Espandi Indice

 

 

63.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 24 FEBBRAIO 2016

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 1961

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1994, n. 8 “Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria” in attuazione della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni sulla Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro unioni” e della legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”» (26)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 1961/1 oggetto 2236 - Dichiarazioni di voto e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

CASELLI, assessore

MOLINARI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

BERTANI (M5S)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 2018

Delibera: «Agenda digitale dell'Emilia-Romagna: Linee di indirizzo del Piano regionale per lo sviluppo telematico, delle ICT e dell'e-government ai sensi dell'art. 6 della legge regionale n. 11/2004.» (Proposta della Giunta regionale in data 18 gennaio 2016, n. 42) (62)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 2018/1 oggetto 2235 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

MONTALTI (PD)

BARGI (LN)

FOTI (FdI)

MONTALTI (PD)

BARGI (LN)

 

OGGETTO 1966

Delibera: «Documento di programmazione triennale 2016-2018 del servizio civile.» (Proposta della Giunta regionale in data 11 gennaio 2016, n. 13) (63)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

BOSCHINI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

MARCHETTI Daniele (LN)

SENSOLI (M5S)

PARUOLO (PD)

SONCINI (PD)

GUALMINI, vicepresidente della Giunta

SONCINI (PD)

 

OGGETTO 2165

Delibera: «Indirizzi e criteri per la formulazione del programma 2016 di edilizia scolastica ai sensi della L.R. 22 maggio 1980, n. 39 (Norme per l’affidamento e l’esecuzione di opere urgenti di edilizia scolastica).» (Proposta della Giunta regionale in data 15 febbraio 2016, n. 149) (64)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 2165/1 oggetto 2237 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

CAMPEDELLI (PD)

PETTAZZONI (LN)

FOTI (FdI)

BERTANI (M5S)

RANCAN (LN)

PRESIDENTE (Soncini)

ZAPPATERRA (PD)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

CAMPEDELLI (PD)

PARUOLO (PD)

BERTANI (M5S)

PETTAZZONI (LN)

RANCAN (LN)

 

OGGETTO 1950

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, sulla materia, d’interesse regionale, delle elezioni dei Consorzi di bonifica nella Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Sassi, Bertani, Piccinini, Foti, Delmonte, Rancan

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Soncini)

SASSI (M5S)

SERRI (PD)

BERTANI (M5S)

FOTI (FdI)

SASSI (M5S)

DELMONTE (LN)

BIGNAMI (FI)

TORRI (SEL)

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Soncini)

RANCAN (LN)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 1961 - 1950

Emendamenti oggetti 2235 - 2165

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 15,26

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la sessantatreesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la consigliera Lori e gli assessori Bianchi, Mezzetti e Petitti.

 

OGGETTO 1961

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1994, n. 8 “Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria” in attuazione della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni sulla Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro unioni” e della legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”» (26)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 1961/1 oggetto 2236 - Dichiarazioni di voto e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Prima di aprire la fase delle dichiarazioni di voto finali, l’assessore Caselli mi ha chiesto di poter fare una breve comunicazione.

 

CASELLI, assessore: Intervengo molto rapidamente. Prendo atto che è stato approvato un emendamento che ci impegna a passare in Commissione per il calendario venatorio. Ovviamente io non ho problemi, però segnalo una cosa perché credo che la chiarezza tra di noi sia una cosa importante, sia un valore dentro le Istituzioni.

Cogliendo anche una nota dell’intervento del consigliere Foti che, conoscendo bene da un punto vista anche tecnico la materia, ha colto subito qual è il problema nella prima applicazione di questa cosa, dato che per me dire che bisogna fare un passaggio in Commissione, sia pure consultivo, non è una cosa che io ritengo non abbia importanza, perché io ho rispetto delle Commissioni perché ho rispetto delle Istituzioni, un passaggio in Commissione nella vita fa sì che se la Commissione dice delle cose poi uno non se ne può “fregare” – lo diciamo in questo modo – e passare diritto.

Da qui la ragione per cui intervengo. Deve essere chiaro tra di noi che vista la tempistica, visto che oggi è questa data del calendario, e visto che l’ISPRA sui calendari venatori può tenersi un mese di tempo per dare delle risposte, se la Commissione va accanto al calendario, non c’è più il tempo per l’ISPRA. Questo lo devo dire perché è una cosa di stamattina questo emendamento. Quindi, è un elemento che noi nella programmazione, nella tempistica del calendario non avevamo considerato perché non lo sapevamo, non esisteva. Questo lo dico a voi lealmente perché io vi faccio avere prima possibile tutto. Ho una riunione venerdì, quindi la settimana dopo ci sarà una bozza di calendario che verrà mandata immediatamente ai membri della Commissione II. Però, se poi a qualunque vostro intervento, che ascolterò volentieri, magari non si riesce a dare seguito perché va a cambiare un parere dell’ISPRA già dato, che sia chiaro tra di noi, dopo non nascano polemiche o fraintendimenti o interpretazioni sbagliate dell’atteggiamento della Giunta.

Questo credo che nell’ambito di una relazione di lealtà fosse necessario dirlo da parte mia, proprio per mantenere il confronto nell’ambito della maggior chiarezza possibile.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Caselli.

Apro le dichiarazioni di voto finali sull’intero provvedimento.

Ricordo che la dichiarazione di voto è sia sull’ordine del giorno, a firma dei consiglieri Pompignoli, Liverani, Fabbri, Rainieri, che sul progetto di legge.

Ha chiesto di parlare il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Raccolgo come Assemblea, quindi come maggioranza, l’osservazione dell’assessore. Credo che questa Assemblea abbia preso a stragrande maggioranza l’idea di un passaggio in Commissione. Sappiamo che ciò comporterà un leggero aggravio della mole di lavoro da parte degli uffici. Ribadendo anche la serietà degli uffici e la preparazione degli stessi anche nell’assistenza su un tema complicato come questo si arriverà a rispettare i tempi.

La discussione su questa legge è stata una discussione comunque anche costruttiva, perché sono emersi anche elementi interessanti di confronto. Siamo riusciti su alcune cose a trovare punti d’incontro, su altri no.

Auspico che per quanto riguarda i futuri passaggi, la discussione di merito, di confronto e di approfondimento si riesca a fare in modo anticipato rispetto ai lavori dell’aula, cercando di confrontarci sui prossimi passaggi per tempo e cercando di far arrivare quelle che sono le proposte tanto della maggioranza come le osservazioni tecniche, come le osservazioni della minoranza, in tempi tali per cui ovviamente sia possibile affrontare una discussione di merito tecnica e sulla quale poi, tutti insieme, cercheremo di confrontarci anche con l’esterno.

Confermo che l’obiettivo dell’assessorato è quello di dare operatività al calendario in modo rapido. Come membro della Commissione cercherò di dare un contributo costruttivo con l’obiettivo che ci siamo dati anche nelle dichiarazioni di voto (o comunque nella discussione) che sono emerse anche dall’estensore dell’emendamento, che era il collega Foti. Andiamo avanti. Questo è un primo banco di prova, ma poi la vera sfida per quanto riguarda i cambiamenti importanti sarà sui passaggi successivi in cui ci dovremo dare un metodo di confronto che ovviamente ci terrà occupati nei prossimi mesi.

Anche per questo – voglio sempre cercare di cogliere in positivo gli stimoli – sull’ordine del giorno il voto non sarà tanto nel merito contrario, ma non riusciamo a impegnare la Giunta ad arrivare alla definizione della riforma, come richiesto dalla Lega, entro il 1° giugno.

Di conseguenza, il nostro sarà un voto contrario, cercando però di impegnarci per quanto riguarda proprio la celerità di tutto il processo. Tuttavia, fatte tutte le verifiche del caso e gli approfondimenti, perché l’abbiamo notato stamattina, pur essendo un piccolo spicchio di tutto il sistema regionale, questo è un argomento complicato che comporta magari necessità di approfondimenti forti e anche di sostanza.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Molinari. 

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Colgo con favore i suggerimenti dell’assessore Caselli in ordine al fatto che comunque il passaggio in Commissione possa arrecare, per certi versi, alcuni problemi di iter burocratici, ma fondamentalmente sappiamo le necessità e le urgenze di quest’anno. È chiaro che per i prossimi anni sarà completamente diverso.

Cercheremo, quindi, in modo assoluto, di essere collaborativi in tal senso.

Come anticipato nella relazione di ieri, affermo che questa è una legge che noi non avremmo fatto in questo modo. È una legge che noi avremmo riformato totalmente adesso e non in due stralci.

L’assessore Caselli diceva ieri, anche in ordine all’ordine del giorno che ho presentato, che comunque il secondo stralcio della legge deve essere fatto entro il 1° giugno. Diceva, appunto, che è impossibile procedere in tal senso perché occorre fare una serie di passaggi importanti e che richiedono tempo.

È ovvio che in questo senso tale ragionamento doveva essere fatto anticipatamente: arrivare dopo la legge sul riordino a parlare del problema legato alla riforma della legge sulla caccia già ad agosto o a settembre. Saremmo arrivati forse oggi a votare non il primo stralcio collegato al semplice adeguamento al riordino istituzionale, ma ad avere una riforma complessiva della legge.

Questo non è stato fatto ed è per questo che ci asterremo dal votare questa legge.

Il nostro voto, quindi, sarà di astensione; un’astensione che non presuppone un voto contrario anche in virtù del fatto che comunque c’è stata una seria collaborazione tra l’opposizione e la maggioranza in ordine a determinati emendamenti, che hanno trovato una sorta di consenso unanime tale per cui non è un voto contrario, ma è un voto di astensione per le premesse che ho fatto, cioè che la legge sarebbe dovuta arrivare oggi non con uno stralcio, ma in maniera complessiva.

Arriveremo comunque a dare un riordino effettivo e una riorganizzazione della riforma della legge dal 2017 e non dal 2016 come ritenevamo opportuno che dovesse essere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Siamo in dichiarazione di voto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. I motivi del nostro voto li abbiamo già annunciati prima quando abbiamo discusso quell’articolo che, secondo noi, va al di fuori delle intenzioni che si erano date ad oggi. Noi voteremo sicuramente contro, proprio perché non ha senso andare a liberalizzare questo contesto degli appostamenti fissi.

L’altro aspetto che volevo sottolineare è quello che abbiamo discusso anche all’inizio del dibattito, ovvero la petizione. Al di là dei contenuti della petizione, condivisibili o meno, secondo noi, c’è stato una sorta di sgarbo istituzionale nel rispetto di chi ha portato questo tema. Chiederei, quindi, un impegno politico per poi portare avanti quelle tematiche. Inviterei l’assessore, visto che ci sono dei temi che secondo me sono tecnici, a chiedere un parere a ISPRA, perché probabilmente, come qualcuno ha già fatto notare, quella richiesta non è compatibile con i vari tipi di caccia, però un parere di ISPRA sarebbe interessante proprio per poi dar modo alla Commissione di portare avanti quella richiesta e di dire se decade o non decade, perché invece questo lavoro la Commissione purtroppo non l’ha fatto perché c’era fretta di arrivare a una conclusione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Intervengo per annunciare la nostra astensione su questo provvedimento, tenuto conto che probabilmente già entro la fine dell’anno dovremo mettere mano a una riforma che mi auguro possa costituire anche l’unica legge di riferimento assorbendo anche queste parti, così da poter dare anche uno strumento di più agile e facile consultazione sia ai cacciatori che ai cittadini in genere. A me pare che fondamentalmente l’attività che si doveva svolgere in questa circostanza era un’attività di mero recepimento e di adeguamento alla normativa che abbiamo approvato nel luglio dello scorso anno.

Per quanto riguarda il passaggio che ha fatto prima l’assessore Caselli, voglio assicurarla che già nel mio intervento, su quella parte riferita al calendario venatorio dell’anno in corso, avevo già specificato che mi rendo perfettamente conto delle difficoltà e dei tempi evidentemente stretti se vogliamo che quel calendario possa avere non soltanto un’applicazione, ma anche una conoscenza temporale adeguata.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Non ho altri consiglieri in prenotazione.

Nomino scrutatrici le consigliere Montalti, Piccinini e Francesca Marchetti.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 1961/1 oggetto 2236, a firma dei consiglieri Pompignoli, Liverani, Fabbri e Rainieri.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno 1961/1, oggetto 2236, è respinto.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, comunico il seguente risultato:

 

Presenti

41

Assenti

9

Votanti

40

Favorevoli

24

Contrari

5

Astenuti

11

 

PRESIDENTE (Saliera): Proclamo approvata la legge riguardante: «Modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1994, n. 8 “Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria” in attuazione della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni sulla città metropolitana di Bologna, province, comuni e loro unioni” e della legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. Abrogazione della legge regionale 6 marzo 2007, n. 3 “Disciplina dell’esercizio delle deroghe previste dalla direttiva 2009/147/CE.»

 

OGGETTO 2018

Delibera: «Agenda digitale dell'Emilia-Romagna: Linee di indirizzo del Piano regionale per lo sviluppo telematico, delle ICT e dell'e-government ai sensi dell'art. 6 della legge regionale n. 11/2004.» (Proposta della Giunta regionale in data 18 gennaio 2016, n. 42) (62)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 2018/1 oggetto 2235 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Passiamo agli atti amministrativi con l’oggetto 2018 Proposta recante “Agenda digitale dell’Emilia-Romagna: Linee di indirizzo del Piano regionale per lo sviluppo telematico, delle ICT e dell’e-government ai sensi dell’art. 6 della legge regionale n. 11/2004. Proposta all’Assemblea legislativa” (Delibera di Giunta n. 42 del 18.01.16).

La Commissione Bilancio Affari generali ed Istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 9 febbraio 2016 con la seguente votazione: 23 voti a favore, nessun contrario, 10 astenuti.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Apro la discussione generale. Dieci minuti per ciascun intervento.

Ha chiesto di parlare la consigliera Montalti. Ne ha facoltà. 

 

MONTALTI: Grazie, presidente. “Arrivare al 2020 con l’obiettivo della piena digitalizzazione di tutto il territorio emiliano-romagnolo e farlo dando spazio non solo alla dimensione infrastrutturale, ma tutte le applicazioni possibili, a partire dai servizi e dalla relazione tra pubblica amministrazione e i cittadini, fino al tema ampio della cittadinanza digitale. Una Regione al cento per cento digitale dove le persone vivono, studiano e lavorano utilizzando le tecnologie, internet e il digitale in genere, senza che tutto ciò rappresenti un’eccezionalità, senza differenze tra luoghi, cittadini, imprese e città”. Questo è il principale obiettivo dell’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna.

ADER è il principale strumento di programmazione della nostra Regione e degli Enti locali del territorio per favorire lo sviluppo territoriale della società dell’informazione. Il programma è un concreto contributo al raggiungimento dei traguardi fissati dall’Agenda digitale europea che intende rafforzare la competitività dell’Unione europea puntando su innovazione, sapere ed economia della conoscenza.

La società digitale può rappresentare una grande opportunità per l’economia regionale. Si stima, per esempio, che a fronte di un aumento del 10 per cento di diffusione di internet ci sia un effetto che corrisponde ad uno 0,24 per cento di incremento del PIL, ad un incremento dell’occupazione generale di quasi mezzo punto e ad un incremento di un punto e mezzo sull’occupazione giovanile. Proprio per l’impatto che la dimensione digitale può avere su tutta la comunità regionale, il percorso di creazione dell’ADER si è sviluppato attraverso un confronto articolato: quattro workshop tematici a cui hanno partecipato 164 esperti; nove workshop territoriali a cui hanno partecipato stakeholder, cittadini, imprese, Enti locali, università, scuole e community in un luogo, la Costituente digitale, che può rappresentare la dimensione di elaborazione delle strategie digitali della nostra Regione e con la quale sarà necessario continuare a lavorare per rafforzare sempre di più la dimensione di sistema, di comunità, contenuta all’interno dell’Agenda digitale.

L’Agenda digitale regionale non parte certo da un anno zero. L’Emilia-Romagna è, infatti, tra le regioni italiane che da più tempo ha avviato il percorso per digitalizzare il proprio territorio. Tra i risultati raggiunti, anche grazie al supporto di Lepida, abbiamo il 100 per cento della popolazione raggiunta da banda a 2 megabyte, il 39 per cento con copertura a banda ultralarga da almeno 30 megabyte e l’1,36 per cento con copertura a 100 megabyte; 450 scuole connesse in banda ultralarga; 12.650 cittadini formati con corsi di alfabetizzazione digitale; 115.000 fascicoli sanitari elettronici attivati.

Sappiamo, però, che abbiamo ancora della strada da percorrere per raggiungere l’obiettivo della piena digitalizzazione, ma possiamo contare su risorse e azioni importanti già messe in campo a partire dai 75 milioni di euro già programmati nell’ambito dei fondi strutturali europei destinati all’Emilia-Romagna; 26 milioni previsti nel POR FESR e i restanti proveniente dal PSR.

Lo stanziamento dei 26 milioni nell’ambito del POR FESR ha come finalità quella di estendere, entro il 2020, a tutto il territorio regionale, la copertura della banda ultralarga e in particolare di rendere disponibile al settore produttivo servizi di connettività avanzata che ne favoriscano la competitività sui mercati nazionali e internazionali.

A partire da quest’anno il programma operativo interverrà per l’infrastrutturazione della banda ultralarga a 100 megabyte di almeno duecento aree produttive prive di connettività integrando così gli interventi realizzati dai privati che si concentrano prevalentemente nelle aree urbane a più alto indice di sviluppo.

