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23.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 16 GIUGNO 2015

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDI DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 471

Interpellanza circa i dipendenti delle Province, della Città Metropolitana di Bologna, il relativo ricollocamento ed i connessi costi ed esuberi. A firma dei Consiglieri: Rancan, Marchetti Daniele, Delmonte, Pettazzoni, Pompignoli, Rainieri, Fabbri, Liverani, Bargi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

RANCAN (LN)

PETITTI, assessore

RANCAN (LN)

 

OGGETTO 572

Interpellanza per sapere quali iniziative intenda assumere la Giunta regionale per affrontare la situazione creatasi nel Comune di Borgo Val di Taro, in località Tiedoli, a seguito di contratto di concessione con una ditta per la gestione di un impianto di selezione e compostaggio. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

GAZZOLO, assessore

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 498

Interpellanza circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza sul territorio regionale e le relative direttive riguardanti gli Enti locali. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 513

Interpellanza circa la concessione del Patrocinio della Regione Emilia-Romagna alla visita del Presidente del Consiglio al Sacrario dei Caduti di Marzabotto e le modalità di svolgimento di tale celebrazione. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI (FI)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza

BIGNAMI (FI)

 

OGGETTO 266

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Modifiche alla legge regionale 9 maggio 2011 n. 3 (Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile)» (Testo base) (7)

OGGETTO 179

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Nuove norme in materia di contrasto al crimine organizzato e mafioso» A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Piccinini, Sassi, Bertani, Sensoli

(Abbinato)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 266-179/1 oggetto 783 - Presentazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 266-179/2 oggetto 784 - Presentazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 266-179/3 oggetto 785 - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

MUMOLO, relatore della Commissione

PICCININI, relatrice di minoranza

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

DELMONTE (LN)

GIBERTONI (M5S)

BIGNAMI (FI)

TARUFFI (SEL)

MUMOLO (PD)

PICCININI (M5S)

MEZZETTI, assessore

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

PICCININI (M5S)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

MUMOLO (PD)

MUMOLO (PD)

PICCININI (M5S)

MUMOLO (PD)

CALIANDRO (PD)

DELMONTE (LN)

FOTI (FdI)

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 676

Delibera: «Approvazione del rendiconto dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2014.» (Proposta dell’Ufficio di Presidenza in data 26 maggio 2015, n. 54) (20)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

PRUCCOLI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

BERTANI (M5S)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 364

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte al riconoscimento dello stato di crisi del settore dell'edilizia, garantire ammortizzatori sociali per le aziende che versano in tale situazione, attuare la semplificazione burocratica del settore, promuovere interventi pubblici relativi alla ristrutturazione, riqualificazione energetica e messa in sicurezza dal punto di vista sismico degli edifici. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Calvano, Serri, Taruffi, Caliandro, Zappaterra, Marchetti Francesca, Molinari, Lori, Boschini, Rossi Nadia, Montalti, Ravaioli, Poli, Torri, Rontini, Pruccoli, Iotti, Sabattini

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 320

Risoluzione per impegnare la Giunta a manifestare contrarietà alla realizzazione del nodo autostradale denominato "Passante Nord" adoperandosi anche, per quanto di competenza, affinché non vengano concessi permessi o autorizzazioni propedeutiche alla attuazione di tale opera. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Piccinini

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 371

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte all'assunzione di una decisione definitiva circa la realizzazione o meno dell'opera infrastrutturale "Passante Nord di Bologna". A firma del Consigliere: Foti

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MARCHETTI Daniele (LN)

PARUOLO (PD)

FOTI (FdI)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (SEL)

PRESIDENTE (Rainieri)

DONINI, assessore

CALIANDRO (PD)

MARCHETTI Daniele (LN)

BERTANI (M5S)

CALIANDRO (PD)

BERTANI (M5S)

RONTINI (PD)

MOLINARI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 266 - 320 - 371

Emendamenti oggetto 266

 

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,44

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la ventitreesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter essere presenti alla seduta odierna l’assessore Venturi e il consigliere Calvano.

 

Svolgimento di interpellanze

 

OGGETTO 471

Interpellanza circa i dipendenti delle Province, della Città Metropolitana di Bologna, il relativo ricollocamento ed i connessi costi ed esuberi. A firma dei Consiglieri: Rancan, Marchetti Daniele, Delmonte, Pettazzoni, Pompignoli, Rainieri, Fabbri, Liverani, Bargi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La parola al consigliere Rancan per l'illustrazione dell'interpellanza.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Nell'interpellanza in oggetto si fa riferimento alla Riforma Delrio che ha trasformato le Province in enti territoriali di secondo livello e ha istituito le Città metropolitane. Ora abbiamo un problema su più di 20 mila lavoratori provinciali da ricollocare in tutte le varie Province. Ci sono Regioni che hanno già legiferato in merito al riordino, mentre la Regione Emilia-Romagna comunque sta seguendo un progetto su questa questione.

Quello che noi chiediamo in questa interpellanza alla Giunta è: il numero di persone che dovranno essere ricollocate; quali sono i costi a carico della Regione Emilia-Romagna e a fronte di quali compiti e funzioni attribuiti al personale delle Province; dove e come sarà impiegato il personale ricollocato presso la Regione Emilia-Romagna; come verranno impiegate le risorse (che risultano essere circa 40 milioni di euro) previste nel documento strategico regionale dell'Emilia-Romagna.

Questi sono i quesiti che noi abbiamo posto all'attenzione del Giunta che vogliamo porre oggi con questa interpellanza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

La parola all'assessore Petitti per la risposta.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere Rancan, per i quesiti posti, che sono sicuramente quesiti di enorme importanza, che toccano, come ricordava anche lei, profili essenziali del riordino istituzionale, che rappresentano una priorità del programma di mandato.

Nella riunione di Giunta dell'8 giugno abbiamo approvato come Giunta regionale un progetto di legge di riforma del sistema governo regionale e locale in coerenza con quella che è la previsione contenuta nella legge n. 56/2014, la cosiddetta Legge Delrio, sulla base anche di un lavoro importante che è stato svolto dall'osservatorio regionale. Si tratta di un progetto di legge che abbiamo voluto condividere con le istituzioni territoriali sia per quanto riguarda l'impianto generale della riforma istituzionale, sia per le misure che sono state poi indirizzate alle questioni più immediate e urgenti, quelle di natura organizzativa e finanziaria, e anche legate al personale, a cui lei faceva riferimento.

I motivi del tempo accumulato rispetto alle iniziali intenzioni della Giunta risiedono in varie ragioni, fra le quali sicuramente la complessità delle problematiche che sono sottese ad un processo di riordino come quello in oggetto e anche sicuramente l'incertezza del quadro normativo di riferimento per alcune funzioni fondamentali come quelle legate ai servizi per il lavoro e le forze di polizia.

Ci tengo anche a sottolineare che questo lavoro, che affronteremo poi nelle prossime settimane in tutto l'iter di Commissione, alla base ha visto un lavoro di relazioni che abbiamo voluto formalizzare attraverso un protocollo di relazioni sul riordino delle funzioni in capo proprio alla Città metropolitana di Bologna, alle Province, ai Comuni e alle loro Unioni, che abbiamo sottoscritto il 20 marzo scorso, un patto fra la Regione e la Città metropolitana di Bologna, le Province e i Comuni dell'intera regione proprio per la riforma dell'intero sistema regionale locale, che è stato invece ripreso e sottoscritto il 22 maggio, prima di concludere la presentazione della legge che poi abbiamo portato in Giunta, e un verbale (questo in riferimento anche alle questioni che lei poneva sul tema del personale) con le tre organizzazioni sindacali regionali.

L'impianto sicuramente vede il tema di una strategia istituzionale complessiva attraverso cui vogliamo dare risposte sia da un punto di vista finanziario che organizzativo alle Province. Sotto il profilo finanziario è importante ricordare che oltre al fondo speciale per l'esercizio delle funzioni delegate, quello che la Regione ha sempre valutato nell'ordine di 31 milioni di euro, noi assicuriamo una quota aggiuntiva di risorse finanziarie di circa 28 milioni che permette di coprire tutte le spese relative alle funzioni regionali, quelle da delegare e quelle da mantenere in gestione diretta, e anche la garanzia di mantenere tutti i livelli occupazionali delle Province.

Nello specifico, noi abbiamo un numero complessivo di circa 4.000 unità di personale provinciale. Da questo numero va tolto il personale legato ai prepensionamenti (quelli che comunque andranno sicuramente in pensione entro il 2016, parliamo di circa 400 unità), va tolto anche il personale che fa riferimento ai Centri per l'impiego (circa 500 persone) e le 180 unità addette alla Polizia provinciale. In questo quadro restano circa 1.000 unità di personale, che saranno quelle delegate nelle Province in quanto addette alle funzioni fondamentali, quindi quelle che fanno riferimento, come ricordava anche lei, alle funzioni della Legge Delrio, e circa 1.100 sono invece le unità che operano su funzioni regionali che verranno trasferite agli enti destinatari della funzione, utilizzando in questo caso proprio le risorse stanziate in quel fondo speciale che abbiamo messo a bilancio. Rimangono, di questo numero complessivo di 4.000 unità, circa 820 unità che svolgono funzioni trasversali e che costituiranno la lista del personale in sovrannumero che verrà acquisito dalla Regione e dagli enti del territorio nell'ambito della propria ordinaria capacità assunzionale.

Questi sono alcuni numeri, alcuni riferimenti legati alle questioni che lei poneva.

Ricordo che questo progetto di legge è già stato trasmesso all'Assemblea legislativa e sarà esaminato nelle Commissioni competenti nei prossimi giorni. Sono anche convinta che potranno essere apportati miglioramenti che potranno essere utili e opportuni proprio per l'obiettivo che ci siamo dati.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Petitti.

La parola al consigliere Rancan per la replica.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Credo di aver capito che l'impegno da parte della Giunta sta proseguendo per portare avanti questo riordino, che sarà composto, poi, da una marea di articoli, da quello che mi risulta, e che porterà l'Assemblea ad avere un lavoro molto impegnativo.

Detto questo, si può constatare tranquillamente, facendo una valutazione politica, che la Legge Delrio, oltre che ad una grande confusione, non abbia portato a nulla, perché quello che è stato fatto alle Province costituendo Province che poi Province non sono, quindi svuotate di molti servizi, svuotate di competenze, ha creato molti problemi. Noi, oggi, sulle varie province, sui vari territori, abbiamo delle situazioni drammatiche. Cito Piacenza dove abbiamo avuto un problema con il trasporto pubblico locale perché la Provincia, essendo stata svuotata delle competenze, di fatto, su questa materia, ha chiesto ai Comuni di pagare il trasporto pubblico locale mentre prima questo non avveniva. Questo è tutto il contorno di una legge voluta da Delrio, dalla maggiore attuale di Governo nazionale, che ha solamente e definitivamente penalizzato l'utente finale, quindi i nostri cittadini.

Detto questo, ringrazio l'assessore per la risposta, per i numeri forniti, soprattutto anche per le note tecniche. Aspettiamo, quindi, di andare a discutere il riordino per poi confrontarci in maniera anche collaborativa su questa cosa.

In conclusione dell'intervento chiederei al presidente se è possibile dedicare il tempo che mi rimane ad un intervento del consigliere Pompignoli.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Rancan, l'interpellante è lei, non può passare la parola a nessun altro.

 

RANCAN: Va bene, grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

 

OGGETTO 572

Interpellanza per sapere quali iniziative intenda assumere la Giunta regionale per affrontare la situazione creatasi nel Comune di Borgo Val di Taro, in località Tiedoli, a seguito di contratto di concessione con una ditta per la gestione di un impianto di selezione e compostaggio. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La parola al consigliere Foti per illustrare l'interpellanza.

 

FOTI: Grazie, presidente. Attendo la risposta, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

La parola all'assessore Gazzolo.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. La discarica nei Piani di Tiedoli in comune Borgo Val di Taro risulta formalmente chiusa con decreto n. 1329 del 25 giugno 2014, come da documentazione pubblicata sul portale https Emilia-Romagna. È attualmente in regime di AIA per la gestione post mortem a seguito di riesame rilasciato con decreto n. 408 del 26 febbraio 2015 dopo la chiusura stessa.

In relazione alla gestione della fase post operativa e quindi anche al monitoraggio del sistema di captazione del percolato, dal 2013 sono stati effettuati presso la discarica 8 controlli da parte di ARPA Emilia-Romagna.

Nell'ispezione effettuata il 10 aprile 2013 sono state riscontrate irregolarità in merito al sistema di captazione del percolato e conseguente fuoriuscita dalla vasca di stoccaggio. La situazione rilevata è stata risolta già in fase della stessa ispezione e nel contempo sono iniziati i lavori di potenziamento del parco serbatoi di stoccaggio del percolato, che si sono conclusi nel corso dell'anno 2013. Nel merito della situazione riscontrata, ARPA ha proceduto a relazionare alla Provincia e ad informare l'Autorità giudiziaria per la violazione delle condizioni di autorizzazione.

Successivamente, e precisamente in data 28 agosto 2013 e 1 ottobre 2013, sono state eseguite ispezioni sul posizionamento dei nuovi piezometri e campionamenti in contraddittorio sulle acque sotterranee.

La visita ispettiva programmata AIA eseguita il 13 novembre 2013 ha evidenziato una situazione di criticità presente sulle acque sotterranee.

Le ispezioni eseguite nel 2014, rispettivamente il 7 febbraio 2014 e il 31 luglio 2014, richieste dalla Provincia di Parma, sono state finalizzate alla verifica di problematiche puntuali legate alla gestione dell'impianto (torcia per la combustione del biogas e presenza di una vasca interrata).

La visita ispettiva programmata AIA eseguita in data 7 novembre 2014 ha confermato la situazione di criticità delle acque sotterranee, motivo per il quale sono stati previsti ulteriori controlli in contraddittorio nel corso del corrente anno.

L'ultima ispezione, eseguita in data 7 maggio 2015, non ha evidenziato irregolarità.

Per quanto sopra esposto, a parte la situazione di irregolarità riscontrata nel corso dell'anno 2013 relativa allo sversamento di percolato, ARPA ritiene che siano state osservate le prescrizioni di AIA imposte dalla Provincia di Parma eseguendo i monitoraggi previsti. Tuttavia i risultati dei monitoraggi evidenziano una situazione di criticità presente nelle acque sotterranee.

In relazione alle campagne periodiche di misura delle acque dei piezometri, si informa che nel sito dell'impianto sono presenti 4 piezometri per il monitoraggio delle acque sotterranee di prima falda, sui quali sono eseguiti semestralmente autocontrolli come prescritto dall'AIA n. 36/97 del 30.10.2007. I dati rilevati sono trasmessi entro il 30 aprile dell'anno successivo ad ARPA e controllati dalla sezione ARPA di Parma in occasione della visita ispettiva annuale.

Le risultanze analitiche confermano, come negli anni precedenti, elevate concentrazioni di ferro e manganese sia nei piezometri di monte che in quelli di valle. Si rileva, inoltre, il persistere di una conducibilità e un contenuto di ammoniaca decisamente elevato nel piezometro P3 posto a valle della discarica.

Nel 2013 è stata eseguita da ARPA una campagna di controlli in contraddittorio con il gestore della discarica. I dati ottenuti hanno confermato il peggioramento dei dati di qualità del piezometro P3 rispetto agli altri. In particolare si sono attestati in entrambe le campagne (estiva e invernale) valori molto elevati di cloruri (conducibilità ed ossidabilità) sintomatici di ingressi anomali nel piezometro. Infatti l'analisi eseguita da ARPA in data 16 ottobre 2013 sul piezometro P3 ha confermato gli elevati valori di conducibilità e ossidabilità rilevati dal gestore, ma ha anche rilevato valori piuttosto elevati di ammoniaca, molto superiori rispetto a quelli misurati dal gestore.

Nonostante la differenza dai dati di conducibilità ed ossidabilità ai cloruri, sono stati confermati segnali di una possibile contaminazione del piezometro dal percolato, situazione già ipotizzata nell'anno 2012 e per la quale si era pensato di realizzare un piezometro più a valle per controllare l'andamento della falda. È stato quindi prescritto di estendere l'indagine più a valle della discarica con la realizzazione di un ulteriore piezometro, che è stato posato nel febbraio 2014 in prossimità del cancello d'ingresso.

I dati di monitoraggio del 2014 del nuovo piezometro hanno confermato problemi di alta conducibilità e ossidabilità ai cloruri, associati alla presenza di alte concentrazioni di azoto nitrico, soprattutto nella prima campagna estiva, per poi migliorare in quella invernale.

Per poter disporre di elementi di maggiore chiarezza sulla situazione ambientale in essere, in occasione della prima campagna di monitoraggio del 2015 ARPA presenzierà ai controlli ed eseguirà alcuni campioni di acqua di falda in contraddittorio, anche in considerazione del fatto che gli indicatori ambientali rilevati sulla parte delle acque sotterranee mettono in evidenza una situazione che va attentamente monitorata.

In relazione, quindi, all'ultimo quesito, si evidenzia che non risultando attivata alcuna procedura di bonifica, non è possibile procedere con la proposta di richiesta al Governo di inserimento della discarica fra i siti di bonifica di interesse nazionale, ai sensi della Parte IV, Titolo V, del decreto legislativo n. 152/2006. Si fa presente, inoltre, che la Regione Emilia-Romagna non ha ruolo nell'ambito dei procedimenti di bonifica in quanto, a seguito dell'emanazione della legge regionale n. 5 dell'1 giugno 2006, ha conferito alle Province e ai Comuni le funzioni in materia ambientale, definendo in particolare che spettano alle Province le funzioni regionali in materia di bonifica dei siti contaminati (articolo 5, comma 1). Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola per la replica al consigliere Foti.

 

FOTI: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore per la risposta. Mi è noto che la competenza sul punto è della Provincia, tuttavia, come non sarà sfuggito all'assessore, i vari interventi di ARPA che si sono succeduti, anche con risultati quantomeno problematici, suggeriscono e mi hanno suggerito di porre la questione anche alla sua attenzione. Lo dico anche in ragione del fatto che per troppo tempo sulla vicenda mi pare che vi sia stata una posizione molto rigida da parte dei gestori della discarica e al tempo stesso una posizione da parte dell'Amministrazione provinciale di Parma fatta, sì, di prescrizioni, ma che nei fatti non hanno raggiunto lo scopo che si erano prefisse.

Noi dobbiamo pensare che stiamo parlando di una zona di montagna, della montagna della provincia di Parma, dove, tra l'altro, come l'assessore ha letto nel rapporto, in più occasioni il problema del livello della qualità delle acque e dell'infiltrazione da parte del percolato nelle acque desta e provoca situazioni di allarme. È pur vero che non stiamo parlando di veleni in assoluto, però la presenza oltre limiti ragionevoli di ammoniaca e tutte le presenze cui ella ha fatto riferimento, assessore, dimostrano che si tratta di una vicenda che non solo deve essere attenzionata, ma sulla quale a mio avviso ad una soluzione bisogna anche arrivare.

È indubbio che ARPA non abbia solo questa discarica della provincia di Parma da curare. Avesse solo questa, avrebbe comunque già da lavorare, ma è ovvio che un'Agenzia non si può concentrare solo ed esclusivamente su un impianto. È vero, però, che da tutti i monitoraggi effettuati e delle cui risultanze lei ci ha reso edotti, e per questo la ringrazio, risulta chiaramente che vi è una situazione a dire poco contraddittoria, comunque una situazione che dimostra come nei fatti la discarica ha una problematica e si tira dietro una problematica ormai annosa che non viene risolta. Dico annosa perché sul punto, come lei ben sa, assessore, sono stati in molti ad intervenire. Addirittura l'attuale ministro dell'ambiente allora parlamentare, nell'interrogazione dell'8 febbraio 2010 alla Camera dei Deputati denunciava che "la cattiva gestione durante il periodo in cui la discarica è stata operativa, il sovrautilizzo della stessa, che, progettata per 100 mila tonnellate, ha raccolto il quintuplo arrivando ad allocare 500 mila tonnellate, e la mancata realizzazione delle opere per la messa in sicurezza dei rifiuti necessarie portano ad oggi ad una situazione ingestibile che minaccia fortemente la salute e l'incolumità dei cittadini".

Ora, a fronte di questa situazione debbo anche aggiungere che l'addendum al contratto di concessione per la costruzione e la realizzazione dell'impianto che qui interessa ha rappresentato indubbiamente un qualcosa in più rispetto a quello che si doveva fare, perché eravamo nel 2014, dovevamo avere una situazione di un territorio bonificato e il consiglio d'ambito d'ATERSIR invece approva un atto con il quale si decide di conferire ugualmente del materiale in questa discarica. A me pare, lo dico sinceramente, che sia un po' poco avveduta la decisione di ATERSIR sul punto e proprio per questo ho voluto sottolineare come, indipendentemente dal fatto che la discarica oggi sia entrata in una fase operativa di gestione post mortem, i fatti ci dimostrano che l'attività operativa gestionale sarà post mortem ma in realtà i problemi sono tutti inter vivos perché mai come in questo momento debbo dire che noi ci stiamo facendo carico di una situazione che altri avrebbero, e per tempo, dovuto risolvere.

In conclusione, ringrazio l'assessore per la risposta e mi auguro che l'attenzione sul punto, al di là della stretta competenza regionale, non venga meno, ma soprattutto che l'assessore, anche in ragione dei periodici incontri che avrà con gli attuali amministratori della Provincia di Parma (che poi, con la Riforma Delrio, in realtà sono solo il sindaco di Salsomaggiore come presidente della Provincia), si attivi e tenga monitorata la situazione al fine di arrivare ad una gestione post mortem dell'impianto che non porti danni inter vivos.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

 

OGGETTO 498

Interpellanza circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza sul territorio regionale e le relative direttive riguardanti gli Enti locali. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La parola al consigliere Foti per illustrare l'interpellanza.

 

FOTI: Grazie, presidente. Attendo la risposta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

La parola al sottosegretario Rossi per la risposta.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza: Grazie, presidente. L'articolazione e la portata del tema posto all'attenzione dell'Aula dal consigliere Foti richiedono una premessa necessaria per comprendere, attraverso l'analisi dell'evoluzione normativa nazionale e locale sviluppatasi negli anni scorsi, lo scenario attuale in materia.

Con la legge regionale n. 24/2003 e, prima, con legge regionale n. 3/1999, la Regione Emilia-Romagna caratterizza per la prima volta la sicurezza urbana integrata come concetto nuovo rispetto a quelli tradizionali di sicurezza e ordine pubblico, dove assume un ruolo fondamentale il luogo in cui i fenomeni si manifestano, cioè il locale e l'urbano con riferimento alla città. Definire la sicurezza come problema urbano è servito all'inizio del 2000 ad affermare, almeno per un certo periodo, un nuovo ruolo di Città e Regioni, che mai avevano avuto, prima degli anni Novanta, competenze nelle aree contigue al sistema di giustizia penale. È in questa accezione ampia che il concetto di sicurezza urbana si è diffuso nel nostro Paese ed è in questo senso ampio che nel corso degli anni alcune Regioni, tra cui la Regione Emilia-Romagna, hanno legiferato in materia, trattando la sicurezza urbana come elemento della migliore qualità della vita dei cittadini.

Nella prima metà del Duemila undici Regioni hanno emanato legislazioni regionali che riguardano la sicurezza cosiddetta integrata o le polizie locali, o entrambi gli aspetti. Di conseguenza la proliferazione delle varie attività regionali in questo ambito rende sempre più urgente l'individuazione di organismi di coordinamento e impone la ricerca di forme di cooperazione con il Governo centrale. Si afferma la retorica della partnership, che si traduce nella pressione da parte del sistema delle autonomie locali verso il Governo centrale per arrivare ad intese e collaborazioni istituzionali.

Le lettere a) e b) dell'articolo 3 della legge regionale n. 24/2003, cui fa riferimento il consigliere Foti, rimandano dall'emergere di sistematici tentativi di collaborazione inter-istituzionale di quegli anni che non si sono tradotti da parte dello Stato in forme concrete di collaborazione con la Regione.

Allo stato attuale, la sicurezza urbana o locale che si voglia viene intesa dal Ministero dell'interno come parte della sicurezza e dell'ordine pubblico ed è lo stesso Ministero che determina priorità e ambiti di intervento, non sempre cercando la collaborazione necessaria con le Regioni. Un effetto di questo orientamento è che per quelle Regioni che avevano sviluppato programmi a lungo termine sulla sicurezza si può determinare un ruolo marginale, con il rischio di sovrapposizioni e conflitti con gli altri attori in campo.

Passando alla disamina per punti come scanditi dal consigliere, si precisa che:

1) Nel corso dell'applicazione della legge regionale n. 24/2003 la Regione ha perseguito obiettivi in materia di sistema integrato di sicurezza, facendo propri gli indirizzi approvati dall'Assemblea legislativa in sede di approvazione di programmi di governo dei presidenti che si sono susseguiti dal 2003 ad oggi. Partendo, quindi, da tali indirizzi, la Giunta regionale ha perseguito gli obiettivi specifici fissati dalla legge regionale n. 24/2003, normando nel dettaglio la concessione di contributi e la sottoscrizione di accordi, l'istituzione della Fondazione "Vittime di reato", la regolamentazione del volontariato per la sicurezza e i referenti per la sicurezza nei luoghi di spettacolo ed intrattenimento, la regolamentazione e l'organizzazione delle polizie locali.

2) Dal 2001 al 2006 sono stati operativi due protocolli con il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno che prevedevano: la creazione di un laboratorio informatico presso la Prefettura di Bologna per l'analisi congiunta dei dati sulla criminalità e sul disordine urbano; la sperimentazione dell'integrazione tra le Sale operative di alcune città della nostra Regione e quelle delle forze di Polizia; la formazione congiunta di forze di Polizia e Polizia locale. È stato possibile realizzare solo alcuni di questi punti, in particolare quelli relativi alla formazione congiunta. Anche per questi motivi nello sviluppo dell'attività regionale si sono rivelate più efficaci forme di cooperazione diretta tra la Regione e il sistema degli enti locali che coinvolgevano indirettamente le articolazioni provinciali di pubblica sicurezza.

3) Come precisato in premessa, dal 2007 la linea di indirizzo del Ministero dell'interno ha assunto una regia nazionale rispetto a questa tipologia di protocolli, motivo per il quale modalità, contenuti e priorità sono definiti direttamente dal Ministero. Per queste ragioni i Patti per la sicurezza sono oggi intesi come accordi di collaborazione e di solidarietà stipulati direttamente tra Stato ed enti locali, che prevedono un'azione congiunta di più livelli di governo e la promozione di interventi anche in via sussidiaria e nell'ambito delle responsabilità di ciascuno.

