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14.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 28 APRILE 2015

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

Cordoglio per le vittime del naufragio avvenuto nel Mediterraneo e per le vittime del terremoto in Nepal

PRESIDENTE (Soncini)

 

OGGETTO 348

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni collegate alla legge finanziaria per il 2015» (2)

(Relazione e discussione)

OGGETTO 349

Delibera: «Documento di economia e finanza regionale – DEFR 2015.» (Proposta della Giunta regionale in data 16 marzo 2015, n. 255) (11)

(Discussione)

OGGETTO 350

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale di previsione 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 (Legge finanziaria 2015)» (3)

(Relazione e discussione)

OGGETTO 351

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2015 e bilancio pluriennale 2015-2017» (4)

(Relazione e discussione)

(Ordine del giorno 350/1 oggetto 549 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 350/2 oggetto 550 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 351/1 oggetto 551 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 351/2 oggetto 552 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 351/3 oggetto 553 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 351/4 oggetto 554 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 351/5 oggetto 555 - Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Soncini)

POLI, relatore

BARGI (LN)

MARCHETTI Daniele (LN)

ALLEVA (Altra ER)

BERTANI (M5S)

PICCININI (M5S)

RAVAIOLI (PD)

PRODI (PD)

ZOFFOLI (PD)

BAGNARI (PD)

MONTALTI (PD)

RAINIERI (LN)

FOTI (FdI)

TARUFFI (SEL)

BIGNAMI (FI)

CALVANO (PD)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,51

 

PRESIDENTE (Soncini): Dichiaro aperta la quattordicesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

antimeridiana del 14 aprile 2015 (n. 12);

pomeridiana   del 14 aprile 2015 (n. 13);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Soncini): Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna la presidente Saliera, ai sensi dell'articolo 65 del Regolamento interno, e i consiglieri Alessandro Cardinali e Gian Luigi Molinari.

Le restanti comunicazioni prescritte dell'articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e pertanto le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Cordoglio per le vittime del naufragio avvenuto nel Mediterraneo e per le vittime del terremoto in Nepal

 

PRESIDENTE (Soncini): Colleghi, prima di iniziare i nostri lavori chiedo a nome dell'Ufficio di Presidenza, all'Assemblea legislativa, di osservare un minuto di solenne silenzio per esprimere la nostra partecipazione piena di dolore per la tragedia che ha visto donne, uomini e bambini migranti morire nel nostro mare.

L'Assemblea in questo minuto di raccoglimento iniziale vuole anche ricordare le vittime innocenti della catastrofe che si è abbattuta in Nepal, che ora chiede la nostra attenzione solidale.

 

(L’Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)

 

PRESIDENTE (Soncini): Ringrazio l'Aula.

 

OGGETTO 348

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni collegate alla legge finanziaria per il 2015» (2)

(Relazione e discussione)

 

OGGETTO 349

Delibera: «Documento di economia e finanza regionale - DEFR 2015.» (Proposta della Giunta regionale in data 16 marzo 2015, n. 255) (11)

(Discussione)

 

OGGETTO 350

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale di previsione 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 (Legge finanziaria 2015)» (3)

(Relazione e discussione)

 

OGGETTO 351

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2015 e bilancio pluriennale 2015-2017» (4)

(Relazione e discussione)

(Ordine del giorno 350/1 oggetto 549 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 350/2 oggetto 550 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 351/1 oggetto 551 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 351/2 oggetto 552 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 351/3 oggetto 553 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 351/4 oggetto 554 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 351/5 oggetto 555 - Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Vi ricordo che siamo convocati in sessione unica ed esclusiva di Bilancio, organizzata a norma degli articoli 99 e 20 del Regolamento, con contingentamento del tempo stabilito in sei ore e trenta minuti dalla Conferenza dei Capigruppo.

In questa sessione non sono iscrivibili altri oggetti all'ordine del giorno.

Vi comunico che sull'oggetto 350 insiste un ordine del giorno presentato dal consigliere Daniele Marchetti.

Vi comunico che sull'oggetto 351 insiste un ordine del giorno presentato dal consigliere Alleva.

I testi dei progetti di legge n. 4/2015, n. 5/2015 e n. 6/2015 sono stati licenziati dalla Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali nella seduta del 21 aprile 2015.

Il relatore della Commissione, consigliere Poli Roberto, ha presentato relazione scritta.

Il contingentamento, come vi ho ricordato, è stabilito in sei ore e trenta minuti. Fra i gruppi il tempo è così ripartito:

98 minuti al Partito Democratico;

53 minuti a Lega Nord Emilia e Romagna;

41 minuti al Movimento 5 Stelle;

32 minuti a Forza Italia;

26 minuti a Sinistra Ecologia Libertà;

29 minuti a Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale;

29 minuti a L'Altra Emilia-Romagna.

Iniziamo il procedimento di discussione dando la parola al relatore della Commissione, il consigliere Roberto Poli, che ha presentato relazione scritta, al quale ricordo che ha trenta minuti di tempo a sua disposizione. Prego.

 

POLI, relatore: Grazie, presidente. Buongiorno al presidente, buongiorno a tutti i colleghi consiglieri.

La predisposizione e la definizione del bilancio previsionale 2015 e pluriennale 2015-2017 avviene e si concretizza in un contesto di profondo cambiamento sia dal punto di vista istituzionale che per i riferimenti dati dall’andamento dell’economia a livello internazionale, nazionale e regionale.

Dal punto di vista istituzionale siamo al centro di un processo di trasformazione che, oltre allo Stato, chiama direttamente in causa le Regioni, le Province, le nascenti Città metropolitane, le forme associate dei Comuni.

Inoltre, la predisposizione del bilancio a seguito dell'interruzione anticipata della legislatura e per la scelta di consegnare al nuovo governo regionale il compito di definire l’indirizzo politico programmatico, unitamente alla necessità di chiudere il confronto con il Governo in relazione alla sanità, rispetto alla quale è stata chiesta alle Regioni una riduzione pari a circa 5,7 miliardi di euro, ci ha portati all’esercizio provvisorio, il cui termine, come tutti sappiamo, scade al 30 aprile.

Qualora per la Regione Emilia-Romagna la quota di cui farsi carico fosse rimasta invariata, e cioè pari a circa 570 milioni di euro, sarebbe stato molto difficile chiudere la manovra di bilancio.

Grazie al lavoro del presidente e dell’assessore, la negoziazione con il Governo ha portato dagli iniziali 570 milioni a 61 milioni, un risultato, quindi, molto positivo, che segna in modo determinante il bilancio della Regione.

Tutto questo in un quadro dell’economia che, nel perdurare di una crisi pesantissima e ormai lunga anni, mostra, in particolare in alcuni settori, segnali di ripresa più accentuati nella nostra regione rispetto alle dinamiche nazionali. Alcuni cenni seguiranno nella mia relazione.

Signor presidente, cari colleghi consiglieri, non sarà, la mia, una relazione di dettaglio tecnico-amministrativo. D'altra parte il lavoro nelle Commissioni ci ha consentito di approfondire, valutare, conoscere i contenuti del bilancio previsionale 2015 e pluriennale 2015-2017. Per questo voglio ringraziare l'assessore Petitti, la Giunta, il direttore dottor Pignatti e tutto lo staff tecnico per il prezioso supporto dato ai nostri lavori.

Il sottoscritto, come molti colleghi, è alla prima esperienza in questa Assemblea legislativa e credo sarebbe stato un grave errore avere la presunzione della conoscenza, per questo ogni occasione è stata utile nella costruzione delle nostre competenze.

Un ringraziamento particolare al presidente della I Commissione, il collega Pompignoli, per la gestione ordinata e puntuale dei lavori.

Come dicevo, mi interessa sottoporre alla vostra attenzione un'inquadratura politica del bilancio, che essendo il primo bilancio della X legislatura, avvia l'attuazione delle linee programmatiche del presidente della Giunta presentate a questa Assemblea il 26 gennaio 2015.

I colleghi consiglieri avranno sicuramente dedicato grande attenzione ai contenuti del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR), che, "considerato il principio contabile applicato concernente la programmazione di bilancio", definisce il sistema di programmazione delle Regioni garantendo un forte raccordo con il processo di programmazione economico-finanziaria dello Stato, il quale, a sua volta, è integrato nel ciclo di programmazione europeo, anche a seguito delle modifiche introdotte dalla Legge n. 39 del 2011 alla Legge n. 196 del 2009, e lo stesso principio prevede tra gli strumenti della programmazione regionale il Documento di Economia e Finanza (DEFR) da presentarsi entro il 30 giugno di ciascun anno dalla Giunta regionale all’Assemblea.

Pur decorrendo l’obbligo a partire dal 2015, per il bilancio di previsione 2016-2018 la decisione da parte della Giunta di darvi corso già con il bilancio 2015 coincide con l’avvio della legislatura, mettendo così a disposizione dell’Assemblea, delle associazioni, degli enti locali, delle imprese, degli operatori sociali e culturali un quadro di conoscenza internazionale, nazionale, regionale, del quale una regione come l’Emilia-Romagna, che, in base a molti indicatori, è tra le prime in Italia e in Europa, tiene ovviamente conto nell'impostazione delle proprie scelte, avendo come obbiettivo quello di restare ai vertici per qualità, competitività, efficienza della propria economia e della rete dei propri servizi.

Mi limiterò, pertanto, a richiamare alcuni elementi di quadro in relazione all’andamento dell’economia, perché ciò può rendere più chiare le ragioni delle scelte compiute su cui è costruito il bilancio di previsione.

L'espansione dell'economia mondiale continua ad un ritmo moderato, anche a seguito del rallentamento della crescita di molti Paesi emergenti. Questo si ripercuote sulla crescita del commercio mondiale degli investimenti, inferiore al recente passato.

Molte economie avanzate non si sono ancora riprese dalla grande recessione del 2008-2009, con pesanti conseguenze sui livelli occupazionali.

Concorrono a condizionare lo scenario attuale e futuro dell'economia mondiale il crollo del prezzo del petrolio e l'apprezzamento del dollaro.

Il tasso di crescita del Prodotto interno lordo mondiale previsto dal Fondo monetario internazionale è per l'anno 2014 pari al 3,3 per cento, per il 2015 del 3,8 per cento; secondo l'OCSE, invece, per il 2014 è del 3,3 per cento e per il 2015 è del 3,7 per cento.

Il tasso di crescita del commercio mondiale secondo il Fondo monetario internazionale è per l'anno 2014 del 3,8 per cento e per l'anno 2015 del 3,8 per cento, mentre per l'OCSE è del 3 per cento nel 2014 e del 4,5 per cento nel 2015.

Negli Stati Uniti il tasso di crescita del Prodotto interno lordo secondo il Fondo monetario internazionale è per l'anno 2014 del 2,2 per cento e solo tra luglio e settembre il Prodotto interno lordo degli Stati Uniti è cresciuto del 4,1 per cento, per l'anno 2015 è del 3,1 per cento, mentre per l'OCSE è del 2,2 per cento nel 2014 e del 3,1 per cento nel 2015.

Per le economie asiatiche, la Cina, pur continuando a mantenere una buona performance, registra un rallentamento della crescita economica dovuto principalmente agli elevati investimenti fatti negli anni precedenti che hanno condotto ad un'eccessiva capacità di offerta in particolare nel settore immobiliare e nella filiera a valle. Il Fondo monetario internazionale prevede per la Cina un tasso di crescita del 7,4 per cento nel 2014 e del 7,1 per cento nel 2015, mentre l'OCSE prevede per il 2014 il 7,3 per cento e per il 2015 il 7,1 per cento. Indici di crescita molto più bassi per il Giappone, che non superano per gli anni 2014 e 2015 l'1 per cento, ma comunque fanno registrare al Giappone la fuoriuscita dalla recessione, anche se ad un ritmo inferiore alle aspettative.

Nel 2015 si prevede un aggravamento della crisi economica in Russia imputabile principalmente alle tensioni geopolitiche che hanno portato all'embargo economico, con conseguente riduzione del commercio con l'estero, al crollo del prezzo del petrolio e al conseguente tasso di cambio del rublo, appesantendo così le posizioni debitorie in valuta estera. Il tasso di crescita del Prodotto interno lordo russo è quindi molto basso sia secondo il Fondo monetario internazionale che per l'OCSE.

Per l'area Euro, per gli anni 2015-2016 si profila un lieve incremento nella dinamica del Prodotto interno lordo, nella misura prevista del Fondo monetario internazionale dell'1,3 per cento nel 2015, mentre per l'OCSE sarà dell’1,1 per cento nel 2015 e dell'1,7 per cento nel 2016. Questo incremento è imputabile alla debolezza dell'euro e all'accelerazione della domanda mondiale. L'impatto dei provvedimenti della Banca centrale europea sarà rilevante per le imprese, che potranno fare ricorso al credito più agevolmente, con l’auspicio che ciò possa accadere anche per le famiglie. L'operazione promossa dalla BCE, già testata dalle economie che lasciano già intravedere inversioni di tendenza, è tesa all’immissione di liquidità nel sistema economico.

Per il nostro Paese, nel 2014, contrariamente a quanto previsto ad inizio 2014, il Prodotto interno lordo ha continuato a contrarsi. La variazione del PIL è pari a meno 0,4 per cento, che, sommandosi al meno 1,9 per cento del 2013 e a quella degli anni precedenti, ha portato il reddito nazionale ad un livello inferiore a quello del 2008 di quasi il 10 per cento.

Particolarmente negativo il dato del settore delle costruzioni, che ha segnato un meno 6,9 per cento.

A fine 2014 si è evidenziato un cambiamento dello scenario economico, determinato principalmente da due fattori: il calo del prezzo del petrolio e la politica monetaria più espansiva da parte della BCE. Il programma della BCE ha avuto come effetto immediato un significativo deprezzamento dell'euro e una riduzione degli spread, con conseguente riduzione della spesa per interessi del nostro Paese.

Il Governo prevede per il 2015 una crescita del PIL dello 0,5 per cento e nel 2016 la crescita prevista è superiore all'1 per cento. Molto dipenderà anche dal buon compimento dei processi di riforma in atto.

Per l'occupazione il dato resterà preoccupante, con una percentuale di disoccupazione che oscillerà tra il 12 e il 13 per cento. Nel mese di febbraio 2015 le attese di occupazione formulate dagli imprenditori per i successivi tre mesi risultano in crescita nella manifattura, stabili nei servizi, in calo nelle costruzioni. Anche su questo terreno occorrerà misurare gli effetti delle riforme compiute.

Per quanto riguarda il quadro della finanza pubblica, il Governo, con l'approvazione della Commissione europea, ha posticipato il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali dal 2015 al 2017.

Il deficit di bilancio per il 2015 è previsto dalla Legge di stabilità nella misura del 2,6 per cento.

L'avanzo primario è previsto tra l'1,5 e il 2 per cento, la pressione fiscale rimarrà sostanzialmente invariata su livelli superiori al 43 per cento.

La Legge di stabilità 2015 prevede tagli alle Regioni a Statuto ordinario per ulteriori 3.452 milioni di euro a valere sui bilanci 2015-2017. Le Amministrazioni locali sono state quindi chiamate a sostenere una quota rilevante degli oneri di aggiustamento del bilancio pubblico. Questo ha determinato una riduzione significativa delle risorse disponibili per il bilancio regionale.

Pur nel contesto generale anche precedentemente descritto, l'economia della nostra regione negli ultimi anni ha realizzato risultati macroeconomici sistematicamente migliori di quelli nazionali.

Dal 2011 il tasso di variazione del PIL è risultato di qualche frazione di punto superiore a quello nazionale.

Nel 2015 per l'economia dell'Emilia-Romagna è previsto un incremento dell’1,2 per cento rispetto alla previsione nazionale di un più 0,5 per cento, così come nel biennio 2016-2017 la stima di crescita è ancora superiore alla previsione nazionale.

Nel 2014 il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto in Emilia-Romagna del 2,3 per cento, per il 2015 si prevede un ulteriore incremento dell’1,5 per cento. Questa tendenza ha inciso positivamente sui consumi, già registrati nel 2014 tra lo 0,6 e lo 0,8 per cento, con una previsione per il 2015 di un aumento dell’1,8 per cento.

Sul fronte degli investimenti, invece, nel 2014 è continuata la riduzione con una flessione dell’1,3 per cento. Su questo dato ha inciso negativamente il settore delle costruzioni, che, come sappiamo, è soggetto ad una crisi pesantissima.

L'Export è un punto di forza dell'economia regionale. Nel 2014 la crescita di questa componente della domanda aggregata è stata pari al 4,7 per cento. Si stima per il 2015 una crescita delle esportazioni regionali del 5 per cento. I distretti emiliano-romagnoli esportano più dell’intero settore manifatturiero tedesco, (+2,6) oltre che di quello francese (+0,7) ed in modo maggiore rispetto al trend dei distretti italiani (+3,7).

Secondo lo studio della Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo, a trainare l’economia regionale ci sono i risultati del Distretto di Sassuolo (+7,7) e le macchine di imballaggio di Bologna (+5,1) che raggiungono rispettivamente 2,8 e 2,5 miliardi di Euro. Buoni i risultati per i Distretti parmensi dell’alimentare (+8,1), nel sistema moda crescono invece le calzature di San Mauro Pascoli (+11,8).

Segno positivo anche per i Poli tecnologici, che evidenziano una crescita delle esportazioni superiore al dato nazionale (+3,8 contro l'1,1).

Nel corso del 2014 il tasso di disoccupazione ha continuato purtroppo a crescere come in tutte le regioni italiane, con le uniche eccezioni di Marche e Molise, e si attesta attorno all'8,6 per cento, comunque inferiore alla media nazionale.

Il ricorso agli ammortizzatori sociali rimane alto, anche se nel 2014 vi è stata una riduzione di circa il 18,6 per cento delle ore di cassa integrazione.

L’Emilia-Romagna si conferma, però, in posizione di avanguardia per quanto riguarda le strategie di Europa 2020 in riferimento agli otto indicatori previsti. Il posizionamento attuale dell’Emilia-Romagna rispetto all’Italia e ai 28 Stati membri dell'UE ha già raggiunto, o in alcuni casi superato, i target nazionali fissati.

In questo contesto generale si pongono gli obbiettivi politici del programma del presidente Bonaccini e della Giunta, nella profonda convinzione che l’Emilia-Romagna potrà continuare ad essere una Regione nella quale si vive bene, dotata di un'economia forte e internazionalizzata, di una rete di servizi sanitari, sociali, educativi, culturali di alto livello, in grado, cioè, di rappresentare per i cittadini emiliano-romagnoli quei valori di coesione sociale, democrazia, sviluppo, patrimonio non solo loro, ma valore aggiunto per l’intero Paese.

Naturalmente è una sfida difficile, che richiama il coraggio di scelte chiare, una visione alta della politica e del ruolo delle Istituzioni pubbliche, quella sfida al cambiamento capace di conservare e valorizzare ciò che funziona e cambiare in profondità ciò che non risponde più ai bisogni delle nostre comunità.

Al centro di questa strategia si colloca l’obiettivo di far crescere l’economia, di creare nuovo sviluppo e lavoro, soprattutto buona occupazione per i nostri giovani.

Nell’ambito del percorso istruttorio del progetto di legge del bilancio di previsione 2015 e pluriennale 2015-2017, della proposta di legge finanziaria regionale e del DEFR, lo scorso 30 marzo 2015 si è svolta l’udienza conoscitiva della I Commissione, cui hanno partecipato le rappresentanze delle categorie economiche e sociali. In quella sede è stato espresso un buon apprezzamento per la manovra nel suo complesso ed in particolare per la scelta di anticipare al 2015 l’adozione del DEFR. Sono state evidenziate luci ed ombre della situazione economica attuale ed in particolar modo hanno destato attenzione tutte le misure contenute nella manovra regionale. Grande apprezzamento è stato espresso per il mancato aumento della pressione fiscale, la salvaguardia del Fondo regionale per la non-autosufficienza, la programmazione delle risorse per il trasporto pubblico locale. Tra gli elementi più sottolineati vi è stata la necessità di imprimere maggior vigore negli interventi di stimolo all’economia, mentre importante è stato l’apprezzamento per il piano degli investimenti sull’assetto del territorio.

Da qui discendono le scelte di bilancio.

Sintetizzerei così le scelte di fondo contenute nel bilancio:

- Nessuna nuova tassa;

- Taglio ai costi di funzionamento dell’Ente;

- 460 milioni di euro per il sostegno alle persone non-autosufficienti;

- 76 milioni di euro per il trasporto pubblico;

- 42 milioni di euro per la difesa del territorio;

- 10 milioni di euro in più per la cultura;

- 7,5 milioni di euro per quella grande vetrina sul mondo che è Expo;

- 2,5 miliardi di euro fino al 2020 di Fondi europei;

- 8 miliardi di euro per la sanità e la tutela della salute dei cittadini;

- 28 milioni di euro per assicurare per il 2015 i lavoratori e le lavoratrici delle Province.

Nonostante i 61 milioni di euro di tagli alle risorse per la sanità, grazie a 82 milioni di euro di risparmi e tagli alle spese politiche e di funzionamento, è stato possibile non applicare nuove tasse.

