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49.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 18 NOVEMBRE 2015

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDI DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

Sullo svolgimento di interpellanze

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 115

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «"Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24» (19)

(Continuazione discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MARCHETTI Daniele (LN)

BERTANI (M5S)

CALVANO (PD)

FOTI (FdI)

PARUOLO (PD)

TARUFFI (SEL)

BIGNAMI (FI)

PETITTI, assessore

PRESIDENTE (Rainieri)

BERTANI (M5S)

POMPIGNOLI (LN)

 

OGGETTO 604

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma» (20)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

CARDINALI, relatore della Commissione

RANCAN, relatore di minoranza

IOTTI (PD)

BIGNAMI (FI)

BONACCINI, presidente della Giunta

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 579

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Monte Colombo e Montescudo, nella Provincia di Rimini» (21)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 579/1 oggetto 1640 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

PRUCCOLI, relatore della Commissione

PRESIDENTE (Soncini)

BERTANI, relatore di minoranza

BERTANI (M5S)

PRUCCOLI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

BERTANI (M5S)

FOTI (FdI)

CALIANDRO (PD)

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Soncini)

 

OGGETTO 1526

Delibera: «Bilancio di previsione finanziario dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per gli anni 2016 - 2017 - 2018.» (Proposta dell’Ufficio di Presidenza in data 27 ottobre 2015, n. 87) (47)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

PRUCCOLI (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

POMPIGNOLI (LN)

BERTANI (M5S)

TORRI (SEL)

PRUCCOLI (PD)

PRUCCOLI (PD)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 1463

Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30. Approvazione della variazione dell’accordo del programma speciale d’area "Riqualificazione urbana della città di Imola" e parziale modifica della deliberazione del consiglio regionale n. 600 del 5 ottobre 2004 di approvazione dell’accordo del programma speciale d’area "Riqualificazione urbana della citta di Imola" come modificata dalla deliberazione dell’Assemblea legislativa con atto n. 22 del 7 ottobre 2010.» (Proposta della Giunta regionale in data 12 ottobre 2015, n. 1519) (48)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

MARCHETTI Daniele (LN)

PICCININI (M5S)

FOTI (FdI)

POLI (PD)

BIANCHI, assessore

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 115 - 604 - 579

Emendamenti oggetti 115 - 604 - 579

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 15,11

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la quarantanovesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Caselli, Corsini e Venturi.

 

Sullo svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico che le interpellanze del consigliere Foti, oggi in calendario, hanno ricevuto risposta scritta dagli assessori Petitti, Gazzolo e dal sottosegretario Andrea Rossi. Il consigliere Foti ha accettato le risposte scritte alle interpellanze che pertanto possono essere archiviate.

 

OGGETTO 115

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «"Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24» (19)

(Continuazione discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Diamo, pertanto, inizio ai nostri lavori riprendendo la discussione generale sull'oggetto 115: Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna».

Ha chiesto di intervenire il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Chiedo la verifica del numero legale perché non mi pare che ci siano i presupposti per proseguire con i lavori.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Marchetti, la verifica del numero legale si chiede nel corso delle operazioni di voto, non durante la discussione generale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Sebbene l’aula non sia al completo, parlo comunque perché l'assessore è presente ed il mio intervento la riguarda, così come riguarda il relatore di maggioranza.

Semplicemente, al di là di tutti i discorsi - alti e bassi - che sono stati fatti su questa fusione in particolare, noi ci ritorniamo per presentare un emendamento con riferimento all'Osservatorio delle fusioni. Avevamo già sollevato il problema in occasione della discussione della legge di riordino, dicendo che ogni volta che affrontiamo una legge di fusione, continuiamo a fare riferimento alla prima fusione, quella dei comuni della Valsamoggia. Ebbene, avevamo chiesto, e chiediamo ancora oggi, che l'Osservatorio venisse inserito all'interno della legge di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni dei comuni. Peraltro, all'epoca avevamo rilevato come l'Osservatorio non fosse mai stato attivato, anche grazie ad un’interrogazione del consigliere Bignami, che segnalava il fatto che l'Osservatorio non fosse - appunto - mai stato attivato.

Riconosciamo che finalmente, con una delibera dei primi di ottobre, l’Osservatorio è stato istituito, quindi ci fa piacere che i buoni consigli vengano in qualche modo recepiti; ci farebbe altrettanto piacere che anche questo consiglio venisse recepito, perché ci sembra normale costruire un quadro di leggi che funzionino.

Il nostro emendamento prevede semplicemente che l'istituzione dell'Osservatorio regionale venga inserita, con l'articolo 14 bis, all'interno della legge 24/96, in modo che venga successivamente risistemata la legge di istituzione della Valsamoggia e che nell'articolato della legge che stiamo discutendo oggi, ossia al comma 4 dell'articolo 1, piuttosto che far riferimento all'Osservatorio della Valsamoggia, fare riferimento al nuovo articolo 14 bis che proponiamo all'interno della legge 24. Se quest'emendamento passasse, faremmo la stessa cosa per le due leggi che discuteremo successivamente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Calvano. Ne ha facoltà.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Ho ritenuto opportuno intervenire sul tema della fusione per fare una riflessione, che vale anche per le altre fusioni che abbiamo all'ordine del giorno. Io credo che il lavoro che si sta facendo sulle fusioni debba essere collocato all'interno di un disegno più generale, che è quello che è in corso in Parlamento con la riforma del Titolo V. Perché parto da così lontano? Perché con la riforma del Titolo V, noi avremo una situazione nella quale lo Stato sarà composto, ovviamente, dallo Stato centrale, dalle regioni, dalle città metropolitane e dai comuni, quindi i comuni assumeranno un ruolo ancor più forte all'interno dell'ordinamento statale. Lo faranno anche nella logica del disegno che ha in mente la Regione Emilia-Romagna collegato a tutto il tema delle aree vaste. È ovvio, dunque, che oggi dobbiamo essere nelle condizioni di capire come rafforzare il ruolo dei comuni.

A tal proposito, credo che la proposta di legge di stabilità, che andrà al Senato e successivamente alla Camera, finalmente tolga dai comuni i vincoli imposti dal patto di stabilità, consentendo di creare le condizioni affinché gli stessi tornino al centro delle politiche di sviluppo del nostro Paese. In questa logica, le fusioni fanno parte di un disegno di rafforzamento dei comuni. Lo dico a fronte del dibattito che vi è stato oggi con i colleghi della Lega e con altri colleghi che sono intervenuti. Le fusioni vanno collocate, quindi, nell’ambito di quel disegno di carattere costituzionale.

Nelle riflessioni di qualcuno, in particolare dei colleghi della Lega, ho colto come spesso, non sussistendo argomentazioni di merito, si utilizzi la strategia che di solito si usa in politica: quando non si hanno molte argomentazioni di merito, si tira fuori il metodo, magari perché, con riferimento al merito, è difficile dire di no alle fusioni. Ed è difficile soprattutto quando i cittadini si esprimono.

Il dibattito potrebbe essere molto acceso se, in presenza di un referendum, ci trovassimo di fronte a comunità che dicono di no e comunità che dicono di sì e quest'aula dovesse decidere al posto dei cittadini. In questo caso, invece, così come negli altri che esamineremo più avanti, ci troviamo in presenza di comuni i cui cittadini si sono espressi in maniera molto chiara. È vero, hanno partecipato al voto in pochi, ma questo è un problema generalizzato che, purtroppo, abbiamo nel nostro Paese, ma è una riflessione che non ha a che fare tanto con il tema delle fusioni, quanto con il tema della partecipazione democratica, pur confidando sul fatto che ogni voto democraticamente espresso sia da considerare valido, altrimenti rischieremmo di delegittimare noi stessi, visto che anche questa Assemblea è frutto di un’elezione nella quale la partecipazione al voto certamente non è stata elevata.

Pertanto, mi permetto di dire che non vi è grande discrezionalità su che cosa dobbiamo dire rispetto a questa fusione: credo si tratti solo di dare corso a quanto i cittadini hanno chiesto di poter fare, cioè di vedere i loro comuni trasformarsi, diventare più grandi, e quindi poter mettere in campo tutta una serie di politiche nuove ed innovative nell’interesse dei cittadini stessi.

In altre realtà, dove il processo di fusione è stato molto articolato, come quello, ad esempio, della Valsamoggia, abbiamo avuto un sindaco - e non voglio mettere tanto l’accento sul fatto che sia un sindaco del centro-sinistra o del centro-destra, del PD o non del PD - che aveva fortemente sostenuto quel processo, e una parte politica che l'aveva fortemente sostenuto, il cui sostegno è stato ulteriormente riconosciuto nel passaggio elettorale, a conferma che probabilmente si sta andando nella direzione giusta. E credo che la scelta che oggi sta facendo l'Emilia-Romagna, la nostra Regione, sia una scelta sicuramente all'avanguardia, che ci pone sicuramente in un contesto in cui possiamo fare da guida rispetto ad altre regioni nel pensare e ripensare l'assetto istituzionale delle stesse regioni e dei comuni. Quest'atto, come quelli successivi, credo rappresenti la testimonianza del fatto che quell'impegno che abbiamo assunto in campagna elettorale di ridurre in modo importante il numero dei comuni, non nella logica di eliminarli, ma nella logica di rafforzarli, sia un percorso in atto e che, nei cinque anni, se continua con questo ritmo, darà sicuramente frutti importanti non tanto per le forze politiche, quanto per i cittadini che vivono in comuni interessati. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente.

Penso che si debba correttamente fare una valutazione in ordine al progetto di legge in esame, perché ho sentito un intervento da parte del capogruppo del Partito Democratico che anticipava la nostra dichiarazione di voto e devo dire francamente che come nostro ventriloquo è alquanto fuori posto, nel senso che nessuno di noi ha mai detto di essere contrario alla proposta in esame. Infatti, come ricorderanno i colleghi, già quando esaminammo la delibera relativa all’istituzione di questo possibile comune e la richiesta di referendum, la nostra obiezione verteva di più su quel repêchage di precedenti decisioni non conclusesi nella legislatura precedente e che trovavano attuazione in questa legislatura; era, cioè, un argomento più di forma che di sostanza.

Ma, vedete, io penso di potere e dovere dire che sulla fusione dei comuni non è il centro-destra che gioca. Infatti, presidente Bonaccini, in provincia di Piacenza si sta realizzando la fusione di comuni forse più grossa in termini di numero di abitanti della Regione, perché vi è la richiesta di fusione del comune di Borgonovo e la richiesta di fusione del comune di Ziano in un unico comune, che sarà di oltre 10 mila abitanti. E debbo dire - perché qui si dice una cosa e sul territorio se ne pratica un'altra - che l'unica forza politica che ha votato contro sia a Borgonovo sia a Ziano è stato il Partito Democratico. Io ho cercato di far presente che, a mio avviso, se noi usiamo un criterio politico secondo il quale se a chiedere la fusione dei comuni è il centro-destra, vota contro il centro-sinistra, e viceversa, di strada se ne fa ben poca.

Non mi piace quest’idea per cui le fusioni si fanno solo perché ci sono un po' di soldi da andare a prendere, io penso che le fusioni si debbano fare innanzitutto perché ci si rende conto che non è possibile un'articolazione delle nostre istituzioni così sparpagliata. Dal 1° gennaio andrò a risiedere in un comune che conta ben 141 abitanti; vicino a quel comune ve n'è un altro che ne conta ben 342; gli altri due, che si trovano nell'arco di quattro chilometri, contano, uno, 1880 abitanti e l’altro 2200 abitanti. Se avessero fatto un unico comune, non arriverebbero a 5000, ma almeno vi sarebbe l'idea di un ente che possa rispondere ai bisogni della gente, anziché dovere affittare un giorno il segretario comunale, un giorno il tecnico per due ore, un altro giorno il ragioniere capo per tre ore, perché questa è la realtà di questo sparpagliamento.

A mio avviso, dunque, l'idea di fondo contenuta nella fusione dei comuni è estremamente positiva. Si tratta di farlo capire anche agli amministratori e, d'altra parte, premiare quelli che hanno capito l'utilità della fusione. Io mi augurerei che, alla fine della nostra legislatura, se possibile, vi fosse un numero di comuni che si sono fusi superiore a quello ipotizzato inizialmente dal presidente Bonaccini, perché significherebbe che i territori iniziano davvero a comprendere che a mettere delle bandierine sul niente serve a niente e a nessuno.

Ecco, dunque, che - lo dico sinceramente - su questo progetto mi asterrò solo ed esclusivamente per le obiezioni di forma che sono state fatte allora, non per quelle di sostanza di oggi: c’è un referendum, c'è un giudizio dei cittadini; se mi consentite, forse vi è un’unica riserva, nel senso che quel termine "Alto Reno Terme" non avrà un futuro, ma mi permetto di dirlo per un problema serio di quei territori, ché il problema delle terme di Porretta non è un tema irrilevante. In questi mesi, abbiamo ricevuto tutta una serie di comunicazioni da parte di persone, forse anche interessate, perché è chiaro che vi siano degli interessi legittimi e personali dietro, però, io penso che il tema delle terme non possa trovare insensibile la Regione in una risposta, quindi è una sfida che il nuovo comune avrà davanti. Vi immaginate, infatti, che cosa significherebbe chiamare un comune "Alto Reno Terme" e poi chiudere le terme? Avrebbe poco senso. Mi auguro, dunque, che in quella scelta ci sia anche la volontà dei cittadini di ribadire l'importanza della presenza termale sul territorio.

Mi avvio a conclusione dicendo che, forse, dovremmo aggiungere un qualcosa in più alla nostra legislazione, non in questa sede ovviamente, ma mi auguro che sia fissato un termine, non so se a livello statale o se lo potrà fissare la Regione, entro il quale alcuni accorpamenti debbano essere fatti per legge, perché non possiamo permetterci il lusso, solo perché magari qualcuno ci tiene a vedere scritto sulla propria carta d'identità di essere nato dove oggi non vi è quasi più presenza di vita, ché questi sono i fatti, anziché pensare a quelle potenzialità che si possono mettere in campo se i comuni raggiungono una massa critica sufficiente non solo dal punto di vista del numero delle persone, ma dei servizi che si possono rendere alle stesse. Parlo di questo anche con riferimento al trasporto pubblico, perché quando si chiede la compartecipazione degli enti al trasporto pubblico, tutti sono pronti a dire: "Noi abbiamo pochi abitanti e non abbiamo i soldi per farvi fronte". Cerchiamo, quindi, di spingere più sulla fusione dei comuni - lo dico sinceramente - che sull'unione, perché l'unione ha messo assieme dei servizi, lavoro pregevole, certo, però, attenzione che con l'unione ci sono ancora delle barriere quasi doganali: "io ti ho dato la polizia, però tu mi devi dare per forza l'ufficio tecnico, perché senza il mio dell’ufficio tecnico non si va da nessuna parte". A tal proposito, francamente, mi piacerebbe capire quali "maghi" siano gli impiegati dell'ufficio tecnico di certi comuni, perché quando in un comune capoluogo manca il responsabile dell'ufficio tecnico, si fa un concorso e ne arriva un altro, nessuno mai ha chiuso bottega; invece sembra che in alcuni comuni da duemila abitanti, se va via proprio quello dell'ufficio tecnico, si chiude il comune. Il messaggio è abbastanza chiaro con riferimento a queste difese d'ufficio, quindi sottolineo il favore con cui vedo politicamente l'istituto delle fusioni.

Come gruppo di Fratelli d'Italia, il voto - quindi faccio già la mia dichiarazione di voto - sul punto in esame è di astensione per le ragioni esposte l'altra volta; per quanto riguarda gli altri due progetti di fusione, sicuramente il mio voto sarà favorevole.

Aggiungo solo una considerazione a proposito dell'emendamento del consigliere Bertani. Io sono totalmente d'accordo, però, non mi pare che questa sia la sede più idonea per mettere l'emendamento, anche perché poi, se non ho capito male, lo vorreste riproporre anche negli altri due, ma, se approvato, vale come legge, quindi vale anche per il futuro. Se vi è una disponibilità - lo dico anche sotto il profilo della forma -, tanto varrebbe presentare un disegno di legge veloce e metterlo a modifica della legge che si vuole modificare, anziché parlare di pere e trovare nella legislazione mele o arance, che non è il massimo neanche sotto il profilo della funzionalità.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente.

Devo dire che non capita spessissimo, però concordo con il taglio che ha dato il collega Foti al suo intervento, perché anch'io credo che sul tema delle fusioni sia abbastanza infondato un atteggiamento talebano e fondamentalista. Ogni tanto si sentono interventi di chi è contrario a prescindere, perché dice che ogni fusione fa perdere un pezzo di identità al nostro territorio; d'altra parte, magari vi è chi pensa che, invece, si possa procedere in ogni caso alle fusioni. Ma ci sono facili dimostrazioni che entrambi questi atteggiamenti hanno degli elementi che si scontrano con la realtà, perché, da un lato, nessuno di noi avallerebbe la fusione di tutti i comuni dell'Emilia-Romagna in un unico comune, perché ovviamente non avrebbe senso; d'altra parte, ci sono esempi molteplici, fra cui quelli che faceva il consigliere Foti poc'anzi, di comuni che hanno veramente una granularità talmente piccola da consigliare di fare passi più forti rispetto alla federazione di servizi e condivisioni di gestioni, com’è proprio dell'unione dei comuni.

