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79.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 25 MAGGIO 2016

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 2676

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il progetto "Garanzia Giovani", con particolare riferimento ai ritardi nell'erogazione delle relative indennità ed alle azioni da attuare per favorire l'investimento delle risorse del programma FSE e per riattivare il finanziamento regionale. A firma dei Consiglieri: Rancan, Pompignoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

RANCAN (LN)

BIANCHI, assessore

RANCAN (LN)

 

OGGETTO 2698

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali al fine di agevolare la conclusione dell'iter di revisione del vincolo paesaggistico riguardante il territorio di Cento entro i termini dell'approvazione del tracciato della Cispadana, con particolare riferimento alle penalizzazioni relative alla frazione di Alberone di Cento (FE). A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

CALVANO (PD)

DONINI, assessore

CALVANO (PD)

 

OGGETTO 2696

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa iniziative per consentire la fruizione dei bacini presenti nell’Appennino bolognese, interessati dall’iniziativa dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità dell’Emilia Orientale che ha portato all’apposizione di cartelli con divieto di balneazione e campeggio. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

BIGNAMI (FI)

GAZZOLO, assessore

BIGNAMI (FI)

 

OGGETTO 2697

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le condizioni necessarie per consentire la balneazione e attività di navigazione dei bacini idroelettrici, con particolare riferimento a quelli di Suviana, Brasimone e Santa Maria. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

TARUFFI (SEL)

GAZZOLO, assessore

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 2695

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i motivi del mancato inserimento nel piano cartografico nella DGR 550/2016 della delimitazione del demanio marittimo nella fascia costiera emiliano-romagnola. A firma della Consigliera: Sensoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

SENSOLI (M5S)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

SENSOLI (M5S)

 

OGGETTO 2699

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative assunte dalla Giunta regionale a seguito dell'inchiesta riguardante la sanità modenese, ed in particolare il relativo Policlinico. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

FOTI (FdI)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 2530

Delibera: «Nomina, ai sensi dell'articolo 69 comma 3 dello Statuto e dell'articolo 3 della L.R. 4 dicembre 2007, n. 23, dei componenti la Consulta di Garanzia Statutaria.» (70)

(Discussione e nomina dei signori Caterina Grechi, Massimo Romolotti e Laura Cavandoli)

PRESIDENTE (Soncini)

CALIANDRO (PD)

FABBRI (LN)

 

OGGETTO 2580

Delibera: «Approvazione del rendiconto dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2015.» (Proposta dell'Ufficio di Presidenza in data 26 aprile 2016, n. 35) (71)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

PRUCCOLI (PD)

BERTANI (M5S)

FOTI (FdI)

PRUCCOLI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SEL)

FOTI (FdI)

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 2409

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Legge comunitaria regionale per il 2016» (34)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

OGGETTO 2410

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Collegato alla legge comunitaria regionale 2016 – Abrogazioni di leggi regionali» (35)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordini del giorno oggetti 2409/1/2 oggetti 2718 - 2719 - Presentazione e discussione)

(Risoluzioni oggetti 2614 - 2649 - Discussione)

(Risoluzioni oggetti 2710 - 2711 - 2713 - Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Soncini)

PRODI, relatrice della Commissione

BARGI, relatore di minoranza

ROSSI Nadia (PD)

BERTANI (M5S)

PICCININI (M5S)

BESSI (PD)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,45

 

PRESIDENTE (Soncini): Dichiaro aperta la settantanovesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute:

 

- antimeridiana del 3 maggio 2016 (n. 74);

- pomeridiana del 3 maggio 2016 (n. 75);

- antimeridiana del 4 maggio 2016 (n. 76);

- pomeridiana del 4 maggio 2016 (n. 77);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non vi sono osservazioni, i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Soncini): Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Caselli, Petitti, Venturi e Corsini.

Le restanti informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le diamo per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Soncini): Iniziamo, quindi, con lo svolgimento dei nostri lavori dalle interrogazioni a risposta immediata in aula.

 

OGGETTO 2676

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il progetto “Garanzia Giovani”, con particolare riferimento ai ritardi nell’erogazione delle relative indennità ed alle azioni da attuare per favorire l’investimento delle risorse del programma FSE e per riattivare il finanziamento regionale. A firma dei Consiglieri: Rancan, Pompignoli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Interrogazione oggetto 2676: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il progetto “Garanzia Giovani”, con particolare riferimento ai ritardi nell’erogazione delle relative indennità ed alle azioni da attuare per favorire l’investimento delle risorse del programma FSE e per riattivare il finanziamento regionale.

Risponderà per la Giunta l’assessore Bianchi.

Do la parola al consigliere Rancan per l’illustrazione della sua interrogazione.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Credo che il tema in oggetto sia conosciuto, noto e attuale. Il 1° maggio 2015 è stato avviato il progetto “Garanzia Giovani”, al fine di favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro soprattutto nei Paesi dell’Unione europea con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25 per cento, tra i quali purtroppo rientra anche il nostro Paese, tra i giovani di età compresa tra i quindici e i ventinove anni.

Tra le misure previste dal progetto “Garanzia Giovani”, sono contemplati incentivi all’assunzione di questi giovani e attivazione di tirocini della durata di mesi sei o dodici nel caso si tratti di persone disabili o particolarmente svantaggiate.

La Regione Emilia-Romagna, nella fattispecie, ha il compito di attuare il progetto “Garanzia Giovani” lanciato dall’Unione europea, però a livello nazionale, secondo la Vicepresidenza della Commissione europea, visti i dati del centro studi ADAPT, l’Italia ha un bacino stimato di utenze pari a circa 2.254.000 giovani italiani, ma solo 269.000 hanno ricevuto un’offerta di lavoro, il che corrisponde ad appena il 28,5 per cento degli aventi diritto a questi fondi e a questi aiuti.

In Emilia-Romagna, peraltro, si è verificato che vi sono giovani che hanno difficoltà a ricevere il 70 per cento dell’introito che dovrebbe essere erogato, per cui dei 450 euro riescono a ricevere solo i 150 euro che spettano direttamente alla ditta. Questo piccolo problema deriva dalle erogazioni operate dalla Regione Emilia-Romagna.

Ricordo, peraltro, che la nostra Regione aveva ribadito che, qualora le risorse messe a disposizione dal Fondo sociale europeo (FSE) 2014-2020 fossero giunte a esaurimento, avrebbe comunque garantito la copertura del finanziamento del progetto “Garanzia Giovani”. Tuttavia, il 23 maggio scorso si è verificato un problema, per il quale la Regione ha comunicato l’impossibilità di riuscire a coprire questo fondo.

La domanda che, quindi, pongo all’assessore Bianchi è di capire cosa è successo e se vi sono convenzioni tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali e INPS tali da capire quali sono stati effettivamente i problemi e soprattutto quali sono le azioni che si intendono intraprendere per arrivare più celermente possibile alla soluzione di queste problematiche.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rancan.

Assessore Bianchi, a lei la parola per la risposta.

 

BIANCHI, assessore: Ringrazio il consigliere Rancan di aver posto questo problema, in quanto mi permette di chiarire a tutti la situazione.

“Garanzia Giovani” è un progetto europeo di orientamento al lavoro che predispone diversi strumenti per permettere ai giovani di essere orientati al lavoro. Questo progetto è stato portato al livello degli Stati nazionali e l’autorità di gestione del programma, come sappiamo bene, è lo stesso Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il quale a sua volta ha attribuito alle singole Regioni le quote per il biennio 2014-2015, destinando in particolare alla nostra Regione 74 milioni di euro.

Primo punto. Noi abbiamo messo in movimento la nostra struttura, a partire dai centri per l’impiego – e colgo l’occasione per ringraziare tutti i membri dei centri per l’impiego, dal momento che hanno svolto un lavoro titanico –, e abbiamo completato il programma che ci è stato assegnato. Questo lo voglio ribadire in maniera molto chiara: abbiamo completato il programma.

Da noi sono arrivati 51.424 giovani, che hanno di fatto esaurito il plafond di 74 milioni di euro. Metterlo in movimento è stato complicato, perché c’erano diversi strumenti. Di questi 51.424 giovani, che hanno cominciato, alcuni dei quali non hanno ancora finito, il 40 per cento ha ricevuto una proposta di lavoro. Quindi, del numero da lei riportato su base nazionale credo che una gran parte siano dell’Emilia-Romagna.