4) Negli anni immediatamente successivi all'approvazione della legge regionale n. 24/2003, le linee di indirizzo del Ministero dell'Interno, di cui la Regione ha preso atto, si sono orientate progressivamente sull'attribuzione alle singole Prefetture della responsabilità di promozione e sviluppo delle intese in materia di sicurezza, anche in ragione delle specifiche emergenze e delle specificità territoriali, assolvendo in tal modo le funzioni originariamente previste in capo alla conferenza.

5) Con delibera di Giunta regionale n. 279/2000 è stata approvata la direttiva in materia di utilizzazione del volontariato, in applicazione dell'articolo 8 della legge regionale n. 24/2003. In tale contesto vengono individuate: le finalità e gli obiettivi dell'utilizzo del volontariato per la sicurezza da parte degli enti locali nella Regione; le modalità di impiego dei volontari; il potere di accertamento degli stessi e la relazione di tale potere con le funzioni svolte dalle Polizie locali; la formazione dei volontari (definita nel dettaglio da un apposito allegato); la dipendenza funzionale dal responsabile della Polizia locale; i simboli distintivi.

6) Con delibera di Giunta regionale n. 287/2008 è stata approvata la direttiva per gli enti locali, che definisce le modalità di autorizzazione all'esercizio della funzione di referente per la sicurezza, in applicazione dell'articolo 9 della legge regionale n. 24/2003. La direttiva regolamenta: i vari livelli della formazione richiesta e la tipologia dei relativi corsi, articolandone le modalità di svolgimento e le materie; le modalità per la richiesta e l'organizzazione nei Comuni; il rilascio e il rinnovo dell'autorizzazione stessa; le attività connesse e conseguenti al rilascio; le modalità di esercizio dell'attività; i simboli distintivi per il personale che svolge tale attività. Detta figura è stata però superata dall'introduzione da parte della legge n. 94/2009, decreto del Ministro dell'Interno dell'ottobre del 2009, della figura dell'addetto ai servizi del controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico e in pubblici esercizi, che ha normato a livello nazionale il lavoro dei cosiddetti buttafuori dei locali di pubblico spettacolo.

7) In attesa di una legge quadro a livello nazionale più volte annunciata e non realizzata fino ad oggi, non si sono verificate le condizioni per approvare direttive per gli enti locali del relativo utilizzo degli istituti di vigilanza privata, a integrazione delle funzioni di vigilanza della Polizia locale.

8) Il Comitato tecnico di Polizia locale, di cui all'articolo 13, è composto, oltre che dall'assessore regionale competente e dai comandanti del Corpo di Polizia municipale delle città capoluogo, che vi partecipano di diritto, da quattro comandanti di Polizia municipale e da due comandanti di Polizia provinciale designati dal Consiglio delle autonomie locali. Considerato che il Consiglio delle autonomie locali è stato istituito il 7 maggio con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 87 pubblicato il 19 maggio scorso, su richiesta del Presidente della Giunta regionale, il Consiglio stabilirà in tempi brevi la data della riunione in cui procederà alle designazioni di competenza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Foti per la replica.

 

FOTI: Grazie, presidente. Il tema della sicurezza e della sicurezza urbana mi pare un tema fondamentale, sul quale e per il quale la Regione ha addirittura adottato una legge che è quella cui faceva riferimento prima il sottosegretario Rossi, cioè la legge n. 24/2003.

Io ho seguito con attenzione, sottosegretario, la sua risposta, e debbo dire che, al di là dell'elenco delle questioni cui lei ha risposto, emergono chiaramente almeno due fatti. Il primo è che la legge regionale del 2003 è per una parte inattuata e per l'altra superata. È inattuata per quanto riguarda alcuni elementi, ad esempio per quanto riguarda le direttive che la Giunta regionale, su parere del CAL, avrebbe dovuto dare agli enti locali ai fini di consentire l'utilizzo degli istituti di vigilanza privata ad integrazione delle funzioni di vigilanza della Polizia locale. Non è attuata neppure per quanto riguarda il Comitato tecnico di Polizia locale che dovrebbe essere istituito e, come diceva prima l'assessore, non è stato istituto a seguito della mancata funzionalità del CAL. Debbo dire, peraltro, che la mancata funzionalità del CAL è una mancata funzionalità a cui in realtà recentemente è stato posto rimedio perché, come lei sa benissimo, è già stato riunito, si è pronunciato addirittura per quanto riguarda la legge di riordino istituzionale, quindi è soltanto un problema di volontà politico-istituzionale il fatto di adempiervi.

Debbo dire, però, che la parte più rilevante della sua risposta, assessore, mi pare quella nella quale tra le righe, ma anche molto chiaramente, lei ha fatto presente che le forme di collaborazione con la Regione, che erano state in realtà disegnate dal Ministero dell'interno, non si sono poi tradotte in concreto in qualcosa. Sotto questo profilo io debbo dire che nel momento in cui i cittadini sempre di più chiedono alle Polizie locali, perché a loro volta i sindaci sono sollecitati in tal senso dall'opinione pubblica, anche degli interventi ai fini della prevenzione e della sicurezza dei cittadini, mi sembra abbastanza anomalo che in questo ciclo vizioso ci si debba poi dire alla fine che abbiamo fatto una legge, ma dato che non riusciamo a rapportarci con lo Stato, questa legge rimane lettera morta, perché nei fatti, come lei ricordava, dopo i patti del 2001 e del 2006 (quelli del 2001, tra l'altro, erano patti che venivano prima dell'approvazione della legge, quelli del 2006 erano patti che venivano dopo l'approvazione della legge, che erano operanti e operativi con il Dipartimento di pubblica sicurezza) non c'è più stato nulla.

Allora io penso di dover e poter dire, dato che la competenza sulla materia della Polizia locale è di questa Regione, che occorre anche, a volte, aprire delle vertenze con i Ministeri anche se sono retti da alleati politici in questa fase, come l'onorevole Alfano, perché non è pensabile che tutte le campagne elettorali si facciano oggi sulla sicurezza dei cittadini (parlo soprattutto delle campagne elettorali comunali) per cui tutti promettono che potranno fare di tutto e di più tramite la Polizia locale, tutti garantiscono che utilizzeranno la Polizia locale non più solo per le sanzioni amministrative, ma anche per la prevenzione e ai fini della sicurezza, e poi scopriamo che il re è nudo, che non c'è alcuna possibilità concreta di agire in tal senso se non quella, debbo dirlo, di poter dare delle risorse agli enti locali, ad esempio, come è stato fatto nel passato, per poter utilizzare o acquistare dei sistemi di telecamere per la videosorveglianza che possono, quantomeno ai fini statistici, consentire di sapere in una strada quante volte la stessa auto possa passare attraverso la lettura delle targhe.

Ora vi renderete conto che rispetto ai proclami roboanti di tutte le campagne elettorali, anche dell'ultima campagna elettorale, mi sembra un po' poco quello che è sul campo, mi sembra che sia molto poco anche lo slancio che si vuole dare alla rivitalizzazione di questa legge, perché, vede, assessore, io penso di aver capito una cosa: che rispetto alle inadempienze di questa legge da parte della Regione, rispetto alle inadempienze di questa legge da parte dello Stato, a parte Demetra che la pubblica, di questa legge si sono serviti veramente in pochi e quando una legge è poco attenzionata da coloro i quali dovrebbero esserne i naturali fruitori, vuol dire che è una legge che quantomeno è superata. Allora, pur non essendo argomento di interrogazione, mi permetto di sottolinearle l'opportunità di valutare se la legge per così come è stata concepita nel 2003 non sia una legge che meriti una totale rivisitazione e soprattutto, signor sottosegretario, se non sia anche il caso di dire al Ministero dell'interno che se si vuole che le Regioni possano operare con la Polizia locale ai fini della sicurezza, è inutile volere centralizzare poi all'interno del Ministero ogni e qualsiasi azione e ogni e qualsiasi competenza, perché ci prendiamo in giro reciprocamente. Allora tanto vale dire che la Polizia locale che ha solo funzioni a fini amministrativi, che vada a controllare le licenze, che vada a controllare nei negozi se vi sono violazioni delle norme igienico-sanitarie, ma si dica una volta per tutte che la Polizia locale con la sicurezza non ha più nulla a che fare, perché se noi rimaniamo in questa ambiguità - lo dico sotto il profilo legislativo, ma anche sotto il profilo politico - avremo sempre, da una parte, i cittadini che, sulla base delle norme, dicono che dobbiamo intervenire e, dall'altra parte, l'esecutivo che avrà sempre come alibi il fatto che dato che il Ministero non consente fino in fondo l'applicazione delle stesse norme, non possono applicarsi, quindi è la famosa danza dei "non possumus" per la quale gli unici che alla fine sono veramente penalizzati sono i cittadini.

Sotto questo profilo, quindi, io mi permetto di consigliare caldamente un intervento a muso duro nei confronti del Ministero dell'interno e un intervento legislativo concomitante, se non successivo, per dare alla legge cui prima facevo riferimento quel nuovo smalto che attualmente non ha essendo molte delle sue pagine sepolte da una polvere che è tipica di quella concezione, ahimè, borbonica dello Stato per la quale l'importante è avere della carta, poi possibilmente non tirarla mai fuori e non leggerla, ma alla bisogna poter sempre dire: l'avremmo voluta applicare, ma manca la norma di supporto per poterlo fare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

OGGETTO 513

Interpellanza circa la concessione del Patrocinio della Regione Emilia-Romagna alla visita del Presidente del Consiglio al Sacrario dei Caduti di Marzabotto e le modalità di svolgimento di tale celebrazione. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): La parola al consigliere Bignami.

Risponderà il sottosegretario Andrea Rossi.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Ascolto volentieri la risposta del sottosegretario.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

La parola al sottosegretario Andrea Rossi.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza: Grazie, presidente. Brevemente alcuni chiarimenti riguardanti il tema del patrocinio così come posto dal consigliere Bignami, il quale comunque ha già avuto modo di prenderne atto in virtù di una risposta a un suo quesito del maggio scorso sul medesimo argomento attraverso un articolo 30.

Prima questione. Va precisato che il caso in questione non è riconducibile alla tipologia delle manifestazioni promosse da soggetti esterni in cui la Regione può concedere il patrocinio e autorizzare l'utilizzo del logo attraverso i criteri indicati dalla delibera di Giunta n. 352/20006. Questo poiché la Regione Emilia-Romagna, ai sensi della legge regionale n. 47 del 20 ottobre 1982, fa parte del Comitato regionale per l'onoranza ai caduti di Marzabotto, di cui fanno parte i Comuni di Bologna, Marzabotto, Grizzana e Monzuno e l'ex Provincia di Bologna intesa ora come ente Città metropolitana. Per legge, il Comitato organizza, da un lato, le celebrazioni ufficiali dell'eccidio nel mese di ottobre e, dall'altro, svolge attività finalizzate a promuovere e diffondere gli ideali di libertà, di pace e di democrazia, in collaborazione con l'istituzione e con la Scuola di Pace di Montesole, quali, appunto, le manifestazioni annuali in occasione dell'anniversario della Liberazione. Trattandosi, quindi, di eventi che vedono la Regione tra gli enti promotori, anche per il 2015 non è stata necessaria alcuna richiesta di patrocinio e di autorizzazione per l'utilizzo del logo istituzionale regionale.

Seconda questione. Per quanto riguarda la presenza dei diversi Presidenti del Consiglio a manifestazioni promosse da soggetti terzi e patrocinate dalla Regione, i dati attualmente presenti nell'archivio informativo della Presidenza danno conto delle seguenti iniziative: edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli a Rimini a cui sono stati presenti nel 2002 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel 2012 il Presidente del Consiglio Mario Monti, nel 2013 il Presidente del Consiglio Enrico Letta; cerimonia di conferimento delle Stelle al merito del lavoro di Bologna a cui è stato presente nel 2007 il Presidente del Consiglio Romano Prodi; celebrazioni della nascita del Tricolore a Reggio Emilia a cui è stato presente nel 2012 il Presidente del Consiglio Mario Monti; la XXIX Assemblea nazionale ANCI a Bologna nell'anno 2012 a cui è stato presente il Presidente del Consiglio Mario Monti.

Infine le faccio presente, consigliere Bignami, che la piazza è un luogo aperto al pubblico e non è una sede istituzionale come lei riporta all'interno dell'interrogazione, per cui le bandiere di un partito presenti non erano assolutamente all'interno dei luoghi dove si è svolta l'iniziativa, bensì in un luogo aperto al pubblico, quindi non si ravvisa alcuna presenza di simboli di partito all'interno di sedi istituzionali.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Bignami.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Al di là della prima parte della risposta in cui correttamente veniva riferito che avevo ricevuto, tramite l'articolo 30, delle spiegazioni, il Presidente del Consiglio Renzi grazie al cielo non ragiona come qualcuno ha ritenuto di voler esprimere in quanto lui e la sua segreteria hanno chiesto che venissero rimosse le bandiere del Partito Democratico dalla Sala dove si svolgevano le celebrazioni. Quindi dovete fare un po' pace con il cervello perché non potete dire, da un lato, che non c'erano delle bandiere, però, dall'altro lato, il Presidente Renzi dice: "rimuovetele perché questa non è una manifestazione di partito". Io non so chi le abbia scritto quella roba lì, però prima di venire in Aula a dire delle boiate, magari informatevi per favore.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

 

OGGETTO 266

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Modifiche alla legge regionale 9 maggio 2011 n. 3 (Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile)» (Testo base) (7)

 

OGGETTO 179

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Nuove norme in materia di contrasto al crimine organizzato e mafioso» A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Piccinini, Sassi, Bertani, Sensoli

(Abbinato)

 

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 266-179/1 oggetto 783 - Presentazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 266-179/2 oggetto 784 - Presentazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 266-179/3 oggetto 785 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il testo n. 7/2015 è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio, Affari generali ed istituzionali" nella seduta dell’8 giugno 2015.

Il progetto di legge è composto da 4 articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

Il Relatore della Commissione, consigliere Antonio Mumolo, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

La Relatrice di minoranza, consigliera Silvia Piccinini, ha preannunciato anch'essa di svolgere la relazione orale.

La parola per la relazione al consigliere relatore Mumolo.

 

MUMOLO, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Noi sappiamo bene ormai che l'Emilia-Romagna, pur essendo un territorio sano, certamente non è indenne dalle infiltrazioni mafiose e dal radicamento delle mafie, come evidenziato anche dalle ultime indagini. In Emilia-Romagna ormai c'è un radicamento di mafie nostrane e anche di mafie straniere, come la Triade cinese, la mafia russa, la mafia albanese. Le indagini e i numerosi arresti anche di questi ultimi mesi ci dicono che siamo ormai la terza regione del Nord per numero di beni confiscati. È un fenomeno, quindi, che ovviamente merita la massima attenzione da parte di tutti, a cominciare dalla politica.

Noi dovremmo essere consapevoli che la mafia non c'è solamente in due posti: dove non ci sono i soldi, perché dove c'è una povertà estrema la mafia ovviamente non opera, non ha interesse, e dove c'è un tasso di legalità molto alto. Poiché l'Emilia-Romagna è una Regione ricca e ci auguriamo tutti che continui ad esserlo, noi dobbiamo agire per rendere sempre più elevato il tasso di legalità in questa regione, per far crescere la cultura della legalità. Dire "cultura della legalità" non significa dire parole vuote. Io ho già ricordato in quest'Aula un esempio di che cosa significa cultura della legalità, lo voglio ripetere anche a beneficio di coloro che ci seguono in streaming. L'esempio è quello che è successo a Duisburg. Quando un commando di ’ndranghetisti è andato a Duisburg a compiere la strage che conosciamo, il giorno dopo decine e decine di cittadini si sono recati spontaneamente davanti agli uffici della Polizia locale per chiedere di poter testimoniare ed è stato anche grazie a queste testimonianze che gli autori della strage sono stati catturati. Tra l'altro ricordo che nel processo che si è svolto a Reggio Calabria sono stati chiamati a testimoniare 40 cittadini tedeschi, che si sono recati appositamente dalla Germania alla Calabria. In particolare, tre di questi hanno riconosciuto gli autori della strage: due erano commessi di un negozio dove si vendevano armi e hanno riconosciuto le persone che sono andate a comprare dei proiettili, la terza persona era una signora che frequentava quel locale e che qualche giorno prima aveva visto uno degli autori della strage aggirarsi intorno al locale. Questo significa cultura della legalità.

Dovremmo anche ricordare a noi stessi e a tutti quanti i cittadini che cultura della legalità significa anche convenienza, significa anche utilità non solamente dal punto di vista morale ed etico, ma utilità reale e concreta per tutti quanti i cittadini. In un Paese in cui l'evasione fiscale e la corruzione valgono oltre 100 miliardi l'anno, Paese che viene denominato il "Paese dei furbi", "l'Italia dei furbi", i cittadini dovrebbero comprendere tutti che gli evasori e i corrotti danneggiano prima loro che lo Stato, perché evasione e corruzione significano meno asili, meno scuole, meno ospedali per tutti, e che dare spazio alle organizzazioni criminali significa produrre paura e povertà.

Le infiltrazioni mafiose sono come una goccia di inchiostro che cade su un foglio di carta assorbente; se non c'è un argine, se non c'è un solvente che si versa sopra questa goccia di inchiostro, l'infiltrazione si allarga e distrugge l'economia legale, l'economia pulita, perché se c'è la ditta mafiosa, che non ha bisogno di soldi, che partecipa agli appalti pubblici e vince gli appalti pubblici al massimo ribasso offrendo delle somme che sono addirittura meno del costo del lavoro di quell'impresa, è chiaro che le imprese pulite, le imprese che applicano i contratti collettivi nazionali e provinciali, perdono i bandi. Questo succede nelle grandi città e nei piccoli paesi, e nei piccoli paesi è ancora peggio perché poi quella ditta pulita, perdendo il primo, il secondo e il terzo bando, chiuderà, non avrà più lavoro, e quei lavoratori saranno costretti ad andare dalla ditta del mafioso con il cappello in mano a chiedere un posto di lavoro e così quella goccia di inchiostro si allarga.

Noi sappiamo che la battaglia contro le mafie si può vincere, però ognuno deve fare la sua parte e noi come Regione Emilia-Romagna ci stiamo provando. Nella scorsa legislatura abbiamo approvato tre leggi: una legge per il contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore dell'edilizia pubblica e privata, una legge per il contrasto alla criminalità organizzata delle mafie nel settore del trasporto e del facchinaggio e la legge n. 3, una sorta di legge quadro, che oggi andiamo a migliorare con la legge che dovremmo approvare oggi stesso e che sto per presentare.

Però due parole sulla legge n. 3 io le vorrei dire visto che rimane questa la nostra legge quadro, vorrei riassumere quali erano e sono i principali punti di quella legge.

Innanzitutto la legge n. 3 prevede la promozione della cultura della legalità, da riaffermare con azioni concrete a partire dal rapporto con le scuole di ogni ordine e grado: la legge prevede infatti sostegno e interventi nelle scuole e nelle Università per la realizzazione di attività per la qualificazione e l'aggiornamento del personale della scuola, per la valorizzazione di tesi di laurea sul tema della criminalità organizzata, per la promozione di iniziative finalizzate allo sviluppo della coscienza civile e alla lotta contro la cultura mafiosa. Una risposta a quello stereotipo dell'Italietta nella quale si va avanti soltanto sgomitando, violando le regole o facendosi raccomandare, perché, come ha detto una volta il presidente di Libera don Ciotti, la cultura mafiosa è anche quando si pensa che le regole valgano solamente per gli altri o quando non ci si preoccupa delle persone più deboli.

La legge n. 3 prevede interventi e misure di monitoraggio e prevenzione anche grazie ad una rete di accordi e convenzioni con enti locali, rappresentanze della società civile, del mondo della scuola e dell'Università.

La legge n. 3 prevedeva già la predisposizione di un Osservatorio regionale, che oggi andiamo a potenziare.

La legge n. 3 ha previsto anche l'istituzione di una Giornata, il 21 marzo, in ricordo delle vittime della mafia e per la promozione della cittadinanza responsabile. Tra l'altro nell'ultimo 21 marzo Libera ha festeggiato a Bologna il suo ventennale, c'erano oltre 200 mila persone.

La legge n. 3 prevede anche l'adesione della Regione Emilia-Romagna all'Associazione Avviso Pubblico, una rete nazionale di enti locali che da anni lavora in questo campo.

La legge n. 3 ha previsto anche qualcosa di fondamentale, cioè un aiuto ai sindaci nei cui territori ci sono i beni confiscati, e ricordo che oggi siamo la terza regione del Nord per numero di beni confiscati. Si tratta di un aspetto importantissimo, perché se il bene confiscato rimane inutilizzato in un territorio, la risposta dello Stato alle organizzazioni criminali sembra inefficace; se invece quel bene torna alla collettività e diventa un asilo nido, una scuola, una biblioteca, un centro anziani, una sala prove, allora lo Stato vince plasticamente sulla mafia perché quel bene acquistato con proventi da attività criminali ritorna ai cittadini e questa cosa è importantissima. Su questo vorrei dire che qualche piccolo risultato l'abbiamo ottenuto anche in questo campo. La Regione Emilia-Romagna, tra l'altro, ha stanziato dei fondi anche per le start-up, anche per aiutare le associazioni, le cooperative, come quella di Libera, ad utilizzare beni che sono stati confiscati, ma che quando vengono assegnati necessitano di cure nel senso che devono essere ristrutturati.

La legge n. 3 prevede, tra l'altro, anche rapporti stabili con il volontariato e le associazioni, prevede azioni di prevenzione e contrasto in materia ambientale, il rafforzamento della formazione per la Polizia locale, il sostegno alle vittime del reato attraverso la Fondazione per le vittime del reato, la prevenzione dell'usura attraverso azioni di tipo educativo e culturale.

La legge n. 3 contiene anche una clausola valutativa e non è un caso. Noi abbiamo cercato di fare un lavoro collettivo, coinvolgendo tutti i gruppi all'interno di quest'Aula, ma anche le associazioni, gli enti che si trovano al di fuori di quest'Aula. Abbiamo ascoltato 18 soggetti diversi, tra cui le scuole, le banche, le associazioni di volontariato, le organizzazioni sindacali, ma abbiamo inserito una clausola valutativa perché ritenevamo e riteniamo che ogni legge possa essere migliorata, ma che possa essere migliorata solamente se si valuta, e in questo caso viene valutata da quest'Aula.

Qualche risultato, dicevo, l'abbiamo ottenuto. Sono stati oltre 20 mila i ragazzi raggiunti con le iniziative finanziate da questa legge; sono stati tra i 500 e i 700 i ragazzi che sono andati a fare esperienze nei campi di Libera; sono 78 i protocolli firmati con le istituzioni. Rispetto ai beni confiscati credo che questo sia un primato della nostra Regione: noi abbiamo in Emilia-Romagna 40 beni confiscati, di questi beni confiscati 28 sono ancora in gestione all'Agenzia nazionale e 12 sono in gestione all'interno della regione, abbiamo fatto 10 accordi di programma e abbiamo avuto la restituzione ai cittadini di 9 di questi beni, quindi per il 75 per cento dei beni che ci sono arrivati dall'Agenzia nazionale noi abbiamo finanziato progetti per fare in modo che venissero restituiti ai cittadini.

L'ultima cosa che volevo dire è che sono stati tanti i progetti portati avanti grazie alla legge n. 3: il fatto che un'autorità esterna, l'UNODC (Ufficio delle Nazioni Unite che si occupa di contrasto alla criminalità organizzata e al traffico di droga, con sede a Vienna) abbia incluso l'esperienza della Regione Emilia-Romagna, con la legge n. 3/2011, nelle buone prassi sviluppate in Italia per la gestione, l'uso e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata dovrebbe essere motivo di vanto per noi, visto che la legge è uscita da quest'Aula.

In questa legislatura l'impegno non solo non è venuto meno, ma addirittura è aumentato. Vorrei ricordare che nel programma di mandato del nostro presidente Bonaccini uno degli obiettivi prioritari è la lotta alle infiltrazioni mafiose e alla criminalità organizzata attraverso la promozione della cultura della legalità. È scritto nel programma di mandato e stiamo dando seguito a quel programma. Vorrei anche ricordare che la prima risoluzione del gruppo del Partito Democratico in quest'Aula, la prima risoluzione che noi abbiamo presentato il 9 febbraio 2015, era una risoluzione relativa alla lotta contro le mafie e contro la criminalità organizzata in questa regione. Oggi discutiamo questa legge con la quale cerchiamo di migliorare la legge n. 3/2011, perché, ripeto, ogni legge può essere migliorata.

Sul lavoro che abbiamo svolto insieme vorrei dire innanzitutto che abbiamo mantenuto lo stesso metodo, il metodo dell'ascolto. Tutti i gruppi hanno lavorato in Commissione, abbiamo ascoltato soggetti esterni, abbiamo ascoltato le associazioni, abbiamo fatto un lavoro insieme con la relatrice di minoranza Piccinini del Movimento 5 Stelle. Abbiamo voluto ascoltare le associazioni perché predisporre una legge e discuterla in Commissione certamente è una cosa utile, però ascoltare il parere di coloro che sul campo ad altri livelli si occupano di lotta alle mafie è importantissimo e da quelle audizioni sono arrivati degli spunti molto utili. Tra l'altro vorrei davvero ringraziare, perché tanti hanno lavorato alla stesura di questa legge, le associazioni che hanno partecipato, vorrei ringraziare l'Assessorato, i tecnici dell'Assessorato, i colleghi di tutti i gruppi per l'apporto alla discussione e per la predisposizione di emendamenti che hanno arricchito la legge. Voi sapete che già in Commissione abbiamo discusso e approvato emendamenti di diversi gruppi politici, ne discuteremo e approveremo altri oggi.

Finisco con il contenuto della legge, che ormai tutti quanti conoscete. Al primo punto c'è il potenziamento dell'Osservatorio, che deve avere funzione di raccordo tra gli Osservatori esistenti, si deve occupare dell'analisi del fenomeno, deve predisporre rapporti periodici in modo che noi possiamo disporre sempre di dati aggiornati, deve occuparsi della promozione di seminari tematici e di iniziative di carattere culturale, perché, lo ripeto, ricordiamo tutti che la cosa più importante è la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, che dobbiamo sempre promuovere in questa regione. Non abbiamo potere di ordine pubblico, non possiamo fare tantissime cose, ma questa la possiamo e la dobbiamo fare e, lo ripeto, la mafia va via solamente dai territori che sono poveri o dove c'è un altissimo tasso di legalità.

