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48.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 18 NOVEMBRE 2015

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 1575

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per mettere in sicurezza il Ponte sul fiume Taro sul vecchio tracciato della Via Emilia. A firma del Consigliere: Rainieri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

RAINIERI (LN)

DONINI, assessore

RAINIERI (LN)

 

OGGETTO 1616

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la continuazione del percorso autorizzatorio, anche a seguito delle recenti analisi effettuate, del progetto di ampliamento della discarica "Tre Monti" di Imola. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI (FI)

GAZZOLO, assessore

BIGNAMI (FI)

 

OGGETTO 1617

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative da assumere, anche di natura legislativa, al fine di impedire l'uso distorto della normativa regionale in materia di Associazioni di Promozione Sociale, con particolare riferimento all'apertura di luoghi di culto islamico. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

GUALMINI, vicepresidente della Giunta

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 1621

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per salvaguardare l'occupazione e la capacità produttiva dello stabilimento Saeco di Gaggio Montano (BO). A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

TARUFFI (SEL)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 1622

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il potenziamento del trasporto ferroviario regionale, anche tramite il mantenimento in via ordinaria dei treni aggiuntivi messi a disposizione dell'utenza in occasione dell'Expo. A firma dei Consiglieri: Molinari, Tarasconi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

TARASCONI (PD)

DONINI, assessore

TARASCONI (PD)

 

OGGETTO 1623

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per consentire il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla L.R. n. 16 del 2015 in materia di raccolta dei rifiuti, con particolare riferimento ai costi della raccolta differenziata. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BERTANI (M5S)

GAZZOLO, assessore

BERTANI (M5S)

 

Cordoglio per le vittime della strage di Parigi

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

BIGNAMI (FI)

TARUFFI (SEL)

GIBERTONI (M5S)

FABBRI (LN)

CALIANDRO (PD)

ALLEVA (Altra ER)

BONACCINI, presidente della Giunta

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Saliera)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 1624

Delibera: «Presa d’atto delle dimissioni da Consigliere regionale della signora Palma Costi. Proclamazione della elezione a Consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Enrico Campedelli.» (46)

(Approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Saliera)

TARUFFI (SEL)

POMPIGNOLI (LN)

 

OGGETTO 115

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «"Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24» (19)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

PRESIDENTE (Saliera)

TARUFFI, relatore della Commissione

PRESIDENTE (Soncini)

BIGNAMI, relatore di minoranza

POMPIGNOLI (LN)

CALIANDRO (PD)

MARCHETTI Daniele (LN)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 9,52

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la quarantottesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

antimeridiana del 20 ottobre 2015 (n. 42);

pomeridiana  del 20 ottobre 2015 (n. 43);

antimeridiana del 21 ottobre 2015 (n. 44);

pomeridiana   del 21 ottobre 2015 (n. 45);

antimeridiana del 27 ottobre 2015 (n. 46);

pomeridiana   del 27 ottobre 2015 (n. 47);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Saliera): Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna gli assessori Caselli, Corsini e Costi.

Le restanti informazioni prescritte dall'articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e pertanto le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

OGGETTO 1575

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per mettere in sicurezza il Ponte sul fiume Taro sul vecchio tracciato della Via Emilia. A firma del Consigliere: Rainieri

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): A questa interrogazione risponderà l'assessore Donini.

La parola al consigliere Rainieri per illustrare l'interrogazione.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Ho chiesto, con questa interrogazione urgente, una presa di posizione della Regione su un ponte di fondamentale importanza sia dal punto di vista viabilistico, sia dal punto di vista culturale. È il ponte sul fiume Taro in località Ponte Taro, che divide tre comuni, Fontevivo, Noceto e Parma, e che è sulla direttiva Milano-Bologna, sulla vecchia Via Emilia, dove ancora oggi è presente molto traffico veicolare. Questo ponte è stato abbandonato dal punto di vista della manutenzione da molti anni e purtroppo in una delle varie piene del fiume Taro, negli anni Ottanta, il ponte con la ferrovia a qualche centinaia di metri a valle di questo e il ponte a monte di Fornovo crollarono per le furie delle acque del fiume Taro.

Posso immaginare che la Regione risponda che non è di sua competenza perché le competenze sono passate ai Comuni con l'accordo che fecero anni fa, però con le difficoltà che i Comuni hanno oggi nel poter disporre di finanziamenti ed eventualmente accedere anche a mutui per il Patto di stabilità e vista l'importanza strategica di questa struttura, chiediamo alla Regione, anche in virtù di quello che ha minacciato il sindaco di Fontevivo, cioè di chiudere al traffico questo ponte sabato 21 per quanto di sua spettanza, se ha intenzione di aiutare i Comuni e quindi tutta la viabilità connessa o se decide di lasciare solo alla disponibilità dei Comuni, che sostanzialmente non possono fare niente, la sistemazione e la messa in sicurezza di questo ponte.

Erano state fatte alcune proposte per utilizzare dei fondi che erano stati stanziati dalla Regione sulla metropolitana leggera per collegare Salsomaggiore a Parma, ma ha ribadito lo stesso assessore, non più tardi di dieci giorni fa, in Commissione Bilancio, che quei fondi rimangono per quell'opera che è assolutamente strategica per quel territorio. Comunque togliere dei fondi da un'opera per metterli in un'altra quando non sarebbero sufficienti per fare l'intervento definitivo credo che sia assolutamente sbagliato perché a quel punto avremmo un'opera incompiuta da una parte e un'opera che non si farà mai dall'altra. Se poi è vero com'è vero, come tutti dicono, che bisogna spostare il traffico dalle ruote al ferro, come è stato detto anche in quest'Aula più volte, allora togliere fondi per fare quell'opera, cioè la metropolitana leggera e la stazione, non solo potrebbe servire per togliere un po' di traffico veicolare dal ponte di cui stiamo parlando, ma anche per eliminare l'inquinamento e i molti tempi morti che oggi purtroppo ci sono sulla viabilità normale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

La parola all'assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Rainieri che cita un mio pronunciamento in Commissione che francamente non ricordo, ma i verbali sono lì e quindi li valuteremo. Sicuramente mi ricordo la discussione per come è stata. In ogni caso la ricognizione che ho fatto in ambito di Assessorato sul tema del ponte sul Taro ha dato i rilievi che adesso espongo.

È in corso di perfezionamento, congiuntamente tra i tre Comuni proprietari dell'infrastruttura, Fontevivo, Parma e Noceto, il conferimento di un incarico di verifica di idoneità statica a seguito della quale sarà possibile stabilire la necessità o meno di interventi per assicurare la stabilità del ponte e si sta procedendo ad emettere ordinanza relativamente alla limitazione della velocità di transito sul ponte.

È in fase di rinnovo un protocollo d'intesa tra i tre Comuni interessati al fine di regolamentare le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e la messa in sicurezza del ponte.

Per quanto riguarda l'intervento che lei ha citato della cosiddetta "metropolitana leggera" da Parma a Salsomaggiore denominato "Costruzione nuova stazione ferroviaria di Ponte Taro" è stato accolto nella programmazione regionale Programma speciale d'area (forse faceva riferimento a questo) denominato "Azioni a sostegno dell'insediamento dell'Agenzia per la sicurezza alimentare a Parma" su istanza e progettazione tecnica della Provincia di Parma in qualità di soggetto attuatore e beneficiario. Nella progettazione preliminare era previsto un costo pari a 3 milioni 140 mila euro e la Regione Emilia-Romagna prevedeva un contributo di 1 milione 600 mila euro mediante il Programma d'area. A seguito di un approfondimento della fase di progettazione si è evidenziata la necessità di integrazioni per opere ferroviarie e tecnologiche che comporterebbero, oltre a risorse aggiuntive attualmente non disponibili e da ricercare ovviamente, delle analisi approfondite sulla fattibilità, l'efficacia trasportistica ed economica e sulla compatibilità con l'esercizio dei servizi ferroviari di interesse regionale. Una modifica tecnica progettuale comporta, inoltre, la modifica da parte degli enti locali interessati (ma questo lei lo sa bene), cioè Provincia di Parma, Comune di Parma, Comune di Fidenza, Comune di Salsomaggiore dell'originale programmazione a fronte di cambiamenti delle condizioni della stessa programmazione. È stata convocata (quindi abbiamo un punto fermo) una conferenza di programma il 20 novembre prossimo che potrà concordare con gli enti sottoscrittori eventuali modifiche della programmazione.

In merito alla possibilità di stanziare risorse regionali di competenza della viabilità purtroppo si fa presente che per quanto riguarda i finanziamenti previsti all'articolo 167-bis, della legge regionale 3/1999 e successive modifiche ed integrazioni, destinati ad interventi di sistemazione, miglioramento e costruzione di strade di proprietà comunale, non c'è attualmente disponibilità finanziaria e pertanto non si è in grado adesso di prevedere risorse in merito, ma la comunicazione che lei ci ha fatto in qualche modo contestualizza l'intervento anche in ordine alla sua gravità e quindi da questo punto di vista le posso rispondere quello che c'è ad oggi.

Infine si precisa che il raccordo autostradale TiBre-A15 della Cisa-A22 del Brennero facente parte del quadro complessivo delle opere infrastrutturali per la Regione Emilia-Romagna nell'ambito dei programmi delle infrastrutture strategiche così come è stato presentato al Governo (e adesso ovviamente si pronuncerà il Governo) è articolato in due livelli di priorità: priorità 1 per il primo lotto e priorità 2 per il secondo lotto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

La parola al consigliere Rainieri.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore anche se non sono completamente d'accordo e contento della sua risposta. Facevo riferimento al progetto d'ambito che è stato sviluppato dal suo dirigente dove era previsto questo finanziamento a cui lei ha fatto riferimento. Sappiamo delle difficoltà di reperire risorse oggi, però le rivolgo ancora una preghiera, non perché voglio fare a tutti i costi l'oppositore al governo della Regione, ma perché è una questione di sicurezza. Purtroppo siamo abituati a vedere catastrofi, anche recenti e molto gravi, quindi, visto che sul ponte il sindaco sta avviando, come lei ha riferito, una verifica statica in questi giorni, chiedo comunque di tenere in considerazione quello che io, a nome dei cittadini di Fontevivo e dei sindaci di Fontevivo, Noceto e Parma, le ho chiesto, perché è vero che non ci sono fondi, però è anche vero che poi non vorrei che dovessimo essere qui a dire: abbiamo un'emergenza, dobbiamo spenderne molti di più per rifare un ponte, sperando che poi, se dovesse succedere qualcosa, non succeda mentre qualcuno transita sul ponte.

La ringrazio per la risposta e la invito a tenere d'occhio la situazione. Io le sarò da pungolo in questo e spero che si trovi presto una soluzione, che, ribadisco, non riguarda solo tre comuni, ma interessa una viabilità molto più ampia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

Procediamo con l’oggetto 1616.

 

OGGETTO 1616

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la continuazione del percorso autorizzatorio, anche a seguito delle recenti analisi effettuate, del progetto di ampliamento della discarica "Tre Monti" di Imola. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponderà l'assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Bignami.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Con un provvedimento pubblicato sul BUR del 23 settembre la Regione Emilia-Romagna ha preannunciato l'avvio della procedura dell'Autorizzazione Unica ai sensi del decreto legislativo 387/2003. In questo contesto si è avviata la procedura dell'autorizzazione, con la realizzazione di un recupero volumetrico in sopraelevazione del terzo lotto nei comuni di Imola e Riolo Terme, per l'ampliamento della discarica Tre Monti, che sta suscitando notevoli perplessità e preoccupazioni da parte della popolazione interessata. Anche nei confronti delle autorità competenti sussistono alcune volontà di verifica che impongono da parte del sottoscritto un richiamo d'attenzione alla Giunta sulle modalità e sulle finalità che si intendono effettivamente perseguire anche a fronte dei rilievi ARPA, che ho recentemente acquisito, che determinano alcune criticità nello sviluppo dell'area su cui credo sia importante che la Giunta spenda una riflessione.

In particolar modo abbiamo anche condotto alcune valutazioni in ordine alla Valutazione di Impatto Ambientale, che si è dimostrata largamente carente sotto diversi aspetti, intanto sull'impatto cumulativo, sull'impatto sanitario, ma anche in ordine alla totale assenza dell'applicazione di un principio di precauzione che a nostro modo di vedere, invece, deve guidare la realizzazione di qualsiasi opera di questo tipo e ancor più rispetto a quella in oggetto.

Al contempo l'ARPA, (l'Agenzia regionale della Regione Emilia-Romagna), ha verificato che effettivamente esistono delle situazioni di oggettiva difficoltà in quanto il percolato che è stato rilevato presenta delle contaminazioni in sito che denunciano uno stress ambientale assai rilevante e che consiglierebbero, proprio in attuazione di quel principio di precauzione cui facevo riferimento prima, uno stop rispetto alla valutazione dell'ampliamento, anche in ragione del fatto che, ove venisse realizzato questo ampliamento, la discarica di Imola si qualificherebbe per essere una delle più grandi d'Italia.

Da qui la domanda che formulo all'assessore, con una postilla, che sicuramente l'assessore Gazzolo ricorderà, in ordine al fatto che già avevo posto un tema in quest'Aula: avevo chiesto la disponibilità da parte della Giunta di finanziare degli studi indipendenti, se così li vogliamo chiamare, ma preferisco chiamarli istituzionali, in ordine all'effettiva verifica di quale sia la situazione di contaminazione eventuale del sito, che però, a quanto sembra risultare da ARPA stessa, è, all'evidenza dei fatti, ahimè, presente.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

La parola all'assessore Gazzolo.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Consigliere Bignami, le rispondo con la rapidità consentita dal question time, specificando che, come lei sa, le norme vigenti che disciplinano le procedure di valutazione di impatto ambientale non prevedono la possibilità che le autorità competenti possano sospendere il procedimento avviato.

L'episodio denunciato nell'interrogazione è avvenuto nella discarica esistente e le autorità preposte al controllo e alle autorizzazioni hanno già assunto gli atti necessari a far fronte a tale situazione.

Ovviamente, come lei sa, nella procedura di VIA si terrà in debito conto dell'episodio segnalato nell'interrogazione e degli esiti dei controlli e delle conseguenti azioni. A tal fine saranno disposte e chieste integrazioni che comporteranno la sospensione del procedimento per il tempo assegnato al richiedente.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Bignami.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Assessore, questa è la risposta? Assessore, queste risposte, poi, segnano i rapporti tra minoranza e Giunta perché io di farmi prendere in giro non ne ho voglia e tantomeno di farmi prendere in giro da qualche tecnico che le ha scritto la risposta, perché io escludo, riconoscendole onestà intellettuale e voglio crederci, che lei possa prendere per buona una risposta di questo tipo perché credo che sia assolutamente insufficiente, carente, inadeguata e mi fa anche un po' girare le scatole, perché c'è un principio che si chiama "di precauzione" con cui vi riempite la bocca e ci riempite le orecchie, che però ogni volta negate nei fatti, perché voi avete questa brutta abitudine di adottare delle parole, tipo "Partito Democratico" e poi di fare altro, magari di avere un Presidente del Consiglio non eletto. Questo è abbastanza singolare perché parlate di principio "di precauzione" e poi non lo attuate, come in questo caso.

Io la ringrazio della risposta, però la metterò insieme alla risoluzione del Partito Democratico sui fatti di Parigi perché come quella è del tutto inutile ed è estremamente offensivo che si ritenga che su un fatto così grave, dove stiamo conducendo tutti insieme una battaglia per verificare che i nostri concittadini possano oggettivamente convivere con una situazione di difficoltà, la Giunta dica questo.

Le avevo fatto un'altra domanda in ordine alla disponibilità da parte della Giunta di finanziare un progetto di verifica indipendente (si fa per dire "indipendente" perché le commistioni esistenti tra Hera e il partito di maggioranza di questo territorio le conosciamo bene) e anche su questo è mancata una risposta. Mi dispiace perché questo rischia di compromettere dei rapporti di lealtà, che evidentemente sono unilaterali.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Procediamo con l’oggetto 1617.

 

OGGETTO 1617

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative da assumere, anche di natura legislativa, al fine di impedire l'uso distorto della normativa regionale in materia di Associazioni di Promozione Sociale, con particolare riferimento all'apertura di luoghi di culto islamico. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponderà la vicepresidente Gualmini.

La parola al consigliere Foti.

 

FOTI: Grazie, presidente. Dell'attentato di Parigi parleremo dopo, ma rimane fermo il fatto che nella regione Emilia-Romagna vi è un'applicazione distorta delle norme di legge vigenti. Usando il grimaldello - che peraltro è preciso, in realtà, nella sua dizione legislativa - dell'articolo 32, comma 4, della legge n. 383/2000, che così recita: "le sedi delle associazioni di promozione sociale e i locali nei quali si svolgono le relative attività sono compatibili con tutte le destinazioni d'uso indipendentemente dalla destinazione urbanistica" e ancora di più utilizzando in modo specioso e illegittimo quanto disposto dall'articolo 2, comma 1, lettera d), della legge regionale 9 dicembre 2002 n. 34, che dice che le associazioni di promozione sociale sono quelle associazioni rivolte a favore degli associati e dei terzi finalizzate anche alla promozione culturale, etica e spirituale, utilizzando il termine "spirituale" e confondendolo con il termine "religioso", si stanno aprendo centri di cultura islamica in tutta la regione nei quali, in realtà, si svolgono attività di preghiera e quindi si attivano delle pratiche di culto, ciò in violazione alla normativa regionale che prevede che per i luoghi di culto si debba avere non una destinazione d'uso d'accatto, ma la destinazione d'uso "AR", che vuol dire "attrezzature religiose". Io mi auguro che questa Giunta ponga fine a questa vergogna che sta infestando tutta la regione Emilia-Romagna.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola alla vicepresidente Gualmini.

 

GUALMINI, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Caro consigliere, rispondo velocemente sia sul piano tecnico che su quello politico.

Sul piano tecnico, in primo luogo è vero che è prevista una deroga nella legge nazionale e in quella regionale all'articolo 16 della legge del 2002 sul fatto che le APS possono in effetti accedere a locali a invarianza di destinazione d'uso, però non è che tutte le APS possano iscriversi al registro che le definisce tali perché evidentemente devono rispettare alcune condizioni: la prima è che le funzioni svolte siano assolutamente di promozione sociale e la seconda è che siano rispettate tutte le norme di igiene, sicurezza e quant'altro, e su questo spetta indiscutibilmente ai Comuni fare le opportune verifiche, tra l'altro, non solo su una categoria di APS sospettata di essere di ispirazione religiosa perché a quel punto i Comuni dovrebbero fare le verifiche su tutte, su quelle di ispirazione induista, buddista, valdese, islamica eccetera.

Secondo: è vero che l'attività di culto non può essere considerata una funzione di promozione sociale, questo lo dice la giurisprudenza, anche se rimane il dubbio, che non fuga nemmeno la sentenza che lei cita del Consiglio di Stato, che questa attività possa essere vietata se svolta in maniera del tutto marginale, occasionale, soprattutto a porte chiuse, per i soci e non per tutti. Su questo una sentenza del TAR del 27 gennaio 2015, recentissima, in realtà va in questa direzione.

Terzo punto: se anche noi avessimo il sospetto che in un'APS in realtà ci sia un covo di formazione di cellule jihadiste, è evidente che sarebbe un problema urgentissimo di ordine pubblico e lo si comunicherebbe all'intelligence e alle forze di sicurezza, posto che queste siano così sprovvedute da non essersene accorte.

Ora le rispondo sul piano politico. Se seguiamo il suo ragionamento, cioè se la Regione Emilia-Romagna dovesse muoversi a mo' di ritorsione nei confronti di queste APS a seguito dei fatti barbarici di Parigi, è evidente che lei ci vuole trascinare in una sorta di guerra di religione in cui noi dovremmo contrapporci a tutti - e dico tutti - quelli che professano la religione islamica. Questo purtroppo non possiamo farlo perché abbiamo articoli della Costituzione, gli articoli 8 e 19, e un articolo della Convenzione europea n. 9 che ci dicono che la libertà di culto ancora esiste nel nostro paese. Ma qui sta la contraddizione: è vero che noi siamo in guerra, è vero che siamo in guerra da un po' di anni, ma non è una guerra di religione, è esattamente una guerra contro una nuova forma di totalitarismo nichilista che vuole impedirci di affermare i nostri valori di libertà, di rispetto e di democrazia, e se noi rispondiamo con estremismo, cioè negando agli altri la libertà sancita dalla nostra Costituzione, diamo retta esattamente a quello che i nostri nemici fanatici e assassini vogliono che noi facciamo. Quindi quello che a noi interessa è compiere una cesura netta tra i fanatici jihadisti e chi professa civilmente in maniera moderata la propria religione, senza per questo imbarcarci in una forma di scontro a mo' di guerra di religione che francamente la darebbe vinta ai nostri nemici. Su questo noi non intendiamo cedere.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, vicepresidente Gualmini.

La parola al consigliere Foti.

 

FOTI: Grazie, presidente. L'assessore Gualmini, forse per difendersi dalle accuse che le rivolgono all'interno della sua maggioranza di essere troppo di Destra, ha fatto un discorso che esula dalla mia interrogazione. Innanzitutto, assessore Gualmini, se l'ha letta, sa bene che io l'articolo 8 della Costituzione l'ho citato, lo conosco, ma conosco anche il comma 2 e il comma 3 che lei non ha citato: quando si parla di libertà di culto bisogna sapere che in Italia la Costituzione la disciplina nell'ambito di quelle che sono le convenzioni e le norme di legge che devono essere attuate. Lei sa che con la comunità islamica non esiste nulla in materia, quindi stiamo parlando del nulla rispetto a questa sua accusa secondo l'articolo 8 della Costituzione.

