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65.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 1 MARZO 2016

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

Sullo svolgimento di interpellanza

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 1854

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Norme regionali in materia di organizzazione degli esercizi farmaceutici» (27)

(Continuazione esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

PARUOLO (PD)

FOTI (FdI)

PARUOLO (PD)

PARUOLO (PD)

SENSOLI (M5S)

PARUOLO (PD)

PARUOLO (PD)

DELMONTE (LN)

SENSOLI (M5S)

FOTI (FdI)

PARUOLO (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

PARUOLO (PD)

FOTI (FdI)

PARUOLO (PD)

SENSOLI (M5S)

FOTI (FdI)

PARUOLO (PD)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALIANDRO (PD)

DELMONTE (LN)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 1992

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d’inchiesta, ai sensi dell’art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna e dell’art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea Legislativa, sul rispetto della legalità e le azioni di prevenzione e trasparenza necessarie a combattere infiltrazioni di stampo mafioso di qualsiasi genere sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Rancan, Marchetti Daniele, Delmonte, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Bargi

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Soncini)

RAINIERI (LN)

DELMONTE (LN)

MUMOLO (PD)

RANCAN (LN)

GIBERTONI (M5S)

RAINIERI (LN)

SASSI (M5S)

FOTI (FdI)

MUMOLO (PD)

RAINIERI (LN)

PRESIDENTE (Soncini)

 

OGGETTO 1887

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Memoria del Novecento – Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna» (TESTO BASE) (28)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione)

OGGETTO 164

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «La promozione del Giorno del Ricordo in Emilia-Romagna.» A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Abbinato)

OGGETTO 1944

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Promozione del "Giorno della libertà" in Emilia-Romagna.» A firma del Consigliere: Foti

(Abbinato)

PRESIDENTE (Soncini)

RAVAIOLI, relatrice della Commissione

FOTI, relatore di minoranza

ALLEVA (Altra ER)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 1854 - 1992

Emendamenti oggetto 1854

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 15,16

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la sessantacinquesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare gli assessori Bianchi, Donini e Petitti e i consiglieri Bargi e Lori

 

Sullo svolgimento di interpellanza

 

PRESIDENTE (Saliera): Abbiamo all’ordine del giorno l’oggetto 1917, però non vedo l’interpellante Alleva, per cui rinvierei, non a domani, ma alla prossima convocazione l’interpellanza e ovviamente la risposta.

Attendiamo cinque minuti per riuscire ad avere il numero legale e proseguire con l’esame dell’articolato sospeso questa mattina.

Vi pregherei di non allontanarvi, in modo che appena raggiungiamo il numero dei venticinque possiamo procedere.

 

(La seduta, sospesa alle ore 15,17, è ripresa alle ore 15,20)

 

PRESIDENTE (Saliera): Riprendiamo i lavori.

Nomino scrutatori i consiglieri Montalti, Mumolo e Delmonte.

 

OGGETTO 1854

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Norme regionali in materia di organizzazione degli esercizi farmaceutici» (27)

(Continuazione esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Passiamo all’esame dell’art. 14.

Sull’art. 14 insistono quattro emendamenti: emendamento 1, a firma del consigliere Paruolo; emendamento 5, a firma del consigliere Delmonte; emendamento 26, a firma del consigliere Foti; emendamento 8, a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni e Sassi.

Apro il dibattito generale sull’articolo 14 e sugli emendamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Solo per dire che voteremo l’emendamento che ho sottoscritto e l’emendamento 5 presentato dal consigliere Delmonte. L’emendamento 26 a questo punto è superato, almeno dal punto di vista logico, non so se anche formale, dall’emendamento 5 che voteremo. Infine, ci esprimeremo in modo contrario rispetto all’emendamento presentato dalla collega Sensoli, più che altro perché riteniamo che il principio di garantire un’assistenza farmaceutica sufficiente sul territorio sia giusto, però che sia un pochino più complesso del 25 per cento qui portato come livello minimo. Peraltro, è una cosa che viene già fatta nel momento in cui l’azienda USL individua i turni sul territorio, tenendo conto anche delle ferie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Paruolo.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di parlare in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1 a firma del consigliere Paruolo.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5 a firma del consigliere Delmonte.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 5 è approvato.

L’emendamento 26, essendo stato approvato il precedente emendamento, rimane precluso.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8 a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni e Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 8 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 14.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 14 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 15.

Sull’art. 15 insistono due emendamenti: emendamento 40, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti; emendamento 31, a firma del consigliere Foti.

Apro il dibattito generale sull’articolo 15 e sugli emendamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Presidente, questa era solo una specifica. Probabilmente è già così, però mentre le linee guida risultano adottate nel caso in cui le consegne domiciliari siano effettuate dai privati, non è previsto che le stesse si applichino ai Comuni.

Se le farmacie comunali provvedono alla consegna dei medicinali a domicilio, non vedo perché non debbano soggiacere alle stesse linee guida dei privati farmacisti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Sul punto sollecitato in questo momento dal consigliere Foti, voteremo contro perché pensiamo che sia già così. Nel momento in cui c’è un articolo che disciplina la consegna a domicilio, lo stesso si riferisce a tutte le consegne a domicilio.

Mi è stato assicurato che in qualche modo è già così. Adesso faccio una verifica eventualmente per quell’articolo. Comunque, nel caso, va messo là.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Paruolo.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di parlare in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 40 a firma dei consiglieri Aimi, Bignami e Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 40 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 31 a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 31 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 15.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 15 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 16.

Sull’art. 16 insistono quattro emendamenti: emendamento 27, a firma del consigliere Foti; emendamento 41, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi; emendamento 42, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti; emendamento 2, a firma del consigliere Paruolo.

Apro il dibattito generale sull’articolo 16 e sugli emendamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Intervengo rapidissimamente, intanto per dare conferma al consigliere Foti che con “farmacie convenzionate” si intendono sia le comunali, sia le private. L’articolo 15 disciplina entrambe, quindi non era necessaria effettivamente la puntualizzazione precedente.

Invece, per quanto riguarda questi emendamenti, delle linee guida si occupa già l’articolo 21, al comma uno. Quindi respingeremo l’emendamento 27.

L’emendamento 41 non lo condividiamo.

Le ispezioni ordinarie sono materia che abbiamo delegato alla Giunta nel già citato articolo e non crediamo che sia il caso di abolirle.

Voteremo invece l’emendamento che sostituisce un errore, nel senso che “agente di polizia giudiziaria” è la dicitura esatta, e non “addetto”.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Paruolo.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di parlare in dichiarazione.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 27 a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 27 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 41 a firma dei consiglieri Bignami, Aimi e Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 41 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 42 a firma dei consiglieri Bignami, Aimi e Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 42 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2 a firma del consigliere Paruolo.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 16.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 16 è approvato.

Procediamo con l’emendamento 9, a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni, Sassi, che introduce un nuovo articolo.

Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

È molto semplice questa proposta di un nuovo articolo. Chiediamo che vengano effettuati controlli anche presso gli esercizi commerciali autorizzati, visto che ad oggi non sono solo le farmacie a vendere medicinali, ma anche alcuni esercizi commerciali.

Quindi per tutelare i cittadini e i consumatori, riteniamo che gli stessi controlli debbano essere effettuati anche negli esercizi commerciali.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sensoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Riteniamo che la segnalazione dei colleghi Sensoli, Gibertoni e Sassi individui un punto su cui occorrerà intervenire, perché in qualche misura bisogna comprendere che va disposta la vigilanza anche sulle parafarmacie e gli esercizi commerciali che vendono medicinali.

Nondimeno, pensiamo che questo vada inserito non nella legge che riguarda le farmacie, ma nelle disposizioni relative al commercio. In ogni caso, purtroppo, sarebbe stato necessario un approfondimento, al di là della valutazione che ho detto un attimo fa, sulla modalità, ma non c’erano i tempi. Quindi, ci prendiamo il tempo per ragionare su una risposta a questa istanza, in un contesto di legge riguardante il commercio, avendo il tempo per definire non soltanto il principio, ma anche le modalità e le risorse necessarie per renderlo concreto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Paruolo.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di parlare in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9 a firma Sensoli, Gibertoni e Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 9 è respinto.

Passiamo all’art. 17.

Sull’art. 17 insistono tre emendamenti: emendamento 3, a firma del consigliere Paruolo; emendamento 4, a firma del consigliere Paruolo; emendamento 10, a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni, Sassi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente.

I primi due emendamenti che ho firmato limano ulteriormente il testo, per rendere chiaro il principio che ho esposto in sede di relazione, e cioè che abbiamo un atteggiamento pienamente salomonico, nel senso che non vogliamo individuare nessun favoritismo, ma anche nessuno svantaggio per l’esercizio di attività ulteriori all’interno della farmacia.

All’emendamento 10 voteremo a favore. Anche questo è il risultato di un incontro che c’è stato, a partire da una sollecitazione dei colleghi del Movimento 5 Stelle, e poi un lavoro sul testo che ci ha consentito di giungere ad una formulazione che crediamo riprenda un principio corretto, ossia quello di chiarire bene all’utente che entra in farmacia quali sono i prodotti di un tipo e quali sono i prodotti di un altro. In questo senso, credo che vada ad arricchire l’impianto di questa legge.

Voteremo tutti e tre gli emendamenti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Anche noi vogliamo ribadire il nostro voto favorevole, come già anticipato in sede privata con i promotori perché crediamo, soprattutto su quello del Movimento 5 Stelle che sia un principio sacrosanto, quello della distinguibilità dei prodotti all’interno delle farmacie, anche se è vero – mi permetto di precisare – che la parte prescrittiva è già dietro al bancone e quella non prescrittiva come farmaco è davanti al bancone. Quindi, c’è già questa grossa differenza che permette chiaramente al cittadino di capire l’importanza del farmaco, ma credo che sia giusto, anche al di là del bancone, quindi dalla parte del cliente, capire quali siano i farmaci e quali invece siano i prodotti prettamente commerciali.

Da questo punto di vista, quindi, il nostro voto sarà favorevole a tutti e quattro gli emendamenti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Vorrei semplicemente ringraziare per l’accoglimento e il voto favorevole all’emendamento, anche questo in tutela dei cittadini.

Avremmo preferito qualche cosa di più, ma che non ci sarebbe stato consesso. Addirittura avevamo chiesto inizialmente la separazione dei locali adibiti a trattamenti non prettamente connessi all’esercizio farmaceutico. Comunque già questo è un passo in avanti, perché riteniamo che il cittadino debba essere ben consapevole e non debba essere tratto in inganno rispetto ai prodotti e ai servizi che vengono venduti all’interno delle farmacie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3 a firma del consigliere Paruolo.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 3 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4 a firma del consigliere Paruolo.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 4 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10 a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni e Sassi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 10 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 17.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 17 è approvato.

Procediamo con l’emendamento 32 che istituisce un nuovo articolo, a firma del consigliere Foti.

Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Innanzitutto, signora presidente, mi permetto di richiamare l’attenzione sul coordinamento formale necessario all’emendamento 10 poc’anzi approvato, perché non penso che possa essere dovere del farmacista disporre i prodotti. Sarà responsabilità del farmacista che i prodotti sugli scaffali siano disposti in questo modo, ma non penso che possiamo entrare in una mansione non sua.

Ciò detto – ma solo per la chiarezza del testo – l’articolo 17 bis, che ha a che fare con l’oggetto della legge, in linea con quanto si prevede nelle farmacie rurali, ha il pregio di voler introdurre e consentire un’attività che in sé sarebbe già autorizzata da decreti del Ministero della salute.

In questo caso, si specificano soltanto le modalità attraverso le quali può essere realizzata, indicando anche i locali che rispettino il diritto alla privacy, e comunque che siano separati dall’esercizio farmaceutico, oltre che ovviamente adeguati ai criteri igienico-sanitari per effettuare l’attività che, torno a ripeterlo, già è prevista dai due decreti ministeriali che cito nel comma uno dell’articolo 17 bis.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Intervengo perché mi sembra giusto rendere conto del motivo per cui respingeremo questo emendamento. Come ho già citato prima, l’articolo 17 è “sensibile”, delicato. Sullo stesso insistono e sono insistiti diversi interventi, anche nel corso dell’udienza conoscitiva, fra di loro non tutti pienamente convergenti.

Da un lato, infatti, c’è il giusto timore di altri esercizi che le farmacie possano godere di un canale privilegiato per poter fare concorrenza e, dall’altro, c’è l’esigenza delle farmacie di poter differenziare i propri servizi anche per poter stare sul mercato, soprattutto negli ambiti rurali, di cui poc’anzi parlava anche il consigliere Foti. Insomma, ci sono diverse esigenze da contemperare.

Noi vorremmo confermare l’idea che non disponiamo, in questa legge, di condizioni di maggior favore, né di svantaggio, ma semplicemente richiamiamo il fatto che è possibile che nelle farmacie possano essere esercitate altre funzioni sanitarie e non, demandando ai regolamenti nazionali, regionali, o se esistono comunali, per vedere se ci siano le caratteristiche per poterlo fare.

In questa scelta, che prima ho definito salomonica, ci sta anche il non normare ulteriormente, per timore che qualcuno possa vedere la coperta troppo tirata da una parte piuttosto che dall’altra.

Ecco, in questo senso, l’emendamento del consigliere Foti, che se presentato precedentemente avremmo potuto studiare e istruire maggiormente, preferiamo respingerlo proprio per mantenere il punto di equilibrio che abbiamo individuato con l’articolo 17.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 32 a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 32 è respinto.

Passiamo all’esame dell’art. 18.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 18.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 18 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 19.

Sull’art. 19 insiste l’emendamento 28, a firma del consigliere Foti.

Apro il dibattito generale sull’articolo 19 e sull’emendamento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Attiene a due articoli che sono stati bocciati dall’Assemblea e che erano aggiuntivi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ha ragione lei, consigliere Foti.

L’emendamento 28 è precluso.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 19.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 19 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 20.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 20.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 20 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 21.

Sull’art. 21 insistono tre emendamenti: l’emendamento 29, a firma del consigliere Foti; il subemendamento 249, a firma del consigliere Paruolo; l’emendamento 43, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi.

Apro il dibattito generale sull’articolo 21 e sugli emendamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Riteniamo di non accogliere l’emendamento 43. Invece, sull’emendamento 29 siamo per un parziale accoglimento, quindi voteremo per togliere la scadenza temporale, che non era prevista nell’articolo e che non inseriremo, mentre accettiamo di inserire “acquisito il parere della competente Commissione” che il Consigliere Foti ha proposto.

Andiamo verso l’accoglimento almeno di questa parte del suo emendamento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Mi va bene il subemendamento, quindi possiamo porre in votazione prima il subemendamento e poi l’emendamento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 249 a firma del consigliere Paruolo.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il subemendamento 249 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 29 a firma del consigliere Foti.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 29 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 43 a firma dei consiglieri Bignami, Foti e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 43 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 21.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 21 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 22.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 22.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 22 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 23.

Sull’art. 23 insistono tre emendamenti: l’emendamento 44, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti; l’emendamento 11, a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni, Sassi; l’emendamento 30 (precluso se passa l’emendamento 44), a firma del consigliere Foti.

Apro il dibattito generale sull’articolo 23 e sugli emendamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Chiedo scusa. Ho perso il fatto che sia precluso l’emendamento 30, sul quale volevo interloquire. Certo, sarebbe precluso se venisse abrogato. Ha ragione, presidente. Chiedo scusa. Sono io che non ho seguito il giro degli emendamenti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Paruolo, le ribadisco: l’emendamento 44, nel caso in cui fosse accolto, precluderebbe il 30 e l’11.

 

PARUOLO: Mi sono corretto. Ha ragione perfettamente.

Come dicevo, ci sono due emendamenti, il 44 del consigliere Bignami e Foti, e l’11 della consigliera Sensoli e altri suoi colleghi del Movimento 5 Stelle, che cambiano pesantemente il testo. Uno cancella e l’altro introduce un altro principio.

Noi vogliamo salvaguardare l’allora emendamento e adesso articolo 23, che è un pezzo importante di questo provvedimento, quindi respingeremo questi due emendamenti.

Per quel che riguarda invece l’emendamento 30 che sostanzialmente, parlando del Regolamento attuativo, dice che ci dovrebbe essere un passaggio nella Commissione assembleare prima che la Giunta lo approvi, l’orientamento sarebbe di accoglierlo. Tuttavia – chiedo scusa se uso l’aula per questo per raggiungere col consigliere Foti e gli altri colleghi un gentleman agreement – spiego qual è l’unica opposizione che mi è stata posta rispetto all’accoglimento di questo emendamento. Qualcuno potrebbe obiettare che la legge che approveremo fra poco dovrà essere iscritta e pubblicata sul Bollettino della Regione, e poi ci sono quindici giorni per renderla esecutiva. Se per voi non è un problema, come ritengo non dovrebbe essere, la Commissione esaminerà il Regolamento senza attendere l’esecutività della legge, nel senso che è importante che ci sia l’esecutività della legge quando la Giunta approverà il Regolamento attuativo, non quando la Commissione potrà esprimere il parere. Così potranno esserci i tempi perché il tutto possa essere comunque fatto, compreso il passaggio in Commissione, entro questo mese, in modo che il provvedimento possa essere esecutivo dai primi giorni del mese di aprile.

Se, invece, dovessimo aspettare i quindici giorni della legge per poter iniziare a discutere in Commissione il parere da dare alla Giunta per il Regolamento, ciò potrebbe comportare uno slittamento.

Siccome vedo dei segni di assenso, chiedo al consigliere Foti di darmi un riscontro, magari anche verbale, rispetto al suo accordo, in modo che una volta pubblicata la legge sul BUR si possa iniziare già a discutere in Commissione il parere sul Regolamento. Posto che poi si dovranno attendere i quindici giorni per l’esecutività della legge, perché la Giunta possa approvare il Regolamento su cui la Commissione avrà espresso il parere, in questa condizione voteremo a favore dell’emendamento 30.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Faccio una premessa riguardo quest’articolo. Secondo noi non era questo il provvedimento di legge dove andare a inserire un articolo del genere. Chiedevamo di trattarlo in un’altra sede e comunque il fatto che sia stato cambiato il titolo della legge in corso d’opera è la riprova che tutto sommato non avevamo torto.

Preso atto che l’articolo è stato inserito ed è stato cambiato il titolo della legge, mi dispiace contraddire il consigliere Paruolo dicendo che non andiamo a modificare il principio dell’articolo emendandolo con la proposta che abbiamo fatto, bensì lo andiamo a rafforzare. Mi riferisco al principio di responsabilità. Si chiede responsabilità ai cittadini.

È anche condivisibile come concetto, nel senso che si va a richiedere un pagamento della prestazione da parte di chi non rispetta l’impegno e allo stesso modo chiediamo la stessa responsabilità alle ASL, chiedendo che vadano a risarcire il cittadino quando la ASL stessa si ritrova inadempiente, cioè non rispetta i tempi di attesa previsti per la Regione.

Ci sembra una manovra equa. Non capiamo perché debba pagare il cittadino quando è inadempiente e invece le ASL non debbano pagare quando lo fanno. Quindi, secondo questo principio e rimanendo coerenti al principio di questo articolo, abbiamo presentato l’emendamento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Presidente, su questo articolo, come lei ha prima correttamente illustrato, c’è innanzitutto un emendamento soppressivo per le ragioni cui faceva prima riferimento la consigliera Sensoli.

Posto che mi pare evidente che la maggioranza voterà per la conferma dell’articolo, perché diversamente non l’avrebbe sostenuto, ritengo che il passaggio sulle modalità e quant’altro di attuazione di questo articolo, in Commissione sia particolarmente utile e quindi non ho difficoltà a dire al consigliere Paruolo che anticipare i termini non rileva ai fini di questa vicenda amministrativa.

Mi limito soltanto a dire che francamente non avevo capito che fosse un Regolamento perché, per come è scritto, pensavo che fosse esclusivamente una delibera di criteri della Giunta; tant’è vero che si parla di provvedimento e non di Regolamento. Se però la strada che si segue è quella del Regolamento, a maggior ragione vi è una procedura decisamente più pesante rispetto a quella che era stata ipotizzata. A maggior ragione, dunque, se è un Regolamento vale prima quanto diceva il consigliere Paruolo che, per quanto mi riguarda, è integralmente accettato.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Vorrei solo fare una precisazione. Prima ho usato il termine Regolamento, forse preso dall’entusiasmo. La legge parla di provvedimento. Non so esattamente la Giunta che cosa sceglierà, comunque sia, date le precisazioni del proponente consigliere Foti, approveremo l’emendamento in modo che ci sia un passaggio preventivo in Commissione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Apro le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Vorrei rallegrarmi per il lavoro fatto dal nostro relatore.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Caliandro, non siamo al voto finale. Siamo al voto dell’emendamento. Da come è partito, mi sembrava volesse fare una dichiarazione di voto finale.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 44 a firma dei consiglieri Aimi, Bignami e Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 44 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11 a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni e Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 11 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 30 a firma del consigliere Foti.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 30 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 23.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 23 è approvato.

È così conclusa la votazione degli emendamenti.

Passiamo ora alla dichiarazione di voto finale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie. Mi scuso ancora per la falsa partenza. Diciamo che in questi giorni, in cui si vede tanta gente girare per questa Regione a spiegarci come dobbiamo amministrarla, senza rimanere a casa propria a occuparsi di come va fatto, può capitare di sovrapporre i piani, ma questa è una battuta che lascio senza spiegarla ulteriormente.

Trovo che il lavoro fatto dal consigliere Paruolo sia stato ottimo, come relatore di un provvedimento molto importante per questa Regione, perché ci dà la possibilità di dare un servizio ai cittadini rispetto alle priorità amministrative che abbiamo in questi giorni, al fatto di continuare questa grande campagna per l’eliminazione delle liste d’attesa e per rendere le nostre farmacie uno strumento utilizzabile direttamente dai cittadini, soprattutto con la possibilità di avere turni programmati e libero accesso ad una organizzazione del proprio tempo di vita e del proprio tempo di malattia, attraverso questo provvedimento.