Al secondo punto c'è la costituzione della "Consulta regionale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile", che ha funzioni consultive e propositive, che sarà costituita da esperti nel settore, perché vogliamo raccogliere le migliori intelligenze di questa regione che si occupano di contrasto alle mafie, e che dovrà occuparsi, tra le altre cose, di predisporre una bozza di testo unico regionale. Vogliamo infatti ricondurre ad unità le normative che abbiamo già approvato rispetto al contrasto alle mafie e alla criminalità organizzata e produrre un testo unico in cui inserire anche una serie di suggerimenti che ci sono arrivati durante questa discussione e che non potevano essere inseriti per una serie di motivi in questa legge, ma che andranno invece sicuramente inseriti nel testo unico, per il quale chiameremo ovviamente tutti a dare un contributo.

La presente legge prevede anche una modifica della clausola valutativa. Abbiamo notato che per raccogliere i dati e fornire un'informazione esaustiva due anni forse sono pochi, è necessario fare in modo che gli anni siano tre, quindi la modifichiamo. La clausola valutativa rimane in tutta la sua efficacia, semplicemente ogni tre anni, anziché ogni due anni, la Giunta dovrà riferire in Consiglio regionale su quali sono i risultati che la legge ha raggiunto e su come questi risultati possono essere migliorati.

Mi fermerei qui. Auspico davvero l'approvazione unanime di questa legge. Esamineremo gli emendamenti e dico già che alcuni emendamenti proposti dal Movimento 5 Stelle saranno accolti. Faccio un po' di fatica, devo dire, anche con tutta la buona volontà, ad accogliere gli emendamenti del collega Foti perché sono emendamenti soppressivi e quindi oggettivamente non sarà possibile il loro accoglimento, pena la non approvazione della legge. Però ringrazio tutti coloro che hanno collaborato alla scrittura della legge e degli emendamenti.

Ricordo a tutti una delle frasi di don Ciotti, che in un suo discorso disse che contro le mafie non serve commuoversi, occorre muoversi. Vorrei che cercassimo tutti insieme di dare il nostro piccolo contributo a questo movimento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Mumolo.

La parola alla relatrice di minoranza, consigliera Silvia Piccinini.

 

PICCININI, relatrice di minoranza: Grazie, presidente. Inizierei con un inciso. Mi fa piacere che non si neghi ciò che è evidente. La mafia si è infiltrata nel nostro territorio e riconoscere questo secondo me è il primo passo per la lotta alla criminalità organizzata, ovvero riconoscere che il problema c'è ed esiste.

«Per troppo tempo ci siamo raccontati la favola che la mafia fosse figlia del sottosviluppo. Poi abbiamo invertito i termini del discorso dicendo che il sottosviluppo è figlio della mafia. Ma entrambe le preposizioni sono errate. La mafia è una patologia della modernità. È stata una patologia della modernità del XIX e del XX secolo, speriamo non continui ad esserlo nel XXI».

In questa breve riflessione dello storico Salvatore Lupo, che è un docente di Storia contemporanea presso l'Università di Palermo, forse sono condensati esattamente i termini della questione, del come alle volte si rifiuti contro ogni evidenza di guardare alla crescente infiltrazione delle organizzazioni criminali perché siamo in una delle regioni più ricche ed economicamente avanzate d'Italia e le organizzazioni di stampo mafioso si riteneva fossero figlie del sottosviluppo, appunto; oppure, viceversa, di come si chiudano gli occhi davanti alla realtà di un'economia infiltrata dalle organizzazioni di stampo mafioso perché ammettere queste infiltrazioni porterebbe dritti, se non verso il sottosviluppo, verso il danneggiamento dell'economia regionale.

Quello che invece dobbiamo ottenere nei confronti della lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso è un atteggiamento concreto ed aderente alla realtà. Il minimizzare, il mettere la testa sotto la sabbia produce danni al vivere civile, alla società e all'economia regionale.

Su un tema così importante il Movimento 5 Stelle non ne fa questioni astratte di primogeniture, ma guarda piuttosto al raggiungimento dell'obiettivo, ovvero come migliorare l'azione di contrasto alle organizzazioni criminali.

Nel dare atto alla maggioranza e in particolare al relatore consigliere Mumolo di aver avuto, nell'iter di esame di questo progetto di legge, un atteggiamento costruttivo e di ascolto, altrettanto chiaramente non possiamo non ricordare come già nel 2011, nell'ambito delle proposte che avrebbero poi portato alla stesura della legge n. 3/2011, il Movimento 5 Stelle avesse già presentato una propria proposta frutto di un percorso ampiamente partecipato dai territori e dalle istanze della nostra società attive nel contrasto alla criminalità organizzata. Se in quel caso la Giunta regionale avesse avuto un atteggiamento diverso e magari di maggiore apertura, forse non saremmo stati costretti a dover metter mano nel giro di pochi anni alla stessa legge sulla quale abbiamo lavorato oggi cercando giustamente di migliorarla.

Come dissi già intervenendo nell'audizione di questo progetto di legge, nel nostro Paese siamo ormai assuefatti al malcostume, per cui le norme e, in generale, la legislazione seguono e rincorrono purtroppo gli accadimenti, i fenomeni sociali ed economici. Consuetudine, questa, tanto più dannosa in una materia scottante come quella che trattiamo oggi e in cui il legislatore, anche quello regionale, per essere realmente efficace dovrebbe essere non solo al passo con i tempi, ma saper leggere ciò che è già visibile in controluce e apparirà in tutta la sua evidenza e violenza quando arriveranno i magistrati, le forze dell'ordine, le intercettazioni telefoniche e i provvedimenti cautelari.

Nel merito del provvedimento partirei da ciò che non ci convince. Quando si approvò poche settimane fa una legge regionale, quella che ridisegnava la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, dicendo che è un punto qualificante il suo passaggio sotto la responsabilità dell'Assemblea legislativa, si usarono parole quali: "l'Assemblea si fa pienamente carico di una missione". Risulta difficile capire perché oggi non si voglia seguire lo stesso atteggiamento di garanzia e terzietà nei confronti dell'Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso e della Consulta regionale, preferendo incastonarli nell'ambito organizzativo della Giunta regionale stessa. Se si volesse un vero processo partecipativo e che non si limitasse alla fase propositiva, ma involgesse anche una vera analisi dei fenomeni e dell'impatto delle norme, meglio sarebbe stata la sua incardinazione presso la struttura dell'Assemblea legislativa, che è la vera struttura terza nell'ambito regionale. Le buone idee vengono dalla conoscenza approfondita dei fenomeni e dall'ascolto vero di tutti i soggetti senza steccati preconfezionati.

Su un altro punto specifico vorrei marcare la distanza che ci separa dalla Giunta. Appare difficile capire perché si rifiuti una formulazione più stringente, e pur tuttavia priva di automatismi, relativamente alla costituzione di parte civile della Regione. Non è una questione di lana caprina, una formulazione come quella da noi proposta darebbe un segnale chiaro ed inequivocabile del posizionamento della Regione che darebbe l'idea di una lotta senza quartiere al crimine organizzato.

È chiaro che la filosofia che sta dietro a questa legge non è la nostra, però spero che grazie anche alle nostre sollecitazioni si dia un'attuazione concreta ad una legge che per alcuni versi era secondo noi incompleta, istituendo organismi che avevamo già previsto anche nella scorsa legislatura.

Apprezziamo anche la proposta di valorizzare il centro di documentazione, che, se vogliamo dire così, era un po' abbandonato a se stesso, grazie anche alla sollecitazione arrivata dal collega Sassi.

Ci fa piacere in generale e diamo atto alla maggioranza di essersi posta in posizione di ascolto. Dico la verità e non sarei onesta intellettualmente se non dicessi che ci piacerebbe che fosse così sempre e non solo a progetti di legge alterni. Grazie.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Io non ho presentato degli emendamenti molto concettuali, quindi non penso di impegnare più di tanto l'Assemblea, perché ho proposto l'abrogazione del provvedimento in esame nei suoi singoli articoli modificativi. Lo dico perché io non penso che ci sia bisogno di una consulta, come non c'è bisogno di un altro osservatorio che lavori sul punto. Lo dico soprattutto perché mi ero fatto tutta un'altra convinzione sul provvedimento finché non ho letto un po' di documentazione che è stata prodotta in questi mesi.

Io sono perfettamente convinto della buonafede del consigliere Mumolo e dell'attenzione che lui presta anche a questi temi, però mi chiedo: è possibile che esca un libro, "Mosaico di mafie e antimafia", dove in un capitolo dedicato (pagina 150), "Quando la politica è complice", si scrive testualmente: "Giovanni Paolo Bernini, già assessore del Comune di Parma in quota Popolo delle Libertà, e Giuseppe Pagliani, capogruppo di Forza Italia nel consiglio comunale di Reggio Emilia, sono stati arrestati anche loro la mattina del 28 gennaio proprio con l’infamante accusa di aver favorito il clan ‘ndranghetista piegando la propria attività politica a fini criminali"? Relatore Mumolo, ma si può scrivere in un libro che uno è stato arrestato quando non è mai stato arrestato? Io me lo chiedo. C'è il marchio della Regione in questo libro...

 

VOCE: No, è di Libera.

 

FOTI: È di Libera.

Giovanni Paolo Bernini - posso parlarne perché non è del mio partito, quindi non è che io stia facendo una difesa politica - venne arrestato, come sa bene il nostro attuale presidente, per tutta un'altra inchiesta su Parma, non è mai stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta Aemilia, eppure un qualsiasi cittadino che legge questo libro è autorizzato a pensare che sia stato arrestato per questa inchiesta.

Poi, vedete, ci sono anche dei limiti, io penso, quando si fanno degli studi e non si fa della polemica politica, all'obbiettività dei fatti. Parlando del mio amico avvocato Pagliani - amico di idee perché abbiamo in comune un percorso politico, oggi amico al di là che non sia nel mio partito - si può scrivere: "Pagliani, scarcerato dal Tribunale del riesame dopo tre settimane, è tornato a far parlare di sé per alcune dichiarazioni rilasciate ai giornalisti"? La dichiarazione così grave sarebbe: "Il mio è stato un arresto spettacolare quanto folle e inutile, frutto di un caso eclatante di malagiustizia. Io ho partecipato ad una cena dove ho ascoltato qualcuno che, da sostenitore nostro da tre o quattro anni, mi diceva che c'era un problema legato ad una comunità. Quelle persone non le ho mai più viste né le ho conosciute prima". Bene, dato che è tornato a far parlare di sé per alcune dichiarazioni, io mi chiedo: nel nome della minima obbiettività che dovrebbe essere sempre collegata al fatto di riportare gli atti e dando atto che uno è stato scarcerato dopo tre settimane e dato atto che qui c'è il provvedimento del giudice del riesame della scarcerazione, è lecito che nessuno si sia peritato di aggiungere anche due righe sulla motivazione di questa scarcerazione? Sapete qual è la motivazione? "Alla luce delle argomentazioni sopra svolte si deve concludere che le condotte poste in essere dal ricorrente non integrano né l'elemento oggettivo, né quello soggettivo della fattispecie delittuosa in contestazione".

Ma vi rendete conto di che cosa stiamo facendo?! Ma vi rendete conto che questa sta diventando un'Inquisizione?! Ma vi rendete conto che su questa strada aveva ragione non una volta, ma dieci volte Sciascia quando il 10 ottobre del 1987 scriveva sul Corriere della Sera quell'articolo che, attenzione, non lui, ma chi lo dirigeva ebbe ad intitolare, in modo da rappresentare il suo pensiero, "I professionisti dell'antimafia"?! Che cosa scriveva Sciascia di così trascendentale? "Prendiamo, per esempio, un sindaco che per sentimento o per calcolo cominci ad esibirsi in interviste televisive e scolastiche, in convegni, conferenze e cortei come antimafioso: anche se dedicherà tutto il suo tempo a queste esibizioni e non ne troverà mai per occuparsi dei problemi del paese o della città che amministra (che sono tanti, in ogni paese, in ogni città: dall'acqua che manca all'immondizia che abbonda), si può considerare come in una botte di ferro. Magari qualcuno, molto timidamente, oserà rimproverargli lo scarso impegno amministrativo, e dal di fuori. Ma dal di dentro, nel consiglio comunale e nel suo partito, chi mai oserà promuovere un voto di sfiducia, un'azione che lo metta in minoranza e ne provochi la sostituzione? Può darsi che, alla fine, qualcuno ci sia, ma correndo il rischio di essere marchiato come mafioso, e con lui tutti quelli che lo seguiranno". Allora se questo mio intervento deve essere macchiato come mafioso, lascio che Libera lo dica, io sono libero senza bisogno di scimmiottarlo nel nome.

A mio avviso il problema si pone rispetto a quella che dovrebbe essere un'attività che non deve andare né a supplire, né a fiancheggiare un'azione che spetta ad altri poteri. Tra l'altro in quest'ultima edizione stiamo parlando di una vicenda giudiziaria che è ancora in itinere. Se vi fosse buonsenso in questa Assemblea, si chiederebbe il ritiro innanzitutto di questo libro.

Ma poiché io penso che si debba anche andare un po' più in fondo nella questione, ritengo molto apertamente che se noi vogliamo fare una buona attività, dobbiamo riferirci a quelle leggi prima citate dal collega Mumolo, quella sull'edilizia, quella sul facchinaggio, quelle, cioè, che attraverso l'intervento nel procedimento legislativo possono impedire che si formino delle sacche di continuità con la criminalità organizzata, perché poi ci si specializza nella Mafia e nella 'Ndrangheta quasi che la Sacra corona unita fosse una cosa diversa o che il vecchio banditismo sardo sia oggi quasi una medaglia al valore militare. Io mi permetto invece di dire che noi dovremmo preoccuparci anche di una presenza significativa e di un'infiltrazione significativa di attività quantomeno sospette. Qui dentro nessuno ha visto proliferare decine e centinaia di locali acquistati dai cinesi e tutti in contanti? Penso di poterlo dire legittimamente anche perché nella mia città in un ristorante è capitato un evento delittuoso al riguardo e nessuno ha detto "agiamo a trecentosessanta gradi". Qui stiamo concentrandoci quasi su una fettina del problema come se fosse l'unico dei problemi davanti a noi.

Che senso ha l'Osservatorio e poi anche la Consulta in una vicenda dove noi dovremmo preoccuparci non di discutere, ma di creare delle norme che prevengano certe vicende per quello che può, nell'ambito della legislazione regionale, la Regione? Perché noi non possiamo adottare modifiche al codice penale, non possiamo sicuramente intervenire in materia di ordine pubblico. Possiamo intervenire per quei limiti della legislazione, ivi compresa quella delle cooperative spurie, perché si parla di tutto, ma la vicenda Mafia Capitale a che cosa ruota attorno se non al sistema delle cooperative? O quella invece la dimentichiamo per opportunismo politico? E non mi interessa chi sia coinvolto e in quale quota, perché se andiamo dietro alla ricerca della responsabilità politica e non ci accorgiamo delle ragioni per le quali quel sistema ha potuto proliferare e può proliferare, allora continueremo a correre dietro agli effetti e a non prevenire mai le cause. Invece noi siamo qui per prevenire le cause, non per correre dietro agli effetti, neanche quelli speciali, neanche quelli spettacolari.

Io non voglio dire, come diceva il mio amico Pietrangelo Buttafuoco, che di mafie ce ne sono due, la mafia e la mafia dell'antimafia, però debbo dire che vi è un atteggiamento quantomeno parziale nell'interpretazione di alcune vicende, alcune vicende vengono minimizzate, quasi cancellate come se non esistessero, eppure le cooperative spurie... Ho letto recentemente che l'assessore Petitti ha firmato la proposta di legge per modificare la normativa nazionale sulle cooperative spurie, ma noi cosa facciamo?

I colleghi del Movimento 5 Stelle all'inizio della consiliatura avevano proposto una Commissione d'inchiesta sul tema della mafia. Io mi ricordo di aver detto che aderivo per solidarietà d'opposizione anche se sapevo bene che i compiti di una Commissione d'inchiesta siffatta erano molto limitati perché noi non abbiamo i poteri dell'autorità giudiziaria a differenza di quanto ha il Parlamento, con una legge dello Stato, nella Commissione Antimafia, tant'è vero che la Commissione può procedere addirittura all'arresto del testimone reticente, cosa che non mi pare la Regione possa fare. Però noi avremmo potuto fare ugualmente una Commissione, se non la si voleva chiamare "d'indagine", la si poteva chiamare "di studio", per avere una verifica oggettiva di una certa situazione. Ma qui, tra osservatori e consulte, una cosa è certa: l'Assemblea regionale ne viene di fatto spogliata perché verrà presentata una volta ogni due anni una relazione, nell'altro caso ogni tre anni, giusto per parlare del coinvolgimento politico dell'Assemblea, si delega all'esterno un'attività che spesso e volentieri si dimostra priva di controllo.

Sia ben chiaro, io non voglio minimamente coinvolgere riguardo a tutti questi libri coloro i quali ne hanno fatto la prefazione, che erano i vari presidenti delle Assemblee, cioè Richetti, l'attuale assessore Palma Costi, la presidente Saliera, ma il fare una prefazione ad un documento e poi trovare in questo documento un'interpretazione politica dei fatti anziché una rappresentazione oggettiva dei medesimi cambia e di molto, perché io non vorrei che poi, alla fine, i processi, anziché farli nelle sedi deputate, li si facessero su questi libercoli e alla fine uno è condannato nella società anche quando è stato assolto nell'unica sede deputata a dire se è colpevole o meno, che è quella dei tribunali, a parte per chi crede in un'altra sede e un altro tribunale, ma in quel caso siamo di fronte ad una sentenza inappellabile e che comunque interviene post mortem.

Io penso, e lo dico chiaramente, che tutta questa nostra attività rischi spesso e volentieri di andare ad ingrassare le fila e la grancassa della spettacolarizzazione della cosiddetta lotta alla mafia, che in realtà serve molto ad acquisire spazi di tipo giornalistico e mediatico, ma serve praticamente quasi a niente al contrasto effettivo alla mafia, ai canali entro i quali la stessa si infila e soprattutto anche poco ai casi concreti.

Io mi permetto di dirle, consigliere Mumolo, che c'è un caso in provincia di Piacenza che è sintomatico dell'abbandono dello Stato rispetto a vicende drammatiche. Una famiglia fugge da Caltanissetta dopo che in una giornata la mafia l'ha espropriata con la forza dei suoi beni. Dirò soltanto per la cronaca che l'attività investigativa posta in essere consentiva l'arresto del sodalizio criminoso, per i cui indagati nell'avviso di fissazione dell'udienza si legge testualmente: "In ordine al delitto, quali mandanti e beneficiari dell'attività illecita, gli altri come organizzatori, esecutori e beneficiari in concorso fra loro e con persone allo stato non identificate, e quindi più di cinque persone riunite, con violenza e minacce consistenti nell'ordine con toni perentori e atteggiamenti intimidatori a (omissis), operante nel settore della grande distribuzione alimentare, la cessione in loro favore di quest'ultima ditta e quindi impadronendosi con la forza di tutta la documentazione (licenze e libri contabili) nonché dell'incasso giornaliero". Sapete qual è stata e qual è la risposta dello Stato, delle istituzioni a questa vicenda? È che Equitalia dopo tre anni pignora il quinto dello stipendio agli interessati perché nella fase in cui erano sotto scacco e sotto ricatto hanno emesso assegni non coperti. E dopo l'intervento della Prefettura di Piacenza non si è ottenuto ancora nulla perché la Prefettura di Caltanissetta, nonostante ne siano stati notiziati sia il prefetto che il capo di gabinetto, non ha provveduto a riguardo. Allora forse serve più una legge che va incontro a questi casi concreti, che non parla di antimafia, ma pratica il contrasto al sistema mafioso, questo ci serve, non la fiera delle buone intenzioni, di cui non so di cosa sia lastricata, ma di cui è lastricata anche la porta di via Aldo Moro.

Io ho fatto solo queste riflessioni non certo per mettere in minima discussione la buonafede di coloro i quali hanno operato per la proposta del progetto di legge oggi in esame, ma per dire soltanto ad alta voce che o si fa un provvedimento che serve effettivamente a qualcosa, o si fa un provvedimento che serve per distribuire contributi anche ad associazioni che poi nei fatti dimostrano molta poca obbiettività, come quella cui prima facevo riferimento. Ma, per dire la verità, ce ne sarebbe anche un'altra perché nel dossier del 2013 qualcuno era già citato ed era citato anche qui con dovizie di particolari non sempre rivelatesi esatti. Allora io lo dico ad alta voce, come ho detto prima nell'Ufficio di Presidenza, lei, signor vicepresidente era presente, che se noi non abbiamo il coraggio di prendere delle decisioni ferme nei confronti di coloro i quali non vogliono raccontare la realtà dei fatti ma una caricatura degli stessi e possibilmente romanzata, allora, se c'è qualcuno che ha voglia di scrivere dei libri, fa esattamente come hanno fatto altri: questo è il libro "'Ndrangheta all'emiliana" fatto da Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio, la Nuova Ferrara e Gazzetta di Mantova, qui addirittura si pubblicano anche tutte le intercettazioni telefoniche.

Però se si pubblicano tutte le intercettazioni telefoniche, allora ci si accorge anche di altre cose. Ad esempio ci si accorge che qualcuno partecipa ad una cena ed uscendo da quella cena dice: "ho saputo più in questa cena su come funziona il sistema delle cooperative rosse che in dieci anni di vita politica". E allora voi cosa vi sareste aspettati? Che qualcuno almeno gli chiedesse come persona informata sui fatti cosa aveva sentito. Invece sapete quale è stata la risposta? Un mandato di cattura annullato ventitré giorni dopo dal Tribunale del riesame e anche sul punto con questa motivazione: "I duri e reiterati attacchi al presidente della Provincia di Reggio Emilia e alle cooperative rosse d'altra parte sono sempre stati, a quanto è emerso dal fascicolo, uno dei dati caratterizzanti l'azione politica del ricorrente, pertanto quelli registrati nel periodo in esame ben potrebbero essere stati un'ulteriore estrinsecazione di tale linea politica e non aver avuto lo scopo di agevolare e consolidare l'associazione criminosa". Noi stiamo esattamente facendo questo: premiare il processo alle intenzioni anziché rispettare non solo la legge, ma molto spesso anche persone perbene che, in ragione della loro professione, hanno rischiato addirittura la sospensione dall'ordine professionale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. Apprezzo anch'io l'attenzione che il consigliere Mumolo ha sempre dimostrato per il tema e anche per la collaborazione che ha portato avanti nella Commissione, di cui io non faccio parte e quindi di cui ho ricevuto notizia, e poi anche oggi in Aula dimostra la propria collaborazione. Dico però che non accetto e non accettiamo come gruppo un'ipocrisia, un doppiopesismo che il Partito Democratico tiene a livello regionale e a livello locale. Se a livello regionale oggi andiamo ad istituire una Consulta (per scoprire non si sa bene cosa perché poi ad oggi non sappiamo nemmeno chi ne farà parte, quindi in realtà non sappiamo nemmeno cosa potremo scoprire o chi potremo sentire), a Reggio Emilia, invece, nel consiglio comunale di Reggio Emilia, il PD ha bocciato due risoluzioni: una che esprimeva solidarietà a Catia Silva, che è una nostra militante ma non per questo merita le denigrazioni del Partito Democratico perché è stata anche premiata dalla Polizia come paladino della lotta alla criminalità organizzata, e una seconda risoluzione in cui si chiedeva di prendere le distanze da quell'"imbecille", e lo dico perché si è auto dichiarato così oggi lui sul giornale, del sindaco Coffrini, l'ha scritto lui: "posso essere definito un imbecille per ciò che ho detto, ma a Brescello la mafia non c'è".

Allora oltre che dell'imbecille, come si è autodefinito, gli do anche dell'ignorante perché ignora evidentemente tutti i provvedimenti che la DDA e i tribunali hanno preso verso alcuni cittadini di Brescello che sono stati condannati per favoreggiamento della criminalità organizzata, per cui dire che la mafia non c'è... Forse intendeva dire che c'è la 'ndrangheta, forse bisognava chiedergli specificatamente cosa intendesse dire. È un sindaco del PD. È vero che adesso si dice che non è più del PD, forse non è più tesserato, ma per me è stato eletto con il PD.

Ma nello stesso articolo addirittura dice che, anzi, quest'anno hanno molto più turismo, che gli ha giovato tutta questa vicenda. È un po' come quelli che andavano all'isola del Giglio a vedere la Costa Concordia. Forse c'è un culto del macabro che interessa particolarmente un turismo italiano, però dire che addirittura ha giovato al turismo locale un fatto come quello che lo ha portato alla ribalta della cronaca... direi che meritatamente si dà da solo dell'imbecille.

Per cui ci aspettavamo una presa di posizione forte da parte del Partito Democratico, una presa di posizione che in realtà sarebbe dovuta essere soltanto quella di dire: "ci distacchiamo" – semplicemente questo chiedeva l'ordine del giorno presentato, se non ricordo male, dal Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale a Reggio Emilia – "dalle sue dichiarazioni, non ne chiediamo le dimissioni o chissà quale provvedimento", che un Consiglio comunale limitrofo non può sicuramente adottare. Quell'ordine del giorno chiedeva semplicemente di dissociarsi, di distaccarsi da quelle dichiarazioni che, converrete con me, sicuramente non erano particolarmente opportune. Erano tanto inopportune che poi il prefetto ha individuato una commissione per indagare all'interno degli atti comunali tutto il passato brescellese così come anche a Finale Emilia. Allora se la DDA, i tribunali, il prefetto in un comune si muovono verso indagini e anche condanne, forse qualcosa c'è, qualcosa c'è stato se non altro, e negarlo mi sembra abbastanza fuori luogo.

Dico anche che allora la Consulta non risolverà tutti questi problemi, non ci andrà nemmeno vicina. Questa è pura propaganda elettorale. Voi uscirete da qua dicendo che avete fatto una grande battaglia contro la criminalità organizzata e direte che avete risolto, forse, addirittura, il problema della criminalità organizzata in regione ponendo all'attenzione il tema e portando come unica soluzione una consulta che si va a sommare agli altri 150 tavoli e consulte all'interno della Regione Emilia-Romagna, che nulla farà se non portare informazioni come avrebbe potuto fare una Commissione ordinaria o una Commissione d'inchiesta come noi avevamo richiesto inizialmente.