Nel discutere di questa fusione, secondo me, bisognerebbe stare al punto di merito che essa rappresenta. Non ho timore a dire che credo sia un segnale importante, un segnale che ancora non è sufficiente, nel senso che indica una direzione, che spero possa essere contagiosa per altre realtà che sono vicine, limitrofe rispetto al comune che oggi andiamo a costituire di "Alto Reno Terme". Lì siamo davvero nelle condizioni territoriali di comuni che, per esempio, hanno caratteristiche di residenzialità e poi hanno servizi che sono fruiti nel territorio di un altro comune e viceversa. C'è un'integrazione che è già nei fatti, in larga misura, in questo territorio; c'è l'opportunità di mettere a sistema località che condividono un insieme di risorse, di asset, di cose belle e importanti da valorizzare e anche una serie di problematiche connesse al fatto di essere inserite in un territorio che non è sempre agevole, con distanze significative e un'orografia che obbliga, nel momento in cui si fanno degli spostamenti, a tenere presente un punto di vista che non è lo stesso che si può adottare in un quartiere cittadino di Bologna oppure in un comune della pianura, perché evidentemente le caratteristiche geomorfologiche del terreno impongono una considerazione di tipo diverso.

In un territorio che non sempre era stato incline all'incontro e al cercare di mettere a sistema le risorse, il dato secondo me molto significativo e molto bello da sottolineare è la forte partecipazione che c'è stata al referendum, che ha dato un segnale davvero importante che spinge verso la fusione, che sicuramente avrà il certo beneficio di poter godere di una serie di incentivi che le leggi regionali mettono a disposizione proprio per incentivare questo processo virtuoso. Però, come è stato già ricordato, l'obiettivo non è semplicemente quello di riuscire ad avere le agevolazioni fiscali o i contributi regionali per il numero di anni che si sono previsti, ma c'è una visione d'insieme che secondo me non può e non deve evidentemente prevedere l'annullamento delle identità delle località. Ma così non è e se uno vuole farsi questa domanda, basta fare un giro: non è che nel comune di Valsamoggia siano scomparsi i cartelli "Bazzano", "Crespellano", "Monteveglio", "Savigno". Anzi, sappiamo bene che la storia del nostro territorio è una storia per cui a Bologna, ad esempio, in relazione ad alcune specialità, si dice tranquillamente: "i migliori sono a Tolè" e Tolè non faceva comune nemmeno prima, è una località all'interno del comune di Savigno che ora è fuso all'interno del comune di Valsamoggia. Questo per dire che le località resteranno, non è che scompare dalla carta geografica Porretta Terme o Granaglione, ma saranno inserite in un contesto più ampio che credo possa essere la condizione per vincere le sfide che ci venivano ricordate. Per la sfida delle terme certamente scegliere il nome "Alto Reno Terme" vuol dire indicare una direzione precisa: non vogliamo lasciar perdere un asset importante di questo territorio che è quello di avere delle acque e una tradizione; occorrerà sforzarsi tutti insieme, istituzioni e nuovo comune, pubblico e privato, per cercare di ridare centralità ad un comune e ad un territorio su cui dobbiamo davvero insistere perché arrivi al più presto la banda larga, perché ci sia una visione che possa incentivare anche l'insediamento di attività produttive che possano essere armoniche rispetto al territorio, quindi che possano aiutarci a manutenerlo, senza che ci sia un impatto significativo né sui trasporti pesanti, né sul territorio.

C'è una visione in cui tutti siamo chiamati a fare la nostra parte, anche la Regione, ma per quanto ci possa essere lungimiranza da parte della Regione e degli amministratori, se non ci fosse il coinvolgimento vero delle comunità, dei territori e dei loro cittadini, credo che sarebbe davvero uno sforzo che non potrebbe ambire fino in fondo ad essere coronato dal successo. Qui siamo in una situazione molto diversa, una situazione in cui qualcuno ci ha creduto e io credo che vada dato merito a chi ha amministrato quei comuni e ha creduto nella possibilità di intraprendere questa strada. Ci hanno creduto i cittadini perché i dati dei cittadini che sono andati a votare sono importanti, tenendo conto che in altre situazioni c'era stato un più timido approccio rispetto a questo processo che poteva sembrare come un salto troppo grande oppure un abbandonare la tradizione. Sono convinto che se adesso andassimo a chiederlo ai cittadini di Valsamoggia, sarebbe molto più alta la percentuale di chi è convinto di avere fatto la scelta giusta nel momento in cui si iniziano a toccare con mano miglioramenti per la propria comunità, perché chiunque tende a convincersi che anche gli aspetti pragmatici hanno una loro importanza e vanno accompagnati dal fatto che nessuno vuole annullare le identità, cancellare le località, cercare di far venire meno un tessuto di tradizione. I nostri borghi e quei comuni sono un esempio plastico da questo punto di vista, perché se consideriamo proprio Porretta, abbiamo una cittadina importante e riconoscibile, ma abbiamo anche tante altre località sparse nella frazione e a Granaglione ancora di più: è fatto da un insieme di piccole località dove a volte il punto di riferimento è semplicemente la parrocchia oppure un insediamento di un certo tipo e attorno a questo insediamento si radunano un po' di case e ci sono persone che vivono lì. Dobbiamo tenere presente che seguire la tradizione e tenere fede all'identità non implica il fatto che non si possa cercare di avere un approccio lungimirante dal punto di vista amministrativo.

Io, quindi, non solo sono contento e voterò con vera gioia questa legge di fusione, ma sono anche convinto che questo sia il primo passo di un percorso che mi auguro possa vedere altri comuni convergere per avere un comune dell'Alto Reno ancora più ampio. Così si potrà ricoprire uno spazio sia da un punto di vista geografico sia da un punto di vista della vocazione molteplice di questo territorio, turistica e di presidio nell'alta montagna, nell'Alto Appennino bolognese, in modo che possano essere vinte le ritrosie e si possa arrivare ad una convergenza più ampia.

A volte bisogna riconoscere in modo molto pragmatico che per fare un cammino bisogna intanto iniziare a camminare. Bravi i comuni di Porretta e di Granaglione che hanno deciso di intraprendere questo cammino e oggi li incoraggiamo con il voto di questa legge.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di replicare il relatore di maggioranza, consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Credo che le cose che abbiamo sentito dire stamattina attestino che c'è anche, almeno da parte di qualcuno, una scarsa attitudine a confrontarsi con il voto democratico dei cittadini, perché rispetto ad un voto favorevole al 93 per cento in un comune e al 67 per cento nell'altro non si può dire che qualcuno è stato ingannato. Insomma, bisogna avere rispetto per i cittadini, bisogna avere rispetto anche quando si pensa e si presume di interpretare bene il loro pensiero e poi si scopre che in realtà è tutto il contrario.

Penso che la scelta del nome "Alto Reno Terme" abbia in sé il connotato di un'ulteriore sfida che è quella di fare in modo che all'interno della realtà che oggi andiamo ad istituire possano, nel giro di qualche anno, mi auguro in questa nostra legislatura, entrare altri comuni, penso ai comuni vicini di Castel di Casio, Lizzano in Belvedere, Gaggio Montano, perché in effetti - e qui penso si possa fare un discorso anche più generale - dobbiamo avere il coraggio di dire innanzitutto ai nostri cittadini, alle nostre comunità che comuni così piccoli di 2-3-4 mila abitanti oggi non sono in grado di corrispondere alla ragione primaria per la quale un comune esiste che è quella di garantire i servizi ai cittadini. Penso che dovremmo dirlo con chiarezza, penso che dovremmo continuare a confrontarci con i territori su questi temi, su questi percorsi. Chi governa, chi è forza di maggioranza e forza di governo deve avere il compito di segnare, di tracciare una linea e penso che la linea che stiamo tracciando con le fusioni che in questo anno abbiamo messo in cantiere e stiamo portando avanti e con quelle che verranno sia una linea chiara ed è una linea di responsabilità perché non ha senso continuare a dire che tutto deve rimanere così. Le lotte di conservazione o di resistenza fine a se stessa sono lotte che spesso portano in un vicolo cieco. Invece noi abbiamo bisogno di cambiare perché la realtà ci chiede di cambiare, perché dobbiamo dare risposte diverse, più efficaci, più efficienti e dobbiamo organizzare una pubblica amministrazione che abbia queste caratteristiche perché il nostro interesse è dare risposte ai cittadini e non altro. Credo che questo dovrebbe essere l'interesse primario che dovrebbe guidare tutti noi.

Oggi ho sentito dire alcune cose. Tra l'altro la presidente non ha interrotto il consigliere Bignami quando mi ha definito "camerata". Ovviamente lo scarso rispetto che il consigliere Bignami dimostra nei confronti dei colleghi è noto e quindi ne prendiamo atto. Evidentemente anche lui ha poca confidenza con il rispetto che si deve nei luoghi istituzionali a chi è eletto dai cittadini a rappresentarli. Però niente di nuovo, ne prendiamo atto e andiamo avanti. D'altra parte in quelle comunità non è stato solo qualcuno ad esprimersi a favore di un referendum, non è solo il Partito Democratico. Capisco che in quest'aula ci sia una sorta di ossessione nei confronti del Partito Democratico per cui tutto quello che succede di bene o di male lo fa il Partito Democratico, ma non è così. In quella realtà ci sono state le forze sindacali, ci sono state le organizzazioni sociali, la CNA, ci sono stati comitati in cui dentro c'eravamo tutti perché c'era il Partito Democratico, c'era il Movimento 5 Stelle, c'era Sinistra Ecologia Libertà. Io ho fatto la campagna elettorale su questo e per questo sono stato anche ripreso, è stata messa in discussione la correttezza del mio operato. Insomma, voglio dire che quel 93 per cento da una parte e quel 67 per cento dall'altra rispondono ad una dinamica ben più ampia. Ci sono state le amministrazioni comunali, che io qui voglio ringraziare, in particolar modo ovviamente i due sindaci, uno dei quali è rimasto stoicamente qui e ringrazio il sindaco Gerardo Nesti di Porretta Terme perché le nostre discussioni hanno forse preso più tempo di quello che immaginavamo. Si è mossa una realtà un po' più ampia di quella che semplicisticamente viene ricondotta al Partito Democratico. Lo dico perché c'è una forma di ossessione e anche una forma di soggezione nei confronti del Partito Democratico. Anche se noi siamo una piccola forza, io non vivo con soggezione il rapporto con il Partito Democratico. Penso che ci siano cose positive e ci siano cose negative, ma non riesco a ricondurre tutto quello che succede esclusivamente ai meriti o alle colpe del Partito Democratico, penso che la realtà sia un po' più complessa.

Il consigliere Marchetti ha parlato di "macchia nera", ha detto che queste fusioni sono delle "macchie nere" perché in Valsamoggia non è stata rispettata la volontà dei cittadini. Ma è la maggioranza che comunque si è espressa. Sinceramente quale sia questa "macchia nera" io non lo capisco, se non quella di chi non vuole ascoltare, non vuole capire e non vuole vedere la realtà, perché le risposte, prima ancora che in quest'aula, prima ancora che in Commissione, le abbiamo date per mesi ai cittadini, i quali evidentemente hanno visto i numeri e hanno recepito il messaggio, hanno compreso. Non si può pensare che un cittadino vada a votare e se non vota come pesiamo noi allora è un cittadino che non capisce. Qui è stato detto questo e sinceramente siamo a dei livelli che non credo possano essere accettati. In più, come ho detto anche a marzo, se delle forze politiche che hanno ruoli istituzionali e che, come dite sempre, sono tutte favorevoli alle fusioni, se chi è favorevole ad una fusione ravvisa un problema che è da ostacolo per il procedimento stesso, si adopera per portare soluzioni al problema, non continua a ripetere ossessivamente: "c'è un problema"; per superare i riflessi pavloviani ci sono dei metodi, non è che bisogna necessariamente rimanere ancorati a se stessi. Noi sapevamo che il tema della gestione del servizio idrico era un tema cruciale e abbiamo trovato faticosamente, perché non è stata una passeggiata, le soluzioni per dare risposta a quell'esigenza e i cittadini, prima ancora che il consigliere Bignami o il consigliere Marchetti, hanno capito che avevamo fatto una cosa positiva e il voto lo ha attestato.

Penso anche, lo dico chiaramente, che chi oggi continua ad accampare dubbi o a spargere sospetti, in realtà stia cercando ancora una volta, anche se a tempo scaduto, di boicottare il processo, di insinuare dubbi, di spargere veleni su un territorio che invece ha bisogno di unirsi, ha bisogno di andare avanti. Come ho detto all'inizio, mi auguro e penso che Alto Reno Terme sia il punto di riferimento per un territorio, quello dell'Alto Reno appunto, composto da cinque amministrazioni comunali e che finalmente la montagna bolognese, che oggi conta poco più di 50 mila abitanti suddivisi in 13 comuni, nel giro di qualche anno possa vedere altri processi di fusioni fino ad arrivare a quattro o cinque comuni per 50 mila abitanti, per avere così un peso contrattuale diverso nei rapporti con la Città metropolitana e con la Regione perché questo è quello che serve a quel territorio per risolvere i problemi che qualcuno prima citava, i problemi della viabilità, i problemi del lavoro, i problemi delle terme che pure esistono.

Credo che oggi stiamo facendo questo, stiamo dando un contributo che va in questa direzione. Lo facciamo con convinzione perché chi governa, anziché urlare in piazza, ha il compito di indicare soluzioni e in quest'aula, nel corso di questi mesi, anche in Commissione, la differenza fra chi governa e chi sa solo urlare è emersa con una chiarezza lampante. Ovviamente stiamo parlando di un piccolo pezzo del territorio emiliano-romagnolo, ma la modalità con la quale si affrontano i piccoli problemi spesso è la stessa con la quale si affrontano i grandi problemi e in quest'aula abbiamo visto con chiarezza chi sta da quale parte.

Per concludere, voglio ringraziare l'assessore Petitti, il presidente Bonaccini e la Giunta per l'impegno profuso perché hanno dimostrato di avere veramente a cuore questo processo, come gli altri processi di fusione. Credo che sia stato molto importante ripescare progetti che altrimenti sarebbero finiti nel dimenticatoio. Penso che sia stata un'opportunità che i cittadini di quel territorio hanno colto anche grazie a chi ha avviato quelle richieste di fusioni, a partire dal lavoro delle amministrazioni comunali. Voglio ringraziare chi si è impegnato in questi mesi, a partire dai comitati, dalle realtà che citavo prima, perché ovviamente in piccole comunità è importante il contributo di tutti. Penso che si sia aperta una strada importante e sono convinto che nei prossimi anni torneremo in quest'aula a discutere non solo di altri processi di fusione, ma anche di altri processi di fusione in quella parte dell'Appennino bolognese. Credo che tutti insieme, almeno le forze che hanno veramente a cuore le sorti di quel territorio, potremo dare un contributo importante e credo che questi cinque anni da questo punto di vista saranno cinque anni spesi bene.

In ultimo ricordo che fra qualche mese ci saranno le elezioni in quel comune. Come è successo in Valsamoggia e come è successo nelle altre realtà in cui ci sono state le fusioni, i cittadini avranno un'ulteriore possibilità di dimostrare se hanno apprezzato o meno il percorso. Io sono ragionevolmente convinto che le forze che hanno sostenuto quel processo avranno buone possibilità di poter cimentarsi anche nell'amministrazione di quel comune e penso che chi ha remato contro e chi da anni rema contro adducendo le scuse più varie dovrà ad un certo punto anche rispondere a quei cittadini, sempre che interessi qualcosa il processo democratico, sul perché si è cercato in tutti i modi di boicottare e di ostacolare un percorso, quasi che quel territorio non fosse meritevole, invece, di avere opportunità di rilancio, di sviluppo e di migliori condizioni. Ribadisco, parliamo di un piccolo pezzo del territorio emiliano-romagnolo, ma stiamo parlando di processi di riforma della pubblica amministrazione in cui tutti quanti noi dovremmo essere impegnati con responsabilità.

Tra poco qui voteremo e, ribadisco, lì in campagna elettorale si sono spesi in tanti: il Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà, il Movimento 5 Stelle e forze civiche. Mi auguro e spero che il voto possa essere il più ampio possibile per dare un segnale di unità e forza al progetto che oggi, finalmente, dopo tanti anni, abbiamo la possibilità di votare in via definitiva.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Galeazzo Bignami, relatore di minoranza. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Ha detto bene il collega Foti, noi non abbiamo ancora detto se voteremo a favore o contro perché attendiamo delle risposte dall'assessore Petitti. In particolar modo ci siamo permessi di chiedere - ma l'assessore ormai lo saprà fino alla noia perché l'abbiamo davvero scocciata - che cosa succederà nella gestione diretta perché è un tema che ci interessa ed è un dubbio che viene perché insieme al collega Marchetti ci siamo prodigati nel fare una serie di accessi e abbiamo appreso alcune cose.