Nei prossimi 7 anni, a partire dal 2015, saranno 393 milioni di euro le risorse destinate al cofinanziamento dei Fondi europei, questo consentirà di sbloccare e utilizzare 2,5 miliardi di Fondi europei: più lavoro, più ricerca, più innovazione.

La Regione Emilia-Romagna vuole smentire un luogo comune davvero terrificante e pericoloso: quante volte abbiamo sentito dire "con la cultura non si mangia"! Sappiamo tutti quanto questa affermazione sia non solo sbagliata, ma nasconda anche un pericolo insidioso di impoverimento del Paese. In realtà, la nostra capacità di competere non può che basarsi su alti livelli di conoscenza, formazione, cultura, per questo nel Bilancio sono previsti 28,4 milioni di euro per le attività culturali, un aumento di 10 milioni di euro. Si tratta di una scelta netta, chiara nel senso e nella dimensione economica.

La nostra regione, martoriata e colpita dalle calamità naturali (dal terremoto alle alluvioni, alle mareggiate, alle frane, persino alle trombe d’aria) tanto che verrebbe da dire che la natura non ci ha fatto mancare proprio nulla, ha saputo ogni volta reagire come nessun’altra, ma il tema del dissesto idrogeologico, dell’ambiente, della difesa delle coste richiede più programmazione e più risorse. Per questo per le politiche dell’ambiente e la difesa del suolo si confermano risorse proprie correnti per circa 24 milioni di euro, con particolare riguardo alle dotazioni della Protezione civile e ai contributi per la valorizzazione dei Parchi e delle Riserve naturali. Le spese di investimento dell’esercizio 2015 per far fronte alle criticità del dissesto idrogeologico e alla Protezione civile ammontano a altri 42 milioni di euro. Tra le destinazioni abbiamo il consolidamento delle frane, la messa in sicurezza delle sponde e degli argini dei fiumi, la difesa della costa da erosioni e mareggiate. 15 milioni di euro vanno alla Protezione civile per contributi ai Comuni e potenziamento del sistema regionale.

La nostra Regione considera la spesa sociale non uno spreco, ma una grande leva per lo sviluppo. Ma la spesa sociale traccia anche una chiara visione valoriale della società. Sappiamo bene cosa significa per le famiglie misurarsi ogni giorno con le mille fatiche nella cura delle persone non-autosufficienti, cosa significhi creare le condizioni per evitare o ritardare la loro istituzionalizzazione. Per questo per le politiche socio-sanitarie si prevedono risorse proprie, che si aggiungono e integrano i fondi statali. Al Fondo per la non-autosufficienza vanno 120 milioni di euro; ad integrazione del Fondo sanitario nazionale vanno 46 milioni; 20 milioni di euro vanno al Fondo speciale per il sociale; 2,2 milioni di euro vanno al Fondo regionale per gli affitti; 1 milione di euro al Fondo per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

L’Expo sarà la vetrina mondiale per i nostri prodotti, motore di sviluppo per l’agricoltura, per l’industria e per il turismo. Per questo sono iscritti a bilancio, nel biennio 2014-2015, 7,5 milioni di euro.

La nostra Regione si pone l’obiettivo che il settore del turismo superi al 2020 il 10 per cento del Prodotto interno lordo regionale. È un obiettivo ambizioso, ma possibile. Per questo nel bilancio 2015 sono previsti 28,3 milioni di euro per il sostegno alla promo-commercializzazione, alla riqualificazione dell’offerta, all’innovazione delle imprese.

Come dicevo in premessa a questa relazione, il processo di riordino istituzionale, ormai necessario ed irreversibile, che interessa lo Stato, le Regioni, le Province, le nascenti Città metropolitane, le forme associative degli enti locali, con alla base criteri di semplificazione ed efficienza della Pubblica amministrazione, vedrà, dopo l’approvazione del bilancio, anche da parte della nostra Regione l’avvio del percorso legislativo. Intanto però il bilancio di previsione, in questa fase transitoria, assicura una quota aggiuntiva pari a 28 milioni di euro per garantire il personale delle Province. Queste risorse si aggiungono ai 31 milioni di euro ordinariamente previsti per coprire le spese delle funzioni delegate dalla Regione alle Province.

Una regione in grado di competere deve contare su una rete dei trasporti efficace e moderna, per questo al trasporto pubblico regionale sono destinati 36 milioni di euro e ulteriori 40 milioni sono destinati alla viabilità e alla sicurezza ferroviaria.

Alla formazione e al lavoro sono destinate risorse regionali pari a 17 milioni di euro, connesse ai cofinanziamenti del Fondo sociale europeo, e oltre 41 milioni di euro per interventi di natura pubblica a sostegno delle fasce più deboli del mercato del lavoro.

20 milioni di euro riguardano il diritto allo studio per le borse di studio universitarie, 4 milioni di euro le borse di studio per le scuole medie superiori, 3 milioni di euro le attività per la formazione scolastica.

È destinato al rilancio e alla promozione dell’attività fisica e della pratica sportiva 1 milione di euro e 2 milioni di euro aggiuntivi sono destinati all’impiantistica sportiva.

Infine, ma non certo per importanza coprendo questa voce circa l’80 per cento della spesa regionale, sono confermate le risorse del Fondo sanitario nazionale pari a circa 8 miliardi di euro.

Un bilancio, quindi, di circa 12 miliardi di euro, le cui entrate sono principalmente entrate tributarie per oltre 9 miliardi di euro.

Cari colleghi, la maggioranza, Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà, esprime una valutazione positiva. La nostra regione ha in sé la forza, le energie, le intelligenze e il saper fare per porsi ancora traguardi ambiziosi. Le scelte contenute in questo bilancio interpretano e sostengono quelle energie, quelle intelligenze, quella forza.

Grazie per l'attenzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Poli.

Dichiaro aperto il dibattito congiunto sui quattro oggetti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente. Buongiorno ai colleghi. Volevo iniziare facendo una piccola premessa. So che c'è stata un po' di discussione in merito a quello che è il ruolo del relatore di minoranza e quindi, visto che si è fatto un po' anche il mio nome, ci tenevo a dire due cose. Per quanto mi riguarda si tratta principalmente di un ruolo formale e credo che a confermarlo sia stato anche un po' quello che è stato il ruolo del relatore di maggioranza, che prima citava non per niente l'incontro con le forze sociali. Ricordo che dopo quell'incontro abbiamo avuto la possibilità di incontrare alcuni di loro e ci hanno detto che in quella sede avrebbero preferito poter dialogare direttamente con l'Assemblea, invece abbiamo aspettato l'assessore anche per più di un’ora, poi qualcuno di loro è dovuto andare via perché ovviamente aveva altri impegni e il relatore di maggioranza non ha preso la parola, tant'è che oggi è la prima volta che lo sentiamo. Quindi, insomma, visto che stiamo parlando di ruoli principalmente formali e dato che a mio avviso se ci sono due ruoli di relatore, quello di maggioranza e quello di opposizione, sarebbe bello anche poter discutere del pacchetto degli emendamenti, in cui adesso entrerò, delle varie forze politiche, perché proprio su questo magari si potrebbe trovare una quadra su argomenti condivisi che poi potrebbero anche andare avanti. Invece la bocciatura in blocco, anche scarsamente motivata, su alcuni punti, da parte della maggioranza, del pacchetto degli emendamenti, almeno del nostro, ma, se non ricordo male, di tutte le forze di opposizione, lascia un po' perplessi sulla disponibilità al dialogo e quindi sulla reale valenza di questi ruoli. Ma visto che la forma è sostanza in politica, chiedo scusa alle opposizioni se magari in Commissione il mio atteggiamento era propenso a dire che è un ruolo magari non così fondamentale e lo abbiamo lasciato correre.

Venendo alla discussione in Commissione, questo ovviamente è il primo bilancio di questa amministrazione, è dovuto arrivare ovviamente di corsa perché siete saliti come Giunta a causa delle dimissioni della precedente, in un contesto particolare, siete in esercizio provvisorio, quindi giustamente si è dovuto correre. Noi abbiamo riscontrato, però, alcune difficoltà nel poter proporre gli emendamenti, anche un po' nei rapporti con gli uffici, l'ho già detto in Commissione. Tutte le volte che si chiedeva di capire in quali voci di bilancio si doveva in qualche modo andare a destinare le risorse, (perché questo ci premeva, a nostro avviso, far valere determinati punti dell'azione amministrativa), c'era un po' di difficoltà nel dare le risposte. Abbiamo inviato una mail anche all'Assessorato di riferimento, però non abbiamo ricevuto risposta.

Tuttavia abbiamo prodotto un nostro pacchettino di emendamenti a questo primo bilancio che ci troviamo ad affrontare e in questi emendamenti noi puntavamo su questo principalmente (poi saranno anche i miei colleghi, negli interventi successivi, ad andare a snocciolare quella che è stata la nostra azione): ci proponevamo di andare a prendere le risorse che sono destinate ai campi rom (nello specifico, andiamo a rifinanziare anche una legge del 1988, quindi una legge vecchia, una legge che, da quello che so, dovrà comunque essere rivista) per destinarle agli eventi franosi e agli smottamenti delle nostre montagne, perché ci sono arrivate diverse segnalazioni (lo dicevamo anche ieri parlando del bilancio della Protezione civile) da parte di cittadini che, pur essendo nelle graduatorie dei loro Comuni, delle loro Unioni dei Comuni, non riescono a ricevere le risorse perché gli enti stessi si lamentano del fatto che quelle che arrivano dall'ente superiore della Regione o, per la sua competenza, dalla Protezione civile, sono poche, sono sufficienti solo per coprire il primo, il secondo o il terzo in graduatoria e magari sono graduatorie anche lunghe, di trenta, quaranta, cinquanta persone. Purtroppo questi emendamenti sono stati bocciati.

Abbiamo fatto un emendamento per quanto riguarda il discorso dei dirigenti, ma credo che verrà snocciolato meglio dopo dai miei colleghi. Avete visto anche ieri che c'è, da quello che ci è parso di capire, un po' di maretta, l'abbiamo segnalato in Commissione. Ieri è arrivata una mail di un avvocato. Vorremmo capire se la Regione ha intenzione di procedere verso la direzione di prolungare per un altro anno i dirigenti a tempo determinato, assunti con contratti, tra l'altro, con una criticità, sapete che in qualche modo bisognerà porvi rimedio. Noi chiedevamo, invece di prolungare, di cercare di andare ad agire immediatamente, invece si vuole procedere - almeno da quanto è emerso in Commissione, da quello che vedo, perché non ci sono altri emendamenti - a prolungare di un ulteriore anno.

Vengo ad un emendamento che mi preme particolarmente perché pensavamo di farvi un favore, è quello sulla legge n. 14 del luglio 2014. Parliamo di una legge voluta dall'amministrazione Errani, quindi dalla vostra stessa parte politica, nella precedente legislatura, una legge che va nella direzione di incentivare gli investimenti, l'attrattività per quanto riguarda le imprese sul territorio dell'Emilia-Romagna. Una legge che, tra l'altro, è speculare in alcuni suoi strumenti (come quello dell'accordo di competitività, un accordo che si dovrebbe sviluppare coinvolgendo gli enti locali, magari anche le forze sociali, e chiaramente l'imprenditore che intende andare ad attecchire in un determinato territorio, e magari anche la Regione) a quelle di altre Regioni, come ad esempio la Lombardia, e il caso di Sesto San Giovanni che poi è emerso è emblematico. Noi riteniamo che una legge del genere sia importante non soltanto per quanto riguarda in generale l'imprenditoria, ma proprio perché, coinvolgendo gli enti locali, può essere un aiuto per Comuni che particolarmente soffrono o hanno sofferto in questi anni la crisi, oppure per Comuni che hanno dovuto subire calamità naturali e hanno bisogno di diventare di nuovo attrattivi per il settore dell'impresa. Sappiamo che ovviamente le Regioni in questo Paese non hanno tutta questa libertà di agire sul proprio territorio, però una legge del genere ci sembrava già di per sé uno sforzo in questa direzione. Purtroppo la legge è nata in un periodo di confusione in Regione, erano già state annunciate le dimissioni dell'ex governatore Errani, probabilmente non si è dato il giusto risalto a quella che è una legge importante che però deve essere spiegata, illustrata e diffusa soprattutto presso gli enti locali, oltre che presso le forze sociali, oltre che presso l'imprenditoria in generale, quindi forse è andata un po' persa.

Ci siamo permessi di dire: non stiamo qua a barcamenarci sul fatto che la legge magari potrebbe essere rivista, ci sono tanti “paroloni” tipici delle leggi dell'Emilia-Romagna, però si può rivedere, si possono introdurre alcuni dettagli per renderla ancora più efficace secondo noi, ma già così com'è pone degli strumenti in mano ai nostri enti locali e dà la possibilità agli imprenditori di investire sul nostro territorio o perlomeno di avere un vantaggio maggiore, oltre a dare una discrezionalità ai Comuni che sarebbe molto interessante sviluppare. Però ad oggi questa legge non è stata diffusa, non è stata attuata, non è stato dato un finanziamento. Noi abbiamo chiesto di finanziarla. Come? Andando a prendere quelle unità che erano previste in fondo alla legge come unità di finanziamento della legge stessa, cioè abbiamo preso la legge e abbiamo detto: applicatela. Abbiamo visto qualche tentennamento in Commissione, non ci è stata data una risposta chiara sulla posizione dell'Assemblea legislativa, o comunque dei gruppi di maggioranza, in merito, però l'emendamento è stato bocciato.

Giusto per citare qualche dato visto che prima si parlava di percentuali anche globali, ma per stare sul nostro territorio, secondo il rapporto ufficiale Congiuntura industriale in Emilia-Romagna. Indagine sulle piccole e medie imprese di Unioncamere Emilia-Romagna, nel quarto trimestre 2014, con il perdurare della crisi sul mercato interno, vengono penalizzate principalmente le piccole imprese fino a 9 dipendenti, che sono ovviamente meno propense all'internazionalizzazione (sappiamo tutti, veniva ricordato prima anche dal collega Poli nella relazione di maggioranza, che l'export forse è oggi uno dei propulsori che ancora tiene a galla la nostra economia, quindi coloro che per dimensione o per tipologia di attività non riescono ad andare sul mercato estero sono maggiormente penalizzati). Il fatturato ma anche la produzione sono in calo rispettivamente dello 0,9 per cento e dello 0,8 per cento, parliamo del quarto trimestre 2014 rispetto all'anno precedente. Il saldo tra iscrizione e cessazione delle industrie è risultato negativo per l'1,8 per cento, parliamo sempre dello stesso periodo. Secondo dati della CGIA di Mestre, tra il 2000 e il 2011 le imprese italiane che hanno delocalizzato e che quindi si sono trovate a dover andare in uno Stato estero (magari gli Stati di confine europei, come l'Austria o la Slovenia; io ho l'esempio di alcune imprese di Modena, che non è zona di confine, che hanno ricevuto queste lettere, queste proposte; sapete che c'è un po' questa concorrenza, se volete, anche non del tutto simpatica, mettiamola così, per cui lo Stato confinante dice "se venite qua, avete tot anni di agevolazioni fiscali, basta che portate qui la sede e assumiate i nostri lavoratori", che secondo me non fa una piega, quindi forse dovremmo ispirarci anche a queste realtà europee visto che ci piace guardare all'Europa quando vogliamo fare iniziative sul nostro territorio), le imprese italiane che hanno delocalizzato le proprie strutture produttive sono aumentate del 65 per cento, arrivando a superare le 27.000 unità, di cui 3.554 nella sola Emilia-Romagna. Quindi capite bene l'importanza di cominciare ad applicare strumenti come quelli che già esistono in Emilia-Romagna.

Noi abbiamo presentato un ordine del giorno per richiedere di nuovo all'Assemblea di esprimersi riguardo a questa legge, a questo concetto, perché è un po' facile dire "facciamo una legge, ve la facciamo vedere" e poi in realtà non l'applichiamo. (Mi era successo anche in Comune di Sassuolo con la residenzialità storica; il PD, allora all'opposizione, ha salutato la residenzialità storica e poi ha detto: però, ragazzi, non applicatela veramente perché sennò fate un po' di discriminazione, insomma, bisogna pensarci un attimino prima). Invitiamo l'Assemblea e la Giunta a riprendere in mano la legge - anche perché adesso c'è stata la fusione delle Camere di Commercio di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto - anche in funzione di leggi come quella della Lombardia, che prevede anche una semplificazione notevole del percorso di apertura, di avvio di nuove attività, magari andando in quella direzione anche noi, e ad andare a finanziare la legge in modo che possa essere diffusa, pubblicizzata ed applicata con quelli che sono gli sconti fiscali previsti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti. Siamo arrivati al dunque dopo circa un mese di discussione nelle varie Commissioni, arriviamo quest'oggi in Aula all'approvazione del bilancio, un bilancio che ovviamente come opposizione abbiamo cercato di correggere.

Io quest'oggi, come membro della Commissione Sanità e Politiche sociali, cercherò di fare qualche riflessione in merito a queste tematiche che ovviamente ho seguito con maggiore attenzione, tenendo bene in considerazione tutti gli oggetti che oggi saranno posti in votazione, quindi cercando di fare un po' un ragionamento unico.

La sanità, ovviamente, come in tutte le altre Regioni del territorio nazionale, impegna un buon 80 per cento delle risorse disponibili, risorse purtroppo sempre più in calo per via dei tagli del Governo centrale, oggi Governo Renzi, Governo dello stesso colore politico di chi governa questa Regione, è giusto ogni tanto ricordarlo. È nostro compito, però, cercare di garantire ugualmente il migliore servizio possibile attraverso il sistema sanitario regionale, un compito certamente più difficile, ma a nostro avviso ancora possibile.

Leggendo il Documento di economia e finanza regionale e confrontandolo più volte con i dati numerici, i numeri veri e propri del bilancio, ci pare che ci siano delle discrepanze, molte volte delle scelte molto ma molto discutibili, almeno a nostro avviso.

Partiamo dal modello delle Case della Salute, che cercate di vendere come uno strumento importante al servizio del cittadino, ma che in realtà sta diventando un vostro strumento per andare a smantellare le strutture ospedaliere esistenti, togliendo in realtà servizi ai cittadini. Ricordiamo, in ultimo, l'approvazione, qualche Consiglio fa, di una delibera che darà il via alla trasformazione dell'ospedale di Castelfranco Emilia in Casa della Salute. Il vostro obiettivo è soltanto questo, altro che far diventare questi luoghi un punto di riferimento per i cittadini che, secondo il DEFR, altrimenti dovrebbero rivolgersi agli ospedali! I cittadini non si rivolgeranno certamente agli ospedali perché voi li chiudete, così come chiudete diversi reparti fondamentali nelle zone più lontane dai grossi centri urbani, come nelle aree montane, fregandovene dei chilometri che poi un cittadino dovrà percorrere per ricevere delle cure adeguate.

Io capisco le difficoltà, ma, come dicevo prima, nonostante i tagli nazionali, è nostro compito garantire il migliore servizio possibile, ma questo non lo dobbiamo certamente fare tagliando sulle cure e sulle strutture che coprono tutto il territorio regionale, lo dovremmo fare tagliando gli sprechi e i rami secchi. È uno spreco, ad esempio, il fatto che le varie ASL del territorio facciano acquisti nella maggior parte dei casi ognuna per i fatti propri. Ho letto sul Documento di economia e finanza regionale che c'è l'intenzione di mettere una sorta di pezza a questa situazione, ma siamo ancora lontani. Ad esempio, se nel 2013, facendo degli acquisti in convenzione tramite la nostra agenzia Intercent-Er, acquisti fatti per una quantità pari al 34 per cento, abbiamo risparmiato in un solo anno 63 milioni di euro, immaginiamo quanto potremmo risparmiare aumentando questa percentuale interna di acquisti e quanto potremmo risparmiare se addirittura avessimo il coraggio di avviare un dialogo con altre Regioni, allargando il raggio di azione su scala macro regionale, avviando un dialogo, ad esempio, con il Veneto, con la Lombardia o anche con la Toscana, se proprio non vi volete sentire soli, che è una cosa consentita dalla legge n. 296/2006.

Obiettivo per cui ho presentato un ordine del giorno che potete leggere tutti, legato all'oggetto 350, perché avrei voluto leggere anche questo sul DEFR. Se non ci pensa lo Stato ad applicare i costi standard in campo sanitario a causa della sua inefficienza, sono convinto che dobbiamo pensarci noi, insieme ovviamente a tutte quelle realtà che rappresentano il modello virtuoso della gestione sanitaria. Soltanto risparmiando in questo modo potremmo arrivare ad aumentare gli orari per le visite specialistiche, cosa che accade già in Veneto in orari serali e nei weekend, andando così ad accorciare le liste di attesa che oggi sono una piaga per la nostra regione, e a riorganizzare totalmente il sistema sanitario regionale. Dopo sì che potremmo andare a multare chi non si presenta agli esami prenotati. Fin quando ci saranno emiliano-romagnoli che si dirigono in Veneto per fare prima, non ci potremo ritenere certamente soddisfatti. Ricordo che il Veneto nel 2014 - e correggetemi se sbaglio, ma non credo - ha incassato 57 milioni di euro grazie ai nostri concittadini che si sono rivolti alle strutture sanitarie di quella regione, una cifra certamente importante che mette in luce la massa di persone che si sposta fuori regione per essere curata. Evidentemente il modello Veneto è ancora lontano, è una realtà ancora lontana perché lì si sono ridotti gli sprechi e si è trovato il giusto equilibrio tra pubblico e privato, cosa che nella nostra regione non avviene ancora a causa di alcune barriere ideologiche che resistono.