Oltre a ciò, si inserisce una norma di educazione civica, quella dell’obbligo di disdetta delle prenotazioni; strumento realmente importante che dà la possibilità anche di rendersi responsabili rispetto all’utilizzo della sanità pubblica.

Si tratta in buona sostanza di provvedimenti che, oltre a ridefinire la pianta organica e a definire le nuove farmacie, ci danno la possibilità di immaginare a 360 gradi gli strumenti di completamento dell’attività di servizio e di offerta del sistema sanitario, dati anche attraverso le farmacie che sono uno strumento sul territorio.

Sono state ricordate anche le problematiche nella nostra Regione, per esempio le farmacie rurali. In una Regione che sia equa e alla portata di tutti, la farmacia può essere uno di quegli strumenti: esiste in tutti i nostri raggruppamenti, nelle grandi città, nei piccoli centri e, attraverso questa riorganizzazione e questa legge, con ogni probabilità, abbiamo stabilito un altro tassello per andare incontro ai bisogni dei cittadini.

Da qui il voto favorevole del nostro Gruppo al provvedimento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Onestamente preferivamo la falsa partenza rispetto alla partenza che ha avuto in questo intervento, in quanto avrei preferito una condanna al grave gesto che è avvenuto oggi a Bologna, più che predicare contro un leader politico che viene semplicemente a dire la propria in una regione, quando nelle altre Regioni non si viene accolti da manichini a testa in giù, ma semplicemente con l’indifferenza degna di un partito politico opposto.

Detto questo, tornando sul provvedimento in oggetto, voglio specificare, come ho fatto nella relazione iniziale, che il lavoro è stato secondo me ottimo, al di là di certe posizioni diverse che sono comprensibili e che erano insuperabili da un accordo politico di qualunque tipo. Parlo ad esempio della lunghezza dei tempi di apertura delle farmacie pubbliche e private, piuttosto che del metodo con cui si è inserito un provvedimento sui ticket, che sicuramente non ci trovava concordi. Poi parlo dei turni diurni che era un argomento, come già sollevato prima, che preferivamo gestire in maniera differente, con i battenti chiusi e con maggiore sicurezza e supporto dal punto di vista degli indennizzi, anche per le farmacie rurali.

Detto questo, ribadisco il concetto che secondo noi era un provvedimento necessario per colmare dei vuoti normativi lasciati dal Governo Monti, ma anche dal susseguirsi di altre norme nazionali. È un provvedimento che risponde a molte esigenze, soprattutto all’esigenza di modernità, che era necessaria in un ambito come quello dell’accesso ai dati delle farmacie.

Attualmente l’accesso ai dati era difficile e complicato. In alcuni casi è utile mantenerlo vivo. Penso alle fasce di età meno moderne, che magari non utilizzeranno lo smartphone, il computer, gli open data e tutto ciò che abbiamo introdotto per accedere ai dati delle farmacie, ma ricorreranno semplicemente al citofono e al cartello apposto fuori dalla farmacia.

Detto questo, era giusto e importante dare un segnale di modernità invece a quelle fasce sempre più grandi di popolazione che accedono invece al web e che devono reperire tutte le informazioni utili.

Questo provvedimento secondo noi è stato macchiato di alcuni peccati, dal nostro punto di vista insuperabili per un voto favorevole, quindi ci esprimeremo con l’astensione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

41

Assenti

9

Votanti

41

Favorevoli

29

Contrari

--

Astenuti

12

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la legge riguardante: «Norme regionali in materia di organizzazione degli esercizi farmaceutici e di prenotazioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali.»

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

OGGETTO 1992

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d’inchiesta, ai sensi dell’art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna e dell’art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea Legislativa, sul rispetto della legalità e le azioni di prevenzione e trasparenza necessarie a combattere infiltrazioni di stampo mafioso di qualsiasi genere sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Rancan, Marchetti Daniele, Delmonte, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Bargi

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 1992: “Richiesta di istituzione di una commissione speciale d’inchiesta, ai sensi dall’articolo 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna e dell’articolo 60, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea Legislativa, sul rispetto della legalità e le azioni di prevenzione e trasparenza necessarie a combattere infiltrazioni di stampo mafioso di qualsiasi genere sul territorio regionale. A firma dei consiglieri: Rainieri, Fabbri, Rancan, Marchetti Daniele, Delmonte, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Bargi.

La richiesta di istituzione della Commissione d’inchiesta può essere formulata da ciascun consigliere regionale. È presentata all’Ufficio di Presidenza ed è inserita all’ordine del giorno della prima seduta utile dell’Assemblea.

L’Assemblea, con maggioranza assoluta dei suoi componenti, istituisce una commissione d’inchiesta per lo svolgimento delle funzioni di cui all’articolo 40, comma 1, dello Statuto, determinando la durata e il potere della Commissione, in modo da assicurare l’efficacia dei suoi lavori, l’oggetto ed i limiti dell’inchiesta, nonché il numero dei componenti e la partecipazione numerica di ciascun Gruppo assembleare.

Apro il dibattito generale. Vi ricordo che vi sono dieci minuti per ciascun intervento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Come ha letto lei nel dispositivo del procedimento 1992, siamo oggi a chiedere una commissione speciale di inchiesta, ai sensi del comma 1 dell’articolo 40, sostanzialmente sui rischi di infiltrazioni da parte delle organizzazioni criminali di tipo mafioso.

Visti gli ultimi fatti di qualche mese fa, accaduti nel comune di Brescello, che hanno portato alle dimissioni del Sindaco Coffrini, e visto quello che è successo non più tardi di dieci giorni fa al collega Gabriele Delmonte, con minacce chiare ed esplicite di un camorrista oriundo reggiano, siamo a richiedere con forza l’istituzione di questa Commissione.

Essendo la Regione Emilia-Romagna, dai proclami fatti dalla Giunta, in prima linea sulla questione della lotta alla mafia, crediamo che possa esserci un’ampia condivisione e un voto favorevole molto ampio. Con questa Commissione, infatti, si vuole entrare ancora di più nello specifico e trovare il modo, insieme, per ascoltare tutte le persone, forze dell’ordine, giudici eccetera che questa Commissione potrebbe incontrare per arrivare, non dico alla completa epurazione di questo fattore criminale, ma se non altro evitare che continui ad allargarsi e renderlo il più possibile innocuo sul territorio.

Mi auspico che da parte della maggioranza, e non solo da parte delle opposizioni, ci sia una sensibilità in merito a questa nostra richiesta, firmata da tutto il Gruppo della Lega, appunto per questa istituzione.

Considerate che la commissione non ha costi per l’Amministrazione regionale, non ha nessun tipo di aggravi nella gestione, ma ha semplicemente, se così lo possiamo definire, il compito, avvalendosi di esperti e personalità che stanno facendo indagini in questo settore, di creare un servizio per i cittadini della nostra Regione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rainieri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. Intervengo per dire anche io due cose.

Non parlo certo alla luce di quello che è avvenuto a me e che non c’entra nulla. Infatti, se guardate la data dell’atto era ben precedente alle minacce da me ricevute. Lo chiediamo perché era in realtà il primo atto che abbiamo depositato, almeno a mia firma, in questo Consiglio regionale, il 10 febbraio 2015. Tra l’altro, per coincidenza, il 10 febbraio 2016, esattamente un anno dopo, ho ricevuto le minacce. Quindi, spero che da oggi, fra un anno, non succeda ancora la stessa identica cosa.

Crediamo che nulla sia cambiato, nel senso che sta arrivando il Testo Unico sulla legalità. Di questo devo dare atto all’assessore Mezzetti che ringrazio, ora che è qua personalmente, anche per le parole che aveva avuto nei miei confronti e che già ho pubblicamente ricambiato con un comunicato stampa.

Ho letto le riflessioni di alcune associazioni, in merito al Testo Unico della legalità, oltre alle osservazioni che abbiamo noi e che avremo poi durante la discussione di tale testo. Si lamenta l’assenza di una comunicazione da parte della Giunta e della Regione su procedure concrete. Detta lamentela proveniva, se non mi sbaglio, da alcune associazioni di categorie di commercianti, le quali ci chiedevano appunto cosa potessero fare i commercianti in concreto, nella pratica di tutti i giorni, avendo a che fare più con fornitori che con clienti al dettaglio, per verificare esattamente che talune aziende non fossero indagate o colluse o non avessero procedimenti in atto per mafia. Peraltro, esse hanno anche ribadito che nel Testo Unico effettivamente un approccio di questo tipo ancora non è presente, nonostante questi provvedimenti siano predisposti ai tavoli in cui proprio queste strategie possono essere elaborate, ma anche una documentazione chiara e semplice al riguardo, tramite pagine web o circolari, per consentire a tutti i commercianti, nella pratica quotidiana, di evitare di lavorare con certe aziende.

Da questo punto di vista crediamo che l’istituzione di una Commissione d’inchiesta, al di là del fatto che gli atti di indagine non spettano certo a una Regione e tantomeno a una Commissione d’inchiesta regionale, ma competono alla Magistratura ed eventualmente alle Commissioni d’inchiesta parlamentari, che svolgono ben altro ruolo, possa aiutare a dare queste risposte, banali e semplici, magari con l’ausilio dei consiglieri e di esperti della materia. Intanto, in questo modo si aumenterebbe la partecipazione, perché si coinvolgerebbero maggiormente le minoranze. Inoltre, si potrebbe pensare di elaborare documenti, che sarebbero espressione di un lavoro tra Giunta, Assemblea ed esperti della materia, che forniscano linee-guida di indirizzo e di aiuto a chi quotidianamente ha a che vedere con il mondo normale e che, però, vuole evitare di trovarsi in situazioni sgradevoli con persone o aziende affiliate alla criminalità organizzata.

Crediamo che la Commissione d’inchiesta vada vista sotto questa luce, più che in un’ottica di indagine pura, dal momento che vi sono organi competenti che se ne occupano egregiamente, come dimostrano le indagini in corso, pertanto vi chiediamo di valutare in fase di discussione e poi di voto, anche se immagino quale sarà l’esito, questo aspetto.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Apro il mio intervento formulando la mia rinnovata solidarietà, assolutamente non formale, al consigliere Delmonte per ciò che è successo e per le minacce che ha ricevuto. Lo ringrazio anche per il tono assolutamente pacato e propositivo con cui ha presentato, insieme al consigliere Rainieri questa proposta.

Premetto che sono sostanzialmente d’accordo con i risultati che si vogliono conseguire e con alcune delle premesse inserite nell’oggetto 1992. Peraltro, ricordo che una richiesta di questa natura è già stata avanzata in quest’aula, per cui colgo l’occasione per concentrarmi sui motivi alla base della richiesta e sugli strumenti già esistenti tesi al contrato delle azioni di mafia e criminalità organizzata.

Come ricordava giustamente il consigliere Delmonte, noi non abbiamo poteri ispettivi, non godiamo degli stessi poteri delle Commissioni parlamentari, ma possiamo occuparci sostanzialmente di cultura della legalità e di prevenzione. Nella scorsa legislatura, abbiamo approvato tre leggi su questa materia, che credo ricordiamo tutti, una prima per il contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore del trasporto e del facchinaggio, una seconda per il contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore dell’edilizia pubblica e privata e, infine, una terza, precisamente la legge n. 3/2011, che è una sorta di legge quadro della nostra Regione, una legge che è stata presa a riferimento da altre Regioni italiane e che ha ottenuto notevoli risultati, tra i quali cito con un certo orgoglio quella di essere considerata dall’Ufficio dell’ONU che si occupa di lotta alla criminalità organizzata e al traffico di droga, una buona prassi. Tra le varie leggi regionali che sono state approvate in materia questa è stata considerata una buona prassi, e questo grazie al lavoro congiunto di Consiglio e Giunta, che è bene ricordare.

In questa legislatura la prima risoluzione che è stata presentata in assoluto dal Gruppo PD è stata proprio una risoluzione per il contrasto alle infiltrazioni e al radicamento delle mafie nella nostra regione. Poi abbiamo approvato la legge 18 giugno 2015, n. 7, che ha certamente migliorato la legge n. 3, prevedendo tra l’altro un potenziamento dell’Osservatorio, che era già previsto dalla legge n. 3, e la costituzione della Consulta per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso.

Ebbene, detta Consulta già dovrebbe compiere, per tutta la legislatura e a titolo gratuito, lo stesso lavoro che oggi si richiede alla Commissione d’inchiesta che viene proposta, che comunque dovrebbe durare tre anni e non l’intera legislatura, come previsto invece per la Consulta. Peraltro, a questa Consulta partecipano esperti e gli stessi capigruppo del Consiglio regionale, offrendo quindi spazio tanto alla maggioranza quanto alla minoranza, ed essa sta svolgendo l’importante compito, come ricordato dal consigliere Delmonte, di predisporre il Testo Unico per il contrasto alle organizzazioni criminali e mafiose in questa regione.

Oggi, quindi, abbiamo già a disposizione una serie di strumenti. Innanzitutto, il primo strumento è rappresentato dai consiglieri che partecipano alle Commissioni, che hanno gli stessi identici poteri dei consiglieri che parteciperebbero alla Commissione d’inchiesta, ove deliberassimo di istituirne una.

Altro strumento, inoltre, è costituito dalla I Commissione, che per nostro Statuto è a guida della minoranza, in particolare in questo caso della Lega, la quale, come avviene per tutte le Commissioni consiliari, ai sensi dell’articolo 39 del Regolamento – in genere si ama citare l’articolo 40, ma ricordo che esiste anche questo –, ha potere di vigilanza.

Altro strumento è composto dall’Osservatorio, che sostanzialmente già adempie a quelle stesse funzioni che il consigliere Delmonte auspica svolga la Commissione d’inchiesta.

Ultimo, ma non meno importante, strumento è rappresentato dalla Consulta, che si avvale di esperti, oltre che del contributo dei consiglieri, come dicevo in precedenza, e che si occupa della promozione della legalità e della cittadinanza responsabile, avvalendosi a sua volta anche del lavoro dell’Osservatorio, come previsto dalla proposta di istituzione della Commissione d’inchiesta.

Alla luce di queste considerazioni, prima di deliberare un’ulteriore Commissione rispetto a quelle già presenti, dovremmo capire intanto i motivi per cui si propone l’istituzione della Commissione d’inchiesta e poi che cosa potrebbe fare in più la Commissione d’inchiesta rispetto a quello che già facciamo.

Con riferimento al primo quesito, leggo dall’oggetto 1992 due motivi in particolare. Il primo, che è riportato nell’ultimo capoverso, prima della richiesta, è che con la Commissione d’inchiesta verrebbero maggiormente coinvolte le minoranze. In realtà, mi pare che le minoranze siano particolarmente coinvolte in tutto il lavoro che stiamo compiendo per il contrasto alle infiltrazioni mafiose, tenendo tra l’altro presente che la Commissione che si occupa di questo tema è proprio a guida della minoranza, in particolare della Lega, ed è la Commissione che può tranquillamente richiedere audizioni, riunioni e quant’altro. Quindi, credo di poter affermare che nel lavoro che stiamo portando avanti le minoranze sono ampiamente coinvolte.

Il secondo motivo che scorgo – leggo testualmente – è il seguente: “La Commissione d’inchiesta potrà approfondire, attraverso apposite audizioni, l’attività della Consulta”. Dunque, dovremmo istituire una Commissione per approfondire l’attività di una Consulta a cui già noi partecipiamo e a cui partecipano i presidenti di tutti i Gruppi del Consiglio regionale, quando possiamo approfondirne l’attività direttamente alla Consulta, partecipando ai suoi lavori. Sarebbe come prevedere un controllo del controllo, cosa che personalmente mi appare particolarmente eccessiva. Forse non occorre realmente controllare l’attività della Consulta, fermo restando che le Commissioni consiliari possono richiedere in qualsiasi momento audizioni della Consulta e dei suoi esperti.

In definitiva le due motivazioni, vale a dire il coinvolgimento della minoranza e l’approfondimento dell’attività della Consulta, ritengo siano prive di fondamento, in quanto rappresentano due condizioni che sono già soddisfatte dal lavoro che svolgiamo già adesso, senza bisogno di istituire un’ulteriore Commissione.

A fronte di tutto questo, la Commissione proposta non potrebbe fare nulla di più. Questa è sostanzialmente la ragione che mi spinge a formulare queste osservazioni. Indubbiamente, se la sua istituzione ci permettesse di svolgere un ulteriore lavoro, accoglieremmo la richiesta più che volentieri. Se noi avessimo i poteri d’inchiesta di cui godono le Commissioni parlamentari, probabilmente questa richiesta l’avremmo avanzata e approvata insieme. Così purtroppo non è. Un’ulteriore Commissione non avrebbe nessun potere in più rispetto ai poteri già a nostra disposizione. Quindi, semmai dovremmo concentrarci sul lavoro che stiamo portando avanti adesso, al fine di conseguire risultati ancora migliori. Forse il lavoro che stiamo compiendo con la Consulta per la predisposizione del Testo Unico, che riguarda tutti noi, dovrebbe vederci ancora più partecipi. Forse sarebbe più produttivo continuare a lavorare al Testo Unico e utilizzare tutti gli strumenti già a nostra disposizione, ovverosia l’Osservatorio, la Consulta e la Commissione consiliare.

È solo questo il motivo per cui esprimiamo un parere negativo alla proposta della Lega, semplicemente perché si creerebbe un ulteriore organismo con gli stessi poteri degli organismi già esistenti e non comporterebbe nessun ulteriore beneficio ma, anzi, rischierebbe di far disperdere il lavoro che già tutti insieme stiamo portando avanti.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Mumolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rancan. Ne ha facoltà.

 

RANCAN: Grazie mille, presidente.

Mi preme innanzitutto sottolineare che l’utilità della Commissione d’inchiesta potrebbe essere sicuramente maggiore di quella che è un’attività che viene già svolta, perché potrebbe andare a incidere nel concreto sulle reali problematiche.

In tutta l’Emilia-Romagna vi sono dei problemi, e il problema della mafia e della legalità credo sia un problema fondamentale. Prima abbiamo sentito parlare dei fatti avvenuti a Reggio Emilia e soprattutto dei fatti che sono capitati al collega amico Gabriele Delmonte, però ricordiamoci che la situazione è generalizzata su tutte le altre province, da Piacenza fino alla Romagna.

Sinceramente apprendere che il collega Mumolo, che dovrebbe occuparsi di legalità, almeno a parole, non sa nemmeno quale Commissione si occupa della legalità fa un po’ sorridere. Infatti, di quella materia si occupa la V Commissione, non la I Commissione, che è presieduta dal consigliere Paruolo, che è componente del Partito Democratico, non della Lega. Con questo non voglio fare polemica, ma solamente far presente che forse c’è un po’ di confusione in testa. Del resto, se il consigliere Mumolo ha più volte ribadito che di legalità se ne occupa la I Commissione, quando invece è la V Commissione, in effetti mi viene da pensare che forse c’è un po’ di confusione.

Per quanto riguarda la Consulta regionale per la legalità, so che si è riunita l’altra mattina, mi piacerebbe anche sapere quante altre volte si è riunita almeno nell’arco dell’ultimo anno per avere dati più precisi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rancan.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Premetto che sul provvedimento presentato dalla Lega Nord noi voteremo a favore, anche perché diverso tempo fa lo stesso Movimento 5 Stelle aveva presentato – forse ve lo ricordate – un provvedimento molto simile a questo, che poi venne bocciato in aula, adducendo motivazioni analoghe a quelle che sono state ribadite anche oggi dal consigliere Mumolo. È vero che all’epoca di legalità si parlava in I Commissione, quindi l’argomentazione all’epoca andava bene, nel frattempo però ci siamo accorti che l’Assemblea si era dimenticata di attribuire tale competenza. Anche nella I Commissione non c’era alcuna competenza in materia di legalità. Probabilmente era un’eredità che veniva dalla scorsa legislatura, che io segnalai chiedendo appunto che la competenza venisse listata e attribuita a una Commissione. Tra l’altro, mentre si cominciava a parlare di integrazioni alla vecchia legge n. 3/2011 e di Consulta, addirittura ci si dimenticava che non era stato adibito un luogo preposto in Assemblea legislativa dove i consiglieri potessero riunirsi, né nella I Commissione né nella V Commissione, per occuparsi ufficialmente, pubblicamente e istituzionalmente del tema della legalità. Sembrava che finissero in Commissione Bilancio i progetti di legge e le proposte in materia di legalità e antimafia, proprio perché non si sapeva dove mandarle.

La questione poi è stata segnalata, io chiesi che venisse attribuita e si decise di assegnare la materia alla V Commissione. Ma questa è stata una richiesta molto al ribasso rispetto a quello che chiedevamo. Noi, infatti, proponevamo l’istituzione di una Commissione speciale d’inchiesta, la stessa richiesta che avanza oggi la Lega, ma più propriamente ci sarebbe piaciuta una Commissione permanente che, in seno all’Assemblea legislativa, trovasse il coraggio e la volontà politica di farsi carico di temi particolarmente delicati, che ormai premono alle porte in molte aree, per affrontare i quali non è più possibile sostenere che effettivamente già esistono gli strumenti e che è meglio potenziare quelli. Non si è mai avuto il coraggio di crearne uno ad hoc, come è avvenuto in altre regioni, che possa dialogare anche con la Commissione parlamentare preposta.