A questo punto, proprio perché ci siamo messi in movimento e abbiamo lavorato, sarebbe folle – uso la stessa terminologia adoperata dal consigliere Pompignoli, che condivido – fermare la macchina. Abbiamo impiegato tempo e lavoro per metterla in movimento, sta funzionando, fermarla adesso non ha senso. Al riguardo, mi sono sentito personalmente con il ministro Poletti, con il quale ho parlato più volte, l’ultima volta domenica, e con la commissaria europea Crețu, che si occupa di politiche regionali, la figura più vicina a noi e alla quale abbiamo fatto riferimento, proprio per ribadire che questo programma non solo deve proseguire, ma occorre dotarlo di strumenti stabili.

Mi sono permesso di compiere anche un’altra operazione. Certamente, ricorderà che abbiamo avuto un conflitto piuttosto pesante con l’INPS a causa dei ritardi di pagamento. Tra l’altro, sono lieto di comunicarle che siamo giunti al 97,5 per cento dei pagamenti e l’INPS ha precisato che la differenza è dato da coloro che hanno altri contributi, che comunque stanno conguagliando. Pertanto, abbiamo suggerito che d’ora in avanti il pagamento non passasse più per l’INPS, ma fossero i datori di lavoro che, conguagliando a fine trimestre con l’INPS, potessero avere direttamente il ristorno. Cosa che abbiamo richiesto già a gennaio al ministro. Inoltre, in attesa che il Governo nazionale e la Commissione europea portassero a termine il progetto “Garanzia Giovani 2”, abbiamo reso disponibili le risorse del Fondo sociale europeo, negoziato ovviamente con la nostra autorità di controllo. Proprio l’altro giorno, abbiamo tenuto il Comitato di sorveglianza.

Più di una volta, a partire da gennaio, abbiamo scritto al Ministero, il quale ci dice che per poter compiere questa operazione, dato che dobbiamo ancora passare per l’INPS per i pagamenti, occorre la convenzione fra Ministero e INPS. A questo punto credo che l’INPS, perché non abbiamo ancora avuto risposta, se non dal ministro, che mi ha assicurato che si sarebbero attivati in tempi brevi, debba effettuare una verifica su tutto il Paese, in modo da stipulare una convenzione standard anche con le altre Regioni, avendo noi, con questa manovra e con queste disponibilità, di fatto indotto anche le altre Regioni a impegnarsi direttamente.

Io continuo a dire che non possiamo aspettare. Quindi, ci facciamo carico anche delle sperimentazioni. Però partiamo!

 

PRESIDENTE (Soncini): Assessore, se si può avviare alla conclusione. Grazie.

 

BIANCHI: Mi sono già avviato, presidente.

Primo: il progetto “Garanzia Giovani 1” l’abbiamo completato. Siamo stati i primi in Italia e ci siamo trovati, però, a dover sperimentare anche tutte le difficoltà di queste relazioni multipolari.

Secondo: oltre 51.000 ragazzi hanno firmato un patto con i nostri uffici, molti dei quali però non hanno ancora terminato. Di coloro che hanno già terminato, il 40 per cento ha ricevuto un’offerta di lavoro. Capisco anche molti colleghi di altre Regioni che hanno incontrato difficoltà e che continuano a ripetermi che per stipulare nuovi patti di lavoro occorrono le imprese, che purtroppo in molte parti del Paese non ci sono.

Credo, francamente, non si possa fermare una macchina come questa, che è in movimento e che sarebbe folle fermare. Quindi, stiamo lavorando tutti in questa direzione e ci stiamo facendo carico anche del resto del Paese.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Bianchi.

Il consigliere Rancan ha tre minuti per la replica. Prima, mi sono dimenticata di dire che l’interrogazione è a firma dei consiglieri Rancan e Pompignoli.

Prego, consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore per la puntuale risposta. Capisco che l’impegno sia in una determinata direzione e vedo la determinazione con la quale sta portando avanti questa battaglia. Tuttavia, la nostra preoccupazione è che, alla fine, non si vada a gravare sulle imprese, ovviamente. Occorre tutelare i giovani che non riescono ad avere in tempo i pagamenti da parte dell’INPS e, contestualmente, anche le imprese, evitando che si vada a gravare su di esse chiedendo di mettere totalmente la cifra, perché questo disincentiverebbe le assunzioni.

Sono assolutamente concorde e in linea con il fatto che la macchina non deve essere fermata, perché “Garanzia Giovani” è un progetto importante per i giovani e per le nostre aziende che cercano di creare reddito e produttività. Capisco anche il suo impegno, però le ricordo che a Roma il colore politico è lo stesso di quello della Regione Emilia-Romagna, quindi la sollecito…

 

(interruzione dell’assessore Bianchi)

 

Lo so. Va bene l’impegno, che apprezzo, però quando si parla di Ministero del lavoro, essendo dello stesso colore politico di questa Regione, magari cerchiamo a questo punto di accelerare ulteriormente la questione e, quindi, cerchiamo di incidere maggiormente sulle politiche. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rancan.

 

OGGETTO 2698

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali al fine di agevolare la conclusione dell’iter di revisione del vincolo paesaggistico riguardante il territorio di Cento entro i termini dell’approvazione del tracciato della Cispadana, con particolare riferimento alle penalizzazioni relative alla frazione di Alberone di Cento (FE). A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 2698: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa le azioni da attuare presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali al fine di agevolare la conclusione dell’iter di revisione del vincolo paesaggistico riguardante il territorio di Cento entro i termini dell’approvazione del tracciato della Cispadana, con particolare riferimento alle penalizzazioni relative alla frazione di Alberone di Cento (FE), a firma dei consiglieri Calvano e Zappaterra

L’illustrazione verrà svolta dal consigliere Calvano, primo firmatario, al quale do la parola. Prego.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Mi limiterò a una rapida illustrazione dell’interrogazione.

I fatti sono noti ormai da alcune settimane, mentre per quanto riguarda la Cispadana sono noti da diversi anni. Si tratta di un’infrastruttura che sappiamo essere fondamentale per il nostro territorio, su cui c’è un impegno molto forte della nostra Regione, nonché ovviamente del Governo, affinché possa essere realizzata e arrivare a migliorare il collegamento diretto tra le province di Reggio Emilia, Modena e Ferrara.

Di recente, è stato compiuto un passo molto importante a seguito dell’approvazione di alcune deliberazioni da parte del Consiglio dei ministri, che hanno ovviamente accelerato l’iter per la realizzazione dell’infrastruttura. Tuttavia, nell’ambito del tracciato attualmente all’attenzione, anche nel percorso di valutazione di impatto ambientale, è emersa una criticità riguardante l’attraversamento del territorio ferrarese, in particolare a Cento, in particolare nella frazione di Alberone di Cento. La presenza di un vincolo paesaggistico su un territorio agricolo ha determinato – per essere sintetici – un avvicinamento del tracciato alla località di Alberone, che è stato ritenuto troppo vicino sia da parte dei cittadini che ovviamente da parte di chi ha avuto modo di leggere le carte, a cui si aggiunge la spiacevole evenienza di dover abbattere un’abitazione ricostruita da poco a seguito del sisma. Comunque, il Comune di Cento ha inoltrato, già da tempo, una revisione del vincolo affinché, eliminando il vincolo su quella porzione di territorio, possa riaprirsi l’opportunità di spostare il tracciato.

Essendo la Cispadana una priorità e, al contempo, considerando la volontà di realizzarla nella più completa sostenibilità e nella migliore fruibilità possibile per il territorio, vista la situazione che si è creata ad Alberone chiedo alla Giunta se la Regione Emilia-Romagna intende attivarsi presso il Ministero al fine di agevolare la conclusione definitiva dell’iter di revisione del vincolo paesaggistico che pesa sul territorio di Cento, penalizzando la frazione di Alberone, entro i limiti utili all’approvazione del tracciato della Cispadana. Ovviamente, l’eliminazione del vincolo comporterebbe anche l’opportunità e la possibilità di spostare il tracciato e allontanarlo da Alberone.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Calvano.

La parola all’assessore Donini, per la risposta.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Calvano per il quesito che mi pone, dal momento che mi consente di chiarire i termini della questione da lei presa a cuore ed evidenziata nella sua domanda di attualità.