Gli interventi potranno essere realizzati nelle cosiddette zone bianche classificate periodicamente dal Ministero dello sviluppo, cioè quelle aree dove non sono presenti le infrastrutture per la copertura della banda larga e nelle quali difficilmente verrebbero realizzati degli interventi dai privati. Medesimi criteri sono previsti per i fondi stanziati dal PSR, ma con una priorità ai territori montani.

In questa maniera l’intervento pubblico andrà a colmare gli svantaggi infrastrutturali delle aree produttive di nuova formazione o già esistenti che si trovano in zone svantaggiate, offrendo alle imprese le stesse possibilità di competere sul mercato che hanno coloro che operano in area ad elevata concentrazione produttiva e quindi favorendo lo sviluppo economico dell’area stessa. Ai 75 milioni di euro già previsti si affiancheranno gli oltre 180 milioni di euro destinati all’Emilia-Romagna attraverso l’accordo quadro tra il Ministero dello sviluppo economico, le Regioni e le Province autonome per lo sviluppo della banda ultralarga sul territorio nazionale.

La nostra Regione potrà, quindi, contare su 255 milioni di euro per intervenire sulle cosiddette aree bianche e investire appunto sulla banda ultralarga. Sono inoltre stati stanziati ulteriori 10 milioni di euro all’interno dell’Asse VI del POR FESR per la creazione di dieci InnovAction Lab nelle aree urbane che dovranno essere integrate alla rete della nuova manifattura (makER) e alla rete della ricerca dell’Emilia-Romagna, diventando veri e propri presidi di innovazione digitale in un’ottica di integrazione con la comunità urbana.

Per completare il quadro delle risorse messe in campo per le dotazioni infrastrutturali dobbiamo anche evidenziare come ai finanziamenti pubblici nazionali e regionali si sommerà il cofinanziamento delle altre pubbliche amministrazioni coinvolte e gli investimenti previsti dagli operatori privati.

L’Agenda digitale, però, affronta non solo la dimensione infrastrutturale, ma la sfida digitale da più punti di vista: il digital divide, l’inclusione digitale, l’amministrazione digitale, l’open government, la concretizzazione delle Smart City, la dimensione Data e ICT.

L’ADER traduce un concetto complesso, come quello dei diritti digitali, in concreti assi di intervento: infrastrutture, dati e servizi, competenza e comunità. Il disegno di ADER mette al centro la persona perché dà a quest’ultima un ruolo attivo.

Si punta allo sviluppo della cittadinanza attiva sul territorio regionale attraverso gli strumenti digitali. Ci troviamo, dunque, di fronte ad un’Agenda digitale regionale che ha come presupposto fondante quello di poter contare su risorse certe per completare la dotazione infrastrutturale regionale, ma che considera questo il prerequisito per affrontare le grandi sfide che la dimensione digitale ci pone. Per noi questo significa da un lato colmare il digital divide territoriale e quindi tra i cittadini e poter garantire a tutti la medesima qualità nell’accesso alle reti con un’attenzione particolare che va rivolta al mondo produttivo, ma anche al sistema scolastico nella sua interezza. Già oggi le scuole connesse con la fibra ottica sono 450 – lo dicevamo – e l’obiettivo è di arrivare al 2020 con il 100 per cento delle scuole coperte dai servizi in banda ultralarga, di cui almeno il 50 per cento collegate in fibra ottica.

Nell’ottica del superamento di quelli che sono gli ostacoli, inoltre, sempre di più la dimensione digitale dovrà caratterizzare la relazione tra imprese, cittadini e pubblica amministrazione con la capacità di collocarsi in maniera semplice, chiara, accessibile, standardizzata. Solo così davvero fino in fondo potremo vincere la sfida di una pubblica amministrazione vicina alle esigenze delle persone e del mondo produttivo, ma anche accessibile e trasparente perché il digitale, soprattutto quando si tratta di Istituzioni, deve essere uno dei pilastri della dimensione democratica.

Da questo punto di vista entro il 2020 l’obiettivo è quello di avere il 100 per cento dei municipi collegati a banda ultralarga per poter abilitare nuove modalità di lavoro in rete e con lo stanziamento di 6,5 milioni di euro. Sempre pensando ai servizi messi in campo dalla pubblica amministrazione si vuole raggiungere il 75 per cento delle pratiche SUAP online entro il 2023. Anche qui è previsto uno stanziamento importante di 3,5 milioni di euro.

Verrà implementata la Banca regionale del dato per favorire l’individuazione o il riutilizzo dei dati in formato aperto. Naturalmente per digitalizzare la pubblica amministrazione si punterà sulla formazione degli operatori e dei dipendenti pubblici con l’obiettivo di coinvolgerne, sempre entro il 2020, 90.000 in percorsi di e-learning.

Per poter costruire la visione futura è fondamentale valorizzare le professionalità e le opportunità che ci sono e sempre di più ci saranno collegate alla società digitale. Questo significa investire in grandi progettualità, e penso per esempio al progetto Big Data, investire in tutta la dimensione innovativa della ricerca e dello sviluppo anche delle realtà imprenditoriali.

Per quello che riguarda il Big Data, si prevede la realizzazione di quattro Big Data Center con un partenariato pubblico-privato che punteranno sull’efficienza dei servizi e la sicurezza dei dati della pubblica amministrazione. Anche qui è già previsto un investimento di 6,5 milioni di euro entro il 2020. Nella direzione dello sviluppo delle professionalità e dell’imprenditorialità vanno invece i bandi dedicati alle imprese per innovare e competere usando le tecnologie digitali, anche questi fondi europei gestiti dalla Regione con 60 milioni di euro sui quali sono già partiti i primi bandi.

In un’ottica di sviluppo di competenze, inoltre, va sempre più valorizzato e messo in rete quanto viene sviluppato dagli Atenei e dalla rete della ricerca della nostra Regione in termini di innovazione, ricerca e applicazione. Verrà sostenuta la dimensione e lo sviluppo dell’internet delle cose e delle persone, a partire dalla diffusione del Wi-Fi: un punto Wi-Fi ogni 1.000 abitanti, 4.000 punti per un accesso libero e gratuito alla rete internet.

Tutto questo percorso, però, lo dobbiamo portare avanti essendo in grado di mettere l’accento sulla persona, riuscendo a trovare quell’equilibrio tra la dimensione digitale quotidiana in cui sempre di più siamo immersi e la dimensione umana e quindi dovremo sempre grande attenzione al tema dell’educazione e della formazione, sia formazione delle fasce meno alfabetizzate dal punto di vista digitale, penso per esempio al perseguimento del progetto Pane e Internet, sia anche, questo credo che sia uno degli aspetti più sensibili e degni di attenzione, dando spazio alla dimensione dell’educazione dei nativi digitali e delle loro famiglie, accompagnando i ragazzi ad un corretto utilizzo degli strumenti digitali a loro più vicini a partire quindi dai social, educandoli ai rischi e ai pericoli, ma anche alle grandi opportunità che questi strumenti rappresentano. L’educazione dei nativi digitali, dunque, come uno degli elementi di quella cittadinanza digitale che ci richiama a nuove dimensioni e quindi a nuove sfide.

La cittadinanza digitale intesa come estensione naturale, il completamento e l’interpretazione globale delle nuove forme di interazione di vita sociale e politica, l’estensione, dunque, del concetto di cittadinanza che abbiamo fin qui conosciuto. Quindi, attraverso la nostra Agenda digitale, e pensando alla sfida della cittadinanza digitale, oggi noi lanciamo un percorso e cerchiamo veramente di costruire una grande opportunità per i nostri cittadini, le imprese e i nostri territori.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Montalti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente. Abbiamo fatto due passaggi su questi argomenti in Commissione. Abbiamo avuto modo di farci spiegare prima dall’assessore, poi dai tecnici e persino dal presidente di Lepida le tipologie di investimento che andranno portate avanti per quanto riguarda le reti telematiche nella nostra Regione.

Non abbiamo motivo per opporci agli investimenti, che riteniamo opportuni per sviluppare al meglio il nostro territorio. Soprattutto quando portiamo l’accesso a internet in realtà come quelle montane, dove oggi è più difficile trovare il collegamento alla rete, gli investimenti che derivano grazie a risorse intercettate dall’Unione europea li consideriamo molto favorevoli. La capacità di individuare aree industriali e, in quelle, portare non solo la rete infrastrutturale di area, ma anche quella telematica, fondamentale per le nostre imprese per poter lavorare al meglio, ci sembra più che opportuno.

Abbiamo solo voluto presentare un ordine del giorno da associare a questo atto, in quanto riteniamo di dover portare all’attenzione la criticità che noi abbiamo sollevato durante il dibattito in Commissione. Si tratta di una criticità che, se vogliamo, magari si collega meno alla struttura e all’applicazione del servizi legati alla rete e a internet. In particolare, quando facciamo grossi investimenti a monte per far sì che si possa sviluppare un servizio, ci aspettiamo che, a valle, ci sia una corrispondenza con la capacità di rendere il servizio utile per i cittadini.

Mi spiego meglio con un esempio semplice. Se noi abbiamo un ufficio in cui chi si trova nel back office è bravissimo a mandare avanti le pratiche, mentre chi sta in front office, nello sportello aperto al cittadino, è impacciato, lento, crea malcontento nella persona che si rivolge a lui, noi abbiamo una bella struttura dietro, ma non riusciamo a offrire un servizio reale.

Io prima lavoravo in uno studio di contabilità. Noi dovevamo fare alcune pratiche, per i nostri clienti, presso i Comuni partendo da una SCIA. Alcune volte, è meglio lasciar perdere e non andare sul sito del Comune. Effettivamente, è complicato: ti chiedono un passaggio ancora con il foglio di carta e la persona deve presentarsi in Comune. Chiaramente, questo è un discorso che non vale per tutti, però abbiamo molte realtà nelle quali non è così sviluppato il supporto digitale nella vita del cittadino.

Approfittavamo, dunque, di questo ordine del giorno per segnalare questo indirizzo politico, affinché la Regione possa monitorare al meglio lo sviluppo e fare in modo che i propri investimenti possano trovare frutto in un’applicazione reale nella società più terra-terra. Ho portato anche l’esempio della scuola. Noi siamo una delle regioni migliori d’Italia per quanto riguarda il collegamento delle scuole. Ne abbiamo più di tutte le altre regioni. Perfetto, benissimo. Se la didattica – in questo caso, chiaramente, occorre svilupparsi anche a livello di governo centrale − non comincia a prevedere l’utilizzo o, comunque, un’interfaccia con la rete, in realtà, abbiamo portato in Commissione una cosa bellissima, ma manchiamo del servizio reale per il cittadino.

Con l’ordine del giorno ci premeva semplicemente far passare questa linea anche all’interno dell’aula. Se non ricordo male, anche in Commissione vi è stata una certa condivisione su questo passaggio.

L’altro punto all’ordine del giorno, invece, è quello relativo al fascicolo elettronico d’impresa, che era parte di un progetto di legge ancora fermo nelle Commissioni, ma che è già stato bocciato da due Commissioni. Ieri sapevo come sarebbe andato a finire il progetto di legge. Anche oggi so già che, sicuramente, verrà bocciato. Approfittiamo del discorso dell’Agenda digitale per estrapolare una parte di quel progetto di legge. Il fascicolo elettronico di impresa è già attivo presso le Camere di Commercio della Lombardia. Visto che, tra l’altro, c’è stata la fusione delle Camere di Commercio con Veneto ed Emilia-Romagna, a nostro parere, sarebbe stato utile attivare, sviluppare e diffondere la possibilità di utilizzare servizi digitali, che servono sempre, anche per quanto riguarda le imprese. Perché un fascicolo elettronico? Perché lì dentro l’impresa inserisce tutti i suoi dati (chiaramente non quelli sensibili o relativi ai processi produttivi, ma bilanci, atti costitutivi e via dicendo), cosicché, quando l’Amministrazione pubblica o i soggetti deputati ai controlli e alle verifiche sull’attività imprenditoriale devono reperire le informazioni, possono utilizzare il fascicolo elettronico dell’’impresa, senza stressare direttamente l’imprenditore. Le informazioni che non sono contenute, invece, possono recuperarle direttamente presso l’impresa.

Similmente ad altri strumenti digitali, vi è anche quello sanitario. Anche in quel caso, avevamo precisato che molte volte capita di trovarle vuote; il cittadino non le usa, perché non sa come funziona e non esiste un’interfaccia reale con la rete sanitaria. È uno strumento in più che ci sembra corretto promuovere.

A tal fine, noto che sono stati presentati un paio di emendamenti da parte del Partito Democratico, che non ci trovano assolutamente contrari. Siamo stati, forse, poco zelanti nello scrivere l’ordine del giorno. Non vi è alcun problema ad accogliere alcune piccole modifiche e puntualizzazioni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bargi.

Non ho altri iscritti in discussione generale.

Ricordo all’Assemblea che è stato presentato l’ordine del giorno 2018/1, oggetto 2235, a firma dei consiglieri Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Daniele Marchetti, Rancan, Pettazzoni, Liverani e Pompignoli, sul quale insistono due emendamenti, a firma dei consiglieri Montalti e Caliandro.

Apro le dichiarazioni di voto congiunte, ovviamente, sull’atto amministrativo, sull’ordine del giorno e sui due emendamenti.

Per la dichiarazione di voto, sono previsti cinque minuti per ogni Gruppo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Sull’atto io esprimerò un voto di astensione, per due ragioni. La prima ragione è che il digital divide continua a sussistere, nonostante questa società sia stata realizzata principalmente per superarlo. La seconda ragione – si tratta di un argomento, a mio avviso, politico − è che la televisione, che oggi ha nella sua gestione Lepida, con una programmazione, per altro, ripetuta in più occasioni, ritengo che potrebbe diventare, invece, uno strumento all’interno di questo consesso. Ritengo che la Regione dovrebbe utilizzare questa possibilità per cercare di fare informazione e un’opera di avvicinamento dei cittadini alla conoscenza dell’ente e alle sue potenzialità, che oggi sfuggono.

Si tratta di un asset importante, me ne rendo conto. Mi rendo altrettanto conto, però, che si potrebbero trovare forme opportune per una gestione che, quantomeno, non sia di testimonianza storica. Diversamente, servirebbe a poco. Pensiamo a tutto quello che succede in questo mondo per riuscire ad accaparrarsi alcuni canali, per poi averli e non sfruttarli. Mi sembra una situazione in cui non vengono apprezzati asset che, alla fine, hanno sicuramente un valore superiore a quello che fino ad oggi agli stessi è stato attribuito.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Montalti. Ne ha facoltà.

 

MONTALTI: Come penso sia emerso dall’intervento che ho svolto, noi assolutamente voteremo a favore dell’Agenda digitale e crediamo che questo sia un percorso che non solo potrà, veramente, digitalizzare e rendere al cento per cento digitale la nostra Regione da qui al 2020, quindi in pochissimi anni, ma soprattutto, attraverso tutte le azioni che verranno messe in campo, quindi non solo quelle di intervento infrastrutturale, ma tutte quelle orientate al servizio, al potenziamento della community, allo scambio di buone pratiche, all’innovazione e, anche grazie a tutte le risorse già previste (tra l’altro, molte già attivate; penso, per esempio, a quelle legate alla programmazione europea), questa Agenda digitale lancia veramente la nostra Regione in una prospettiva futura che ha molteplici possibilità di ricaduta.

Crediamo che quello del digitale, approcciato a trecentosessanta gradi, così come avviene per l’Agenda digitale, sia uno degli ambiti di maggiore sviluppo e potenzialità non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista sociale. Riteniamo estremamente interessante percorrere ed approfondire – spero che in questa Assemblea vi siano, in futuro, altre opportunità per farlo − il tema della cittadinanza digitale. L’elemento della cittadinanza digitale è uno dei pilastri della nostra democrazia e uno degli sviluppi più interessanti del tema dei diritti e della cittadinanza, avendo uno sguardo di visione al futuro.

Per quanto riguarda l’ordine del giorno della Lega, noi abbiamo proposto due emendamenti. L’ordine del giorno, in realtà, recepiva anche alcune considerazioni che avevamo condiviso durante il lavoro di Commissione. Quindi, con i due emendamenti proposti, voteremo anche a favore dell’ordine del giorno proposto dai colleghi della Lega.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Montalti.

Non ho più iscritti in dichiarazione di voto.

Procediamo alle votazioni. Prima di procedere alla votazione del primo emendamento, chiedo al consigliere Bargi, primo firmatario dell’ordine del giorno, se esprime parere positivo alla votazione degli emendamenti.

 

BARGI: Sì, va bene.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bargi.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Montalti e Caliandro.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Montalti e Caliandro.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2018/1 oggetto 2235, a firma dei consiglieri Bargi e altri, così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno 2018/1, oggetto 2235, è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 2018.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 1966

Delibera: «Documento di programmazione triennale 2016-2018 del servizio civile.» (Proposta della Giunta regionale in data 11 gennaio 2016, n. 13) (63)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 1966: Documento di programmazione triennale 2016-2018 del servizio civile. Proposta all’Assemblea legislativa.

La Commissione “Politiche per la salute e Politiche sociali” ha espresso parere favorevole nella seduta del 9 febbraio 2016 con la seguente votazione: 28 voti a favore, nessun contrario, 17 astenuti.

Apro la discussione generale. Sono previsti dieci minuti per ciascun intervento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Boschini. Ne ha facoltà.

 

BOSCHINI: Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola.