Assessore, com'è adesso il sistema delle tariffe a Granaglione? Non c'è il contatore e c'è un consumo a forfait, ci tengo a dirlo, nel senso che non è che ci sia il gestore Hera, ma c'è un consumo a forfait e non c'è il contatore - il collega Taruffi credo che lo possa testimoniare. Questa è un'anomalia nel sistema e allora noi chiediamo ad ATERSIR: ma dopo che cosa succede? E ATERSIR ci dice: si arriverà ad un percorso di graduale allineamento alle tariffe della parte acquedotto del bacino tariffario area bolognese anche in riferimento alla possibilità di applicare il criterio prioritario, capite, con riguardo all'anno 2016. Qual è la logica che sottende la normativa nazionale? Che non si può non avere un contatore, non si può non avere un consumo secondo una corrispettività e quindi non ci sarà più il forfait. Fino ad oggi ciò era possibile perché c'era la gestione diretta e immediata. Allora noi chiediamo sempre ad ATERSIR (che non è un nostro partner, è l'istituzione che è preposta all'esercizio associato delle funzioni in questione): a chi rimane in capo la gestione? E loro ci dicono: ad Hera (Assessore, il numero di protocollo gliel'ho fornito); nella convenzione per l'affidamento, ATERSIR e Hera definiranno puntualmente le funzioni svolte al comune nell'ambito dell'avvalimento. In diritto amministrativo "avvalimento" ha una connotazione giuridica, ha una definizione ben chiara: "avvalimento" significa che tu non sei titolare e ti avvali, non sei titolare. Se il comune fosse titolare ci sarebbe quello che è successo con la Regione Liguria, cioè un ricorso davanti alla Corte costituzionale che dice: non puoi farlo perché l'emendamento Vaccari (che è attualmente in discussione al Senato, che prevede la possibilità per i comuni sotto i 2 mila abitanti di avere la gestione diretta) è ancora in discussione. Non è, quindi, un pelo nell'uovo, anche se mi rendo conto che qualcuno potrebbe percepirlo come tale. Se la gestione è diretta, come è stato scritto su un comunicato ufficiale del comune, cioè: "gestione autonoma e diretta del servizio idrico", significa che nello "stato libero di Granaglione" le leggi dello Stato nazionale non valgono. Se lei oggi ci dice che sarà tutto come prima, come viene detto da quel sindaco, siamo nello "stato libero di Granaglione". Quando in un ATO è successa una cosa simile ATERSIR ha spedito gli atti in Procura, tutto qua. Se invece, come ci dice ATERSIR, la gestione è di Hera e ci sarà un avvalimento del Comune, ma comunque nel 2016 si andrà verso una soluzione di consumo pro capite e anche evidentemente di allineamento delle tariffe, se mi togliete la misurazione al consumo e mi applicate una tariffa che cosa deve fare poi nell'avvalimento un comune? Poco o niente.

È questa la domanda e in base alla risposta a questa domanda orienteremo il nostro voto. Non è complesso e credo che l'assessore Petitti l'abbia compreso molto prima e molto meglio già in Commissione e infatti annoio me stesso nel dover ripetere continuamente queste cose.

Non è che per noi il tema dell'acqua sia dirimente perché ci sarebbe il tema delle tariffe, della tassazione, dei finanziamenti, di tante cose che però abbiamo già affrontato. Che sia importante è venuto a dircelo quel sindaco che ha detto: "io sull'acqua faccio le barricate", poi però abbiamo altre risposte, allora vorremmo una parola di chiarezza consapevoli che se ci viene detto "sarà tutto come prima" qualcosa stona perché non può essere tutto come prima. Qualcuno ci dice: l'accordo che verrà siglato avrà valore di legge; no, perché anche su questo abbiamo chiesto alla Direzione generale Ambiente e ci risponde: "si dà atto che nel sistema delle fonti del diritto tale tipo di accordo non è equiparabile alla legge". Quindi vogliamo capire, noi siamo dei legislatori e quindi vorremmo cercare di comprendere questo accordo come si colloca.

Poi, per carità, noi non vogliamo esprimere un giudizio nei confronti degli amministratori. Personalmente dico, e lo dico io, che un sindaco che riesce a portare il 96 per cento dei propri concittadini a condividere la sua proposta di fusione è un sindaco che certamente ha da meritare il plauso rispetto alla capacità di intercettare trasversalmente l'opinione e la morale politica della sua cittadinanza, molto di più di chi prende il 60 per cento, dobbiamo dire anche questo. Ma è un tema che sfugge al dibattito odierno, che invece, ed è qui il paradosso, attiene ancora ad una definizione, ad un chiarimento in sé di istruttoria che noi stiamo aspettando da marzo e che ancora non ci è stato fornito. Gli uffici ci dicono con chiarezza una cosa, vorremmo che l'assessore Petitti ci sciogliesse questo nodo.

E attenzione: il fatto che noi non abbiamo fatto ostruzionismo, barricate e quant'altro, benché questa sia una vicenda che andava sciolta in sede istruttoria, la dice lunga sulla volontà di collaborare, nell'ottica che diceva prima il collega Foti, alla costruzione di una nuova architettura istituzionale meglio distribuita e più efficiente sul territorio, altrimenti avremmo chiesto di bloccare quel progetto di legge fino a quando non fosse stato sciolto questo nodo. Non lo abbiamo fatto, arriviamo a dire: decideremo come votare a fronte della dichiarazione che l'assessore Petitti esprimerà in aula esattamente prima delle dichiarazioni di voto, proprio in limine litis. Più di così francamente non so che cosa possiamo fare per testimoniare la nostra buona volontà.

Tra l'altro quello che è stato detto anche prima da Caliandro e da Calvano, che pure rappresentano, lo riconosco, la parte intelligente dell'alleanza, è comunque una dimostrazione di poca attenzione rispetto a quello che è l'orientamento di voto che il centrodestra ha sempre assunto perché noi sulle altre fusioni non ci siamo mai messi di traverso, anche su quelle successive non voteremo contro e neanche su questa abbiamo detto "votiamo contro"; abbiamo chiesto: ci viene data la possibilità di votare a favore oppure no? (Onde evitare che qualcuno parli di fatto personale, intendevo alleanza politica e intelligenza politica, non mi permetto di dire intelligenza di altro tipo perché altrimenti abbiamo altri quaranta minuti di interventi; anzi, chiedo scusa preventivamente se qualcuno si è sentito offeso perché io altri quaranta minuti di interventi non riesco a sopportarli). Dico con chiarezza che fu il centrodestra che avviò i progetti di fusione quando era al governo ed è ancora pronto a sostenerli a patto e condizione che vengano sciolti questi nodi e che non facciamo ricadere il tema delle fusioni in quella prospettiva che ben diceva il collega Foti in ordine all'effettiva volontà di realizzare un'architettura istituzionale solida e non a conseguire un risparmio di spesa che poi è solo per l'istituzione, per la pubblica amministrazione e non per i cittadini. Questo per noi è il punto di discrimine su cui andiamo ad orientare il nostro meccanismo elettorale e anche la nostra indicazione di voto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

La rassicuro: non ci saranno altri quaranta minuti di interventi perché adesso chiude il dibattito generale l'assessore Petitti.

L'assessore Petitti ha facoltà di parola.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Proviamo a fare alcune considerazioni e a dare alcune risposte ai consiglieri di minoranza che hanno puntualizzato alcuni temi che credo siano stati fortemente presenti nel dibattito di questi mesi rispetto a questa fusione, che, voglio ricordarlo, è la prima fusione della Città metropolitana di Bologna perché siamo comunque anche, io credo, ad un passaggio rispetto a tutto il tema della riorganizzazione istituzionale che riguarda la nostra Regione e che va segnata anche da alcune tappe.

Voi sapete che successivamente a questa proposta di legge ce ne saranno altre due proprio oggi che riguarderanno altri due fusioni e noi oggi sigliamo l'ottava fusione nella Regione Emilia-Romagna, con un fermento sicuramente positivo, veniva ricordato da tutti gli interventi dei consiglieri, con decine di studi di fattibilità che sono stati avviati in questi mesi, con molti amministratori che chiedono un supporto alla Regione per fare una serie di valutazioni.

Voglio legare questo processo virtuoso che si è avviato nella nostra Regione sui temi delle fusioni anche agli altri temi. Io sono d'accordo con alcune considerazioni che faceva il consigliere Foti rispetto, ad esempio, al tema delle unioni. Noi recentemente abbiamo licenziato tutto il programma di riordino territoriale, i 16,8 milioni per le unioni, e vorrei ricordarvi che delle 41 unioni che hanno fatto richiesta, sono state tutte ammesse a quei contributi, per sottolineare che è un processo veramente di aggregazione e di riordino che chiama in causa anche questo tema delle unioni. Voi sapete che con la legge 13 abbiamo voluto anche dare una prima risposta a quelle unioni grandi che vedono una difficoltà nella propria gestione di servizi associati. Noi oggi alziamo anche il livello rispetto alla qualità delle unioni perché, come veniva ricordato prima da Foti, penso che sia anche necessario mettere in campo il tema di una complementarietà di un percorso propedeutico che dalle unioni, nei prossimi anni, potrà avviare sempre in modo più convinto e più sostenuto il processo di fusione.

Sulle ragioni veniva detto da Pompignoli e sottolineiamo ancora una volta le ragioni. Sulle ragioni io credo che ci sia molta consapevolezza non soltanto degli amministratori. Veniva detto che ormai non sono amministratori di una parte politica, sono amministratori che devono fare i conti con quello che è un tema sempre più sentito di competitività dei nostri territori, perché l'obiettivo è, sì, di razionalizzare, semplificare, aggregare, rafforzando le municipalità, perché questo è quello che poi accade anche quando avvengono processi di fusione tra più comuni anche piccolissimi, ma poi c'è anche un tema effettivo e reale di programmazione delle risorse per i prossimi dieci e quindici anni su cui poi le darò elementi ben precisi e puntuali proprio come lei giustamente chiedeva.

Rispetto a questa fusione, che ha visto anche un percorso importante in Commissione, come il relatore di maggioranza Taruffi ha detto, la Giunta appena insediata ha voluto dare corso a quella che è stata la procedura speciale che è prevista dall'articolo 13-bis della legge n. 24, perché abbiamo voluto fare in modo che nel momento in cui c'era l'assenso dei sindaci dopo diversi incontri con i due amministratori, ci fosse la possibilità di fare salvi tutti gli atti propedeutici perché non aveva senso ripartire dall'inizio, ma nel dibattito di Commissione che abbiamo avuto da marzo in avanti abbiamo anche condiviso. Credo che questo passaggio sia importante proprio perché sottolinea anche un iter di condivisione istituzionale, che quindi non ha colore politico, perché si è chiesto che tre passaggi fondamentali venissero portati avanti dai comuni di Porretta Terme e Granaglione: il primo era l'aggiornamento su tutti i dati che erano incongrui sulla fattibilità della fusione (c'era l'accordo di programma previsto sulla gestione del servizio idrico) e poi abbiamo chiesto che si rispettasse la tempistica rispetto al referendum per dare la possibilità di mettere in campo tutto il percorso di coinvolgimento dei cittadini; questo si è verificato: i numeri, la presenza degli elettori e il risultato testimoniano che è stato un processo vero di partecipazione e di democrazia.

Alla luce di questi elementi e di queste considerazioni, quando parliamo di risorse, risorse che noi per legge garantiremo a quella fusione (parliamo di contributi statali che per i primi 10 anni saranno di 340 mila euro, di contributi regionali in spese correnti che per i prossimi 15 anni saranno di 200 mila euro, di contributi per investimenti che per primi 3 anni saranno di 150 mila euro), diamo garanzia di risorse, consigliere Pompignoli, perché da questo punto di vista obblighiamo anche nei bilanci futuri quelle risorse da parte della Regione. Siamo in grado di potere dire, quindi, che nei primi tre anni quella fusione vedrà riconosciuti 690 mila euro di risorse che permetteranno di programmare anche una serie non solo di investimenti, ma anche di servizi utili per quella comunità, per il rilancio di quella stessa comunità. Allo stesso tempo per quanto riguarda le risorse statali sappiamo che invece sono disciplinate dal decreto ministeriale, non hanno a che vedere con le nostre leggi, ma sono già confermate per i prossimi anni, quindi sia sul 2015 che sul 2016.

Dicevamo prima che uno degli aspetti che era stato messo all'ordine del giorno del percorso in Commissione, in Assemblea votato anche da un ordine del giorno ben preciso, parlava di come attraverso questo accordo, che, come ricordavate in modo puntuale voi, il 26 agosto è stato siglato tra la Regione, ATERSIR e i Comuni, si andasse ad una forma di gestione coordinata del servizio idrico. Ora io credo che le parole siano chiare da questo punto di vista. L'accordo vuole valorizzare e ottimizzare le finalità che l'impiego della risorsa idrica mette in campo. Da questo punto di vista, con l'accordo si dice chiaramente che l'acquedotto sarà gestito, come è stato previsto nella gestione dal 2004 ad oggi, da Hera, ma si potrà avvalere del personale del comune di Granaglione. Quindi, sostanzialmente, il gestore del servizio Hera, grazie all'accordo di programma che è stato siglato a fine agosto, si avvarrà del comune di Granaglione. Credo che questo rispetti e sia in coerenza con le leggi, ma allo stesso tempo ci permetta di proseguire con il personale che si è occupato di questo servizio e che fa riferimento al comune di Granaglione. Gli elementi di chiarezza sono stati, io credo, testimoniati da alcuni passaggi normativi che oggi sono chiaramente all'ordine del giorno anche della documentazione che voi avete citato.

Il consigliere Bertani ha posto un tema importante anche rispetto a tutto questo processo virtuoso che si sta mettendo in campo. Anche in questo caso l'abbiamo sottolineato in Commissione e veniva da lui stesso riconosciuto che in Giunta è stato istituito attraverso un atto quello che sarà l'Osservatorio regionale che vuole misurare gli effetti di queste fusioni e dei processi di unione. Ovviamente attraverso una legge-provvedimento noi non possiamo e non avrebbe neanche senso istituire l'Osservatorio perché lo dovremmo fare poi per tutte le leggi-provvedimento, ma soprattutto c'è una legge generale, la legge n. 24/1996, che va ad incidere su tutti i provvedimenti successivi. Quello che posso dire è che ritengo utile andare a fare una serie di valutazioni ulteriori rispetto a questi processi e quindi il tema dell'Osservatorio regionale...

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Assessore, chiedo scusa, ma c'è troppo brusio in Aula.

Per favore, date la possibilità all'assessore di fare il suo intervento.

 

PETITTI: Grazie, presidente. Dicevo che questo tema dell'osservatorio regionale che monitora e monitorerà nei prossimi anni tutti i processi di unione e di fusione credo che potrà essere inserito attraverso un nostro stesso intervento e ci impegniamo come Giunta da questo punto di vista nella legge n. 24/1996 anziché inserirlo in questa legge-provvedimento.

Credo che alla luce di queste considerazioni e ancora una volta anche della chiarezza con cui abbiamo voluto dare seguito ad un impegno... che anch'io voglio riconoscere come ha fatto il consigliere Taruffi e come hanno fatto molti Consiglieri; credo che l'impegno di quei territori, di quelle comunità, di quegli amministratori nella capacità di coinvolgere non solo i cittadini, ma le stesse forze sociali di quei comuni per far comprendere come questa scelta vada al di là di ogni appartenenza politica e sia veramente una scelta di visione, di prospettiva e di capacità di dare un futuro a quei comuni, sia stato poi premiato dagli stessi cittadini. Un processo come questo oggi vediamo che è alimentato anche da una partecipazione di altre amministrazioni. Noi oggi facciamo i conti con 334 comuni dopo le fusioni che andremo a votare in questa Assemblea. Il tema di mettere in relazione processi importanti come quelli delle unioni e delle fusioni con le sfide che andremo a costruire legate alle aree vaste, alla città metropolitana di Bologna è ormai un patrimonio delle nostre comunità. Questi processi vanno sostenuti, vanno seguiti, vanno incentivati e fanno parte ormai anche di una sfida culturale di tutti noi. Le ragioni che io credo facciano chiarezza anche sul tema della gestione del servizio idrico e sulla capacità poi di garantire quelle risorse possono essere anche la risposta a quei consiglieri che da questo punto di vista hanno messo alcune condizioni all'espressione del voto in questa Assemblea.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Petitti.

Chiedo scusa per il brusio che si era creato in Aula.

Passiamo alla nomina degli scrutatori, che sono Sassi per la minoranza, Mumolo e Lori per la maggioranza.

Passiamo all'esame dell'art. 1.

È aperta la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

È aperta la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'art. 1 è approvato.

Art. 2.

È aperta la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

È aperta la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'art. 2 è approvato.

Art. 3.

È aperta la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

È aperta la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'art. 3 è approvato.

Art. 4.

È aperta la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

È aperta la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'art. 4 è approvato.

Art. 5

È aperta la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

È aperta la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'art. 5 è approvato.

Prima dell'art. 6 insiste un emendamento, istitutivo di nuovo articolo, a firma Bertani.

Ha chiesto la parola il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Riteniamo che l'impegno dell'assessore a fare questa modifica, che è essenzialmente tecnica, ci soddisfa. Ovviamente era un po' una forzatura.

Volevo anche chiarire a Foti che le modifiche alle altre due leggi sono coerenti con quanto proposto in questa legge.

Ritiro l'emendamento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Il consigliere Bertani ha ritirato l'emendamento 1.

Continuiamo con l'art. 6.

È aperta la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

È aperta la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'art. 6 è approvato.

Art. 7.

È aperta la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

È aperta la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'art. 7 è approvato.

Passiamo ora alla dichiarazione di voto sull'intero progetto di legge.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Come detto, il gruppo della Lega Nord valuterà fusione per fusione se ci sono le condizioni necessarie per votare positivamente, negativamente o astenersi. Noi riteniamo che sulla fusione Granaglione-Porretta Terme, visti i dubbi sollevati e non sciolti dall'assessore Petitti, il nostro voto sarà sicuramente di astensione.

