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39.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 29 SETTEMBRE 2015

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDI DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

Ricordo dell’onorevole Pietro Ingrao

PRESIDENTE (Rainieri)

TARUFFI (SEL)

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 1303

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in ordine alle cause che hanno determinato, in provincia di Piacenza, in occasione degli eventi alluvionali del 13 e 14 settembre, una gravissima situazione, aggravata dai ritardi nelle comunicazioni e negli interventi da parte dei diversi livelli istituzionali. A firma del Consigliere: Foti

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

RANCAN (LN)

RONTINI (PD)

RANCAN (LN)

TARASCONI (PD)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

AIMI (FI)

RANCAN (LN)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 921

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni a sostegno dell’economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata e modifiche alla legge regionale 19 agosto 1996 n. 31 (Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi)» (Testo base) (16)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

OGGETTO 112

Progetto di legge d'iniziativa dei Consigli Comunali di Monteveglio, Sasso Marconi, Crespellano, Castello d'Argile, Forlì, Tredozio e Montechiarugolo recante: «Disposizioni a sostegno della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata domiciliare con tariffa puntuale e dell'impiantistica funzionale al riuso e al riciclaggio. Competenze dei Comuni per le operazioni di gestione del servizio di igiene urbana privi di rilevanza economica. Regolamentazione del ristoro ambientale collegato all'impiantistica di smaltimento e di recupero diverso dal riciclaggio» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 6 del 26 ottobre 2012 e di regolarità n. 7 del 26 ottobre 2012, pubblicate sul BURERT n. 229 del 31 ottobre 2012 e già oggetto n. 3325 della IX Legislatura)

(Abbinato)

OGGETTO 113

Progetto di legge d'iniziativa dei Consigli Comunali di Galeata, Bertinoro, Savignano sul Panaro, Monte San Pietro, Medicina e Bazzano, recante: «Disposizioni a sostegno della riduzione della produzione dei rifiuti solidi urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata domiciliare con tariffa puntuale e dell'impiantistica funzionale al riuso e al riciclaggio. Competenze dei Comuni per la gestione del servizio di igiene urbana. Abrogazione e sostituzione della legge regionale 19 agosto 1996, n. 31» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 4 del 9 ottobre 2012 pubblicata sul BURERT n. 222 del 24 ottobre 2012 e di regolarità n. 5 del 19 ottobre 2012 pubblicata sul BURERT n. 223 del 24 ottobre 2012 e già oggetto n. 3307 della IX Legislatura)

(Abbinato)

(Ordini del giorno oggetti 921/1 - 921/2 - 921/3 - 921/4 - 921/5 - Presentazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MONTALTI, relatrice della Commissione

BARGI, relatore di minoranza

PARUOLO (PD)

PRODI (PD)

SASSI (M5S)

RAVAIOLI (PD)

TARUFFI (SEL)

PARUOLO (PD)

ZOFFOLI (PD)

IOTTI (PD)

BERTANI (M5S)

PRESIDENTE (Soncini)

LORI (PD)

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 1303

 

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,53

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la trentanovesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

 

Ricordo dell’onorevole Pietro Ingrao

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Chiedo un minuto di raccoglimento da parte dell’Assemblea per la scomparsa di Pietro Ingrao, già Presidente della Camera dal 1976 al 1979 e deputato della Repubblica dal 1948 al 1992, uomo delle istituzioni e pezzo fondamentale della storia democratica e repubblicana di questo Paese. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

La sua richiesta è senz’altro accolta. Pertanto, invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio in memoria dell'onorevole Pietro Ingrao.

 

(L’Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Colleghi, prima di dare inizio ai nostri lavori, mi permetto di fare presente ai capigruppo che, secondo me, dovremmo modificare la nostra condotta in ordine alla puntualità, perché non è possibile iniziare i lavori d’Aula, sia quelli della sessione antimeridiana e sia quelli della sessione pomeridiana, con almeno mezz'ora di ritardo.

Mi dispiace che non sia presente in Aula il capogruppo del Movimento 5 Stelle, ma sarà mia cura fare presente all’Ufficio di Presidenza, in occasione della prossima riunione, la necessità di mettere a posto queste situazioni, anche perché poi ci si lamenta quando, alla fine dei lavori, non si completa il programma stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo.

 

OGGETTO 1303

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in ordine alle cause che hanno determinato, in provincia di Piacenza, in occasione degli eventi alluvionali del 13 e 14 settembre, una gravissima situazione, aggravata dai ritardi nelle comunicazioni e negli interventi da parte dei diversi livelli istituzionali. A firma del Consigliere: Foti

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Diamo inizio ai nostri lavori con la trattazione dell'oggetto 1303: Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in ordine alle cause che hanno determinato, in provincia di Piacenza, in occasione degli eventi alluvionali del 13 e 14 settembre, una gravissima situazione, aggravata dai ritardi nelle comunicazioni e negli interventi da parte dei diversi livelli istituzionali, a firma del consigliere Foti.

Ricordo che, affinché la richiesta sia accolta, occorre la maggioranza assoluta dei voti e che si voterà con il dispositivo elettronico.

Ricordo, inoltre, che, in sede di dibattito generale, ogni consiglieri può intervenire per 10 minuti e che, in sede di dichiarazione di voto, sono previsti 5 minuti di intervento per gruppo.

Ha chiesto la parola il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Devo dire che trovo alquanto anomalo la circostanza per la quale i banchi della Giunta siano deserti, probabilmente perché nessuno è interessato all'argomento. Eppure è un argomento che, a mio avviso, dovrebbe interessare anche la Giunta perché questa richiesta non vuole essere, come è indicato chiaramente nel testo che andrà in votazione, un momento di - come potrei dire? non di "vendetta" perché non mi piace questa parola - ritorsione politica.

Questa è la richiesta di istituzione di una commissione di indagine che nasce da un insieme di atti che ho personalmente verificato e che vado velocemente ad illustrare.

Colleghi, se si analizza il materiale a nostra disposizione si possono trovare stampati anche dei libretti abbastanza interessanti - ad esempio il Sistema regionale di allertamento per il rischio idrogeologico ed idraulico - che descrivono nel dettaglio, dalla a alla zeta, il "che fare" e "come gestire".

Io mi sono permesso di portare una copia in formato A3 - altrimenti non sarei riuscito a leggere - di quanto si evince dal sito della Regione, da cui ho imparato che i consigli che si danno ai cittadini sono, innanzitutto, di conoscere gli uffici di Protezione civile del comune in cui risiedono e il livello di rischio di alluvione del territorio in cui vivono; poi di conoscere ed individuare le aree di prima accoglienza ed assistenza predisposte dalla Protezione civile del loro comune. Già qui mi potrei fermare perché sulla richiesta di commissione d'inchiesta relativa alle provincia di Piacenza si fa rilevare come la metà dei comuni non abbia mai deliberato il Piano di Protezione civile, quindi i consigli, in caso di alluvioni, pubblicati trovano scarsa rispondenza nei comportamenti della Pubblica Amministrazione.

Sempre leggendo, ho imparato che durante un'alluvione il cittadino dovrebbe fare tante cose, tra le quali dovrebbe preoccuparsi di avere a disposizione sempre una radio portatile. Al che mi sono chiesto quanti di noi, nelle nostre case, posseggono ancora una radio portatile. Io ricordo che una volta ce l’avevo ed era anche carina e, quando andavo allo stadio, vedevo la partite e seguivo tutto il calcio minuto e per minuto. Ad oggi, però, mi pare uno strumento desueto, tanto più che la finalità dovrebbe essere quella di sintonizzarsi sulle stazioni locali ed ascoltare eventuali segnalazioni utili. No, colleghi, non sto leggendo dal Corriere dei piccoli, sto leggendo dal sito della Regione.

Sennonché, ho cercato di andare più avanti e, da diligente cittadino, ho visitato il sito della Protezione civile regionale ed ho cliccato sul link "Rete dei centri di Protezione civile in Regione", perché mi aspettavo che quella parte che era indicata prima, cioè la localizzazione, emergesse; invece ho trovato questa slide, che ho stampato anch’essa in formato A3 per vedere meglio, che dice che, nell’ambito del Programma di rete regionale centri e presidi di Protezione civile, in Regione abbiamo sei centri unificati provinciali operativi, 49 aree di ammassamento, 54 centri sovracomunali operativi, 90 centri operativi, 64 strutture di prima accoglienza; dice che il detto Programma è stato realizzato mediamente all'89 per cento e che vi sono stati finanziamenti a carico della Regione per oltre 20 milioni di euro e degli enti locali per circa 20 milioni di euro.

Finita questa slide è finito il sistema informativo, quindi chi va sul sito della Protezione civile ha contezza piena di che cosa ha fatto la Regione, ma non sa dove deve andare.

Mi si dirà: ma questo è materiale divulgativo, e ci può anche stare. Al che sono andato a vedere una pubblicazione che, probabilmente, ha una finalità molto più ampia, perché è una specie di summa teologica del sistema regionale di allertamento per il rischio idrogeologico e geologico realizzato dalla Regione nel 2012, quindi abbastanza recentemente, che dovrebbe costituire il vademecum per il Sistema regionale di Protezione civile, nonché per gli enti locali. L'ho letto e soprattutto ho notato come, giustamente, una fondata attenzione venisse prestata alle varie frasi attraverso le quali il livello dell'alluvione viene classificato: il livello 1, il livello 2 e il livello 3. Il livello 3 - dice testualmente - costituisce il raggiungimento di livelli idrometrici particolarmente critici da interessare la popolazione residente nelle aree a maggiore rischio e richiede l'attivazione del Sistema di Protezione civile, nella fase di allarme o di preallarme, qualora non già attivata.

A questo punto, sono andato a vedere quali sono stati invece gli atti assunti. Prima, però, faccio una premessa: la Regione Emilia-Romagna è tra le poche regioni che hanno investito notevolmente, secondo me giustamente, su quelle reti di monitoraggio che sono indispensabili per sapere che cosa accade. Infatti, esiste una rete di monitoraggio di monitoraggio idro-meteo-pluviometriche in telemisura (rete RIRER), nell’ambito della quale a Piacenza abbiamo 24 stazioni per la rilevazione delle precipitazioni e 19 stazioni per il rilievo del livello idrometrico; a Parma ce ne sono invece 50 per le stazioni pluviometriche e 27 per quelle vene idrometriche.

Ebbene, vogliamo vedere che cosa è successo con tutte queste attrezzature? Cito dal bollettino di monitoraggio delle 1.30 del 14 settembre, relativo ai fiumi Tidone, Trebbia, Chiavenna, Nure, Taro e Parma: risultava che già alle ore 1.00, cioè mezz'ora prima, l’Aveto, alla stazione idrometrica di Cabanne, superava la soglia 3 di 1,34 metri; un'ora dopo, cioè alle 2.00, l’Aveto, alla stazione idrometrica di Salsominore, superava la soglia 3, che è quella di massimo allarme, di 1,66 metri. Dallo stesso bollettino si ricava che il Nure, alle 1.20, era ad appena 6 centimetri dal livello della soglia 3.

Nella relazione preliminare di evento, realizzata dalla Protezione civile regionale, si legge che sul bacino del Trebbia i primi innalzamenti dei livelli idrometrici si sono registrati sull’Aveto, nella stazione di Cabanne, dove il livello è cresciuto di oltre 4 metri in un’ora e mezza, con solo mezz'ora di ritardo rispetto alle massime intensità di piogge registrate a Barbagelata. A Cabanne la rottura dell’idrometro non ha consentito di registrare il colmo di piena, che si è propagato rapidamente verso Salsominore, dove il livello idrometrico è cresciuto di 7 metri in un’ora e mezza, raggiungendo un colmo di 7,88 metri all’1.30 ora solare, quindi alle 2.30. Pertanto, alle 2.30, a Salsominore si è raggiunto il livello di colmo a 7,88 metri. Se prendiamo per buono quanto scritto, cioè che l'Aveto è cresciuto 7 metri in un'ora e mezza, perché questi sono i dati, significa che è cresciuto di 7 metri tra l'1.00 e le 2.30 di notte.

Voi direte: e allora? Sì, peccato che vi sia un piccolo (ma rilevante) particolare: la sala della Protezione civile è stata attivata alle 3.15. Strano modo di prevenire o di collaborare con quanto sta accadendo, perché noi ci preoccupiamo di aprirla un'ora e mezza dopo il punto di massima.

Sempre dal rapporto speditivo sull'evento alluvionale del 13 e 14 settembre 2015, realizzato dal Servizio Idro Meteo Clima dell’Arpa, si apprende testualmente: "Il Centro Funzionale ha mantenuto il presidio h24 durante la notte tra il 13 ed il 14 settembre, rilevando attraverso il monitoraggio la severità dell’evento in corso, e comunicandolo tempestivamente alle strutture di Protezione Civile, già a partire dalla tarda serata di domenica 13". Ora, se l'italiano ha un senso, la tarda serata di domenica 13 è prima del 14, il che vuol dire che l'allerta è stata data prima di mezzanotte. Peccato che, come abbiamo visto, i fatti dimostrano che la sala di Protezione civile è stata aperta alle 3.15.

Aggiungo, inoltre, che sarebbe stato interessante, anche da parte mia, consultare i rilevamenti orari dei dati idrometrici relativi ai pluviometri che teoricamente dovrebbero essere accessibili dal pubblico tramite il Sistema Dexter di Arpa. Vi sfido, però, ad accedervi. Ho provato tutto il pomeriggio di venerdì, peraltro mobilitando una buona parte della struttura regionale, ma dopo tutto il pomeriggio, tutti si sono arresi: l'applicazione Dexter risulta pericolosa, quindi non consultabile per la quasi totalità dei PC.

Presidente, mi avvio a conclusione, però mi rendo conto anche che, parlando di cose serie, bisognerebbe avere tempi diversi.

Se tutto questo non bastasse, vi citerei semplicemente due frasi del sindaco di Piacenza: "Alle 5.44 è arrivata l'allerta 82 con un aggiornamento della fase di allarme relativa al fiume Trebbia con una e-mail che corrisponde anche fisicamente all'invio di un messaggio da parte del Centro regionale alla Protezione civile. In questa allerta è mancato però un allegato che è stato trasmesso successivamente".

Evviva! Evviva! Evviva! Noi trasmettiamo gli allarmi senza neanche gli allegati! E siamo in situazione d'emergenza.

Dopodiché, signor Presidente dell'Assemblea legislativa e colleghi consiglieri, votate pure contro l’istituzione di questa commissione d'inchiesta, peccato che, come è facile dimostrare, non più tardi di ieri il Consiglio comunale di Piacenza, su mia proposta, ha accolto all'unanimità la proposta di una commissione d'inchiesta comunale su quanto accaduto a Roncaglia, frazione ad un chilometro e mezzo dalla città, che è stata allagata alle 8.15 del mattino, senza che nessun cittadino fosse stato preavvertito del rischio che correva. A Piacenza non abbiamo avuto paura di metterci in discussione; qui non ho alcun dubbio che, nel nome dell'infallibilità della macchina regionale, non lo si farà, con un piccolo particolare: dove la politica non ha il coraggio di mettersi in gioco e di coprire gli spazi che vengono aperti, a volte anche per sua indulgenza o colpa, altre autorità intervengono a coprire quei ruoli.

Se non vi sarà indagine amministrativa, non rimarrà che rivolgersi ad altre autorità.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Le ricordo che, vista l'importanza dell’argomento, le ho dato il 50 per cento di tempo in più, e che comunque i tempi del dibattito si decidono in Conferenza dei Capigruppo, come lei sa benissimo, dunque non avrei nemmeno bisogno di ricordarglielo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rancan. Ne ha facoltà.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Rifacendomi alle parole che il collega Foti pronunciava citando giustamente la mancanza di serietà con cui è stato ottemperato a tutto il servizio, anche perché a Roncaglia vi è stato il problema - se così vogliamo definirlo - tre ore e mezza dopo della vallata in alto, e nessuno nella Valle di Roncaglia, quindi più in basso, sapeva della cosa. Vi è stato forse un piccolissimo problema di comunicazione, ma un enorme problema per la nostra gente.

Se leggiamo Libertà, giornale locale di Piacenza, del 20 settembre, abbiamo una dichiarazione del sindaco Busca, che conoscerete tutti benissimo, il quale dice che l'allerta ha fatto cilecca e che Regione e Prefettura chiedevano a lui che cosa stava succedendo. È lampante, dunque, come questo sistema sia completamente fallito.

Per vedere che cosa sta succedendo abbiamo anche delle dichiarazioni di sindaci che dicono che è molto difficile operare in un'Area Vasta, quindi potremmo ampliare il discorso alla riforma istituzionale in atto, che crea molta difficoltà nella gestione di questi eventi. Pertanto, dopo le dichiarazioni del sindaco Busca, che rappresentano bene come funzioni male il sistema regionale, prendiamo esempio anche da altri sindaci.

Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che tra flessibilità, patto di stabilità e contributi ai comuni non stanzia nemmeno il 10 per cento delle risorse di danni che sono stati conteggiati nella Provincia di Piacenza. Questo alla faccia dello stato di emergenza. Abbiamo uno Stato che non stanzia nemmeno il 10 per cento delle risorse che servirebbero. Questo vuol dire che il giro in elicottero di Renzi, che è avvenuto sul nostro territorio, oltre a non servire praticamente a nulla, se non alla dichiarazione di uno stato di emergenza che a oggi non ha ancora trovato risposta concreta, ha portato solo proclami. Citando anche le parole del Sottosegretario De Micheli che dice giustamente che in Italia sono stati aperti già 44 stati di emergenza, se la tempistica deve essere lunga anche per Piacenza, spero solo che il Governo riveda un po’ tutte le sue priorità, come spero che riveda le sue priorità anche il governo di questa Regione. Ovviamente, questo va detto, è stato un evento veramente eccezionale. Questo va assolutamente ricordato, però non nascondiamoci dietro l’eccezionalità dell’evento per creare un alibi. Questo deve essere ben chiaro.

Geologicamente parlando - e questo dobbiamo dirlo - i fiumi partono dalla loro creazione, quindi da migliaia di anni ripercorrono sempre quel percorso, quindi bisogna stare anche attenti con le scelte politiche e di pianificazione che vengono fatte al bordo di questi fiumi. È un processo che doveva partire molto prima. A me dispiace che vengano sempre stanziate delle risorse, anche se minime, quando il disastro è ormai avvenuto. Bisognerebbe cercare di fare prevenzione. Sappiamo benissimo che nelle emergenze forse qualcuno ci guadagna, non diciamo chi perché è brutto da dire, ma forse bisognerebbe anche cercare di controllare meglio come vengono spese queste risorse.

