha lanciato un messaggio che in questo Paese può entrare chiunque senza nessuna discriminazione tanto in qualche modo una soluzione per farli vivere decentemente la si trova. Forse lei, che è arrivata allo scranno del Ministero, ha perso di vista quello che succede nelle periferie, e non solo nelle periferie, ma anche nei centri storici delle città emiliano-romagnole da una certa ora del giorno in poi dove c’è un’insicurezza diffusa dovuta al fatto che vi sono frotte di clandestini o di immigrati nullafacenti, perché oggi la situazione è questa, perché non c’è lavoro per i nostri giovani e immaginiamoci se abbiamo lavoro per le decine di migliaia di immigrati che stanno entrando e che sono entrati in questi mesi.

Sono fermamente convinto che anzi il Governo dovrebbe dare dei segnali diversi, il Governo dovrebbe invertire la rotta rispetto a questa invasione e magari ripristinare i respingimenti, così come fanno altre nazioni della Comunità europea, e mi riferisco esattamente alla Spagna, alla Grecia, a Malta e alla Francia, perché è indubitabile che non ci possiamo permettere questa invasione. Non solo quindi i CIE devono esistere e funzionare, altrimenti ve li trovate tutti nelle vostre case e quindi a quel punto forse un problema ve lo porrete, togliendo l’ideologia che c’è sulla comprensione razionale di questo problema, che è enorme, quindi i CIE non solo devono essere riaperti ma devono essere rafforzati e forse devono essere anche dei centri all’interno dei quali con maggiore celerità si avviano le procedure dei rimpatri coatti. Noi dobbiamo invertire assolutamente la rotta e non possiamo più resistere a questa invasione. Ben vengano i CIE e ci vuole maggiore rapidità nelle espulsioni.

Sento dire che ci sono state delle morti nel Mediterraneo, anche io mi rendo conto che c’è questo problema ma se noi mandiamo il messaggio che la Marina Militare, le Capitanerie di Porto e la Guardia di Finanza sono lì perché fanno il taxi agli immigrati questo flusso non solo non diminuirà ma si amplierà a dismisura, come sta avvenendo. La scelleratezza della Kyenge dal punto di vista della comunicazione di questi aspetti la stiamo pagando adesso, fortunatamente non c’è più il Ministro ma spero che questo Governo faccia rotta in modo differente rispetto a un problema che è già di sicurezza pubblica e che sta diventando, come è stato detto, con una rilevanza economica spropositata rispetto al periodo di crisi che il nostro Paese sta vivendo.

La vostra risoluzione è una risoluzione che è forse dettata dalla necessità ideologica, non corrisponde a quello che succede nel Paese e soprattutto non corrisponde a quello che pensa la maggioranza di questo Paese, che vive, soprattutto nelle grandi città o medio-grandi, anche nelle città emiliano-romagnole, una situazione di insicurezza diffusa per questo approdo indiscriminato. La vostra è una risoluzione ovviamente rispetto alla quale voterò contro mentre voterò la risoluzione che ha presentato il mio capogruppo Bazzoni laddove ci sono tutti i punti che segnalano un’inversione di rotta, quindi non solo riapertura dei CIE ma maggiore controllo dei CIE, più rapidità nelle espulsioni e torniamo ai sani respingimenti, perché solo dando un messaggio che in questo Paese non entra chicchessia possiamo invertire la tendenza e forse possiamo anche evitare che succedano le disgrazie con tanti morti che abbiamo visto alcuni mesi fa.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Villani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Montanari. Ne ha facoltà.

 

MONTANARI: Grazie, presidente. Colleghi, penso di fare presto. Ho sentito molti ragionamenti che mi creano turbamento e anche un malessere fisico. Ho in mente un ragazzo di quindici anni, a casa mia, che vede sul tavolo - allora le province venivano un po’ esaltate - un libro per il sessantesimo della Provincia di Ferrara e iniziava, nelle prime pagine, con carri di legno pesantissimi, che qualcuno si ricorda forse perché li ha visti in qualche mostra, che venivano trainati dai buoi e queste pagine finivano con le moderne tecnologie con cui si lavora adesso in agricoltura. Questo ragazzo ha sfogliato questo libro e ad un certo punto mi dice "voi in sessant’anni, dalla prima pagina all’ultima, noi ancora siamo arrivati qui", e fa segno alla prima pagina dove c’è il carro pesante con i buoi per lavorare la terra. È un ragazzo che vive in Italia, ormai cittadino italiano, proveniente dall’Albania. Qual è il malessere che mi viene? È questa identificazione, totale, nei ragionamenti che ho sentito, tra l’essere immigrato e l’essere un criminale. È una cosa che non corrisponde ai fatti e poi, visto che non voglio indurre a nessuna lacrima, dico a chi fa questi ragionamenti che state assolvendo tutti i non immigrati che sono criminali. Io li voglio prendere tutti i criminali! Non ho mai sentito da voi una parola su un immigrato brava persona, mai! Non c’è un luogo dove lo dite, un’aula come questa, una piazza, un luogo pubblico, mai una volta! Ma quale cultura, consigliere Bazzoni, spero che lei abbia un ghostwriter perché le cose che ha detto sono allucinanti. Ti chiedo di andare in un asilo nido e vedrai asili nido dove ci sono dal 10 al 17 per cento di bambini che presentano dei colori diversi della pelle e stanno bene insieme. Questo rumore segnala...