Ma io non cito soltanto gli articoli della Costituzione. Lei prima ha citato una sentenza del TAR, io le ho citato una sentenza del Consiglio di Stato che è molto chiara; lei, che oltretutto anche professionalmente sa qual è la differenza tra una sentenza del TAR e una del Consiglio di Stato, non dovrebbe dimenticare che il Consiglio di Stato ha sancito l'incompatibilità dell'uso promiscuo tra attività di promozione sociale e attività di culto, quindi non meniamo il can per l'aia, non tiriamo fuori della filosofia inutile. La realtà è la vostra connivenza, nel nome non di essere dei buoni amministratori, ma dei buonisti d'accatto, nel non voler far rispettare norme di legge a cui un qualsiasi cittadino italiano risponde e che rispetta perché se io violo una norma urbanistica sono sanzionato. Nessuno ha detto che non vi deve essere la libertà di culto, ma la libertà di culto la si esercita quando i Comuni classificano zone "AR", che sono zone specificatamente destinate al culto: questa è la procedura ordinaria, questa è la procedura che seguono tutti.

Lei mi cita esattamente che cosa si dice per le associazioni di promozione sociale, ma secondo lei in un'associazione di cultura islamica c'è un'elezione democratica dei vertici così come prevedono gli statuti che dovrebbero essere presentati? Ma voi avete visto che sul sito avete l'albo delle associazioni culturali aggiornate al 2012 perché non ci sono neppure gli aggiornamenti 2013 e 2014? Questa è connivenza pura e schietta!

La Regione ha il dovere di dire semplicemente ai Comuni: la legge nazionale e la legge regionale danno dei parametri, chi è in questi parametri, benissimo. E lei sa benissimo perché è stata realizzata quella legge: perché innanzitutto nei centri storici vi erano miriadi di associazioni che avevano i 30-40 metri della sede, magari erano vecchi appartamenti, non si poteva fare la modifica di cambio di destinazione d'uso ad uso uffici e allora si è introdotta questa normativa a livello nazionale, ma ciò che è vergognoso è che i capannoni vengano utilizzati come sedi di associazioni di promozione sociale!

Poi lei sa benissimo e meglio di me che non c'è bisogno di dire "a porte chiuse"; a parte che già sarebbe interessante capire in nome di quale libertà vi può essere una "libertà religiosa a porte chiuse", ma se lei sa come funziona, sa anche che in quei luoghi di culto vi è addirittura - lo dico per le femministe mancate di oggi - la distinzione nel fatto che gli uomini pregano da una parte e le donne dall'altra, non mi pare che siano precetti di tipo costituzionale che trovano fondamento nelle radici delle nostre norme.

La mia domanda era tutt'altra, non era fare un processo alle intenzioni, era dire soltanto: chiunque sia l'associazione - io ho citato le associazioni islamiche perché lei sa che l'Emilia-Romagna è piena di moschee mascherate, ma qualsiasi associazione religiosa sia - se vuole esercitare la libertà di culto, lo fa nell'ambito della normativa legislativa italiana e quindi: fa l'istanza, se il Comune ritiene di non avere spazi, fa il cambio di destinazione d'uso dei terreni e quindi lo può fare attraverso il PSC, attraverso il POC, attraverso il RUE per quelli che hanno questi strumenti urbanistici, o con una variante di Piano regolatore, ma non è ammesso creare degli uguali più disuguali di altri, perché questo si sta facendo.

Io mi auguro che la sua risposta, che lei ha detto essere di natura politica, se la rilegga bene e rilegga bene anche la mia interrogazione, perché nella mia interrogazione c'è scritto che nessuno vuole discriminare la libertà di culto, ma tra la discriminazione della libertà di culto e il rispetto della legge formale e sostanziale lei sa che è quest'ultima che prevale, perché prima viene la legge e poi viene la politica. Voi state utilizzando la politica per far violare le leggi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Procediamo con l’oggetto 1621.

 

OGGETTO 1621

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per salvaguardare l'occupazione e la capacità produttiva dello stabilimento Saeco di Gaggio Montano (BO). A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponderà il sottosegretario Rossi.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. L'oggetto di questa interrogazione deriva dal fatto che nei giorni scorsi uno dei più importanti stabilimenti produttivi dell'Appennino bolognese, forse il più importante in assoluto, è stato oggetto di una serie di mobilitazioni da parte dei lavoratori e delle lavoratrici per la preoccupazione che hanno destato le notizie che sono circolate e soprattutto per la situazione e le prospettive dello stabilimento stesso.

Stiamo parlando dello stabilimento Saeco-Philips. La Philips ha rilevato qualche anno fa lo stabilimento, che era di proprietà della Saeco, da un fondo pensionistico. L'arrivo di questa multinazionale era stato accolto con favore perché erano stati prospettati importanti investimenti, era stato illustrato un piano che sembrava molto importante anche per le ricadute occupazionali del territorio e invece poi, con gli anni, la realtà è stata diversa perché si sono chiusi dei capannoni, sono state utilizzate in maniera massiccia le ore di cassa integrazione e soprattutto la produzione è drasticamente diminuita passando da una produzione di 490 mila macchine di caffè a circa 90 mila che sono in previsione il prossimo anno, a fronte del fatto che invece gli stabilimenti che Philips-Saeco ha aperto in Romania hanno visto aumentare significativamente la produzione. Il numero dei dipendenti è diminuito sempre di più, adesso siamo a circa 600.

Chiaramente parliamo di uno stabilimento che è collocato in un'area, quella dell'Appennino bolognese, in cui è facile intuire come questi numeri (600 dipendenti) più ovviamente l'indotto siano numeri molto significativi per un territorio che può contare su circa 20 mila abitanti, quindi volevamo capire dalla Giunta, dal sottosegretario quali fossero gli impegni che l'Amministrazione regionale poteva assumere in ordine anche alla possibilità di convocare quanto prima un tavolo di confronto con la proprietà e con le parti sociali, con i sindacati, considerate anche le mobilitazioni che si sono avute in questi giorni, e soprattutto per capire quali siano le concrete e reali prospettive per il futuro di quella che, come ho detto, è sicuramente la più importante realtà produttiva dell'Appennino bolognese.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola al sottosegretario Andrea Rossi.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Gentile consigliere Taruffi, come lei ha già ricordato, la Saeco è un'importante azienda del nostro territorio che si divide in due società distinte che sono la Vending e la Saeco-Philips. La Vending è attiva nella produzione delle macchine da caffè professionali ed è l'azienda che ha incontrato i rappresentanti dei lavoratori per attivare, come lei ricordava, i contratti di solidarietà. Attualmente è previsto un incontro da parte della Saeco Philips, che è l'altro soggetto coinvolto, con le organizzazioni sindacali il 26 novembre. Questo in virtù delle preoccupazioni derivanti dal forte calo di vendite, dai 100 giorni di cassa integrazione guadagni ordinaria su 225 giorni lavorativi e a causa del fatto che c'è una società gemella che in Romania si occupa della medesima produzione.

A seguito di questo incontro come Regione saremo pronti ad attivare, come da lei chiesto, il tavolo di salvaguardia occupazionale per approfondire e, qualora emergano eventuali controversie, per affiancare le parti nella procedura per l'applicazione degli ammortizzatori sociali che si rendessero necessari. Contestualmente la Regione Emilia-Romagna attiverà anche appositi bandi di formazione e ricollocazione del personale, se necessario, e, se da parte dell'azienda vi saranno le condizioni per partecipare ai bandi di settori e in particolare a quelli rivolti all'innovazione di prodotto e di processo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Accogliamo con favore le parole del sottosegretario specialmente in ordine all'opportunità, alla possibilità di convocare quanto prima le parti sociali e l'azienda ad un tavolo di confronto proprio per tenere quanto più alta l'attenzione su quello stabilimento e su quel sito produttivo perché, come abbiamo detto spesso e come ha detto il presidente Bonaccini in molte occasioni, il lavoro e la tutela del lavoro per noi deve essere un'ossessione e appunto per questo ci siamo dotati di strumenti come il Patto per il lavoro coinvolgendo molte sigle rappresentative del tessuto sociale emiliano-romagnolo e credo che queste siano le occasioni in cui dare concretamente seguito agli impegni per dare prospettive ai nostri territori.

Ribadisco l'importanza strategica di quel sito produttivo per il territorio, che è l'Alto Reno, di cui peraltro oggi ci occuperemo diffusamente fra poco quando discuteremo della fusione tra Granaglione e Porretta Terme, che è il punto finale del percorso di fusione. Va da sé, però, che tutti gli strumenti che possiamo mettere in campo come pubblica amministrazione, come ad esempio quello di ridurre il numero degli enti locali e rendere la macchina pubblica più efficiente, non potranno avere gli effetti sperati se non avremo la forza e la possibilità di mantenere in loco il lavoro, perché ovviamente non c'è prospettiva e non c'è sviluppo se non c'è lavoro. Chiaramente stiamo parlando di una multinazionale che ha logiche di mercato globali, che segue la logica del mercato globale e quindi sappiamo bene quali siano le difficoltà, però non possiamo rinunciare a fare tutto quello che è in nostro potere, a partire, ovviamente, dal mantenere alta l'attenzione e dimostrare la sensibilità delle istituzioni nei confronti di questi problemi che riguardano la vita di decine e decine di persone, di famiglie e di lavoratrici e di lavoratori.

Come dicevo, quello stabilimento sta vivendo una fase complicata, ha una storia lunga e vorremmo in qualche modo, visto che ne abbiamo discusso anche ieri in Commissione, che tra gli impegni che ci assumiamo come amministrazione regionale ci fosse anche quello legato al sostegno per le imprese e per le aziende, trovando magari anche forme originali e diverse in tema di fiscalità e di costo del lavoro.

Detto questo, prendiamo atto dell'impegno del sottosegretario e vigileremo sul prosieguo del percorso, a partire dalla convocazione dell'azienda ad un tavolo con i sindacati quanto prima.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Procediamo con l’oggetto 1622.

 

OGGETTO 1622

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il potenziamento del trasporto ferroviario regionale, anche tramite il mantenimento in via ordinaria dei treni aggiuntivi messi a disposizione dell'utenza in occasione dell'Expo. A firma dei Consiglieri: Molinari, Tarasconi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponderà l'assessore Donini.

La parola alla consigliera Tarasconi.

 

TARASCONI: Grazie, presidente. Premesso che è un problema, quello dei pendolari per Piacenza, che dura da molti anni e al quale si sta effettivamente cercando di trovare delle soluzioni, in occasione di Expo 2016 sono stati rafforzati i collegamenti ferroviari fra le città della nostra regione ed il capoluogo lombardo attraverso l'aumento del numero di corse giornaliere previste. Questo incremento ha riguardato anche il traffico regionale con l'introduzione, nella tratta Milano-Piacenza-Parma, dei treni regionali 2986, 2987, 2988, 2989 e 2990, la cui operatività è stata confermata fino al 12 dicembre prossimo. Cito nello specifico il numero dei treni in modo che il riferimento sia chiaro, nel senso che alcuni di questi treni collocati in orari consoni all'utenza pendolare hanno dimostrato di essere una parziale soluzione ad alcuni buchi che cronicamente sono stati lamentati sulla tratta, offrendo per di più un servizio puntuale e anche su mezzi nuovi, perché purtroppo abbiamo anche un problema di mezzi molto vecchi sulla trattata che va verso Milano, problema che viene da lontano, problema che coinvolge due Regioni e quindi sappiamo che non è di semplice soluzione. L'introduzione di questi nuovi treni, che sono puntuali e vanno a coprire i buchi, ovviamente non è una soluzione, però sicuramente va in aiuto a tutti quei nostri concittadini che vanno a Milano, per cui si chiede di voler confermare il potenziamento avviato con Expo anche nell'ordinarietà del trasporto regionale, eventualmente rendendolo più efficace attraverso un'effettiva continuità Bologna-Milano dei treni aggiuntivi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Tarasconi.

La parola all'assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio i consiglieri Molinari e Tarasconi per questo question time. La questione cui fa riferimento la consigliera riguarda il treno che noi abbiamo attivato come sperimentale, quindi è bene partire dalla recente storia di questa attivazione di servizio.

Il primo maggio 2016 sono stati attivati treni supplementari su Milano; prima c'era un treno cadenzato nel trasporto regionale ogni due ore sulla relazione Bologna-Parma-Milano, l'intensificazione ha consentito di portare la frequenza del cadenzamento ad un treno ogni ora per parte nel corso della giornata. La risposta degli utenti è stata molto positiva, lei lo ha riscontrato più volte, i treni aggiunti hanno avuto un buon tasso di riempimento, motivo per cui si è chiesto al consorzio di gestione di mantenere l'offerta con le stesse caratteristiche anche per il periodo successivo all'Expo milanese fino al termine dell'orario ferroviario 2014-2015, ovvero il 12 dicembre prossimo. In questo momento, quindi, siamo nel periodo in cui è stato sostanzialmente prorogato il servizio fino a dicembre.

Inoltre, nell'ultima settimana di ottobre (questa è una cosa che mi è stata riferita dai miei uffici e penso che sia significativa) TPER ha dovuto rafforzare con una doppia composizione il treno dal rientro notturno stante la rilevante richiesta di passeggeri. Per questo abbiamo fatto i nostri conti: abbiamo una produzione di circa 190 mila treni/chilometro riguardo a questo servizio, con un costo del servizio di circa 1 milione e 800 mila euro.

Lei ricorderà che fu lo stesso presidente Bonaccini, nel corso delle iniziative dell'Expo, a dire che ci saremmo impegnati per rendere questo treno strutturale, quindi facente parte del servizio ferroviario regionale, e questa proposta è prevista nella proposta di bilancio, per cui al suo question time posso rispondere in maniera affermativa.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

La parola alla consigliera Tarasconi.

 

TARASCONI: Grazie, presidente. Certo che ricordo che il presidente Bonaccini lo annunciò mentre ero a Piacenza, infatti ringrazio il presidente e ringrazio l'assessore. Credo che questa sia la strada giusta per andare incontro non solo alle esigenze dei nostri pendolari perché questo tipo di servizio è utile anche a tutto il resto della regione. Grazie, assessore.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Tarasconi.

Procediamo con l’oggetto 1623.

 

OGGETTO 1623

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per consentire il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla L.R. n. 16 del 2015 in materia di raccolta dei rifiuti, con particolare riferimento ai costi della raccolta differenziata. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponderà l'assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Dopo l'approvazione della nostra legge sui rifiuti, sono apparse sulla stampa e in alcuni telegiornali nazionali e regionali notizie di studi che dimostrerebbero la non sensibilità della raccolta differenziata oltre il 70 per cento. La nostra legge, invece, punta proprio su questo target: una media del 73 per cento vuol dire che qualcuno, non pochi, dei nostri comuni dovrà stare ampiamente sopra il 75 per cento. Invece al TG3 della nostra regione, a margine di Ecomondo, il presidente di Nomisma Energia ha affermato: "fare tutta questa differenziata comporta maggiori costi in termini di più personale, più mezzi, più movimentazione, oltre che disagio per i cittadini, pertanto aumentano i costi e le aziende municipalizzate li devono recuperare; si recupera qualcosa con la vendita, ma poi si devono aumentare le bollette dei cittadini. Oltre il 70 per cento non conviene, bisogna destinare il rimanente alla valorizzazione energetica" e conclude: "bisogna bruciare". Allora o siamo pazzi noi come Regione, o qualcuno fa informazione scorretta. Se c'è informazione scorretta penso che sia dovere della Regione informare correttamente, anche perché se i comuni e i cittadini ascoltano queste affermazioni, si chiedono: cosa dobbiamo fare? Ci dobbiamo fermare al 70 per cento o dobbiamo andare oltre?

Allora, assessore, ci chiediamo e le chiediamo: qual è la posizione della Regione riguardo a queste affermazioni? Non è il caso che come Regione prendiamo posizione e tranquillizziamo le 19 Amministrazioni e i cittadini di queste Amministrazioni che già superano il 75 per cento in regione e le 92 che ci stanno arrivando, perché ormai viaggiano attorno al 65 per cento, e soprattutto quelle che vogliono iniziare questo cammino virtuoso? Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

La parola all'assessore Gazzolo.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Con riferimento all'interrogazione in oggetto relativa in particolare ai costi della raccolta differenziata si premette che la Regione Emilia-Romagna non dispone dello studio Nomisma citato nell'interrogazione stessa. In ogni caso la Regione Emilia-Romagna, con la recente approvazione della legge n. 16/2015, punta con decisione su un innovativo modello di gestione dei rifiuti che si fonda sui principi dell'"economia circolare" che punta sul riuso e sulla differenziata come strumenti per ridurre al minimo i materiali destinati a smaltimento ovvero il riutilizzo delle materie e la riduzione degli sprechi. Coerentemente la legge definisce ambiziosi obiettivi che la pianificazione regionale in materia di gestione dei rifiuti dovrà recepire e tra questi vi è quello della raccolta differenziata che dovrà essere pari al 73 per cento. È del tutto evidente, quindi, che per la Regione Emilia-Romagna la raccolta differenziata resta una priorità imprescindibile.

Abbiamo altresì la consapevolezza che la raccolta differenziata ha evidentemente dei costi e anche i nostri dati economici, già riportati nel Piano rifiuti adottato, lo confermano, specialmente quando si supera soglia del 75 per cento. Tale consapevolezza trova tuttavia una puntuale risposta nel sistema di premi e incentivi del fondo d'ambito di incentivazione introdotto dalla nuova legge regionale, attraverso cui si possono incentivare le buone pratiche e garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti.

I dati in possesso della Regione indicano in particolare come i costi unitari della sola filiera dei rifiuti differenziati siano più alti nelle realtà che hanno raggiunto percentuali di raccolta differenziata più elevate, ma tali incrementi sono comunque parzialmente bilanciati da una riduzione dei costi di smaltimento, e quindi dei costi totali di gestione, in conseguenza della riduzione delle tonnellate di rifiuti indifferenziati destinati ad incenerimento o discarica. Al di sopra del 50 per cento di raccolta differenziata l'andamento del costo complessivo del servizio sembra presentare un andamento lineare e varia in relazione all'aumentare della percentuale di raccolta differenziata raggiunta. Tale andamento è confermato sia in termini di costo unitario a tonnellata, sia in termini di costo unitario ad abitante. Tuttavia va evidenziato che il numero dei comuni che hanno superato la soglia di raccolta differenziata del 75 per cento è estremamente esiguo come porzioni di territorio medio-piccole. È necessario, quindi, un ulteriore approfondimento per stimare, in relazione ai restanti comuni della regione, quale potrebbe essere l'andamento del dato.

Ovviamente gli uffici della Direzione generale Ambiente preposti sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento ed approfondimento in merito richiesto e allego per il consigliere, consegnandogli la relazione, anche l'allegato dei costi unitari che prima richiamavo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Grazie, assessore. Intanto ci sarebbe piaciuta una presa di posizione un po' più netta rispetto a queste affermazioni che mettono un po' in crisi il nostro modello, anche perché forse quello che lei ha appena detto conferma che noi non siamo pienamente convinti di questo modello. Purtroppo nel Piano rifiuti, al punto 7.4, si citano proprio i dati che lei diceva, però si citano i dati euro/tonnellata, ma citare ancora i dati euro/tonnellata vuol dire che se il nostro obiettivo è ridurre i rifiuti e i costi del servizio più o meno rimangono gli stessi, è ovvio che aumenterà il costo euro/tonnellata: diminuiscono le tonnellate di rifiuti, il costo rimane quello, quindi aumenta il costo euro/tonnellata; l'importante, però, è che non aumenti il costo euro/abitante perché altrimenti non ci converrà mai ridurre i rifiuti. Secondo me, quindi, anche nel nostro Piano rifiuti dovremmo inserire questo conteggio euro/abitante.

Inoltre ci sono esempi in Italia che dimostrano che raggiungere l'obiettivo dell'85 per cento ha dei costi pienamente sostenibili; abbiamo l'esempio di Contarina che è già all'85 per cento e ha l'obiettivo di superare il 95 per cento nel 2022, quindi o sono pazzi loro, oppure quell'esempio ci dice che è economicamente sostenibile, perciò sul nostro Piano rifiuti qualche riflessione la dobbiamo fare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Abbiamo concluso il question time. Prima di procedere con gli oggetti in convocazione, ricordiamo le vittime di Parigi.

 

Cordoglio per le vittime della strage di Parigi

 

PRESIDENTE (Saliera): Signore e signori consiglieri, signor presidente e rappresentanti della Giunta regionale, siamo qui oggi per esprimere tutto il nostro sgomento ed il profondo dolore provocato dai barbarici atti di guerra terroristici di Parigi, privi di alito umano, che hanno provocato la morte di 129 persone ed altre centinaia di feriti. Per loro e per la stessa violenza che ha compiuto la strage al mercato di Beirut e abbattuto un aereo turistico russo in transito nei cieli del Sinai vi chiedo un minuto di silenzioso raccoglimento.

 

(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)

 

PRESIDENTE (Saliera): A loro, vittime innocenti di una guerra non dichiarata, va il nostro cordoglio e la nostra pietà, alle loro famiglie, ovunque esse siano, va il nostro pensiero e il nostro sostegno morale e civile.

Alla nostra Italia, a tutta l’Europa deve essere chiara la piena volontà di non cedere alla minaccia del terrorismo e alla semplificazione della paura. Questa è l'ora della fermezza e della civiltà. È il momento in cui assicurare il massimo sostegno alle forze dell'ordine e alle forze dell'intelligence, cui va il nostro apprezzamento e ringraziamento per l'opera di assicurare ad ogni cittadino della Repubblica il diritto alla sicurezza e alla libertà.

Sicurezza e libertà: non si può rinunciare alla seconda in nome della prima; sarebbe esattamente quello che i terroristi e gli ideologi della loro guerra vorrebbero: mettere nuovo carburante in quella macchina della paura che dal 2001 produce tensioni, nuove violenze, nuovi morti, nuove limitazioni dei nostri diritti.

Servono interventi diplomatici, anche duri, verso i paesi conniventi.

La garanzia della libertà deve essere assicurata perché solo così potremo dire di non aver ceduto alla violenza.

