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50.

 

SEDUTA DI GIOVEDÌ 10 DICEMBRE 2015

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 1709

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere presso il Governo per il riconoscimento della “Sindrome Fibromialgica” al fine di prevedere l’esenzione dal ticket per le visite e le cure dei pazienti colpiti da tale patologia, procedere al relativo censimento ed alla opportuna formazione del personale sanitario. A firma dei Consiglieri: Calvano, Poli, Paruolo, Lori, Prodi, Cardinali, Caliandro, Iotti, Marchetti Francesca, Mumolo, Bagnari, Bessi, Boschini, Rontini, Zappaterra, Serri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

CALVANO (PD)

VENTURI, assessore

CALVANO (PD)

 

OGGETTO 1752

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per chiedere, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, una deroga alla vigenza delle Linee Guida per le pratiche radiologiche clinicamente sperimentate, procedendo anche ad una revisione delle stesse che coinvolga le Regioni ed il relativo riparto delle competenze. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Caliandro, Paruolo, Calvano

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

ZAPPATERRA (PD)

VENTURI, assessore

ZAPPATERRA (PD)

 

OGGETTO 1756

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle intenzioni riguardo alla gestione dei flussi di trattamento dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) e riguardo alla creazione di filiere locali di trattamento completo di questa tipologia di rifiuti. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

GAZZOLO, assessore

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 1734

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'impugnazione, avanti la Corte Costituzionale, del decreto denominato "Salva Banche", per questioni di costituzionalità in relazione agli artt. 47 e 117 della Costituzione, al fine di tutelare i diritti degli azionisti e degli obbligazionisti della Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara. A firma del Consigliere: Fabbri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FABBRI (LN)

PRESIDENTE (Saliera)

PETITTI, assessore

 

OGGETTO 1761

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla vicenda del cambio di gestione della residenza per anziani Sassocardo di Porretta Terme (BO) che prevede il passaggio di dipendenti alla Cooperativa Mondial Service di Milano. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

TARUFFI (SEL)

BIANCHI, assessore

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 1763

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la posizione della Giunta in merito alla festività cattolica del Natale, festa civile riconosciuta dallo Stato, con particolare riferimento al mondo della scuola ed alla valorizzazione dei singoli e delle associazioni che ne rappresentino i simboli. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

BIANCHI, assessore

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Saliera)

 

SITUAZIONE IN CUI VERSA LO STABILIMENTO PHILIPS SAECO DI GAGGIO MONTANO

(Risoluzione oggetto 1772 - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

BONACCINI, presidente della Giunta

CALIANDRO (PD)

MARCHETTI Daniele (LN)

ALLEVA (Altra ER)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (SEL)

BIGNAMI (FI)

FOTI (FdI)

TARUFFI (SEL)

PARUOLO (PD)

 

OGGETTO 285

Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: "Modifiche all'art. 517-quater del codice penale, all'art. 51 del codice di procedura penale e all'art. 9 della legge 16 marzo 2006, n. 146 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale, adottati dall'Assemblea generale il 15 novembre 2000 ed il 31 maggio 2001) per il rafforzamento della lotta contro la contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di prodotti agroalimentari". A firma dei Consiglieri: Bignami, Rainieri

(Relazione della Commissione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 285/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI, relatore della Commissione

MUMOLO (PD)

FOTI (FdI)

RAINIERI (LN)

AIMI (FI)

PRESIDENTE (Rainieri)

BIGNAMI (FI)

MUMOLO (PD)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 1091

Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2 della Costituzione, recante: "Nuove norme per migliorare l'autodifesa - Modifiche all'art. 52 Codice Penale ed all'art. 35 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza". A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Relazione della Commissione e discussione)

(Ordine del giorno 1091/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione)

PRESIDENTE (Saliera)

RANCAN, relatore della Commissione

MOLINARI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

RAINIERI (LN)

MOLINARI (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Ordine del giorno 285/1 “Non passaggio all’esame degli articoli”

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 9,40

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la cinquantesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

antimeridiana del 18 novembre 2015 (n. 48);

pomeridiana  del 18 novembre 2015 (n. 49);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Saliera): Hanno comunicato di non poter partecipare ai lavori di questa seduta la vicepresidente Soncini, la consigliera Mori e gli assessori Corsini e Mezzetti.

Le comunicazioni prescritte dall'articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e pertanto le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

OGGETTO 1709

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere presso il Governo per il riconoscimento della "Sindrome Fibromialgica" al fine di prevedere l’esenzione dal ticket per le visite e le cure dei pazienti colpiti da tale patologia, procedere al relativo censimento ed alla opportuna formazione del personale sanitario. A firma dei Consiglieri: Calvano, Poli, Paruolo, Lori, Prodi, Cardinali, Caliandro, Iotti, Marchetti Francesca, Mumolo, Bagnari, Bessi, Boschini, Rontini, Zappaterra, Serri

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): La parola al primo interogante, il consigliere Calvano.

Risponde l'assessore Venturi.

Ricordo al consigliere che ha sei minuti e all'assessore che ha tre minuti per la risposta.

Prego, consigliere Calvano.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Insieme ai colleghi abbiamo ritenuto opportuno sottoporre questa interrogazione a risposta immediata partendo da alcuni presupposti. Il primo è che la fibromialgia è una malattia complessa, debilitante e invalidante, caratterizzata da dolori muscolari cronici diffusi e astenia associati a rigidità, che rendono difficoltosi i movimenti ordinari, e ad una vasta gamma di disturbi funzionali; tutto ciò compromette e riduce la qualità della vita di chi ne è affetto.

È una sindrome di cui sono affetti, si stima, 1,5/2 milioni di italiani. Chi soffre di questa malattia non riesce ad avere, purtroppo, una vita normale nella quotidianità e neanche sul posto di lavoro.

Su questa malattia si sono espressi alcuni Istituti internazionali. Nel 1992 l'OMS ne ha riconosciuta l'esistenza e nel 2007 le è stato addirittura attribuito un codice inserendola tra le malattie del sistema muscolare e connettivo.

In Italia il Sistema sanitario nazionale purtroppo non riconosce questa malattia e quindi non è inserita nei LEA.

Alcune Regioni, però, hanno avviato dei processi e dei percorsi per arrivare ad un riconoscimento e per sensibilizzare il Governo su questo tema. Tra queste mi preme segnalare la Provincia di Trento e Bolzano tra quelle che hanno già riconosciuto la fibromialgia permettendo ai malati di godere dell'esenzione per patologia nella compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dell'utente e di avere un maggiore riconoscimento in sede di determinazione dell'invalidità civile. Anche in altre Regioni sono partiti dei percorsi di approfondimento e di sensibilizzazione, come in Toscana, in Friuli-Venezia Giulia, recentemente in Lombardia e anche in Veneto.

Premesso tutto ciò, siamo a chiedere alla Giunta alcuni impegni e ovviamente alcune risposte: la prima è se la Regione intenda attivarsi presso il Governo affinché siano approvate le normative necessarie a prevedere il riconoscimento della fibromialgia, l'esenzione del ticket per le cosiddette visite successive al riconoscimento e di parte dei farmaci necessari alle cure; inoltre chiediamo alla Regione se intende attivarsi al fine di mettere in rete a livello regionale le realtà che si occupano di fibromialgia individuando magari uno o più centri di riferimento regionale; chiediamo se c'è la possibilità o la volontà di provvedere all'assegnazione di un codice di esenzione regionale per le prestazioni sanitarie fruibili dai pazienti affetti da fibromialgia riconosciuta; chiediamo di sollecitare e promuovere all'interno delle Aziende sanitarie dei percorsi di aggiornamento formativo per i medici di base e individuare, infine, un percorso volto al censimento di tutti i malati affetti da fibromialgia in Emilia-Romagna. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

Assessore Venturi, prego.

 

VENTURI, assessore: Grazie, presidente. Grazie ai consiglieri che mi hanno rivolto questa interrogazione. Cercherò di leggere la risposta in tre minuti, mi riservo di citare solo i punti salienti, poi ai consiglieri depositerò la risposta integrale.

Effettivamente si tratta di una sindrome, cioè di un quadro clinico che si caratterizza per i sintomi che ha già descritto il consigliere nella sua esposizione ed è sostanzialmente una sindrome che viene diagnosticata sulla base di una diagnosi differenziale, cioè escludendo tutta un'altra serie di patologie anche gravi, anche gravi allo stesso modo, ma comunque di tipo endocrino, neurologico, oncologico, infettivo, psichiatrico.

Il tema è da tempo all'attenzione del Ministero della Salute e a questo proposito c'è già un parere del Consiglio Superiore della Sanità del settembre 2015 che si esprime in merito all'inserimento della fibromialgia tra le malattie croniche invalidanti che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria subordinatamente a queste condizioni: esistono criteri diagnostici, ma non validati per individuare delle forme gravi e invalidanti, perché la fibromialgia, per la diffusione che ha, ha una parte di soggetti che ne soffrono che non ha sintomi invalidanti, invece ci sono altri casi in cui vi sono sintomi molto invalidanti e quindi che il Consiglio Superiore di Sanità ritiene meritevoli di esenzione. Tra l'altro esiste tra i reumatologici un consenso diffuso sulle prestazioni specialistiche da effettuare e il Consiglio Superiore di Sanità stima che tra l'1,5/2 per cento della popolazione ne sia affetta. Rispetto al tema della fibromialgia tra le malattie soggette a tutela, il Consiglio Superiore di Sanità ha espresso, quindi, alla fine, il parere che si tratta di una malattia cronica invalidante in alcuni casi, non necessariamente permanente, pertanto il Consiglio Superiore di Sanità ritiene necessario attendere che siano definiti i limiti entro cui intervenire attraverso studi idonei.

Tralascio tutta un'altra serie di considerazioni che vengono fatte dal Consiglio Superiore di Sanità.

Sta di fatto che ci sono questi interventi e gli unici due che sono stati conclusi sono da parte delle Province autonome di Trento e Bolzano. A Bolzano c'è un'esenzione che riguarda il ticket per prestazione e per le prime dieci prestazioni specialistiche in regime di esenzione che sono prevalentemente legate ad attività motoria e fisioterapica.

La Regione, oltre ad assicurare la specifica formazione dei medici di medicina generale come da richiesta, ha intenzione di attivare nel corso del primo semestre 2016 una rilevazione delle persone affette da sindrome fibromialgica. Tenuto conto degli esiti della rilevazione, contestualmente alla ridefinizione delle funzioni di rilievo regionale nell'ambito delle attività reumatologiche, saranno individuate come centri di riferimento le Reumatologie dell'Azienda ospedaliera di Reggio Emilia e dell'Azienda ospedaliera di Ferrara. Inoltre questa Giunta è orientata a seguire la strada indicata dalla Provincia autonoma di Bolzano, quindi a replicarla. La Regione, rendendo propri questi principi, contribuirà, attraverso la Commissione Salute nazionale e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in collaborazione anche con le associazioni dei pazienti, a definire delle indicazioni omogenee a livello nazionale per il riconoscimento e la tutela di questi pazienti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

La parola al consigliere Calvano.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore della risposta e soprattutto degli impegni da parte della Giunta e della nostra Regione. Credo che sia un segnale di grande sensibilità e di attenzione di cui ringrazio l'assessore e la Giunta. Attraverso l'attività assembleare, per tutto ciò che potremo fare come gruppo consiliare affinché questo percorso possa avere un seguito, siamo a completa disposizione - credo di parlare a nome anche dei colleghi che hanno sottoscritto l'interrogazione e del gruppo - per fornire tutti i supporti necessari.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

Procediamo con l’oggetto 1752.

 

OGGETTO 1752

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per chiedere, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, una deroga alla vigenza delle Linee Guida per le pratiche radiologiche clinicamente sperimentate, procedendo anche ad una revisione delle stesse che coinvolga le Regioni ed il relativo riparto delle competenze. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Caliandro, Paruolo, Calvano

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponde l'assessore Venturi.

La parola alla consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Premesso che la pubblicazione delle linee guida per le pratiche radiologiche clinicamente sperimentate, avvenuta lo scorso 9 novembre, ha destato preoccupazione fra i professionisti del settore in quanto le stesse, con un incomprensibile cambio di marcia rispetto alla direzione fino ad oggi perseguita - di supporto alla territorializzazione e domiciliarizzazione delle cure - pongono un forte limite allo sviluppo della teleradiologia, prevedendo la presenza in loco dell'intera équipe per ogni esame di radiologia convenzionale.

Peraltro tale documento, privo di contenuto clinico in quanto non redatto secondo la metodologia internazionalmente validata, ha un esclusivo valore organizzativo, il che non solo lo pone in conflitto con le competenze costituzionali esclusive delle Regioni, ma non lo rende nemmeno idoneo, dal punto di vista contenutistico, a perseguire gli obiettivi che una ridefinizione delle procedure della diagnostica per immagini dovrebbe perseguire, ovvero rendere omogeneo e appropriato il percorso, perseguire una riduzione del numero degli esami radiologici inappropriati, migliorare l'appropriatezza e la qualità della prestazione, ridurre la dose di esposizione alla radiazione della popolazione, nonché utilizzare in modo appropriato le risorse professionali e tecnologiche.

Evidenziato che anche volendo tacere l'aggravio di costi che tale impostazione implicherebbe, va senz'altro evidenziato come essa si ponga in netto contrasto sia con lo sviluppo dei sistemi di telegestione, che le Regioni hanno pagato decine di milioni di euro, sia con l'emananda normativa sul rischio clinico e sulle valutazioni, che poggia su modelli organizzativi dei servizi tesi a valorizzare il ruolo complementare delle diverse professionalità.

Va altresì ribadito come del tutto diversa sia stata fino ad oggi la scelta delle Regioni di diversificazione e specializzazione delle professioni sanitarie, posizione, peraltro, perfettamente in linea con alcune recenti pronunce del Consiglio di Stato che esplicitano come, stante l'attuale normativa, i tecnici radiologi possano svolgere, in assenza del medico radiologo e con la sola prescrizione medica di base, l'attività radiologica che non comporti rischi rispetto alle metodiche.

Rilevato che, per tutti questi motivi, una revisione della gestione del processo radiologico che sia rispettosa dei diritti e della salute dei cittadini, a partire dall'appropriatezza delle prescrizioni, e sostenibile per il Sistema sanitario, non può che valorizzare i ruoli e le competenze dei singoli professionisti coinvolti, attraverso una chiara attribuzione delle responsabilità. In particolare, il tecnico radiologo può divenire figura chiave sia nel dare la corretta informazione al paziente rispetto alle procedure diagnostiche, sia nel verificare la congruenza fra quesito e prescrizione, sia, infine, nel rinviare al medico radiologo per nuovo inquadramento clinico i casi d'esame che non paiono giustificati in base al principio di giustificazione di cui al decreto legislativo 187/2000.

Interrogo la Giunta per sapere: se intenda richiedere, anche attraverso la Conferenza Stato-Regioni, una deroga alla vigenza delle linee guida anche in considerazione del conflitto di competenza; se intenda richiedere, nelle sedi e nelle modalità più idonee, una revisione delle linee guida che coinvolga le Regioni e rispetti le competenze costituzionalmente ripartite.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Zappaterra.

La parola all'assessore Venturi.

 

VENTURI, assessore: Grazie, presidente. Sui temi sollevati effettivamente le linee guida approvate dal Ministero della Salute in attuazione di un decreto legislativo del 2000 fissano i criteri di riferimento nell'esercizio della pratica radiologica nell'ambito medico sanitario e forniscono raccomandazioni e indicazioni operative e prescriventi nonché indicazioni utili a precisare funzioni e responsabilità del medico prescrivente e del radiologo e del tecnico sanitario di radiologia medica e del fisico medico.

Purtroppo le indicazioni delle linee guida determinano una forte limitazione allo sviluppo della teleradiologia in quanto comportano che in ogni sezione radiologica territoriale, per l'esecuzione di esami di radiologia convenzionale senza mezzo di contrasto, sia presente tutta l'équipe radiologica (e questa è una contraddizione in termini perché se si parla di teleradiologia, è evidente che se io ho il radiologo in sede non ho bisogno di fare la teleradiologia perché referto immediatamente) quindi, nella fattispecie, in assoluta controtendenza con quanto previsto dalle politiche sanitarie di sviluppo dei servizi di assistenza territoriale più volte auspicate dal Ministro della Salute e dal Ministro stesso. Le linee guida, quindi, propongono un orientamento antitetico a quello richiesto dalle Regioni e dai loro Assessorati alla salute in tema di valorizzazione delle professioni sanitarie, nella fattispecie del tecnico di radiologia medica.

In ogni caso, in contrasto con quanto contenuto nell'attuale versione delle linee guida, ci sono già due sentenze, una del Tribunale di Lucca e, recentissimamente, una del Consiglio di Stato, che ribadiscono che, stante l'attuale normativa, i tecnici sanitari sono autorizzati a svolgere, per legge e per ordinamento didattico della loro scuola, con la sola prescrizione medica l'attività radiologica di base che non comporta rischi rispetto alle metodiche.

In riferimento all'attività radiologica di base, per la teleradiologia è possibile da parte di tecnici sanitari lo svolgimento e l'esecuzione di esami radiologici in assenza del medico radiologo, che legge il referto a distanza e gli esami stessi, è la stessa definizione di teleradiologia che lo impone.

Quindi, le indicazioni, oltre a prefigurare una situazione di estrema rigidità organizzativa, relegano sia il prescrittore, che avrà naturalmente già valutato rischi e benefici derivanti dall'esecuzione dell'esame, che il tecnico ad un ruolo secondario e non conforme alle competenze che tali professionisti hanno acquisito. La conseguenza sarebbe che i tecnici sanitari di radiologia medica non potrebbero effettuare esami senza la presenza fisica del medico nemmeno sul territorio, nemmeno per le indagini senza mezzi di contrasto, nemmeno per le indagini prenotate e non in regime di emergenza-urgenza.

Considerate le importanti criticità che voi avete esposto, condividendo le preoccupazioni degli interroganti e tenuto conto che non è stata attivata la necessaria consultazione della Conferenza delle Regioni, sarà cura di questo Assessorato sottoporre alla Commissione Salute nazionale, nella seduta del 16 dicembre di quest'anno, ed alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome un'iniziativa mirata alla richiesta di una deroga dell'applicazione di tali indicazioni per avviare un celere percorso per la modifica delle linee di indirizzo già pubblicate.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

Prego, consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Grazie, assessore, ci riteniamo soddisfatti della risposta che ha dato e soprattutto per i tempi nei quali si pensa di prendere in carico il problema. Abbiamo, anziché fatto una risoluzione, proposto un question time proprio per l'urgenza che c'è sulla questione considerato che le linee guida sono già vigenti e quindi si rischia un approccio di medicina difensiva esagerato dei professionisti, che del resto rischiano di avere in capo anche una responsabilità importante. A questo punto le chiediamo semplicemente di riferire in quest'Assemblea come andrà la Conferenza Stato-Regioni sul tema, con l'auspicio che si possa sospendere la vigenza di queste linee guida rivedendole insieme alle Regioni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Zappaterra.

Procediamo con l’oggetto 1756.

 

OGGETTO 1756

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle intenzioni riguardo alla gestione dei flussi di trattamento dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) e riguardo alla creazione di filiere locali di trattamento completo di questa tipologia di rifiuti. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponderà l'assessore Gazzolo.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Rinuncio all'esposizione visto che la questione è abbastanza chiara.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Assessore Gazzolo, prego.

 

GAZZOLO, assessore: La crisi della Dismeco è nelle priorità degli Assessorati Ambiente e Attività produttive, come ho avuto modo dire in occasione degli Stati generali della Green economy esprimendo solidarietà ai lavoratori, che rinnovo anche in questa sede.

La Regione Emilia-Romagna, nell'ambito delle politiche a sostegno della prevenzione e industrializzazione del recupero dei rifiuti, ha avviato da tempo iniziative volte a favorire lo sviluppo e il consolidamento delle filiere di trattamento dei RAEE, considerati rifiuti di particolare interesse in quanto rappresentano una fonte di risorse di elevato valore economico.

Con riferimento ai soli rifiuti di provenienza domestica, nel 2014 in Emilia-Romagna sono stati raccolti in maniera differenziata oltre 21.600 tonnellate di RAEE; questo significa aver raccolto mediamente 4,3 chilogrammi di RAEE per abitante.

La raccolta dei RAEE in Regione viene effettuata quasi esclusivamente attraverso i centri di raccolta (l'89 per cento) distribuiti in modo capillare sul territorio regionale, che riescono a servire il cento per cento della popolazione residente.

In base alla ricostruzione dei flussi effettuata da ARPA, i RAEE provenienti dalle raccolte urbane nel 2014 hanno avuto come prima destinazione 49 impianti di cui 26 localizzati in regione e 23 extraregione. In termini quantitativi, il 73 per cento dei RAEE raccolti ha avuto come prima destinazione impianti regionali.

La raccolta dei RAEE domestici deve e può essere migliorata, infatti si stima che a livello nazionale si raccolga circa il 30 per cento dell'immesso a consumo. La nuova disciplina nazionale approvata nel 2014 in recepimento della direttiva europea 2012-2019 ha introdotto obiettivi stringenti sia per la raccolta dei RAEE domestici sia per il loro riciclaggio/recupero e richiederà nei prossimi anni l'impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti nella gestione dei RAEE per consentire il loro raggiungimento.

Il Piano regionale di gestione dei rifiuti (che sarà a breve sottoposto all'attenzione dell'Assemblea legislativa) va nella direzione indicata dalla normativa e prevede tra le proprie azioni il miglioramento nell'intercettazione dei RAEE nell'ambito del sistema di raccolta pubblico per garantirne il trattamento adeguato ed il riciclaggio favorendo la diffusione di sistemi di raccolta più prossimi al cittadino.

Per incrementare la raccolta differenziata e il recupero di tale tipologia di rifiuti la Regione Emilia-Romagna ha inoltre attivato già dal 2014 dei tavoli di lavoro a cui hanno partecipato i diversi soggetti che operano nella filiera della produzione e gestione dei RAEE, quali i responsabili del servizio pubblico che gestiscono i centri di raccolta, i distributori, gli installatori o gestori dei centri di assistenza tecnica locali che ritirano RAEE domestici. Le attività avviate hanno portato nel corso del 2015 all'approvazione dell'accordo tra Regione Emilia-Romagna, ATERSIR e Centro di coordinamento RAEE per favorire il recupero e l'incremento dei tassi di raccolta differenziata dei RAEE di origine domestica attraverso la sperimentazione di modalità operative per l'accesso al sistema di raccolta pubblico, la promozione di azioni di sensibilizzazione di cittadini e imprese artigiane e il miglioramento della tracciabilità dei flussi.

Nell'ambito delle finalità previste nell'accordo, nell'ottobre scorso la Regione ha provveduto alla diffusione di un'apposita circolare operativa rivolta ai gestori dei centri di raccolta pubblici che mira ad aumentare la raccolta dei RAEE in particolare attraverso l'omogeneizzazione dei comportamenti da parte dei soggetti coinvolti nella filiera in ordine al conferimento dei RAEE (definiti come "dual use").

In base alla normativa vigente, il ritiro e l'avvio al recupero dei RAEE è in capo ai sistemi collettivi che aderiscono al Centro di coordinamento. ANCI, il Centro di coordinamento RAEE, i produttori di RAEE e associazioni delle aziende di raccolta dei rifiuti hanno sottoscritto un accordo di programma che prevede il conferimento delle frazioni ad un soggetto individuato dai sistemi collettivi (nella fattispecie Ecodom) attraverso gare. L'accordo prevede che ai gestori dei rifiuti venga riconosciuto un premio di efficienza in ragione dell'efficienza della raccolta dei RAEE, che trova capienza nell'ambito dell'eco-contributo versato dai produttori. Le condizioni contrattuali che regolano i rapporti tra Dismeco Srl e i sistemi collettivi quali Ecodom, in particolare quelle economiche, poste in rilievo nell'interrogazione, discendono, quindi, da un contratto tra privati nell'ambito di un mercato non soggetto a privativa. A fronte di circa 60 mila tonnellate di RAEE classificate in R2 raccolte in Italia, ben 10.000 tonnellate sono conferite a Dismeco, che quindi lavora una sostanziale percentuale dei "grandi bianchi" a fine vita. Tuttavia va evidenziato che a fronte di un prezzo di 85 euro a tonnellata che Dismeco paga al sistema collettivo per avere il materiale a disposizione in conseguenza della gara, si deve registrare un crollo dei valori di mercato dei materiali oggetto di recupero, che sono rivenduti a circa un terzo del valore di acquisto. Il crollo dei prezzi delle materie prime ricavate dal loro recupero, che è tra i principali fattori alla base della crisi della Dismeco, è legato alle fluttuazioni dei mercati internazionali ed esula, pertanto, dalla potestà in capo alla stretta amministrazione regionale…

 

 

PRESIDENTE (Saliera): Assessore, le devo togliere la parola, sono cinque minuti!