Io credo che la proposta del consigliere Foti sia da avallare in toto perché abbiamo sicuramente appurato che qualcosa nel sistema non ha funzionato, abbiamo sicuramente appurato che degli sbagli qualcuno li avrà pur fatti perché altrimenti in questa situazione non ci saremmo mai trovati e allora io chiedo una cosa: siccome il Governo centrale, il Governo Renzi, il Governo che ha lo stesso colore politico di questa Regione ha risposto no a una commissione d'inchiesta su un ordine del giorno della Lega mentre il Comune di Piacenza, come citava prima il consigliere Foti, ha avallato questa richiesta, noi chiediamo che anche il governo di questa Regione si scardini da quella che è la linea nazionale e che prenda solamente una presa di coscienza per il bene dei cittadini perché so che molti di voi sono stati nei territori alluvionati e hanno visto benissimo qual è il sentore della gente. Avete visto benissimo come si sentono lontani dalle istituzioni. Questo potrebbe essere un passo per dare una speranza in più a queste persone che a oggi si vedono portati via case, esercizi commerciali, attività produttive e quant'altro.

Credo che sia una presa di coscienza perché già la Procura sta facendo la sua parte, ma è giusto che ci sia anche la politica che faccia la sua parte. Spero vivamente che voi accogliate questa proposta. Nei miei panni da piacentino o comunque se ci fosse qualcuno che risiede in quella zona – e l'Assessore Gazzolo lo sa bene perché lei è cittadina onoraria di Farini che è uno dei Comuni più colpiti, le hanno dato anche le chiavi del paese, se non sbaglio – credo che possa essere un segno di concretezza avallare la proposta di una commissione d'inchiesta anche da parte sua, essendo cittadina onoraria.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Rontini. Ne ha facoltà.

 

RONTINI: Grazie, Presidente. Nell’intervenire sulla richiesta di istituire una commissione speciale di inchiesta a seguito dell'emergenza maltempo che si è verificata nel territorio di Piacenza, ma a cui aggiungerei anche quello di Parma, seppur in quelle zone i danni siano stati certamente minori nella notte tra il 13 e il 14 settembre, voglio ricordare che già all'inizio della legislatura quest'Aula si è espressa su un'analoga richiesta a firma di alcuni consiglieri del Movimento 5 Stelle in merito all'istituzione di una commissione speciale di inchiesta più in generale sulle emergenze ambientali a seguito degli episodi che si erano verificati in Emilia-Romagna i primi giorni di febbraio. Oggi come allora voglio provare a spiegare che ritengo non serva creare ulteriori strumenti ad hoc. Più semplicemente bisogna far funzionare ancora meglio quelli che già abbiamo ed è necessario che ogni forza politica dia il proprio contributo per questo obiettivo.

Per parte mia, avendo ricevuto da voi colleghi la responsabilità di presiedere la commissione che si occupa di territorio e ambiente, voglio confermare la piena disponibilità a convocare con tempestività, così come credo sia stato fatto giovedì scorso, tutte le sedute che riterremo necessarie per accompagnare il cammino legato alla ricostruzione di questi territori, allo scopo di migliorare i processi e i percorsi e mettere noi commissari in grado di esercitare al meglio il nostro ruolo a supporto delle popolazioni colpite. Questo è un obiettivo che certamente ci accomuna al sentiment, se l’ho ben colto, della richiesta del consigliere Foti.

Due considerazioni vanno fatte: una nel metodo e una nel merito. Sul metodo voglio ricordare che, a differenza di quanto avviene per le commissioni parlamentari d'inchiesta a cui vengono attribuiti poteri di autorità giudiziaria e quindi poteri coercitivi, le commissioni assembleari di inchiesta possiedono esattamente gli stessi poteri che abbiamo come singoli consiglieri e che hanno le commissioni assembleari ordinarie. Io non conosco il Regolamento del consiglio comunale di Piacenza, però il nostro nell'andare a istituire una commissione speciale di inchiesta non aggiungerebbe nulla. Non si tratta di mancanza di coraggio. Vado a rileggere il comma del Regolamento che lo regola, laddove dice che le commissioni d'inchiesta sommano tutti i poteri ispettivi e di controllo previsti dallo statuto, dal regolamento e dalle leggi regionali. Spettano in ogni caso alla commissione di inchiesta i poteri di cui all'articolo 39 nei commi da 1 a 12. L'articolo 39 è proprio quello che definisce le funzioni delle commissioni ordinariamente istituite.

Per quanto riguarda il merito, avendo potuto ascoltare questa mattina le risposta dell'Assessore Gazzolo ai due question time e la sua relazione durante la lunga seduta della commissione III la settimana scorsa corredata dalla messa a disposizione di tutti i materiali relativi alla richiesta dello stato di emergenza con le relazioni speditive di Arpa e Protezione Civile che anche prima venivano citate insieme alle segnalazioni dei Comuni per le prime urgenze, mi pare di poter affermare che nonostante l'assoluta eccezionalità dell'evento in quelle ore in cinque stazioni di misura si sono registrati valori maggiori ai 100 millimetri l'ora e la stazione nel bacino dell'Aveto ha addirittura registrato un'intensità massima oraria di 123,6 millimetri l'ora. In questa situazione di eccezionalità l’emergenza è stata ben gestita dalla fase di allertamento a quella degli interventi sul campo.

La Regione ha subito stanziato 5 milioni di euro per gli interventi di somma urgenza e ne prevede altri 28 per quelli strutturali. Assieme a questi il Presidente Bonaccini d’intesa con gli enti locali ha tempestivamente inoltrato richiesta perché il Consiglio dei Ministri riconoscesse lo stato di emergenza nazionale, stimando danni per il patrimonio pubblico pari a oltre 88 milioni di euro a cui si aggiungeranno quelli a carico dei privati la cui ricognizione analitica con la raccolta delle autocertificazioni, come la nuova procedura standardizzata a livello nazionale prevede, inizieranno non appena avremo in mano l'ordinanza di approvazione dello stato di emergenza, come si ricordava anche questa mattina. Approvazione che - l'abbiamo sentito, ma ci tengo a sottolinearlo - è arrivata a soli 11 giorni dall'evento assieme alla quale il Governo Renzi ha stanziato i primi 10 milioni di euro per gli interventi urgenti. È stato un risultato, a nostro avviso, raggiunto grazie all'impegno di tutte le istituzioni coinvolte, a partire dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile che ha lavorato di concerto con tutte le strutture che capillarmente sono presenti sul territorio, i servizi tecnici di bacino, Arpa, Aipo, i consorzi di bonifica assieme naturalmente a tutti i volontari e i tecnici che colgo l'occasione per ringraziare per il supporto irrinunciabile che hanno fornito e che prestano all'azione e al lavoro dei Comuni e dei Sindaci.

L'Assessore questa mattina ci ha detto che si proseguirà con la stessa celerità. Il 1° ottobre sono stati convocati tutti i Sindaci dei Comuni alluvionati assieme al Prefetto e alle Province e verrà insediato il comitato istituzionale per concordare la programmazione di queste prime risorse. È poi in corso di valutazione per le zone colpite il differimento dei pagamenti dei tributi fiscali e lo sblocco del patto di stabilità che auspichiamo possano trovare una prima positiva risposta fin dalla legge nazionale di stabilità.

Quanto alle presunte inefficienze nella linea di comando e coordinamento dell'emergenza, esse non sono state ravvisate dall'Assessorato competente che in commissione invece ha posto l'accento sulla frequenza e sull'intensità, intensità che riduce drasticamente i tempi di risposta con cui negli ultimi anni si sono manifestati questi eventi e su cui dobbiamo continuare a lavorare, su cui certamente ancora tanto rimane da fare, come del resto ci siamo detti fin dall'approvazione del programma di legislatura, impegnandoci finalmente a spostare risorse ed energie dalla fase di gestione delle emergenze a quella di prevenzione del dissesto. A tale proposito l'orientamento della Giunta è quello di attivare il sistema di Protezione Civile già nella fase in cui Arpa dirama i primi bollettini di attenzione per eventi meteorologici. Oltre a mettere a disposizione dei territori tramite un nuovo portale on-line dedicato, gli aggiornamenti dei bollettini di Arpa e le comunicazioni dell’agenzia regionale di Protezione Civile ogni 15 minuti. Sono anche previste nuove dotazioni tecnologiche, come ad esempio telefoni satellitari; lo snellimento delle procedure; si sta lavorando, come si diceva, alla stesura di un nuovo piano del rischio alluvioni dove verranno evidenziati i livelli e le zone di pericolosità ed è in corso assieme ai Comuni la revisione dei piani comunali di Protezione Civile esistenti e la predisposizione di quelli che ancora non sono redatti.

Infine voglio ricordare che i problemi del territorio montano saranno più specificatamente affrontati nella loro complessità anche nella conferenza regionale sulla montagna che è in programma entro la fine del 2015. Tutto questo per dire che non può, a nostro avviso, passare l'idea che queste attività che ho brevemente cercato di elencare, attività che sono assolutamente doverose, diventino legate ad ambiti di straordinarietà. Fanno parte del nostro lavoro quotidiano di consiglieri e di commissari, unite alla naturale tensione a migliorare e a fare sempre meglio che ci deve animare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Rontini.

Non avendo più nessun iscritto in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Avete cinque minuti per gruppo.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Rancan. Ne ha facoltà.

 

RANCAN: Grazie, Presidente. Per esprimere ancora una volta convintamente il nostro voto favorevole alla richiesta di istituzione di una commissione di inchiesta perché crediamo che sia d'obbligo portare avanti una battaglia per i nostri cittadini. Va benissimo andare a visitare le zone come hanno fatto certi consiglieri presenti qui in Aula, però poi vanno date delle risposte anche di vicinanza al territorio. So che la Presidente Rontini dice che bisogna aumentare o comunque incrementare la potenza dei sistemi in essere, ma c'è da dire che il sistema in essere oggi non ha funzionato una cicca, se mi consentite il termine. Qualcuno la responsabilità del disastro che c’è stato dovrà pur prendersela.

Sfrutto questi pochi minuti anche per ricordare che a Parma delle ultime alluvioni dello scorso ottobre e di quattro anni fa che ci sono state non si è mai visto un euro. Questa è una dichiarazione fatta da cittadini vittime di quelle alluvioni ed è stata riportata il 22 settembre sulla pagina di Libertà. Speriamo che l'impegno possa essere sicuramente in un senso differente rispetto a quello che è successo ai poveri cittadini di Parma.

Mi piacerebbe vedere anche come vota la maggioranza ora perché da una parte abbiamo il Governo centrale che non autorizza la commissione di inchiesta, dall'altra abbiamo il Comune di Piacenza che dà l'ok alla commissione di inchiesta dove, se non erro, la consigliera Tarasconi era Assessore fino a qualche mese fa e quindi mi piacerebbe anche vedere come si comporta la maggioranza in questo caso. Io credo che da parte vostra un senso di responsabilità bisogna prenderlo, anche perché non sempre bisogna cercare di studiare nel dettaglio i metodi e andare a vedere la burocrazia. Un'altra cosa che mi viene mente parlando di burocrazia è che il Governo Renzi ha bocciato un altro nostro ordine del giorno nel quale si chiedevano sgravi burocratici per la ricostruzione dopo l'alluvione.

A questo punto da parte nostra la volontà di questa commissione d'inchiesta c'è. Speriamo che ci sia anche da parte della maggioranza una presa di posizione e di responsabilità convinta per dare delle risposte concrete a quei poveri cittadini che hanno subito questa disgrazia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Tarasconi. Ne ha facoltà.

 

TARASCONI: Grazie, Presidente. L'Assessore Gazzolo, che è stata in commissione e ha ampiamente spiegato quelli che sono stati gli eventi, quelle che sono state le misure che sono state messe in atto e quelli che sono i cambiamenti che saranno portati all'iter per le emergenze, sta giustamente dicendo che è stato fatto un percorso di trasparenza totale all'interno della commissione, arrivare qui oggi a ripetere alcune cose che non sono propriamente corrette e sapendo che alla base abbiamo un evento di caratura incredibilmente eccezionale perché la quantità di acqua che si è riversata sul nostro territorio è stata talmente tanta che non era mai successo a memoria di nessuno e quindi è ovvio che qualcosa andrà cambiato, in virtù del fatto che il clima sta cambiando e che le condizioni di emergenza stanno cambiando a loro volta.

Non credo che serva a nessuno cercare dei colpevoli rispetto a quanto è successo perché trovare un colpevole o trovare qualcuno che abbia in qualche modo mancato in una situazione mai successa prima sarebbe troppo facile. Io sono stata Assessore del Comune di Piacenza fino a poco tempo fa. C'ero la mattina dopo a Roncaglia, come so che c'erano anche i consiglieri Foti e Rancan. A Roncaglia tutto ciò che doveva essere messo in atto per quello che sono gli standard di oggi, o meglio per quelli che erano gli standard di ieri, è stato fatto. Non è mai successo un evento di questo tipo, quindi era un evento totalmente imprevedibile. Se fosse stato un evento prevedibile e qualcuno non avesse fatto ciò che doveva fare, a questo punto potremmo parlare di dolo o di errore commesso da parte di qualcuno. Così non è stato, è stato un evento fuori della portata di qualsiasi altro evento visto prima sul nostro territorio. La rabbia sul territorio è già tanta. La cosa che noi dobbiamo fare in questo momento è rimanere uniti e compatti tutti per portare fondi al territorio per la parte pubblica e per la parte privata, così come detto in commissione, perché il problema del privato è un problema grosso. Noi dobbiamo dare delle risposte concrete e non illudere nessuno. Dopodiché ciò che sceglie di fare giustamente e correttamente il Comune di Piacenza, che è nelle sue prerogative, è affare del Comune di Piacenza. Qui si sta parlando di tutt'altro livello. Io ringrazio l'Assessore Gazzolo per il lavoro che è stato svolto ed esprimo parere contrario al voto in questione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Tarasconi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Molto brevemente, signor Presidente, non è con i soldi che si comprano le vite umane.

 

TARASCONI: Non dirlo a me!

 

FOTI: E nemmeno a me! Io ci ho perso un segretario di sezione e non ho pianto, per la cronaca. Tu ci hai perso un amico che era anche amico mio e c'è un terzo che si è perso, che è il padre, e che nessuno ancora ha trovato. C'è qualcuno che dovrebbe vergognarsi qui dentro perché non si vanno a fare gli elenchi di quanto saranno i rimborsi dei danni, ma chi se ne frega con questa commissione d'inchiesta del rimborso dei danni! Qui si chiede soltanto di vedere se in una linea di comando c'è qualcosa che non funziona perché si eviti il ripetersi di queste cose e ci sono tutte le cose. Non volete farlo qui dentro perché non abbiamo i compiti dell'autorità giudiziaria? Ma chi ha mai detto di fare il processo qui dentro? Sapete distinguere tra quello che è un'indagine amministrativa e un'indagine penale o no? Il Parlamento interviene con tutt'altro tipo di commissione di inchiesta, tant'è vero che non viene istituita né dal Governo né dalla Giunta, ma si istituisce per legge e con poteri che delimita il Parlamento medesimo.

Qui la richiesta è diversa: è mai possibile che abbiamo un sistema Tetra che è costato decine di milioni di euro e sapete perché non c'era nessuno che lo controllava? Perché la sala era chiusa e avevamo uno reperibile. Questo c'è scritto nelle relazioni. È mai possibile che tutti i dati dicono che alle due di notte hai superato da un’ora tutti i livelli di emergenza? Siamo qui invece a discutere se abbiamo fatto tutto bene. Ma se avessimo fatto tutto bene, secondo voi alle sette di mattina un cittadino di Roncaglia veniva avvisato o no? Sono stati avvisati quelli di Fossadello. Voi non sapete dov’è Fossadello, ma i piacentini lo sanno, è dopo Roncaglia. Si possono avvisare i cittadini della frazione di un altro Comune e non quelli di quella frazione? È andata bene che si sono allagati i garage, dovreste andare in qualche casa dove c’era un metro e quaranta d’acqua.

Volete rifiutarla per un motivo politico? Ditelo, ma nessuno poi si lamenti se, finita questa seduta, qualcuno va in Procura perché non c'è la volontà della politica di riconoscere i propri errori, se ci sono stati. Sia ben chiaro: non si tratta solo dei propri errori perché in una linea di comando ci può essere anche la Prefettura che non è stata all'altezza della situazione. Io non lo so chi abbia sbagliato, ma che un insieme di persone ha concorso in un errore è nei fatti.

Dopodiché si chiude la pagina amministrativa e si aprono le altre pagine. La mia memoria vale ugualmente, basta cambiare l’intestazione. Le dichiarazioni sono tutte dichiarazioni di amministratori e di sinistra. Non ne ho citato uno che non fosse dall'altra parte. Chi ha visto queste cose le sa, chi vuole nascondersi perché è molto comodo mettere la polvere sotto il tappeto lo fa. Io la polvere sotto il tappeto non ce l’ho mai messa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, Consigliere Foti.

Ricordo all'Assessore che in dichiarazione di voto non è più possibile fare interventi. Assessore, se lei volesse intervenire, le ricordo che riapriamo la discussione generale in questo caso e quindi si riparte.

Prima di passare al voto nomino scrutatori Piccinini, Marchetti Francesca e Lori.

Chiedo scusa, ho visto adesso che il consigliere Aimi aveva chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, Presidente. A nome del Gruppo di Forza Italia dopo aver attentamente ascoltato l'intensa relazione del collega Foti e anche valutata la richiesta di commissione d'inchiesta non possiamo che dirci d'accordo. Le accuse gravi mosse dal collega credo che necessitino di un supplemento di riflessione. Per questo mi permetto di chiedere all'Aula e a lei, Presidente, se non sia il caso di sospendere la seduta anche per pochi minuti per riflettere su quello che sta avvenendo, anziché andare subito al voto perché credo che sia opportuno in una situazione delicata come questa provare a comprendere se tra le varie forze politiche c'è una possibilità di composizione su questa linea.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Aimi, lei chiede di sospendere l’Aula per cui chiedo un consigliere a favore e uno contro in merito alla richiesta del consigliere Aimi di sospensione dell'Aula.

Per l’intervento a favore ha chiesto di intervenire il consigliere Rancan. Ne ha facoltà.

 

RANCAN: Visto il procedere della discussione e le argomentazioni che sono sorte anche dalla maggioranza sono favorevole alla sospensione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Per l’intervento contrario ha chiesto di intervenire il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie. Solo per esprimere l'imbarazzo rispetto alla tenuta dei tempi dell’intervento del consigliere Foti prima - abbiamo controllato i minuti - e poi per il fatto che la discussione era già avvenuta in commissione, quindi…

 

(Intervento fuori microfono)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, per favore. Sta parlando il consigliere Caliandro e ha tutta la facoltà per farlo.