Ricordo all'assessore Petitti le norme finanziarie della legge regionale, che lei dovrebbe conoscere benissimo essendo assessore al bilancio. Anche se la laurea in economia e commercio non ce l'ho, mi preme ricordare questo: lei ci ha chiarito che è garantito il contributo regionale per 15 anni, quindi non consideriamo l'articolo 37 della legge regionale che dice che (lo ripeto perché è un ragionamento che deve passare fra chi ha votato per la fusione sulla base di false prospettazioni): "le leggi che autorizzano le spese continuative o ricorrenti determinano solo gli obiettivi da raggiungere rinviando alla legge di bilancio la determinazione dell'entità della relativa spesa", bilancio che deve essere comunque approvato dall'Assemblea, che quindi può modificarlo. Nelle norme finanziarie dei progetti di legge, infatti, è richiamato che: "per gli esercizi successivi al 2017 la Regione provvede al finanziamento degli interventi di cui all'articolo 4 della presente legge nell'ambito degli stanziamenti annualmente autorizzati ai sensi e quanto disposto dall'articolo 37", quindi l'articolo 37 è inserito nella legge, che pone solo degli obiettivi e non garantisce nulla.

Se invece si voleva garantire qualcosa io credo che si dovesse utilizzare l'articolo 38, che parla delle leggi che autorizzano le spese pluriennali. Perché nel progetto di legge e in tutti i progetti di legge delle fusioni questo articolo 38 non viene menzionato? È evidente e credo che sia evidente a tutti che se non viene menzionato un articolo che autorizza le spese pluriennali evidentemente le spese pluriennali sono organizzate per il 2016 e il 2017; per gli esercizi successivi per cui l'Assemblea dovrà votare e il bilancio dovrà essere votato non è detto che questi finanziamenti siano sempre gli stessi. Questo perché è anche vero, come ci hanno detto anche gli uffici, che più andremo avanti con le fusioni e meno contributi ci saranno, quindi ci sarà la corsa alle fusioni entro quest'anno, al massimo il prossimo anno perché dagli anni successivi questi contributi probabilmente non ci saranno: 1) perché non ci saranno fondi; 2) perché ingesseranno il bilancio; 3) perché dovesse paradossalmente cadere l'Amministrazione, cioè la Giunta regionale, e dovesse vincere il centrodestra, probabilmente cambierebbe tutta l'impronta legata al bilancio e ai finanziamenti, quindi non si può garantire un qualcosa che non è garantibile.

Allora si sta votando esclusivamente su false rappresentazioni che voi date ai cittadini che devono votare. Io sono d'accordo sulle fusioni nel momento in cui chi va a votare è cosciente di quello che vota, non sono d'accordo se invece vengono rappresentate false realtà, come può essere anche in questo caso. Sulla base di questo, noi ci asterremo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

 

Presenti

 

46

Assenti

 

4

Votanti

 

45

Favorevoli

 

36

Contrari

 

--

Astenuti

 

9

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la legge riguardante «Istituzione del Comune di Alto Reno Terme mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna».

 

OGGETTO 604

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma» (20)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'iter dell’oggetto è il seguente:

testo n. 9/2015 licenziato dalla I Commissione "Bilancio Affari generali ed istituzionali" nella seduta del 23/06/2015.

Discussione generale nella seduta assembleare del 7/07/2015 e contestuale delibera n. 22 del 7/07/2015 di procedere all’indizione del referendum consultivo.

Pubblicazione nel Bollettino Ufficiale n. 270 del 23/10/2015 del risultato del referendum.

A norma della L.R. 8 luglio 1996, n. 24 (Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle Unioni e alle Fusioni di Comuni) art. 13, comma 2.

In caso di svolgimento del referendum, la votazione finale da parte del Consiglio sul progetto di legge resta sospesa fino alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione dei risultati del referendum. Il Consiglio regionale delibera definitivamente sul progetto di legge entro i successivi sessanta giorni (22 dicembre 2015).

Il testo n. 23/2015 è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio Affari Generali ed istituzionali" nella seduta del 3 novembre 2015, con il titolo: "Istituzione del Comune di Polesine Zibello mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma".

Il relatore della Commissione, consigliere Alessandro Cardinali, ha presentato relazione scritta.

Il relatore di minoranza, consigliere Matteo Rancan, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il progetto di legge è composto da 6 articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

La parola al consigliere relatore della Commissione Alessandro Cardinali.

 

CARDINALI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Per fortuna questa fusione è stata rapida, siamo partiti in maggio e arriviamo ad ottobre. Speriamo, quindi, che possa continuare con un iter tranquillo e leggero, anche se capiamo bene che sotto il profilo politico e anche territoriale c'era la volontà di ragionare su quattro comuni, poi non ci si è riusciti e l’iter è stato continuato da due Comuni. Ma è importante segnalare che per la provincia di Parma questa è la seconda fusione, è importante segnalare che è nello stesso territorio, nello stesso ambito distrettuale e territoriale già della prima fusione, è importante segnalare, mi preme farlo proprio oggi, che in quella realtà è in atto anche una riorganizzazione che potrà vedere protagonista anche questo comune dopo la fase elettorale del mese di maggio.

Prendiamo atto che questo è un momento importante non tanto e anche per gli abitanti e per i metri quadri, perché parliamo di 3 mila abitanti e di circa 50 mila chilometri quadrati, ma è importante perché dà una continuità rispetto anche all'organizzazione di comuni come questi che si erano già dati degli strumenti organizzativi al proprio interno per dare risposte ai propri cittadini e al proprio territorio in particolare per quanto riguarda i servizi sociali e scolastici. Oggi li vanno a concretizzare con passaggi abbastanza veloci e anche con un passaggio referendario, che nelle attese era previsto con un risultato maggiore a favore rispetto a quello che c'è stato, ma quantomeno ha registrato un risultato favorevole in ambedue i comuni, questo è un aspetto positivo, e una partecipazione al voto del 50 per cento degli abitanti. Per quello che abbiamo raccolto dai due sindaci che questa mattina erano qua - e mi dispiace che non abbiano potuto assistere al dibattito - una parte della cittadinanza ha dato un po' per acquisita la cosa e quindi magari non ha partecipato al voto, ma anche dai riscontri che abbiamo avuto sul territorio il segnale era positivo. È andato a votare più del 50 per cento dei votanti e il "Sì" è stato superiore al 50 per cento complessivamente se guardiamo i dati all'interno dei due comuni.

C'è stata l'adesione al nuovo nome che ha messo insieme le due opportunità, quindi è "Polesine-Zibello". Ma su questo c'è stata una certezza immediata, lo avevamo auspicato anche in questa sala proprio per mantenere la distinzione che c'è in quel territorio anche sotto i profili di sviluppo economico all'interno di tutti quelli che sono gli interessi economici, compresi quelli enogastronomici. Proprio domenica quel territorio festeggerà un evento e so che i sindaci hanno invitato tutti i consiglieri a partecipare a questo momento di forte richiamo anche dal punto di vista dell'economia di quel territorio.

È importante richiamare anche qua il dato economico della Regione a sostegno, ma richiamerei anche il dato nazionale per dire che non è soltanto un dato economico della Regione ma c'è anche un dato economico nazionale: c'è un dato di vantaggio, per i comuni che si fondono, anche di avere la priorità su bandi complessivi che verranno fatti, c'è un dato complessivo che riguarda il Patto di stabilità. Ci sono, quindi, dati positivi che vengono riscontrati al di là dell'aspetto finanziario e io mi auguro, ma questo è stato il percorso che è stato fatto all'interno del progetto che è stato presentato alla cittadinanza in più occasioni, che il vero guadagno poi arrivi anche da un migliore utilizzo dei dipendenti, da un migliore utilizzo delle strutture e quindi che anche lì ci sia un vero risparmio economico in modo da avere le condizioni affinché si abbiano migliori servizi a minor spese. Tutti questi aspetti ritengo che siano gli aspetti importanti che all'interno di un territorio diventano fondamentali perché si possa proseguire su questa strada.

È un percorso che avrà il suo fine perché, dopo il passaggio di oggi, i due sindaci avranno il compito di chiudere l'anno il 31 dicembre con un traghettamento per andare poi al voto e preparare tutta la fase amministrativa che li porterà al voto nella primavera del 2016 insieme alle amministrative che verranno svolte in tutta Italia, ma anche in provincia di Parma, dove abbiamo otto comuni che vanno al voto e con questo diventeranno nove. Sotto questo profilo è un aspetto di positività, è un aspetto che ci convince, ci convince per dare un messaggio, ci convince per cominciare ad individuare anche nei territori e nei comuni più piccoli forme che possono diventare interessanti per proseguire l'attività amministrativa. Ci convincerà ancora di più se nei prossimi anni riusciremo a vedere insieme altri protagonismi sempre in quell'area, che magari andranno ad allargare questa opportunità e metteranno in condizioni di valorizzare ancora di più quel territorio e quell'area che, come avevo già detto l'altra volta e ripeto, si trova ai confini della Lombardia, in parte, con la provincia di Piacenza.

C'è stato un buon risultato, un buon percorso e quindi diamo continuità a questo progetto con impegno e serietà anche sotto il profilo politico perché penso che sia uno degli obiettivi per cui le persone sono andate a votare e hanno votato "Sì".

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Cardinali.

La parola al consigliere relatore di minoranza Rancan.

 

RANCAN, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Intervengo in modo molto veloce perché sulla fusione siamo sicuramente favorevoli ed eravamo favorevoli all'approvazione del progetto di legge anche durante lo scorso passaggio in aula.

Ciò che viene rilevato oggi anche dal collega Cardinali è fondamentalmente un'affluenza che poteva essere maggiore, che però comunque ha visto una partecipazione dei cittadini a questo processo che è sicuramente importante per un territorio che l'ha richiesto, un territorio che l'ha richiesto partendo dalle amministrazioni comunali e che continua a richiederlo anche attraverso i cittadini. Quindi, siccome è importantissima la voce di chi abita in quei territori, accogliamo sicuramente favorevolmente soprattutto il risultato del referendum. Referendum che ha visto nel comune di Zibello i "Sì" arrivare a più del 51 per cento mentre i "No" sono stati il 48 per cento, quindi più o meno siamo lì, però ha prevalso comunque il "Sì", e a Polesine Parmense i "Sì" sono stati il 52,47 per cento, quindi più o meno abbiamo circa lo stesso risultato ed è importante anche perché la scelta del nome Zibello-Polesine si vede che è stata la scelta giusta perché sia Polesine che Zibello si sono espressi con la stessa quantità per il "Sì", quindi credo che ci sia un'unità di intenti.

Colgo favorevolmente l'auspicio che ci eravamo fatti con il collega Cardinali che fosse mantenuto nel nome del nuovo comune il nome "Zibello" data anche la tradizione del culatello perché se fosse sparito sarebbe stato drammatico, quindi colgo favorevolmente questo invito che hanno fatto i cittadini e questa decisione siccome nell'insieme del comune è presente la tradizione del culatello di Zibello.

Noi continueremo a votare favorevolmente a questo progetto di legge perché oltre ad essere volontà di amministratori locali, è volontà anche del territorio e dei suoi cittadini, quindi convintamente dichiariamo il voto favorevole a questo passaggio in aula.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Ha chiesto di parlare il consigliere Iotti. Ne ha facoltà.

 

IOTTI: Grazie, presidente. Solo due parole per sottolineare l'importanza anche di questa legge che andiamo a votare oggi relativamente alla fusione di questi due comuni. Certamente parliamo di un contesto che ha un significato particolare perché in ogni caso avremo un nuovo comune di 3300 abitanti. La legge di riordino prevede un'altra dimensione per l'ammissione a contributo, ma credo che questo sia un processo partito prima.

Vorrei anche sottolineare il contesto di cui parliamo, qualcuno l'ha già accennato: Zibello e Polesine sono due piccole realtà della Bassa Parmense, due comuni di riviera di Po, due comuni che al loro interno hanno un prodotto unico anche in una regione come la nostra che è piena di prodotti unici; certamente il culatello è davvero un miracolo locale, proprio un prodotto del microclima locale, è un qualcosa che davvero non è ripetibile ed è anche un qualcosa che si sta molto attenti a non promuovere troppo perché la produzione è quella che è, ma proprio per questo credo che sia estremamente importante che oggi queste due realtà compiano questo passo.

C'è stata, e non va nascosta, anche una discussione a mezzo stampa relativamente al fatto che questa fusione poteva essere allargata. Io approfitto dell'occasione per fare qualche riflessione sui processi di fusione. È vero che hanno un valore strategico, ma pesano moltissimo anche quelle che sono le questioni locali. La mia valutazione del tutto personale è che piuttosto che si arrestino questi processi, piuttosto che vengano fermati dall'impossibilità di raccogliere un più vasto consenso, credo che vadano sostenuti perché 3300 abitanti vedranno in ogni caso, attraverso la fusione, dei vantaggi che già altri comuni hanno visto. In provincia di Parma abbiamo l'esperienza di Sissa Trecasali che in ogni caso ha visto, oltre ai vantaggi del contributo che viene dato dalla Regione e dallo Stato, anche un migliore utilizzo di quelle che erano le risorse precedenti, ma ha visto anche un protagonismo di quel territorio e della nuova amministrazione che davvero ci fa dire che l'unica strada per tentare un'alternativa è proprio quella di andare in questa direzione, cioè cercare di dare degli strumenti nuovi agli amministratori locali che in alternativa credo che due realtà di poco più di mille abitanti certamente non avrebbero.

Faccio una considerazione in chiusura. Nel territorio provinciale abbiamo altre realtà che potrebbero essere pronte, alcune le conosco bene, sono frutto anche di un processo di unione comunale. Mettono insieme ormai il 95 per cento delle funzioni e potrebbero essere già pronte per fare questo passo. Ripeto, non siamo nelle condizioni di andare a valutare il peso e l'importanza solo in base alla dimensione degli abitanti che vengono coinvolti, credo che ogni fusione abbia un grande rilievo, ma che non possa essere comunque vista come il raggiungimento finale di un percorso di rinnovamento della macchina amministrativa, semmai è un'esperienza che rimette in gioco l'organizzazione dei comuni e che i cittadini devono vedere effettivamente come un passo in avanti, è un'importante operazione che dobbiamo fare anche per ridare credibilità alle istituzioni stesse. Ogni volta che una fusione o un'unione comunale mette mano alla riorganizzazione, i benefici per i cittadini ci sono e si vedono chiaramente.

Credo che oggi la fusione di Zibello e Polesine, come è stato detto e auspico che raccolga il voto unanime di tutti, sia sicuramente un passaggio positivo. Oltre ai vantaggi economici, e per una realtà come questa mi auguro anch'io che siano certe e garantite e che non ci sia nessuno che possa mettere in discussione le previsioni di legge, per questi comuni comunque anche 300 mila euro l'anno, almeno per i primi anni, sono una risorsa che non potrebbero vedere in nessun modo né con nuove entrate, né con un'evoluzione dell'imposizione locale, quindi sono un elemento vitale. Mi auguro che in quella zona del nostro territorio questa possa diventare una realtà dinamica e che possa davvero essere di esempio per altre aggregazioni, di cui alcune sono già pronte e che la politica dovrebbe sostenere di più perché, indipendentemente da quelle che sono le posizioni, stiamo parlando di un'evoluzione amministrativa che pesa e peserà e in questo, lo ribadiamo ancora, l'Emilia-Romagna davvero sta dando prova di essere avanti rispetto al quadro nazionale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Iotti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Esprimo il nostro voto favorevole anticipando la dichiarazione di voto, a dimostrazione di due passaggi: il primo è che, come ha ben illustrato il collega Cardinali, se c'è una condivisione anche in sede istruttoria e una partecipazione effettiva in ordine alla volontà politica di dare corso a questi strumenti di razionalizzazione e di efficientizzazione delle strutture istituzionali, c'è piena condivisione; in secondo luogo, come ho detto anche prima, l'orientamento complessivo del centrodestra è in favore delle fusioni al netto evidentemente di situazioni, come quella affrontata testé, che costituiscono elementi di criticità che ci impediscono, seppure noi vorremmo, di dare un assenso ai progetti di fusione. In questo caso, invece, vi è piena condivisione rispetto all'iter fissato dal relatore di maggioranza e quindi voteremo a favore.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Non avendo più nessun iscritto a parlare, la parola al presidente della Giunta Bonaccini.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Anch'io penso che le fusioni non siano solo un'opportunità economica, sono anche questo però, visto che quando parliamo con i sindaci dei piccoli comuni si lamentano di avere pochissimo personale o quasi per nulla e che quando va in vacanza o è in malattia non riescono a garantire alcun tipo di servizio o non possono sostituirlo, o che hanno talmente poche risorse per gli investimenti che non riescono a rispondere nei loro territori ai bisogni dei cittadini, anche perché molti dei piccoli comuni, insistendo in località montane - ma questo vale anche per alcune realtà di pianura - hanno territori talmente estesi la cui complessità è evidente. La prima fusione avvenuta - quella di Porretta-Granaglione è la seconda - nei quattro comuni dell'alto crinale reggiano, quindi la prima tutta montana, vede quei quattro comuni, che non arrivano a 5000 abitanti, essere diventati, credo, il sesto comune per estensione dell'Emilia-Romagna, con un territorio, quindi, molto grande e complesso. Potrei citare anche il caso di un comune piacentino che ha, mi pare, una settantina di frazioni con pochissime migliaia di abitanti, è uno di quelli colpiti, peraltro, dall'alluvione recentemente.