 

(interruzione del consigliere Villani)

 

Prima ancora che di proposte di civiltà, maleducati! Odio profondo, andate a prendere i voti con questo odio e quando ne prendete tanti sappiate che con la miseria che c’è in giro nel mondo, in Europa, tenteranno sempre di venire per quanto si stia male. Alzando i muri come avete fatto con la "Bossi-Fini" non avete diminuito la presenza di criminali e non avete combinato nulla. Sei un provocatore perché nessuno ti ha interrotto! È sufficiente dire una cosa diversa dalla tua e guarda come ti si alza la cresta! Con quella crestina non tieni fuori neanche un immigrato. Vai a fare questi ragionamenti in una piazza dove ci sono loro o parla con quello che si è preso la medaglia dal Presidente della Repubblica! Percentualmente sono di più degli italiani quelli che si buttano per salvare un italiano quando sta affogando in mare o in un canale. Detto questo, insegnateci, venite con delle proposte per insegnarci qualche cosa. Finora avete fatto fallimento e il futuro che vedo io è quello di un’Europa che deve cercare di unirsi perché altrimenti è una caccola nel mondo, che verrà seppellita dalla potenza dell’India e della Cina. Un’Europa che deve portare avanti una cosa che ci fa diversi da tutti gli altri, l’economia e il welfare. Se noi teniamo insieme questi due punti noi teniamo insieme la possibilità di riuscire a dialogare con chi oggi vediamo magari con un sentimento di paura, ma il modo per affrontare questa paura non è certo quello di chiuderci in noi stessi. Ho visto che la ragione per cui ho premuto il tasto risiedeva profondamente, al di là delle proposte, nella cultura che molti, spero non tutti, del centrodestra qui dentro rappresentano. Purtroppo abbiamo fatto molti passi indietro dalla cultura che ha sotteso la "Bossi-Fini", che già non andava bene, vedo una ulteriore regressione, quando invece ci sarebbe bisogno di ben altro.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Montanari.

Non ci sono più interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.

 

MEO: Grazie, presidente. È chiaro che in un argomento come questo e su un tema così importante poi non solo gli animi si scaldano ma si rischia anche di mettere tutto insieme. È fuori di dubbio che un tema ormai vitale per la nostra società, che è quello dell’immigrazione, richieda ragionamenti molto approfonditi, la ricerca di soluzioni, richieda che il Paese Italia non sia lasciato da solo a fronteggiare quella che il consigliere Villani snocciolava con i suoi numeri, una vera e propria emergenza per una serie di caratteristiche, anche fisiche, del nostro Paese, richieda l’intervento dell’intera Europa, le nazioni vicine, il bacino del Mediterraneo, è tutto vero, però così come sono veri i numeri che vengono presentati, che sono dei numeri altissimi e che descrivono in qualche modo l’emergenza, altrettanto vero e demagogico è l’istituto del CIE perché non è che nel CIE ci passano diecimila immigrati al giorno o seicentomila immigrati che premono sulle nostre coste. Questa è demagogia, perché nel CIE ci passano poche decine di persone e una lotteria che decide che vanno lì piuttosto che in un altro paese piuttosto che in un’altra parte. Si tratta di poche centinaia di persone all’anno. Il CIE è demagogia pura e non serve assolutamente a nulla e non tocca uno dei problemi che sono stati qui elencati. Non uno di quei problemi è risolto attraverso questo istituto, messo lì apposta per far vedere che si fa qualcosa secondo uno schema di vecchia e putrida politica che non vorremmo più vedere. Si fanno le cose dal punto di vista demagogico, non servono a niente, però almeno è qualcosa, però non si deve ragionare così, bisogna fare le cose utili ad affrontare un problema che ha questi numeri. I CIE contengono veramente - non so di chi voi li ha mai visitati ed è mai entrato in queste strutture - pochissimi posti e ha ragione il consigliere Sconciaforni che è meglio la galera, perché la galera, anche se noi siamo osservati anche a livello europeo per le condizioni indegne delle nostre carceri, è una struttura comunque controllata dallo Stato mentre il CIE no.

Se parliamo di interessi a questo punto vorrei entrare nel merito di chi gestisce queste strutture, quali sono le forme cooperative e associative che hanno in gestione queste strutture, quanto costano allo Stato queste strutture per mantenere poche decine di persone per volta, decine di persone che non hanno commesso dei reati, perché altrimenti sarebbero in galera, ma sono esclusivamente dei clandestini sorteggiati che in qualche modo entrano lì piuttosto che in altri percorsi.