La presentazione di questo atto è particolarmente interessante e importante, innanzitutto perché andiamo ad attuare una norma di legge. Mi riferisco a quanto previsto nell’articolo 7 della legge regionale n. 20/2003, proprio in materia di valorizzazione del servizio civile. L’articolo 7 prevede l’approvazione di un documento di programmazione triennale, ed ecco il documento di cui ci occupiamo in questa occasione. Si tratta di un documento che in passato non è stato possibile sviluppare con questa modalità. Credo, dunque, che questo rappresenti anche un importante passo avanti nell’attuazione della politica inerente al servizio civile, che credo stia a cuore a molti di noi.

Questo documento, come previsto dalla legge, interviene per definire una serie di settori prioritari per lo svolgimento del servizio civile, i criteri di ammissione dei volontari, le forme di riconoscimento e incentivazione del servizio medesimo, i tempi e le modalità di attuazione della programmazione regionale, le priorità e i criteri generali per l’ammissione dei progetti. In qualche modo, quindi, rappresenta l’elemento di indirizzo che fa da quadro ai bandi che successivamente si realizzano per l’attuazione del servizio civile.

Vorrei dire due parole sull’importanza di questo istituto, che nel nostro dibattito – credo − dobbiamo ormai considerare staccato dal tema storico, da cui pure assolutamente è nato, ossia l’obiezione di coscienza al servizio militare. Ormai sarebbe un dibattito assolutamente fuori tempo massimo, dal momento che da più di dieci anni, da quando non esiste più il servizio di leva in Italia, il servizio civile è staccato dal problema dell’obiezione di coscienza. Rimane, invece, collegato al tema dell’articolo 52 della nostra Costituzione, che considera un dovere difendere attivamente il nostro Paese. Da tempo, ormai, diverse norme sanciscono il fatto che il concetto di difesa avviene a più livelli, naturalmente con l’importante e imprescindibile difesa legata alle forze di sicurezza, ma anche con l’importante difesa che si svolge con l’impegno sociale, con l’impegno civile, con l’impegno non violento, tutti elementi che vanno affiancati e non contrapposti.

Credo che nella nostra Regione, in particolare, ci sia un valore in più che dobbiamo sottolineare. Il servizio civile rende possibile avvicinare ogni anno migliaia di giovani ad un’esperienza inerente al volontariato, inerente al servizio alle persone, al servizio nel settore della cultura, dell’ambiente. Sappiamo benissimo che dai ranghi del servizio civile, negli anni, sono spesso usciti i quadri dirigenti o i volontari che, nel tempo, hanno dato continuità all’esperienza del volontariato e dell’associazionismo di molte realtà che, come sappiamo, sono fondamentali per la vita del nostro territorio, delle nostre comunità, per l’assistenza alle persone, per il tema dell’ambiente, per il tema della cultura e via elencando.

In qualche modo, avvicinando i giovani a queste tematiche, il servizio civile continua a svolgere un lavoro fondamentale, ossia dare ampiamento e prosecuzione a quella tradizione di impegno civile, di impegno civico, propria delle nostre comunità, delle grandi città, come dei piccoli paesi. Rappresenta, quindi, un modo per dare continuità a questo straordinario capitale sociale. Non lo abbiamo detto noi, ma lo hanno detto, in molte occasioni, importanti ricerche sociologiche sulla nostra realtà regionale. È proprio una delle specificità e, credo, anche uno degli elementi di particolare qualità del nostro tessuto sociale. Il servizio civile, dunque, come strumento per dare ancora riproduzione e continuità a questo patrimonio fondamentale, ossia il capitale di socialità e l’impegno per gli altri, che ogni giorno realizzano decine di realtà e di sigle nei nostri Comuni, nei nostri paesi.

Come sappiamo, si tratta di una realtà importante che tocca circa 355 enti. Siccome l’accreditamento avviene anche per enti “raggruppati fra di loro”, in realtà, le sigle sono più di 400. I posti finanziati ogni anno – in riferimento all’ultima annualità, quella del 2015 – sono 2.067. Come sappiamo, negli anni vi è stata una riduzione, da quando, nel 2006, è iniziata la nuova configurazione del servizio civile. In origine, per esempio, il servizio civile nazionale contava in regione Emilia-Romagna oltre 2.600 posti finanziati nel 2006, poi scesi a 600 nel 2011 e nel 2015 risaliti a oltre 1.200. Sappiamo che negli ultimi due anni, però, i dati sono da considerare accorpati, in quanto le programmazioni sono state di carattere biennale.

Al fianco del servizio civile nazionale, grazie alla nostra legge regionale, da tempo opera un servizio civile regionale che fino al 2007 ha mosso più di 1.100 posti finanziati, anche in questo caso con una discesa graduale nel tempo, ma anche con una ripresa rispetto, per esempio, ai 490 posti del 2011 e ai 770 dell’anno scorso.

Credo sia importante confermare l’impegno teso a dare continuità a questi numeri e, se è possibile, a incentivarli. Non soltanto il Governo nazionale ha assunto impegni in questo senso, ma credo vada sottolineato ancora di più l’impegno concreto già realizzato dalla Giunta regionale, che già nel bilancio dell’anno scorso ha portato da 507.000 − che rappresenta l’importo “storico” dell’investimento per il servizio civile regionale − a 600.000 gli euro a disposizione per i posti da finanziare e per i progetti, quindi con un netto +20 per cento che credo rappresenti tangibilmente, più di tante parole (sicuramente, più delle mie), l’impegno concreto che questa Regione vuole continuare a mantenere sul servizio civile, proprio per quei valori che sommariamente ho provato prima ad elencare e che esso rappresenta.

Le domande provengono per oltre il 60 per cento da ragazze. Anche questo credo sia un elemento fondamentale che testimonia che, ormai, il tema è largamente scollegato da altre considerazioni del passato e rappresenta, invece, un grande valore di impegno civile. Se esiste un elemento di criticità, credo vada individuato nel fatto che a troppe domande non siamo ancora in grado di fornire una risposta. Soltanto un terzo delle domande può essere accolto dalla somma del servizio civile nazionale e del servizio civile regionale sulla nostra regione.

Siccome il tempo stringe, passo ad illustrare alcuni aspetti più operativi, che rappresentano effettivamente gli elementi di indirizzo di questa programmazione triennale. Il primo elemento − li posso sottolineare, non posso certo affrontarli tutti nel tempo a disposizione − è quello di rimanere con una programmazione che abbia al centro la dimensione provinciale affidata ai CO.Pr.E.S.C.. Credo che questo sia un elemento per mantenere una forte programmazione di tipo territoriale, proprio perché il valore è quello dell’ancoramento al territorio.

La programmazione triennale rafforza ulteriormente i temi della formazione e dell’aggiornamento, anche al di là di quanto è già obbligatoriamente previsto per l’accreditamento.

Un tema importante è quello relativo all’apertura del servizio civile al tema del disagio, al tema delle fragilità. È un importante strumento di integrazione sociale e di partecipazione di persone che possono avere un disagio di tipo personale o socioeconomico. Questa rappresenta una delle specificità su cui il servizio civile regionale ha operato maggiormente in passato e che viene confermato come elemento di impegno in questa programmazione.

Questa programmazione contiene anche una semplificazione, con l’impegno a rendere più semplice la presentazione dei progetti, anche attraverso gli strumenti dell’informatizzazione e della banca dati, che penso potranno diventare strumenti importanti nel tempo per il monitoraggio. Mi sembra da sottolineare, fra gli elementi di valore di questo programma triennale, la co-progettazione, quindi l’idea di andare sempre più verso un’integrazione della progettazione in forma associata, verso lo stesso accreditamento in forma associata fra gli enti, che rappresenta un elemento di valore in quanto consente la non parcellizzazione di queste esperienze e offre la possibilità di renderle realmente incisive, organiche e integrate sul territorio.

Mi sembra molto importante la scelta, proposta dalla Giunta, di incentivare le scelte del servizio civile. Possono essere più materiali o anche più simboliche, ma non per questo meno importanti. Più materiale potrebbe essere, ad esempio, il tema − che mi piace ricordare – dell’importanza di considerare l’esperienza di servizio civile fra gli elementi di curriculum da valutare per l’accesso ai ruoli regionali, naturalmente nell’ambito delle procedure di selezione del personale. Ancora di più, penso sia importante, come dimensione simbolica, la scelta di dare continuità all’esperienza del giorno di celebrazione del servizio civile, in occasione del 15 dicembre, data della legge istitutiva storica del servizio civile nel nostro Paese. Non credo sia soltanto un elemento esteriore. Credo sia un modo concreto con cui le Istituzioni testimoniano di essere vicine a questi giovani, a questi ragazzi dai diciotto ai ventinove anni che si impegnano. Per la verità, il servizio civile regionale consente anche − almeno sulla carta − l’impegno degli adulti e anche dei minori.

Si tratta di un segnale che può essere offerto, a trecentosessanta gradi, alla nostra popolazione a riconoscimento dell’impegno che viene elargito per gli altri e per le comunità attraverso questo istituto.

L’elemento che voglio sottolineare con più forza riguarda il cofinanziamento...

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Boschini...

 

BOSCHINI: Sì, termino.

È quello, dicevo, del cofinanziamento. Ci siamo accorti che è necessario impegnare le risorse nel modo migliore per fornire più risposte possibili alle domande. Il cofinanziamento, quindi la premialità che questa programmazione triennale prevede per i progetti che necessitano di un cofinanziamento privato o, addirittura, di un auto-finanziamento, rappresenta un ulteriore elemento affinché le risorse pubbliche facciano da piede, ma possano anche essere uno strumento per attrarre altre risorse.

In conclusione, ritengo importante anche il tema del monitoraggio che, seppure con un po’ di prospettiva, il programma triennale evidenzia. È un atto molto importante perché, oltre a dare piena attuazione alla legge regionale, ribadisce l’importanza per le nostre comunità degli impegni di questi giovani. Credo sia un grande investimento per il futuro della qualità civica delle nostre comunità.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Boschini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Impiegherò meno tempo rispetto al consigliere Boschini, il quale ci ha fornito un quadro più completo della programmazione che stiamo per approvare. Non dirò grandi cose, oltre quelle che abbiamo già detto in Commissione, se non ribadire l’importanza che, come Lega Nord, diamo al servizio civile, che è certamente uno strumento importantissimo, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui stiamo assistendo ad una perdita di valori che riguarda, soprattutto, le giovani generazioni. Non a caso, noi della Lega Nord vorremmo reintrodurre o il servizio civile o la leva militare obbligatoria. Ognuno è libero di fare le proprie considerazioni. Non voglio entrare nel merito di cosa sia meglio tra servizio civile o leva obbligatoria. Ad ogni modo, sarebbero strumenti importanti per insegnare nuovamente alle nuove generazioni, ai nostri giovani, il rispetto per il prossimo, lo spirito di sacrificio e la generosità verso gli altri.

Oggi stiamo discutendo di una programmazione. Per quanto riguarda il mondo del servizio civile, a nostro avviso, c’è qualcosa che non va. Vi sono alcuni aspetti che noi critichiamo e che abbiamo criticato l’anno passato; ad esempio, il fatto che si sia data la possibilità ai cittadini extracomunitari di partecipare al servizio civile. Questa nostra posizione non è dettata da chissà quale motivazione o da un sentimento di egoismo, ma dal semplice fatto che si tratta di risorse che vengono sottratte ai nostri giovani che, magari, sono proprio quelli che non riescono ad accedere al servizio civile. Come è stato ricordato, siamo in grado, più o meno, di accogliere due domande su dieci, se non erro, o giù di lì. Mi potrò sbagliare di poco.

A nostro avviso, è importantissimo concentrare le risorse a disposizione, che non sono, purtroppo, sufficienti per accogliere tutte le richieste, dando la precedenza ai ragazzi con la cittadinanza italiana. Non siamo qui per discutere di questo punto. Il discorso è un altro. Questo aspetto è dettato da alcune sentenze che non riguardano il piano triennale che andiamo ad approvare, un piano triennale che − come è stato ricordato dal consigliere Boschini e dalla vicepresidente Gualmini in Commissione − arriva con un ritardo notevole, nonostante sia previsto già dal 2003, con tredici anni di ritardo, ed è un piano che di fatto ci porta sullo stesso livello di altre realtà regionali, più simili alla nostra.

Quest’oggi ci asterremo, così come abbiamo fatto in Commissione, perché non abbiamo particolari elementi da contestare su questo piano, ma è chiaro che il nostro operato come forza di opposizione non si fermerà a questo. Sarà nostro compito controllare e magari presentare proposte alternative che possano cercare di ampliare il più possibile la rosa dei ragazzi che potrebbero rientrare in questi progetti.

Inoltre, come ha ricordato il consigliere Fabbri in Commissione, si potrebbero mantenere e proporre anche in futuro punteggi e criteri più puntuali, ad esempio per le aree del cratere sismico. Per arrivare alla ricostruzione completa di quelle aree serviranno ancora parecchi anni, per cui a nostro avviso è importantissimo mantenere l’attenzione alta su quel territorio, per non penalizzare i ragazzi e gli enti coinvolti.

Ripeto, come Lega Nord oggi diamo credito alla Giunta e ci asterremo su questa programmazione triennale, ma comunque non ci fermeremo a questo e da oggi ai prossimi tre anni manterremo alta l’attenzione sul servizio civile, perché lo riteniamo uno strumento importante.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Anche noi volevamo sollevare qualche perplessità, pur chiaramente condividendo lo spirito, nel senso che anche per noi il servizio civile è importante e va valorizzato, nella giusta maniera però. Proprio per questo motivo, oltre a servizio civile lo vorremmo chiamare servizio civico e vorremmo che fosse questo lo spirito principale con cui i giovani venissero a proporsi per dare il proprio contributo alla società.

Faccio questa osservazione partendo da una considerazione e da alcuni dati. Guardando la tabella che ci è stata presentata, dal 2008, anno di inizio della crisi, a oggi, si è passati da 237 domande a un picco, nel 2014, di 1699 domande.

Il dubbio che ci è sorto è che il rimborso spese che viene dato a questi giovani che si propongono per il servizio civile sia per loro una sorta di aiuto, da un lato, per quanto riguarda un’eventuale situazione economica o di difficoltà; dall’altro, però, non deve essere questo naturalmente che incentiva i giovani a proporsi per il servizio civile.

La perplessità è che questo contributo non venga scambiato con una sorta di alternativa un reddito che si fa fatica a trovare tramite altre strade e la stessa considerazione si può fare in un certo qual modo per il discorso dell’utilizzo dei fondi di Garanzia giovani.

Non mettiamo in dubbio che dal punto di vista normativo e procedurale sia corretto utilizzarli, però quanto meno Garanzia giovani dovrebbe essere uno strumento per aumentare l’occupazione stabile all’interno del nostro Paese, mentre invece abbiamo il riscontro di numerosi casi in cui viene utilizzato come mezzo, da parte degli imprenditori, per risparmiare. Questi giovani purtroppo percepiscono i contributi in ritardo e poi si ritrovano punto e accapo a doversi cercare un lavoro.

Non vorremmo che questo succedesse anche tramite il servizio civile, che deve essere sì un periodo di formazione, ma non tanto professionale quanto umana. Che poi questo apra strade dal punto di vista della propria vocazione personale anche ad una eventuale futura professione ben venga, ma non deve essere interpretata come una corsia non dico preferenziale, ma come un qualche cosa in più da poter utilizzare per poi trovare un impiego all’interno eventualmente delle amministrazioni pubbliche, visto che si è parlato anche di lavoro regionale.

Anche noi dunque ci asterremo, sollevando queste perplessità. Per il resto, chiaramente appoggiamo in pieno il valore del servizio civile. Accanto a questo, ci piacerebbe che si affiancassero strumenti per l’integrazione sociale. Qui non siamo concordi con la Lega per quanto riguarda il discorso degli immigrati, perché questo può essere uno strumento di integrazione sociale, visto che – ammettiamo anche la realtà dei fatti – ci sono e non possiamo far finta che non esistano.

Come dicevo, vorremmo che questi strumenti fossero affiancati anche da altri, quali ad esempio il reddito di cittadinanza che potrebbero invece mettere un tampone alle situazioni di difficoltà economica.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Sono convinto che si sia persa una buona occasione, quando si è abolita la leva obbligatoria, per fare ciò di cui parlava poc’anzi il collega Marchetti, cioè la scelta, che sarebbe stata secondo me giusta e opportuna allora, di dare la possibilità di fare un periodo di servizio a tutti i giovani che maturavano la maggiore età, lasciando scegliere liberamente se effettuarlo come forma di servizio militare, o come servizio civile, slegando così l’idea del servizio civile dall’obbligatorietà dell’obiezione di coscienza.

Una persona potrebbe anche decidere, nel momento storico che si trova a vivere, di esercitare un’opzione senza precludersi automaticamente l’altra possibilità, qualora cambino le condizioni.

Purtroppo questa scelta non fu fatta. Credo che sia un’occasione che si sia persa allora, quando fu abolita la leva obbligatoria. Penso che questa debba rimanere la prospettiva. Mi fa piacere sapere – non lo sapevo prima, ma forse per mia ignoranza – che qualcuno della Lega, non so se in quanto partito, coltiva questa idea. Credo che su tale aspetto davvero si potrebbe lavorare.

È importante cogliere le occasioni che abbiamo per mantenere viva questa fiammella, cercando di fare bene quello che può essere fatto dalla Regione, che ovviamente è limitata nella sua azione dalla relativa esiguità dei fondi a disposizione, rispetto alle possibilità che questo strumento potrebbe offrire. Comunque, come ripeto, è fondamentale farlo bene.