La concessione di costruzione e gestione dell’autostrada Cispadana è stata affidata sulla base di un progetto preliminare che prevedeva nel territorio comunale di Cento il passaggio attraverso i terreni della Partecipanza Agraria, circa un chilometro e mezzo a sud dell’abitato di Alberone.

Nell’ambito della procedura di VIA è stata operata un’analisi comparativa fra tre soluzioni alternative individuate, valutando per ciascuna gli impatti sulle componenti ambientali interferite: clima e atmosfera, rumore e vibrazioni, campi elettromagnetici, suolo e sottosuolo, acque superficiali e sotterranee, vegetazione, flora, fauna, ecosistemi, territorio agricolo, paesaggio, patrimonio storico-culturale, archeologia, salute e benessere dell’uomo e sistema socioeconomico. Insomma, abbiamo analizzato tutto.

La valutazione comparativa aveva individuato come meno impattante il tracciato posizionato più a sud rispetto all’abitato di Alberone. Tale soluzione proposta era condivisa anche dalla Regione, come quella con minore impatto per gli edifici residenziali presenti nel territorio attraversato. Per intenderci, consigliere Calvano, con quella soluzione non si sarebbero evidenziati i problemi di cui ora ci stiamo occupando, sia in termini di impatto ambientale per l’abitato di Alberone, sia quelli riguardante, come lei ha citato, alcune abitazioni, come quella del signor Bastia, peraltro appena riconsegnate in seguito alle attività della ricostruzione post sisma 2012.

Il Consiglio dei ministri, in data 10 febbraio 2016, ha preso atto che i due Ministeri avevano condiviso alcune situazioni per il superamento delle criticità rappresentate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e ha individuato, invece, quale soluzione progettuale quella collocata a nord di Alberone, vicino al centro abitato e più esterna rispetto all’area tutelata paesaggisticamente dalla Partecipanza Agraria.

Va comunque detto – e lei lo ha riconosciuto – che il procedimento di VIA è ancora attualmente in corso. In particolare, il 18 marzo 2016 sono state pubblicate le integrazioni relative a due varianti di tracciato in corrispondenza del sito archeologico Castrum di Novi di Modena e dell’ansa del fiume Panaro, esplicitamente richieste nella delibera del Consiglio dei ministri sopracitata.

Le osservazioni, presentate a seguito della pubblicazione delle integrazioni progettuali in particolare da ARPAE e dal Comune di Cento e dal Comune di Finale Emilia, hanno evidenziato la forte criticità nell’attraversamento del centro abitato di Alberone da parte dell’infrastruttura autostradale nell’ipotesi, quindi, dell’ultimo tracciato. In particolare, è emersa la tematica relativa al rumore e all’impatto ambientale sulle popolazioni. Infatti, ARPAE evidenzia che il tracciato più prossimo ad Alberone rispetto a quello presentato e condiviso da Regione e Comune di Cento coinvolge circa il 30 per cento in più di ricettori, con valori molto superiori ai limiti di legge consentiti per il rumore e, pertanto, di difficile mitigazione.

Si segnala, inoltre, che il territorio in questione, sito nel Comune di Cento, è stato colpito dagli eventi sismici del maggio 2012 e la Regione ha già destinato ingenti fondi ammontanti per la ricostruzione in loco di immobili che sorgerebbero proprio nell’area interessata dal tracciato ultimamente individuato.

Pertanto, anche in considerazione della presenza del vincolo relativo all’uso civico dell’area anche a nord del centro abitato di Alberone – quindi, non c’è una zona con vincolo e una zona senza vincolo – e in virtù delle osservazioni pervenute dal Comune di Cento, la informo, consigliere Calvano, che ho personalmente firmato, proprio ieri, una formale richiesta ai Ministeri competenti, impegnati in quest’ultima fase del progetto di VIA, di rivedere il tracciato autostradale in prossimità di Alberone, prevedendo l’attraversamento dei terreni delle Partecipanze Agrarie di Cento e allontanandosi adeguatamente dal centro abitato, privilegiando cioè la soluzione originariamente individuata dalla Regione e dal Comune di Cento.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Donini.

Consigliere Calvano, ha tre minuti per la replica.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore Donini sia per la puntualità della risposta sia soprattutto per il contenuto, che credo si possa ritenere estremamente soddisfacente oltre che per il sottoscritto, che ha predisposto l’interrogazione insieme alla collega Zappaterra, anche e in particolare per il territorio.

In conclusione, fiduciosi che le considerazioni di buonsenso che lei ha espresso nella sua risposta possano essere prese in esame e valutate positivamente anche dal Ministero, la ringrazio della risposta, di cui ci dichiariamo completamente soddisfatti.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Calvano.

 

OGGETTO 2696

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa iniziative per consentire la fruizione dei bacini presenti nell’Appennino bolognese, interessati dall’iniziativa dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità dell’Emilia Orientale che ha portato all’apposizione di cartelli con divieto di balneazione e campeggio. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 2696: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa iniziative per consentire la fruizione dei bacini presenti nell’Appennino bolognese, interessati dall’iniziativa dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità dell’Emilia Orientale che ha portato all’apposizione di cartelli con divieto di balneazione e campeggio, a firma del consigliere Bignami.

Risponderà per la Giunta l’assessore Gazzolo.

Consigliere Bignami, a lei la parola per l’illustrazione.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. L’interrogazione, che ritengo sia piuttosto dettagliata, attiene alla vicenda che ha visto interessati i bacini del nostro Appennino, dove inopinatamente l’Ente Parco ha ritenuto di apporre questa cartellonistica sfuggendo, a nostro modo di vedere, alle competenze ben individuate nella delibera regionale stessa, in quanto mediante essa si vuole esplicitare all’esterno anche il divieto di accesso le acque, che in realtà affonda in un decreto legislativo citato nel testo dell’interrogazione.

La vicenda solo apparentemente è stata superata dalla decisione dei sindaci, praticata ieri, di rimuovere i cartelli, recuperando così quelle competenze che evidentemente erano state loro sottratte da chi, essendo più realista del re, ha cercato di precludere l’usuale svolgimento della stagione turistica che, appunto, si sta per aprire.

So perfettamente che, se l’assessore volesse, ma mi auguro non sia così, potrebbe cavarsela dicendo che ci sono dei regolamenti, che devono essere applicati e che, se non lo fanno i Comuni, lo possono fare gli Enti Parco, per cui evviva gli Enti Parco che l’hanno fatto. Mi auguro che non sia questa la risposta, perché così facendo banalizzerebbe un tema di sostenibilità dell’Appennino in termini di promozione territoriale, come ho voluto anche accennare nel richiamare le parole spese dal presidente Bonaccini, allorquando il medesimo ha richiamato gli interventi che la Regione intende dispiegare a fronte anche di una non fortunatissima stagione invernale, quale quella che si è appena chiusa, e gli impegni che intende assumere per somme importanti a sostegno del turismo locale, anche e non solo in una prospettiva di superamento dell’attuale situazione di difficoltà sul versante turistico e di promozione del territorio che quei territori denunciano.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

La parola all’assessore Gazzolo per la risposta.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Consigliere Bignami, il mio intervento prende le mosse proprio dalla direttiva 2006/7/CE, che lei citava, che è stata recepita in Italia dal decreto legislativo n. 116/2008 e dal decreto ministeriale 30 marzo 2010, che privilegia una gestione integrata delle acque di balneazione ed è finalizzata a proteggere la salute umana dai rischi derivanti dalla scarsa qualità delle acque di balneazione tramite la protezione e il miglioramento ambientale, perseguiti attraverso il monitoraggio e l’attuazione di misure di gestione per il riconoscimento e la riduzione delle possibili cause di inquinamento.

La normativa di riferimento si applica alle acque superficiali, sia interne sia marine, e con deliberazione di Giunta regionale 18 aprile 2016, n. 540, le acque destinate alla balneazione della nostra regione sono esclusivamente quelle marine, quindi l’attività di balneazione dei bacini di Suviana, Brasimone e Santa Maria in provincia di Bologna è vietata.