In ultimo, chiudendo il discorso della sanità, faccio una riflessione in quanto eletto in provincia di Bologna. Lasciatemi dire che quei 17 milioni messi a bilancio per realizzare il People Mover gridano letteralmente vendetta. Abbiamo delle linee TPER coperte ancora con treni a gasolio e a marce e noi stiamo qui a pensare ad una navetta che collegherà l'aeroporto con la Stazione Centrale quando in realtà abbiamo già delle linee del sistema ferroviario metropolitano nelle vicinanze che andrebbero soltanto migliorate. Sistemiamo prima l'esistente anziché andare a creare delle cattedrali nel deserto. Poi, è chiaro, ci racconterete che ora, con il bando per l'affidamento delle tratte ferroviarie regionali, si risolveranno tutti i problemi, ma sono curioso di vedere se andrà effettivamente così. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Alleva. Ne ha facoltà.

 

ALLEVA: Grazie, presidente. Nel leggere il Documento di economia e finanza regionale sono andato a cercare, forse per una deformazione professionale, la parte che più mi stava a cuore, la politica sociale ed occupazionale, anche perché da parte delle forze di maggioranza, durante la campagna elettorale, fu usato lo slogan "Il lavoro innanzitutto". Devo osservare, non per polemica, ma con spirito, da una parte, critico, ma, dall'altra, anche di collaborazione dialettica, che sotto questo profilo purtroppo il nostro bilancio e il Documento di economia e finanza sono molto manchevoli. Sembra che non ci sia consapevolezza, o quantomeno non viene espressa, delle situazioni drammatiche nelle quali ci troviamo.

Questa è una regione in cui la disoccupazione è triplicata nel giro di pochi anni, in cui ci sono 300 mila persone senza lavoro tra disoccupati ufficiali e NEET, quelli che neanche si iscrivono più alle liste. È una regione colpita come le altre, come tutte le regioni industriali e manifatturiere, dalla cassa integrazione, dalla crisi, da una disoccupazione che è ancora largamente mascherata dall'utilizzo degli ammortizzatori sociali e specificatamente dalla cassa integrazione in deroga, e da una situazione socio-economica che è caratterizzata dall'utilizzo massiccio per tutti i lavoratori licenziati, oltre che della cassa integrazione, dell'indennità di mobilità prevista dalla legge n. 223/1991, una fondamentale legge che ora viene per molti aspetti rimessa in discussione. Quando questi ammortizzatori finiranno, perché finiranno, sostituiti da qualcosa di assolutamente microscopico qual è la NASPI, il nuovo ammortizzatore unico varato dal Governo con il Jobs Act, anche nella nostra regione avremo una nuova alluvione di povertà, una nuova alluvione di disperazione.

Io penso che la Regione non possa ritenere che questi sono problemi solo di livello nazionale che vanno affrontati dalla legislazione nazionale e che tutto al più a noi spetta la formazione o qualche profilo marginale del mercato del lavoro. Penso che bisogni invece porsi il problema di come colmare gli immensi vuoti che si stanno creando nella legislazione di sicurezza sociale del nostro Paese e che bisogni mettere mano immediatamente al problema occupazionale, da una parte, e al problema del contrasto alla povertà, dall'altra. Si parla molto, e c'è anche nel programma della maggioranza d'altra parte, dell'introduzione di un reddito di cittadinanza in varie forme, anche in forme attenuate. C'è una proposta che viene adesso dall'INPS, interessante secondo me, che lo limita per il momento alle fasce 55-65 anni. Ma è chiaro, e questo è il punto principale, che le due cose devono essere viste insieme dal punto di vista politico. Dobbiamo ridurre la disoccupazione onde poter rendere sopportabile quella necessaria spesa di inclusione sociale che dovremmo affrontare se vogliamo evitare di cadere nella barbarie. Senza drammatizzare troppo, quando la disoccupazione, la miseria superano certi livelli, è poi anche facile che si cominci a sparare nelle strade.

Lo possiamo fare a livello regionale? Sicuramente sì, rientra perfettamente nei nostri poteri creare incentivazione all'occupazione e mezzi di contrasto alla povertà. Io da questo punto di vista penso che bisognerebbe assumere alcuni punti di partenza, che ho anche indicato, riassunto in un ordine del giorno, che così implicitamente già presento e commento. Qual è stato il difetto principale di tutti i modi di incentivazione dell'occupazione che finora hanno avuto corso? A mio avviso il difetto principale è stato quello di incentivi meccanici e a pioggia, cioè che danno un vantaggio al datore di lavoro che, se vorrà, assumerà dei lavoratori. Da questa logica non si è distaccata, ad esempio, la delibera della Giunta regionale n. 413 del 2012 che dava 7 mila euro a chi assumeva a tempo indeterminato un lavoratore maschio e 8 mila euro a chi assumeva una lavoratrice. Questi sistemi drogano il mercato del lavoro e sono di efficacia assolutamente discutibile. Bisogna invece usare degli strumenti che godano dell'autorevolezza che viene dall'essere strumenti consensuali tra parti sociali.

Io indico e chiedo alla Giunta di prendere in considerazione una modifica, un'integrazione nella legislazione regionale di un istituto quale il Contratto di solidarietà espansivo, presente da molto tempo nel nostro ordinamento, ma poco usato perché non sufficientemente incentivato, che ha il grandissimo vantaggio di essere un accordo sindacale ed aziendale, ma evidentemente che può essere poi applicativo di accordi territoriali molto più vasti, che intercorrono tra grandi organizzazioni sindacali, grandi organizzazioni datoriali e, appunto, autorità pubblica, la Regione, i quali avrebbero la sicurezza che viene, appunto, dal legame contrattuale, dall'essere oggetto di un vincolo contrattuale.

Il problema è questo oggi: è quello di finanziare, in parte almeno, la tendenza, che comunque esiste tra i lavoratori, ad accettare una riduzione d'orario di lavoro, un piccolo part-time, che libererebbe spazio per l'assunzione di altri lavoratori. Ogni quattro lavoratori, se si rinunzia a una giornata di lavoro, e moltissimi vorrebbero ridurre il loro lavoro da cinque a quattro giornate, si crea un posto di lavoro. Queste esperienze sono state già fatte, sono esperienze positive e questo momento sarebbe veramente il momento adatto perché comunque esiste ed esisterà per alcuni anni, o perlomeno per questo anno, una legislazione di decontribuzione totale delle nuove assunzioni; quindi una campagna di questo genere, che cercasse, attraverso i contratti di solidarietà, di ridurre da cinque a quattro giornate la settimana, per tutti coloro che lo vogliono, dando una compensazione a questi lavoratori, e qui ci sarebbe l'intervento della Regione, una compensazione almeno parziale, potrebbe raggiungere senz'altro, io ritengo, un effetto positivo massivo in considerazione dei grandi vantaggi che comunque ne avrebbero i datori di lavoro, i quali sommerebbero alla decontribuzione totale anche il 15 per cento di contributo sullo stipendio dei nuovi assunti come previsto dalla legge n. 863/1984.

Io ho indicato questo strumento per dire che una politica attiva del lavoro va fatta e va fatta subito. Certo, si potrebbe dire: ma in fondo è soltanto in un certo senso nuova occupazione, sì, sono nuovi occupati, ma la massa complessiva delle ore lavorate non cambia. Il problema è che intanto si avrebbe l'accesso al lavoro di molte nuove persone, si avrebbe la liberazione del tempo di vita di altre persone che diminuirebbero da cinque a quattro le loro giornate e si preparerebbe un aumento sicuro dei consumi innescandosi così una spirale virtuosa.

Tutto ciò ovviamente non esclude affatto iniziative di creazione diretta di occupazione, di posti di lavoro, e qui ovviamente si apre il problema delle opere, delle grandi opere e delle piccole opere, sulle quali è aperto un dibattito e da parte nostra si sono portate alcune valutazioni critiche e dialettiche che qui non sto a ripetere per non uscire fuori tema, ma che comunque fanno parte del problema di come creare occupazione.

È nuova occupazione, cioè nuovi occupati, anche ciò che viene dai contratti di solidarietà espansiva, da un riparto delle ore lavorabili. Ricordiamoci quello che diceva Keynes: "fate fette sottili e accurate di questo pane".

L'occupazione aggiuntiva è quella che ci serve e io qui voglio spiegare perché noi dobbiamo invece contrastare un tipo di manovra che è soltanto apparente, è soltanto mediatica, che è quella dell'occupazione di tipo sostitutivo che viene portata avanti a livello nazionale. Fatto 100 i nuovi contratti a tempo indeterminato che sono stati fatti questi tre mesi, ben 87 sono trasformazioni di vecchi contratti precari, per lo più illegittimi, e che quindi dovevano essere comunque trasformati in contratti a tempo indeterminato. Questa occupazione sostitutiva costa moltissimo, si parla di 12 miliardi da parte governativa e l'INPS addirittura stima sopra i 20 miliardi. Sono cifre veramente alte, che utilizzate in un altro modo, utilizzate per l'occupazione aggiuntiva, anche e, direi, soprattutto immediatamente, attraverso lo strumento dei contratti di solidarietà espansivi, cambierebbero completamente il nostro quadro e ovviamente renderebbero assai meno drammatica, complicata quell'operazione su cui siamo tutti ormai d'accordo, che è quella dell'introduzione del reddito minimo o reddito di inclusione sociale. Questo evidentemente è uno scopo al quale deve essere indirizzato il massimo dei nostri sforzi, a cui le risorse devono essere indirizzate qui, visto che se in Italia ci sono ormai 9 milioni di poveri, beh, una percentuale rispettabile di questi sono anche nell'Emilia-Romagna.

Quindi la mia richiesta è questa: che la Giunta assuma come problema prioritario, come ha detto che avrebbe comunque fatto, quello del contrasto alla povertà, da una parte, della supplenza di ammortizzatori sociali, della creazione di ammortizzatori sociali e, dall'altra, dell'incentivo all'occupazione attraverso strumenti nuovi e di tipo contrattuale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Alleva.

Non ho altri iscritti. Vi ricordo che siamo in dibattito generale unico sui quattro oggetti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intervengo velocemente sul bilancio, poi ci riserviamo più tempo per una serie di emendamenti che abbiamo presentato.

Intanto, come ho già detto in Commissione tempo fa, giudichiamo positivo il fatto di aver presentato il DEFR in anticipo perché comunque presenta tutta una serie di schede, di attività che questa amministrazione si impegna a fare. Notiamo, però, che effettivamente, più che un documento di economia finanziaria, è la riproposizione del programma di mandato che avevamo visto a gennaio e già su questo noi avevamo espresso il nostro parere e le nostre visioni radicalmente differenti.

Soprattutto notiamo, e di questo parleremo anche più avanti, l'assenza pesante del piano di bonifica, una visione differente sul trasporto, dove vediamo degli investimenti, dei grossi investimenti di milioni di euro in grandi opere, che noi definiamo inutili, senza invece investire questi soldi in una mobilità alternativa. Ho già ribadito altre volte in Commissione che sulle piste ciclabili in questo documento non c'è niente, addirittura la più grossa attività citata è la creazione delle mappe delle piste ciclabili.

Altri aspetti su cui noi non concordiamo, ad esempio, sono gli investimenti che andiamo a fare per Expo, investiamo più di 2 milioni di euro per la partecipazione ad Expo per promuovere la nostra regione. Secondo noi questo tipo di investimento è esagerato. Fra l'altro, proprio ieri ho presentato un'interrogazione per capire se questi soldi che stiamo investendo non li stiamo spendendo male perché ancora pare che non ci abbiano consegnato il pattuito.

Interverremo anche con un ordine del giorno, ricollegandoci al problema del lavoro e della difficoltà del lavoro che manca, sul reddito di cittadinanza. Poi presenteremo nel corso della seduta i singoli emendamenti e l'ordine del giorno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Torno sul piano delle bonifiche e mi rivolgo all'assessore Gazzolo. Noi riteniamo che sia inaccettabile che per l'intera legislatura si preveda soltanto l'avvio del percorso del piano regionale delle bonifiche, questo significa che entro i cinque anni non lo avremo questo piano. Quello che secondo noi bisognava scrivere è l'adozione e l'approvazione del piano delle bonifiche posto che abbiamo imparato che non abbiamo nemmeno l'anagrafe di queste bonifiche prevista dal decreto legislativo n. 152/2006.

C'è un caso in particolare che ho sollevato in Commissione, il caso della discarica Razzaboni, su cui avevo chiesto se era stato previsto qualche finanziamento per la bonifica e mi è stato risposto che c'è una delibera di Giunta di luglio. Peccato però che questa delibera di Giunta va a finanziare solamente il primo stralcio di intervento, perché esiste ancora un secondo stralcio, su un terreno privato, e il Comune non ha i fondi per bonificare e sta aspettando che la Regione metta questi fondi, a bilancio però questi fondi non ci sono.

Ricordo che il sito di San Giovanni in Persiceto è annoverato in Europa fra i 16 siti contenenti rifiuti pericolosi, insieme ad altre 200 discariche in Italia mai bonificate, per le quali il dicembre scorso siamo stati condannati dalla Corte di Giustizia europea a pagare 40 milioni di multa a forfait per la situazione non sanata dal 2007 ad oggi, e da gennaio in avanti, per il sito di via Samoggia, se non rispettiamo la prima scadenza, che è il 2 giugno, pagheremo 400 mila euro di sanzioni ogni sei mesi di inadempienza rispetto alle direttive europee in materia di rifiuti.

Quello che io vorrei sapere dall'assessore è: c'è la volontà politica di sanare questa situazione oppure no? A bilancio non si direbbe. Vorrei ricordare all'assessore che una condotta omissiva, quale potrebbe essere considerata il non procedere ad un'attività di bonifica di un sito contenente rifiuti pericolosi, potrebbe configurare gli estremi di un danno erariale a carico degli amministratori inadempienti. Come Movimento 5 Stelle a livello nazionale abbiamo già proceduto con un esposto e procederemo anche a livello regionale. In ogni caso oggi ci aspettiamo una risposta dall'assessore. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Piccinini.

Non ho altri iscritti ad intervenire. Colleghi consiglieri, vi ricordo che siamo in dibattito generale congiunto sui quattro oggetti.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Ravaioli. Ne ha facoltà.

 

RAVAIOLI: Grazie, presidente. Nel quadro complessivo di questo bilancio, un bilancio che vuole guardare avanti ed investire sull'innovazione, sulla valorizzazione delle risorse del territorio a partire dalla piena consapevolezza di queste, merita certamente di essere sottolineata la scelta politica della Giunta regionale di avere sensibilmente aumentato gli stanziamenti per le politiche culturali, che passano dai 18 milioni del 2014 ai 28 milioni previsti per il 2015. Una scelta forte, certamente non scontata né banale, anzi, per molti versi in controtendenza, che denota un deciso rovesciamento di paradigma rispetto a datate impostazioni che storicamente relegano le politiche culturali ad un piano di assoluta subalternità, specie rispetto ad altri ambiti produttivi, nella lista dei beni superflui o dello svago, e che individua, invece, nella promozione del nostro inestimabile patrimonio e nel sostegno concreto all'attività dell'industria creativa un motore determinante ed irrinunciabile per lo sviluppo del territorio, soprattutto sotto il profilo economico e occupazionale.

Una scelta politica che investe con lungimiranza in un settore che, dalla moda ai beni culturali, dallo spettacolo dal vivo alle produzioni cinematografiche e radiotelevisive, dal design all'enogastronomia, vive una fase di continua espansione e costituisce, in un'ottica di competitività internazionale, un punto di riferimento imprescindibile nell'ambito del manifatturiero, caratterizzato dalla peculiare ed indiscussa qualità del Made in Italy, così come in quello turistico, contando circa 1500 imprese nell'ambito culturale, nello spettacolo dal vivo, nel cinema, nella musica, e oltre 30 mila tra imprese individuali e piccole imprese nell'ambito dei servizi creativi (architettura, design, pubblicità), per un numero di quasi 80 mila addetti, pari all'8 per cento delle imprese e al 4,5 per cento degli addetti dell'intera economia regionale.

Un mondo importante, quindi, da non sottovalutare, che merita il sostegno concreto che la Regione sta offrendo, un sostegno che si traduce, relativamente al corpus normativo di riferimento sul fronte culturale, rappresentato prioritariamente dalle leggi n. 18/2000, n. 37/1994 e n. 13/1999, in un significativo incremento delle risorse messe in campo, oltre ai maggiori stanziamenti per realtà quali ERT (in seguito all'importante riconoscimento di Teatro nazionale da parte del Ministero), ATER e Fondazione nazionale della Danza.

Più nello specifico, la legge n. 18/2000 "Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali", che mira alla riscoperta, alla tutela, alla promozione dei beni culturali anche attraverso azioni di manutenzione, catalogazione e digitalizzazione, e favorisce la costruzione di un modello organizzativo territoriale unitario per i servizi bibliotecari, archivistici e museali, in una logica di superamento della frammentazione e di ottimizzazione delle risorse, ha visto un significativo aumento del finanziamento pari a 2,6 milioni. Su questo fronte ricordo la preziosa assistenza tecnico-scientifica dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, che si occuperà dell'attuazione di diverse azioni in particolare riguardo alla legge n. 16/2014 "Salvaguardia e valorizzazione dei dialetti dell'Emilia-Romagna", che vedrà raddoppiare le proprie risorse fino ad un totale di 100 mila euro, e di vari progetti speciali, tra i quali vanno indubbiamente menzionati i percorsi dedicati al centenario della Grande Guerra.

La legge n. 37/1994 "Norme in materia di promozione culturale", attraverso la quale la Regione sostiene l'attività culturale di associazioni e istituzioni culturali e l'organizzazione di manifestazioni di rilevanza regionale, oltre che finanziare, per soggetti pubblici, l'acquisto di attrezzature e la valorizzazione del patrimonio, ha visto un aumento di oltre 950 mila euro, passando dai 2,7 milioni del 2014 ai 3,7 milioni del 2015.

Ancora, la legge n. 13/1999 "Norme in materia di spettacolo", che costituisce un punto di riferimento per le realtà più consolidate che si occupano di spettacolo dal vivo, teatro, musica e danza, mostra un aumento di risorse di oltre 2,5 milioni, garantendo la copertura dei fondi prima erogati dalle Province, i cui tagli avevano messo seriamente a rischio la sopravvivenza di numerose imprese artistico-culturali operanti nel nostro territorio.

Un cenno particolare merita poi la legge n. 20 "Norme in materia di cinema e audiovisivo", approvata all'unanimità allo scadere della scorsa legislatura in seguito ad un percorso importante, costruito in maniera condivisa con gli operatori e gli esperti di settore, e soprattutto attraverso un lavoro trasversale e sinergico tra gli Assessorati di riferimento (Cultura, Attività produttive, Turismo, Lavoro e formazione, Politiche giovanili), secondo un metodo emblematico per i prossimi progetti, a cominciare da quello, già annunciato, sulla musica.

Riguardo agli obiettivi della legge, il cui piano triennale è in via di definizione in vista dei bandi che usciranno presumibilmente a luglio, per un totale di 2,5 milioni di euro l'anno, a cui si aggiungeranno risorse ulteriori del Fondo FESR, i contributi erogati andranno a sostenere concretamente la promozione della cultura cinematografica e audiovisiva attraverso progetti di catalogazione e conservazione della documentazione cinematografica e l'organizzazione di eventi quali festival e rassegne di valenza regionale, nazionale e internazionale, in grado di accrescere e qualificare la conoscenza e la capacità critica del pubblico, favorendo in particolare l'alfabetizzazione e la formazione dei più giovani, proponendo opere inedite e differenziando l'offerta culturale con un'attenzione specifica ai luoghi più periferici, remoti e problematici anche sotto il profilo sociale.

La Regione sosterrà, inoltre, la ricerca e l'innovazione tecnologica a vantaggio dei processi creativi e nella volontà di dare luogo ad un distretto regionale diffuso della produzione cinematografica e audiovisiva che consenta di sviluppare lavoro lungo tutta la filiera; promuoverà la nascita, la crescita e l'internazionalizzazione delle industrie culturali e creative sul fronte della multimedialità favorendo percorsi di specializzazione di alto profilo formativo e l'acquisizione di competenze tecniche e manageriali.

Il sostegno alle produzioni, poi, che toccherà svariati generi, si tradurrà anche in facilitazioni logistiche e organizzative e punterà a far emergere le proposte capaci di valorizzare il territorio sia in termini di risorse professionali locali, sia in termini di promozione dell'immagine della regione e delle sue risorse artistico-culturali, paesaggistiche, enogastronomiche, attraverso un'adeguata e mirata strategia di marketing territoriale.