Se volete mettere la bandierina e fare delle dichiarazioni semplicemente per dire che avete provato a risolvere un problema e che avete portato all'attenzione dell'Assemblea un tema sensibile come la lotta alla criminalità organizzata, fatelo pure, ma non potete pretendere che da questa consulta usciranno soluzioni, non potete pretendere che da questa consulta usciranno anche solo dei suggerimenti utili per poter affrontare in maniera diretta e immediata i problemi. Il fatto, poi, che si spostino a tre anni i tempi di consultazione tra la Giunta e l'Assemblea d'illustrazione dei progressi fatti dalla Consulta mi suona molto come se vogliamo fare semplicemente una volta ogni legislatura il punto della situazione invece che due, forse perché con due si rischia qualcosa di più, si rischia di far vedere che in due anni non si è ottenuto nulla, magari con tre qualcosina in più si riesce ad ottenere. Allora attenzione a non cadere nella demagogia e nel populismo perché spesso siamo accusati noi di demagogia e populismo, ma in questo caso sono ancora più beceri perché si scherza su un tema che non merita un'attenzione così banale e non merita una risoluzione così banale e campata in aria come quella che voi oggi proponete.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Vorrei ribadire quanto questi temi sono cari al Movimento 5 Stelle. Lo sono in questa legislatura, lo sono dalla legislatura passata, sono temi che il Movimento 5 Stelle porta avanti in Regione ormai da quattro anni e che adesso effettivamente si sono potuti realizzare in parte, quindi, è vero, alcuni emendamenti sono stati accolti e di questo rendiamo merito alla maggioranza, al relatore di maggioranza, il consigliere Mumulo, all'assessore Mezzetti, per aver portato avanti questa legge, con tempi forse lunghi, con tempi forse dilatati, forse anche in preda all'urgenza degli eventi.

È stata ricordata prima l'inchiesta Aemilia che ancora adesso fa parlare di sé tanto. Nella mia provincia, quella di Modena, ad esempio, in questi giorni è molto forte il dibattito rispetto al Comune di Finale Emilia in cui il prefetto ordina un'inchiesta che duri almeno tre mesi per cercare di far luce una volta per tutte sulle eventuali infiltrazioni o collusioni di stampo mafioso che possono aver approfittato del periodo delicato del post sisma, della ricostruzione, come sapete, ancora lentamente in corso, per radicarsi sempre di più in un tessuto che ci sembrava sano. È un segnale comunque positivo che nel dibattito che tiene banco in provincia di Modena in questo periodo, l'assessore Mezzetti sia intervenuto proprio oggi dicendo che non si può certamente tenere lontano il prefetto o tenere lontano le inchieste dai Comuni, non importa di che colore siano. Con piacere ho letto sui giornali di oggi che, nonostante le parole infelici, malpensate, forse mal interpretate per quanto racchiuse tra virgolettati, del sindaco Ferioli di Finale Emilia che diceva: "venite pure, ma cercate di non rallentare la ricostruzione", e in questo era difeso anche da un senatore del PD, l'assessore invece è intervenuto dicendo: "io li avrei mandati anche prima". Trovo che almeno si debba dare merito alle parole; delle volte è molto difficile, dei fatti non ne parliamo, ma anche far uscire parole nette e non interpretabili. Questa volta diamo merito che perlomeno qualcuno le ha portate nel dibattito e qualcuno che ha la maggioranza di governo di questa regione.

Ritorno su un altro punto a cui teniamo particolarmente. È stata ricordata prima dal consigliere Foti la Commissione speciale d'inchiesta sul crimine e sulla mafia che avevamo proposto già diversi mesi fa e che poi è stata bocciata per motivazioni che ancora non ci sono molto chiare, che ci sono sembrate forse un po' pretestuose. Mi ha fatto piacere vedere che parte di queste pregiudiziali sembra caduta nel dibattito di oggi e nella presentazione che ha fatto il consigliere Mumolo, trovando inutili divisioni su temi che invece dovrebbe farci sentire molto più uniti. Quindi ne abbiamo proposta un'altra che a noi convince anche più dell'altra perché questa volta è una Commissione permanente. Ne avevamo parlato anche l'altra volta, dicevamo che per quanto diamo onore al fatto che ora di queste cose se ne può parlare e se ne parla dando il giusto spazio al dibattito, però ci sono quattro anni di ritardo rispetto a quello che proponevamo già nel 2011 e quindi speriamo che la stessa cosa non si ripercuota anche sulla Commissione che ora proponiamo, una Commissione permanente che si occupi di legalità. Tenete presente che basta controllare molto velocemente il sito della Regione per rendersi conto che sotto le sei Commissioni, le cinque permanenti e quella sui diritti, non compare mai il tema della legalità, non compare mai come delega, come competenza di alcuna Commissione, pur avendo, però, un assessorato che ha le deleghe e pur essendo ormai incalzati dalla cronaca nella necessità di trovare anche uno spazio in cui anche l'Assemblea legislativa e quindi anche i consiglieri possano far convergere le proposte e che sia in qualche modo incardinata anche nell'Assemblea legislativa. Ecco perché noi non capiamo bene per quale ragione, ad esempio, la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo debba rientrare tra gli organismi dell'Assemblea e l'Osservatorio non rientrarci.

Detto questo, abbiamo visto tanti margini su cui ancora poter discutere insieme. Come è stato ribadito dai miei colleghi, non ultimo la costituzione automatica di parte civile, che ci sembrava un superamento dell'interpretazione, volta per volta discrezionale, delle parole degli atti legislativi, del "valuta" a seconda del momento o a seconda dell'occasione se costituirsi o meno, andando invece verso una posizione netta per cui ogni volta che in un processo sono coinvolte questioni di mafia non si fanno sconti, non si fanno eccezioni. Su questo speriamo di poter riaprire una discussione costruttiva, magari, chissà, proprio all'interno di una Commissione permanente sulla legalità.

Mi auguro che l'attività per il contrasto all'illegalità non finisca qui e che si proceda presto, come detto nella relazione, all'elaborazione di un testo unico sulle norme volte al contrasto della criminalità organizzata, che si metta mano anche alla materia degli appalti pubblici di competenza della Regione per rendere questo settore molto più sicuro soprattutto per quanto riguarda i subappalti, cosa che è stata sollevata diverse volte in questa Assemblea legislativa, e spero di trovare la stessa apertura nei consiglieri e colleghi di maggioranza dell'Assemblea per l'ordine del giorno che abbiamo appena presentato - che è simbolico, ma trovo che sia molto significativo ed è simmetrico con la decisione di alcuni Comuni (il Comune di Modena e il Comune di Bologna) di dare la cittadinanza onoraria al giudice Nino Di Matteo - in cui chiediamo alla Giunta di indicare come membro onorario della Consulta regionale il magistrato Di Matteo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. In realtà sono stato sollecitato dall'intervento del collega Delmonte che ha riferito le parole del sindaco di Brescello con cui lo stesso ha affermato: "datemi pure dell'imbecille, ma qui non c'è la mafia". Mi ha fatto venire in mente un episodio per il quale ho, tra l'altro, presentato un'interpellanza proprio ieri, su un tema del tutto analogo.

Parto da un presupposto, anzi, noi avvocati diremmo: una pregiudiziale di diritto e una preliminare di merito. La pregiudiziale di diritto la rivolgo al collega Mumolo. Penso che lui, lo dico senza alcuna captatio perché tanto non è che ci troviamo spesso sui contenuti, sia sempre alimentato da un ottimismo e da una ferma volontà di presidiare e promuovere il principio della legalità come ha fatto efficacemente anche nell'illustrazione della legge, quindi reputo ingenerosa qualsiasi accusa, chiamiamola così, di essere pleonastico, di essere ridondante nella formulazione di questi provvedimenti. È un certificato di garanzia che mi sento di poter riconoscere al collega Mumolo da questo punto di vista. Poi sulle battaglie politiche ovviamente è tutto un altro paio di maniche.

La preliminare di merito è quella che diceva il collega Foti perché nel richiamare la vicenda di Giuseppe Pagliani, persona di cui anch'io sono amico, credo abbia davvero toccato l'apice della distorsione a cui si può pervenire, tanto più che il Riesame di Bologna, per emettere un provvedimento come quello... che è molto rigoroso, è molto attento, ha maglie molto strette, tanto più nei confronti del provvedimento di scarcerazione. Per cui mi dispiace e mi colpisce quello che è stato riportato in quel dossier pubblicato da noi Regione Emilia-Romagna, credo sia davvero una vergogna perché bisogna stare attenti e soprattutto leggere il nome di persone che probabilmente hanno come responsabilità precipua, per finire in quello scritto, quella di appartenere ad un'area politica che non è omogenea a quella di chi governa è quantomeno sgradevole. In questo ritenevo e ritengo doveroso tributare al collega Foti il giusto riconoscimento per aver voluto rammentare la vicenda del collega Pagliani, collega sia come consigliere, sia come iscritto al partito che come avvocato, perché, vi posso dire la verità, passare queste vicende credo faccia davvero venire meno la voglia di un impegno politico.

Però devo anche dire che trovo un comportamento un po' singolare da parte del Partito Democratico. Io evidentemente non dubito della buonafede di nessuno di coloro che si impegnano, e che probabilmente tra un po' voteranno questa legge, nel riconoscere le infiltrazioni nel nostro territorio e nella volontà anche di contrastarle, non credo che qua ci possano essere persone colluse o quantomeno scientemente interessate da fenomeni di questo tipo, però vedo che in altri territori c'è una certa ricalcitranza nel riconoscere la sussistenza di infiltrazioni mafiose.

Parlavo tempo addietro con un importante esponente dell'Arma che è stato impegnato in quegli scenari territoriali in cui, ahimè, la 'ndrangheta trova terreno storicamente più fertile, quantomeno per ragioni, appunto, storiche, e mi diceva che la prima difficoltà che si riscontra nel nostro territorio è l'idea che ci si possa trovare di fronte ad un camorrista, ad un mafioso, ad uno 'ndranghetista, cioè c'è la difficoltà nel ritenere che il tuo interlocutore possa essere implicato in queste vicende perché sono cose viste così lontane che... E invece che alzare la soglia dell'attenzione ed essere particolarmente rigorosi, noto, ed è per questo che mi ha sollecitato il collega Delmonte, che non è un caso ciò che tra un po' andrò a raccontare, ma purtroppo inizia ad essere un po' la regola di amministratori locali che non si rendono conto di che cosa accade sul loro territorio, ma soprattutto mettono in campo delle condotte che rischiano di essere in qualche maniera funzionali all'interesse perseguito da questi soggetti.

Dicevo che nei giorni scorsi ho preparato un'interrogazione per un'interpellanza perché in un Comune, Crevalcore, io sono rimasto attonito dal numero di riscontri che sono stati condotti dalle autorità su quel territorio comunale, il cui sindaco è un senatore del Partito Democratico. E questo non lo dico perché ritengo che quel sindaco abbia qualche implicazione, assolutamente, però ho voluto prestare attenzione alla vicenda perché un cittadino non impegnato politicamente da nessuna parte, anzi, se devo dire, penso più vicino al Movimento 5 Stelle che ad altri, ha detto una cosa (lo sa la consigliera Piccinini perché fece un intervento a riguardo) quando si parlava dello scioglimento per mafia del Comune di Finale Emilia, disse: "secondo me anche a Crevalcore c'è la mafia, c'è la 'ndrangheta". La risposta del sindaco è stata di andare sui giornali a dichiarare: "lo querelo". Questo cittadino, che è un ragazzo, un giovane, per aver provato a dire: "secondo me anche a Crevalcore c'è qualche cosa che non va", ha suscitato la risposta del sindaco che ha detto: "lo querelo". Tanto che ho dovuto prendere i mei quattro stracci per andare a capire che cosa succedeva nel tentativo di evitare... ma l'ho fatto prevalentemente poi per il sindaco, perché secondo me poi si beccava una controquerela per calunnia e poi erano problemi suoi. Nella verifica di ciò che è successo a Crevalcore sono rimasto assolutamente sorpreso e l'ho elencato nell'interpellanza che ho depositato ieri. Abbiamo una società, la Sagi Immobiliare, che è stata esclusa dalla white list con una fortunosa, ma in realtà, penso, scientifica volontà della Prefettura di Bologna di operare per l'esclusione, perché il Comune di Crevalcore gli stava per comprare sei appartamenti dove alloggiare dei terremotati e la sera stessa stavano per andare in aggiudicazione. Sagi è collegata con una società sorella, come la definisce l'Espresso (le fonti sono anche quelle del giornalista Giovanni Tizian, che certamente non è vicino a noi), anche questa con sede a Crevalcore e anche questa già citata in diversi passaggi nelle relazioni dei Carabinieri che hanno portato allo scioglimento del Comune di Reggio Calabria per mafia. Abbiamo riscontrato, senza andare, ahimè, troppo in là, nelle operazioni che hanno anche lì portato a misure cautelari di diversi soggetti, che non voglio qua richiamare se non altro per una questione di tempi, fino ad arrivare a notizie di giorni scorsi, che diverse società con sede a Crevalcore, quindi parliamo di venti minuti di macchina da qua, sono state coinvolte da misure interdittive dell'Antimafia, della DIA di Brescia, proprio perché collegate, pare, al clan Grande Alacri.

Perché ho voluto dire questo? Perché il primo problema passa probabilmente da chi ha ruoli di governo che forse non è proprio educato culturalmente all'idea che sul proprio territorio ci siano infiltrazioni mafiose e le parole del sindaco di Brescello sono speculari a quelle affermate da un altro sindaco. Allora io so che in questa sede operano i partiti e l'invito al Partito Democratico, ma, certo, anche al partito di cui faccio parte io, a tutti, ma al Partito Democratico in particolare perché è quello che maggiormente governa il territorio e gli enti locali, è di aprire gli occhi ai propri amministratori, perché se lo dice uno, va beh, ma quando iniziano ad essere più di uno a dire: "guardate che qua non c'è..." e volendo escludere la connivenza, che escludo perché evidentemente mi sento di essere abbastanza sicuro, almeno me lo auguro, che non ci sia connivenza, rimane l'altra cosa, nella migliore delle ipotesi, cioè l'ingenuità, ma in questo caso credo che l'ingenuità rischi di essere anche peggio della malafede perché è più difficile da contrastare.

Poi, francamente, proprio perché cerco di non strumentalizzare il ragionamento, mi piacerebbe poter anche andare ad approfondire alcuni temi in ordine ad alcune infiltrazioni mafiose che si sono affermate - anche questo lo citava prima il collega Foti - sull'inchiesta Mafia Capitale per tramite di cooperative rosse. Io non voglio fare di tutta l'erba un fascio e dire che tutto il mondo della cooperazione eccetera, perché credo che sarebbe profondamente ingiusto e anche ingeneroso nei confronti di tante cooperative, anch'esse non vicine alla mia area politica, che si impegnano quotidianamente, ma la Cooperativa 29 Giugno aderiva ad un consorzio per gestire gli appalti che ha sede qua, a Bologna, non è che stiamo parlando di qualcosa di lontano, parliamo di via della Cooperazione; molti di voi, che magari vengono da fuori Bologna, ci passano di fianco, in tangenziale, pressoché tutti i giorni. E queste sono infiltrazioni, sono infiltrazioni non perché lo dico io, ma perché lo dice la Procura di Roma.

E allora, al di là dell'eclatanza delle vicende, sbagliate tra l'altro, citate da Foti, io non vorrei che a volte si alzassero cortine fumogene per distrarre l'opinione pubblica, magari per individuare il nemico sociale da lanciare mediaticamente e a cui affidare il compito di essere l'emblema del male, salvo poi, un po' per ingenuità, un po' per malafede, consentire ad altri di operare indisturbati, magari anche con la collaborazione, certamente meno colpevole sul piano penale, ma non meno colpevole sul piano morale, di chi, come ci è stato prima ricordato, invece di valorizzare i propri cittadini affinché portino alla luce situazioni correlate alla mafia, in una qualche maniera vadano addirittura a censurare denunce che a mio giudizio, invece, andrebbero approfondite, sostenute se fondate e valorizzate nei loro effetti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Io penso che il dibattito che si è svolto qui oggi e precedentemente in Commissione sia stato un dibattito che verte ovviamente su un tema molto significativo, molto importante, perché ovviamente il contrasto alla criminalità organizzata, alle mafie, all'insediamento delle mafie dovrebbe essere uno dei temi fondamentali di cui discutere e sui quali confrontarci, sui quali avanzare proposte per cercare di combattere questo fenomeno.

Dico dovrebbe perché mi piacerebbe - non lo dico polemicamente, lo dico come contributo di riflessione - che complessivamente, per ogni cinque minuti o per ogni dieci minuti che passiamo a discutere di alcuni temi che magari riguardano lo 0,06 per cento della popolazione, per ogni cinque minuti che dedichiamo a quei temi, ne dedicassimo almeno uno per discutere della lotta alla criminalità organizzata e all'insediamento mafioso. Lo dico specie ai colleghi del centrodestra, perché spesso capita, nel dibattito anche nazionale, che si discuta molto e molto spesso di alcuni aspetti trascurandone altri o comunque non dedicando la giusta attenzione ad altri. E visto che quello dell'insediamento mafioso, lo dico chiaramente, è uno dei principali problemi che ha il nostro Paese, l'Italia, mi piacerebbe che oltre che discutere di come superare i campi rom, di come utilizzare le ruspe per fare questo e quest'altro, considerando che parliamo di un tema che riguarda 180 mila persone in tutta Italia, mi piacerebbe che si utilizzasse lo stesso parametro per dire che oltre che le ruspe per i campi nomadi, utilizzassimo qualche altra cosa per combattere la criminalità organizzata, gli insediamenti mafiosi e quello che probabilmente è il principale fattore economico sommerso dell'Italia, quello che fa sì che il nostro Paese anche a livello internazionale non abbia certo un'immagine particolarmente positiva. Anche oggi e nei giorni a seguire mi piacerebbe che queste fossero le proporzioni che utilizzassimo anche nella discussione tra di noi, visto che ho letto oggi sui giornali che sulla legge che abbiamo discusso nei giorni scorsi in Commissione sull'inclusione sociale di rom e sinti, qualcuno dice che diventerà il Vietnam dell'Amministrazione regionale, della Giunta Bonaccini. Mi piacerebbe che la stessa determinazione fosse o almeno lo stesso tempo fosse applicato su anche altri temi, magari come quello di cui stiamo discutendo oggi.

Dico questo al netto del fatto che la discussione che si è avviata in Commissione è stata una discussione positiva dal mio punto di vista, c'è stato un confronto positivo anche tra le forze di maggioranza e una parte delle forze di opposizione. Credo che il lavoro della Giunta, il lavoro dell'assessore Mezzetti, sia stato un lavoro positivo, che dà il segno della continuazione di un percorso che si è avviato, perché, appunto, oggi modifichiamo una legge del 2011, quindi non scopriamo certo oggi la necessità di un certo tipo di impegno e di attività legislativa per contrastare fenomeni di insediamento mafioso che purtroppo, come anche abbiamo visto nelle cronache dei mesi scorsi, tocca direttamente anche la nostra Regione. Però, appunto, c'è stato un lavoro positivo e io credo che si debba e si possa proseguire con questa determinazione e con questo impegno.

Nell'ordine del giorno che abbiamo sottoscritto come forze di maggioranza c'è un riferimento anche al testo unico per rendere più organica la materia. Penso e auspico che in quell'ambito potrà trovare spazio anche il tema del superamento delle gare al massimo ribasso, che è un altro elemento che in qualche modo sappiamo ha a che fare direttamente con l'insediamento delle attività mafiose e criminose, e credo che quella possa essere la sede in cui affermare anche questo tema.

Per il resto, come ho detto, abbiamo apprezzato il percorso per come si è svolto e anche il dibattito per come è stato portato in Commissione. Penso che sia stata data anche disponibilità concreta nel migliorare il testo accogliendo diversi emendamenti, accogliendo le modifiche che sono state proposte. Credo che con questo spirito si possa e si debba continuare, tenendo sempre fermo il fatto che, come dicevo all'inizio, questo deve essere sicuramente uno dei temi cardine della nostra attività legislativa. Credo che con questo spirito si possa e si debba continuare, tenendo sempre fermo il fatto che, come dicevo all'inizio, questo deve essere sicuramente uno dei temi cardine della nostra attività legislativa. Il fatto che, l'ho detto in altre occasioni, sia stata prevista una delega esplicita sulla legalità è un fatto importante e credo che dimostri come sin da subito questa Amministrazione e questa Giunta abbia inteso prendere di petto il tema ed affrontarlo in modo esplicito e più determinato possibile.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Non ho nessun altro iscritto, quindi dichiaro chiuso il dibattito generale e passo la parola al relatore Mumolo per una replica. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Davvero una brevissima replica solo per ringraziare tutti i colleghi che sono intervenuti e per anticipare degli emendamenti che sono già stati distribuiti. In realtà gli emendamenti che ho proposto io sono sostanzialmente un drafting, migliorano alcuni dettagli, ma poi magari, se bisogna discuterli, li discuteremo. Sostanzialmente si aggiungono delle parole, si modifica un termine e si dà un maggior rilievo al Centro di documentazione che è già previsto in legge.

Approveremo alcuni degli emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle. Non siamo d'accordo sul tema della costituzione di parte civile per un motivo squisitamente giuridico. Riteniamo che non ci debba essere un obbligo, ma debba essere sempre una facoltà dell'ente se costituirsi o meno parte civile. Noi ci siamo ovviamente costituiti nel processo Black Monkey e ci costituiremo parte civile nel processo Aemilia. Ripeto, è una perplessità meramente giuridica.

Due brevissime risposte ad alcuni di coloro che sono intervenuti.

Rispetto a quello che ha evidenziato il consigliere Foti, evidentemente c'è un errore nel volume, il volume è stato pubblicato a marzo, non ce ne siamo accorti. Dobbiamo trovare un rimedio, dobbiamo trovare un rimedio sicuramente. Però al consigliere Foti - che in questo momento non vedo in Aula - vorrei dire anche che si può pensare che le leggi siano utili o inutili, ma noi qualche risultato lo abbiamo ottenuto. Dire che non abbiamo ottenuto risultati mi sembra quantomeno non rispondente ai nostri dati perché proprio sui 9 beni confiscati a Ravenna, a Ferrara, a Forlì, a Pianoro, a Gaggio Montano, a Cervia, a Salsomaggiore Terme, a Berceto e a Pieve di Cento stiamo intervenendo grazie alla legge n. 3/2011 e qualche altro piccolo risultato, ripeto, opinabile, per carità, però l'abbiamo anche ottenuto e anche qualche plauso da soggetti che non fanno parte dello Stato italiano. Volevo anche dire che rispetto all'intervento del consigliere Foti sono un po' deluso e un po' invidioso perché sulla legge precedente ha presentato 15 emendamenti di merito, in questa legge invece ne ha presentati solo 4. Lo dico davvero con il sorriso perché noi cerchiamo di fare leggi che abbiano una qualche utilità, poi ci possiamo riuscire e possiamo anche non riuscirci. Però mi piacerebbe molto, siccome dopo questa legge andremo avanti e lavoreremo sul testo unico, lavorare insieme sul testo unico, che le perplessità rispetto all'utilità delle norme che andiamo ad approvare si esprimessero in quella legge, che sarà la più importante per la nostra Regione perché riunirà le leggi che ci sono e raccoglierà una serie di sollecitazioni che sono arrivate anche nelle audizioni, che non potevano inserire in questa legge perché questa legge è un miglioramento della legge n. 3. Invece nel testo unico anche le cose che diceva oggi il consigliere Foti possono tranquillamente trovare ingresso e quindi chiedo questa volontà, che so sicuramente esserci, di lavorare insieme al prossimo testo unico.

Per quanto riguarda le perplessità del collega Delmonte, io non so se la Consulta risolverà o non risolverà i problemi. La nostra idea è quella di mettere insieme le migliori menti, non ci interessa da quale parte provengono, come la pensano, ma le migliori menti che ci sono in regione Emilia-Romagna perché queste menti devono collaborare a scrivere il testo unico della legge antimafia della Regione Emilia-Romagna. Noi speriamo che serva ovviamente, ci auguriamo che serva, ci proviamo, cerchiamo di fare in modo tutti insieme di lavorare in quella direzione. Dopodiché io non ho visto mai proclami, probabilmente non palava di me, parlava di altri, però io non ho visto grandi proclami qui, persone che si ergono ad essere paladine dell'antimafia. Qui stiamo semplicemente cercando di fare un lavoro, abbiamo cercato di farlo anche nella scorsa legislatura e cerchiamo anche di far parlare i fatti. Quello che mi interessa in questo momento sono i 9 locali che verranno restituiti alla cittadinanza di quei comuni e questi sono fatti. Cerchiamo di far parlare i fatti. E rispetto alla Consulta, visto che questa volta la Lega ha partecipato attivamente, ha fatto delle proposte in Commissione, ci auguriamo che nel prosieguo, siccome è la Consulta che farà questa proposta che dopo però deve arrivare in Aula e quindi la dovremo valutare noi, io chiedo anche alla Lega di essere altrettanto propositiva nel momento in cui noi faremo insieme questo lavoro. Sulla questione dei tre anni e quindi sul fatto che vogliamo fare una volta per legislatura, non è esattamente così perché questa è soltanto una norma che ci serve a fare meglio quel lavoro, ma vedrà in seguito, il consigliere, che noi approveremo un emendamento del Movimento 5 Stelle che prevede due conferenze ogni cinque anni che si aggiungono alla relazione relativa alla clausola valutativa, quindi non è che vogliamo fare una riunione per legislatura, non è così perché altrimenti non approveremmo quell'emendamento.

Stessa cosa ovviamente dico anche agli altri che sono intervenuti. Al collega Bignami, che è sempre puntuale sulle questioni, chiedo la stessa cosa e sono certo che la farà. Questo è un passo, ne faremo un altro e l'altro sarà anche più importante di questo. Su quell'altro passo, lo dico al collega Bignami, al collega Aimi, insomma a tutti i colleghi presenti in quest'Aula, se lavoriamo tutti insieme al testo unico, probabilmente riusciremo a produrre risultati migliori, così come questa legge è stata migliorata da tutti coloro che sono intervenuti e hanno proposto emendamenti.

Mi auguro semplicemente di poter approvare questa legge all'unanimità o quantomeno senza voti contrari, lo dico a tutta l'Aula. È un lavoro collettivo, riguarda tutti quanti noi. Sarebbe un bel segnale all'esterno se noi almeno arrivassimo ad approvare questa legge senza alcun voto contrario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere relatore Mumolo.

La parola alla consigliera relatrice Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Premetto solo una battuta a ciò che diceva Bignami, che purtroppo ora non è in Aula. A fronte del doppio incarico del nostro - nostro perché io abito a Crevalcore - a fronte del doppio incarico del nostro sindaco senatore, si spererebbe che ci fosse anche una doppia consapevolezza del problema. Se passasse più tempo sul nostro territorio avrebbe probabilmente contezza del problema e non negherebbe la realtà.

Nel merito del progetto di legge, chiaramente noi partivamo da un'idea di base che era diversa rispetto al progetto di legge della Giunta, cioè chiedevamo organi che fossero super partes e che fossero indipendenti. Abbiamo in questo senso proposto degli emendamenti che vanno verso un controllo diffuso del problema, una condivisione delle informazioni, una loro messa in rete e verso la trasparenza perché la lotta alla mafia crediamo che non possa essere appannaggio solamente di chi governa o solamente della Giunta o delle forze di maggioranza.