La competenza di informare la popolazione del divieto di balneazione è dei Comuni, per effetto proprio del decreto legislativo n. 116/2008, che è stato appunto ripreso dalla delibera di Giunta regionale n. 540/2016. La gestione della balneazione – e qui vengo al punto, perché credo che si debba partire esattamente dai contenuti –, ai fini della tutela della salute, è affidata alla Regione, che la esercita avvalendosi dei Dipartimenti di sanità pubblica locali e di ARPAE per il monitoraggio delle acque, l’analisi dei campioni e la gestione dei siti di informazione web.

L’utilizzo delle acque per attività di balneazione, che è riferita solo alle acque marine, è subordinato all’esecuzione di campionamenti, al fine di definire in via preliminare la qualità. Il rischio sanitario delle acque interne, infatti, è costituito dai reflui non depurati che scaricano direttamente nelle acque e vi permangono per dilavamento dei terreni conseguenti a pioggia. I sedimenti, in questo, possono cumulare potenziali patogeni e rilasciarli in modo difficilmente prevedibile. E un ulteriore importante rischio per la salute umana è relativo alla sicurezza. Se, infatti, per le acque di mare e le piscine nel periodo balneare è attivo il servizio di salvamento, con personale abilitato allo svolgimento dello stesso, l’introduzione di analogo servizio per la balneazione in acque interne risulterebbe essere sicuramente fortemente oneroso e, per le stesse caratteristiche morfologiche e fluviali, specialmente nei tratti montani, probabilmente meno efficace.

In questo senso è evidente che nell’affrontare questo tema, che è stato posto in verità solo nella discussione avviata all’interno del Contratto di fiume del Trebbia, nella logica di guardare a tutte le opportunità anche future di sviluppo più complessivo del nostro Appennino, coerentemente con il programma regionale della montagna, non possiamo prescindere anche rispetto alle norme che ho appena citato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Gazzolo.

Consigliere Bignami, ha quattro minuti per la replica.

 

BIGNAMI: Intanto ringrazio l’assessore Gazzolo, in quanto ha dato una risposta eminentemente politica, anche se velata di contenuti tecnici, perché la domanda che ponevo era in ordine alle attività che si intendono intraprendere, in qualche maniera non voglio dire non prendendo posizione, perché evidentemente il richiamo alle normative esistenti, che è inevitabile, ha fissato il punto, però non ha né censurato il comportamento dei Comuni che hanno ritenuto di adottare una soluzione solo apparentemente salomonica, ma in realtà di tutela di quei territori, né avallato l’operato dell’Ente Parco, che si è surrogato lo svolgimento di attività dei Comuni.

Credo, in definitiva, che la posizione assunta dall’assessore in media res sia abbastanza condivisibile, perché vi è il richiamo alla legislazione, che non opera a livello regionale, ma è di natura sovraordinata, e che conseguentemente non si può derogare mediante una fonte legislativa regionale, ma nel contempo non vi è quel presidio rigoroso che evidentemente auspichiamo tutti trovi una soluzione perché, laddove dovessero verificarsi situazioni gravi, è chiaro che occorrerebbe verificarne le responsabilità. Nel contempo, un’azione preclusiva della possibilità di accesso alle acque che l’iniziativa dell’Ente Parco avrebbe annunciato avrebbe inevitabilmente danneggiato coloro che promuovono il territorio e anche chi, inevitabilmente vivendo intorno a questi bacini, ne trae un’attività economica.

Mi permetto di far presente all’assessore che questa vicenda richiede una valutazione in ordine anche al ruolo dell’Ente Parco, perché troppo spesso viene percepito – e uso un’espressione impiegata da un sindaco di area PD, quindi non certamente a noi vicino – in maniera diversa da come nasce. Nasce per valorizzare, promuovere e tutelare quei territori, ma si sta risolvendo in altro.

Ecco, volendo escludere che anche il ruolo dell’Ente Parco venga condotto mediante iniziative personali del presidente, che tra l’altro anche in passato ha dimostrato di voler curare la percezione che dell’Ente vi è sul territorio, penso si imponga anche una revisione degli strumenti mediante cui l’Ente Parco agisce, giacché, come anche riportato nell’interrogazione, si avverte la sensazione che a volte l’Ente Parco operi più per una deantropizzazione del territorio piuttosto che per una valorizzazione del medesimo.

Si tratta di un tema molto più ampio che spero avremo modo di affrontare nelle sedi opportune di dibattito assembleare. Per ora, mi ritengo soddisfatto della risposta dell’assessore Gazzolo. Verifichiamo anche se, a fronte dell’iniziativa di ieri, vi saranno controazioni da parte dell’Ente Parco medesimo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

 

OGGETTO 2697

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le condizioni necessarie per consentire la balneazione e attività di navigazione dei bacini idroelettrici, con particolare riferimento a quelli di Suviana, Brasimone e Santa Maria. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 2697: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le condizioni necessarie per consentire la balneazione e attività di navigazione dei bacini idroelettrici, con particolare riferimento a quelli di Suviana, Brasimone e Santa Maria, a firma del consigliere Taruffi, al quale do la parola per l’illustrazione.

Risponderà l’assessore Gazzolo.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. L’oggetto è stato esposto. Pertanto, mi limito a richiamare alcuni aspetti che ritengo importanti. Vado al dunque. L’oggetto è lo stesso, quindi non ripeto quanto già è stato detto.

Voglio sottolineare due aspetti. Primo aspetto: è necessario trovare una soluzione che tenga insieme il Parco, le Amministrazioni comunali e, ovviamente, la legislazione regionale. Non basta togliere i cartelli per risolvere il problema. Credo sia opportuno costruire un percorso che renda quelle acque − questo è il tema di fondo − fruibili anche dal punto di vista della balneazione. Su quel territorio, da quel punto di vista, insistono attività imprenditoriali e un flusso turistico importante che non possiamo in alcun modo penalizzare.

La vicenda è nota, ma bisogna compiere un piccolo passo indietro. L’Ente Parco ha agito − penso che nei prossimi giorni emergerà − su sollecitazione di un privato. Vi è stato un piccolo incidente e l’Ente Parco è intervenuto in risposta alla sollecitazione di un privato cittadino.

Credo sia opportuno − la nostra interrogazione verteva su questo punto − da parte nostra, da parte della Regione individuare un percorso, quindi mettere insieme con precisione i requisiti necessari per rendere le acque fruibili dal punto di vista della balneazione, in sicurezza e rispettando le leggi. Il fatto che le acque, fino ad oggi, siano state fruibili per la balneazione e per tutti gli utilizzi legati allo sport e al turismo, a prescindere dalle situazioni normative, non ci deve lasciare tranquilli. Dobbiamo lavorare per risolvere in modo strutturale il problema.

La nostra interrogazione verteva su ciò che dobbiamo fare per mettere a posto in modo strutturale e definitivo la situazione e per garantire, ovviamente, la possibilità di proseguire le attività lavorative in quel posto e, magari, rilanciare la promozione turistica.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola all’assessore Gazzolo per la risposta.

 

GAZZOLO, assessore: Credo di aver già risposto richiamando, soprattutto, i rischi sanitari e i rischi per la sicurezza delle nostre popolazioni. Aggiungo, dando conto di ciò che dispone la normativa, che la Regione fornisce interpretazioni anche nei suoi atti e nelle sue delibere.

Aggiungo solo un passaggio che ritengo importante. In coerenza con il Programma regionale per la montagna, come ricordava il consigliere Taruffi, e nella strategicità volta a valorizzare il nostro Appennino, credo − vorrei affermarlo in questa sede − che la balneazione come attività sportiva collegata al wellness sia un’altra tipologia di attività, non direttamente connessa alla balneazione. Vorrei che fosse chiaro in questa sede che i Parchi rappresentano per la regione uno straordinario volano di promozione turistica, quindi anche di crescita del nostro Appennino.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Gazzolo.

Consigliere Taruffi, ha tre minuti per la replica.

 

TARUFFI: Grazie. Ovviamente, prendo per buona la risposta fornita per l’interrogazione precedente. Aggiungo solo una considerazione, che corrisponde alla proposta che porteremo avanti: è indispensabile mettere attorno a un tavolo le Amministrazioni comunali, l’Ente Parco e la Regione per trovare una soluzione e per garantire a quel comprensorio la possibilità di rilanciare, anche dal punto di vista turistico, le qualità e le bellezze di quel territorio, ma trovando una soluzione anche dal punto di vista delle responsabilità economiche. Chiaramente, per garantire i controlli, per garantire la sicurezza, per garantire tutto ciò che serve è necessario anche uno sforzo economico. Nella programmazione complessiva – lo ribadisco − tra le tre Amministrazioni comunali coinvolte, l’Ente Parco e la Regione credo che questa soluzione debba essere assolutamente trovata. Da questo punto di vista, avanzeremo alcune proposte.