Insieme alla cultura va inoltre sottolineato il supporto della Giunta ad altri due settori normalmente considerati di second'ordine, che invece costituiscono elementi importanti nella crescita del territorio: lo sport e le politiche giovanili.

Riguardo allo sport la Regione si è impegnata ad investire 5 milioni di euro, di cui 4 sull'impiantistica e 1 sulla promozione, sottolineando, attraverso tale importante investimento, come questo tema costituisca un ambito centrale che interseca questioni cruciali e che tocca settori trasversali: la salute psicofisica delle giovani generazioni e non solo, la promozione di corretti stili di vita, il rispetto delle regole, il dialogo interculturale, la lotta all'esclusione sociale, la prevenzione rispetto al doping e alle dipendenze. Un tema, quindi, che merita la necessaria attenzione, a cominciare dalla profonda riforma della legge n. 13, che sarà portata avanti con il coinvolgimento del CONI, degli enti di promozione sportiva, del Comitato paraolimpico e degli amministratori locali, in una dimensione di confronto aperta e partecipativa.

Infine le politiche giovanili, che vedono confermato lo stanziamento di 400 mila euro e che saranno sviluppate con un approccio sempre più trasversale e integrato tra i vari settori di intervento, per rispondere, da un lato, all'evolversi dei bisogni e ad una sempre crescente complessità sociale, dall'altro, agli obiettivi previsti dalla legge n. 14/2008 "Norme in materia di giovani generazioni", che vede tra i suoi principi guida la promozione dei diritti di cittadinanza, il sostegno del pieno sviluppo culturale, sociale ed economico, il consolidamento dell'autonoma partecipazione dei giovani alla vita pubblica. Politiche, insomma, che, allontanandosi da quell'approccio assistenzialistico e soffocante che per troppo tempo ha caratterizzato gli interventi a favore delle nuove generazioni, consentano invece di offrire strumenti informativi e formativi per l'accesso al mondo del lavoro e all'impresa, sostengano la creatività giovanile, favoriscano le esperienze di scambio e mobilità in un quadro europeo ed internazionale; politiche che soprattutto educhino alla cultura della legalità, della sostenibilità, della cittadinanza attiva, dell'intercultura e della partecipazione quei ragazzi che oggi troppo spesso sono costretti ai margini, senza le cui intelligenze e la cui spinta propulsiva non potrà certamente concretizzarsi quella crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva a cui un'Emilia-Romagna finalmente regione d'Europa può e deve tendere.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Ravaioli.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Prodi. Ne ha facoltà.

 

PRODI: Grazie, presidente. Ci tenevo a proporre un focus sulle tematiche della scuola, della formazione e della ricerca che si ritrovano all'interno del Documento di economia e finanza regionale.

Gli scenari economici, culturali e sociali che si sono intrecciati negli ultimi anni hanno contribuito a mettere in crisi il modello occupazionale e finanziario della nostra regione. Per ovviare a questo scenario, per scongiurare un ribasso nella scia passiva dei meccanismi di globalizzazione che condurrebbe verso una dequalificazione pseudo-competitiva del lavoro, la Regione ha deciso di dare un taglio di innalzamento del livello qualitativo e quantitativo della popolazione studentesca attraverso misure che portino ad elevare sapere, ricerca ed innovazione.

In particolare ricordiamo alcune misure specifiche nel campo della ricerca e dell'innovazione, dove si vuole costruire un'infrastruttura di educazione e ricerca unitaria negli obiettivi ed integrata nelle sue componenti che agisca da catalizzatore per la crescita rafforzando quelle capacità di sistema che sostengono innovazione e sviluppo; promuovere la ricerca industriale efficiente e di livello internazionale, in grado di creare un ponte stabile tra imprese e Università per alimentare spin-off accademici ed industriali per l'affermarsi di nuove imprese capaci di stare sul mercato.

Vogliamo sostenere un sistema universitario più in grado di dialogare a livello internazionale, che sappia promuovere le proprie eccellenze operando all'interno della rete europea. Questo deve essere un sistema che genera innovazione, nuovo lavoro di qualità nell'ambito della ricerca, in simbiosi con l'ambito territoriale di servizi che sono anche culturali, scolastici, abitativi, infrastrutturali e sociali, che favoriscano per i giovani ricercatori la concreta possibilità di realizzare i propri interessi, le proprie idee in campo scientifico, culturale e tecnologico.

La rete dell'alta tecnologia, ad esempio, assicurerà la presenza di laboratori accreditati con adeguate dimensioni e infrastrutture di ricerca moderne al servizio delle imprese, garantendo competenza di ricerca di livello internazionale in grado di competere sull'importante mercato dei fondi pubblici quali Horizon 2020.

Questo sistema si baserà sul rinnovato impegno di Università ed enti di ricerca presenti sul territorio per favorire lo sviluppo della ricerca industriale nel sistema regionale, la sua capacità di essere fruibile e in grado di anticipare innovazione nei settori ad elevata specializzazione regionale, completato poi dai centri per l'innovazione.

Voglio fare anche un dovuto accenno alla necessità di promuovere virtuosamente le sinergie tra sistema sanitario regionale e la ricerca, soprattutto clinica e preclinica, e il comparto dell'industria della salute (biomedicale, farmaceutico, eccetera) attraverso raccordi puntali con le eccellenze che si trovano nel nostro territorio regionale.

Ricerca e creazione di una nuova industria sarà l'idea progettuale fondante, estesa, oltre che ai settori economici produttivi tradizionali, a quelli della cultura, del benessere, del tempo libero, dei servizi per l'industria.

Tra i risultati attesi nel 2015 ci preme ricordare la task-force per partecipare ai fondi UE (Horizon, COSME, Creative Europe, eccetera) con l'obiettivo di portare la regione nel 2020 a superare il 2 per cento del prodotto interno lordo dell'Emilia-Romagna dedicato alla ricerca e allo sviluppo, accrescendo sia la componente privata che quella pubblica.

Per quanto riguarda la formazione, la priorità dell'azione è il contrasto alla disoccupazione investendo sulle competenze delle persone. Sottolineiamo ancora una volta che il lavoro significa dignità della persona, libertà dal bisogno, assunzione delle responsabilità nei confronti dei progetti di vita, possibilità di realizzazione, riconoscimento di passioni, talenti, ambizioni e capacità. In sostanza, vogliamo passare da una gestione tollerata dell'esclusione ad un principio sistematico di inclusione e piena partecipazione di tutti i cittadini alla vita attiva come fattori strategici per la crescita e il benessere collettivo.

Vanno, quindi, consolidate le diverse componenti (istruzione, formazione professionale, formazione terziaria non universitaria, eccetera) allo scopo di alzare i livelli di istruzione delle persone e rispondere alla domanda di impiego specializzato e qualificato che proviene dalle eccellenze economico-produttive del territorio, diffondendo un meccanismo virtuoso di innalzamento diffuso delle capacità e competenze innovative. Occorre, quindi, rafforzare le filiere formative nei settori più avanzati della nostra economia e in quei segmenti dell'infrastruttura, come la formazione terziaria non universitaria, che formano profili professionali innovativi richiesti dal sistema economico-produttivo, anche attraverso la sperimentazione di un sistema duale italiano che metta in più stretta relazione sinergica soggetti formativi e il sistema economico-produttivo, per consolidare il ruolo che svolgono le imprese quali luoghi in cui le competenze si generano e si trasmettono. Gli strumenti finalizzati li conosciamo: sono il Programma operativo regionale del Fondo sociale europeo da attuare in integrazione con il Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale.

In particolare mi preme concludere sulla necessità che si riscontra, e a cui la Regione dà un taglio deciso, di investire nell'essenziale infrastruttura sociale che è data dal sistema educativo e formativo nel suo insieme, che sia un sistema inclusivo perché accessibile a tutti, unitario negli obiettivi ed integrato nelle sue componenti, dalla scuola dell'obbligo al dottorato di ricerca, per accrescere significativamente il numero delle persone e delle imprese in grado di operare e competere a livello globale in modo non subordinato, governando, anzi, i processi globali con intelligenza, innovazione e qualità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Prodi.

Se nessun consigliere si iscrive ad intervenire, vi ricordo che è prevista l'eventuale replica del relatore.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Zoffoli. Ne ha facoltà.

 

ZOFFOLI: Grazie, presidente. Desidero focalizzare il mio intervento sulle politiche sociali per la salute, che sono le tematiche relative alla IV Commissione di cui mi è stata conferita la presidenza.

Appare evidente a tutti che con questa amministrazione è iniziato un nuovo corso. Abbiamo nuovi assessori, sono stati rinnovati tutti i direttori generali e sono stati condivisi programmi di ampio respiro che per cinque anni propongono gli stessi indirizzi in tutta la Regione. Inoltre, da subito sia l'Assessorato che l'Assemblea si sono dichiarati disponibili ad affrontare e ad approfondire in Commissione o in Assemblea le varie tematiche relative alla sanità e al welfare con una programmazione strategica che sia nello stesso tempo compatibile economicamente, questo è indispensabile, in grado di guardare al futuro e di tenere conto dei bisogni delle persone.

Oggi noi approviamo il bilancio con l'impegno di maggioranza e opposizione di affrontare tutti quegli argomenti dei quali è indispensabile conoscere la realtà e le criticità attraverso un'analisi approfondita per poi poter prendere le determinazioni conseguenti. Anche per questo stiamo ultimando, d'intesa con l'Ufficio di Presidenza e con gli assessorati, un intenso calendario dei lavori della Commissione, ormai è pronto da distribuire.

In Assemblea abbiamo già trattato argomenti molto importanti e in occasione dell'approfondimento di questo bilancio in Commissione sono stati proposti alcuni emendamenti che, anche se sono condivisibili, si è ritenuto che andassero discussi in maniera organica in Commissione o in Aula per poter prendere decisioni in linea con una programmazione strategica complessiva.

Fatte queste premesse, vorrei condividere ora alcune brevi considerazioni sul bilancio di riferimento.

La prima nota positiva che appare subito evidente è che, nonostante la spending review, questo bilancio è stato presentato senza riduzione di risorse rispetto al 2014. Non sono stati ridotti né il bilancio sanitario, né il Fondo per la non-autosufficienza, né le risorse per il sociale.

Preso atto di questo, che non era scontato, occorre sottolineare che per poter fare nuovi investimenti sulla ricerca, sulle tecnologie e poter affrontare i nuovi bisogni servono risorse aggiuntive. Dove possono essere reperite queste risorse? Io ritengo nella riqualificazione della spesa. Porto alcuni esempi. Occorre ridurre i costi amministrativi (in Commissione arriverà a breve la riorganizzazione dell'Assessorato dell'Agenzia regionale della sanità che comporterà un risparmio di risorse); occorre poi ottimizzare l'acquisto di farmaci e di attrezzature, dove è possibile, su scala regionale per poter usufruire di sconti importanti; ancora, è indispensabile ridurre doppioni ed inefficienze.

Rispetto alle politiche sociali e sanitarie occorre lavorare su più fronti. Il primo, che mi preme molto, è la territorialità. Occorre predisporre dei PAL (Piani attuativi locali) che organizzino nel migliore dei modi la sanità e i servizi sociali nei territori. I PAL devono rendere omogenee le politiche per la prevenzione (abbiamo ieri presentato il Piano regionale per la prevenzione, con tanti spunti e tanti approfondimenti che dovremo fare nelle prossime settimane); devono far funzionare i nuclei di cure primarie, propedeutici alla diffusione ovunque delle Case della Salute (tanto vituperate, ma sicuramente molto importanti per la qualità della sanità dei nostri territori perché permettono la presa in carico del paziente con progetti che vadano a privilegiare, dove è possibile, la domiciliarità). Si devono, inoltre, migliorare ovunque le prestazioni diagnostiche e specialistiche affinché le liste d'attesa siano rispondenti ai reali bisogni. Su questo stiamo lavorando e l'impegno c'è stato fin dall'inizio da parte dell'Assessorato.

Un altro fronte di grande importanza è la riorganizzazione degli ospedali in base a linee guida discusse assieme in maniera trasparente. Sarebbe buona cosa che queste linee guida, dopo essere state concertate con i territori, trovassero un momento di condivisione più ampio possibile tale da permettere poi alle Conferenze territoriali sociali e sanitarie di operare le scelte, su proposta delle Direzioni generali, nel migliore dei modi possibili. L'obiettivo non deve essere quello di risparmiare risorse, l'abbiamo detto più volte, ma di spenderle meglio. Una sanità che sa guardare al futuro evita doppioni o strutture che, per i bassi numeri e per la mancanza di supporti nei momenti di necessità, non diano garanzie di effettiva sicurezza. Occorre, inoltre, graduare l'intensità della risposta ospedaliera in base ai bisogni sanitari effettivi, così come si deve tener conto della realtà esistente e delle diversità notevoli che ci sono fra i territori della nostra regione. Abbiamo già affrontato diverse volte questo argomento e credo che bisogna sicuramente tenere conto di quelle che sono anche le peculiarità dei nostri territori.

Altri fronti su cui dovremo impegnarci sono i monitoraggi dello stato di attuazione di alcune leggi che sono da poco in esecuzione e che richiedono verifiche di attinenza ai bisogni e alle criticità in modo da poter intervenire, se necessario, in maniera adeguata. Per meglio comprendere quello che ho detto faccio alcuni esempi. Credo che sia indispensabile cominciare ad osservare meglio le leggi sull'accreditamento, sull'ASP unica, sulla gestione in forma associata dei servizi sociali (legge n. 12) e sui nuovi regolamenti relativi alle contribuzioni partendo dall'ISEE. Credo che ci siano le condizioni per fare un buon lavoro. Ognuno deve svolgere nel migliore dei modi il ruolo di cui ha la responsabilità. C'è un ruolo istituzionale svolto dalla Giunta, dall'Assemblea regionale, dai direttori generali e dalle Conferenze territoriali sociali e sanitarie, e c'è un ruolo politico di maggioranza e di opposizione, ma tutti dobbiamo tenere ben presente che la sanità, per la buona politica, non dovrebbe essere né di destra, né di sinistra, né di maggioranza, né di opposizione, ma di tutti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Zoffoli.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bagnari. Ne ha facoltà.

 

BAGNARI: Grazie. Penso che bisogna cominciare a ragionare e a tenere presente il fatto che queste scelte di bilancio non siano state facili e non siano assolutamente scontate. Qualcuno prima ha ricordato che il Governo nazionale che sta guidando il nostro Paese è dello stesso colore politico di quello della nostra Regione. Vedete, se noi ci mettessimo a studiare l'albero genealogico dei problemi di finanza pubblica che affliggono il nostro Paese utilizzando anche solamente un po' di memoria, ci accorgeremmo che il colore politico, andando un pochino indietro nel tempo, cambia e quindi possono cambiare probabilmente, se guardiamo bene le cose, anche le responsabilità di chi ha generato una serie di problemi di finanza pubblica. Ma penso che se ci attardassimo e dedicassimo a questo esercizio troppo tempo, onoreremmo scarsamente il nostro ruolo e il nostro mandato. Io penso che sia meglio guardare e valutare le scelte concrete che sono state fatte e che vengono fatte con questo bilancio da questa amministrazione regionale.

Voglio dedicare il mio intervento al tema della messa in sicurezza del territorio, della protezione civile, della prevenzione e della tutela dell'ambiente, che in questo bilancio ha uno spazio significativo. Va ricordato come complessivamente, se includiamo anche il tema della prevenzione del rischio sismico, vengono messi a disposizione oltre 40 milioni su questi fronti. Credo che sia una scelta non da poco, una scelta molto importante. La parte più significativa di queste risorse, stiamo parlando di oltre 30 milioni di euro, è relativa alle risorse regionali da destinare ad interventi di difesa del suolo, della costa e di sostegno al sistema della protezione civile. Considerato tutto quello che è successo anche in questi mesi, credo che ciò sia non solo un segnale, ma anche una scelta importante e concreta che si fa in questa direzione.

In particolare vengono rese disponibili delle risorse che sono destinate a consentire la realizzazione di opere di consolidamento e di sistemazione dei versanti, di difesa della costa, di sistemazione e manutenzione della rete idrografica superficiale, per un importo complessivo di 10 milioni di euro.

Va evidenziato anche l'importante segnale di incremento di risorse sul versante della spesa corrente per consentire di potenziare la capacità di sviluppo progettuale da parte delle strutture tecniche per poter effettuare gli interventi necessari per la prevenzione e la sicurezza del territorio. È un investimento importante anche questo, che ci consente di studiare, di capire dove è necessario intervenire prima che si verifichino dei problemi.

Inoltre va ricordato lo sforzo che in questo senso va fatto anche per poter avere un parco progetti che possa essere attivabile e finanziabile in tempi rapidi, oltre alle risorse che vengono messe a disposizione per fronteggiare situazioni di grave pericolo ed effettuare i necessari interventi di emergenza, stiamo parlando di circa 7 milioni di euro.

Ricordiamo anche lo sforzo che si fa sul sistema della protezione civile regionale (proprio quello che è successo ci consente non solo di prevenire, ma anche di intervenire in presenza di problemi che si verificano all'improvviso), il potenziamento del coordinamento del presidio territoriale sia con le istituzioni che con il mondo del volontariato, dell'associazionismo, ma anche il potenziamento della dotazione tecnica di questo sistema. Vengono stanziati complessivamente su queste voci 15 milioni di euro: 12 milioni vengono messi a disposizione degli enti competenti per l'esecuzione di interventi indifferibili e urgenti, e 3 milioni sono finalizzati ad interventi per potenziare la capacità operativa e l'aggiornamento tecnico, come ricordavo.

Per quanto attiene alla parte delle politiche ambientali, l'attività più significativa riguarderà il riavvio del percorso per l'approvazione di importanti strumenti di pianificazione regionale, a partire dal Piano regionale per la gestione dei rifiuti, il cui percorso è stato interrotto dopo la chiusura anticipata della legislatura. Ma non c'è solo questo provvedimento, c'è anche l'intenzione di andare ad una legge in materia di prevenzione e recupero dei rifiuti, c'è l'avvio delle attività finalizzate alla definizione di una proposta di Piano delle bonifiche e di Piano di risanamento per la presenza di amianto, c'è il Piano integrato per la qualità dell'aria, c'è l'integrazione delle politiche finalizzate all'individuazione di una strategia regionale per l'adattamento climatico. Anche questo, nell'ottica che ricordavo prima, è un fatto importante e dimostra la necessità, ma anche la volontà di andare nella direzione di mettere in atto dei provvedimenti in un'ottica di prevenzione attuando delle vere e proprie politiche di resilienza.

È previsto che vengano finanziati azioni ed interventi nel campo della riduzione della produzione di rifiuti, ma non solo, anche interventi di tutela e promozione delle aree protette e dei parchi, contributi rivolti al mondo economico e produttivo per promuovere la qualità ambientale dei luoghi di lavoro. Sono tutti aspetti che danno anche qui un segnale importante del dove si vuole andare per la qualità della vita nella nostra regione.

Poi c'è il tema del cofinanziamento, che è un tema sul quale questa Giunta ha lavorato e sul quale questa Regione si sta impegnando molto. Vanno ricordati alcuni accantonamenti finalizzati a garantire il cofinanziamento di importanti progetti comunitari cui la Regione sta concorrendo, a partire dalla candidatura insieme ad altre Regioni al progetto per la gestione integrata dell'area del bacino padano, e, sul versante di progetti europei, la prosecuzione dell'attività della macro-regione adriatico-ionica finalizzata al potenziamento del coordinamento delle politiche in ambito territoriale.

Voglio ricordare un altro aspetto che ha a che fare con la volontà di qualificare la vita in aree svantaggiate del nostro territorio: le politiche per la montagna. Nella predisposizione della proposta di bilancio c'è la conferma dell'impegno della Regione in questa direzione a destinare nuove risorse finanziarie al Fondo regionale per la montagna per poter assegnare alle Unioni dei Comuni montani adeguate risorse, che possano, fra l'altro, in particolare fungere come colonna locale per l'attivazione di specifiche misure finanziate nell'ambito del nuovo PSR. Tra l'altro, voglio ricordare anche questo, un PSR che è stato attaccato in tutti i modi dalle minoranze e che invece è stato indicato dalla stessa Unione europea come uno dei migliori e dei primi che potranno partire nel nostro Paese, con importanti misure, va ricordato anche questo, per sostenere una vita dignitosa nelle aree rurali a vantaggio anche e soprattutto dei giovani. Sul versante della montagna credo che sia da ricordare anche la Conferenza regionale per la montagna che verrà attuata e che costruirà la cornice per l'integrazione delle politiche e dei programmi di intervento a favore delle aree montane della regione.

Un'altra voce che voglio ricordare è quella che riguarda la prospettiva sul Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico, che è un impegno su cui sta lavorando la Giunta regionale, che vuole attirare, nell'ambito del Piano nazionale decennale in corso di definizione con la struttura di missione "Italia Sicura", ingenti risorse nella nostra regione.