Ai tempi – chi ha la mia età può ricordare quel periodo –  alcune delle polemiche riguardavano proprio il fatto che si è passati da una prima fase in cui gli obiettori di coscienza sono stati pesantemente penalizzati con un periodo di ferma molto più lungo rispetto a quello del servizio militare e con una serie di ulteriori appesantimenti del servizio, a un periodo in cui invece ci fu l’equiparazione e anche in qualche modo uno scadimento del livello di qualità nell’utilizzo degli obiettori di coscienza. Alcuni casi furono anche riportati dai media, persone che venivano dimenticate negli uffici di qualche Comune, o messi a fare fotocopie e che non riuscivano ad avere in questo servizio l’occasione per poter svolgere effettivamente un lavoro adeguato. Forse era un modo per lasciar perdere questa occasione.

Ad ogni modo, sono tutti motivi per cui, nel riprendere il nostro cammino, dobbiamo tenerci caro questo strumento. Credo che sia da elogiare la Giunta per aver portato un miglioramento ulteriore della qualità con questo documento di programmazione, che dobbiamo tutti insieme contribuire a migliorare costantemente, proprio perché è utile in sé, ma serve anche a ricordarci che c’è uno strumento a disposizione e magari, in tempi storici diversi e con un nuovo approccio, potremmo rilanciare l’utilità, estesa a maschi e femmine, come è stato esteso peraltro anche il servizio militare alle donne, dell’idea di dare un periodo della propria vita per fare un servizio per la collettività e per la nazione.

Quindi, ben venga questo strumento e questa delibera, anche in una prospettiva più ampia del semplice servizio civile regionale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare la consigliera Soncini. Ne ha facoltà.

 

SONCINI: Grazie, presidente. Intervengo sul tema fondamentale dell’aver posto fine a una lacuna dello strumento di programmazione, come richiesto dall’articolo 7 della legge n. 20 del 2003, si è soffermato giustamente il consigliere Boschini, per riaffermare l’importanza di una strategia e di fare politica, perché la programmazione è questa.

Nel confronto, in base a quello che è emerso e da quanto detto precedentemente dai consiglieri, ci tenevo a sottolineare che non ci sfugge il fatto che vi sia una correlazione tra un momento di crisi economica, e quindi di mancanza del lavoro, e un aumento delle domande da parte di giovani di richieste del servizio civile volontario.

Sicuramente anche l’assegno può rappresentare un incentivo alla partecipazione – assegno che è diverso in base al servizio civile nazionale o regionale –, però è importante sottolineare che con il servizio civile non vendiamo lavoro e si offre una opportunità di conoscenza del mondo di dentro spendibile al di fuori, nel senso che davvero si cresce dal punto di vista umano, culturale, etico e in qualche modo tutta questa crescita è la base di un impianto di professionalità elevate da offrire alla società tutta e anche al mondo del lavoro, nel momento in cui i giovani riescono, dal periodo di attesa, ad entrare nel mondo del lavoro.

Sottolineavo anche il fatto che in questa programmazione triennale – non è emerso prima – c’è un impegno di 600.000 euro. Quindi non si parla solo del 2015 – questo piano consente di dare una trasparenza anche rispetto all’utilizzo dei denari pubblici sul servizio civile –, ma c’è un impegno che prosegue, con questo aumento di risorse del 20 per cento rispetto al passato, che è importante, per i prossimi tre anni, con la speranza che aumentino i progetti cofinanziati con i privati, le università e le fondazioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Soncini.

Conclude la Giunta, con l’intervento della vicepresidente Gualmini. Prego.

 

GUALMINI, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Intervengo molto brevemente. Ci tenevo a ringraziare l’Assemblea per questo dibattito, a cui ho assistito anche in sede di Commissione. Devo dire che anche là rimasi colpita – non me lo aspettavo – dalla condivisione di un obiettivo molto importante, che è quello di rafforzare e irrobustire i valori che riguardano l’impegno civico, la coesione sociale, il capitale e tutto ciò che porta al benessere e all’impegno per migliorare le condizioni della collettività.

Quindi, essere d’accordo su questo, senza se e senza ma, tra tutte le forze politiche, penso che sia già un punto a favore di questo Ente regionale nella sua complessità. Tra l’altro, colgo con favore la provocazione della consigliera Sensoli sul servizio civico invece che civile, perché la letteratura, soprattutto straniera, in questi casi parla proprio di civicness, quindi di cittadinanza attiva e di impegno civico.

L’idea che tramite questo strumento riusciamo a coinvolgere giovani ragazze e giovani ragazzi dentro a progetti di aiuto sociale, di assistenza, di protezione dell’ambiente e di promozione della cultura ovviamente rende orgogliosa me e tutti noi.

Dico solo due cose. Innanzitutto finalmente, dopo tredici anni, lo diceva il consigliere Marchetti, arriviamo a riempire questo vuoto. Era ora che ci fosse uno strumento di pianificazione, in quanto tale trasparente, che racconta ciò che la Regione è chiamata a fare, secondo le norme regionali, sia dal punto di vista del servizio civile nazionale, che dal punto di vista del servizio civile regionale, peraltro in attesa di una riforma nazionale che probabilmente apporterà ulteriori cambiamenti.

Sono anche d’accordo sul fatto che il servizio civile non debba essere un lavoro, né una surroga a qualche forma di occupazione. Tra l’altro, non sarei favorevolissima – vi dico la verità – a investire un ammontare di risorse esagerato sul servizio civile. Penso che debba essere un’opportunità importante per i giovani, all’interno di un più vasto pacchetto di politiche a favore dei nostri giovani, dalla formazione, alle opportunità culturali, ai servizi che comunque anche l’assessorato al welfare offre. Il rischio è davvero quello – e lo si vede anche dai dati che presentiamo – che il servizio civile diventi, nei momenti di disoccupazione o di rallentamento dei trend occupazionali, di fatto una specie di compensazione. Non possiamo accontentarci di questo. Va benissimo, ma dobbiamo sperare che i nostri giovani trovino lavoro, trovino impiego e trovino un reddito adeguato.

Quindi, vi ringrazio per il dibattito che è stato fatto. Tra l’altro, come ultima cosa, mi preme dire che, da questo primo anno di osservazione e di monitoraggio che abbiamo potuto fare sull’esperienza di servizio civile, emerge anche come l’immagine di giovane pigro, mammone, bamboccione o choosy debba essere assolutamente rovesciata. Magari non vale per tutti, però i dati che abbiamo ci dicono che in Emilia-Romagna i giovani sono dotati di un’elevatissima versatilità e che altro che schizzinosi: tendono a scegliere un lavoro purché sia, per avere una qualche fonte di sostentamento.

Dunque l’idea che ci troviamo davanti a giovani generazioni che, a differenza di quelle di una volta, sono caratterizzate da pigrizia e scarsa volontà di darsi da fare, francamente non viene in nessun modo confermata dalle cose che stiamo osservando.

Continuiamo, almeno per tre anni, con certezza di risorse, a dare un’opportunità importante ai nostri giovani. Ringrazio anche la Giunta che mi ha consentito di apportare un piccolo ma significativo aumento nel budget dedicato al servizio civile e auguriamoci che continui questa sovrabbondanza di domande, sperando, da parte nostra e dei privati, di poter dare risposte certe in progetti validi, non finti, non inventati, e che diano comunque un’esperienza di socializzazione e di formazione importante ai nostri giovani ragazzi e ragazze.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, vicepresidente della Giunta Gualmini.

Chiudo la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. I gruppi hanno cinque minuti a disposizione.

Ha chiesto di parlare la consigliera Soncini. Ne ha facoltà.

 

SONCINI: Naturalmente la dichiarazione di voto è a favore del piano triennale di programmazione, proprio perché intendiamo far sì che si trasmetta ai giovani e a noi la ricchezza del capitale sociale presente nella nostra Regione e ci sia una volontà che continua di investimento per i giovani che, come diceva la vicepresidente, sono interessati a mobilitarsi e a impegnarsi per gli altri al di fuori degli stereotipi.

Aggiungo che ciò avviene in attesa che si concretizzi l’impegno che il Governo ha preso nella riforma del terzo settore, che mira anche a rilanciare il servizio civile e a istituire, nel 2017, il servizio civile universale per 100.000 giovani all’anno, impegnati in attività solidali. Siamo in attesa che anche questo si possa realizzare perché sarebbe un contributo ulteriore.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Soncini.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 1966.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 2165

Delibera: «Indirizzi e criteri per la formulazione del programma 2016 di edilizia scolastica ai sensi della L.R. 22 maggio 1980, n. 39 (Norme per l’affidamento e l’esecuzione di opere urgenti di edilizia scolastica).» (Proposta della Giunta regionale in data 15 febbraio 2016, n. 149) (64)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 2165/1 oggetto 2237 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora alla proposta oggetto 2165: Indirizzi e criteri per la formulazione del programma 2016 di edilizia scolastica ai sensi della legge regionale 22 maggio 1980 n. 39. Proposta all’Assemblea legislativa con delibera di Giunta 149 del 15 febbraio 2016.

La Commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità ha espresso parere favorevole nella seduta del 18 febbraio, con la seguente votazione: 28 voti a favore, nessun contrario e 9 astenuti.

Su questo oggetto insistono due proposte di emendamento, una a firma dei consiglieri Pettazzoni, Rancan, Liverani e Fabbri e una a firma del consigliere Foti e Aimi, e un ordine del giorno a firma dei consiglieri Bertani, Piccinini, Sensoli e Sassi.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Campedelli. Ne ha facoltà.

 

CAMPEDELLI: Grazie, Presidente. La delibera è arrivata in Commissione con prerogativa di urgenza. È tale perché, si è ricevuta sollecitazione da parte delle Province e della Città Metropolitana di Bologna, per le situazioni abbastanza critiche sul tema delle aule scolastiche, dato l’aumento esponenziale di ragazzi principalmente nelle scuole medie superiori.

È chiaro che nella nostra Regione non partiamo dal nulla. Anzi, c’è stata sempre una notevole attenzione alle politiche dell’edilizia scolastica. Fra l’altro, proprio nel triennio 2015-2017, sono già previsti ingenti investimenti per interventi straordinari di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico e anche la costruzione di nuovi edifici scolastici.

Per finanziare tutto questo abbiamo attivato accordi con la Cassa depositi e prestiti per l’utilizzo di fondi BEI che uniti al cofinanziamento di enti locali, di privati, e con risorse anche derivanti dal programma “Scuola innovative”, programma legato alla Buona Scuola, ci consegna in totale, compreso questo ulteriore stanziamento, un finanziamento regionale di circa 130 milioni di euro.

Non voglio fare l’elenco della spesa, mi interessa sottolineare che – a fronte di criticità che oggi ci sono, dal punto di vista degli spazi, perché vi è una crescita della popolazione scolastica, cosi come contenuto in delibera, che passa per l’esattezza da più di 162.000 iscritti dal 2009 al 2010, a 184.600 iscritti per l’anno scolastico 2015-2016 vi è un intervento concreto della Regione – e come prevede la normativa, alla Regione spetta dare gli indirizzi, mentre alle Province e alle Città Metropolitane spetta il tema della programmazione e della gestione dell’edilizia scolastica.

Rispettando questo, con tale atto andiamo a destinare ulteriori 20 milioni di euro, che vengono ripartiti in modo proporzionale, per il 60 per cento al numero complessivo degli alunni iscritti alle scuole secondarie di secondo grado, per l’anno 2015-2016; e per il 40 per cento in base al numero degli edifici di proprietà pubblica.

Chiaramente, ciò avviene seguendo indirizzi e criteri che rispondono, in termini di priorità, al fabbisogno documentato di aule, all’adeguamento degli edifici rispetto alle nuove esigenze scolastiche e anche alla necessità di una razionalizzazione distributiva della rete scolastica sul territorio.

Le priorità inoltre vengono date all’immediata cantierabilità dell’intervento. I progetti devono essere presentati entro la fine del marzo prossimo. L’urgenza di questo atto deriva dal bisogno di essere veloci nella realizzazione degli interventi, perché occorre attivare i cantieri e iniziare con i lavori nel momento di chiusura delle scuole, per poter ripartire il prossimo anno scolastico con le aule necessarie.

Abbiamo poi il tema della riqualificazione di immobili che sono oggi inagibili o in stato di pericolo, così come altre valutazioni contenute in delibera che verranno attuate. Per tutte le motivazioni sopra esposte penso che rappresenti un passaggio importante che risponde a bisogni concreti.

In Commissione si è detto che si poteva arrivare prima e che si poteva essere maggiormente puntuali viste queste necessità, però chiaramente sappiamo tutti che la riorganizzazione delle Province ha dato qualche problema organizzativo, in questo caso sulla programmazione. È chiaro che questa è una situazione emergenziale che ci consente però di dotare delle aule sufficienti gli studenti delle scuole medie superiori per il prossimo anno.

Credo sia importante che in una situazione simile, in favore dei nostri ragazzi, la Regione, intervenga in modo preciso, puntuale e soprattutto veloce per avere scuole più sicure, più belle ma soprattutto che rispondano all’esigenza di rispondere al numero delle iscrizioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Campedelli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pettazzoni. Ne ha facoltà.

 

PETTAZZONI: Grazie, presidente. Siamo chiamati a votare e a discutere una delibera presentata con carattere di urgenza che stanzia fondi per l’edilizia e la riqualificazione degli istituti scolastici. Si tratta di un provvedimento controverso nella sua forma, seppure parzialmente condivisibile per alcuni aspetti.

Da un punto di vista strettamente economico, ben vengano finalmente risorse investite nel mondo della scuola. Parliamo di 20 milioni di Euro, dei quali circa un quinto per gli istituti del territorio bolognese, 3,4 milioni per gli istituti modenesi e una cifra grossomodo simile per le restanti Province del territorio regionale.

Lascia invece perplessi l’indirizzo di alcune di queste risorse che dovrebbero servire per far fronte ad un citato aumento demografico della popolazione scolastica. Quindi, leggiamo fra le righe un necessario aumento degli spazi dedicati alla didattica, sia in termini di numero di aule, sia per quel che concerne le dimensioni delle stesse.

Guardando le stime dell’Istat, con gli ultimi dati disponibili – mi riferisco all’istruzione liceale soprattutto – vediamo che nel 2013 l’Emilia-Romagna aveva una popolazione scolastica inferiore a molte realtà del Paese. Cito il Piemonte, la Campania, il Lazio, la Lombardia e la Puglia, tanto per dirne qualcuna.

Con uno specifico quesito, in Commissione era stato chiesto se queste risorse potessero essere impiegate anche per un miglioramento in termini qualitativi degli spazi didattici, per creare laboratori ad esempio, aule di informatica, multimediali e quant’altro, e non soltanto per un aumento esponenziale degli spazi didattici, quindi delle aule.

Peraltro, questo stimato aumento di iscritti nel prossimo quinquennio è un dato che deve essere valutato secondo i limiti di una proiezione che tenga conto anche della diminuzione della natalità in questo Paese, del tasso non risolto di abbandono scolastico, come recenti studi – anche quelli Maddalena Colombo ad esempio – hanno dimostrato.

Chiederei pertanto all’Amministrazione regionale di poter impegnare queste risorse per un miglioramento qualitativo degli spazi didattici, e non per un aumento degli spazi e basta. Ben vengano gli interventi di messa in sicurezza e riqualificazione del patrimonio scolastico; temi noti e sentiti che necessitavano di intervento già da lungo tempo.

Non capiamo il carattere di urgenza di questo provvedimento che stanzia risorse, ma lascia poco spazio alle Province e alla Città Metropolitana per poter presentare progetti qualificanti. Questo, a nostro avviso, favorisce unicamente chi dispone già di una progettazione, creando uno squilibrio tra istituti che avranno diritto di accesso al credito ed altri che ne saranno evidentemente esclusi, mettendo come termine perentorio per la presentazione della progettazione il limite al 31 marzo 2016, per il quale ovviamente chiediamo una proroga.

Chiediamo inoltre che fondi di questo tipo non siano solo una boutade di quest’anno, ma che possano essere assegnati, e magari anche implementati, negli anni a venire, al fine di raggiungere quanti più istituti possibili. Sono fondi che chiediamo vengano implementati e che siano continuativi, al fine di raggiungere l’effettivo fabbisogno di spazi, di standard di sicurezza e di qualità di strutture elevati, per offrire anche standard formativi elevati, attraverso laboratori e strumentazione all’avanguardia, al fine di formare al meglio gli studenti, sia in vista dell’accesso al mondo del lavoro, sia per chi desidera continuare gli studi attraverso un percorso universitario.

Come diceva lei, presidente, abbiamo presentato anche un emendamento in cui chiediamo sostanzialmente un mese di proroga. Questo ha una motivazione molto semplice: cerchiamo di fare in modo che quanti più istituti possibili accedano a questi fondi creando, se non ce l’hanno già, una progettualità.

Se facciamo tutto in fretta, come dispone questa delibera, rischiamo che questi fondi vadano a finire solamente a chi il progetto ce l’ha nel cassetto da tempo e non a chi vedendo i fondi a disposizione si possa attivare immediatamente attraverso progettualità nuove.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pettazzoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Siamo sempre in discussione generale?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sì, discussione generale sulla delibera. Poi ci sarà la discussione generale sugli emendamenti.

 

FOTI: Li illustro già così abbiamo…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Le sto dicendo qual è l’iter.