Credo che l’Ente Parco svolga e debba svolgere un ruolo importante, da tanti punti di vista. La razionalizzazione che è stata fatta, per certi versi, qualche problemino lo ha creato. Ciò detto, io non penso, a differenza di altri, che l’Ente Parco sia il “babbo cattivo” intervenuto per creare problemi, ma credo sia intervenuto a seguito della sollecitazione, da parte di un privato, legata all’accesso all’acqua.

È inutile mettere la testa sotto la sabbia, far finta di niente e dire che va bene così. Al di là del fatto che siano stati rimossi i cartelli e del fatto che sia fondamentale poter garantire l’accesso all’acqua e la balneabilità del lago, bisogna anche trovare una soluzione strutturale. Al di là del fatto che il cartello sia presente o meno, per garantire la stagione e il rilancio è necessario trovare una soluzione definitiva.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

 

OGGETTO 2695

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i motivi del mancato inserimento nel piano cartografico nella DGR 550/2016 della delimitazione del demanio marittimo nella fascia costiera emiliano-romagnola. A firma della Consigliera: Sensoli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 2695: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i motivi del mancato inserimento nel piano cartografico nella delibera di Giunta regionale 550/2016 della delimitazione del demanio marittimo nella fascia costiera emiliano-romagnola, a firma della consigliera Sensoli.

Risponderà il sottosegretario alla Presidenza della Giunta Andrea Rossi.

Consigliera Sensoli, a lei la parola per l’illustrazione.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. L’interrogazione in oggetto nasce perché, continuando a lavorare sul territorio e interessandoci alla costa e al settore balneare, che si trova in una situazione di attesa e di precarietà, ci siamo accorti che nella proposta di delimitazione del demanio marittimo inviata al Ministero non sono presenti gli allegati cartografici né tantomeno questa proposta è stata pubblicata sul sito della Regione.

Siamo andati a vedere come si sono comportate le altre Regioni per capire la situazione in tutta Italia, visto che l’applicazione della direttiva Bolkestein riguarderà, ovviamente, tutte le coste italiane, e ci siamo accorti che le Regioni Liguria, Veneto e Marche si sono comportate in maniera differente, allegando le cartografie e pubblicando tutto il materiale, a disposizione sia degli operatori esistenti sia dei cittadini eventualmente interessati ad inserirsi in questo settore.

Visto che questa Regione fa sempre vanto della propria trasparenza e della precisione con cui svolge i propri lavori, vorremmo sapere le motivazioni per le quali non ci sono questi allegati e per quale motivo non sia stata pubblicata in maniera trasparente e accessibile a tutti la proposta. Questi allegati permetterebbero, oltretutto, una visuale immediata della situazione della nostra Regione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

La parola al sottosegretario Andrea Rossi per la risposta. Prego.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Gentile consigliera, la Regione Emilia-Romagna si è da subito attivata al fine di dare seguito a quanto disposto dalla legge 6 agosto 2015, n. 125.

In data 1° ottobre 2015 è stato convocato un primo tavolo di concertazione, nell’ambito del quale si è deciso di costituire un gruppo di lavoro coordinato dal servizio regionale competente e composto da un rappresentante di ogni Comune costiero affiancato da un tecnico cartografico, da un rappresentante del servizio geologico regionale e da un rappresentante del servizio difesa della costa regionale.

Il gruppo sopramenzionato si è riunito in data 7 ottobre 2015 concordando che entro il 26 ottobre 2015 fosse trasmessa al servizio regionale una relazione tecnica accompagnata da un’estrazione dei dati dal Piano arenile in formato shape o CAD in cui evidenziare la profondità della fascia costiera di competenza, il posizionamento della dividente demaniale, lo stato di fatto degli stabilimenti balneari e/o delle altre attività turistico-ricreative delle spiagge libere. Va peraltro, evidenziato che tale modalità era stata oggetto di un comune accordo tra tutte le Regioni facenti parte del coordinamento in materia di demanio.

La trasmissione dei dati da parte dei Comuni è stata ultimata in data 7 novembre 2015, corredata da relazione tecnica. Per quanto concerne le modalità tecniche, sei Comuni hanno inviato file shape, un file CAD e TFW e tre non hanno inviato documentazione cartografica.

In data 18 aprile 2016, anche tenuto conto di quanto concordato nell’ambito del coordinamento delle Regioni in materia di demanio, è stata approvata dalla Giunta regionale la delibera n. 550 alla quale, in considerazione della disomogeneità del formato dei dati tecnici, sono state allegate esclusivamente le relazioni tecniche. Tale atto è stato inviato, in adempimento a quanto previsto dalla legge n. 125 sopracitata, ai competenti Ministeri con nota 26 aprile 2016. La pubblicazione sul BURERT è stata fatta per estratto, per consuetudine di economicità.

Si chiarisce, infine, che la documentazione tecnica inviata dai Comuni è agli atti del servizio competente e sarà trasmessa ai Ministeri qualora richiesta. Ovviamente, tale documentazione sarà resa disponibile a quanti la richiederanno.

Per ultimo, va richiamato che la titolarità del demanio marittimo compete ancora oggi allo Stato, dal momento che alle Regioni è stato conferito soltanto l’esercizio delle funzioni amministrative per l’uso dei beni, mentre − viceversa − tutto quanto attiene al regime proprietario dei beni demaniali, all’eventuale ampliamento o delimitazione delle competenze dello Stato che ha istituito un sistema denominato SID (Sistema Informativo Demanio), accessibile dal sito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, viene riportato l’attuale stato dell’estensione del demanio marittimo. Proprio per questo, la legge citata prevede la presentazione di proposte, da parte delle Regioni, in merito alle delimitazioni del demanio marittimo alle Amministrazioni statali competenti, che provvedono, poi, ad attivare le procedure previste dal Codice della navigazione per l’ampliamento e l’esclusione di aree del demanio marittimo mediante procedimenti di competenza statale, puntualmente regolati dalle norme codicistiche.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

Consigliera Sensoli, ha quattro minuti.

 

SENSOLI: Ringrazio per quella che, in realtà, ritengo una “non risposta”. Non mettiamo in dubbio che le cose siano state fatte in maniera legittima, ma secondo noi, a questo punto, non sono state fatte in maniera opportuna. Come dicevo, ci troviamo in un clima non solo di incertezza, ma anche di estremo ritardo. Siamo in attesa di una sentenza che tiene in bilico uno dei motori principali dell’economia di questa Regione. Ci voleva il massimo impegno nei confronti del Ministero. Bisognava fornire il materiale cartografico non solo su richiesta, ma di spontanea iniziativa, come hanno fatto altre Regioni. Tale iniziativa avrebbe aiutato anche il Ministero a velocizzare questo processo. Una mappa contenente l’indicazione del dividente demaniale e le situazioni delle varie aree presenti nella nostra Regione avrebbe velocizzato il processo.

Non vi è trasparenza nei confronti dei cittadini e degli operatori balneari che, da anni, chiedono una soluzione al problema. Visto che ogni settimana l’assessore Corsini, il Ministro Costa, i vari esponenti del Partito Democratico del Governo, delle Amministrazioni delle città, della Regione e anche del nostro Governo a Roma, tutti dello stesso colore, vengono sui territori per tranquillizzare tutti gli operatori, ci date conferma del fatto che si parla molto, ma si agisce poco.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

 

OGGETTO 2699

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative assunte dalla Giunta regionale a seguito dell'inchiesta riguardante la sanità modenese, ed in particolare il relativo Policlinico. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 2699: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative assunte dalla Giunta regionale a seguito dell’inchiesta riguardante la sanità modenese, ed in particolare il relativo Policlinico, a firma del consigliere Foti.

Risponderà, per la Giunta, il sottosegretario Andrea Rossi.

Consigliere Foti, a lei la parola per l’illustrazione.

 

FOTI: Dall’inchiesta “Last business”, dalla pubblicazione degli atti relativi e da alcune intercettazioni, anche a me pervenute, appare un quadro sconcertante in una commistione vergognosa tra politica (segnatamente, il Partito Democratico), cooperative e affarismo privato.