 

GAZZOLO: Dico l'ultima cosa...

 

PRESIDENTE (Saliera): Sarà anche l'ultimissima, ma non posso.

 

GAZZOLO: Io consegno la risposta, in ogni caso il mio Assessorato si è già attivato, abbiamo già fatto un incontro con il Centro di coordinamento nazionale dei RAEE ed Hera ed è prossimo anche un incontro con Ecodom proprio per addivenire alla definizione del contenuto di quanto consegno anche per iscritto alla consigliera Gibertoni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Chiedo alla Giunta, in particolare all'assessore Gazzolo, di predisporre in futuro delle risposte che stiano all'interno dei tre minuti perché altrimenti diventa imbarazzante.

Consigliera Gibertoni, prego, ha sei minuti.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. La lunga tradizione e la ricerca e l'innovazione di Dismeco, i contatti anche internazionali, l'esempio, il prestigio che questo tipo di classe imprenditoriale porta alla nostra regione è stato già accennato dall'assessore Gazzolo. È un'azienda che esiste dal 1977, è un'azienda in contatto con le Università tedesche, americane e svedesi e che ci vale davvero la medaglia di eccellenza. Nello stesso tempo, però, oltre alla solidarietà che è stata espressa, ci aspettavamo delle parole più sostanziali, non soltanto dal punto di vista di un impegno da prendersi nei prossimi anni, ma impegni da prendersi nelle prossime settimane visto che è nelle prossime settimane o nei mesi immediatamente prossimi che andrà in discussione il Piano regionale dei rifiuti già adottato dalla precedente Giunta e che ora arriva in Aula.

All'interno di quel Piano regionale dei rifiuti io credo che sia il caso di chiedere un impegno a tutta l'Assemblea legislativa perché i "rifiuti bianchi" prodotti in Emilia-Romagna restino per lo smaltimento in Emilia-Romagna, restino per lo smaltimento in questo territorio, in omaggio a quel principio di prossimità che abbiamo tanto decantato anche quando si è parlato della legge dell'economia circolare.

Ricordo anche che la caduta verticale dei prezzi delle materie prime è quella che fa sì che, per un'eccessiva capacità di influenza lasciata in capo proprio a consorzi come Ecodom, si dica poi che l'istituzione politica non può in qualche modo entrare nelle ragioni di mercato, però è vero anche che la Regione Emilia-Romagna, che è ai vertici nazionali per la raccolta dei RAEE, per il loro trattamento completo si affida - e non si capisce il motivo perché sarebbe auspicabile il contrario in una vera economia circolare - alla Lombardia e al Veneto, regioni molto più attente a mantenere questo tipo di rifiuti potenzialmente redditizi nei loro territori. Infatti, in altre regioni come la Lombardia, i RAEE, considerati alla stregua di una risorsa (per la legge dell'economia circolare, anche noi dovremmo considerarli così), rimangono per il 95 per cento smaltiti all'interno della stessa regione Lombardia, mentre in Emilia-Romagna solo per il 20 per cento. Si incrementa, quindi, anche il problema dell'inquinamento e dei viaggi su strada perché l'equivalente del 20 per cento è come se 800 container pieni di rifiuti elettrici ed elettronici prendessero costantemente la via che dall'Emilia-Romagna li conduce alla Lombardia per essere smaltiti là; uno spostamento, quindi, per centinaia di chilometri che viola il principio di prossimità sancito dalla norma e genera anche nuovo inquinamento. Allora noi riteniamo che questo caso di Dismeco vada ben oltre il caso locale, vada ben oltre il comune di Marzabotto, vada ben oltre se stesso e auspichiamo che all'interno del Piano regionale dei rifiuti si decida, in coerenza, con un atto politico che non fa sempre un passo indietro rispetto alle ragioni di mercato, che i RAEE vengano smaltiti in Emilia-Romagna, che potenzialmente nuove Dismeco possano nascere.

È uscita proprio ieri, sul Correre di Bologna, un'intervista all'amministratore delegato di Dismeco che dice: ma perché allora i RAEE emiliano-romagnoli vengono smaltiti a centinaia di chilometri? Perché questi 800 container? Risposta: l'Emilia-Romagna ha soltanto due impianti. Se fosse possibile ragionare in termini di reciproca lealtà istituzionale, domattina io potrei assumere altre 100 persone, non soltanto togliere dalla cassa integrazione i 35 dipendenti. Ogni anno dalla regione centinaia di container vanno in Lombardia, soprattutto a Sondrio, tutto questo, però, lo pagano gli utenti, perché, come sapete, quando si acquista un elettrodomestico si paga anche un cosiddetto "ecobonus", cioè si va nella grande distribuzione, si compra l'elettrodomestico e si paga già una piccola tassa per lo smaltimento di quello stesso elettrodomestico; quindi quando si rompe una lavatrice, con l'acquisto della nuova io pago un'eco-contributo di 15 o 20 euro con il quale il produttore ha l'onere dello smaltimento del vecchio. Io vorrei che l'onere dello smaltimento venisse utilizzato qui, in Emilia-Romagna, che il mio ecobonus venisse utilizzato in Emilia-Romagna e producesse nuovi posti di lavoro qui, non in Lombardia o in Veneto, con tutto il rispetto per il fatto che loro sembra che abbiano capito meglio di noi la legge dell'economia circolare e il principio di prossimità, e il principio, anche, di salvaguardare i posti di lavoro, visto che ci ricordate costantemente che la Giunta o parte della Giunta, i suoi rappresentanti più autorevoli non dormono la notte quando pensano al lavoro. Tutti questi consorzi, invece, che smaltiscono i nostri RAEE, sono di Milano. E il principio della prossimità? È questa la grande distorsione: se io recupero il 90 per cento dell'elettrodomestico, ma lo mando a centinaia di chilometri, si perde il valore della differenziata e l'economia circolare resta sulla carta. Il Piano regionale dei rifiuti non viene ottemperato, bisogna che le istituzioni lavorino su questo.

Io faccio mie queste parole e chiedo all'Assemblea legislativa e chiedo all'assessore Gazzolo che si possa agire già da oggi, magari proprio con un impegno che si prende l'Assemblea legislativa a valutare nel prossimo Piano regionale dei rifiuti - fattivamente, con un impegno da prendersi nelle prossime settimane, ribadisco, non nei prossimi anni - che i nostri RAEE restino smaltiti in Emilia-Romagna e, se ci sarà spazio, ben vengano nuove Dismeco e ben vengano nuovi posti di lavoro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Procediamo con l’oggetto 1734.

 

OGGETTO 1734

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'impugnazione, avanti la Corte Costituzionale, del decreto denominato "Salva Banche", per questioni di costituzionalità in relazione agli artt. 47 e 117 della Costituzione, al fine di tutelare i diritti degli azionisti e degli obbligazionisti della Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara. A firma del Consigliere: Fabbri

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponde l'assessore Petitti.

La parola al consigliere Fabbri.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Apro con una dichiarazione del presidente dell'Associazione Assopopolari, che è un'associazione a livello nazionale che raccoglie 70 Cooperative di credito in tutta Italia, in cui dice: "il Governo ha avuto paura di Bruxelles". Parto da questa osservazione perché il tema del cosiddetto "salva banche" - che poi per salvare le banche ha usato i soldi dei risparmiatori azionisti e obbligazionisti - è un tema di scottante attualità sia a livello nazionale, ma anche a livello provinciale.

Il decreto del Governo 183 di qualche giorno fa ha di fatto azzerato le azioni e le obbligazioni per circa 30 mila ferraresi. Un danno complessivo che ammonta a 360 milioni di risparmi, un danno che ha causato perdite molto probabilmente più alte del terremoto e non vedo un'attenzione politica da parte del Partito Democratico che ha scelto di far pagare il salvataggio delle banche ai risparmiatori ferraresi in questo caso, ma anche del resto d'Italia, che non è andato incontro alle reali esigenze di queste persone. Mi dispiace citare un fatto di cronaca, ma ieri a Civitavecchia un pensionato si è suicidato perché ha perso 100 mila euro proprio per questa scelta spudorata del Governo di azzerare le azioni e le obbligazioni. Credo che sia ora di intervenire.

Sabato mattina c'è stato un incontro molto partecipato, con più di 1.500 persone, organizzato dalla Federconsumatori a Ferrara, dove non si è visto nessuno dei politici che comunque per tanto tempo hanno collaborato con la Cassa di Risparmio di Ferrara, una Cassa di Risparmio che ha avuto sicuramente dei legami importanti anche con il Partito Democratico che ha sempre governato le istituzioni del nostro territorio e credo che sia ora di fare qualcosa.

Questo question time cerca di andare a chiarire un aspetto, a mio avviso un contenzioso, tra lo Stato e le Regioni. Cito l'articolo 47 della Costituzione italiana che sancisce che "la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito", e l'articolo 117 della Costituzione italiana che aggiunge che "sono materie di legislazione concorrente quelle relative a casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale, enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali riservati alla legislazione dello Stato", quindi chiedo se effettivamente il nostro presidente Bonaccini si vuole prendere carico politicamente di questa vicenda perché è una scelta politica. Ci stanno vendendo il fatto che è stata Bruxelles, l'Europa che ha intimato all'Italia, attraverso una telefonata, di non accedere al fondo interbancario per salvare gli obbligazionisti di queste banche. Noi non ci crediamo, è una scelta politica del Governo Renzi, è una scelta politica, quindi, anche del presidente della Regione Stefano Bonaccini che fa parte della Segreteria politica del Partito Democratico e ritengo veramente poco elegante il fatto che non ci sia il presidente Bonaccini a parlare in un'Assemblea elettiva come la nostra di questo tema.

Per questo motivo, siccome, da quello che so, dovrebbe rispondere l'assessore Petitti e non credo che questo tema debba essere relegato a una questione puramente tecnica perché è una questione squisitamente politica, non voglio nessuna risposta che non venga dal presidente della Regione e per questo ritiro questo question time, credo che la gente sia stanca di sentirsi dire delle cose che non sono vere, lo straccio anche, così magari qualcuno rileva anche questo fatto, perché è una cosa assurda che il presidente della Regione, davanti ad un crack di questo tipo, avvenuto anche sotto le feste di Natale, che ha messo in crisi totalmente una provincia, con un segretario di partito, che è qua con me nei banchi, che è andato a dire che l'azione che ha fatto il Governo ha salvato le banche;. che lo venga a dire in una conferenza pubblica a Ferrara dove ci sono le 30 mila persone che sono coinvolte da questa situazione, che è veramente imbarazzante: persone che hanno lavorato una vita, si sono fidate degli istituti di credito e si vedono oggi azzerare i loro risparmi.

Grazie, presidente, per la disponibilità che ci è stata data, ma non voglio la risposta dell'assessore Petitti. Mi aspetto che il Presidente della Regione risponda per iscritto alle esigenze di un territorio che è stato martoriato, dopo il crack della Coopcostruttori, sempre targato Partito Democratico, dal terremoto e ora da questa situazione che è veramente indecorosa. Mi aspetto una risposta politica dal presidente Bonaccini che su questo tema non è ancora intervenuto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Lei non ha ritirato all'inizio l'oggetto, lo ha già sviluppato, per cui do la parola all'assessore Petitti, che ha tre minuti e le chiedo di attenersi ai tempi.

 

(il consigliere Fabbri esce dall’Aula)

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Ovviamente il presidente Bonaccini è impegnato in altre questioni istituzionali e ricordo al consigliere Fabbri che il presidente Bonaccini non fa parte della Segreteria nazionale del Partito Democratico.

In merito all'interrogazione del consigliere Alan Fabbri che attiene alla complessa gestione della crisi bancaria e alle relative procedure di risoluzione, sappiamo che si tratta del contenuto del decreto n. 183 che reca, come noto, le disposizioni urgenti per il settore creditizio. In particolare il provvedimento contiene norme volte ad agevolare la tempestiva ed efficace attuazione dei programmi di risoluzione della Cassa di Risparmio di Ferrara, della Banche delle Marche, della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio. Il punto focale oggetto dell'interrogazione attiene alla ritenuta incostituzionalità di tale decreto-legge per presunta violazione degli articoli 47 e 117, comma 3, della Costituzione nella parte in cui elenca fra le materie di potestà legislativa concorrente quelle relative a casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale, enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.

È opportuno da subito precisare che la Giunta regionale è ben consapevole, e da questo presupposto è necessario partire, che la soluzione d'urgenza che ha adottato il Governo con il decreto-legge costituisce con ogni probabilità il miglior compromesso possibile alla luce del diritto comunitario già recepito e che lo stesso Governo è impegnato ad introdurre già nella legge di bilancio all'esame della Camera.

Al contempo la Giunta regionale non ritiene sussistano i profili di incostituzionalità del decreto evocati dal consigliere Fabbri né con riguardo all'articolo 47 che tutela il risparmio, né con riguardo alla presupposta violazione delle competenze legislative regionali in materia di banche a carattere regionale.

La soluzione prospettata dal disegno di legge n. 183 non si pone affatto in contrasto con l'articolo 47 e l'onnicomprensiva esigenza di tutela del risparmio che in esso trova affermazione. Per effetto del decreto menzionato, infatti, parte delle risorse necessarie alla risoluzione delle crisi bancarie dei quattro istituti di credito considerati viene reperita mediante l'azzeramento del valore di prodotti finanziari di natura rischiosa, ossia azioni e obbligazioni subordinate. In quest'ottica, salvaguardando i depositi dei correntisti e il rimborso delle obbligazioni ordinarie quali prodotti meno rischiosi in ragione della loro minimale redditività, il decreto-legge 183 non si pone affatto in posizione di contrasto con l'articolo 47 della Costituzione, che nell'eleggere la tutela del risparmio in tutte le sue forme fra i valori da promuoversi mediante l'azione di governo, non detta una prescrizione di carattere assoluto. Laddove, infatti, si accedesse ad una simile interpretazione è di tutta evidenza che non potrebbero esservi meccanismi di risoluzione delle crisi bancarie altri da quelli integralmente a carico della collettività, poggiando, a ben vedere, una simile interpretazione sull'automatica equiparazione che ogni acquisto di strumenti finanziari rappresenta come forma di risparmio. È singolare, peraltro, constatare che, nel caldeggiare il conflitto contro lo Stato, il consigliere Fabbri lamenti la contrarietà all'articolo 47 che tutela il risparmio e invochi il comma 3 dell'articolo 117 e non il comma 2 che tale compito invece riserva allo Stato in via esclusiva.

Anche la prospettata violazione dell'articolo 117, comma 3, che indica tra le materie di competenza legislativa concorrente le casse di risparmio, le casse rurali, le aziende di credito a carattere regionale, non appare supportata da alcun fondamento giuridico. La competenza concorrente delle Regioni in questo ambito è limitata al solo ordinamento degli enti a carattere regionale, non può essere in alcun modo estesa alla definizione di procedimenti di risoluzione e di soluzioni straordinarie per le quali, invece, appare naturale fare riferimento alla competenza riservata in via esclusiva allo Stato.

Quindi, se la Regione in quanto istituzione è priva di legittimazione al ricorso, spetterà ai soggetti penalizzati, anche per tramite di associazioni di consumatori, ma in nessun modo alla Regione Emilia-Romagna, valutare l'opportunità di promuovere azioni legali volte a contestare la legittimità costituzionale del disegno di legge n. 183, ovvero conseguire ristoro delle perdite subite contestando verosimilmente l'omissione o l'inadeguatezza riguardo alla rischiosità.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Petitti.

Procediamo con l’oggetto 1761.

 

OGGETTO 1761

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla vicenda del cambio di gestione della residenza per anziani Sassocardo di Porretta Terme (BO) che prevede il passaggio di dipendenti alla Cooperativa Mondial Service di Milano. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponderà l'assessore Bianchi.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Questa vicenda, per certi aspetti, se confermata, è paradigmatica di quella che è la situazione in ambito lavorativo anche a seguito di alcuni provvedimenti che sono stati assunti in questo paese negli ultimi mesi in materia di legislazione sul lavoro.

La vicenda è presto detta: c'è una residenza per anziani a Sassocardo, sita a Porretta Terme, in cui sono occupati attualmente 28 dipendenti, realtà che attraversa una fase articolata, complessa della propria vita societaria e all'interno della quale sta subentrando, a quanto risulta, una realtà, la Coop Mondial Service, che sta entrando nel capitale sociale della proprietà di questa struttura (che è una residenza, come dicevo, per anziani, quindi si occupa di un servizio particolarmente delicato e particolarmente importante) e risulta che ai dipendenti che attualmente sono impiegati presso quella struttura con contratti a tempo indeterminato siano state richieste, in maniera piuttosto decisa, diciamo così, le dimissioni, quindi i lavoratori si stanno dimettendo con lettera, ovviamente, tra virgolette, volontaria, per essere poi riassunti da questa nuova realtà che sta subentrando all'interno del capitale sociale della residenza per anziani a Sassocardo, con un contratto a tempo determinato per poi essere trasferiti ad un contratto a tempo indeterminato così da poter ricevere i benefici economici previsti dal Jobs Act.

Questo è quello che ci risulta e questo è quello su cui interroghiamo la Giunta, sapendo ed essendo consapevoli che la Regione non ha competenza diretta nella gestione di questa partita, rimane però il fatto che ovviamente si tratta, per quello che ci risulta, di una violazione grave che deve essere denunciata, sulla quale bisogna intervenire e che dimostra anche in buona parte quelli che sono gli effetti negativi del Jobs Act, quindi ci attendiamo una risposta decisa da parte della Giunta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Prego, assessore Bianchi.

 

BIANCHI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere Taruffi. In merito alla situazione denunciata nella sua interrogazione voglio ricordare che questa è stata materia di censura da parte del Ministero del Lavoro con circolare del 17 giugno 2015 avente per oggetto: "Esonero versamento contributi previdenziali e comportamenti elusivi". Con questa circolare il Ministero ha censurato tali comportamenti finalizzati alla precostituzione artificiosa delle condizioni per poter accedere ai benefici previsti dalla recente normativa contenuta nel cosiddetto Jobs Act. Tali comportamenti violano nella sostanza i principi contenuti nella legge 190/2014 finalizzati a promuovere un'occupazione stabile, pertanto il Ministero invita gli uffici competenti a promuovere specifiche azioni ispettive volte ad accertare e contrastare tali condotte da parte delle imprese, nonché ad attivare specifici monitoraggi al fine di attivare ulteriori e più mirate iniziative di vigilanza.

Concordiamo, quindi, che queste sono manovre elusive che vanno assolutamente non solo denunciate, ma riportate subito, così come abbiamo fatto, all'Ispettorato del Lavoro, che è l'ufficio competente per le attività ispettive, di cui noi, come lei sa, non disponiamo. Anche in questo caso la Regione si comporta con coerenza e quindi sicuramente si farà portatore di questa richiesta che lei ha avanzato in maniera così evidente. No, non ci possono essere spazi per comportamenti elusivi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Bianchi.

Prego, consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Aggiungo che dei 28 dipendenti a cui è stato proposto, diciamo così, questo passaggio (utilizzo la parola "proposto" come eufemismo) non tutti hanno accettato e non tutti quindi si stanno dimettendo per passare a questa nuova condizione contrattuale e quelli che non stanno firmando praticamente sono stati messi in ferie forzate e quindi è stato impedito loro l'accesso al luogo di lavoro. Ora è una situazione evidentemente, per come si sta delineando, intollerabile e quindi è oltremodo necessario segnalare e accertarsi dei fatti che io ho raccolto in questa interrogazione affinché tutti gli organi competenti possano intervenire ed esercitare fino in fondo il proprio dovere. Quando dico tutti gli organi intendo tutti gli organi perché i profili che qui sto delineando meritano tutta l'attenzione da parte delle istituzioni. Chiaramente, per come la situazione si sta delineando, poi ovviamente gli accertamenti sono d'obbligo, si sta delineando una truffa ai danni dell'INPS, si sta delineando un comportamento assolutamente non idoneo e probabilmente nemmeno regolare.

Chiaro è che la normativa, quindi la riforma, il famoso Jobs Act, da questo punto di vista purtroppo evidenzia anche una parte lacunosa che si presta a questo tipo di interventi, che non sono un caso isolato, ce lo dobbiamo dire. Insomma, diciamo che il lavoro al tempo del Jobs Act rischia di essere anche questo, rischia di essere anche iniziative che mettono i lavoratori e le lavoratrici in condizioni di estrema difficoltà.

Il fatto poi che questo avvenga in una realtà periferica e in una piccola comunità (perché parliamo di un comune di 4.800 abitanti, anche se adesso con la fusione diventerà più grande) e soprattutto avvenga nel silenzio generalizzato è abbastanza inquietante perché ovviamente se accade in realtà dove il controllo dovrebbe essere più evidente ed esplicito, figuriamoci altrove! Quindi il senso di questa interrogazione è anche quello di chiedere all'Assessorato, dal quale ci attendiamo successive iniziative, una denuncia pubblica di questa situazione, che se, ripeto, accertata non può che produrre atti conseguenti.

Chiudo con un'ultima considerazione: su quella struttura, oltre che dal punto di vista del rapporto lavorativo, ci sono anche tanti altri rilievi che vanno appurati e per questo abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti per avere il quadro complessivo di come in quella struttura si sta operando anche nei confronti di chi lì è ricoverato.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Procediamo con l’oggetto 1763.

 

OGGETTO 1763

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la posizione della Giunta in merito alla festività cattolica del Natale, festa civile riconosciuta dallo Stato, con particolare riferimento al mondo della scuola ed alla valorizzazione dei singoli e delle associazioni che ne rappresentino i simboli. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponderà l'assessore Banchi.

La parola al consigliere Foti.

 

FOTI: Grazie, presidente. Signora Presidente, se mi permette, farei prima un richiamo al Regolamento. Mi riferisco alla decisione da lei assunta di ritenere che il consigliere Fabbri non potesse ritirare l'interrogazione. In realtà le cose non stanno così perché l'articolo 118, comma 2, del nostro Regolamento prevede letteralmente che: "il presentatore..."

 

PRESIDENTE (Saliera): Sta intervenendo sull'ordine dei lavori?

 

FOTI: Sì, ho detto che facevo un richiamo al Regolamento.

Il Regolamento prevede che: "il presentatore può sempre ritirare l'interpellanza o l'interrogazione fino al momento in cui la Giunta si accinge a rispondere". È evidente che l'interpretazione che viene data, invece, è che il presentatore può sempre ritirare l'interpellanza o l'interrogazione fino al momento in cui non l'abbia ancora discussa, ma è una cosa diversa. Uno può illustrare l'interrogazione e ritirarla perché qui si dice chiaramente "fino a che la Giunta non si accinge a rispondere".

In secondo luogo faccio presente, con riferimento all'interrogazione del consigliere Fabbri, che era presente anche da tempo una mia risoluzione e che, così come si provvede agli abbinamenti delle risoluzioni in quest'Aula, essendo l'interrogazione assimilabile, come è noto, all'interpellanza e ad ogni atto di sindacato ispettivo, andava a mio avviso trattata congiuntamente alla risoluzione sullo stesso punto.