Per quanto riguarda la questione di costituzione di parte civile ci dispiace che il nostro emendamento non verrà accettato. Noi l'avevamo fatto per tutelare l'istituzione perché davanti a crimini di mafia crediamo che oltre ad un danno economico ci sia anche un danno di immagine da tutelare. Oltre a questo, crediamo anche che la lotta alla mafia non possa essere lasciata alla buona volontà del singolo amministratore.

Quello che faremo noi sarà comunque continuare a vigilare, vigilare e vigilare, e, non ultimo, continueremo a chiedere, attraverso il nostro progetto di legge, ma in ogni occasione in cui ci sarà possibile finché non verrà istituita, si spera, la Commissione per la legalità perché la lotta alla mafia non può essere effettuata una tantum, ma pensiamo che serva un monitoraggio costante. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera relatrice Piccinini.

Ha chiesto di intervenire l'assessore Mezzetti. Ne ha facoltà.

 

MEZZETTI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consiglieri. Io credo che noi abbiamo fatto un buon lavoro in Commissione e poi spero e sono sicuro che lo faremo anche qui in Aula, fino a conclusione di quello che è un provvedimento, la modifica della legge n. 3/2011, che non ha alcuna pretesa, consigliere Delmonte, di sconfiggere la mafia. Saremmo degli schiocchi ingenui se pensassimo di sconfiggere la mafia con queste misure che adottiamo. Noi dobbiamo assumere un insieme di misure, diverse misure, diversi provvedimenti, per quello che compete al nostro ruolo, per rendere difficile la vita alla criminalità organizzata che tenta di penetrare nelle pieghe della nostra economia e delle nostre amministrazioni. Dire che noi vogliamo sconfiggere la mafia con questo o con altri provvedimenti sarebbe anche presuntuoso ed irrispettoso nei confronti della storia di persone molto più autorevoli di noi che nella storia del nostro Paese hanno dato perfino la vita.

Io l'ho detto anche in Commissione e lo ripeto: per il lavoro di quest'oggi in Aula e anche per il lavoro complicato che dovremo affrontare in futuro per dare vita al testo unico, spero entro la fine dell'anno, vorrei che fra noi ci fosse un atteggiamento che il più possibile, poi capisco che la vis polemica della politica non potrà mai rimuoverlo del tutto, sgombrasse il campo rispetto a diffidenze o retro pensieri fra noi. Io mai penserò che il consigliere Foti ha fatto l'intervento che ha fatto, in difesa, garantista di due persone che sono state citate eccetera, perché complice o colluso, non lo penserei mai, sono convinto che lo ha fatto per convinzione, diciamo così, anche di carattere giuridico garantista, o che ci sia una polemica politica tesa a nascondere. Oppure su Delmonte che dice che non serve a niente questo provvedimento mai avrei il retro pensiero che vuole gettare a mare un provvedimento perché vuole favorire eccetera. Così spererei fosse anche visto al contrario, cioè cerchiamo di sgombrare fra noi diffidenze e retro pensieri perché non ci aiutano a lavorare al meglio.

Io credo che in parte lo abbiamo fatto questo sforzo tutti, in parte ci siamo riusciti. Credo che anche nel lavoro degli emendamenti di oggi, il risultato di questo lavoro ci sia in parte stato e spero che possa crescere fra noi almeno un clima, pur nel confronto aspro che ci deve essere e ci può essere fra forze di maggioranza e forze di opposizione, che almeno sia nel merito dei contenuti.

Devo dire che la mia ritrosia rispetto alla Commissione d'inchiesta proposta dai consiglieri del Movimento 5 Stelle francamente non è dovuta al merito, anche se ritengo che, rispetto a tutti gli strumenti di cui ci stiamo dotando, rischi di essere una superfetazione di altri strumenti. Ma temo, e ne abbiamo vista qualche avvisaglia qui in Aula, non fortunatamente dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, che una Commissione siffatta, che non ha gli strumenti che sono dati ad una Commissione parlamentare che ha potere d'inchiesta reale, diventi una Commissione, più che d'inchiesta, di discussione, di confronto, di riflessione fra i colleghi che ne fanno parte e c'è il rischio che possa diventar più che altro anche una palestra di esercizio retorico fra noi, e qualche rischio l'abbiamo anche sentito nel dibattito di oggi.

Ora io lo voglio dire con molta franchezza, consigliere Foti, io sono così tanto garantista più di lei, mi consenta, che ritengo che noi non dobbiamo assolutamente, come giustamente lei ha detto, sostituirci a qualcun altro e quindi ritengo che noi non siamo chiamati a giudicare e a condannare nessuno, ma altrettanto non siamo chiamati ad assolvere nessuno. Così come non dobbiamo giudicare e condannare, neanche dobbiamo assolvere. È per questo che io mi asterrò dal riportare i testi delle intercettazioni telefoniche che riguardavano alcuni dei nomi che lei ha citato nell'ambito delle 1.377 pagine dell'inchiesta Aemilia, perché se si riporta solo una parte della verità e non l'altra parte, non si dice una bugia, ma si dice una mezza verità e anche l'altra mezza verità dovrebbe essere conosciuta. Ma siccome io mi astengo da operare in un ambito che non è nostro, non dobbiamo noi essere in questa Aula o in qualunque Commissione coloro che sono chiamati a giudicare o condannare, ma neppure ad assolvere. Ci penseranno gli organi inquirenti e giudiziari, che faranno il loro corso...

 

FOTI: C’è la presunzione di innocenza.

 

MEZZETTI: Sì, sì, sicuramente; presunzione di innocenza, presunzione, non certezza d'innocenza.

Consigliere Delmonte, condivido quello che lei diceva, però la difficoltà a riconoscere il mafioso e il camorrista nel nostro territorio è una difficoltà bipartisan nel nostro come negli altri territori. Vogliamo parlare del senatore Carlo Giovanardi che ha difeso e continua a difendere Bianchini? Potremmo citarne altri, potremmo citare tutti i casi della Lombardia...

 

FOTI: Che non ha mai lavorato con il consigliere Foti, ma con la vostra amministrazione.

 

MEZZETTI: E lo so che il consigliere Foti si innervosisce, però Giovanardi ha difeso più e più volte il titolare della ditta Bianchini.

La difficoltà a riconoscere il mafioso è data tanto più nell'ultima fase di sviluppo della presenza delle organizzazioni criminali del nostro territorio, che prima erano più visibili e più percepibili, per chi voleva percepirle e vederle, perché parlavano un certo idioma, un certo dialetto e si comportavano in un certo modo. Ora cito il caso Bianchini per fare un esempio. Bianchini, l'ho già detto in altre occasioni, nasce e cresce nel nostro territorio, è un imprenditore del nostro territorio ed è un imprenditore che andava a scuola con Gerrini, tecnico comunale di Finale. Magari si vedeva anche con altri ed era normale ospitarlo in Comune, dialogare, parlare o andare a prendere il caffè con Bianchini perché è nato e cresciuto nel nostro territorio. Allora è ancora più difficile in questo caso percepire e capire le insidie che si nascondono dietro al fatto che sono cominciati a penetrare dentro le imprese del nostro territorio. Non siamo più nella fase fino al 2002, 2004, in cui le imprese erano le imprese che venivano da altre parti del territorio e si stanziavano nel nostro territorio ma avevano la sede legale a Cutro o a Casal di Principe eccetera. Sono imprese nostre che, attraverso meccanismi che non stiamo qui a ripetere, piano piano sono passate nelle mani di chi ha occupato la nostra economia e ha lasciato come titolari i titolari locali perché, anzi, hanno la faccia, il volto pulito e conosciuto di coloro i quali si possono presentare in Comune senza insospettire nessuno.

È una difficoltà reale che noi dobbiamo riuscire ad avere le lenti per interpretare e leggere, tutti, tutti, nessuno escluso, non c'è chi è peggiore di un altro perché è un problema che ci riguarda tutti e tutti quanti dobbiamo avere le lenti d'ingrandimento per avere la capacità di leggere ed interpretare questo meccanismo. Penso, ad esempio, agli strumenti che noi già abbiamo in questo senso, ma dobbiamo rafforzarli, e alla formazione di tutti i nostri tecnici amministrativi nei Comuni, che devono avere tutti gli strumenti di interpretazione e di lettura degli elementi anche più insidiosi e più nuovi attraverso i quali possono penetrare nella nostra amministrazione fenomeni di questo tipo.

È un'attività complicata, non è sufficiente la legge che approviamo oggi, ovviamente questa legge è uno dei tanti strumenti che dobbiamo mettere in campo, dei tanti strumenti che abbiamo messo in campo e altri ne dobbiamo mettere in campo. È un complesso, è un pluralismo di interventi, a cominciare dalle normative sugli appalti che puntino, come diceva il consigliere Taruffi, al superamento definitivo, anche se non è una nostra competenza ma è competenza della legge nazionale n. 163, del criterio del massimo ribasso. Ma noi possiamo contemperare il massimo ribasso con tutta una serie di misure, di norme che abbiamo già adottato in occasione del terremoto e che dobbiamo diffondere su tutto il resto del territorio nazionale e non solo applicarle nel campo delle costruzioni e dell'edilizia, ma possibilmente dobbiamo allargare lo spettro di intervento su tutto il campo degli appalti pubblici che riguardano l'edilizia, le costruzioni, ma anche i servizi, e possibilmente dobbiamo anche trovare le forme di controllo, quantomeno di osservazione, del rapporto non solo fra il pubblico e il privato, ma anche fra il privato e il privato, soprattutto nella filiera dei subappalti, che è il punto più sensibile di caduta attraverso il quale interviene e penetra il crimine organizzato nella nostra economia.

L'insieme di queste norme, che già in gran parte abbiamo applicato e abbiamo sul terreno, dalla legge sugli appalti nell'edilizia alla legge n. 3/2011, alla legge n. 3/2014 in materia di facchinaggio e autotrasporti, al protocollo della legalità del 27 giugno 2012 che è intervenuto nel caso del terremoto (che ha consentito... lo ripeto ancora una volta per chi continua a fare impropriamente l'equazione "l'Emilia come l'Aquila"; nulla di più improprio nel momento in cui, se proprio c'è un'area in cui il filtro, non è che ha funzionato al cento per cento, ma più è stato efficace è stata proprio l'area del cratere, dove le interdizioni sono intervenute sull'1 per cento delle imprese coinvolte nella ricostruzione e l'1 per cento è al di sotto di un dato fisiologico. Semmai il problema lo abbiamo fuori dall'area del cratere, in tutto il resto della regione, e dovremo approfondire molto di più questo), agli strumenti di conoscenza, di studio, di ricerca, agli osservatori, alle banche dati, alle norme, tutto questo complesso di strumenti che già abbiamo a disposizione dobbiamo rafforzarlo, implementarlo. Ecco perché io credo che sia necessario che riconduciamo questi strumenti anche ad un'unità di regia, ecco perché credo che dobbiamo dotarci di un testo unico sulla legalità e la prevenzione dal crimine organizzato e sulla diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, in modo da riportare ad un'unità strategica i nostri interventi ed avere anche una struttura organica unitaria operativa dedicata a questo. È questo che darebbe anche, come giustamente la consigliera Piccinini chiedeva, una centralità. Nel momento in cui hai un testo unico, hai una struttura dedicata a questo, puoi avere una centralità anche nella declinazione dell'impegno della pubblica amministrazione della Regione in questa materia, e non invece in uno sparpagliamento in diversi rivoli di quelli che sono i nostri interventi.

In ultimo, e chiudo, credo che sia importante un altro lavoro che stiamo compiendo contemporaneamente a questo, che spero vedrà la luce nei prossimi giorni, che vede impegnato il presidente e il resto della Giunta, in particolare l'assessore Bianchi, che è la sottoscrizione da parte di tutte le forze sociali ed imprenditoriali del Patto per il lavoro, che proprio per la specificità e l'urgenza che si pone sarà anche nell'intitolazione un "Patto per il lavoro e per la legalità", in cui decliniamo anche lì concretamente una serie di impegni che dovrebbero ritrovarsi all'interno del testo unico. Io spero che su questo riusciremo - come mi pare ormai di poter dire perché anche in queste ore, in questi minuti abbiamo trattato su diversi di questi punti con tutte le forze sociali e i soggetti sociali ed economici - a breve ad annunciare novità di rilievo che faranno ancora più forte la nostra azione e la nostra iniziativa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Mezzetti.

È così conclusa la parte dibattimentale del provvedimento, iniziamo ora l'esame dell'articolato.

Prima di darvi delucidazioni su come procederemo, nomino scrutatori i consiglieri Cardinali e Francesca Marchetti per la maggioranza e il consigliere Delmonte per la minoranza.

Passiamo ora alla discussione generale congiunta sugli emendamenti e sugli articoli, su cui si può intervenire per dieci minuti, poi per le dichiarazioni di voto invece ci sono cinque minuti.

Vi leggo ora le proposte di emendamenti: ci sono quattro emendamenti a firma del consigliere Foti; cinque emendamenti a firma dei consiglieri Mumolo, Soncini, Nadia Rossi, Ravaioli, Francesca Marchetti e Sabattini; un emendamento a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani, Sassi e Gibertoni; sei emendamenti a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani e Sassi.

Passiamo ora alla discussione generale congiunta dell'articolo 1 e dell'emendamento 1 a firma Foti, dell'emendamento 5 a firma Mumolo, Soncini, Rossi, Ravaioli, Marchetti, Sabattini, dell'emendamento 6 a firma Mumolo, Soncini, Rossi, Ravaioli, Marchetti, Sabattini, dell'emendamento 11 a firma Piccinini, Sensi, Bertani, Sassi, dell'emendamento 10 a firma Piccinini, Sensoli, Bertani, Sassi, Gibertoni, dell'emendamento 12 a firma Piccinini, Sensoli, Bertani, Sassi, dell'emendamento 13 a firma Piccinini, Sensoli, Bertani, Sassi e dell'emendamento 14 a firma Piccinini, Sensoli, Bertani e Sassi.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Chiedo una cortesia, presidente, se possiamo avere gli emendamenti del consigliere Mumulo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Credo siano stati distribuiti...

 

FOTI: Ci sono tutti, ma quelli del consigliere Mumolo non li abbiamo...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Mi dicono che sono stati distribuiti stamattina, consigliere Foti.

 

FOTI: Signor presidente, colgo l'occasione per fare un invito. Se distribuissimo il materiale riferito al punto in esame, forse sarebbe meglio, perché stamattina può darsi anche che sia stato distribuito, ma poi se lei vede i nostri banchi, si rende conto di cosa vuol dire lavorare in queste condizioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Credo abbia ragione e di questo ne parleremo nel prossimo Ufficio di Presidenza. Per il momento, eventualmente, se volete, possiamo sospendere per un minuto i lavori d'Aula in attesa della distribuzione... Le è arrivato? Il consigliere Foti è a posto.

Ribadisco che iniziamo la discussione generale sull'articolo 1 e sugli emendamenti sopra citati.

Non ho iscritti a parlare in discussione generale.

Apro la dichiarazione di voto sull'articolo 1 e sui relativi emendamenti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Intervengo solo per ritirare l'emendamento 13 perché è già comprensivo nell'ordine del giorno presentato dal consigliere Mumolo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini. L’emendamento 13 è ritirato.

Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma del consigliere Foti...

 

FOTI: Scusi, presidente, non vorrei sbagliare, ma essendo soppressivo, non si vota il mantenimento dell'articolo?

 

PRESIDENTE (Rainieri): All'articolo 96, comma 2, del Regolamento, si dice che quando c'è un unico emendamento soppressivo è come dice lei, ma avendo altri emendamenti all'articolo, non si procede così, come invece vedremo negli articoli 3 e 4. Grazie, consigliere Foti per la sua precisazione.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 5, a firma dei consiglieri Mumolo, Soncini, Rossi Nadia, Ravaioli, Marchetti e Sabattini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 5 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 6, a firma dei consiglieri Mumolo, Soncini, Rossi Nadia, Ravaioli, Marchetti e Sabattini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 6 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 11, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani e Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 11 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 10, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani, Sassi e Gibertoni.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 10 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 12, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani e Sassi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 12 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 14, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani e Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 14 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1, così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'art. 1 è approvato.

Passiamo ora all'articolo 2, su cui insistono l'emendamento 2 a firma Foti, l'emendamento 7 a firma Mumolo, Soncini, Rossi Nadia, Ravaioli, Marchetti, Sabattini e l'emendamento 8 a firma Mumolo, Soncini, Rossi Nadia, Ravaioli, Marchetti, Sabattini.

Apro la discussione generale congiunta sull'articolo e sugli emendamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Ci tenevo ad intervenire perché questo è uno degli emendamenti sollecitati dalle associazioni quando le abbiamo ascoltate in audizione. Si aggiungono semplicemente al titolo dell'articolo 2, dopo le parole: «promozione della cultura della legalità», le parole: «e della cittadinanza responsabile». È un tema cui tenevano molto le associazioni perché la cultura della legalità è una cosa e l'educazione alla cittadinanza responsabile è un'altra e altrettanto importante.

L'altro emendamento, quello al comma 1, è relativo al legame che ci deve essere tra Consulta e Osservatorio, tant'è che scriviamo alla fine del paragrafo: «avvalendosi anche dei lavori dell'Osservatorio».

Ovviamente sull'emendamento del consigliere Foti, sono dolente, ma dovrò esprimere un parere contrario perché anche questo è un emendamento soppressivo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Mumolo.

Non avendo nessun altro consigliere iscritto in discussione generale, dichiaro aperta la dichiarazione di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 7, a firma dei consiglieri Mumolo, Soncini, Rossi Nadia, Ravaioli, Marchetti e Sabattini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 7 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 8, a firma dei consiglieri Mumolo, Soncini, Rossi Nadia, Ravaioli, Marchetti e Sabattini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 8 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2, così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'art. 2 è approvato.

Abbiamo ora un emendamento che istituisce un nuovo articolo, l'articolo 2-bis. È l'emendamento 9 a firma dei consiglieri Mumolo, Soncini, Rossi Nadia, Ravaioli, Marchetti, Sabattini.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mumolo Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Con questo emendamento cerchiamo di implementare l'attività del nostro Centro di documentazione per fare in modo che possa promuovere relazioni anche con organismi extra italiani degli Stati membri dell'Unione europea, oltre che con quelli attivi nel territorio nazionale, sempre al fine di raccogliere informazioni, dati, documentazioni, studi e diverse esperienze sul tema e che possa promuovere forme di collaborazione anche con le Università e le istituzioni scolastiche.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Mumolo.

Non avendo altri iscritti in discussione generale, apro le dichiarazioni di voto sull'emendamento istitutivo di un nuovo articolo.

Non avendo nessun iscritto in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 9, a firma dei consiglieri Mumolo, Soncini, Rossi Nadia, Ravaioli, Marchetti e Sabattini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 9 è approvato.

Passiamo all'emendamento 15, a firma Piccinini, Sensoli, Bertani e Sassi, anche questo istitutivo di un nuovo articolo, dell'articolo 2 bis.

È aperta la discussione generale.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. In realtà la nostra intenzione originaria era quella di copiare quello che è successo già in Puglia dove è stata messa l'obbligatorietà di costituirsi, da parte della Regione, parte civile. Abbiamo cercato di venire incontro, ammorbidendo un po' il nostro emendamento, alla maggioranza e ci dispiace che questo emendamento non venga accolto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Intervengo solo per spiegare il motivo per cui non siamo favorevoli all'accoglimento di questo emendamento. Noi riteniamo che l'obbligatorietà sia sbagliata, pensiamo che la Regione debba costituirsi parte civile quando ci sono processi per mafia, ma debba anche poter valutare, non debba essere costretta da un articolo di legge a costituirsi parte civile.

Poi su questo emendamento si dice anche: "si costituisce parte civile nei processi di particolare rilevanza di allarme sociale", che ci sembra un po' indeterminato, nel senso che o c'è un obbligo o non c'è; è difficile stabilire volta per volta quali sono "i processi di particolare rilevanza di allarme sociale".

Poi in questo nuovo articolo c'è anche il tema dei risarcimenti e noi pensiamo che i risarcimenti debbano andare a finire in un fondo che debba finanziare tutte le attività della legge e non solamente un'attività della legge così come previsto nel comma 2 di questo emendamento.

Per questo esprimiamo parere contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Mumolo.

Chiudo la discussione generale sull'emendamento.

Apro la dichiarazione di voto. Se nessuno chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 15, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani e Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 15 è respinto.

Passiamo all'emendamento 16, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani e Sassi, istituivo di un nuovo articolo, dell'articolo 2-ter.

Apro la discussione generale. Se nessuno chiede di intervenire in discussione generale, apro per dichiarazione di voto.

Se nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 16, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani e Sassi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'emendamento 16 è approvato.

Passiamo all'articolo 3, su cui insiste l’emendamento abrogativo 3, a firma del consigliere Foti, per cui bisogna votare adesso il mantenimento dell'articolo 3.

Dichiaro aperta la discussione generale sull'articolo 3. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazioni di voto sull'articolo 3. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, il mantenimento del testo dell'art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il mantenimento del testo dell'art. 3 è approvato.

L’emendamento 3 si intende respinto.

Passiamo all'articolo 4, su cui insiste l’emendamento abrogativo 4, a firma del consigliere Foti, quindi come nel caso precedente voteremo il mantenimento dell'articolo.

Dichiaro aperta la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, il mantenimento del testo dell'art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il mantenimento del testo dell'art. 4 è approvato.

L’emendamento 4 si intende respinto.

 

Abbiamo così concluso le votazioni dell'articolato, passiamo alle dichiarazioni di voto finali.

Informo che sul punto in discussione è stato presentato un ordine del giorno a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Gibertoni e Sassi, un ordine del giorno a firma dei consiglieri Mumolo, Taruffi, Boschini, Soncini, Torri, Marchetti Francesca, Poli, Mori, Iotti, Prodi, Zappaterra, Montalti, Caliandro, Rontini, Sabattini, Paruolo, Ravaioli, Zoffoli, Lori, Bagnari, Rossi Nadia, Pruccoli e Bessi, e un ordine del giorno a firma dei consiglieri Gibertoni, Piccinini, Bertani, Sensoli e Sassi.

Ha chiesto di intervenire in dichiarazione di voto congiunta sui tre ordini del giorno e sul testo finale della legge il presidente Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Il dibattito odierno è stato articolato, importante e su un tema che, come ha ricordato a più riprese anche il nostro assessore Mezzetti, è anche oggetto di una certa forma retorica, rispetto alla quale, come è stato ricordato, anche Sciascia, il grande Sciascia, ha inciampato, salvo poi riprendersi sulla frase dei "professionisti dell'antimafia", perché c'è un prima e un dopo delle affermazioni e successivamente si rese conto di quanto gravi furono quelle affermazioni che aveva fatto proprio per la lotta alla mafia e quindi intervenne successivamente. In occasione proprio della morte di Falcone c'è stato un dibattito su questa modalità e sui "professionisti", su cosa significa prendere sottogamba dei temi che forse anche qui abbiamo sottovalutato. Una prova l'abbiamo avuta anche con la recente retata che più volte è stata citata, che ci ha portato agli onori della cronaca non per quel grande modello emiliano che siamo, riconosciuto in tutta Europa, ma anche per il fatto che abbiamo subito delle infiltrazioni. È il motivo per il quale io credo che ancora oggi occorra essere grati all'azione di chi, nella legislatura precedente e in questa, sta cercando di impegnarsi per non sottovalutare il tema, per non farlo diventare una giornata di cabaret, ma per farlo diventare un momento di impegno, un momento di studio, così come deve essere anche la capacità di non solo prevenire la cultura mafiosa, ma di combatterla, perché non è stigmatizzando i gesti o attribuendo agli altri la paternità o la connivenza che noi rifuggiamo questi atteggiamenti, ma è attraverso la buona politica, attraverso il buon esempio, che io sono sicuro che questo Consiglio voglia dare in tutti i suoi rappresentanti, cercando anche di andare oltre le nostre appartenenze politiche perché esiste un'appartenenza civica alla quale siamo tutti richiamati.

E allora l'Osservatorio prima e la Consulta dopo sono la cifra di un impegno civico dal quale non ci possiamo sottrarre e io credo che studiare sia il vero modo - lo diceva tanto tempo fa un presidente della Commissione Antimafia, di cui non cito il nome perché oggi è una parte in campo - per battere la mafia. Studiare e documentarsi aiuta anche a battere i preconcetti, i pregiudizi e forse è un esercizio intellettuale che può servire in tanti campi. Allora io credo che sia meritorio il rapporto tra Consulta e Giunta e che il rapporto tra energie esterne e la stessa azione di lotta e monitoraggio delle infiltrazioni mafiose ci serva a tenere viva l'attenzione di un impegno e di un'azione amministrativa.

Questo è il motivo per il quale il Partito Democratico ha intenzione di accogliere i due ordini del giorno presentati dal Movimento 5 Stelle. Il primo è quello che impegna la Giunta a valutare l'opportunità della presenza di tutti i capigruppo dell'Assemblea legislativa all'interno della Consulta regionale, che certo può servire ad una coralità di intervento, che certo può servire, a nostro giudizio, per poter andare avanti in questa azione. L'altro ordine del giorno proposto dal Movimento 5 Stelle che vogliamo fare anche nostro nell'impegno che è quello che impegna la Giunta a chiedere e ad attribuire al magistrato Di Matteo il conferimento della carica onoraria nella Consulta regionale. Sono due provvedimenti che noi accogliamo di buon grado e che mi auguro possano accogliere anche gli altri gruppi e che segnano anche una maturazione culturale di fronte alla quale abbiamo il dovere di confrontarci.

Poi c'è il nostro ordine del giorno, che chiaramente difendiamo perché costituisce anche il DNA di ciò che è stato l'accompagnamento al percorso che porta all'ammodernamento, mi piace definirlo così, di una legge, di un'intuizione, di una battaglia politica, di una battaglia istituzionale che segna irrimediabilmente in avanti il percorso di crescita di questa regione, che non può più permettersi neanche, perdonatemi se lo dico, il lusso di sottovalutare e di pensare che le infiltrazioni siano sempre altrove, purtroppo le infiltrazioni sono dappertutto, ma rispondiamo individualmente di come le combattiamo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, presidente Caliandro.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. Noi, al di là degli ordini del giorno, sul testo finale, e quindi faccio la dichiarazione di voto sul testo finale, voteremo contrari perché, al di là del percorso condiviso, non si è, secondo noi, raggiunto un punto utile per dare veramente una svolta alla lotta alla criminalità organizzata. Vedremo l'operatività della Consulta, vedremo i risultati. Certo, non ci esimeremo dal dare il nostro contributo all'interno della Consulta se ci sarà concesso, né alla redazione del testo unico, però non crediamo che la Consulta sia una soluzione, crediamo che sia un'aspirina per un male ben più grave, crediamo che sia una cura palliativa che attualmente non risolve i problemi. Forse avrebbe risolto di più i problemi ascoltare le opposizioni in quei Consigli comunali dove la 'ndrangheta cominciava a dare i primi segnali e dove i consiglieri lo segnalavano, venendo poi denigrati e assolutamente ignorati dalle relative maggioranze. Crediamo che non ci si possa lavare la coscienza creando semplicemente questa Consulta.