Possiamo ricordare anche, oltre alle previsioni di bilancio, gli impegni già messi in campo a fronte dell'emergenza e anche con grande rapidità. Penso alle risorse ottenute con la dichiarazione dello stato di emergenza di calamità naturale per il maltempo di febbraio. Credo che sia da ricordare anche quello che si è riusciti ad ottenere dal Fondo di solidarietà europeo, quegli 11 milioni di euro che fanno riferimento al maltempo di ottobre e novembre e che danno l'idea di come ci si sta muovendo, cioè non aspettando che arrivi qualcosa, ma con la volontà di andare a caccia di risorse a favore dei nostri territori, che dal mio punto di vista fa anche parte di un modo di amministrare, di condurre il governo della regione, lo dico con orgoglio e come un complimento, con uno stile da sindaci di piccoli comuni, che è proprio quello che dimostra l'amore più grande per la propria comunità.

Ricordo quello che diceva prima il consigliere Bargi quando ha parlato di problemi segnalati da amministratori che lamentano delle lungaggini nel trasferimento delle risorse. Vedete, io su questo sono convinto che nell'ambito della lotta alla burocrazia, tanto cara al presidente Bonaccini e che io condivido pienamente, dobbiamo e possiamo dare segnali importanti in termini di accelerare i processi di trasferimento delle risorse. Penso a risorse che la nostra Regione sta attendendo per il completamento di opere necessarie alla messa in sicurezza del territorio, che attendiamo dal livello statale e da accordi di programma che risalgono a qualche anno fa e sui quali questa Giunta si sta attivando e si sta impegnando.

Come vedete, non siamo una maggioranza con il paraocchi, siamo consapevoli delle cose che vanno migliorate nell'interesse dei cittadini e dei territori. Va dato atto, però, dell'impegno che questa Giunta sta mettendo in campo e dei segnali importanti che sta dando, che vuole dare, con la collaborazione ovviamente, se si vorrà non solo fare opposizione, di tutti quanti i membri di questa Assemblea.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bagnari.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Montalti. Ne ha facoltà.

 

MONTALTI: Grazie, presidente. Il bilancio 2015 è il primo bilancio in cui si concretizzano le scelte regionali legate alla nuova programmazione dei fondi europei, 2,5 miliardi di euro per un percorso che impegnerà nei prossimi sette anni la Regione e che contribuirà al percorso di programmazione complessivamente con 390 milioni di cofinanziamento. Saremo in questo modo la prima Regione italiana che potrà avviare da subito la fase di implementazione della programmazione europea proprio a partire dalla scelta importante di inserire quote di cofinanziamento già in questo bilancio. Un percorso che si preannuncia sfidante e impegnativo, nel quale l'Emilia-Romagna dovrà giocarsi fino in fondo le proprie carte migliori. Attraverso la programmazione europea passano, infatti, le principali opportunità per costruire l'Emilia-Romagna del futuro, una regione in grado di competere a livello europeo e mondiale, che può essere da traino per il rilancio dell'economia nazionale puntando sulle proprie eccellenze, ma anche con quell'attenzione ai valori di equità, solidarietà, trasparenza e coesione che sono propri della tradizione emiliano-romagnola.

Ricerca, innovazione, sviluppo dell'ICT e delle reti, smart cities, attrattività e internazionalizzazione del sistema economico regionale, politiche turistiche con la valorizzazione dei beni ambientali, culturali ed artistici, lotta al dissesto idrogeologico, valorizzazione del sistema agricolo e agroalimentare, politiche del lavoro e della formazione: questi sono solo alcuni dei temi che grazie alla programmazione europea potranno essere sviluppati ed implementati. Lo faremo, però, con alcune scelte chiare, innovative anche rispetto alla precedente programmazione, scelte ben rappresentate nel Documento di economia e finanza regionale, con la scelta di un forte coordinamento politico realizzato attraverso l'Assessorato alle politiche europee con il concerto di tutti gli assessorati coinvolti nella gestione dei programmi operativi e con l'attivazione della struttura di coordinamento e controllo per il presidio unitario dei fondi. Una spinta, dunque, all'integrazione delle politiche e degli interventi per far sì che ogni euro speso dei 2,5 miliardi disponibili possa avere una valenza moltiplicatrice e dar vita a quel percorso virtuoso di rilancio della nostra economia e dei nostri territori che tutti auspichiamo.

Coesione. Nello sviluppo della programmazione europea questo deve essere il metodo di relazione con i territori. Ciascun territorio andrà valorizzato nelle sue peculiarità ed eccellenze, nei propri bisogni, ma soprattutto nella possibilità di contribuire al rilancio del sistema regionale. La sfida sarà, dunque, quella di far emergere il valore di ciascun territorio in una visione d'insieme, in un lavoro di squadra. In questo senso va evidenziato come un segnale già positivo il confronto avviato dagli assessorati con gli enti locali e le parti sociali, le rappresentanze, per condividere sin da subito questo percorso.

Dunque, anche la velocità. Inserendo già da questo bilancio fondi e cofinanziamenti sarà possibile dai prossimi mesi avviare i primi bandi e permettere, quindi, ai cittadini, agli enti e alle imprese di poter candidare i propri progetti, andando, quindi, a distribuire, a dare risorse e strumenti certi per il rilancio del sistema regionale.

Infine il metodo. In un contesto nazionale che vede, dei 46 miliardi di fondi europei disponibili per l'Italia nel periodo 2007-2013, ancora non spesi 13 miliardi, l'Emilia-Romagna si è sempre distinta non solo tra le regioni italiane, ma tra tutte le regioni europee come un territorio capace di spendere i fondi europei, di farlo nei giusti tempi e di farlo bene. Lo dimostra anche il completamento della programmazione 2007-2013 che sta avvenendo nei tempi previsti e spendendo tutti i finanziamenti disponibili.

Questa nuova programmazione, dunque, rinnova la sfida in un contesto regionale, certo, mutato, forse più fragile, ma che ha strumenti e competenze, soprattutto visioni e idee, per poter fino in fondo vincerla.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Montalti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Partirei dal PSR, assessore Caselli. È vero che abbiamo ottenuto un grande risultato e la Regione sta cofinanziando con una quota importante il piano regionale, ma il problema è che questo piano è in ritardo di quasi un anno. Io non voglio star qui a dire di chi è la colpa o di chi non è la colpa, voglio solo dire che purtroppo gli agricoli, e non solo gli agricoli perché ricordiamo che questo non è un intervento che va a beneficio solo del mondo agricolo, stanno aspettando da un po' troppo tempo e ci erano state fatte delle promesse all'inizio della campagna elettorale e della legislatura, ma purtroppo queste promesse ancora non si sono realizzate.

Abbiamo un importante traguardo, abbiamo Expo che comincia dopodomani e la Regione ha dato un contributo per questo importante appuntamento, che però rischia di essere vanificato dal fatto che non si sta facendo molto secondo noi.

Quando avevamo proposto, tra l'altro su un mio emendamento, di costituire una commissione antimafia e contro la contraffazione e il dumping, questa cosa è stata bocciata da questa maggioranza. Credo che questa sia una grande sfida che vada inserita con dei finanziamenti ad hoc per cercare di evitare il più possibile questo fenomeno che oggi sta facendo chiudere molte aziende del territorio, molte aziende che producono prodotti tipici invidiati da tutti. A lei, assessore, e a lei, presidente, faccio un invito. Nel discorso iniziale del suo insediamento, presidente, lei parlò molto dell'agricoltura, di tutte quelle che erano le indicazioni a supporto di questo settore strategico per noi, perché come Emilia-Romagna non dimentichiamoci mai che questo è un settore primario, anche se molti se lo sono dimenticati in questi ultimi anni, che dà da lavorare non soltanto alle persone che lavorano direttamente nel settore agricolo, ma anche a tutto quello che è l'indotto dell'agroalimentare in generale. Quindi, presidente e assessore, vi invito e vi esorto a chiudere al più presto la questione del PSR e a non dimenticare il problema della contraffazione perché oggi rischiamo veramente, con i prezzi che ci sono nel settore del latte, della frutta e dei pomodori, di avere una chiusura generalizzata delle aziende agricole, aziende che poi, una volta che chiudono, non hanno più la possibilità di riaprire perché i costi per riaprire o per iniziare nel settore agricolo sono i più alti in assoluto rispetto a tutti gli altri settori. Allora è qua che dovete assolutamente intervenire.

C'era un finanziamento che parlava dei giovani in agricoltura che purtroppo si è perso e non ha ottenuto quello che doveva essere il suo scopo, cioè un reintegro dei giovani nel mondo agricolo. Se noi non riusciamo a finanziare, a dare una mano ai giovani, quei pochi, purtroppo, che vogliono o vorrebbero iniziare un percorso in questa attività, che, non dimentichiamolo, è la più pesante di tutte perché si lavora trecentosessantacinque giorni l'anno, se noi non riusciamo a fare un intervento con dei contributi sostanziali e togliendo la burocrazia per chi cerca di iniziare un percorso di questo genere, ho la vaga sensazione che poi purtroppo la nostra agricoltura e soprattutto i nostri prodotti tipici andranno a chiudere.

All'ultimo Consiglio abbiamo approvato insieme una risoluzione che riguarda il settore lattiero-caseario in generale, con una mia richiesta, nella risoluzione presentata dalla Lega Nord, di entrare più di impatto e di far valere quella che è la Regione Emilia-Romagna all'interno dei Consorzi, dove noi abbiamo, come Emilia-Romagna, un diritto di controllo all'interno di questi enti. Oggi abbiamo il Consorzio del Parmigiano che purtroppo è in una situazione molto difficile, il Parmigiano continua a calare di prezzo e gli agricoltori si trovano a non avere più redditività. Abbiamo chiuso, non ancora definitivamente, se non altro temporaneamente, il discorso delle "quote latte" perché con il primo di aprile è iniziata la nuova campagna lattiero-casearia ed è la prima senza il problema delle "quote latte" a livello europeo, abbiamo però quello che si chiama l'autocontrollo, l'autogestione del prodotto Parmigiano Reggiano. Attenzione perché questa è (tra l'altro il Consorzio del Parmigiano non è mai riuscito a metterla in atto perché purtroppo non hanno né le capacità, né la volontà, eventualmente, di metterla in atto) una grossa scure che abbiamo sulla testa perché ricordiamoci che il prodotto Parmigiano Reggiano, se non lo facciamo noi, lo fa qualcun altro con il nome falso e con un prodotto che entra nel mercato e va a coprire il buco che lasciamo noi. Quindi, forse, da parte della Regione serve un aiuto economico per cercare di trovare sbocchi commerciali a questo prodotto, sbocchi commerciali che, come tutti sappiamo, non può cercare il Consorzio perché non ha all'interno dello statuto la possibilità di farlo. Anche su questo, forse, bisognerebbe cominciare a ragionare del Consorzio come una società non più solo per la tutela, ma anche per la valorizzazione di questo prodotto.

Assessore, eravamo insieme al dibattito con il ministro a Soragna, dove sono uscite anche tante lamentele da parte dei produttori e dei commercianti. Prendetene atto perché non è la solita lamentela del contadino che si lamenta sempre, come dice un detto che si sente dire spesso quando si va in giro. È un problema che se non lo gestiamo al più presto, rischiamo di non poterlo più gestire perché non ci potrebbe più essere il problema da affrontare.

Abbiamo un altro problema che è comunque legato al tema dell'agricoltura, quello dei Consorzi di bonifica. Attenzione quando si ragiona di voler chiudere i Consorzi di bonifica, o di farne uno solo, o di tagliare fondi e finanziamenti a questi Consorzi. Sono essenziali non solo perché il Consorzio di bonifica comunque mantiene anche un certo rapporto fra le fognature e le acque chiare per le città, ma soprattutto gestisce i fiumi, i canali del territorio e abbiamo visto più volte, quando questa gestione non avviene nel modo corretto vuoi perché mancano dei fondi, vuoi perché mancano le competenze, esserci grossi danni sulle produzioni, quindi non dimentichiamole queste cose.

Io capisco - e qui lancio una frecciatina al presidente - che la Regione non ha aumentato le tasse, è vero, ma le ha aumentate lo Stato per noi, quello Stato che comunque è dello stesso partito, della stessa area della Regione Emilia-Romagna, quindi quando voi dite "non abbiamo aumentato le tasse" fa piacere, ma è giusto solo in parte perché lo hanno fatto altri per noi spostando le competenze e spostando la tassazione dalla Regione allo Stato, vedi l'IMU agricola. E qui, assessore, mi rivolgo sempre a lei perché non si può pensare che le aziende agricole paghino una tassa su un bene che è strumentale, non è un bene né di lusso, né un bene che lo si utilizza per fare chissà quale economia di gestione. Molto spesso, adesso, con questa nuova IMU, ci viene fatta pagare una tassa su dei fabbricati che sono dei ruderi, sono semplicemente delle strutture che non hanno un'economia di gestione, che non si possono ristrutturare anche perché i costi di una ristrutturazione di strutture agricole sono elevatissimi. Non si può pensare che si paghi anche su questo e tantomeno su dei terreni collinari, pedemontani, montani. Non si può pensare che chi già fa un doppio servizio... perché l'agricoltore di montagna andrebbe premiato per quello che fa, per il lavoro che svolge in certe condizioni. Sappiamo tutti che lavorare in montagna non è semplice, se poi cerchiamo anche di far pagare delle tasse in più rispetto a quello che è già l'impegno e a quelle che sono le problematiche del settore agricolo sulla montagna, a questo punto vuol dire che si vuole spopolare la montagna, si vogliono creare dei posti di lavoro inesistenti da altre parti e perdere tutte quelle che sono le necessità del territorio della montagna.

Noi come Lega Nord, quindi, non siamo molto contenti di questo bilancio ed è altrettanto vero che, lo diceva il relatore di maggioranza Poli, noi avremmo voluto un po' più di coraggio nella stesura di questo nuovo bilancio, perché se dobbiamo dare un segnale di cambiamento dalla passata legislatura, dobbiamo farlo anche all'inizio della nuova. È vero che questo è un bilancio che è a cavallo tra due legislature, ma è un bilancio che ci trova non completamente d'accordo, anzi, assolutamente non d'accordo su quelle che sono le iniziative intraprese. Siamo in un quadro economico difficile, è vero, però, forse, pensando un po' di più a governare la nostra regione come la cosa di tutti, sarebbe meglio aiutare quelle aziende, quelle piccole imprese, quegli artigiani che hanno molta difficoltà ad arrivare alla fine del mese, ma che sono quelle che ancora danno un lavoro ai dipendenti e agli operai che hanno nel loro patrimonio, invece qua si continua ad aiutare le cooperative, con tutte le situazioni che stiamo leggendo e vedendo in questi ultimi periodi.

Concludo. Mi auguro e auspico che soprattutto per quanto riguarda il settore agricolo, che è quello trainante della nostra economia emiliano-romagnola, ci sia un intervento non di burocrazia politica, ma di valutazione di quelli che sono stati gli errori passati e non si continui sugli errori passati, ma si guardi avanti e si cerchi di pensare ad una nuova primavera dell'agricoltura emiliano-romagnola. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rainieri.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Signor presidente, signor presidente della Giunta e colleghi, è ovvio che questo è un documento, ancorché trasfuso in legge, che ha un significato politico e allo stesso va data una risposta politica.

Ringrazio i funzionari dell'Assemblea e della Giunta perché in questa sessione di bilancio hanno fornito tutti i chiarimenti tecnici dovuti.

Debbo dire che sotto il profilo politico un apprezzamento va fatto al presidente Bonaccini perché è stato bravissimo, sotto questo profilo, mediaticamente, a far passare un principio per cui si sta cambiando tutto in Regione, quando in realtà, vedendo questo bilancio, abbiamo la prova provata che tutto cambia perché nulla cambi, perché di rivoluzioni copernicane proprio non ce ne sono, e anche quelle annunciate - lo dico a beneficio della vicepresidente della Giunta regionale - pomposamente annunciate ai media, si riducono poi a cosetta, perché la famosa delibera che doveva rivoluzionare il sistema dell'edilizia residenziale pubblica, se va bene, nel maggiore dei casi, ci è stato detto, interesserà il 5 per cento degli aventi diritto. Francamente, più che ad una rivoluzione copernicana, siamo a livello di corteo non autorizzato, ma che forse non è neanche oggetto di reprimenda perché talmente pochi sono i partecipanti al corteo che definirlo tale è sicuramente dare una valutazione nettamente superiore a quella della partecipazione reale.

Anche rispetto alla novità che è stata presentata, quella del DEFR 2015, che qualcuno ho sentito anche applaudire, devo dire che in realtà - mi permetto di dirlo soprattutto al presidente della Giunta, che sotto il profilo istituzionale queste cose le conosce bene - il DEFR come il DEF sono strumenti e documenti che precedono il bilancio, non accompagnano il bilancio, quindi questa anticipazione dei tempi è null'altro che un aspetto puramente propagandistico che sotto il profilo tecnico è privo di qualsiasi significato. Soprattutto adottare un DEFR 2015 quando i primi quattro mesi della gestione del bilancio sono in esercizio provvisorio la dice tutta su quali potessero essere le previsioni dalle quali doveva promanare il bilancio, perché, come è noto, la legge di bilancio, e questa è una legge di bilancio, sotto il profilo almeno procedimentale oggi è assimilata a quella dello Stato: prima viene il DEF poi la Legge di stabilità; prima viene il DEFR poi viene la Legge di bilancio regionale.

Ciò detto, debbo dire peraltro che, ancorché in pochi giorni, gli emendamenti presentati dalla Giunta ammontano a 70 milioni di euro. Mi pare che per essere un documento che è stato accompagnato da un DEFR e che doveva essere ormai già consolidato visto che i primi quattro mesi dell'esercizio 2015 sono in esercizio provvisorio, poche siano state le idee, ma in compenso sufficientemente confuse.

Vi sono poi alcuni temi di politica di bilancio, ma che hanno un riverbero sulla politica generale, che non possono essere sottaciuti. Parliamo dei derivati. È un argomento sul quale si vuole glissare perché evidentemente sotto il profilo politico, ma anche e soprattutto sotto il profilo contabile, dire che si è messo in piedi un sistema per il quale da oggi al 2032 pagheremo interessi fissi al 5,25 per cento è cosa da far saltare sulle sedie. E non se ne parla perché non se ne parla neanche a livello statale, perché di derivato in derivato ci si è oggi accorti che siamo alla deriva sotto il profilo dell'utilizzo dei derivati quanto a contabilità generale sia dello Stato che della Regione. È un giochetto che quaglia e costa soltanto nei prossimi tre anni 45 milioni di euro, che è un po' meno della cifra messa a bilancio per acquistare immobili dall'ASL di Bologna, cosa che anche sotto questo profilo qualcosa vorrà pur dire, perché se un'inversione di tendenza doveva essere portata innanzi, doveva essere un'inversione di tendenza che cercasse di smagrire la Regione in investimenti quantomeno di dubbia utilità e di far concentrare la Regione su quelle iniziative e quei provvedimenti, ivi compreso uno studio attento dei contratti sui derivati per vedere se non fosse il caso di risolvere i contratti medesimi, che necessitano di risorse, che quindi non vanno disperse, invece, in rivoli quali quelli cui prima facevo riferimento.

Una seconda questione che è di politica di bilancio, ma che è anche argomento politico, è il fatto che rimanendo la tassazione, soprattutto riferita all'addizionale IRPEF, né più o né meno come quella approvata dalla Giunta Errani, ci è impedita ogni qualsiasi manovra sull'IRAP. Perfino non siamo in grado di fare una manovra di poche decine di milioni, anzi, una decina di milioni probabilmente, per ridurre l'IRAP alle aziende di servizi alla persona, che stanno in una condizione prefallimentare. E questo perché accade? Perché avendo ecceduto il limite dello 0,5 rispetto all'aumento dell'addizionale IRPEF ancorché scaglionata per reddito, non si può, per legge nazionale, più agire su quelle che sono le aliquote persino dell'IRAP anche a parità di gettito. Quindi se noi avessimo voluto fare una manovra dell'IRAP anche a parità di gettito, ne saremmo stati impediti.

La terza considerazione è questa. Mi dispiace che non sia presente, ma a fronte di un bilancio che impegna la sua spesa per circa il 65 per cento, per circa i due terzi per quanto riguarda l'Assessorato alla politica della salute, beh, a parte gli annunci di rito, che in realtà ultimamente sono diventati il rito degli annunci, a partire dal taglio delle liste di attesa in ambito specialistico, debbo dire che i veri cambiamenti sulla sanità per il momento li abbiamo visti con il cambio di assessore. È cambiata la persona, è rimasta ferma la politica. Non mi pare una considerazione da poco relativa ad una posta di spesa di bilancio che è quella sulla quale io penso si possa aprire nei fatti la vera sfida tra un'opposizione di centrodestra e una maggioranza di centrosinistra.

Ma vi è di più. Io l'ho detto in Commissione rimbeccato dal dirigente competente che in modo molto piccato ha voluto precisare che questo è uno strumento a garanzia dell'Assemblea. Ma, vedete, quando noi troviamo che le spese obbligatorie, quantificate in 16 milioni di euro per il 2015, aumentano di 40 milioni nel 2016 e di 70 milioni nel 2017, dobbiamo pensare che si è creato quello che Cirino Pomicino definiva "o vulvan", cioè un contenitore di impegno di spesa all'interno del quale poi l'Assemblea avrebbe dovuto fare le sue scelte, peccato che si legge "Assemblea" e si scrive "Giunta", perché i veri provvedimenti di spesa, in questa Regione, li ha approvati l'Assemblea, ma li ha sempre presentati la Giunta, non sono mai stati provvedimenti di spesa che nascono dall'Assemblea e si chiudono in Assemblea. Quindi anche questa, al di là del tentativo di dimostrare che comunque l'Assemblea ha un suo potere decisionale, è un'altra delle dimostrazioni in ragione delle quali all'Assemblea è tutto al più lasciato un potere di ratifica.