Siamo in presenza di eventi che mai abbiamo conosciuto nella nostra vita: un movimento, con cellule in tutti i continenti, assassino e criminale, che vuole radicalizzarsi per divenire Stato; un movimento che vuole spargere paura in tutto il mondo civilizzato e, attraverso la paura, rendere insicuri i luoghi del mondo; vuole sgretolare la faticosa conquista di anni di convivenza civile, la solidarietà fra le persone e le genti dei popoli che condividono le gioie e i dolori della nostra madre terra. Ha una radicalità fondamentalista che proclama religiosa, ma in realtà tende ad incrinare e a far sanguinare l'anima di ogni proprio credente, ad ottunderla, lasciandola senza respiro e senza parole.

Non dobbiamo dimenticare o fingere di non sapere che l'ISIS si sta facendo Stato e non è più solo un movimento ribelle. Uno scenario a cui noi non possiamo arrenderci. Un cupio dissolvi di quanto abbiamo conquistato in generazioni di lotte e avanzamento democratico, che non può essere cancellato dalla mano assassina di chi ha smarrito la via della civiltà, dell'umanità e della religione che predica la pace.

Bisogna essere forti, applicare con rigore e decisione le leggi e le misure di prevenzione e repressione, discernere fra la disumanità criminale coloro che da quella ferocia vogliono fuggire. Nello stesso tempo dobbiamo accrescere il livello culturale dei nuovi cittadini immigrati per diffondere una maggiore conoscenza della follia stragistica e di chi usa una concezione fanatica della propria religione rappresentata da una distorsione e dall'opportunistica interpretazione delle parole del Corano.

Lo ha detto bene nei giorni scorsi Papa Francesco: "le religioni, per chi crede e per chi non crede, sono messaggi di amore e di uguaglianza universale. Nel nome di Dio si predica la pace e mai, mai, mai la guerra. Chi dice e predica il contrario commette un crimine non solo verso l'umanità, ma anche verso il proprio Dio".

A noi, donne e uomini delle Istituzioni, spetta un compito difficile quanto irrinunciabile: non cedere mai alla paura, lottare ogni giorno, ogni ora del nostro mandato per affermare i valori della Costituzione.

Dopo i recenti attacchi della guerra terroristica di Parigi, del Sinai, di Beirut è necessario rafforzare sempre di più l'Europa nello sviluppo della sua unità politica fondata sui principi della libertà, della democrazia e del rispetto dei diritti fondamentali delle persone.

Per concludere vorrei ricordare a tutti, senza demagogia né confusione tra religioni e laicismi, che finché il gatto di casa nostra ha più coccole e mangia di più e meglio di tanti bambini del terzo mondo sarà difficile vivere sereni e in pace.

Vi ringrazio.

Ora proseguiamo con gli interventi di ogni gruppo. Ogni gruppo ha a disposizione cinque minuti in ordine dal gruppo meno numeroso al gruppo più numeroso e in ordine alfabetico, come l'Ufficio di Presidenza ieri ha proposto, quindi: Fratelli d'Italia, L'Altra Emilia-Romagna, Forza Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Partito Democratico.

Concluderà il presidente della Giunta Stefano Bonaccini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. È indubbio che Fratelli d'Italia, come penso tutti i gruppi rappresentati in questo consesso, non ha difficoltà ad esprimere il cordoglio per quanto successo sia a Parigi, sia sull'airbus russo, sia anche per altre vicende che, ad esempio, sono accadute questa estate e che non sono state oggetto di particolare attenzione né da parte dei media, né da parte della politica. Ma una cosa è certa: noi non possiamo accettare che si liquidino come atti terroristici quelli che sono atti di guerra. Non lo dico per me stesso, lo dico utilizzando quella che è stata anche l'impostazione che ha dato il presidente Hollande a questa vicenda e, da parte diversa sotto il profilo geografico e anche politico, il presidente Putin a proposito della vicenda dell'airbus.

Debbo anche dire, però, che sarebbe un errore fondamentale non ritenere questi atti come atti di guerra, come degli atti a cui bisogna rispondere non con le parole, ma con i fatti, perché mai come in questo momento sono i fatti che dimostrano la reazione di un'Occidente che - per quanto ci riguarda - sappiamo bene essere in fase di tramonto da qualche decennio. E allora io penso di poter e dover dire, signor presidente, anche che questo Occidente, che ancora oggi è qui che gioca a sapere chi è più guerrafondaio e chi è più liberal, dovrebbe chiedersi quali sono i tanti errori che sono stati fatti, a partire da quello francese del 1954 quando fu la Francia che non volle che si definisse quella Commissione europea di difesa che avrebbe portato in allora alla formazione dell'esercito europeo, una forza, questa, sì multilaterale e unitaria, con la quale si sarebbero affrontate ben altre crisi. Invece, è inutile nasconderselo, c'è stato il principio della furbizia e molto spesso di quella categoria, denunciata a suo tempo da Gramsci, dell'indifferenza, ma un'indifferenza interessata che portava ora quello Stato europeo, ora quell'altro a far finta di non vedere pur di coltivare i propri interessi, perché questo è un problema culturale ed anche un problema religioso, ma è anche un problema politico.

Negli anni Ottanta chi è che volle - e fece finta di non vedere, ad esempio - l'assassinio di Bashir Gemayel, in Libano, leader della comunità cristiano-maronita? Chi volle far finta di non capire il motivo dell'assassinio di Sadat, determinato da una logica ben precisa, allorquando Sadat aveva iniziato una lotta cruenta contro i Fratelli Musulmani? E ancora: perché facciamo finta di niente - proprio quest'anno in cui ne ricorre il centenario, per noi che siamo specialisti nel celebrare tanti genocidi - rispetto al genocidio del popolo armeno perpetrato dai turchi, allora protagonisti di un decadente Impero ottomano? Su quei temi non vola mai una mosca, si fa finta che non esistano perché una volta le basi della Turchia servono a questa organizzazione di tipo nazional-militare, a volte ad altre.

Io penso che quelle vittime oggi meritino una risposta finalmente disinteressata dalla logica economica che molto spesso ha piegato le ragioni della politica alle non ragioni di alcuni beni di consumo ritenuti indispensabili come il petrolio. Noi riteniamo che mai come in questo momento la comunità internazionale debba dire: basta! E quando dico "basta!" dico anche che non si può far finta di non capire che vi è un terrorismo islamico che oggi si è trasformato in una guerra nel nome dell'Islam.

Se non fosse così mi spiegate perché, dopo gli attentanti di Parigi, ancora ieri si sia portato terrore in Europa non facendo celebrare una partita di calcio e questa notte due aerei dell'Air France partiti da Washington abbiano dovuto atterrare d'urgenza per la minaccia di una bomba sugli stessi? Stanno alimentando il terrore e la paura, che possono essere sconfitti solo con la decisione degli atti militari. Lo Stato dell'ISIS non esiste, esistono i militanti dell'ISIS che vanno semplicemente fucilati perché è inutile fare i buonisti quando si sa benissimo che non vi è da parte loro alcuna cultura e alcun rispetto della vita umana. A me non ha impressionato tanto quanto hanno dimostrato sotto il profilo militare a Parigi, mi ha impressionato il fatto che non si siano fermati di fronte a nulla: questo è atto di guerra, non è terrorismo. Il terrorismo noi l'abbiamo vissuto in Italia, in Germania, l'abbiamo vissuto anche ai tempi dell'OLP e anche dell'ETA, era settoriale e finalizzato ad alcuni aspetti. Questa è una guerra a trecentosessanta gradi. Ciò detto, però, dico anche una cosa e concludo: l'Occidente deve dare una risposta militare, ma deve dare anche una risposta politica perché la questione Palestinese non può rimanere sempre iscritta nella nostra agenda senza che vi sia mai qualcuno che abbia voglia veramente di chiudere, e in senso onorevole, una questione anche questa troppo spesso piegata alle lobby ebraiche.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Non è presente in Aula L'Altra Emilia-Romagna.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami, capogruppo di Forza Italia. Ne ha la facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Ringrazio anche i colleghi e il Presidente Bonaccini. Al di là della solidarietà dovuta, qualcuno ci dice che cosa si fa? Perché credo che nessuno si illuda che al-Baghdadi o al-Anbari si fermino per la ferma condanna delle Istituzioni democratiche, doverosa, necessaria, ma non sufficiente. Ci viene detto che dobbiamo continuare a difendere i principi di diritto, di rispetto della persona, dell'individuo, però, non so perché, abbiamo paura e quasi vergogna di ricordare chi ci ha insegnato quei principi, chi per primo ha affermato di "dare a Cesare quello che è di Cesare e di dare a Dio quello che è di Dio". Dobbiamo evidentemente vergognarci di un'identità che invece dovrebbe rappresentare il punto di ingresso del dialogo che qualcuno sostiene deve essere realizzato con quelle forme di fondamentalismo e anche di islamizzazione che qualcuno vorrebbe portare a casa nostra, perché la nostra civiltà è anche questo, è quella pietra miliare che è stata fissata e che noi, non so per quale motivo, ci vergogniamo di ricordare essere, appunto, pietra d'angolo della nostra cultura. Al contrario, invece, prende piede e passo una cultura che continua a parlare di integrazione, di multiculturalismo, di solidarietà fine a se stessa ed è quella cultura che ha fatto entrare la "bestia" dentro la nostra patria europea alimentandola e nutrendola. Oggi quella cultura avrebbe il dovere di risolvere il problema e se non ne è capace di farsi da parte. Perché dico "nutrito"? Perché purtroppo quando si chiede di togliere un crocefisso, di rimuovere un presepe, di rimuovere anche dalle nostre coscienze un augurio natalizio, si chiede di rimuovere ciò che la nostra cultura - e non dico "religione" volutamente - ha creato di più bello in quanto è un continuo atto d'amore verso l'altro. Invece noi, in un'ottica di secolarizzazione, puntiamo a rimuovere quella nostra stessa coscienza che ha fondato la nostra cultura e la nostra civiltà.

Mi rendo conto di dire probabilmente cose un po' scomode, ma i nostri padri, quando c'è stato da difendere questa cultura e questa civiltà, non hanno esitato ad impiegare la forza, anche a sacrificarsi anche con l'uso delle armi, perché è quella cultura che rappresenta la nostra unica vera risorsa, il nostro unico vero tesoro ed è per questo che dirò cose forse ancora più scomode.

Come si fa a dire che la religione non c'entra? Quelle bestie che sono entrate dove sono entrate urlavano "Allha è grande!". Io non dico che l'Islam è questo, l'Islam forse non è solo questo, ma certamente è anche questo perché, come ho già detto in un'altra occasione in quest'Aula, non si può dire che tutti gli islamici siano tagliagole organizzati, ma oggi tutti i tagliagole organizzati sono islamici. E io mi chiedo anche e lo chiedo alla Presidenza: dov'è la rappresentanza della comunità islamica oggi? Perché non è qui? Perché non è venuta ad omaggiare le rappresentanze democratiche ed istituzionali del nostro territorio? Perché non ha portato il suo giusto cordoglio? Perché non ha aperto le moschee che noi gli abbiamo creato, gli abbiamo dato, gli abbiamo autorizzato? Vogliamo continuare a parlare di questo fantomatico Islam moderato che ci salverà? Dobbiamo dire le cose come stanno: non accadrà perché non esiste un Islam moderato e basta vedere quello che è successo ieri sera a Istanbul per rendersene conto. E allora, nel loro silenzio, lo dico perché non vengono a condannare questi fatti: perché in quegli ambienti c'è compiacenza, c'è collateralismo, c'è complicità e dobbiamo smettere di pensare che lì dentro non ci sia quel ventre molle che anche in questa circostanza non è riuscito a isolare ed espellere dal proprio contesto chi ha compiuto quegli efferati gesti.

Credo che dovremmo stare ben attenti, al di là dell'emozione del momento, a non commettere un grave errore che già si sta profilando: lasciare la Francia da sola, perché la Francia ha detto chiaramente che a un atto di guerra si risponde con un atto di guerra e allora noi dobbiamo affidarci ai nostri militari, alle nostre forze dell'ordine, ai nostri servizi di sicurezza per difendere quella cultura e quella civiltà non con delle bandierine arcobaleno che non servono a niente, ma mettendoci la faccia e anche la vita come i nostri militari hanno fatto in tante occasioni, dimostrando che loro più di ogni altro amano la pace perché la guerra l'hanno vista in faccia e sanno che cos'è. Lo dico perché a me non interessa sapere se è complice o se è colpevole chi chiede di togliere i crocifissi o chi ha creato le condizioni perché quella richiesta venisse avanzata; lo dico perché se non prendiamo coscienza di tutto ciò il problema non sarà più se ciò avverrà ancora, ma quando avverrà ancora. A quel punto non chiedeteci più di esprimere solidarietà, non chiedeteci più di esprimere vicinanza, non chiedeteci più di esprimere cordoglio perché le parole saranno finite, vorremmo una parola in meno e un fatto in più e quella cultura cui facevo riferimento prima per noi sarà ugualmente colpevole rispetto a quei fatti di chi ha armato e premuto quei grilletti che hanno falciato tante vite di tanti giovani colpendoli nei nostri luoghi di civiltà.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi, capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Io credo sia innanzitutto doveroso da parte nostra, come lei ha fatto, esprimere cordoglio per le vittime di un efferato atto terroristico che va condannato senza nessuna ambiguità perché non c'è ragione che possa giustificare in nessun modo quanto è avvenuto a Parigi nei giorni scorsi e quanto è avvenuto a Beirut qualche giorno prima, quanto è avvenuto in Kenya qualche mese fa, quanto avviene in Nigeria, quanto avviene in Siria tutti i giorni, perché penso che tra i valori fondamentali della nostra civiltà, che, sì, sono effettivamente messi in discussione, il primo e il principale credo risieda in quella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e dei cittadini in cui abbiamo riconosciuto gli esseri umani tutti ugualmente meritevoli di dignità, di vita e di speranza.

Io credo che quello che stiamo vivendo e le ore terribili che abbiamo vissuto nei giorni scorsi non possono in nessun modo essere giustificate perché sono atti che si collocano al di fuori della società civile. Però dobbiamo sentire con la stessa vicinanza, con la stessa partecipazione, con lo stesso cordoglio la vicinanza verso le vittime che anche in altre parti del mondo subiscono la violenza di questi terroristi che è difficile definire con parole civili.

Io credo però che visto che sono in discussione i valori fondamentali della nostra civiltà, quali la democrazia, la capacità di vivere in società libere, aperte e democratiche, la capacità di rispondere ad un problema molto grave, molto profondo e molto serio, ecco allora che dovremmo, credo tutti quanti, rifuggire dalle semplificazioni, dovremmo cercare di guardare la realtà per quella che è e dovremmo, come qualcuno ha detto giustamente, impedire, disarmare le persone che premono i grilletti. Ecco allora che se volessimo veramente andare su questo terreno, dovremmo innanzitutto denunciare con forza e con identica determinazione i rapporti economico-militari che legano le società occidentali con molti dei Governi che hanno tutelato, difeso e finanziato le cellule fondamentaliste islamiche, perché ci sono molti paesi europei, tra cui anche il nostro paese, che commerciano con paesi, a partire, ad esempio, dall'Arabia Saudita, che sappiamo finanziare militarmente ed economicamente le cellule islamiche terroristiche. Ecco allora che dovremmo guardare là, innanzitutto là, per spezzare questo terribile circolo vizioso e mettere in discussione una volta per tutte anche un sistema economico che purtroppo si finanzia e si alimenta anche e soprattutto attraverso il controllo di risorse, ad esempio, quali il petrolio.

Non possiamo non parlare di questo, perché se è vero che la matrice religiosa prende il sopravvento ed è evidentemente una delle ragioni fondanti di questi attentati, non possiamo non dire che questa matrice fondamentalista si innesta spesso e volentieri in condizioni di disuguaglianza rispetto alla questione sociale che è aperta nelle nostre periferie come nelle periferie del mondo. Io penso che potremmo fare tutte le guerre che vogliamo, potremmo bombardare, come abbiamo fatto come Governi occidentali, l'Afghanistan, l'Iraq, la Libia, il Mali, la Siria, ma non otterremmo niente come non abbiamo ottenuto nulla dopo l'11 settembre, perché è vero che siamo in guerra, però qualcuno la guerra l'ha dichiarata, qualcuno la guerra l'ha praticata e non si può risolvere con semplificazioni in momenti così tragici problemi così seri.

Se dopo l'1 1 settembre abbiamo fatto la guerra in tutti questi paesi e abbiamo ottenuto quello che abbiamo ottenuto, cioè la moltiplicazione degli atti terroristici, forse qualcosa dovremmo rimettere in discussione. I terroristi che hanno compiuto quegli atti erano per lo più cittadini francesi con il passaporto francese, magari cittadini di seconda o di terza generazione che venivano da paesi stranieri, ma che stavano in Francia, e parliamo di ragazzi di vent'anni, ventidue, venticinque, ventinove. Il problema non si risolve chiudendo le frontiere, non si risolve lanciando anatemi, ma confrontandosi con la realtà e allora, forse, se affrontassimo la questione sociale che abbiamo di fronte e che ancora una volta, voglio ricordarlo, il Pontefice per primo, con più lungimiranza e determinazione, solleva gli occhi di tutti noi, forse ci incammineremo verso la soluzione.

Concludo, presidente, con un unico e ultimo auspicio. Le forze dell'ordine, la sicurezza, i militari devono fare il loro lavoro, devono avere le risorse per poterlo fare. Il Governo francese ha detto chiaramente che non rispetterà i parametri della Legge di stabilità per finanziare dovutamente in modo adeguate le proprie forze dell'ordine. Io penso che come si possono sforare i patti per finanziare le forze dell'ordine si possano sforare i patti per affrontare con più determinazione le questioni sociali ed evitare di regalare al terrorismo decine e decine di persone, di disperati, di persone che vivono in condizioni spesso e volentieri non degne.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni, capogruppo del Movimento 5 Stelle. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Quanto è accaduto a Parigi è scioccante. Siamo vicino alle famiglie delle vittime, siamo vicini alla Francia, a tutto il popolo francese colpito oggi da un attacco terribile che deploriamo con fermezza. Gli attacchi di Parigi sono stati terribili e hanno scosso la coscienza e hanno scosso la percezione di ognuno di noi. Nella capitale francese è stata realizzata una vera e propria azione militare, un'azione militare con un commando specificamente addestrato, un commando pronto a morire.

Gli attacchi di Parigi sottolineano ormai, però, quanto siano deboli e facilmente attaccabili i nostri sistemi occidentali, incerti e fortemente divisi sulle forme di contrasto al terrorismo e il nostro paese, con il Giubileo alle porte, rischia oggi di divenire il primo bersaglio dei fondamentalisti o, diciamo, di quei terristi che adesso vogliono farsi Stato e Stato unico, che non lascia spazio al resto.

Se i fatti di Parigi rappresentano l'11 settembre europeo, quel che è certo è che occorre rispondere in modo totalmente diverso da come si è risposto dopo l'11 settembre statunitense. Questo perché, da quando si è dichiarata una guerra totale al terrore, il terrore è proliferato: i dati del Global Terrorism Index rivelano che le vittime del terrorismo sono quintuplicate dagli attacchi alle Torri Gemelle e nonostante i 4.400 miliardi di dollari spesi nelle guerre in Iraq, Afghanistan e in altre aree di crisi, sono nate nuove sigle jihadiste. Negli ultimi quarantacinque anni, sempre secondo la stessa fonte, l'80 per cento delle organizzazioni terroristiche è stato neutralizzato grazie al miglioramento della sicurezza e alla creazione di un processo politico finalizzato alla risoluzione dei problemi che erano alla base del sostegno ai gruppi terroristici. Appena il 7 per cento, invece, è stato eliminato grazie all’utilizzo diretto delle forze militari.

Gli attentati di Parigi e i loro esecutori dimostrano ancor di più che il terrorismo 2.0 si affronta internamente e non facendo alzare in volo un F35. L'Italia, ancor prima degli attentati di Parigi, aveva ed ha un disperato bisogno di sicurezza. Le forze dell'ordine sono sotto organico e mal equipaggiate. Le risorse sprecate in cacciabombardieri difettosi (ben 13 miliardi di euro) e in una guerra inutile, oltretutto persa, come quella in Afghanistan, vanno investite in sicurezza interna. La sicurezza è un investimento, non solo una voce di bilancio. Oltre alle forze dell'ordine è l'intelligence che necessita di sostegni ulteriori, anche attraverso la formazione di corpi d'élite.

Sappiamo tutti che oggi non c'è una soluzione immediata al terrorismo, ma sappiamo anche che il terrorismo è una macchina che va a benzina. Per togliere la benzina occorre, da un lato, lavorare sul traffico di armi e dei finanziamenti all'ISIS e contemporaneamente spegnere uno ad uno i focolai che alimentano la jihad dandole forza di propaganda utile nel reclutamento di nuovi miliziani.

L'Italia deve: ripristinare i fondi che il Governo ha tagliato alle forze dell'ordine e dare maggiore sostegno all'intelligence; interrompere ogni rapporto e sanzionare tutti quei Paesi che, direttamente e indirettamente, sostengono la jihad, in particolare le monarchie del Golfo, su tutte quella dell'Arabia Saudita, che contribuiscono a finanziare in modo illegittimo milizie jihadiste con la compiacenza dell'Occidente (a Riad è in vigore la sharia così come a Raqqa, quartier generale dell'Isis. A Riad le donne non possono guidare, non hanno alcun diritto, è in vigore la pena di morte, la fustigazione, ma nel nostro Governo nessuno sembra stupirsi, neppure quando all'Arabia Saudita viene concessa la guida del Consiglio dei diritti umani dell'ONU. Non sembra stupirsi nemmeno Matteo Renzi, che solo pochi giorni fa era in visita proprio a Riad); varare subito una moratoria sulla vendita di armi ai Paesi coinvolti in conflitti anche indirettamente, anche in guerre per procure come quella siriana (sono stati dati diritti alle merci, tra cui le armi, e tolti alle persone; oggi vogliono limitare la libertà delle persone ma non vogliono limitare la libertà delle armi e io spero che su questo molto presto si esprima anche questa Assemblea.); rafforzare le nostre frontiere (siamo la porta d'ingresso in Unione europea, l'Italia è sottoposta a rischi maggiori, quindi servono maggiori controlli e controlli che siano efficaci); introdurre misure volte alla prevenzione del terrorismo, misure atte ad avviare processi di de-radicalizzazione, che nel decreto Alfano sono assenti (non possiamo sempre reagire, bisogna anticipare le ipotesi di attacchi. Non sarà un aumento della pena di prigione a convincere un kamikaze a non farsi saltare in aria in una piazza).