Non è, però, sono d'accordo, solo un'opportunità economica, io dico che è anche un'opportunità sociale se, ad esempio, nei dibattiti preparatori ai referendum c'era il tema della garanzia o addirittura dell'estensione dei servizi, ad esempio, scolastici per l'infanzia o socio-assistenziali per gli adulti, per i bambini, ma anche per gli anziani di comunità che rischierebbero di non avere le risorse per poterli garantire.

Siccome abbiamo detto che vogliamo ripopolare la montagna e non solo evitare lo spopolamento, abbiamo bisogno di impiantarvi insediamenti produttivi, però l'attrattività è data anche dalla capacità di investimenti che fanno le realtà territoriali. Non è un caso se come Regione stiamo tornando ad attrarre in maniera clamorosa multinazionali dall'estero, è il sistema territoriale che favorisce questo quando il costo del lavoro è molto più basso da altre parti.

Poi c'è un tema che riguarda la riarticolazione dello Stato come è stato detto e io condivido, perché nell'impianto complessivo della riforma costituzionale - adesso non voglio convincere nessuno, parlo delle mie convinzioni - con una sola Camera legislativa e il superamento delle Province riducendo da quattro a tre i livelli di governo come in quasi tutta Europa, favorire ed incentivare le unioni ma soprattutto le fusioni dei comuni va nell'idea di un riordino che semplifichi, che riduca i rischi di inefficienza. Quando dico inefficienza non è per gettare la croce sugli amministratori locali, parlo di inefficienza di sistema. Abbiamo detto che piccolo è bello, vale ancora, ma rispetto al passato vale ancora se ci si mette insieme ad altri in economia e nelle istituzioni.

Io penso che sia giusto andare su questa strada e quindi oggi penso che sia una bella giornata per l'Emilia-Romagna. Non abbiamo usato metodi coercitivi (segnalo che tra qualche anno potrebbero arrivare i metodi coercitivi se questo paese non riuscirà ad avere un numero di comuni che cominci ad essere un po' ridotto rispetto agli oltre 8000 di oggi, di cui 4000 con poche migliaia di abitanti o poche centinaia), lo abbiamo fatto con referendum rispetto ai quali i cittadini vengono chiamati, sono referendum consultivi, si sta nelle regole.

Il caso della Valsamoggia: si poteva decidere in uno o nell'altro senso; dopodiché, i cittadini, quando sono andati al voto, hanno, su sei candidati a sindaco, dato quasi il 60 per cento all'unico candidato che si era giocato la partita della fusione. Non so se è stata una scelta giusta o sbagliata, lo dirà la storia, ma comunque si è fatta una scelta che alla fine ha premiato la scelta di chi sosteneva la fusione. Abbiamo avuto due casi in Emilia-Romagna in cui hanno vinto i "No" e quindi ci si è fermati. È pur vero che nelle ultime otto consultazioni referendarie c'è stata più o meno partecipazione, ma fatemela dire così: il caso di Monte Colombo e Montescudo lo derubricherei in quei casi abbastanza eccezionali che confermano la regola perché l'arresto di un sindaco ad una settimana dalla consultazione, già in un momento non propriamente favorevole del rapporto tra eletti ed elettori, credo che abbia creato un qualche caso di imbarazzo, altrimenti non si capirebbe perché lo stesso giorno nelle altre due consultazioni si è superata la soglia del 50 per cento. Fatemela anche dire così: non essendo nemmeno in previsione di elezioni per il sindaco ed essendo un referendum consultivo, non è nemmeno poca cosa rispetto alle partecipazioni nell'Emilia-Romagna riguardo a come sta andando mediamente nel paese.

Io la dico così: le ultime otto volte che si sono chiamati i cittadini ad esprimersi comunque hanno sempre vinto i "Sì", in alcuni casi hanno stravinto i "Sì"; vuol dire che tutto sommato si è arrivati a quello che appariva fino a qualche anno fa anche a me quasi impossibile, cioè che i cittadini che avevano visto il proprio comune, da quando erano nati, chiamato in un certo modo e così era da secoli o da millenni, hanno accettato di cambiargli nome, e non solo, hanno anche favorito che lo si cambiasse. Perciò io penso che questo sia un segno dei tempi che deve essere accompagnato con misure giuste e condivido la richiesta, che ovviamente confermiamo in maniera positiva, di avere certezza e garanzia sulle risorse perché comunque quelle risorse sono certamente un elemento preponderante tra gli aspetti che fanno votare in un senso o nell'altro.

Dopodiché, e chiudo, mi auguro che queste tre nuove fusioni diano un'ulteriore spinta a processi aggregativi che, attraverso le tante richieste finanziate dalla Regione e studi di fattibilità, possano arrivare ad ulteriori conclusioni favorevoli da qui alla fine della legislatura. Avevo indicato una cifra, ma non sono un indovino, non so dove arriveremo; però se la spinta in questo primo anno reale di governo è quella che stiamo vedendo, potrebbe essere che ai 300 complessivi ci si possa davvero avvicinare e magari superarli. Siccome Emma ha fatto un quadro molto preciso, non voglio ritornare sugli argomenti in parte anche tecnici. Volevo solo dire della soddisfazione di chi come noi ci ha creduto davvero, l'aveva inserito addirittura nel programma, ripeto, non obbligando nessuno a farlo, ma creando uno strumento molto robusto di incentivazione per coloro che lo vogliano fare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, presidente Bonaccini.

Conclusa la fase del dibattito, passiamo all'esame dell'articolato, alla discussione congiunta degli articoli e degli eventuali emendamenti.

All'art. 1 era stato presentato un emendamento che è stato ritirato dal consigliere Bertani, per cui passiamo alla discussione generale dell'art. 1. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Ranieri): L'art. 1 è approvato.

Art. 2.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Ranieri): L'art. 2 è approvato.

Art. 3.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Ranieri): L'art. 3 è approvato.

Art. 4.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Ranieri): L'art. 4 è approvato.

Art. 5.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Ranieri): L'art. 5 è approvato.

Art. 6.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Ranieri): L'art. 6 è approvato.

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'intero progetto di legge.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Il mio voto è favorevole. Auspico che rispetto alla fusione che oggi si realizza, per il carattere che la stessa assumerà e i risultati che la stessa assumerà, potrà coinvolgere anche quei comuni finitimi che oggi non aderiscono all'unione ma che a mio avviso, se facessero parte di un unico comune, avrebbero indubbi benefici e ne porterebbero anche al nuovo comune che sta per nascere in provincia di Parma.

 

PRESIDENTE (Ranieri): Grazie, consigliere Foti.

Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

45

Assenti

 

5

Votanti

 

45

Favorevoli

 

45

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la legge riguardante «Istituzione del Comune di Polesine Zibello mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma.»

 

OGGETTO 579

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Monte Colombo e Montescudo, nella Provincia di Rimini» (21)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 579/1 oggetto 1640 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L'iter dell’oggetto è il seguente:

testo n. 8/2015 licenziato dalla I Commissione "Bilancio Affari generali ed istituzionali" nella seduta del 23/06/2015.

Discussione generale nella seduta assembleare del 7/07/2015 e contestuale delibera n. 21 del 7/07/2015 di procedere all’indizione del referendum consultivo.

Pubblicazione nel Bollettino Ufficiale n. 270 del 23/10/2015 dei risultati del referendum.

A norma della L.R. 8 luglio 1996, n. 24 (Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di comuni) art. 13, comma 2.

In caso di svolgimento del referendum, la votazione finale da parte del Consiglio sul progetto di legge resta sospesa fino alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione dei risultati del referendum. Il Consiglio regionale delibera definitivamente sul progetto di legge entro i successivi sessanta giorni (22 dicembre 2015).

Testo n. 22/2015 licenziato dalla Commissione "Bilancio Affari Generali ed istituzionali" nella seduta del 3 novembre 2015, con il titolo "Istituzione del Comune di Montescudo - Monte Colombo mediante fusione dei Comuni di Monte Colombo e Montescudo, nella Provincia di Rimini".

Il relatore della Commissione, consigliere Giorgio Pruccoli, ha presentato relazione scritta.

Il relatore di minoranza, consigliere Andrea Bertani, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il progetto di legge è composto da 6 articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

La parola al relatore della Commissione, consigliere Pruccoli.

 

PRUCCOLI, relatore della Commissione: Grazie, Presidente. Io, se siete d'accordo, vista l'ora e visti gli atti importanti che ancora dobbiamo porre in votazione, tra cui il bilancio che abbiamo posposto rispetto a questi tre progetti di fusione, e visto anche l'esito della prima votazione del primo passaggio di questo progetto di fusione che ci ha visto concordi, andrei direttamente a quella che potrei definire la seconda puntata e cioè tutto ciò che è avvenuto dalla data del referendum in poi.

Il referendum, come negli altri due casi, si è tenuto lo scorso 11 ottobre e si è chiuso con un'ampia maggioranza di "Sì" anche per quanto riguarda il contesto riminese. Più precisamente, i voti favorevoli sono stati 1152 mentre i voti contrari sono stati 386. Entrando nel dettaglio, si è avuta una maggioranza dell'84,48 di voti validi nel Comune di Montescudo e del 68,77 nel comune di Montecolombo, che, come ha detto il presidente Bonaccini, ha avuto anche quella vicissitudine che può avere in parte influito sulla partecipazione al voto.

La denominazione più votata, e quindi quella che assumerà il nuovo comune che si costituirà a partire dall'1 gennaio 2016, è di "Montescudo - Monte Colombo". Questa versione ha ottenuto 597 voti a favore. L'affluenza finale è stata piuttosto bassa, ahimè, del 28,05 a Montescudo e del 30,14 a Monte Colombo, però, come sappiamo, sono referendum consultivi e non è previsto alcun quorum, per cui il referendum deve essere ritenuto valido.

Il nuovo comune avrà una superficie di 32 chilometri quadrati e una popolazione di circa 6800 abitanti e sarà istituito dal primo gennaio 2016. Attualmente si trova, come da legge, commissariato.

Per quanto riguarda i benefici riconosciuti a questo nuovo ente viene confermato ovviamente tutto ciò che avevamo detto nella seduta estiva: c'è il contributo da parte della Regione di 92 mila euro all'anno per una durata di 15 anni a cui si aggiunge anche il contributo a titolo di compartecipazione alle spese iniziali di 120 mila euro all'anno per i primi tre anni in conto capitale e poi a questi il nuovo comune potrà aggiungere anche il sostegno da parte dello Stato che è quantificabile in un contributo annuale, però in questo caso erogato per soli 10 anni e non 15, di 235 mila euro l'anno.

Molto rapidamente, se vogliamo ripercorrere i punti salienti dell'articolato della legge, mi sento di segnalare il comma 4 dell'articolo 3 che dispone la vigenza degli strumenti urbanistici preesistenti nei comuni con riferimento agli ambiti territoriali di origine fino alla redazione dei nuovi strumenti.

Ricordo anche che questo nuovo comune entrerà a far parte, sostituendosi ai due di derivazione, dell'Unione dei comuni della Valconca, a cui entrambi i comuni di provenienza appartenevano a partire dall'anno 2001.

L'altra cosa che segnalo è che al comma 4 dell'articolo 4 viene confermata per il nuovo comune, oltre che ai benefici economici che ho già rappresentato, per i dieci anni successivi dalla sua costituzione, quindi fino al 2026, la priorità assoluta nei programmi, nei provvedimenti regionali di settore che prevedono contributi a favore degli enti locali. Questo nuovo comune viene equiparato ad un'unione di comuni anche se, in verità, come ho già detto, ne fa già parte sostituendo i due comuni di origine.

Direi che tengo volutamente stretta questa relazione, ripeto, visto anche l'esito del primo passaggio e poi eventualmente mi riservo di intervenire di nuovo in sede di replica finale. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pruccoli.

La parola al relatore di minoranza, consigliere Bertani, che ha preannunciato di svolgere relazione orale.

 

BERTANI, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Anch'io cercherò di essere breve anche perché poi, se riusciamo, mi piacerebbe discutere qualche risoluzione.

Qualche considerazione sull'affluenza al voto. I punti di vista possono essere diversi, per noi l'affluenza al voto purtroppo è bassa. Può essere che sia vero che sia a causa dell'accidente che è successo a Montescudo o a Monte Colombo, ma se questi referendum fossero stati con il quorum sarebbero stati tutti non validi ovviamente. Per noi sono referendum validi perché chi si presenta al voto decide e quindi per noi su questo non c'è problema, però sicuramente tutto questo ci deve far fare qualche riflessione perché questi quesiti referendari toccano direttamente la vita dei cittadini e ci sono stati dei cittadini che hanno valutato che comunque non valeva la pena muoversi e darsi da fare nonostante ci fosse in ballo una cosa che li toccava direttamente, magari hanno pensato: tanto non conta, tanto non cambia niente, tanto fanno quello che gli pare. Questo ci deve interrogare anche perché questi sei comuni vengono da tre parti diverse della regione (Emilia Ovest, Emilia Centrale e la Romagna, quindi pianura, montagna e collina), non so statisticamente quanto siano rappresentativi, però a me danno un quadro complessivo di quello che succede nella nostra regione e quindi può essere un po' un quadro della fiducia o forse della sfiducia attribuita ai processi di partecipazione.

Penso che dobbiamo fare una riflessione e su questo ci siamo sentiti di proporre un ordine del giorno - è collegato a questo progetto di legge specifico, ma poteva essere collegato benissimo ad uno dei tre, l'ho allegato a questo visto che su questo sono relatore di minoranza - perché secondo me si impone una riflessione e si impone anche un'azione sulla partecipazione, quindi noi chiediamo un impegno alla Giunta anche per cercare di far ripatire questi progetti partecipativi. Abbiamo una legge sulla partecipazione che evidentemente va rivista e rivalutata nella sua efficacia ed effettività e chiediamo di individuare altri strumenti, altre modalità per coinvolgere i cittadini proprio perché, e su questo sono d'accordo con qualcuno e con altri meno, la fusione non va fatta per soldi, la fusione va fatta se ci sono dei cittadini che sono convinti che quella fusione porti dei vantaggi ma in fatto di efficacia ed efficienza dell'amministrazione presso di loro, in fatto di maggiori servizi, perché va fatta non per soldi, ma per convenienza; dire "non per soldi ma per amore" forse è un po' troppo, però sicuramente se noi incentriamo le fusioni solo al vantaggio economico del finanziamento che arriverà dalla Regione e dallo Stato, che, come qualcuno dei colleghi dice, non è certo che poi durerà per tutti gli anni che abbiamo promesso, la fusione sicuramente non funziona secondo noi.

Stessa cosa va fatta sul discorso delle unioni perché anche qui dobbiamo rifare una seria valutazione, dobbiamo vedere se le unioni sono state fatte per risparmiare dei soldi. Il dubbio, a questo punto, è che forse va fatto uno studio per capire se questo risparmio c'è effettivamente e io non ne sono così convinto, per cui se c'era un'efficienza l'abbiamo aumentata. Non sono così convinto che la rappresentatività all'interno di questi organi di secondo livello ci sia, anzi, sono convinto che non ci sia proprio perché sono consigli che fanno fatica a funzionare perché ci sono maggioranze che non si capisce se sono trasversali, se ci sono gruppi politici o meno, se le decisioni che vengono prese funzionano.

Quindi diciamo che noi siamo a favore delle fusioni, come avete visto, votiamo a favore e voteremo a favore anche di questa fusione nonostante l'affluenza sia bassa, però chiediamo una riflessione sul fatto che queste fusioni nascono e nasceranno ancora meglio se riusciamo a stimolare la partecipazione e l'interesse dei cittadini, altrimenti rischiano di essere un'operazione di mero calcolo sul numero dei comuni e di mero calcolo economico. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Apro il dibattito generale. Non ho iscritti ad intervenire in dibattito generale, per cui, se non ci sono eventuali conclusioni della Giunta su questo oggetto, apro l'esame dell'articolato e passiamo al voto.

Art. 1.

Vi ricordo che sull'articolo 1 c'era l'emendamento del consigliere Bertani che è stato ritirato.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L'art. 1 è approvato.

Art. 2.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L'art. 2 è approvato.

Art. 3.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L'art. 3 è approvato.

Art. 4.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L'art. 4 è approvato.

Art. 5.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L'art. 5 è approvato.

Art. 6.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L'art. 6 è approvato.

Ora passiamo alle dichiarazioni di voto finali congiunte sul progetto di legge e sull'ordine del giorno a firma dei consiglieri Gibertoni, Bertani, Piccinini, Sensoli e Sassi. Ogni gruppo ha a disposizione cinque minuti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intervengo sull’ordine dei lavori. Mi sembra che non sia ancora stato distribuito l’ordine del giorno. L’ho illustrato a voce. Intanto dico cosa chiediamo: sempre riguardo alla partecipazione, di effettuare una seria e un’attenta verifica della reale efficacia della legge regionale sulla partecipazione (legge 3/2010), perché a noi sembra che, se nello spirito era condivisibile, negli atti abbia alcuni limiti e non sia sempre stata applicata per attuare veramente i suoi scopi, a promuovere la revisione in direzione di una sua piena apertura alle richieste e alle sollecitazioni che provengono dai cittadini, a individuare strumenti e modalità per consentire la partecipazione diretta e il dialogo di cittadini con gli organi politici e con le strutture della Regione – mi viene semplicemente il fatto che ancora non riusciamo a trasmettere in streaming le nostre Commissioni, o lo facciamo con difficoltà –, organizzare forme di confronto diretto con i cittadini ordinariamente praticate sugli orientamenti e gli atti d’indirizzo e sui più significativi provvedimenti attuativi, a promuovere e sostenere analoghe iniziative da parte dei comuni nel territorio regionale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Vedo che stanno distribuendo l’ordine del giorno. Siamo in dichiarazione di voto congiunta.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Non è la prima volta che ci troviamo a dover rincorrere cose che arrivano all’ultimo secondo, anche devo dire quasi fuori tempo massimo. Senza voler prendere una posizione netta né contro, diventa impossibile anche condividere un documento. Dopo una rapida consultazione con il Capogruppo, annuncio il nostro voto di astensione, vista l’impossibilità di prendere coscienza di ciò che contiene il documento presentato dai colleghi del Movimento 5 Stelle.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pruccoli.