La lotta alla criminalità organizzata è stata a lungo vittima di pregiudizi e di visioni superficiali, la più famosa delle quali è certamente quella che propone il crimine organizzato come una realtà insediata soltanto in certe aree e che ne esclude altre. Abbiamo parlato, subito dopo l’insediamento, di anticorpi che c’erano, che non ci sono più, che non ci sono mai stati, di infiltrazioni che adesso si chiamano radicamento, di un radicamento che è più spaventoso di quello che sembra. Le stesse Procure denunciano sui giornali, proprio in questi giorni, che la mafia ha il volto dell’imprenditorialità. Essa non indossa più la coppola, ma parla correntemente il linguaggio dei poteri economici forti, quegli stessi poteri economici che spesso la politica la scavalcano, perché la politica non si è mai messa contro ma, anzi, è sempre stata una porta aperta senza particolari criticità, che ora non riprende neppure quella volontà, una volta che la piena è da fermare, di fare qualcosa di suo.

Di fronte alla crescente minaccia del crimine organizzato transnazionale il Parlamento europeo ha, a sua volta, attivato una Commissione speciale contro il crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio di proventi illeciti, che aveva il compito di studiare il fenomeno delle mafie nell’Unione europea e indicare misure di prevenzione e contrasto. Dopo diciotto mesi di lavoro ha prodotto una risoluzione che rimarca come le mafie stiano assumendo sempre di più una forte connotazione economica e imprenditoriale, intessuta all’interno di quelle che erano le nostre eccellenze aziendali, e stiano sviluppando, anche grazie alla crisi, una grande capacità di infiltrare l’economia legale.

A livello nazionale, invece, la prima proposta di istituzione di una Commissione parlamentare antimafia – la Commissione d’inchiesta sull’ordine pubblico in Sicilia ricordo che venne istituita nel 1962 – risale al 1948. Nel susseguirsi delle legislature, quella Commissione parlamentare, che viene citata anche dal consigliere Mumolo, è uno degli attori istituzionali della lotta alle mafie. Nei cinquant’anni di attività ha svolto un ruolo essenziale nella comprensione del fenomeno e della sua evoluzione. Con le sue indagini e le sue relazioni ha contribuito a far crescere nella coscienza civile del Paese la consapevolezza che non è questione di distinguere e ripetere sempre che qui non ci sono i poteri della Magistratura, ma che la criminalità mafiosa non è solo questione di ordine pubblico, non è solo questione di Magistratura, ma in primo luogo è una questione politica, sociale e culturale.

Sul versante regionale, lo Statuto dell’Emilia-Romagna all’articolo 2 prevede, tra gli obiettivi prioritari cui la Regione ispira la propria azione, il rispetto della persona, della sua libertà, della sua integrità fisica e mentale e del suo sviluppo. Sempre lo Statuto all’articolo 5 precisa che la Regione deve tutelare la libertà di iniziativa economica e la promozione della sua funzione sociale, obiettivi che la criminalità organizzata di ogni genere e i fenomeni corruttivi mettono a dura prova. Ancora lo Statuto all’articolo 28 stabilisce che l’Assemblea organizza i propri lavori istituendo Commissioni permanenti anche a seconda di come i tempi e la consapevolezza dei tempi cambiano, di come – e ce lo siamo detti all’inizio, subito dopo l’insediamento – si passa da infiltrazioni a dirci che dobbiamo parlare di radicamento, di come le stesse Procure ci mettono in guardia sul fatto che la mafia ha il volto dell’imprenditoria, di come la Consulta si rivela uno strumento debole se si riunisce una volta a stagione e di come mi stupisce che un consigliere dell’Assemblea legislativa di questa Regione già deleghi poteri e volontà politiche, che dovrebbero essere i suoi, a un organismo esterno, di cui ben volentieri fa parte, però rinunciando alla possibilità di organizzare i propri lavori istituendo una propria Commissione, certamente non disperdendo i lavori, ma concentrandoli, raccogliendoli, quindi effettivamente proprio con la finalità contraria rispetto a quella sottolineata dal consigliere Mumolo. Semmai, prima si permetteva che si disperdessero questi lavori, considerato che a inizio legislatura vi era la Commissione Bilancio che quasi non sapeva di doversi occupare anche di legalità e non si capiva come si poteva dialogare o istituire un dialogo più sostanziale con la Commissione parlamentare antimafia. Del resto, chi all’epoca interloquiva con la Commissione parlamentare antimafia? Se un cittadino voleva interpellare l’Istituzione Regione per chiedere cosa fare in particolar modo su questioni che riguardavano la legalità, l’antimafia, la cultura che lotta contro il crimine organizzato, a chi si doveva rivolgere? Forse alla Segreteria dell’assessore Mezzetti? Oppure, si poteva rivolgere a un’istituzione assembleare in cui lavorano regolarmente i consiglieri regionali? Su questo non è pervenuta nessuna risposta.

L’onorevole Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, diversi mesi fa ormai, disse: “Ci auguriamo che in ogni regione – quindi anche l’Emilia-Romagna – e in ogni capoluogo – quindi anche Bologna – venga istituita una Commissione permanente antimafia”. Badate, non ci dice di stare tranquilli e buoni tanto non abbiamo nessun potere e per fortuna nei nostri territori opera la Magistratura, per cui noi possiamo occuparci anche di altro. Assolutamente no. La presidente Bindi ha affermato chiaramente: “Ci auguriamo che in ogni regione e in ogni capoluogo venga istituita una Commissione permanente antimafia”. Non aggiunge altro. Non dice che ciò potrebbe offrire un’immagine che non corrisponde a visioni dorate o che già esistono alcuni organismi (Consulta e Osservatorio) a questo deputati.

Mi permetto, al riguardo, di aprire e chiudere una breve parentesi. Detti organismi operano un po’ dentro e un po’ fuori dalla Regione e si riuniscono anche poco. Addirittura all’inizio, nonostante io sia membro della Consulta, ho dovuto fare un accesso agli atti per capire chi erano gli altri membri, a parte ovviamente i capigruppo. Non era tanto chiaro. Anche adesso non è tanto chiaro, andando avanti con la predisposizione del Testo Unico, quando si dice chi sceglie, chi seleziona, che verrà decisa questa cosa, non si capisce bene chi sono i soggetti. Non è chiarissimo. È ovvio che ci piacerebbe, invece, avere un luogo in cui i consiglieri regionali si assumano le responsabilità delle loro decisioni e del loro lavoro ed espongano la propria volontà politica regolarmente rispetto a questi temi. Del resto, va bene la Consulta, ma va bene anche dire che le responsabilità devono essere prese in proprio a integrazione della Consulta stessa, non avendo il consigliere regionale bisogno di tutor, per quanto prestigiosi, per quanto esperti.

Ebbene, ritengo siano estremamente importanti le parole pronunciate dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia al convegno intitolato Il contrasto alle mafie nella dimensione nazionale, regionale e locale, un incontro promosso dalla Commissione a cui partecipò anche il presidente della Repubblica e gli organismi impegnati nel contrasto della criminalità organizzata, tra cui quelli già costituiti presso i Consigli regionali di Lombardia, Umbria, Lazio, Campania e Sicilia e di alcuni Comuni, a cui però non hanno partecipato delegati della Regione Emilia-Romagna. E perché non parteciparono delegati della Regione Emilia-Romagna a questo convegno, a cui partecipò il presidente Mattarella, indetto dalla Commissione parlamentare antimafia? Non era presente nessun delegato della Regione Emilia-Romagna perché forse mancava un organismo rappresentativo di questo tipo all’interno dell’Assemblea legislativa.

Credo che questo dato faccia emergere la necessità anche nella nostra Regione di un organismo assembleare serio, autonomo, in seno all’Assemblea legislativa, che possa interfacciarsi con la Commissione nazionale antimafia, con le altre Commissioni già costituite nelle altre Regioni, con la Consulta, elaborare i dati o ricevere i dati elaborati dall’Osservatorio e collaborare certamente con quelle Regioni che virtuosamente hanno già provveduto a dotarsi di uno strumento che ci chiede la stessa Commissione nazionale, per esempio Lombardia, Piemonte e Umbria, tenuto conto che per combattere la criminalità organizzata – e questo ce lo diciamo in Consulta – è fondamentale l’unità delle Istituzioni, in un rapporto di reciprocità che consenta di fare sistema, così come dall’altro lato fa sistema la criminalità organizzata, che sennò non sarebbe organizzata. Come fa sistema quella, ci si aspetta che si faccia sistema noi dentro le Istituzioni, senza respingere questi argomenti sostenendo che tanto ci sono sempre altri luoghi e c’è sempre un altrove dove parlarne.

A inizio legislatura, come Gruppo consiliare avevamo presentato una proposta di istituzione. Purtroppo la proposta non trovò accoglimento a causa della contrarietà…

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliera, ha esaurito il tempo. Mi scusi.

 

GIBERTONI: Chiudo in trenta secondi. Volevo richiamare alcune citazioni espresse l’altra volta dal consigliere Mumolo, ma ne farò a meno.

Chiudo dicendo che tra le competenze di questa Commissione noi riteniamo ci debba essere il contrasto alla criminalità organizzata di ogni genere e alla corruzione, ritenendo che soltanto unendo questi due fronti si possa aiutare a facilitare quell’affermazione di quel principio di legalità che abbiamo fatto inserire, con una certa fatica, all’interno di una delle Commissioni della Regione Emilia-Romagna, e che adesso credo ci aspetti, con l’unità di tutti, finalmente una Commissione dedicata che possa trovare, quindi, la collaborazione di tutti i consiglieri regionali, le loro responsabilità e l’esplicitazione di una volontà politica non soltanto a parole.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Gibertoni.

Non ho altri iscritti a intervenire in discussione generale, pertanto dichiaro chiusa la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Vi ricordo che ogni Gruppo ha cinque minuti a disposizione.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Intervengo naturalmente per dichiarare che il Gruppo Lega Nord voterà a favore dell’istituzione della Commissione e anche per ribadire all’unico esponente della maggioranza, che ringrazio, che ha avuto il coraggio di intervenire per prendere le difese di un Governo della Regione indifendibile su questa questione che si è assunto l’onere di cercare una scusa per non votare ancora una volta una richiesta più che legittima avanzata dai consiglieri regionali.

Tutti coloro che sono intervenuti hanno spiegato in modo esaustivo e preciso le ragioni per cui non basta una Consulta, che da quanto mi risulta si è riunita solo due volte da quando si è insediata e non ha tenuto consultazioni e audizioni precise su questo argomento. Quindi, mi sembra che questa Consulta rappresenti semplicemente un palliativo per far vedere che si faceva qualcosa, ma senza voler fare effettivamente nulla.

Mi dispiace per il consigliere Mumolo, che considero un ottimo consigliere, che non sappia – e questo è grave – a quale Commissione è stata assegnata questa delicata materia. Mi dispiace che altri membri del PD non abbiano chiesto la parola e che non abbiano chiesto di appoggiare questa nostra richiesta, come mi dispiace dover assistere a questo silenzio assordante in aula da parte della Giunta su questo argomento.

Sappiamo come andrà a finire la votazione, sappiamo anche che, quando si va nelle piazze, si formulano talune affermazioni e poi, quando bisogna mettere nero su bianco, si agisce esattamente al contrario, adducendo motivazioni banali, che servono solo per uscire sui giornali dicendo che si è già fatto quello che si doveva fare, le tre leggi nella passata legislatura e l’istituzione della Consulta, ma sostanzialmente non si vuole arrivare a risolvere il problema. Di questo ci dispiace veramente.

Del resto, se è vero che la Commissione d’inchiesta non avrebbe gli stessi poteri che hanno le Commissioni d’inchiesta parlamentari, è altrettanto vero che la Commissione d’inchiesta potrebbe dare un indirizzo ai consiglieri regionali e alla Giunta per predisporre leggi specifiche e, quindi, avere più determinazione e andare a colpire laddove bisogna colpire, con l’intervento di persone che seguono queste attività, in modo molto più radicale e preciso.

Vi ricordo che ci sono giunte tante sollecitazioni da parte di molte associazioni, a partire dall’Associazione Caponnetto, che più volte sul nostro territorio ha potuto appurare, come ribadito durante le loro assemblee e i loro convegni, quanto il problema sia in continua crescita e sia sempre più grave. Evidentemente – e di questo mi rammarico – non è bastata una minaccia esplicita nei confronti di un consigliere regionale per far cambiare idea su questa questione al PD. Siete riusciti semplicemente a far dimettere il vostro sindaco, con grosse difficoltà, non annettendo neppure le ragioni per cui è stato fatto dimettere, ma anche lì cercando di trovare le scuse più banali possibili.

Non so a che punto dovremo arrivare prima di capire che l’istituzione della Commissione d’inchiesta non è una scelta che riguarda le minoranze, ma riguarda i nostri corregionali, riguarda i cittadini, riguarda gli imprenditori, riguarda anche i prodotti. Voglio ricordare al consigliere Mumolo che, avendo io l’onore e l’onere di partecipare alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla contraffazione a Roma, abbiamo visto quanto sia legata la contraffazione con la mafia italiana. Quindi, se da una parte continuate a sventolare la bandiera di quanto siete bravi come amministratori della Regione Emilia-Romagna nel gestire e promuovere i nostri prodotti, dall’altra parte mettete la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, cercando di nascondere una situazione che è sotto gli occhi di tutti e che oggi non ci rende onore, soprattutto dopo i fatti verificatisi a Reggio Emilia nelle ultime settimane.

Mi dispiace, probabilmente state perdendo un’ottima occasione per dimostrare che il PD sa governare. Invece, appare evidente che sapete fare soltanto chiacchiere.

Chiedo la votazione nominale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rainieri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Che cosa si può fare di più? Si può fare certamente di più della legge n. 3/2011. Del resto, ci vuole poco visto che l’Osservatorio è una scatola vuota, mai attivato, mai strutturato, privo di risorse. Quindi, fare più di quello è semplice: basta cominciare ad attuare le disposizioni che vengono legiferate.

Quando sento tutto questo silenzio, mi viene il mal di testa. Ho assistito in quest’aula a interventi fiume su questioni molto, ma molto meno urgenti, importanti, pregnanti. Si è arrivati addirittura a declinare tutte le guerre storiche che hanno coinvolto recentemente i nostri territori. Tuttavia, quando si tratta di criminalità, tutto questo fluire di discorsi, di interventi, di gente che si batte il petto non lo vedo. Non lo vedo mai. Come non vedo una grande volontà.

Appare evidente che a questa Assemblea le Commissioni speciali non piacciono. L’abbiamo capito ormai. L’abbiamo capito anche quando si è parlato dell’istituzione della Commissione speciale d’inchiesta per far luce sulle elezioni nei Consorzi di bonifica. È la seconda volta che viene presentata la richiesta di istituire una Commissione antimafia, anzi anticriminalità, perché sappiamo bene che la mafia non è l’unica organizzazione criminale esistente, anche se viene citata sempre quella, ma manca la volontà. Scorgo anche un certo disinteresse quando si fanno interventi in aula su questo argomento.

La Commissione intanto è un organismo che innanzitutto non ha un calendario misto, ma ha un calendario dedicato, per cui la sua azione è sicuramente più mirata. Spero naturalmente che la sua costituzione sia temporanea. Naturalmente dipenderà dagli eventi. Ma forse il PD è distratto anche da quello che succede a Reggio Emilia. Niente, non si smuove nessuno. Mi dispiace anche l’assordante silenzio da parte della sinistra estrema della coalizione di maggioranza.

Si può fare molto di più, in realtà. Si potrebbe pensare di istituire l’Osservatorio sugli appalti, se non fosse che ci avete già bocciato anche questa proposta. Si potrebbero fare tante cose. Intanto evitare di fare delle foglie di fico, come la Consulta. Quando in quest’aula a mo’ di battuta dissi che, visto che le Consulte vi piacciono, si sarebbe potuta costituire la Consulta sulla legalità degli emiliano-romagnoli in Emilia-Romagna, voi l’avete fatta. A questo punto penso di dover fare battute per essere preso sul serio. Spesso mi contestano che abbiamo un capo politico che è un comico, ma a questo punto se si ragiona con le battute ci adegueremo. Non c’è l’Osservatorio sugli appalti, come non c’è l’Osservatorio che ha funzionato dal 2011. Spero che almeno il Centro di raccolta della documentazione contro la criminalità organizzata dell’Emilia-Romagna sia stato aggiornato, perché l’ultima volta erano una decina di libri e dieci dossier.

Non so se potete camminare a testa alta e dire che avete fatto tutto il possibile. Non lo so. Io posso farlo. Non so se il PD possa fare altrettanto. Forse noi non abbiamo poteri di inchiesta, ma abbiamo la possibilità di lanciare un segnale forte, che non è quello di avere a disposizione una Consulta che si riunisce due o tre volte per elaborare un testo. Ricordo, peraltro, che un testo di protocollo contro la criminalità fu predisposto a Reggio Emilia e subito dopo scoppiò l’indagine Aemilia.

 

MEZZETTI: Questa è una legge, non è un protocollo.

 

SASSI: Va bene. Okay. Il testo ancora non l’ho letto. Lo vedremo. Comunque, il discorso è che le buone intenzioni hanno sempre mosso le persone volenterose, ma non hanno mai agito nel merito, non hanno mai avuto la forza di agire laddove era necessario. Questo è quello che ho visto da quando purtroppo anche a Reggio Emilia sono venuti alla luce questi fenomeni. Noi abbiamo cominciato a denunciarli nel lontano 2008, ma all’epoca eravamo semplici cittadini, che ovviamente venivano puntualmente ignorati. E a forza di essere ignorati siamo arrivati a fondare un movimento.

Credo che questo non sia un gran segnale, a mio parere. È la seconda volta che viene avanzata una richiesta di questa natura in Assemblea regionale…

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, ha esaurito il tempo. La invito a chiudere.

 

SASSI: La tematica non è così banale, ma è sentita, anche a seguito forse degli ultimi eventi che hanno coinvolto il consigliere Delmonte.

Vi esorto seriamente a ripensarci – e uso toni assolutamente pacati – e a ragionare insieme su come costituire una Commissione d’inchiesta su questo argomento.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Presidente, a questo punto penso sia doveroso abrogare anche l’articolo del Regolamento che prevede la possibilità di costituire le Commissioni d’inchiesta, dal momento che la sua utilizzabilità è pari a zero. Infatti, su qualsiasi tema c’è una ragione in Regione per non istituirle. Questo mi pare effettivamente anomalo, perché non penso che il legislatore che ci ha preceduto fosse cieco, muto e sordo e, quindi, l’avesse inserito perché ritenuto una cosa molto normale. Lei meglio di me sa che, invece, il tema delle Commissioni d’inchiesta è tema delicato, che merita particolare attenzione.

Ho voluto fare questa premessa perché giusto una settimana fa è stato liquidato in circa 40-45 minuti il progetto di legge relativo all’istituzione della Commissione d’inchiesta sulle elezioni nei Consorzi di bonifica e oggi apprendiamo che il Consorzio di bonifica di Reggio Emilia è stato commissariato. Certo, questo è quanto si può fare secondo legge, poi la finalità sarà quella di indire nuove elezioni e quant’altro, ma ciò sta a significare che esiste questo problema. Io non so che cosa si dovesse nascondere al Consiglio regionale o a quella Commissione d’inchiesta per apprendere dal giornale ciò che in realtà si potrebbe studiare in una sede competente anche per cercare di apporre quei miglioramenti legislativi tali da consentire il non reiterarsi di certe situazioni.

Premesso che io ho fatto parte della Commissione antimafia e, quindi, conosco anche i poteri messi a disposizione di tale Commissione, che indubbiamente sono poteri che questa Commissione non potrebbe avere, mi chiedo soltanto se ha senso una Commissione perché può arrestare i soggetti che sta audendo e non ha senso una Commissione se non ha l’autorità di mettere le manette ai polsi di qualcuno. Ma a questo punto ricordo che anche questa Assemblea legislativa non ha il potere di mettere le manette ai polsi di nessuno, quindi sarebbe anch’essa una superfetazione, quantomeno.

Mi permetto soltanto di evidenziare che questa proposta non andrebbe né a sminuire, né a creare un doppione con l’Osservatorio. È stato detto più volte che abbiamo uno strumento che si riunisce. È uno strumento che si coordina talmente bene che tutti loro sanno che noi eravamo convocati ieri alle ore 10 e improvvisamente è arrivato l’avviso che l’orario era stato spostato alle ore 11, perché così si poteva dar modo alla Commissione IV di potere esaminare, se non sbaglio, un C/38. Dico questo perché aveva talmente importanza la convocazione di quella Commissione che persino l’orario è stato sacrificato rispetto a un C/38. Se non volete votarla non votatela, ma il problema continua a rimanere.

Ritengo che proprio perché questa Regione ha, e sempre più dovrà avere, un rapporto stretto con gli Enti locali, indipendentemente dall’attività legislativa che ci apprestiamo a licenziare con un Testo Unico che potrà indubbiamente servire anche agli Enti locali, penso che questo potrebbe essere uno strumento soprattutto per capire le difficoltà che hanno gli Enti locali nel contestare quella che può essere una predisposizione da parte di alcuni ad introdurre al suo interno persone, atteggiamenti o addirittura atti che indirettamente fanno da sponda ad un’attività criminale di tipo mafioso, ‘ndranghetista, della Corona unita e chi più ne ha più ne metta. Poi bisogna metterle in fila tutte, non soltanto una. Dico soltanto una cosa, però: questa Commissione la voto, non perché c’è stata l’indagine, la voto perché ritengo che sia utile. Non voglio confondere un’indagine di tipo giudiziario, che dovrà trovare riscontro nella sede del contraddittorio delle parti, almeno per alcuni soggetti, sicuramente di uno che io ritengo del tutto estraneo. Pare che l’unico che non poteva non sapere chi fosse Sarcone è l’avvocato Giuseppe Pagliani. Invece, chi poteva sapere chi non era Sarcone era il sindaco di allora e oggi ministro, onorevole Delrio. Dato che io non ci sto a pensar male per uno e bene per l’altro, soprattutto perché differenti sono le responsabilità anche di governo dei due, proprio per questo voto questa Commissione, ma lascio che il contraddittorio delle parti, la pubblica accusa da una parte, ma anche la difesa dall’altra, così come mi auguro che sia, possano risolvere anche situazioni, a mio avviso, poco commendevoli come quelle che si sono verificate almeno in un caso di quell’indagine giudiziaria per la quale già il Tribunale della libertà si è espresso in ordine alla insussistenza totale dei motivi della carcerazione preventiva. Mi auguro che anche il Tribunale di merito possa assolvere da un’accusa infamante una persona che, a mio avviso, non c’entra niente né con quelle vicende né con quel processo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Siamo in dichiarazione di voto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, presidente.