Del resto chiunque abbia esaminato questo bilancio sa bene che è così perché emendare questo bilancio e trasferire poste di bilancio da capitoli differenti è praticamente impossibile. Tutto si può ricondurre e si deve ricondurre all'interno di un circolo vizioso e chiuso che nei fatti impedisce di poter prospettare una manovra economica correttamente alternativa.

E allora si dirà: ma se queste sono solo le critiche politiche in termini di gestione del bilancio, quali sono le altre critiche politiche che si possono muovere? Ve n'è una che, anche se si fa finta di non volerla sentire, c'è e c'è fino in fondo, ed è quella riferita agli interventi sulle opere pubbliche, perché quanto alla politica del fare e del costruire, questa maggioranza, che è una maggioranza che è nata politicamente all'insegna di un'alleanza tra Partito Democratico e SEL, oggi si dimostra un cartello elettorale, perché quando su temi come il People Mover, Passante e Cispadana la si pensa, all'interno di una coalizione politica, esattamente all'opposto significa null'altro che quella coalizione, non su qualche tema occasionale, non sulla chiusura di questo o quel presidio ospedaliero, dove si potrebbe dire: beh, tutto sommato lì c'è anche un po' un problema di bandiera, quello, lì, ha il sindaco, quello, lì, ha l'assessore e allora deve difendere quel presidio ospedaliero... Stiamo parlando della politica centrale che investe l'assessore Donini, non stiamo parlando di un argomento sui generis, stiamo parlando di quei temi che dovrebbero fare la differenza rispetto alla precedente Giunta Errani che su questi temi si è interrogata quasi come altri si interrogavano se donna Prassede morì di peste o di accidente e, nel mentre continuavano ad interrogarsi su questo tema, il tempo passava. Ecco, sotto questo profilo, molto garbatamente penso di dover rilevare una prima evidente frattura politica che non può essere ricomposta dal voto finale sul provvedimento. È una frattura politica che c'è, è un tema essenziale che riguarda, da una parte, il cosiddetto superamento del gap infrastrutturale che ci separa da altri, e, dall'altra, sotto il profilo strettamente economico, dire no a iniziative di questo tipo significa impedire nei fatti l'utilizzo di risorse che fatalmente vanno nel ciclo produttivo.

E allora, vedete, anche sotto questo profilo, beh, dire che vi è una grande attenzione verso il mondo dell'imprenditoria solo perché si leggono le macro cifre di bilancio e delle poste di bilancio, ma non dire anche che gran parte di queste risorse vengono poi assorbite e destinate, decidete voi quale verbo utilizzare a riguardo, per finanziare le società regionali in house providing, che sono l'autentica "Regione parallela" che sfugge al controllo dell'Assemblea legislativa, se non per gli atti di sindacato ispettivo, nelle quali si danno gli incarichi, i comandi, le promozioni dirigenziali, gli investimenti sui progetti più curiosi (ogni allusione a ERVET è puramente voluta), beh, allora altro che cambio di passo! Qui siamo al continuismo che più continuismo non si può! Siamo alla perpetuazione della continuità del far finta di cambiare perché, come ho già detto, nulla cambi.

E così debbo dire che, indipendentemente dal fatto che sia frutto di una media ponderazione di un disposto di legge, l'aver previsto l'aumento nel 2016 e nel 2017 delle perdite delle partecipate regionali la dice lunga sull'utilità di molte di esse, delle quali sette chiudono, tra l'altro, con i conti economici in rosso; per tacere, poi, delle fondazioni, per tacere delle agenzie, per tacere, cioè, di tutta una serie di bilanci paralleli dei quali diventa difficile poi riuscire a trovare traccia, se non quando si andrà ad un bilancio consolidato che fatalmente dovrà ricondurre ad un unicum tutti i vari rivoli di spesa che oggi sfuggono all'attenzione dell'Assemblea legislativa e che non sono affatto irrilevanti.

Ecco quindi che gli emendamenti che il gruppo di Fratelli d'Italia ha presentato sono emendamenti di bandiera, non ci siamo mai illusi che uno di essi potesse essere accettato, né quello relativo al de-finanziamento dei campi nomadi, né quello che riguarda la riduzione delle spese dell'ufficio stampa e propaganda della Giunta, che ammontano per il 2015 a 2 milioni di euro. Non ci illudiamo che qualcosa di questo tipo sia accolto o sia approvato. Vorremmo però, assessore Petitti, che il prossimo DEFR, che, se non sbaglio, è stato programmato per il mese di maggio o giugno 2016, dica qualcosa di più e di diverso rispetto a quello che approviamo oggi. Questo è un anno un po' anomalo, approveremo due bilanci preventivi nel corso dell'anno, quello relativo al 2015 e quello relativo al 2016, approveremo due DEFR, quello relativo al 2015 e quello relativo al 2016. Mi auguro che vi siano i tempi perché alcune delle critiche che sono state mosse oggi possano avere non una risposta di tipo propagandistico, ma una risposta nei fatti.

Concludo soltanto osservando che una legge di bilancio che recupera 1 miliardo di euro dall'avanzo vincolato e che probabilmente verrà implementata, non dico stravolta, da qui ad un paio di mesi con l'assestamento, in un periodo in cui già quattro mesi sono stati gestiti secondo un principio di spesa in dodicesimi, contribuisce a delineare un quadro quantomeno abbastanza frammentario di quella che dovrebbe essere una corretta politica di bilancio a valere sull'anno solare.

Questo intendevo mettere in luce, riservando poi gli ultimi secondi del mio intervento alla dichiarazione di voto, la quale non potrà essere che negativa così come è stato negativo il giudizio che ho inteso esprimere su questa proposta di legge di bilancio nell'intervento che ho appena sviluppato.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Sollecitato anche dall'ultimo intervento del collega Foti, volevo cercare rapidamente di sviluppare alcune considerazioni su quella che è la posizione di Sinistra Ecologia Libertà sul bilancio e sulla manovra che oggi siamo chiamati ad approvare.

Alcune annotazioni generali. Io penso che noi tutti ci ricordiamo che non più tardi di un mese e mezzo fa abbiamo approvato un provvedimento significativo rispetto ai tagli ai costi della politica, che ovviamente entrano già, quindi, a far parte del bilancio che andiamo oggi ad esaminare e poi ad approvare. La riduzione dei costi della politica è stato il primo atto di questa Assemblea, che l'allora capogruppo del Partito Democratico Calvano e il sottoscritto abbiamo firmato come primi presentatori di quella legge, che quindi è un'iniziativa a tutti gli effetti del centrosinistra, che poi ha raccolto il contributo, anche nella discussione sia in Commissione che in Aula, di tutte le forze politiche, ma che evidentemente è stata posta dalla maggioranza, quella maggioranza che continua ad essere la maggioranza di questa Regione e che in quest'Aula continua ad essere tale.

Ovviamente sono partito da lì come elemento simbolo, secondo me significativo, secondo noi significativo, per dire che stare in una maggioranza non si significa essere in caserma, non significa che si condivida tutto al cento per cento, altrimenti, come ho avuto modo di dire recentemente in diverse occasioni, non si capirebbe perché esiste il Partito Democratico e perché esiste un'altra formazione politica, indubbiamente più piccola, che si chiama Sinistra Ecologia Libertà. La maggioranza è formata da due soggetti, non da uno solo, e quindi, evidentemente, ci sono posizioni e anche sensibilità diverse su alcuni temi, fermo restando - e arriverò, non sfuggirò a quelli che sono gli elementi di differenziazione - che quando si discute di un bilancio, non si discute di un'opera o di un solo settore per quanto importante, ma si discute del bilancio complessivo della Regione e quindi la valutazione va fatta con onestà, con lucidità sull'impianto complessivo, non negando, qualora esistessero, aspetti critici, elementi che avremmo desiderato fossero andati diversamente. Però siamo chiamati qui a dare un giudizio complessivo su una manovra che ovviamente poi voteremo articolo per articolo, ma dobbiamo dare una valutazione e dobbiamo ragionare sull'impostazione complessiva di questo bilancio.

Oltre ai tagli ai costi della politica, per passare a temi altrettanto concreti e altrettanto importanti, il fatto che non si aumenti la pressione fiscale non è secondario, non è un aspetto che possiamo sottacere come se fosse un elemento poco significativo.

Purtroppo non ho tantissimo tempo e quindi devo correre andando per titoli.

Il fatto che, ad esempio, si investa, mantenendo fede ad un impegno preso in campagna elettorale, con decisione su un settore per noi strategico come quello, complessivamente inteso, della cultura, turismo e sport, aumentando, quindi, i fondi destinati alla cultura, non è un elemento secondario, anche perché - e scusate se lo ripeto, l'ho detto in Commissione, ma colgo l'occasione per ripeterlo - quando parliamo di cultura e di finanziamenti destinati a quel settore, vorrei ricordare a tutti che parliamo, per quanto riguarda questa Regione, di 35 mila imprese che impiegano circa 72 mila addetti e che producono il 5 per cento del PIL regionale, quindi non stiamo parlando di un elemento marginale che riguarda, diciamo così, la sensibilità di alcuni, ma stiamo parlando di un asset strategico di questa regione, che, tra l'altro, è per questa regione e per il nostro Paese l'asset centrale, perché io credo che siamo tutti d'accordo sul fatto che l'Italia abbia nella vocazione culturale e turistica la propria missione principale, che ci viene riconosciuta da tutto il mondo peraltro, e che purtroppo troppo spesso siamo i primi a danneggiare o a non valorizzare adeguatamente. Ecco, in un momento come questo, pensare di investire in quel settore in modo così significativo aumentando di più del 50 per cento i fondi destinati a quel settore non è un fatto trascurabile o irrilevante, anzi.

Vado sempre per capitoli. C'è stato un emendamento che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà ha presentato in Commissione e che è stato approvato, a dimostrazione che non è vero che è impossibile emendare il bilancio o che l'Assemblea ha un ruolo esclusivamente notarile, ma chiaramente bisogna lavorare, chiaramente bisogna, tra virgolette, come si dice, stare sul pezzo, però la possibilità di interloquire, di cambiare e anche di migliorare quella che è la proposta di bilancio della Giunta c'è stata in queste settimane, tant'è che, appunto, oltre agli emendamenti che il collega Foti ricordava che la Giunta stessa ha presentato, ci sono stati anche emendamenti presentati da alcuni gruppi consiliari, ad esempio il nostro, e quegli emendamenti sono stati approvati. Questi emendamenti riguardavano, in particolar modo quello che abbiamo presentato noi, l'aumento dei fondi destinati alla prevenzione del dissesto idrogeologico. È inutile ricordare l'importanza di quell'ambito strategico perché tutti quanti noi veniamo da territori che per una ragione o per un'altra sono stati toccati dai problemi che il consumo di suolo e vari altri fattori messi insieme producono con i risultati che abbiamo visto tutti. In un momento come questo aumentare i fondi a disposizione per gli interventi per la prevenzione contro il dissesto idrogeologico è un risultato importante che non può essere sottaciuto o non riconosciuto, in particolar modo per quanto riguarda i territori di montagna perché l'Appennino attraversa tutta la regione e tutti i territori dell'Appennino hanno la necessità di essere curati, come ovviamente anche quelli della costa e il resto, però un occhio di riguardo, un'attenzione particolare ai quei territori questa maggioranza ha dimostrato concretamente di averla e questo è un risultato importante.

È un risultato importante, visti e considerati i provvedimenti che vengono assunti e che sono stati assunti dal Governo nazionale in questi anni, essere riusciti ad affermare che non ci sono tagli sulla sanità e sul welfare, perché stiamo parlando dei provvedimenti e degli stanziamenti che più di altri incidono sulla vita dei cittadini e che attestano la qualità della vita delle comunità che amministriamo.

È evidente, quindi, che quando discutiamo del bilancio dobbiamo guardare tutte queste cose insieme. Poi, certo, non dobbiamo nasconderci che esistono ambiti in cui abbiamo posizioni anche differenti. Il capitolo delle infrastrutture è un capitolo che ci vede come gruppo critico, però, ripeto, stare in una maggioranza, condividere le responsabilità di governo, appunto, con responsabilità non significa rinunciare alle proprie posizioni oppure non evidenziare quelle che sono criticità, perché, appunto, non siamo in una caserma, siamo formazioni politiche che discutono e che spesso trovano punti di mediazione e altre volte, su capitoli o su ambiti specifici, quelle mediazioni non sono in grado di trovarle.

In particolar modo, e va detto per onestà, le opere che noi critichiamo e sulle quali ci siamo espressi nel modo che tutti sapete - peraltro, in modo trasparente, utilizzando tutte le sedi politiche e istituzionali che ci sono state date, quindi non è una cosa che abbiamo fatto sottobanco, ma trasparentemente, in modo chiaro e confrontandoci nel merito con tutti - le opere sulle quali noi siamo critici, questo voglio dirlo con forza, sono opere che arrivano da lontano, che hanno un percorso molto, troppo lungo. Sia che alcune opere vengano fatte, sia che si decida di non farle, non è possibile che in questo Paese le discussioni procedano per dieci, quindici anni, come nel caso di specie di cui parliamo, per cui succede che qualcuno, ad un certo punto, quindici anni dopo deve stabilire se un progetto avviato quindici anni prima merita di andare avanti con finanziamenti che sono stati individuati nel corso di questi quindici anni. È evidente, allora, che si scaricano sul bilancio di quest'anno problematiche che derivano da molto lontano, in cui probabilmente nessuno di quelli che oggi sono i protagonisti della vita politica di questa Regione ha avuto voce in capitolo perché parliamo di cose veramente di dieci, quindici, vent'anni fa. E questo è un problema di cui dobbiamo farci carico tutti, perché, ripeto, sia che un'opera si faccia, sia che un'opera si decida di non farla, è impossibile che la discussione prosegua per vent'anni, quindici anni. C'è un problema evidentemente di carattere generale del quale purtroppo ci dobbiamo fare carico anche noi. Queste sono parte delle ragioni per le quali esprimiamo dubbi su quelle opere, in particolar modo mi riferisco al People Mover e alla Cispadana, perché pensate e progettate, soprattutto il People Mover, in un piano strategico di sviluppo di Bologna che in pratica non si è concretizzato, quindi è evidente che le opere andrebbero aggiornate, fermo restando, come abbiamo sottolineato in tutte le sedi, che noi non siamo contrari alle opere in quanto tali, abbiamo detto che non riteniamo che quella soluzione sia la soluzione migliore per assicurare un trasporto veloce che colleghi l'aeroporto e la stazione di Bologna; le opere in quanto tali non abbiamo detto che non si devono fare, ma che non si devono fare le opere che non raggiungono gli obiettivi per cui sono state pensate.

Cerco di concludere perché voglio mantenermi alcuni minuti per intervenire anche successivamente nel corso della giornata.

Penso che con onestà, ripeto quello che dicevo all'inizio, quando si valuta un bilancio lo si deve fare mettendo insieme gli aspetti positivi e le eventuali criticità e poi trarre una valutazione complessiva, che non sempre è semplice, però non è semplice governare, questo è il punto. Non è semplice governare perché la realtà è molto più complessa e non è riconducibile a semplici slogan per cui qualcuno propone di prendere i soldi per le ruspe per smantellare i campi, eccetera. La realtà è più complessa, è più articolata, necessita di atteggiamenti e provvedimenti consoni, congrui, perché questo significa governare, cioè farsi carico con responsabilità di individuare la soluzione ai problemi compatibilmente con il principio di realtà. In questo quadro, è chiaro che bisogna dare una valutazione complessiva e come forza politica abbiamo individuato alcuni aspetti, che nel corso della giornata si evidenzieranno, che non condividiamo e quindi esprimeremo il nostro punto di vista coerentemente su quelle opere e su quei provvedimenti. L'impianto complessivo, però, è quello che ho cercato sinteticamente di individuare.

Chiudo, e ci torneremo nel corso della giornata, con un'ultima annotazione. Il fatto che sia stato depositato e distribuito un ordine del giorno che impegna questa Assemblea e la Giunta, per le rispettive quote di responsabilità, a lavorare sull'introduzione della sperimentazione del reddito minimo garantito in questa Regione è un fatto non secondario, che sta nelle cose che dicevo prima e che attesta concretamente come in questa Regione il centrosinistra, composto ovviamente dal Partito Democratico e da Sinistra Ecologia Libertà, intende darsi concretamente strumenti per intervenire su quella che è l'emergenza più importante alla quale siamo chiamati a rispondere, il tema di come diamo risposta alle tante persone che vivono una crisi molto forte, che investe purtroppo ancora il nostro territorio come del resto tutto il Paese. Al di là degli annunci di chi ogni tre giorni ci dice che siamo arrivati alla fine del tunnel, siamo ancora in crisi e dobbiamo dare risposte. Quello è un campo di sperimentazione che attesta come la volontà di governare, di dare risposte anche innovative in questa Regione è una volontà precisa di chi sta da questa parte dei banchi in quest'Aula. E sono impegni concreti, non sono provvedimenti che mettiamo lì, ma sono segnali di una direzione di marcia che testimoniano, al netto di aspetti pure importanti su cui quali evidentemente non ci sono le stesse sensibilità, che c'è una direzione di marcia comune che ci spinge a dire: c'è un problema, c'è il tema di come diamo e creiamo le condizioni per nuova e buona occupazione, c'è il tema di come sviluppiamo il Patto per il lavoro e c'è il tema di come cerchiamo di assicurare forme di sostegno economico concreto attraverso anche l'introduzione della sperimentazione di un reddito minimo garantito alle fasce sociali che maggiormente stanno subendo la crisi.

Tutto questo fa parte integrante di quello che è il bilancio di questa Regione e degli impegni che oggi andiamo a prendere. Ecco allora che è su questo che va data la valutazione ed è su questo che misureremo concretamente, giorno per giorno, come sempre perché si fa così... Stabilire un'alleanza e quindi contrarre un programma di governo non significa aver fatto un'alleanza per la vita, non significa ovviamente neanche ogni giorno mettere in discussione la presenza di questa o quella forza all'interno di una Giunta, però significa concretamente misurare quotidianamente i risultati in virtù di quelle che sono le aspettative e gli impegni che ci siamo assunti. Questo è, questo stiamo cercando di fare e questo è quello che anche in questo bilancio io credo si possa leggere con onestà e con puntualità.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Dobbiamo rilevare che la metamorfosi renziana che il Presidente Bonaccini sta mettendo in atto è arrivata quasi al punto...

 

(interruzione del presidente Bonaccini)

 

E infatti le volevo dire che sul dresscode ancora ha un po' di... quella camicia è un po' troppo scura... è blu, non è di altro colore... Tra l'altro auguri al collega Foti che il 28 aprile compie gli anni. Ti hanno fatto un bel regalo con questo bilancio!

Dicevo che nella metamorfosi renziana (io me lo ricordo il Bonaccini bersaniano duro o puro, quello che combatteva, invece adesso...) abbiamo assistito ad alcuni passaggi che ci hanno lasciato un po' stupiti, che ci hanno fatto anche piacere insomma. È un po' nella logica dei grandi numeri, non può essere tutto sbagliato. La logica percentualistica che la maggioranza applica alle minoranze per cui è impossibile che dicano qualcosa di giusto, noi non riusciamo a ribaltarla e quindi diciamo che in effetti qualcosa di positivo c'è in questo bilancio, poco, ma qualcosa c'è. In questa logica che governa il meccanismo di bilancio, noi eravamo anche un po' tentati di provare ad affacciare qualche emendamento, qualche ordine del giorno, qualche proposta, però abbiamo assistito ad una cosa che francamente non avevamo mai visto in quest'Aula, il che ci fa capire che ancora quella logica un po' bersaniana, di Bettola, è ancora un po' da defluire.

Sommessamente facciamo notare che non c'è un relatore di minoranza in questo bilancio, scusate se ci permettiamo di dirlo. Uno dice: "ma non lo avete proposto!" Sommessamente ci permettiamo di ricordare che era la maggioranza che, per un mero passaggio... Ancora con quella camicia?! Presidente Bonaccini, l'abbiamo un po' presa in mezzo, ma glielo perdoniamo...

 

BONACCINI: Non mi scompongo molto.

 

BIGNAMI: Lo so, lo so, è ineccepibile. Ho aspettato che rientrasse, presidente.