Nei CIE non succede nulla; ci sono dei giovanissimi, perché questi ragazzi che entrano per la maggior parte sono giovanissimi, costretti a un’inattività totale che li porta all’autolesionismo e alle cose che vediamo, perché guardate che nelle nostre carceri un minimo di attività c’è, un minimo di conforto religioso per tutte le religioni c’è, c’è un minimo di struttura sanitaria ma in questi buchi tenuti solo per questa demagogia non accade nulla del genere.

È una vergogna del tutto italiana che penso vada assolutamente abolita e che la politica dell’immigrazione, essendo una cosa seria, vada affrontata dal punto di vista generale in modo serio e appropriato, non certo attraverso queste costose forme di detenzione inumana che servono solo a far sentire una piccola parte del nostro Paese non più al sicuro ma di poter dire che si fa questa cosa. Non credo che poche decine di persone costosamente detenute in strutture inumane servano a fare sentire più sicuri i cittadini nelle nostre strade e nelle nostre città.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Meo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Ho ascoltato tutti gli interventi con molta attenzione e sostanzialmente da parte del centrodestra ci sono state accuse in tutti gli interventi a questa risoluzione sostenendo che questa fosse una risoluzione ideologica e quindi nulla di concreto, intrisa di ideologia, però ho riscontrato che in realtà questi interventi erano intrisi di ideologia e non si occupavano del merito di questa risoluzione. Noi possiamo discutere a lungo sul tema dell’immigrazione, l’abbiamo già fatto in quest’Aula, ne abbiamo discusso tanto. Alcuni ritengono che in Italia non esistano delle regole, ma in Italia le regole ci sono; noi abbiamo stretto un patto con gli altri Paesi europei, il Patto di Schengen, siamo all’interno di quelle regole, i flussi sono programmati, ci sono i cosiddetti decreti flussi, poi ci sono persone che entrano regolarmente e persone che entrano irregolarmente, cosa che accade ahimè in tutti i Paesi d’Europa e non mi pare sia una caratteristica italiana. Un conto è discutere in generale di immigrazione, perché, se volessimo farlo, dovremmo andare a vedere chi ha scritto le attuali leggi sull’immigrazione, dovremmo andare a vedere se queste leggi in realtà hanno prodotto dei risultati rispetto al contrasto dell’immigrazione clandestina oppure no e dovremmo andare a valutare queste leggi. Queste cose purtroppo richiedono un po’ di tempo ma sarei assolutamente disponibile a farlo, però oggi ci stiamo occupando di una risoluzione che riguarda i CIE e non del resto.

Io ho ascoltato le dichiarazioni del collega Bazzoni il quale a un certo punto ha detto che ci troviamo di fronte a immigrati che sono beoni, che discutono e litigano tra di loro, che sono sfaccendati e si trovano nei parchi e ha aggiunto che sugli italiani questa cosa non è mai accaduta, che noi italiani quando siamo andati fuori siamo andati fuori a lavorare, abbiamo sempre avuto una casa e un lavoro ma disgraziatamente in alcuni Paesi dove noi siamo stati ospiti, perché siamo un Paese di emigrazione, non tutti la pensavano così. Mi spiace che il consigliere Bazzoni si sia allontanato perché gli leggerei un breve sunto di quello che ha sostenuto lui, detto con altri termini, che è questo: "generalmente sono di piccola statura e di pelle scura, molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane, si costruiscono baracche nelle periferie, quando riescono ad avvicinarsi al centro e affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti si presentano in due, cercano una stanza con uso cucina e dopo pochi giorni diventano quattro, sei o dieci, parlano lingue incomprensibili, forse dialetti, molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina, spesso davanti alle chiese, donne e uomini invocano pietà con toni lamentosi e petulanti, fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro, dicono che siano dediti al furto e se ostacolati violenti, le nostre donne li evitano sia perché sono poco attraenti e selvatici sia perché si è diffusa la voce di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma soprattutto non hanno saputo selezionare tra coloro i quali entrano nel Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o addirittura di attività criminali."

La fonte non è il collega Bazzoni ma è la Relazione dell’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso degli Stati Uniti sugli immigrati italiani, ottobre 1919. Purtroppo - lo dico con dispiacere - non è che quando il nostro Paese era di emigrazione, emigravano soltanto le brave persone, ma in tutti i Paesi dove c’è emigrazione emigrano delle bravissime persone, che sono la stragrande maggioranza degli immigrati che sono in Italia, che lavorano e che contribuiscono alla nostra economia, che pagano le tasse, anche se non votano nemmeno alle amministrative e contribuiscono allo sviluppo locale, e poi ci sono altre persone; anche se noi andassimo a fare la media, rispetto alla media dei reati che vengono commessi in questo Paese, la media degli immigrati che commettono reati è più bassa della media degli italiani che commettono reati, ma queste sono cifre che qualcuno vuole sentire e altri no. Purtroppo le cifre sono queste.