 

FOTI: Come è noto, su questa delibera ho avuto delle riserve in relazione, anche per quanto riguarda l’attività di Commissione, ai tempi ristrettissimi entro cui poterla esaminare.

Ciononostante, ho convenuto con il presidente Paruolo che si potesse ugualmente procedere, anche…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, scusi un attimo.

Abbiamo oggi i nostri colleghi un po’ agitati. Chiedo per favore di non parlare durante gli interventi, altrimenti salta fuori un po’ troppa confusione.

 

FOTI: Come dicevo, ho avuto il tempo di esaminare la delibera oggi al nostro esame. Debbo dire anche che molti slogan degli ultimi sette o otto mesi, sulle scuole che venivano rifatte mi hanno lasciato molto perplesso a livello centrale, perché non mi pare che tutti gli annunci del Governo Renzi abbiano avuto un qualche seguito.

Debbo invece prendere atto che vi sono 20 milioni sul tavolo oggi, per poter far fronte a poco. Dobbiamo essere molto onesti, perché se si va a vedere la delibera la Provincia che prende di meno, avrà 1,3 milioni di euro e quella che ne prende di più, ne riceve 2,2 milioni. Quindi sapete che quando interveniamo su queste strutture non è che ci sia molto da largheggiare.

Personalmente ritengo che si debba fare un’analisi provincia per provincia degli istituti scolastici, perché non dobbiamo dimenticare che abbiamo, soprattutto nei centri storici, alcune che non sono scuole degli anni Sessanta, ma del 1880 o del 1900 e che prevalentemente ospitano – lo dico così, solo perché erano collocati lì – i licei.

Penso allora che serva avere un occhio di riguardo verso le strutture che oggi hanno delle oggettive difficoltà, ad esempio per quanto riguarda l’adeguamento alle norme per i portatori di handicap, l’antisismica e quant’altro, che incidono poi – lo sappiamo bene quando capita qualcosa – sulle vicende, a volte anche tragiche, che questo Paese ha vissuto.

Penso che, al di là dell’urgenza di questa volta, se vi saranno ulteriori risorse in futuro, debba essere svolta una valutazione un filino più ponderata di alcune situazioni che si vanno delineando nella regione e che vedono degli elementi di forte contrasto, perché le scuole costruite negli anni Settanta dovrebbero essere ancora a forte efficienza, invece non le abbiamo neanche.

Aggiungo una considerazione conclusiva, riservata a chi si occupa della materia. Abbiamo degli Istituti scolastici professionali – prendo il Marcora di Cortemaggiore, che ben conosce il collega Rancan – che nel corso degli ultimi sette o otto anni hanno avuto una crescita del numero delle iscrizioni, per le quali addirittura quest’anno si andava alla ricerca di due aule e non le si trovavano, sicché addirittura alla fine si è rimediato, ma in un modo abbastanza poco conveniente, anche e soprattutto per gli allievi e per la qualità dell’insegnamento.

Sotto questo profilo, ritengo che il monitoraggio che la legge prevede per gli istituti scolastici non debba essere un elemento meramente cartaceo da custodire solo per aver adempiuto ai doveri di legge, ma dovrebbe anche suggerire un più forte rapporto tra Regione e Province affinché, effettivamente, gli interventi che vengono presentati come cantierabili non servano ad abbellire scuole già in sé accettabili, ma vadano invece ad essere dirette su quegli interventi e su quelle strutture scolastiche – e sono parecchie – che, soprattutto nelle scuole medie superiori, ne hanno effettivo bisogno.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. L’oggetto stanzia 20 milioni di euro per l’edilizia scolastica e ci sembra sicuramente una scelta importante. Non so se sono le briciole di quei famosi 3,5 miliardi promessi quando si insediò Renzi, una di quelle tante promesse mancate, però è positivo che li andiamo a distribuire sulle nostre scuole.

Quello che ci lascia nel dubbio è la velocità con cui è arrivata in Commissione e poi in aula e anche i criteri. Mi riferisco alla scelta del 60 per cento legato al numero di allievi, che è sicuramente ineccepibile, e quel 40 per cento legato al numero di edifici scolastici di proprietà pubblica. Su questo, in Commissione si sarebbe potuta fare una discussione per capire perché si divide tra 60 e 40 per cento e non al 50 per cento. Che cosa comportava spostare questi due indici?

Peraltro, parlare di edifici scolastici di proprietà pubblica può essere penalizzante per alcune province, dove magari gli edifici di edilizia pubblica sono in affitto e in questo caso non entrano nel computo. Invece, mettiamo nei criteri premianti se me ne vado da un edificio in cui sono in affitto. Questo criterio si poteva ottimizzare discutendone insieme.

Sicuramente è frettoloso, anche perché, per fare una battuta, la Provincia di Forlì non esiste, mentre esiste la Provincia di Forlì-Cesena, mentre nelle tabelle è riportata la dicitura scorretta.

Dicevo della velocità, ma l’altro dubbio che viene al pettine e che avevamo sollevato riguarda ER.GO a cui, in questa delibera, affidiamo la gestione di questi progetti.

Ricordo che ER.GO è un’agenzia che si occupa di edilizia universitaria, in particolare di edilizia per gli studenti, non certo di edilizia scolastica. Quindi, viene fuori la forzatura che si è fatta a giugno dell’anno scorso in cui si diceva che la Regione può affidare ad ER.GO anche iniziative che riguardano l’istruzione in generale.

Ad ER.GO, che è composta da un comitato direttori, da un direttore che nasce da quell’ambito e anche dagli studenti, ma sempre universitari, diamo in mano le scuole primarie e secondarie. Secondo noi, la forzatura che avevamo visto a giugno oggi arriva a compimento. Non è detto che chi fa bene le Ferrari, o si occupa di università, sia bravo a fare le utilitarie, o in questo caso le scuole di grado inferiore.

Fra l’altro, diamo la questione in mano ad ER.GO che riferisce direttamente alla Giunta, quindi ci togliamo anche qui dall’ambito del controllo dell’Assemblea. È bene dare questi soldi, ma è male la velocità e questo nuovo corso che a noi non piace, anche perché moltiplichiamo il numero dei direttori e allontaniamo dall’Assemblea tutto questo percorso.

Infine, aggiungo l’ordine del giorno perché è strettamente collegato al fatto che il decreto per la Buona Scuola, con il discorso delle supplenze, porta spesso al fatto che le classi che non hanno quel giorno un docente debbano essere smembrate in gruppi di quattro o cinque e vengano caricate sulle classi esistenti, creando un problema di sicurezza e di dimensioni delle aule che, ad oggi, non viene risolto.

Chiediamo nel nostro ordine del giorno di intervenire presso il Governo per segnalare questo grosso problema, ovvero di intervenire sul discorso delle dimensioni delle aule, ma di intervenire anche sulle nomine dei supplenti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rancan. Ne ha facoltà.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Facendo seguito all’intervento del consigliere e collega Pettazzoni e anche del consigliere Foti, mi permetto di segnalare la mia volontà, e la volontà del collega Pettazzoni, di aggiungere la firma all’emendamento del collega Foti.

Se volessimo aprire una parentesi sulla Buona Scuola si potrebbe parlare per giorni e giorni di quello che è stato promesso, di quello che è stato dato e poi magari anche dopo una settimana le scuole stesse dove sono stati fatti degli interventi sono crollate oppure i calcinacci sono venuti giù, i tetti e i soffitti, e i solai hanno ceduto.

Mi permetto di consigliare una pagina che stanno tenendo aggiornata, o meglio, che è stata creata dal Movimento Giovani Padani, che si chiama “Scuole da incubo”, dove sostanzialmente tutti i giovani di vari istituti possono tranquillamente inserire e pubblicare i disagi del loro istituto scolastico. Se scorrete questa interessantissima pagina, vedrete cosa succede in tutto il nostro Paese, nelle nostre scuole che frequentano tutti i giorni i nostri ragazzi. Vi consiglio di andare a dare un’occhiata.

Sicuramente è importante l’impegno che viene messo da parte della Giunta per stanziare questi soldi. Ovviamente, come diceva prima il collega Foti, la provincia di Piacenza, poverina, la più lontana, è sempre quella che prende meno, forse anche perché ci sono dei criteri che tendono a valorizzare complessi più grossi. Se magari, insieme ai criteri già stabiliti, si potesse inserire un sondaggio di quelle che sono le priorità prima di creare il bando da parte della Provincia magari si riuscirebbe a dare e anche a sbilanciare i fondi verso le province che, di solito, riescono ad ottenere meno. L’esempio che giustamente si faceva dell’Istituto Marcora di Cortemaggiore è emblematico.

Sia io che il collega Foti siamo stati contattati per una problematica che insisteva sul territorio. Ci sono ragazzi che purtroppo sono in tantissimi in classi di spazio inferiore a quello che dovrebbero essere e purtroppo l’istituto non riesce a trovare una collocazione anche se l’Amministrazione comunale è intervenute. Anche la parrocchia si è interessata. Si tratta, infatti, di realtà minori e inferiori, paesi abbastanza piccoli. Si cerca di avviare un percorso tutti insieme. Una soluzione si era trovata, ovvero il convento francescano del paese. Anche lì servono soldi, però. Adesso vedremo con la Provincia se si riuscirà a fare qualcosa perché poi le priorità e i problemi sono tanti. Comunque questo è un esempio lampante: vi è un problema oggettivo sul quale non si riuscirà a intervenire oppure vedremo se riusciremo intervenire. Forse, prima di dare criteri rispetto alla presenza di istituti scolastici o altro, si potrebbe fare un sondaggio su quelle che sono le reali necessità dei territori e magari fare una graduatoria in base anche al rischio e alla effettiva utilità di quei fondi sul territorio. Magari ci sono edifici che hanno priorità rispetto ad altri.

Sicuramente è importante e utile questo fondo, però deve essere un impegno costante. Non facciamo sì che questo provvedimento diventi una Buona Scuola dell’Emilia-Romagna.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rancan.

Ha chiesto di parlare la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. L’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi scolastici portando questo Paese e la nostra Regione a livello dei più sviluppati partner europei siamo tutti consapevoli che passa necessariamente anche attraverso l’impegno di assicurare che le strutture edilizie e le scuole utilizzate per questi servizi rispondano appieno alle esigenze di sicurezza, di funzionalità anche rispetto ai processi di riforma degli ordinamenti e dei programmi che progressivamente sono stati fatti e verranno fatti e di adeguatezza rispetto alle esigenze manifestate dagli studenti in termini quantitativi e qualitativi.

Siamo tutti consapevoli che con l’impegno che la Giunta mette in questa fase non si risolvono problemi che ci portiamo dietro ormai da molto tempo. Siamo anche tutti consapevoli che non si può pensare che la Giunta regionale nei prossimi due o tre anni risolva i problemi di messa a norma e di sicurezza delle scuole che probabilmente vengono da molto lontano.

Non abbiamo bisogno di dirci in questa sede che, nonostante l’impegno passato della Regione, delle Province nel ruolo primario sulle scuole, ci sono ancora tanti edifici che non hanno il certificato di prevenzione incendi, per citare un esempio, che magari hanno fatto in questi anni investimenti importanti sulla messa a norma, ma certamente siamo molto lontani dalle esigenze di adeguatezza che citavo in premessa.

Credo che vada evidenziata l’importanza dello sforzo che fa la Giunta regionale adesso e che credo non sia uno sforzo spot. Credo sia l’inizio di un percorso che la Giunta, così come noi come Assemblea legislativa, si è impegnata a portare avanti sapendo perfettamente che, a seguito del processo di riordino istituzionale, a seguito del fatto che anche le stesse Province prima non sono mai riuscite a portare tutte le scuole a livello al quale ci aspetteremmo di averle, questo sia l’inizio di un percorso che ci fa fare significativi passi avanti in termini di miglioramento. Siamo la Regione che spende di più sulla scuola, perché l’insieme delle risorse che sulla scuola vengono spese è di 130 milioni di euro. Non sono pochi. Intanto credo vada anche detto che siamo stati la prima Regione a stipulare e a fare il rogito con la Cassa Depositi e Prestiti.

Il collega Campedelli che mi ha preceduto ha già citato i 57 milioni di euro della Banca Europea degli Investimenti per il 2015-2017. Credo che essere stata la prima Regione sia il segnale non solo di una Regione che su questo ha una forte determinazione ad arrivare all’obiettivo, ma anche di una Regione con delle relazioni, efficace, efficiente, con dei rapporti che non si limitano solo al territorio o al Governo nazionale, ma che arrivano ben oltre e che adesso stanno dando dei frutti importanti.

Gli interventi sono importanti anche come numero perché saranno 225 interventi realizzati da qui al 2017. Stiamo parlando di un anno, siamo già nel 2016, con un investimento di oltre 80 milioni tra fondi BEI, cofinanziamento degli Enti locali e dei privati e alla fine ne esce un Piano triennale articolato in Piani annuali approvato dalla Giunta regionale, condiviso con i territori, condiviso con le Province e la Città metropolitana per la realizzazione di interventi straordinari, non ordinari, di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza e di adeguamento sismico oltre che di efficientamento energetico delle scuole, nonché per la costruzione di nuovi edifici e di nuove palestre scolastiche che prevede 580 interventi complessivi per un totale di 214 milioni.

I numeri sono sempre molto noiosi, però credo che alla fine con i numeri si riesca bene a sintetizzare il lavoro che è stato fatto e l’importanza che si dà al mondo della scuola, agli studenti e alle giovani generazioni. Ci sono 192 interventi immediatamente cantierabili, e anche questo non va sottovalutato; ci sono risorse importanti per qualificare il patrimonio di edilizia scolastica a cui si aggiungono altri 20.100.000 euro del Ministero dell’istruzione alla nostra Regione nell’ambito del Programma Scuola Innovativa e per la Buona Scuola. 

Possiamo sempre chiedere di più anche al Governo. Ribadisco che non possiamo pensare che nel giro di due o tre anni di programmazione regionale o ministeriale recuperiamo scuole che avevano bisogno da più di trent’anni di interventi significativi. Aggiunti ai 20 milioni di euro che la Regione ha stanziato in questo bilancio per la messa in sicurezza e l’adeguamento normativo delle scuole, si assommano i 6 milioni destinati al miglioramento sismico degli edifici e i 5 milioni del fondo per il recupero energetico degli edifici pubblici del FESR. Credo che siamo di fronte a cifre significative. Il totale di 130 milioni di euro, di cui parlavo prima, di risorse disponibili per un piano di tutto rispetto di edilizia scolastica in ambito regionale, che non era scontato potessimo portare avanti e del quale va dato merito alla Giunta, ma anche ai colleghi e alla discussione svolta in Commissione, in occasione della quale ho notato un contributo costruttivo da parte di tutti, proprio perché, al di là dell’appartenenza ai Gruppi, tutti condividiamo la necessità di intervenire sul tema delle scuole per tutto ciò che è già stato detto e su cui non ritorno.

Al di là del miglioramento della qualità delle giovani generazioni, di studiare in luoghi idonei, in luoghi adeguati, in luoghi sicuri, in luoghi a risparmio energetico, permettetemi di evidenziare che, alla fine, questi interventi sono pienamente coerenti anche con il Patto del lavoro siglato all’inizio della legislatura, nel quale la Giunta ha creduto molto, insieme a tutti gli altri soggetti. Tale patto si poneva l’obiettivo di rendere, sì, più sicure e innovative le nostre scuole, ma anche di contribuire al rilancio di un settore strategico come quello edile. I 130 milioni che vengono messi a disposizione per la qualificazione e gli interventi sugli edifici scolastici migliorano il modo di fare scuola, ma danno una spinta importante anche al settore dell’edilizia che, purtroppo, da molti anni è stagnante.

Credo si possa affermare, quindi, che abbiamo operato due scelte politiche: quella di puntare sulla scuola, di puntare sui giovani, ma anche quella di rilanciare un pezzo della nostra economia regionale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Zappaterra.

Non ho altri iscritti. Siamo in dibattito generale sulla delibera.

Interviene, per la Giunta, il sottosegretario Andrea Rossi. Prego.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Ringrazio l’Assemblea e i consiglieri regionali per aver accompagnato, in tempi abbastanza rapidi, questo atto amministrativo, anche perché è stata colta − nei diversi interventi e da parte di tutti − l’importanza dell’investimento che oggi andiamo ad attuare. Ci scusiamo per non aver avuto la possibilità di costruire un percorso, come ci è stato richiesto, di partecipazione. Alla fine, il risultato che oggi portiamo in approvazione è uno dei migliori che potevamo ottenere.

Parto da una considerazione, anche in virtù del dibattito svolto in precedenza. Io sabato mattina mi sono trovato in un Comune di 20.000 abitanti della provincia di Reggio Emilia, che negli anni scorsi, dal 2002 al 2013, ha fatto un investimento con fondi propri sulle scuole per un importo di non meno di 13 milioni di euro. Ci trovavamo in una fase economica completamente diversa, dove i Comuni avevano una capacità di investimento maggiore, dove c’era la possibilità di costruire atti di accordo, soprattutto dal punto di vista della pianificazione urbanistica che consentiva di fare investimenti di miglioramento e di riqualificazione delle scuole. Quel Comune inaugurava uno degli ultimi interventi portati avanti attraverso queste procedure di accordi, di pianificazione di risorse proprie, ossia un ampliamento delle scuole medie per 650.000 euro. In quell’ampliamento, stava attivando − l’avrebbe attivato il 1° aprile − il secondo stralcio per 350.000 euro di quello che era, appunto, uno stralcio finanziato con i fondi BEI. Per la prima volta, in quel Comune, che ha investito più di 10 milioni negli ultimi dieci anni, sono arrivati fondi nazionali per intervenire sull’edilizia scolastica.