Dicevo che ci saremmo aspettati che la maggioranza proponesse al presidente Pompignoli di svolgere una relazione di minoranza in Aula perché è sempre stato così. La Giunta o la maggioranza, avviando un dialogo istituzionale e di rapporti, formalizzava... Forse qualcuno... magari il collega Mumolo, che non c'è... la collega Mori, che non c'è... insomma, chi c'era, come il presidente Bonaccini, si ricorda che noi avevamo il presidente Lombardi che inaugurava la sessione di bilancio a seguire la relazione di maggioranza. Nessuno ce l'ha chiesto. Ho chiesto al presidente Pompignoli e mi ha detto: "no, nessuno ce l'ha chiesto". Francamente, quando non c'è questa minima forma di garbo, io non vedo a che cosa serva presentare emendamenti, risoluzioni, ordini del giorno, tanto vengono bocciati tutti.

Nella relazione di minoranza si sarebbe sostanziato il contenuto essenziale delle posizioni che le minoranze potevano, in maniera più o meno condivisa, al loro interno maggiormente esprimere di valutazione e noi in passato abbiamo anche rappresentato le cose positive oltre alle cose negative, e francamente, avendolo votato come presidente della Commissione Bilancio, avremmo trovato piena sintonia con le posizioni che il presidente Pompignoli certamente avrebbe manifestato.

Non c'è stata relazione di minoranza. Paradossalmente la relazione di minoranza l'ho sentita più da parte di chi mi ha preceduto, che ha iniziato subito a dire "no, ma su questo e su quest'altro noi ci distinguiamo, su quest'altro ci ripensiamo, però...", che francamente è sintomo di una scarsa attenzione, che però, insomma, a me va poi anche bene perché chiarisce da che parte sta chi. Ma chiarisce anche come questo bilancio in fin dei conti fosse già scritto prima di entrare in quest'Aula. Magari svolgere una funzione notarile, magari!

Noi abbiamo di fatto dovuto compiere una scelta iscrivendo questo bilancio nel solco tracciato dall'entrata in vigore del decreto n. 118 per scelta della precedente Giunta che non ha voluto imbastire alcunché, magari lasciando che l'Aula, con una variazione di bilancio importante, andasse ad intervenire. Abbiamo deciso di riscrivere completamente il bilancio, cosa che evidentemente è una scelta importante, ma la discontinuità più forte è stata data da chi ci ha preceduto che non ci ha voluto lasciare strumenti approvati in mano. In questo senso devo dire che io faccio un po' fatica a vedere questa discontinuità.

Ma nella metamorfosi renziana che sta accompagnando il presidente Bonaccini noto una logica - banalizzo perché io non sono capace di concetti troppo alti - da "gratta e vinci" in cui per un attimo nutri la speranza che ti abbiano venduto il biglietto vincente, gratti e poi scopri che sotto la superficie c'è una sconfitta. Questo ci dispiace, presidente, perché tutto si può dire meno che lei nel mandato precedente non abbia ispirato la propria azione a contenuti, a merito, a scelte anche scomode, ma comunque di cui lei si è assunto la responsabilità anche mettendoci la faccia. Invece in questo bilancio trovo più un tentativo di tenere insieme una macchina che va un po' per i fatti suoi. E non tanto per una valutazione politica.

Saluto l'assessore Venturi, che essendo il titolare del 65 per cento del bilancio ci ha raggiunto e questo mi rende possibile dire alcune cose. Le avrei dette lo stesso, però ovviamente mi sento quasi gratificato per la sua presenza.

Abbiamo la sensazione che qua i direttori generali abbiano fatto quello che vogliono. In tante Commissioni si sono presentati loro. Il collega Foti poc'anzi ricordava quando un dirigente ha risposto un po' piccato, sto usando la sua espressione. E purtroppo i direttori generali sono i medesimi di dieci anni fa, di cinque anni fa, di oggi, di domani. Voteremo probabilmente qualcosa anche su questo, noi ovviamente voteremo contro perché riteniamo che un turnover sarebbe importante e soprattutto perché ci pare che sia lì che si dovrebbe incidere in un'azione di discontinuità. Invece non c'è alcuna discontinuità, anzi, c'è il tentativo, peraltro sintomo della metamorfosi che stiamo registrando, di allinearci a tutto ciò che a livello nazionale si sta facendo, anche se questo si traduce in pesanti bastonate nei confronti della Regione.

Io mi appunto virtualmente sull'agenda il bilancio dell'anno prossimo perché voglio capire dove troveremo i 9,7 miliardi di euro che ci è stato detto che dovremo andare a reperire nei sistemi regionali per contenere i costi che da Roma stanno cercando evidentemente di comprimere. Mentre il tanto vituperato Tremonti, quello che spaventava anche i bambini, una persona tremenda, aveva proiettato fino al 2017 delle logiche di contenimento di spesa e ci veniva detto: "ah, che vergogna! che schifo! non si può!", però lì si era fermato, questo Governo non solo attua delle logiche di contenimento di spesa, ma blocca dei trasferimenti, incide sull'autonomia finanziaria della Regione, limita la capacità di spesa con tendenze neo-centraliste che francamente preoccupano. Preoccupano perché, al di là della riforma del Titolo V, semmai ci si arriverà e come ci si arriverà, sta realizzando un riaddensarsi di funzioni e azioni di cui la Regione si traduce essere mero esecutore, con una fiducia nelle scelte del Governo nazionale che ci preoccupa, perché quando noi vediamo che nei prossimi sette anni per attivare 1,5 miliardi di fondi europei sul piano di programma 2014-2020, la Regione annuncia - un po' nella logica del "gratta e vinci", cioè c'è l'annuncio e dopo vediamo che cosa fare - 293 milioni di euro in sette anni, dovrebbe dirlo che 917 milioni di euro degli 1,5 miliardi provengono da fondi statali. Io ho qualche dubbio che poi si manterrà l'impegno, non qui, ma là.

Quando noi leggiamo nella relazione di maggioranza: "al centro di questa strategia si colloca l’obiettivo di far crescere l’economia, di creare nuovo sviluppo e lavoro, soprattutto buona occupazione" e poi vedi che sulle attività produttive i soggetti maggiormente premiati - poi vedremo i piani esecutivi - sono ERVET, ASTER, cioè quei soggetti che dovrebbero teoricamente essere funzionali allo sviluppo delle attività produttive, ma che nei fatti... Io già dissi in sede di relazione introduttiva di programma di mandato che è il meccanismo di sussidiarietà che noi avremmo voluto fin dall'inizio venisse attivato, che trova - ma riserverò qualche parola alla fine su questo - soprattutto nel comparto della sanità l'assenza totale di un'applicazione, quel principio di sussidiarietà che per noi invece andrebbe in maniera importante attivato.

Ci vengono sbandierati numeri, 5 milioni in più, 10 milioni in più, 15 milioni in più sul dissesto idrogeologico, sulla tutela del territorio. Sì, però nessuno ricorda che dal Governo nazionale impongono 28 milioni di trasferimenti impliciti, o meglio, che noi dovremmo tirare fuori senza che nessuno ci dia una lira, per il personale e 31 milioni di euro per i trasferimenti delle funzioni delle Province. Ragazzi, qua abbiamo dei dipendenti che non sanno se a giugno avranno lo stipendio, dipendenti pubblici! Roba che se l'avesse fatto il Governo Berlusconi, lo avrebbero portato via con gli elicotteri; se l'avesse fatto un ministro o un esponente di quel Governo, che ne so, Salvini, avrebbero cancellato con la “damnatio memoriae” il suo nome. Ora, invece, abbiamo dei dipendenti della Provincia che non hanno la certezza dello stipendio, roba che neanche in Grecia!

Abbiamo maggiori trasferimenti annunciati, ma nessuno dice che oggi, e parlo della Città metropolitana di Bologna, risultano stanziati 25 mila euro per il dissesto idrogeologico, per il recupero delle frane sulle strade. 25 mila euro? Che cosa ci fai con 25 mila euro?!

 

BONACCINI: Da dove prendi questi calcoli?

 

BIGNAMI: 25, 25 mila euro. Io questo leggo. Poi siamo qua in dibattito....

 

(interruzione del presidente Bonaccini)

 

Io prendo volentieri le smentite, stiamo scherzando?! D'altronde noi siamo qua e quando ci smentiremo noi potremo dire "è merito nostro", perché veniamo, appunto, sollecitati... funziona così, dicono.

Sulle imprese noi abbiamo da sempre detto che bisognava un pochino osare di più e in questo senso un'associazione... che io sono basito, io credevo che un'industria fosse un paladino degli industriali, invece a Bologna abbiamo visto un endorsement che io chiamerei più "zerbinaggio" in sostegno del sindaco Merola, che è stato così imbarazzante che il giorno dopo il Sole 24 Ore ha sostenuto che il sindaco Merola è il novantottesimo in Italia. Io mi sorprendo, scusate la piccola digressione, della validità di quella classifica, io mi chiedo che cosa abbiano fatto i tre che hanno fatto peggio di lui, avranno bombardato il Duomo, avranno buttato giù con le ruspe gli asili “piz d’acsé – come si dice a Bologna – ans pol brisa”. Ma l'ha pubblicato proprio il Sole 24 Ore, che per smentire quel benedetto rappresentante di un'industria ha dovuto dire una sparata davvero importante. Però un'industria, venendo qua, ha detto una cosa che ci ha interessato perché in effetti l'abbiamo detta anche noi qualche volta, in passato. È interessante perché l'ha detta in udienza conoscitiva, ha detto: "forse, assessore" - perché il rappresentante che è venuto è un vero e proprio galantuomo - " forse potrebbe essere anche interessante un esercizio, che è lungo e noioso, di rivisitazione di tutta una serie di piccole cifre che stanno nella legge di bilancio come spese che si rinnovano continuamente". Ecco, noi l'abbiamo sempre chiesto questo esercizio, poi ci siamo sempre accorti che ogni volta che dovevamo tagliare le unghie a qualcuno, dietro c'era sempre un piccolo interesse, un piccolo localismo, una piccola prebenda. Su questo noi attendiamo con attenzione l'attuazione di questo bilancio per vedere se in effetti vi sarà un'azione energica di tagli, perché da lì secondo noi si possono recuperare non poche risorse che invece a nostro giudizio oggi si tendono a recuperare su altro, ad esempio sulla sanità.

Assessore Venturi, lei è certamente più competente di me e quindi la prego di non bastonarmi troppo nella replica, però devo capire alcuni meccanismi, ad esempio su quell'esercizio di virtuosismo che in passato la Regione ha sempre esibito, gli extra LEA, che ho visto sistematicamente calare da quando sono qua. Non che la mia presenza abbia mai interferito troppo, come dicevo in apertura, anzi, però avevamo come prestazione extra LEA, cioè oltre il livello di soglia minima garantita a livello nazionale, degli impegni da parte della Regione che erano 200 milioni di euro, poi scesi l'anno successivo, cioè nel 2013, a 150 milioni di euro, poi a 100 milioni di euro e oggi, se non ho letto male, a 40 milioni di euro, di cui 20 vanno sugli indennizzi agli emotrasfusi (su cui abbiamo ritenuto di presentare un'interrogazione in quanto riteniamo che sia errato precludere per mere ghigliottine burocratiche il risarcimento a chi magari ha tardato nella formulazione della richiesta, questione che è oggetto di un'interrogazione che le verrà sottoposta) e, se non sbaglio, gli altri 20 milioni di euro si sommano ad altri 70 milioni di euro per chiudere i debiti delle ASL, quindi noi non riusciamo a capire bene dove sia questo extra LEA questa volta; non lo capivamo neanche prima, ma questa volta ancora meno. Ci pare che sia il recepimento di quel taglio che in realtà si cerca di negare essere stato realizzato a livello nazionale, proprio perché abbattendo quella quota di extra LEA, nella complicata valutazione che abbiamo potuto fare del bilancio, perché deve essere chiaro anche un passaggio, e non lo dico per mettere le mani avanti: avere redatto questo bilancio sui criteri del decreto n. 118 certamente è stato importante, ha dato maggiore armonizzazione, è stato certamente significativo, però per chi non aveva alcuna struttura di supporto...

Su questo, mi dispiace, presidente Bonaccini, devo nuovamente ribadirle che avvertiamo forte come minoranza il disagio nel rapporto con gli apparati, che sono sempre poco collaborativi, fatta qualche eccezione, e in questo le rinnovo la richiesta di essere un po' più energico nel richiamare all'ordine i direttori generali anche nel rapporto con la minoranza. Poi mi rendo conto di non essere simpatico, però certamente le modalità con cui si approcciano anche in Commissione a volte induce tutto meno che la simpatia perché l'episodio raccontato dal collega Foti è uno dei tanti che abbiamo dovuto riscontrare.

In questa logica di rinnovamento della struttura del bilancio non è stato semplice riuscire a comprendere gli appostamenti e le allocazioni, ma in quello che abbiamo capito vi è anche una visione del settore sanitario che ci sembra in realtà paghi qualcosa ai tagli decisi a livello nazionale, anche se si cerca di nasconderli sotto altri aspetti.

In questo senso riconosciamo che vi sono delle cose positive, i fondi alla cultura. Diamo una linea di credito su questo perché non capiamo da dove vengono, ci pare che siano dei recuperi da altre parti. Vedremo come vengono spesi perché non vorremmo che ciò che prima magari passava come progettazione internazionale, oggi, versato nei capitoli interni della cultura, diventi una forma di sostegno.

Diamo qualche linea di credito anche sul tema delle partecipate. L'avevamo detto un po' di anni fa che si doveva intervenire, invece ci arriviamo solo oggi. Vedremo poi effettivamente come si realizzerà.

Ci sono delle zone d'ombra importanti sulla gestione sulle Province, sulla gestione del territorio, sulle imprese. Io prima ho letto un passaggio della relazione di maggioranza che però non trova corrispondenza nell'attuazione pratica del bilancio. Vedremo.

C'è una forte contrarietà a tutta una politica di annunci in cui evidentemente si previlegia la comunicazione all'esterno piuttosto che la concretezza interna. È per questo, presidente, che prima mi sono permesso scherzosamente di dire che avremmo non dico nostalgia del Bonaccini che era consigliere perché sarebbe oggettivamente troppo, però diciamo che quella concretezza noi qui non l'abbiamo percepita.

Tutti questi motivi ci inducono a votare evidentemente contro, salvo alcuni spunti che ho sentito e che stiamo approfondendo, con gli strumenti che abbiamo come gruppo, in ordine ad alcuni interventi che abbiamo ascoltato quest'oggi, che, lo dico subito, non cambieranno il giudizio negativo, ma che ci permetteranno, nelle attuazioni di questi otto mesi restanti, perché l'aver deciso di portare fino a questa data il bilancio comporta inevitabilmente un esercizio provvisorio prolungato. Anche ieri è venuto il dottor Mainetti che ha spiegato in maniera, direi, molto chiara il perché è venuto in Commissione, vale a dire per anticipare un percorso e sbloccare prima possibile quei fondi che il bilancio stanzierà, che è una situazione che tutti i comparti e tutte le direzioni stanno subendo. Allora sarà su quello che noi andremo a verificare l'effettiva realizzazione di un bilancio anche su quelle zone d'ombra che abbiamo manifestato.

Rimane evidentemente un giudizio negativo per le scelte politiche, questo è chiaro, altrimenti verremmo soprattutto meno al mandato che ci è stato affidato da quei 100 mila e passa elettori che ci hanno incaricato di rappresentarli in questa sede, e che, mi si consenta di dirlo, per una legge elettorale un po' strana, sono rappresentati, speriamo dignitosamente, dal collega Aimi e dal sottoscritto. Ma evidentemente se nel corso dell'attuazione di questo mandato, in questo bilancio si dovessero aprire degli spiragli, non ci sottrarremo.

Chiediamo, e chiudo idealmente dove avevo iniziato, che però si recuperi quel rapporto di collaborazione e di lealtà istituzionale con la minoranza che è mancato nell'individuazione di una nomina del relatore di minoranza, perché sono piccole cose, che però danno un senso. Voglio escludere che il motivo per cui la nomina non si è realizzata sia da attribuire al fatto che non si sapeva che si doveva realizzare, perché francamente credo che finché uno fa una scelta sbagliando, si può discutere, se la fa perché non è capace, è un altro paio di maniche, anche perché ci sono uffici che la sanno bene questa cosa. Ad ogni modo, come ho detto prima, questo è purtroppo sintomo di una scarsa collaborazione da parte delle strutture. Non ce ne lagniamo più di tanto perché sappiamo che siamo all'opposizione. Speriamo nei fatti concreti e nei contenuti di poter riscontrare che su qualche aspetto ci siamo sbagliati o magari che siamo stati utili.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Calvano. Ne ha facoltà.

 

CALVANO: Grazie, vicepresidente. Obbiettivamente rivedere Bonaccini consigliere sarebbe un po' troppo perché significherebbe che abbiamo perso le elezioni e invece fortunatamente lo vediamo presidente e ne siamo ben contenti.

Presidente, se oggi dovessi coniare un hashtag per definire il dibattito che stiamo facendo, visto che va di moda nella prassi renziana, recuperando le parole di Bignami, il mio hashtag sarebbe "dalle parole ai fatti", perché, lo dico con grande serenità, ogni tanto ci siamo trovati a fare campagne elettorali nelle quali andavamo a raccontare in giro un po' di cose che avremmo voluto fare, in alcuni casi queste cose riuscivano, in altri un po' meno; beh, io direi che con questo primo bilancio noi siamo nelle condizioni, ognuno di noi, chi quella campagna elettorale l'ha fatta, chi quel confronto con i cittadini l'ha avuto, di andare a raccontare che un po' delle cose sulle quali ci eravamo spesi poco meno di circa cinque mesi fa, oggi con questo bilancio iniziano a tradursi in fatti.

È così, perché quando è stato annunciato l'aumento dei fondi della cultura e la triplicazione delle risorse della cultura di qui alla fine della legislatura, succede che in questo bilancio troviamo 10 milioni di euro in più. Quando ci siamo confrontati con il mondo dello sport, e ricordo bene un impegno preso insieme al sottosegretario Rossi in questo senso con tutto il mondo dello sport sul fatto che l'avremmo rimesso al centro delle politiche della Regione, oggi leggendo questo bilancio si vede che c'è una triplicazione dei fondi per lo sport dall'impiantistica fino al sostegno dello sport stesso. Quando abbiamo detto che il dissesto idrogeologico era una priorità, non lo abbiamo solo detto, perché se andiamo a vedere quello che c'è scritto sul bilancio e quello che poi ci racconterà il presidente rispetto alle relazioni avute con altri soggetti istituzionali, beh, sul dissesto idrogeologico la Regione Emilia-Romagna è e sarà in prima fila.

Siamo andati anche fra i dipendenti delle Province, ci siamo andati in questi mesi; avevamo due impegni nei loro confronti. Il primo era fare in modo che il 2015 fosse un anno in totale sicurezza rispetto ai loro stipendi e così è. Non è così in tutta Italia perché non in tutta Italia è successo quello che ha fatto la Regione Emilia-Romagna che ha stanziato 28 milioni aggiuntivi rispetto a quelli già previsti per le funzioni delegate alla Province, come ha ben raccontato Poli, per dire: "tranquilli, il vostro stipendio ci sarà". Ma perché c'è? Non per un mero riconoscimento, ma perché sta dentro un quadro più complessivo, e questo è il secondo pezzo, che è la legge del riordino, ormai in elaborazione e che sono certo nel giro di poche settimane avremo modo di discutere qua dentro, per accordarci con le Province sul ruolo che dovranno avere in funzione di quelle che saranno poi le aree vaste.

Ci eravamo detti che sulle infrastrutture si sarebbero create le condizioni per andare avanti e così è all'interno di questo bilancio. C'è un obiettivo indubbiamente e apprezzo questo aspetto nelle parole che ascolto da parte del presidente Bonaccini: c'è l'obiettivo di ridare efficacia alla politica, di ridare efficacia alle cose che si intendono fare, cioè non solo annunciarle, ma cercare di portarle avanti facendo tutti gli sforzi possibili e creando tutte le condizioni possibili per farle. Su Cispadana e People Mover la Regione ha creato le condizioni, adesso toccherà anche ad altri portare avanti tutto il percorso, al Governo per quanto riguarda la Cispadana, al Comune di Bologna per quanto riguarda il People Mover, però la Regione ha creato tutte le condizioni perché ci possa essere l'efficacia di quegli interventi.

Lo stesso per quanto riguarda la questione dei costi della politica. Lo dico perché su questo diamo merito sicuramente al presidente Bonaccini, ma bisogna che un merito ce lo prendiamo anche noi perché quella legge l'ha fatta questa Assemblea e io ringrazio in questo senso tutti i gruppi consiliari che hanno dato una mano in questo percorso e hanno aiutato a fare una legge anche migliore di quella che avevamo impostato all'inizio come Partito Democratico, ringrazio Bignami, Foti, la Lega, ovviamente il Movimento 5 Stelle, Alleva, Sinistra Ecologia Libertà. Lì abbiamo dato un bel segnale all'esterno e davvero colgo l'occasione della seduta di bilancio, che è sempre un momento politico importante, per rinnovare il ringraziamento all'Assemblea, ai gruppi consiliari per aver trovato la capacità e la forza di fare insieme questo passaggio.