Penso sinceramente che il tema della legalità non possa essere etichettato politicamente. Il valore della legalità, a cui tutti quanti dobbiamo tendere, non è né di destra né di sinistra. Deve essere un valore per tutti quanti noi e per questo eviterei, quando si discute di questi temi, di indulgere a polemiche di bassa lega, che non servono.

Detto questo, qualche piccola risposta la devo dare rispetto a domande che mi sono state fatte durante gli interventi. Intanto le competenze sul tema legalità e infiltrazioni mafiose sono state, per i cinque anni della scorsa legislatura, competenza della I Commissione, a presidenza Forza Italia, e sino a qualche mese fa competenza ancora della I Commissione, a presidenza Lega. Lo dico semplicemente perché siccome una delle motivazioni – lo dico davvero solo per quello – è che la Commissione coinvolgerebbe di più le minoranze, mi pare che finora le minoranze siano state ampiamente coinvolte e comunque una Commissione consiliare rispecchierebbe sempre quelli che sono gli equilibri dell’aula e quindi le minoranze sono tuttora coinvolte, anche se le competenze sono passate in V Commissione.

Si dice che una Commissione può fare leggi specifiche. La Commissione competente su questo tema già oggi fa delle leggi specifiche, che abbiamo già approvato.

L’ultima legge che abbiamo approvato è stata approvata in I Commissione, quando era competente la I Commissione, ed è la legge del 18 giugno 2015, n. 7. Se ci fossero state altre proposte, la Commissione competente se ne sarebbe occupata e avremmo approvato, eventualmente, anche altre proposte, le avremmo discusse. Purtroppo si parla molto, però di proposte io finora ne ho viste veramente poche. Ci vogliono proposte, non parole. Si dice che la Commissione d’inchiesta è uno strumento assolutamente utile. Siccome di fianco a noi abbiamo una Regione che negli ultimi tre anni è al primo posto per numero di beni confiscati, sequestrati e confiscati, che è la Regione Lombardia, ed è la Regione dove sicuramente ci sono stati molti Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, mi chiedo se in quella Regione c’è una Commissione d’inchiesta. Non sto mettendo in dubbio la bontà della legislazione della Regione Lombardia, non lo voglio fare, non mi interessa, però se si dice che è indispensabile qui da noi non si capisce perché non sia indispensabile in Lombardia. Non si capisce, nonostante la Lombardia abbia problemi molto, molto più seri dei nostri rispetto alle infiltrazioni mafiose.

Qualcuno ha detto in questa discussione che è molto facile fare di più della legge n. 3. Complimenti! Sono molto contento quando vedo di fianco a me dei fenomeni e quindi posso prendere esempio. La legge n. 3 del 2011 è stata votata anche dal Movimento 5 Stelle nella scorsa legislatura. Forse bisognerebbe leggere un po’ di più, forse informandosi un po’ di più si vedrebbero i risultati di questa legge. Faccio presente all’aula e a tutti quanti noi che solamente nel 2015, grazie alla legge n. 3, sono stati pianificati, definiti e sottoscritti venticinque accordi di programma. Noi come Regione, tutti quanti noi, abbiamo messo 418.000 euro in questi venticinque accordi di programma e alcuni di questi accordi riguardavano beni immobili confiscati perché i sindaci non avevano la possibilità di rimettere a posto questi beni. Li abbiamo finanziati noi, sono beni immobili confiscati alle mafie. Mi riferisco, in particolare, ai Comuni di Pieve di Cento, Berceto, Pianoro, Cervia e l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale a Parma, che hanno ottenuto finanziamenti grazie alla legge n. 3 per poter restituire questi beni confiscati alle mafie ai cittadini. Tanto per dare qualche altra notizia, vorrei ricordare che anche per il 2016 abbiamo stanziato, come Regione Emilia-Romagna, a bilancio 418.800 euro per la definizione del nuovo accordo di programma. Queste mi sembrano cose molto concrete. Lo dico a chi dice che era molto facile fare di più. Complimenti! Evidentemente dove governa il Movimento 5 Stelle si farà molto, molto di più.

Mi è stato chiesto quante volte la Consulta si è riunita. Rendo noto che la Consulta si è riunita quattro volte ad oggi. Si è riunita il 21 settembre, il 17 dicembre, il 19 gennaio di quest’anno e anche il 29 febbraio di quest’anno. A chi ha detto in quest’aula che ancora non si fa niente e non c’è niente, faccio presente che c’è già un testo, un Testo Unico che è stato già presentato. Le ultime due riunioni sono state dedicate alla discussione di questo Testo Unico invitando una miriade di soggetti che, tra l’altro, sono intervenuti e hanno proposto emendamenti. Per cui, quando si dice che cosa si è fatto forse bisognerebbe, ogni tanto, partecipare. Lo dico anche qui senza ombra di polemica. Quando la Lega mi chiede che cosa succede, cosa stiamo facendo e mi dice che non stiamo facendo nulla, faccio loro presente che nelle ultime due riunioni, quando si è presentato il Testo Unico, sapendo che tutti quanti i capigruppo di questa maggioranza sono invitati, la Lega non era presente. Anche su questo, forse, bisognerebbe – lo ripeto, finisco e mi scuso per qualche secondo in più che ho rubato – evitare di fare polemica politica. Forse bisognerebbe avanzare proposte e lavorare un po’ di più: meno parole e più fatti.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Mumolo.

Non ho altri iscritti in dichiarazione di voto.

Dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto. Vi ricordo che la votazione sulla Commissione speciale d’inchiesta, da Regolamento, avviene con dispositivo elettronico, perché occorre la maggioranza assoluta.

Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Intervengo sull’ordine dei lavori. Da Regolamento, la Commissione d’inchiesta viene votata con il dispositivo elettronico, ma se io richiedo la votazione nominale, sempre se nessuno richiede la votazione elettronica, passa la richiesta di votazione nominale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Il caso da lei enunciato, consigliere Rainieri, rientra nel comma 7 dell’articolo 80: “Nei casi di votazione a scrutinio palese, con quorum qualificato, l’Assemblea vota attraverso un dispositivo elettronico, fatte salve diverse esplicite previsioni normative”. Lei fa riferimento al comma 2 dell’articolo 80, quindi alla votazione per alzata di mano. Abbiamo verificato prima. Si vota, quindi, con il dispositivo elettronico.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della richiesta di istituzione della Commissione speciale d’inchiesta, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

40

Assenti

10

Votanti

39

Favorevoli

13

Contrari

26

Astenuti

--

 

PRESIDENTE (Soncini): L’oggetto 1992 è respinto.

 

OGGETTO 1887

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Memoria del Novecento – Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna» (TESTO BASE) (28)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 164

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «La promozione del Giorno del Ricordo in Emilia-Romagna». A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Abbinato)

 

OGGETTO 1944

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Promozione del "Giorno della libertà" in Emilia-Romagna». A firma del Consigliere: Foti

(Abbinato)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 1887: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: “Memoria del Novecento – Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna”. (Delibera di Giunta n. 2232 del 28.12.15); oggetto 164 – Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri recante: “La promozione del Giorno del Ricordo in Emilia-Romagna", a firma dei consiglieri Bignami e Aimi; oggetto 1944 – Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri recante: “Promozione del ‘Giorno della libertà’ in Emilia-Romagna”, a firma del consigliere Foti.

Il testo n. 3/2016 è stato licenziato dalla Commissione Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport e Legalità nella seduta del 18 gennaio 2016 con il titolo: “Memoria del Novecento. Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna”.

Il progetto di legge è composto da 9 articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

La relatrice della Commissione, consigliera Valentina Ravaioli, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Tommaso Foti, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Do la parola alla relatrice della Commissione, consigliera Valentina Ravaioli, alla quale ricordo che ha 20 minuti. Prego.

 

RAVAIOLI, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Oggi approda in aula questo progetto di legge al termine di un percorso già avviato nella precedente legislatura; un percorso che ha visto la partecipazione e il costante coinvolgimento dei soggetti interessati a vario titolo sul fronte della ricerca storica e della divulgazione della memoria fino all’udienza conoscitiva dello scorso 9 febbraio, un momento proficuo che, in un’ottica di ascolto e di scambio, ci ha permesso di recepire osservazioni e indicazioni di cui, in qualità di consiglieri, abbiamo cercato e cercheremo di farci interpreti.

A questo proposito, desidero fin da subito esprimere un ringraziamento tutt’altro che formale ai colleghi di maggioranza e opposizione per il costruttivo spirito di collaborazione dimostrato, al consigliere Foti, relatore di minoranza, oltre che ovviamente all’assessore Mezzetti, il quale, per conto della Giunta, ha seguito con grande attenzione tutte le tappe di questo iter, e agli uffici tecnici, in particolare nelle persone del dottor Zucchini e della dottoressa Lipparini per il loro fondamentale apporto.

La legge che oggi andiamo a esaminare prosegue, consolida e in qualche modo mette a sintesi il processo già attivato da tempo con lungimiranza e sensibilità dalla Regione Emilia-Romagna sul tema della memoria, come dimostrano le leggi progressivamente approvate negli anni, a cominciare dalla legge regionale n. 7 del 1977 “Tutela e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e politico dell’antifascismo”, in cui si riconoscono i valori dell’antifascismo e della Resistenza come valori fondamentali dell’ordinamento costituzionale dello Stato e dello Statuto della Regione, proseguendo con la legge regionale n. 25 del 1982 “Programma di studi e ricerche sul terrorismo e la violenza politica”, la legge regionale n. 13 del 1990 “Istituzione del centro residenziale Ca’ Malanca di studi ed iniziative sulla lotta di liberazione in Emilia-Romagna”, la legge regionale del 20 maggio 1944, n. 23 “Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla Costituzione quale socio fondatore della Fondazione Museo-Monumento al Deportato per lo studio e la documentazione sulla deportazione nei campi di sterminio da tutti i Paesi occupati dai nazisti” e da ultima la legge regionale n. 18 del 2008 “Memoria e responsabilità. Promozione e sostegno per la memoria dei giusti”, legge che impegna la nostra Regione a valorizzare la memoria degli uomini e delle donne che, con coraggio civico e responsabilità individuale, hanno operato contro ogni tentativo di genocidio e di crimine contro l’umanità.

Questo progetto di legge, in continuità con le leggi regionali approvate, naturalmente in armonia con le finalità statutarie della Regione e il quadro normativo nazionale, si pone l’obiettivo di superare frammentazioni e parcellizzazioni negli interventi sul versante della promozione della conoscenza storica e della divulgazione della memoria, con un’azione importante e di sintesi del quadro legislativo, secondo la tendenza alla semplificazione che la Regione Emilia-Romagna sta mettendo in atto, ma soprattutto attraverso una significativa operazione di ampio respiro storico e culturale che, in modo organico, abbraccia a trecentosessanta gradi, senza alcuna preclusione ideologica, e senza impostazioni parziali, fatti cruciali e determinanti del Novecento a livello locale, considerati nelle loro interazioni con la dimensione nazionale ed europea alla base dello sviluppo e del consolidamento dell’assetto democratico della Repubblica italiana, dei valori sanciti dalla nostra Costituzione e degli ideali di libertà e pace a cui si ispirarono i padri fondatori dell’Europa unita.

Questo progetto di legge si sviluppa, quindi, con la finalità di alimentare e consolidare la consapevolezza delle generazioni attuali e future relativamente ai processi storici caratterizzanti il secolo scorso; un secolo di luci e ombre, di enormi contraddizioni, la cui complessità non si presta certo facilmente alle forzature, alle semplificazioni e in qualche caso alle banalizzazioni che le definizioni inevitabilmente comportano; definizioni che pure sono fiorite numerosissime sul Novecento, da quelle che hanno cercato di coglierne complessivamente il senso inquadrandolo da diverse prospettive talora in opposizione, a quelle che hanno voluto concentrare l’attenzione su un aspetto considerato peculiare e preminente. Dunque, il Novecento è considerato in secolo breve, racchiuso e condensato tra la grande guerra e la fine della guerra fredda, il secolo lungo, con radici ben salde nell’Ottocento, il secolo spezzato, connotato dallo spartiacque della Seconda Guerra Mondiale, che determina il passaggio a una nuova fase e ancora il Novecento come il secolo delle masse, intese come nuovo soggetto storico, risultato dell’intreccio di vari fattori dall’alfabetizzazione all’affermazione del modello fordista, dall’urbanizzazione alla crescita demografica; un soggetto che mette in campo una domanda di integrazione sociale che assume le forme di un protagonismo politico del tutto originale.

Il Novecento come secolo delle donne; donne che irrompono nello scenario storico, protese all’affermazione della propria emancipazione sociale e civile e alla propria liberazione come soggetto autonomo, non più sottoposto all’autorità maschile, in nome della parità dei diritti e di opportunità, di nuove visioni della famiglia che avranno conseguenze importanti sui comportamenti demografici e la mentalità collettiva.

È il secolo della scienza, caratterizzato da importanti passi avanti e da scoperte significative. Il Novecento come secolo dei genocidi e dei totalitarismi, un secolo innominabile di violenze e tentativi di annientamento dell’altro, del diverso, di cui il lager, come fatto sociale e totale, diviene un simbolo terribile e raccapricciante, rappresentando una cesura fondamentale nei valori di riferimento della civiltà occidentale.

È un secolo, insomma, connotato da importanti conquiste civili, economiche, sociali e tecniche alle quali si sono affiancati orrori e tragedie che hanno elevato il grado della violenza collettiva a soglie impressionanti e senza precedenti.

È un secolo che merita di essere esplorato nei suoi molteplici aspetti, nelle sue diverse sfaccettature, anche in quelle più dolorose e sensibili, perché vicine e vive, ma alle quali dobbiamo accostarci con sguardo aperto e critico, a partire dalla consapevolezza, come ci hanno ricordato gli studiosi presenti all’udienza conoscitiva, che occorre sostenere la ricerca tanto sulle vittime quanto sui carnefici, inquadrando i fenomeni nella loro globalità e affrontando quei nodi irrisolti che pesano anche sulle contraddizioni del nostro presente.

In un contesto così articolato diventa importante, per capire da dove veniamo, concentrarci sulla storia dello spazio regionale emiliano-romagnolo, sulle vicende che hanno segnato indelebilmente il contesto locale, spesso indicato come uno dei laboratori più significativi nei processi di modernizzazione e di civilizzazione, di cui è importante stimolare la conoscenza, specie relativamente ai passaggi che maggiormente ne hanno influenzato la creazione; passaggi considerati anche in relazione alle dinamiche nazionali ed europee. Questo è l’obiettivo prioritario che si pone la legge, sostenendo quei soggetti attivi sul versante della conoscenza storica e i progetti finalizzati ad alimentare la memoria collettiva.

Venendo nello specifico all’articolato della legge, sul quale sono intervenute diverse proposte emendative, si tratta di nove articoli che declinano obiettivi e misure a partire dai primi due articoli, che vanno a fissare i pilastri concettuali della legge stessa. Da un lato ci sono i principi generali, che rifacendosi alla Carta costituzionale, ai valori fondativi dell’Unione europea, allo Statuto regionale e alle leggi dello Stato, indicano nella memoria dei fatti determinanti della storia del Novecento alla base dello sviluppo democratico della nostra Repubblica un elemento fondamentale per la comunità regionale in termini di crescita culturale ed educativa, di coesione sociale e per il consolidamento di elementi valoriali ed identitari condivisi a livello nazionale ed europeo. Dall’altro lato c’è il secondo articolo, che esplicita e definisce, ai fini degli interventi e della legge, dunque senza pretesa di scientificità, anche perché parliamo di questioni estremamente articolate che devono fare i conti con i limiti di sintesi imposti da un testo di legge, i concetti di memoria, di storia e di luogo della memoria.

La memoria è intesa non solo nella dimensione individuale, ma in quella sociale più ampia come processo di elaborazione in permanente evoluzione, che consente di recepire e rievocare i fatti, gli avvenimenti e le idee del passato.

Si tratta di un processo alimentato da attività di raccolta e conservazione del patrimonio e percorsi didattici e divulgativi che abbiano l’obiettivo di tenere viva la conoscenza degli eventi determinanti del XX secolo con un’attenzione particolare al primo al secondo conflitto mondiale, considerati non solo come eventi militari, ma in tutte le implicazioni socioeconomiche, alla conoscenza e alla comprensione degli eventi che hanno preceduto, accompagnato e seguito tali conflitti, alle trasformazioni sociali e ai movimenti sociali e politici con riferimento particolare ai grandi partiti popolari che hanno caratterizzato la storia dell’Emilia-Romagna, rendendola protagonista nella discussione politica nazionale e nelle più importanti battaglie politico-sociali, comprese quelle relative ai processi di emancipazione di lavoratori e lavoratrici, contribuendo alla coesione della comunità regionale, all’emigrazione emiliano-romagnoli nel mondo, al colonialismo, all’avvento e alla caduta della dittatura fascista, ai fenomeni di deportazione e sterminio, all’antifascismo, alla Resistenza e alla Liberazione, fino alla nascita della Repubblica e alla ricostruzione post bellica, attenzione alle vittime delle Foibe, all’esodo giuliano-dalmata-istriano e alla più complessa vicenda che ha caratterizzato il confine orientale prima e dopo il secondo conflitto mondiale, alla discussione e approvazione della Costituzione a cui diedero il loro contributo tutti i partiti dell’Italia democratica e che Calamandrei ci invita a curare quotidianamente come una macchina che una volta messa in moto non va avanti da sé, ma che ha bisogno ogni giorno del combustibile dell’impegno e della responsabilità collettiva, alla violenza che ha accompagnato le fasi cruciali della storia del Paese, al terrorismo e alle stragi, ai totalitarismi e agli eccidi di ogni matrice politica e agli uomini e alle donne che si sono opposti ai tentativi di crimine contro l’umanità.

A proposito delle donne, un’attenzione particolare è posta dalla legge sul tema del protagonismo femminile nel Novecento, secolo che vide le donne affacciarsi anche nella sfera pubblica, oltre che rivestire un ruolo di primo piano nel percorso di liberazione dal nazifascismo, animando in larga parte il volto non violento e non armato della Resistenza che rappresentò un tassello di certo non subalterno rispetto alla lotta armata. Memoria, dunque, come processo di elaborazione che si differenzia dal concetto di storia, della quale si nutre, ma con cui non si confonde; storia intesa come ricostruzione storiografica e scientifica, con il conforto della ricerca, basata sulle fonti documentali dei fatti e degli avvenimenti. Infine c’è il tema dei luoghi della memoria nei quali la dimensione geografica e quella storico-culturale si intersecano e lo spazio è contraddistinto da segni visibili ed elementi materiali o simbolici attraverso cui la comunità riconosce la propria storia e identifica riferimenti importanti alla definizione dei profili civili, valoriali e culturali del tempo presente.

Naturalmente, perché non si tratti di semplici testimonianze, questi luoghi acquisiscono significato grazie a un’elaborazione narrativa coerente e intelligibile dei fatti di cui sono stati teatro, grazie a iniziative di divulgazione e didattica in generale a operazioni di organizzazione storico-scientifica che permettono alle tracce di memoria presenti in quel luogo di poter essere lette e condivise dalla compagine sociale.

Agli articoli 3 e 4 vengono fissate le finalità e gli interventi previsti dalla legge, il sostegno alle attività di conservazione e raccolta di testimonianze, di studio e ricerca, di divulgazione e formazione, specie relativamente agli eventi cruciali a cui si faceva riferimento, con un’attenzione particolare alle giovani generazioni, nella convinzione che la conoscenza, rispetto alle dinamiche del passato, rappresenti un’opportunità fondamentale per offrire strumenti critici utili all’interpretazione di un presente sempre più complesso e soprattutto a non sottovalutare, anzi ad affrontare, con la giusta consapevolezza, l’insorgenza e il manifestarsi sempre più insistente ed inquietante di nuovi fenomeni di xenofobia, razzismo e intolleranza verso l’alto e il diverso, di negazione dei diritti umani, di fondamentalismi e nazionalismi sempre più esasperati, aggressivi e violenti.

Dunque, diventa importante su questo versante la collaborazione con le scuole e le università, con le associazioni dei familiari delle vittime che hanno sottoscritto un protocollo con il MIUR, al fine di sensibilizzare i ragazzi sul versante della lotta al terrorismo e allo stragismo, sul versante della legalità, così come centrale è il ruolo dell’associazionismo culturale nell’elaborazione di progetti che possono rivolgersi ai giovani con i linguaggi e le forme più adeguate ed efficaci.

La legge riconosce il ruolo determinante degli istituti storici presenti sul territorio regionale, associati o collegati alla rete dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, un ruolo determinante in termini di conservazione di patrimonio documentale e archivistico così come sul versante della ricerca e della divulgazione; un ruolo che è particolarmente importante sostenere in questa delicata fase di transizione legata al riordino istituzionale e al venir meno dei finanziamenti erogati dalle Province per l’attività ordinaria e il servizio al pubblico, stimolando e favorendo il lavoro in un’ottica integrata di rete e sistema tra i vari istituti, anche grazie alla funzione di coordinamento, già dalle precedenti leggi regionali, assegnata all’Istituto Parri.