Noi siamo consapevoli, come Amministrazione regionale, che non è questo intervento di 20 milioni - così come non sono i 130 milioni che prima la consigliera Zappaterra metteva in fila in modo puntuale - i fondi che risolveranno il problema dell’edilizia scolastica; così come siamo consapevoli che non lo siano neanche quei 5 milioni che ogni anno mettiamo sull’edilizia sportiva, che serviranno a risanare il patrimonio sportivo sul territorio emiliano-romagnolo; così come siamo consapevoli che neanche quei 65 milioni di euro che mette a disposizione l’assessore Venturi, attraverso la sanità, risanino il patrimonio ospedaliero e il servizio sanitario della comunità emiliano-romagnola. Ad ogni modo, sono segnali importanti, che stiamo offrendo, di una inversione di tendenza rispetto a settori che per noi sono strategici. Noi dobbiamo partire dalla strategicità di quell’intervento, di quel settore, che rappresenta l’educazione, la cultura e la crescita dei nostri figli.

Avremmo potuto fare benissimo valutazioni diverse. Quando abbiamo deciso di fare questo investimento nel bilancio, siamo partiti da un dato che non ci dobbiamo dimenticare. Come ha precisato la consigliera Zappaterra, ci sono stati finanziamenti regionali (i mutui BEI); ci sono stati finanziamenti per le scuole innovative (20 milioni; San Giovanni in Marignano, Riolo Terme, Ferrara, Modena); ci sono stati, e ci saranno, investimenti in ambito sportivo legati alle strutture scolastiche.

Noi abbiamo preso alcune decisioni in quella fase, basandoci sulla normativa regionale. Le Province convocano le proprie conferenze provinciali; noi, con la nostra Regione, ci occupiamo del coordinamento e con loro valutiamo gli interventi. È stato un percorso che abbiamo attivato quando abbiamo dovuto decidere i cinque progetti per le scuole innovative. In quella fase, con le Province, quindi con il territorio, e con coloro che vivono quotidianamente le problematicità legate all’amministrazione locale, abbiamo condiviso il bisogno, attraverso il bilancio, di fare un ulteriore investimento sul settore. Da un lato, vi era la scuola secondaria superiore, la cui edilizia pubblica è quasi interamente in capo alle Province. Si trattava, quindi, di capire in che modo sostenere le Province – e questo rappresenta un passaggio delicato – dal momento che le stesse non avevano più la possibilità di fare investimenti strutturali sulle scuole. Nello stesso momento, le Province ci evidenziavano un bisogno legato ai numeri − riportati all’interno della delibera − di crescita della popolazione scolastica, figlia di un trend che vede questa Regione coinvolta dall’inizio del 2000. Si registrava un fabbisogno, quindi, di implementazione di strutture, oltre che di una risposta da fornire -attraverso un miglioramento della qualità- per contrastare la dispersione scolastica nel settore delle scuole secondarie superiori.

Di fronte a quelle riflessioni, che non abbiamo svolto per mera logica o per il fatto che in quel momento il presidente della Regione o l’assessore Bianchi volevano fare un investimento strutturale sulle scuole, ma in virtù di un confronto precedente, abbiamo deciso di mettere a bilancio questi 20 milioni, che altrettanto consapevolmente serviranno per uno o due interventi per Provincia. Non abbiamo la presunzione, con 1.500.000 euro, di rifare il patrimonio scolastico di ogni singola Provincia, ma è un segnale − torno a ripetere − d’attenzione e che risponde a determinati bisogni.

Proprio ieri la Provincia di Reggio Emilia ha annunciato che, grazie ai 2.400.000 euro che oggi l’Assemblea legislativa avrebbe deliberato, riuscirà a riqualificare e, di conseguenza, a delocalizzare l’istituto Secchi: una delle questioni che, da quando io frequentavo le superiori, si trovava al centro delle tematiche dell’edilizia scolastica per quanto riguarda la Provincia di Reggio Emilia. In virtù di una parte di fondi propri e di fondi già accantonati, con questi 2.400.000 euro sarà possibile procedere alla localizzazione e alla realizzazione di un nuovo plesso scolastico.

Questo era l’intendimento della nostra Amministrazione. Non sarà un intervento spot. Noi speriamo di essere nelle condizioni di poterlo fare anche per i prossimi anni. Non dimentichiamoci che quest’anno abbiamo previsto 100 milioni di investimenti a bilancio; 25 milioni, cioè un quarto, sono orientati al sistema di edilizia scolastica. Mi sembra un segnale abbastanza chiaro e ben definito. Questo è il nostro impegno. Lo portiamo avanti con velocità? Ci scusiamo se lo portiamo avanti con velocità, ma vi è un tema: se riusciremo a rendere fattivi gli interventi con la pausa estiva, non ci saranno, ovviamente, elementi di sovrapposizione tra l’attività scolastica e l’attività di cantiere. Avremmo potuto utilizzare criteri diversi? Sì, avremmo potuto. Non si può dire, però, che questi criteri non siano oggettivi. La presenza dell’istituto superiore su una Provincia e, dall’altra parte, il numero degli alunni iscritti alle scuole secondarie mi sembrano criteri oggettivi.

È abbastanza evidente che il territorio regionale ha Province di dimensioni più piccole e Province di dimensioni maggiori. Così come avviene per tutti i riparti che tengono in considerazione la dimensione del territorio provinciale, ci sono contributi che vengono erogati in modo differenziato, ma comunque con un criterio equo per quello che è il riparto da noi definito.

Oggi, quindi, ringraziando – lo ripeto – l’Assemblea di aver accettato di portare in approvazione la delibera con una certa celerità, così come richiesto dalla Giunta regionale, diamo un altro bel segnale alla comunità emiliano-romagnola. Diamo vita a un investimento forte, che può essere già messo a disposizione nei prossimi mesi, a favore di uno dei beni più preziosi che la nostra attività ha il dovere di tutelare, vale a dire i nostri figli, che rappresentano il nostro futuro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

Dichiaro chiuso, quindi, il dibattito generale sulla delibera.

Dichiaro aperta la discussione generale sugli emendamenti. Ricordo che ogni consigliere ha a disposizione cinque minuti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Campedelli. Ne ha facoltà.

 

CAMPEDELLI: Sono due gli emendamenti che sono stati presentati, uno a firma di Fratelli d’Italia e l’altro della Lega Nord. Ebbene, per quanto riguarda l’emendamento che prevede di inserire alla lettera c) le tre ulteriori priorità, ossia il superamento dell’utilizzazione impropria di stabili che non siano riadattabili, l’abbattimento delle barriere architettoniche e la riqualificazione del patrimonio esistente, in particolare quello con valore storico-monumentale, noi voteremo a favore, anche se tali caratteristiche già rientrano nelle richieste che sono state avanzate alla Regione sui finanziamenti relativi ai fondi BEI dalle Province e dalla città metropolitana di Bologna.

Per quanto riguarda il secondo emendamento, che prevede lo slittamento di un mese della procedura, precisamente da marzo ad aprile, poiché si tratta di un provvedimento d’urgenza e occorre che i soggetti interessati presentino gli atti in tempi rapidi, il gruppo del Partito Democratico voterà contro.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Campedelli.

Non ci sono altri iscritti. Quindi, chiudo la discussione generale sugli emendamenti.

Apro le dichiarazioni di voto congiunte su emendamenti, ordine del giorno e delibera. Ogni Gruppo ha cinque minuti a disposizione.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Il consigliere Campedelli ha già parlato del nostro orientamento sugli emendamenti, io intervengo sull’ordine del giorno presentato dai colleghi del Movimento 5 Stelle, che forse è riassumibile in maniera estremamente sintetica con la dizione “piove, Governo ladro!”.

Badate, colleghi consiglieri, giustamente ognuno fa la sua parte, però noi siamo stati lungamente richiamati all’inizio di questa doppia seduta da diversi rappresentanti dell’opposizione rispetto alla necessità di avere i testi prima, per poterli approfondire. Ebbene, appena pochi minuti or sono ci viene presentato sulla “coppa” di un provvedimento che riguarda tutt’altro tema, perché esso affronta la tematica dell’edilizia scolastica, un ordine del giorno che fa riferimento alle modalità con cui si reperiscono i supplenti. È un ordine del giorno che sostanzialmente afferma che i problemi che sussistono nel reperire i supplenti sono riconducibili alla riforma “La buona scuola”, più tutta una serie di altre considerazioni, che personalmente non condivido e che, quand’anche si volessero approfondire, necessiterebbero di più tempo per capire se in realtà si possono sostanziare.

Volendo farla molto breve, dati i tempi assolutamente inadeguati che ci concedete e considerata la totale non attinenza di questo ordine del giorno rispetto all’argomento in discussione, pur comprendendo perfettamente che possa esserci un problema di cui tutti dovremmo farci carico, cioè che non è pensabile che per le risoluzioni avviate per via ordinaria trascorrano mesi prima che siano discusse, credo che, dopo le sedute di questi due giorni, questo problema non possa essere solo ascrivibile alla maggioranza, perché anche l’opposizione, come è del tutto evidente, riesce utilmente a dilungare i tempi di discussione, rendendone più difficoltosa la trattazione.

Alla luce di queste considerazioni, esprimeremo un voto contrario a questo ordine del giorno.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Desidero esprimere due considerazioni, una sul metodo e una sul merito.

Mi preme innanzitutto sottolineare che questo ordine del giorno è stato presentato ieri, esattamente trenta secondi dopo che l’oggetto 2165 fosse messo all’ordine del giorno. Ovviamente era pronto prima, ma io l’ho presentato non appena è stato iscritto all’ordine del giorno, visto che l’oggetto 2165 non figurava tra i punti all’ordine del giorno. Il fatto che sia stato distribuito venti minuti fa non è certo colpa delle opposizioni.

Ritengo, inoltre, che la tematica trattata sia attinente al tema oggetto della nostra discussione, dal momento che il problema che le supplenze ad oggi non vengano sopperite e il problema che i presidi siano costretti a distribuire gruppi di quattro o cinque studenti nelle altre classi sono problemi che sussistono e sono problemi di adeguatezza degli spazi. Ovviamente, il problema che i supplenti al momento non siano facilmente reperibili a me sembra sia inoppugnabile che dipenda dal decreto “La buona scuola”. Il fatto che voi non siate d’accordo con questa nostra valutazione ci sta tutto, però a noi sembra innegabile che questo stia succedendo.

Dichiaro, in conclusione, che esprimeremo un voto favorevole agli emendamenti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pettazzoni. Ne ha facoltà.

 

PETTAZZONI: Grazie, presidente. Siamo favorevoli al nostro emendamento e a quello presentato dal collega Foti, nonché all’ordine del giorno proposto dal Movimento 5 Stelle, che può sembrare un po’ fuori tema ma, trovandoci di fronte spesso ad aule molto piccole e sovraffollate, il fatto che proponga interventi tesi a incrementare il personale scolastico che impediscano di inserire nuovi alunni in aule già piccole credo lo renda meritevole di considerazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pettazzoni.

Non ho altri iscritti in dichiarazione di voto, quindi la dichiaro chiusa.

Procediamo con la votazione degli emendamenti sulla deliberazione oggetto 2165.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Pettazzoni, Rancan, Fabbri e Liverani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Foti e Aimi.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 2 è approvato.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rancan. Ne ha facoltà.

 

RANCAN: Intervengo per ricordare che all’emendamento a firma dei consiglieri Foti e Aimi avevamo aggiunto la firma anche io e il collega Pettazzoni.

 

PRESIDENTE (Soncini): Non ci è pervenuta per iscritto.

La parola al consigliere Rancan.

 

RANCAN: L’avevo comunicato all’inizio del mio intervento in discussione generale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Lo mettiamo agli atti, consigliere.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2165/1, oggetto 2237, a firma dei consiglieri Bertani, Piccinini, Sensoli e Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno è respinto.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 2165.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 1950

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, sulla materia, d’interesse regionale, delle elezioni dei Consorzi di bonifica nella Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Sassi, Bertani, Piccinini, Foti, Delmonte, Rancan

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 1950: Richiesta di istituzione di una commissione speciale d’inchiesta, ai sensi dell’articolo 60, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea Legislativa e dell’articolo 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, sulla materia, d’interesse regionale, delle elezioni dei Consorzi di bonifica nella Regione Emilia-Romagna. A firma dei consiglieri Sassi, Bertani, Piccinini, Foti, Delmonte, Rancan.

La richiesta di istituzione della Commissione d’inchiesta può essere formulata da ciascun consigliere regionale. È presentata all’Ufficio di Presidenza ed è inserita all’ordine del giorno della prima seduta utile dell’Assemblea.

L’Assemblea, con deliberazione a maggioranza assoluta dei suoi componenti, istituisce Commissioni di inchiesta per lo svolgimento delle funzioni di cui all’articolo 40, comma 1, dello Statuto, determinando la durata e il potere della Commissione in modo da assicurare l’efficacia dei suoi lavori, l’oggetto e i limiti dell’inchiesta, nonché il numero dei componenti e la partecipazione numerica di ciascun gruppo assembleare.

Apro la discussione generale. Ciascun consigliere ha dieci minuti a disposizione.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: Grazie, presidente. È indubbio che quanto è avvenuto per ciò che attiene alle elezioni, avvenute poco tempo fa, di questi organi abbia messo in evidenza l’esistenza di non pochi problemi, non ultimo la scarsissima affluenza (siamo sotto le due cifre). Quindi, la grande affluenza, le grandi code per andare a votare in realtà non sono suffragate dai fatti e dalle cifre.

Ebbene, permettetemi di dare avvio al mio intervento citandovi, appunto, qualche numero. Sono 1,6 milioni i cittadini chiamati a votare per il rinnovo degli organi consortili, più di quelli che voteranno alle prossime amministrative a maggio. Quindi, non stiamo parlando di votazioni certamente secondarie.

La partecipazione al voto è stata bassissima e difficile, ed è stata registrata una scarsissima informazione e l’assenza dell’utilizzo dei normali strumenti di comunicazione degli Enti. Molti non sapevo nemmeno che si andava a votare, mentre altri non avevano ricevuto alcun tipo di comunicazione, nemmeno con il passaparola. È stato rilevante il ricorso alle deleghe elettorali, oserei dire come è avvenuto in Afghanistan e in Birmania, dove però il voto è stato seguito dagli osservatori internazionali.

Fino ad arrivare agli appelli degli ultimi giorni. A Reggio Emilia le elezioni sono state annullate – l’annullamento è stato confermato da poco – dallo stesso Consiglio del Consorzio. Va detto che a Reggio Emilia aveva vinto una lista sostenuta da soggetti diversi da quelli che avevano ottenuto il maggior consenso negli altri Consorzi e diversi dalla “maggioranza uscente”. E le motivazioni dell’annullamento sono state individuate nell’altissimo numero di deleghe dubbie o irregolari.

In particolare, nel caso del Consorzio della Bonifica Burana abbiamo assistito al ripetuto diniego frapposto a un consigliere eletto di accedere alle schede e alle deleghe di voto. Malgrado il Regolamento di accesso agli atti sia chiarissimo e lo preveda, il Consorzio ha espresso un chiaro diniego, pensando bene di subordinare a un consistente pagamento – evidentemente i soldi degli altri sono sempre nei pensieri del Consorzio, visto che ha cercato di farsi pagare anche in questo caso – la visione delle schede e delle deleghe. In altri termini, si cerca di far pagare agli stessi consiglieri eletti nel Consorzio il diritto di conoscere e di vedere. In breve, si vuole frapporre un ostacolo economico per rendere impossibile l’accesso alle informazioni.

Insomma, le recenti elezioni dei Consigli consortili dei Consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna sono state connotate da un andamento complessivamente imbarazzante. Sono emerse gravi e diffuse criticità che hanno coinvolto tutte le fasi del processo, dalla presentazione delle liste alla loro ammissione al voto, alla comunicazione sostanzialmente nulla agli aventi diritto delle giornate e delle modalità e finalità del voto, fino alle stesse operazioni di voto realizzate.

Da questo riscontro, unanimemente riconosciuto da tutti gli organi di informazione e da moltissimi cittadini, deriva la nostra formale richiesta di istituire una Commissione speciale, come da Regolamento regionale. È indispensabile fare chiarezza sulla regolarità del voto che ha eletto gli organi di soggetti importanti e costosi. Non farlo significa prendere in giro questa Assemblea…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Soncini): Consiglieri, c’è un fastidiosissimo brusio. Vi prego di fare silenzio, così riusciamo ad ascoltarci meglio.

Prego, consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie.

Dicevo, non fare chiarezza significa prendere in giro questa Assemblea, che ha approvato, come da legge, gli Statuti dei Consorzi, i cittadini che hanno votato, quelli che non hanno potuto farlo, quelli che lo avrebbero fatto se lo avessero saputo o capito e quelli che pagano, ossia i contribuenti emiliano-romagnoli.

La nostra richiesta è finalizzata in particolare a consentire ai consiglieri regionali le necessarie condizioni di conoscenze connesse alla legittimità delle scelte adottate dai Consorzi nella definizione delle regole regionali e alla indizione, informazione e svolgimento delle operazioni di voto per il rinnovo degli organi consortili.

Ricordiamo, infine, che l’articolo 20 della legge regionale n. 42/1984 sui Consorzi prevede che la Giunta regionale abbia la facoltà di intervento sui Consorzi “per – cito – garantirne il buon funzionamento e la regolare attuazione dei loro fini istituzionali, con la possibilità di procedere a diffide e alla nomina di commissari”.