Penso che si debba necessariamente battere un colpo e vorrei sapere in che modo, e tardivamente, questa Giunta intende batterlo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

La parola al sottosegretario Andrea Rossi. Prego.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Gentile consigliere Foti, la Giunta regionale si ferma a quello che è il contenuto della sua interrogazione senza entrare, ovviamente, nel merito di affermazioni che solo la magistratura avrà l’onere di confermare.

Faccio presente che la Regione Emilia-Romagna intende costituirsi parte civile nell’ambito del procedimento penale avviato presso la Procura di Modena sulle procedure adottate per l’affidamento di alcuni appalti al Policlinico del Capoluogo emiliano per l’acquisto di strumentazioni mediche e per l’affidamento dei lavori. Vanno, infatti, tutelati, secondo noi, gli interessi e l’immagine dell’Amministrazione, parte offesa, a partire dal servizio sanitario regionale.

Con delibera di Giunta regionale n. 736 del 23 maggio 2016, quindi, abbiamo nominato, quale proprio difensore, in qualità di persona offesa, l’avvocato Mariano Rossetti del Foro di Bologna. Riteniamo che, pur in assenza di alcuna comunicazione formale da parte degli uffici inquirenti, tale atto preluda alla costituzione di parte civile nel procedimento penale avviato presso la Procura di Modena su quelle che sono le procedure adottate – come dicevo prima − per l’affidamento al Policlinico del capoluogo emiliano.

Oltre al fine della tutela degli interessi e dell’immagine dell’Amministrazione, parte offesa, a partire dal sistema sanitario regionale, l’incarico di rappresentanza affida al legale di fiducia il compito di acquisire con urgenza gli atti processuali rilevanti e disponibili. Questo, con la finalità di accertare se vi siano gli elementi per disporre le verifiche amministrative e disciplinari interne che sarà opportuno realizzare.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

Consigliere Foti, ha cinque minuti per la replica.

 

FOTI: Ringrazio il sottosegretario Andrea Rossi per avermi riferito ciò che già mi era noto. Con grande enfasi, è stato annunciato il 15 maggio che la Giunta si sarebbe costituita parte civile. Mi viene il dubbio se si costituisca parte civile contro se stessa. Pensiamo all’intercettazione […]. La delegazione che è andata a chiedere la testa di Caroli a Errani e che, dopo, ha detto che mandarne via uno solo non era sufficiente, era composta da Pighi, Sabattini, Baruffi e Bonaccini. Pagina 58/9 delle interrogazioni agli atti.

Tutto questo significa che c’è stata una riunione − e ci sono tutte le intercettazioni − nella quale è stato chiamato il direttore generale, […], nella sede dell’assessorato alla sanità, dall’allora assessore alla sanità. Successivamente, si è svolto l’incontro nella sede del Presidente della Giunta, Errani. Dalle intercettazioni risulta che si è deciso di far dimettere i due funzionari, uno dei quali occuperà un posto rilevante con un contratto da 580.000 euro, IVA compresa, per tre anni a Piacenza. Che cosa si dice in queste intercettazioni? È molto semplice. Volete sapere come si assumono le persone in Emilia-Romagna? In questo modo, basta leggere il colloquio tra il dottor […], direttore generale dell’ASL di Piacenza, e colui il quale andrà ad occupare questo posto, non prima di passare per la dottoressa […], responsabile del presidio Affari generali, giuridici e finanziari dell’Agenzia sanitaria e sociale della Regione Emilia-Romagna, la quale addirittura si permette di dire che se nel curriculum del […] non dovesse esserci qualcosa “anche se dovessi metterci due virgole e quattro punti, tu ti fidi ciecamente della […]?”. Io non penso che questo sia il ruolo di un funzionario pubblico.

Quando una funzionaria arriva a dire: “Adesso scusami, ma devo fare il dottor […]”, vorrei capire a quale livello di bassezza, sotto il profilo amministrativo e giuridico, siamo arrivati. C’è poco da difendere della Regione. Bisognerebbe prendere una scopa in mano e pulire la Regione, signor sottosegretario. Vi rendete conto? Questo è il colloquio che intercorre tra il direttore generale dell’ASL di Piacenza e il dottor […]: “Dottore, Buongiorno, le passo il dottor […], il nostro direttore”; “Grazie”; “Prego”; “Di nuovo”; “Pronto? Ciao, Andrea. Ciao, ascolta. Una cosa: visto che io la settimana prossima adotto la delibera”; “Sì”; “Io ho fatto una procedura formale per cui...”; “Sì”; “Tra gli iscritti c’erano due persone. Ho fatto il colloquio, eccetera. Vorrei fare anche...”; “Certo”; […]: “Mi viene da ridere che faccio un colloquio a te, però vorrei far risultare formalmente che...”; […]: “Io lunedì sono tranquillamente a casa, a Carpi. Quindi...”; “Ah”; “Se vuoi che ti raggiunga io a Bologna da qualche parte, io non ho difficoltà”; […]: “Io sono in assessorato lunedì. Oppure guardiamo l’agenda. Aspetta un attimo che la guardo”, e così via finché, finalmente, decidono di vedersi per questo colloquio formale.

Ciò che è peggio è che risulta in atti che la delibera assunta dall’ASL di Piacenza è stata scritta dalla responsabile, dottoressa […], che se ne vanta, perché dice in una intercettazione: “Eh, stavo dicendo... Neanche mi risponde”; […]: “No, no. È solo che mi hanno detto che non faceva la delibera, mentre invece...”; […]: “Ma dai! Gliel’ho fatta io la delibera. Gli ho fatto anche la lettera”, la lettera di assunzione...

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere Foti, ha esaurito il tempo.

 

FOTI: Sì. Dico solo la conclusione. Io avrò esaurito il tempo. Voi dovreste esaurire queste vergogne.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Con l’oggetto 2699 abbiamo esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 2530

Delibera: «Nomina, ai sensi dell'articolo 69 comma 3 dello Statuto e dell'articolo 3 della L.R. 4 dicembre 2007, n. 23, dei componenti la Consulta di Garanzia Statutaria.» (70)

(Discussione e nomina dei signori Caterina Grechi, Massimo Romolotti e Laura Cavandoli)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo, quindi, all’oggetto 2530: Nomina, ai sensi dell’articolo 69 comma 3 dello Statuto e dell’articolo 3 della legge regionale 4 dicembre 2007, n. 23, dei componenti la Consulta di Garanzia Statutaria.

L’articolo 69, comma 3, dello Statuto dispone che:

la Consulta è composta di cinque componenti, di cui tre nominati dall’Assemblea legislativa e due dal Consiglio delle Autonomie locali. La legge stabilisce i requisiti per la scelta dei componenti la Consulta, individuati tra magistrati in quiescenza o fuori ruolo, docenti universitari in materie giuridico-amministrative e tra figure che abbiano maturato significativa esperienza nel settore giuridico-amministrativo. La Consulta è nominata nel corso di ogni legislatura non prima di dodici mesi e non dopo diciotto mesi dall’insediamento dell’Assemblea.

La Consulta di Garanzia Statutaria è disciplinata dalla L.R. n. 23 del 2007.

La votazione dei tre componenti della Consulta da parte dell’Assemblea legislativa è segreta mediante schede, con voto limitato ad un solo nome.

Dichiaro aperta la discussione e, se lo ritenete, la proposta da parte dei consiglieri dei nominativi eventuali dei candidati.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Come Gruppo del Partito Democratico avanziamo la candidatura di due professionisti. La prima è quella di una donna, Caterina Grechi, attualmente dirigente presso il Consiglio di Stato e segretario generale del TAR dell’Emilia-Romagna per le sedi di Bologna e Parma, che ha come precedente esperienza curriculare quella di essere stata segretario comunale dal 1° agosto 1979 a febbraio 1993, dirigente presso il Ministero e segretario generale comunale dal 1993 al 2009 e segretario generale dell’Ente Metropolitano di Bologna fino al 13 ottobre 2013. Numerosi gli incarichi rivestiti nel corso di questi anni, dunque. Figura certamente all’altezza che potrà dare lustro a questo consesso.