È riconosciuto il ruolo fondamentale dell’ANPI, della Federazione Italiana delle Associazioni Partigiane, della Federazione Italiana Volontari della Libertà e delle associazioni combattentistiche reducistiche impegnate, con la loro straordinaria opera, a diffondere il valore della Resistenza e della pace a fondamento della nascita della Repubblica italiana e della nostra Costituzione. Si tratta di un’opera che dovrà proseguire con ancora più slancio e determinazione trovando le giuste vie per fronteggiare, purtroppo, il definitivo e doloroso venire meno delle testimonianze dirette.

È riconosciuto il ruolo delle Istituzioni, a cui, a vario titolo, compete la cura, la gestione e la valorizzazione formativa dei luoghi della memoria, la conservazione del patrimonio archivistico, librario o museale lì presente e la realizzazione di percorsi di ricerca e di attività di divulgazione. L’accento si pone poi sulla necessità di proseguire avvalendosi delle competenze dell’istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione, l’opera di censimento e mappatura dei luoghi della memoria, così come già in parte è avvenuto per i luoghi della Resistenza in occasione del 70° anniversario della Liberazione italiana, sfruttando il potenziale rappresentato dalle nuove tecnologie e sostenendo la realizzazione degli strumenti informatici e dei processi di digitalizzazione che consentono la più ampia e gratuita diffusione e fruizione degli interventi previsti in attuazione di questa legge, anche con l’obiettivo di agevolare la promozione del patrimonio storico, culturale architettonico del territorio regionale, sostenuto da una progettualità di respiro nazionale ed internazionale.

Interventi sono previsti, da parte della Regione, anche sul versante dell’organizzazione di iniziative e cerimonie di ricordo, informazione o sensibilizzazione sugli avvenimenti di rilevanza regionale o nazionale, anche in collaborazione con altre Istituzioni, oltre alla promozione e al sostegno di quei percorsi che consentono di estendere la conoscenza degli avvenimenti connessi alla commemorazione degli eventi riconosciuti e fissati dalla legislazione nazionale.

All’articolo 5 si tratta il tema della programmazione regionale degli interventi, per l’attuazione dei quali l’Assemblea legislativa è chiamata ad approvare, su proposta della Giunta, il programma triennale che va a definire obiettivi, modalità e procedure di intervento, individuando i criteri di concessione, erogazione e revoca dei contributi ai soggetti beneficiari. Alla Giunta spetta poi il compito di garantire il coordinamento tra le azioni previste da questa legge e gli interventi che rimandano a specifiche leggi di settore, in particolare relativamente a interventi di conservazione e restauro dei luoghi della memoria, e di convocare annualmente i soggetti interessati dalle finalità di questa legge per valutare le azioni poste in essere, i risultati raggiunti e condividere proposte e orientamenti futuri, favorendo una strategia di rete anche in vista della clausola valutativa vera e propria fissata, come cita l’articolo 6, ogni tre anni.

Centrale è anche il ruolo dell’Assemblea legislativa, che nell’ambito delle proprie competenze realizza e sostiene attività culturali ed educative per la crescita della cultura democratica, dell’impegno civile e della pace e per mantenere e sviluppare la memoria storica sottolineandone il significato e il valore per la comprensione dell’oggi.

Gli interventi dell’Assemblea si rivolgono soprattutto alle nuove generazioni con l’obiettivo di sviluppare nei giovani la consapevolezza del valore dei diritti umani e della partecipazione democratica e riguardano soprattutto eventi della Seconda Guerra Mondiale, con particolare attenzione alla persecuzione dei gruppi minoritari, alla deportazione politica e alla Shoah, quadro in cui si inseriscono perfettamente i viaggi della memoria già realizzati su tutto il territorio regionale in rete con scuole, enti pubblici e privati, associazioni e con il coordinamento scientifico degli istituti storici allo scopo di favorire esperienze formative e di cittadinanza attiva tra i ragazzi.

L’articolo 7 va a semplificare e razionalizzare il quadro normativo, abrogando le leggi che ho citato inizialmente, per ricomprenderle all’interno del quadro organico definito da questo nuovo progetto di legge, mentre l’ultimo articolo, il 9, va a modificare l’articolo 2 della legge regionale n. 47 del 1982 “Istituzione del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto”, in cui si fa riferimento alla composizione del Comitato stesso.

Chiudo facendo riferimento alle disposizioni finanziarie e all’articolo 8, che prevedono per il 2016 uno stanziamento di 1 milione di euro. Questa legge non vuole essere una legge manifesto o una pura dichiarazione di intenti. Questa legge vuole mettere in atto interventi concreti con cui si possa incidere – questa è la ferma convinzione della Regione Emilia-Romagna – sulla coscienza democratica dei cittadini affinché la memoria non sia vuota commemorazione, ma memoria attiva, una memoria capace di provocarci costantemente nelle nostre scelte di persone e di cittadini, restituendoci l’idea di una libertà come impegno, per dirla con le parole di don Ciotti, una libertà che non possiamo mai permetterci di dare per scontata, ma che dobbiamo ogni giorno, come ci indica questa legge, nutrire di attenzione e di prospettiva.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Ravaioli.

Do la parola al relatore di minoranza, consigliere Tommaso Foti. Ha venti minuti. Prego.

 

FOTI, relatore di minoranza: Signora presidente, sicuramente con molta meno capacità della collega che mi ha preceduto e con la quale abbiamo condiviso gli aspetti di questa legge e i compiti dei relatori, pur nelle differenti posizioni politiche, mi pare giusto fare alcune riflessioni e manifestare alcune mie impressioni.

Mi rivolgo direttamente all’assessore Mezzetti, che qui rappresenta la Giunta, per dire che se io avessi dovuto scrivere questo disegno di legge l’avrei sicuramente scritto in un altro modo; in un modo molto più succinto, in un modo molto meno elencativo, rispetto ai compiti di questa legge.

Assessore Mezzetti, se un dubbio mi viene è che si sia tentato in più occasioni di ribadire concetti per dare una forza politica ad una legge che, in realtà, dovrebbe avere il pregio della consegna del Novecento alla storia e quindi con questo anche consegnando le passioni, le emozioni e le voglie di una forzata interpretazione degli eventi a prescindere.

Sul concetto di memoria, pur circoscritta e relegata alla nostra realtà territoriale, io mi chiedo e vi chiedo se può esserci un’interpretazione corretta del Novecento senza neppure avere non dico il coraggio, ma l’attitudine alle considerazioni positive e quindi valutare che la Prima Guerra Mondiale ha come sue premesse e poi determina degli sconvolgimenti politici in quel dibattito che si sviluppò tra interventisti e neutralisti. Pare che utilizzare i termini “interventista” e “neutralista” sia peccato. Io, invece, continuerò a ritenerli elementi che da una parte hanno costituito le premesse per la scissione socialista che porta alla nascita del Partito Fascista e dall’altro, il neutralismo, essendo stato interpretato in un modo probabilmente non soddisfacente fino in fondo, fa nascere quella componente di dissenso all’interno del Partito Socialista che poi porta alla nascita del Partito Comunista con la scissione di Livorno del 1921.

Già questi due elementi mi lasciano perplesso rispetto ad una cultura della memoria che indubbiamente ha un collegamento nel secolo anche nella nostra Regione e che anche della nostra Regione ha vissuto questo contrasto tra chi era interventista e chi, invece, era neutralista, oggi potremmo dire pacifista.

Assessore Mezzetti, se vogliamo collocare correttamente, sotto il profilo storico, gli eventi che hanno preceduto l’avvento del fascismo, non si può prescindere da quello che storiograficamente viene denominato “Il biennio rosso”. Apriamo una parentesi, anche se sulle parentesi sono molto poco crociano (come loro sanno Croce diceva che il fascismo era stata una parentesi nella storia d’Italia). Io non sono crociano, ma devo dire che le settimane rosse ripetutamente nell’arco di un biennio hanno costituito indubbiamente un humus che ha portato alla nascita del fascismo. Anzi, se vogliamo dirla fino in fondo, vi è stata una saldatura tra coloro i quali tornarono dalle trincee e dal fronte mutilati e vilipesi e coloro i quali subivano gli effetti del biennio rosso.

Mi pare che vogliamo quasi tracciare noi il solco della storia, non lasciando, a chi se ne dovrebbe occupare, se è vero che se ne occupa in modo distaccato, di fare le sue scelte. Più volte si ripete, quasi come se fosse necessario ad ogni piè sospinto, il richiamo all’antifascismo, quando ci si preoccupa nel contempo di studiare il fascismo come fenomeno anche regionale. In realtà, è un fenomeno nazionale, perché, piaccia o non piaccia, questa terra ha dato i natali al suo capo.

Mi permetto di dire che io, invece, in merito a quello che è stato dipinto per molti anni come un movimento senza possibilità di dissenso, sarei molto più interessato a ricavare nei suoi esponenti più importanti, che hanno operato in questa regione, esattamente la tesi opposta. Quando noi leggiamo un libro su Leonardo Arpinati, Un fascista anomalo, pubblicato dal Mulino, scritto da Brunella Dalla Casa, già direttrice dell’Istituto per la storia della Resistenza nella Provincia di Bologna, ci rendiamo conto che quello che sembrava un sistema chiuso era, in realtà, un sistema politico arioso, quantomeno nell’ammettere la critica.

Ci sono, poi, le due pubblicazioni di Nello Paolo dedicate a Dino Grandi, di cui si ricorda soltanto, probabilmente, l’ordine del giorno in queste nostre zone. Se dovessimo confrontare ciò che ha fatto Dino Grandi rispetto a ciò che ha fatto Badoglio, si capirebbe il motivo per cui la storia riconosca Dino Grandi e abbia dimenticato Badoglio. Dino Grandi, mussoliniano ribelle, non è soltanto il 25 luglio. È l’impostazione politica di un personaggio di rilievo di quel sistema rispetto a quel sistema. Ancora, sempre riferito a Dino Grandi, Un fedele disubbidiente. Dino Grandi da palazzo Chigi al 25 luglio.

Ho citato questi due libri, ma potrei citare un altro personaggio che ha a che fare, secondo me, con la memoria del Novecento in Emilia-Romagna: Italo Balbo, autore di una trasvolata atlantica che gli ha consentito, ancora oggi, di avere una via dedicata in Canada, così mirabilmente disegnato nei suoi aspetti buoni e cattivi, positivi e negativi ora da Claudio Segrè, ora da Giordano Bruno Guerri.

Infine, un dato provinciale: il libro di Don Franco Molinari dedicato a Bernardo Barbiellini Amidei, padre di Gaspare Barbiellini Amidei, poi direttore del Corriere della Sera, candidato del Movimento Sociale Italiano capolista nel 1956 nel Comune di Piacenza. Bernardo Barbiellini Amidei si meritò il titolo di un libro (che è il sunto del libro): Il fascista del dissenso.

È questa l’indagine che andrebbe svolta sui fenomeni di quegli anni. Non bisogna ripercorrere le date e i ritualismi, ma cercare di interpretare oggi alcuni fenomeni epocali che, ad esempio, sono collegati a ciò che è stato reintrodotto o verrà reintrodotto come concetto di totalitarismo. Assessore, penso che un esame sulla psicologia delle masse e sulla capacità, di alcuni uomini di quei totalitarismi, di trascinare le masse non possa non essere considerato un elemento essenziale della ricerca storica e dell’interpretazione politica di tali eventi. Esiste un libro, pubblicato circa un mese fa, che stranamente è passato sotto traccia nelle rilevazioni dei grandi giornali.

L’altro ieri, Eugenio Scalfari − che non poteva non recensire il libro del suo amico Pierluigi Battista – ha recensito un libro di Pierluigi Battista che si intitola Mio padre era fascista. Io avevo conosciuto suo padre, in realtà, come missino, perché l’avvocato Battista era presidente della nostra Commissione disciplina nel Movimento Sociale Italiano. In questo libro, che commenta Eugenio Scalfari, c’è un passaggio molto significativo che io mi permetto di sottolineare affinché sia chiaro che il senso della ricerca molto spesso non parte dal pregiudizio, ma dall’ascolto degli altri. A un certo punto, Eugenio Scalfari, che penso sia una fonte a cui una certa sinistra si è molto abbeverata, se non altro quando è stato direttore e fondatore di Repubblica, scrive: “Il libro di Pierluigi − lo chiama così; non è Bersani, ma è Battista − mi ha fatto di nuovo tornare in mente i miei anni di fascismo, che vennero poco dopo quelli del Battista padre. Lui partì per la guerra nel 1940 e io fui espulso dal Partito fascista nel 1943 e vi ero entrato nel 1931”. Eugenio Scalfari non è stato pochi giorni lì dentro.

 

(interruzioni dell’assessore Mezzetti)

 

Sì.

“Ai miei tempi – dice − c’erano già, ma forse c’erano sempre state, due o tre diverse correnti nel Partito e anche nei GUF (i Giovani Universitari Fascisti) e nei giornali che rappresentavano la voce studentesca dei giovani fascisti universitari. C’era la corrente di fascismo muscolare rappresentata da Roberto Farinacci, una più moderata rappresentata da Galeazzo Ciano e, infine, un’altra culturalmente frondista rappresentata da Giuseppe Bottai”.

Non faccio questi riferimenti solo per citare personaggi che, in parte, hanno fatto outing (per usare un termine di moda), ma anche perché, volendo svolgere un’indagine seria e approfondita sul perché di certi movimenti e di certe reazioni, così si dovrebbe comportare chi vuole effettuare non la ricerca di una verità precostituita, ma un’indagine storica da lasciare agli altri, a chi verrà o a chi c’è affinché ne tragga le dovute considerazioni.

Sotto questo profilo, io mi auguro, assessore Mezzetti, che la sinistra abbia il coraggio di non cadere in quella stucchevole diatriba retorica nella quale è caduta qualche settimana fa a proposito dello stanziamento di fondi per l’ex Casa del Fascio di Predappio. Lo dico come piace a voi, dal momento che la chiamate voi “ex Casa del Fascio di Predappio”. Secondo me, correttamente, bisognerebbe chiamarla “la Casa dell’ex Fascio di Predappio”. Tuttavia, avendola voi definita in questo modo, ubi maior minor cessat. Mi arrendo e mi costituisco, a nome del mio Governo, in esilio.

Il fatto di voler riempire già oggi di subordinate quella che potrebbe essere una gigantesca operazione culturale, che riscatta Predappio da un’isola di nostalgismo e di revanscismo ormai quasi caricaturale e porta lì, ad esempio, lo dico a mo’ di battuta, di proposta, la più grande biblioteca del mondo sul fascismo, sarebbe un’operazione gigantesca.

A tal proposito, vi ricordo che quando le passioni politiche − siamo nel pieno degli anni di piombo – erano molto più accese (parlo del biennio 1982-1984), ci sono stati due eventi culturali ad opera di Giunte di sinistra (una a Milano, con il Sindaco Carlo Tognoli, e una a Roma, con l’assessore alla cultura e vicesindaco Severi, del Partito Socialista) che hanno fatto riscoprire filoni culturali fino ad allora ghettizzati, sia sotto il profilo dell’arte, sia sotto il profilo della scienza e dell’economia. Mi riferisco alla mostra degli anni Trenta a Milano del 1982 e alla mostra sull’economia italiana tra le due guerre del 1984.

Infine − mi dispiace che in questa legge non ci sia alcun riferimento sotto questo profilo – un movimento non solo culturale, ma anche architettonico. Il riferimento che manca riguarda il razionalismo, che ha inciso profondamente in questa regione. Non lo dico soltanto perché, addirittura, nella città di Forlì è presente il quartiere razionalista, ma perché non c’è città dell’Emilia-Romagna che non abbia simboli di quella che è stata, se non altro, una tendenza culturale nell’arte, uno stile che ha profondamente inciso e che si è caratterizzato nella storia di questa regione e di questo Paese. Lo dico perché molti, forse, pensano che vi sia stata soltanto − anche in questo caso − l’ex Casa del Fascio di Terragni a Como e non, invece, tanti esempi di arte razionalista, dall’ex Casa della GIL a Piacenza, del Moretti, per passare alla città di Bologna, che le ha girate, a partire dallo stadio Dall’Ara in poi, che caratterizzano questa città. Se vogliamo fare una gigantesca operazione culturale dobbiamo agire su questi temi, non per continuare a pubblicare libelli, dei quali non se ne può più. Ne è pieno il mondo.

Aggiungo un’altra considerazione, assessore Mezzetti. Io cercherei di capire se vi è un collegamento forte, anche in Emilia-Romagna, tra i cosiddetti “futuristi minori” dell’arte futurista, a partire da Osvaldo Botto. Mi permetto di dire questo perché noi non dobbiamo preoccuparci solo di storicizzare i periodi, ma anche di far vivere quei periodi per ciò che sono stati.

Dopodiché, penso che, senza tanti distinguo, si debba riconoscere – mi avvio alla conclusione – che anche nella seconda parte del secolo che si è concluso vi sono stati eventi e fenomeni che, giustamente, qui si propone di analizzare. Uno per tutti: il fenomeno delinquenziale delle stragi, che questa regione ha pagato più di ogni altra. Sotto questo profilo, forse la ricerca...

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, le chiedo di avviarsi alla conclusione.

 

FOTI: La ricerca più forte della verità la possiamo ottenere se, finalmente, verranno rimossi tutti quei segreti di Stato che ancora oggi, incomprensibilmente, vengono alzati, nonostante alcune verità giudiziarie siano state accertate e non si capisca quale sia l’ostacolo. Poter finalmente sapere se vi erano poteri paralleli dello Stato che hanno giocato sulla pelle dei cittadini.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Si sono svolte le illustrazioni del relatore della Commissione e del relatore di minoranza.

Apro la discussione generale. Vi ricordo che avete a disposizione venti minuti ciascuno.

Ha chiesto di parlare il consigliere Alleva. Ne ha facoltà.

 

ALLEVA: Vorrei anticipare, da parte del nostro Gruppo, un voto favorevole alla legge, ma con alcune precisazioni. A parer mio, da questa legge ci si poteva aspettare qualcosa di più riguardo ai risultati. È quasi una legge che demanda ad altre sedi e ad altre situazioni la concretezza dei propri risultati e del proprio scopo.

Che cosa si vuole raggiungere, in realtà? Secondo me, dovrebbe essere maggiormente focalizzata e dovremmo, almeno tra di noi, pensare a un obiettivo che non sia generico (ora di ricerca, ora di celebrazione, ora di insegnamento). Il fulcro dovrebbe essere proprio quello dell’approfondimento storiografico. Ci sono tanti argomenti che hanno avuto momenti critici, momenti veramente essenziali qui in Emilia-Romagna. Penso, per esempio, ai fatti di Reggio Emilia, che hanno segnato una svolta importantissima nel dopoguerra, ma che, in sé, non sono stati ancora sufficientemente indagati. Penso alla strategia dell’attenzione, che ha colpito in modo molto pesante questa regione e sulla quale, con ogni probabilità, è stata data anche una rappresentazione di comodo.

Noi abbiamo responsabili formalmente accertati della strage del 1980, ma di quel processo, in realtà, ne hanno sempre parlato in pochi. Un’indagine vera si è scontrata ora con gli omissis, ora con i segreti di Stato, ora con una considerazione molto superficiale, molto sugli autori ultimi (ammesso che siano stati loro).

A mio parere, bisogna ricentrare − per quanto possibile − questa iniziativa legislativa o, comunque, focalizzare la sua attuazione sull’obiettivo di dare impulso alla ricerca storica, alla ricerca storiografica. Per fare questo, la Regione non dovrebbe, secondo il mio modo di vedere, semplicemente partecipare o supportare altri istituti storici o altre entità, ma dovrebbe avere maggiore protagonismo e, innanzitutto (ho notato soltanto un cenno rapidissimo, sicuramente insufficiente), avere collaborazioni con gli Atenei della regione, con le cattedre di Storia contemporanea dei nostri Atenei, per incentivare la ricerca di base. La ricerca di base è quella che si svolge nelle università. Le tesi di laurea – ad esempio, le tesi specialistiche − sono i mezzi attraverso i quali si muovono i giovani studiosi, da cui vengono fuori gli spunti più originali. Questo aspetto non mi sembra sia stato sufficientemente centrato.

In altre parole, quando si afferma che saranno stabiliti obiettivi e metodi, l’impressione è quella di una determinazione non ancora avvenuta, in realtà, di che cosa effettivamente si voglia. Io mi auguro che si voglia dare impulso alla ricerca storica, alla storiografia a tutti i livelli, sia a livello scientifico-specialistico sia − questo aspetto mi sembra particolarmente importante − a livello della ricerca di base.

Ricordo la raccomandazione di Ugo Foscolo, quando diventò ministro della cultura del Regno d’Italia: “O italiani, io vi esorto alle storie”.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Alleva.

Ci sono altri interventi in discussione generale? Sono le ore 17.52. Siccome sono previsti venti minuti per ciascun consigliere in discussione generale, io proporrei, a questo punto, di aggiornarci a domani alle ore 9.30.

Comunico all’aula che, all’inizio della seduta pomeridiana di domani, l’assessore Gazzolo svolgerà un’informativa, come sollecitato dal consigliere Foti in questa seduta, sulle recenti condizioni meteorologiche.

Grazie. A domani.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,52

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Raffaele DONINI, Emma PETITTI e i consiglieri Stefano BARGI e Barbara LORI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 1854 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Norme regionali in materia di organizzazione degli esercizi farmaceutici»” (27)

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 29

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 12

Enrico AIMI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Raffaella SENSOLI.

 

Assenti: 9

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Alan FABBRI, Barbara LORI, Marco PETTAZZONI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI.