Ciò detto, passo all'illustrazione - quindi da questo momento dovrebbero scattare i minuti per il question time - della mia interrogazione. Io mi limito soltanto a far presente al signor presidente della Giunta e ai signori assessori che mai come in questo momento vi sono polemiche che io giudico sterili e inutili in ordine all'esposizione di alcuni simboli del Natale del quale sicuramente il presepe, inventato, tra virgolette, da San Francesco, è una delle rappresentazioni più care alla nostra tradizione, proprio perché si ritiene che l'eventuale esposizione del presepe possa costituire motivo di offesa per qualcuno. Debbo dire che anche nel nostro ingresso abbiamo e fa bellissima figura un albero, ma questo non c'è.

 

(il consigliere Foti mostra un piccolo presepe)

 

Signora presidente, questo proprio non c'è. Non so se dia fastidio. Vede, io ce l'ho sul banco, è una cosa molto piccola e modesta perché i simboli non hanno bisogno di avere delle rappresentazioni plastiche enormi. Lì c'è un bellissimo albero, imperioso, ma non abbiamo un simbolo che è il simbolo in cui si riconosce la cultura nazionale e popolare di noi italiani. Allora mi permetto di chiedere quali siano le opinioni della Giunta in ordine a questa impostazione che non è laica, ma è laicista, che è altra cosa, e soprattutto se la Giunta ritiene, nella sua autonomia, di voler magari attivarsi per premiare coloro i quali in tutta la regione realizzano addirittura dei presepi che hanno un carattere non soltanto di ricordo religioso, ma anche di grande rilevanza artistica.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola all'assessore Bianchi.

 

BIANCHI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere Foti, di aver posto questo tema sulla rilevanza dei simboli. Le risponderò prima con una risposta legata alla scuola e poi lei mi permetterà una riflessione personale. Per quanto riguarda la scuola, noi abbiamo aperto con l'Ufficio scolastico regionale - che, come lei sa, è il soggetto di riferimento per quanto riguarda la gestione scolastica - da tempo una riflessione proprio su questo tema non solo dei simboli, ma anche dell'interculturalità e dell'essenzialità di questa in questo momento. Io le allegherò alla mia risposta anche la lunga lettera che il dottor Versari dell'Ufficio scolastico regionale mi ha mandato, più tutta la normativa esistente in materia, perché mi pare opportuno costruire anche fra di noi una base di riferimento per questo ragionamento.

Personalmente credo che da una parte noi abbiamo un tema fondamentale di autonomia scolastiche, c'è un tema di libertà di insegnamento, e vi è un tema, però, anche di affrontare in questo momento così delicato il tema di un'interculturalità, che però non vuol dire soppressione della nostra identità. Io credo che questo sia il tema. La nostra identità, come lei ha detto anche citando Benedetto Croce, non può che essere legata alla nostra tradizione cristiana al di là di quello che uno pensa e crede. Io sono molto convinto di questo e sono convinto anche dell'altra parte che lei dice, che anche noi, forse, non abbiamo sufficientemente attenzione e cura dei simboli e del simbolo che lei stesso propone.

Le ricordo per inciso che Francesco propose il presepio come atto eversivo per chiedere una religione che fosse più legata alle persone e meno al vertice e che lo stesso Papa Francesco non a caso, rompendo una tradizione millenaria di appellativi di palazzo, ha voluto essere "Francesco". Quindi non solo sono convinto come lei, ma sono convinto anche che occorra più studio, più attenzione anche perché bisogna essere più forti nelle proprie identità per essere in grado di essere più aperti al dialogo. Noi su questo abbiamo con le autorità scolastiche, nella loro autonomia, aperto un dialogo fortissimo, devo ringraziare qui pubblicamente ancora una volta il dottor Versari dell'Ufficio scolastico regionale, abbiamo posto a tutte le nostre scuole questo tema perché, come le ripeto, proprio per essere in grado di essere più aperti bisogna essere più chiari nella nostra identità, ma lo stiamo facendo con le scuole perché questo è l'ambito su cui stiamo operando.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Bianchi.

La parola al consigliere Foti.

 

FOTI: Grazie, presidente. L'assessore Bianchi, con abilità dialettica, ha sicuramente tessuto gli elogi del nostro direttore regionale della scuola, ha sicuramente convenuto con me sui passaggi dell'interrogazione dove vi sono citazioni tra cui il pensiero di Benedetto Croce, che tutto era, ma soprattutto era un laico, ma non ha poi, in definitiva, detto fino in fondo se ritiene che il non realizzare il presepe nelle scuole sia un momento di interculturalità o un momento di abbattimento della propria identità. Mi permetto di dirglielo, assessore Bianchi per un unico motivo: lei saprà bene che ieri l'altro a Reggio Emilia tre famiglie musulmane hanno posto il problema di non poter far fare ai propri figli la lezione di musica perché, suonando il flauto, vi sarebbe stata una violazione del precetto stabilito da Maometto. Allora io vorrei capire. Posso capire, e la legge italiana lo consente, che una famiglia che non vuole far frequentare al proprio figlio l'ora di religione cattolica ne fa domanda, il ragazzo è esonerato e può scegliere tra altre quattro attività che lo Stato gli consente, tra cui quella di andarsene a casa. Ma diverso è invece il fatto che si pensi che un simbolo - che, tra l'altro, vorrei ricordare, è un simbolo comunque di pace, non stiamo parlando di chissà che cosa - possa offendere un'altrui cultura e allora noi togliamo il simbolo. Qui si apre una vasta problematica perché, vede, assessore, se io vado in giro con il volto coperto vengo denunciato, se con il volto coperto gira una signora che viene dalla tradizione islamica nessuno le dice niente perché si ritiene che sia espressione di un costume. E allora io non vorrei che in questa inversione alla rovescia che sono i fattori costituenti della libertà di culto, perché la nostra Costituzione riconosce la libertà di culto, vi sia poi una licenza di accantonare quella che è, piaccia o non piaccia, la scelta maggioritaria degli italiani di riconoscersi nella cultura cattolica.

Io mi permetto di dirle solo una cosa, assessore: noi tutti abbiamo avuto nella nostra giovinezza il piacere di leggere alcune posizioni, ma se vi è un libro che era caro citare negli anni in cui io frequentavo il liceo era quello di don Milani Lettera a una professoressa, ma molti probabilmente si sono fermati al titolo e quindi l'hanno utilizzato come una bandiera del Sessantotto senza finire il libro perché don Milani scriveva testualmente: "Neanche un minuto solo sul Vangelo. Non dite che il Vangelo tocca ai preti. Anche levando il problema religioso, restava il libro da studiare in ogni scuola e in ogni classe. A letteratura il capitolo più lungo toccava al libro che più ha lasciato il segno, quello che ha varcato le frontiere. A geografia il capitolo più particolareggiato doveva essere la Palestina. A storia i fatti che hanno preceduto, accompagnato e seguito la vita del Signore. In più occorreva una materia apposta: scorsa sull’Antico Testamento, lettura del Vangelo su una sinossi, critica del testo, questioni linguistiche e archeologiche. Come mai non ci avete pensato? Forse chi v'ha costruito la scuola Gesù l’aveva un po’ in sospetto: troppo amico dei poveri e troppo poco amico della roba". Ecco, non vorrei che nel cancellare tutto il cancellabile finissimo anche per cancellare una parte di quel libro di don Milani che, evidentemente poco noto a molti, ma sicuramente a lei sì, ne sono certo, dice delle cose che invece molti avrebbero la necessità di conoscere.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Per il tema che ha posto prima sull'ordine dei lavori mi assumo naturalmente la responsabilità della correttezza dell'interpretazione del Regolamento e per gli altri temi che ha posto ne parleremo in Conferenza dei Capigruppo.

 

SITUAZIONE IN CUI VERSA LO STABILIMENTO PHILIPS SAECO DI GAGGIO MONTANO

(Risoluzione oggetto 1772 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Saluto i rappresentanti dei lavoratori, i sindaci, gli amministratori che sono in aula e che stanno attraversando un momento molto difficile, una sfida per il mantenimento del diritto al lavoro.

I consiglieri in discussione generale avranno dieci minuti.

È stata presentata una risoluzione a firma dei consiglieri Caliandro, Taruffi, Gibertoni, Fabbri, Alleva e Foti.

Dopo la discussione si apriranno le dichiarazioni di voto e ogni gruppo avrà cinque minuti di tempo per intervenire, dopodiché si passerà alla votazione del documento.

In apertura ha chiesto di intervenire il presidente della Giunta Bonaccini perché poi ha altri impegni istituzionali. Prego, presidente.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente. Saluto anch'io i lavoratori, le lavoratrici e gli amministratori dei comuni della montagna bolognese. Mi scuso perché dopo dovrò recarmi a Roma. Peraltro domattina è convocato, come sapete, dalla ministra Federica Guidi il tavolo tra le parti sociali e quelle interessate all'impresa, credo anche tempestivamente convocato, per iniziare a discutere nel merito della vicenda e della vertenza.

Noi ci siamo immediatamente mobilitati alla notizia degli esuberi, oltre 200, alla Philips Saeco. C'è già stato il 2 dicembre, la scorsa settimana, un primo tavolo presso la Regione Emilia-Romagna, non particolarmente esaltante dal punto di vista dei risultati, ma abbiamo voluto immediatamente, come istituzione, muoverci. Ringrazio di questo l'assessore Palma Costi che domattina sarà a rappresentare la Regione al tavolo e io, se riesco a sposare un altro impegno, sarò con lei.

Volevamo subito segnare il punto di attenzione della Regione Emilia-Romagna. Peraltro mi sono recato io stesso al presidio dei sindacati e dei lavoratori e delle lavoratrici dell'azienda, giustamente, ovviamente, necessariamente preoccupati da una notizia che è stata un fulmine a ciel sereno e che rischia di mandare un intero territorio, non soltanto quell'azienda, in grave crisi perché la gran parte dei lavoratori e delle lavoratrici vivono, peraltro, in un territorio di montagna.

Mi sono recato immediatamente, nelle ore successive, al Ministero per rappresentare al Governo le preoccupazioni e ciò che questo potrebbe significare per il nostro territorio. Ho incontrato la ministra Guidi che ha convocato immediatamente, appunto, per domani, il primo tavolo di discussione e, ci auguriamo, di trattativa.

Voglio dire a coloro che lavorano nell'azienda e ai sindaci e alle istituzioni presenti e anche a quelli non presenti che insistono su quel territorio che la Regione Emilia-Romagna metterà in campo ogni iniziativa utile che possa risolvere o possa dare una soluzione positiva alla crisi annunciata da Saeco sia per quanto riguarda la salvaguardia della produzione nello stabilimento di Gaggio, sia per quanto riguarda la salvaguardia del lavoro e del reddito per tutti i dipendenti, in tutte le forme che potremo mettere in campo. Ovviamente saremo insieme in questa battaglia e ci auguriamo di poterla vincere, come peraltro è accaduto recentemente per altri casi nei quali sia il Governo che la Regione hanno messo in campo tutto ciò che potevano. Sono stato pochi giorni fa a visitare lo stabilimento Electrolux a Forlì, che visse una vicenda più o meno simile; quello stabilimento, a pochi mesi dall'accordo nazionale con le Regioni interessate Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, ha già performance superiori persino a quelle attese.

Noi ovviamente non vogliamo usare più parole di quelle necessarie perché di soluzioni, oggi, in questo momento, non ce ne sono, ma ci piacciono i fatti e dunque si sappia che tutto quello che è in nostro potere lo faremo. Non possiamo permetterci in quel territorio di perdere posti di lavoro, produttività e prospettive.

Voglio dire un'ultima cosa. Noi avremo, come avevamo promesso, a breve una conferenza di inizio 2016 sulla montagna dove chiameremo tutti gli amministratori dei comuni montani indipendentemente dalle forze di appartenenza (lo dico perché ho letto narrazioni abbastanza surreali e un po' ridicole, addirittura di qualcuno che insinuava che avremmo fatto una conferenza sulla montagna soltanto con gli amministratori di centrosinistra). Fremo una conferenza sulla montagna perché ci interessa dare prospettive all'Appennino, che su alcune questioni sta conoscendo performance interessanti invece; avete visto i dati sul turismo, ci consegnano una prospettiva e per questo dobbiamo insistere tutti insieme, con anche gli operatori di quei territori, oltre che con gli amministratori, perché possa davvero succedere ciò che è accaduto già quest'anno e possa prevedersi per il prossimo anno, visto anche che questo fine anno, rispetto allo scorso anno, dovrebbe vedere non solo un grande aumento di presenze, ma anche di ritorno economico e di indotto sul territorio.

La conferenza della montagna noi vogliamo che possa essere il luogo nel quale la Regione Emilia-Romagna lanci un vero e proprio programma di sviluppo, un accordo di programma che veda due direzioni e due direttrici dal punto di vista occupazionale: da un lato, rafforzare tutta la filiera manifatturiera esistente, che peraltro non è poca; dall'altro, diversificare i settori nei quali creare ulteriori posti di lavoro. Segnalo che il bando sul Piano di sviluppo rurale (che prevedeva risorse per concedere a fondo perduto 30 mila euro se si abita in pianura, 50 mila euro se si abita in montagna per aprire una nuova azienda agricola) ha ricevuto una risposta straordinaria in termini di domande. Quella direttrice, per un segmento, quello dell'agricoltura, che ha visto sempre i segni meno negli ultimi anni, potrà vedere i segni più in prospettiva. Così come tutto quello che riguarda il tema dei servizi, dalla scuola alla sanità, agli ospedali alle case della salute, perché sappiamo che in montagna ci si può rimanere a vivere o ad operare se c'è opportunità di lavoro, ma anche se c'è opportunità di servizi e qualità degli stessi. Per questo dal punto di vista della banda ultralarga e della banda larga prevediamo di far uscire a breve un ulteriore bando europeo perché abbiamo bisogno di portare le infrastrutture anche immateriali in tutti i luoghi affinché le opportunità possano essere le stesse ovunque.

Questo è un territorio che conosco molto bene, come conosco i suoi amministratori, ne conosco la determinazione per provare a dare una mano in questo senso e credo che quando il consigliere Taruffi poche ore fa si rifaceva alla necessità di creare ulteriori posti di lavoro abbia detto una cosa giusta: non possiamo mettere in contrapposizione la necessità di nuove opportunità di sviluppo con la determinazione del salvaguardare i posti di lavoro di quelle persone che lì vivono e lì hanno la loro prospettiva di vita.

Le parole, però, servono a poco, adesso abbiamo bisogno di provare a condurre questa lotta con grande determinazione. Il Governo ha fatto sapere, anche per bocca del Presidente del Consiglio in persona che seguirà personalmente la vicenda, che non possiamo permetterci di perdere questa grande opportunità che in quel territorio c'era e sembrava proseguire. In ogni caso terremo costantemente informata la stessa Aula, come facciamo per tutte le crisi in atto, e ci auguriamo che già da domani possa arrivare qualche segnale che permetta di guardare con più fiducia al futuro. Ma al di là dei segnali ci interessa che si possa arrivare nei tempi più brevi possibili ad una soluzione positiva di questa crisi e di questa vertenza che ovviamente non ci aspettavamo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, presidente Bonaccini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. La scelta che abbiamo fatto come Conferenza dei Capigruppo è stata quella di dedicare un'apposita discussione a questo tema che, come già ha dimostrato il presidente Bonaccini, è centrale nella dialettica sulla politica industriale di questa Regione. Abbiamo scelto evidentemente di affrontarla per evitare delle frasi di circostanza. Molto si è detto e molto si dirà nei prossimi giorni di quali sono le cose che noi possiamo fare per evitare il dramma di 243 famiglie, il dramma di un conflitto che rischia di diventare un momento di una riflessione molto più profonda di quella che si apre quando si pensa alla parola "esubero", ma rischia di mettere in contrapposizione storie, comunità, territori rispetto alle politiche industriali di un territorio. Allora, forse, e credo che sia il vero dato significativo, il fatto che il Presidente del Consiglio, su iniziativa del nostro presidente Bonaccini, abbia assunto la responsabilità di guardare quale possa essere lo sbocco di questa vicenda ci dà il segno anche che c'è un'idea di solidarietà intorno alla quale dovremmo chiedere una collaborazione maggiore a tutti quanti noi, ma anche agli attori sociali.

Penso, infatti, che la discussione debba partire dal 2009, da quando la Philips ha sostanzialmente preso in mano la vicenda Saeco facendosi carico dei 350 milioni all'anno di perdite che quell'azienda aveva e sanando un debito di oltre 600 milioni di euro. Una procedura che ha cercato, in sostanza, di creare un nuovo rilancio di quel territorio e di quell'azienda. Vi è da dire che evidentemente anche le scelte di politica del management di quell'azienda non sono state calzanti se poi siamo arrivati ad una produzione diversificata. Ma proprio l'idea di andare oltre una discussione nelle aule di tribunali di come si rispettano gli accordi contrattuali che vengono fatti tra le parti sociali penso che sia il centro e il perno della discussione che questa mattina abbiamo deciso di fare.

Occorre evidentemente una diversificazione del prodotto, ma occorre innanzitutto tenere presente che la riconversione delle aziende (in questo caso Saeco, ma potremmo parlare di tante altre e dello spirito anche della risoluzione, quello di usare lo strumento Saeco per parlare anche della crisi della montagna) sia un momento in cui l'azione della politica industriale si caratterizza.

Io credo che tutte le volte che ci si trova a parlare di dignità delle persone, di rispetto del valore del lavoro come della crescita e dello sviluppo dei piani industriali, ci si trova di fronte anche ad una responsabilità che la politica non può tacere e allora dirò questo: in casi analoghi alla vicenda che viviamo le soluzioni sono state spesso identificate attraverso un accordo, un accordo tra l'azienda, i lavoratori e i territori. Forse un brogliaccio di riflessione potrebbe essere utile in questi giorni, perché se è vero che il primo accordo che si è svolto presso il nostro Assessorato non ha visto da parte dell'azienda la disponibilità ad una trattativa, anche il fatto che, però, in questo momento questa discussione sia stata raccolta dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Regione Toscana, e anche dalla Presidenza del Consiglio e dal Ministero competente, ci può permettere di identificare alcuni punti che voglio condividere con quest'Aula.

Partiamo dalle posizioni classiche. È evidente che occorre, in una piattaforma progressiva di riconoscimento dei ruoli per cercare di rilanciare questo distretto, ridurre le pause, ridurre i permessi sindacali. Occorre però, che per parte nostra come governo, come territorio, ci impegniamo in un'opera di decontribuzione per coloro i quali dovessero adottare i contratti di solidarietà, occorre un impegno concreto, quindi, dei territori e del governo per cercare di identificare cosa può accadere quando la volontarietà e quando la riorganizzazione dei sistemi produttivi vanno a toccare l'innovazione. Occorre un intervento diretto in materia di ricerca e innovazione con finanziamenti agevolati per questi territori. Occorre, in buona sostanza, pensare che Saeco può essere la cifra di come si fa una nuova politica industriale al momento della crisi.

Noi abbiamo un Patto per il lavoro di 15 miliardi di investimento e abbiamo un grande obiettivo per questa regione: rilanciare il lavoro, dimezzare la disoccupazione. Possiamo metterci del nostro, possiamo chiedere al Governo di collaborare in questa direzione. Di sicuro non possiamo pensare, però, di essere dei tecnocrati, ma dobbiamo sforzarci di toglierci delle casacche. Per questo dall'incontro che ho avuto con alcuni lavoratori sia l'altro giorno che nei giorni precedenti, ma anche questa mattina, ho maturato la convinzione che il modo migliore per rappresentare un'idea di rilancio industriale sia rilanciare anche in maniera diversa le relazioni industriali.

Io auguro alla delegazione composta dal presidente Bonaccini e dall'assessore Costi che questi siano giorni importanti per questa trattativa. So che non si chiuderà nel breve volgere di una notte, però penso allo stesso tempo che la nostra sfida, la sfida della ristrutturazione, della riorganizzazione dei territori del nostro territorio sia "la sfida": la sfida ai drammi, la sfida alla politica che si fa capace di trovare delle soluzioni. Una grande scommessa politica che come partito di maggioranza abbiamo il dovere di prendere in mano, ma abbiamo anche il dovere di pensare ad una nuova politica industriale, abbiamo il dovere di pensare come delle persone, nel rispetto anche della libertà d'impresa economica riconosciuta anche in Costituzione, abbiano la possibilità di essere ricollocate e in questo occorre lanciare un appello al sistema industriale del nostro territorio, occorre creare un network virtuoso. Molto spesso vengono rilanciati gli esempi di Lamborghini, Ducati, insomma, le aziende forti su cui abbiamo avuto grandi investimenti. Bene, aiutiamo i lavoratori di Saeco ad entrare in un meccanismo virtuoso, qualitativo, perché non siano in competizione con le altre regioni di questo nostro continente, ma perché sviluppino delle capacità, di cui sono certo sono portatrici le donne che oggi rappresentano l'azienda, e possano dare un nuovo momento di riflessione e di attività alla nostra montagna.

La presenza di lavoratori e sindaci costituisce un elemento nuovo anche per quest'Aula, per questo abbiamo voluto riunirci su questo tema, perché pensiamo che ci sia una massa critica e una massa sociale che vada messa in piedi su battaglie come queste. Uniti possiamo andare lontano.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Ha chiesto di parlare il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Ringrazio e saluto gli amministratori di quel territorio e i lavoratori qui presenti, cui va tutto il nostro sostegno e tutto il sostegno da parte del gruppo della Lega Nord.

La questione della Saeco, che da settimane tutti quanti possiamo leggere sui quotidiani e vedere anche su alcune trasmissioni televisive a livello nazionale, è certamente una questione di vitale importanza per un'intera vallata. L'importanza mediatica che viene data alla Saeco di Gaggio Montano deriva dal fatto che viene messo sotto la luce dei riflettori un sistema malato, costruito su misura per le grandi multinazionali che vengono a fare spesa sul nostro territorio per poi delocalizzare in quei paesi appartenenti sempre all'Unione europea dove la manodopera ha un costo inferiore. Qui ci troviamo di fronte ad un vero e proprio caso chiarissimo di delocalizzazione verso la Romania e, chissà, magari anche verso l'Austria visto che ci sono giunte alcune voci in tal senso. L'azienda può raccontare quello che vuole, ma le cose stanno così.

La situazione è ben descritta nella risoluzione che abbiamo sottoscritto anche come Lega Nord. La Philips, multinazionale olandese, nel 2009 acquistò la Saeco, storico marchio di Gaggio Montano, tipico esempio di chi da una piccola attività ha creato un vero e proprio colosso riconosciuto in tutto il mondo, una vera e propria eccellenza del Made in Italy, che però ha dovuto fare i conti con l'esistenza di uno stabilimento situato in Romania dove la Philips ha iniziato a trasferire una parte della produzione. Gli accordi, però, parlavano chiaro: lo stabilimento rumeno avrebbe dovuto produrre gli articoli di bassa gamma mentre lo storico stabilimento di Gaggio Montano avrebbe mantenuto la produzione degli articoli di alta gamma. Ma così, purtroppo, non è stato. La delocalizzazione avviata anni fa è tuttora in corso e i 243 esuberi, circa la metà dei dipendenti, ne sono la dimostrazione.

Oggi come istituzione dobbiamo affrontare con ogni mezzo possibile questa situazione sia a livello regionale che a livello nazionale, dato che è stato aperto un tavolo anche al Ministero che si terrà domani, come è stato ricordato poco fa dal presidente Bonaccini. Dobbiamo, dunque, mettere in campo ogni azione possibile. Ricordiamoci, però, che oggi rincorriamo questa emergenza, sperando ovviamente che il lavoro svolto ai tavoli di crisi garantisca l'occupazione a tutti i lavoratori che oggi vengono considerati esuberi, ma ci troveremo nuovamente ad affrontare altre crisi di questo genere se non cambieremo il sistema interno abbassando la pressione fiscale e quello europeo. Un sistema europeo, un'Unione europea che di unito non ha un bel niente. E mi sorprende che questa risoluzione ci sia come primo firmatario un consigliere del Partito Democratico perché è proprio il Partito Democratico che sostiene questo modello di Europa, un'Europa che sarebbe totalmente da rifondare, dove dovremmo trovare tutti i paesi e tutti i popoli sullo stesso piano, non in concorrenza.