Sull’immigrazione potremmo discutere tanto e ci sono degli studi fatti anche in questa regione che dimostrano come gli immigrati in questa regione contribuiscono moltissimo al suo sviluppo economico e prendono meno di quanto danno, compresi gli asili nido, case dell’edilizia residenziale pubblica, ecc.

Noi però stiamo discutendo dei CIE, se i CIE si sono rivelati strumenti utili oppure no. Voi sapete qual è tutta la vicenda che ha portato ai CIE, perché la normativa parte da una legge ("Turco-Napolitano") che aveva creato i centri di permanenza temporanea, nei quali si poteva essere trattenuti per soli trenta giorni e in questi centri non venivano trattenuti gli immigrati trovati senza un documento ma venivano sottoposti a provvedimenti di espulsione o di respingimento con accompagnamento coattivo alla frontiera. Si è trasformato in un luogo dove le persone possono essere trattenute per sei mesi, ma cosa direste voi se un italiano in un altro Paese venisse trattenuto per sei mesi senza avere un legale e nessun tipo di garanzia? Si hanno più garanzie in carcere, come hanno detto bene altri colleghi. In questo caso nei CIE non c’è la libertà personale, non ci sono diritti, non si ha possibilità di difesa ed è una situazione particolare.

Voterò a favore dell’ordine del giorno presentato dal collega Sconciaforni e concludo dicendo che certamente dobbiamo trovare insieme delle soluzioni però parlando di una struttura che non ha funzionato e per la quale non si riesce nemmeno a fare un bando forse dobbiamo ripensarci e dobbiamo chiuderla. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mumolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente. Solo per ricordare a me stesso e all’intera Aula che il problema che noi ci troviamo ad affrontare è un problema ovviamente enorme, tragico, che ha degli aspetti sotto un certo profilo terrificanti, però noi non possiamo dimenticare una questione: i Centri di Identificazione e di Espulsione trattengono queste persone per un periodo che è stato definito lungo, da qualcuno eccessivo, ma che potrebbe essere risolto nel momento in cui la persona che viene trattenuta declina le proprie generalità, fornisce, secondo quelle che sono le regole di ogni paese civile, i propri documenti e soprattutto indica il paese di provenienza, perché in quel momento preciso avviene l’espulsione, perché il problema non è quello dei cittadini immigrati che si comportano in maniera corretta in Italia, nessuno di noi credo che lo possa sostenere, perché sarebbe una follia e saremmo alla xenofobia, confonderemmo un problema che esiste, che è quello di un’immigrazione incontrollata, di una vera e propria invasione sotto certi aspetti, con quello che invece è un dato di fatto e cioè la presenza di tante persone straniere che rispettano le regole, che sono capaci di assolvere a quelli che sono i doveri e quindi che hanno anche dei diritti.

Nessuno questo lo esclude, il problema però nasce nel momento in cui si aprono gli occhi e si cancella quella ubriacatura ideologica, che è una malattia grave della politica, che non ci consente di vedere la realtà, perché un politico che è distaccato dalla realtà delle cose non fa bene il suo mestiere, per cui basta aprire un giornale, quello di oggi, quello di ieri, quello dell’altro ieri e indietro ancora per giorni e giorni e vedere quello che accade. È chiaro che se non vi sono le condizioni per poter mantenere e aiutare le persone che arrivano, con tutti i problemi che abbiamo in Italia, allora mi domando come mai ad esempio il traffico della prostituzione in questa regione sia nelle mani dei cittadini stranieri, mi domando ancora come mai il traffico della droga sia nelle mani dei cittadini stranieri e mi domando ancora come mai il traffico delle armi o i reati predatori siano una prerogativa dei cittadini stranieri. Non lo dico io ma lo dicono le statistiche, lo dicono il numero di detenuti nelle case circondariali di questa regione, che in alcuni momenti superano addirittura l’80 per cento.

 

(interruzione del consigliere Montanari)

 

Sì, è vero, anche i mafiosi, e questi sono nostri, vanno messi in galera. Il problema invece è un altro, quando abbiamo un’immigrazione non controllata perché non ci sono delle regole e consentitemi di dire - forse dirò una cosa che farà saltare sulla sedia qualcuno anche dei miei colleghi - che la "Bossi-Fini" così come concepita secondo me è stata un fallimento perché non è riuscita nel suo intento. Non esiste un paese civile - penso agli Stati Uniti d’America, all’Inghilterra, all’Australia - in cui non vi siano delle regole da rispettare perché se si sbarca negli Stati Uniti si deve indicare dove si va, che cosa si fa, addirittura prima di arrivare in aeroporto si deve evidenziare se si hanno delle malattie, se si è portatore di malattie infettive, se si hanno dei precedenti penali e tutta una serie di questioni che poi vengono verificate e controllate alla dogana al momento dell’ingresso. Questo perché se si tratta di persone che sono in una condizione di pericolosità queste persone non possono entrare. Lo dico con molta tranquillità.