 

CALIANDRO: Solo per ricordare al consigliere Aimi che la discussione è già avvenuta in commissione. Siccome non lo sapeva, forse era utile che si documentasse prima di fare questa proposta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo scusa, consigliere Caliandro, ma la colpa è mia. Mi sono preso io la responsabilità. Il Consigliere Foti ha parlato per 14 minuti. Io ho concesso quattro minuti, ma non mi può essere imputato il fatto che non li ho mai concessi anche ad altri di altri partiti. Nella dichiarazione di voto il consigliere Foti, come il consigliere Rancan e tutti gli altri che sono intervenuti sono rimasti all'interno del tempo strettamente concesso e se anche la consigliera Rontini, Presidente della commissione, avesse dovuto sforare, glielo avrei fatto fare. Non l’ho fatto nei confronti del consigliere Foti. Questo mi venga riconosciuto perché non credo di essere mai stato imparziale come questa volta. Grazie.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di sospensione del consigliere Aimi.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione del partito di deliberazione, oggetto 1303, a firma del consigliere Foti, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

(interruzione del consigliere Foti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): A favore Foti.

Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

43

Assenti

 

7

Favorevoli

 

15

Contrari

 

26

Astenuti

 

2

 

L’Assemblea respinge.

 

OGGETTO 921

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni a sostegno dell’economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata e modifiche alla legge regionale 19 agosto 1996 n. 31 (Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi)» (Testo base) (16)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 112

Progetto di legge d'iniziativa dei Consigli Comunali di Monteveglio, Sasso Marconi, Crespellano, Castello d'Argile, Forlì, Tredozio e Montechiarugolo recante: «Disposizioni a sostegno della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata domiciliare con tariffa puntuale e dell'impiantistica funzionale al riuso e al riciclaggio. Competenze dei Comuni per le operazioni di gestione del servizio di igiene urbana privi di rilevanza economica. Regolamentazione del ristoro ambientale collegato all'impiantistica di smaltimento e di recupero diverso dal riciclaggio» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 6 del 26 ottobre 2012 e di regolarità n. 7 del 26 ottobre 2012, pubblicate sul BURERT n. 229 del 31 ottobre 2012 e già oggetto n. 3325 della IX Legislatura)

(Abbinato)

 

OGGETTO 113

Progetto di legge d'iniziativa dei Consigli Comunali di Galeata, Bertinoro, Savignano sul Panaro, Monte San Pietro, Medicina e Bazzano, recante: «Disposizioni a sostegno della riduzione della produzione dei rifiuti solidi urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata domiciliare con tariffa puntuale e dell'impiantistica funzionale al riuso e al riciclaggio. Competenze dei Comuni per la gestione del servizio di igiene urbana. Abrogazione e sostituzione della legge regionale 19 agosto 1996, n. 31» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 4 del 9 ottobre 2012 pubblicata sul BURERT n. 222 del 24 ottobre 2012 e di regolarità n. 5 del 19 ottobre 2012 pubblicata sul BURERT n. 223 del 24 ottobre 2012 e già oggetto n. 3307 della IX Legislatura)

(Abbinato)

(Ordini del giorno oggetti 921/1 - 921/2 - 921/3 - 921/4 - 921/5 - Presentazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora ai progetti di legge 921, 112 e 113.

Oggetto 921: progetto di legge di iniziativa della Giunta recante “Disposizioni a sostegno dell’economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata e modifiche alla legge regionale 19 agosto 1996 n. 31 (Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi)”.

Oggetto 112: progetto di legge d'iniziativa dei Consigli Comunali di Monteveglio, Sasso Marconi, Crespellano, Castello d'Argile, Forlì, Tredozio e Montechiarugolo recante: "Disposizioni a sostegno della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata domiciliare con tariffa puntuale e dell'impiantistica funzionale al riuso e al riciclaggio. Competenze dei Comuni per le operazioni di gestione del servizio di igiene urbana privi di rilevanza economica. Regolamentazione del ristoro ambientale collegato all'impiantistica di smaltimento e di recupero diverso dal riciclaggio".

Oggetto 113: progetto di legge d'iniziativa dei Consigli Comunali di Galeata, Bertinoro, Savignano sul Panaro, Monte San Pietro, Medicina e Bazzano, recante: "Disposizioni a sostegno della riduzione della produzione dei rifiuti solidi urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata domiciliare con tariffa puntuale e dell'impiantistica funzionale al riuso e al riciclaggio. Competenze dei Comuni per la gestione del servizio di igiene urbana. Abrogazione e sostituzione della legge regionale 19 agosto 1996, n. 31".

Il testo n. 2/2015 è stato licenziato dalla commissione “Territorio, ambiente e mobilità” nella seduta del 17 settembre 2015.

Il progetto di legge è composto da 11 articoli e da una scheda tecnico-finanziaria.

La relatrice della commissione, consigliera Lia Montalti, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Stefano Bargi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

La parola alla consigliera Montalti per svolgere la relazione di maggioranza.

 

MONTALTI, relatrice della Commissione: Grazie. Alla settantesima Assemblea generale delle Nazioni Unite che si tiene in questi giorni a New York, contesto in cui si stanno discutendo le strategie politiche mondiali dei prossimi anni, l’intervento del rappresentante dell’Unione Europea parte dallo sviluppo sostenibile e dall’economia circolare. Voglio iniziare da qui per illustrare il progetto di legge, da questo filo rosso che oggi unisce la nostra assemblea legislativa alle strategie europee e mondiali. Saremmo, infatti, la prima regione italiana tra le prime a livello europeo ad inserire in una norma il principio dell'economia circolare, andando anche ad identificare strumenti e percorsi per poterla davvero realizzare. Vogliamo infatti accompagnare il nostro sistema regionale da un'economia lineare in cui le cose, i materiali ad un certo punto diventano rifiuti ad un sistema che mette al centro il recupero e il riutilizzo: tutto ritorna in circolo. Oggi, dunque, chiudiamo il cerchio e per farlo con questa norma lanciamo una grande sfida: quella in cui il rifiuto da problema diventa opportunità e risorsa, ribaltando completamente il punto di vista e l'approccio alle politiche dei rifiuti.

Questa è una norma con una storia particolare. Nasce, infatti, dalle esperienze dei territori, da un percorso della comunità. È il frutto di un lungo lavoro portato avanti dai comuni e dalle associazioni ambientali della regione, percorso che ha dato vita alle due leggi di iniziativa popolare che rappresentano le fondamenta di questo testo di legge. Per questo l'approdo in quest'Assemblea oggi rappresenta un segnale ancora più forte, un assumersi con grande responsabilità e anche con orgoglio l'impegno e le attese di tanti amministratori e cittadini. Vorrei quindi subito ringraziare tutti coloro che si sono prodigati per portare avanti questa proposta, a partire dagli estensori della legge, da chi ha tenuto le fila per i comuni proponenti. Un ringraziamento va anche alle associazioni ambientali e, ultimi, ma non meno importanti, ai 60 Consigli comunali che hanno approvato le due leggi di iniziativa popolare dandogli ancora più slancio. Vorrei anche ricordare il lavoro dell'assessore Gazzolo che ha creduto in questo percorso e l'ha sostenuto fortemente passo dopo passo. Infine permettetemi anche di ringraziare tutti i miei colleghi di maggioranza per il contributo e l'attenzione che ciascuno di loro ha dedicato alla legge, con un ringraziamento particolare al consigliere Sabatini e alla presidente della III Commissione Rontini. Questa parentesi era dovuta perché senza dare atto di questo percorso sarebbe difficile capire fino in fondo per quale motivo oggi ci troviamo di fronte ad una scelta storica.

Due sono gli elementi fondanti del progetto di legge. In primis l'orizzonte dell'economia circolare, realizzabile solo, ne siamo ben consapevoli, coinvolgendo l'intero sistema regionale. Per questo motivo la norma istituisce un Forum permanente per l'economia circolare di cui fanno parte istituzioni locali, rappresentanti di imprese e cittadini, associazioni con cui costruire passo dopo passo la strategia. L'altro pilastro della legge è il principio della riduzione dei rifiuti prodotti, principio che accompagna in maniera trasversale tutti gli articoli della norma e che pone nei 150 chili ad abitante la meta da raggiungere come sistema regionale.

Gli obiettivi regionali della legge identificano, inoltre, i risultati che il sistema regionale dovrà ottenere entro il 2020 e che verranno recepiti anche nel nuovo Piano dei rifiuti regionale. Mi riferisco al raggiungimento di una riduzione dei rifiuti pro capite dal 20 al 25 per cento entro il 2020, all'obiettivo della raccolta differenziata al 73 per cento entro il 2020 e infine, ancora più importante, ad un livello di recupero effettivo dei materiali riciclati pari al 70 per cento.

Come già anticipato, uno degli aspetti che più connota lo spirito della norma è come si riesca a coniugare una visione innovativa e sfidante con una serie di strumenti concreti che serviranno per realizzarla. In particolare è istituito un sistema incentivante sulla base della minimizzazione del rifiuto non inviato a riciclaggio. Vengono definiti, inoltre, i criteri per la tariffazione puntuale e viene modificata l'applicazione del tributo speciale per il deposito in discarica. Alla base di questi tre elementi vi è la necessità di ristabilire un principio non solo di sostenibilità, ma soprattutto di equità, secondo cui chi inquina paga di più, mentre chi adotta dei comportamenti virtuosi viene incentivato.

La norma costituisce presso ATERSIR il Fondo d'ambito di incentivazione alla riduzione e prevenzione di rifiuti, che verrà alimentato da una quota composta dai costi comuni di gestione del servizio dei rifiuti urbani, da un contributo derivante dal tributo speciale di conferimento in discarica (ecotassa) nonché da altri eventuali contributi pubblici. Il fondo è destinato per il 50 per cento a diminuire i costi dei servizi per i cittadini di quei comuni che avranno raggiunto un alto livello di riduzione della produzione dei rifiuti; per la restante quota del 50 per cento è destinato ad incentivi e progetti dei comuni che migliorano il servizio attivando sistemi di raccolta porta a porta o sistemi equivalenti, inoltre finanzierà i progetti finalizzati all'implementazione della tariffa puntuale, la realizzazione dei centri comunali del riuso ed altre iniziative per la riduzione della produzione dei rifiuti. Dal 2020 le proporzioni si modificheranno e i due terzi del fondo saranno destinati alla diminuzione dei costi dei servizi per i cittadini virtuosi, mentre il resto continuità a sostenere i progetti dei comuni.

Il progetto di legge prevede una commissione tecnica formata da cinque membri indicati dalle associazioni ambientali, dai sindacati, dalle associazioni dei consumatori e dalle associazioni di categoria in rappresentanza degli utenti (cittadini e imprese). Tale commissione seguirà passo dopo passo l'implementazione del Fondo.

Tra gli altri principali strumenti messi in campo dalla legge per ridurre i rifiuti garantendo una maggiore equità per cittadini ed imprese vi è la tariffazione puntuale ovvero il meccanismo secondo il quale l'utente paga per il rifiuto indifferenziato effettivamente prodotto. La norma dettaglia le modalità che si potranno attivare nei territori per la misurazione del rifiuto prodotto e anche in questo caso si esplicita che entro il 2020 la tariffa puntuale dovrà essere applicata in tutta la regione, ma naturalmente i comuni che sono già nelle condizioni di farlo potranno avvalersi da subito di questo meccanismo. Il passaggio alla tariffazione puntuale è uno degli aspetti più importanti. Permette, infatti, di riconoscere anche in termini economici l'impegno dei cittadini e delle imprese nell'accurata gestione dei rifiuti ed inoltre rappresenta un vantaggio per il sistema delle imprese dando la possibilità, grazie al ritorno alla tariffa, di recuperare da subito l'IVA. Abbiamo ritenuto importante, quindi, dare il massimo impulso a questo meccanismo, garantendo però un monitoraggio e delle verifiche costanti alla luce proprio della complessità dell'avvio del nuovo sistema, soprattutto per il mondo dell'impresa.

Infine, parlando di strumenti fondanti della legge, va approfondito il tema del tributo speciale per il conferimento in discarica (ecotassa). La norma, infatti, modifica diversi aspetti della legge regionale 19 agosto 1996, n. 31, rivedendo anche l'ammontare del tributo, che peraltro era rimasto invariato sin dal 1996. È stato ribadito più volte, parlando di politiche di rifiuti, a partire dal programma di governo del presidente Bonaccini e della maggioranza, che l'obiettivo per questa Regione è arrivare alla "discarica zero". È un percorso che si inserisce nel quadro normativo europeo e che la nostra Regione perseguirà nei prossimi anni anche attraverso il nuovo Piano dei rifiuti. L'intervento sui meccanismi dell'ecotassa va, dunque, in questa direzione: quella di disincentivare sempre di più il conferimento in discarica cercando di privilegiare la riduzione e il riuso e il recupero del rifiuto. L'incremento verrà attivato in due step (una fase nel 2017 e una nel 2020) sempre in un'ottica di accompagnamento del sistema al cambiamento.

Approfitto per fare un'altra considerazione. La nostra Regione oggi può permettersi di confrontarsi su di una legge come questa dandosi l'obiettivo della "discarica zero" e della massima riduzione dei rifiuti perché, grazie alle scelte lungimiranti di chi ci ha preceduto, siamo una delle poche Regioni in Italia a non essere in emergenza rifiuti. Ma questa eredità rappresenta anche la nostra più grande responsabilità, perché se è vero che non ci dobbiamo porre il problema di dove smaltire il rifiuto, abbiamo l'impegno di dimostrare altrettanta lungimiranza nel disegnare un futuro in cui le risorse vengano sempre recuperate e tornino in circolo. Proprio per questo motivo la proposta di legge attiva tutta una serie di altri percorsi e strumenti che concorrono alla riduzione dei rifiuti. Ad esempio sul versante delle imprese è stato inserito, con un emendamento del Partito Democratico, il tema dei sottoprodotti per i quali si prevede la rapida attivazione di un coordinamento con le associazioni di categoria al fine di individuare i sottoprodotti delle imprese. Sempre pensando al mondo delle imprese viene indicata una premialità per quelle che innovano il ciclo produttivo o il prodotto e la possibilità di inserire nel regolamento di gestione dei rifiuti delle agevolazioni per le attività che mettono in atto azioni di riduzione dei rifiuti. È rimarcata l'importanza della lotta allo spreco alimentare e l'impegno da parte della Regione a semplificare i percorsi e a supportare comuni, associazioni ed imprese nella realizzazione degli stessi.

Per quello che riguarda la filiera del rifiuto viene evidenziata l'importanza di conferire la raccolta differenziata in impianti che ne favoriscano la massima valorizzazione in termini economici e ambientali, rispettando il principio di prossimità e privilegiando il recupero di materia e quello di energia, il tutto attraverso la realizzazione di procedure competitive. Si apre ancor di più la filiera del riciclo dando maggiori opportunità ai territori e alle realtà economiche locali. Questo è uno degli elementi centrali che guidano tutta la proposta di legge ovvero una nuova visione economica del rifiuto attraverso cui si può promuovere lo sviluppo, il lavoro, la competizione, l'innovazione, ma il tutto rispettando e promuovendo pienamente il principio della sostenibilità, e anche nel rispetto dei principi che da sempre guidano questa Regione, abbiamo voluto, come gruppo PD, inserire in legge e rimarcare il valore del lavoro nel rispetto della legalità e della sicurezza, che va sempre garantita.

Vi è un altro elemento che rappresenta un'indubbia novità ovvero l'istituzione del finanziamento attraverso il fondo dei Centri comunali per il riuso. Anche questo è un segnale importante per creare occasioni in cui poter diminuire il rifiuto allungando la vita degli oggetti di tutti i giorni al contempo promuovendo sul territorio progetti di solidarietà. Ho già richiamato più volte il principio di responsabilità che pervade la legge. Avviare un meccanismo che vuole essere sempre più virtuoso e quindi entrare in tutte le case e le aziende emiliano-romagnole significa che dobbiamo assumerci una grande responsabilità e garantire una sempre maggiore trasparenza, monitoraggio e controllo rispetto a quello che è tutto il ciclo dei rifiuti. Per questo la legge in più punti mette in campo strumenti e modalità che hanno come obiettivo quello di rafforzare il controllo del servizio permettendo ai comuni di entrare sempre di più nelle dinamiche dei servizi.

Sono anche chiarite modalità e tempistiche per la presentazione da parte dei gestori ad ATERSIR e ai comuni di tutti i dati tecnici ed economici relativi al servizio. Sempre per dare più strumenti ai comuni è stata anche prevista una modifica della legge regionale 23/2011 dando la facoltà agli enti locali di introitare le risorse provenienti dalle sanzioni per reimpiegarle in miglioramento del servizio e attività di controllo e informazione ed educazione.

Prima di concludere vorrei soffermarmi su un'altra modifica inserita durante il lavoro della Commissione su proposta del Partito Democratico ovvero un richiamo forte all'educazione ambientale. Quando parliamo di sostenibilità è possibile condurre il sistema al cambiamento mettendo da un lato in atto strumenti concreti che possano accompagnarlo, come fa questa legge, ma il cambiamento è possibile anche se si dedica una grandissima attenzione all'educazione dei ragazzi e soprattutto degli adulti. Quella della realizzazione di un'economia circolare fatta di sostenibilità ambientale, ma anche di opportunità economiche e sociali, è, infatti, una sfida che possiamo vincere solo se insieme come comunità e sistema regionale saremo in grado di accoglierla e di affrontarla fino in fondo. Sappiamo che questo è solo l'inizio del percorso che ci aspetta, ma è un primo passo storico e sfidante che segna già in maniera indelebile la direzione di cambiamento che noi siamo certi possiamo in Emilia-Romagna rendere non solo possibile, ma diffuso e quotidiano. Oggi, dunque, avviamo la nostra rivoluzione copernicana dei rifiuti. Da oggi chiudiamo il cerchio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Montalti.

La parola al consigliere Bargi relatore di minoranza.

 

BARGI, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Nel mio intervento io non partirò da New York ma starò più vicino all'Emilia-Romagna, anche perché credo che in fin dei conti questa legge più di altre che abbiamo affrontato veramente vada ad intaccare la vita e il quotidiano di tutti i nostri cittadini, dai privati, alle famiglie, alle imprese.