Vanno altresì spenti i focolai che alimentano la propaganda jihadista. La stabilità in Medio Oriente è la condizione necessaria per sconfiggere il terrorismo, quindi: ritirare immediatamente le truppe italiane dall'Afghanistan; coinvolgere nel processo diplomatico attori cruciali, ma finora rimasti al margine del dibattito internazionale, come la Lega araba e l'Unione africana.

I Governi europei finora hanno portato avanti iniziative di politica estera non considerando gli interessi e le volontà dei propri popoli. Anziché colpire il terrorismo e salvaguardare la sicurezza e le frontiere d'Europa, hanno garantito gli interessi privati delle multinazionali e hanno perseguito altri obbiettivi, hanno garantito la libertà di circolazione delle armi.

La situazione sta precipitando ed è necessario un cambiamento di rotta drastico e immediato.

Se la responsabilità degli attentati in Francia è dell'ISIS e l’obiettivo comune è smantellare l’organizzazione dello Stato Islamico nel territorio in cui si è insediato in Siria e in Iraq, si inizi con l’individuare e il punire chi compra il loro petrolio, con i proventi del quale finanziano la loro struttura e le attività terroristiche in tutto il mondo. Stime indicano che si tratterebbe di 500 milioni di euro ogni anno. Chi finanzia i terroristi va considerato da noi un loro pari. L’Europa deve riconoscere come suo alleato qualsiasi paese che mostra il chiaro interesse di combattere il terrorismo. L’Italia e i ventotto devono innanzitutto revocare le sanzioni sancite nei confronti di Mosca per facilitare il percorso di cooperazione e lo svolgimento delle attività diplomatiche, il Governo italiano ha il dovere di agire per garantire la sicurezza intera dei cittadini italiani, ma finora ha dimostrato di non avere alcuna credibilità in questo senso. Colgo infine l’occasione per ribadire, concludendo, la ferma condanna del Movimento 5 Stelle a ogni forma di violenza, odio e terrore, nonché certamente la nostra vicinanza al popolo francese e a tutti i nostri connazionali coinvolti. Ci stringiamo attorno al dolore della famiglia di Valeria Solesin.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Fabbri, capogruppo della Lega Nord. Ne ha facoltà.

 

FABBRI: Grazie, presidente. È guerra, ha detto nei giorni scorsi il Presidente francese Hollande. L’Occidente è a un bivio preoccupante: continuare a rimanere inerme o agire concretamente per debellare il cancro terroristico. La Presidente dell’Assemblea legislativa, Simonetta Saliera, e qui apro una breve parentesi, mi è rimasto un po’ impresso che nel discorso iniziale che ha fatto non usa mai il sostantivo islam e neanche l’aggettivo islamico (evidentemente questo è un retaggio culturale che ancora appartiene a certi ambienti della sinistra italiana), nei giorni scorsi, ha scomodato la Costituzione pur di continuare a garantire a imam, moschee e centri culturali la libertà di fare ciò che vogliono. Ebbene, oggi la Costituzione e il diritto ci dicono proprio il contrario. Ci dicono che è dovere e obbligo civile fare tutto il possibile per prevenire e scongiurare ciò che mina quelle libertà che la nostra Carta fondamentale tutela. Il diritto penale viene in aiuto e inchioda i Ponzio Pilato che fingono di non vedere che il mondo è infiammato da uno scontro di civiltà. Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo, dice la legge. Si chiama reato omissivo improprio e Dio non voglia che istituzioni come Regione e Governo debbano essere chiamati a risponderne.

Per questo bisogna agire d’anticipo. Ce lo chiedono le centinaia di morti e feriti, vittime innocenti delle barbarie, che oggi piangiamo tutti con una mano sulla coscienza. Tra di loro anche Valeria Solesin, italiana freddata dalle bestie in azione al Bataclan. A Valeria e ai suoi cari oggi va il nostro pensiero più commosso; il suo ricordo lacera il nostro cuore.

Con le vittime di Parigi vogliamo ricordare anche i duecentoventiquattro morti (un po’ dimenticati) dell’aereo russo abbattuto a nord del Sinai e al PD diciamo che non ci sono vittime di serie A e di serie B solo perché provenienti o meno da paesi amici. La Russia, mai come oggi, deve essere nostro partner, anche e soprattutto nella lotta al terrorismo. Ciò che più lacera è il pensiero che i fatti di Parigi siano stati causati anche e soprattutto da un atteggiamento arrendevole, superficiale di un Occidente che, come qualcuno ha detto, ha avuto più paura di affermare le proprie radici che dello stesso terrorismo. Certa cultura di sinistra, molto radical e poco chic, ha annientato il valore culturale, il senso di appartenenza comune, le radici storico-culturali che ci legano come europei, che risiedono necessariamente nella tradizione giudaico-cristiana. La paura di chiamarci per nome, di dire chi siamo e da dove veniamo ha lasciato campo aperto agli estremismi, al tentativo di una nuova colonizzazione islamica. Per anni la sinistra ha profetizzato il pensiero debole. Uno dei massimi esponenti di questo brodo culturale si chiama Gianni Vattimo e la sinistra lo ha voluto addirittura in Europarlamento. Il relativismo culturale ha azzerato le nostre difese immunitarie. I limiti sono evidenti, visto che l’uguaglianza delle affermazioni e il diritto di sostenere qualsiasi cosa entrano in crisi non appena uno sostiene che mi vuole uccidere. Lo abbiamo detto per anni, ma qualcuno si è svegliato solo quando la situazione è precipitata. Qualcun altro - penso allo stesso PD - ancora se ne deve fare una ragione.

Anni di avvisaglie ignorate, di allarmi snobbati. I fatti di Parigi smentiscono la superbia con cui per decenni gli intellettuali della sinistra bene hanno invocato un’integrazione impossibile, aprendo le nostre città a orde incontrollate di clandestini, autorizzando la colonizzazione di interi quartieri, di moschee, le associazioni culturali islamiche, lasciandosi raggirare dai furbetti, quegli immigrati che hanno capito che in questo strano Paese basta invocare il razzismo a ogni piè sospinto e ci si garantisce un lasciapassare per fare sempre i propri comodi, perché gli immigrati, anche quelli dal passato più oscuro, troveranno sempre qualche politico PD accondiscendente disposto a garantire loro più di quanto non sia garantito agli italiani. Così le nostre città hanno visto nascere e crescere luoghi poi diventati impenetrabili, humus per il germogliare degli estremisti, a due passi dalle nostre case. Parigi è il frutto più amaro e doloroso di decenni di leggerezza di un Occidente che non si riconosce più in niente e che oggi deve saldare un conto salatissimo: il conto della propria ignavia. Mentre c’era chi come noi metteva in guardia: "il crocefisso è simbolo di identità, sarebbe un grave errore abdicare la dittatura degli ultimi arrivati", qualcuno si ostinava a invocare un passo indietro per non far dispiacere i musulmani, ma quale popolo si spoglia di se stesso per potersi integrare a casa propria?

Dopo i fatti di Parigi abbiamo assistito a un Paese, la Francia, che ha saputo reagire: ha chiuso le frontiere, chiuderà le moschee, ha ordinato attacchi armati in Siria. Il Presidente Hollande ha addirittura parlato di modifica della Costituzione e di misure eccezionali per la lotta al terrorismo. Noi, dopo i fatti di Francia, abbiamo saputo predisporre adeguate misure di prevenzione? La risposta, purtroppo scontata, è no. Governo Renzi e PD hanno visto, come tutti, l’incubo a due passi da casa nostra. Eppure si ostinano a fare come se niente fosse accaduto. Noi della Lega abbiamo proposto la moratoria tombale sulle nuove moschee e le cosiddette associazioni culturali islamiche, vedremo come finirà qui in Aula. A gennaio, dopo Charlie Hebdo, abbiamo auspicato lo stop ai finanziamenti alle associazioni islamiche. Niente da fare. Abbiamo sollecitato da mesi lo stop all’accoglienza sfrenata dei clandestini. Niente da fare. E intanto le cronache mostravano che - dall’attentato del Bardo fino a quello di Parigi - pare proprio che i barconi siano stati canali di accesso degli integralisti verso l’Europa.

Così l’Occidente si è legato le mani da solo, così la mentalità degenere di certa sinistra ha fatto entrare cavalli di Troia pronti a incendiare le nostre città. L’Emilia-Romagna se ne è presi in carico, gravando tra l’altro i costi sulle tasche dei cittadini, oltre la quota segnata dei quattromilasettecento in una corsa suicida all’accoglienza.

Quando si parla di islam il ritornello dei bei pensanti è sempre lo stesso e dice no a generalizzazioni. E mentre a sinistra ci si affanna a ripeterlo ci pensano i numeri a smentire questa illusione. Al Jazeera ha rilevato che l’81 per cento degli arabi sostiene le conquiste dell’Isis. Sì, proprio gli arabi, il nucleo fondante dell’islam. Oriana Fallaci anticipò i fatti e fu presa a male parole dai profeti dell’integrazione a tutti i costi, dai maestri del relativismo più estremo. Oggi le sue parole tornano come un anatema e in tanti dovrebbero chiederle scusa.

Dalla Ravenna, da cui il PD ha inaugurato in pompa magna la seconda moschea più grande d’Italia, sette foreign fighters sono partiti per combattere a fianco dell’Isis, tanto che la città si è guadagnata il triste primato di capitale italiana dei combattenti estremisti e in quella città dove il PD spalanca le porte e accoglie chiunque un assessore del Comune si è seduto al tavolo in un dibattito pubblico con un predicatore d’odio come Robert Musa Cerantonio, italo-australiano nelle liste Interpol, l’uomo che si fece ritrarre in Piazza San Pietro con una bandiera dell’Isis inneggiando alla conquista di Roma. L’errore più grande è pensare di poter dialogare con i tagliagole. Una posizione folle che qualche folle si ostina ancora a sostenere. Questi folli sono stati e sono oggi i complici di questa situazione. La speranza è che anche in quest’Aula i fatti di Parigi abbiano spalancato gli occhi. Vogliamoci bene, vogliamo bene alla nostra gente, non mortifichiamo noi stessi per far vincere i nemici della libertà. Proteggiamola. È dovere e responsabilità della politica e di ognuno di noi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Fabbri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro, capogruppo del Partito Democratico. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Probabilmente, come accadde l’11 settembre, non dimenticheremo mai più la sera e la notte di quel venerdì 13 novembre, in cui una serie di attacchi terroristici ha colpito il cuore di Parigi nel modo più vile e violento in cui lo si poteva fare, spezzando vite, soprattutto giovani, nei luoghi del divertimento, dell’incontro, in cui nessuno si aspetterebbe mai di mettere a rischio la propria vita e di incontrare la morte. In queste ore abbiamo scorso decine e decine di immagini: volti sorridenti, nomi e cognomi di diverse provenienze e culture rimasti schiacciati dalla follia omicida del fondamentalismo, che non ammette dialogo, diversità e non conosce ragioni. C’era stato chiaro già il 7 gennaio con gli attentati a Charlie Hebdo, che eravamo davanti a una nuova idea di terrore. Non un classico attentato, ma una vera e propria azione militare organizzata per gruppi di fuoco capaci di agire in simultanea moltiplicando in maniera esponenziale gli effetti devastanti della propria azione.

Tutto questo ci pone davanti a un momento inedito della storia del nostro continente e ci impone capacità di riflessione, di analisi e di decisione. Insieme col popolo francese, con Parigi, con quelle vite spezzate sono stati attaccati i nostri valori. La commozione e la rabbia che tutti noi oggi sentiamo non devono però offuscare la nostra capacità di discernere quanto è accaduto, a partire dal non confondere questa guerra come una guerra di religione. Tra le cronache di quelle ore terribili, piene di storia e di vite interrotte, mi ha colpito quella di due sorelle poco più che trentenni di origine tunisine, musulmane. Festeggiavano il compleanno di un’amica in un ristorante; oggi non ci sono più, anche loro vittime della strage. Questo solo per sottolineare come ciò di fronte a cui ci troviamo è un attacco a chiunque si opponga, anche solo nel vivere una vita normale e libera, all’affermazione dello Stato Islamico. Musulmani considerati miscredenti e ipocriti, come riportano nelle agghiaccianti parole del comunicato di rivendicazione dell’Isis.

Tutto il dolore e il lutto che sentiamo per la striscia di sangue che ha colpito uno stato fratello, simbolo di valori e di civiltà europea, ci impone allo stesso tempo una ferma condanna della barbarie commessa, ma anche di riconoscere che questa è una guerra che si combatte prima di tutto dentro il mondo islamico. Una guerra che intreccia gli interessi egemonici di varie potenze, che coinvolge un Occidente reo di aver creato stati considerati impuri dal califfato, che li vorrebbe oggi uniti nel segno dello Stato Islamico, detentore della vera religione. C’è una lotta in corso dell’islam tra gli sciiti e i sunniti, tra gli jihadisti e i moderati, fotografata da tutti gli attentati sanguinari di questi mesi, una guerra civile in cui l’Occidente è usato da Daesh come strumento per gettare tutto il mondo musulmano tra le braccia del fondamentalismo.

Non è il momento dell’esasperazione dei toni, dell’incitazione a crociate anti-islamiche, ma del superamento delle divisioni, per una soluzione che tenga insieme quattro principi fondamentali: cultura, cooperazione internazionale, diplomazia e repressione. Quello che serve è un’azione forte dell’ONU con l’obiettivo primario di porre fine al conflitto siriano, recuperando una compattezza d’azione dell’Occidente che finora invece ha agito per vie distinte. Trovo che l’Italia in questo senso si stia muovendo nella giusta direzione. A Vienna abbiamo sostenuto la necessità di un coinvolgimento di Iran e Russia nella soluzione della crisi siriana, che fino ad oggi ha causato duecentocinquantamila morti e migliaia di profughi in fuga dagli orrori. Non dobbiamo dimenticare che ci sono anche gravi responsabilità dell’Occidente rispetto al fuoco di odio che da troppi anni brucia in Medio Oriente e che ha contribuito alla nascita del fondamentalismo.

È forse tempo di superare l’idea fallimentare di una democrazia da esportazione; è la consapevolezza di queste responsabilità che porta Barack Obama e Papa Francesco a invitare al dialogo con l’islam moderato. Monsignor Zuppi, arcivescovo di Bologna, commentando gli attentati di Parigi, ha dichiarato: "Compiere una strage in nome di Dio è una bestemmia. Dio non c’entra niente con la violenza. Dobbiamo invece con fermezza riaffermare la capacità dell’incontro, la vicinanza, il sentirsi figli di Abramo e stabilire in questo il vero argine al fanatismo".

Parigi apre un nuovo scenario: l’attentato ricorda Mumbai del 2008, ricorda la strage a Garissa nell’università keniota degli studenti cristiani: violenza contro i simboli e contro gli inermi, contro un’umanità, come quella della nostra giovane connazionale Valeria, che credeva in un’idea di convivenza, pace e aiuto, e lo ha ricordato anche suo fratello. Di fronte a un’opinione pubblica fortemente scossa e provata dobbiamo lanciare un messaggio: che la pace e la libertà sono più forti delle barbarie del totalitarismo. Quel messaggio che i cittadini francesi hanno saputo lanciare la sera stessa degli attentati: i tifosi evacuati dallo stadio che intonano la marsigliese, le famiglie che aprono le porte delle proprie case alle persone in fuga dagli spari e dalle esplosioni, una reazione di smisurato orgoglio e dignità che colpisce e commuove profondamente, l’immagine di un popolo che non cede alla tragedia, alla paura, all’ingiustizia. Parigi è sempre stata una città simbolo dell’Europa. La Torre Eiffel è uno dei monumenti più visitati e amati al mondo, emblema tra i più riconosciuti e significativi del nostro continente.

A poche ore dalla strage un vignettista ha disegnato con una matita nera l’immagine stilizzata della torre a ricalcare il simbolo della pace. Con un tweet quell’immagine ha fatto il giro del mondo, diventando il simbolo della solidarietà al popolo francese. Da oggi la Torre Eiffel è anche il simbolo della pace, il simbolo dell’Europa unita, democratica e civile che non si piega alla follia omicida dell’esercito, della paura e del terrore. L’Europa ce la farà, marciando insieme per la costruzione della pace, ancora una volta intonando la marsigliese.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Ho visto che è entrato in Aula il consigliere Alleva, capogruppo de L’Altra Emilia-Romagna a cui do la parola.

 

ALLEVA: Grazie, presidente. Chiedo scusa ai colleghi, ma purtroppo è stata una sorpresa la necessità di essere qui presente. Mi sono trovato in una spiacevole condizione di dover fare altrimenti un abbandono di difesa penale, il che non sarebbe stato possibile.

Questo dibattito è sicuramente un dibattito molto importante. Io non vi prenderò molto tempo, anzi me ne prenderò pochissimo, però vorrei testimoniare una cosa, la mia convinzione profonda che qui non si tratta di dare la caccia a dei bruti, non siamo tutti invitati, noi occidentali, a una gigantesca caccia alla tigre, cioè a degli esseri irrazionali assetati di sangue il cui unico scopo è quello di uccidere. Non è questa la necessità che più che mai vi è oggi di capire quello che sta succedendo, ma è di comprendere come possa avvenire e come sia sempre avvenuto che la persona umana accetti non solo di uccidere, ma anche di essere ucciso in quello stesso momento, perché c’è questo che alla fine caratterizza l’azione di questi terroristi. La differenza è questa dalla tigre: accettano di essere uccisi. Prendono la cintura esplosiva e questo naturalmente deve portare a chiederci perché possa avvenire, perché ci possa essere un superamento dell’istinto di conservazione vitale in ogni essere. La risposta io credo che sia quella della difesa di qualcosa di più grande e di cui si è parte, perché l’accettazione del suicidio, della propria morte, in un’azione bellica non è soltanto di oggi (si parla dei kamikaze), ma di tutti coloro i quali ritengono di poter rinunciare alla propria vita perché la propria vita appartiene a qualcos’altro di più grande, di cui si è parte. Se questa è la situazione, noi dobbiamo sapere unire la capacità di difenderci momento per momento (è ovvio che questo è necessario) vim vi repellere licet, ma anche quella di non andare oltre nella caccia alla tigre, di non pensare che si tratta soltanto di effettuare una sorta di sterminio.

 

(interruzioni)

 

In questo non dimentichiamo mai che quando i terroristi parlano dei crociati evidentemente ancora resta in quella cultura l’idea e il ricordo di quella che fu vissuta come una grande aggressione. Trasformare terroristi in interlocutori può sembrare quasi un miracolo, eppure questo è il compito che l’Occidente si deve proporre, quindi sapersi difendere, ma nello stesso tempo non alimentare ulteriormente una guerra di reciproco sterminio. Naturalmente vi è un altro, ma non meno importante, problema, che purtroppo l’impressione e l’emozione del sangue fa dimenticare: da dove viene questo movimento? I terroristi, la manodopera del sangue la conosciamo, ma dietro che cosa c’è? al-Baghdadi era o non era prigioniero a Guantanamo, dove la gente è entrata (i musulmani) nel 1991 ed è ancora lì a marcire? Lui invece è uscito, ha raggiunto l’Iraq ed è diventato quello che è diventato. Con l’aiuto di chi e perché? Qual è la parte delle monarchie arabe reazionarie dell’Arabia Saudita, del Qatar, ecc.? Quali sono le complicità antiche con le sette sorelle, con il capitale americano, con gli interessi petroliferi? Questa è tutta la parte che il cittadino normale, il quale si sente aggredito, non vede, non sente e non riflette, ma che per i politici dovrebbe avere un’importanza altrettanto grande di quella di come comportarsi per difendere la propria gente senza aggravarla in una spirale di violenza.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Alleva.

La parola al presidente della Giunta, Stefano Bonaccini. Ne ha facoltà.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente. Voglio dirle in apertura che ho molto apprezzato le sue parole e, se posso permettermi senza sminuire alcun intervento, mi pare di aver assistito in alcuni toni a un dibattito un po’ provinciale se dopo il drammatico avvenimento di Parigi tutto si dovesse ridurre ad accuse a questo o a quel partito nel nostro Paese. Potrei anch’io cadere nella tentazione di cavarmela in una polemica pubblica tra noi e magari domandare al collega Fabbri perché quando il suo partito ha governato il Paese ha dato corso alla più grande sanatoria, non mi pare di gente regolare entrata in Italia, altrimenti non si sarebbe chiamata sanatoria, o alla collega del Movimento 5 Stelle perché ha proposto, per recuperare i fondi del previsto e proposto diritto di cittadinanza, minimo 3 miliardi e mezzo di euro ai fondi per la difesa, posto che in questa manovra di bilancio che il Governo ha proposto al Parlamento non vi è alcun taglio alla difesa, anzi un aumento.

Ho fatto queste due premesse perché voglio invece fare un intervento di tutt’altro taglio, e dicendo solo una cosa al consigliere Foti: per quanto mi riguarda, le sue allusioni alle lobby ebraiche sono totalmente irricevibili. Lo dice un Presidente di Regione che da sempre è convinto sostenitore di chi propone due popoli in due stati nella causa israelo-palestinese, ma per ciò che gli ebrei hanno patito e sofferto drammaticamente nel corso della loro storia e per quello che sta succedendo in queste ore in molte parti del mondo credo che sarebbe bene utilizzare toni un po’ differenti e di maggiore rispetto.