 

OGGETTO 1992 “Richiesta di istituzione di una commissione speciale d’inchiesta, ai sensi dell’art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna e dell’art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea Legislativa, sul rispetto della legalità e le azioni di prevenzione e trasparenza necessarie a combattere infiltrazioni di stampo mafioso di qualsiasi genere sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Rancan, Marchetti Daniele, Delmonte, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Bargi”

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 13

Enrico AIMI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI.

 

Contrari: 26

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 10

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Alan FABBRI, Barbara LORI, Marco PETTAZZONI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 1854 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Norme regionali in materia di organizzazione degli esercizi farmaceutici»” (27)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Paruolo:

«Al comma 1 dell’art. 14 (Chiusura per ferie) dopo la parola "periodo" è aggiunta la parola "massimo"»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Paruolo:

«Al comma 3 dell’art. 16 (Vigilanza sulle farmacie) le parole "addetto di polizia giudiziaria" sono sostituite da "agente di polizia giudiziaria".»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Paruolo:

«Al comma 2 dell’art. 17 (Attività e servizi erogabili in farmacia) dopo le parole "normativa di settore vigente in materia " sono aggiunte ", compresi i regolamenti locali".»

(Approvato)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Paruolo:

«Al comma 2 dell’art. 17 (Attività e servizi erogabili in farmacia) dopo la parola "locali" è aggiunta la parola "idonei".»

(Approvato)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Delmonte:

«Al comma 2 dell’art. 14 (Chiusura per ferie) le parole "necessarie per interventi di manutenzione straordinaria" sono sostituite da "autorizzate ai sensi dell’art. 10, comma 1 lett. d)".»

(Approvato)

 

Emendamento 6, a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni, Sassi:

«All'art. 11, al comma 1, dopo la lettera j è introdotta la lettera K):

"k) rilascio delle autorizzazione, per conto della Regione, ad espletare la fornitura a distanza al pubblico dei medicinali senza obbligo di prescrizione, mediante i servizi della società dell'informazione, quali definiti dalla legge 21 giugno 1986, n. 317"»

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni, Sassi:

«All'art. 12, comma 2, lettera a) le parole "persone disabili" sono sostituite da ''persone con disabilità".»

(Approvato)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni, Sassi:

«All'art. 14, dopo il comma 3, è introdotto il comma 4:

"4. La chiusura per ferie deve avvenire in modo da assicurare l'assistenza farmaceutica, in ogni caso essere garantita l'apertura di almeno il 25 per cento delle farmacie insistenti nel comune o bacino di utenza"»

(Respinto)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni, Sassi:

«All'art. 16 è introdotto l'art. 16 bis:

Art. 16 bis

(Vigilanza sugli esercizi commerciali che vendono farmaci al pubblico)

1. I competenti servizi delle Aziende USL effettuano negli esercizi commerciali adibiti alla vendita dei medicinali la vigilanza sulla corretta conservazione degli stessi, la scadenza, nonché il controllo sull'osservanza delle norme relative al divieto di vendita e di utilizzazione dei medicinali. Nel caso in cui detti interventi di vigilanza rilevino inosservanze delle disposizioni di legge, i competenti servizi delle Aziende USL sono tenuti ad adottare i provvedimenti previsti dalla normativa vigente.

2. Per le finalità di cui al comma 1, i competenti servizi delle Aziende USL effettuano ispezioni con cadenza triennale.

3. In caso di reiterate violazioni si può disporre il divieto di prosecuzione dell'attività, secondo le modalità stabilite da apposito atto della Giunta regionale."»

(Respinto)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni, Sassi:

«All'art. 17 è introdotto il comma 5:

"5. Nel rispetto prioritario del diritto alla salute è dovere del farmacista disporre i prodotti sugli scaffali e fornire le informazioni su prodotti e servizi, in modo da garantire la distinguibilità da parte dei cittadini fra prodotti sanitari e altri prodotti prettamente commerciali."»

(Approvato)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni, Sassi:

«All'art. 23 è introdotto il comma 2 bis:

"2 bis AI fine di rendere cogente il raggiungimento del risultato atteso sulle tempistiche previste per l'attesa per le prestazioni sanitarie, in caso di inosservanza da parte delle Aziende Sanitarie e delle altre strutture sanitarie del dovere di effettuare le visite prenotate entro i tempi previsti dalla Regione, è disposto un risarcimento economico corrispondente all'importo medio regionale necessario per ottenere la prestazione in regime di libera professione intramoenia."»

(Respinto)

 

Emendamento 12, a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni, Sassi:

«All' art. 2, dopo il comma 2, è introdotto il comma 3:

"3. Le condizioni di preferibilità, di cui al comma 2, sono individuate dalla Giunta regionale con apposito atto, per tutti i casi non rientranti nelle condizioni di preferibilità le funzioni amministrative in materia sono esercitate dai comuni."»

(Respinto)

 

Emendamento 13, a firma dei consiglieri Sensoli, Gibertoni, Sassi:

«All'art. 12, dopo il comma 2, è introdotto il comma 2 bis:

"2. bis AI fine della tutela dei cittadini nell'acquisto online dei medicinali vendibili senza obbligo di prescrizione, di cui al Decreto Legislativo 19 febbraio 2014, n. 17, ed al fine di evitare che soggetti non autorizzati possano vendere online tali medicinali, il portale informatico, o una sezione del portale aziendale, di cui al comma 1, dovrà pubblicare un elenco di tutte le farmacie autorizzate alla vendita di tali farmaci online."»

(Respinto)

 

Emendamento 14, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 4, al termine del comma 5, sono integrate le seguenti parole "II progetto, così come modificato, dovrà essere trasmesso all'Ordine Provinciale dei Farmacisti competente per territorio che potrà esprimersi entro sette giorni dal suo ricevimento."»

(Respinto)

 

Emendamento 15, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 6, comma 7, le parole "180 (centottanta) giorni" sono così modificate "un anno".»

(Respinto)

 

Emendamento 16, a firma del consigliere Foti:

«AI termine dell'articolo 7, viene istituito il seguente articolo:

"Art. 7 bis

(Indennità di residenza)

1. A decorrere dal 1° gennaio 2017, l'indennità di residenza a favore dei titolari, direttori responsabili e gestori provvisori di farmacie con volume d'affari fino a euro 1.250.000 ubicate in località o agglomerati rurali con popolazione fino a 3.000 abitanti è fissata nella misura seguente:

a) euro 1.800 all'anno, fino a 1.000 abitanti;

b) euro 1.500 all'anno, da 1.001 fino a 2.000 abitanti;

c) euro 1.200 all'anno, da 2.001 fino a 3.000 abitanti.

2. Ai Comuni che gestiscono farmacie rurali spetta un contributo annuo pari alla misura dell'indennità stabilita al comma 1.

3. Nei casi in cui la farmacia rurale sia l'unica sede farmaceutica presente nel territorio comunale, la popolazione di riferimento da considerare è quella dell'intero Comune.

4. Su richiesta del titolare, direttore responsabile o gestore provvisorio, previo parere favorevole dell'ASL, l'indennità può essere totalmente o parzialmente utilizzata per il pagamento di affitto dei locali o utenze."»

(Respinto)

 

Emendamento 17, a firma del consigliere Foti:

«AI termine dell'articolo 7, viene istituito il seguente articolo:

"Art. 7 ter

(Contributo aggiuntivo)

1. A decorrere dal 1° gennaio 2017, ai titolari, direttori responsabili e gestori provvisori delle farmacie individuate ai sensi dell'articolo 7 bis, spetta un contributo aggiuntivo diversificato in relazione al volume d'affari dell'anno precedente nella misura seguente:

a) euro 13.000 all'anno, se il volume d'affari non supera euro 150.000;

b) l'importo annuo di cui alla lettera a) diminuito di euro 100 per ogni euro 1.000 eccedenti la somma di euro 150.000, se il volume d'affari è compreso tra euro 150.000 e euro 270.000.

2. laddove gli uffici finanziari statali accertino un volume di affari ai fini IVA superiore a quello dichiarato e tale da modificare comunque il diritto al contributo di cui al presente articolo, i beneficiari sono tenuti a rimborsare alle aziende sanitarie locali, entro sessanta giorni dalla notifica dell'accertamento, le somme indebitamente percepite."»

(Respinto)

 

Emendamento 18, a firma del consigliere Foti:

«AI termine dell'articolo 7, viene istituito il seguente articolo:

"Art. 7 quater

(Variazione degli importi)

1. In sede di approvazione del Bilancio di Previsione la Regione può, con proprio atto, modificare in aumento i valori relativi all'Indennità di Residenza ed al Contributo Aggiuntivo. La modifica non può essere superiore all'indice ISTAT successiva all'ultima variazione."»

(Precluso)

 

Emendamento 19, a firma del consigliere Foti:

«AI termine dell'articolo 7, viene istituito il seguente articolo:

"Art. 7 quinques

(Modalità di presentazione delle domande e di erogazione)

1. I titolari, i direttori responsabili, i gestori provvisori di farmacie rurali ed i sanitari gestori di dispensari farmaceutici aventi diritto alle indennità e ai contributi previsti dalla presente legge, devono, entro il 31 marzo di ogni anno, presentare apposita istanza all'ASL competente per territorio corredata da:

a) certificazione del Sindaco attestante che la farmacia o il dispensario sono regolarmente aperti al pubblico;

b) copia della dichiarazione relativa all'anno solare precedente prodotta al fine dell'applicazione dell'IVA, con attestazione della conformità all'originale rilasciata dall'ufficio provinciale IVA competente.

2. Le indennità e i contributi previsti dalla presente legge sono erogati dalle ASL nel cui territorio sono ubicate le farmacie rurali ed i dispensari farmaceutici interessati, entro il 30 giugno dell'anno successivo."»

(Precluso)

 

Emendamento 20, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 8, comma 1, dopo le parole "legge 8 marzo 1968, n. 221" integrare le parole "come modificato dall'articolo 6 della legge 8 novembre 1991, n. 362."»

(Approvato)

 

Emendamento 21, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 9, il comma 4 è così integralmente modificato:

"4. La farmacie succursale di cui al comma 3 è assegnata tramite pubblico concorso, indetto dalla Regione su richiesta del Comune interessato, cui partecipano i titolari di farmacie del medesimo Comune. AI fine di evitare che il concorso vada deserto, il Comune può richiedere di estenderne la partecipazione ai titolari delle farmacie comprese nell'ambito territoriale dell'Azienda USL."»

(Approvato)

 

Emendamento 22, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 10, comma 1, lettera h), le parole "qualora non sussistano più le ragioni che ne hanno determinato l'apertura, di cui all'articolo 8 commi 1 e 4 e all'articolo 9 comma 1" sono così modificate: "per la constatata inadempienza agli obblighi stabiliti all'art. 120 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie, R.D. 27 luglio 1934, n. 1265."»

(Respinto)

 

Emendamento 23, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 13, comma 1, le parole "al Comune" sono così modificate "all'Azienda USL per la pubblicazione sul portale informativo internet ed".»

(Ritirato)

 

Emendamento 24, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 13, comma 7, il secondo periodo è così sostituito "la corresponsione del diritto addizionale spetta al farmacista secondo quanto disposto dall'articolo 8 del Decreto Ministero della Sanità 18 agosto 1993."»

(Approvato)

 

Emendamento 25, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 13, comma 12, dopo le parole "l'obbligo di tenerla accesa" sono integrate le parole ", quando di turno,"»

(Respinto)

 

Emendamento 26, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 14, comma 2, le parole "straordinaria, lo chiusura per ferie delle farmacie avviene per periodi non inferiori ad una settimana" sono così modificate "ordinaria o straordinaria, la chiusura per ferie delle farmacie avviene per periodi non inferiori a una settimana".»

(Precluso)

 

Emendamento 27, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 16, dopo il comma 1, viene integrato il seguente comma:

"1bis. La Giunta regionale predispone linee guida per uniformare su tutto il territorio regionale l'attività ispettiva di vigilanza e di controllo sulle farmacie e sul servizio di consegna a domicilio di farmaci."»

(Respinto)

 

Emendamento 28, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 19, dopo il comma 1, viene integrato il seguente comma:

"1. bis. Agli oneri derivanti dall'applicazione degli articoli 7 bis, 7 ter, 7 quater, 7 quinques della presente legge si provvede con le disponibilità provenienti dal Fondo Sanitario Nazionale inserite in apposito capitolo del Bilancio Regionale."»

(Precluso)

 

Emendamento 29, a firma del consigliere Foti:

«L'articolo 21, comma 2, è così sostituito:

"Entro il 31 gennaio di ogni anno, la Giunta regionale individua, acquisito il parere della commissione assembleare competente, le modalità per sostenere le farmacie rurali con contributi il cui importo viene stabilito nell'ambito delle disponibilità annualmente autorizzate con la legge di bilancio."»

(Approvato)

 

Emendamento 30, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 23, comma 3, le parole "della Giunta regionale sono disciplinate" sono così modificate "la Giunta regionale, acquisito il parere della Commissione assembleare competente per materia, disciplina".»

(Approvato)

 

Emendamento 31, a firma del consigliere Foti:

«All'articolo 15, al temine del comma 5, integrare "Dette linee guida, se adottate, si applicano anche alla consegna domiciliare effettuata dai comuni ai sensi dell'articolo 8, comma 2."»

(Respinto)

 

Emendamento 32, a firma del consigliere Foti:

«AI termine dell'articolo 17, viene istituito il seguente articolo:

"Art. 17 bis

(Dispositivi per "Test autodiagnostici" ed erogazioni di specifiche prestazioni professionali

all'interno delle farmacie rurali)

1. La Regione autorizza l'espletamento all'interno delle Farmacie Rurali di particolari prestazioni professionali e l'applicazione di dispositivi per "Test autodiagnostici", così come previsti dai Decreti del Ministero della Salute del 16 dicembre 2010 "Erogazione da parte delle farmacie di specifiche prestazioni professionali" e "Disciplina dei limiti e delle condizioni delle prestazioni analitiche di prima istanza, rientranti nell'ambito dell'autocontrollo ai sensi dell'articolo 1, comma 2, lettera e) e per le indicazioni tecniche relative ai dispositivi strumentali ai sensi dell'articolo 1, comma 2, lettera d) del decreto legislativo n. 153 del 2009".

2. Ai fini dell'erogazione di prestazioni da parte di infermieri e fisioterapisti, così come previsto dal Decreto "Erogazione da parte delle farmacie di specifiche prestazioni professionali", la Farmacia è tenuta al rispetto dei requisiti minimi citati dall'art. 5 del citato Decreto e a destinare allo scopo un locale, o parte di esso, in modo che sia garantita la privacy dell'utente;

3. Per quanto attiene le prestazioni analitiche di prima e seconda istanza di cui agli artt. 2 e 3 del Decreto "Disciplina dei limiti e delle condizioni delle prestazioni analitiche di prima istanza, rientranti nell'ambito dell'autocontrollo ai sensi dell'articolo 1, comma 2, lettera e) e per le indicazioni tecniche relative ai dispositivi strumentali ai sensi dell'articolo 1, comma 2, lettera d) del decreto legislativo n. 153 del 2009" si applica quanto disposto dall'art. 4 del detto Decreto.

4. I locali in cui espletare le dette prestazioni, possono essere spazi autonomi, anche utilizzati come retrobottega/magazzino, purché risultino rispettanti i criteri igienico-sanitari, ovvero porzioni della Farmacia, purché sia garantito il diritto alla privacy.

5. Le funzioni di controllo e di vigilanza relativamente alle disposizioni di cui al presente articolo ed ai citati Decreti sono in capo alle ASL."»

(Respinto)

 

Emendamento 33, a firma del consigliere Delmonte:

«All'articolo 13, comma 1, sono eliminate le parole "ne dia preventiva comunicazione al Comune e".»

(Respinto)

 

Emendamento 34, a firma del consigliere Delmonte:

«All'articolo 13, comma 4, le parole "sentiti i Comuni interessati" sono sostituite dalle seguenti parole ", recepite le decisioni dei Comuni interessati relativamente a quanto previsto dai commi 5 e 6 seguenti,"»

(Respinto)

 

Emendamento 35, a firma del consigliere Delmonte:

«All'articolo 13 è aggiunto il seguente comma 6 bis:

"6 bis. Nei comuni con meno di cinque sedi farmaceutiche, il Comune ha facoltà di stabilire che le modalità di cui al comma precedente, siano applicate anche durante i turni diurni feriali o festivi."»

(Respinto)

 

Emendamento 36, a firma del consigliere Delmonte:

«All'articolo 13, comma 7, le parole "può richiedere" sono sostituite dalle seguenti parole "è tenuto a richiedere"»

(Ritirato)

 

Emendamento 37, a firma del consigliere Delmonte:

«L'articolo 8, comma 4 è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 38, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti:

«AL TITOLO III, CAPO III, Art. 13 - Orari e turno di apertura e chiusura delle farmacie, sostituire interamente il comma 5 con le parole:

"5. Durante le ore di chiusura notturna, diurna e festiva o di eventuale chiusura infrasettimanale è garantito un servizio di guardia farmaceutica, sulla base di turni stabiliti daIl'USL, sentiti i Comuni interessati e l'ordine provinciale dei farmacisti nonché le organizzazioni sindacali di categoria."»

(Respinto)

 

Emendamento 39, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti:

«All'Art. 13, comma 12, sostituire il comma 12 recante le parole "Entro il termine di un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, è fatto obbligo alle farmacie di dotarsi di croce verde. Per le farmacie collocate in aree extraurbane tale croce verde deve essere luminosa, con l'obbligo di tenerla accesa nelle ore notturne. Il Comune può stabilire il medesimo obbligo per le farmacie situate nelle aree urbane" con le parole" Entro il termine di un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, l'installazione dell'insegna della croce verde è di obbligo 24h su 24h, con illuminazione notturna, per gli esercizi farmaceutici allocati in zone scarsamente visibili dall'utenza sia che essi siano indistintamente presenti in zona urbana o rurale invece per le farmacie ampiamente visibili in zone rurali o urbane il Comune lascia facoltà di scelta all'esercizio farmaceutico, al fine di razionalizzare i costi per le farmacie"»

(Respinto)

 

Emendamento 40, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti:

«All'art. 15, comma 5, dopo le parole "… al domicilio," aggiungere le parole "… comunque da effettuarsi tramite farmacisti,"»

(Respinto)

 

Emendamento 41, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti:

«Dopo il comma 1 dell'art. 16 è aggiunto il seguente comma 1 bis:

"1 bis. Le ispezioni ordinarie di cui alla vigente normativa vengono effettuate direttamente da parte del farmacista titolare o dal legale rappresentante della farmacia tramite autocertificazione pec, per mezzo di un modulo ispettivo uniforme a livello regionale, da inviare all'AUSL territorialmente competente ad ispezione avvenuta."»

(Respinto)

 

Emendamento 42, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti:

«All'art. 16 comma 2, la parola "ordinarie" è soppressa.»

(Respinto)

 

Emendamento 43, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti:

«All'Art. 21, dopo il comma 2 aggiungere il comma 3:

"3. La figura del farmacista rappresenta un punto di riferimento per l'ambito territoriale nel quale opera e di supporto collaborativo con le differenti tipologie di strutture sanitarie e del personale che vi opera. La figura del farmacista è elemento di valorizzazione e di presidio del territorio ove opera e della comunità."»

(Respinto)

 

Emendamento 44, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti:

«È abrogato l'intero art. 23.»

(Respinto)

 

Emendamento 45, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti:

«Nel titolo del Testo n. 1/2016 licenziato nella seduta del 16 febbraio 2016 con il titolo "Norme Regionali in materia di organizzazione degli esercizi farmaceutici e di prenotazioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali" sono abrogate le parole ", e di prenotazioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali"»

(Respinto)

 

Emendamento 46, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Nel TITOLO I, dopo le parole "Disposizioni generali" eliminare le parole "… e finalità"»

(Ritirato)

 

Emendamento 47, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Nell’Art. 1 al comma 1) eliminare le parole "(Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Provincie, Comuni e loro Unioni);"»

(Ritirato)

 

Emendamento 48, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Nell'Art. 1 al comma 1) sostituire le parole "farmacie convenzionate." con le parole "farmacie pubbliche e private";»

(Ritirato)

 

Emendamento 49, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Nell'Art. 1 al comma 2) al punto a) dopo le parole sul "territorio regionale" aggiungere le parole "… , provinciale e comunale";»

(Ritirato)

 

Emendamento 50, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Nell'Art. 1 al comma 2) sostituire il punto b) con le parole:

"b) disciplina dei turni notturni, vigilanza, orari festivi e delle ferie delle farmacie;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 51, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Nell'Art. 1 al comma 2) aggiungere:

"e) assegnazioni per l'incentivazione all'apertura di farmacie in zone disagiate;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 52, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Nel TITOLO I, all'Art. 1 dopo il comma 2 aggiungere:

"3. La presente legge disciplina l'esercizio delle funzioni in materia di assistenza farmaceutica e vigilanza sulle farmacie, comprese quelle già esercitate dagli uffici del medico provinciale e dagli ufficiali sanitari, nei limiti dei principi fissati dalle leggi vigenti e dalle norme sull'organizzazione del servizio sanitario regionale."»

(Ritirato)

 

Emendamento 53, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II - NEL TITOLO, dopo le parole "Dislocazione degli esercizi farmaceutici sul territorio regionale", aggiungere le parole "... , provinciale e comunale"»

(Ritirato)

 

Emendamento 54, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO I, nell’Art. 1 dopo le parole "Aziende Unità sanitarie locali (USL)" aggiungere le parole "sentita la Federazione Esercizi Farmaceutici";»

(Ritirato)

 

Emendamento 55, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'Art 2, comma 1 dopo le parole "dell'articolo 64 della legge regionale n. 13 del 2015" aggiungere "s.m.i.";»

(Ritirato)

 

Emendamento 56, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO I, all'Art. 2, comma 2 sostituire le parole "distribuzione territoriale" con le parole "distribuzione su tutto il territorio regionale, provinciale e comunale";»

(Ritirato)

 

Emendamento 57, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO I, all'Art. 2, comma 2, dopo le parole "21 dicembre 2012 n. 21" aggiungere "e s.m.i.";»

(Ritirato)

 

Emendamento 58, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO I, dopo l'Art. 2 aggiungere:

Art. 2 bis

Competenze amministrative

1. Tutti i provvedimenti amministrativi riguardanti la apertura e chiusura delle farmacie sono adottati dal direttore generale di ciascuna ASL.