Una legge che, per quanto ci riguarda, in quelli che sono gli obiettivi (l'economia circolare, il recupero del rifiuto, il passaggio dal concetto di rifiuto come scarto a bene che può essere riutilizzato, riciclato, o giustamente smaltito laddove i criteri ambientali vengano rispettati) ci trova sicuramente d'accordo, sono principi condivisibili. Ciò che però ci lascia un po' perplessi è che questa norma, così impattante per tutti coloro che abitano e hanno attività nella nostra regione, in realtà si ferma qui. Fissa bellissimi principi, fissa obiettivi, però se poi andiamo a vedere nel pratico quali sono gli strumenti e i contenuti in questo documento, ecco che dal nostro punto di vista emergono moltissime criticità.

Innanzitutto parliamo di una norma che dovrebbe proseguire uno studio sulla questione rifiuti in Emilia-Romagna: il mitico, quasi leggendario Piano dei rifiuti fatto elaborare e costato, da quello che mi risulta da un accesso agli atti, sui 270 mila euro per l'anno scorso, adottato, un plico grosso così, un mattone, in cui sono contenute sicuramente linee di indirizzo importanti per la nostra regione sulla materia dei rifiuti, in cui sono contenuti obiettivi, finalità, però ancora non è stato approvato. Ci sono tantissime osservazioni, non so se sono state esaminate; mi risulta da alcuni soggetti che hanno sottoposto queste osservazioni che ancora attendono una risposta. Quindi il piano sta lì, è adottato, non è approvato. Manca, quindi, una linea guida per la nostra regione per quanto riguarda il tema rifiuti, però andiamo ad approvare in fretta e furia questa legge. Ecco perché questa per noi è una prima criticità.

Manca uno studio sull'impatto di quello che è il vero e unico strumento che questa legge introduce, cioè un aumento della tassa per il conferimento e lo smaltimento dei rifiuti. Tra l'altro questo è anche uno dei motivi per cui si voleva fare la discussione prima dell'estate. Insomma, andiamo al voto in fretta su questa legge perché se fossimo andati al voto entro il 31 luglio si sarebbe arrivati ad introdurre questo aumento di tributo già a partire dal 2016. Da parte nostra abbiamo cercato in tutti i modi di temporeggiare. Devo dare atto che anche da parte della maggioranza alla fine si è arrivati ad una condivisione e abbiamo slittato, siamo arrivati a dopo l'estate, perlomeno guadagnando un anno soprattutto per le imprese che andranno a pagare l'ecotassa maggiorata.

Questo è il vero strumento di questa norma. Manca, però, uno studio di applicazione su questo aumento, non sappiamo in termini numerici che entrata ci porterà, non sappiamo che peso avrà sulla nostra economia. Sappiamo che sicuramente già adesso abbiamo un'ecotassa tra le più alte di tutto il paese. Giusto per fare qualche esempio, per stare vicino a noi, in Piemonte è di 5 euro, in Lombardia è di 8 euro; noi al momento siamo a 10,33 euro e con l'aumento del 20 per cento dovremmo arrivare sui 12 euro. Sicuramente è una delle ecotasse più alte di tutto il nostro paese, il che potrebbe anche indurre le imprese, soprattutto quelle vicine ad altre regioni, a smaltire i rifiuti in quelle realtà, quindi andiamo ad aumentare anche la circolazione dei rifiuti su mezzi pesanti introducendo una norma di questo tipo.

Questo è un passaggio che a noi sembra assurdo. Perché? Perché abbiamo una fretta incredibile di introdurre l'aumento, questa forma di disincentivo, come ci viene presentato questo aumento di tassa. Io capisco il ragionamento, bisogna far cambiare la mentalità ai nostri cittadini, bisogna andare verso una differenziata più spinta che ci consenta di avere (questo poi dovrebbe essere l'obiettivo veramente di fondo) frazioni di rifiuti più pure, più facilmente inviabili al riciclaggio, più interessanti per il mercato del riciclaggio (che andrebbe potenziato molto, io ritengo, nel nostro paese, questo dovrebbe essere l'obiettivo finale, allora sì che il rifiuto ritorna e si chiude il cerchio), con uno strumento che giustamente va a disincentivare chi conferisce in discarica. Però se noi utilizziamo il bastone prima della carota, con anche diversi anni di anticipo, laddove per la carota si potrebbe intendere, in questo tipo di riforma, la tariffa puntuale applicata insieme alla raccolta porta a porta, perché è difficile capire come si faccia a misurare, quanto uno conferisce, se non esiste un sistema di raccolta porta a porta spinto in quel comune. Laddove la tariffa puntuale è applicata in associazione al porta a porta (gli esempi li ho già citati in Commissione: comuni sul Garda o comunque piccoli comuni del Veneto) ci sono anche riduzioni abbastanza pesanti di tariffa, quindi c'è un vantaggio economico per coloro che si impegnano a fare la raccolta porta a porta; c'è un impegno maggiore da parte del cittadino, ma c'è anche un ritorno economico, che è quello che da noi è sempre mancato, tant'è che il cittadino medio (ripeto, l'ho già detto in Commissione, dalle mie parti siamo ancora ad uno stradale vecchio sistema con tutti i cassonetti) ti dice: se devo fare il porta a porta cosa lo faccio a fare, tanto tutti gli anni aumenta la tariffa dei rifiuti! Aumenta effettivamente, non c'è ritorno economico, allora il cittadino fa fatica a cambiare mentalità in un contesto come questo. Ecco perché a nostro avviso andare prima a stangare e poi a sventolare la carota con anni di ritardo non è il sistema corretto.

Noi avevamo chiesto, e abbiamo ripresentato i nostri emendamenti anche in quest'Aula. Apro una parentesi: mi sembra assurdo, non so come mai (e infatti i giornalisti non li vedo) di una riforma di questo tipo non se ne stia parlando a mezzo stampa, non sta circolando informazione su qualcosa che ricadrà in testa a tutti i cittadini. Noi ci siamo attivati mandando una mail a tutti i sindaci dell'Emilia-Romagna cercando di contattarli e di sollecitare interventi e osservazioni e presentando quelle che per noi sono le criticità. È stato l'unico mezzo alternativo all'andare sulla stampa perché sulla stampa non si esce con questo argomento.

Per tornare a noi, queste criticità ovviamente trovano riscontro in soluzioni che abbiamo presentato con il nostro pacchetto di emendamenti, che non sono cambi di virgole o di parole, ma vorrebbero cambiare un po' la struttura della legge. Se il tributo deve essere aumentato come disincentivo, e possiamo capire lo strumento, dovrà esserlo nel momento in cui entra in gioco anche l'incentivo, che è la tariffa puntuale, quindi nel 2020, come è previsto in questa legge, non già nel 2017, altrimenti si rischia di avere come unico effetto dell'approvazione di questa legge l'aumento del tributo.

Vedremo nel 2020 come andrà a finire la tariffa puntuale. Noi abbiamo chiesto intanto di sperimentarla visto che nel nostro territorio (soprattutto da dove vengo io) dove questa roba, se la vai a spiegare alla gente, ti ridono in faccia; come faccio ad andargli a dire: "guardate che se applicate la tariffa puntuale, il porta a porta, riuscite anche ad avere dei risparmi in bolletta"? Gli devo portare degli esempi. Ci sono già nelle regioni limitrofe, però io vorrei vedere un'applicazione sul nostro contesto territoriale, vorrei che si potesse spingere su dei comuni campione che si offrono di cominciare ad applicarla, lo possono già fare, ma mi piacerebbe che i dati potessero circolare. Anche perché abbiamo cambiato completamente il Forum per come è stato proposto nella legge; non deve essere il classico tavolo, non dobbiamo fare dei tavoli, dobbiamo fare degli studi, a mio avviso, e lo studio dovrebbe essere: raccogliamo i dati laddove si applica il porta a porta spinto, laddove si applica la tariffazione puntuale e andiamo a capire in quelle realtà cosa succede, quali sono le criticità, quali sono i problemi, quali sono le impressioni dei cittadini, oltre che degli amministratori locali. Altrimenti continuiamo a mancare di quelli che sono gli strumenti per andare poi in giro a dire: "guardate che c'è un vantaggio; se facciamo così, oltre al miglioramento ambientale, c'è anche un ritorno per voi a livello economico", che è il vero incentivo che può convincere imprese e persone ad andare in questa direzione e a cambiare mentalità. Purtroppo anche questo passaggio sembra non essere interessato alla maggioranza che dice: nel 2020 faremo la tariffa puntuale. Io aspetto con ansia il 2020.

C'è poi la questione legata ad ATERSIR. Noi abbiamo cercato di intervenire su ATERSIR con i nostri emendamenti. Quando sono stato in maggioranza, se provavamo a dialogare con questa realtà, non c'era verso, non riuscivamo a capire il dettaglio del forfettario che ci mandavano da pagare, non riuscivamo a capire quanto delle nostre frazioni fossero pure, quanto ci ridavano indietro in termini di prodotto. Se il rifiuto deve diventare un prodotto, cioè deve diventare qualcosa che ha un valore economico, io comune devo andare dai miei cittadini a dire: guardate che avete differenziato il vetro, abbiamo prodotto tot tonnellate di vetro quest'anno e ci hanno dato tot euro e questi euro sono serviti per abbassare la tariffa. Questo sistema di trasparenza deve esserci, ecco perché noi con alcuni emendamenti siamo andati ad incidere su ATERSIR, perché diventi più trasparente, perché applichi il concetto del rifiuto come prodotto, ma lo vogliamo in legge; lo sappiamo che lo fanno già, però vogliamo chiarezza e lo vogliamo in legge.

E poi vogliamo che siano fermi i costi di ATERSIR. È chiaro che i costi di ATERSIR si ripercuotono in bolletta. Se diciamo "potenziamo... potenziamo..." non capisco che cosa bisogna potenziare, probabilmente si intende aumentare l'organico. Dagli studi che ho da un ascesso agli atti ci dovrebbe essere un aumento di organico di una ventina di unità che verrà a costare circa 2 milioni di euro. Questo si ripercuoterà in bolletta. Certo, spalmato su tutti i cittadini, sono pochi euro magari, però intanto ci vanno. Quindi abbiamo detto: se vogliamo potenziare, facciamolo, ma a costo zero per i cittadini. È un costo strutturale, benissimo, ma non pesiamo totalmente sulla collettività e sulle bollette soprattutto.

Altra questione legata al Piano. Noi abbiamo un Piano, l'abbiamo pagato, è un bel malloppone. Lì sono stati fissati degli obiettivi: percentuali da raggiungere entro il 2020 per quanto riguarda la differenziata e via dicendo. Non abbiamo capito perché nella legge, senza alcuna spiegazione tecnica, sono stati aumentati gli obiettivi, rispetto al Piano, di 3 o 4 punti per cento, un tanto al chilo insomma. Se è solo per far vedere che siete bravi, lo scopriremo nel 2020 se siete bravi, non si può sapere prima. Se ci sono degli obiettivi studiati da un piano che ci è costato tot soldini, che comunque è presente in Regione, è stato adottato, ha delle osservazioni, deve ancora essere approvato, ma comunque è uno strumento bello grosso e corposo, con uno studio dietro dell'ARPA e via dicendo, se questo piano fissa degli obiettivi, non si capisce come la maggioranza o la Giunta di testa loro sono arrivati ad aumentare del 3 per cento questi obiettivi. Può essere una piccolezza, nessuno viene qui con la mannaia se poi non si rispettano questi obiettivi, però cerchiamo di capirci: perché questa proposta? Non è motivata. Avete detto: "ci fissiamo degli obiettivi", ma non è motivato.

L'altra questione è quella del fondo che va ad incentivare i comuni virtuosi, così ci viene detto, comuni che raggiungono le solite percentuali in termini di differenziata. Benissimo. Come ho detto già in Commissione, proprio perché provengo da un'esperienza territoriale so che è successo che qualche comune, per far vedere che fa la differenziata meglio degli altri, ha tolto il cassonetto dell'indifferenziata pensando: "adesso, se devi buttare il rifiuto, lo butti o nel vetro o nella plastica", però non è detto che questo stimoli nei cittadini un comportamento più virtuoso perché magari il cittadino si trova lì e dice: c'è solo il cassonetto della plastica e del vetro, butto tutto lì. Poi le frazioni bisognerebbe capire quanto sono pure, forse su questo potremmo andare a premiare i comuni più che sulle percentuali di differenziata, sennò il camion raccoglie, pesa e dice: "in questo comune ho raccolto il vetro, pesa tot, questo è il vetro che il comune mi ha conferito", però se poi dentro c'è di tutto e quando arriva nella sede del gestore devo andare a dividere tutto quanto, sono costi aggiuntivi, lo sappiamo benissimo, e quindi, in realtà, non si è raggiunto l'obiettivo. Cosa abbiamo detto noi? Il fondo usiamolo per un'altra cosa, usiamolo per cominciare a stimolare i nostri comuni su una sfida che può essere quella di andare nella direzione del porta a porta spinto. Ha dei costi il porta a porta spinto, ormai si è arrivati addirittura a parlare di transponder nei cassonetti o nei sacchetti, lo stanno già facendo, non è una fantasia, si fa in Italia, stranamente si fa in Italia, non è fantasia. Basta solo avere un po' l'ambizione di dire: andiamo ad incentivare questo, andiamo ad incentivare quei comuni che decidono di testare, di fare da campione con la tariffa puntuale da qui al 2020 e diamo una mano a loro che fanno questo passo in avanti. Vedrete che poi le percentuali di differenziata si raggiungono comunque, però andiamo ad incentivare progetti concreti. Che poi una parte del fondo che avete previsto voi ci vada lo stesso va benissimo, però è una piccola parte. A nostro avviso il cuore dell'incentivazione doveva essere questo.

Come del resto deve esserci lo stimolo ad ATERSIR di considerare come prodotto il rifiuto. Se un comune dimostra di produrre frazioni più pure gli deve essere riconosciuto un valore maggiore per quelle frazioni perché sta togliendo un costo al gestore e quindi deve avere un corrispettivo economico maggiore per quei cittadini che si stanno impegnando più di quelli degli altri comuni ad attuare una differenziata spinta.

Detto questo, per ricapitolare, ci troviamo una legge che attualmente ci propone due strumenti di applicazione reale. Uno è l'aumento in tariffa per disincentivare lo smaltimento in discarica, quindi un aumento di tassa. Che tra l'altro contrasto con una norma regionale, la legge 18/2011, che dice che all'introduzione di nuovi oneri amministrativi deve corrispondere un contraltare; in questo caso non lo vediamo. Secondo noi, per restare all'interno della stessa norma regionale, della stessa legge 18, aveva senso spostare in avanti la data.

Quindi uno dei punti cardine di questa legge è questo aumento di tassa, che è sicuro che ci sarà - e vale per tutti, vale principalmente, chiaramente, per le imprese - a partire dal 2017. Per quanto riguarda il vantaggio vero per i nostri cittadini, ripeto, lo stimolo vero per far cambiare mentalità è la carota più che il bastone. Poi è ovvio che nel momento in cui andiamo nella direzione di dire: "cari cittadini, avrete un vantaggio: se voi ci date una mano a differenziare, ci guadagnate sia in termini di ambiente che di salute e di società, sia in termini economici per voi", perché comunque la direzione deve sempre essere quella dell'efficacia e dell'efficienza. Poi chi non ci sta, chi si ostina ad avere un comportamento che a questo punto diventerebbe addirittura dannoso, e vedrete che ci ritroveremo con qualche outsider, si può andare anche a punire con un aumento di tariffa. Questo deve essere il concetto. Invece questa norma di certo aumenta la tassa. La tariffazione puntuale è prevista per il 2020. Vedremo cosa succederà, vedremo su che base verrà applicata e siamo curiosi di vedere su quante realtà andrà in porto prima di arrivare a quella data. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Credo sia importante sottolineare l'occasione della discussione di questa proposta di legge perché segna, anche dal punto di vista culturale, un passo avanti importante.

Intanto ci troviamo in una positiva convergenza tra le riflessioni e i lavori svolti dalla parte politica, da un lato, e le sollecitazioni che arrivano dal territorio per aumentare la coscienza ambientale, dall’altro. Anche la nostra capacità di comprensione non deve limitarsi semplicemente ad affrontare il tema dei rifiuti da un punto di vista squisitamente utilitaristico, ma nel contesto di una comprensione più ampia che tenga in considerazione tutti i fattori e che quindi porti alla luce anche la consapevolezza che occorre tenere presente l'intero ciclo di vita dei beni che vengono fatti oggetto di consumo. Occorre quindi insistere sul riuso dei materiali, sul fatto che possano esserci modalità produttive che consentano di avere un minore impatto ambientale, modalità produttive che consentano di produrre beni che abbiano tempi di vita più lunghi, insomma, che consentano di poter incidere davvero su tutto il ciclo, complessivamente. Con questo approccio positivo e costruttivo, possiamo davvero proseguire gradualmente il percorso che la nostra Regione ha intrapreso da tempo, che vede molte realtà locali investire, all'avanguardia, e non voglio fare esempi, perché davvero sarebbero svariati. È una gara positiva nel cercare di affrontare il tema della diminuzione della quantità dei rifiuti e del miglioramento del loro trattamento e via via fino alla comprensione delle necessità relative al loro smaltimento, in un modo che possa davvero aiutarci a crescere in maniera positiva, tenendo conto di tutte le questioni in campo. Il che significa avere presente la strada che abbiamo fatto fin qua, con le sue positività e le sue criticità, su cui vogliamo lavorare, che vogliamo mettere a tema e su cui vogliamo che vengano fatti degli sforzi positivi, in un contesto di sostenibilità e con una crescita che riguardi anche l'aspetto culturale di tutta la popolazione e il coinvolgimento, quindi, non soltanto delle istituzioni locali, ma anche dei cittadini, fino alla nostra coscienza.

Se riusciamo a tenere tutto questo in un'unica filiera (credo che questo sia tutto sommato l'obiettivo principale della legge illustrata dalla collega Montalti), se riusciamo a tenere in fila la coscienza ambientale del singolo cittadino, che può fare una scelta nel momento in cui fa degli acquisti, nel momento in cui decide di avviare a rifiuto o meno le cose che ha utilizzato, nel momento in cui differenzia il rifiuto in modo tale da far sì che la fine del ciclo di vita dei prodotti utilizzati avvenga nel modo migliore, nel modo più rispettoso per l'ambiente, davvero segniamo un punto importante. È lo stile a cui dobbiamo votarci anche in senso ampio, nella consapevolezza e nella coscienza che su certi aspetti la riflessione che ci ha portato fin qui è una riflessione già avanzata, mentre su altri campi, forse, c'è ancora della strada da fare.