Se non cambieremo il sistema, magari oggi salveremo, e me lo auguro con tutto il cuore, 243 posti di lavoro, oppure ci troveremo a dover gioire per aver ottenuto qualche ammortizzatore sociale, cosa che non mi auguro perché il mio augurio è che tutti i 243 posti di lavoro vengano tutelati. Ma che futuro avremo se continuiamo su questa strada? Dunque oggi affrontiamo con ogni sforzo possibile questa crisi, sosteniamo con forza l'occupazione di questi lavoratori e la Lega Nord su questo c'è, ma avviamo una riflessione seria per rivedere tutto il sistema interno nazionale e il sistema europeo perché non possiamo rincorrere sempre le emergenze, dobbiamo affrontare il problema alla radice.

È stato detto prima che siamo di fronte, magari, ad una difficoltà dell'area appenninica; è vero, c'è anche questo fattore, ma le difficoltà derivano da un sistema ben più ampio, un sistema europeo che così non può andare, quindi rivediamo tutto perché altrimenti si può soltanto peggiorare.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Alleva. Ne ha facoltà.

 

ALLEVA: Grazie, presidente. Siamo ancora alle prese, questa volta in maniera molto drammatica, più drammatica di altre volte, con la problematica della delocalizzazione produttiva. Io vi inviterei a fare una prova: prendete il vostro iPad e scrivete: "contrasto alla delocalizzazione", vedrete uscire molti articoli su tentativi, molto spesso di Assemblee regionali, per porre un limite alle delocalizzazioni, che però nello stesso tempo sono inframezzati da pubblicità di studi professionali che invece invitano alla delocalizzazione. È una specie di lotta a guardie e ladri che sarebbe estremamente divertente se non fosse drammatica. C'è un indirizzo di uno studio di Lugano il quale ha la sua pubblicità nella quale dice: "Slovenia, bassissimi salari, pochissime tasse"; dall'altra parte ci sono gli amministratori pubblici, i rappresentanti sindacali eccetera che fanno dei tentativi per evitare la delocalizzazione, ci sono progetti presentati da SEL contro la delocalizzazione, in Veneto sono state assunte delle regole a livello regionale eccetera.

Ora a me sembra che la nostra Regione in questa materia potrebbe ben cercare di assumere un atteggiamento d'avanguardia, perché il criterio tipico che è stato seguito dai tentativi di legislazione è quello della revoca dei contributi, dei benefici, degli incentivi che soprattutto a livello regionale trovano modo di essere e questo viene fatto attraverso previsioni normative e/o anche attraverso uno strumento, di cui, ad esempio, parla il progetto di legge del Piemonte, di un vero e proprio accordo di insediamento dell'azienda, non solo straniera, ma anche italiana, in un certo territorio il quale comporta la previsione di benefici, di incentivi, ma anche una durata dell'insediamento stesso, e a mio modo di vedere questa linea presenta un sicuro difetto, anche se è in sé condivisibile: quello di creare un sistema di contrappesi soltanto a livello istituzionale perché poi andare alla revoca effettivamente, che so, degli incentivi occupazionali che furono dati allora e di tante altre cose, forse è meno semplice di quello che sembra. Tanto che la cosa che viene fatta è di dare, a chi minaccia la delocalizzazione, altri benefici, altri denari, si chiedono altri sacrifici ai lavoratori in modo che si rinunzi a questa intenzione - ed è quello che si farà, ne sono sicuro, anche nel caso della Saeco - rincorrendo, quindi, la crisi.

Ora, a me pare che invece bisognerebbe cercare di creare, attraverso uno strumento legislativo o altro, dei quadri di riferimento che diano agli stessi lavoratori che sono interessati dei poteri. È soltanto nella difesa che i lavoratori possono realizzare da se stessi, secondo me, che sta la prima garanzia. Voglio dire che questi contratti di insediamento che si fanno, che si faranno, che tutte le legislazioni regionali delineano quale strumento in cui vengono presi gli impegni, bisogna rendersi conto che sono contratti che hanno dei beneficiari nei lavoratori, i quali lavoratori, pertanto, possono essi stessi e in prima persona richiederne il rispetto.

Sentivo dall'intervento del collega Marchetti Daniele che gli accordi erano ben chiari: i prodotti d'alta gamma dovevano restare a Gaggio Montano, in Romania solo quelli di bassa gamma. È un accordo solo politico? È un accordo che forse potrebbe consentire alla Regione o agli enti che hanno dato degli incentivi di recuperarli? O è, visto dal nostro punto di vista, un accordo in favore di terzo, un accordo che crea dei diritti direttamente a coloro che avevano interesse a lavorare in Italia quei prodotti di alta gamma così come era stato promesso? Perché se è questo, allora il sistema è davvero in equilibrio perché abbiamo un contro interesse privato, collettivo, dei lavoratori, giustiziabile, che consente e obbliga a mantenere poi gli impegni che con tranquillità le imprese sottoscrivono tanto la delocalizzazione resta poi comunque libera.

Vorrei che la Giunta, la nostra Regione, questo Consiglio riflettesse sull'adozione di una prassi e di strumenti normativi e anche giuridici che consentano di non dover ogni volta rincorrere l'emergenza, valorizzando, come contro altare, come contrappeso agli intenti speculativi, perché di questo si tratta, delle imprese nazionali e multinazionali, l'interesse e i diritti dei loro dipendenti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Alleva.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Quando si parla di perdita di posti di lavoro credo che bisogna fare un uso parsimonioso della retorica, nel senso che i lavoratori in questo momento ci stanno chiedendo risposte concrete e concretezza.

Sappiamo tutti che la Saeco di Gaggio Montano è un patrimonio della nostra regione, è a un’ora di macchina da qua, è un patrimonio che è nato e che è cresciuto qui, nella nostra regione, ha fatto grande il Made in Italy nel mondo ed è un patrimonio di tutto il nostro paese. La Saeco era leader nella produzione delle macchine del caffè, poi, ad un certo punto, è stata rilevata da una multinazionale e, come spesso accade, da un certo momento in poi è stata depauperata la capacità produttiva di questa azienda. Abbiamo visto anche che la qualità dei prodotti e delle materie prime è diminuita nel tempo e, come è già stato detto, parte della produzione che doveva rimanere in Italia, le macchine di alta gamma, è stata anch'essa spostata in Romania.

Per rimanere nell'ambito della concretezza, noi ci siamo recati più volte al presidio, io personalmente in veste anche di cittadina, a portare la mia solidarietà anche umana a queste persone che stanno vivendo un momento drammatico. Ci sono andata io, sono andati i miei colleghi dell'Unione dei Comuni e due giorni fa è venuta anche la nostra senatrice Sara Paglini che si sta interessando del caso e porterà anche lei in Senato la questione Saeco nel dibattito parlamentare.

Dico la verità, io ho incontrato persone che sono orgogliose di aver fatto la storia di questa azienda, però allo stesso tempo sappiamo anche che tra questi lavoratori ci sono intere famiglie che purtroppo nella Saeco hanno la loro unica fonte di reddito. È una situazione drammatica.

Noi qualcosa l'abbiamo fatto anche in Parlamento: abbiamo proposto l'emendamento Fantinati che prevede che per le multinazionali che decidono di delocalizzare e che abbiano ricevuto un contributo pubblico, immediatamente quel contributo venga sospeso e siano obbligate a restituire quanto hanno preso. Questa è una delle cose che abbiamo fatto, però allo stesso tempo chiediamo che il Governo si adoperi per creare le condizioni per fare impresa in questo paese e la risposta non può essere il Jobs Act. Abbiamo chiesto anche, lo abbiamo fatto in maniera un po' provocatoria, che qualche ministro venga al presidio, che Poletti si faccia vedere; abbiamo visto che gira tanto, che va in visita nelle aziende di eccellenza, ma anche la Saeco è un'azienda di eccellenza, quindi che venga a parlare con i lavoratori perché questa eccellenza in questo momento ce la stanno scippando. Come dicono i lavoratori, la Saeco non si tocca e noi non lasceremo che questo patrimonio di conoscenze e capacità produttiva venga perduto. Noi ci siamo, seguiremo la questione passo passo e faremo tutto il possibile perché questi 243 lavoratori non vengano lasciati a casa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Volevo salutare le lavoratrici e i lavoratori presenti qui, che stanno affrontando un momento molto difficile e complicato, che probabilmente sarà anche molto lungo. Saluto gli amministratori di un’intera valle, perché oggi ci sono non a caso i sindaci di Gaggio Montano, Porretta Terme, Castel di Casio, Lizzano in Belvedere, Vergato, Marzabotto e Monzuno, perché è un’intera vallata che oggi, cioè l’Alta e Media Valle del Reno, viene colpita non solo perché c’è la crisi Philips Saeco, ma perché c’è un tessuto industriale in crisi.

Questa mattina abbiamo parlato attraverso un’interrogazione della Dismeco, sulla quale anche noi come gruppo abbiamo presentato qualche tempo fa un’interrogazione, ma ci sono anche altre industrie della metalmeccanica, come la DEMM e come la Metalcastello, che insistono tutte sulla stessa area e che vivono momenti di difficoltà per certi aspetti anche più gravi perché la DEMM è in amministrazione controllata e ci sono anche lì duecentotrentasei lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro.

Quando si affrontano temi così delicati bisogna farlo con rigore cercando di essere lucidi anche nell’analisi. Se è vero che la Saeco è un’industria che nasce per iniziativa di imprenditori locali, che hanno realizzato questa realtà, che è diventata tra i leader mondiali della produzione delle macchine da caffè, è altrettanto vero che - per aggiungere tasselli alla storia e alla cronistoria - nel 2004 a rilevare la Saeco è il fondo pensionistico Pai, fondo pensionistico francese, che nel giro di cinque anni svuota dal punto di vista finanziario quella realtà portandola a una situazione sicuramente non positiva. Nel 2009 interviene Philips, gli stabilimenti in Romania a onor del vero ci sono già a partire dal 2003, però è vero che dal 2009 in poi, come ricordava prima qualcuno, Phillips interviene rilevando una situazione difficile, però è anche vero che dal 2009 a oggi nulla è stato fatto per investire con decisione sullo stabilimento di Gaggio Montano, ma si è invece utilizzato quello in Romania per continuare una delocalizzazione che era già in atto.

Ricordo a tutti però, e qui ce lo dobbiamo dire con onestà, che le regole del capitalismo e il fatto che viviamo in un sistema capitalistico non lo abbiamo scoperto il 27 novembre e a chi dice che bisogna impedire le delocalizzazioni (penso ad esempio ai colleghi della Lega) ricordo che in questi ultimi venticinque-trent’anni in questo Paese, fatto da leggi che avevano governi ahimè purtroppo di centrosinistra, ma anche e soprattutto di centrodestra (dobbiamo ricordarcelo, perché non è che le cose si scoprono un giorno per l’altro), come in Europea, la legislazione in tema di mercato del lavoro e in tema di sviluppo economico è stata unidirezionale, cioè ha favorito quei processi che oggi noi siamo qui a dover contrastare. Purtroppo quei processi sono stati favoriti con politiche bipartisan, quindi non c’è nessuno purtroppo che è in grado di poter dire "io no", perché questa è la responsabilità che la politica onestamente dovrebbe incominciare a ricordare. Quando nel 2001 a Genova qualcuno - io ero tra quelli - contestava un modello di sviluppo che avrebbe portato a queste conseguenze, al Governo mi sembra che non ci fosse il Partito Comunista combattente, ma c’erano Berlusconi e la Lega Nord, giusto per mettere i puntini sulle "i".

Siccome oggi siamo qui per cercare di porre rimedio a una situazione molto seria e molto pesante, che riguarda però tutto il tessuto, come dicevo prima, occupazionale dell’Alta e della Media Valle del Reno. Nel caso Philips Saeco ci sono duecentoquarantatre esuberi e non si può dire che nessuno sapesse o che abbiamo scoperto le cose all’ultimo secondo. È vero che il 27 novembre c’è stata la notizia degli esuberi ed è vero ad esempio che il 18 novembre in quest’Aula durante l’ultimo Consiglio regionale il nostro gruppo ha presentato un’interrogazione sul tema Philips Saeco perché sapevamo che la situazione non era positiva e tutti gli indicatori andavano in quella direzione. Purtroppo non dico una crisi annunciata, ma sicuramente una vertenza di cui c’erano tutti i sintomi e tutti i segnali e sulla quale oggi non possiamo che intervenire innanzitutto denunciando come irricevibile il piano della Philips, con i duecentoquarantatre esuberi, abbiamo chiesto e ottenuto in questa sede - credo sia giusto ringraziarlo - l’interessamento in prima persona del Presidente della Regione e del Governo, perché questa partita non può che essere gestita sul piano del Governo, perché abbiamo di fronte una multinazionale che ovviamente opera in sessanta paesi del mondo, che ha 20 miliardi di fatturato, quindi parliamo di un colosso, per cui produrre a Gaggio Montano o in qualunque altra parte del mondo rischia di essere indifferente.

Dobbiamo mettere in campo le strategie al più alto livello possibile. Le strategie quali sono? Respingere il piano di esuberi e affrontare una trattativa in cui mettere sul piatto, com’è stato fatto anche per altri casi (penso all’Electrolux), incentivi e sgravi, un piano complessivo che possa respingere e modificare un piano che altrimenti è massacrante non solo per i lavoratori e le lavoratici di quella realtà, ma per un’intera vallata. Il grido di dolore che arriva da quella parte dell’Appennino bolognese è un grido che non può lasciare indifferente l’istituzione e la politica tutta perché - ribadisco -, e su questo dovremmo essere tutti molto attenti, stiamo parlando di una realtà di quindicimila abitanti in cui ci sono milleduecento posti di lavoro che rischiano di saltare, perché ci sono i duecentoquarantatre della Saeco Philips di oggi, che stiamo discutendo, però ci sono, come dicevo prima, i duecentotrentasei della DEMM, azienda che opera nella metalmeccanica, che è in amministrazione controllata, e ci sono i trecentoventi della Metalcastello, altra realtà che opera nella metalmeccanica, che non è per fortuna in una situazione di così grave crisi, ma che non ha davanti a sé una prospettiva così rassicurante.

Oggi o cogliamo l’occasione per fare un piano straordinario di politiche industriali per l’Appennino oppure tra qualche anno saremo costretti solo ed esclusivamente a prendere atto di un progressivo spopolamento di quel territorio, perché noi dobbiamo pensare - credo che questo sia patrimonio condiviso da tutti -, visto che spesso parliamo della manutenzione del territorio, della difesa della montagna e dei servizi, che se non c’è lavoro non ci sono condizioni perché le persone vivano in montagna. Se le persone non vivono in montagna è inutile che pensiamo concretamente di difendere il territorio, preservarlo e tante altre cose. La stessa cosa vale per i servizi. Un pezzo fondamentale delle politiche industriali per l’Appennino, per le quali io colgo l’apertura del Presidente Bonaccini alla conferenza della montagna, deve servire soprattutto a questo, perché altrimenti rischia di essere l’enunciazione di un tavolo vuoto. Abbiamo degli strumenti e ci stiamo dotando di strumenti come Regione e il patto per il lavoro e la conferenza per la montagna devono essere strumenti per rilanciare in termini generali politiche industriali per l’Appennino, non solo per quello bolognese, ma in questo caso ovviamente in particolar modo per quello.

Per quanto riguarda le infrastrutture, noi oggi viviamo una condizione drammatica dal punto di vista dei trasporti sia per quanto riguarda la Strada Statale 64 sia per quanto riguarda la ferrovia e se non pensiamo anche e soprattutto di mettere mano a queste infrastrutture non possiamo pensare realisticamente di assicurare lavoro e quindi impresa alla montagna. Quello che abbiamo davanti, e colgo l’occasione di questa discussione per ampliare volutamente il tema, è un piano straordinario di politiche industriali per l’Appennino, perché non possiamo pensare di risolvere una crisi alla volta e non possiamo soprattutto pensare di aspettare di imbatterci in una crisi alla volta. Io l’ho detto ieri e ho ricevuto anche alcune critiche da parte di autorevoli esponenti del mondo sindacale, però noi dobbiamo sapere che il comparto industriale nell’Appennino si salva con politiche concrete, sgravi, incentivi e infrastrutture.

Probabilmente non saremo in grado comunque di mantenere i livelli occupazionali che quel territorio ha conosciuto in questi anni dal punto di vista del comparto industriale e se non pensiamo, e concludo, Presidente, anche ad alternative occupazionali e quindi a riconversione degli stabilimenti (scusate la crudezza con cui parlo) e soprattutto allo sviluppo di altri comparti, a partire da quello turistico, noi condanniamo quel territorio al declino e all’irrilevanza. Questa è una responsabilità a cui la politica, le istituzioni e le classi dirigenti, a partire da quelle locali, di chi amministra quei territori e di chi qui li rappresenta, saranno chiamati a rispondere.

La vicenda drammatica dei duecentoquarantatre esuberi della Philips deve servire come volano per aprire una reale e concreta politica industriale per l’Appennino. Se non lo faremo, sapremo con certezza di aver condannato un territorio all’abbandono.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. In larga parte condivido quello che è stato rilevato anche dai colleghi intervenuti in precedenza e ovviamente non mi unisco al coro dei distinguo politici interni a una discussione che credo invece, ed è lo spirito con cui abbiamo ritenuto sottoscrivere questa risoluzione, debba vedere tutti uniti possibilmente nel tentativo di portare a casa un risultato che però - va detto con franchezza - è molto complesso riuscire a garantire in termini di concretezza. Oggi c’è un solo elemento che i lavoratori giustamente richiedono e anch’io mi unisco al ringraziamento di chi mi ha preceduto nella presenza sia delle lavoratrici sia dei lavoratori sia degli amministratori, che tante volte hanno accompagnato i lavori dell’Aula dimostrando interesse e fiducia nelle istituzioni. L’unica risposta che vogliono è comprensibilmente quella di garantire quel lavoro che - efficacemente veniva prima descritto - garantisce su tutta la Media e Alta Valle del Reno, ma non solo, un importante indotto, oltre che evidentemente la garanzia reddituale per le famiglie. In questo senso confido davvero che tutto ciò che si possa fare venga fatto consapevoli che però la politica può intervenire fino a un certo punto, perché vi sono logiche di mercato che impediscono l’ingresso all’interno del management per opinare e sindacare le modalità di conduzione della stessa. Per tale ragione abbiamo anche accettato l’ulteriore emendamento alla risoluzione con cui si impegna la Giunta ad affrontare in sede di Conferenza per la montagna il tema delle politiche industriali per l’Appennino intanto perché è bene che questa conferenza venga fatta. Era stata annunciata già a suo tempo, addirittura un anno fa, quando si insediò il Presidente Bonaccini, prima dell’estate non si è tenuta, prima dell’autunno non si è tenuta e confidiamo che si tenga perché le urgenze purtroppo non vengono meno.

La vicenda Saeco però presenta delle peculiarità davvero da analizzare, perché non stiamo parlando di una crisi del settore o di un mercato in difficoltà, cosa che invece purtroppo, per quanto riguarda la DEMM, il settore termale dell’Alta Valle del Reno, che purtroppo sconta una situazione di difficoltà complessiva della nostra economia, mentre sulla vicenda Saeco c’è altro e dobbiamo dirlo con franchezza. C’è qualcosa che si spinge al di là dell’inettitudine della classe dirigente di Saeco e sembra quasi - mi assumo la responsabilità di quello che dico - che sia stata una preordinata e deliberata volontà di condurre lo stabilimento a quel punto per poi arrivare alle conclusioni di cui oggi noi ci dobbiamo trovare a scogliere i nodi, perché il settore in cui opera Saeco non è un settore in contrazione. Abbiamo dei player a livello nazionale, ma non solo, che hanno trovato degli spazi di mercato molto importanti riuscendo anche a ritagliare degli utili e dei profitti in un momento di crisi che, se fosse valido, sarebbe valido per tutti, invece negli stabilimenti Saeco il dubbio che viene - torno a dire che mi assumo la responsabilità di quello che dico - è che siano state messe da Philips delle persone che avevano un compito che era quello di portare al punto in cui oggi ci troviamo lo stabilimento e la produzione Saeco nel nostro territorio, perché il calo che vi è stato e il sistematico annuncio di esuberi (nel febbraio 2013 vennero annunciati settanta-ottanta esuberi), incentivi all’esodo, le diminuzioni degli investimenti sulla ricerca, la diversa modalità con cui si è trattato il settore, il vending dall’international, con anche attualmente oggi delle prospettive diverse per entrambi i settori, lasciano pensare che qualcuno abbia in maniera preordinata e delibera depauperato il patrimonio Saeco. A chi diceva che, per Philips, Saeco è strategica, bisogna però ricordare che Saeco ha sicuramente dei numeri importanti per la nostra economica territoriale e nazionale, però Philips presenta qualcosa come 112 mila dipendenti, 22 miliardi di fatturato e potrebbe quasi apparire importante per Philips non avere un competitor in quell’area e magari esternalizzare, o purtroppo delocalizzare, con costi inferiori in termini di produttività e del costo del lavoro, in altre aree e in altre zone d’Europa, quelle produzioni stesse.

Perché ho voluto sottolineare questi aspetti? Perché è giusto che le istituzioni e le forze politiche in maniera compatta facciano sentire le proprie voci, però bisogna interrogarsi sul perché si è lasciato che ciò avvenisse. Non credo che per nessuno sia un fulmine a ciel sereno perché quando questa azienda da anni ormai utilizza lo strumento della cassa integrazione, contratto di solidarietà, incentivi all’esodo e tutti gli strumenti di ammortizzazione sociale che normalmente dovrebbero intervenire quando un’azienda è in crisi perché non c’è mercato e non quando invece il mercato c’è, forse qualcuno avrebbe dovuto prendere per un orecchio e dire cosa stavano combinando là dentro, perché non è una crisi spiegabile con un crollo della domanda e dell’incontro con l’offerta. La dico fino in fondo: si sta scegliendo da parte di Philips di far morire un ramo di quello stabilimento per portarlo altrove secondo logiche di profitto che andavano contrastate in maniera efficace quando nel 2009 già si paventò l’ipotesi, che poi purtroppo si è dimostrata reale, che Philips si sarebbe impegnata per cinque anni a non toccare nulla senza che però nessuno si ponesse il problema di che cosa sarebbe accaduto al sesto anno. Dal 2009 i cinque anni scadevano nel 2014 e questo è il sesto anno. Lo dico non perché voglio dire che è colpa di qualcuno (non credo sia questo il tema, perché non penso sia importante purtroppo in questa fase) e non credo sia questo il momento in cui si debba andare a cercare la responsabilità di ciò che è accaduto ieri, però neanche farsi prendere per i fondelli da Philips, che certamente è un’azienda importante, certamente è un qualche cosa di enorme rispetto alle nostre aziende, ma credo che il Governo abbia tutti gli strumenti per dire a Philips che cosa ha combinato e che cosa intende combinare, perché su Saeco chiunque creda alla barzelletta che non vi è mercato, competenza, professionalità e non vi era l’aggiornamento tecnologico-scientifico di ricerca, parte con un presupposto di malafede.

Philips deve assumersi tutte le responsabilità, ma se non lo fa fino in fondo bisogna presentarle anche il conto, perché di aziende che vengono da fuori, di multinazionali che vengono e depredano il territorio in maniera deliberata non ne abbiamo bisogno. Se fosse una crisi aziendale o di mercato uno potrebbe non dico accettarla, ma riuscire a comprendere le dinamiche, ma di predatori che vengono, depauperano il territorio, lo portano altrove, facendo più danni della grandine, in termini sociali e produttivi, non ne abbiamo bisogno. Non ne abbiamo bisogno a Gaggio Montano, non ne abbiamo bisogno a Vibo Valentia, a Torino, per cui bisogna iniziare a dire a questi soggetti che non sono particolarmente graditi come interlocutori e come operatori economici. Io credo che quindi sulla vicenda Saeco ci si giochi di più della situazione importantissima di 243 lavoratori. Si gioca la credibilità di un sistema produttivo che se lascia che questa operazione da parte di Philips venga portata fino in fondo consente a quello stesso colosso multinazionale di ritenere l’Italia terra di conquista in cui può venire, saccheggiare e andare via, invece bisogna far capire a questi soggetti che non solo ciò non è consentito, ma che riceverà sanzione.