Nel momento in cui arriva uno sbarco con mille, duemila, cinquemila o diecimila persone, come sono arrivati nei primi quattro mesi, e poi saranno probabilmente altri seicentomila, in questa situazione di crisi economica noi che cosa facciamo? Chi c’è in mezzo a queste persone? C’è gente che ha combattuto, che ha partecipato a guerre, che magari era presente quando si ammazzavano nelle fosse comuni, portatori anche di malattie gravissime e credo che un minimo di attenzione dovremmo averla e non possiamo permetterci di fare entrare chiunque e soprattutto - questo è il ragionamento - li ha voluti la "Turco-Napolitano" i CTP (Centri di Trattenimento e di Permanenza). Come mai? Perché anche allora si comprendeva che questo è un problema di portata epocale. Come mai - lo ricordava prima il collega Villani - paesi che sono anche a un’amministrazione di sinistra come la Francia, la Spagna (prima) o la Grecia i respingimenti li applicano in maniera molto più severa di quanto non facciamo noi che siamo affacciati, come loro, sul Mediterraneo? Come mai in Australia ad esempio nel momento in cui vi sono dei clandestini, questi vengono portati in centri di trattenimento e vengono espulsi? Come mai l’espulsione qui non è possibile? Quando una persona non si comporta bene e ne combina di tutti i colori, perché li vediamo e li vedono tutti i cittadini emiliano-romagnoli - vedono tutti ciò che accade nelle nostre città e nelle nostre periferie - come mai non siamo in grado di attuare un progetto di allontanamento di persone che possono essere considerate indesiderate per la loro condotta di vita e per ciò che fanno durante il giorno? Noi non dobbiamo dare in Italia un approvvigionamento logistico fatto di case, di aiuti e di sovvenzioni; questo è il punto vero e il problema politico. Noi voteremo contro ma chiedo anche ai colleghi che militano anche in altre formazioni politiche di comprendere che se vogliamo realmente aiutare i veri immigrati, coloro i quali fanno sacrifici e che si sentono anche a loro volta italiani, senza perdere la loro identità, dobbiamo distinguere tra un’immigrazione che è regolare e un’immigrazione che non lo è, e per quest’ultima vanno riaccompagnati, se proprio non gli piace questo paese, da dove sono venuti.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Aimi.

Tra gli scrutatori sono presenti il consigliere Paruolo e il consigliere Cavalli mentre sostituisco il consigliere Pollastri col consigliere Garbi.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5339, a firma dei consiglieri Sconciaforni, Pariani, Naldi, Barbati, Meo e Monari.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5351, a firma dei consiglieri Bazzoni, Villani, Vecchi Alberto e Leoni.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è respinta.

Noi dovremmo chiudere alle 14:30 ma visto gli atti che abbiamo successivamente ritengo di chiudere adesso. Convoco l’Ufficio di Presidenza immediato e voglio solamente augurare buona Pasqua a tutti i consiglieri, a tutti i nostri collaboratori, che anche oggi ci hanno seguito benissimo sia qui sia in regia, e a tutti i giornalisti. Ci vedremo nel mese di maggio. Grazie.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno, inviate a tutti i consiglieri, sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 14,24

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50.

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta: il presidente della Giunta Vasco ERRANI;

il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Simonetta SALIERA.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Teresa MARZOCCHI e Tiberio RABBONI e la consigliera Paola MARANI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 5435 "Risoluzione per impegnare la Giunta a negare tutte le autorizzazioni di ricerca e prelievo idrocarburi sul territorio regionale ed a revocare quelle già rilasciate. A firma dei Consiglieri: Defranceschi, Favia"

 

Votazione emendamento 1 a firma del consigliere Malaguti

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 7

Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Mauro MALAGUTI, Matteo RIVA.

 

Contrari: 28

Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Sandro MANDINI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI.

 

Non votanti: 1

Palma COSTI.

 

Assenti: 6

Galeazzo BIGNAMI, Franco GRILLINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.

 

Votazione risoluzione oggetto 5435

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 6

Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Mauro MALAGUTI.

 

Contrari: 35

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Sandro MANDINI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Astenuti: 1

Matteo RIVA.

 

Non votanti: 1

Palma COSTI.

 

Assenti: 7

Luca BARTOLINI, Galeazzo BIGNAMI, Franco GRILLINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.

 

Emendamento

 

OGGETTO 5435 "Risoluzione per impegnare la Giunta a negare tutte le autorizzazioni di ricerca e prelievo idrocarburi sul territorio regionale ed a revocare quelle già rilasciate. A firma dei Consiglieri: Defranceschi, Favia"

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Malaguti:

«All’ultimo capoverso dove si legge Impegna la Giunta… dopo "di ricerca" togliere la "e" e sostituirla con "finalizzate al …" prelievo»

(Respinto)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

5389 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Legge comunitaria regionale per il 2014" (delibera di Giunta n. 428 del 31 03 14).

5408 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifiche alla legge regionale 13 novembre 2001, n. 35 "Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole"" (delibera di Giunta n. 464 del 07 04 14).