In fondo questa seduta è stata segnata dall'impegno del presidente Bonaccini per quello che riguarda la "Sblocca Italia" e da una sensibilità sul piano delle trivellazioni e dell'utilizzo dell'energia. Proprio questa stessa sensibilità oggi la ritroviamo, come lui ha nel suo intervento giustamente richiamato, in questa legge sui rifiuti ed è su questo che dobbiamo davvero concentrare la sfida, che è quella di riuscire a portare positivamente a convergenza e ad equilibrio la risposta ai bisogni del nostro territorio in termini di sviluppo e di crescita, con quella del rispetto pieno dell'ambiente. Credo che questa legge segni da questo punto di vista un punto avanzato. Sarà nostro impegno cercare di far sì che a questo stesso livello di equilibrio avanzato tra le diverse esigenze riusciamo a convergere anche in altri settori su cui invece c'è un po' più di strada da fare. Però questo è l'impegno che credo da un punto di vista politico merita di essere innanzitutto sottolineato e anch'io credo davvero che si sia fatto un buon lavoro e quindi andiamo avanti in questa direzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare la consigliera Prodi. Ne ha facoltà.

 

PRODI: Grazie, presidente. Signor presidente, signori colleghi; mi preme innanzitutto sottolineare il percorso che questa legge ha avuto. Voglio innanzitutto ringraziare i comuni che per primi si sono fatti carico di questo percorso e anche la Provincia di Reggio Emilia che ha saputo cogliere questo importante segnale. Vorrei anche ringraziare i colleghi della scorsa legislatura per il grande lavoro di ascolto, concertazione ed elaborazione che hanno saputo svolgere arrivando a consegnare un testo di grande innovazione e respiro. Ringrazio, quindi, la Giunta nella persona dell'assessore Gazzolo, che ha saputo cogliere questo testimone e consegnarlo all'Assemblea con una grande attenzione a mantenere saldo lo spirito della legge assicurando un ulteriore percorso di trasparenza e condivisione.

Questa condivisione è alla base della concezione di questa legge che segna una svolta radicale nel rapporto con il ciclo produttivo istituendo il principio di rifiuto come risorsa e di economia a spreco zero. Sono concetti la cui applicazione ha implicazioni profonde nel tessuto sociale ed economico della Regione.

Vorrei anche richiamare le basi concettuali a cui questa filosofia fa riferimento.

Innanzitutto la considerazione che le risorse materiali sono quantitativamente finite, sono, cioè, compiutamente stimabili e il loro flusso è nell'ordine di grandezza del tasso di consumo, portando quindi ad un progressivo impoverimento delle disponibilità delle materie prime e derivati. Inoltre la produzione sino ad ora di processo lineare ha portato ad un progressivo impoverimento dell'ambiente attraverso pratiche produttive dissipative e irreversibili anche in termini energetici e di sistemi inquinanti.

Vorrei anche ricordare come già durante il secolo scorso alcuni gruppi di pensatori illuminati (tra questi senza dubbio il Club di Roma, un nome tra tutti: Aurelio Peccei) notarono chiaramente che è possibile modificare i tassi di sviluppo e giungere ad una condizione di stabilità ecologica ed economica sostenibile anche nel lontano futuro. Lo stato di equilibrio globale dovrebbe essere progettato in modo che le necessità di ciascuna persona sulla terra siano soddisfatte e ciascuno abbia uguali opportunità di realizzare il proprio potenziale umano. Questa legge vuole dare una risposta concreta e inderogabile a questi problemi.

Nello specifico, l'enunciazione di obiettivi alti e la costruzione di strumenti concreti per raggiungerli creano una legge sistema. Il suo successo dipenderà dalla costruzione di relazioni virtuose a tutti i livelli sociali. Sarà premiato il cittadino che avrà riconosciuta, attraverso la tariffazione puntuale, la riduzione di rifiuti indifferenziati e che come consumatore tradurrà questo in modalità di acquisto che forzatamente orienteranno anche le realtà produttive verso offerte sempre più ecosostenibili. I comuni saranno a loro volta premiati quando meritevoli e incentivati laddove si rendano necessarie azioni incisive per raggiungere gli obiettivi voluti. A questo disegno è affiancato il disincentivo progressivo al conferimento in discarica e una revisione complessiva su base regionale del sistema di recupero energetico attraverso una quantificazione dei flussi su base regionale per ottimizzare il sistema e portarlo allo spegnimento progressivo di impianti di incenerimento.

In questo senso la base regionale di applicazione della legge in oggetto è ideale perché l'ambito applicativo, per dimensionamento demografico e produttivo, la rende praticabile con una propria autonomia, assicurando un'autosufficienza impiantistica complessiva e generando un indotto produttivo potenziale in un contesto adatto a generare ampie opportunità di ricerca e di sviluppo e di lavoro. Inoltre, sta anche a dimostrare che questa Regione ha una visione politica che si pone oltre un confronto con altre realtà nazionali che non hanno saputo ad oggi governare i processi ambientali con altrettanta competenza e innovazione.

Ovviamente il successo di questa legge si regge anche sul ruolo che ATERSIR saprà avere come ente chiave di regolazione e monitoraggio. Questa struttura dovrà essere, quindi, potenziata in modo da reggere un impatto applicativo. Al tempo stesso i territori dovranno, però, essere capaci di coordinarsi per avere in ATERSIR una rappresentanza sempre più qualificata e concertata per assicurare efficienza e concretezza nel raggiungimento degli obiettivi.

Se il sistema sarà governato da Comuni e Regione interagendo virtuosamente, raggiungendo gli obiettivi fissati, ottenendo altissime percentuali di differenziata ad alta resa e riducendo drasticamente i rifiuti residui ed introducendo via via l'analisi del costo di vita dei materiali come concetto base, il conto complessivo sui cittadini si tradurrà in concreti vantaggi economici, come registrato nelle realtà, troppo poche ad oggi, che hanno attuato queste politiche. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Prodi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: Grazie, presidente. Questo è uno di quei temi che lo stesso presidente Bonaccini presentò nel suo programma e sul quale io presi spunto proprio facendo il mio primo intervento in quest'Aula dicendo che se questi temi fossero stati portati avanti secondo delle idee che ha anche il Movimento 5 Stelle noi avremmo avuto vita facile. Sono temi che noi caldeggiamo molto, anche perché i rifiuti, per chi conosce il Movimento 5 Stelle, sono una delle nostre stelle, quindi per noi sono molto importanti. Avremmo avuto vita facile se ovviamente il testo di legge fosse andato in maniera decisa verso la strategia "rifiuti zero" che è quella che noi abbiamo identificato e che abbiamo visto anche applicata in diversi luoghi in Italia, non parlo dell'estero. Ovviamente le caratteristiche che a noi piacciono di più sono quelle che vanno e spingono verso quel tipo di strategia. È una strategia, non è un obiettivo assoluto, è un punto a cui tendere, è un po' come la democrazia: non è perfetta, ma si tende a quella.

Questo testo di legge, è vero, è stato concertato, non credo che sia un percorso fatto di corsa, come ho sentito oggi in Aula, perché in realtà gira in regione da parecchio tra i comitati, i vari comuni che hanno collaborato. Pur essendo stato io fuori da questa istituzione prima che questo testo arrivasse, sapevo già che esisteva questo tipo di percorso. È un percorso che io auspico avvenga per molte altre situazioni e altri ambiti perché comunque, come si è già detto in quest'Aula, la partecipazione e la pluralità di voci che hanno interesse sull'argomento sui cui si lavora è fondamentale.

Ciò non toglie che ci sono dei miglioramenti che a noi piacerebbe fossero apportati a questa legge, l'ho detto anche in Commissione. Un testo di legge scritto dal Movimento 5 Stelle avrebbe avuto molta più incisività e un po' più di coraggio, si sarebbe spinto molto più in là. La direzione certamente non è sbagliata, è quella giusta, partendo dal titolo che è perfetto. Sul testo abbiamo cercato di apportare dei miglioramenti, quelli che noi riteniamo dei miglioramenti, cercando anche di aumentarne l'incisività. Capiamo perfettamente che il testo tende ad andare nella giusta direzione, ma a nostro avviso ci sono ancora molte cose che si potrebbero fare. Abbiamo presentato di nuovo gli emendamenti che abbiamo presentato anche in Commissione sperando che nel frattempo ci sia stato un confronto e un dialogo anche nel gruppo di maggioranza per valutarli con più serenità e con il tempo giusto visto che in Commissione, quando ci sono stati bocciati praticamente tutti o quasi, le motivazioni non c'erano, sono arrivate dopo, perché forse non c'era il tempo di valutarli. Spero che nel frattempo ci sia stata la possibilità di ragionarli serenamente e sono oggi qui alla votazione dell'Assemblea.

Abbiamo presentato anche alcuni ordini del giorno che riteniamo molto importanti e sempre nell'ottica della collaborazione e del miglioramento di un testo che va nella direzione che auspichiamo vadano molte altre situazioni. Sappiamo bene che la questione rifiuti è solo uno degli ambiti delicati della gestione anche dell'ambiente, della salute e dei servizi al cittadino. Ce ne saranno altri che dovremo affrontare e sui quali speriamo di avere la medesima capacità di dialogare perché ci interessa ovviamente portare avanti obiettivi importanti per i cittadini.

In questo testo ci sono delle cose che effettivamente facciamo fatica a capire, l'abbiamo anche evidenziato e lo ribadiamo con i nostri emendamenti. Si fa ancora riferimento alla riduzione dei rifiuti urbani con i dati del 2011, avevamo chiesto di aggiornarli, di portarli al 2013 quantomeno; sono disponibili, sono già depositati, sono ufficiali, quindi non stiamo parlando di dati temporanei o che non abbiano una loro ufficialità.

È stata evidenziata la criticità della forchetta tra il 70 per cento di materiale recuperato e il 73 per cento di differenziata; abbiamo chiesto di portare da 73 a 75 per aumentare il margine di manovra. Vediamo che non è stato accettato. Noi ci riproviamo oggi, vediamo se verrà in qualche modo percepito come buono. Io ho detto quasi con una battuta alla consigliera relatrice di maggioranza che sono pronto a firmare con il sangue un documento dove si dichiara che oltre al porta a porta non c'è nessun altro sistema equipollente che possa misurare la quantità di rifiuti che produce un'utenza, come diceva poco fa anche il consigliere Bargi.

Per quanto riguarda i centri di raccolta, che sostanzialmente sono le isole ecologiche, credo che siano già molto diffusi; laddove non lo sono basterebbe incentivare i comuni a farli perché effettivamente portano una differenziata. Nel mio piccolo comune ne abbiamo due perché abbiamo anche un'area industriale ed effettivamente la gente li usa, anche volentieri. Va benissimo che ci siano, ma incentiverei più la sinergia con i centri di recupero che non spingere nuovamente i centri di raccolta. So che c'è anche quella parte di testo, però riteniamo un po' obsoleta la parte che spinge i centri di raccolta.

Promuovere l'acquisto di materiale riutilizzabile nella refezione è altrettanto importante, ma speriamo che nel futuro nuovo Piano rifiuti... perché oggi abbiamo scoperto che si farà il nuovo Piano Rifiuti, almeno questo ho sentito dalle parole della relatrice di maggioranza che ha detto: "non modificheremo quello vecchio". Ci spero, vedremo.

La premialità è una delle caratteristiche peculiari di questa legge dove si va a premiare chi di spirito ecologico è sprovvisto, chi guarda al soldo. Ho sentito anche l'intervento del consigliere Bargi. A mio avviso c'è un'errata interpretazione del testo di legge in quel punto perché la tariffazione puntuale parte immediatamente per chi raggiunge gli obiettivi e viene premiato economicamente chi raggiunge gli obiettivi; ovviamente chi non li raggiunge paga di più, questo è vero, perché deve alimentare il fondo. Questo lo dico per correttezza di interpretazione, penso di aver interpretato correttamente quella parte del testo.

Ci sono anche delle cose che purtroppo secondo me hanno depotenziato quella parte di premialità, una è quella di far passare la valutazione di assegnazione della premialità attraverso ATERSIR. Nel testo originale non era così, era automatico; oggi non lo è più con questo testo. ATERSIR è un'agenzia di carattere tecnico, però è di nomina politica, quindi non lo so se questa sia una scelta che permetterà veramente che i comuni che si sforzano, con le poche risorse che hanno, a portare avanti questo tipo di politica poi vengano effettivamente premiati, non vorremmo che per un gioco contabile per cui i costi non sono completamente coperti, ATERSIR non darà un bel niente e sarà cornuto e mazziato chi si è dato da fare.

Ci sono due incongruenze secondo noi (ne sto citando alcune, non cito ovviamente tutto l'articolato perché avremo modo di votarlo, quindi ognuno prenderà delle decisioni in merito). Per le competenze sulle incentivazioni viene identificata come Commissione competente la "Commissione competente in Ambiente". L'incentivazione, scusatemi, non so quanto sia ambientale come tema. Abbiamo anche proposto due emendamenti dove si parlava di citare la "Commissione competente", punto. Se si dice "la Commissione competente in Ambiente" tanto vale dire che è la Commissione III. Ma è un errore per noi averlo messo in questo modo semplicemente perché il tema non è ambientale. Così come quello sulle linee guida della tariffa c'è la stessa competenza di Commissione, quella della Commissione Ambiente, ma la tariffa è una questione economica, allora perché non la Commissione I? Bastava mettere la "Commissione competente", poi le competenze si vanno ad identificare. Questo lo abbiamo proposto in due nostri emendamenti che ovviamente sono stati bocciati.

Ho sentito la relatrice di maggioranza dire che noi dobbiamo ringraziare chi ha amministrato prima perché non abbiamo l'emergenza rifiuti. È la verità, non abbiamo rifiuti lungo le strade, c'è stato un sistema, che piaccia o non piaccia, che negli anni ha sopperito a quell'esigenza costruendo ovviamente otto inceneritori e contribuendo a farci essere la regione più inquinata d'Europa però, questo va detto, perché non è detto che ciò che non si vede non danneggi. Questa è la realtà, lo dice anche il nostro Piano Aria e non lo diciamo solo noi in Regione ma lo dice l'Europa. Questo va ricordato ogni tanto, diamo a Cesare ciò che è di Cesare. Quindi tanto di cappello a chi ci ha permesso oggi di non avere un'emergenza rifiuti e questa è una realtà, ma c'è una conseguenza a tutto, anche per la parte che riguarda l'inquinamento e otto inceneritori fanno il loro mestiere anche per aumentarlo.

A questo proposito, questa è una piccola rivoluzione; a chiamarla rivoluzione in senso pieno io sinceramente faccio ancora fatica. Però è una piccola rivoluzione che introduce questioni veramente importanti, alcune, non tutte. E credo che non sia la chiusura di un cerchio, come ho sentito dire, ma che sia l'apertura di un cerchio nuovo. Per arrivare a chiuderlo c'è ancora tanta strada da fare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): grazie, consigliere Sassi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Ravaioli. Ne ha facoltà.

 

RAVAIOLI: Grazie, presidente. Quella di oggi è una data importante per la nostra Regione. L'approdo in Aula di questo progetto di legge costituisce il raggiungimento di un traguardo significativo al termine di un percorso di partecipazione lungo e complesso caratterizzato fin dall'inizio dal coinvolgimento delle amministrazioni locali e dell'associazionismo, del mondo ambientalista, dei cittadini. Un percorso che poi si è tradotto in una legge di iniziativa popolare approvata nel 2011 da 60 Consigli comunali. Un processo dal basso, quindi, potremmo dire, che nella scorsa legislatura ha visto l'impegno diretto di vari consiglieri, tra i quali ricordo i consiglieri Meo, Casadei, Naldi, Marani.

Dopo un percorso lungo, faticoso, per nulla scontato, come sempre accade quando si trattano ambiti delicati su cui, è inutile nasconderlo, incidono interessi economici di grande entità, oggi si compie un passo decisivo con l'approvazione di questo progetto di legge. Un passo inevitabile per realizzare la transizione da un modello economico di tipo lineare ad un modello economico di tipo circolare. Da un lato, il paradigma consolidato della produzione, del consumo dei beni e servizi nell'epoca della globalizzazione, del consumismo compulsivo, basato sul presupposto che il ciclo di vita di un prodotto si apre con l'estrazione delle materie prime per concludersi, dopo il suo utilizzo, con lo smaltimento e l'eliminazione degli scarti e dei rifiuti del processo economico; dall'altro, un nuovo paradigma possibile e, direi, necessario contemporaneamente, che, nell'ottica della sostenibilità, non prevede materiali di scarto, ma un costante riutilizzo delle risorse reimmesse nel ciclo produttivo e non collocate nelle discariche o trattate negli inceneritori.

Il modello economico lineare non è più sostenibile perché la materia prima è finita in tutti i sensi e perché anche i più autorevoli osservatori economici internazionali, il Fondo monetario internazionale in primis, hanno stimato che le esternalità, i costi economici dei danni sull'ambiente e sulla salute sono ormai maggiori dei profitti.

Il rifiuto diventa un simbolo di questo nuovo modello, il rifiuto da problema diventa una risorsa una risorsa in tutte le accezioni: una risorsa per ridurre gli impatti ambientali e sanitari, ma anche e soprattutto uno strumento economico se si pensa che tra i tanti studi uno di Ambiente Italia ha mostrato come, limitandosi all'analisi dei soli rifiuti urbani italiani, un incremento di 15 punti di riciclo porterebbe ad un risparmio di circa 630 milioni annui. Si tratta di valutazioni ed analisi significative che sono confermate dalla Comunità europea nella comunicazione "Verso un'economia circolare. Programma per un'Europa a rifiuti zero", in cui si stima che un uso più efficiente delle risorse lungo l'intera catena di valore potrebbe ridurre il fabbisogno di fattori produttivi materiali di oltre il 20 per cento entro il 2030, realizzare notevoli risparmi sul costo delle materie e innalzare potenziamento il PIL dell'Unione europea di 4 punti percentuali.

La Regione Emilia-Romagna ha scelto di porsi all'avanguardia in questa delicata fase di transizione dalla gestione basata sullo smaltimento con discariche e inceneritori, destinati ad un ruolo residuale fino ad una progressiva dismissione, alla gestione basata sul riuso e riciclo di materie prime, attraverso una legge che auspico potrà essere assunta, proprio per il suo carattere innovativo e lungimirante, in linea con gli obiettivi posti dalla strategia europea 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, come modello per altre Regioni del paese. Una legge che, nel pieno rispetto della gerarchia europea dei rifiuti, punta in via prioritaria alla prevenzione e alla riduzione della produzione dei rifiuti minimizzando il quantitativo di rifiuto urbano non inviato a riciclaggio, con l'obiettivo ambizioso e sfidante di raggiungere un quantitativo pro capite inferiore ai 150 chilogrammi per abitante.