2. Entro il mese di giugno di ciascun anno, il direttore generale dell'ASL adotta il calendario annuale dei turni di chiusura infrasettimanale, dei turni di servizio diurno, notturno e festivo e delle ferie annuali, su proposta pervenuta entro il mese di aprile dall'associazione provinciale titolari di farmacia aderenti a Federfarma e su parere dell'ordine provinciale dei farmacisti e, ove esistano farmacie comunali, della Confservizi Regione Emilia-Romagna, nonché del comune ove ha sede la farmacia e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentative a livello regionale. Del calendario è data comunicazione alle associazioni dei consumatori esistenti a livello regionale.

3. Il direttore generale dell'ASL prescinde dai pareri di cui al comma 2 qualora non siano pervenuti entro trenta giorni dalla richiesta.

4. In caso di ritardata o mancata adozione del calendario per il nuovo anno si osserva la rotazione dell'anno precedente."»

(Ritirato)

 

Emendamento 59, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, nel titolo sostituire la parola "formazione" con la parola "composizione";»

(Ritirato)

 

Emendamento 60, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, nel titolo dopo le parole "… e revisione" aggiungere "implementazione".»

(Ritirato)

 

Emendamento 61, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 3(Definizione di Pianta Organica), al comma 1 sostituire le parole "si intende la suddivisione" con le parole "è la mappatura delle sedi farmaceutiche distribuite"»

(Ritirato)

 

Emendamento 62, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 3 (Definizione di Pianta Organica), dopo il comma 1, aggiungere:

"1 bis. Ogni Comune deve avere una pianta organica delle farmacie contenente le seguenti informazioni:

a) popolazione e numero delle sedi farmaceutiche esistenti;

b) denominazione, numero identificativo della sede e ubicazione sul territorio comunale;

c) tipologia della sede (urbana/rurale);

d) tipologia di gestione (pubblica/privata);

e) soggetto titolare della gestione; descrizione analitica dei confini delimitanti la competenza territoriale di ciascuna sede farmaceutica."»

(Ritirato)

 

Emendamento 63, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 3 (Definizione di Pianta Organica), dopo il comma 2, aggiungere:

"2bis. La normativa prevede che la pianta organica delle farmacie sia sottoposta a revisione ogni due anni al fine di verificare la corrispondenza della dislocazione delle farmacie sul territorio alle esigenze della popolazione allo scopo di realizzare un efficace sistema di distribuzione dei farmaci."»

(Ritirato)

 

Emendamento 64, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, nel titolo dopo le parole " di revisione" aggiungere le parole "… implementazione;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 65, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 1, sostituire le parole "mese di febbraio" con le parole "31 dicembre di ogni anno;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 66, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 1, eliminare le parole "di ciascun anno pari;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 67, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 1, dopo le parole "legge 2 aprile 1968, n. 475" aggiungere le parole "s.m.i"»

(Ritirato)

 

Emendamento 68, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 1, dopo le parole "legge 2 aprile 1968, n. 475" eliminare le parole "Norme concernenti il servizio farmaceutico."»

(Ritirato)

 

Emendamento 69, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 2, dopo le parole "competente per territorio" aggiungere le parole "e Federfarma";»

(Ritirato)

 

Emendamento 70, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 2, sostituire le parole "entro trenta giorni" con le parole "entro diciassette giorni;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 71, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 3, dopo le parole "l'Ordine provinciale dei farmacisti" aggiungere le parole ", e Federfarma;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 72, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 3, sostituire le parole "entro il 30 giugno" con le parole "entro il 25 aprile"»

(Ritirato)

 

Emendamento 73, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 4, sostituire le parole "entro novanta giorni" con le parole "entro venti giorni;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 74, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 5, sostituire le parole "massimo di trenta giorni" con le parole "al massimo di dieci giorni;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 75, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 5, dopo le parole "all'Ordine provinciale dei farmacisti" aggiungere le parole "e Federfarma;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 76, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 7, lettera a), dopo le parole "le sedi disponibili" aggiungere le parole "e non disponibili"»

(Ritirato)

 

Emendamento 77, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 8, sostituire le parole "entro il 30 giugno" con le parole "entro il 25 aprile;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 78, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 8, dopo le parole "alla Regione" aggiungere le parole ", all'Azienda USL, Federfarma e all'Ordine Provinciale dei Farmacisti";»

(Ritirato)

 

Emendamento 79, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 9, dopo le parole "della pianta organica definitiva" aggiungere le parole " previa consultazioni con l'Azienda USL di riferimento, Federfarma e l'Ordine Provinciale dei farmacisti."»

(Ritirato)

 

Emendamento 80, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 10, eliminare le parole "dello stesso anno pari"»

(Ritirato)

 

Emendamento 81, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO II, CAPO II, all'Art. 4, comma 10 aggiungere:

"11. Il trasferimento della farmacia ad altri locali è autorizzato dal Comune, sentito l'ordine provinciale dei farmacisti competente per territorio e l'USL di riferimento subordinatamente:

a) alla verifica di idoneità igienico-sanitaria dei locali da parte dell'USL;

b) al favorevole esito dell'ispezione preventiva da part dell'USL;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 82, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 5 sostituire le parole "... un anno" con le parole "... 180 (centottanta) giorni"»

(Ritirato)

 

Emendamento 83, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 5 dopo le parole "… pianta organica," eliminare le parole "... dandone comunicazione alla Regione."»

(Ritirato)

 

Emendamento 84, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 5 abrogare le parole "Decorso tale termine senza che il Comune abbia aperto la farmacia,"»

(Ritirato)

 

Emendamento 85, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 5 dopo le parole "della sede stessa" aggiungere le parole "se non aprirà entro 180 giorni dall'approvazione della pianta organica"»

(Ritirato)

 

Emendamento 86, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 5 sostituire le parole "… di cui all'articolo 6." con le parole "per il conferimento delle sedi farmaceutiche vacanti e di nuova istituzione."»

(Ritirato)

 

Emendamento 87, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 6, comma 1, dopo le parole "… e di nuova istituzione" aggiungere le parole "che risultino disponibili per l'esercizio da parte di privati"»

(Ritirato)

 

Emendamento 88, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 6, comma 1, dopo la parola "concorso" aggiungere le parole "per titoli ed esami"»

(Ritirato)

 

Emendamento 89, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 6, comma 1, sostituire le parole "... di cui all'art. 4." con le parole "... effettuata, di regola, entro il mese di febbraio di ciascuna anno pari,"»

(Ritirato)

 

Emendamento 90, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Il comma 2 dell'art. 6 è cosi sostituito:

"2. Sono ammessi al concorso di cui al comma 1 i cittadini di uno Stato membro della Comunità economica europea maggiori di età, in possesso dei diritti civili e politici e iscritti all'albo professionale dei farmacisti, che non abbiano compiuto i sessanta anni di età alla data di scadenza del termine di presentazione delle domande."»

(Ritirato)

 

Emendamento 91, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Dopo il comma 2 dell'art. 6 è aggiunto il seguente comma 2 bis:

"2 bis. Ove la Regione non provveda a bandire il concorso per l'assegnazione delle farmacie vacanti o di nuova istituzione nel termine previsto dal comma 1 o non provveda entro i dieci giorni successivi alla pubblicazione del bando alla nomina della commissione giudicatrice, il Ministro della sanità, previa diffida, provvede nei trenta giorni successivi a nominare un commissario ad acta incaricato dell'indizione del bando di concorso e della nomina della commissione giudicatrice."»

(Ritirato)

 

Emendamento 92, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Dopo il comma 2 dell'art. 6 è aggiunto il seguente comma 2 ter:

"2 ter. Il commissario ad acta di cui al comma 2 bis rimane in carica per garantire il regolare espletamento del concorso fino all'assegnazione delle farmacie ai relativi vincitori."»

(Ritirato)

 

Emendamento 93, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Dopo il comma 2 dell'art. 6 è aggiunto il seguente comma 2 quater:

"2 quater. Il commissario ad acta di cui al comma 2 bis si avvale degli uffici di una unità sanitaria locale compresa nel territorio in cui si espleta il concorso e risponde del suo operato al Ministro della sanità."»

(Ritirato)

 

Emendamento 94, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Dopo il comma 2 dell'art. 6 è aggiunto il seguente comma 2 quinquies:

"2 quinquies. La commissione giudicatrice nominata per l'espletamento del concorso per l'assegnazione delle farmacie approva entro centottanta giorni dalla data di pubblicazione del bando la graduatoria dei vincitori."»

(Ritirato)

 

Emendamento 95, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Dopo il comma 3 dell'art. 6 è aggiunto il seguente comma 3 bis:

"3 bis. Im caso di impedimento di un commissario a partecipare ai lavori della commissione giudicatrice la Regione o il commissario ad acta provvedono alla immediata sostituzione del commissario impedito."»

(Ritirato)

 

Emendamento 96, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Dopo il comma 3 dell'art. 6 è aggiunto il seguente comma 3 ter:

"3 ter. Qualora la Commissione non provveda ad espletare il concorso nei termini di cui al comma 2 quinquies, la Regione o il commissario ad acta di cui al comma 2 bis provvedono entro dieci giorni alla nomina di una nuova commissione."»

(Ritirato)

 

Emendamento 97, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 6, comma 5, sostituire "50,00" con "40,00"»

(Ritirato)

 

Emendamento 98, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Dopo l'articolo 7, comma 1 è aggiunto il seguente comma 1 bis:

"1 bis. Le sedi farmaceutiche di cui all'articolo 1 bis della legge n. 475 del 1968 sono considerate, agli effetti della normativa vigente, come sedi urbane, indipendentemente dalla popolazione residente nel comune in cui sono istituite."»

(Ritirato)

 

Emendamento 99, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 7, comma 3, sono soppresse le parole ",in quanto funzionale ai luoghi ad alto transito di cui al comma 2,"»

(Ritirato)

 

Emendamento 100, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 7, comma 4, sostituire le parole "un anno" con le parole "180 giorni"»

(Ritirato)

 

Emendamento 101, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 8, comma 1, sostituire le parole "secondo quanto previsto dall'art.1 della legge 8 marzo 1968, n. 221 (Provvidenze a favore dei farmacisti rurali)" con le parole "nei comuni, frazioni, o centri abitati di cui alla lettera b) del primo comma dell'art. 1 della legge n. 221 del 19G8, ove non sia aperta la farmacia privata o pubblica prevista nella pianta organica, la Regione istituisce dispensari farmaceutici."»

(Ritirato)

 

Emendamento 102, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 8, comma 2, dopo le parole "dei farmaci," aggiungere le parole "effettuata da farmacisti,"»

(Ritirato)

 

Emendamento 103, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 8, comma 3, sostituire le parole" di cui all'articolo13" con le parole "di apertura e chiusura delle farmacie."»

(Ritirato)

 

Emendamento 104, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 8, comma 4, abrogare le parole ", qualora sussista una oggettiva difficoltà degli abitanti a raggiungere la sede farmaceutica più vicina."»

(Ritirato)

 

Emendamento 105, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 9, comma 1, dopo le parole " ... in periodi individuati," integrare con le parole "(non potranno essere considerati periodi superiori ai sei mesi solari)"»

(Ritirato)

 

Emendamento 106, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 9, comma 1, dopo le parole "… da comportare un bisogno di ," sostituire alla parola "… assistenza farmaceutica" le parole "rifornimento farmaceutico"»

(Ritirato)

 

Emendamento 107, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 9, comma 1, dopo le parole "numero 114)." integrare con le parole "I Comuni in particolare dovranno verificare se nei periodi individuati l'affluenza stagionale sia significativamente superiore alla media annuale."»

(Ritirato)

 

Emendamento 108, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 9, comma 2, dopo le parole "in ordine di distanza ...," sostituire alle parole "esperiti tre tentativi" le parole "esperiti cinque tentativi".»

(Ritirato)

 

Emendamento 109, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 9, comma 2, dopo le parole "… esperiti tre tentativi," sostituire alle parole "… il Comune decide se proseguire con il medesimo criterio o gestire" le parole "il Comune dovrà gestire".»

(Ritirato)

 

Emendamento 110, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 9, comma 3, dopo le parole "… sentita l'Azienda USL," sostituire alle parole "… una farmacia succursale aperta" le parole "una o più farmacie succursali, in funzione dello scostamento delle presenze rispetto alla media giornaliera del restante anno, aperte".»

(Ritirato)

 

Emendamento 111, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 9, comma 4, dopo le parole "... cui partecipano esclusivamente," sostituire alle parole "... i titolari di farmacie del medesimo Comune" le parole "i titolari delle farmacie ricomprese nell'ambito territoriale dell'Azienda USL".»

(Ritirato)

 

Emendamento 112, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 9, comma 5, Abrogare dalla parola "Nei Comuni ..." fino alla parola "Azienda USL".»

(Ritirato)

 

Emendamento 113, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 9, comma 6, dopo le parole "... durante l'anno," integrare con le parole ", detto periodo non potrà essere superiore complessivamente a sei mesi solari anche non continuativi".»

(Ritirato)

 

Emendamento 114, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 10, comma 1, punto a), viene abrogato l'intero punto a) dalla parola "riconoscimenti" alla parola "... 1968"»

(Ritirato)

 

Emendamento 115, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 10, comma 1, punto b), dopo le parole "... dispensari farmaceutici," integrare con le parole "in questi ultimi due casi anche la determinazione dei periodi di apertura necessari in funzione dell'aumento della media giornaliera delle presenze come previsto dall'art. 9 comma 1."»

(Ritirato)

 

Emendamento 116, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 10, comma 1, punto c), dopo le parole "… esercizio farmaceutico," integrare con le parole ", quando previsto dalla legge, ed in particolare dall'art 113 del Regio Decreto n. 1265 del 1934 (e successive modificazioni)."»

(Ritirato)

 

Emendamento 117, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 10, comma 1, punto c), dopo le parole "... esercizio farmaceutico," integrare con le parole "per gravi irregolarità nell'espletamento dell'attività".»

(Ritirato)

 

Emendamento 118, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 10, comma 1, punto d), dopo le parole "... esercizio farmaceutico," integrare con le parole "esclusivamente per far fronte ad esigenze organizzative contingenti".»

(Ritirato)

 

Emendamento 119, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 10, comma 1, punto f), dopo le parole "… tra farmacisti," sostituire alle parole "… aventi diritto" le parole "in possesso dei requisiti necessari e dell'iscrizione all'albo".»

(Ritirato)

 

Emendamento 120, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 10, comma 1, dopo la lettera h) è introdotta la lettera i):

"i) Verifica periodica del permanere delle condizioni che hanno richiesto l'apertura delle farmacia succursali o dei dispensari farmaceutici;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 121, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 10, comma 2, dopo le parole "alla Regione," integrare con le parole "entro e non oltre 30 giorni lavorativi."»

(Ritirato)

 

Emendamento 122, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto a), dopo le parole "… n. 221 del 1968," integrare con le parole "gestione provvisoria di farmacie urbane o rurali vacanti ai sensi dell'art. 129 del r.d. 27 luglio 1934 n. 1265 (testo unico delle leggi sanitarie)".»

(Ritirato)

 

Emendamento 123, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto b), dopo le parole "... ferie delle farmacie," integrare con le parole "come disciplinato dagli artt. 13 e 14, al fine di rispondere a pieno alla primaria esigenza di assistenza ai cittadini del territorio di riferimento".»

(Ritirato)

 

Emendamento 124, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto c), dopo le parole "... del direttore della farmacia," integrare con le parole "e decadenza dell'autorizzazione all'esercizio farmaceutico e dichiarazione di chiusura temporanea dello stesso nei casi previsti dalla normativa vigente, nonché dichiarazione di decadenza degli eredi del titolare dalla continuazione provvisoria dell'esercizio ai sensi dell'articolo 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475 (Norme concernenti il servizio farmaceutico), dell'articolo 7 della legge 8 novembre 1991, n. 362 (Norme di riordino del settore farmaceutico) e dell'articolo 369 del r.d. 1265/1934".»

(Ritirato)

 

Emendamento 125, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto c), dopo le parole "… della farmacia," integrare con le parole "nei casi previsti dall'art. 11 della legge 475/1968".»

(Ritirato)

 

Emendamento 126, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto d), dopo le parole "… esercizio farmaceutico," integrare con le parole "Tali informazioni dovranno essere disponibili sul portale informativo di cui all'art. 12, al fine di garantire la maggior trasparenza possibile".»

(Ritirato)

 

Emendamento 127, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 10, comma 1, punto e), Abrogare il punto e) "trasferimento delle farmacie all'interno della propria sede".»

(Ritirato)

 

Emendamento 128, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto e), dopo le parole "… dell'archivio dati delle farmacie" integrare con le parole "ai sensi dell'articolo 1 della legge 8 marzo 1968 n. 221"»

(Ritirato)

 

Emendamento 129, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto e), dopo le parole "… dati delle farmacie," integrare con le parole "comprendendo la cancellazione dei titolari non aventi più diritto secondo la normativa vigente in materia".»

(Ritirato)

 

Emendamento 130, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto f), dopo le parole "... competenza del Comune," integrare con le parole "... suddetti atti dovranno, quando possibile a norma della Legge Nazionale, essere consultabili sul portale informativo di cui all'art. 12".»

(Ritirato)

 

Emendamento 131, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto g), dopo le parole "... convenzione nazionale" integrare con le parole "... farmaceutica così come resa esecutiva dal Decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 1998 n. 371 e sue modificazioni"»

(Ritirato)

 

Emendamento 132, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto h), dopo le parole "... farmacie convenzionate," integrare con le parole "utilizzando esclusivamente la modulistica dedicata".»

(Ritirato)

 

Emendamento 133, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto i), dopo le parole "... istituzione," integrare con le parole ", aggiornamento con frequenza almeno settimanale".»

(Ritirato)

 

Emendamento 134, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, dopo la lettera J) è introdotta la lettera K):

"K) Vigilanza sugli esercizi commerciali che vendono farmaci al pubblico;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 135, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto J) dopo le parole "... ogni," integrare con le parole "altra funzione, atto, compito e"»

(Ritirato)

 

Emendamento 136, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, dopo la lettera J) è introdotta la lettera M):

"M) riconoscimenti e trasferimenti di titolarità delle farmacie ivi compresi tutti gli adempimenti conseguenti all'applicazione degli articoli 7 e 8 della legge 362/1991 e dell'articolo 12 della legge 475/1968"»

(Ritirato)

 

Emendamento 137, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, dopo la lettera J) è introdotta la lettera L):

"L) applicazione delle sanzioni amministrative per violazioni rilevate nell'ambito della vigilanza farmaceutica"»

(Ritirato)

 

Emendamento 138, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 11, comma 1, punto n), integrare con il punto n) "trasferimento delle farmacie all'interno del territorio di propria competenza".»

(Ritirato)

 

Emendamento 139, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 12, comma 1, dopo le parole "... al servizio farmaceutico," aggiungere la parola "... erogato."»

(Ritirato)

 

Emendamento 140, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 12, comma 2, sostituire "fornite," con "visualizzabili"»

(Ritirato)

 

Emendamento 141, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 12, comma 2.a, dopo le parole "... e con servizio," aggiungere le parole " ... di traduzione"»

(Ritirato)

 

Emendamento 142, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 12, comma 2.b, sostituire "fornire," con "comunicare"»

(Ritirato)

 

Emendamento 143, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 12, comma 2.c, sostituire "ottimizzata," con "perfezionata"»

(Ritirato)

 

Emendamento 144, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 12, comma 2.c, dopo le parole "... dispositivi mobili," aggiungere la parola "... configurati."»

(Ritirato)

 

Emendamento 145, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 12, comma 2.d, dopo le parole "... open data," aggiungere le parole "… utile e modificabile,"»

(Ritirato)

 

Emendamento 146, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 12, comma 3, dopo le parole "... farmacie" aggiungere la parola "…regionali,"»

(Ritirato)

 

Emendamento 147, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 12, comma 3, dopo le parole "... sulle ferie" aggiungere la parola "…programmate"»

(Ritirato)

 

Emendamento 148, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 12, comma 3, dopo le parole "... ritenute utili" aggiungere le parole"... per l'utenza."»

(Ritirato)

 

Emendamento 149, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 1, dopo le parole "... al Comune" aggiungere le parole " ... alle Aziende USL"»

(Ritirato)

 

Emendamento 150, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 2, sostituire "trentasei," con "quarantasei"»

(Ritirato)

 

Emendamento 151, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 3, dopo le parole "... di apertura giornaliera" aggiungere le parole "... e notturna"»

(Ritirato)

 

Emendamento 152, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 4, dopo le parole "... provinciale dei farmacisti" aggiungere le parole "… pubbliche, private e omeopatiche"»

(Ritirato)

 

Emendamento 153, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 4, dopo le parole "... provinciale dei farmacisti" aggiungere le parole "... e Federfarma"»

(Ritirato)

 

Emendamento 154, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 4, dopo le parole "... comprese nel loro territorio" aggiungere le parole "... comunale e provinciale"»

(Ritirato)

 

Emendamento 155, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, dopo il comma 4 aggiungere il comma 4 bis:

"4 bis. Nelle ore di chiusura notturna, diurna e festiva o di chiusura infrasettimanale viene garantito un servizio di guardia farmaceutica, sulla base di turni stabiliti dai Comuni interessati e l'Ordine provinciale dei farmacisti"»

(Ritirato)

 

Emendamento 156, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, dopo il comma 5 aggiungere il comma 5 bis:

"5 bis. Nel periodo che va dalla chiusura serale alla riapertura del mattino il servizio farmaceutico viene garantito:

a) nei Comuni con numero di abitanti pari o superiore a 20.000, a turno dalle farmacie situate nel Comune a battenti aperti fino alle ore 21 o alle ore 23 a seconda delle esigenze locali, e in seguito a chiamata, con il farmacista presente in farmacia o in locali del medesimo stabile fino all'apertura del mattino, salvo appositi accordi stipulati tra titolari delle farmacie e Comuni;

b) nei Comuni con numero di abitanti inferiore a 20.000, a turno a battenti chiusi e a chiamata, dalle farmacie dello stesso Comune o da quelle dei Comuni limitrofi, salvo appositi accordi stipulati tra i titolari di farmacie e i Comuni interessati."»