Io credo innanzitutto che vada lanciata da questa Assemblea - ovviamente l’avete detto tutti e questo non può far che piacere (era peraltro dovuto) - un abbraccio di solidarietà, di affetto e di vicinanza ai familiari di Valeria Solesin, a tutti i familiari delle vittime cadute poche ore fa a Parigi, ai feriti, a tutti i nostri fratelli francesi, così come un abbraccio va al Presidente François Hollande, che soltanto poche settimane fa - ricorderete - su invito del Premier Renzi è stato protagonista di un vertice bilaterale proprio vicino a Bologna nel cuore dell’Emilia-Romagna. Dicevo l’altra mattina in piazza a Modena, nel ricordo di questi fatti, che alcune polemiche da strapazzo che in quelle ore della visita di François Hollande a Modena vennero anche da qualche esponente politico sul territorio utilizzate in nome di quali misure di sicurezza così evidenti furono prese forse una qualche ragione ce la si potrebbe fare e chiedere.

Io penso che noi non dobbiamo cadere in ciò che vorrebbero farci cadere coloro i quali vanno chiamati col loro nome, veri e propri assassini. Chiuderci nelle nostre paure, reagire solo emotivamente, abbandonare le abitudini e gli stili di vita a cui siamo consoni credo che anche quello è stato il significato di colpire laddove le persone si ritrovano, si divertono, dialogano, si incontrano, e vorrei richiamare a voi, per chi non l’ha letta, una bellissima lettera resa pubblica del marito di una delle vittime, che a un certo punto dice "non avrete il mio odio". Sarebbe il regalo e la concessione più grande che potremmo fare e per quanto mi riguarda credo davvero che abbia ragione chi ha richiamato che mai come in momenti come questi servono, e non è facile - lo capisco -, razionalità e lucidità.

Io credo che non ci possiamo permettere di definire questa una guerra di religione, non so altrimenti come potremmo rivolgerci a quel miliardo e trecentomilioni di persone circa che si professano musulmane in questo pianeta. Non so come potremmo definirla guerra di religione nel momento in cui i nostri uomini sono impegnati ad addestrare e armare i guerriglieri, la gran parte musulmani, che stanno combattendo sul territorio contro Daesh.

Secondo: non possiamo definirla uno scontro di civiltà, per quanto mi riguarda, perché io non voglio assegnare la patente di civiltà alla barbarie dello Stato Islamico. La nostra è una civiltà, non quella.

Per ultimo, allora, e chiudendo, perché non voglio rubare oltre i minuti assegnati, penso che adesso bisogna muoversi dentro una larga coalizione internazionale. Sono d’accordo con chi l’ha detto: non si può escludere la Russia, per ciò che rappresenta, da una grande coalizione internazionale. Bisogna muoversi dentro a quella larga coalizione sapendo che l’Isis va sconfitta anche militarmente, e l’Italia è pronta a rafforzare il suo impegno, come ha detto anche il Presidente Renzi. Attenti però: è indispensabile adesso costruire quella coalizione larga che si occupi anche del dopo per evitare che non succeda in Siria, ad esempio, quello che si è lasciato accadere in Libia con errori evidenti di tutti - non escludo nessuno - rispetto a una situazione nella quale, tolto un dittatore, si è lasciato creare il caos che ha generato i problemi drammatici, anche di sbarchi. Non ho timore a riconoscere che un conto è l’accoglienza e la solidarietà, perché la vite umane vanno salvate, e un altro è rafforzare anche in quel caso i controlli, laddove abbiamo visto che qualcosa può drammaticamente succedere. Penso che l’uscita di scena di Assad sia assolutamente indispensabile, ma va coinvolto lo stesso Assad per evitare che accada quello che - ho detto prima - è successo in Libia.

Insomma, credo che si debbano tenere insieme le due cose, come ho provato a dire, sapendo che le parole di Bonaccini contano molto poco (ne ho tutta l’umiltà e la consapevolezza) rispetto a quello che dovrà accadere. Mi auguro che stiamo uniti - il richiamo che faccio a tutti voi e a tutti noi è questo - in un momento in cui comunque non va sottovalutato quello che è accaduto. A mio parere, anche rispetto all’11 settembre 2001, vi è un salto di qualità nelle modalità e nell’interpretazione di quello che è accaduto e che potrebbe ovviamente accadere. C’è il Giubileo e io mi riconosco nelle parole del Pontefice, che ha detto "ci fosse mai una ragione in più per tenerlo in Italia sta anche in quello che è accaduto".

Mi auguro che si trovino le ragioni di unità anche di questo Paese, come mi è parso ieri sera in un commovente canto della marsigliese sugli spalti dello stadio di Bologna, e soprattutto alla luce delle bellissime piazze che nelle ore successive - ho partecipato a due manifestazioni - un po’ in tutte le città dell’Emilia-Romagna abbiamo visto come in altre aree del Paese. Credo davvero che l’integrazione dovrà battere il suo contrario, che, se ci pensate, è la parola disintegrazione, che la libertà e la democrazia dovranno vincere sulla bestialità e l’odio, che il coraggio vincerà sulla paura. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, presidente Bonaccini.

Si è conclusa la commemorazione.

Procediamo con l’ordine del giorno.

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Saliera): Passiamo alla richiesta di iscrizione e di inversione dell’ordine del giorno presentata dal consigliere Pruccoli dell’oggetto n. 1624, che leggo: "Presa d’atto delle dimissioni da Consigliere regionale della signora Palma Costi. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Campedelli Enrico". Nomino scrutatori i consiglieri Tarasconi, Piccinini e Zappaterra. È necessario un intervento a favore e uno contrario per tre minuti per procedere alla proposta di iscrizione. Chi vuole la parola per un intervento a favore dell’iscrizione della presa d’atto delle dimissioni?

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Solo per confermare il parere favorevole del Partito Democratico, anche perché così questo Consiglio sarà nelle condizioni immediatamente di dare seguito all’attività amministrativa che ne consegue dal subentro del consigliere Campedelli e per ringraziare la consigliera Costi, che continua comunque il suo mandato da Assessore alla guida di questa Regione, per le attività che la stessa Assessore Costi ha svolto nel duplice ruolo di Consigliere e di Assessore. Il parere del gruppo del PD è favorevole.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

C’è un intervento contro? No, per cui l’Assemblea approva l’iscrizione. Ora un intervento a favore e uno contro sull’inversione dell’ordine del giorno per trattare subito l’oggetto iscritto. Chi è a favore? Se c’è un intervento a favore, bene, così come se c’è un intervento contro, altrimenti l’Assemblea approva. Mi pare che l’Assemblea approvi.

 

OGGETTO 1624

Delibera: «Presa d’atto delle dimissioni da Consigliere regionale della signora Palma Costi. Proclamazione della elezione a Consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Enrico Campedelli.» (46)

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): La consigliera Palma Costi, con nota protocollo 49745 del 17 novembre 2015, ha presentato formali irrevocabili dimissioni dall’Assemblea legislativa.

Invito l’Assemblea a prendere atto delle predette dimissioni con votazione per alzata di mano.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La presa d’atto è approvata. Preso atto delle dimissioni da Consigliere regionale rassegnate dalla signora Palma Costi, è doveroso ora procedere alla proclamazione del Consigliere subentrante e, pertanto, richiamo alcune delle disposizioni contenute nell’articolo 14 (Surroghe) della legge regionale 23 luglio 2014, n. 21 (Norme per l’elezione dell’Assemblea legislativa e del Presidente della Giunta regionale) “1. Se in corso di legislatura, per qualunque causa, anche sopravvenuta, si rende vacante un seggio dell’Assemblea legislativa, questo è attribuito al candidato che, nella graduatoria delle cifre individuali della medesima lista circoscrizionale cui il seggio era stato assegnato, segue immediatamente l’ultimo eletto...”

Do atto che dal verbale dell’ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Modena, relativo all’elezione dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna - anno 2014 - risulta primo dei candidati non eletti nella lista di quella circoscrizione avente il contrassegno PD - Partito Democratico e per la quale fu eletta la consigliera Palma Costi, il signor Enrico Campedelli.

Proclamo dunque Consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, in sostituzione della dimissionaria consigliera Palma Costi, il signor Enrico Campedelli e lo invito, se è presente, a prendere posto tra gli altri consiglieri.

 

(Entra il consigliere Enrico Campedelli)

 

PRESIDENTE (Saliera): Rammento che a termini dell’articolo 17 - secondo comma della legge 17 febbraio 1968, n. 108 (Norme per l’elezione dei Consigli regionali delle regioni a statuto normale) cui fa rimando la citata legge regionale elettorale n. 21 del 2014, nessuna elezione può essere convalidata prima di quindici giorni dalla data della proclamazione. I consiglieri regionali divengono titolari dei diritti, dei doveri e delle prerogative inerenti la loro funzione secondo le leggi e lo Statuto regionale (articolo 1 del Regolamento interno).

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con un’altra richiesta di inversione rispetto all’ordine del giorno già previsto. In particolare una richiesta a firma consigliere Taruffi sull’oggetto 115, che ha come titolo "Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24". È richiesto un intervento a favore e uno contro. Vi sono tre minuti per ciascun intervento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Come ho anticipato ai Capigruppo, chiedo l’inversione per concludere i lavori sull’oggetto entro la mattinata, così da dare la possibilità al pubblico presente di non dover seguire anche la parte pomeridiana. Nel frattempo anticipo - ho capito che anche dalla Lega c’è la stessa richiesta - la richiesta per gli altri progetti di legge, quindi credo che potremmo esaminare infine i progetti di legge sui processi di fusione e poi passare nel pomeriggio alla votazione sul bilancio dell’Assemblea.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Non ci sono interventi contro.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La proposta di inversione dell’ordine dei lavori è accolta.

Prima di entrare nell’ordine di discussione dei singoli argomenti, metterei un’altra richiesta di inversione dell’ordine del giorno pervenuta sugli oggetti 579 e 604 a firma del consigliere Pompignoli. L’oggetto 579 è relativo alla fusione dei comuni di Monte Colombo e Montescudo e l’oggetto 604 alla fusione dei comuni di Polesine Parmense e Zibello. Anche in questo caso è richiesto un intervento a favore.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Su questa richiesta di inversione dell’ordine del giorno chiedo solamente di modificare prima il 604 e poi il 579, quindi prima di trattare la fusione dei comuni di Polesine Parmense e Zibello e poi quella di Montescudo e Monte Colombo. Ritengo opportuno che le fusioni si debbano trattare congiuntamente e non frastagliarle con il bilancio dell’Assemblea e poi riprenderle nel pomeriggio. Credo che sia opportuno trattarle tutte congiuntamente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Non c’è un intervento contro.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La proposta di inversione dell’ordine dei lavori è accolta.

 

OGGETTO 115

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «"Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24» (19)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il procedimento prevede per il relatore della Commissione venti minuti (il consigliere Taruffi), relatore di minoranza venti minuti (il consigliere Bignami), eventuale relazione della Giunta venti minuti e il dibattito generale di venti minuti per ciascun oratore, eventuale replica dei relatori per venti minuti ciascuno ed eventuali conclusioni della Giunta per venti minuti. Poi si procederà con la discussione sugli articoli ed emendamenti per cinque minuti, mentre se il numero degli emendamenti o subemendamenti proposti a ciascun articolo è superiore a due saranno dieci minuti. Si procederà per votazione per alzata di mano dei subemendamenti, degli emendamenti e dei singoli articoli. Le dichiarazioni di voto finali saranno di cinque minuti per gruppo e la votazione verrà effettuata con dispositivo elettronico.

Il testo, n. 3/2015, è stato licenziato dalla I Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali nella seduta dell’11 marzo 2015; discussione generale nella seduta assembleare del 24 marzo e contestuale delibera n. 8 del 25 marzo 2015 di procedere all’indizione del referendum consultivo. La pubblicazione dei risultati del referendum è stata fatta nel Bollettino Ufficiale n. 270 del 23 ottobre 2015.

Si procede subito col relatore di maggioranza, Igor Taruffi, che ha preannunciato di svolgere la relazione orale. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Oggi siamo al punto finale di un percorso che è stato impegnativo per la Commissione e per l’Aula. Abbiamo discusso molto di questo progetto di legge di fusione che rispetto magari ad altri percorsi e ad altri progetti di legge relativamente le fusioni ha avuto qualche necessità di approfondimento in più per la complessità anche dei servizi e della situazione in cui alcuni importanti servizi, come quello idrico, erano gestiti nei due comuni di origine e su cui ripeterò alcune delle cose che ci siamo detti sia in Commissione sia nella precedente discussione generale in Aula.

Non nego che per me, che sono nato a Porretta Terme, vivo a Porretta Terme e ho fatto per dieci anni l’amministratore in quel comune, sia una giornata dal sapore particolare, perché arriva a compimento un percorso al quale in effetti abbiamo lavorato da tanti anni e che abbiamo cercato di portare avanti già a partire da diversi anni or sono. Utilizziamo spesso l’aggettivo epocale o storico, però in questo caso devo dire che effettivamente ha una valenza storica quello che è un piccolo passo per i livelli regionali e per quel territorio è un passo veramente storico, perché è la quarta volta che si provava a fare la fusione tra Granaglione e Porretta Terme. Addirittura la prima nel 1895, la seconda nel 1928, poi nel 1964 e alla fine quella di questo tribolato percorso al quale abbiamo lavorato in questo anno. Non solo, ma nel mezzo anche nel 2011 i Consigli comunali di Granaglione e Porretta Terme, e allora anche Castel di Casio, chiesero di poter andare avanti sulla fusione e non ci furono le condizioni per andare avanti, quindi in qualche modo alle spalle abbiamo una storia e un numero di tentativi piuttosto significativi. Lo dico a qualche collega di minoranza che oggi arriviamo laddove nemmeno il Governo che ogni tanto vedo qualche nostalgico vorrebbe poter tornare, ossia durante il periodo del fascismo, riuscì a fare questo passaggio, ma ci arriviamo noi oggi. Ci arriviamo, battute e parte, con un percorso credo di confronto molto approfondito in cui le comunità di quei territori si sono confrontate in modo anche acceso, però affrontando le questioni di merito, e con un risultato referendario che credo consegni a tutti noi e a tutti coloro i quali hanno partecipato al confronto in quei territori un risultato senza nessun tipo di discussione e ambiguità, perché, come sappiamo, hanno votato sì alla fusione il 93 per cento degli elettori che si sono recati alle urne a Porretta Terme e il 64 per cento di quelli che si sono recati alle urne e Granaglione. Insomma, è un’adesione plebiscitaria per alcuni aspetti, di cui non tutti erano convinti, ma, per chi vive e conosce quelle realtà, non c’erano credo dubbi sul risultato sicuramente di Porretta e qualche perplessità in più forse poteva esserci a Granaglione, ma i cittadini hanno capito il messaggio che abbiamo lanciato, hanno avuto tutti gli strumenti per valutare, al termine di un confronto che, come ho detto, è stato di alcuni mesi in un percorso che le due amministrazioni, a partire anche dal mandato precedente a quello degli attuali sindaci, ha visto i Consigli comunali di Granaglione e Porretta Terme dar vita all’unione dei comuni già a partire dal 2009, quindi un percorso che non è certo stato improvvisato, che ha avuto molti step e che è riuscito a trasferire ai cittadini la piena consapevolezza dell’occasione che avevano di fronte.

Come abbiamo detto in tante discussioni e come ripetiamo oggi all’atto conclusivo di questo progetto di legge, le risorse che vengono stanziate per quei territori sono risorse certe e importanti. Parliamo di circa 6 milioni e 800 mila euro in quindici anni, che per i bilanci di quei comuni sono praticamente irripetibili. Parlando di ordine di grandezza, il bilancio del Comune di Porretta Terme è di circa 6 milioni di euro e quello di Granaglione è di circa 1 milione e 700 mila euro, quindi capite che circa 6 milioni e 800 mila euro che arrivano tra Governo e Regione in quindici anni sono cifre molto significative. Vi è l’esenzione dal patto di stabilità per i prossimi cinque anni, quindi chi verrà eletto sindaco del nuovo comune e l’amministrazione che si insedierà dopo le elezioni avrà anche questa ulteriore possibilità, quindi di spendere risorse certe e di poterle utilizzare senza dover sottostare ai vincoli del Patto di Stabilità. I cittadini hanno quindi capito, a dispetto di quanto qualcuno forse sperava, fino in fondo quella che era la grande occasione che veniva loro offerta e hanno risposto anche in termini di partecipazione (oltre il 60 per cento di partecipazione al voto a Granaglione e quasi il 50 per cento a Porretta). Pur non essendo necessario il quorum, sono stati numeri che hanno segnato un’adesione chiara, convinta e assolutamente univoca al percorso che è stato loro sottoposto.

Certo, e anche nell’ultima Commissione, alla quale purtroppo non ho potuto prendere parte per ragioni che non afferivano la mia volontà, si sono sviluppate discussioni sempre su un tema che ci ha appassionato e impegnato molto anche come Commissione e come Giunta, perché in questa sede non posso non ricordare che se oggi siamo qui è perché innanzitutto la Giunta, entro il mese di gennaio, quindi praticamente appena insediata, l’assessore Petitti ha avuto l’attenzione di rilanciare il progetto di legge di fusione portandolo immediatamente in Giunta pena la decadenza del percorso stesso, che era stato avviato, come ricorderete, nella precedente legislatura e che lì si era impantanato sia per le dimissioni traumatiche del Presidente Errani sia perché in Commissione qualcuno aveva forse cercato di far perdere un po’ più di tempo del necessario. Fatto sta che quel percorso non sarebbe andato avanti senza la determinazione dell’assessore Petitti, alla quale voglio riconoscere l’impegno e la determinazione con cui ha seguito questo percorso. Senza quello step iniziale noi oggi non saremmo qui, perché il percorso si sarebbe sicuramente allungato di molto.

A partire da lì abbiamo dovuto affrontare prima in Commissione e poi in Aula diversi problemi per arrivare in fondo a questo percorso, il principale dei quali è ruotato intorno al tema della gestione del servizio idrico nel comune di Granaglione. Qui bisogna dire alcune cose chiare non fosse altro perché nell’ultima Commissione del 3 novembre sono state riportate. Cercherò di essere sintetico, perché sono cose che abbiamo già detto tante volte, però alcune cose devono essere chiare. In primo luogo, a partire dal 2004, perché sarebbe anche utile, quando si interviene, cercare di documentarsi nel miglior modo possibile, e fino al 2012 l’amministrazione di Granaglione ha potuto gestire direttamente il servizio idrico del proprio comune grazie a una convenzione tra amministrazione comunale, ATERSIR (allora ATO) e soggetto gestore, che era HERA, perché già dal 2004, e lo dico in particolar modo al consigliere Bignami, che ha sollevato alcuni problemi in Commissione e ha presentato interrogazioni recentemente, dopo l’approvazione della legge 25/99 in materia di gestione del servizio idrico integrato, la gestione unitaria del servizio nella provincia di Bologna è stato individuato nell’ambito territoriale ottimale a HERA per tutti i comuni facenti parte della provincia di Bologna. Ovviamente con due eccezioni: il comune di Lizzano in Belvedere e il comune di Granaglione che, con due percorsi diversi, hanno potuto, anche se dal punto di vista formale la gestione è affidata a HERA anche per loro già a partire dal 2004, beneficiare di una particolare strada, di una convenzione, come dicevo prima, che ha fatto sì che in poche parole HERA poi si avvalesse dell’amministrazione comunale per la gestione diretta del servizio idrico. Questo significa che già da allora, già da quella convenzione che è stata sventolata come il punto che sarebbe poi stato modificato, formalmente era HERA il soggetto individuato come soggetto gestore, soggetto gestore che poi si avvaleva per lo svolgimento concreto del servizio dell’amministrazione comunale. Questo a partire dal 2004 fino a scadenza della convenzione, dopo la quale siamo intervenuti noi, come Giunta regionale, come amministrazione regionale e oggi con questa legge, che siamo qui ad approvare in via definitiva, dicendo due cose molto semplici: che l’amministrazione di Granaglione e l’amministrazione di Porretta Terme avrebbero potuto beneficiare anche in futuro, quindi portando in dote al nuovo comune, di questa particolare condizione fermo restando l’obbligo di sottoscrizione dell’accordo di programma tra le parti, quindi le due amministrazioni comunali, la Regione e ATERSIR, cosa che è puntualmente avvenuta entro l’agosto di quest’anno, per assicurare così ai cittadini, oggi facenti parte del comune di Granaglione, domani di Alto Reno Terme, perché così hanno deciso i cittadini nel referendum scegliendo quel nome per il nuovo comune, la possibilità di beneficiare di una particolare situazione che è quella in virtù della quale l’amministrazione comunale gestiste direttamente il servizio riscuotendo anche il pagamento della tariffa direttamente.

Anche su questo bisogna dire alcune cose chiare: per l’applicazione della tariffa e il costo determinato per tutti, anche qui da ATERSIR - dico cose che dovrebbero essere note a tutti, soprattutto a chi ha avuto in passato anche incarichi di consigliere comunale in comuni e in Consigli comunali -, ATERSIR stabilisce il costo a metro cubo del prezzo dell’acqua, dopodiché il gestore applica. Trattandosi del gestore (in questo caso l’amministrazione comunale) si è determinata una particolare condizione per Granaglione che ha fatto sì che una parte del Comune potesse beneficiare di una tariffa applicata direttamente dall’amministrazione comunale, cosa che verrà trasportata semplicemente nel futuro, come abbiamo spiegato e come abbiamo detto, perché, come ho ricordato diverse volte in Commissione, già oggi la realtà amministrativa del comune di Granaglione prevede che per il 75 per cento i cittadini hanno il rapporto per la gestione del servizio idrico direttamente con l’amministrazione comunale e una restante parte (il 25 per cento) ha la gestione già oggi in capo a HERA. Non solo, ma il servizio di depurazione – voi sapete che il servizio idrico integrato è composto da captazione, distribuzione delle acque e recupero delle acque reflue – è già oggi gestito da HERA. Questo è il contesto dal quale partivamo e questo è il contesto nel quale abbiamo lavorato e in virtù del quale siamo riusciti, grazie anche alla determinazione e l’impegno della Giunta e dei colleghi di maggioranza, ai quali ho, per usare un eufemismo, rotto le scatole in più riprese, in particolare ai componenti della Prima Commissione, per ottenere questo risultato. Ecco che l’articolo 7 della legge, nel combinato disposto con l’accordo di programma siglato dalle parti e approvato dai Consigli comunali, quindi anche sottoscritto dal Presidente Bonaccini per questa amministrazione regionale, consegna al nuovo comune la possibilità di poter gestire il servizio idrico in continuità con quanto oggi succede per la parte del comune di Granaglione. Sono cose che abbiamo detto molte volte.