Per la predetta Istituzione, candidiamo anche Massimo Romolotti, avvocato del foro di Reggio Emilia, membro della Camera civile di Reggio Emilia, socio della Corte europea dell’arbitraggio per la sede italiana, nonché facente parte dell’Associazione professionale di studi legali che si occupano della Costituzione italiana e relatore in diversi convegni sui temi relativi al diritto civile e all’arbitraggio. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Caliandro.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Fabbri. Prego.

 

FABBRI: Grazie, presidente. La proposta che nasce dal nostro Gruppo riguarda una donna, Laura Cavandoli, del Foro di Parma, che ha i requisiti di età e anche le specifiche giuste, a nostro avviso, per poter sedere all’interno di questa Consulta.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere, Fabbri.

Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, possiamo iniziare la procedura di voto.

Chiamo il consigliere-segretario Rancan affinché mi coadiuvi nella chiamata per appello nominale.

Nomino scrutatori i consiglieri Boschini, Poli e Bertani. Chiedo ai consiglieri scrutatori di avvicinarsi al tavolo della Presidenza.

Invito, quindi, l’Assemblea a procedere all’elezione dei componenti la Consulta di Garanzia Statutaria.

Prego il consigliere-segretario Rancan di procedere all’appello nominale dei signori consiglieri per l’inserimento della scheda nell’urna.

 

Il consigliere-segretario Rancan effettua l’appello dei consiglieri:

 

AIMI Enrico

(assente)

ALLEVA Piergiovanni

(assente)

BAGNARI Mirco

presente

BARGI Stefano

presente

BERTANI Andrea

presente

BESSI Gianni

presente

BIGNAMI Galeazzo

presente

BONACCINI Stefano

presente

BOSCHINI Giuseppe

presente

CALIANDRO Stefano

presente

CALVANO Paolo

presente

CAMPEDELLI Enrico

presente

CARDINALI Alessandro

(assente)

DELMONTE Gabriele

(assente)

FABBRI Alan

presente

FOTI Tommaso

presente

GIBERTONI Giulia

(assente)

IOTTI Massimo

presente

LIVERANI Andrea

presente

LORI Barbara

(assente)

MARCHETTI Daniele

presente

MARCHETTI Francesca

presente

MOLINARI Gian Luigi

presente

MONTALTI Lia

(assente)

MORI Roberta

presente

MUMOLO Antonio

presente

PARUOLO Giuseppe

presente

PETTAZZONI Marco

(assente)

PICCININI Silvia

presente

POLI Roberto

presente

POMPIGNOLI Massimiliano

presente

PRODI Silvia

presente

PRUCCOLI Giorgio

presente

RAINIERI Fabio

(assente)

RANCAN Matteo

presente

RAVAIOLI Valentina

(assente)

RONTINI Manuela

(assente)

ROSSI Andrea

presente

ROSSI Nadia

presente

SABATTINI Luca

presente

SALIERA Simonetta

(assente)

SASSI Gian Luca

presente

SENSOLI Raffaella

presente

SERRI Luciana

presente

SONCINI Ottavia

presente

TARASCONI Katia

presente

TARUFFI Igor

presente

TORRI Yuri

presente

ZAPPATERRA Marcella

presente

ZOFFOLI Paolo

presente

 

PRESIDENTE (Soncini): Procedutosi alla votazione a mezzo schede e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei Segretari e degli scrutatori, comunico il seguente risultato dell’oggetto numero 2530:

 

Presenti

38

Assenti

12

Votanti

38

Voti a favore della sig.ra Caterina Grechi

13

Voti a favore del sig. Massimo Romolotti

 

13

Voti a favore della sig.ra Laura Cavandoli

8

Schede bianche

4

Schede nulle

--

 

PRESIDENTE (Soncini): Proclamo, quindi, eletti membri della Consulta di garanzia statutaria i signori Caterina Grechi, Massimo Romolotti e Laura Cavandoli.

 

OGGETTO 2580

Delibera: «Approvazione del rendiconto dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2015.» (Proposta dell'Ufficio di Presidenza in data 26 aprile 2016, n. 35) (71)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo ora all’oggetto 2580, Proposta recante: “Approvazione del rendiconto dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2015” (delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 35 del 26/04/16).

La Commissione “Bilancio, Affari generali ed istituzionali”, ha espresso parere favorevole nella seduta del 17 maggio 2016 con la seguente votazione: 34 voti a favore, nessun contrario e 3 astenuti.

Il Consiglio dei Revisori dei Conti ha espresso parere sulla proposta di delibera.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Come lei ha ricordato, questo rendiconto è già passato, per l’approvazione, dall’Ufficio di Presidenza in data 26 aprile e ha poi avuto anche la votazione favorevole all’interno della I Commissione nella seduta del 17 maggio.

È il primo bilancio completo della X legislatura. Scendono ancora, e in gran parte, poi lo dirò, stiamo iniziando ad avere i benefici e gli effetti della legge n. 1, i costi di funzionamento di questa Assemblea legislativa. Si passa, infatti, dai circa 36 milioni di euro, per la precisione 35,9 milioni di euro della previsione del bilancio 2014, ai 27,5 milioni di euro del 2015, di cui poi, parallelamente, nel 2014, 33,1 impegnati e 24,1, invece, effettivamente utilizzati sul bilancio 2015.

Tra le riduzioni più significative abbiamo quelle che arrivano ad impattare su questo bilancio per effetto della legge n. 1 e quindi la spesa, il funzionamento e l’attività degli organi assembleari.

Abbiamo, quindi, la forte riduzione delle indennità dei consiglieri che poi, per effetto di trascinamento, portano anche altre indennità, e le spese per il personale assegnato oltre che per il funzionamento dei Gruppi. 

Le spese della logistica di questa Assemblea scendono ulteriormente di circa mezzo milione di euro nei dodici mesi del 2015 e il parametro che continua a migliorare, e scende di ulteriori 20 centesimi per ciascun abitante, è quello della spesa pro capite. Arriviamo, infatti, a 7,25 euro. Ci sono anche spese che sono state tagliate e che iniziano ad avere il loro effetto sul bilancio 2015, ma che saranno ancora più evidenti e ancora più pesanti sul bilancio 2016, come per esempio i tagli che sono stati effettuati ai fitti, alla guardiania e al facchinaggio.

Il totale dell’avanzo di amministrazione è di oltre 3 milioni di euro che, però, scende – argomenterò meglio in seguito – a 2,2 per effetto di alcuni capitoli di spesa che sono vincolati.

Rimane comunque un avanzo elevato, che va spiegato. Bisogna argomentare per quale motivo l’avanzo è così alto. In realtà, molto è dovuto al fatto che siamo stati in esercizio provvisorio per i primi tre mesi dell’annualità sul 2015 e in buona parte anche dal fatto che le spese previste e impegnate sul personale delle strutture speciali non sono state tutte quante utilizzate a causa di una gradualità legata ai tempi dell’insediamento dei Gruppi consiliari e dell’intera Assemblea.

L’avanzo effettivo è di 3.265.025 euro che, però, scende, come avanzo libero, e quindi quello che potremo andare ad utilizzare sul bilancio 2016, a 2.790.497,82 euro. In gran parte questa riduzione riguarda le quote vincolate. Richiamo qui solo la quota principale di avanzo vincolato, che è quella per la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, che transita per la prima volta nel 2015 sul bilancio dell’Assemblea per il conferimento e per la legge che ha previsto questo, che è pari, da solo, a 444.000 euro.

L’anno 2015 ha avuto alcune caratteristiche che lo rendono straordinario. È l’anno che ha segnato il passaggio dalla IX alla X legislatura, visto l’insediamento che è intervenuto il 29 dicembre 2014. È l’anno dell’esercizio provvisorio che si è avuto fino al 25 marzo 2015, data in cui abbiamo approvato il bilancio preventivo dell’Assemblea. È l’anno dell’entrata in vigore dei nuovi sistemi contabili. È una normativa introdotta dal decreto legislativo n. 118/2011 che riguarda tutte le disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili tra le Regioni di tutta la pubblica amministrazione, Regione ed Enti locali.

Come dicevo, la legge n. 1 ha sicuramente ridotto alcuni impegni, in primis quello dell’indennità di carica di noi consiglieri, ma, come dicevo e accennavo prima, e vado a perfezionare il concetto, sono diminuite anche le indennità degli istituti di garanzia, dei componenti del Corecom e del Collegio dei Revisori.