Tutto questo ci sembra che motivi ampiamente la richiesta di istituzione di una Commissione speciale d’inchiesta, che a nostro avviso dovrà operare senza gravare sulle tasche dei cittadini, quindi senza oneri per la Regione, perché per noi la trasparenza e la democrazia sono gratis, non a pagamento.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Serri. Ne ha facoltà.

 

SERRI: Grazie, presidente. In premessa, credo sia bene e utile ricordare quanto fatto finora dalla nostra Regione per migliorare il funzionamento, l’efficienza e l’efficacia rispetto al proprio passato e rispetto all’intero panorama nazionale.

A seguito dell’emanazione del decreto-legge n. 248/207, l’articolo 27 consentiva alla Regione di procedere al riordino dei Consorzi secondo criteri definiti in sede di Conferenza Stato-Regioni, e la nostra Regione ha avviato un percorso articolato di revisione della propria legislazione sulla materia.

Si è partiti con la legge regionale n. 5/2009, che principalmente ha provveduto alla ridelimitazione dei comprensori di bonifica e alla conseguente riduzione del numero dei Consorzi, che sono passati da quindici a otto per quelli di primo grado e da due a uno per quelli di secondo grado. Quindi, possiamo affermare senza ombra di dubbio che i Consorzi di bonifica, con questo passaggio normativo, sono stati dimezzati.

È arrivata poi la legge n. 5/2010, con cui è stato ridefinito il sistema elettorale dei Consorzi medesimi ed è stato ridotto il numero degli amministratori.

Con la legge n. 7/2012, inoltre, sono stati disciplinati, per quanto attiene alle aree urbane, i rapporti esistenti tra le funzioni delle reti di bonifica gestite dai Consorzi e quelle delle reti fognarie di competenza dei gestori dei servizi idrici integrati, ed è stata stabilita l’elaborazione per ciascun Consorzio dei nuovi piani di classifica dell’immobile per il riparto degli oneri consortili.

I nuovi piani di classifica, la cui entrata in vigore è prevista per quest’anno, determineranno una puntuale misura del grado di beneficio che l’attività del Consorzio territorialmente competente determina per l’immobile e sulla base del quale saranno ripartiti annualmente i costi sostenuti. Si andrà, pertanto, al superamento dei vigenti quindici piani relativi ai precedenti quindici Consorzi, che erano stati redatti nel corso degli anni Ottanta e Novanta, quindi oltre vent’anni fa, quando il territorio regionale non aveva ancora subìto quelle profonde trasformazioni urbanistiche che hanno impattato in maniera consistente sul sistema scolante della bonifica e, quindi, sulla sicurezza idraulica del territorio.

Dal 2007 ad oggi la Regione ha riformato profondamente l’organizzazione e l’attività dei Consorzi, favorendo l’evoluzione di questi enti in soggetti caratterizzati da maggiore efficienza, da minori costi gestionali e in grado di fornire risposte adeguate alle complesse problematiche legate alle attività di bonifica e irrigazione, nonché alle altre previste dai propri statuti.

Vorrei anche ricordare l’apporto significativo fornito dai Consorzi di bonifica in occasione degli eventi alluvionali, quando hanno messo in campo interventi di somma urgenza anticipando risorse in situazioni di incertezza per mettere in sicurezza il territorio dopo eventi non certo ordinari e prevedibili per la loro portata.

Venendo alla questione del voto, l’articolo 17 della legge n. 42/1984, sostituito poi dalla legge n. 5 prima citata, stabilisce che gli statuti deliberati dai Consigli di amministrazione e approvati dalla Giunta regionale disciplinano le modalità di svolgimento delle elezioni, cercando di favorire la partecipazione al voto dei consorziati anche attraverso l’utilizzazione di nuovi sistemi di voto, compresi quelli di tipo telematico, attraverso modalità certificate che assicurino la provenienza del voto, la segretezza e la non modificabilità dello stesso, cercando di assicurare la concorrenzialità delle liste e la libera espressione del voto da parte degli aventi diritto. La previsione del voto telematico, contenuta nello statuto-tipo approvato dalla Giunta regionale con delibera di luglio 2010, rappresenta un elemento di carattere ordinario e non perentorio, in quanto non prevede alcuna sanzione in caso di mancata attuazione.

Le elezioni consortili che si sono tenute a fine 2015 non hanno visto l’applicazione del voto telematico per una serie di motivazioni sia di carattere tecnico che di carattere economico, elemento che non può essere considerato secondario.

Va ricordato, comunque, che anche a seguito di una nota inviata dall’assessore Caselli a tutti i Consorzi del nostro territorio e all’ANBI Emilia-Romagna, l’associazione che raggruppa i Consorzi di bonifica, sono state attivate iniziative concrete per favorire la partecipazione al rinnovo degli organi amministrativi del Consorzio, con particolare riferimento all’utilizzo dei siti web di tutte le Amministrazioni pubbliche per pubblicizzare il rinnovo degli organi consortili. Inoltre, è stato aumentato rispetto alla precedente tornata elettorale il numero dei seggi, unitamente all’ampliamento del periodo di apertura e del coinvolgimento diretto delle organizzazioni dei portatori di interesse. Da questo punto di vista i Consorzi di bonifica, in merito al rinnovo degli organi, hanno provveduto a effettuare la pubblicazione sui quotidiani delle notizie relative alle operazioni elettorali, oltre alla messa in evidenza della scadenza e delle modalità di votazione.

Sulla possibilità di consultare gli elenchi degli aventi diritto al voto, i Consorzi di bonifica hanno provveduto alla pubblicazione, per trenta giorni, nel proprio albo e sul proprio sito della delibera del Comitato amministrativo concernente l’approvazione dell’elenco provvisorio degli aventi diritto al voto e delle modalità di presentazione di eventuali reclami e rettifiche da parte degli interessati. Sono stati pubblicati, unitamente alle delibere, anche gli elenchi degli aventi diritto al voto, oppure è stato depositato l’estratto degli elenchi degli aventi diritto al voto sia in forma cartacea che su supporto informatico presso gli uffici, dandone informazione nelle delibere di approvazione. Tali elenchi, tra l’altro, risulta che, previa richiesta, siano stati effettivamente consultati da utenti che ne hanno fatto richiesta diretta. Resta, inoltre, il fatto che ogni consorziato aveva la possibilità, digitando il proprio codice fiscale, di verificare sia la propria posizione contributiva sia la sezione elettorale di appartenenza.

Teniamo presente che la percentuale dei partecipanti al voto, effettivamente bassa, anche nelle tornate precedenti non è stata sicuramente ampia, anzi. Segno, questo, che c’è un problema strutturale, che va affrontato, sì, ma che non può essere considerato motivo per annullare delle elezioni.

Sul problema di presunte irregolarità riscontrate nel procedimento elettorale, è bene non fare di tutta l’erba un fascio, circoscrivendo i problemi dove si sono effettivamente verificati. Stiamo parlando di una questione che ha interessato l’elezione degli organi del Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, Consorzio che ha comunicato l’esito negativo dell’accertamento effettuato al termine delle operazioni elettorali, a seguito anche di reclamo effettuato nei tempi dovuti.

La Giunta regionale, pur nel doveroso rispetto dell’autonomia degli organi del Consorzio, si è attivata nei tempi dovuti e ha assunto la delibera n. 137/2016, con la quale ha diffidato il Consorzio a concludere le operazioni elettorali o proclamando gli eletti, anche a seguito degli errori riscontrati, oppure annullandole e riconvocando gli stessi elettori per ripeterle. Queste due opzioni, rispetto alle quali il Consorzio era tenuto a scegliere, si rifacevano al comma 1 dell’articolo 20 della legge n. 42. La Giunta ha, quindi, operato seguendo il dettato della normativa e ha operato sulla base dei poteri di intervento previsti dalla stessa. Il Consorzio ha assunto la deliberazione n. 131 del 12 febbraio 2016, con la quale ha risposto alla delibera della Giunta annullando le elezioni e riconvocando il Consiglio di amministrazione per il 29 febbraio per fissare date e procedure per le elezioni.

In quest’ultimo anno abbiamo visto numerosi atti ispettivi delle minoranze presentati sui Consorzi di bonifica, dai quali emergono elementi di considerazione di vario genere, fino ad arrivare in alcuni casi a mettere in dubbio l’utilità. Questa grande attenzione nei confronti dell’attività dei Consorzi di bonifica se, da un lato, è encomiabile, dall’altro fa quasi pensare che si sia deciso di dedicare una particolare attenzione politica nei confronti di questi soggetti. Verrebbe da pensare che istituire una Commissione d’inchiesta, vista l’attenzione continua rivolta ai Consorzi di bonifica, rischierebbe di tradursi in una Commissione permanente sui Consorzi. Non penso che questo serva.

La proposta di Commissione d’inchiesta avanzata è, tra l’altro, molto rispettosa e coerente con il contenimento dei costi e la volontà di non gravare sulle tasche degli elettori, ma prevede una serie di passaggi e di impiego di forze e tempo che mi fa dire che è preferibile, anche per affrontare velocemente la questione, adottare gli strumenti che sono già a disposizione, strumenti già adottati dove i problemi ci sono stati, e solo in quei casi sono stati attivati e hanno portato rapidamente alle decisioni che ho prima ripreso.

Per questo noi non siamo favorevoli a questa proposta.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliera, concluda.

 

SERRI: Ho finito.

Penso, invece, che dobbiamo concentrarci su alcune questioni operative: lavorare su una revisione degli statuti e dei Consorzi in direzione di una maggiore semplificazione ed efficienza; attivare l’implementazione del sistema di voto elettronico, cercando di capire quali possano essere le modalità per abbattere i costi, perché se si devono investire milioni di euro e risorse per ottenere una partecipazione esigua direi che il gioco non vale la candela. Il problema forse non è l’adozione del voto elettronico o meno, bensì informare adeguatamente, far conoscere l’importanza della partecipazione al voto sui Consorzi di bonifica, tenuto conto che la Regione ha aperto la possibilità ai cittadini di presentare liste e di candidarsi. Fa parte di un percorso di democrazia e di civismo, nel quale la Regione Emilia-Romagna crede profondamente e su cui penso ci troviamo tutti d’accordo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Serri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Penso che non si possa tacere dopo questo intervento.

L’interesse che abbiamo dato alla questione, come le interpellanze e le interrogazioni che abbiamo presentato tanto noi quanto gli altri componenti dell’Assemblea, non è segno di un’attenzione politica scaturita dal fatto che non ci piacciono i Consorzi. La richiesta di istituzione di una Commissione di inchiesta non deriva da una nostra forma di odio nei confronti dei Consorzi, bensì dalle segnalazioni che ci sono state fatte dai cittadini di tutti i territori gestiti dai Consorzi che mettevano in luce questi gravi problemi che si sono riscontati durante le elezioni.

I cittadini non si sono lamentati che i Consorzi non funzionano e non effettuano la regimazione delle acque, anche se al riguardo si potrebbero compiere ulteriori verifiche, ma hanno fatto presente che hanno difficoltà a presentare le liste, che sono state cambiate le regole, che ci sono grossi dubbi sulle deleghe, sia per le liste che per i voti.

Il problema è che, ad oggi, vige un sistema di voto che è feudale. Il Consorzio, ancora oggi, è vissuto come un sistema feudale, per cui guai a chi si affaccia per cercare di entrare in quel contesto, dal momento che lì dentro c’è un controllo, un controllo che non si può toccare. Quindi, chi ha voluto presentare liste alternative ha fatto fatica. L’unico Consorzio dove vengono annullate le elezioni – guarda caso – è quello dove hanno vinto quelli che non dovevano vincere. Quindi, qui c’è un problema e questo problema deve essere affrontato.

La Commissione d’inchiesta serve per capire dove si sono verificati questi problemi, e questi problemi vi assicuro che esistono. C’è un problema di accesso agli atti. Alcuni consiglieri hanno chiesto di poter visionare le deleghe e le schede dei voti, ma è stato loro negato accampando la scusa che occorre la presenza di un notaio, che ovviamente ha un suo costo. Allora, abbiamo richiesto noi di fare l’accesso agli atti. Ebbene, neanche noi lo possiamo fare come consiglieri regionali, neanche noi possiamo capire cosa si nasconde lì dietro. Questo sistema deve essere assolutamente revisionato e rivisitato.

Siamo, quindi, disponibili a discutere dell’atto politico proteso a un cambiamento delle regole, ma non intendiamo assolutamente derogare sul fatto che non si vada a indagare su quello che è successo. Questo è veramente assurdo. Non si può tralasciare un aspetto così importante della questione. Se impedirete l’istituzione della Commissione d’inchiesta e continuerete a proporci di usare gli strumenti ordinari, allora vi dico fin d’ora che in qualità di Vicepresidente della Commissione so già come muovermi: intaserò la I Commissione di audizioni sui Consorzi di bonifica. E così risolviamo il problema. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Cercherò di non adoperare i toni che abitualmente utilizzo quando parlo dei Consorzi.

L’intervento della consigliera Serri mi fa venire un dubbio: lei ha mai provato a chiedere un atto a un Consorzio? Ma soprattutto ha mai provato a presentare una lista senza essere inquadrata in quelli che devono vincere a prescindere? Peraltro, la sua lunga relazione non ha risposto a una domanda: vi rendete conto che su 440.000 consorziati sono andati a votare in 500? La legge era stata predisposta – mi corregga, assessore Caselli, anche se so benissimo che lei non c’entra visto che parliamo di altri tempi – sulla base del fatto che la partecipazione delle categorie a questa gestione avrebbe portato a dei miglioramenti rispetto alla partecipazione ancora più da prefisso telefonico di quanto non fosse prima.

Ebbene, se escludiamo il caso di Reggio Emilia, dove la competizione tra liste ha portato la gente a votare, nel resto dei casi la situazione è sconfortante. Lasciamo perdere adesso se c’è stato un seggio dove le deleghe venivano offerte ai passanti, perché quando si parla di questi argomenti bisognerebbe conoscerli. Come dovrebbe sapere la consigliera Serri, che ha poc’anzi affermato che chiunque, digitando il proprio codice fiscale, poteva vedere se era un contribuente, che un morto non dovrebbe poter digitare il proprio codice fiscale. Sa, per caso, quanti deceduti figurano tra gli elettori dei Consorzi? Io ne ho trovati tre che superano i centotredici anni d’età. Forse sono persone che, essendo fedeli ai Consorzi, hanno lunga vita. Tuttavia, al di là di questi casi limiti e di queste che non sono affatto battute, potete girare intorno alla questione finché volete, ma qui il vero problema è non scontrarsi con i padroni del vapore, pensando di chissà quanti voti sono oggi portatori. Ma se non riescono a portare i propri associati a votare neppure quando hanno degli interessi diretti, pensate che riescono a farvi avere quattro preferenze in croce?

Vi è poi un tema riferito alla terzietà di queste elezioni. Ma in quale repubblica delle banane a giudicare l’ammissibilità di una lista ci sono i candidati della lista concorrente?

 

(interruzioni)

 

Almeno le primarie del PD riguardano fatti interni. Ma questi gestiscono pure soldi pubblici.

I fatti che sono stati riportati – l’assessore Caselli li conosce tutti –, anche se la Giunta, a mio avviso, pur avendo un ricorso gerarchico, aspetterà i novanta giorni per poi non rispondere al ricorso gerarchico, potrebbero almeno spingerci a prevedere un procedimento terzo per cui, così come accade quando noi presentiamo le liste, la regolarità o meno di un procedimento sia giudicata da terzi soggetti? Vi pare logico che debba dichiarare la regolarità del procedimento chi si è inventato il procedimento? Neanche nelle strutture manicomiali pensavano che fosse possibile questo. Nessun matto arriverebbe a dire: mi faccio le regole, decido chi partecipa, tu voti perché hai la barba, tu non voti perché sei brizzolato. Delle robe di Sant’Uffizio, direbbero nelle mie zone.

Vi dico sinceramente che, se si vuole dare un minimo di credibilità ai Consorzi di bonifica, la condizione prima è che la Regione modifichi la legge nella parte in cui disciplina le elezioni. Volete farlo con lo statuto-tipo? Io ritengo che si debba fare in certe parti per legge. Volete comunque farlo con lo statuto-tipo? Fatelo con lo statuto-tipo, ma si sappia chi fa che cosa e soprattutto mettiamo soggetti terzi.

Un’ultima considerazione, e chiudo. La vicenda dei piani di classifica qui dentro la sottovalutano tutti. Ma vedrà, consigliera Serri, come anche nel suo territorio si sveglieranno i contribuenti non appena verranno applicati. È inutile voler far pagare alla contribuenza urbana i costi della contribuenza suburbana. È inutile continuare ad allargare i perimetri dei piani di classifica che consentono, ovviamente, di applicare il contributo di bonifica quando vi sono zone intere che non hanno quel beneficio diretto e specifico che la Corte di cassazione ritiene a fondamento dell’applicazione del contributo di bonifica medesimo. E ci sarà pure un motivo per cui persino nella Regione Toscana sono meno realisti del re di quanto lo si è in questa zona. Non a caso, la Regione Toscana ha assunto – non parlo addirittura della Regione Marche – provvedimenti più coraggiosi di quella difesa d’ufficio che è stata pronunciata poc’anzi, perché poteva sembrare una comparsa in qualsiasi procedimento da parte dei Consorzi o dell’avvocato dei Consorzi.