Lo prendiamo come un punto di partenza vostro per un percorso a cui saremmo contenti di collaborare, ma, mi dispiace, questa non è una soluzione attualmente ammissibile o comunque sufficiente per il nostro gruppo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Annuncio il mio voto contrario. Dico semplicemente che per quanto riguarda l'eventuale proposta di un testo unico, sarò ben lieto di collaborare perché questa è altra materia, è materia anche molto più delicata e molto più sensibile.

Aggiungo solo due considerazioni.

La prima. L'articolo di Sciascia - mai smentito da Sciascia, invece nel 2006 ci fu un'affermazione di Pierluigi Bersani che disse: "dobbiamo forse chiedere scusa a Sciascia" - si riferiva, in realtà, all'azione del Prefetto Mori durante il fascismo perché quell'articolo si basa sulla valutazione di un allievo di Mack Smith che aveva scritto "La mafia durante il fascismo".

Per quanto riguarda invece l'applicazione delle norme in sé, vorrei farvi presente ciò che è capitato non più tardi di due o tre settimane fa allorquando la Commissione Antimafia ha dovuto rendere noti i nomi dei candidati che si ritenevano indesiderabili. Se voi ricordate, quella lista venne poi promulgata il venerdì, si votava la domenica, e tra il venerdì pomeriggio e la domenica c'è stato il tiro al piccione del Partito Democratico sul fatto che quella Commissione altro non aveva fatto che semplicemente mettere in fila i nomi di coloro i quali non rientravano in un codice di autoregolamentazione che si era data la Commissione e che si era dato il Parlamento per quanto riguarda la materia di specie. Allora è inutile citare qui la presidente Bindi quando due settimane fa tutti volevano espellere la presidente Bindi solo perché ha detto...

 

(interruzione dell’assessore Mezzetti)

 

No, no, ma Violante... è di nome e di fatto... perché, sapete, quando citate le persone... io mi ricordo anche, oltre che è stato presidente dell'Antimafia, che mandò il generale Berti, che era il comandante della Guardia forestale, in un interrogatorio in Tribunale e che arrivò in Tribunale su una barella, a rispondere al giudice su una barella. Lo dico perché adesso, come sapete, non è più politicamente corretto far vedere le manette e tutte queste cose, ma sempre per via dei "professionisti" mi sono permesso di fare questo riferimento.

Dicevo che il Partito Democratico in poche ore ha chiesto a raffica le dimissioni della presidente Bindi dell'Antimafia solo perché aveva riferito di dodici nomi. Allora anche su questo profilo la questione è molto semplice: tutti in linea di principio sono d'accordo su tutto, poi, quando si deve andare ad applicare un regolamento, si apre la fase di coloro i quali dicono: "ma uno che è stato assolto in primo grado" perché tra coloro i quali erano indicati al pubblico ludibrio c'era anche un assolto in primo grado "ma l'assoluzione in primo grado vale?" A dire il vero, se leggiamo la Costituzione, dovremmo porci il problema se la condanna di primo grado ricade nella Legge Severino già come definitiva, non se vale l'assoluzione in primo grado, perché tutto al più qualcuno ricorrerà sull'assoluzione in primo grado e se in Appello sarà riconosciuto colpevole, si dirà che in sede di Appello è stato riconosciuto colpevole. Lo dico perché è molto facile, ripeto, fare degli slogan.

Io ho sentito anche un riferimento antipatico per cui bisognava leggere le intercettazioni telefoniche in questa Sala, dall'assessore Mezzetti. Bene, io non soltanto le ho lette tutte quelle riferite ai due casi di specie, ma ne ho lette anche altre. Lei, ad esempio, lo dico così, con molto rispetto, ha avuto una caduta di stile, assessore, perché quando riferisce dell'attività professionale di una persona che è anche senatore, io non penso... posso concordare con lei se sia opportuno o non opportuno, ma questo è altro paio di maniche. Però, vede, un diritto alla difesa uno ce l'ha comunque; che lo difenda Giovanardi, o che lo difenda Aimi, o che lo difenda Bignami, o che lo difenda Mumolo, nulla rileva, l'importante è che l'avvocato non sia colluso, questo è un ragionamento diverso, e io temo invece...

 

(interruzione dell’assessore Mezzetti)

 

No, lei ha citato l'avvocato Giovanardi in questa sede...

 

MEZZETTI: Ho detto il senatore Giovanardi.

 

FOTI: Sì, come avvocato di Bianchini, ha detto.

Anche in questo caso, vede, lei ha fatto un ragionamento su Bianchini che posso anche del tutto condividere se non fosse per un motivo: che sempre in questo libro ho appreso invece che sia lei che io siamo in errore perché si dice: "ma come stupirsi della posizione di Bianchini?!" e via dicendo.

Allora, torno a ripetere, io non so cosa vogliamo fare di queste consulte, mi auguro soltanto che siano luoghi di studio e non luoghi dove si fa della cassa di risonanza per conto terzi. Debbo dire che già l'approvazione di un ordine del giorno che confonde due livelli che sono tra loro separati mi pare una brutta strada che si sta prendendo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Ribadisco il voto favorevole del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà oltre che ovviamente al testo complessivo, anche all'ordine del giorno che abbiamo sottoscritto insieme ai colleghi del Partito Democratico e anche ai due ordini del giorno presentati dai consiglieri del Movimento 5 Stelle.

Poi, come si diceva prima, quelli che stiamo istituendo e che sono contenuti nella legge sono strumenti, non sono, come è stato detto bene e anche in modo preciso dall'assessore Mezzetti, non sono certo la soluzione unica e finale, sono strumenti, che però riteniamo utili e importanti per un percorso sul quale ovviamente dovremo esserci anche in futuro, a partire dalla definizione, appunto, del testo unico.

Ciò detto, penso che le occasioni non mancheranno per confrontarsi sul merito, per promuovere iniziative legislative precise e puntuali e anche per approfondire e studiare, perché effettivamente, come si diceva prima, i fenomeni vanno compresi, vanno compresi a fondo per poter riuscire ad intervenire con efficacia e questo credo che sia un impegno che coinvolga tutti i componenti dell'Assemblea e tutti noi che siamo, come sempre è bene ricordarlo, il legislatore regionale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno 266-179/1 (oggetto 783), a firma dei consiglieri Piccinini, Bertani, Sensoli, Gibertoni e Sassi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'ordine del giorno è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno 266-179/2 (oggetto 784), a firma dei consiglieri Mumolo, Taruffi, Boschini, Soncini, Torri, Marchetti Francesca, Poli, Mori, Iotti, Prodi, Zappaterra, Montalti, Caliandro, Rontini, Sabattini, Paruolo, Ravaioli, Zoffoli, Lori, Bagnari, Rossi Nadia, Pruccoli e Bessi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'ordine del giorno è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno 266-179/3 (oggetto 785), a firma dei consiglieri Gibertoni, Piccinini, Bertani, Sensoli e Sassi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'ordine del giorno è approvato.

Si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, oggetto 266, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

45

Assenti

 

5

Votanti

 

44

Favorevoli

 

34

Contrari

 

10

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la legge riguardante: «Modifiche alla legge regionale 9 maggio 2011, n. 3 (Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile)».

 

OGGETTO 676

Delibera: «Approvazione del rendiconto dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2014.» (Proposta dell’Ufficio di Presidenza in data 26 maggio 2015, n. 54) (20)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La Commissione "Bilancio Affari generali ed istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta dell'8 giugno 2015 con la seguente votazione: 32 voti a favore, nessun contrario, 13 astenuti.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere questore Pruccoli. Ne ha facoltà.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Intervengo brevemente per informare anche i consiglieri che non erano presenti alla Commissione nella seduta dell'8 giugno, che, come lei ha ricordato, ha espresso parere favorevole, per dare alcuni dati, alcune nozioni relativamente a questo consuntivo 2014.

Con il consuntivo si procede come di diritto alla misurazione ex post dei risultati conseguiti, quindi è un vero e proprio rendiconto dell'attività politico-amministrativa dell'annualità di riferimento.

Il consuntivo è composto dal conto finanziario relativo alla gestione di bilancio e dal conto patrimoniale.

C'è un adempimento cardine, che è previsto dal decreto legislativo n. 118/2011, che trova nell'annualità 2014 il proprio compimento, che è quello di adeguare i residui attivi e passivi risultanti al primo gennaio 2015 al nuovo principio generale della competenza finanziaria, pertanto questo riaccertamento straordinario ha comportato la necessità di cancellare definitivamente dai residui attivi e passivi tutte le partite a cui non corrispondeva più un’obbligazione giuridicamente perfezionata, la necessità di reimputare, a seconda della scadenza temporale di questi residui attivi e passivi ancora in essere ma non esigibili alla data del 31/12/2014, nell’annualità di riferimento, quindi la conseguente determinazione del fondo pluriennale vincolato da iscrivere nella parte di entrata del bilancio di previsione 2015 e nel triennale 2015/2017 con funzione autorizzatoria per l’importo pari alla differenza tra l’ammontare dei residui passivi e attivi cancellati qualora questa differenza sia positiva.

Ritornando un attimo indietro e ritornando al bilancio di previsione dell’annualità 2014, questo era stato licenziato da questa Assemblea per un totale di stanziamenti pari a 34.553.861,83 euro e in corso d’anno, con la delibera assembleare del 16 luglio, la n. 172/2014, si è provveduto all’aumento dello stanziamento di bilancio e quindi all’incremento del volume complessivo del bilancio dell’Assemblea per 1.343.049,82 euro a seguito del concretizzarsi del maggiore avanzo di amministrazione proveniente dall’esercizio finanziario dell’annualità precedente, ovvero dell’anno 2013. Per effetto di questa variazione quindi il volume complessivo del bilancio 2014 dell’Assemblea si è alzato fino all’entità di 35.896.911,65 euro.

In linea di continuità con quanto era già stato fatto e iniziato nelle annualità precedenti, si è proseguito con un’attività di monitoraggio e verifica delle spese relative all’anno 2014 soggette alla limitazione di cui alla legge 122/2010 in materia di rappresentanza, relazioni pubbliche, pubblicità e consulenze. Il continuum di questo lavoro ha consentito il raggiungimento di un obiettivo molto importante perché si è passati, come anche evidenziato nella relazione da apposita tabella, da un costo pro capite per cittadino della regione Emilia-Romagna di 8,14 euro del 2011 ai 7,55 del 2014. Più precisamente abbiamo 3,78 euro per costi diretti della politica e 3,77 euro (sostanzialmente il medesimo dato) per i costi di funzionamento dell’Assemblea. Un altro dato che vale la pena ricordare è anche il costante e continuo innalzamento del rilevatore della capacità di spesa di questa Assemblea, che passa dall’89,21 come dato relativo all’annualità 2011 fino ad attestarsi al 92,09 dell’annualità 2014. Qui vale la pena rilevare come in realtà se si fa il raffronto secco annualità 2013 e annualità 2014 si ha un leggero arretramento di queste capacità di spesa che nel 2013 era del 92,34 per cento, ma questo è da ricercarsi (anzi è un dato particolarmente positivo, come ripetizione dell’annualità precedente) se solo si pensa al fatto che dal luglio del 2014 questa Assemblea, l’Assemblea legislativa, ha svolto solamente atti urgenti e di ordinaria amministrazione, per cui è evidente che la capacità di spesa complessiva è tutt’altro che diminuita ma semmai aumentata.

Venendo rapidamente al dato numerico dell’avanzo di amministrazione sull’annualità 2014, questo si attesta, in base a tutti i conteggi di cui tutti i Consiglieri sono a conoscenza, sull’importo di 5.074.623,81 euro. L’effetto maggiore di questo concretizzarsi del risultato deriva dalle maggiori entrate registrate sul capitolo rimborsi e introiti diversi. C’è stata la legge regionale 11/2013 che ha previsto per i gruppi assembleari di riversare sul bilancio dell’Assemblea legislativa l’avanzo di amministrazione registrato al termine di ciascuno esercizio, e qui stiamo parlando di 104 mila euro per i rimborsi spese ai Consiglieri e di 48 mila 900 euro per l’indennità di carica ai Consiglieri. Altro elemento fondamentale è la registrazione di economie di spesa sulle somme impegnate nell’esercizio 2014 in seguito alla liquidazione di ogni competenza dovuta per l’esercizio per un ammontare pari a 574.042,98 euro. In particolare qui si segnala un’economia di oltre 54 mila euro sul servizio di vigilanza, 132 mila euro sul servizio di facchinaggio e trasporto e oltre 77 mila euro sulla fornitura di fluidi e gestione centrale elettro-termo-frigorifera.

Tenendo a precisare che stiamo parlando del consuntivo 2014, e quindi ovviamente qui non trova applicazione ciò che avevamo previsto all’unanimità in legge 1 sui tagli e quindi sui costi della politica, perché ne parleremo quando andremo a presentare in Assemblea tra un anno il consuntivo 2015, do anche atto del fatto che in Commissione il consigliere Bertani aveva chiesto delucidazioni sull’onerosità o meno dei patrocini ed è stata fornita risposta da parte dell’organismo tecnico a confortare sul fatto che i patrocini concessi sono stati di natura non onerosa. Grazie Presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, questore Pruccoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Faccio solo alcune brevi considerazioni perché ritengo opportuno più che altro rivolgere l’attenzione dell’Assemblea a quello che è soprattutto l’oggetto successivo, cioè quello del Passante Nord, quindi sviscerare poco quello che è il rendiconto dell’Assemblea legislativa. In primo luogo in considerazione del fatto che non abbiamo partecipato attivamente, almeno gran parte dei Consiglieri che sono stati eletti in questa legislatura, alla rendicontazione dell’Assemblea nell’anno 2014, quindi è ovvio che andiamo a discutere su un qualcosa nella quale nessuno di noi è entrato nel merito, dall’altro lato però voglio evidenziare alcune considerazioni, cioè il fatto che il rendiconto dell’Assemblea è stato oggetto di diversi stop dovuti soprattutto all’intervento da parte dei tribunali che hanno comunque preso parte a questa rendicontazione in virtù del fatto che nella scorsa legislatura ovviamente quelle che erano le spese che venivano gestite direttamente dai gruppi assembleari sono oggetto di indagine, quindi è ovvio che questo rendiconto è un po’ monco ed è stato sicuramente oggetto di indagine da parte della magistratura, per cui si vedrà nel prosieguo quello che succederà. Inoltre c’è stato un trend positivo in ordine alla riduzione dei costi della politica, che, per quanto riguarda la contrazione tra il 2012 e il 2013, era pari al 7,16 per cento, di meno invece per quanto riguarda il 2013 e il 2014, che invece si assesta solo sullo 0,38 per cento.

Ovvio è, come diceva anche il consigliere Pruccoli, che questo rendiconto non tiene conto di quella che è la legge che noi abbiamo approvato appena ci siamo insediati, cioè quella della riduzione dei costi della politica, delle indennità e del taglio complessivo delle spese che sono appartenenti ai gruppi, che prima c’erano e che oggi non ci sono più. È naturale che vi siano alcune evidenziazioni che devono essere fatte sulla base di questo rendiconto, in particolar modo verifico i tempi di pagamento dei fornitori (la media è di sessantasei giorni negli ultimi due anni), sessantasei giorni che non sono in linea assolutamente con quella che è la nuova normativa per quanto riguarda i pagamenti delle pubbliche amministrazioni, che sono trenta giorni, quindi è ovvio che occorre accelerare i pagamenti da parte della pubblica amministrazione ai fornitori. In più è un dato del 2014 abbastanza sfalsato perché si è fatto riferimento in questo rendiconto al mese di dicembre in cui ci sono state solamente dodici fatture, per cui ovviamente non si potrà tener in considerazione i sessantasei giorni, ma questo tempo è sicuramente superiore.

Altro elemento è che nel 2014 ovviamente si è mostrata in tutta la sua criticità una crisi economica che ha evidenziato in tutti i comparti economici e sociali del territorio. Abbiamo utilizzato i fondi fuori dalla Regione in una promozione delle nostre aziende e dei nostri musei ma per attività che con la Regione poco hanno a che fare. Faccio un esempio per tutti, che è il programma nazionale “100 città per la pace in Medio Oriente”; il progetto aveva l’obiettivo di rafforzare e ampliare la collaborazione tra gli enti locali italiani con Israele e Palestina a favore della pace in Medio Oriente. Per alcune iniziative nemmeno ci sono stati forniti determinati dati di quante persone hanno partecipato rendendo veramente impossibile un’analisi nel merito.

È ovvio che su questo rendiconto noi riteniamo oggi di poter astenerci dalla votazione, quindi faremo un voto di astensione in virtù del fatto che è un rendiconto al quale noi non abbiamo partecipato, abbiamo evidenziato forti perplessità su quelle che sono state le analisi fatte negli anni precedenti ed è chiaro che il prossimo anno l’attenzione sarà sicuramente maggiore e vedremo quali sono stati e quali saranno i frutti di questi tagli ai costi della politica che a inizio legislatura sono stati approvati da questa Assemblea.

Sulla base di questo - faccio già la dichiarazione di voto, così non intervengo più – ci asterremo dalla votazione del rendiconto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Sarò molto veloce, intanto per ringraziare gli uffici e i questori anche per le precisazioni alle domande fatte. Il nostro più che altro sarà un voto politico nel senso che vogliamo ricordare che in questo rendiconto, come quello che ci troveremo ancora in quello di quest’anno, sono presenti ancora 5 milioni di euro di spese per i vitalizi, una spesa sulla quale abbiamo ribadito che vogliamo incidere e incideremo di nuovo, e, come ricordava il collega della Lega Nord, incide in parte il discorso dei rimborsi dei gruppi, sul quale ci sono state le varie inchieste.

Per questo motivo noi voteremo contro anche perché ancora noi aspettiamo l’applicazione di quell’ordine del giorno condiviso che abbiamo detto - ovviamente non può essere legato a questo rendiconto, però è un aspetto che ancora stiamo aspettando – che destina i risparmi di questa Assemblea. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Intervengo solo per una precisazione. Dato che è stato ripetuto, vorrei qui essere molto chiaro: i conti relativi all’anno 2014 non attengono a vicende all’attenzione di chicchessia per quanto riguarda i rimborsi dei gruppi perché la Corte dei Conti, come lei sa – lo abbiamo verificato in Ufficio di Presidenza –, ha approvato tutti i conti dei gruppi ad eccezione di due situazioni di due Consiglieri di gruppi misti, i quali uno ha chiesto semplicemente di poter avere i termini per opporsi e l’altro risulta irreperibile e nei confronti di quest’ultimo l’Ufficio di Presidenza ha attivato un’azione legale di recupero per quanto riguarda l’importo dovuto. Per il resto non ci sono state contestazioni sulla rendicontazione dei gruppi relativa all’anno 2014.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Non ci sono più iscritti in discussione generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 676.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’Assemblea approva.

Con questo abbiamo chiuso i lavori della parte amministrativa e passiamo ora agli atti di indirizzo.

 

OGGETTO 364

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte al riconoscimento dello stato di crisi del settore dell'edilizia, garantire ammortizzatori sociali per le aziende che versano in tale situazione, attuare la semplificazione burocratica del settore, promuovere interventi pubblici relativi alla ristrutturazione, riqualificazione energetica e messa in sicurezza dal punto di vista sismico degli edifici. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Calvano, Serri, Taruffi, Caliandro, Zappaterra, Marchetti Francesca, Molinari, Lori, Boschini, Rossi Nadia, Montalti, Ravaioli, Poli, Torri, Rontini, Pruccoli, Iotti, Sabattini

 

PRESIDENTE (Rainieri): Su questo documento sono pervenuti tre emendamenti a firma dei consiglieri Sassi e altri  due subemendamenti a firma del consigliere Bagnari.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Mi pare che avessimo concordato un’inversione dell’ordine del giorno per poter affrontare il tema del Passante atteso che l’Assessore competente è presente, mentre domani aveva difficoltà a essere in Aula. Dato che siamo in Aula anche domani, era solo per riuscire a discutere le due risoluzioni sul Passante.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Se lei fa la richiesta ufficiale di inversione dei lavori la mettiamo ai voti.

 

FOTI: Ufficiale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Adesso lascio la parola per un intervento a favore e uno contro sulla richiesta del consigliere Foti per l’inversione dei lavori. A favore è iscritto a parlare il consigliere Foti e nessuno contro, per cui l’inversione dei lavori è approvata.

 

OGGETTO 320

Risoluzione per impegnare la Giunta a manifestare contrarietà alla realizzazione del nodo autostradale denominato "Passante Nord" adoperandosi anche, per quanto di competenza, affinché non vengano concessi permessi o autorizzazioni propedeutiche alla attuazione di tale opera. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Piccinini

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 371

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte all'assunzione di una decisione definitiva circa la realizzazione o meno dell'opera infrastrutturale "Passante Nord di Bologna". A firma del Consigliere: Foti

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la discussione generale congiunta delle due risoluzioni.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. È un po’ una liberazione, dato che questo è il quarto Consiglio nel quale viene iscritta all’ordine del giorno questa risoluzione, una risoluzione con cui speriamo di fare un po’ di chiarezza sul Passante Nord dato che in oltre dieci anni di discussione su questo tema si è detto di tutto e di più e si è concluso poco e niente. C’è chi si ostina a dire che sarebbe l’unica soluzione a tutti i problemi del traffico del nodo bolognese e c’è chi lo contesta ponendo quesiti, avanzando osservazioni, proponendo anche alternative, che però non ricevono mai risposta. Qui dobbiamo tenere in considerazione che non ci troviamo di fronte a cittadini, movimenti politici e comitati che dicono di no a tutto a priori, ma ci troviamo di fronte a cittadini, comitati e movimenti politici che dicono semplicemente che così come è stato pensato il Passante Nord non va assolutamente bene.

Il tema è senza alcun dubbio molto delicato, e lo dimostra il fatto che il 26 gennaio, in occasione dell’Assemblea regionale durante la quale il Presidente Bonaccini ha illustrato le sue linee di mandato, ha tenuto un po’ in sordina la questione del Passante, fatto che facemmo notare fin da subito. Interpellato evidentemente da qualche giornalista, dato che sono usciti degli articoli di stampa, sempre il nostro Presidente Bonaccini dichiarò che doveva essere il territorio metropolitano bolognese a decidere se l’opera fosse utile o meno al territorio. Fin qui sarebbero state parole di assoluto buonsenso, se non fossero state totalmente smentite e stravolte dall’assessore Donini pochi giorni dopo, il quale ha ribadito la sua volontà di procedere con questa opera senza se e senza ma. Scusate, non era il territorio a dover decidere se l’opera fosse utile o meno? Qualcuno si è domandato quale fosse l’opinione del territorio?

A me risulta che, e non è certamente un segreto, oltre ad alcune organizzazioni professionali come quelle agricole, ci siano anche una decina di sindaci che hanno dato una sorta di altolà (sono i primi cittadini di Argelato, di Bentivoglio, di Budrio, Calderara di Reno, Castel Maggiore, Castenaso, Sala Bolognese, San Lazzaro, Granarolo e Zola Predosa), sindaci che hanno dichiarato pubblicamente, seppur timidamente, chi con più decisione e chi con meno decisione, la loro contrarietà al Passante Nord fin quando non verrà dimostrata la sua vera utilità, aspetto che ad oggi purtroppo non si è ancora stati in grado di dimostrare.

Addirittura Autostrade per l’Italia nel 2013 in una sua relazione disse che si otterranno modesti benefici trasportistici attesi dalla collettività poco significativi per le complanari e addirittura per l’A14. Nella stessa relazione si disse “consistenti impatti territoriali e ambientali, peraltro in un contesto caratterizzato da valenza paesaggistico-archeologica nonché da un’importante rete idrografica”. Sempre Autostrade, riferendosi alla stima dell’intervento in termini di soldi, disse “scarsa sostenibilità dell’analisi costi/benefici”. Tutto questo lo disse Autostrade per l’Italia e non Marchetti della Lega Nord, che può essere attendibile fino a un certo punto, anche perché Taruffi dice che so parlare soltanto di rom.

Io credo che ci dovremmo porre delle domande a questo punto. Stiamo infatti parlando di un’opera che porterà benefici? Sinceramente fino ad ora tutti i pareri hanno dimostrato l’esatto contrario. Stiamo forse parlando di un’opera voluta dal territorio? Pare di no, considerando le prese di posizione dei sindaci interessati dal passaggio del Passante Nord. Stiamo forse parlando di un’opera alla quale non esistono alternative? No. Anche questo non è vero, perché ci sono progetti e idee alternative come quella avanzata dallo storico comitato, oppure so che ci sono dei gruppi di lavoro impegnati anche all’interno dello stesso Partito Democratico che stanno pensando a delle soluzioni alternative, oppure ci potrebbero essere altre proposte avanzate da altri movimenti politici.

L’obiettivo di questa risoluzione infatti è quello di fermarsi un attimo, di riflettere, di valutare tutte le alternative in fretta ma di non ostinarsi a realizzare un’opera tanto per farla, perché non è quello che i cittadini vogliono da noi. Mi rivolgo soprattutto ai Consiglieri eletti nella provincia di Bologna: ricordatevi che sul territorio ci andiamo noi a confrontarci con i cittadini e che quei cittadini e quegli amministratori si trovano in questo caso una decisione imposta dall’alto.

Come Assemblea dunque dovremmo fare ciò che dobbiamo fare, decidere una volta per tutte, prendere una posizione e iniziare a eliminare tutti i dubbi che ci sono sul Passante Nord. Ovviamente non c’è chi ha torto o ragione a priori, ma esistono visioni strategiche differenti; decide sempre la maggioranza, ma è chiaro che ognuno di noi risponderà sul territorio del proprio operato all’interno di questa Assemblea. L’importante però quest’oggi è decidere una volta per tutte e ciò che chiediamo noi con questa risoluzione è abbandonare il progetto del Passante Nord e valutare altre strade perché non è assolutamente accettabile che per risolvere i problemi del nodo bolognese, problemi che esistono, perché non stiamo negando questo, si vada a spaccare completamente a metà con un semianello di circa 40 chilometri un territorio che ha una vocazione agricola importante.