Lo dico anche se arriva una sanzione tarda, perché forse negli anni scorsi si sarebbe potuto intervenire, pur nell’operatività di quelle logiche di mercato che qualcuno prima ricordava, per impedire che si arrivasse a questo punto, invece la sensazione è che anche negli anni appena trascorsi qualcuno abbia abusato degli strumenti che il nostro Stato mette a disposizione per fronteggiare situazioni di crisi, per prendere ancora di più, per depauperare ancora di più e oggi che è arrivato a spolpare l’osso a provare anche a scappare via con l’osso. Credo che questo non sia ammissibile, è il motivo per cui abbiamo firmato con convinzione questa risoluzione, ci sono centinaia di distinguo che andrebbero introdotti, non intendiamo introdurli in questa fase, non intendiamo parlare del Governo nazionale, dell’Europa, su cui pur sono state dette cose importanti che condivido, non intendo parlare di chi aveva il Governo prima o chi dopo, perché oggi dobbiamo fare quadrato intorno alla difesa di questa azienda e di quei lavoratori perché cedere oggi significa consentire che l’Italia diventi terra di predazione e consentire che i 243 lavoratori, e tra l’altro è anche inquietante che ne individuino 243 (sembra quasi che ci siano già nomi e cognomi di fianco, e questa non è una buona pratica e bisogna andare chiedere a Philips conto anche di questo), oggi paghino per colpe non loro significa aprire le porte per un domani perché centinaia e decine di migliaia di lavoratori analogamente vengono trattati in maniera uguale dalle tante multinazionali che non aspettano altro di depredare il nostro tessuto sociale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Quando, come Fratelli d’Italia, abbiamo acconsentito e anche suggerito di inserire l’argomento in esame all’ordine del giorno abbiamo detto da subito che sarebbe stata auspicabile una presa di posizione del Consiglio regionale unanime e penso che l’ordine del giorno che è stato condiviso, e redatto anche in modo equilibrato, attesti l’impegno da parte di tutti di evitare di mettere in risalto le cose e le interpretazioni che ci dividono e invece esaltare quelle che ci uniscono.

Mi permetterei di fare una riflessione in ordine a due temi, il primo dei quali riguarda quello in generale dell’Appennino, quello bolognese, ma anche quello piacentino-parmigiano, ma anche quello reggiano-modenese. Se noi vogliamo guardare questo tema, noi ci accorgiamo che, laddove una volta erano nate industrie, soprattutto per la capacità degli operatori del luogo, oggi molti anche dei nostri industriali hanno avuto la tendenza a vendere o a delocalizzare. Una delle ragioni fondamentali è che la competizione che viene avanti oggi sotto il profilo industriale impone di attrezzare adeguatamente quelle zone. Vi faccio solo un esempio, perché la possibilità di poter avere la banda larga in quelle zone è un elemento essenziale per alcuni tipi di imprese, e noi sappiamo che vi sono zone dell’Appennino dove ancora oggi non prendono i cellulari. Lo dico perché sono dei deficit e dei gap strutturali che o noi abbiamo il coraggio di affrontare o continuiamo a parlarci addosso senza mai volere andare a fondo della soluzione dei problemi.

Il secondo tipo di intervento è di tipo infrastrutturale perché non dimentichiamoci che per le aziende il trasporto è diventato un costo sempre più crescente e allora la velocità di movimento diventa una possibilità in più per realizzare o non realizzare un qualche insediamento in queste zone. Se noi andiamo a vedere, gli investimenti in queste zone negli ultimi dieci anni sono diminuiti perché non le abbiamo rese delle zone competitive.

Il secondo argomento è quello delle industrie in crisi che nel corso degli ultimi dieci anni hanno visto l’ingresso di azionisti stranieri i quali ovviamente hanno utilizzato fin dall’inizio in ogni crisi tutti gli ammortizzatori sociali possibili, dopodiché hanno ben pensato di dire che non erano in grado di proseguire e hanno chiuso. Un esempio tipico è stata la Barilla negli ultimi quindici-vent’anni, quando venne acquistata da capitali stranieri e poi rivenduta agli stessi azionisti. Il sistema industriale italiano non è un sistema industriale che è molto facile da gestire per gli operatori stranieri, che vengono qui convinti di fare affari e poi devono per forza confrontarsi con un mondo del lavoro, con un’organizzazione del lavoro e con le regole del lavoro che sono al di fuori dei modelli seguiti nei propri paesi e franano. Io penso che la moda di delocalizzare le aziende laddove il costo del lavoro o dei terreni è inferiore, che in parte ha attratto anche alcuni imprenditori italiani, salvo poi verificare sul campo che il costo del lavoro sarà inferiore, ma la qualità del prodotto è dieci volte inferiore a quella prodotta in Italia, ci debba portare a dire che occorre una presa di posizione forte del Governo a partire dalla crisi della Saeco perché noi dobbiamo anche iniziare a far passare il messaggio che non è che l’Italia e l’industria italiana sono terra di nessuno, dove nel nome del dio mercato si acquista, si vende e si fa ciò che si vuole, ma dovranno esserci pure delle regole di fronte alle quali qualcuno ha il dovere di rispondere. Noi per troppo tempo abbiamo pensato che la tutela del posto di lavoro prescindesse dall’azionista di riferimento delle società, mentre i fatti ci dimostrano che gli azionisti di riferimento delle società spesso e volentieri sono i più inaffidabili interlocutori sotto il profilo della tutela della produzione e del mondo del lavoro.

Ed è per questo che ben vengano le idee sulla Conferenza della montagna, che deve coinvolgere ovviamente un modo di ripensare la montagna, la strategia per la montagna e le fonti e le nuove opportunità che vanno date alla montagna per porre fine a un processo che pare in alcune zone irreversibile, perché noi abbiamo un andamento della popolazione nelle zone del nostro Appennino sotto il profilo delle presenze che è in picchiata. Aziende come queste erano servite a mantenere lì la gente che lavorava e i siti produttivi, mentre oggi questa politica non solo rischia di far chiudere aziende e di creare disoccupazione, ma ancora di più di impoverire di presenze la nostra montagna, e questa è una presa d’atto che dobbiamo fare, ma di fronte alla quale non dobbiamo arrenderci, e qui sta la sfida, che io penso quest’ordine del giorno nella sua parte dispositiva raccolga, per dare nuove opportunità alla montagna senza ovviamente dimenticare che battaglie come queste vanno condotte fino in fondo e non possono non trovare nel Governo e nel Ministero dell’Industria l’interlocutore non solo necessario, ma anche deciso a far valere le ragioni dei lavoratori e le ragioni di chi oggi si esprime favorevolmente a questo ordine del giorno.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Non ci sono più iscritti, per cui procediamo con le dichiarazioni di voto - ogni gruppo ha a disposizione cinque minuti - sulla risoluzione che è stata presentata per invitare la Giunta a perseguire ogni iniziativa utile ai fini di una positiva soluzione della crisi annunciata da Saeco per salvaguardare la produzione, il lavoro e il reddito dei dipendenti nello stabilimento di Gaggio Montano, a firma dei consiglieri Caliandro, Taruffi, Gibertoni, Fabbri, Alleva, Foti, Aimi e Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Innanzitutto volevo ringraziare tutti i capigruppo non formalmente, visto che in qualche modo oltretutto, vivendo in quel territorio, vivo la vicenda anche da un punto di vista emotivamente più coinvolgente e più diretta, perché conosco molte delle lavoratrici e dei lavoratori che subiscono questa crisi e insieme a quelle delle altre realtà che citavo prima.

Dicevo che ringrazio non formalmente tutti i capigruppo che hanno voluto sottoscrivere all’unanimità, quindi unitariamente, questa risoluzione, che soprattutto nel dispositivo finale impegna la Giunta a utilizzare la Conferenza per la montagna come momento per la predisposizione di politiche industriali per tutto l’Appennino operando anche al fine di riconvertire alcuni stabilimenti assicurando così la continuità produttiva. Credo che questo passaggio sia molto importante che dà un’indicazione precisa alla Giunta da parte dell’Assemblea e soprattutto da parte dell’Assemblea nella sua complessità. È un ringraziamento non formale.

Non abbiamo citato due elementi che nella discussione esistono, che sono la crisi economica nella quale siamo infilati ormai da sei anni, perché non possiamo pensare che questo non abbia ricadute anche nelle cose di cui trattiamo stamattina, e il fatto che comunque nel settore specifico il mercato si è modificato.

C’è stata anche diversificazione del modello di vendita del caffè espresso, quindi sono successe tante cose anche in quel segmento di mercato. Sono considerazioni che non possiamo non tenere in conto quando pensiamo a quali soluzioni dare per il buon esito di questa vertenza, che - dobbiamo dircelo e soprattutto dirlo alle lavoratrici e ai lavoratori - sarà una vertenza lunga. Domani inizia un percorso importante, in nemmeno due settimane si è arrivati al tavolo del Governo, però domani inizia una vertenza che sarà lunga e faticosa soprattutto ovviamente per le lavoratrici e i lavoratori. L’impegno di tutti è quello di assicurare le cose che dicevo prima in termini di continuità occupazionale, però è fondamentale immaginare anche interventi straordinari dal punto di vista legislativo, perché gli sgravi e gli incentivi economici non possono essere esenti da questo percorso (lo sappiamo bene) perché - è inutile nasconderlo - in questo caso per la Philips, come per qualunque altra realtà, i lavoratori sono numeri e soprattutto un costo, quindi nel mercato e nel mondo di oggi, dove chiaramente il capitale cerca le condizioni migliori per riprodursi e rigenerarsi, noi sappiamo che i lavoratori, per chi opera dal punto di vista dell’azienda, sono solo un numero e dobbiamo riuscire a contrapporre a questa visione un’altra, ma dobbiamo sapere che alla fine i conti si faranno anche su quello, quindi dovremmo mettere in campo anche risorse concretamente, perché altrimenti rischiamo di fare molti elogi e molte dichiarazioni di sostegno, ma non riusciamo a risolvere il problema.

243 esuberi - l’ho detto prima - sono inaccettabili, sono irricevibili e penso che qualunque trattativa debba partire dal ritiro di questo piano, però le soluzioni prevedono anche l’intervento pubblico in economia, perché questo è quello di cui abbiamo bisogno, ossia l’intervento pubblico del Governo e della Regione (in questo caso) per rilanciare un settore del mercato che altrimenti rischia di chiudere, perché il valore sociale - ho cercato di dirlo prima - di questa operazione, e diceva bene chi lo ricordava prima, è un valore molto importante anche da un punto di vista simbolico perché finalmente possiamo dire che la politica e le istituzioni riescono a incidere nella vita concreta delle persone ribaltando una dinamica che altrimenti non lascia scampo, perché se ci affidiamo solo alle regole del mercato noi sappiamo che da lì non ne usciamo, invece dobbiamo assolutamente metterci in campo, riacquistando la politica un primato, per inevitabilmente invertire una situazione che altrimenti condannerebbe quel territorio al declino.

Prima ho parlato di rilancio del comparto turistico, ma c’è un tema sul quale non possiamo esimerci dall’intervenire, che riguarda ovviamente il principale asset turistico di quel territorio, che sono gli stabilimenti termali. Lo dico in chiusura di questa discussione perché quando si parla dell’Alta Valle del Reno e del Medio Reno quando si affronta una discussione in termini occupazionali sappiamo che lì c’è un distretto industriale, ma anche un distretto turistico che va rilanciato. Se non faremo entrambe le cose, non ne usciremo positivamente.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto, quindi nomino scrutatori le consigliere Prodi, Piccinini e Zappaterra.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Naturalmente per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico alla risoluzione di cui il nostro Capogruppo è firmatario insieme gli altri, che ha un consenso ampio e unitario: un’attenzione che quest’Aula deve opportunamente esprimere in modo così largo rispetto a un tema così importante.

Colgo questa occasione anche io per sottolineare l’importanza dello sforzo da fare sulla vicenda Saeco, che ovviamente ci vede impegnati a fare tutto il possibile per trovare le soluzioni più rispettose del futuro di quel territorio, delle persone e dei lavoratori che sono coinvolti.

Voglio anche sottolineare l’importanza di definire strategie che consentano di portare nuovi investimenti nelle zone della nostra montagna, in particolare la zona di cui stiamo parlando. Il comprensorio che ha nella Saeco un caposaldo industriale di assoluto interesse - secondo me - dovrebbe essere un’occasione su cui fare dei ragionamenti e degli investimenti, che non possono prescindere dalla priorità assoluta di portare la banda larga in quel territorio. Occorre cercare di mettere a punto delle strategie per favorire anche nuovi insediamenti, che nascano dalla valutazione degli insediamenti economici più adatti a un territorio come quello. Io penso siano quelli connessi alla cura del territorio stesso, che nello sviluppo di un’attività economica riescono ad avere pienamente attenzione a quel tipo di territorio. Oppure insediamenti economici collegati a un tipo di industria il più possibile dematerializzata, che quindi non preveda grosse moli di traffici lungo la linea stradale (che nel caso specifico inevitabilmente andrebbero a gravare sulla Porrettana), ma che possa in qualche modo prevedere anche uno sviluppo di un nuovo approccio industriale, che metta al centro anche le nuove frontiere dell’immateriale e della progettazione.

Questa non è una strategia alternativa, ma è assolutamente un modo per cercare da un lato di fare il possibile e anche qualcosa di più, per provare a far fronte a questa crisi industriale, ma allo stesso tempo non possiamo non guardare lontano, non interrogarci sulle cause strutturali e non possiamo esimerci dal definire un modello di sviluppo che possa dare prospettive certe e chiare. Penso in particolare ai giovani che stanno crescendo in quelle zone e che devono avere una prospettiva di lavoro in loco, che sappia guardare lontano anche ai prossimi anni e ai prossimi decenni. Su questo serve un salto di qualità della politica e anche con questo in mente ci apprestiamo a votare questo documento.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Paruolo.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano la risoluzione oggetto 1772, a firma dei consiglieri Caliandro, Taruffi, Gibertoni, Fabbri, Alleva, Foti, Aimi e Bignami.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La risoluzione è approvata.

 

OGGETTO 285

Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: "Modifiche all'art. 517-quater del codice penale, all'art. 51 del codice di procedura penale e all'art. 9 della legge 16 marzo 2006, n. 146 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale, adottati dall'Assemblea generale il 15 novembre 2000 ed il 31 maggio 2001) per il rafforzamento della lotta contro la contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di prodotti agroalimentari". A firma dei Consiglieri: Bignami, Rainieri

(Relazione della Commissione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 285/1 "Non passaggio all’esame degli articoli" - Presentazione dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il testo n. 5/2015 è stato licenziato con parere contrario dalla Commissione Politiche economiche nella seduta dell’11 novembre 2015, il progetto di legge è composto da tre articoli e il relatore della Commissione, consigliere Galeazzo Bignami, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il procedimento di esame avrà il seguente iter: ci sarà la relazione di maggioranza fatta dal consigliere Bignami, che ha venti minuti a disposizione, la discussione generale con venti minuti per ciascun consigliere, a cui seguirà la dichiarazione di voto sull’ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli, firmato dalla Presidente della Commissioni delle Politiche economiche, Luciana Serri, con cinque minuti per gruppo. Si procederà infine con la votazione dell’ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli per alzata di mano.

La parola al relatore di maggioranza, consigliere Bignami.

 

BIGNAMI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Questo progetto di legge da rivolgere alle Camere, ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione, intende in una qualche maniera affrontare su un versante preventivo ciò di cui abbiamo appena parlato in sede di discussione della vicenda Saeco, ovvero cercare di mettere in campo quelle misure legislative, e non solo, che consentano in via preventiva di impedire una situazione di crisi a seguito dei tentativi di approfittare di una legislazione con maglie troppo larghe, da un lato delle eccellenze italiane e dall’altro, tramite questo sistema legislativo, approfittare delle nostre eccellenze per poi valorizzarle e portarle altrove. In questo senso riteniamo che l’attuale assetto legislativo si presenti come troppo blando in ordine a quelli che sono invece i valori economici, ma non solo, in campo, ed è il motivo per il quale abbiamo ritenuto, prendendo un progetto di legge già presentato nella scorsa legislatura, di riproporre il tema affinché questa Regione possa porsi all’avanguardia, anche mediante tutta una serie di iniziative che ne discenderebbero sul tessuto legislativo regionale, per cercare di contrastare quei fenomeni di contraffazione sulle indicazioni geografiche di denominazione dei prodotti di origine agroalimentari che costituiscono una delle nuove frontiere dei fenomeni di illegalità commerciale, che tra l’altro vede anche il depauperamento - pensiamo ad alcune marche posticce che sono state immesse sul mercato col tentativo di colpire e sottrarre fette di economia a settori della filiera agroalimentare che sono particolarmente importanti nella nostra regione - di tutto il tessuto e di tutto l’indotto.

Abbiamo presentato - dicevo - questo progetto di legge che è del tutto speculare e non nego che ci ha un po’ sorpreso l’eccezione che ci è stata sollevata in Commissione con cui ci è stato preannunciato che il Governo nazionale sta già lavorando alacremente nel tentativo di introdurre una serie di modifiche e di innalzamenti nell’asticella dell’attenzione proprio per evitare questo tipo di situazioni. Perché dico che ci ha sorpreso? Perché nella scorsa legislatura ci era stato detto che non era opportuno perché era mal posto il tema e che comunque le richieste che erano presenti in legge erano del tutto inconferenti, non centrate o poco efficaci, dopo poco più di un anno ci viene detto che quelle misure che erano inconferenti, mal centrate e assolutamente inadeguate o insufficienti le sta facendo il Governo.

Un po’ riprendendo il filo del ragionamento precedente, credo che da parte della maggioranza debba esserci un’assunzione di responsabilità in ordine al fatto di essere maggioranza e quindi anche di sapere interpretare, al di là delle bandierine che vengono collocate ora qui e ora lì, quelle che sono delle buone proposte a prescindere dal fatto che vengano da sopra, da sotto, da destra o da sinistra, perché diversamente chi perde di credibilità non è tanto la maggioranza, ma un’intera dimensione politica, che devo dire la verità credo abbia già subito abbastanza deterioramento, se si considera che non ha votato neanche il 40 per cento nelle scorse elezioni e chi oggi si qualifica come maggioranza in realtà rappresenta meno di un quarto del corpo elettorale. Penso che sia complesso andare a spiegare che la politica è una cosa seria se si dice un anno e mezzo prima che le misure che si propongono non servono a niente e dopo un anno e mezzo dire che le misure che si propongono si stanno già adottando a livello nazionale, quindi non servono a niente perché si stanno già facendo là.

Ancor più trovo antipatico questo strumento, che nasce con una finalità diversa di non passaggio dell’esame dell’articolato, perché è uno strumento che nasce per contrastare politiche di filibustering, di ostruzionismo, per evitare che vi sia un’eccessiva dilatazione dei tempi della discussione, cosa che invece in questo caso credo non si possa dire sussistere, perché parliamo di tre articoli con tre proposte mirate, nate da un confronto con le associazioni di categoria e produttive e che quindi penso avrebbero potuto non solo formare oggetto di un voto favorevole, ma quantomeno di una discussione. Così non si è fatto, francamente non ripongo alcuna fiducia in ordine al dato che il Governo nazionale pervenga a una modifica della materia, soprattutto per quanto riguarda la materia per il versante penale, e quindi credo che tutto sommato la nostra Regione, che ha sotto tanti aspetti una leadership sul settore agroalimentare, avrebbe comunque fatto bene a dare un segnale, anche magari non tramite questo progetto di legge, ma tramite una propria iniziativa della Giunta, per dimostrare che vi è un’attenzione che invece così si vuole provare a delegare a livello nazionale forse consapevoli del fatto che non verrà fatto quanto necessario.

Pertanto, senza entrare nel merito della discussione, perché tanto anche in Commissione l’abbiamo già affrontata, ed essendo anche un po’ dispiaciuto per il fatto che non si intenda ammettere un dibattito di merito rispetto a questo tema, ritengo esaurita la relazione orale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Devo dire che in realtà in Commissione siamo entrati nel merito di questo progetto di legge. Questo progetto di legge del consigliere Bignami prevede alcune modifiche che concorrono a definire l’impianto normativo nazionale in materia di contraffazione di prodotti agroalimentari con particolare riferimento all’articolo 517 quater del Codice penale e di alcune norme ad esso connesse.

Il problema principale di questa proposta però, e io non entro nel merito di quello che è successo nella precedente legislatura, perché altrimenti dovremmo entrare in molte proposte di legge e in molti atteggiamenti che ci sono stati, è che oggi, perché uno deve anche guardare al momento in cui si presenta un progetto di legge, questo progetto di legge è oggettivamente datato, cosa che abbiamo già indicato in Commissione. È datato perché il Parlamento sta già intervenendo in questa materia, come abbiamo già relazionato in Commissione, e sta intervenendo con un progetto di legge che è già stato approvato al Senato ed è passato alla Camera, ed è successo un bel po’ di tempo fa (diversi mesi fa). Il 13 maggio 2015 è stato infatti approvato in prima lettura dal Senato della Repubblica e rinviato alla Camera il disegno di legge "Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo, agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura". Tra l’altro questo disegno di legge ha seguito tutto un iter, al quale ha partecipato la Regione Emilia-Romagna nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, in cui sono stati predisposti una serie di emendamenti al testo originale di diversi disegni di legge che sono confluiti in questo testo. Nel giugno 2014, in sede di conferenza unificata, è stato reso parere favorevole condizionato all’accoglimento degli emendamenti contenuti in un documento presentato alla Conferenza Stato-Regioni e delle Province autonome.

Rispetto a questo testo di legge vorrei sottolineare, come ho già fatto in Commissione, che l’articolo 2 del testo licenziato dal Senato, va nella direzione del progetto di legge proposto dal consigliere Bignami perché contiene nuove disposizioni penali per garantire la sicurezza agroalimentare, che inaspriscono le pene relative alla contraffazione in materia di denominazione di origine e indicazione geografica e stabiliscono intanto l’aumento della multa prevista dall’articolo 517 quater del Codice penale, primo comma. Precedentemente l’articolo prevedeva una reclusione fino a due anni e la multa fino a 20 mila e oggi è prevista reclusione fino a 2 anni e multa da 20 mila euro fino a centomila euro. C’è il secondo comma, dove si inserisce, oltre alla contraffazione, anche i casi di imitazione, usurpazione ed evocazione. C’è l’aggiunta al 517 quater per i quali è prevista la pubblicazione delle sentenze all’articolo 518 del Codice penale e ci sono altre modifiche a diversi articoli del Codice penale, tra cui l’interdizione dagli uffici direttivi delle imprese dei soggetti che si rendono responsabili dei reati indicati.

In aggiunta, il disegno di legge, già approvato al Senato, riporta all’articolo 5 la delega al Governo per il riordino e la semplificazione della normativa in materia di agricoltura, pesca e acquacoltura. Tra le materie per le quali il Governo è delegato ad adottare entro diciotto mesi dall’entrata in vigore della legge 1 più decreti legislativi è prevista, esattamente nella lettera g), l’armonizzazione e razionalizzazione della normativa sui controlli in materia di qualità dei prodotti sulle produzioni a qualità regolamentata, quale la denominazione di origine, le indicazioni geografiche registrate ai sensi della vigente normativa europea e la produzione biologica e contro le frodi agroalimentari del settore della pesca e dell’acquacoltura al fine di evitare duplicazioni, di tutelare maggiormente i consumatori e di eliminare gli ostacoli al commercio e le distorsioni della concorrenza. È esattamente quello che mi pare dicesse un attimo fa il collega Bignami. La lettera g) contiene il tema importantissimo della tutela dei consumatori e parimenti è previsto anche un maggior coordinamento dell’attività dei diversi soggetti socialmente competenti sulla base della normativa vigente, fatte salve ovviamente le competenze dell’autorità, che già ci sono, e le competenze del Ministero della Salute. Questa ulteriore indicazione della delega al Governo è sostanzialmente in linea con quanto auspicato da molti anni a questa parte dalla Regione Emilia-Romagna, cioè una corretta integrazione e un adeguato potenziamento del sistema legislativo e di controllo esistenti.