5417 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Disposizioni per la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari della Regione Emilia-Romagna". Iniziativa del Consigliere: Grillini (09 04 14)

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell’art. 121 della Costituzione:

5383 - Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: "Modifiche all'articolo 48 della Costituzione in materia di attribuzione del diritto di elettorato attivo nelle elezioni regionali e degli enti locali ai cittadini che hanno compiuto il sedicesimo anno di età". Iniziativa dei Consiglieri: Moriconi, Pariani, Mori, Piva, Fiammenghi, Monari, Paruolo, Zoffoli, Montanari, Alessandrini, Vecchi Luciano, Mumolo, Marani (02 04 14)

5394 - Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: "Obbligo di introdurre un sistema di ritenuta per bambini con dispositivo di allarme anti abbandono nei veicoli adibiti al trasporto per bambini" (03 04 14). Iniziativa del Consigliere: Vecchi Alberto

 

È stato presentato il seguente progetto di regolamento:

5374 - Proposta di Regolamento per il trattamento dei dati sensibili e giudiziari di competenza della Giunta della Regione Emilia-Romagna, delle Aziende sanitarie, degli Enti e delle Agenzie regionali e degli Enti vigilati dalla Regione (delibera di Giunta n. 424 del 31 03 14).

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

5391 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere in attuazione dell'Agenda Digitale Europea. A firma del Consigliere: Pollastri

5392 - Interrogazione a risposta scritta circa le attività da porre in essere per risolvere la situazione di dissesto idrogeologico esistente nel Comune di Polinago (MO). A firma del Consigliere: Leoni

5395 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di tutela degli allevamenti dagli attacchi dei lupi. A firma del Consigliere: Leoni

5396 - Interrogazione a risposta scritta circa la pubblicazione degli importi dei compensi erogati da gruppi industriali cooperativi, con particolare riferimento alla situazione riguardante Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Filippi

5397 - Interrogazione a risposta scritta circa il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese, con particolare riferimento alla situazione di Modena. A firma del Consigliere: Leoni

5399 - Interrogazione a risposta scritta circa il ripristino del servizio di pronto soccorso ostetrico-ginecologico dell'Ospedale Maggiore di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

5401 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela delle Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) in relazione alle certificazioni introdotte col D.lgs. 4 marzo 2014, n. 39. A firma del Consigliere: Garbi

5402 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione dei trasferimenti statali in relazione alla situazione della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria (CTSS) di Piacenza. A firma del Consigliere: Pollastri

5403 - Interrogazione a risposta scritta circa la centralizzazione delle autorizzazioni all'incenerimento dei rifiuti, con particolare riferimento alla Provincia di Piacenza. A firma del Consigliere: Pollastri

5404 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per prevenire e combattere le ludopatie. A firma del Consigliere: Pollastri

5405 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare le frane che hanno colpito i territori dell'Appennino modenese a Guiglia, Pievepelago e Palagano. A firma del Consigliere: Leoni

5406 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione ed i danni causati dall'esondazione del torrente Tiepido (MO). A firma del Consigliere: Leoni

5407 - Interrogazione a risposta scritta circa la somministrazione gratuita del probiotico VLS#3 nella terapia delle pouchiti croniche. A firma dei Consiglieri: Carini, Mazzotti

5409 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure per la costruzione di impianti sportivi riguardanti il Comune di San Pietro in Casale (BO). A firma del Consigliere: Defranceschi

5410 - Interrogazione a risposta scritta circa la diffusione, da parte del Comune di Ozzano dell'Emilia, dell'invito riguardante la presentazione di un libro. A firma del Consigliere: Bignami

5411 - Interrogazione a risposta scritta circa l'esondazione del torrente Tiepido, avvenuta a Modena in data 4 aprile. A firma dei Consiglieri: Vecchi Luciano, Serri

5412 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela della cittadinanza a fronte della presenza di fibre di amianto nella rete idrica di Carpi (MO). A firma del Consigliere: Leoni

5413 - Interrogazione a risposta scritta circa i gravi inconvenienti causati alla circolazione dei treni in conseguenza dei furti di rame. A firma del Consigliere: Leoni

5415 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di vendita del capitale e la privatizzazione di Poste Italiane. A firma del Consigliere: Pollastri

5416 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da programmare ed attuare per la prevenzione dei suicidi nelle popolazioni a rischio nell'ambito del territorio regionale. A firma del Consigliere: Grillini

5418 - Interrogazione a risposta scritta circa la soppressione di treni intercity nel territorio regionale. A firma del Consigliere: Cavalli

5419 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al Rio Lagacciolo, nel Comune di Camugnano. A firma del Consigliere: Bignami

5420 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per promuovere, sul territorio regionale, la pratica dello sci di fondo. A firma del Consigliere: Leoni

5421 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative della Regione Emilia-Romagna volte al reperimento di risorse da destinare, a seguito degli eventi calamitosi di dissesto idrogeologico del marzo 2013, ai territori dell'Appennino parmense. A firma del Consigliere: Villani