Era stato presentato nei tempi utili, ma mi dicono che purtroppo c’è stato un problema di accumulo di fotocopie.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Ho finito di leggere adesso l’ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle. Ritengo che questo ordine del giorno possa andare nella direzione anche nostra. Di fatto quello che si evidenzia nell’ordine del giorno sono problematiche che abbiamo sollevato nel corso delle fusioni. È anche vero che da un lato dobbiamo comunque rappresentare il fatto che, presentando l’ordine del giorno e leggendolo in due secondi, non si può esprimere un voto in maniera cosciente e in piena conoscenza del documento stesso, per cui, allo stesso modo del consigliere Pruccoli, noi ci asterremo dal votare questo documento.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intervengo sull’ordine dei lavori. A questo punto chiedo, se è possibile, fermarci due minuti, leggerlo e fare una valutazione, perché mi sembra che sostanzialmente non ci sia una preclusione. Purtroppo c’è stato questo disguido e quindi mi dispiace lasciarlo decadere perché c’è stato un disguido. Vi chiedo se siete disponibili a rifletterci due minuti, vi trovate magari fra Capigruppo e valutate cosa fare, così ognuno dà una sua opinione compiuta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Non ho problema a dire che questo è un ordine del giorno che si può tranquillamente votare, però vorrei anche dire che prima o poi bisogna riunire la Giunta per il Regolamento, perché noi stiamo parlando di una legge e qui facciamo un ordine del giorno su una legge che non abbiamo neanche davanti. Lo dico con tutto il rispetto. È brutto parlare di ammissibilità e inammissibilità, però dobbiamo anche darci un codice per cui interveniamo sulle cose di cui stiamo parlando. È vero che la partecipazione è un concetto vasto, però stiamo parlando di un referendum nei comuni per la fusione, tiriamo fuori la legge sulla partecipazione, che è importante. Nel merito l’ho letto e può andare bene, però continuiamo a creare dei precedenti. Presidente, prima o poi penso che questo discorso vada fatto per l’economia dei nostri lavori, perché, al di là della mancata distribuzione, c’è anche la mancata conoscenza del provvedimento in questione, perché penso che nessuno sia arrivato con la legge 3 in tasca e riesca a vedere se tutto quello che è citato nelle premesse o nel dispositivo abbia attinenza con quello di cui stiamo parlando o quello che si chiede sia in linea con quanto dispone la legge.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Noi chiediamo di andare avanti con la votazione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Caliandro.

Mi pare che ci sia un intervento a favore e uno contro. Se volete, metto in votazione, altrimenti a questo punto direi che si possa andare avanti.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 579/1 oggetto 1640, a firma dei consiglieri Gibertoni, Bertani, Piccinini, Sensoli e Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno è respinto.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

 

44

Assenti

 

6

Votanti

 

44

Favorevoli

 

44

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Soncini): Proclamo approvata la legge riguardante «Istituzione del Comune di Montescudo - Monte Colombo mediante fusione dei Comuni di Monte Colombo e Montescudo, nella Provincia di Rimini.»

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico ai colleghi che risulta ritirata la richiesta di inversione dell’ordine del giorno per trattare prima dell’oggetto 1526 l’oggetto 1463.

 

OGGETTO 1526

Delibera: «Bilancio di previsione finanziario dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per gli anni 2016 - 2017 - 2018.» (Proposta dell’Ufficio di Presidenza in data 27 ottobre 2015, n. 87) (47)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): La Commissione Bilancio, Affari generali e Istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 10 novembre 2015 con la seguente votazione: 36 voti a favore, zero contrari, 5 astenuti. Apro il dibattito generale. Si hanno a disposizione dieci minuti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Siamo al nostro secondo bilancio di previsione di questa Assemblea legislativa e completiamo un percorso con l’anno 2016, la seconda e fondamentale tappa di un processo di riforma agli ordinamenti pubblici-contabili che sono stati introdotti dal decreto legislativo del 2011, n. 118. Questo decreto aveva lo scopo di rendere i bilanci delle amministrazioni pubbliche omogenei, confrontabili e con i dati aggregabili, più di quanto non fosse possibile con la precedente disciplina. Questo percorso a tappe è cominciato già col bilancio del 2015, con l’annualità scorsa o quella in atto, e ha visto l’affiancamento al bilancio annuale del 2015 e al triennale 2015/2017 del vecchio schema, anche per rendere più facilmente comprensibile quello che era l’impianto complessivo. La vera rivoluzione sta nel fatto che la parte di entrate si divide in due macrosettori, che sono titoli e tipologie, mentre la parte della spesa si divide in due macrosettori, che però si chiamano missioni e programmi. Da questi macroaggregati discendono tutte le varie funzioni e i vari sottocapitoli.

Tra le altre novità che hanno caratterizzato il bilancio 2015, e che quindi si riflettono e vanno a regime ancor di più nel bilancio preventivo 2016, c’è l’applicazione del principio contabile generale della competenza finanziaria potenziata, e questo si porta come effetto di trascinamento il conseguente riaccertamento straordinario dei residui, che è stato un lavoro importante e certosino portato avanti da parte degli uffici. L’Ufficio di Presidenza ha ovviamente, prima del passaggio in Aula, già approvato questo schema di bilancio e l’ha fatto nella seduta del 27 ottobre con la delibera n. 87.

Do alcuni dati: questo bilancio mantiene la propria entità al di sotto dei 32 milioni di euro (più precisamente siamo a 31 milioni 932 mila euro), di cui 20 milioni 359 mila euro vengono imputati effettivamente al bilancio di questa Assemblea, mentre 11 milioni 500 mila euro circa trovano ancora spazio, in attesa della partita Iva indipendente di questa Assemblea, e allocazione sul bilancio della Giunta ancora per tutto l’anno 2016. Dicevamo che questo tetto di spesa annuale che era stato fissato dall’Aula lo scorso aprile, che aveva anche recepito tutte le misure di taglio, tutta la manovra di sobrietà imposta dalla legge 1/2015, resta il medesimo, quindi quel tetto di spesa non viene minimamente aumentato, c’è però, ma è stata volutamente tenuta a parte, quindi reso visibile e in un certo qual modo sterilizzato, l’aggiunta del costo della consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, che diverrà un organismo assembleare con una legge che abbiamo approvato in corso d’anno dal primo gennaio 2016. Avevamo preso l’impegno, come Ufficio di Presidenza, con il collega Questore, anche di mettere in campo una serie di azioni per portare una maggiore efficacia e una razionalizzazione sulla spesa e abbiamo conseguito dei primi risultati che possiamo anche quantificare con un risparmio sulla logistica di circa il 15 per cento sui canoni di affitto e sulle spese per arredi, la dematerializzazione delle procedure cartacee, della produzione cartacea e delle dotazioni standard per gli uffici, che ha portato a 73 mila fogli stampati in meno, per un risparmio di 111 mila euro presunti, e i pagamenti ai fornitori che sono stati portati al di sotto dei trenta giorni previsti per legge.

Un altro dato che vale la pena sottolineare è che, sommando tutto e dividendo il costo di questa Assemblea per il numero dei cittadini della nostra regione e degli emiliano-romagnoli, siamo sotto ai 7 euro all’anno pro capite per cittadino e quindi siamo sotto i 7,5 euro, che è il tetto massimo imposto dalla legge regionale 11/2013. È un bilancio che dal punto di vista delle linee di strategia, delle linee politiche, anche se ovviamente si tratta di un bilancio di funzionamento di organi istituzionali, quindi ovviamente il bilancio più politico è quello complessivo della Giunta, quello della Regione, ma se vogliamo identificare dei tratti di linea politica e comunque di strategia rispetto alle scelte, abbiamo confermato quindi la sobrietà e l’efficienza, ma senza rinunciare al rafforzamento, che volevamo, dell’azione di promozione della legalità e del contrasto alle mafie, problema urgente e pressante anche all’interno della nostra regione.

Siamo riusciti a potenziare i progetti sui diritti, sulla memoria e sulla cittadinanza attiva, con il coinvolgimento soprattutto e in particolar modo delle nostre scuole, e i servizi per la tutela dei cittadini e dei consumatori quali il difensore civico, il garante dei minori, il garante dei detenuti, il CORECOM e il servizio di conciliazione tra gli utenti e le aziende di telefonia. Dicevo che una parte di queste risorse per il funzionamento della macchina per quanto riguarda le spese del personale, in parte sono allocate sul bilancio della Giunta. Anche nel 2016 abbiamo voluto proseguire l’azione di contenimento della spesa già avviata negli anni precedenti e che ha visto il suo apice con l’applicazione della legge 1. Si segnala in particolare che, per quello che riguarda il funzionamento degli organi istituzionali, la spesa per il 2016 si riduce fino a 14.102.120,71 euro. Questa riduzione deriva, rispetto all’annualità precedente, in gran parte dalla minor spesa necessaria nel 2016 per pagare ai Consiglieri della IX legislatura le indennità di fine mandato, che ricordo sono state l’ultima occasione in cui questa Regione pagherà queste indennità, perché con la legge 1 sono state eliminate. Tra le spese di efficientamento, quindi l’efficientamento e il miglioramento sul bilancio, voglio ricordare l’attività di analisi, studio e ricerca con un’economia di circa 18 mila euro, gli emolumenti spettanti a vario titolo ai Consiglieri regionali - qui abbiamo la partita più consistente - per 668.507 euro, la dotazione finanziaria per gli istituti di garanzia con 27.550 euro in meno, le spese per l’informazione e la comunicazione con 122.652 euro in meno e le spese per la documentazione, relazioni esterne e internazionali con 133.129 euro in meno. Dicevo, e riprendo questo concetto, che c’è un inserimento come spesa ulteriore, ma è una partita che ci sterilizza, perché ovviamente contiene al suo interno il bilancio anche il trasferimento necessario da parte della Giunta, per la consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. Complessivamente questa partita da 408 mila euro si trasferisce nel nostro bilancio sia in entrata sia in uscita per la gestione di questa istituzione e di questo strumento.

Altre azioni di contenimento della spesa che vale la pena ricordare sono - avevamo anche su questo preso degli impegni di vedere anche sulle spese fisse di poter ridurre ulteriormente gli impegni, ed è stato fatto - 60 mila euro sulle spese di locazione dei vari stabili che ci competono e ci riguardano per l’esercizio delle nostre funzioni, 122 mila euro di risparmio sulle spese di vigilanza, 46.500 euro sulle spese di facchinaggio e 50 mila euro sulle spese di pulizia. Nel programma VIII vale la pena sottolineare il fatto che stiamo parlando di statistiche e sistemi informativi; la spesa risulterebbe incrementata di 378 mila euro, ma in realtà anche su questo è stato fatto un lavoro di grande attenzione, di fino direi, per ottenere risparmi e una razionalizzazione. Perché dico che apparentemente sembra di più? Perché con l’armonizzazione del bilancio la diversa collocazione delle cifre parrebbe portare a un aumento dello stanziamento, ma in realtà, se si vanno a prendere tutte le partite e le si sommano a quelle dell’annualità precedente, c’è stato un risparmio.

Gli obiettivi strategici del bilancio credo di averli sommariamente tracciati, per cui diamo completa copertura alle attività programmate per il raggiungimento degli obiettivi che abbiamo fissato nel documento di pianificazione strategica, anche questo approvato dall’Ufficio di Presidenza alcune settimane fa. Ovviamente la parola d’ordine di questo documento è la maggiore efficienza organizzativa e il contenimento dei costi, la ridefinizione complessiva del ruolo dell’Assemblea legislativa, anche nel quadro istituzionale europeo, oltre che nazionale, la semplificazione normativa, che deve essere un traguardo sempre da perseguire, e anche una maggiore qualità della legislazione regionale con il potenziamento dell’attività di valutazione sia dell’impatto sia dell’efficacia delle leggi approvate. Abbiamo già ricordato, ma lo voglio ricordare per una seconda volta, la promozione della legalità e della sicurezza, il rafforzamento della progettazione in materia di cittadinanza attiva, diritti e memoria rivolte alle nuove generazioni e la revisione della legge regionale sulla partecipazione alla legge 3/2010, il potenziamento dei processi partecipativi, in particolare quelli finalizzati alla fusione dei comuni e al riordino territoriale. Neanche a farlo apposta, parliamo ora di rafforzamento dei processi partecipativi dopo averne appena dibattuto con il punto precedente. Do un ultimo numero: l’avanzo presunto sul bilancio 2015 potrebbe essere di 2.168.222,27 euro e non trova in questo momento applicazione e iscrizione nel bilancio preventivo 2016 perché questo è espressamente previsto dalla norma, se non quando avremo approvato il rendiconto 2015, per cui più o meno questa cifra, perché questo ad oggi è un avanzo presunto secondo i calcoli nella nostra disponibilità oggi, potrà essere iscritta nel bilancio preventivo 2016 una volta che avremo approvato il consuntivo e il rendiconto del 2015. Ultima cosa di cui abbiamo già dato atto in Commissione e che vale la pena ricordare anche all’Aula è che è ovviamente arrivato, così come previsto per legge, il parere dei revisori dei conti, ed è un parere positivo. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pruccoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Come detto giustamente dal consigliere Pruccoli, questo è il bilancio dell’Assemblea, non della Giunta, quindi riguarda più che altro il funzionamento dell’Assemblea e quindi non è un bilancio di natura politica, ma più che altro di natura di funzionamento. Sarò comunque lo stesso critico, nonostante anticipo il nostro voto favorevole, perché riteniamo opportuno evidenziare alcune problematiche legate alla stesura del bilancio stesso. Quello che ci apprestiamo ad approvare è un documento in conformità al dettato normativo del decreto legislativo 118/2011, che prevede la redazione di un bilancio con funzione conoscitiva basato su nuovi principi contabili della competenza finanziaria potenziata e dal conseguente riaccertamento straordinario dei residui.

Lo scopo dell’armonizzazione è quello di rendere i bilanci di tutte le amministrazioni pubbliche omogenei e confrontabili. Dovrebbe, in termini pratici, rendere molto più semplice la loro lettura e il confronto con le altre istituzioni. Questo bilancio è costituito per titoli e tipologie dal lato delle entrate e per missioni e programmi invece dal lato delle spese, ma sicuramente questo documento non è lo specchio della trasparenza e della chiarezza che ci si aspettava. La tabella che riassume le entrate e le spese per il triennio sicuramente ci darà misura del bilancio dell’Assemblea legislativa, che si assesta a pareggio per un importo pari a circa 26 milioni di euro, importo che è alquanto considerevole e che a mio avviso richiede qualche dettaglio in più. Dal punto di vista delle entrate l’avanzo presunto 2015 dovrebbe essere di poco più di 2 milioni di euro e che viene vincolato per 6 mila euro per trasferimenti AGCOM, per funzioni delegate al CORECOM e per 32 mila euro per quote di accantonamento relative a somme accertate nel corso del 2015 a seguito delle comunicazioni già pervenute dalle autorità giurisdizionali per i quali non c’è ancora stata una definizione.

Tra le entrate peraltro sono previste, e questo lo abbiamo criticato fortemente, tanto che non abbiamo neppure votato la consulta per gli emiliano-romagnoli nel mondo, i trasferimenti da parte della Giunta in capo all’Assemblea per 408 mila euro. Noi riteniamo che questa somma sia comunque data a questa consulta come spreco assoluto e mantenimento dei privilegi da parte dello stesso Partito Democratico. Sono previste inoltre entrate per 25 mila euro per una sovvenzione da parte dell’Unione europea, ma tale sovvenzione è prevista per il solo 2016 e non c’è alcuna entrata per gli anni successivi, e non c’è neanche alcuna spiegazione del fatto che non ci siano previsioni per gli anni successivi. La stessa situazione si trova anche nelle partite relative alle partite di giro, per le quali si potevano fornire maggiori approfondimenti per comprendere la tipologia delle trattenute effettuate nel 2015. Tanto detto per le entrate, tanto vale per le uscite, per le quali l’unica parte sufficientemente chiara è il programma I (Organi istituzionali), che rappresenta la parte più importante della spesa dell’Assemblea, legata al trattamento economico dei Consiglieri, del personale assegnato e delle strutture speciali. Ma anche su queste partite potevano essere dedicati alcuni schemi più dettagliati, i costi dell’agenzia di stampa, per capire come e quanto incidono sull’Assemblea stessa, quali siano le spese legate alla comunicazione istituzionale e spiegare che cosa sono le quote che pesano sul bilancio per 89 mila euro o capire che funzioni e quanto assolva il coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani e dell’Istituto Alcide Cervi. Peraltro non capiamo neanche il motivo perché gravi questa quota sul bilancio dell’Assemblea.