Richiedere oggi al Parlamento di intervenire sulla normativa nella quale il Parlamento sta già intervenendo a noi sembra semplicemente inopportuno e non produrrebbe nessun tipo di risultato. Converrebbe invece impegnare i rispettivi parlamentari del territorio a seguire questo progetto di legge, eventualmente migliorandolo, ma siccome è già stato approvato al Senato ed è in discussione alla Camera dovremmo tutti auspicare che questo procedimento normativo terminasse nel minor tempo possibile. È per questo motivo che esprimo un voto non favorevole alla proposta del consigliere Bignami.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Mumolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Se vi fosse solo una ragione per votare a favore di questo progetto di legge l’ha testé espressa il consigliere Mumolo, perché egli ha correttamente detto che il disegno di legge 1328 è stato licenziato dal Senato della Repubblica e ci ha letto anche l’articolo 5, lettera g), se non sbaglio, nel quale vi sarebbe la delega al Governo proprio per intervenire nella materia.

È nozione di comune esperienza che quando si passa nell’altro ramo del Parlamento ai disegni di legge, che alla Camera invece si chiamano proposte di legge, differentemente dal Senato, vengono ovviamente associate tutte le proposte che per materia, per affinità e per disposizioni hanno delle parti in comune con il disegno di legge che in questo caso viene dal Senato, sicché, anziché essere un elemento di disturbo per l’attività della Camera, questo progetto di legge, se approvato, sarebbe un elemento di arricchimento, perché, come sa bene il consigliere Mumolo, questo è un disegno di legge delega, quindi delega il Governo a intervenire in alcune materie. Mi pare che il disegno di legge del consigliere Bignami abbia un pregio, che anziché prevedere una delega al Governo nei fatti potrebbe suggerire al Parlamento di cassare la lettera g) dell’articolo 5, e invece andare direttamente all’approvazione della normativa proposta affinché la stessa entri in vigore immediatamente. Consigliere Mumolo, dal 13 maggio la Camera è lì che cincischia per vedere che cosa fare di questo disegno di legge e una volta approvato il disegno di legge, augurandosi che non abbia modifiche, e vorrei far presente che una modifica almeno la Camera sicuramente la introdurrà nel corpo normativo, ritorna al Senato e una volta che il Senato l’avesse approvata nel testo uscito dalla Camera il Governo ha diciotto mesi per poter emanare la norma. State tranquilli, la delega scade perché scade prima il Governo, allora non mi pare che vi sia una così cogente attenzione al tema.

Tra l’altro il tema delle contraffazioni alimentari è un tema particolarmente delicato, perché noi sappiamo benissimo come già in numerosi paesi esteri noi troviamo delle declinazioni dei nostri prodotti che sono fatte apposta per portare in errore il consumatore. Andate a vedere le varie declinazioni del Parmigiano Reggiano, a partire dal Parmesan, e andate a vedere le varie declinazioni del prosciutto di Parma. Già abbiamo questa difficile situazione all’esterno del Paese con cui i nostri operatori economici sono costretti a confrontarsi proprio perché in molti paesi questa scimmiottatura dei prodotti italiani non viene adeguatamente repressa e se poi anche in casa riusciamo nell’efferata impresa di riuscire a favorire coloro i quali vanno a fare quelle che una volta si chiamavano le sofisticazioni alimentari allora abbiamo raggiunto il massimo. Ecco le ragioni per le quali secondo me questo punto va votato, a parte questo cappio dell’articolo 92, che - torno a ripetere, perché lo dico ogni volta che viene utilizzato - è la negazione del confronto. Quanto ai tempi, i tempi sarebbero esattamente gli stessi per l’esame dei progetti di legge in Aula. Viene usata questa ghigliottina come atto per dire che è un disegno che non vale niente ed è inutile perdere tempo. Penso che questo atteggiamento altezzoso della maggioranza prima o poi dovrà terminare, perché non si vede per quale ragione il nostro Statuto e il nostro Regolamento prevedano allora la possibilità di presentare dei progetti di legge. Sul punto voglio essere chiaro: allora si introduca una norma in cui si dica semplicemente che se un progetto di legge non passa in Commissione non può andare in Aula. Che senso ha prenderci in giro, farlo venire in Aula per poi presentare un ordine del giorno per non passare all’esame dell’articolato? Effettivamente è un capolavoro di idiozia politica, oltre che legislativa. Vorrà pur dire che l’articolo 92 non è nato con quello spirito di essere la ghigliottina di tutti i progetti di legge ed è evidente che se vi è un progetto di legge che in modo manifesto viola i principi costituzionali l’Aula ha il diritto/dovere di dire che è un progetto di legge che invade ad esempio la competenza dello Stato e quindi tanto vale dichiarare il non passaggio all’esame, ma per il fatto di non passare all’esame progetti di legge, per di più discussi in Commissione, mi chiedo se che chi non viene in Commissione non ha il diritto di sapere e di potersi esprimere sul progetto di legge perché altri si esprimono per lui. È una strana concezione del rapporto democratico e soprattutto è una stranissima concezione di come si fanno le leggi in un’Assemblea legislativa.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Mi ha anticipato rispetto a quello che volevo dire il collega Foti, però vorrei ricordare al collega Mumolo che ho avuto il piacere e l’onore di far parte della Commissione Contraffazione della Camera dei Deputati, il cui Presidente è l’attuale Assessore all’Agricoltura della Lombardia, che già nel 2012, quindi tre anni fa, presentò una relazione drammatica, e vi invito tutti ad andarla a leggere (su internet la trovate), su quella che è la contraffazione nei prodotti alimentari del nostro territorio.

Credo che rafforzare una volontà del Governo, e non mi sembra tanto voluta questa legge, con una legge regionale che andava a chiedere sostanzialmente al Governo di intervenire in modo veloce e più incisivo non mi sembra un bel messaggio dalla Regione Emilia-Romagna arrivare con una legge bocciata addirittura in Commissione e non discuterla nemmeno all’interno di quest’Aula. Ricordo che in quella Commissione, oltre ad aver sollecitato tutti gli enti, anche a livello europeo, preposti ai vari controlli e a tutti gli enti, gli uffici e le forze dell’ordine preposte ai controlli sulla materia di contraffazione, damping, ecc. trovammo una grossa analogia, per non dire altro, con la mafia su questo tipo di produzione di prodotti contraffatti, quindi mi chiedo se questa Regione vuole avere un po’ di coraggio e mi chiedo il perché non abbia voluto dare parere favorevole in Commissione, quindi, ancora di più oggi in Aula, votare tutti insieme una legge in cui si chiede di inasprire le pene contro chi fa danno economico e di immagine ai nostri prodotti migliori. Lo chiedo anche all’Assessore. Di questa legge il destino ormai è definito, però chiedo all’Assessore di intervenire nei luoghi preposti (l’Assessore partecipa alla Conferenza Stato-Regioni e ha modo di vedere anche il Ministro), di chiedere al Ministro di leggere la relazione sulla contraffazione fatta nella precedente legislatura e di mettere mano, non con un disegno di legge, con un decreto-legge a questa situazione, perché con il progetto di legge, come ha detto il collega Foti, ho la vaga sensazione che finisca prima questa legislatura e noi continueremo, e lo dico anche da produttore, ad avere il Parmigiano Reggiano con una produzione di 3 milioni 200 mila forme e la contraffazione del Parmigiano Reggiano con una produzione pari al doppio, e questo sicuramente non fa bene agli agricoltori, al nostro sistema e non fa bene sicuramente e soprattutto ai consumatori.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente. Sono francamente rammaricato per l’atteggiamento che sta tenendo la maggioranza non solo in questa occasione, ma anche in altre precedenti che abbiamo avuto modo di affrontare, perché credo che il confronto all’interno dell’Aula sia estremamente importante. È importante soprattutto su un tema come questo, perché ci facciamo belli molto spesso nella difesa dei produttori e dei consumatori, ma poi ci dimentichiamo delle norme che alla fine vengono a tutelare costoro. Mi riferisco in particolare all’articolo 517 quater, che è oggetto del progetto di legge. Lo faccio perché le argomentazioni addotte dalla maggioranza per cassare la discussione in Aula mi sembrano assolutamente pretestuose nel momento stesso in cui non si dice tutta la verità sul problema che stiamo affrontando, vale a dire che sarà pur vero che il Governo ha nel mese di giugno discusso in tema dell’articolo 517 quater c.p.,  però è altrettanto vero che se andiamo a guardare la legislazione penale in materia tra i centododici reati che sono oggetto della depenalizzazione con la legge delega 67/2014 è inserito proprio l’articolo 517 quater, il che significa che da una parte il Governo discute su un tema così delicato e qui in Aula in Emilia-Romagna la sinistra viene a dire che si tutelano le prerogative di coloro i quali sono tutelati da questa norma, ma dall’altra parte il Governo stesso con questa legge delega cancella l’articolo stesso, quindi non avremmo più nessuna sanzione penale nei confronti di coloro i quali commettono tale reato.

Credo quindi che sia proprio per questa ragione che noi abbiamo il dovere in quest’Aula, proprio oggi, di discutere e non di cancellare con un colpo di spugna un progetto di legge così importante che secondo me potrebbe anche modificare e far cambiare opinione a qualcuno nel Governo a Roma perché - parliamoci chiaro - nel momento stesso in cui dalla Regione Emilia-Romagna dovesse arrivare l’invito a rivedere la normativa e soprattutto a valutare con maggiore attenzione questo aspetto in una materia così delicata probabilmente le cose potrebbero anche essere modificate. Credo che sia importante proseguire la discussione in Aula e non inseguire le argomentazioni avanzate dalla maggioranza, che non hanno dunque allo stato alcun fondamento.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Aimi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Solo per dovere di cronaca, il 27 febbraio 2013 il consigliere Alessandrini, rispetto a questo progetto di legge, sosteneva che intanto il provvedimento era già oggetto di attenzione alle Camere, che mi sembra la stessa cosa che viene detta oggi, però poi dice "in conclusione e per tutte queste ragioni, noi pensiamo che il mero inasprimento della pena non rappresenti una maggiore garanzia di miglioramento della capacità di contrasto alle contraffazioni alle indicazioni geografiche, pertanto il problema non è che noi siamo contrari per definizione ai problemi che vengono presentati dall’opposizione, ma noi cerchiamo di fare un ragionamento stando al merito ed è per ragioni di merito che noi voteremo contro".

Trovo un po’ singolare che si dica oggi che nel merito il Governo sta facendo quello che si chiede e ieri si dica che nel merito non si condivideva quello che fa oggi il Governo. Ieri si usava il merito per dire che si votava contro e oggi si dice che si vota contro perché il merito è condiviso dal Governo. Vedo un abuso di buonafede e questo dispiace perché ritengo che anche nella dialettica consiliare si possa far tutto, ma non abusare della buonafede l’uno degli altri.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Non avendo più nessun iscritto in discussione generale, passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno presentato dalla Presidente Serri, 285/1. Ogni gruppo ha a disposizione cinque minuti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Semplicemente per sottolineare due cose. Prima il consigliere Foti diceva che se noi approvassimo questo disegno di legge si andrebbe in maniera più spedita alle Camere, però oggettivamente non è così, perché se noi approvassimo questo disegno di legge, che è una proposta alle Camere, questo progetto di legge verrebbe unito ai vari progetti di legge che ci sono e si discuterebbe insieme agli altri, quindi non ci sarebbe una corsia preferenziale. Sembrava adombrare l’esistenza di una corsia preferenziale se lo approvassimo oggi, ma disgraziatamente non è così. Siccome il Senato ha già approvato e la Camera sta discutendo - non credo che nel 2013 avesse già approvato, mentre oggi sì, tra l’altro approvato in quella direzione - a me sembra che approvare questo progetto di legge oggi significherebbe semplicemente un aggravio e non un aiuto a quel procedimento che deve portare la normativa più coerente, più efficiente e più efficace in materia.

Per quanto riguarda invece le critiche all’articolo 92, nella scorsa legislatura abbiamo fatto tutto un percorso di modifica del Regolamento, che tra l’altro ho seguito tra gli altri anche io, e in questo percorso di modifica al Regolamento si è parlato anche dell’articolo 92 e dell’utilità di mantenere questo articolo e della possibilità invece di discutere in Commissione e limitare il passaggio in Aula. Sono state proprio le minoranze a chiedere che rimanesse così l’articolo 92 e la maggioranza ha accolto la richiesta molto tranquillamente semplicemente perché le minoranze sostenevano che, pur essendoci il non passaggio al voto dell’articolato, far arrivare in Aula una proposta di legge della quale si era discusso in Commissione significava anche dare informazione a tutti i cittadini che seguono l’Aula e a tutti i consiglieri che non hanno potuto partecipare a quella Commissione dell’esistenza di quella proposta di legge, tant’è vero che la discussione nel merito c’è e non si passa semplicemente al voto dell’articolato (in questo caso tre articoli). Nel momento in cui si presenta una legge c’è tutto il tempo di presentare e tutto il tempo di discutere nel merito, così come abbiamo fatto oggi. Se qualcuno ritiene che dobbiamo modificare l’articolo 92, lo dica. Io sono del parere invece che debba rimanere così per questo motivo, ossia perché anche una proposta di legge che non viene approvata in Commissione abbia la dignità di arrivare in Aula e di poter essere discussa in Aula nel merito.

Mi fermo qui e ovviamente, per quanto riguarda l’ordine del giorno, c’è il parere favorevole del gruppo del Partito Democratico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie consigliere Mumolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Quanto alla velocità del procedimento legislativo, ribadisco quanto detto e lei che c’era sa che è così.

Quanto all’osservazione sull’articolo 92, innanzitutto vorrei ricordare che c’era un progetto di legge Pollastri per abolirlo. In secondo luogo mi permetto di fare una considerazione che ha una sua logica. Se voi proprio voleste avere compiuto un procedimento legislativo dovreste dire semplicemente non le ragioni politiche, ma giuridiche per il non passaggio all’esame dell’articolato, perché non si è mai visto che un non passaggio all’articolato si fondi su una ragione politica, ma si deve fondare su una ragione giuridica. Non mi pare che sia una ragione giuridica quella del consigliere Mumolo, a tal punto che ci attacchiamo a un carro che è quello di un disegno di legge delega che è esattamente una questione molto diversa da una proposta di legge sic et simpliciter che si occupa di un argomento. Se il consigliere Mumolo, oltre all’articolo 5, ha letto tutti gli altri articoli, si renderà conto di quante modifiche la Camera dovrà introdurre o introdurrà in quel progetto di legge.

Ribadisco che questa applicazione dell’articolo 92 è un’applicazione illegittima, perché un’Assemblea legislativa non può fare ciò che non è detto e se proprio dovessimo guardare i precedenti di altre Assemblee legislative, pur nell’autonomia organizzativa statutaria che questa Regione si è data, allora voi vedrete che nelle altre Assemblee legislative il non passaggio all’esame dell’articolato è dato per ragioni giuridiche e non politiche, così come alla Camera il non passaggio all’articolato si fonda sul presupposto della violazione della norma costituzionale e non altro. Oltretutto dirò al consigliere Mumolo che non ci vorrebbe molto, ma basta che di ogni proposta di legge si bocci il primo articolo e vengono automaticamente, nel 99 per cento dei casi, a decadere tutti, quindi anche questo è solo un puro espediente accademico per far sì che l’Aula, come nel caso di specie, parli più dell’articolo 92 che del progetto di legge.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie consigliere Foti.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno per il non passaggio all’esame degli articoli, oggetto 285/1, a firma della consigliera Serri.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno è approvato.

Passiamo all’oggetto 1091.

 

OGGETTO 1091

Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2 della Costituzione, recante: "Nuove norme per migliorare l'autodifesa - Modifiche all'art. 52 Codice Penale ed all'art. 35 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza". A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Relazione della Commissione e discussione)

(Ordine del giorno 1091/1 "Non passaggio all’esame degli articoli" - Presentazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il testo è stato licenziato con parere contrario dalla Commissione Bilancio Affari generali e istituzionali nella seduta del 17 novembre 2015, è composto da due articoli e il relatore della Commissione, consigliere Matteo Rancan, ha preannunciato di svolgere la relazione orale. Darei la parola al relatore di maggioranza, consigliere Rancan, che ha venti minuti, per poi proseguire con la discussione generale.

 

RANCAN, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Il progetto di legge alle Camere in oggetto nasce dall’esigenza di porre un rimedio a un problema che sta aumentando in questi giorni, in queste mesi e in queste settimane. Abbiamo visto oltretutto da un report del Sole 24 Ore che la regione Emilia-Romagna si attesta come prima regione per criminalità, uno studio fatto dal Sole 24 Ore, che è uscito ieri su un giornale locale di Modena. Si vuole dare un’impronta seria che possa risolvere un problema, o comunque iniziare la trattazione di un problema, sempre per la logica che i problemi per essere risolti vanno affrontati. Si è deciso di proporre all’attenzione dell’Assemblea legislativa un progetto di legge che possa andare a modificare l’articolo 52 del Codice penale in modo da aumentare ulteriormente la possibilità di autodifesa per quanto riguarda soprattutto la legittima difesa. Questo non significa che si va, come molti esponenti politici dicono, ad armare la gente, ma vogliamo solamente far sì che vi sia da parte del cittadino la possibilità di sentirsi sicuri e in ogni caso, in qualche caso di pericolo soprattutto, di difendersi, anche tenendo conto del fatto che quando si è di fronte a determinate situazioni che possono essere di sconcerto e di paura bisogna tener conto anche della situazione psicologica di chi subisce queste azioni. Bisogna far sì di capire e di mettersi anche nei panni di chi subisce questi reati che quasi sempre prevalgono la concitazione e la paura, quindi la posizione psicologica dell’individuo deve essere sicuramente tenuta in considerazione. Va anche cercato di tenere presente il bene che viene sottratto in caso di furto perché può essere più o meno importante da parte della vittima e questo può agire sulla sua psicologia. Per esempio io, facendo un esempio che ho riportato anche in Commissione, taxista che vivo lavorando con la mia automobile, se mi rubano l’automobile sarò sicuramente più danneggiato rispetto a chi con l’automobile non ci lavora, quindi in quel caso io, taxista, sarò sicuramente più colpito da questa.

Questo progetto di legge si tratta anche per fare due riflessioni principali: la prima è che consenta alle Camere di cambiare una norma penale che produce più discriminazione verso chi si difende, che è giustizia, perché molte volte succede questo, e cercare di velocizzare quelli che sono i procedimenti burocratici per l’acquisizione di determinate pratiche che possono essere utili alla legittima difesa.

Prendiamo anche in considerazione il fatto che, come dicevo all’inizio, vi sono tantissimi problemi di criminalità in queste settimane e mesi e dobbiamo far sì che sicuramente, se ci fossero delle pene più severe e una legittima difesa più chiara e più a favore del cittadino piuttosto che altro, forse qualcuno si sentirebbe anche meno legittimato ad andare in abitazione di altri o a violare la proprietà privata.

Questo è lo stimolo con cui nasce questo progetto di legge, ovviamente, vista la grande democraticità della maggioranza, si passa al non esame dell’articolato e quindi sicuramente non sarà una discussione lunga, però spero che comunque nella discussione generale che si affronterà in questa sede possano comunque uscire degli stimoli che possano speriamo eventualmente portare al ritiro dell’ordine del giorno per il non passaggio all’esame degli articoli.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rancan.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Grazie, presidente. Indubbiamente gli stimoli sono forniti da questa proposta e sicuramente non arriveranno a portarci alla rimozione della discussione, quindi al nostro ordine del giorno. Com’è già avvenuto - mi ricollego a quanto abbiamo già detto in Commissione -, quelle che sono le modifiche dell’articolo 52 del Codice penale avvenute circa dieci anni fa hanno già introdotto alcuni elementi che nella sostanza intervengono sul concetto di estensione della legittima difesa.

Il progetto di legge presentato dalla Lega Nord introduce a nostro avviso - questa è una valutazione politica e anche concreta dal nostro punto di vista di buonsenso - alcuni concetti che non possiamo condividere. Lo stato di concitazione è uno stato che ovviamente prende atto di una situazione normale che si viene a creare nel momento in cui c’è una violazione di un domicilio, quindi un contatto diretto tra il ladro e il proprietario, però ovviamente l’estendere il concetto della reazione a un puro stato di concitazione ovviamente estende la possibilità anche di azione in modo eccessivo. Legittimo, e penso che qui sia uno dei punti di discussione anche all’interno di questo progetto di legge, è quello che è l’obiettivo finale. Ci è stato detto che voi non parlate mai di armi con questa proposta, però c’è già l’introduzione dell’argomento di una facilitazione nell’acquisto, quindi nell’iter, di armi. Con verifiche che abbiamo fatto, e poi si può aprire anche un confronto su questo, già oggi sono abbastanza celeri nel caso in cui, sentita anche la Questura, non ci sono particolari impedimenti da parte del soggetto richiedente (si parla di alcuni giorni per quanto riguarda il rilascio del porto d’armi) e di un periodo che va da un mese o due nel caso in cui ci siano magari alcuni problemi che necessitano di una verifica e di un approfondimento che - ripetiamo, e tutti dobbiamo farlo insieme - sono sempre auspicabili perché nel momento in cui un soggetto richiede, quindi ha nelle sue mani un’arma, va verificato con esattezza il reale stato dal punto di vista delle condizioni psichiche, oltre che indubbiamente anche dell’esistenza dei presupposti, quindi della possibilità di averlo.

Detto questo, quando si parla del fatto che all’interno del progetto di legge non si rimanda al concetto dell’arma, è vero che dal punto di vista tecnico anche nell’estensione del concetto di legittima difesa non si parla esplicitamente di arma, ma ovviamente nel concetto di estendere la possibilità di intervento da parte del soggetto leso, anche nel caso di fuga, anche nel caso di valutazione, quindi soggettiva, del valore del bene trafugato o in corso di furto, ovviamente si apre un tema che necessariamente apre all’utilizzo di armi che siano proprie o improprie e che di conseguenza apre a quella che noi riteniamo non sia una soluzione al problema. Noi da membri della maggioranza e da cittadini osserviamo i fatti di cronaca che spesso sono drammatici, ma vanno letti anche con una certa attenzione. Ovviamente in alcuni casi ci sono interpretazioni e approfondimenti necessari da fare per quanto riguarda anche le reazioni stesse e in altri generalmente quella che è l’evidenza anche di una legittima difesa, e questo andrebbe approfondito, perché la notizia originale a volte, quindi anche la notizia forte e il titolo giornalistico, non viene approfondito successivamente, porta anche con le modifiche fatte all’articolo 52 all’assoluzione del soggetto, quindi la vera natura politica della non discussione dell’articolato è legata al fatto che soprattutto negli obiettivi legittimi del progetto di legge non è con questi provvedimenti che noi riusciamo a intervenire per quanto riguarda il freno alla microcriminalità. Altri sono gli interventi e di conseguenza noi voteremo il nostro ordine del giorno.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Molinari.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. La discussione del consigliere Molinari e soprattutto quello che ha riferito è più o meno la stessa discussione che si è aperta in Commissione. Non si riesce a comprendere quali siano le soluzioni che il Partito Democratico adotti su questo tema, perché ha parlato di soluzioni alternative e diverse, ma di soluzioni concrete non ne ha assolutamente riferite. Questo è fondamentalmente il problema che deve comunque rappresentare il Governo italiano. Sia il governo centrale sia il governo locale non hanno adottato sistemi di protezione e di sicurezza nei confronti del cittadino.