Non ritenete, quindi, che ci siano le condizioni per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta? Questa è una valutazione politica. Tra l’altro, a mio giudizio, su questa vicenda si aprirà un procedimento penale, visto anche ciò che è successo a Reggio Emilia. Lì si andrà a finire. Comunque, a prescindere da questo aspetto, ritengo sia opportuno, se non si vogliono andare a vedere le ragioni pregresse, evitare almeno i danni per il futuro modificando radicalmente, a livello regionale, il libero arbitrio che viene lasciato agli otto Consorzi di bonifica, che vorrei ricordare tutto stanno facendo oggi meno che la bonifica integrale di cui al regio decreto del ministro Serpieri, che era a fondamento del contributo di bonifica.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Colleghi consiglieri, sono le 18,05, per cui proverei a chiudere l’argomento in trattazione.

Siamo in discussione generale. Non ho iscritti, per cui chiudo la discussione generale.

Apro la dichiarazione di voto. Ogni Gruppo ha cinque minuti a disposizione.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: L’operazione è riuscita, ma il malato è morto. Questa è la sintesi che farei dell’intervento della consigliera Serri, la quale ha puntualmente ribadito che tutto è andato bene, tutto si è svolto nella correttezza delle procedure. Tuttavia, qualcosa non ha funzionato perché, come giustamente sottolineava il consigliere Foti, siamo al prefisso telefonico dal punto di vista della partecipazione al voto. Ora ci sarà la riconvocazione su Reggio Emilia, e spero che non si ripeta ciò che è avvenuto precedentemente, auspico che vi sia più serietà; diversamente, ai seggi troverete i nostri banchetti a fare proteste e a sollecitare l’attenzione della stampa.

Noi, ovviamente, sosteniamo la richiesta dell’istituzione di una Commissione d’indagine, e per svariate ragioni. Innanzitutto ho sentito dire che l’intera documentazione era stata pubblicata sull’Albo e sul sito web e che la parte cartacea era accessibile presso gli uffici. Vorrei sapere quanti sono andati a consultarla, visto che sono andati in tanti. Inoltre, con questa istituzione non chiediamo l’annullamento tout court delle elezioni, ma trasparenza, quella stessa trasparenza che il Consorzio della Bonifica Burana sta negando a un consigliere eletto. A mio giudizio, questo è molto grave, come è altrettanto grave che un partito che si definisce democratico non si indigni lui stesso per questo atteggiamento. Là dove sono state usate molte deleghe – Reggio è un esempio eclatante – sono comunque in una situazione sospetta, soprattutto perché quando senti dire “Sono andato a votare per mio padre e ho scoperto che aveva già votato” qualcosa di strano deve venire in mente, o quando scopri che ci sono anche le votazioni di alcune persone morte. Il dubbio a voi non viene? A me sì.

Noi non abbiamo piacere di fare battaglie contro un ente piuttosto che un altro perché di lavoro ce n’è tanto da fare e di argomenti tanti da affrontare, ben più seri da un punto di vista più ampio. Le minoranze sono qui per fare i controlli. È il nostro mestiere. Cerchiamo di farli quando ci viene concesso, vedasi il Consorzio di Burana.

La Commissione di per sé non vuole affatto essere permanente. Nel carattere di questa richiesta c’è la temporaneità. Raggiunto l’obiettivo, la Commissione si chiude. L’obiettivo è fare trasparenza. Non abbiamo piacere a caricare di ulteriore lavoro i consiglieri di questa Regione, ma vogliamo fare vera trasparenza senza dover arrivare a queste richieste. Dovrebbe essere quasi automatico. A volte non lo è e quindi queste richieste riteniamo essere assolutamente necessarie. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. Intervengo in dichiarazione di voto. Intanto, chiedo immediatamente la votazione elettronica dell’atto…

 

PRESIDENTE (Soncini): Siamo obbligati alla votazione elettronica.

 

DELMONTE: Lo chiedo lo stesso.

Noi abbiamo aggiunto la firma a questa richiesta perché riteniamo che sia un atto doveroso verso quella cittadinanza che, anche se poco, conosce la situazione; conosce cosa è avvenuto e soprattutto, alla luce di quello che è avvenuto – io conosco molto bene la realtà di Reggio Emilia, non conosco approfonditamente le altre – credo che sia giusto fare chiarezza sui procedimenti, sulle procedure, perché dalla presentazione delle liste, fino al voto per delega, fino allo scrutinio, all’assegnazione dei seggi, al cambio dei seggi (molto spesso la gente si è presentata a votare in un posto che era cambiato senza dare nuova comunicazione, questo è avvenuto a Reggio) sono state procedure che non hanno funzionato e che non funzioneranno nemmeno nelle prossime elezioni che Reggio Emilia dovrà riaffrontare. Infatti, dopo l’annullamento si dovranno affrontare delle nuove elezioni probabilmente con le stesse e identiche procedure.

Mi chiedo come sia possibile che un’aula, un’Assemblea, una Regione intera, anche dal punto di vista della Giunta, non provveda semplicemente non a investigare, perché non è nostro compito investigare, ma almeno a fare chiarezza sulle procedure e cercare almeno di capire quali sono i punti fallimentari per cercare di cambiare nel breve tempo possibile e fare in modo che la storia non si ripeta tra pochi mesi, tra poche settimane, perché questo sarebbe veramente un errore molto grave che la Regione potrebbe fare e noi auspichiamo non faccia.

Per questo motivo il nostro voto è favorevole. Speriamo che il PD smetta di avere paura delle Commissioni d’inchiesta, perché non sono per forza un male, sono utili per cercare di capire quali sono i punti che non hanno funzionato. Se non hanno funzionato, insieme con la Commissione d’inchiesta che prevede le minoranze, insieme alle maggioranze, a un lavoro condiviso, possiamo cercare di risolverle per evitare che si ripetano.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Voteremo a favore della richiesta perché crediamo che al di là della falla di mera procedura di elezione ci sia proprio un vulnus nel controllo interno dei Consorzi che solo in parte è parato dalla legge regionale che disciplina i medesimi.

Pertanto, riteniamo importante anche estendere questo tipo di attività di verifica ad alcune modalità. Quest’oggi, non sapendolo, perché evidentemente si tratta di una interrogazione assai laboriosa che abbiamo presentato proprio nella mattinata, abbiamo rappresentato il caso di un Consorzio di bonifica che ha deliberato un intervento su un Comune dell’Appennino nelle immediate vicinanze, per non dire direttamente nella proprietà di un soggetto che è pure sindaco e consigliere del Consorzio di bonifica stesso che, autorizzando l’intervento, di fatto, si è tolto…

È chiaro che, al di là dell’evidente buona fede, di cui nessuno dubita, della liceità dei comportamenti di cui nessuno dubita, c’è una difficoltà interna nella trasparenza di questi Consorzi.

Crediamo che una Commissione come quella di cui si chiede l’istituzione possa essere utile anche a beneficio dei Consorzi stessi, perché affermando un principio di trasparenza complessiva questi sono i primi a goderne. Laddove, invece, non ci dovesse essere trasparenza è evidente che non possiamo essere portatori di un interesse che non è neppure legittimo, ma che questa trasparenza appunto venga istituita. Quindi, voteremo a favore.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Torri. Ne ha facoltà.

 

TORRI: Grazie, presidente. Per quanto riguarda questa richiesta non voteremo a favore della creazione di una Commissione d’inchiesta perché non riteniamo sia questo lo strumento che ha le facoltà adatte a intervenire su tanti dei problemi che sono emersi in questa discussione. Il principale è quello di Reggio Emilia dove si è già intervenuti tempestivamente. Si poteva forse fare più in fretta, si poteva forse fare in maniera più incisiva, ma con i metodi dovuti per annullare le elezioni e per procedere a una nuova convocazione. Per altre cose ci sono le strutture preposte che devono indagare e intervenire con tutte le facoltà che hanno. Questo non significa che vada tutto bene. Di questo discorso ci eravamo occupati anche nella Commissione II dove si erano indicate delle modalità con cui agire anche in tempi brevi, convocando audizioni e cercando appunto di fare chiarezza sui temi procedurali, cercando, con le facoltà che hanno i consiglieri regionali, di intervenire per migliorare.

Noi riteniamo ancora valido quel percorso che passa per le Commissioni consiliari ed è sempre trasparente. Crediamo che il tema vada affrontato in maniera tempestiva. Cercheremo di stare attenti e di fare pressione perché crediamo che al momento sia lo strumento più utile da utilizzare proprio perché parte del lavoro è stata fatta e ampi spazi di miglioramento ci sono e devono essere affrontati velocemente.

Per una questione operativa non crediamo che questi spazi possano essere affrontati con una Commissione d’inchiesta, ma debbano essere affrontati con un lavoro nostro, come consiglieri, nelle Commissioni e in aula. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Torri.

Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della richiesta di istituzione della Commissione speciale d’inchiesta, oggetto 1950, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

36

Assenti

14

Votanti

35

Favorevoli

11

Contrari

22

Astenuti

2

 

PRESIDENTE (Soncini): L’oggetto 1950 è respinto.

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Soncini): Sono le 18,16. Abbiamo l’Ufficio di Presidenza e la Conferenza dei capigruppo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rancan. Ne ha facoltà.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Intervengo sull’ordine dei lavori. Chiedo il rinvio alla prossima tornata dell’oggetto 1992.

 

PRESIDENTE (Soncini): Visto che abbiamo l’Ufficio di Presidenza e la Conferenza dei capigruppo, va bene.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 18,16

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI e la consigliera Barbara LORI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 1961 “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1994, n. 8 “Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria” in attuazione della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni sulla Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro unioni” e della legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”»” (26)

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 24

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Nadia ROSSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 5

Andrea BERTANI, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Astenuti: 11

Enrico AIMI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 9

Stefano BARGI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Barbara LORI, Giorgio PRUCCOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Luca SABATTINI, Marcella ZAPPATERRA.

 

OGGETTO 1950 “Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, sulla materia, d’interesse regionale, delle elezioni dei Consorzi di bonifica nella Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Sassi, Bertani, Piccinini, Foti, Delmonte, Rancan”

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 11

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Daniele MARCHETTI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 22

Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 14

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 2235 “Ordine del giorno n. 1 collegato all’oggetto 2018 Proposta recante: "Agenda digitale dell'Emilia-Romagna: Linee di indirizzo del Piano regionale per lo sviluppo telematico, delle ICT e dell'e-government ai sensi dell'art. 6 della legge regionale n. 11/2004. Proposta all'Assemblea legislativa". A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Montalti, Caliandro:

«Nel dispositivo introdotto da "Considerato che" le parole "vuoti, siti dei Comuni poco professionali" sono sostituite con "non ancora estesi ai cittadini".»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Montalti, Caliandro:

«Il secondo periodo del dispositivo finale d’impegno è sostituito dal seguente:

"valorizzare il "fascicolo elettronico d’impresa" nell’ambito di tutti i servizi e le applicazioni regionali in cui ciò sia possibile."»

(Approvato)

 

OGGETTO 2165 “Delibera: «Indirizzi e criteri per la formulazione del programma 2016 di edilizia scolastica ai sensi della L.R. 22 maggio 1980, n. 39 (Norme per l’affidamento e l’esecuzione di opere urgenti di edilizia scolastica).» (Proposta della Giunta regionale in data 15 febbraio 2016, n. 149)” (64)

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Pettazzoni, Rancan, Fabbri, Liverani:

«Dopo il termine "Delibera" al punto 1d) sostituire le parole "31 marzo 2016" con "30 aprile 2016"»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Foti, Aimi, Rancan, Liverani, Pettazzoni:

«A pagina 6, al punto 1) del meccanismo, al termine della lettera c), sono integrate le seguenti priorità:

"- al superamento dell’utilizzazione impropria di stabili che non siano riadattabili;

- all’abbattimento delle barriere architettoniche;

- alla riqualificazione del patrimonio esistente, in particolare di quello avente valore storico-monumentale."»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

2211 - Interrogazione a risposta scritta circa l'individuazione dei soggetti partecipanti ad incontri istituzionali cui sia presente il Presidente della Giunta regionale. A firma del Consigliere: Foti

2213 - Interrogazione a risposta scritta circa la rimozione, per ragioni sanitarie e di decoro, di materiale rotabile e convogli in stato di abbandono presso la stazione di Bondeno (FE). A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

2216 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza dei passeggeri e degli operatori del servizio di trasporto pubblico. A firma del Consigliere: Foti

2218 - Interrogazione a risposta scritta circa le carenze degli organici delle strutture sanitarie ed i costi delle Direzioni di Area Metropolitana. A firma della Consigliera: Sensoli

2220 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure e la disciplina riguardanti appalti relativi a società in house, con particolare riferimento all'affidamento delle attività di promozione e comunicazione circa le nuove piste ciclabili di Imola. A firma del Consigliere: Bignami

2221 - Interrogazione a risposta scritta circa i disservizi causati dalla distribuzione, da parte di Poste Italiane SpA, della posta a giorni alterni. A firma dei Consiglieri: Montalti, Caliandro, Calvano, Zappaterra, Rontini, Bagnari

2224 - Interrogazione a risposta scritta circa il rinvio dell'approvazione del Piano Regionale sui rifiuti fino alla conclusione delle verifiche riguardanti i relativi impianti, con particolare riferimento alla discarica "Tre Monti" di Imola. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Liverani

2225 - Interrogazione a risposta scritta circa l'ampliamento dell'accesso alle strutture clinico-sanitarie regionali, garantendone l'apertura 7 giorni su 7 ed anche in fasce d'orario serali. A firma del Consigliere: Rancan

2227 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure relative ad opere riguardanti, nel Comune di Granaglione, il Consorzio di Bonifica Renana. A firma del Consigliere: Bignami

2228 - Interrogazione a risposta scritta circa l'organizzazione e la struttura del Servizio Acquisti Metropolitano (SAM), anche in relazione alle funzioni, relative alle centrali d'acquisto, riguardanti Intercent-ER. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2229 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare, in collaborazione col Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, per informare sui rischi connessi alla pubblicazione sui Social media delle immagini dei minori. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi

2230 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per porre rimedio alla mancata sostituzione integrale delle Borse lavoro in tirocini di tipo D, anche al fine di tutelare i soggetti più deboli. A firma della Consigliera: Piccinini

2231 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare la chiusura dell'Azienda Micron-Mineral di Ravenna e tutelare i relativi lavoratori. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri

2233 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione della disponibilità dei punti medicalizzati dell'Ospedale di Zocca e di quello sito a Montese, con particolare riferimento alla tutela della sicurezza e del benessere dei cittadini del territorio modenese. A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami

 

Interpellanze

 

2212 - Interpellanza circa il trasferimento da Villanova d'Arda dell'attività di riabilitazione e di recupero al presidio ospedaliero di Fiorenzuola d'Arda, una volta ultimata la realizzazione del blocco "B" ora in corso. A firma del Consigliere: Foti

2226 - Interpellanza circa la situazione riguardante la FCA VM Motori di Cento e la tutela dei lavoratori della stessa. A firma del Consigliere: Alleva

 

Risoluzioni

 

2217 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni verso il Governo per aumentare le risorse destinate dalla Legge di Stabilità 2016 al Fondo nazionale per la montagna, per chiedere che la quota dello stesso destinata alla Regione Emilia-Romagna tenga conto delle esigenze delle imprese e dei lavoratori in difficoltà, prevedendo inoltre sgravi fiscali per le attività produttive che si insedieranno in zone montane. (23 02 16) A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

2219 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso gli Enti Locali e le relative biblioteche pubbliche, ed in particolare presso il Comune di Casina, per fare in modo che libri riguardanti la sessualità destinati ai bambini non siano direttamente accessibili da parte degli stessi, lasciando ai genitori l'eventuale possibilità di procurarsi, per i propri figli, libri e rappresentazioni in merito a tale tematica. (23 02 16) A firma del Consigliere: Delmonte

2223 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere un tavolo regionale di consultazione con gli Istituti musicali operanti sul territorio regionale per favorire l’interlocuzione tra il livello politico-istituzionale e le Conferenze relative ai conservatori, attivandosi inoltre presso il Governo affinchè vengano attuate le disposizioni di cui all’art. 2, comma 7, della L. n. 508/99. (23 02 16) A firma dei Consiglieri: Calvano, Marchetti Francesca, Caliandro, Tarasconi, Campedelli, Serri, Zoffoli, Cardinali, Pruccoli, Ravaioli, Rossi Andrea, Zappaterra, Sabattini, Montalti, Bagnari, Boschini, Rontini, Molinari, Poli, Iotti, Prodi, Paruolo

2232 - Risoluzione per impegnare la Giunta a confermare, nella redazione del prossimo regolamento attuativo della legge regionale di tutela della fauna ittica, il periodo di divieto di pesca della trota fario, il numero di catture giornaliere e la misura minima, pari a 22 cm., dell'esemplare catturato. (24 02 16) A firma dei Consiglieri: Taruffi, Cardinali, Torri, Molinari, Serri, Rontini

2234 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo e tutte le sedi competenti affinché, nel rispetto del principio di precauzione ed a tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente, si oppongano all'autorizzazione all'uso a livello europeo del pesticida glifosato senza pareri univoci sul piano scientifico sulla sua cancerogenicità, vietandone inoltre la produzione e la commercializzazione e monitorandone la presenza nelle acque. (24 02 16) A firma dei Consiglieri: Bertani, Piccinini

(Comunicazione n. 25 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2016/534 del 25/02/2016)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Ranieri - Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

 

Espandi Indice