Per quanto riguarda il programma III (Gestione economica finanziaria di programmazione e provveditorato), prevede stanziamenti per quasi 4 milioni di euro. Anche qui ci troviamo in un’area dove non è dettagliata esattamente la spesa e quindi riteniamo che sia poco trasparente questa voce. Non vengono indicati infatti i canoni di locazione per ufficio, edificio e il loro ammontare. Si parla di costi per servizi di vigilanza, facchinaggio, pulizia e altri servizi, ma nessuna indicazione specifica. Il programma VIII (Statistiche e sistemi informativi), con uno stanziamento di 1 milione 191 mila euro, prevede spese correnti per 637 mila euro per vari tipi di servizi, tra cui la manutenzione, gestione posti di lavoro, supporto agli utenti, ma nulla di particolarmente dettagliato, per non parlare peraltro dell’assenza di dettagli per 450 mila euro di spese in conto capitale di cui non c’è un minimo di chiarimento o indicazione di tipologia di acquisti che l’Assemblea farà nei prossimi anni. Queste sono le criticità che noi solleviamo a questo bilancio assembleare. Ci aspettiamo sicuramente per il prossimo anno che, soprattutto nelle voci legate alla spesa, ci siano forniti maggiori chiarimenti e maggiori dettagli. Seppur questo bilancio è fatto nei crismi minimi che la legge prevede, ci aspettiamo che comunque in ogni caso per vagliare tutte quelle che sono le spese e le voci di bilancio ci sia un maggior dettaglio e una maggiore chiarezza tanto che si potrà poi andare a verificare se effettivamente queste spese potranno essere riviste e riorganizzate eventualmente in un altro modo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Già alcune cose sono state chiarite anche nei lavori in Commissione. Noi cominciamo ad apprezzare il fatto che il taglio ai costi della politica, quindi quei 5 mila euro lordi per i quali abbiamo sempre combattuto, cominciano a dare i loro effetti sul bilancio dell’Assemblea legislativa. Rimane ancora il problema, e purtroppo non c’è l’Assessore al Bilancio, che quei soldi non sono più nella disponibilità dell’Assemblea legislativa, ma della Giunta, ancora non sono stati finalizzati, come tutta l’Assemblea legislativa ha richiesto, quindi questo per noi rimane un grave danno ai cittadini e anche all’onorabilità dell’Assemblea, perché se ci siamo fatti dei tagli onore a tutti, però quei tagli vanno utilizzati come avevamo deciso. Ci sono ancora dei dubbi sul fatto che ci viene riferito per motivi tecnici che nel nostro bilancio non appaiano ancora tutte le spese per il personale. C’è ancora il problema del codice fiscale, sembrava che in teoria nel corso del 2015 questo problema dovesse essere risolto e questa mancanza ci fa un po’ specie. Infine - è già stato rimarcato dal collega Pompignoli - ci ritroviamo "sul groppone" i costi e le entrate per quanto riguarda la consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, alla quale noi rimaniamo ancora contrari, quindi non ce li vogliamo trovare in bilancio. Per questo motivo - preannuncio già il voto - ci asterremo sul bilancio dell’Assemblea. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Torri. Ne ha facoltà.

 

TORRI: Grazie, presidente. Intervengo per fare alcune considerazioni anche da parte del gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà rispetto al bilancio dell’Assemblea legislativa. La relazione del consigliere Pruccoli in apertura direi che è stata esauriente, però ci preme rimarcare alcuni aspetti di questo bilancio, che è sì un atto tecnico, ma dal quale si possono ricavare credo anche alcune indicazioni politiche, proprio a partire dai numeri, che comunque rappresentano delle scelte che l’Assemblea legislativa nella sua autonomia ha fatto, come la scelta di non espandere il proprio peso economico, anzi di continuare nella strada dei tagli e della sobrietà, che ha contraddistinto direi questa legislatura dall’avvio. Era un obiettivo che ci eravamo dati e che ci eravamo detti di tenere presente la scarsa partecipazione alle elezioni come monito e impegnarci su quella strada. Una parte di questo impegno credo venga rispecchiato anche dal bilancio che andremo a votare quest’oggi.

Il primo tema, quello della sobrietà, è un tema sì tecnico, ma anche politico, il risparmio dovuto ai tagli dei costi della politica, la razionalizzazione, quindi il risparmio, per quello che riguarda fitti e arredi e anche un elemento come quello della dematerializzazione che, è vero, produce un risparmio in termini economici piuttosto modesto nel complesso del bilancio, però dà un’idea ancora più concreta di questa scelta di sobrietà, visto che siamo una delle prime regioni come calo di produzione di carta per quanto riguarda i nostri documenti.

Un altro elemento di concretezza credo sia quello del parametro dei pagamenti sempre sotto i trenta giorni, una forma anche di rispetto più che dovuta riguardo coloro i quali stanno fuori di qui. Questo non ha impedito di lavorare - lo ricordava anche il consigliere Pruccoli - sull’apertura, un altro tema che ci deve stare a cuore se partiamo dalle premesse che dicevamo prima, perché questa sede sia sempre più vicina alle esigenze dei cittadini e anche motivo di luogo di incontro e di scambio, sicuramente un aiuto anche nella nostra attività politica. Questa apertura la si riscontra nei progetti legati alla cittadinanza attiva e alla partecipazione; i filoni dei diritti, della memoria e del patrimonio naturale che abbiamo fuori di qui sono importanti. Una su tutte l’avvio delle giornate di formazione di concittadini lo scorso venerdì, che ha visto una grande partecipazione da parte di educatori, studenti e amministratori di tutte le estrazioni. Visto che è anche vicina nel tempo, potrebbe essere usata come simbolo di questa tendenza, che credo sia stata sempre più evidente in quest’anno e che possa essere definita politica nel vero senso della parola, con la partecipazione di Valerio Onida, Nando dalla Chiesa, ma anche dei ragazzi di Cortocircuito, che da un giornale studentesco sono saliti all’onore delle cronache proprio nell’inchiesta che sta attraversando la nostra Regione in questo periodo.

Sono tutti elementi che emergono e sono conseguenza dei numeri che andremo ad approvare tra poco. Il giudizio chiaramente che diamo come gruppo politico è positivo. Il fatto che lo stiamo dicendo ora e che stiamo facendo apprezzamenti a un bilancio che ci riguarda tutti, ogni Consigliere, da vicino non deve essere motivo di auto-incensazione o di pensare che vada tutto bene, anzi deve essere l’indicazione sul fatto che si può migliorare, che questa strada, se anche giusta, va perseguita con coerenza e con insistenza. Oltre a fare i complimenti per il lavoro che c’è dietro un bilancio, però bisogna anche tenere presente che è solo un pezzo di strada, un obiettivo parziale, e in quest’ottica proseguire sempre nella massima apertura e nel confronto anche dentro quest’Aula recependo tutte le osservazioni che sono uscite per migliorare e precisare ancora gli aspetti che necessitano di miglioramenti e precisazioni. Nel complesso il voto di Sinistra Ecologia e Libertà sarà positivo sul bilancio dell’Assemblea.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie consigliere Torri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà. Le ricordo che aveva finito il tempo.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Allora rinuncio all’intervento.

 

PRESIDENTE (Saliera): Possiamo passare in dichiarazioni di voto. Non ho più iscritti in dibattito generale, per cui passiamo alle dichiarazioni di voto. Ogni gruppo ha a disposizione cinque minuti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Sollecitato da alcuni interventi che ho ascoltato, intervengo per fare alcune riflessioni da condividere con l’Aula. Relativamente a quello che diceva il consigliere Pompignoli, è chiaro che, e lo abbiamo premesso, lo schema e l’impostazione del bilancio è totalmente cambiata e proprio la logica della macrovoci e delle macroaggregazioni rende effettivamente il bilancio di più complessa lettura rispetto al passato.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Scusate, c’è molto brusio. Fate un po’ di silenzio.

 

PRUCCOLI: Siamo tutti stanchi, ma dobbiamo andare a finire. Dicevo che rende sicuramente molto più difficoltosa la lettura perché bisogna abituarsi a nuovi schemi, a una nuova impostazione e magari la prima lettura, quella che passa per le macroaggregazioni, effettivamente non regala il dettaglio e lo split delle varie voci. Credo che sia giusto anche ringraziare tutta la nostra struttura e ragioneria per il grande lavoro svolto, come ricordava il collega di Ufficio di Presidenza, Torri, perché effettivamente è stato fatto uno sforzo notevole di adeguamento rispetto a questa nuova normativa e in parallelo è stato anche riproposto il preventivo 2016 sullo schema a cui eravamo abituati per una migliore comprensione e una migliore lettura. Probabilmente conveniva, per questo primo anno, guardare quello in attesa di prendere confidenza con il nuovo schema. Sentivo sempre il collega Pompignoli che diceva che il programma I è il più chiaro, ma sostanzialmente il programma I è l’unico che ci riguarda, perché stiamo parlando degli organi istituzionali, quindi il 90 per cento della nostra spesa e delle nostre linee di azione si trova all’interno di quel capitolo ed effettivamente, come da lui stesso riconosciuto, è quello più riconoscibile e più chiaro. Devo dire che, come Consiglieri questori, abbiamo anche chiesto che nell’arco del 2016 ci venga consegnato il dettaglio degli impegni di spesa da parte degli uffici così da poter tenere un monitoraggio costante di quelli che sono i vari impegni e anche noi entrare con sempre maggior cognizione di causa sulle singole voci di spesa per poter eventualmente proporre, di concerto con la struttura, miglioramenti e ulteriori razionalizzazioni della spesa e contingentamenti rispetto ad alcuni capitoli. Rispetto a quello che diceva il consigliere Bertani, i risparmi della legge 1, nel momento stesso in cui abbiamo deciso tutti quanti insieme di dedicarli al welfare e ad azioni che stanno sul sociale, sono fuori dal raggio di competenza di questa Assemblea, ed è ovvio che finiscano nel bilancio della Giunta. Non c’è altra soluzione. Siamo fuori dal nostro ruolo istituzionale e quindi noi dobbiamo prendere atto del fatto che questi risparmi ci sono e si conseguono, dopodiché quando andiamo a votare, a discutere e verificare il bilancio della Giunta avremo il dettaglio e le linee strategiche che questa vorrà mettere in campo grazie ai risparmi che questa Assemblea è riuscita a conseguire. Dico anche che, per quello che riguarda la consulta dell’Emilia-Romagna, francamente la trovo una polemica sterile. È stato un argomento largamente dibattuto in sede di approvazione della legge e il fatto che ora passi, così come quella legge prevedeva, all’interno del bilancio dell’Assemblea è un atto dovuto e riaprire nuovamente questo tema mi sembra oggettivamente una polemica che non porta da nessuna parte. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie consigliere Pruccoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Sarò molto breve per dire due cose: innanzitutto che effettivamente il bilancio sarà sempre più difficile da comprendere come lettura in relazione all’omogeneizzazione dello stesso ai criteri europei, però ciò non toglie che, per quanto riguarda sia la sua formazione sia soprattutto la sua applicazione, vi sarà non solo da parte dell’Ufficio di Presidenza, ma di tutti i Consiglieri che vogliono tenersi informati, la possibilità di avere in tempo reale l’andamento della spesa. Già diceva il consigliere Pruccoli che come questori ci siamo impegnati a verificare tutta una serie di atti prodromici alla spesa e già questo dovrebbe di per sé dare un risultato. Io vorrei però fare una sottolineatura: l’impegno che ci eravamo assunti di mantenere il bilancio dell’Assemblea entro il limite approvato lo scorso anno è stato raggiunto anche senza l’applicazione, cosa che invece lo scorso anno era stata fatta in misura molto maggiore, dell’avanzo di amministrazione, sicché in realtà quest’anno si è raschiato il barile per 1 milione 200 mila euro di risparmi, dopodiché alcune attività di sistema sicuramente dovranno essere messe nuovamente in atto. Mi riferisco ad esempio a tutta l’impiantistica che abbiamo in comune con il Palazzo della Giunta e che abbiamo la necessità di scorporare proprio perché non si vede, ad esempio, il motivo per il quale se un qualsiasi Consigliere o un qualsiasi dipendente vuol tenere una temperatura più bassa nel suo ufficio non lo possa fare. Io penso che anche sotto il profilo dell’informatizzazione, pur essendo andati avanti i progetti, abbiamo tenuto una dimensione della spesa più ridotta di quanto ci è stato proposto, proprio per evitare di fare salti nel buio, perché dobbiamo tener presente che qui dentro, come anche negli uffici, non è che tutti abbiamo fatto dei corsi da informatici, quindi un conto è avere delle conoscenze, anche diffuse, di base dei sistemi informatici e un conto è pensare di avere duecentoventi dipendenti che sono informatici provetti e quaranta-cinquanta Consiglieri che sono altrettanto. Questo è più difficile da raggiungere.

L’ultima considerazione è questa: oggi si licenzia il bilancio, però noi dobbiamo approvare in Ufficio di Presidenza tutti i programmi sottesi a questo bilancio, quindi sotto questo profilo vi sarà la necessaria e dovuta verifica delle varie mission di questi programmi onde evitare sia una duplicazione di progetti tra Assemblea e Giunta sia anche di andare in un sottobosco, magari non sempre piacevole, di attività che sono collaterali alla nostra missione, ma che non sono sicuramente indispensabili per il prosieguo della nostra missione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 1526.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 1463

Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30. Approvazione della variazione dell’accordo del programma speciale d’area "Riqualificazione urbana della città di Imola" e parziale modifica della deliberazione del consiglio regionale n. 600 del 5 ottobre 2004 di approvazione dell’accordo del programma speciale d’area "Riqualificazione urbana della citta di Imola" come modificata dalla deliberazione dell’Assemblea legislativa con atto n. 22 del 7 ottobre 2010.» (Proposta della Giunta regionale in data 12 ottobre 2015, n. 1519) (48)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): La Commissione Bilancio, Affari generali e Istituzionali ha espresso parere favorevole, con modifiche, nella seduta del 10 novembre 2015 con la seguente votazione: 32 voti a favore, 14 contrari, zero astenuti.

Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Sarò breve, anche perché se n’è già parlato in due sedute di Commissione ampiamente. In questa delibera andiamo sostanzialmente a destinare 1 milione 550 mila euro inizialmente destinati ad alcune opere collegate alla realizzazione dello scalo merci di Imola e questa somma verrà destinata con questa variazione all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari. È ben noto che il progetto dello scalo merci imolese è andato in fumo, tant’è che la stessa Commissione, che ci propone questa variazione, la definisce un’opera non più percorribile, dunque ci è pervenuta questa proposta chiedendo di destinare all’Enzo e Dino Ferrari una parte dei fondi destinati all’accordo speciale d’area, riqualificazione urbana di Imola. È noto il mio interesse nei confronti del circuito di Imola, tant’è che abbiamo approvato, non tanto tempo fa, una risoluzione bipartisan in Consiglio, ma questa delibera non va nella direzione di quegli interventi che dovrebbero comunque servire a rilanciare questa struttura, né tantomeno sono quegli interventi che servirebbero a riqualificare l’area urbana della città. Questo lo dico perché per me le parole hanno un significato ben chiaro e nella proposta che ci è pervenuta dalla Conferenza si parla di adeguamento degli spazi al piano terra del museo a uso commerciale mediante la realizzazione di locali a uso commerciale legati al mondo dei motori, e fin qui potrebbe essere anche un ragionamento condivisibile, e altre attività commerciali. In queste altre attività commerciali ci potrebbe star di tutto.