Il Sole 24 Ore, come diceva giustamente il consigliere Rancan, ha dato una classifica abbastanza allarmante: Rimini e Ravenna sono le città più in alto in questa classifica e quelle più colpite dai furti e l’Emilia-Romagna sta salendo in maniera incontrovertibile perché evidentemente non c’è sia a livello centrale sia a livello locale un piano della sicurezza adeguato. Questo è evidente e sotto gli occhi di tutti. Non aumenterebbero i furti in maniera così spropositata se ci fossero sistemi di sicurezza diversi, ma questo forse è un tema più allargato rispetto alle modifiche che questa proposta di legge vuole affrontare. Non è una chiamata alle armi (questo è chiaro); l’uso delle armi è inserito già nell’articolo 52 del Codice penale. Chi usa legittimamente un’arma si può difendere, quindi con questa modifica non si incentiva l’utilizzo delle armi e non si vuole agevolare il rilascio del porto d’armi, ma si vogliono dettare dei tempi. Le eccezioni che rappresentava il consigliere Molinari sul rilascio del porto d’armi sono evidenti. Ha parlato di due, tre o dieci giorni, ma non è così. Sono eccezioni e non la regola, perché di norma il tempo di attesa del rilascio del porto d’armi è molto di più, tanto che si vuole, con la modifica al testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza, dare un criterio definitivo, cioè dieci giorni di tempo per rispondere, fatte le opportune valutazioni.

Le esimenti che invece si vogliono portare all’articolo 52 sono la conseguenza logica di quello che sta succedendo, cioè è cambiato il mondo. Forse qualcuno non se n’è accorto, ma evidentemente siamo di fronte a una vera guerriglia urbana, cioè ci troviamo costretti a difenderci all’interno delle nostre abitazioni con tutti i mezzi idonei che la legge ci consente e non possiamo essere condannati se quando qualcuno interviene all’interno della nostra abitazione entra in piedi ed esce steso, perché nessuno si può permettere di entrare nella proprietà privata. Le fasi di concitazione e le fasi inserite in questo progetto di legge sono fasi che necessariamente una persona cui viene violata la proprietà subisce e interagisce all’interno di una violazione dura, di una persona che entra ed entra non per prendere una tazza di caffè, ma per rubare. A volte ruba solo, altre volte invece, com’è successo recentemente nei vari fatti di cronaca, uccide, malmena o riduce le persone che sono all’interno dell’abitazione in ospedale per gravi lesioni.

Se questa è la risposta che il PD dà a questo progetto di legge, che non vuole discutere, che non vuole esaminare l’articolato e che non propone quelle che sono le alternative a una difesa, evidentemente non ci sono grandi aspettative che la Regione Emilia-Romagna può dare ai cittadini in materia di sicurezza. Non ci sono perché non ci vengono proposte. È chiaro che la Regione non può modificare l’articolo 52, perché questa è una proposta di legge che va alle Camere. L’articolo 52 è stato già modificato e ampliato nel 2006, ma il Codice penale ricordiamo che è del 1930 e oggi siamo nel 2015, per cui è cambiato il mondo ed è cambiato soprattutto negli ultimi cinque anni.

Se questa è la situazione che ci rappresenta il Partito Democratico, che tutto va bene e che non ci sono problemi, evidentemente c’è qualcosa che non va, perché evidentemente parliamo due lingue diverse, perché nessuno qui può dire che effettivamente non ci siano problemi di sicurezza, però, se non ci sono, noi riteniamo che questi problemi ci siano. Nella mancata discussione, non tanto della proposta di legge e dell’articolato, su un problema serio che ci viene rappresentato da giornali, da quelli che sono i fatti di cronaca attuali, non possiamo oggi trovare soluzioni alternative per evidentemente ritirare questo progetto perché non interessa alla maggioranza. Non interessando alla maggioranza, non interessa la sicurezza dei nostri cittadini, che è un sistema assolutamente importante.

È evidente che a seguito di questa proposta di legge e a seguito anche di quello che è emerso sul Sole 24 Ore abbiamo fatto un’interrogazione al Presidente perché evidentemente nelle linee guida del programma elettorale si parlava molto di sicurezza, ma ad oggi fondamentalmente nessun riscontro c’è stato, e vogliamo capire quindi quali sono le intenzioni della Regione Emilia-Romagna e in particolar modo del Presidente Bonaccini. Lo vogliamo sapere su questo tema che sembra un ostacolo insormontabile. È un ostacolo insormontabile per il Governo Renzi, che non sta affrontando, e lo vediamo in quello che sta succedendo in Siria, ed è un problema assolutamente da affrontare anche in Regione Emilia-Romagna. Evidentemente, se non c’è alternativa e soluzione a questi problemi, l’unica cosa che ci tocca fare è ritirare questo progetto di legge ed evidentemente affrontare questo problema in altre sedi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Solo per rafforzare quello che ha detto il mio collega Pompignoli, perché nessuno vuol fare diventare i cittadini degli sceriffi, dei Tex Willer o fare in modo che le proprietà private diventino dei teatri in cui divertirsi al tiro a segno o al tiro al ladro, però credo che sia ingiusto da parte del PD voler evitare discussione su questo argomento.

Sappiamo tutti quello che sta succedendo in questo periodo. È notizia di qualche settimana che dei ladri si sono messi a giocare alla roulette russa con un cittadino che, per fortuna, aveva l’arma in tasca, perché altrimenti, a forza di fare il cerchio attorno alla sua testa, prima o poi l’avrebbero centrato e oggi saremmo qui a dire "povero il signore a cui è stato sparato e il ladro cattivo" e sarebbe finita lì, mentre facciamo il processo a chi si è difeso e vogliamo evitare che queste persone magari possano tutelare la propria famiglia e il proprio bene, quindi la casa, i soldi o tutto quanto ci è caro, all’interno della proprietà privata.

L’atteggiamento che state tenendo è sbagliato perché se qui in Regione si usa un atteggiamento di questo genere e a Roma il Governo Renzi, sotto mentite spoglie, ha già fatto cinque svuota carceri nell’ultimo anno e quindi continua a rimettere in libertà delinquenti, che grazie alle leggi così benevole di questo Governo non vanno nemmeno più in carcere per aver commesso dei reati gravi, credo che sia lecito dare la possibilità ai cittadini di difendersi e di avere la possibilità di tempi certi anche per l’acquisizione dei permessi per ottenere il porto d’armi. Anche in quest’Aula più volte si è parlato della buona amministrazione e non è vero quello che ha detto il collega Molinari, perché quando si va a chiedere il permesso per avere il porto d’armi passano mesi prima che venga rilasciato, e quindi questo non va bene. Dieci minuti fa abbiamo votato un progetto di legge sulla contraffazione ed è stato cassato dall’Aula, questo farà la stessa fine, più avanti, nel pomeriggio, ne avremo uno per dare la possibilità a chi è stato accusato di eccesso di legittima difesa di essere aiutato finanziariamente dalla Regione e presumo, visto l’iter che ha avuto in Commissione, avrà la stessa fine, quindi mi sembra che qui non si stia facendo il bene dei cittadini, ma il bene dei delinquenti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Grazie, presidente. Nessuno da questi banchi dirà mai che non esiste un problema sicurezza. Lo stereotipo, che ovviamente fa gioco in questi mesi e soprattutto alla Lega Nord, di essere gli unici attenti...

 

(interruzioni)

 

Non populisti, ma attenti alla questione della sicurezza è uno stereotipo che non funziona nei fatti. Ricordare spesso quelli che sono anche gli interventi necessari per risolvere il problema della sicurezza passa anche attraverso il capire quelle che possono essere le soluzioni, tra le quali non rientra questo progetto di legge. Quelli che possono essere gli interventi a soluzione sono il rafforzamento delle forze di polizia e delle azioni che le forze di polizia devono fare. Quando il SIULP protestava in piazza contro il Governo Berlusconi, di cui facevate parte, per i tagli con la finanziaria del 2010 per oltre 60 milioni di euro sulla sicurezza ovviamente questo veniva taciuto, mentre adesso si parla di un Governo Renzi, e qui potremmo aprire una discussione per quanto riguarda quelle che sono risorse messe anche sulla sicurezza, che taglia queste risorse. Purtroppo la stessa cosa veniva detta circa sei anni fa, quindi possiamo aprire una discussione tranquillamente su quelle che possono essere le soluzioni al problema anche della microcriminalità, ma l’unica cosa certa è che le soluzioni non possono essere quelle contenute all’interno di questo progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Molinari.

Non ci sono più iscritti, quindi ritengo chiusa la discussione generale.

Riprendiamo i lavori nel pomeriggio su questo oggetto, il 1091, con le dichiarazioni di voto, per le quali ogni gruppo ha a disposizione cinque minuti, e la votazione dell’ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,02

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Andrea CORSINI, Massimo MEZZETTI e le consigliere Roberta MORI e Ottavia SONCINI.

 

Ordine del giorno

 

OGGETTO 285/1 “Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli, del progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, di iniziativa dei consiglieri Bignami e Ranieri, recante: "Modifiche all'art. 517-quater del codice penale, all'art. 51 del codice di procedura penale e all'art. 9 della legge 16 marzo 2006, n. 146 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale, adottati dall'Assemblea generale il 15 novembre 2000 ed il 31 maggio 2001) per il rafforzamento della lotta contro la contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di prodotti agroalimentari". A firma della Consigliera: Serri”

 

«L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELL’EMILIA-ROMAGNA

 

Visto il progetto di legge di cui all’oggetto;

 

Considerato il parere contrario espresso in sede referente dalla Commissione assembleare “Politiche economiche”;

 

Ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere contrario della Commissione assembleare;

 

Ai sensi dell’art. 92 del Regolamento

 

delibera

 

il non passaggio all’esame degli articoli.»

(Approvato)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

1644 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2016" (Delibera di Giunta n. 1797 del 12 11 15).

1645 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2016-2018 (Legge di stabilità regionale 2016)" (Delibera di Giunta n. 1798 del 12 11 15).

1646 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2016-2018.)" (Delibera di Giunta n. 1799 del 12 11 15).

1656 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Interventi a sostegno della bigenitorialità". (20 11 15) A firma del Consigliere: Bignami

1671 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifica alla legge regionale 30 giugno 2003, n. 12 (Norme per l'uguaglianza delle opportunità di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l'arco della vita, attraverso il rafforzamento dell'istruzione e della formazione professionale, anche in integrazione tra loro)". (24 11 15) A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

1685 - Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Borgonovo Val Tidone e Ziano Piacentino, nella Provincia di Piacenza". (Delibera di Giunta n. 1898 del 24 11 2015).

1686 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme per la promozione e il sostegno delle Pro Loco". (27 11 15) A firma dei Consiglieri: Paruolo, Zoffoli, Cardinali, Lori, Zappaterra, Soncini, Rontini, Boschini, Pruccoli, Tarasconi, Molinari, Calvano, Marchetti Francesca, Poli, Foti, Fabbri, Rancan, Bignami, Caliandro

 

Petizione

 

1630 - Petizione popolare per chiedere la messa in sicurezza delle scuole site nel comune di Lagosanto (FE). (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 96 del 17 11 15)

 

Interrogazioni

 

1641 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure di formazione delle classi presso il plesso scolastico "Aldo Moro" di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

1642 - Interrogazione a risposta scritta circa la procedura riguardante un incarico di Struttura Operativa Complessa presso l'AUSL Unica della Romagna. A firma del Consigliere: Foti

1643 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per tutelare la popolazione nell'abitato dei Perotti, nel Comune di Ferriere (PC), a seguito dell'esondazione che ha distrutto le briglie del torrente Nure e le difese spondali. A firma del Consigliere: Foti

1647 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per dare attuazione a programmi d'area riguardanti il Polo Logistico di Piacenza, la Val Tidone-Val Luretta, il fiume Po ed il Parco della Salute, nella provincia di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

1649 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti la concessione di un alloggio destinato ad ospitare profughi in un fabbricato di Ferrara. A firma del Consigliere: Fabbri

1650 - Interrogazione a risposta scritta circa la modificazione della attuale denominazione del casello autostradale "Rimini Nord-Bellaria". A firma del Consigliere: Pruccoli

1651 - Interrogazione a risposta scritta circa l'origine della chiazza oleosa che ricopre il Canale Burana. A firma del Consigliere: Fabbri

1652 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure e le istruzioni operative che regolano l'intervento di infermieri sulle Ambulanze 118. A firma del Consigliere: Bignami

1653 - Interrogazione a risposta scritta circa il rischio ambientale e alla salute conseguente all'installazione di un nuovo radar a Poggio Renatico (FE). A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli

1654 - Interrogazione a risposta scritta circa la mancata manutenzione del montascale dell’Università di Ferrara. A firma del Consigliere: Fabbri

1655 - Interrogazione a risposta scritta circa errori segnalati nell'ambito dell'attuale Asl della Romagna che coinvolgono in particolare l'attività del Laboratorio unico di Pievesestina. A firma del Consigliere: Pompignoli

1657 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di sperimentazione in aree montane di punti nascite inferiori ai 500 parti annui, con particolare riferimento alla situazione di Porretta Terme. A firma della Consigliera: Sensoli

1658 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare affinché vengano rispettati gli impegni assunti dal Governo nei confronti dei docenti. A firma dei Consiglieri: Bertani, Gibertoni

1661 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa alla discarica di rifiuti di Finale Emilia e le connesse problematiche. A firma della Consigliera: Gibertoni

1663 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare a fronte dei casi di scabbia accertati presso la Scuola elementare "Castelfranchi" di Finale Emilia. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Bargi

1664 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare il passaggio tra ruoli politici e ruoli politico-amministrativi ed il fenomeno del "pantouflage". A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

1665 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzo dei sedime e delle strutture ferroviarie della tratta Rimini-San Marino e la riattivazione di tale collegamento. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

1668 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori della Dovadola Serramenti. A firma del Consigliere: Bertani

1669 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per consentire la funzionalità degli apparati di dialisi dell'Ospedale di Cona (FE). A firma del Consigliere: Pettazzoni

1672 - Interrogazione a risposta scritta circa i provvedimenti da adottare per risolvere le problematiche che gravano sugli utenti della linea ferroviaria Bologna - Porretta Terme. A firma del Consigliere: Bignami

1673 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per salvaguardare la Caserma De Gennaro di Forlì, con particolare attenzione alla futura utilizzazione della stessa. A firma del Consigliere: Pompignoli

1674 - Interrogazione di attualità a risposta immediata circa la tutela della salute della cittadinanza, con particolare riferimento all'esercizio della medicina e della chirurgia estetica ed ai relativi percorsi formativi e di specializzazione professionale. A firma della Consigliera: Sensoli

1676 - Interrogazione a risposta scritta circa l'inserimento automatico della fascia di reddito dell'utente nelle ricette elettroniche e dematerializzate. A firma della Consigliera: Sensoli

1677 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti l'affidamento, da parte del Comune di Ferrara, dei servizi per l'accoglienza, la tutela e l'integrazione di richiedenti asilo. A firma della Consigliera: Sensoli

1678 - Interrogazione a risposta scritta circa il monitoraggio ed il controllo di lavori di consolidamento riguardanti la località denominata Vaccherecce. A firma della Consigliera: Gibertoni

1679 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per riconoscere il diritto al lavoro alle donne vittime di violenze e la tutela delle stesse. A firma della Consigliera: Gibertoni

1680 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il percorso formativo denominato "W l'amore". A firma del Consigliere: Bignami

1681 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare il ripetersi dei disservizi riguardanti la linea ferroviaria Porrettana. A firma del Consigliere: Paruolo

1692 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni connesse alla applicazione di norme europee riguardanti il diritto al riposo del personale sanitario. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pompignoli, Liverani

1693 - Interrogazione a risposta scritta circa l'aggiornamento dei parametri riguardanti le risorse relative al Fondo Regionale per la Non Autosufficienza. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

1694 - Interrogazione a risposta scritta circa un campo nomadi sito a Mizzana (FE) e le relative condizioni igienico-sanitarie. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni, Bargi

1695 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire l'agibilità ed il transito riguardanti il ponte sul Po "Giuseppe Verdi" di Roccabianca (PR). A firma del Consigliere: Bignami

1696 - Interrogazione a risposta scritta circa il ridimensionamento dei presidi sanitari presenti sul territorio di Borgotaro e nelle zone montane. A firma del Consigliere: Foti

1698 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela della salute della cittadinanza con particolare riferimento all'esercizio della medicina estetica ed ai relativi percorsi formativi e di specializzazione professionale. A firma della Consigliera: Sensoli

1699 - Interrogazione a risposta scritta circa la sottoposizione, alla Corte Costituzionale, della questione di costituzionalità riguardante il cosiddetto decreto "Salva Banche", al fine di tutelare gli azionisti e gli obbligazionisti della Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

1700 - Interrogazione a risposta scritta circa scioperi, avvenuti presso l'interporto di Bologna, e le connesse problematiche riguardanti la mobilità stradale ed autostradale. A firma del Consigliere: Bignami

1702 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per predisporre un collegamento stabile e sicuro, in sostituzione del ponte crollato, con l'abitato di Carseggio, nel Comune di Casalfiumanese. A firma della Consigliera: Piccinini

1704 - Interrogazione a risposta scritta circa la previsione di un osservatorio o di una funzione regionale di monitoraggio dell'andamento dell'operatività delle Unioni dei Comuni. A firma del Consigliere: Bertani

1705 - Interrogazione a risposta scritta circa i rimborsi da attribuire ai pendolari della rete ferroviaria regionale a fronte dei disservizi subiti. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Delmonte, Fabbri, Pettazzoni, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pompignoli, Liverani

1706 - Interrogazione a risposta scritta circa lo stato dei lavori di sistemazione della Chiesa campanaria di Casumaro di Cento (FE). A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri

1707 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per impedire "mercatini" abusivi nell'area adiacente al parcheggio Fiera District di Viale Aldo Moro ed in beni immobili regionali. A firma del Consigliere: Fabbri

1708 - Interrogazione a risposta scritta circa le diverse tipologie contrattuali applicate ai conducenti di mezzi pubblici di linea a Modena. A firma del Consigliere: Bargi

1709 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere presso il Governo per il riconoscimento della "Sindrome Fibromialgica" al fine di prevedere l'esenzione dal ticket per le visite e le cure dei pazienti colpiti da tale patologia, procedere al relativo censimento ed alla opportuna formazione del personale sanitario. A firma dei Consiglieri: Calvano, Poli, Paruolo, Lori, Prodi, Cardinali, Caliandro, Iotti, Marchetti Francesca, Mumolo, Bagnari, Bessi, Boschini, Rontini, Zappaterra, Serri

1710 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa all'erogazione, da parte dell'INPS, dei trattamenti di sostegno al reddito dei lavoratori colpiti dalla crisi economica. A firma dei Consiglieri: Sassi, Sensoli

1711 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per avviare le procedure di assunzione di nuovo personale e di stabilizzazione di quello precario nell'ambito della Sanità regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

1713 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare i lavoratori dello stabilimento Saeco di Gaggio Montano. A firma del Consigliere: Foti

1714 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti l'elezione del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

1716 - Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative da porre in essere per tutelare i lavoratori della Philips Saeco di Gaggio Montano (BO). A firma del Consigliere: Bignami

1717 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare i lavoratori della azienda Saeco di Gaggio Montano. A firma della Consigliera: Piccinini

1718 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela degli ex lavoratori della AFM, assunti da una azienda che gestisce il nuovo magazzino del farmaco, a Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

1719 - Interrogazione a risposta scritta circa gli atti e la programmazione delle risorse umane ed economiche adottate dalla Regione Emilia-Romagna a seguito dell'entrata in vigore della direttiva europea sugli orari di lavoro nel settore sanitario. A firma del Consigliere: Bignami

1721 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per porre fine ai disservizi ed ai ritardi riguardanti la linea ferroviaria Reggio Emilia-Guastalla. A firma del Consigliere: Foti

1723 - Interrogazione a risposta scritta circa i costi e la situazione riguardante il personale a seguito dell'applicazione, nella Regione Emilia-Romagna, del decreto denominato "Del Rio". A firma del Consigliere: Bignami

1724 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti l'acquisizione, da parte della Regione, di Palazzo Ratta-Pizzardi. A firma del Consigliere: Bignami

1726 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela della natura pubblica ed universalistica del Sistema Sanitario Regionale e la riorganizzazione dello stesso. A firma della Consigliera: Sensoli

1727 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al piano di recupero del complesso delle Case Operaie o dei Lavoratori di Castelfranco Emilia. A firma della Consigliera: Gibertoni

1728 - Interrogazione a risposta scritta circa la raccolta ed il trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE) nel territorio regionale. A firma del Consigliere: Taruffi

1729 - Interrogazione a risposta scritta circa la discarica di rifiuti denominata "Ginestreto" nel Comune di Sogliano al Rubicone (FC). A firma del Consigliere: Bertani

1732 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure elettorali riguardanti il Consorzio di bonifica di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

1734 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'impugnazione, avanti la Corte Costituzionale, del decreto denominato "Salva Banche", per questioni di costituzionalità in relazione agli artt. 47 e 117 della Costituzione, al fine di tutelare i diritti degli azionisti e degli obbligazionisti della Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara. A firma del Consigliere: Fabbri

1735 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di identificazione da parte degli agenti accertatori operanti nell'ambito della sanità e del trasporto pubblico regionale. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

1736 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la sicurezza presso il Policlinico S. Orsola e negli Ospedali bolognesi. A firma del Consigliere: Bignami

1737 - Interrogazione a risposta scritta circa la salvaguardia della produzione e dell'occupazione sul territorio regionale, con particolare riferimento alla tutela dei lavoratori dello stabilimento Philips Saeco di Gaggio Montano. A firma della Consigliera: Gibertoni

1738 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare il depotenziamento dell'Ospedale di Pavullo, con particolare riferimento al relativo laboratorio di analisi. A firma della Consigliera: Gibertoni

1740 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti la copertura di posizioni dirigenziali presso la Regione Emilia-Romagna, con particolare riferimento ad assunzioni a tempo determinato. A firma della Consigliera: Piccinini

1743 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure e la situazione riguardante la R.S.A. per anziani di Novafeltria. A firma della Consigliera: Sensoli

1744 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure, questioni e risorse riguardanti la promozione dell'edilizia sociale e la riqualificazione di ambiti urbani relativi al Comune di Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

1745 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per sostenere le filiere DOP che producono il Parmigiano-Reggiano, e la nomina di un rappresentante della Regione Emilia-Romagna nel relativo consorzio. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele

1746 - Interrogazione a risposta scritta circa i costi degli abbonamenti per utilizzo scolastico riguardanti il trasporto pubblico nella Provincia di Forlì-Cesena. A firma del Consigliere: Aimi

1747 - Interrogazione a risposta scritta circa la presenza di barriere architettoniche nella Stazione ferroviaria di Rimini. A firma della Consigliera: Rossi Nadia

1748 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per ridurre i rischi derivanti dalla presenza di sostanze nocive nell'aria, con particolare riferimento alla situazione esistente a Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Sassi

1749 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare in merito agli strumenti conoscitivi e programmatori riguardanti la difesa e la valorizzazione ambientale ed economica della fascia costiera regionale. A firma della Consigliera: Rossi Nadia

1750 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per omogeneizzare, a livello regionale, i servizi di prenotazione e di pagamento online delle visite e degli esami presso le AUSL. A firma della Consigliera: Sensoli

1751 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per valorizzare, e non depauperare, le professionalità del personale regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

1752 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per chiedere, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, una deroga alla vigenza delle Linee Guida per le pratiche radiologiche clinicamente sperimentate, procedendo anche ad una revisione delle stesse che coinvolga le Regioni ed il relativo riparto delle competenze. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Caliandro, Paruolo, Calvano

1753 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni e gli interventi attuati e da attuare per lo sviluppo della pescaturismo, dell’ittiturismo e dell’acquiturismo, con riferimento a quanto previsto dalla legge regionale 22/2014 in materia. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

1754 - Interrogazione a risposta scritta sulle “Linee guida per le procedure inerenti le pratiche radiologiche clinicamente sperimentate” recentemente emanate ai sensi del D. Lgs. 187/2000 e sulle iniziative da assumere al riguardo a tutela della figura professionale del Tecnico di Radiologia. A firma della Consigliera: Piccinini

1756 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle intenzioni riguardo alla gestione dei flussi di trattamento dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) e riguardo alla creazione di filiere locali di trattamento completo di questa tipologia di rifiuti. A firma della Consigliera: Gibertoni