Qui vi è un primo elemento particolarmente interessante: a fronte di dati relativi alla percentuale di raccolta differenziata, spesso fuorvianti sia per i criteri eterogenei adottati in termini di assimilazione, sia perché non viene correttamente individuata la quantità di materiale effettivamente avviato a riciclo, il progetto di legge propone come indice di prestazione di qualità la quantità di rifiuti avviati a smaltimento e non inviati a riciclaggio. Un cambio di prospettiva importante, favorito dall'istituzione di incentivi economici intesi come leva fiscale per premiare i comportamenti virtuosi.

Su questo fronte uno strumento determinante che si va ad individuare è rappresentato dal fondo d'ambito, destinato per il 50 per cento a diminuire il costo per gli utenti che hanno prodotto quantitativi di rifiuti pro capite non inviati a riciclaggio inferiori al 70 per cento, dunque a premiare i virtuosi, e per il 50 per cento ad accompagnare, con precisi step di valutazione degli obiettivi, i comuni che devono procedere a degli investimenti in vista di sistemi di gestione che consentano un maggiore riciclaggio di rifiuti e contestualmente la maggiore qualità delle frazioni raccolte separatamente, con l'obiettivo di massimizzare il recupero di materia. Il fondo si pone, inoltre, lo scopo di promuovere i centri per il riuso, i quali, come afferma la normativa comunitaria, svolgono un servizio centrale nell'estensione della vita utile di un ampio range di prodotti di consumo ed hanno un significativo impatto nel distrarre rifiuti di consumo dalla discarica, rappresentando, quindi, una parte fondamentale di qualsiasi piano di prevenzione, potendo svolgere un ruolo essenziale nei sistemi locali di gestione dei rifiuti, a partire dalle operazioni per la preparazione al riutilizzo.

Sempre sul versante delle leve fiscali uno strumento centrale è rappresentato dalla tariffazione puntuale, un sistema in base al quale si paga per ciò che si conferisce e non sulla base dei componenti della famiglia o dei metri quadrati. Un elemento centrale nell'ottica dell'equità contributiva, ma anche dell'educazione e della responsabilizzazione dei cittadini, che con le loro scelte assumono, in questo articolato processo di transizione, un ruolo di assoluto protagonismo. Incentivi, quindi, o disincentivi nel caso in cui si parli di conferimento in discarica, per favorire un cambio di passo dal punto di vista anche culturale e per stimolare la nascita e lo sviluppo di un distretto del recupero che punti a chiudere il cerchio dei rifiuti arrivando alla cosiddetta "industrializzazione del riciclaggio" attraverso un investimento importante in dotazioni impiantistiche flessibili e tecnologicamente evolute, che, intese come una sorta di fabbrica dei materiali, consentano di recuperare ulteriormente materia anche dal rifiuto residuale.

Con questa legge si chiede, dunque, uno sforzo condiviso verso un modello capace di coniugare crescita e sostenibilità, sviluppo economico e buon vivere. Si chiede al mondo economico, ai gestori, ai cittadini di progettare e realizzare un distretto territoriale del riuso e del riciclo di materia quale elemento determinante e imprescindibile di sviluppo occupazionale e di tutela dell'ambiente e del territorio.

Il tempo delle scelte è adesso e il compito della politica è proprio quello di dotarsi degli strumenti utili per leggere la contemporaneità e allo stesso tempo delineare con lo sguardo lontano nuove strade che abbiano come meta i beni comuni, non miopi interessi di parte, ma il bene della collettività. Questa è la direzione che si sta imboccando con l'approvazione di questa legge, in un percorso al quale anche dal mio territorio, il territorio forlinese, è arrivato un contributo determinante, a partire dallo sforzo indefesso del professor Bellini, che oggi mi fa piacere ricordare, e dalle sfide importanti tuttora in campo, come il progetto per la realizzazione della gestione in house dei rifiuti, nella consapevolezza che sia preferibile procedere alla separazione proprietaria tra i gestori nella fase della raccolta e quella di recupero e smaltimento al fine di ottenere massima efficienza del servizio e garantire la proprietà pubblica del rifiuto per permettere a tutti l'accesso al servizio e promuovere il recupero e il riciclo di materia indipendentemente da vincoli di profitto, tutelando le funzioni fondamentali degli enti locali.

Così come un contributo importante è arrivato sul fronte della necessità di definire una strategia nazionale complessiva nella gestione dei rifiuti, che superi la logica emergenziale e richiami tutti alla ormai non più rinviabile assunzione di responsabilità per la creazione di una società più equa e sostenibile.

Un richiamo alla tutela della casa comune che è arrivato anche da Papa Francesco il quale nell'enciclica Laudato si' afferma: "è indispensabile creare un sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi prima che le nuove forme di potere derivate dal paradigma tecno-economico finiscano per distruggere non solo la politica, ma anche la libertà e la giustizia". Un'esortazione che credo dobbiamo fare nostra tutti noi come cittadini e che oggi la Regione Emilia-Romagna accoglie con consapevolezza e con coraggio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Ravaioli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Oggi arriva in Aula un progetto di legge che ha, come hanno ricordato alcuni colleghi prima, alle spalle un percorso lungo, un percorso fatto di confronti, un percorso che parte da un'iniziativa popolare promossa da numerosi Consigli comunali in numerosi comuni della nostra Regione, da una Provincia, la Provincia di Reggio Emilia, e che nella precedente legislatura era diventata progetto di legge di iniziativa di alcuni consiglieri che sono stati ricordati: Gabriella Meo, Thomas Casadei, Paola Marani e Gianguido Naldi. Su quel testo, su quel progetto, su quel percorso chi ci ha preceduto si era confrontato a lungo e non solo nelle sedute di Commissione, non solo nei lavori istituzionali della Regione, ma anche e soprattutto nel confronto con i territori, con le realtà che avevano promosso quel progetto di legge. Ho sentito prima qualche consigliere che lamentava la velocità con cui si è arrivati in Aula ad approvare questo progetto di legge. In realtà, poiché il mondo non inizia con noi, ma le istituzioni hanno un percorso che prescinde dalle singole persone, annullare tutto questo e non tenerne conto credo che sia sbagliato. Per questo, nel ricordare il lavoro che è stato fatto da chi ci ha preceduto, colgo l'occasione anche per ringraziare chi invece poi ha preso il testimone e lo ha portato, sì, certo, velocemente per quanto riguarda i lavori della nostra legislatura, in Aula e quindi ovviamente mi riferisco innanzitutto all'assessore Paola Gazzolo, alla relatrice di maggioranza Lia Montalti, che credo abbia fatto un lavoro di confronto e di condivisione con tutti i gruppi, importante, significativo. Credo anche sia giusto e doveroso ringraziare gli uffici a partire da tutti quelli che hanno collaborato e a partire ovviamente anche dal dottor Bortone.

Faccio questi ringraziamenti perché penso che il testo sul quale siamo chiamati ad esprimerci oggi sia un testo che ha una rilevanza significativa. Certo, non è, perché è difficile per qualunque legge esserlo, la soluzione di tutti i problemi e non descrive certo il migliore dei mondi possibili, però è sicuramente un lavoro apprezzabile che indica soprattutto una direzione precisa ed è anche in qualche modo il presupposto sul quale, ed è per questo che, ad esempio, come Sinistra Ecologia Libertà abbiamo chiesto che fosse approvata prima la legge e poi il Piano, perché la legge definisce il quadro e definisce i punti di riferimento sui quali poi il Piano dovrà inserirsi; è esattamente il contrario di quanto qui sostenuto dal relatore di minoranza, proprio perché la legge dà anche degli obiettivi ancora più significativi di quelli che non erano contenuti nel Piano di gestione regionale dei rifiuti adottato dalla Giunta, ma non ancora approvato dall'Aula, approvato dalla precedente Giunta e sul quale ovviamente misureremo poi anche qua dentro il passaggio dalle parole ai fatti anche in considerazione delle numerose osservazioni che sono pervenute a quel Piano e di cui anche Sinistra Ecologia Libertà è stata protagonista.

Un testo che a nostro avviso ha aspetti significativi che vanno sottolineati, a partire, ad esempio, dall'introduzione entro il 2020 (non a partire dal 2020) della tariffazione puntuale, a partire dall'introduzione del fondo incentivante per i comuni che smaltiscono e che conferiscono meno indifferenziata. Fondo incentivante che vuol dire possibilità per i comuni virtuosi e quindi per i cittadini di quei comuni di toccare con mano i vantaggi che questo nuovo approccio e questa nuova modalità possono produrre. Anche su questo abbiamo presentato, insieme ai colleghi del Partito Democratico, una specifica risoluzione proprio per definire meglio e per precisare anche l’entità economica, quella che deve essere secondo noi l’entità economica minima del fondo, e lo avete visto nella risoluzione, non inferiore a 10 milioni annui, perché chiaramente dobbiamo dare prova concreta che vogliamo fare le cose seriamente. Ne abbiamo discusso anche molto perché non dobbiamo nasconderci che anche all’interno dei gruppi di maggioranza c’è stata una discussione abbastanza serrata su come organizzare questo fondo, come ripartirlo, però credo che il punto finale sia stato un punto di equilibrio positivo.

Con un emendamento, di cui sono primo firmatario insieme ad altri colleghi, tra cui Torri, Ravaioli e Prodi, abbiamo precisato la separazione, quello che secondo noi è un passaggio importante, tra il gestore della raccolta e quello dello smaltimento, che specie in alcune realtà del nostro territorio - penso ai comuni della montagna, anche dell’Appennino bolognese - ha prodotto difficoltà in questi anni e l’introduzione del calcolo ISPRA. Si poteva forse avere un po’ più di coraggio, si poteva forse anticipare l’introduzione in modo più preciso e anche qui un nostro emendamento va a precisare che l’introduzione del calcolo ISPRA dovrà essere operativo entro il 2020 e auspichiamo che si possa riuscire a introdurlo nel più breve tempo possibile. Questo sicuramente sarebbe stato un punto ancora più positivo per la legge se fosse stato definito in modo più cogente.

Un altro punto è quello dei centri per il riuso per incentivare la riduzione della produzione di rifiuti, perché non dobbiamo dimenticare che ovviamente, come si dice sempre e forse non lo abbiamo detto abbastanza nella legge, il miglior rifiuto è quello che non è prodotto, quindi lavorare molto su questa parte diventa fondamentale soprattutto se vogliamo stare dentro quella dimensione anche definita dall’Unione europea, ma forse nella legge potevamo essere un po’ più coraggiosi. Certo, bisognerebbe lavorare, e non possiamo farlo da soli come Regione, molto anche su quella che è la catena di distribuzione dei prodotti, perché, come sapete e come sappiamo bene, buona parte dei rifiuti spesso deriva anche da una modalità distributiva che certo non favorisce la riduzione di produzione di rifiuti.

Ho toccato alcuni aspetti che sono il presupposto secondo noi per adottare un piano di gestione dei rifiuti che dovrà affrontare anche alcuni nodi importanti, perché ci siamo detti anche stamattina sull’interrogazione che abbiamo presentato in merito che l’obiettivo è quello di ridurre la presenza di discariche in questa regione e di ridurre progressivamente anche la presenza di inceneritori, perché penso che questo sia quello che dobbiamo e vogliamo fare se vogliamo essere coerenti con quanto andiamo affermando e scrivendo anche in risoluzioni, ordini del giorno e documenti simili. Ovviamente non si inventano una strategia o risultati dall’oggi dal domani e serve un lavoro metodico, serio e che migliori quella che è una situazione che abbiamo ereditato da chi ha amministrato la regione in questi anni, che ovviamente ci consente di avere un servizio complessivamente che ci ha impedito di trovarci in situazioni poco edificanti, come abbiamo visto invece in altre regioni italiane, ma non dobbiamo e non possiamo accontentarci perché sappiamo che i margini di miglioramento sono molti sia nella percentuale di raccolta differenziata sia nella modalità complessiva di gestione del servizio.

Serve lavorare molto su questo ambito, non possiamo in nessun modo ritenerci soddisfatti di quello che abbiamo, sappiamo la difficoltà nel programmare e nel lavorare su questo settore, anche perché non dobbiamo nasconderci l’esistenza di alcuni grossi soggetti, di alcune importanti multiutility, e spesso si ha l’impressione che possa in qualche modo non dico condizionare ma comunque sicuramente svolgere un ruolo importante e significativo anche nella programmazione del servizio stesso. Credo che questo sia un punto di partenza positivo sul quale abbiamo, come dicevamo stamattina, molto da lavorare.

Chiudo questo intervento sottolineando come l’Emilia-Romagna per molti versi e per tanti aspetti sia stata ed è una regione ai vertici di molte classifiche e di molti indicatori. In quest’ambito siamo lontani dai vertici di quelle che sono le classifiche di questo settore. Penso che in questa legislatura dovremmo fare tutto il necessario e credo che sarà uno dei parametri attraverso il quale verrà giudicata e dovrà essere giudicata l’amministrazione e la Giunta Bonaccini.

Sicuramente come gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà su questo punto, come abbiamo sempre detto prima sulla legge e poi sul piano di gestione dei rifiuti, misureremo concretamente la capacità del centrosinistra di governare e di governare bene questa regione, quindi è sicuramente uno dei punti cardine sul quale misureremo nei fatti la bontà e la forza della coalizione di centrosinistra e della validità di questa maggioranza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

Le ricordo che ha otto minuti di tempo.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Non me ne voglia il collega Sassi, che però non vedo in Aula, ma in una mia personalissima crociata sull’attendibilità delle affermazioni scientifiche, che dovremmo tutti fare in modo adeguato, non ritengo di poter condividere la correlazione così stretta che lei ha fatto tra la presenza degli inceneritori nel nostro territorio e il livello di inquinamento del nostro territorio. È vero che la Pianura Padana è uno dei territori più critici dal punto di vista dell’inquinamento ambientale, e lo è proprio in virtù della sua conformazione, nel senso che essendo chiusa a nord dalle Alpi e a sud dagli Appennini è evidente che il livello di circolazione dell’aria è tale da far sì che ci sia comunque un forte ristagno degli inquinanti. Affermare, però, che questo è dovuto alla presenza degli inceneritori è un’affermazione assolutamente gratuita, perché se con la bacchetta magica noi annullassimo gli inceneritori avremmo comunque un dato di inquinamento quasi immutato. Questo non toglie che si possa e si debba (come giustamente si cerca di fare nella legge in discussione) andare verso un superamento e un’evoluzione, che è assolutamente importante. Non raccontiamoci però che, in un bilancio in cui incidono molteplici fattori, l’oggetto della discussione di oggi sia quello. Lo dico semplicemente perché dovremmo tutti abituarci a stare sul pezzo, anche cercando di fornire informazioni puntuali e corrette alle persone che ci ascoltano. Pur nel molto lodevole, a mio modo di vedere, trend che stiamo definendo attraverso questa legge, non alimentiamo l’illusione che un’evoluzione della modalità di smaltimento dei rifiuti, che comunque è necessario fare, possa di per sé portare al superamento delle criticità dell’inquinamento dell’aria ambientale e del nostro territorio, che invece hanno assolutamente bisogno di agire su una molteplicità di altri fattori. Volevo sottolineare solo questo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Zoffoli. Ne ha facoltà.

 

ZOFFOLI: Grazie, presidente. Vorrei partire da una considerazione personale. Dal 2006, quando a Forlimpopoli siamo partiti con la raccolta porta a porta (secondo comune in Emilia-Romagna) ho fatto tanti incontri e tante riunioni e ovunque auspicavo che la politica, quella vera, quella con la p maiuscola, prendesse in mano la situazione e decidesse regole, invece di permettere di decidere ai "poteri forti". Oggi finalmente quel giorno è arrivato, il giorno nel quale la politica dimostra di seguire un percorso chiaro, lineare e corretto e che porta a un risultato secondo me straordinario. Questo - l’hanno evidenziato in tanti - è un percorso che parte da lontano per il quale hanno contribuito tanti e in tanti si devono sentire fieri, oggi, di ottenere questo importante risultato.

Sono stati citati tante volte i sessanta Enti fra comuni e province che hanno deliberato una proposta di legge, le associazioni ambientaliste che hanno contribuito con passione e competenza alla stesura di questa legge, la passata Assemblea legislativa che aveva lavorato alla predisposizione di un Progetto di legge, ecc.; a questo punto, però, vorrei evidenziare il lavoro di due donne che hanno lavorato intensamente per riuscire ad arrivare a questo importante traguardo: l’Assessore Paola Gazzolo col suo staff e la consigliera Lia Montalti con l’aiuto di tutti i consiglieri.

Ognuno per la propria parte ha contribuito a costruire la legge; ma soprattutto la legge è stata predisposta grazie al contributo di tante relazioni, tanti confronti e ascolti continui; le mediazioni che sono state fatte per riuscire a trovare un testo condiviso, secondo me, hanno prodotto un ottimo testo, che potrà finalmente portare a casa un grande risultato. C’è stata una grande volontà politica che partiva dal programma di mandato del Presidente Bonaccini il quale aveva promesso questa legge in tempi chiari e certi e in questi tempi certi è stato fatto un lavoro importante. Credo che ognuno di noi dovrebbe essere fiero di aver partecipato a questo percorso e mi dispiace che qualche gruppo consiliare in un continuo più uno, che vuole rilanciare per non so quale motivo, oggi non cerchi, nell’approvazione di questa legge, anche di rivendicarne in qualche modo non dico la paternità, ma il contributo importante per la sua realizzazione.

Sono certo, infatti, che tutti i consiglieri hanno portato il loro contributo per raggiungere questo importante traguardo. Ho parlato di traguardo, ma questo traguardo diventa automaticamente da domani un grande punto di partenza, perché gli obiettivi di questa legge sono obiettivi molto sfidanti, importanti e coinvolgenti per i quali da domani ognuno di noi deve sentirsi impegnato - tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna e tutti i sindaci dei comuni - perché oggi noi impegniamo tutti in una rivoluzione, in quella rivoluzione circolare che molti di voi hanno ben evidenziato.

Oggi non parliamo più di rifiuti ma parliamo di materia che serve non per recuperare energia col risultato di avere del fumo e della cenere, ma per riutilizzare della materia di cui noi abbiamo bisogno e che possiamo continuare a riutilizzare per poter mettere in pratica quella economia circolare di cui molti abbiamo evidenziato l’importanza.

Da domani la politica è ancora chiamata a svolgere un ruolo importante; abbiamo da approvare il piano dei rifiuti e abbiamo da presidiare l’autosufficienza territoriale per la quale ognuno di noi dovrà spendersi per evitare che i sacrifici e il lavoro fatto nei nostri territori venga inficiato da arrivi di rifiuti da fuori territorio che non sarebbero capiti dai nostri concittadini a cui chiediamo uno sforzo importante. Soprattutto dobbiamo controllare, verificare, essere presenti, andare sui territori a spiegare bene questa legge e dobbiamo aiutare i nostri sindaci perché la possano mettere in pratica nella maniera migliore.