(Ritirato)

 

Emendamento 157, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, dopo il comma 5 bis abrogare il comma 6.a»

(Ritirato)

 

Emendamento 158, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 6.b, sostituire "trenta," con "venti"»

(Ritirato)

 

Emendamento 159, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 7, dopo le parole "... prima infanzia," aggiungere le parole "... alimenti per celiaci e diabetici,"»

(Ritirato)

 

Emendamento 160, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 8, dopo le parole "... dell’Azienda USL" aggiungere le parole "... e dei Comuni"»

(Ritirato)

 

Emendamento 161, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 9, dopo le parole "... numero di telefono" aggiungere le parole"...fisso e/o mobile"»

(Ritirato)

 

Emendamento 162, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, dopo il comma 9 aggiungere il comma 9 bis:

"9 bis. Una farmacia non può effettuare più di otto giorni di turno per guardia farmaceutica su trenta giorni"»

(Ritirato)

 

Emendamento 163, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 10, dopo le parole "... i turni" aggiungere le parole "... diurni e notturni"»

(Ritirato)

 

Emendamento 164, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 11, dopo la parola "... tramite" aggiungere le parole "... sulle principali testate locali"»

(Ritirato)

 

Emendamento 165, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 12, sostituire" ... un anno" con "… sei mesi"»

(Ritirato)

 

Emendamento 166, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 12, dopo le parole "... in aree" aggiungere la parola "... urbane"»

(Ritirato)

 

Emendamento 167, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 12, dopo le parole "... nelle ore notturne" aggiungere le parole "... e diurne"»

(Ritirato)

 

Emendamento 168, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 13, comma 12, eliminare le parole "II Comune può stabilire il medesimo obbligo per le farmacie situate nelle aree urbane."»

(Ritirato)

 

Emendamento 169, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«TITOLO III, CAPO III, dopo l'Art. 13 aggiungere:

"Art. 13 bis

Chiusura per motivi particolari

1. In caso di decesso di un parente od affine entro il terzo grado, il titolare della farmacia può procedere alla chiusura della farmacia stessa per un periodo massimo di tre giorni, dandone immediata comunicazione, a mezzo telegramma, all'Unità locale socio-sanitaria e all'ordine dei farmacisti, competenti per territorio."»

(Ritirato)

 

Emendamento 170, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 14, comma 1, sostituire le parole "31 marzo" con "30 aprile"»

(Ritirato)

 

Emendamento 171, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 14, dopo il comma 1 aggiungere il comma 1 bis:

"1 bis. I turni di ferie delle farmacie aperte al pubblico, anche se appartenenti ad enti pubblici, sono stabiliti dai Comuni, l'Ordine provinciale dei farmacisti e le organizzazioni sindacali di categoria."»

(Ritirato)

 

Emendamento 172, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 14, comma 2, sostituire le parole "… una settimana" con le parole "… dieci giorni"»

(Ritirato)

 

Emendamento 173, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 14, dopo il comma 2 aggiungere il comma 2 bis:

"2 bis. Deve in ogni modo essere assicurato il diritto alle ferie del personale dipendente"»

(Ritirato)

 

Emendamento 174, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 14, comma 3, eliminare le parole "… in particolare"»

(Ritirato)

 

Emendamento 175, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 14, comma 3, dopo le parole "... portale informativo" aggiungere le parole "... e le principali testate locali"»

(Ritirato)

 

Emendamento 176, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, nel titolo dell'articolo dopo "Consegna a domicilio di farmaci" eliminare la frase "soggetti a prescrizione"»

(Ritirato)

 

Emendamento 177, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, comma 1, in sostituzione della frase "delle norme sulla protezione dei dati personali" inserire "delle norme di cui al Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e successive modificazioni di legge"»

(Ritirato)

 

Emendamento 178, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, dopo il comma 1 aggiungere:

"1 bis. Il servizio di consegna a domicilio è previsto anche per farmaci non soggetti all'obbligo di prescrizione medica (cosiddetti farmaci da banco)."»

(Ritirato)

 

Emendamento 179, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, comma 2, dopo la frase "spedizione della ricetta" inserire ", esclusivamente in originale,"»

(Ritirato)

 

Emendamento 180, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, comma 2, dopo la frase "responsabilità del farmacista." inserire "Tale ricetta può essere inviata preliminarmente a mezzo fax o email e consegnata successivamente in originale in farmacia, entro il termine di giorni 2 dalla consegna dei farmaci"»

(Ritirato)

 

Emendamento 181, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, comma 3, dopo la parola "digitale" aggiungere la frase "o di ricetta dematerializzata"»

(Ritirato)

 

Emendamento 182, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, comma 3, dopo la parola "telematica." aggiungere la frase "Unitamente al codice identificativo della ricetta ed al codice fiscale dell'assistito dovranno essere forniti gli estremi di un documento di identità in corso di validità dello stesso"»

(Ritirato)

 

Emendamento 183, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, dopo il comma 3 aggiungere:

"3 bis. Il servizio di consegna a domicilio di farmaci non soggetti all'obbligo di prescrizione medica (cosiddetti farmaci da banco) può avvenire previa la sola richiesta telefonica, senza nessuna tipologia di identificazione dell'assistito."»

(Ritirato)

 

Emendamento 184, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, dopo il comma 3 bis aggiungere:

"3 ter. La consegna dei farmaci dovrà avvenire nel termine di ore 3 dal ricevimento della richiesta da parte dell'assistito in caso di farmaci soggetti a prescrizione e nel termine di ore 6 nel caso di farmaci cosiddetti da banco"»

(Ritirato)

 

Emendamento 185, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, dopo il comma 3 ter aggiungere:

"3 quater. Sarà cura e responsabilità del farmacista attivare tutte le precauzioni necessarie alla consegna di eventuali farmaci deperibili nei tempi e nei modi richiesti dalle indicazioni degli stessi"»

(Ritirato)

 

Emendamento 186, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, il comma 4 è integralmente abrogato»

(Ritirato)

 

Emendamento 187, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, comma 5, dopo la frase "Per esigenze di tutela della salute, la Regione," inserire "per sua iniziativa o su richiesta degli Ordini provinciali dei Farmacisti e delle associazioni di categoria"»

(Ritirato)

 

Emendamento 188, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 15, comma 5, in sostituzione della frase "sentiti gli Ordini provinciali dei farmacisti e le associazioni di categoria" inserire la frase "sentiti gli eventuali proponenti ed, a titolo consultivo non vincolante, l'Azienda USL"»

(Ritirato)

 

Emendamento 189, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 16, comma 1, dopo la frase "dell'Azienda USL" inserire "unitamente a rappresentanti dell'Ordine dei Farmacisti per verificare le modalità di ispezione seguite"»

(Ritirato)

 

Emendamento 190, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 16, comma 2, dopo la frase "effettuate da un farmacista" inserire "scelto fra una terna designata dall'Ordine provinciale dei farmacisti, costituita da titolari o direttori di farmacie non operanti nel distretto dell'Azienda USL in cui è ubicata la farmacia da sottoporre ad ispezione"»

(Ritirato)

 

Emendamento 191, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 16, comma 2, dopo la frase "personale amministrativo" inserire "che svolge anche le funzioni di segretario"»

(Ritirato)

 

Emendamento 192, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 16, comma 2, sostituire la frase "all'Azienda USL" con "ad un’Azienda USL diversa da quella dove viene effettuata l'ispezione"»

(Ritirato)

 

Emendamento 193, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 16, comma 3, dopo la frase "il personale addetto" inserire ", limitatamente al personale dipendente dall'Azienda USL,"»

(Ritirato)

 

Emendamento 194, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 16, dopo il comma 3 inserire:

"4. Nel caso in cui, a seguito dell'ispezione, si riscontrassero violazioni della vigente normativa in materia igienico-sanitaria, il titolare della farmacia è diffidato ad adottare le necessarie misure correttive, entro un termine che sarà determinato in base all'inadempienza riscontrata."»

(Ritirato)

 

Emendamento 195, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 16, dopo il comma 4 inserire:

"4 bis. Decorsi i termini stabiliti per l'attuazione della misura correttiva l'Azienda USL attiverà una ulteriore visita ispettiva per la verifica dell'adempimento da parte del titolare della farmacia."»

(Ritirato)

 

Emendamento 196, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 16, dopo il comma 4 bis inserire:

"4 ter. Nel caso in cui il titolare della farmacia non ottemperi alle prescrizioni ricevute, l'Azienda USL potrà attivare le sanzioni previste dalla normativa vigente."»

(Ritirato)

 

Emendamento 197, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 16, dopo il comma 4 ter inserire:

"5. Avverso ad eventuali sanzioni comminate da parte dell'Azienda USL è previsto ricorso giurisdizionale amministrativo o in alternativa ricorso gerarchico improprio, con effetto sospensivo, al Presidente della Giunta regionale."»

(Ritirato)

 

Emendamento 198, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 17, comma 1, dopo la frase "In applicazione del principio della libertà di iniziativa economica" inserire ", compatibilmente con il diritto degli assistiti a riservatezza e privacy,"»

(Ritirato)

 

Emendamento 199, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 17, comma 1, dopo la frase "erogare i servizi" eliminare la frase ", anche di carattere sanitario,"»

(Ritirato)

 

Emendamento 200, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 17, dopo il comma 1 inserire:

"1 bis. Le attività commerciali svolte nei locali della farmacia possono avere carattere sanitario o meno, ad espressa esclusione di attività di somministrazione di generi alimentari."»

(Ritirato)

 

Emendamento 201, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 17, comma 2, dopo la frase "della specifica normativa" inserire "nazionale e regionale"»

(Ritirato)

 

Emendamento 202, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 17, comma 2, dopo "titolare di esercizio farmaceutico" inserire "o da eventuale collaboratore autorizzato formalmente dallo stesso"»

(Ritirato)

 

Emendamento 203, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 17, dopo il comma 2 inserire:

"2 bis. Per le attività di carattere sanitario, socio-sanitario o puramente commerciale occorre una netta distinzione degli spazi dedicati alle singole tipologie."»

(Ritirato)

 

Emendamento 204, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti:

«All'art. 17, dopo il comma 2 bis inserire:

"2 ter. All'interno della farmacia e dei singoli spazi diversi dalla zona strettamente connessa alla vendita di farmaci dovrà essere presente sempre un operatore per ognuna con l'obiettivo di segnalare la diversa tipologia di prodotti venduti o servizi forniti"»

(Ritirato)

 

Emendamento 205, a firma dei consiglieri Aimi, Bignami, Foti:

«All'art. 17, comma 3, dopo le parole "con proprio atto" inserire "emesso esclusivamente dall'Assemblea legislativa"»

(Ritirato)

 

Emendamento 206, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 17, comma 3, dopo le parole "requisiti organizzativi" inserire ", professionali"»

(Ritirato)

 

Emendamento 207, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 17, comma 3, dopo la parola "strutturali" inserire "; l'area dedicata alla vendita di farmaci deve rimanere però superiore almeno al 60% della superficie complessiva dei locali"»

(Ritirato)

 

Emendamento 208, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 17, dopo il comma 4 inserire:

"4 bis. È possibile l'esercizio di professioni sanitarie che abilitano alla prescrizione di medicinali solo ed esclusivamente per collaborazioni instaurate con Medici Specialisti in Dermatosifilopatia"»

(Ritirato)

 

Emendamento 209, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 18, comma 1, dopo le parole "esercita il controllo sull'attuazione della presente legge e valuta i risultati" aggiungere le parole "sentito il parere dell'Azienda USL"»

(Ritirato)

 

Emendamento 210, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 18, comma 2, le parole "dopo due anni" sono così modificate "dopo un anno"»

(Ritirato)

 

Emendamento 211, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 18, comma 2, le parole "ogni quattro anni" sono così sostituite "ogni tre anni"»

(Ritirato)

 

Emendamento 212, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 18, comma 2, le parole "ai sensi dell'articolo 7" sono così integrate "sottoponendone la valutazione all’Assemblea legislativa"»

(Ritirato)

 

Emendamento 213, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 18, comma 2, dopo le parole "una relazione" aggiungere "data in copia anche all'Azienda USL"»

(Ritirato)

 

Emendamento 214, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 18, comma 2, le parole "in particolare" sono eliminate"»

(Ritirato)

 

Emendamento 215, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 18, comma 2, le parole "sul numero di nuove sedi farmaceutiche individuate" sono così integrate "sul numero di nuove sedi farmaceutiche individuate ed in fase di instaurazione"»

(Ritirato)

 

Emendamento 216, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 18, comma 2, le parole "sul numero di nuove sedi farmaceutiche individuate" sono così integrate "sul concorso per l'assegnazione delle sedi farmaceutiche per il privato esercizio" sono così integrate "sul concorso per l'assegnazione delle sedi farmaceutiche per il privato esercizio, allegando copia della relativa modulistica"»

(Ritirato)

 

Emendamento 217, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 18, comma 2, le parole "e sulle farmacie istituite nei luoghi ad alto transito" sono così integrate "e sulle farmacie istituite ed in fasi di instaurazione nei luoghi di alto transito"»

(Ritirato)

 

Emendamento 218, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 18, comma 3, le parole "Le competenti strutture di Assemblea e Giunta" sono così integrate "Le competenti strutture di Assemblea e Giunta, insieme all'Azienda USL"»

(Ritirato)

 

Emendamento 219, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 18, comma 3, le parole "per la migliore valutazione della presente legge" sono così sostituite "per la verifica periodica dell’attuazione della presente legge"»

(Ritirato)

 

Emendamento 220, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 19, comma 1, dopo le parole "del bilancio regionale di appositi capitoli" aggiungere "informandosi ai criteri di efficienza, efficacia ed economicità"»

(Ritirato)

 

Emendamento 221, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 19, aggiungere il comma 3:

"3. La Giunta regionale, nel rispetto dell'equilibrio economico finanziario di sistema, determina il relativo finanziamento annuale in sede di definizione degli indirizzi di gestione del servizio sociosanitario regionale, in relazione agli stanziamenti annuali del relativo bilancio di previsione"»

(Ritirato)

 

Emendamento 222, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 19, aggiungere il comma 4:

"4. La Giunta regionale può istituire appositi capitoli di bilancio per finanziare programmi di medicina preventiva, di informazione ed educazione sanitaria, nonché per le valutazioni dei consumi qualitativi e quantitativi dei farmaci, per indagini statistico-epidemiologiche in materia sanitaria"»

(Ritirato)

 

Emendamento 223, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 20, aggiungere il comma 3:

"3. La programmazione, la gestione e l'organizzazione degli esercizi farmaceutici sono attuate con la gradualità e nei limiti delle risorse economiche disponibili"»

(Ritirato)

 

Emendamento 224, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 20, comma 1, le parole "entro sei mesi dall'entrata in vigore" sono cosi sostituite "entro sette mesi dall'entrata in vigore"»

(Ritirato)

 

Emendamento 225, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 20, comma 1, le parole "I Comuni sono tenuti a ridisegnare, in base alla definizione" sono così integrate "I Comuni, o preferibilmente le Unioni di Comuni costituite ai sensi della legge regionale 21 dicembre 2012 n. 21"»

(Ritirato)

 

Emendamento 226, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 20, comma 1, le parole "I Comuni sono tenuti a ridisegnare, in base alla definizione" sono così integrate "I Comuni, sono tenuti a ridisegnare, in collaborazione con le parti sociali coinvolte"»

(Ritirato)

 

Emendamento 227, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 20, comma 1, dopo le parole "all'articolo 3" aggiungere "e in coerenza con eventuali indicazioni dell'Azienda USL come previsto dall'art. 4 comma 4"»

(Ritirato)

 

Emendamento 228, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 20, comma 1, dopo le parole "Programmi specifici" aggiungere "e Piani di organizzazione strategico aziendali"»

(Ritirato)

 

Emendamento 229, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 20, comma 2, le parole "La Regione subentra nei procedimenti" sono così integrate "La Regione subentra, entro sei mesi, nei procedimenti"»

(Ritirato)

 

Emendamento 230, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 20, al comma 1, la parola "anche" viene eliminata»

(Ritirato)

 

Emendamento 231, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 20, comma 1, dopo le parole "nuove farmacie da istituire" aggiungere "delle esigenze della popolazione che vive in zone parzialmente o totalmente svantaggiate e salvaguardando i presidi delle aree a bassa densità demografica."»

(Ritirato)

 

Emendamento 232, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 21, comma 1, dopo le parole "sul territorio regionale" aggiungere le parole "e comunale"»

(Ritirato)

 

Emendamento 233, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 21, comma 1, dopo le parole "la definizione di modulistica unica regionale" aggiungere le parole "e comunale"»

(Ritirato)

 

Emendamento 234, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 21, dopo il comma 2, aggiungere il comma 3 recante:

"3. Vigilare ed accertare che lo scambio di comunicazioni e la presentazione di istanze, dichiarazioni, informazioni e documenti previsti da questa legge tra farmacie e amministrazioni pubbliche siano effettuati per via telematica, ai sensi della normativa statale vigente"»

(Ritirato)

 

Emendamento 235, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 21, comma 1, dopo le parole "la Regione" aggiungere le parole "in comune accordo con le rispettive AUSL locali"»

(Ritirato)

 

Emendamento 236, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 21, comma 1, dopo le parole "per definire le attività" aggiungere le parole "e le modalità"»

(Ritirato)

 

Emendamento 237, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 21, comma 1, dopo le parole "deroghe temporali" aggiungere le parole "ove saranno posti in evidenza i termini di inizio e fine della medesima"»

(Ritirato)

 

Emendamento 238, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 21, comma 1, dopo le parole "per garantire" aggiungere le parole "ed accertare"»

(Ritirato)

 

Emendamento 239, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 21, comma 1, sostituire le parole "non ricomprese" con le parole "non indicate"»

(Ritirato)

 

Emendamento 240, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 21, comma 2, sostituire le parole "il cui importo viene stabilito nell'ambito delle disponibilità annualmente autorizzate con la legge di bilancio" con le parole "mediante l'impiego di quota delle risorse proprie della Regione per gli importi autorizzati dai rispettivi bilanci sulla base della legislazione vigente, nel rispetto degli equilibri finanziari complessivi"»

(Ritirato)

 

Emendamento 241, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 21, comma 1, dopo le parole "per sostenere" aggiungere le parole "e tutelare sul territorio…"»

(Ritirato)

 

Emendamento 242, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 22, dopo il comma 2, aggiungere il comma 3 recante le parole:

"3. Dall'entrata in vigore della presente legge è abrogato l'Art. 38 del Titolo quarto della Legge Regionale del 4 Maggio del 1982 n. 19 e sostituito dall'Art. 14 inerente alla chiusura per ferie degli esercizi farmaceutici"»

(Ritirato)

 

Emendamento 243, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 22, dopo il comma 3, aggiungere il comma 4 recante le parole:

"4. Dall'entrata in vigore della presente legge è abrogato l'Art. 37 del Titolo quarto della Legge Regionale del 4 Maggio del 1982 n. 19 e sostituito dall'Art. 13 inerente agli Orari e turni di apertura e chiusura delle farmacie"»

(Ritirato)

 

Emendamento 244, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 22, dopo il comma 4, aggiungere il comma 5 recante le parole:

"5. Dall'entrata in vigore della presente legge è abrogato l'Art. 27 del Titolo quarto della Legge Regionale del 4 Maggio del 1982 n. 19 e sostituito dall'Art. 10 inerente alle Competenze del Comune"»

(Ritirato)

 

Emendamento 245, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 22, dopo il comma 5, aggiungere il comma 6 recante le parole:

"6. Dall'entrata in vigore della presente legge è abrogato l'Art. 30 del Titolo quarto della Legge Regionale del 4 Maggio del 1982 n. 19 e sostituito dall'Art. 16 inerente alle Vigilanza delle Farmacie"»

(Ritirato)

 

Emendamento 246, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«All'art. 22, dopo il comma 6, aggiungere il comma 7 recante le parole:

"7. Dall'entrata in vigore della presente legge è abrogato l'Art. 35 del Titolo quarto della Legge Regionale del 4 Maggio del 1982 n. 19 e sostituito dall'Art. 11 inerente alle Competenze dell’Azienda Unità sanitaria locale"»

(Ritirato)

 

Emendamento 247, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«È abrogato l’intero art. 23.»

(Ritirato)

 

Emendamento 248, a firma dei consiglieri Bignami, Foti, Aimi:

«Al Testo n. 1/2016 licenziato nella seduta del 16 febbraio 2016 con il titolo "Norme Regionali in materia di organizzazione degli esercizi farmaceutici e di prenotazioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali" sono abrogate le parole ", e di prenotazioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali"»

(Ritirato)

 

Subemendamento 249 (all’emendamento 29), a firma del consigliere Paruolo:

«Togliere la frase iniziale "Entro il 31 gennaio di ogni anno"»

(Approvato)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

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