È stato più difficile invece sul bilancio, è vero, lo ha detto Bignami. Io apprezzo, glielo dico privatamente e lo dico anche pubblicamente, la dialettica di Bignami e il fatto che da avvocato riesca anche a ribaltare l'onere della prova in alcuni casi, però sulla nomina del controrelatore io credo che dal campo delle opposizioni si potesse fare un po' meglio, perché se qualcuno fosse venuto a dirci: "abbiamo individuato un controrelatore ed è Tizio, o Caio, o Sempronio, cosa ne dite?", noi saremmo stati i primi a volerlo. Sapete perché? Perché se c'è un relatore e un controrelatore, su alcune cose è un po' più facile mettersi d'accordo perché il soggetto con cui dialogare è uno da una parte e dall'altra. Noi ci saremmo fidati del nostro, del consigliere Roberto Poli, perché ha fatto un lavoro egregio, voi unanimemente vi sareste fidati del vostro, e sapete che far dialogare due persone anziché cinquanta, con un criterio di rappresentanza, sarebbe stato sicuramente molto più facile. Purtroppo questa opportunità non c'è stata, lo dico al consigliere Bargi, lo dico anche a Bignami. Ci serve la lezione per la prossima volta a tutti? Credo che ci serva una lezione a tutti perché da parte nostra la volontà di quel confronto non solo l'abbiamo dimostrata, ma continueremo a dimostrarla anche nel corso degli anni e anche quando continueranno a fare interviste, uscite sulle agenzie contro quello che la Giunta sta facendo e quant'altro, non ci interesserà, continueremo quell'operazione di dialogo se è funzionale al raggiungimento di alcuni obiettivi che ci siamo dati per la regione Emilia-Romagna. Lo dico perché in questo senso credo che le occasioni per un ulteriore confronto ci saranno indubbiamente, avremo altri passaggi importanti, come la legge di riordino che dicevo prima.

Ogni tanto sento dai banchi della Lega un continuo rinvio o un continuo rimando a quello che fa il Veneto. Spero che nelle aree vaste si discuta delle aree vaste dell'Emilia-Romagna e non di un'area vasta con il Veneto; al massimo facciamo, come ha già annunciato l'assessore Gazzolo, magari un parco interregionale con il Veneto sul delta del Po, questa sì che sarebbe una cosa utile ed interessante. Ma come emiliano-romagnoli proviamo ogni tanto ad essere orgogliosi di quello che questa Regione è stata in grado di fare e che è in grado di fare perché un po' di orgoglio da emiliano-romagnoli credo non ci faccia davvero male. Non ci fa male perché comunque siamo nelle condizioni e siamo stati nelle condizioni di portare l'Emilia-Romagna in Europa.

La discussione sui fondi strutturali è ormai una discussione conclusa e finalmente ci sono a disposizione 2,5 miliardi di euro, ci sono a disposizione i cofinanziamenti, ci sono le condizioni per partire su tutti i versanti, dal FESR all'FSE, al Piano di sviluppo rurale.

Come del resto quelle condizioni stiamo cercando di crearle, e su questo credo che la strada scelta dalla Giunta sia la strada giusta, sul Patto per il lavoro, perché è vero, come dice Alleva, che possono servire alcuni strumenti, però oggi come oggi, con la congiuntura economica che potrebbe emergere da tre aspetti che stanno insieme - una condizione straordinaria che è il costo dell'euro che è più basso di quello che generalmente è stato, accompagnato da un costo dell'energia comunque più basso per la riduzione del costo del petrolio, accompagnato da un banchiere centrale europeo che ha capito che il quantitative easing era inevitabile per poter far ripartire l'economia, anche contro il volere della Germania - in tutta questa congiuntura qual è l'obiettivo che deve avere un'istituzione? Creare il clima sociale, politico ed istituzionale perché le imprese si sentano nelle condizioni di poter fare nuovi investimenti. E il Patto per il lavoro cos'è se non questa cosa qui? È creare quella che in gergo economico viene chiamata "industrial atmosphere", cioè l'atmosfera utile a creare le condizioni di investimento sul territorio. È la strada giusta, presidente, è la strada giusta e la dobbiamo percorrere nella logica di riuscire a creare quel clima che ha sempre caratterizzato l'Emilia-Romagna, cioè quella qualità delle relazioni che ha consentito a questa regione di ottenere grandi risultati.

Mi permetto due battute in conclusione. La prima è questa: c'è stato un dialogo approfondito tra le diverse forze anche all'interno della maggioranza, noto che Foti ha richiamato i cartelli elettorali; beh, devo dire, con il sorriso sulle labbra, che Foti li conosce i cartelli elettorali, del resto è stato eletto la prima volta alla Camera nel 1996 dove loro erano insieme a AN che diceva "Italia unita e Italia bella compatta" e la Lega che diceva "secessione"...

 

FOTI: No, no, ti sbagli. Sono stato contro la Lega.

 

CALVANO: Eravate insieme Foti, ci ho guardato...

 

(interruzione del consigliere Foti)

 

Foti, se non era il 1996, era il 2001. Però, a proposito di cartelli elettorali, Foti, la sua cosa conferma quello che dicevo in precedenza e cioè il fatto che per mettere insieme un po' di voti avete fatto alleanze abbastanza eterogenee. Quindi le alleanze eterogenee sono altri che le hanno fatte, non certamente il centrosinistra, che per fortuna sui valori fondanti si ritrova. Ci possiamo trovare a discutere sui singoli provvedimenti, lo ha raccontato bene il consigliere Taruffi, ma perlomeno sugli elementi fondamentali della Repubblica e dello Stato ci ritroviamo, non abbiamo bisogno di metterci insieme per forza per vincere un'elezione. E con questo spirito andremo avanti in questi mesi con l'obiettivo che dicevo in precedenza, cioè che laddove ci sono le occasioni di dialogo, sicuramente vanno perseguite e vanno percorse insieme. Questi schieramenti nelle prossime elezioni si ritroveranno l'uno contro l'altro, ma questo non significa che non ci siano elementi di dialogo, che possono esserci, che per il futuro dell'Emilia-Romagna possiamo tenere insieme. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Calvano.

Sono le ore 13.06, chiudiamo la seduta antimeridiana. I lavori riprenderanno alle 14.30.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,06

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’art. 65 del Regolamento interno, la presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta SALIERA.

 

Hanno comunicato inoltre di non poter partecipare alla seduta i consiglieri Alessandro CARDINALI e Gian Luigi MOLINARI.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

483 - Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: "Modifiche alla Legge Regionale 27 luglio 2007, n. 15 'Sistema regionale integrato di interventi e servizi per il diritto allo studio universitario e l'alta formazione'". (Delibera di Giunta n. 387 del 15 04 15)

508 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifica alla legge regionale30 luglio 2013, n. 15 (Semplificazione della disciplina edilizia". A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Bargi, Pettazzoni, Marchetti Daniele, Delmonte, Rancan

514 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifiche alla legge regionale 23 novembre 1988, n. 47 (Norme per le minoranze nomadi in Emilia-Romagna)". (23 04 15) A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Fabbri, Rainieri, Bargi, Delmonte, Pettazzoni, Rancan, Pompignoli, Liverani

 

È stato presentato il seguente progetto di regolamento:

 

472 - Progetto di Regolamento: "Modifiche al Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna (approvato con deliberazione dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna 28 novembre 2007, n. 143 e successive modificazioni)". (16 04 15) A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Rancan, Rainieri, Delmonte, Fabbri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Bargi

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

465 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela delle aree verdi nei Parchi e nelle Riserve e le azioni da attuare per sostenere le imprese agricole. A firma del Consigliere: Bignami

466 - Interrogazione a risposta scritta circa gli immigrati accolti nella Regione Emilia-Romagna, con particolare riferimento alle richieste avanzate dal Dipartimento Immigrazione. A firma del Consigliere: Foti

467 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione della nuova autostrada Orte-Mestre, e la messa in sicurezza della E45-E55. A firma dei Consiglieri: Montalti, Zappaterra, Rossi Nadia, Molinari, Zoffoli, Bagnari, Rontini, Pruccoli, Calvano, Bessi

468 - Interrogazione a risposta scritta circa la messa in sicurezza dei territori della Bassa Romagna e della Romagna Faentina, con particolare riferimento alle casse di espansione del torrente Senio. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Rontini, Molinari, Bessi, Montalti, Zappaterra, Zoffoli, Poli, Ravaioli

470 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure di rilascio, presso la stazione ferroviaria di Bologna, dell'abbonamento "Mi Muovo AV". A firma del Consigliere: Taruffi

474 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere questioni riguardanti i medici di emergenza e le auto mediche, con particolare riferimento alla situazione esistente a Pian del Voglio. A firma del Consigliere: Bignami

475 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di svolgimento della vigilanza nelle Aree di Tutela Biologica. A firma del Consigliere: Fabbri

477 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per sostenere l'imprenditoria giovanile. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani

479 - Interrogazione a risposta scritta circa gli immigrati ospitati in Emilia-Romagna ed i relativi Centri di accoglienza, con particolare riferimento alle ulteriori richieste del Ministero degli Interni. A firma dei Consiglieri: Rancan, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Pompignoli, Rainieri, Fabbri, Liverani

480 - Interrogazione a risposta scritta circa la costruzione di parcheggi a pagamento presso il retrospiaggia di Lido di Spina, in aree demaniali.               A firma del Consigliere: Fabbri

481 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione del nuovo codice di comportamento e di altre procedure riguardanti la trasparenza da parte della Regione Emilia-Romagna e delle Aziende sanitarie e ospedaliere. A firma dei Consiglieri: Boschini, Sabattini, Serri

484 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche relative all'afflusso di immigrati nella Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Bignami

485 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per alleviare le spese a carico delle famiglie ancora ricoverate nei moduli abitativi provvisori a seguito del sisma, con particolare riferimento alle bollette elettriche. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Gibertoni

486 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di una nuova moschea a Bologna. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Rainieri

487 - Interrogazione a risposta scritta circa finanziamenti regionali destinati all'aeroporto di Rimini. A firma del Consigliere: Pompignoli

488 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di immissione in ruolo e stabilizzazione del personale della scuola. A firma della Consigliera: Gibertoni

489 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche, ritardi e costi relativi all'Ospedale di Carpi. A firma della Consigliera: Gibertoni

490 - Interrogazione a risposta scritta circa la valorizzazione e la riqualificazione del territorio della Val Perino (PC). A firma del Consigliere: Foti

491 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione di nuove terapie contro l'epatite C. A firma del Consigliere: Foti

492 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza presso le strutture di pronto soccorso. A firma del Consigliere: Foti

493 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche relative alla riorganizzazione della struttura di Terapia Intensiva Polivalente del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

494 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure e costi riguardanti la metropolitana di superficie Ferrara-Cona. A firma della Consigliera: Sensoli

495 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure e finanziamenti riguardanti l'Aeroporto di Rimini. A firma della Consigliera: Sensoli

496 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura della sede INPS di Pavullo. A firma dei Consiglieri: Serri, Sabattini, Boschini

499 - Interrogazione a risposta scritta circa il riconoscimento della professione sanitaria di odontotecnico. A firma del Consigliere: Bignami

500 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela della salute dei soggetti affetti dalla sindrome di Ehlers-Danlos (EDS). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

502 - Interrogazione a risposta scritta circa la messa in sicurezza della strada provinciale n. 15 "Valbaganza". A firma del Consigliere: Rainieri

503 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare le persone affette da celiachia. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Liverani, Pompignoli

504 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti la tutela paesaggistica nella Provincia di Ferrara. A firma del Consigliere: Sensoli

506 - Interrogazione a risposta scritta circa la previsione di un coordinamento interforze volto al contrasto della pesca di frodo nel territorio bolognese. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

507 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la realizzazione di un centro di raccolta di rifiuti nel Comune di Vernasca. A firma del Consigliere: Rancan

509 - Interrogazione a risposta scritta circa la revisione della tassazione sui rifiuti, con particolare riferimento alle zone appenniniche del territorio bolognese. A firma del Consigliere: Bignami

510 - Interrogazione a risposta scritta circa una iniziativa, riguardante la religione islamica, che si svolgerà in una scuola di Molinella. A firma del Consigliere: Foti

511 - Interrogazione a risposta scritta circa il riordino delle deleghe di funzioni affidate alle Province, con particolare riferimento alle strutture scolastiche ed all'Istituto "G. Marcora" di Cortemaggiore. A firma del Consigliere: Rancan

512 - Interrogazione a risposta scritta circa una manifestazione nazionale di Sinti e Rom che si svolgerà a Bologna. A firma del Consigliere: Foti

519 - Interrogazione a risposta scritta circa una struttura realizzata in adiacenza al Rio Enzola a Bibbiano (RE). A firma del Consigliere: Delmonte

520 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire l'occupazione negli appalti pubblici. A firma del Consigliere: Taruffi

522 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa ai pagamenti dei sussidi previsti a favore dei lavoratori che beneficiano di ammortizzatori sociali. A firma del Consigliere: Taruffi

523 - Interrogazione a risposta scritta circa la revisione delle procedure riguardanti la corresponsione delle indennità alle persone che hanno contratto malattie ematiche in strutture sanitarie pubbliche. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

525 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante le Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza, a seguito del superamento degli Ospedali Psichiatrici. A firma del Consigliere: Bignami

526 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa all'Autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani

527 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione di un farmaco immunosoppressivo. A firma del Consigliere: Sensoli

 

Interpellanze

 

471 - Interpellanza circa i dipendenti delle Province, della Città Metropolitana di Bologna, il relativo ricollocamento ed i connessi costi ed esuberi. A firma dei Consiglieri: Rancan, Marchetti Daniele, Delmonte, Pettazzoni, Pompignoli, Rainieri, Fabbri, Liverani, Bargi

498 - Interpellanza circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza sul territorio regionale e le relative direttive riguardanti gli Enti locali. A firma del Consigliere: Foti

513 - Interpellanza circa la concessione del Patrocinio della Regione Emilia-Romagna alla visita del Presidente del Consiglio al Sacrario dei Caduti di Marzabotto e le modalità di svolgimento di tale celebrazione. A firma del Consigliere: Bignami

 

Risoluzioni

 

464 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivare iniziative volte ad incentivare la presenza delle piccole botteghe artigianali e commerciali sul territorio, specie nelle zone montane o colpite dal sisma, sostenendo inoltre modificazioni dell'IMU a favore delle relative imprese. (15 04 15) A firma della Consigliera: Gibertoni

469 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attuare iniziative pubbliche volte a commemorare il genocidio degli Armeni, promuovere la conoscenza dei relativi fatti storici e la cultura della pace, della democrazia e dell'autodeterminazione dei popoli, ribadendo inoltre nelle sedi opportune come il riconoscimento da parte della Turchia di tale genocidio costituisca conditio sine qua non per l'ingresso della stessa nella UE. (15 04 15) A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

473 - Risoluzione circa le azioni da porre in essere a sostegno del Popolo del Saharawi. (16 04 15) A firma dei Consiglieri: Mumolo, Caliandro, Marchetti Francesca, Bagnari, Zoffoli, Prodi, Lori, Calvano, Sabattini, Poli, Serri, Pruccoli, Zappaterra, Iotti, Bessi, Soncini

476 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a garantire la capienza del fondo per l'editoria necessaria per la sopravvivenza delle testate locali sollecitando inoltre, di concerto con le organizzazioni di categoria, la generale riforma del settore, con particolare riferimento alle cooperative ed ai soggetti no-profit. (16 04 15) A firma dei Consiglieri: Ravaioli, Bessi, Iotti, Rossi Nadia, Poli, Marchetti Francesca, Cardinali, Mumolo, Prodi, Torri, Zoffoli

478 - Risoluzione per impegnare la Giunta a dotare il territorio piacentino di una centrale per l'elisoccorso. (16 04 15). A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Bargi, Fabbri, Delmonte, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

497 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, anche presso il Governo, al fine di inserire tra le opere prioritarie la realizzazione dell'autostrada Orte-Mestre, garantendo comunque la messa in sicurezza della E45-E55. (21 04 15) A firma del Consigliere: Foti

505 - Risoluzione per impegnare l'Assemblea legislativa a porre in essere verifiche in materia urbanistica e di tutela del territorio, con particolare riferimento a quello ferrarese. (22 04 15) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Alleva

521 - Risoluzione per impegnare la Giunta a ribadire, anche presso il Parlamento, il Governo e l'Unione Europea, la propria indisponibilità ad accogliere i profughi che il Viminale vorrebbe inviare in Emilia-Romagna. (24 04 15) A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

524 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso le aziende sanitarie locali e le aziende ospedaliere al fine di rivedere le convenzioni in essere con la Curia e le altre organizzazioni religiose. (27 04 15) A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn. :

 

170 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione della normativa riguardante la tutela del benessere animale. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Sensoli, Sassi, Gibertoni

173 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per attribuire risarcimenti a tutti i soggetti che hanno contratto i virus dell'epatite B, C e Hiv a causa di trasfusioni o emoderivati assunti presso strutture sanitarie, ripristinando inoltre il pagamento dei relativi indennizzi. A firma dei Consiglieri: Sassi, Gibertoni

192 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti una dipendente dell'AUSL di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

200 - Interrogazione a risposta scritta circa i programmi delle AUSL di Bologna e di Imola riguardanti la limitazione delle nascite dei cani e dei gatti. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

220 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione dei premi di produzione dei dirigenti delle aziende sanitarie regionali e l'assunzione di nuovo personale infermieristico. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Sassi

233 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti nomine relative all'ASP di Fidenza. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Sassi

237 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare il gioco d'azzardo. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Bertani, Sassi, Piccinini

245 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti responsabilità gestionali relative all'Ospedale di Cona (FE). A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

256 - Interrogazione a risposta scritta circa i danni causati all'economia regionale dalle sanzioni riguardanti la Russia. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rancan, Pompignoli

264 - Interrogazione a risposta scritta circa incarichi riguardanti dipendenti dell'AUSL di Modena e l'Azienda Ospedaliera Sant'Orsola. A firma del Consigliere: Bignami

273 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa all'ENAIP Forlì-Cesena, operante nell'ambito della formazione professionale. A firma del Consigliere: Pompignoli

310 - Interrogazione a risposta scritta circa la promozione ed il sostegno delle imprese culturali operanti nel settore teatrale. A firma dei Consiglieri: Ravaioli, Bagnari, Rontini

316 - Interrogazione a risposta scritta circa l'aggiornamento delle reti di assistenza socio-sanitaria previste a tutela dei soggetti affetti da autismo. A firma della Consigliera: Rontini

318 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure relative a gare riguardanti la ricostruzione post-terremoto, con particolare riferimento alla situazione relativa a Finale Emilia. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Pettazzoni

319 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione della normativa regionale riguardante la prevenzione delle cadute dall'alto nei lavori in quota e nei cantieri edili. A firma del Consigliere: Paruolo

322 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti l'affitto di rami d'azienda relativi alle Terme di Salsomaggiore e Tabiano SPA. A firma del Consigliere: Bignami

335 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura della sede INPS di Castel San Giovanni. A firma del Consigliere: Foti

340 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al progetto di riqualificazione urbana "Il Listone", nel Comune di Fontanellato (PC). A firma del Consigliere: Alleva

344 - Interrogazione a risposta scritta circa la nomina di un commissario ad acta relativamente a procedure riguardanti il Trasporto Rapido Costiero. A firma del Consigliere: Pompignoli

345 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attuazione della L.R. n. 3 del 2011 in materia di prevenzione del crimine organizzato e mafioso e di promozione della cultura della legalità. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Bertani, Sensoli

355 - Interrogazione a risposta scritta circa la tempistica relativa al progetto di recupero del Duomo di Carpi. A firma del Consigliere: Foti

357 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti un bando relativo a Er.Go. A firma del Consigliere: Bignami

361 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire ai cittadini della Regione Emilia-Romagna la connessione a Internet a banda larga. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Rontini

369 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare l'incremento della criminalità, con particolare riferimento ai furti nelle Province di Ravenna e Forlì-Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

372 - Interrogazione a risposta scritta circa la collocazione delle Residenze per l'esecuzione di misure di sicurezza detentive ove accogliere i detenuti dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Delmonte

373 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di opere quali l'Autostrada Cispadana ed il Passante Nord di Bologna. A firma della Consigliera: Gibertoni

380 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per non penalizzare i lavoratori stagionali, con particolare riferimento alla NASPI. A firma della Consigliera: Sensoli

383 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attuazione della disciplina concernente il comportamento dei dipendenti pubblici, con particolare riferimento ai dirigenti. A firma del Consigliere: Bignami

411 - Interrogazione a risposta scritta circa la predisposizione delle strutture e dei servizi connessi alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. A firma del Consigliere: Bignami

434 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (chiusura prevista dalla legge per il 31 marzo 2015) e l'attivazione delle residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria (REMS). A firma del Consigliere: Foti

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, lettera d) del Regolamento interno:

 

L’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa ha adottato la deliberazione n. 40 del 22 aprile 2015 avente ad oggetto:

 

Presa d’atto delle dimissioni dalla carica di Presidente del Gruppo assembleare PD del Consigliere Paolo Calvano e nomina del nuovo Presidente Stefano Caliandro, ai sensi dell’art. 6, comma 7 del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa

(Comunicazione n. 7 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2015/876 del 27/04/2015)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Soncini

Rancan - Torri

 

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