5423 - Interrogazione a risposta scritta circa la mancata ricezione dei canali della RAI nella provincia di Rimini. A firma dei Consiglieri: Manfredini, Bernardini, Corradi, Cavalli

5425 - Interrogazione a risposta scritta circa l'inserimento dei servizi socio-sanitari tra quelli esentati dal pagamento delle tariffe autostradali, con particolare riferimento alle ambulanze delle Associazioni private. A firma del Consigliere: Pollastri

5426 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'individuazione e la sostituzione di tratti di rete idrica realizzati con tubi in cemento-amianto. A firma della Consigliera: Meo

5427 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la somministrazione della pillola Ru486 da parte di strutture del servizio sanitario regionale che offrano le relative prestazioni sanitarie in regime extraospedaliero. A firma della Consigliera: Barbati

5428 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i tagli dei posti letto nell'ambito della sanità della Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Manfredini, Bernardini, Corradi, Cavalli

 

Interpellanza

 

5393 - Interpellanza circa la situazione e le procedure riguardanti interventi di recupero di alloggi di edilizia popolare situati nel Comune di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

 

Risoluzioni

 

5398 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a rassicurare i partner diplomatici economici e politici russi sulla volontà della Regione Emilia-Romagna di continuare ad accrescere il livello delle relazioni esistenti e di tutelare i rispettivi interessi economici connessi ai numerosi progetti comuni, chiedendo inoltre al Governo di assumere iniziative, in relazione alla "crisi di Crimea" volte ad evitare che vengano compromesse le attuali relazioni con la Russia. A firma dei Consiglieri: Manfredini, Bernardini, Cavalli, Corradi (07 04 14)

5400 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo ed il Parlamento ad adottare misure che, in deroga alle attuali normative riguardanti l'applicazione per i soli Comuni ad alta tensione abitativa (ATA) della possibilità di stipula di contratti d'affitto concordati ai sensi della L. 431/1998, estenda tale facoltà anche ai comuni colpiti dagli eventi sismici del 2012. A firma dei Consiglieri: Vecchi Luciano, Serri, Pariani, Piva, Mumolo, Alessandrini, Fiammenghi, Bonaccini, Mazzotti, Montanari, Barbieri, Moriconi, Ferrari, Garbi, Marani, Pagani, Casadei, Mori (07 04 14)

5414 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte alla revisione del progetto di potenziamento del sistema autostradale tangenziale di Bologna e la realizzazione del relativo "passante nord", al fine di prevedere la flessibilizzazione delle possibilità di scambio tra autostrada e tangenziale, il potenziamento della stessa e la realizzazione di opere di mitigazione ambientale. A firma dei Consiglieri: Naldi, Meo, Sconciaforni (09 04 14)

5422 - Risoluzione circa l'istituzione di una Assemblea Costituente per la riscrittura di un nuovo testo della Costituzione. A firma dei Consiglieri: Leoni, Cavalli (11 04 14)

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn. :

5064 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa la situazione e le procedure riguardanti l'interramento del tratto urbano della linea ferroviaria Bologna-Portomaggiore.

5076 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa le modalità di svolgimento del controllo sui titoli di viaggio nel trasporto pubblico ferroviario, con particolare riferimento alla tratta Bologna-Ravenna.

5123 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa l'aumento del costo delle corse semplici extraurbane nella linea ferroviaria Modena-Sassuolo.

5124 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa l'applicazione delle norme riguardanti la deducibilità delle rette delle Case Protette gestite da ASP.

5131 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la bonifica degli immobili ove è stato riscontrato la presenza di amianto, con particolare riferimento ai relativi fondi ed alle situazioni più urgenti.

5138 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, per sapere se è già stato predisposto un programma di partecipazione regionale all'Expo di Milano 2015, visto il Protocollo di collaborazione tra le Regioni Lombardia ed Emilia-Romagna, per il governo delle eccellenze regionali.

5146 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, in merito alla deliberazione della Giunta regionale n. 318/2008 con la quale è stato adottato il PRI-A Programma Regionale Integrato per l’assistenza ai disturbi dello spettro Autistico (ASD).

5148 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, sul problema del pagamento dei mutui sulle case inagibili di cittadini delle zone colpite dal sisma del 2012 nel modenese.

5152 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa l'interruzione del tratto ferroviario Porretta Terme-Pistoia, a causa di un movimento franoso.