Credo che sia arrivato il momento di prendere una decisione, chiediamo di abbandonare l’idea del progetto del Passante Nord così come è stato pensato fino ad ora, di mettere sul tavolo tutte le alternative disponibili e cambiare totalmente strategia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Marchetti Daniele.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Intervengo su questo argomento, che è un argomento che ho molto a cuore, come credo sia noto pubblicamente, non solo perché ho seguito l’evoluzione del Passante Nord fin dall’inizio (ero Consigliere comunale quando fu votato il Passante Nord già più di dieci anni fa a Bologna) e ho continuato a seguire questa partita complessa che credo debba essere un oggetto della nostra riflessione negli anni successivi. Credo di essere stato il primo a rendere noto quello che c’era scritto nello studio di Autostrade, che il collega Marchetti ha appena citato, in un post che è ancora pubblicato sul mio sito della fine del 2013, se non vado errato, e sono una persona che dopo aver votato a suo tempo il Passante Nord a questo punto ha maturato forti dubbi sull’opportunità di proseguire su questa strada tanto che sono impegnato all’interno del mio partito pubblicamente e nei luoghi anche pubblici nel dire che questa riflessione va fatta.

L’amministrazione regionale si è però insediata da poco tempo, l’assessore Donini ha preso a mano la partita da poco tempo e, come dirà lui dopo – interverrà alla fine perché non può intervenire durante il dibattito generale, ma soltanto in coda rispetto agli interventi dei Consiglieri – l’Assessore chiede a me e agli altri che gli hanno chiesto informalmente di fare il punto su questa partita di poter mettere insieme dal punto di vista tecnico un po’ di approfondimenti che consentano di comprendere se effettivamente è vero che il Passante così come è configurato non sarebbe risolutivo rispetto al tema autostradale e alla congestione dell’attuale asse tangenziale/autostrada e così via. Siccome credo sia doveroso per poter svolgere al meglio questo confronto anche dare il tempo alla Giunta e alla parte tecnica di terminare gli approfondimenti, siccome stiamo parlando di un tempo non infinito, condividendo l’assunto da cui è partito lo stesso consigliere Marchetti, cioè che occorre fare il punto su questa partita perché è una partita che dura ormai da molti anni, però per il fatto che dura da oltre dieci – dodici anni non possiamo farci imporre i tempi in modo tale da strozzare un doveroso approfondimento che la Giunta sta portando avanti in questa fase, credo che sia corretto quindi attendere che questo approfondimento venga fatto e questo è il motivo per cui non intendiamo sottrarci alla discussione sul merito di questa partita, però in modo serio intendiamo farla quando la Giunta sarà nelle condizioni di poter mettere sul tappeto gli approfondimenti che sta facendo.

In questo mio intervento quindi stanno insieme sia il riconoscimento dell’importanza del fatto di affrontare fino in fondo questo tema e la conoscenza profonda di quelli che sono anche i motivi di riflessione (c’è quello che ha citato il consigliere Marchetti e ce ne sono anche altri). Tra l’altro spero di ricevere delle smentite rispetto alla dichiarazione di Legambiente dei giorni scorsi che avrebbe citato di aver avuto un diniego da parte di un organo di stampa a pubblicare un’inserzione a pagamento su questo argomento, cosa che sarebbe di per sé abbastanza singolare perché Legambiente sta portando avanti con una sua propria coerenza una battaglia per la difesa del territorio e vede quindi in modo negativo per le ragioni che hanno espresso ripetutamente nei loro documenti questo intervento. È abbastanza singolare leggere che si sia rifiutato non un’intervista ma un’inserzione a pagamento che era stata in un primo tempo accettata. Mi baso semplicemente sulla dichiarazione che ho letto sulla stampa e spero di leggere nei prossimi giorni precisazioni che in qualche modo inducano a ridimensionare la portata dell’accaduto.

Dobbiamo e vogliamo approfondire fino in fondo questo tema, vogliamo farlo nel modo giusto senza pregiudizi, senza preconcetti e in questo ci sta anche il dare tempo alla Giunta per fare gli approfondimenti tecnici che ci ha richiesto. Questo è il senso per il quale non è un atteggiamento dilatorio ma semplicemente serietà; ci ritroveremo in questi stessi luoghi e in questi stessi banchi quando la Giunta sarà pronta col suo approfondimento ad affrontare nel merito il dibattito che ci propongono i colleghi della Lega attraverso questa risoluzione in questa occasione.

È del tutto evidente che non siamo nelle condizioni di anticiparne le conclusioni e questo è il motivo per cui rigetteremo l’ordine del giorno proposto non perché c’è una non condivisione del merito di alcuni dei temi ma perché c’è la volontà di volerli approfondire a tempo debito. Mi rendo conto che l’opposizione potrà su questo fare le sue considerazioni e credo anche, e in questo intervengo a nome di tutto il Partito Democratico e non soltanto a titolo personale, che siamo abituati a fare questo. Ci confrontiamo in modo aperto con le nostre idee, ma cerchiamo anche di farlo in modo costruttivo e produttivo dando gli uni agli altri il beneficio del fatto di poter fare ognuno il proprio lavoro per poter arrivare al momento e alla sede del confronto a poterlo svolgere in modo pieno, approfondito e senza speculazioni.

In questo senso e in seguito anche a questa scelta stilistica ci sta la scelta di porre il tema ma il tema lo porremo e lo affronteremo quando avremo tutti gli elementi per poter prendere effettivamente parola e decidere in merito. 

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Le due risoluzioni dovrebbero essere illustrate atteso che non hanno tutte e due lo stesso dispositivo e infatti, non essendosi pronunciato sulla mia risoluzione, devo supporre che il consigliere Paruolo farà esprimere al gruppo del Partito Democratico voto favorevole perché il dispositivo, che è ciò che vale, è esattamente quello che ha testé annunciato il consigliere Paruolo.

Lo dico anche facendo una piccola riflessione: fortunatamente in tema di lavori pubblici non opera la prescrizione, perché se operasse la prescrizione questo sarebbe prescritto da tempo, perché la prima delibera, che è quella del Comitato interministeriale per la programmazione economica, risale al 21 dicembre 2001 e inseriva il potenziamento del sistema autostradale e tangenziale di Bologna tra gli interventi strategici e di interesse sia nazionale sia regionale. Vorrei ricostruire la vicenda: c’è un accordo quadro dell’8 ottobre 2002, un’intesa generale quadro del 19 dicembre 2003, il piano di coordinamento provinciale di Bologna del marzo 2004 col quale viene inserito il Passante di Bologna quale opera strategica, l’atto aggiuntivo all’intesa generale quadro del 2007 che viene sottoscritta in relazione a quanto previsto nel 2003 e poi abbiamo una serie di ulteriori atti, addirittura la Commissione Europea che si deve pronunciare in ordine all’affidamento o meno ad Autostrade per l’Italia della realizzazione dell’opera in questione, poi riusciamo persino nell’impresa disperata, in attesa di decidere – in realtà si era deciso tutto perché altrimenti non si sarebbero firmate tutte queste intese -, che persino l’ANAS riesce a trasformarsi a tal punto che l’intesa va firmata non più con l’ANAS ma con il Ministero competente. Guardate che riuscire ad attendere che l’ANAS cambiasse pelle vuol dire averne fatto passare molto di tempo in questo stato. Poi si riassegna ad Autostrade Spa l’incarico entro il 31 luglio di fare uno studio di fattibilità del Passante Nord di Bologna, ma non si è contenti e allora, successivamente alla valutazione dello studio di fattibilità, c’è un impegno a sottoscrivere entro il 30 novembre uno specifico atto nel quale si ridefiniscano i reciproci impegni - siamo esattamente a quasi tre anni fa -, si sottoscrive tra Autostrade per l’Italia e ANAS un verbale di accordo da approvarsi con decreto del Ministero delle Infrastrutture per l’inserimento dell’iniziativa Passante Nord tra gli impegni di investimento di Autostrade per l’Italia per un importo massimo di 1 miliardo 300 milioni di euro. Si dice che in caso di mancata condivisione entro il 31 dicembre dello studio di fattibilità Autostrade per l’Italia ha le mani libere rispetto all’utilizzo del miliardo 300 milioni di euro, ma poi si fa un ulteriore studio e siamo al 24 dicembre 2013 quando il Ministero e Autostrade per l’Italia sottoscrivono una convenzione relativamente al Passante Nord che, non essendo stata raggiunta con gli enti locali per quanto riguarda l’intesa sul tracciato, prende atto che non sussistono le condizioni per l’inserimento della convenzione unica del Passante medesimo.

È roba non dico da Striscia la notizia ma quasi. Il 22 gennaio 2014 viene riaffermata da parte del Ministero e da parte degli enti locali l’importanza della realizzazione del Passante Nord, quale infrastruttura di interesse nazionale e si prende atto che non potevano essere presi in considerazione altri tracciati alternativi rispetto alla soluzione condivisa con gli enti locali. Pare di capire che alla fine, al 22 gennaio 2014, un anno e mezzo fa, finalmente avevate più o meno deciso e avevate preso un ritornello di una canzone di Battiato, ossia “Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose e sulla gente”. Pensavamo che al gennaio 2014 almeno Battiato vi avesse illuminato, invece non è stato così perché abbiamo ancora una pagina, per cui il 29 luglio si sottoscrive una cosa e il 19 settembre se ne fa un’altra. A questo punto sapete alla fine come si arriva? Si arriva al vostro governo.

Il 18 marzo 2015 c’è stata un’interrogazione a risposta immediata sul tema del Passante Nord di Bologna, risponde il Ministro Lupi (nel frattempo siamo riusciti a cambiare anche Ministro), il quale risponde così: “Non si può ulteriormente protrarre la decisione operativa della realizzazione del Passante nel senso che o si decide definitivamente e si va avanti, come ci sembra di aver capito dal confronto con le istituzioni – ormai non capiscono più niente neanche al Ministero – e devono essere la Regione, la Provincia e i comuni ovviamente a deliberare insieme con ASPI e con il Ministero il tracciato oppure credo che valga di più la pena fare altro, ma la strada intrapresa è quella della realizzazione del Passante Nord di Bologna”. Nonostante la democristianeria di Lupi, dice di decidere noi anche se la conclusione è che gli pare che vada fatto il Passante Nord.

La mia risoluzione, dopo aver ricostruito tutto quanto è agli atti – non mi pare che nessuno abbia da eccepire sulla risoluzione in termini di ricostruzione cronologica – impegna la Giunta ad attivarsi sia nei confronti dei rappresentanti degli enti locali sottoscrittori dell’accordo quadro del 29 luglio 2014 in premessa richiamato sia nei confronti di quelli che ne contestano il contenuto per assumere definitivamente una decisione in ordine alla realizzazione o meno del Passante Nord, opera infrastrutturale della quale ormai da dieci anni si dibatte tra progetti e controprogetti senza che mai si sia arrivati a una conclusione, con buona pace dell’asserita funzione strategica attribuita alla detta opera sia per il sistema stradale nazionale, regionale e in particolare quello bolognese sia per il miglioramento delle condizioni del traffico locale.

Io non so che si farà dopo quello che ha detto il consigliere Paruolo, che dice che non accetta la risoluzione del consigliere Marchetti e della consigliera Piccinini perché quella è contro il Passante, ma non accettate neanche quella che vi dice di decidere se siete a favore o contro. A dire il vero, se votate contro quella di Marchetti dovreste già essere contro, ma quella del consigliere Foti dice di decidere se siete a favore o contro; è vero che può esserci anche l’astensione, ma nelle opere pubbliche il voto di astensione vale come voto contrario, perché diversamente non si può procedere. Scherzi a parte, anche se non siamo su Scherzi a parte né su Striscia la notizia, ma è sicuramente un capitolo che potrebbe stare sia su Scherzi a parte sia su Striscia la notizia, potremmo sapere, anche magari accettando un emendamento, cosa decidete di fare? Vi impegnate a farlo entro una data?

Non è un’opera irrilevante né per quanto riguarda il costo né per quanto riguarda l’impegno del miliardo 300 milioni di euro che è iscritto a bilancio di Autostrade Spa. Noi non possiamo, e ringrazio il collega che aveva un’importante risoluzione sull’edilizia, per la cortesia di aver posticipato la sua, da una parte dire che c’è una crisi di tutto il mondo dell’edilizia, del mondo della costruzione e c’è la crisi generale e poi decidere a favore. Vorremmo sapere se siete favorevoli o contrari.

È partita nel 2001, ma in quattordici anni avete cambiato tre volte nome al partito ma non siete ancora riusciti a decidere se Bologna vuole il Passante Nord o no.

 

(interruzioni)

 

Almeno noi una decisione l’abbiamo presa. Guardate che non sono le maggioranze che hanno determinato la storia - questo ricordatevelo -, a partire dal Risorgimento. Io mi permetto di fare una riflessione molto semplice. Assessore Donini, sono passati anche sei mesi dal suo insediamento ormai, perché, se non sbaglio, la Giunta è in carica dai primi di gennaio e ormai siamo a metà giugno, ma soprattutto penso che questa sia una scelta per la quale, pur dovendola fare altri enti, la Regione non è del tutto estranea.

Detto questo, mi permetto di chiederle e di dirle se almeno a livello di tempistica ci può dare un periodo entro il quale pensa che tutti voi abbiate pensato a quale soluzione prendere, possibilmente cercando di pensare a prendere una decisione anziché pensare, come si è fatto per quattordici anni, di aver già preso una decisione. Io leggendo questi atti – lo dico sinceramente – ero in difficoltà a chiudere la risoluzione con un dispositivo, perché avrei dovuto dire “ad attivarsi perché siano eseguiti gli atti di cui sopra o in premessa richiamati”.

Ho detto, e mi sembra un atto di grande apertura non solo politica ma istituzionale, di farci sapere qual è la vostra decisione, che mi sembra l’ultima delle richieste che sia possibile fare all’opposizione. L’opposizione non può decidere per conto della maggioranza, ma può chiedere alla maggioranza, essendo un periodo stagionato, di poter decidere. Io nella mia risoluzione chiedo che si decida in un senso o nell’altro e quando verrete con una proposta che avete condiviso a quel punto potremmo esprimere la nostra opinione sulla proposta.

A questo punto, visto che nonostante tutte le proposte che avete sottoscritto non ne riconoscete una, almeno diteci, anche ammesso che ci sia una proposta, in quale vi riconoscete.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Intervengo come cofirmataria di questa risoluzione. Finalmente riusciamo a portare all’attenzione di questa Assemblea la questione Passante. Parliamo di un’opera anacronistica e di un’infrastruttura già vecchia di dieci anni e più, di cui sono sconosciuti i benefici per l’intera collettività metropolitana e regionale. Lo dice anche Autostrade: solo il 12 per cento del traffico di transito attuale su Bologna userebbe il Passante e appena il 6 per cento del traffico pesante. Tempo stimato per rientrare dall’investimento sessant’anni, un’opera di cui non sono stati contemplati gli effetti negativi per l’agricoltura, i coltivatori, le aziende agricole, l’indotto e l’ambiente, l’assetto idrogeologico e in generale la sostenibilità ambientale, un mostro di cemento che si è stimato divorerà 750 ettari di suolo agricolo, che sono pari a cinquecento campi da calcio, e comporterà il declassamento di 7 mila – 8 mila ettari di terreno agricolo sottraendolo all’agricoltura di qualità, biologica e favorendo nuove speculazioni edilizie, tradendo in partenza l’obiettivo di consumo di suolo zero del programma di mandato di questa Giunta e di questo PD sempre pronto a derogare anche ai buoni propositi quando in ballo ci sono gli interessi dei costruttori.

È un’opera che rientra in un accordo deliberato dalla precedente Giunta esattamente il giorno prima delle dimissioni del Presidente Errani dopo lo scandalo “Terre Emerse”. Tutto è regolare, certo, però noi qualche dubbio sull’opportunità di deliberare un atto così importante per un’opera così discussa e discutibile in un clima evidentemente non proprio sereno lo abbiamo, ricordando anche che quell’accordo è stato sottoscritto da un ex Assessore oggi indagato e da un Ministro degli Interni dimessosi per il medesimo scandalo Incalza. Questioni di opportunità politica.

Nella nostra risoluzione chiediamo fondamentalmente tre cose, in primis che si impegni la Giunta ad affermare la propria contrarietà rispetto a un progetto che non è utile a nessuno, se non ai già citati costruttori, e che non risolverà in alcun modo i problemi di traffico del nodo bolognese. In questo senso negli anni si sono sollevate diverse voci critiche anche all’interno dello stesso PD; per citarne uno, l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Bologna Gabellini, che definisce il Passante Nord di un’altra era, o il collega Paruolo, che in questi anni ha sollecitato giustamente i colleghi a non nascondersi e ad assumersi la responsabilità di dire no al Passante. Poi prendiamo atto di questa giravolta e allo stesso modo noi riteniamo che sia necessario fermarsi davanti a questo nuovo e inutile ecomostro e avere il coraggio di prendere in considerazione l’opzione zero, ovvero che questa opera venga messa definitivamente in soffitta, che è anche il nostro auspicio e a questo punto è solo il nostro.

In secondo luogo chiediamo che la Giunta valuti alternative sostenibili e lungimiranti e completi le opere stradali secondarie che sono ferme da decenni (la trasversale di pianura, l’intermedia di pianura, l’uscita autostradale dell’Interporto e il completamento della nuova Reno/Galliera). Ci piacerebbe poter affermare che l’epoca del cemento in questa regione è finita, che oggi il suolo è la risorsa primaria da salvaguardare e l’economia stimolata dallo sviluppo della rete digitale e non più da quella stradale, ma più questa legislatura procede e più ci rendiamo conto che purtroppo non è così, sempre alla faccia del tanto sbandierato consumo di suolo zero e tutela del territorio, come se poi non fossimo già abbastanza sottoposti a fenomeni di dissesto.

Non solo, in questi mesi sul suolo interessato dal Passante abbiamo assistito a rilevamenti e carotaggi anche in terreni privati all’insaputa dei proprietari, ad esempio nel comune di Castenaso, nonostante la diffida di un sindaco, quindi chiediamo come terzo e ultimo punto che la Giunta si attivi per quelli che sono le proprie possibilità al fine di evitare carotaggi o altre rilevazioni propedeutiche alla realizzazione del Passante.

Per quanto riguarda la risoluzione presentata dal collega Foti, credo che in dieci anni il tempo per capire che quello del Passante autostradale Nord di Bologna è un progetto totalmente fallimentare ci sia stato, quindi credo che ora sia il momento di avere coraggio, abbandonare una soluzione anacronistica e puntare sul potenziamento del trasporto pubblico, sulle nuove tecnologie, sul potenziamento delle infrastrutture telematiche e sulle cosiddette autostrade digitali.

Di quello che per noi non è altro che un gioco delle parti con gli amministratori del PD a livello locale siamo sinceramente stanchi e il Passante Nord per questo non si deve fare. Per questo voteremo no, quindi faccio già una dichiarazione di voto, alla risoluzione del collega Foti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Quello delle infrastrutture sicuramente è un tema sul quale ci siamo confrontati e ci continueremo a confrontare con diverse sensibilità in quest’Aula anche all’interno della maggioranza. Non è una novità come gruppo e come forza politica che Sinistra Ecologia e Libertà ha espresso un giudizio chiaro sul Passante Nord. In tutte le sedi abbiamo sempre detto che è un’opera che non condividiamo, non riteniamo strategica e non riteniamo utile per risolvere i problemi che pure affliggono il nodo bolognese e pensiamo anche che sia un’opera anacronistica, come dicono anche alcuni Assessori del Comune di Bologna, Assessori che non sono evidentemente di Sinistra Ecologia e Libertà, che evidentemente faceva parte di una programmazione superata dai tempi, perché è evidente che quando un’opera viene pensata dieci, quindici o addirittura vent’anni fa e dopo non si realizza è chiaro che i tempi e la realtà producono mutamenti e cambiamenti. È evidente però che questo passaggio, cioè il fatto di dire una parola definitiva sul Passante Nord, è un elemento importante e fondamentale anche perché troppi sono stati i passaggi in questi anni che hanno lasciato un po’ a desiderare.

Noi pensiamo che la programmazione infrastrutturale del nodo bolognese, quindi delle opere che servono per dare risposta al nodo bolognese, non possa prescindere ovviamente da una condivisione che non può che passare dai territori, quindi dalle amministrazioni comunali e dalla Città metropolitana, a cui andremo ad affidare un ruolo importante nella legge di riordino che ci appresteremo a esaminare in Commissione. Anche da un punto di vista urbanistico, della programmazione urbanistica e dell’infrastruttura la Città metropolitana avrà un ruolo importante e quindi non può non esserci anche quel livello di governo a determinare e a decidere su questi passaggi, come evidentemente anche la Regione.

Specifico – l’ho detto tante volte in questi mesi sia in Commissione sia in Aula – che la Regione si deve chiaramente dotare del piano regionale dei trasporti, che ha valenza 1998/2010, quindi scaduto da cinque anni, nel quale non era previsto il Passante Nord ma la risoluzione del nodo bolognese. Se è vero che i finanziamenti che dovrebbero servire per realizzare l’opera non sono finanziamenti di cui disponiamo noi e non siamo noi a dover decidere l’erogazione di quei contributi, non sono trasportabili da un asse a un altro e quindi non possiamo metterli sul trasporto pubblico locale – questo lo sappiamo – però lo stesso soggetto che quei soldi e quei finanziamenti dovrebbe investire, cioè ASPI, dice che alla fine quell’opera comunque non risolve i problemi, come è stato detto, perché probabilmente ci sarebbe un alleggerimento del traffico pari al 25 per cento.

Senza entrare troppo nei dettagli, anche se sarebbe utile e importante farlo, c’è il tema dell’eventuale banalizzazione dell’attuale percorso autostradale, pare che qualcosa forse potrebbe cambiare, però è difficile stare dietro alle varie ipotesi perché ogni due – tre mesi riparte la discussione, poi si ferma, qualcosa cambia ed è difficile tenere un quadro di insieme. Una cosa però è certa, ossia che è un’opera molto costosa e molto impattante da un punto di vista ambientale. È un’opera che si colloca in un territorio che fa dell’agricoltura un vanto, un’agricoltura di qualità, e che investe un territorio in cui i primi cittadini, non più tardi di qualche settimana fa (un paio di mesi fa, se non sbaglio), hanno firmato e sottoscritto un appello (dieci sindaci della cintura metropolitana bolognese) col quale dicono che quell’opera non è la soluzione (stiamo parlando di sindaci che non sono stati eletti da chissà quale forza politica, ma sono eletti e rappresentano il principale partito di maggioranza anche in questa Regione). Io penso che sia opportuno, quantomeno auspicabile, che a tutti i livelli si eviti il gioco per cui si fa opposizione e governo all’interno dello stesso partito, perché il gioco dei ruoli non serve a nessuno. Il Partito Democratico quindi dica con chiarezza a tutti i livelli che cosa pensa del Passante Nord e da lì partiamo.

Noi come gruppo Sinistra Ecologia e Libertà diciamo no. Quell’opera per noi non è un’opera strategica, come abbiamo detto, non è un’opera ambientalmente compatibile, non risolve i problemi e socialmente probabilmente qualche problema lo porta pure da questo punto di vista. Va da sé che come gruppo voteremo la risoluzione proposta dai colleghi Marchetti e Piccinini e non voteremo quella del consigliere Foti proprio perché dal nostro punto di vista è fin troppo aperta nelle sue previsioni, cioè non prende una posizione. Siccome noi la posizione l’abbiamo già presa e l’abbiamo presa chiaramente, penso che questa risoluzione in qualche modo sia superata, almeno dal nostro punto di vista.

Volevo dire altre due cose sul metodo. Visto che in politica la forma è sostanza e visto che le Assemblee legislative e i vari livelli di governo non si muovono sulla base di riunioni intorno al camino, ma si muovono sulla base di atti, segnalo che lo scorso 29 luglio, quando veniva sottoscritto l’accordo regolante gli aspetti relativi all’intervento del Passante Nord, per la Regione Emilia-Romagna firmava l’allora Assessore della Giunta Errani, anche se la Giunta Errani si era dimessa esattamente cinque giorni prima, il 24 luglio, e il Presidente Errani è venuto in questa sede rassegnando le dimissioni. L’assessore Peri ha firmato e ha sottoscritto un accordo evidentemente in una situazione di amministrazione straordinaria, cioè non nel pieno delle sue facoltà e possibilità da un punto di vista politico e istituzionale e - aggiungo io - in assenza – ribadisco quello che ho detto prima – del piano regionale dei trasporti scaduto da cinque anni.

Io che, forse ingenuamente, sono appassionato ai percorsi amministrativi e alle forme dei percorsi amministrativi, mi chiedo se sia possibile fare finta di nulla e andare avanti come se niente fosse non tenendo conto che anche solo da un punto di vista formale quell’accordo che ha rilanciato il percorso del Passante Nord è stato sottoscritto da un Assessore di una Giunta che era appena decaduta e che si era appena sciolta, perché il Presidente si era dimesso, e in assenza dello strumento normativo e regolativo che dovrebbe inquadrare quella discussione sulle infrastrutture, cioè il piano regionale dei trasporti. Non aggiungo, per amore e carità di patria, che...

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Taruffi, chiedo scusa. Consigliere Caliandro e gruppo Lega Nord, per favore, sta parlando il consigliere Taruffi.

Prego, consigliere Taruffi, prosegua.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Accolgo gli inviti dei colleghi che mi chiedono di stringere, ma devo ancora dire un paio di cose. Evito di dire che uno degli attori istituzionali che hanno firmato quell'accordo era la provincia di Bologna, che qualche mese dopo sarebbe stata – come sapevamo già allora – sciolta, perché sarebbe subentrata la Città Metropolitana. E siccome il passaggio dal punto di vista formale, ma anche sostanziale, tra Provincia e Città Metropolitana non è automatico, perché la Città Metropolitana è un ente diverso dalla Provincia, non solo perché la composizione degli organi è diversa, ma proprio perché è un altro soggetto, a mio avviso, non possiamo fare finta di niente, cioè non possiamo far finta che tutto questo non esista, anche solo prendendo in considerazione gli ultimi atti (non sto parlando di tutta la storia nella sua interezza).

Con riferimento ad un'opera che non risolve i problemi, per ammissione della stessa Aspi; che investe risorse che forse potrebbero essere messe a frutto meglio; che riscontra un’opposizione sociale e nei territori non solo dal punto di vista dei comitati, che pure sono importanti, che in questi anni hanno svolto critiche, fatto osservazioni, proposto soluzioni alternative, ma anche dal punto di vista dei primi cittadini dei comuni su cui dovrebbe insistere tale opera; a fronte del fatto che essa determinerebbe un consumo di suolo, peraltro di un’area importante della pianura bolognese, così significativo; a fronte del fatto che mancano le coordinate fondamentali all'interno delle quali inserire tale percorso; in considerazione di tutto ciò, a mio avviso, fermarsi è una soluzione non coraggiosa, ma di buonsenso, una soluzione di buonsenso!