Vorrei evidenziare ancora una cosa importante che da domani dirò ai miei Concittadini di Forlimpopoli: finalmente con questa legge si premiano i comportamenti virtuosi sia a livello di comuni sia a livello di cittadini, fino ad oggi, infatti, tutti noi sappiamo che i comportamenti virtuosi erano penalizzati, mentre erano favoriti i comportamenti non virtuosi. Questa è una conquista importante, una grande affermazione di principio, ma anche di sostanza.

L’ultima cosa che vorrei evidenziare, per la quale ognuno di noi dovrà impegnarsi fortemente, è che tutto questo percorso deve portare a chiudere velocemente la filiera del rifiuto, che - ripeto - non è più rifiuto, ma materia da riutilizzare. Questa filiera dovrà attivare nuovi posti di lavoro e dovrà fare in modo che questa rivoluzione, che oggi noi facciamo partire e che sui territori dovrà essere seguita, spiegata, controllata e verificata, abbia il suo effetto più grande di riuscire, possibilmente a chilometro zero, a riutilizzare i rifiuti in maniera tale da rendere anche concreto quello sviluppo economico che parte da questa nuova concezione dell’economia circolare con l’obiettivo finale di arrivare a una riduzione dei costi per i cittadini virtuosi, decisione importante di questa la legge.

Esprimo quindi grande soddisfazione per il traguardo raggiunto e sollecito tutti, da domani, a impegnarsi perché questo traguardo diventi una prospettiva importante di riduzione dell’inquinamento e di sviluppo dell’economia dei nostri territori.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Zoffoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Iotti. Ne ha facoltà.

 

IOTTI: Grazie, presidente. Non so se quel testo che oggi stiamo discutendo e che mi auguro domani sarà votato con un’ampia maggioranza sia una piccola grande rivoluzione e se sia un fatto epocale, però credo che i contenuti di questa legge siano effettivamente frutto di un percorso che vede questa discussione non partire ieri, ma una discussione che ha coinvolto comuni e associazioni, il cui risultato pone davvero delle condizioni tali per cui credo stiamo facendo un passo in avanti molto significativo. Lo dico ai colleghi che mi hanno preceduto, con i quali, soprattutto quelli di minoranza, non condivido ogni passaggio, ma sono convinto che al di là di tutto in questa discussione ci debba essere una condivisione di fondo. Si può alzare l’obiettivo anche di un 1, 2 o 3 per cento, ma credo che quello che stiamo facendo sia un qualcosa che ci deve impegnare tutti insieme. Lo dico perché, al di là del tema dell’economia circolare, sulla quale non mi dilungo, e lo dico in maniera molto chiara, è ancora lontano per essere applicato in tutto il territorio di questa regione, così come per l’introduzione dei centri di riuso, passaggio assolutamente necessario per andare in quella direzione di eliminare il rifiuto e di eliminare gli sprechi, dobbiamo essere coscienti che in questo momento gli enti locali, e i comuni in particolare, sono lontani dalla possibilità immediata di attivare centri e strutture di questo tipo.

La tariffazione puntuale, che è un altro caposaldo di questa legge, è un elemento assolutamente importante - lo dicono studi e mi dispiace che il collega Bargi non ci sia - e credo che si sia studiato tanto in materia di rifiuti. Non arriviamo con dati zero, ma arriviamo con la consapevolezza che questi siano gli strumenti ad oggi i più adeguati per raggiungere questi obiettivi. Insomma, quando scriviamo 73 per cento di raccolta differenziata, e di questo un 70 per cento è avviato a riciclo, credo che non stiamo volando basso, ma stiamo mettendo degli obiettivi che ad oggi credo che siano assolutamente un impegno gravoso da raggiungere. Per dire questo, uso alcuni dati offerti dall’ISPRA, quindi di fonte governativa, che ci dicono un fatto molto chiaro: l’Emilia-Romagna nell’ambito della produzione totale di rifiuti certamente non è in una situazione ottimale perché nel rapporto con la popolazione pesa fortemente il livello produttivo che abbiamo. Siamo a 625 chilogrammi per abitante con una media italiana di 505 e più bassa ancora è quella europea. Questi dati ci dicono anche un’altra cosa dell’Emilia-Romagna, che per quello che riguarda la raccolta differenziata è tra le prime regioni (non la prima), perché è al 53 per cento. Il dato invece significativo su cui si basa la vera innovazione di questa legge è quello di cominciare a ragionare non solo sulla gara della raccolta differenziata (il comune che ne raccoglie di più), ma realmente su quello che è il parametro che tiene conto anche delle differenze territoriali che riguardano le zone e quindi la produzione di rifiuti non avviati a recupero, questi 150 chilogrammi che credo che sia una soglia per la quale dobbiamo fare i conti.

Se andiamo a valutare quello che riguarda la raccolta differenziata in chilogrammi per abitanti, che misura realmente qual è la sensibilità diffusa dei cittadini, l’Emilia-Romagna è la prima in Italia con 331 chili e sta davanti a regioni che invece nell’ambito della raccolta percentuale ci stanno davanti. Siamo primi in Italia nella raccolta differenziata della frazione organica, nella carta e nella plastica, per cui non partiamo dal nulla.

Il collega Zoffoli ha ricordato l’esperienza di Forlimpopoli, ma ci sono stati tanti comuni in questa regione che hanno iniziato oltre dieci anni fa con sistemi di raccolta organica, anche prima, e qualcuno in maniera quasi sperimentale sul porta a porta, ma via via lungo il percorso sono cresciuti. Oggi abbiamo quattro province della regione, a cui aggiungerei Carpi, almeno per dimensione di popolazione, che stanno sopra il 60 per cento. Alcune non di molto e altre, come Parma, circa al 68 per cento, grazie al fatto che nella provincia di Parma ci sono nove comuni che superano l’80 per cento. In tutta la regione sono diciannove i comuni che stanno oltre l’80 per cento e sono quei comuni che si sono spinti più avanti nel pensare a un sistema come quello che stiamo cercando di configurare.

Secondo me uno dei vantaggi e uno degli elementi positivi della legge è che si cerca di affrontare il tema di un sistema regionale. Non credo che ci possiamo più accontentare di alcune punte e di alcune eccellenze, ma l’obiettivo è di pensare, e credo che il piano dovrà dare anche più specifici obiettivi di zona, a un sistema che veda la Regione con un obiettivo di diffondere questi risultati e di cercare di arrivare al più presto a quegli obiettivi. Il 2020 non è lontano; è un obiettivo in termini di tempo che senza salti, ma è quello che cerchiamo di fare, con l’attuale andamento in aumento della raccolta differenziata certamente non potremmo raggiungere, quindi dobbiamo andare oltre.

Mi soffermo su alcuni passaggi contenuti nella legge e il tema della pianificazione. Io credo che sia stato assolutamente corretto e giusto fare anticipare la legge a quella che è l’approvazione definitiva di un piano ora adottato perché nel caso contrario ci sarebbe stata sicuramente l’obiezione di come si può fare un piano senza aver definito veramente delle regole di legge. Oggi invece ci poniamo degli obiettivi che dovranno col piano essere definiti e messi in pratica, e credo che quello sarà un passaggio non assolutamente scontato ma che misurerà effettivamente la capacità di questa legge di incidere. Io non sono contrario - lo dico al collega Sassi - ad alcuni dei contenuti proposti anche negli emendamenti, ma credo che una legge debba contenere degli elementi e degli obiettivi che non possono andare nel dettaglio. Non credo che l’introduzione in legge di passaggi legati per esempio ad alcune frazioni di raccolta, come pannolini o altro, sia il luogo specifico. Non ne discuto e non sottovaluto l’importanza, ma credo che tutti questi passaggi dovremo porli nel contesto più adeguato. In questo senso sollecito ancora una riflessione complessiva da parte di tutti per pensare davvero che si possa fare sempre di più, ma non stiamo certamente abbassando l’asticella di quelli che sono gli obiettivi.

Tengo una valutazione alla fine, che è quella delle tariffe: in questo momento in questa regione per una serie di fatti, anche storici e di scelte territoriali che pesavano, esiste una fortissima differenziazione di quello che i cittadini realmente pagano sulla materia rifiuti. Non credo che questo si possa eliminare se non attraverso una legge di questo tipo e un sistema che ci possa portare a uniformare in tutta la regione almeno un servizio quasi omogeneo per tutti i cittadini. Io credo che il vero risultato, ma andiamo oltre al 2020, sarà quello di pensare che in questa regione un sistema di impianti di trattamento e un sistema di raccolta possa portare per tutti i cittadini a pensare che tutti abbiamo lo stesso servizio, tutti crediamo in un obiettivo e per tutti ci possono essere tariffe, se non uguali, analoghe. Questo credo che sia l’obiettivo su cui lavorare perché alla fine se spostiamo dai territori singoli delle province un sistema che è almeno di bacino ampio, almeno di ambito, che possa fare riferimento anche a gestori presenti sul territorio, credo che in questa direzione potremo davvero pensare che questo sia l’obiettivo più alto verso cui andare.

Sul tributo speciale e sul fondo - non credo che ci sarà spazio nella discussione degli emendamenti - non sono dell’idea che spostare da due terzi a un terzo, al 50 per cento, sia stravolgere questa legge e credo che possiamo tutti fare una riflessione di questo tipo. È vero che nella gestione del fondo i comuni virtuosi si aspettano un riconoscimento, ma passare dal 66 al 50 per cento non credo che sia un deterioramento troppo pesante. Dall’altro punto di vista, e torno al ragionamento fatto prima, noi dobbiamo cominciare a pensare che se tutti i comuni non raggiungono questo risultato che ci deve avvicinare a un 73 per cento assolutamente impegnativo, credo che sia assolutamente positivo pensare che questi comuni hanno bisogno non, come qualcuno ha detto, di un premio ma di un incentivo a fare di più. Questo toglierà anche l’alibi a chi comunque non si muove nella direzione giusta, com’è scritto dalla legge, e credo che questo sarà un obiettivo che impegnerà tutti a pensare che da oggi sui rifiuti si va in una direzione che per l’Emilia-Romagna significa continuare quella situazione dove effettivamente qui l’emergenza non c’è stata, ma oltre a pensare all’emergenza pensiamo davvero a un sistema che ci possa coinvolgere tutti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Iotti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Un ringraziamento anche da parte nostra va ai comitati e ai comuni promotori della legge di iniziativa popolare, perché è grazie anche alla loro iniziativa se si è arrivati a questa legge, una legge che propone alti obiettivi e finalità che non possiamo non condividere e sostenere, tre cose tra le tante: l’obiettivo alto e interessante del recupero di materia al 2020, l’introduzione della tariffa puntuale e l’incentivo ai comuni virtuosi.

Questa legge nel corso della discussione è stata in parte indebolita e a nostro parere, al di là dei titoli, titoli interessanti e condivisibili, non interviene sempre incisivamente soprattutto su un aspetto, che è quello della produzione di rifiuti. Tra l’altro nel corso della discussione sono stati introdotti dei limiti, uno tra tanti lo citava prima il collega Taruffi, ossia il calcolo tipo ISPRA, che è decaduto, e il metodo di raccolta, per il quale qualcuno prima citava i comuni più virtuosi, quelli superiori all’80 per cento, ma chiediamoci perché quei comuni lo superano. Lo superano perché hanno adottato un certo tipo di metodo di raccolta. In questa legge invece spesso si continua a parlare di metodi equivalenti e non è ben legato alla tariffa puntuale, il fondo incentivo che a nostro avviso è depotenziato in questa maniera, e poi magari intervengo meglio. In questi termini quindi abbiamo cercato di inserire proposte che però in Commissioni ci sono state bocciate, alcune proposte che ci dite che non è il caso di mettere, non sono valide e sono solo di bandiera. Noi ci riproviamo perché ci sembrano di buonsenso. Tra l’altro abbiamo l’abitudine di entrare nel merito delle proposte di legge e non di fare critiche fine a se stessi e non di fare, come qualcuno ci diceva, il più uno. Questo non ci interessa.

Quello che proponiamo secondo noi sono proposte di buonsenso e la distanza - in questo caso non grandissima - che ci separa è una visione forse un po’ più oltre, perché siete costretti a grandi mediazioni e in questo caso le grandi mediazioni depotenziano la legge. Intanto è mancato uno studio di quanto sarà il monte dell’ecotassa prima e dopo la legge. Lo abbiamo chiesto in tutte le sedi e in tutte le Commissioni, ma non ci è stato detto, quindi non siamo riusciti a capire anche quanto sarà questo fondo di incentivazione. Adesso finalmente salta fuori un ordine del giorno in cui si dice che il fondo sarà di 10 milioni di euro, però non sappiamo effettivamente questa modifica dell’ecotassa quanto incide. Probabilmente era un dato interessante sia per noi sia per le altre opposizioni, che su questo aspetto sono ancora più critiche.

Sono stati accolti emendamenti dei gestori che, come dicevo, hanno depotenziato la premialità da due terzi al 50 per cento del fondo e secondo noi questo è grave perché incentivare i comuni non vuol dire dargli un premio ma indicare una meta, e indicare una meta è fare vedere che c’è un premio, quindi non è un premio a posteriori ma un’indicazione per quei comuni che ancora sono lontani, un incentivo ad arrivarci. Invece al contrario venivano aumentati i fondi che vanno alla start-up dei progetti, fondi però che vanno principalmente ai gestori futuri, attuali o ad interim (vedo il bando di 6 milioni attivato su Bologna e Reggio), quindi non vanno direttamente anche ai cittadini che sono spinti a migliorare il loro tipo di raccolta. Come dicevo prima, sono emendamenti che falsano anche il calcolo della differenziata. Non viene adottato il metodo ISPRA, come era previsto all’inizio della legge, che è il metodo ufficiale a livello nazionale. Manca ancora il decreto, però è il riferimento nazionale, e il Veneto l’ha adottato proprio a partire da quest’anno. Vedo un emendamento che tenta di metterci una toppa, perché non dice più al 2020, ma dice entro il 2020, è apprezzabile, però per noi è ancora un po’ poco.

Sull’obiettivo del 73 per cento di raccolta differenziata e del 70 per cento di recupero di materia non vogliamo fare i pignoli e scrivere 75 perché così si può dire che abbiamo scritto così grazie al Movimento 5 Stelle, perché se leggete il rapporto di Hera sulle tracce dei rifiuti lo dicono loro stessi che il recupero di materia rispetto alla raccolta differenziata è circa il 94 per cento, quindi la differenza tra raccolta differenza e recupero di materia è il 5 per cento, quindi scrivere 73 e 70 porrà poi delle difficoltà. È vero che con il porta a porta spinto questa forchetta si restringe e allora vi chiedo di spingere ancora di più sul porta a porta spinto, mentre citiamo spesso i sistemi equivalenti. Per fortuna in Commissione avete ritirato l’emendamento sulle calotte ed è stato un passo che abbiamo apprezzato, perché volevate introdurre tra i sistemi equivalenti del porta a porta le calotte. Manca secondo noi una visione di largo respiro. Arriviamo al 2020, che è tra quattro anni, ma anche l’Europa sta ragionando al 2025 e al 2030, quindi inseriamo degli obiettivi al 2025. Noi abbiamo messo dei numeri e possiamo ragionare su questi, però secondo noi dobbiamo avere già una visione al 2025.

Inoltre mancano proposte per iniziare la prevenzione e la riduzione del rifiuto prodotto. Nei titoli e nelle finalità ci sono, ma dentro questa legge non c’è neanche un’azione, anzi è finita un’azione un po’ morbida in seguito e in risposta a delle nostre proposte di emendamento, vostro emendamento scritto a mano in Commissione. Va bene, lo apprezziamo, ma noi avevamo chiesto, e lo chiediamo anche oggi, perché sono piccoli passi, ma sono passi iniziali e incidono, agevolazioni per l’utilizzo del vuoto a rendere per le acque minerali (non è una competenza strettamente regionale ma come Regione possiamo fare qualcosa) e contributo per l’acquisto di pannolini lavabili. I pannolini - è scritto nel piano rifiuti - sono quasi il 3 per cento dei rifiuti prodotti in regione, cioè 80 mila tonnellate (quasi un inceneritore), quindi se cominciamo a erodere quella quota secondo me non è un cattivo obiettivo ed è una cosa semplice da attuare, perché alcuni comuni la stanno attuando, e la Regione potrebbe estendere questa cosa a tutta la regione e a tutti i comuni.

Abbiamo chiesto l’introduzione dell’obbligo di prodotti monouso compostabili all’interno di manifestazioni pubbliche, di sagre e di manifestazioni sportive. Anche questa ci sembra ragionevole, però ho capito che produce qualche paura, però probabilmente, se vogliamo dare un segnale, anche questo è importante.

Inoltre vi è la promozione e regolamentazione del compostaggio collettivo; qui diciamo che qualcosa è stato introdotto e proponiamo un emendamento che coinvolga anche le realtà degli orti urbani proprio per fare entrare il compostaggio non solo nelle aree agricole ma anche nelle aree urbane. Ci sono esperienze che fanno vedere come coinvolgere le realtà degli orti urbani aiuta anche in città ad aumentare la quantità di recupero del rifiuto umido.

Per i sottoprodotti abbiamo notato un emendamento che coinvolge il coordinamento con le imprese e proponiamo un emendamento, che ci sembra importante, perché quando si parla di sottoprodotti vogliamo bene sottolineare che dobbiamo escludere le scorie da combustione da incenerimento, perché c’è chi forzosamente le vuole considerare materie prime e seconde e farci dei mattoni, e su questo secondo me dobbiamo fare un ragionamento nella nostra regione perché abbiamo dei luoghi che andranno incontro a dei problemi per questa interpretazione che secondo noi è errata.