Il consigliere Poli, del Partito Democratico, eletto anch’esso dal territorio imolese, come il sottoscritto, ha cercato comunque di dire che il milione 550 mila euro non verrà destinato comunque alla realizzazione di spazi commerciali di qualsiasi genere, però non posso non far notare che questa variazione si allinea un po’ con quello che ha dichiarato a inizio anno l’Assessore comunale Tronconi del Comune di Imola, che ha detto che l’obiettivo è quello di arrivare comunque a un polo commerciale presso la struttura dell’Enzo e Dino Ferrari. Ritornando su quello che ho detto in principio, questi non sono a nostro avviso assolutamente quegli interventi che servono a rilanciare l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola e non sono nemmeno quegli interventi che servono a riqualificare l’area urbana della città. Come Lega Nord, così come abbiamo votato in Commissione, voteremo contro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Dirò due cose veloci. La prima è che noi ci troviamo a ratificare scelte, come dicevo già in Commissione, prese altrove, nel senso che probabilmente si potrebbe anche rivedere la procedura perché noi sostanzialmente qui siamo dei passacarte, nel senso che le scelte sono già state prese in altre sedi. Quello che crediamo noi è che probabilmente Imola abbia altre priorità, ma non vorremmo nemmeno deciderle noi, nel senso che vediamo che questi soldi sono stati destinati a un progetto che va a beneficio di pochi e l’auspicio sarebbe, e questa è una cosa che ho già fatto presente anche in Commissione, quello di sottoporre alla volontà dei cittadini almeno le variazioni di questi programmi per capire le loro priorità, perché, come dicevamo, questi programmi sono scelti totalmente senza consultare i cittadini, quindi crediamo che siano loro che debbano dettare le priorità rispetto ai programmi d’area.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Intervengo soltanto per due riflessioni. La prima la rivolgo all’Assemblea, ma anche soprattutto all’assessore Bianchi: penso che una riflessione più approfondita sui programmi d’area debba essere fatta sia perché sono programmi che ormai risalgano in alcuni casi a dieci – quindici anni sia perché non abbiamo neppure chiaro quale sia oggi il contributo che anche gli enti locali, ma soprattutto i privati, intendono dare o confermare per la conclusione degli stessi. Lo dico perché, essendo stata fatta una ricognizione in Commissione anche con i funzionari deputati, abbiamo visto che vi sono anche delle scritture di questi programmi che non trovano più alcuna rispondenza con la realtà dei fatti. Io ho citato soltanto qualche esempio di quelli che conosco bene della provincia di Piacenza: le terme di Bacedasco sono chiuse da vent’anni, la metropolitana leggera non è mai stata fatta, si parla di un programma d’area per quanto riguarda il fiume Po e non ci sono i 180 milioni di euro che erano previsti dal Ministero per finanziarlo, quindi è meglio che facciamo attenzione a questo. Per quanto riguarda il programma d’area di Imola, ho sollevato già nelle sedi opportune, cioè in Commissione, alcune riserve anche in ordine ai soggetti attuatori di questo programma sperando che mi venisse data dagli uffici una risposta prima di questa Assemblea, perché tra i sottoscrittori di questo atto vi è anche una società a responsabilità limitata in liquidazione, dopodiché forse la società non è più in liquidazione perché ho consultato il sito internet, però chiedo se sia possibile che in ordine alla formazione degli atti un Consigliere debba essere al fai da te, anche perché non sono certo che quel sito sia è aggiornato. Mi sono fatto le domande e ho cercato di darmi anche le relative risposte. Aggiungo una considerazione soltanto: nel caso di specie si decide, anche se le ferrovie non lo scrivono, perché non c’è uno scritto in tal senso, di evitare di utilizzare questi soldi per lo scalo merci. Questa è una scelta del Comune di Imola, che io non voglio contestare, però ritengo che anche sotto questo profilo, quando intervengono altri soggetti, tipo RFI, ex Ferrovie dello Stato, o comunque denominate, sarebbe importante, non solo per una questione di forma ma anche di sostanza che - per il mancato interesse alla realizzazione di quel programma che andava a favore della città, ma soprattutto di quella società, che rimane comunque una società a partecipazione pubblica - almeno quella rinuncia fosse in atti. Queste sono le ragioni penso di merito che mi fanno propendere per una pratica un po’ troppo raffazzonata rispetto a come avrebbe potuto essere la stessa presentata e mi dà molto l’idea - non lo dico per gli amici che voteranno a favore - che i partecipanti a questo accordo di programma avessero più fretta di sostituire l’intervento di quanto non si sono preoccupati di guardare bene a che cosa si stava scrivendo e mi auguro soltanto che alla fine i soldi che vengono qui impegnati vengano impegnati per un’iniziativa che effettivamente serve alla città di Imola e non solo per de-finanziare un intervento oggi non più di interesse strategico e rifinanziarne uno solo per non perdere i soldi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Poli. Ne ha facoltà.

 

POLI: Grazie, presidente. Vedo l’orario, quindi sarò velocissimo, anche perché in III Commissione e in I questo tema lo abbiamo affrontato e credo che una serie di risposte siano anche state date, e se non sono state ritenute adeguate è assolutamente legittimo. Devo dire che questo duello tutto imolese o molto imolese, con un’incursione dei 5 Stelle, è abbastanza intrigante, nel senso che io ho detto al mio collega Marchetti che i fondi della Regione non sono destinati a realizzare le cose che lui sostiene, lui continua a dire che sono destinati a quello, io faccio fatica a convincerlo, per cui rimarrà della sua idea e spiegherà ai cittadini imolesi il perché del suo voto contrario a questo provvedimento, ma è normale, visto che fa i banchetti tutti i sabati e delle volte anche il pomeriggio e la sera. Io spiegherò perché invece noi lavoriamo per portare le risorse nei territori e non per sottrarle. Aggiungo un’altra cosa: capisco le valutazioni del consigliere Foti in generale sul tema programma d’area e nello specifico sulle sue osservazioni, però se noi pensiamo di fare una battaglia politica in relazione ai finanziamenti che arrivano su un territorio quando c’è un accordo tra le istituzioni di governo di quel territorio e la Regione, perché l’accordo di programma è questo, io vi dico che quel principio per me è un principio pericoloso. Io di fronte a un accordo tra la Regione e una comunità locale che decide di fare un investimento per migliorare la qualità della propria comunità non mi pongo il tema di chi lo amministra. Se cominciamo questo giochino, ce n’è per tutti, e io amo non essere tirato per la giacca in questi giochini. Lo dico molto chiaramente, perché la ruota gira e quando la ruota gira qualcuno può rimanere impigliato.

Assumo un principio che è quello del rispetto del ruolo delle istituzioni che costruiscono gli accordi e li attuano, e questo vale in questo caso e per me varrà anche per tutti gli altri. Dopodiché credo che per la realtà del nostro territorio l’Autodromo sia un bene di grandissimo valore e, come abbiamo avuto occasione di discutere anche poco tempo fa, non lo è solo per la realtà del nostro territorio, ma lo è per la nostra regione e per il nostro paese, quindi credo che votare contro questa scelta sia in fondo votare un po’ anche contro le eccellenze della nostra regione e del nostro paese.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie consigliere Poli.

Non ci sono più iscritti in dibattito generale.

Ha chiesto di parlare l’assessore Bianchi. Ne ha facoltà.

 

BIANCHI, assessore: Grazie, presidente. Il tema che stiamo discutendo è stato discusso ampiamente in Commissione e, come viene dedicato in rubrica, è essenzialmente una variazione su un accordo di programma che ha una storia lunga e che ha visto progressivamente nell’ambito del territorio imolese per un verso il tema dello scalo merci, che ha subito una ridefinizione nell’ambito della strategia generale delle ferrovie e un’attenzione sul tema specificatamente della riqualificazione dell’area del terremoto. Dalle carte che vediamo, credo che sia assolutamente necessario rilevare che le risorse qui disposte di 1 milione 550 mila euro vede nel Comune di Imola il totale beneficiario e vede essenzialmente, come interventi, interventi unicamente in opere del Comune di Imola destinate a uso pubblico, dopodiché il Comune di Imola ha previsto, con atto n. 151 del 7.10.2014, una riqualificazione intera dell’area all’interno della quale sono previste anche altre attività di privati, ma per quanto riguarda questo documento, questo atto fa riferimento a opere pubbliche gestite dal Comune. Questo è quello che c’è in questo atto.

Detto questo, mi si permetta di fare una riflessione rispondendo soprattutto al consigliere Foti, che richiamava la necessità di un ripensamento e di una discussione dei termini complessivi dei programmi d’area. Com’è stato, i programmi d’area vivono e si qualificano in quanto rapporti interistituzionali di istituzioni che sono pienamente qualificate a rappresentare i diversi livelli della comunità e quindi, come tali, a proporre anche delle priorità sulla base della loro declinazione. Questo è un atto che noi quindi contiamo e - ripeto - è una variazione di un accordo di programma da tempo statuito.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Bianchi.

Apro le dichiarazioni di voto. Ogni gruppo ha a disposizione cinque minuti.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 1463.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’Assemblea approva.

Buonasera a tutti. Arrivederci al 10 dicembre per la prossima Assemblea.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

 

La seduta ha termine alle ore 18,02

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Simona CASELLI, Andrea CORSINI e Sergio VENTURI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 115 "Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «"Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24»" (19)

 

Presenti: 46

 

Favorevoli: 36

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 9

Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI,

Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 4

Enrico AIMI, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 604 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma»" (20)

 

Presenti: 45

 

Favorevoli: 45

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Assenti: 5

Piergiovanni ALLEVA, Alan FABBRI, Giulia GIBERTONI, Marco PETTAZZONI, Simonetta SALIERA,

 

OGGETTO 579 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Monte Colombo e Montescudo, nella Provincia di Rimini»" (21)

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 44

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Assenti: 6

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Paolo CALVANO, Fabio RAINIERI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 115 "Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «"Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme nella Città metropolitana di Bologna". Procedura speciale art. 13 bis L.R. 8 luglio 1996, n. 24»" (19)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Bertani:

«Dopo l'articolo 5 è inserito l'articolo 5 bis secondo la seguente formulazione:

"Articolo 5 bis

"Modifiche alla legge regionale 8 luglio 1996, n. 24 "Norme in materia di riordino

territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di Comuni""

e alla legge regionale 7 febbraio 2013, n. 1 "Istituzione del Comune di Valsamoggia

mediante fusione dei Comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano,

Monteveglio e Savigno nella provincia di Bologna"

1. Dopo l’articolo 14 della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24 "Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di Comuni'" è inserito l’articolo 14 bis secondo la seguente formulazione:

Articolo 14 bis Osservatorio regionale del processo di fusione dei Comuni

1. Al fine di monitorare gli effetti che scaturiscono dal processo di fusione in tutti i settori amministrativi di competenza regionale ed il concreto impatto del processo di fusione sui cittadini, sugli enti pubblici e sulle imprese, è istituito senza costi aggiuntivi a carico del bilancio regionale un Osservatorio regionale del processo di fusione dei Comuni, di cui fanno parte funzionari dei nuovi Comuni e funzionari regionali. La Giunta regionale, con proprio atto:

a) regola le modalità di funzionamento e la composizione dell’Osservatorio, prevedendo anche la partecipazione di funzionari di altre amministrazioni, sulla base di accordi con i competenti organi;

b) disciplina i compiti dell’Osservatorio, dando prioritario rilievo alla ricognizione delle criticità di natura amministrativa, burocratica e organizzativa ed alla proposizione agli enti competenti di congrue soluzioni operative;

c) prevede periodiche relazioni dell’Osservatorio agli organi di governo della Regione e del nuovo Comune.

2. Il comma 5 dell'articolo 4 della legge regionale 7 febbraio 2013, n. 1 "Istituzione del Comune di Valsamoggia mediante fusione dei Comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno nella provincia di Bologna" è sostituito secondo la seguente formulazione:

5. Il monitoraggio degli effetti scaturenti dal processo di fusione è esercitato dall’Osservatorio regionale di cui all’articolo 14 bis della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24 "Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di Comuni".

2. Il comma 4 dell'articolo 1 è sostituito secondo la seguente formulazione:

4. Il monitoraggio degli effetti scaturenti dal processo di fusione è esercitato dall’Osservatorio regionale di cui all’articolo 14 bis della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24 "Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di Comuni"."»

(Ritirato)

 

OGGETTO 604 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello nella Provincia di Parma»" (20)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Bertani:

«1) Il comma 4 dell’articolo 1 è sostituito secondo la seguente formulazione:

"4. Il monitoraggio degli effetti scaturenti dal processo di fusione è esercitato dall’Osservatorio regionale di cui all’articolo 14 bis della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24 "Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di Comuni"."»

(Ritirato)

 

OGGETTO 579 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Monte Colombo e Montescudo, nella Provincia di Rimini»" (21)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Bertani:

«1) Il comma 4 dell’articolo 1 è sostituito secondo la seguente formulazione:

"4. Il monitoraggio degli effetti scaturenti dal processo di fusione è esercitato dall’Osservatorio regionale di cui all’articolo 14 bis della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24 "Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di Comuni"."»

(Ritirato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

1625 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione di liquidi di origine vegetale per l'effettuazione di risonanze magnetiche ed altre visite specialistiche. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Marchetti Daniele

1626 - Interrogazione a risposta scritta circa l'allineamento delle tariffe riguardanti il servizio idrico del Comune di Granaglione, a seguito della fusione con quello di Porretta. A firma del Consigliere: Bignami

1627 - Interrogazione a risposta scritta circa la decorrenza dei termini riguardanti la rotazione degli incarichi dirigenziali. A firma dei Consiglieri: Bertani, Piccinini

1633 - Interrogazione a risposta scritta circa lo smaltimento, e le relative tipologie, dei materiali di risulta derivanti dal cantiere dell'Ospedale di Fiorenzuola d'Arda (PC). A firma del Consigliere: Bignami

1636 - Interrogazione a risposta scritta circa le modifiche progettuali alla variante alla SP 10 di Viarolo, la richiesta di stralcio dell’opera, e la conversione delle risorse in soluzioni tecniche meno impattanti. A firma dei Consiglieri: Sassi, Bertani

 

Risoluzioni

 

1628 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo al fine di innalzare il livello delle politiche e delle azioni volte a contrastare, anche in ambito internazionale, il terrorismo islamico. (17 11 15) A firma dei Consiglieri: Rainieri, Marchetti Daniele, Delmonte, Fabbri, Rancan, Pettazzoni, Pompignoli, Liverani, Bargi

1629 - Risoluzione per impegnare la Giunta, anche tramite il coinvolgimento dei produttori, delle loro organizzazioni e dei Consorzi di tutela, a utilizzare al meglio le eccellenze agroalimentari regionali tra le quali i salumi e le carni rosse, intensificando anche l'educazione alimentare in ambito scolastico, tutelando inoltre i prodotti DOP, DOC e IGP. (18 11 15) A firma dei Consiglieri: Lori, Serri, Bagnari, Pruccoli, Sabattini, Caliandro, Rontini, Bessi, Montalti, Ravaioli, Zoffoli, Cardinali, Zappaterra, Marchetti Francesca, Poli, Iotti, Tarasconi, Calvano, Molinari, Boschini, Soncini, Mori, Campedelli

1631 - Risoluzione per impegnare la Giunta a rimettere la quota residua per l'anno 2013 e l'intera quota dovuta per il 2014 alle Istituzioni Sanitarie operanti a favore di soggetti colpiti da disabilità gravissime ed in particolare alle AUSL che hanno aderito al percorso regionale per i cittadini colpiti da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). (18 11 15) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Gibertoni, Piccinini, Sassi

1632 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare la revisione dell'elenco delle malattie rare a livello statale al fine di inserire la sclerosi sistemica in quello regionale, a garantire tutte le azioni in essere per il sostegno economico all'assistenza domiciliare per le persone colpite da SLA, evitando inoltre difformità, sul territorio regionale, nelle modalità di trattamento dei pazienti. (18 11 15) A firma dei Consiglieri: Zoffoli, Paruolo, Cardinali, Ravaioli, Montalti, Bagnari, Pruccoli, Caliandro, Marchetti Francesca, Zappaterra, Sabattini, Prodi, Poli, Taruffi, Torri, Mori, Iotti, Calvano, Rontini, Soncini, Molinari, Lori, Tarasconi

1634 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte alla valorizzazione professionale degli infermieri in un quadro di equilibrio rispetto alla diversificazione dei ruoli, indicando inoltre con chiarezza le modalità di lavoro delle équipe di soccorso. (18 11 15) A firma dei Consiglieri: Paruolo, Calvano, Boschini, Soncini, Molinari, Poli, Iotti, Mori, Marchetti Francesca, Caliandro, Cardinali, Zoffoli, Ravaioli, Bagnari, Pruccoli, Taruffi, Sabattini, Serri, Prodi, Torri, Bessi, Rontini

1635 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte, nell'ambito dell'incentivazione della rimozione e dello smaltimento di manufatti contenenti cemento-amianto da parte delle imprese, ad abbassare nei bandi il costo minimo ammissibile, predisporre strumenti di finanziamento dedicati alle micro imprese, favorire la rimozione di amianto nelle aree urbane, premiando inoltre progetti che producano effetti moltiplicativi. (18 11 15) A firma dei Consiglieri: Paruolo, Ravaioli, Zoffoli, Montalti, Bagnari, Sabattini, Mumolo, Prodi, Zappaterra, Serri, Torri, Taruffi, Cardinali, Caliandro, Marchetti Francesca, Calvano, Boschini, Rontini, Molinari, Soncini, Poli, Iotti, Mori, Tarasconi, Lori

1637 - Risoluzione per impegnare la Giunta a confermare nei prossimi atti di programmazione socio-sanitaria obiettivi ed azioni riguardanti, in materia di assistenza alle persone disabili prive del sostegno familiare, il "durante e dopo di noi", favorire la sinergia tra famiglie, associazioni ed Enti locali, applicando inoltre tempestivamente la relativa normativa nazionale. (18 11 15) A firma dei Consiglieri: Soncini, Bagnari, Ravaioli, Caliandro, Rontini, Montalti, Zoffoli, Paruolo, Pruccoli, Mumolo, Marchetti Francesca, Cardinali, Serri, Poli, Calvano, Molinari, Iotti, Prodi

1638 - Risoluzione per invitare la Giunta a promuovere e sostenere la realizzazione di un percorso ciclabile lungo la via Emilia, tracciando un itinerario ufficiale su strada indicato da apposita segnaletica e attivando un coordinamento con le altre regioni interessate dal tracciato. (18 11 15) A firma dei Consiglieri: Mumolo, Caliandro, Rontini, Prodi, Serri, Sabattini, Mori, Marchetti Francesca, Ravaioli, Pruccoli, Bagnari, Montalti, Lori, Campedelli, Tarasconi, Paruolo, Taruffi, Torri, Zoffoli, Zappaterra

1639 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere, in raccordo con le Prefetture e gli Enti Locali, iniziative a livello locale di supporto all'incontro tra le offerte di immobili da parte di cittadini emiliano-romagnoli e le Associazioni e gli Enti che si occupano della gestione concreta del soggiorno dei migranti in Italia all'interno del percorso di accoglienza. (18 11 15) A firma dei Consiglieri: Mumolo, Caliandro, Rontini, Prodi, Serri, Sabattini, Mori, Marchetti Francesca, Ravaioli, Pruccoli, Bagnari, Montalti, Lori, Campedelli, Tarasconi, Taruffi, Torri, Zoffoli

(Comunicazione n. 20 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2015/2186 del 19/11/2015)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

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