1757 - Interrogazione a risposta scritta sulle iniziative da assumere in merito alla crisi occupazionale del settore legno e dei serramenti in Emilia-Romagna, con particolare riferimento allo stabilimento di San Martino in Rio (RE) della società Open.Co. A firma del Consigliere: Foti

1758 - Interrogazione a risposta scritta riguardo alle modalità adottate per le elezioni di rinnovo del CdA dei Consorzi di bonifica di Burana, della Romagna Occidentale e dell’Emilia Centrale e alle iniziative che si intendono assumere al riguardo. A firma del Consigliere: Foti

1760 - Interrogazione a risposta scritta sulla crisi della ditta Dismeco di Marzabotto (BO) che tratta lo smaltimento di materiali elettrici ed elettronici (RAEE) e sui criteri che si intendono adottare per la gestione dell’economia circolare dei rifiuti. A firma del Consigliere: Bignami

1761 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla vicenda del cambio di gestione della residenza per anziani Sassocardo di Porretta Terme (BO) che prevede il passaggio di dipendenti alla Cooperativa Mondial Service di Milano. A firma del Consigliere: Taruffi

1762 - Interrogazione a risposta scritta sull’applicazione della vigente legge regionale 8/1994 sugli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia), sugli indennizzi agli agricoltori per danni causati dalle specie selvatiche e sull’organizzazione dei piani di controllo di queste specie. A firma del Consigliere: Bignami

1763 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la posizione della Giunta in merito alla festività cattolica del Natale, festa civile riconosciuta dallo Stato, con particolare riferimento al mondo della scuola ed alla valorizzazione dei singoli e delle associazioni che ne rappresentino i simboli. A firma del Consigliere: Foti

1764 - Interrogazione a risposta scritta circa la diffusione di contratti precari o "atipici" relativamente ai medici operanti nella sanità pubblica. A firma del Consigliere: Alleva

 

Risoluzioni

 

1648 - Risoluzione per impegnare la Giunta a predisporre, in sede di confronto Stato/Regioni, l'aggiornamento e la valorizzazione delle figure professionali infermieristiche, definire un approccio multidisciplinare degli operatori valorizzando la professionalità dei medici e degli infermieri, avviando inoltre un piano straordinario di assunzione di personale sanitario per sopperire alle carenze e far fronte ai carichi di lavoro. (19 11 15) A firma della Consigliera: Sensoli

1659 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a consentire, ai rappresentanti legittimamente eletti dai cittadini, l'acquisizione e la divulgazione dei dati riguardanti la trasformazione e lo stoccaggio di gas naturale, con particolare riferimento a quelli geologici e sismici ed alla situazione esistente nei giacimenti di San Potito e di Cotignola. (23 11 15) A firma del Consigliere: Bertani

1662 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a contrastare l'assunzione, da parte dell'Unione Europea, di decisioni che consentano la denominazione di "Lambrusco" a vini non prodotti nei territori tradizionalmente dedicati a tale coltura e tutelati da DOP e IGP. (23 11 15) A firma del Consigliere: Foti

1666 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, a seguito del decreto sottoscritto dal Ministro della Salute in data 11/11/2015, per inoltrare la richiesta di mantenimento o riapertura, come nel caso dell'Ospedale di Porretta Terme, dei punti nascite con meno di 500 parti annui nelle zone montane, predisponendo inoltre le necessarie risorse logistiche, strutturali ed umane. (23 11 15) A firma del Consigliere: Bignami

1667 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare la richiesta di deroga al Ministero per tutti i punti nascita che soddisfino le condizioni previste dal D.M. del 11/11/2015, al fine di aprire la possibilità di sperimentazione, in aree montane, di punti nascite con meno di 500 parti annui, valutando inoltre la riapertura di quello dell'Ospedale Costa di Porretta Terme. (23 11 15) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Gibertoni, Piccinini, Sassi

1670 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso il Governo al fine di garantire l'accesso al "Sistema d'indagine" (SDI) ed al Database del Viminale da parte delle Polizie Locali dell'Emilia-Romagna aderendo anche ad analoghe iniziative di altre Regioni e rendendo inoltre accessibile ai Corpi di Polizia Municipale il servizio visure online delle targhe del P.R.A. (24 11 15) A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

1675 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l'adozione di un sistema di inserimento automatico nelle ricette elettroniche e dematerializzate della fascia di reddito dell'utente, lasciando la possibilità di autocertificazione della stessa in particolari fattispecie. (25 11 15) A firma del Consigliere: Sensoli

1682 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a non recepire nell'ordinamento, bloccandone inoltre qualsiasi utilizzo o richiamo, la cosiddetta sindrome da alienazione genitoriale (PAS o AP) (25 11 15). A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi

1683 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, anche presso il Parlamento, affinché la proposta di legge n. 1582, ad oggetto "Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia", venga sollecitamente inserita nel programma e nel calendario dei lavori della Camera dei Deputati, al fine di dare attuazione al principio di dignità umana (25 11 15). A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri

1687 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché in ogni classe di ogni scuola emiliano-romagnola sia affisso un Crocefisso, quale simbolo dei valori dallo stesso rappresentati, ed in ottemperanza delle relative norme e disposizioni. (25 11 15) A firma del Consigliere: Bignami

1688 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso tutte le sedi istituzionali e politiche competenti al fine di contrastare intenzioni dell’Unione Europea, riguardanti il lambrusco, relative alla liberalizzazione dei vitigni, difendendo inoltre la denominazione locale e l’etichettatura concessa esclusivamente ai territori reggiano-modenesi. (25 11 15) A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi, Rontini

1703 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, a seguito del crollo di un ponte in calcestruzzo, per assicurare un collegamento stabile e sicuro con l'abitato di Carseggio, nel Comune di Casalfiumanese. (26 11 15) A firma della Consigliera: Piccinini

1715 - Risoluzione circa l'espressione del favore per l'annessione dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio alla Regione Emilia-Romagna e le azioni da porre in essere per concludere rapidamente il relativo iter procedurale. (30 11 15) A firma dei Consiglieri: Pruccoli, Caliandro, Cardinali, Rontini, Zoffoli

1722 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere, in accordo con gli Enti locali ed i soggetti interessati, la tutela della produzione regionale del vino lambrusco attraverso il riconoscimento a livello comunitario europeo della sua delimitazione nelle Province di Parma, Reggio Emilia e Modena in Emilia oltre che Mantova in Lombardia (01 12 15). A firma dei Consiglieri: Delmonte, Rainieri, Bargi

1730 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, specie nei confronti del Governo e nella Conferenza Stato-Regioni, volte all'adozione di adeguamenti della normativa diretta al riconoscimento del diritto al lavoro delle donne vittime di violenza ed alle relative misure di protezione, prevedendo inoltre risorse finalizzate all'inserimento o al reinserimento lavorativo. (02 12 15) A firma della Consigliera: Gibertoni

1731 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a ricondurre tutte le vertenze dell'Appennino bolognese ad un unico tavolo regionale istituzionale che si occupi di un piano industriale volto al rilancio del territorio, operando anche per riconvertire alcuni stabilimenti produttivi e dando attuazione al Patto per il lavoro ed alla Conferenza per la Montagna. (02 12 15) A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri

1733 - Risoluzione per impegnare la Giunta, nell'ambito del nuovo piano di allertamento regionale e con particolare riferimento agli eccezionali eventi alluvionali che hanno colpito le valli piacentine del Nure e del Trebbia, ad attivare protocolli di rilevazione che comunichino tempestivamente i dati rilevati, ad utilizzare i social media per informare i cittadini dei rischi e a predeterminare soglie di piovosità che comportino situazioni di allerta. (02 12 15) A firma dei Consiglieri: Rancan, Foti

1739 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a risolvere le problematiche che affliggono il trasporto ferroviario, con particolare riferimento alla tutela degli utenti e dei pendolari, alla sicurezza nelle stazioni, all'igiene ed al decoro delle stesse e dei mezzi di trasporto, assicurando inoltre il monitoraggio del rispetto degli standard di servizio. (02 12 15) A firma del Consigliere: Bertani

1741 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad intensificare le azioni di opposizione alla proposta, riguardante la Commissione Europea, di liberalizzazione dell'uso dei vitigni come quello del lambrusco, favorire il coordinamento delle iniziative della Regione, del Ministero, del Parlamentari europei, dei produttori e dei consorzi contrarie a tale proposta, sensibilizzare circa detta tematica promuovendo inoltre la filiera agro-alimentare emiliano-romagnola. (03 12 15) A firma dei Consiglieri: Serri, Poli, Lori, Caliandro, Boschini, Molinari, Cardinali, Zoffoli, Campedelli, Paruolo, Tarasconi, Marchetti Francesca, Sabattini, Rossi Nadia, Soncini, Pruccoli

1742 - Risoluzione per impegnare la Giunta a dare piena attuazione alla normativa sulla parità e contro le discriminazioni di genere e sulla relativa prevenzione, garantire una globale presa in carico dei bisogni socio-sanitari delle donne vittime di violenza con totale esenzione dai ticket sanitari, implementare un sistema di codificazione e di rilevazione dei dati di accesso alle strutture sanitarie, aggiornando inoltre le attuali linee di indirizzo regionali. (03 12 15) A firma della Consigliera: Gibertoni

 

Interpellanze

 

1660 - Interpellanza circa l'acquisizione dei dati, specie sismici e geologici, riguardanti concessioni di stoccaggio, estrazione e trattamento di gas naturale, con particolare riferimento alla situazione esistente a San Potito ed a Cotignola (RA). A firma del Consigliere: Bertani

1691 - Interpellanza circa le iniziative da attuare nei confronti del gestore della linea ferroviaria Porrettana al fine di porre rimedio ai disservizi che continuano a colpire l'utenza, ed in particolare i pendolari. A firma del Consigliere: Taruffi

1701 - Interpellanza circa le azioni da porre in essere, anche presso il Governo, per tutelare gli azionisti e gli obbligazionisti colpiti dalla crisi della Cassa di Risparmio di Ferrara. A firma del Consigliere: Foti

1712 - Interpellanza circa le azioni da attuare per dare corso ad una approfondita caratterizzazione ambientale che chiarisca, circa la discarica "Tre Monti" di Imola, le cause della presenza di elementi e composti inquinanti, applicando comunque il principio di precauzione a tutela della cittadinanza. A firma della Consigliera: Gibertoni

1720 - Interpellanza circa il laicismo attuato nelle scuole pubbliche e le iniziative da adottare, nelle stesse, per difendere i simboli e le tradizioni cristiani. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Marchetti Daniele, Bargi, Delmonte, Pompignoli, Fabbri, Rancan, Liverani, Pettazzoni

1755 - Interpellanza riguardo alle modalità adottate per le elezioni di rinnovo del CdA del Consorzio di bonifica di Piacenza e alle iniziative che si intendono assumere al riguardo. A firma del Consigliere: Foti

1759 - Interpellanza circa le iniziative che si intendono assumere per la proroga dei dazi antidumping sulle importazioni di piastrelle in ceramica cinesi. A firma del Consigliere: Foti

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

1233 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare, tramite gli opportuni controlli, episodi di mala sanità, revocando inoltre, in tali casi, i premi di risultato corrisposti ai relativi vertici aziendali. A firma del Consigliere: Gibertoni

1241 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di svolgimento dell'evento sportivo Xmasters Awards svoltosi a Riccione nel settembre 2015, con particolare riferimento all'utilizzazione della spiaggia adiacente alla foce del fiume Marano. A firma della Consigliera: Sensoli

1248 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione igienico-sanitaria e ambientale del Canale Navile ed il relativo stato di degrado. A firma del Consigliere: Bignami

1249 - Interrogazione a risposta scritta circa la presenza di polveri sottili ed amianto nel deposito della Variante di Valico di Cavanella - Pian di Setta. A firma del Consigliere: Bignami

1253 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza degli argini fluviali nel nodo idraulico modenese, già colpito da eventi calamitosi. A firma del Consigliere: Foti

1255 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure d'urgenza per la fornitura di ausili, ortesi e protesi ai pazienti, e le metodologie informative riguardanti i costi degli stessi e le relative esenzioni. A firma del Consigliere: Bignami

1260 - Interrogazione a risposta scritta circa la redazione dei piani economico-finanziari e gli eventuali conguagli, con particolare riferimento al Comune di Castel San Pietro Terme ed al Nuovo Circondario Imolese. A firma del Consigliere: Bignami

1264 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere a favore delle zone del territorio parmense e piacentino colpite dalla alluvione verificatasi nella notte del 13 settembre 2015. A firma del Consigliere: Bignami

1265 - Interrogazione a risposta scritta circa i lavori di innalzamento degli argini dei fiumi che hanno causato l'alluvione del 13 settembre 2015, con particolare riferimento alle frazioni di Roncaglia e Borghetto. A firma del Consigliere: Foti

1269 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza dei territorio colpiti dall'alluvione del 13 settembre 2015, e risarcire i relativi danni. A firma del Consigliere: Rancan

1274 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche riguardanti l'impianto fognario esistente a Selva, nel Comune di Imola, e lo stato delle acque del Rio della Bandita. A firma del Consigliere: Bignami

1275 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per eliminare le problematiche causate dai passaggi a livello situati a Bagnacavallo (RA). A firma dei Consiglieri: Sassi, Bertani

1277 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione dei ponti esistenti nel territorio piacentino, in relazione alle esondazioni di corsi d'acqua avvenute nella notte del 13 settembre 2015. A firma del Consigliere: Rancan

1290 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione del Pronto Soccorso dell'Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì. A firma del Consigliere: Foti

1292 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione ed i fondi relativi al dissesto idrogeologico con particolare riferimento al territorio piacentino, gravemente colpito da perturbazioni in data 13 settembre 2015. A firma del Consigliere: Sassi

1308 - Interrogazione a risposta scritta circa i finanziamenti regionali destinati alle cooperative ed i relativi controlli. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

1309 - Interrogazione a risposta scritta circa l'esclusione della possibilità di stoccaggio di anidride carbonica in siti acquiferi profondi, ed in particolare a Rivara di San Felice. A firma della Consigliera: Gibertoni

1310 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa agli insegnanti di sostegno. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli

1314 - Interrogazione a risposta scritta circa la manutenzione necessaria per ripristinare il regolare deflusso del torrente Samoggia. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

1320 - Interrogazione a risposta scritta circa l'approvazione definitiva del Piano Aria Integrato Regionale. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

1322 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli e la situazione riguardanti un terreno sito a Imola, in località Piratello. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

1323 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare la crisi del settore della suinicoltura. A firma del Consigliere: Foti

1324 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attuazione delle compensazioni ambientali connesse all'ampliamento dell'Autostrada A14 nel tratto da Rimini Nord a Pedaso e nel tratto Rimini Nord - Cattolica. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

1326 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure e modalità di gestione riguardanti le liste di attesa per trapianti di organi e tessuti, anche effettuati in regime di libera professione, dalle AUSL regionali. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Sensoli

1330 - Interrogazione a risposta scritta circa l'introduzione nel sistema scolastico della teoria gender e dell'iniziativa denominata "W l'Amore". A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani

1338 - Interrogazione a risposta scritta circa nomine riguardanti l'Ente dell'Unione dei Comuni dell'Appennino Bolognese. A firma del Consigliere: Bignami

1340 - Interrogazione a risposta scritta circa il rispetto delle prescrizioni indicate nei documenti AIA/VIA relativamente ad un impianto di smaltimento e lavorazione di scorie per la produzione di "Matrix" sito nel comune di Conselice (RA). A firma del Consigliere: Liverani

1341 - Interrogazione a risposta scritta circa i centri di prelievo di Castiglion dei Pepoli, San Pietro in Casale e Molinella, con particolare riferimento al calo delle donazioni. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

1344 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e penalizzazioni per pazienti e medici conseguenti al "D.L. appropriatezza" riguardante le prescrizioni e le prestazioni sanitarie. A firma del Consigliere: Bignami

1350 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per esprimere la contrarietà alle sanzioni, a carico dei medici, previste dal decreto sull'inappropriatezza delle prescrizioni sanitarie. A firma della Consigliera: Sensoli

1351 - Interrogazione a risposta scritta circa la sicurezza negli impianti sportivi, con particolare riferimento alla presenza di defibrillatori e di personale addestrato al loro uso. A firma della Consigliera: Gibertoni

1352 - Interrogazione a risposta scritta circa la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, con particolare riferimento all'Ospedale di Mirandola ed alla relativa richiesta di indizione di un referendum consultivo. A firma della Consigliera: Gibertoni

1358 - Interrogazione a risposta scritta circa la dotazione di defibrillatori presso le società sportive nella Provincia di Modena e la formazione dei relativi utilizzatori. A firma del Consigliere: Bargi

1361 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare, in materia di omologazione dei veicoli, per tutelare più efficacemente i cittadini e l'ambiente. A firma dei Consiglieri: Sassi, Gibertoni, Bertani, Piccinini, Sensoli

1364 - Interrogazione a risposta scritta circa i farmaci preposti alla cura della osteogenesi imperfetta, con particolare riferimento alla prescrivibilità, a carico del SSN, del Neridronato. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Rancan, Bargi, Delmonte, Fabbri, Pettazzoni, Marchetti Daniele, Pompignoli, Liverani

1376 - Interrogazione a risposta scritta circa la regolamentazione del settore del commercio e le azioni volte ad arginare le criticità ed a tutelare i relativi lavoratori. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi, Bertani

1380 - Interrogazione a risposta scritta circa il progetto "Mondiali Antirazzisti" riguardante il Comune di Castelfranco Emilia. A firma del Consigliere: Bargi

1383 - Interrogazione a risposta scritta circa il finanziamento del progetto "Sicurezza sul territorio", con particolare riferimento alla situazione esistente a Ferrara. A firma del Consigliere: Bignami

1386 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al progetto di Trasporto Rapido Costiero, con particolare riferimento al territorio del Comune di Cattolica. A firma della Consigliera: Sensoli

1388 - Interrogazione a risposta scritta circa lo stato dei lavori riguardanti il raddoppio della linea ferroviaria Parma-La Spezia. A firma del Consigliere: Rainieri

1391 - Interrogazione a risposta scritta circa le funzioni di vigilanza riguardanti l'Aeroporto "G. Marconi" di Bologna. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Marchetti Daniele

1393 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti una società partecipata di Tper SpA. A firma del Consigliere: Bignami

1396 - Interrogazione a risposta scritta circa nomine riguardanti l'ACER. A firma del Consigliere: Bignami

1402 - Interrogazione a risposta scritta circa la regolamentazione dell'agricoltura amatoriale. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

1404 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei cittadini che usufruiscono delle zone di sosta limitrofe al polo fieristico bolognese. A firma del Consigliere: Bignami

1405 - Interrogazione a risposta scritta circa i lavori di ricostruzione, a seguito del sisma, della scuola dell'infanzia di Galliera (BO). A firma del Consigliere: Foti

1408 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per favorire la riapertura dell'Aeroporto "Ridolfi" di Forlì e tutelare i relativi lavoratori. A firma del Consigliere: Pompignoli

1413 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione della disciplina riguardante l'adeguamento del contrassegno e della segnaletica specifica per i disabili. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Liverani, Pompignoli

1422 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e la continuità aziendale della Coopsette. A firma del Consigliere: Foti

1427 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare la produzione vivaistica regionale e le relative esportazioni. A firma della Consigliera: Montalti

1430 - Interrogazione a risposta scritta circa la revisione del progetto riguardante il "Passante Nord". A firma della Consigliera: Piccinini

1434 - Interrogazione a risposta scritta circa l'adesione al GAL del Ducato S.c.a.r.l. deliberata dal Comitato Amministrativo del Consorzio di Bonifica di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

1439 - Interrogazione a risposta scritta circa la partecipazione di AiRiminum all'evento fieristico denominato TTG. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi, Bertani

1442 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti i nomadi SINTI stanziati nel Comune di Carpi (MO). A firma del Consigliere: Bargi

1444 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per porre rimedio alla frana che ha investito il campo sportivo "NANNINI" di Casola Valsenio (RA) in data 25 febbraio 2015. A firma del Consigliere: Bignami

1449 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione venutasi a creare a seguito del crollo di parte del campo sportivo "Nannini" di Casola Valsenio, le relative responsabilità e gli interventi da porre in essere a seguito dell'evento franoso verificatosi. A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli

1450 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori dell'azienda Pali Italia S.p.a. e le azioni da attuare per evitare una grave crisi occupazionale nel territorio parmense. A firma del Consigliere: Rainieri

1475 - Interrogazione a risposta scritta circa le spese ed i benefici relativi all'accordo siglato tra la Regione Emilia-Romagna e lo Stato del Paranà (Repubblica Federativa del Brasile). A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan

1481 - Interrogazione a risposta scritta, circa le azioni da attuare per risolvere i problemi riguardanti la sede stradale e la viabilità della Strada Provinciale n. 15 e di quella n. 16. A firma del Consigliere: Torri

1490 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti le cooperative interessate alla delocalizzazione nell'area di tutela biologica del "Basson" (FE). A firma del Consigliere: Fabbri

1495 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le problematiche ed i disagi per l'utenza del servizio ferroviario, con particolare attenzione per la tratta Ferrara-Modena. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni, Bargi, Marchetti Daniele

1497 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure ad evidenza pubblica riguardanti la ristrutturazione dell'ex Centro Congressi di Parma in centro di produzione musicale A. Toscanini. A firma del Consigliere: Rainieri

1498 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la copertura della rete telefonica dell'Alta Via dei Parchi e dei relativi "posti tappa", con particolare riferimento a quello di Fontana Moneta. A firma della Consigliera: Rontini

1500 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi da attuare per garantire la stabilità del ponte sul fiume Taro, nel Comune di Noceto (PR). A firma del Consigliere: Bignami

1508 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione, la progettazione e le problematiche connesse alla Variante di Valico. A firma della Consigliera: Piccinini

1509 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per bloccare tutte le trivellazioni riguardanti l'estrazione di idrocarburi sul territorio, anche in relazione al verificarsi di nuovi fenomeni naturali correlati ad eventi sismici. A firma della Consigliera: Gibertoni

1510 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche relative alla costruzione della Variante di Valico, con particolare riferimento ai danni ed alle lesioni causate ad edifici ed a strade, come nella zona di Rioveggio. A firma del Consigliere: Bignami

1557 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante il registro dei Conservatori di Musica ricadenti all'interno della L. 508/99, e la tutela degli stessi. A firma della Consigliera: Gibertoni

1562 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione del progetto denominato "Idrovia Ferrarese" e le relative procedure. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68, comma 1, lettera d):

 

- L’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa, preso atto che il consigliere Enrico Campedelli, con nota prot. n. 50274 in data 19 novembre 2015, ha comunicato la propria adesione al Gruppo assembleare PD, ha adottato la deliberazione n. 98 del 24 novembre 2015, ad oggetto:

 

“Accertamento e dichiarazione della costituzione dei Gruppi assembleari della X legislatura e presa d'atto della loro consistenza numerica (art. 36 Statuto, art. 6 Regolamento interno, art. 17, comma 3, L.R. 11/2013 e ss.mm.ii.) modifica alla Deliberazione UP n. 72 del 2 settembre 2015”.

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, comma 1, lett. i)

 

La Giunta regionale ha comunicato, ai sensi dell’art. 46, lettera j, dello Statuto di aver adottato la delibera n. 1759/2015 recante: “Ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale di Bologna promosso da Enrico Dondi - Giudizio di legittimità costituzionale sollevato in via incidentale davanti alla Corte Costituzionale. Costituzione in giudizio e nomina Prof. Avv. Franco Mastragostino”.

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti, dal 12/11/2015 al 02/12/2015:

 

DPGR n. 208 del 20/11/2015

Eccezionali eventi meteorologici che nei giorni 13 e 14 settembre 2015 hanno colpito il territorio delle province di Parma e Piacenza – OCDPC N. 292/2015. Costituzione del Comitato istituzionale e dello staff tecnico-amministrativo.

DPGR n. 213 del 26/11/2015

Comitato di indirizzo dell’azienda ospedaliero-universitaria di Bologna – sostituzione componente.

(Comunicazione n. 21 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2015/2312 del 09/12/2015)

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

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