Infine proponiamo quattro ordini del giorno che sono strettamente connessi allo spirito e alla conseguenza di questa legge. Il primo riguarda il fatto che, in seguito all’attuazione delle politiche di riduzione del rifiuto residuo e dell’incremento della raccolta differenziata, ci sarà sicuramente una progressiva riduzione del fabbisogno di impianti di trattamento e di smaltimento - in questa legge soprattutto voi fate riferimento alle discariche -, però secondo noi con questi obiettivi possiamo cominciare a intravedere anche la riduzione dell’utilizzo degli inceneritori, inceneritori per i quali oggi qualcuno diceva che incidiamo anche su quelli, però ricordiamoci che in questa legge si parla di recupero energetico e che a oggi ormai in regione gli inceneritori sono ricompresi nella categoria del recupero energetico. Noi chiediamo che ci sia un impegno serio e formalizzato al decomissioning degli impianti di incenerimento. Ovviamente non li possiamo spegnere tutti domani - non siamo stupidi - però se andiamo avanti con questi termini e con questi obiettivi possiamo permetterci di fare qualcosa. Chiediamo di farci uno studio e di definire dei criteri e oggi chiediamo di definire dei criteri e di dare mandato alla Giunta, eventualmente nel piano rifiuti, di dare un crono-programma e dei criteri, I criteri che noi suggeriamo nel nostro ordine del giorno sono partire da quelli meno efficienti, dalle zone più critiche dal punto di vista dell’inquinamento dell’aria. È ovvio che gli inceneritori non sono l’unica causa dell’inquinamento dell’aria, come diceva qualcuno prima, però aggiungono un fattore importante e quindi considerare quelli che sono in zone dove l’inquinamento dell’aria è maggiore e tenere conto della quantità di popolazione esposta, perché l’esposizione agli inceneritori e agli impianti di smaltimento non è neutra. Ci sono studi che dicono che c’è una causalità diretta tra la presenza di inceneritori e problemi sanitaria, causalità diretta non sempre dimostrata, ma ci sono segnali importanti, e quando si parla di principio di precauzione forse è il caso di tenerne conto.

Chiediamo, legato al discorso del decommissioning degli inceneritori, anche un’azione nei confronti dell’articolo 35 dello Sblocca Italia, perché in questo quadro di riduzione dei rifiuti e di necessità degli inceneritori nella nostra regione mette in crisi questo sistema, col discorso dei rifiuti che possono venire da fuori. Vedo che tra l’altro anche qualche consigliere della maggioranza era sensibile al tema.

L’altro ordine del giorno riguarda il piano di monitoraggio ambientale serio, perché, come dicevo, questi impianti non sono neutri e destano preoccupazioni nelle popolazioni ai quali sono esposti. Ci sono studi che dicono che c’è un nesso - non viene forse sempre dimostrata la causalità diretta -, quindi chiediamo di investire ancora in studi seri, di inserire nuovi traccianti e nuovi obiettivi come il PM2,5, come biomarcatori, e sicuramente come elemento di qualità anche la georeferenziazione delle patologie per una migliore efficacia di questi studi.

La collega Ravaioli prima parlava di in house e noi oggi crediamo, condividendo quello che diceva, che oggi purtroppo è l’unico modo di separare la fase di raccolta da quella di smaltimento, e per noi questo è un punto fondamentale, perché questa separazione permette di efficientare chi fa la raccolta e chi fa lo smaltimento. Quando queste due attività sono messe insieme purtroppo ci sono obiettivi confliggenti: da una parte chi smaltisce deve realizzare degli utili e quindi non riesce a ottimizzare la fase di raccolta, perché ottimizzare al massimo la fase di raccolta diminuisce gli utili sullo smaltimento. In questo caso chiediamo un impegno a sostenere quelle realtà e quei comuni che vogliono andare verso queste decisioni, che sono quelle dell’in house providing. Tra l’altro chiediamo di intervenire anche in un caso particolare, perché sono stati fatti alcuni atti deliberativi di Giunta che di fatto impediscono l’accesso ad alcuni comuni alla scelta dell’in house, e infatti si pongono dei vincoli in termini di comuni contermini, quindi di confine stretto e di stretta contiguità territoriale. Noi chiediamo in questo ordine del giorno un impegno affinché questa condizione sia interpretata in senso più largo, quindi non in termini di comuni contermini ma in termini di prossimità, quindi distanza e facilità di accesso proprio per dare possibilità ai comuni che vogliono accedere a questa possibilità, perché credono in questo efficientamento.

Infine, l’altro ordine del giorno è legato al vuoto a rendere. Temiamo che ci bocciate l’emendamento perché dite che certi emendamenti troppo specifici non vi piacciono, quindi vi diamo la possibilità almeno di impegnarvi su un ordine del giorno per spingere a livello nazionale sul vuoto a rendere e fare qualcosa a livello regionale modulando il tributo del prelievo delle acque a chi si impegna nell’imbottigliamento in vetro e con vetro a rendere. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare la consigliera Lori. Ne ha facoltà.

 

LORI: Grazie, presidente. Vorrei fare un intervento che è soprattutto una testimonianza e cercherò di ripetere il meno possibile quello che i colleghi che mi hanno preceduto hanno illustrato e che condivido appieno.

Credo che questa legge sia una legge importante e coraggiosa che viene da un percorso che però è stato avviato nel tempo e non partiamo da zero. Questa legge darà una spinta in avanti in un percorso che vede già molti comuni impegnati nell’ottimizzare le pratiche di raccolta differenziata.

I dati del 2013 pubblicati dal report dell’osservatorio regionale ci dicono che tutte le province, quindi la media provinciale della raccolta differenziata, superano il 50 per cento, quindi vanno da un mimino del 50 per cento fino a oltre il 60. Questo vuol dire che le condizioni per far meglio e di più con coraggio in un tempo non eccessivamente lungo ci sono tutte.

In alcuni interventi fatti anche dai colleghi di minoranza è emerso come spesso si faccia riferimento a situazioni virtuose lontane da noi. Credo che questo non sia necessario; in Emilia-Romagna ci sono molte realtà che hanno fatto percorsi importanti, sono testimone di una di queste situazioni e anche il collega Iotti citava le esperienze fatte in provincia di Parma, dove diversi comuni (ad oggi sono nove) stanno già applicando con ottimi risultati la pratica della tariffa puntuale. L’applicazione di una tariffa puntuale viene da un percorso che sicuramente ha un’attenzione particolare e una sensibilità all’educazione ambientale e che nel tempo, ma in un tempo non eccessivamente lungo, ha consentito di arrivare a risultati di differenziata anche superiori all’85 per cento e a una diminuzione significativa del rifiuto indifferenziato pro capite che oggi arriva a superare di poco gli 80 chilogrammi pro capite. Dico questo perché questa pratica oggi non è più una pratica puntuale, nel senso che riguarda pochi, ma è ogni giorno di più una pratica diffusa, e credo che questo sia stato anche ben testimoniato e interpretato da tutti coloro i quali all’interno del gruppo di lavoro ANCI in particolare si sono adoperati proprio per contribuire a dare una spinta a questo percorso, quindi le condizioni per poter ottenere entro il 2020, e non al 2020, la raccolta differenziata puntuale, quindi affermando il principio che chi inquina paga, quindi con un’assunzione di responsabilità diretta da parte di ognuno di noi, ci sono tutte. Queste sono condizioni che troviamo anche vicino a noi e che si possono diffondere perché sono già state sperimentate e praticate. Siamo nelle condizioni di poter ricercare dei comportamenti diffusi.

Questa è una buona legge che ha visto secondo me le giuste mediazioni. Ho sentito delle critiche in merito a questo, ma non credo che si siano fatte delle marce indietro, ma che invece si siano ricercate quelle mediazioni che consentiranno una migliore applicabilità di questa legge, le mediazioni che creano i presupposti perché questa legge sia inclusiva e consenta a tutti i comuni, anche quelli che oggi hanno delle condizioni organizzative che hanno bisogno di essere molto migliorate, di poter partecipare in tempi brevi a questo percorso ottenendo dei risultati. Ci sono molte condizioni che vanno presidiate, ma sappiamo che per esempio la costituzione del fondo potrà aiutare molto a supportare chi ha bisogno di tenere un occhio attento al tema tariffario e nello stesso tempo riconoscere ai comuni virtuosi quelle premialità tanto attese perché i comuni virtuosi le scelte le hanno fatte anche impegnando i bilanci comunali, tuttavia posso testimoniare che applicare il servizio porta a porta, quindi ottenere delle percentuali di raccolta differenziata significative, e arrivare anche all’applicazione della tariffa puntuale è possibile anche senza consistenti aggravi dal punto di vista tariffario. Nel mio comune, nonostante si sia passati nel giro di quattro anni dal cassonetto stradale al porta a porta e poi alla raccolta puntuale, che stiamo praticando da ormai tre anni, le tariffe sono diminuite del 10 per cento perché c’è un’attenzione particolare.

Il porta a porta di fatto aiuta molto anche a mettere in atto una sorta contro l’evasione e l’elusione, perché andando a porta a porta le situazioni critiche emergono e questo aiuta anche a far quadrare i conti. È un fatto importante di cui ci si accorge nella pratica quotidiana facendo le cose. Migliorando le performance di raccolta differenziata, i costi per la raccolta diminuiscono, perché non c’è più necessità di raccogliere per esempio il rifiuto differenziato una volta alla settimana, ma basta una volta ogni tre settimane, e questo ha un impatto che stiamo misurando, perché c’è stato il coraggio di partire, di accettare questa sfida e lo stesso hanno fatto tanti altri comuni.

C’è un altro fatto molto importante nella legge, che anche nei lavori fatti con i colleghi, ho cercato di sottolineare, cioè che questa legge dà la possibilità di passare da tributo a tariffa. È una cosa che noi abbiamo sperimentato e che ha di fatto trovato un grandissimo apprezzamento soprattutto nel mondo imprenditoriale. Tornare a tariffa vuol dire consentire alle imprese di recuperare il 10 per cento di Iva e di mettere a costo il costo per lo smaltimento dei rifiuti, per cui anche questa è una questione che ha una grande rilevanza economica e che credo tenga in debita considerazione anche le esigenze del mondo delle imprese, che sappiamo essere in particolare sofferenza.

Rispetto al tema delle imprese c’è tutta la partita dei sottoprodotti, che è un altro tema molto importante su cui credo ci sia tanto da lavorare ma anche in virtù dei più recenti pronunciamenti in questa materia credo ci siano anche ampi spazi per poter ridurre in modo consistente una parte di rifiuti che oggi devono essere smaltiti come rifiuti speciali, che possono invece entrare in quel ciclo virtuoso ed essere recuperati.

Anch’io mi associo e mi complimento con chi in prima persona ha dato il proprio contributo, come l’assessore Gazzolo, la collega Lia Montalti e tutti coloro i quali lo hanno dato, perché oggi possiamo essere qui e raggiungere questo risultato importante.

Un’ultima cosa è la questione di ATERSIR. Mi collego a quello che diceva il collega Bertani su una serie di situazioni puntuali che riguardano le opportunità genericamente (i pannolini o le stoviglie che possono essere destinate al riciclo) e credo che il nuovo ruolo di ATERSIR, che nella legge viene definito e naturalmente rafforzato, potrà anche prevedere nei propri regolamenti una serie di situazioni puntuali e praticabili nelle singole realtà proprio per consentire di affinare anche aspetti specifici e ottimizzare la raccolta differenziata. Questa questione riguarda per esempio anche tutta la partita dei RAEE perché laddove si raggiungono percentuali di raccolta differenziata significative si sente la necessità di studiare, affinare e mettere in atto tutti quei comportamenti che consentano sempre di più di migliorare.

Il lavoro è tanto, ma questa legge rappresenta un punto di partenza importante che sicuramente ci condurrà al 2020 con dei risultati davvero eccellenti e soprattutto diffusi e condivisi largamente, a partire dalle amministrazioni che sono le prime rappresentanti dei cittadini e delle imprese del nostro territorio.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Lori.

Ha chiesto di parlare la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Credo che la relatrice e tutti i colleghi che mi hanno preceduto abbiano già dato bene il quadro dell’importanza della legge che andiamo ad approvare.

È una legge coraggiosa con degli obiettivi importanti e tiene insieme questi obiettivi con gli strumenti concreti per accompagnare davvero i territori nel passaggio dall’economia lineare all’economia circolare e credo non vada sottovalutato il fatto che nell’approvare questa legge regionale di fatto raccogliamo le istanze che dai nostri comuni, dalle associazioni ambientaliste e da chi ha una sensibilità verso questi temi ci è stato posto, quindi su questo non procediamo in modo autoreferenziale ma lo facciamo raccogliendo sollecitazioni dal basso in un processo bottom-up che credo sia sempre assolutamente importante.

Gli strumenti concreti per raggiungere gli obiettivi in questa legge ci sono, come il forum dell’economia circolare, il fondo incentivante, che, come diceva ora la collega Lori, finalmente dà concretezza al principio su chi più inquina e più paga, e il rafforzamento di ATERSIR, che certamente diventa un elemento principale sul quale agire dopo l’approvazione della legge. Ho avuto un’esperienza diretta come ex amministratore delle attività di ATERSIR - su questo mi sono espressa anche nella seduta della Terza Commissione - e credo che ATERSIR in questi anni rispetto alle funzioni ad esse attribuite dalla legge 23 si possa dire che ha fatto quel che poteva fare compatibilmente con le risorse umane a disposizione e con le risorse complessive a disposizione. La legge era anch’essa ambiziosa, abbiamo costituito ATERSIR per costruire un rapporto intenso di collaborazione con le amministrazioni, ma soprattutto per avere un forte potere contrattuale verso i gestori, perché la ratio che ha dato vita alla legge 23, quindi alla costituzione di ATERSIR, si basava fondamentalmente sul fatto che i singoli territori da soli avevano poco potere contrattuale nei confronti di gestori importanti e in questi anni le funzioni attribuite ad ATERSIR sono state tante, hanno cercato di svolgere al meglio, è necessario potenziare la struttura perché il meccanismo non funziona ancora come ci eravamo aspettati, nel senso che il confronto tra ATERSIR e i comuni è intenso e credo che questo sia un aspetto assolutamente positivo, però rispetto alle funzioni che la legge 23 attribuisce ad ATERSIR e il fatto che i piani finanziari che i gestori mandano ad ATERSIR siano non solo concordati ma che in qualche modo vengano decisi dai comuni sulla tariffa domestica o su un’altra, credo vada valutato, perché le funzioni attribuite ad ATERSIR erano diverse. Sono convinta che se il potenziamento lo faremo in tempi brevi ci consentirà innanzitutto di rispondere pienamente alla legge 23 per le funzioni di ATERSIR ma consentirà anche ad ATERSIR di colmare un gap con i cittadini e con i territori che in parte ancora c’è. Io in Commissione ho fatto una proposta che in parte è recepita anche dalla risoluzione che dopo andremo ad approvare. Certo, c’è il comitato per gli utenti, ed è uno strumento importante che funziona e potrebbe funzionare in maniera un po’ più intensa, e sarebbe interessante se ATERSIR si facesse carico sui singoli territori di promuovere anche delle indagini o delle attività di customer satisfaction, delle indagini di soddisfazione degli utenti nei singoli territori rispetto al servizio erogato dai gestori. Ovviamente questo non è un compito di ATERSIR, non è nella legge 23, ma sto aggiungendo un tassello che certamente per noi, in qualità di decisori politici, può essere importante e fondamentale, perché avere un ritorno che sia scientifico concreto e non solo a pelle di quello che pensano i cittadini sullo svolgimento del servizio, a maggior ragione dopo l’approvazione di questa legge importante e sfidante, credo ci potrà consentire nelle politiche che adotteremo di raccogliere non solo il pensiero dei cittadini che ci viene consegnato non solo sulla base delle percezioni epidermiche dei sindaci, che pure sono un tramite fondamentale, ma può diventare uno strumento per noi fondamentale. Credo che nel potenziamento di ATERSIR questo ragionamento possa essere colto, dopodiché deve essere chiaro che con questa legge facciamo davvero il salto culturale dall’economia lineare all’economia circolare, e ci sono tutti i contenuti per fare il salto non solo culturale ma anche nelle modalità.

Il concetto di economia circolare ormai risponde al desiderio di crescita sostenibile in un quadro di crescente pressione alla quale produzione e consumi sottopongono le risorse mondiali e l’ambiente, ma questo non ho bisogno di dirlo io, ma lo conosciamo tutti. Finora l’economia ha funzionato con un modello produzione, consumo e smaltimento, dove ogni prodotto è destinato ad arrivare a fine vita, mentre con questa legge noi cambiamo decisamente l’impostazione e credo che una regione come la nostra, virtuosa da tanti punti di vista, non potesse assolutamente sottrarsi a questo tipo di impegno. Ormai per produrre cibo, costruire case, infrastrutture, fabbricare beni di consumo e fornire energia si usano dei materiali pregiati e quando sono stati sfruttati del tutto e non sono più necessari questi prodotti vengono smaltiti come rifiuti, ma l’aumento della popolazione e la crescente richiesta tuttavia spingono più che mai verso l’alto la domanda di risorse, che scarseggiano, e portano al degrado ambientale.

Noi che nel programma di mandato del Presidente abbiamo condiviso obiettivi ambientali specifici, abbiamo nella legge di riordino istituzionale raccolto la sfida della costituzione delle agenzie che vanno in questa direzione, noi che siamo una regione che ha avuto l’onore non solo di avere due riconoscimenti a riserva della biosfera ma che quanto ad aree protette, SIC, ZPS e parchi siamo una delle regioni che da questo punto di vista è stata assolutamente sensibile, credo non possiamo non raccogliere la sfida anche sul tema dei rifiuti, sul riuso e sul fine vita prevedendo degli elementi premianti.

Non ho bisogno di citare dati che conosciamo tutti, però nell’Unione europea ogni anno si usano quindicimila tonnellate di materiali a persona e ogni cittadino in Europa genera una media di oltre 4,5 tonnellate di rifiuti l’anno, di cui quasi la metà è smaltita nelle discariche, quindi l’economia lineare che si affida esclusivamente allo sfruttamento delle risorse non è più un’opzione praticabile e con questa legge credo che avviamo la transizione dall’economia lineare a un’economia circolare spostando l’attenzione al riutilizzo, all’aggiustare, al rinnovare e al riciclare i materiali e i prodotti esistenti.

Quello che normalmente veniva considerato rifiuto può finalmente essere trasformato in una risorsa, quindi si comprende come sia assolutamente opportuno approvare questa legge che va in questa direzione continuando a essere una regione che sul tema dei rifiuti rimane al passo con i tempi e con le esigenze di sostenibilità ambientale e fa davvero il salto culturale su questo fronte.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Zappaterra.

Mancano due minuti alle 18 non c’è tempo per altri interventi. Ci vediamo domani con la prosecuzione in dibattito generale.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 18

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessore Simona CASELLI e Massimo MEZZETTI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 1303 “Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in ordine alle cause che hanno determinato, in provincia di Piacenza, in occasione degli eventi alluvionali del 13 e 14 settembre, una gravissima situazione, aggravata dai ritardi nelle comunicazioni e negli interventi da parte dei diversi livelli istituzionali. A firma del Consigliere: Foti”

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 15

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 26

Mirco BAGNARI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Igor TARUFFI, Yuri TORRI,

 

Assenti: 7

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Andrea LIVERANI, Simonetta SALIERA, Luciana SERRI.

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

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