Poi ci sono state obiezioni di vario tipo e natura tra le quali anche alcune devo dire particolari rispetto all’ordine delle fonti del diritto, che tutti quanti conosciamo. C’è una legge nazionale che stabilisce all’interno dello Sblocca Italia che solo i comuni montani con meno di mille abitanti possono continuare a gestire il servizio idrico in forma diretta, però quella legge si sta anche modificando con emendamenti che sono stati depositati al Senato e già approvati anche in Commissione e inoltre bisogna essere chiari, perché la convenzione e l’accordo di programma, non a caso, arriva fino al 2021 - qualcuno si sarà chiesto perché quella convenzione arriva fino al 2021 - proprio perché nel 2021 scade la concessione a HERA, che è il gestore del servizio, già a partire dal 2004, come dicevo prima. Fino alla naturale scadenza della concessione del gestore del servizio idrico per tutta la provincia di Bologna, il nuovo comune, che si chiamerà Alto Reno Terme, potrà beneficiare, in rapporto alla convenzione e all’accordo di programma che dicevo prima, stabilito questo dalla legge che abbiamo qua, di questo percorso privilegiato e particolare. Più di metterlo in legge, più di siglare un accordo di programma e più di stabilire e sottoscrivere accordi tra tutte le parti in causa, ogni tanto anche con il Presidente Bonaccini, che è stato coinvolto e sollecitato ripetutamente, non potevamo fare. Non potevamo chiamare il Segretario dell’ONU o qualcun altro, come scherzosamente mi ha ricordato anche il Presidente, per risolvere la questione. Le garanzie ci sono tutte e se qualcuno ritiene che queste non siano garanzie sufficienti assumerà gli atti necessari sapendo quello che fa, perché noi abbiamo dato una soluzione coerente e pratica che assicura e garantisce la continuità del servizio a parità di condizione. Se qualcuno ritiene che non vada mai bene nulla, ci saranno gli strumenti per intervenire mettendo ovviamente a repentaglio eventualmente l’impianto. Noi invece la soluzione l’abbiamo data, trovata e praticata.

Ho perso un po’ di tempo su questo perché è stato l’oggetto di maggiore contesa a livello territoriale e locale, sul quale sono state spese anche parole di biasimo nei confronti degli amministratori, in particolare di uno dei due sindaci, che io credo invece abbia fatto fino in fondo il proprio ruolo e abbia messo tutti i cittadini del proprio comune nelle condizioni di capire bene le cose che cerchiamo qui di riassumere.

L’altro tema era quello economico; qualcuno ha detto, e qui ripeto quanto detto in Commissione dal presidente Pompignoli, il quale tramite il comitato per il no ha inviato a sua firma una nota, che si metteva in discussione la veridicità e la concretezza delle risorse messe a bilancio, ma quando si vota una legge che prevede uno stanziamento si vincola l’amministrazione a coprire le poste comprese nella legge. Come il presidente Pompignoli sa bene, quando ad esempio un’amministrazione comunale sottoscrive una convenzione con un’associazione per la durata ad esempio di quelli che sono gli anni di durata della convenzione, le risorse a bilancio vanno appostate, perché altrimenti l’associazione in oggetto avrebbe luogo per poter reclamare le risorse pattuite. Dico questo perché anche questo è stato un oggetto stravagante di discussione. Le risorse ci sono, sono a bilancio, la legge che approveremo oggi lo sancisce in modo definitivo e quindi credo che i cittadini di quei territori potranno essere massimamente garantiti. Penso il voto sia una dimostrazione chiara di quella che è stata la determinazione con i quali i cittadini ci hanno dato il via libera su questo percorso.

Gli ultimi due minuti li spendo collegandomi al tema delle acque, che nel territorio dell’Alto Reno, e in particolar modo fino ad oggi di Porretta Terme, è un tema molto importante. Questa mattina abbiamo avuto modo di parlare della Saeco dal punto di vista del presidio e delle realtà occupazionali, quindi di un’industria molto importante, che ha a che fare con tutto il territorio. Parlo di Saeco per parlare di lavoro. L’altro asset fondamentale sul quale quella vallata si è sviluppata è il comparto turistico termale, e arrivo al punto conclusivo. Io credo che faremo bene a pensare che la legge 32/1988, che è la legge di regolamentazione del comparto termale, debba essere modificata per dare la possibilità innanzitutto di un utilizzo - uso una parola molto semplice - e della tutela di un bene pubblico che deve essere messo a disposizione di più soggetti per creare le condizioni per un rilancio complessivo del territorio. Questo quantomeno nell’Alto Reno è fondamentale e io penso che le risorse che oggi noi stanziamo, e vado a concludere, per l’amministrazione comunale di Alto Reno Terme dovranno essere impiegate anche e soprattutto in questa logica, perché abbiamo discusso molto di acqua pubblica, abbiamo discusso molto dell’acqua come servizio idrico e penso che quel territorio dovrà discutere nei prossimi anni, già a partire dai prossimi mesi in realtà, di acque termali e di come gestire meglio una risorsa che è un patrimonio pubblico fondamentale. Il problema della gestione delle acque termali e della messa a disposizione delle acque termali dei privati che insistono e operano sul territorio è sempre stata vincolata al tema delle risorse. Si è detto che ci vogliono le competenze tecnico-economico per sostenere il percorso e il processo e oggi ci sono sicuramente le disponibilità economiche e ci dovranno essere quelle tecniche. Bisognerà ribaltare una situazione oggi esistente che ha portato il comparto termale in una crisi in quel territorio inarrestabile. Sono state fatte anche delle scelte sbagliate anche negli ultimi mesi e io credo che ci siano adesso tutte le condizioni per ripartire.

È una discussione che ci ha coinvolto molto, però penso che i cittadini col loro voto abbiano stabilito in modo chiaro e inequivocabile quale fosse la strada sulla quale proseguire.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI, relatore di minoranza: Grazie, presidente. L’intervento del collega Taruffi ha offerto tanti spunti di riflessione e non so bene io neanche da dove prendere, anche perché essendo relatore di minoranza forse dovrei rimandare all’intervento in discussione generale quanto ho da dire.

Parto dalla cosa più importante: assessore Petitti, aspettiamo le sue risposte rispetto ai temi che abbiamo atteso e abbiamo posto in Commissione prendendo un po’ di speranza nel fatto che quelle che il collega Taruffi cordialmente ci ha dato nel tentativo di commissariare il suo Assessorato non siano le risposte che lei ci riferirà. Abbiamo dei documenti che riferiscono altro e vogliamo capire se ha ragione la direzione generale di ATERSIR nel dire che la gestione rimane in capo ad HERA oppure no. Questo è importante per noi perché nel periodo di illustrazione della bontà del progetto di legge qualcuno ha affermato che la gestione sarebbe rimasta direttamente e autonomamente in mano al Comune, ma ricordiamo che ATERSIR su determinati comuni (pensiamo a Riolunato per quanto riguarda Modena) è andata in Procura dicendo che la gestione diretta non è possibile. Per noi è importante comprendere questo, perché in base alla risposta che lei confidiamo ci vorrà dare ci sarà sia l’orientamento del voto dell’Aula, almeno per quanto riguarda il gruppo che rappresento, sia anche le scelte che ne conseguiranno.

È chiaro che quanto è avvenuto è un fatto importante. Verrebbe quasi da dire che dopo cinque tentativi li avete presi per sfinimento, però è chiaro anche che quanto appena detto dal collega Taruffi fa riflettere, cioè che dove non è riuscito il Duce riuscì Taruffi, e allora io ringrazio il camerata Igor Benito Taruffi per essere riuscito a dire queste cose. Lo dico perché bisogna avere un po’ di umiltà nel dire e rappresentare le proprie situazioni e nel dire che non ci riuscì neanche il Duce e ci è riuscito lei. Lo dico perché, consigliere Taruffi, lei, nel tentativo di esercitare il suo ruolo demiurgico sull’Alto Reno, ha tentato di dire cose che in effetti non sono proprio corrispondenti al vero, e mi permetterò di illustrarne alcune. Prima tra tutte la gestione diretta. È stato fatto un accordo di programma dove si dice tutto e il contrario di tutto che riguarda una sola sorgente ed è una sorgente che riguarda quella che approvvigiona lo stabilimento del birrificio della famosa birra di castagne, tema che penso non appassioni l’Aula, ma che, visto che è stato introdotto, è meglio puntualizzare. È stato introdotto il tema riguardo al finanziamento della legge regionale e il collega Pompignoli ha scritto una cosa - mi dispiace dirlo, caro presidente - banale, oserei dire ovvia, quindi non riesco davvero a capire dove vi possa essere alcun tipo di recriminazione rispetto a quello. È stato detto che c’è anche un sindaco che si è esposto molto, ma voglio dire con chiarezza che quel sindaco gode di tutta la nostra stima, se non altro perché quando c’era il periodo elettorale veniva ripetutamente a chiedere a Forza Italia il sostegno politico per limitare e arginare il Partito Democratico, e poi ha fatto altre scelte, ci veniva a chiedere di bloccare anche il progetto di legge sulla fusione ed evidentemente aveva bisogno di altre garanzie e rassicurazioni, quindi non c’è neanche lontananza culturale rispetto a quel sindaco che infatti ha sempre - lo ringrazio - annunciato il sostegno al movimento che io rappresento in periodo elettorale.

Non è quello il tema, ma è tutt’altro. Il tema è, e i giornali di oggi già lo rappresentano plasticamente, che sono state dette delle bugie nei confronti dei cittadini e che quelle bugie, come tutte le bugie, hanno le gambe corte. Oggi quello stesso comune che annunciava avanzi di bilancio, contributi assai ricchi e la possibilità di affrontare spese che altrimenti non sarebbero state affrontabili dice che mancano 9 mila euro per mettere le luminarie di Natale, quando invece avevano fino a pochi giorni fa addirittura annunciato un avanzo di bilancio. Io non voglio con ciò dire che la gente abbia votato sulla base di menzogne o di bugie, perché questa è la tesi di chi mi ha preceduto, che dice che sono state dette tante bugie e la gente avrebbe votato - lo disse tre giorni prima dello svolgimento del referendum - in base alle nostre bugie. Noi non crediamo che la gente sia stupida o sciocca, ma bisogna essere leali nelle rappresentazioni dei fatti e bisogna anche dire con chiarezza che sono state dette tante inesattezze, tante bugie e quelle inesattezze e bugie devono conoscere un punto di caduta che noi attendiamo di sentire nelle parole dell’assessore Petitti.

In assenza di quella chiarezza noi evidentemente non voteremo a favore del progetto, rispettosi della volontà popolare, ma non a favore, perché quello che ho sempre detto anche nel periodo elettorale è che se forse gli abitanti di Porretta potevano avere un beneficio dalla votazione della fusione, sicuramente gli abitanti di Granaglione questo beneficio non l’avrebbero avuto. Visto che uno dei punti che, come è stato ricordato, ha rappresentato un discrimine importante in ordine alla questione referendaria, riguardava l’acqua, credo che sia importante anche rispetto a questo avere della chiarezza. Lo dico però preventivamente: noi abbiamo le risposte dell’ATERSIR e allora bisogna prendersi le responsabilità di ciò che verrà detto in quest’Aula, perché quello che viene detto in quest’Aula ha un valore un po’ più importante di ciò che viene detto al bar o che viene detto magari in osteria tra un bicchiere e l’altro. Attendiamo con fiducia una parola di chiarezza da parte dell’Assessore e poi su questo svilupperemo il nostro intervento politico.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie consigliere Bignami.

Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Non entro nel merito della fusione Granaglione e Porretta Terme nel senso sostanziale del termine, perché io ritengo che le fusioni non si debbano fare perché si perde identità di territorio, ma se si vogliono fare queste fusioni bisogna chiarire esattamente ai cittadini che cosa significa fusione. Se lo scopo della Regione è quello di ridurre, e ce l’ha detto il Presidente Bonaccini, il numero dei comuni in Emilia-Romagna, che è uno scopo che può essere assolutamente lodevole, bisogna in ogni caso dire ai cittadini il perché si vogliono fare le fusioni. L’unico vantaggio delle fusioni, e questo ce lo dobbiamo dire chiaramente, è un vantaggio economico, con un dato certo che viene indicato e viene prospettato ai cittadini, ma che certo non è.

Sono stato chiamato a rispondere a una lettera del Comune di Granaglione per chiarire questo punto e voglio che oggi l’assessore Petitti me lo chiarisca nuovamente, perché o non capiamo noi o viceversa la Giunta vuole fare intendere cose vere che in realtà vere non sono. In particolare è previsto che per le fusioni, e mi rivolgo e mi rifaccio alla fusione di Granaglione e Porretta Terme, ci sia un primo finanziamento definito ordinario per 200 mila euro per i prossimi quindici anni, quindi una previsione temporale di quindici anni, e un contributo statale di 150 mila euro. Bene, questi dati devono essere considerati dati certi o dati che via via nel corso del tempo vengono considerati incerti? Io mi rifaccio alla legge regionale. L’articolo 37 della legge regionale, e faccio riferimento alla legge 40/2001, dà le linee guida sul bilancio e in particolar modo dice "leggi che utilizzano spese continuative ricorrenti", che sono quelle spese che vengono indicate nei progetti di fusione: "Le leggi regionali che prevedono attività e interventi a carattere continuativo o ricorrente determinano di norma solo gli obiettivi da raggiungere e le procedure da seguire rinviando alla legge di bilancio la determinazione delle entità della relativa spesa". Questo sta a significare che oggi questi contributi ci sono, ma tra due anni questi contributi potrebbero anche non esserci, perché, a seconda di quelle che sono le possibilità dello Stato di limitare o aumentare quelli che sono i finanziamenti, può succedere, e succederà ritengo, che questi finanziamenti nel corso del tempo verranno meno. L’assessore Petitti mi dirà se è vero o no che sono certi e granitici questi stanziamenti che oggi noi andiamo ad approvare con il progetto di fusione. Questo credo che sia un ruolo fondamentale.

Il ruolo fondamentale deve essere, quando si va nei comuni a fare propaganda pro-fusioni, quello di chiarire al cittadino esattamente quello che si andrà a fare, quello che succederà con la fusione e che cosa succederà, quali sono le entità e le partite che effettivamente sono sicure e quelle che non sono sicure. Questo è il ruolo che un amministratore deve fare e non prendere in giro il cittadino con possibilità di stanziamenti che la Regione e lo Stato dà rendendoli certi, perché se io vado a votare il referendum per la fusione, lo vado a votare sulla base di quello che gli amministratori mi dicono, e se gli amministratori mi dicono cose non veritiere questo referendum è falsato. È anche vero - non sono nell’ipotesi di Granaglione e Porretta Terme, ma per altre fusioni - che questa tanta decantata unanimità o acclamazione popolare sulle fusioni non c’è stata. Ricordo che per la fusione Montescudo e Monte Colombo è andato a votare il 28 per cento degli aventi diritto. Non stiamo parlando del cento per cento delle persone che sono convinte di attuare il procedimento di fusione. E ricordo ad esempio per Montescudo e Monte Colombo che di quel 28 per cento che è andato a votare, gli aventi diritto che hanno detto sì alla fusione sono gli stessi che nel 2014 alle regionali hanno votato per il Partito Democratico, quindi la fusione è la trasposizione dei voti del Partito Democratico nei vari comuni. Questa è la sostanza.

 

BONACCINI: Abbiamo un po’ meno voti in alcuni comuni.

 

POMPIGNOLI: Questa è la sostanza. Da questo punto di vista credo che si debba assolutamente fare chiarezza e dare certezza e chiarezza a quello che è il procedimento di fusione sia in termini economici sia pratici. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie consigliere Pompignoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Mi veniva in mente una nota frase di un ex allenatore del Bologna, ma più famoso come allenatore della Roma, che diceva "magara". Magari avessimo tutti quei voti da avere il 93 per cento a Porretta. L’ex sindaco ne sarebbe stato certamente sicuro. A me sta molto simpatico il modo in cui certe volte, anche in maniera grottesca, viene rappresentato il voto democratico in questo Paese in questo Consiglio, quindi non posso che guardare con ironia il modo semplice e certe volte turpe con cui affrontiamo questi temi. I latini dicevano ridendo castigat mores e forse è questo lo strumento col quale potremmo cominciare a discutere di quello che è l’assetto istituzionale che questa Regione si sta dando e ha voluto darsi da alcuni anni a questa parte.

I numeri sono quelli di una Regione che negli ultimi due anni ha ridotto quattordici comuni rispetto alla composizione che aveva prima, è passata a cinque fusioni, ha introdotto nuove realtà, e non lo ha fatto per andare contro i campanili. Non siamo di fronte a un nuovo scisma per cui consideriamo i campanili la seconda parte di un’azione amministrativa, però pensiamo che ci voglia una grande responsabilità quando si fa politica e quando si fa amministrazione. Sono certo anche di interpretare i bisogni di quei sindaci che hanno voluto interrompere la loro esperienza amministrativa per donarsi ai loro cittadini. L’hanno voluto fare non per un’opera di piccolo cabotaggio, come pure da qualche parte della minoranza ci viene chiesto di fare, guardare l’esistente, guardare il proprio orticello, quando occorrerebbe l’occhio della lince, si direbbe, quello che guarda lontano. Ecco, questo occhio probabilmente è chiuso. L’occhio di marmotta di alcuni consiglieri, che pensano che mantenendo le loro tane e le loro identità territoriali forse saremo tutti più forti. No, io non credo che sia questo il nostro orizzonte.

Io credo che noi abbiamo il dovere di affrontare una discussione, come abbiamo fatto in questa Regione, con molta chiarezza. Sono anni che si discute della razionalizzazione amministrativa e in questo anche una parte della destra, che oggi è barricadera su questi temi, ha avuto un prezioso ruolo di discussione nella democrazia di questo Paese. Tuttavia certe volte, nella foga di dover rappresentare delle idee che sono necessariamente in contrapposizione, ci si dimentica di quelli che sono stati gli anni in cui abbiamo parlato di federalismo, di razionalizzazione della macchina. Certo, ognuno col suo linguaggio, per carità, non vi metteremo mai in bocca né un accento né un verbo e neanche la coniugazione di questo, però possiamo dirci che questo Paese ha a lungo discusso su come le comunità locali dovrebbero comportarsi per andare incontro ai bisogni dei cittadini, quegli stessi cittadini che per forza di cose, quando non li rappresentiamo bene, non ci danno il loro consenso.

Credo che, se è vero che esiste un’affluenza al voto che tutti quanti noi oggi, a un anno dalle votazioni di questa Regione, dobbiamo tenere presente quando parliamo del concetto di rappresentanza, dobbiamo pensare che i referendum, quelli stessi in cui partecipano i cittadini ai quali abbiamo dato la possibilità di scegliere, sono delle occasioni democratiche in cui ci si schiera per un disegno o per un altro e il fatto di rimanere a casa non può essere etichettato come un no. Chi non partecipa, non partecipa, altrimenti avremmo degli eletti in questo Consiglio che non figurano. La democrazia è partecipazione. La democrazia non appartiene a nessun colore politico. Per questo credo che quando è stato scelto, e qui mi riferisco evidentemente alla scelta fatta nell’Appennino bolognese, di andare oltre le individualità e di andare oltre i singolarismi si sia fatta una grande scelta nell’interesse dei cittadini. Chi è quel sindaco che non avrebbe preferito andare avanti col proprio mandato amministrativo e continuare a crogiolarsi della propria fascia? Ma non ragiona così una persona delle istituzioni, ma ragiona nell’interesse di tanti. Ai tanti del nostro Appennino, di quella comunità, che a larghissima maggioranza ha deciso di confrontarsi col voto referendario, possiamo dire che siamo d’accordo nel nome che hanno scelto di dare alla fusione di quei due comuni e comprendiamo anche che la buona amministrazione si fa anche con buoni investimenti. Avere investimenti per quindici anni di 200 mila euro, per dieci anni di 150 mila euro e un ulteriore fondo nazionale statale di 340 mila euro per dieci anni permette di guardare diversamente al futuro. Il nostro Appennino sta già ragionando su nuove fusioni (ve lo voglio dire con molta franchezza e non vorrei che vi impressionaste nei prossimi mesi). Potreste rimanere sbalorditi dalla capacità di crescita e di sviluppo della democrazia perché i bisogni sono anche quelli di evitare lo spopolamento delle zone di montagna. Non si ama di più la montagna se si rimane da soli con le castagne, ma forse si potrebbe amare di più la montagna se si pensasse di valorizzarla, di fare investimenti, come hanno fatto i cittadini di Porretta e Granaglione, e di razionalizzare anche l’utilizzo del servizio pubblico coordinato dell’acqua. La politica è rappresentanza di bisogni, è guardare lontano e pensare che noi vogliamo, nell’Appennino bolognese come nelle altre realtà, rilanciare una politica molto più inclusiva.