Ovviamente gli ottocento ettari di consumo di suolo, ai quali si deve aggiungere un pezzo di terreno che comunque sarebbe in zona protetta e che quindi non potrebbe più essere usato per un certo tipo di agricoltura, come quella biologica, descrivono come ci sia anche un problema per quanto riguarda il consumo di suolo, legato alle attività che rendono importante quel pezzo della Provincia di Bologna, in quanto ospita attività significative dal punto di vista dell’agricoltura, considerando anche quanto spesso si parli del tema del rilancio dell'agricoltura.

Ebbene, per l'insieme di queste ragioni, a mio avviso, il voto favorevole a questa risoluzione è un voto coerente. Ci auguriamo – lo dico con una battuta – che la politica assuma il proprio ruolo, e non siano gli istituti di credito, come succede per altre opere, a decidere alla fine se l’opera si deve o non si deve fare, perché la politica perde di credibilità anche quando non riesce a decidere, quando le istituzioni non riescono a decidere, quando alla fine le decisioni su opere pubbliche, o comunque su opere che hanno un forte impatto pubblico, non vengono prese dalle istituzioni o dalle forze politiche, ma dagli istituti di credito, che alla fine decidono se è giusto o meno che un’opera venga finanziata.

Non è questo lo scenario, ma per evitare che queste situazioni si ripetano, forse è bene dire chiaramente che cosa ne pensiamo, dire con un minimo di chiarezza l’ultima parola su un'opera che, forse, ci ha fatto fin troppo discutere, a volte anche inutilmente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola all'assessore Donini per il parere della Giunta. Prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie per questa discussione, che era attesa da tempo, che peraltro rappresenta per me l'occasione per fornire alcuni chiarimenti, che devono essere espressi con molta forza in premessa. Se il Passante Nord si farà, non sarà per un’imposizione della Regione Emilia-Romagna; se il Passante Nord non si sarà, non sarà per un veto pregiudiziale o per una scelta contraria della Regione Emilia-Romagna.

Mi spiego meglio. Alla luce del progetto preliminare che sta redigendo Società Autostrade, che verrà consegnato non fra un anno, due o tre, ma fra un mese, a luglio, al massimo agli inizi di settembre; ma soprattutto in considerazione di un pronunciamento che noi intendiamo venga dato ufficialmente e formalmente sull’idea progettuale avanzata dal Comitato per l'Alternativa al Passante, pronunciamento che noi vogliamo dare insieme con le realtà istituzionali che hanno firmato l'accordo del luglio scorso, quindi insieme con il Governo, Città Metropolitana di Bologna, Comuni del territorio, questa amministrazione deciderà, carte alla mano, che – ripeto – non avremo fra dieci anni, ma al massimo entro qualche mese, se e a quali condizioni realizzare l'opera.

A questo punto, però, voglio entrare nel merito. Per quanto ci riguarda, gli obiettivi essenziali per la realizzazione del Passante Nord sono i seguenti. Innanzitutto il tracciato, che ha un percorso molto lungo, che risiede nel piano territoriale di coordinamento provinciale della Provincia di Bologna dal 2004. Il tracciato su cui attualmente si sta misurando la progettazione di Società Autostrade è praticamente simile, molto simile, a quello del 2004. Ma accanto al tracciato, noi abbiamo anche dei rilievi, delle proposte di modifica, delle ulteriori proposte da parte dei Comuni, che vogliamo vengano valutati ed accolti. Qualche istante fa ho detto che decideremo fra qualche mese, adesso dico sulla base di che cosa decideremo. Innanzitutto sulla base del tracciato, cioè se il tracciato che Società Autostrade proporrà con il progetto recepirà le proposte di modifica che noi abbiamo raccolto e che condividiamo, che provengono dai comuni del territorio.

Il secondo tema per noi molto importante è la “banalizzazione” dell'autostrada A14, tratto urbano Casalecchio-San Lazzaro. Ora, siamo tutti d’accordo che il nodo bolognese esiste; che il traffico del tratto urbano Casalecchio-San Lazzaro, ambo le direzioni, è molto intenso, tale da spezzare i ritmi di vita dei cittadini. Di conseguenza, noi vogliamo verificare quale efficacia abbia il tema della “banalizzazione” del tratto urbano Casalecchio-San Lazzaro nel progetto di Autostrade, se risponda o meno all'obiettivo del decongestionamento del traffico cittadino di Bologna.

Uno studio di Società Autostrade – è stato ricordato dal consigliere Marchetti ed altri – offre una soluzione non totalmente convincente con riferimento al decongestionamento del tratto urbano Casalecchio - San Lazzaro. Pertanto, questa amministrazione, con i suoi uffici, ha avviato uno studio, che renderà pubblico nel giro di qualche settimana, proprio per valutare se – anche attualizzando quei dati –si possa raggiungere l'obiettivo del decongestionamento del traffico cittadino bolognese.

Infine, le mitigazioni ambientali richieste dai Comuni del territorio; l'accoglimento delle richieste di opere di adduzione stradale e di proposte dei comuni; l'accoglimento della richiesta da parte del territorio di alcune opere di compensazione.

È questo che valuteremo, e non fra sei anni, ma al massimo entro – l'abbiamo detto anche nel programma – il primo anno di legislatura, quindi entro il 2015, a partire da luglio o settembre, quando avremo in mano la progettazione preliminare di Società Autostrade.

Faremo solo questo? No. Abbiamo chiesto ed ottenuto un incontro molto utile con il Comitato per l'Alternativa al Passante, perché vogliamo che venga data, indipendentemente dal grado di valutazione di questi nostri obiettivi sul progetto di Passante, anche una valutazione del progetto – ad oggi l'unica idea alternativa – del Comitato per l'Alternativa al Passante.

In questa sede, voglio pubblicamente riconoscere ai cittadini del Comitato, innanzitutto, che la discussione è sempre avvenuta con toni civili e di confronto, ma anche – com’è ovvio che sia – di scontro sulle proposte, ma mai con toni di delegittimazione reciproca. In secondo luogo, che essi stessi vogliono risolvere il problema del congestionamento del traffico bolognese, quindi pensano ad un'alternativa autostradale e stradale dell'ampliamento in sede. In terzo luogo, che sono propositivi.

Ora, noi faremo questa valutazione – ripeto: da luglio fino a fine anno – sia sul progetto preliminare di Società Autostrade, per verificare se ubbidisce ai criteri di cui sopra, sia dando risposta all’idea progettuale che è stata avanzata, localmente ma non solo, dai cittadini.

Chi vi parla non vive su Marte, quindi sa benissimo che, per quanto riguarda la mobilità bolognese, ci muoviamo in un quadro problematico. D'altra parte – lo sappiamo tutti, l'abbiamo detto – il congestionamento del tratto viario perdura, come sa benissimo chi lo percorre ogni giorno.

Sappiamo che il Passante Nord era un'idea non solo trasportistica, ma anche di pianificazione territoriale, che, in quanto tale, abbiamo l'opportunità di valutare alla luce delle nuove culture di pianificazione urbanistica. Veniamo da una serie di scelte (o di non scelte) su scala locale, fatte e ritirate. Per esempio, negli anni che furono, la bocciatura dell'allargamento in sede della tangenziale. Veniamo da un intervento – la terza corsia dinamica della A14 – che per sua natura non può ritenersi completo, che quindi è parziale. Veniamo da un’osservazione europea nelle forme e nelle procedure del Passante. Veniamo da alcune rigidità contenute anche nell'accordo di luglio, cui si è fatto riferimento. Ma veniamo anche dall'opportunità – ed è l'unico aspetto su cui ho polemizzato, mi scuserete – di non ingannare noi stessi e i cittadini che amministriamo per quanto riguarda il riuso del finanziamento destinato al Passante Nord. È chiaro, infatti, che se dovessimo decidere, legittimamente, che l'adeguatezza progettuale non è tale da rendere realizzabile il progetto di Passante, dovremmo rinunciare a quel finanziamento, a meno che non sia comunque possibile partire con Autostrade dalla risoluzione del nodo autostradale. Quindi non stiamo parlando della possibilità di traghettare risorse dal Passante Nord alla SFM, come ci è stato più volte chiarito. O alla viabilità ordinaria od alla viabilità di tipo secondario. Non è così: quelle risorse non sono a nostra disposizione, quel finanziamento è destinato alla rete autostradale.

Ebbene, il nodo bolognese deve essere necessariamente sciolto, entro – abbiamo detto – il primo anno di mandato. Qualche mese è già passato. Oggi il nodo bolognese si divide sostanzialmente in tre parti: il Passante Nord, il People Mover, che è stato già oggetto di discussione, e il Servizio Ferroviario Metropolitano, che per noi è prioritario, in quanto lo cofinanzieremo con questa nostra amministrazione.

La storia del Passante, però, dovrebbe suggerci qualcosa, come diceva in maniera ironica il consigliere Foti, e come dicevate un po’ tutti. L'8 agosto 2002 vi è un primo accordo interistituzionale (noi rappresentiamo le istituzioni) tra Regione, Governo Berlusconi e Provincia di Bologna, che stabilisce che il Passante Nord è la soluzione per il nodo autostradale di Bologna. Al 23 aprile 2003 risale il primo studio di fattibilità della Provincia di Bologna. Il 25 luglio 2005 vi è un nuovo accordo tra Regione, Provincia e Comune per realizzare il Passante, per il pedaggiamento aggiuntivo per la liberalizzazione della tangenziale, ed altre risorse aggiuntive per opere di mitigazione. Al 17 novembre 2006 risale l'approvazione da parte del CIPE del documento di economia e finanza 2008-2012, nell’ambito del quale il “Passante Nord” viene dichiarato opera strategica. Il 17 dicembre 2007 si registra l'intesa generale quadro, cui faceva riferimento il consigliere Foti. Nel 2010 ancora uno studio di fattibilità da parte di Autostrade, che non realizzerebbe il Passante Nord, ma una sorta di “passantino”, cioè un’opera più ridimensionata nel chilometraggio, a ridosso del centro del capoluogo di Bologna. Dal 2010 – chi vi parla coordinava quei sindaci per funzioni politiche – ci fu la levata di scudi da parte dei sindaci dei comuni, da parte della Provincia di Bologna, da parte della Regione Emilia-Romagna, che dicevano: “non vogliamo il “passantino”, vogliamo il Passante del 2004”.

Il 23 luglio 2012 si registra una nuova intesa tra gli enti di governo, nell'ambito della quale Autostrade si impegna di nuovo a progettare un'altra infrastruttura, sempre sul Passante Nord. Il 6 agosto 2012 Autostrade consegna un nuovo studio di fattibilità, che rappresenta un tracciato intermedio tra il “passantino” irricevibile e quello che i sindaci, gli enti locali, la Provincia e la Regione volevano, cioè il Passante del 2004: “non va bene neanche questo passante intermedio, vogliamo quello del 2004”. I sindaci si impegnano di nuovo con la Provincia di Bologna e con la Regione a correggere la proposte. È così che si arriva all'accordo di luglio.

Ora, l'opera è stata dichiarata strategica sei volte in dodici anni da Governo, Regione, Provincia e Comune di Bologna, ed anche dai Comuni del territorio, che adesso giustamente muovono dei rilievi e delle proposte di modifica. Essi stessi, non vent'anni fa, ma anche solo un anno fa, due anni fa, hanno recepito nelle loro pianificazioni comunali strutturali la traiettoria del Passante.

Oggi, quindi, il tema non è se rifare, per la settima volta in dodici anni o in tredici anni, una discussione strategica. Ribadisco che, per quanto ci riguarda, il tema è capire se il progetto preliminare che ci presenterà Autostrade è adeguato, è credibile, risolve i problemi, raggiunge gli obiettivi che ci poniamo; dare una risposta, con la dignità che merita, all’alternativa proposta dal Comitato per l'Alternativa al Passante.

Pertanto, è questo che faremo: una verifica di adeguatezza progettuale dell'una e dell'altra soluzione. Dopodiché, decideremo, senza imposizioni, nel giro di breve tempo, assieme al sistema del autonomie locali, cui ho fatto riferimento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Donini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Solo per chiedere di non perdere questo importante dibattito, quindi di portare a compimento questo lavoro con la votazione di questo punto, anche andando oltre le 19,00, ora fissata come termine dei nostri lavori. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Colleghi, sulla richiesta testé avanzata dal consigliere Caliandro può intervenire un consigliere a favore e uno contro.

 

CALIANDRO: Io sono a favore, chiaramente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, la proposta del consigliere Caliandro di proseguire fino alla votazione di questo provvedimento.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La proposta è approvata.

Passiamo, quindi, alle dichiarazioni di voto sulle due risoluzioni.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Molto brevemente, per non portare via altro tempo, devo dire che, dopo tantissimo tempo, ci avete stupiti. Dopo oltre dieci anni di discussione, venire a chiedere altro tempo, a mio avviso, è una posizione a dir poco singolare. Di parole nel tempo se ne sono dette tante. Oggi abbiamo avuto la dimostrazione che parole erano e parole rimangono. Perché serve a poco scrivere sul proprio sito internet di essere contrario al “Passante Nord”, se poi non si prende una decisione chiara e netta, decisone che peraltro si concilierebbe con le dichiarazioni dell'assessore Donini, il quale comunque dice: “si valuterà”. Nel mentre noi diciamo di fermare tutto e valutare tutte le carte sul tavolo.

Ripeto: ci avete veramente stupiti, perché dopo dieci anni chiedere altro tempo ci sembra una richiesta fuori dal normale. In ogni caso, noi rimaniamo sulla nostra posizione: chiediamo di fermare tutto e di rivalutare tutte le alternative presenti sul tavolo, come peraltro chiede la nostra risoluzione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Innanzitutto, faccio i miei migliori auguri al consigliere Paruolo perché riesca a convincere i suoi colleghi del PD, anche se devo dire che a me sembra che l'assessore sia già convinto. Infatti, quando parla di verificare il tracciato, di mitigazione e di compensazione, risulta già abbastanza chiaro che la strada è una: il Passante Nord si farà.

Facendo qualche conto a spanne, noi, la Lega e SEL siamo contrari, una parte del PD è contraria, si riuscirebbe a sostenere queste risoluzioni a maggioranza, perché mi sembra che comunque la strada sia già tracciata. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Intervengo solo per dare atto all'assessore Donini del grande impegno profuso nel cercare di ricostruire un impegno amministrativo, che peraltro, come diceva il consigliere Paruolo, non compete soltanto a noi, e che il PD, indipendentemente dalle posizioni in campo, sta cercando di tenere nel massimo della sua unità istituzionale e territoriale.

L'assessore Donini ha correttamente ricordato il motivo per il quale, da molto tempo, le istituzioni locali bolognesi hanno affrontato il tema di quest'opera, valutandone anche la fattibilità e l’interazione con il territorio, e il perché di questa scelta.

È stato dato conto anche delle perplessità, delle necessità di mitigazione, delle necessità di rivedere questo provvedimento alla luce delle istanze presentate dai sindaci di questo territorio, che rappresentano per tutti noi un indiscutibile punto di riferimento nella discussione sul tracciato.

Ebbene, possiamo dire che la realizzazione dell'opera non è una realizzazione che si può fare contro i propri territori, ma a favore dei propri territorio. Ed è qui che si capisce il senso del ragionamento sul tracciato, che il consigliere Paruolo ha già egregiamente rappresentato, ed il motivo per il quale scegliamo politicamente di votare contro tutte e due le risoluzioni. Non perché si cerchi – come in qualche modo si cerca di rappresentare – di trovare una soluzione terza, ma perché consideriamo due tratti indiscutibili, molto importanti.

Il primo è il tema delle risorse attualmente disponibili dalla Convenzione Unica, che regola la concessione tra il MIT e Autostrade, che sono vincolate al Passante Nord. Si tratta di risorse importanti per questo territorio, che non si possiamo maneggiare con la leggerezza di chi si vuole disimpegnare rispetto al mandato amministrativo. Donde il tentativo fatto dalla Regione, fatto dall'assessore Donini, al quale rinnoviamo la nostra fiducia, per cercare di trovare la migliore soluzione per questo territorio, per non perdere occasioni di investimento e per rendere allo stesso tempo il servizio a tutti i cittadini. Allo stesso tempo, la ricerca di una condivisione con il nostro territorio, con i nostri sindaci, che renda l'azione amministrativa possibile, condivisa e utile a tutti.

Pertanto, valutiamo con molta attenzione gli incontri, che sono incontri istituzionali; consideriamo la questione, come diceva il collega Paruolo, non conclusa qui, ma certamente oggetto di ulteriore riflessione e approfondimento, come si deve fare quando si ha a che fare con grandi opere, che cambiano la storia di un territorio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Solo per richiedere la votazione mediante dispositivo elettronico. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani, la sua richiesta è accolta.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 320, per impegnare la Giunta a manifestare contrarietà alla realizzazione del nodo autostradale denominato "Passante Nord" adoperandosi anche, per quanto di competenza, affinché non vengano concessi permessi o autorizzazioni propedeutiche alla attuazione di tale opera, a firma dei consiglieri Marchetti Daniele e Piccinini, con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

39

Favorevoli

 

13

Contrari

 

23

Astenuti

 

3

 

La risoluzione, oggetto 320, è respinta.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Rontini. Ne ha facoltà.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Intervengo solo per dichiarare, affinché rimanga agli atti, di avere sbagliato a votare (ho premuto il tasto sbagliato), e per chiarire che ero contraria alla risoluzione, come peraltro aveva ben rappresentato il mio capogruppo Caliandro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Rontini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Grazie, presidente. Anch'io intervengo per dichiarare, affinché rimanga agli atti, che ho sbagliato a votare, e per ribadire che sono assolutamente contrario alla risoluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 371, per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte all'assunzione di una decisione definitiva circa la realizzazione o meno dell'opera infrastrutturale "Passante Nord di Bologna", a firma del consigliere Foti, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

39

Favorevoli

 

3

Contrari

 

31

Astenuti

 

5

 

La risoluzione, oggetto 371, è respinta.

Se nessuno consigliere ha sbagliato a votare, si concludono così i nostri lavori.

L’Assemblea è convocata domani mattina, alle ore 9,30. Riprenderemo i nostri lavori con la trattazione solo degli atti di indirizzo, che oggi abbiamo messo in coda all’ordine del giorno.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 19,16

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Sergio VENTURI e il consigliere Paolo CALVANO.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 266 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Modifiche alla legge regionale 9 maggio 2011 n. 3 (Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile)"” (7)

 

Presenti: 45

 

Favorevoli: 34

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 10

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 5

Piergiovanni ALLEVA, Paolo CALVANO, Andrea LIVERANI, Roberta MORI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 320 “Risoluzione per impegnare la Giunta a manifestare contrarietà alla realizzazione del nodo autostradale denominato "Passante Nord" adoperandosi anche, per quanto di competenza, affinché non vengano concessi permessi o autorizzazioni propedeutiche alla attuazione di tale opera. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Piccinini”

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 11

Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Contrari: 25

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 3

Enrico AIMI, Galeazzo BIGNAMI, Tommaso FOTI.

 

Assenti: 11

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Francesca MARCHETTI, Roberta MORI, Massimiliano POMPIGNOLI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI.

 

OGGETTO 371 “Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte all'assunzione di una decisione definitiva circa la realizzazione o meno dell'opera infrastrutturale "Passante Nord di Bologna". A firma del Consigliere: Foti”

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 3

Enrico AIMI, Galeazzo BIGNAMI, Tommaso FOTI.

 

Contrari: 31

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 5

Gabriele DELMONTE, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Assenti: 11

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Francesca MARCHETTI, Roberta MORI, Massimiliano POMPIGNOLI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 266 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Modifiche alla legge regionale 9 maggio 2011 n. 3 (Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile)"” (7)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Foti:

«L'articolo 1 "Modifiche all'articolo 12 della legge regionale n. 3 del 2011" è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Foti:

«L'articolo 2 "Introduzione dell'articolo 12 bis della legge regionale n. 3 del 2011" è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Foti:

«L'articolo 3 "Modifiche all'articolo 17 della legge regionale n. 3 del 2011" è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Foti:

«L'articolo 4 "Entrata in vigore" è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Mumolo, Soncini, Nadia Rossi, Ravaioli, Francesca Marchetti, Sabattini:

«All'art. 1, comma 3, alla lett. c) del comma 2 dell'art. 12 da questo introdotta, la parola "principali" è eliminata.»

(Approvato)

 

Emendamento 6, a firma dei consiglieri Mumolo, Soncini, Nadia Rossi, Ravaioli, Francesca Marchetti, Sabattini:

«All'art. 1, comma 3, alla lett. d) del comma 2 dell'art. 12 da questo introdotta, la parola "biennale" è sostituita con "triennale".»

(Approvato)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Mumolo, Soncini, Nadia Rossi, Ravaioli, Francesca Marchetti, Sabattini:

«All'art. 2, comma 1, alla fine della rubrica dell'art. 12bis da questo introdotta ed al comma 1, dopo le parole "promozione della cultura della legalità", sono aggiunte le parole "e della cittadinanza responsabile".»

(Approvato)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Mumolo, Soncini, Nadia Rossi, Ravaioli, Francesca Marchetti, Sabattini:

«All'art. 2, comma 1, alla fine del comma 1 dell'art. 12 bis da questo introdotta, sono aggiunte le parole ", avvalendosi anche dei lavori dell'Osservatorio".»

(Approvato)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Mumolo, Soncini, Nadia Rossi, Ravaioli, Francesca Marchetti, Sabattini:

«Dopo l'art. 2 è inserito il seguente articolo:

"Art. 2 bis Modifiche all'art. 15 della legge regionale n.3 del 2011

"1. Dopo il comma 1 dell'art. 15 della legge regionale 3 del 2011 è aggiunto il seguente comma:

1 bis. Il centro di documentazione, sui temi oggetto della presente legge, inoltre:

a) promuove relazioni con analoghi organismi di documentazione attivi nel territorio nazionale e negli Stati membri dell'Unione Europea anche al fine di raccogliere informazioni, dati, documentazione, pubblicazioni, studi e ricerche relativi alle diverse esperienze sul tema;

b) promuove forme di collaborazione con le Università, le istituzioni scolastiche e le associazioni di cui alla presente legge per la diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, anche mediante apposite iniziative di formazione"."»

(Approvato)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani, Sassi, Gibertoni:

«All'art. 1 (Modifiche all'articolo 12 della legge regionale n. 3/2011) al comma 2 è aggiunta la lettera i) con il seguente testo:

"i) predisporre, con cadenza almeno biennale, una mappa georeferenziata del territorio regionale che, sulla base dei dati forniti dai soggetti competenti e coinvolti, individui:

a) le zone maggiormente esposte a fenomeni di criminalità evidenziando in maniera analitica le diverse fattispecie criminose;

b) i beni immobili definitivamente confiscati alla criminalità organizzata ed il loro attuale utilizzo."»

(Approvato)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani, Sassi:

«All'art. 1 (Modifiche all'art. 12 della legge regionale n. 3 del 2011) al comma 3 nel comma 2 così sostituito, alla fine della lettera d) sono aggiunte le parole:

"e dando particolare rilevanza ai cosiddetti ''reati spia" commessi con metodi mafiosi;"»

(Respinto)

 

Emendamento 12, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani, Sassi:

«All'art. 1 (Modifiche all'art. 12 della legge regionale n. 3 del 2011) al comma 3 il comma 2 bis è così sostituito:

"2 bis L'Osservatorio cura, dedicando ad essa un'apposita sezione del Rapporto di cui al comma 2, lett. d), l'attività di monitoraggio sui beni confiscati alla criminalità organizzata nella regione Emilia-Romagna, con il proposito di facilitare le attività di studio ed il riutilizzo sociale dei beni."»

(Approvato)

 

Emendamento 13, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani, Sassi:

«All'art. 1 (Modifiche all'articolo 12 della legge regionale n. 3 del 2011) al comma 3, si introduce il comma 2 ter con il seguente testo:

"2 ter L'Osservatorio regionale cura un portale telematico ed una banca dati contenente tutti i dati raccolti ed inviati ad esso dagli omologhi Osservatori di livello in fra regionale, attivati sia dagli enti locali sia da altre amministrazioni pubbliche presenti sul territorio regionale, in materia di prevenzione del crimine organizzato e mafioso."»

(Ritirato)

 

Emendamento 14, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani, Sassi:

«All'art. 1 (Modifiche all'articolo 12 della legge regionale n. 3 del 2011) al comma 2 si introduce il comma 2 quater con il seguente testo:

"2 quater La direzione dell'Osservatorio è affidato a personale scelto tra quello di ruolo dell'amministrazione regionale."»

(Respinto)

 

Emendamento 15, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani, Sassi:

«Dopo l'art. 2 (Introduzione dell'articolo 12 bis della legge regionale 3 del 2011) è aggiunto il seguente art. 2 bis:

Art. 2 bis

Sostituzione dell'art. 13 della legge regionale n. 3/2011

L'art. 13 della legge regionale n. 3/2011 è cosi sostituito:

"Art. 13

Costituzione in giudizio

1. La Giunta regionale, nell'ambito delle attività ad essa spettanti ai sensi dell'articolo 46, comma 2, lettera i), dello Statuto regionale, valuta l'adozione di misure legali volte alla tutela dei diritti e degli interessi lesi dalla criminalità organizzata e mafiosa e si costituisce parte civile nei processi di particolare rilevanza e allarme sociale verificatisi nel proprio territorio.

2. Eventuali risarcimenti, derivanti dai procedimenti di cui al comma " vengono destinati a finanziare le misure previste all'art. 10."»

(Respinto)

 

Emendamento 16, a firma dei consiglieri Piccinini, Sensoli, Bertani, Sassi:

«Dopo l'art. 2 (Introduzione dell'articolo 12 bis della legge regionale 3/2011) è aggiunto il seguente art. 2 ter:

Art. 2 ter

Introduzione dell'art. 16 bis della legge regionale n. 3/2011

1. Dopo l'art. 16 della legge regionale n. 3/2011 è aggiunto il seguente:

"Art. 16 bis

Partecipazione

1. La Regione assume la partecipazione dei soggetti che operano per lo sviluppo dell'ordinata e civile convivenza della comunità regionale, della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile quale elemento portante per le politiche di lotta alle infiltrazioni mafiose.

2. AI fine di rendere effettivo il diritto alla partecipazione attiva dei soggetti di cui al comma 1, e rendere pubblica la relazione prevista dall'articolo 17 comma 2, la Regione organizza una conferenza pubblica, da tenersi almeno due volte nel quinquennio di una legislatura, a cui partecipano le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale, le organizzazioni del terzo settore, gli enti locali e gli altri enti e soggetti interessati, nonché per svolgere, secondo quanto previsto dall'art. 17, comma 4, forme di valutazione partecipata."»

(Approvato)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

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