5239 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere a sostegno delle aziende e dei lavoratori delle zone colpite dall'esondazione del fiume Secchia, con particolare riferimento all'indennità di cassa integrazione in deroga. A firma della Consigliera: Noè

5262 - Interrogazione a risposta scritta sullo spettacolo organizzato dalla Regione Emilia-Romagna per i propri dipendenti in occasione della Festa della Donna 2014. A firma dei Consiglieri: Bazzoni, Filippi, Villani

5266 - Interrogazione a risposta scritta riguardo al procedimento sull'inagibilità degli edifici pubblici del Comune di Finale Emilia (MO) e sulla procedura aperta per la progettazione e i lavori di realizzazione di edifici pubblici temporanei nello stesso comune. A firma del Consigliere: Manfredini

5267 - Interrogazione a risposta scritta circa la normativa relativa alle sanzioni riguardanti i pescatori in merito al "piccolo pescato". A firma del Consigliere: Zoffoli

 

Comunicazione ai sensi dell'art. 8, comma 1, della L.R. 1/2005

 

Ai sensi di quanto previsto dall'art. 8, comma 1, della L.R. 7 febbraio 2005, n. 1, recante "Norme in materia di protezione civile e volontariato. Istituzione dell'Agenzia regionale di protezione civile" il Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani ha comunicato che, con proprio decreto:

 

n. 8 del 24 gennaio 2014, è stato dichiarato lo stato di crisi regionale fino al 23 aprile 2014 nel territorio della provincia di Modena colpito dagli eccezionali eventi meteorologici verificatesi dal 17 al 19 gennaio 2014 e che, su richiesta della Regione, per gli stessi eventi e lo stesso ambito territoriale con delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2014 è stato deliberato lo stato d’emergenza ai sensi dell’art. 5 della L.n. 225/1992 e s.m.i.

 

n. 40 del 21 marzo 2014, è stato dichiarato lo stato di crisi regionale fino al 18 giugno 2014 nel territorio del Comune di San Leo (RN) interessato da un grave movimento franoso.

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa la nomina effettuata dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione del seguente decreto nel periodo dal 20/03/2014 al 08/04/2014:

 

DPGR N. 49 DEL 31/03/2014

Procedimento di estinzione per inerzia dell’IPAB "Scuola Materna Ferruccio Remondini" di Castell’Arquato (PC) - Nomina del Commissario ad acta incaricato della redazione dell’inventario del patrimonio e della ricognizione dei rapporti attivi e passivi.

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, comma 1, lett. n)

 

Si informa, ai sensi dell’art. 68, comma 1, lett. n), che l’ordine del giorno relativo alla convocazione della tornata di lavori assembleari fissati per il giorno 15 aprile 2014 è stato integrato con il seguente oggetto:

 

5424 - Comunicazione della Giunta relativa all'attività svolta dalla Commissione "Ichese".

(Comunicazione n. 78 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP.2014.0000662 del 14/04/2014)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso della seduta sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

5429 - Interrogazione a risposta scritta circa la semplificazione delle procedure amministrative e burocratiche riguardanti il settore dell'agricoltura. A firma del Consigliere: Leoni

5430 - Interrogazione a risposta scritta circa le spese relative ad un convegno posto in essere dal Consorzio di bonifica di Piacenza. A firma del Consigliere: Cavalli

5431 - Interrogazione a risposta scritta circa l'individuazione di parcheggi riservati alla Polizia penitenziaria presso la Casa circondariale di Ferrara. A firma del Consigliere: Malaguti

5432 - Interrogazione a risposta scritta circa le mansioni relative al personale medico dell'U.O. di Pneumologia dell'Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì ed il numero di interventi di broncoscopia interventista rigida effettuati. A firma del Consigliere: Alessandrini

5433 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti i Consorzi di bonifica e la subsidenza sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Favia

5436 - Interrogazione a risposta scritta circa l'estremamente rilevante aumento del canone di affitto dell’hotel Appennino di Fiumalbo (MO). A firma dei Consiglieri: Serri, Vecchi Luciano (15 04 14)

5439 - Interrogazione a risposta scritta circa la società Last Minute Market Srl. A firma del Consigliere: Bignami

 

Risoluzioni

 

5434 - Risoluzione per invitare la Giunta ad agire in sede di Conferenza Stato-Regioni affinchè vengano garantite, al Fondo nazionale, risorse sufficienti a coprire le richieste degli studenti che abbiano diritto alle sovvenzioni economiche. A firma dei Consiglieri: Casadei, Pariani, Vecchi Luciano, Ferrari, Mori, Moriconi, Montanari, Piva, Paruolo, Monari, Barbieri, Serri (15 04 14)

5435 - Risoluzione per impegnare la Giunta a negare tutte le autorizzazioni di ricerca e prelievo idrocarburi sul territorio regionale ed a revocare quelle già rilasciate. A firma dei Consiglieri: Defranceschi, Favia

5437 - Risoluzione per approfondire ed intraprendere nelle sedi di competenza le opportune azioni finalizzate a decisioni sull'utilizzo del territorio e su attività di ricerca e sfruttamento del sottosuolo. A firma dei Consiglieri: Pariani, Sconciaforni, Barbati, Naldi, Vecchi Luciano, Donini, Riva

5438 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad effettuare attività informative/formative per gli operatori dell'ambito socio-sanitario al fine di dare piena attuazione alle disposizioni della L.R. 17/05. A firma dei Consiglieri: Casadei, Pagani, Garbi, Bonaccini, Monari, Pariani (15 04 14)

(Comunicazione n. 74 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP.2014.0000674 del 15/04/2014)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Costi

Corradi - Meo

 

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