Concludo dicendo che questa Regione, con il disegno di riordino istituzionale importante che ha fatto, e che sta continuando a fare e che andrà avanti anche nei prossimi giorni, ha scelto di finanziare le nuove Unioni comunali, il nuovo orizzonte di rappresentanza istituzionale e allora possiamo anche forse concludere la nostra riflessione dandoci un appuntamento pensando chi si vuole incontrare con i bisogni e con i servizi dei cittadini di mettersi a rimboccarsi le maniche e gli altri invece di chiudersi in un antistorico, e forse anche non naturale, niet.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie consigliere Caliandro.

Ha chiesto di parlare il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Diciamo che le fusioni qui in provincia di Bologna non passano mai con semplicità. Ormai è un dato di fatto di cui dobbiamo prenderne atto. Noi, come Lega Nord, abbiamo dimostrato in più occasioni, e lo dimostreremo anche quest’oggi, che non votiamo contro le fusioni a priori, ma valutiamo caso per caso e devo dire che - purtroppo non posso fare a meno che far notare questo fatto - la Valsamoggia nella legislatura precedente e il caso di Porretta Terme e Granaglione oggi rappresentano un po’ una macchia nera sui processi di fusione del nostro territorio regionale, e vi dico anche per quale motivazione penso questo. La Valsamoggia, come ricorderete certamente tutti, non tenne conto del voto contrario di due comuni e con un tratto di penna si cancellò l’autonomia e la volontà di Bazzano e Savigno, oggi invece con la fusione, per rimanere sul tema, di Porretta Terme e Granaglione abbiamo avviato un iter che ha portato a un referendum senza avere alcuna certezza.

Noi della Lega Nord infatti, proprio per questo motivo, votammo contro l’indizione del referendum, se vi ricordate, non per impedire ai cittadini di esprimere la propria opinione - ci mancherebbe altro -, ma per il semplice fatto che non c’era assolutamente nulla di chiaro e di certo. Mi riferisco in particolar modo alla questione dell’acqua, sollevata anche dai relatori, uno dei punti cardine e una delle condizioni poste da Granaglione per procedere con la fusione, ed è proprio su questo punto che si è sviluppato un po’ tutto il dibattito, un dibattito chiuso con la promessa messa nero su bianco con un accordo di programma che avrebbe permesso al territorio di Granaglione di mantenere la gestione diretta dell’acqua. Noi della Lega Nord dichiarammo fin da subito che volevamo vedere prima quell’accordo sottoscritto da tutte le parti coinvolte e poi procedere successivamente con l’indizione del referendum, lasciando così decidere i cittadini con tutte le carte in tavola. Queste furono le nostre motivazioni, anche se qualcuno cercò di far passare un altro messaggio. Le cose purtroppo non andarono proprio così; come Assemblea, votammo per l’indizione del referendum, si è svolta la consultazione popolare e oggi verrà votata definitivamente la fusione, ma a tutt’oggi su questo accordo di programma e sui suoi sviluppi ci sono ancora molte ombre.

Ci sono infatti ancora molte cose poco chiare, come diceva giustamente il relatore di minoranza Bignami, per quanto riguarda la gestione dell’acqua, dove ci sono versioni contrastanti tra loro. Speravamo di chiarirci un po’ le idee in Commissione chiedendo chiarimenti all’assessore Petitti, che purtroppo in quella sede non fu in grado di darci una risposta, motivazione che proprio in Prima Commissione ci ha portato a non partecipare al voto, però oggi, assessore Petitti, come Lega Nord, pretendiamo dei chiarimenti proprio per quanto riguarda la gestione dell’acqua perché crediamo sia un fattore fondamentale per far poi le nostre valutazioni politiche ed esprimere quest’oggi in Assemblea il nostro voto sulla fusione dei comuni di Granaglione e Porretta Terme.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie consigliere Daniele Marchetti.

Era iscritto il consigliere Paruolo, che non vedo in Aula.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Parto dai dati della partecipazione, che volevo ricordare al Capogruppo del PD che i dati sono dati, e, al di là di tutta la retorica che è stata fatta, l’affluenza è oggettivamente stata molto bassa, addirittura inferiore a dati del Mezzogiorno, quindi è indiscutibile questo dato nonostante tutto il bellissimo discorso di retorica che ci è stato propinato. Parliamo di referendum non su questioni particolari, ma che riguardano la vita di tutti i cittadini di queste comunità.

Per quanto riguarda i finanziamenti, anche noi aspettiamo dei chiarimenti da parte dell’assessore Petitti, che immagino arriveranno più tardi, ma la cosa che ci preme rispetto a questa fusione, che è diversa rispetto alle fusioni che tratteremo dopo, è la tutela dell’acqua pubblica del Comune di Granaglione. È chiaro che questo accordo è stato una sorta di - chiamiamolo così - escamotage per tutelare la gestione dell’acqua pubblica, sicuramente prendiamo atto anche del fatto che la Giunta ha decisamente cambiato rotta e ha fatto una totale retromarcia rispetto agli intendimenti iniziali che erano quelli di esercitare, come ci è stato comunicato anche in Commissione da ATERSIR, i poteri sostitutivi che sono attribuiti al Presidente della Giunta, secondo l’articolo 172 del Testo Unico Ambientale.

Quella che affrontiamo oggi è una pezza sostanzialmente che viene messa a questa specifica realtà territoriale, però ricordiamo che ci sono anche altri comuni nel modenese che non possono godere di queste tutele perché non stanno andando a fusione. Questo perché ci troviamo di fronte a un Partito Democratico, e questo non posso non dirlo, che è salito sul carro del vincitore all’epoca del referendum e poi ha disatteso completamente l’esito del referendum sull’acqua pubblica non portando avanti la volontà di 27 milioni di cittadini italiani che chiedevano che la gestione dell’acqua pubblica fosse in maniera partecipativa e in maniera pubblica. Questo perché si sta andando avanti verso l’accentramento della gestione dell’acqua nelle solite poche società, che citiamo: qui in Emilia-Romagna sono le solite due, ossia HERA e Iren e poi, se vogliamo aggiungere, ci sono le solite A2A e ACEA. Il nostro voto è determinato dalla questione dell’acqua e quello che però voglio far presente è che in questo momento il Partito Democratico, nonostante qui sia stata messa una pezza a questa questione specifica, non ha nessuna intenzione a livello nazionale di tutelare la gestione dell’acqua pubblica.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie consigliera Piccinini.

Chiudo la seduta antimeridiana e vi ricordo che apriremo alle 15 con le interpellanze. Dopo le interpellanze si riapre il dibattito generale sull’ogg. 115, sul quale sono iscritti il consigliere Paruolo, il consigliere Calvano e il consigliere Bertani. Grazie.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 12,56

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Simona CASELLI, Andrea CORSINI e Palma COSTI.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

È stato presentato il seguente progetto di legge:

 

1533 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Favorire l'attività sportiva per le famiglie disagiate". (28 10 15) A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

 

Interrogazioni

 

1528 - Interrogazione a risposta scritta circa il futuro ruolo dell'Ospedale di Vergato, con particolare riferimento al trasferimento, a Porretta Terme, del reparto di Ortopedia. A firma del Consigliere: Bignami

1529 - Interrogazione a risposta scritta circa i contratti assicurativi delle AUSL, con particolare riferimento alle compagnie con le quali sono state sottoscritte polizze riguardanti la responsabilità civile. A firma del Consigliere: Foti

1530 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la disponibilità delle risorse opportune per il migliore svolgimento, a Bologna, del processo denominato "Aemilia", con particolare riferimento anche alla tutela del personale penitenziario. A firma della Consigliera: Gibertoni

1531 - Interrogazione a risposta scritta circa i contributi di bonifica, con particolare riferimento ai piani di classificazione predisposti dai Consorzi. A firma del Consigliere: Foti

1532 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da svolgere per attuare il Piano regionale contro la violenza di genere ed il relativo Osservatorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

1535 - Interrogazione a risposta scritta, circa procedure riguardanti il personale operante presso la base di elisoccorso sita a Pavullo nel Frignano (MO). A firma del Consigliere: Bignami

1538 - Interrogazione a risposta scritta, circa i pazienti affetti da epatite C nel territorio regionale, e l'impiego di nuovi farmaci per contrastare tale patologia. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Calvano

1539 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle misure di tutela che si intende assumere per il settore di produzione carne emiliano-romagnola in riferimento allo studio dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) riguardo al valore cancerogeno delle carni rosse lavorate. A firma della Consigliera: Lori

1540 - Interrogazione a risposta scritta sulle iniziative da assumere contro il fenomeno dell’abusivismo commerciale in regione. A firma del Consigliere: Foti

1541 - Interrogazione a risposta scritta sulle intenzioni riguardo all’accertamento delle condizioni del terreno su cui è sorto il centro di raccolta rifiuti del Comune di Vernasca (PC) e sull’erogazione del contributo per il suo ripristino. A firma del Consigliere: Foti

1542 - Interrogazione a risposta scritta sulle iniziative che si intendono assumere sulla regolamentazione della somministrazione temporanea degli alimenti e delle bevande in sagre e feste paesane. A firma del Consigliere: Bignami

1545 - Interrogazione a risposta scritta circa le condizioni del tratto stradale dei Serrini e Fornaci nel Comune di Grizzana Morandi e la morfologia del terreno ove è sito il depuratore di Vergato. A firma del Consigliere: Bignami

1546 - Interrogazione a risposta scritta circa la messa in sicurezza della Strada provinciale n. 28 Tresigallo-Jolanda di Savoia. A firma del Consigliere: Fabbri

1547 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la tratta del TRC fra Rimini FS e Riccione FS. A firma della Consigliera: Sensoli

1548 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche riguardanti le cooperative e la tutela dell'occupazione. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi

1549 - Interrogazione a risposta scritta circa la differenziazione delle competenze e delle responsabilità riguardanti medici ed infermieri, con particolare riferimento ai servizi di emergenza. A firma della Consigliera: Sensoli

1550 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione e le problematiche riguardanti la viabilità nel territorio del Comune di Sant'Agata Feltria (RN). A firma del Consigliere: Pompignoli

1551 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere, anche nei confronti dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) con sede a Parma, per la tutela della produzione e del consumo delle carni rosse o trasformate. A firma del Consigliere: Bignami

1552 - Interrogazione a risposta scritta circa i criteri riguardanti la scelta dei Comuni inseriti nella Zona Franca Urbana, a seguito del sisma e degli eventi alluvionali. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Bargi, Pettazzoni

1553 - Interrogazione a risposta scritta circa la regolamentazione ed i controlli riguardanti l'utilizzazione dei fitofarmaci ed il sostegno delle tecniche alternative. A firma del Consigliere: Gibertoni

1555 - Interrogazione a risposta scritta circa i contributi erogati dalla Regione Emilia Romagna, per l'edilizia residenziale pubblica, alle cooperative regionali, gli interventi posti in essere ed i recuperi di crediti effettuati. A firma del Consigliere: Foti

1556 - Interrogazione a risposta scritta circa l'aggressione, avvenuta in data 31 ottobre 2015, a Fidenza subita da un pensionato e le procedure di reinserimento sociale riguardanti l'aggressore. A firma del Consigliere: Rainieri

1557 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante il registro dei Conservatori di Musica ricadenti all'interno della L. 508/99, e la tutela degli stessi. A firma della Consigliera: Gibertoni

1558 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi di contrasto della legionella negli impianti idrici degli Ospedali, con particolare riferimento a quello di Baggiovara. A firma della Consigliera: Gibertoni

1559 - Interrogazione a risposta scritta circa le criticità riguardanti la centrale unica del 118 nell'area nord- Emilia Nord. A firma del Consigliere: Foti

1561 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione e gli interventi da attuare relativamente alla valorizzazione del patrimonio ferroviario dismesso, con particolare riferimento alla linea Budrio-Massalombarda. A firma dei Consiglieri: Bertani, Piccinini, Sensoli, Sassi

1562 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione del progetto denominato "Idrovia Ferrarese" e le relative procedure. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

1563 - Interrogazione a risposta scritta circa perdite di percolato verificatesi nella discarica "Tre Monti" di Imola, e la relativa valutazione di impatto sanitario sull'ambiente e sulla popolazione. A firma della Consigliera: Gibertoni

1564 - Interrogazione a risposta scritta circa i monitoraggi da svolgere a seguito dell'innalzamento della temperatura dell'acqua in pozzi siti nella zona colpita dal sisma. A firma del Consigliere: Bargi

1565 - Interrogazione a risposta scritta circa la proroga dei termini riguardanti il completamento dei lavori relativi alla ricostruzione post sisma. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri, Bargi

1566 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti la gestione, la quantificazione e la riscossione per le derivazioni idriche, con particolare riferimento a quelle relative al Po ed al Reno. A firma della Consigliera: Piccinini

1567 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti le ore a disposizione della Rappresentanza Sindacale Unitaria presso l'USL di Bologna. A firma della Consigliera: Piccinini

1568 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione, ai medici ospedalieri, di direttive europee riguardanti l'organizzazione dell'orario di lavoro. A firma del Consigliere: Foti

1569 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure e questioni riguardanti i dirigenti regionali, con particolare riferimento alle dotazioni organiche, alla rotazione degli incarichi, alla trasparenza ed alle retribuzioni di risultato. A firma della Consigliera: Gibertoni

1570 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante lo smantellamento della centrale nucleare di Caorso, e le relative problematiche. A firma del Consigliere: Foti

1571 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di accreditamento di una struttura, ad alta intensità assistenziale per anziani e disabili, operante a Sassuolo (MO). A firma del Consigliere: Bargi

1572 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli sui pagamenti insoluti per prestazioni sanitarie presso le AUSL, con particolare riferimento alla situazione esistente a Modena. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Liverani, Pompignoli

1574 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la copertura telefonica nella provincia di Piacenza, con particolare riferimento alle zone montane. A firma dei Consiglieri: Molinari, Tarasconi

1575 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per mettere in sicurezza il Ponte sul fiume Taro sul vecchio tracciato della Via Emilia. A firma del Consigliere: Rainieri

1576 - Interrogazione a risposta scritta circa gli introiti derivanti dalla pubblicità statica e dinamica e dai distributori di alimenti presso le AUSL regionali. A firma del Consigliere: Bignami

1577 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per esentare dal pagamento del bollo gli autoveicoli delle ONLUS utilizzati esclusivamente per finalità sociali. A firma della Consigliera: Rontini

1578 - Interrogazione a risposta scritta circa disservizi riguardanti l’utilizzazione delle ricette dematerializzate, con particolare riferimento a Bologna. A firma della Consigliera: Piccinini

1579 - Interrogazione a risposta scritta circa la crisi del mercato del latte vaccino in Emilia-Romagna e le iniziative da attuare per contrastarla, salvaguardando inoltre i prodotti "Made in Italy". A firma dei Consiglieri: Rainieri, Marchetti Daniele, Delmonte, Pettazzoni, Pompignoli, Fabbri, Rancan, Liverani, Bargi

1580 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti il numero di automediche operanti a Bologna e la presenza di medici specializzandi a bordo delle stesse. A firma del Consigliere: Bignami

1581 - Interrogazione a risposta scritta circa il deflusso minimo vitale da garantire nei canali, con particolare attenzione alla provincia di Ferrara. A firma del Consigliere: Fabbri

1582 - Interrogazione a risposta scritta circa i carichi di lavoro e la tutela dei lavoratori della Centrale di Sterilizzazione dell'Ospedale Maggiore di Bologna. A firma della Consigliera: Piccinini

1583 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare il "made in Italy" nel settore caseario ed i produttori di latte. A firma del Consigliere: Torri

1584 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione della linea ferroviaria Portomaggiore-Dogato. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

1585 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica ad extracomunitari e le relative morosità. A firma del Consigliere: Bignami

1586 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per esprimere solidarietà nei confronti degli appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria vittime di episodi di violenza da parte dei detenuti. A firma del Consigliere: Foti

1587 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni poste in essere a tutela della cittadinanza a seguito dell'incendio verificatosi, nella notte tra il 2 ed il 3 novembre 2015, in un ex stabilimento sito a Gatteo (FC), con particolare riferimento alla qualità dell'aria ed alle relative rilevazioni. A firma del Consigliere: Bertani

1588 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la lottizzazione denominata "Ghiarona" nel Comune di Brisighella (RA). A firma del Consigliere: Bignami

1589 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti il piano "Liberiamo l'aria" ed il divieto di circolazione per varie categorie di veicoli. A firma del Consigliere: Foti

1590 - Interrogazione a risposta scritta circa lo svolgimento delle funzioni di competenza della Guardia Medica di Ferrara. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

1591 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza e la funzionalità degli edifici scolastici siti a Lagosanto (FE) con particolare riferimento alla "Scuola del Sorriso". A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

1592 - Interrogazione a risposta scritta circa i fondi e la situazione riguardante il Programma nazionale di ristrutturazione del settore bieticolo-saccarifero. A firma del Consigliere: Alleva

1593 - Interrogazione a risposta scritta circa l'operato del Consorzio della Bonifica Renana, con particolare riferimento alla situazione esistente a Livergnano, nel Comune di Pianoro. A firma del Consigliere: Bignami

1594 - Interrogazione a risposta scritta circa l'apertura di un tavolo di confronto con i territori interessati alla Strategia Nazionale per le Aree Interne, con particolare riferimento ai Comuni montani della provincia di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

1595 - Interrogazione a risposta scritta, circa le azioni da attuare per contrastare le aggressioni di lupi e di cani rinselvatichiti e indennizzare i proprietari di automezzi danneggiati dall'investimento di animali selvatici. A firma del Consigliere: Rainieri

1596 - Interrogazione a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori che operavano presso l'Aeroporto Ridolfi di Forlì. A firma del Consigliere: Pompignoli

1597 - Interrogazione a risposta scritta, circa le azioni da attuare per risolvere le problematiche connesse al passaggio a livello sito in Via Castelfranco, a Bazzano (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

1598 - Interrogazione a risposta scritta, circa questioni riguardanti la possibilità di realizzare il collegamento ferroviario Ti-Bre utilizzando la linea per Piadena-Mantova. A firma dei Consiglieri: Sassi, Bertani

1599 - Interrogazione a risposta scritta, circa le azioni da attuare per migliorare la sicurezza delle scale mobili dell'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Delmonte

1600 - Interrogazione a risposta scritta, circa la gestione dei rifiuti vetrosi, con particolare riferimento allo stoccaggio degli stessi, da parte di una azienda, in alcuni piazzali nel Comune di San Cesario sul Panaro ed ai relativi monitoraggi a tutela della popolazione residente. A firma della Consigliera: Gibertoni

1601 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di costruzione di una strada provinciale volta allo smaltimento ed all'alleggerimento del traffico della città Metropolitana di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

1602 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per limitare i disagi per la popolazione ferrarese conseguenti all'attivazione della linea ferroviaria relativa alla stazione di Foro Boario - Bivio Rivana. A firma dei Consiglieri: Rontini, Calvano, Zappaterra

1603 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da svolgere per prevenire, monitorare e contrastare la pratica riguardante la mutilazione genitale femminile. A firma del Consigliere: Aimi

1604 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione, nelle Aziende Sanitarie e Ospedaliere regionali, della circolare riguardante la decurtazione permanente da applicare, a partire dal 2015, ai fondi della contrattazione integrativa. A firma della Consigliera: Sensoli

1605 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la prevenzione della produzione ed il recupero dei rifiuti nel settore della distribuzione organizzata. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

1606 - Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative da attuare per far fronte alla situazione riguardante Coop Costruzioni. A firma del Consigliere: Bignami

1607 - Interrogazione a risposta scritta circa la pubblicazione del progetto preliminare del "Passante Nord di Bologna". A firma del Consigliere: Paruolo

1608 - Interrogazione a risposta scritta circa l'assunzione di un dirigente presso l'ASL di Ferrara. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

1609 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure relative alla costruzione della palestra di Palagano e della Caserma dei Carabinieri di S. Agostino (FE). A firma dei Consiglieri: Bargi, Pettazzoni

1610 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per mitigare i danni subiti dai soci a seguito della grave crisi che colpisce le cooperative. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi, Bertani

1611 - Interrogazione a risposta scritta circa l'omogeneizzazione dei trattamenti giuridici ed economici dei dipendenti operanti in strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, con particolare attenzione al settore della Cooperazione sociale. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi, Bertani

1614 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l'assunzione di una dirigente presso l'AUSL di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

1615 - Interrogazione a risposta scritta circa la soluzione dei problemi di approvvigionamento idrico e di sicurezza idrogeologica della Val d'Enza attraverso la realizzazione della Diga di Vetto. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Rainieri

1616 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la continuazione del percorso autorizzatorio, anche a seguito delle recenti analisi effettuate, del progetto di ampliamento della discarica "Tre Monti" di Imola. A firma del Consigliere: Bignami

1617 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative da assumere, anche di natura legislativa, al fine di impedire l'uso distorto della normativa regionale in materia di Associazioni di Promozione Sociale, con particolare riferimento all'apertura di luoghi di culto islamico. A firma del Consigliere: Foti

1618 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire il futuro del Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica di Monte Adone. A firma del Consigliere: Taruffi

1619 - Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative volte a favorire la conoscenza della lingua e della normativa italiana tra la popolazione straniera, le attività dei Centri Interculturali ed i Programmi di Integrazione Sociale. A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Fabbri, Bargi, Marchetti Daniele, Delmonte, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

1620 - Interrogazione a risposta scritta riguardante le azioni da attuare circa la profilassi, la vigilanza e la certificazione di conformità svolta dai servizi sanitari, al fine di tutelare le carni rosse ed i prodotti della food-valley emiliano-romagnola. A firma del Consigliere: Lori

1621 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per salvaguardare l'occupazione e la capacità produttiva dello stabilimento Saeco di Gaggio Montano (BO). A firma del Consigliere: Taruffi

1622 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il potenziamento del trasporto ferroviario regionale, anche tramite il mantenimento in via ordinaria dei treni aggiuntivi messi a disposizione dell'utenza in occasione dell'Expo. A firma dei Consiglieri: Molinari, Tarasconi

1623 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per consentire il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla L.R. n. 16 del 2015 in materia di raccolta dei rifiuti, con particolare riferimento ai costi della raccolta differenziata. A firma del Consigliere: Bertani

 

Risoluzioni

 

1524 - Risoluzione sulla Proposta di Raccomandazione del Consiglio sull'inserimento dei disoccupati di lungo periodo nel mercato del lavoro - COM (2015) 462 del 17 settembre 2015. Osservazioni della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell'articolo 24, comma 3, della legge n. 234 del 2012. (approvata dalla I Commissione assembleare "Bilancio affari generali ed istituzionali" in data 26 ottobre 2015)

1525 - Risoluzione sulla partecipazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna alla consultazione pubblica della Commissione europea relativa alla valutazione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia. (approvata dalla I Commissione assembleare "Bilancio affari generali ed istituzionali" in data 26 ottobre 2015)

1534 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché la fattispecie penale dell'apologia del fascismo venga integrata prevedendo la vendita e la diffusione di beni, gadget o oggetti recanti immagini del regime fascista e nazista attivandosi inoltre affinché il reato di apologia del fascismo venga inserito nel codice penale, consentendo in tal modo la repressione dei reati specifici ad esso relativi. (29 10 15) A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Calvano, Caliandro, Marchetti Francesca, Mori, Poli, Mumolo, Lori, Iotti, Prodi, Zappaterra, Tarasconi, Boschini, Alleva, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri, Pruccoli, Bessi, Bagnari, Montalti, Ravaioli, Zoffoli, Molinari, Paruolo

1536 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere ricorso in via principale avanti la Corte Costituzionale, a tutela delle competenze regionali, per la dichiarazione di illegittimità di disposizioni in materia di sanità e di salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza (LEA), con particolare riferimento al D.L. 19 giugno 2015 N. 78, come convertito con modificazioni della legge 6 agosto 2015 n. 125 (29 10 15). A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

1537 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere e diffondere una propria posizione di difesa delle produzioni di carni rosse e lavorate in Emilia-Romagna, contrastare informazioni generalizzate ed allarmistiche, promuovere l'uso equilibrato di tali prodotti nelle mense, informando inoltre circa il rischio connesso alla liberalizzazione del commercio di prodotti più pericolosi per la salute di quelli europei (29 10 15). A firma dei Consiglieri: Rainieri, Marchetti Daniele, Delmonte, Pettazzoni, Pompignoli, Fabbri, Rancan, Liverani, Bargi

1554 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte alla regolamentazione del ciclo dei fitofarmaci, introdurre specifici controlli sul loro uso combinato, sostenendo inoltre tecniche di coltivazione alternative a quelle tradizionali e prive di rischi per l'uomo e per l'ambiente. (03 11 15) A firma della Consigliera: Gibertoni

1560 - Risoluzione per impegnare la Giunta a ratificare e sottoscrivere in Conferenza Unificata Stato Regioni le "Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia" adottate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, inserendo inoltre nei programmi regionali tali indicazioni al fine di rendere più incisivo il contrasto alla povertà. (04 11 15) A firma del Consigliere: Mumolo

 

Interpellanza

 

1613 - Interpellanza circa le azioni da attuare, anche di natura legislativa, per evitare l'uso distorto della normativa regionale in materia di Associazioni di Promozione Sociale, con particolare riferimento all'apertura di luoghi di culto islamici. A firma del Consigliere: Foti

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

 

1061 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la sanità pubblica, tra le quali le liste di attesa, ed il coinvolgimento dei relativi operatori a livello regionale ed aziendale. A firma del Consigliere: Bignami

1062 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la sicurezza e la custodia dei pazienti giudiziari nelle strutture R.E.M.S. A firma del Consigliere: Bignami

1070 - Interrogazione a risposta scritta circa il ripristino delle prerogative di autonomia degli Enti Locali aderenti al Circondario di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

1074 - Interrogazione a risposta scritta circa l'adesione della Regione Emilia-Romagna alla Carta Nazionale dei Contratti di fiume. A firma della Consigliera: Rontini

1076 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti l'installazione di un impianto di telefonia a San Martino in Casola, frazione di Monte S. Pietro. A firma del Consigliere: Bignami

1077 - Interrogazione a risposta scritta circa l'installazione, nel territorio dell'Unione dei Comuni della " Valle del Samoggia", di un impianto per il servizio della rete di telefonia mobile, a San Martino in Casola. A firma della Consigliera: Piccinini

1092 - Interrogazione a risposta scritta per chiedere alla Giunta informazioni sugli sviluppi inerenti il "Progetto di Sviluppo" denominato "Turismo nel delta" e per chiedere se non sia opportuno riconsiderare la fattibilità di progetti che prevedono un consumo di aree verdi nella zona del Delta del Po. A firma del Consigliere: Alleva

1093 - Interrogazione a risposta scritta circa notizie stampa secondo le quali vi è uno scontro aperto tra la Ausl unica della Romagna e i medici di base che si sono visti contestare potenziali incongruenze nelle prescrizioni e per saper se la Giunta intenda intervenire in merito. A firma della Consigliera: Sensoli

1095 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla tematica che Acer Manutenzioni s.p.a. (società di scopo costituita da Acer Bologna) non avrebbe rivalutato il bilancio con il relativo adeguamento ISTAT, come indicato da una pronuncia del Collegio esterno dei Saggi. A firma del Consigliere: Bignami

1099 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative la Giunta intenda assumere per porre rimedio alla situazione di disagio, per le lunghe attese, che si verifica nei pronto soccorso della Regione, soprattutto nel periodo estivo. A firma del Consigliere: Foti

1107 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla richiesta, di condomini di alcuni palazzi Acer in Bologna, di interventi per ristabilire l'ordine e la legalità nella zona sita nelle adiacenze del ponte di San Donato. A firma del Consigliere: Foti

1109 - Interrogazione a risposta scritta in merito ai continui disagi che penalizzano gli spostamenti sui treni, in particolar modo nel periodo estivo. A firma del Consigliere: Rancan

1111 - Interrogazione a risposta scritta, per sapere quali azioni la giunta intenda intraprendere per ripristinare la legalità nella zona dei condomini Acer siti in Bologna, via Reiter e via Pezzana. A firma del Consigliere: Bignami

1112 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda intervenire con incentivi in sede di revisione delle politiche dei rifiuti per indurre le amministrazioni locali a mettere in opera azioni tese al miglioramento urbano. A firma del Consigliere: Foti

1113 - Interrogazione a risposta scritta in merito agli obiettivi del Piano Sanitario Regionale e Statale con particolare riferimento alle liste di attesa e alle modalità di prenotazione e cancellazione di visite ed esami. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi

1117 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda promuovere un’azione per chiedere alle società petrolifere la corresponsione dell’imposta ICI e IMU per il “complesso opificio” costituito dalle centrali di smistamento site in terraferma e in mare. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

1120 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ha ricevuto sufficienti rassicurazioni dal Governo in merito alle risorse da destinare alla cassa di espansione sul Baganza nell’ambito del Piano stralcio anti dissesto per le aree metropolitane, fra le quali rientra il territorio di Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

1122 - Interrogazione a risposta scritta per sapere come la Giunta intenda procedere in merito agli episodi di violenza sugli animali e agli atti di vandalismo, verificatesi il 28 luglio 2015 presso il parco Bucci di Faenza. A firma del Consigliere: Liverani

1127 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative intenda assumere la Giunta al fine di una puntuale applicazione, da parte di tutti gli ATC della Regione, della normativa regionale in materia di attività venatoria. A firma del Consigliere: Foti

1131 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se e quali iniziative la Giunta intenda assumere per contrastare la crisi della zootecnia che anche in Emilia-Romagna sta mettendo in ginocchio gli allevatori. A firma del Consigliere: Foti

1133 - Interrogazione a risposta scritta sulle intenzioni della Regione in merito all'attività della casa di cura Montanari di Morciano (RN). A firma del Consigliere: Foti

1138 - Interrogazione a risposta scritta circa la consulenza esterna affidata dall’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi per il progetto del Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro e sull’attività del Dipartimento Tecnico per la progettazione, sviluppo e investimenti dello stesso ospedale. A firma del Consigliere: Bignami

1139 - Interrogazione a risposta scritta sulle modalità di gestione della ricetta farmaceutica dematerializzata illustrate nella circolare della Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali della Giunta del 25 giugno 2015. A firma del Consigliere: Bignami

1141 - Interrogazione a risposta scritta sul NUE (Numero Unico d’Emergenza) 2009 integrato utilizzato nella provincia di Rimini e in attivazione presso altre in relazione al modello del Numero Unico d’Emergenza 112 attivato in Lombardia. A firma del Consigliere: Delmonte

1142 - Interrogazione a risposta scritta sull’intenzione della Regione di ricorrere all’acquisto di ovociti per la fecondazione assistita all’estero e sui costi di tale operazione. A firma del Consigliere: Foti

1151 - Interrogazione a risposta scritta sull’utilizzo di 30 immigrati in carico alla Cooperativa "Dimora di Abramo" per la preparazione della manifestazione FestaReggio e sulle misure di sicurezza con cui hanno lavorato. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Delmonte

1152 - Interrogazione a risposta scritta sui criteri, l’importo e i tempi dei rimborsi erogati agli utenti da parte di ENEL, HERA e IREN per la sospensione dell’erogazione di energia elettrica nel corso della nevicata del 5 e 6 febbraio 2015 nelle province di Reggio Emilia, Modena e Bologna. A firma del Consigliere: Delmonte

1153 - Interrogazione a risposta scritta sulle intenzioni della Giunta per l’assegnazione di nuove unità di personale al CUP ex Sant’Anna di Ferrara al fine di accorciare i tempi di attesa degli utenti. A firma del Consigliere: Foti

1155 - Interrogazione a risposta scritta riguardo ai criteri di concessione da parte del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano dei permessi per percorrere con mezzi a motore i suoi sentieri e sulle iniziative da adottare per promuovere l’adozione di un regolamento in merito. A firma del Consigliere: Delmonte

1158 - Interrogazione a risposta scritta circa l’inchiesta sulla gestione dei fanghi di dragaggio a Porto Fuori (RA) e sull’intenzione della Regione di costituirsi parte civile ad un eventuale procedimento giudiziario. A firma del Consigliere: Foti

1166 - Interrogazione a risposta scritta su modalità e tempi del servizio di smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi derivanti dal sisma del maggio 2012 appaltata alla ditta R.I.ECO. srl di Mirandola (MO). A firma del Consigliere: Foti

1167 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle motivazioni politiche del non passaggio all’esame dell’articolato del progetto di legge presentato nella IX legislatura relativo alla zona franca urbana in Emilia per i Comuni colpiti dal sisma del maggio 2012, alla luce della sua recente istituzione ai sensi della L. 296/2006 con emendamento del Governo Renzi. A firma del Consigliere: Bignami

1168 - Interrogazione a risposta scritta sull’utilizzo presente e quello programmato delle apparecchiature radiologiche di risonanza magnetica RM 3T e ultrasuoni focalizzati guidati FUS installate allo IOR di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

1169 - Interrogazione a risposta scritta riguardo alle misure da adottare per evitare ai pazienti immunocompromessi e agli operatori sanitari dello IOR di Bologna il rischio dell’esposizione ad infezioni da agenti biologici, con particolare riferimento alle vaccinazioni contro la varicella, il morbillo e la rosolia (VMR). A firma del Consigliere: Bignami

1172 - Interrogazione a risposta scritta sulle intenzioni riguardo al pagamento degli straordinari al personale sanitario dell’AUSL di Modena e sulle iniziative da assumere per la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Sassi

1174 - Interrogazione a risposta scritta sulle condizioni della terrazza panoramica della chiesa di S. Maria Assunta a Pigazzano (PC) e sulle intenzioni in merito al generale recupero e valorizzazione dei beni culturali regionali. A firma del Consigliere: Rancan

1177 - Interrogazione a risposta scritta riguardo all’accoglienza di profughi in comunità piccole, con particolare riferimento al caso di Santa Maria in Fabriago in comune di Lugo (RA). A firma del Consigliere: Bignami

1181 - Interrogazione a risposta scritta sulle iniziative da assumere riguardo alle emissioni maleodoranti generate dagli stabilimenti di produzione delle ceramiche nella zona di Rubiera (RE) e sulle verifiche ambientali e sanitarie da avviare al riguardo. A firma del Consigliere: Sassi

1182 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle iniziative che si intendono attuare per la ripresa occupazionale in regione e sulle intenzioni della Giunta riguardo al progetto di legge "Misure regionali denominate Reddito di Cittadinanza" presentato dal Movimento 5 Stelle. A firma della Consigliera: Gibertoni

1190 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti la vigilanza ed il controllo dell'attività edilizia, con particolare riferimento alla situazione esistente nel Comune di Comacchio. A firma della Consigliera: Sensoli

1192 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti il progetto Life Primes in relazione ai rischi ed alla gravità degli eventi alluvionali verificatisi nel territorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

1193 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa alla Rems di Bologna (struttura sanitaria che ha sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari), con particolare riferimento alla fuga di un ospite della stessa. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Marchetti Daniele

1195 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante un incendio, avvenuto in data 30 agosto, in via Tirassegno a Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

1197 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione delle acque del Rio della Bandita, a Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

1199 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante un incendio sviluppatosi in Via de' Carracci a Bologna in data 1 settembre 2015. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

1202 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione delle disposizioni riguardanti la sicurezza relativamente al materiale rotabile delle reti ferroviarie regionali. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sassi

1203 - Interrogazione a risposta scritta circa il rispetto della normativa riguardante le dimensioni delle aule scolastiche in rapporto al numero dei relativi alunni. A firma della Consigliera Gibertoni

1207 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione di immobili da parte di associazioni di promozione sociale, con particolare riferimento alla situazione esistente a Busseto. A firma del Consigliere: Rainieri

1208 - Interrogazione a risposta scritta circa l'Unità Operativa Ortopedia dell'Ospedale di Vergato. A firma della Consigliera: Piccinini

1209 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per ridurre le liste di attesa, con particolare riferimento alle AUSL di Piacenza, Bologna ed Imola. A firma dei Consiglieri: Rancan, Marchetti Daniele

1212 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per consentire l'attuazione degli interventi volti al contenimento ed all'abbattimento del rumore ferroviario. A firma della Consigliera: Gibertoni

1222 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione degli standard relativi all'assistenza ospedaliera, con particolare riferimento agli Ospedali di San Giovanni in Persiceto e di Bentivoglio. A firma del Consigliere: Bignami

1226 - Interrogazione a risposta scritta circa la creazione di un polo sanitario unico centralizzato in concomitanza con la ristrutturazione del Policlinico di Modena, con particolare riferimento al laboratorio farmaci antiblastici ed al laboratorio oncologico. A firma del Consigliere: Bignami

1231 - Interrogazione a risposta scritta circa la procedura disciplinare riguardante una dipendente dell'Ospedale del Delta di Lagosanto (FE). A firma del Consigliere: Fabbri

1232 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l'applicazione del deposito cauzionale relativamente alla erogazione dei servizi idrici e di raccolta dei rifiuti. A firma del Consigliere: Bignami

1235 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti il teatro Tagliavini di Novellara. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sassi

1236 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare forme di commistione tra la dimensione pubblica del processo educativo ed iniziative dei partiti politici. A firma della Consigliera: Gibertoni

1237 - Interrogazione a risposta scritta circa la visita di una delegazione cinese nella Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

1242 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione e la destinazione dell'area denominata "ex Metalplast" di Sasso Marconi. A firma del Consigliere: Bignami

1243 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura dei reparti di ostetricia, ove avvengono meno di 500 parti all'anno, con particolare riferimento a quello dell'Ospedale Santa Maria di Borgotaro. A firma del Consigliere: Bignami

1244 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare i furti che avvengono presso strutture ospedaliere e per ripristinare condizioni di sicurezza nei relativi parcheggi. A firma della Consigliera: Sensoli

1245 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti le richieste di contributi presentate dai soggetti danneggiati dal sisma. A firma del Consigliere: Foti

1257 - Interrogazione a risposta scritta circa il mantenimento dei punti nascita, con particolare riferimento alle zone svantaggiate ed a quelli operanti a Sant'Anna di Castelnovo ed a Novafeltria. A firma dei Consiglieri: Sassi, Sensoli

1261 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare e condannare atti di omofobia e altre forme di discriminazione. A firma della Consigliera: Gibertoni

1262 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per potenziare la sorveglianza sanitaria relativamente al rispetto dei periodi contumaciali per malattie infettive, con particolare riferimento al mondo della scuola. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sassi

1266 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure relative alla realizzazione di un impianto di produzione di conglomerato bituminoso in località Pontenuovo, nel Comune di Gossolengo. A firma del Consigliere: Foti

1276 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare le ludopatie, con particolare riferimento allo svolgimento di feste, eventi ed iniziative svolte sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Gibertoni, Piccinini, Sassi

1278 - Interrogazione a risposta scritta circa lavori di consolidamento, da eseguire a titolo di compensazione, a fronte di opere realizzate da Lepida SpA. A firma della Consigliera: Gibertoni

1279 - Interrogazione a risposta scritta circa la titolarità dell'esercizio delle funzioni riguardanti l'individuazione delle strutture destinate all'accoglienza di migranti. A firma del Consigliere: Bignami

1281 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante l'Aeroporto di Rimini. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

1282 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa all'Aeroporto di Forlì. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

1283 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di svolgimento di una procedura selettiva riguardante l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Policlinico S. Orsola Malpighi. A firma della Consigliera: Piccinini

1286 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni gestionali ed occupazionali riguardanti Hera SpA. A firma del Consigliere: Fabbri

1287 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure ed i lavori riguardanti il restauro di Villa Sorra, nel Comune di Castelfranco Emilia (MO). A firma della Consigliera: Gibertoni

1291 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori delle Edizioni Dehoniane di Bologna. A firma della Consigliera: Gibertoni

1294 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare le ludopatie, con particolare riferimento alla presenza di aziende operanti nel settore del gioco d'azzardo ad iniziative promosse da partiti. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Liverani

1295 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attribuzione di incarichi di "coordinamento facenti funzione" ad infermieri, con particolare riferimento al Policlinico S. Orsola-Malpighi. A firma della Consigliera: Piccinini

1296 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione di degrado riguardante lo stabile denominato "Palazzo degli Specchi" sito nel Comune di Ferrara. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri

1299 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l'intesa sulla contrattazione integrativa aziendale dell'USL di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

1300 - Interrogazione a risposta scritta circa gli indicatori della situazione economica riguardanti l'assistenza delle persone non autosufficienti anziane o con disabilità, con particolare riferimento ai pazienti affetti dalla patologia di Alzheimer. A firma della Consigliera: Sensoli

1305 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per far fronte all'incremento del fenomeno migratorio. A firma del Consigliere: Bignami

1307 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori dell'Azienda ceramica Gardenia Orchidea di Spezzano (MO). A firma del Consigliere: Bargi

1311 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di collaborazione della Regione Emilia-Romagna al concerto-evento svoltosi presso il Campovolo di Reggio Emilia in data 19 settembre 2015, anche in relazione alla raccolta dei rifiuti abbandonati in tale area. A firma dei Consiglieri: Sassi, Bertani

1312 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il gioco d'azzardo. A firma del Consigliere: Alleva

1315 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per controllare e prevenire la presenza di sostanze non consentite negli alimenti, con particolare riferimento alle carni suine. A firma del Consigliere: Foti

1318 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi effettivi di realizzazione, a Bologna, del People Mover, di completamento del SFM e dell'estensione della filovia. A firma del Consigliere: Bignami

1319 - Interrogazione a risposta scritta circa la fruizione, da parte della Regione Emilia-Romagna, dei fondi statali per il pagamento dei debiti verso le imprese. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Bertani

1325 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure e contributi riguardanti la riqualificazione del "Complesso Osservanza" di Imola. A firma del Consigliere: Bignami

1327 - Interrogazione a risposta scritta circa lo svolgimento, da parte di un partito, di attività di tipo commerciale, con particolare riferimento al concerto svoltosi presso il Campovolo di Reggio Emilia. A firma dei Consiglieri: Sassi, Bertani, Gibertoni

1332 - Interrogazione a risposta scritta circa la procedura di mobilità avviata dalla Cerve spa, azienda specializzata nella creazione e lavorazione di prodotti in vetro con tre stabilimenti in provincia di Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

1333 - Interrogazione a risposta scritta circa il diniego della Provincia di Modena in ordine alle deliberazioni di ATC MO 3 riguardanti il Piano di gestione del cinghiale per la stagione venatoria 2015-2016. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Bargi

1347 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per consentire la realizzazione del secondo lotto della bretella autostradale fra l'Autocisa e l'Autobrennero. A firma del Consigliere: Bignami

1353 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di utilizzazione, da parte del Comune di Cento, di Palazzo Piombini, attuale sede municipale. A firma del Consigliere: Pettazzoni

1354 - Interrogazione a risposta scritta circa notizie riguardanti il trasferimento del servizio di Ortopedia dall'Ospedale di Vergato a quello di Porretta. A firma del Consigliere: Bignami

1359 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per prevenire lo spreco di alimenti, con particolare riferimento a prodotti marchiati "Unione Europea" ritrovati ancora integri in cassonetti, a Cento (FE). A firma del Consigliere: Pettazzoni

1365 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per far fronte all'eventuale interruzione del servizio ferroviario svolto dai treni Intercity. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani

1366 - Interrogazione a risposta scritta circa la revisione della normativa regionale riguardante la classificazione energetica degli edifici, con particolare riferimento alle unità immobiliari situate nello stesso condominio. A firma del Consigliere: Bignami

1394 - Interrogazione a risposta scritta circa il crollo di una plafoniera presso il centro dialisi dell'Ospedale di Cona (FE). A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

1401 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure di affidamento di appalti alle cooperative sociali di tipo B. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

(Comunicazione n. 20 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2015/2174 del 17/11/2015)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

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