È stato totalmente eliminato il contributo per il funzionamento dei Gruppi assembleari e sono rimasti esclusivamente i contributi per le spese di personale e l’utilizzo dei servizi come sono definiti dall’apposito disciplinare, come per esempio l’utilizzo delle strutture degli uffici.

L’entrata in vigore dell’armonizzazione contabile ha comportato, in particolare, l’obbligo del riaccertamento straordinario dei residui, quale corollario del principio della competenza finanziaria potenziata. Questo ha portato a un lavoro eccezionale e straordinario, che finalmente stabilizza tutta questa partita.

Vorrei ricordare che nel corso dell’esercizio finanziario 2015, con le variazioni intervenute, noi abbiamo anche restituito, dall’avanzo di amministrazione, 2 milioni di euro alla Giunta, così come si era stabilito e pattuito tra Assemblea e Giunta regionale stessa.

Ho già dato atto del fatto che la spesa pro capite per ogni emiliano-romagnolo, coerentemente con quanto previsto dalla legge, è scesa fino ai 7,25 euro. Vale la pena riscontrare che già solo in un’annualità, dal 2014, è scesa di 20 centesimi sostanzialmente, ma credo che il dato più importante sia che, riferendoci al 2011, che è l’anno di partenza della spending review, passiamo dagli 8,14, che era allora il costo dell’Assemblea, a 7,25 che si consolidano dal bilancio 2015, con l’intenzione e la possibilità che dal 2016 questo dato possa ulteriormente migliorare proprio per gli interventi e i tagli sulla spesa che sono stati effettuati e che sicuramente saranno riscontrabili.

Ho parlato della gestione dei residui, che è stato un capitolo importante. I residui attivi al 31.12.2015, e quindi quelli che possono essere riportati sul bilancio 2016, ammontano complessivamente a 487.021.098 euro, di cui oltre 483.000 euro sono relativi alla gestione di competenza 2015. Quindi, quelli delle annualità precedenti sono quasi ridotti a zero. Parimenti, i residui passivi al 31.12.2015 sommano 2.221.228,72 euro, di cui oltre 2.120.000 euro sono sempre relativi all’anno di competenza 2015. Qui vale la pena ricordare che prima di questa operazione i residui passivi ammontavano a quasi 10 milioni di euro e in gran parte la motivazione di ciò era legata, e quindi anche la motivazione per cui questi si sono così tanto snelliti, all’introduzione, quindi alla piena applicazione della normativa sui ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, che ha portato il termine per i pagamenti delle fatture commerciali a trenta giorni. Quindi, evidentemente, c’è stato tutto uno smaltimento e uno sfoltimento dell’arretrato, oltre al fatto che le spese del personale dell’Assemblea legislativa sull’anno 2015 sono allocate ancora sul bilancio della Giunta regionale. Evidentemente non si è formato, da questo punto di vista, alcun residuo proprio perché sono rimasti su quel bilancio.

Da ultimo, darei anche conto all’Assemblea del fatto che, come è stato già riportato in Commissione, è pervenuto il parere del Collegio dei Revisori dei conti, che è stato evidentemente favorevole. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pruccoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Al di là dei risparmi che derivano dall’applicazione della legge n. 1 sui tagli ai costi della politica, a noi preme rilevare che all’interno di questo rendiconto c’è ancora una voce sulla quale non si è inciso e sulla quale, nel corso dello scorso anno, noi abbiamo tentato in tutti i modi di incidere. Mi riferisco alla voce U10206, che ammonta a 5.177.031 euro. Questa è la voce che attiene ai vitalizi. Ovviamente, i vitalizi a partire da questa legislatura non verranno più percepiti dai consiglieri di questa legislatura, per cui in questo caso si tratta dei vitalizi che eroghiamo ancora ai consiglieri delle legislature precedenti.

Abbiamo tentato di mettere in atto numerosi interventi e abbiamo anche presentato un progetto di legge, che in questo momento è in standby, dato che siamo ancora in attesa di una risposta e di una controproposta da parte del Partito Democratico, che si è assunto un chiaro impegno in quest’Aula, la cui scadenza ricordo che si sta avvicinando, per far sì che venissero ridimensionati questi cinque milioni di euro. Naturalmente, al di là dei risparmi che si stanno attuando, questo mancato risparmio rappresenta per noi una carenza molto grave, una mancanza molto grave, una vera e propria ingiustizia nei confronti di tutti quei cittadini che si stanno vedendo ritagliare le loro pensioni, mentre i consiglieri delle precedenti legislature non vedono intaccato questo diritto, che a nostro avviso non è affatto un diritto bensì un privilegio.

Per queste ragioni, esprimeremo un voto contrario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Intervengo solo per dire al consigliere Bertani che la sua è sicuramente una motivazione di ordine politico e come tale, quindi, inappuntabile dal suo punto di vista. Tuttavia, sotto il profilo tecnico vorrei capire come l’Assemblea legislativa potrebbe non erogare, a legislazione vigente, i vitalizi, che sono previsti da norme di legge e che, fino a che non vengono modificate con norme di pari grado, non hanno una ragione giuridica per poter essere diversamente applicati.

È evidente, quindi, che questo bilancio avrebbe dovuto necessariamente tener presente di questi vitalizi, nonostante vi siano delle legittime riserve sulla loro applicazione, anche e soprattutto in relazione a quelli più vecchi rispetto a una reversibilità di tipo automatico che non era coperta da idoneo versamento al riguardo.

Appare, quindi, chiaro che non si può intervenire senza una norma di legge – e dico una norma di legge perché questo è l’argomento di che trattasi – che possa modificare la materia, aggiungo anche di una legge esente da eccezioni di costituzionalità perché, con buona pace di chi non si occupa della materia, mi si dovrebbe spiegare la ragione per la quale si vuole prendere a modello, ad esempio, la Camera dei deputati o il Senato della Repubblica, non rendendosi conto che quelli sono due organi costituzionali che si governano secondo il principio dell’autodichia, quindi non alla legge generale si devono riferire, ma a quella che viene definita la giurisdizione domestica.

Con ciò faccio peraltro rilevare – mi permetto di segnalarlo al consigliere del Movimento 5 Stelle, perché l’amico Bertani molto spesso se lo dimentica – che sarà molto importante esaminare le ragioni di una recente sentenza della Corte costituzionale proprio sul punto dell’autodichia e proprio sul punto della questione dei cosiddetti vitalizi. Dico cosiddetti perché in realtà, al di là delle numerose trasmissioni nelle quali anche alcuni protagonisti delle stesse dimenticano di essere stati, ad esempio, consiglieri regionali e aver percepito magari in Toscana i fondi dei Gruppi come facevano tutti gli altri, per quanto riguarda questa Regione – ne ha dato atto prima il consigliere Bertani – non solo nessuno di noi percepirà il vitalizio, ma siamo anche nella totale e piena scopertura contributiva, che mi pare rappresenti un reato, collega Bersani… Scusate, Bertani. Non era un’allusione sicuramente di ordine politico. Lo dico perché è molto facile guardare soltanto una parte del ragionamento e non l’altra: da un anno e mezzo si è in scopertura contributiva. Allora, io ritengo che la materia non all’Ufficio di Presidenza, che non può ovviamente non intervenire al riguardo, se non – e anche questo non è stato detto, però – applicando rigorosamente le norme di legge vigenti. Tant’è vero che se lei ha guardato gli atti, consigliere Bertani, avrà notato che un precedente consigliere regionale di quest’Aula, assurto a grandi livelli nella Regione Lombardia, ha presentato una memoria di venticinque pagine, perché l’Ufficio di Presidenza ha deliberato la sospensione. Non l’avete deliberata voi, ma l’ha deliberata l’Ufficio di Presidenza. Quindi, se domani dovessero fare una causa, la farebbero ai cinque che hanno votato. Questo tanto per essere chiari e per individuare le differenze di responsabilità. Ma l’Ufficio di Presidenza, in sede chiaramente rigorosa di applicazione, forse anche maniacale, di quella norma, tant’è vero che bisogna dare risposta a un quesito di venticinque pagine, predisposto tra l’altro da uno che viene ritenuto tra i migliori funzionari di certi livelli delle regioni italiane, il quale eccepisce che noi non potevamo sospendere il vitalizio in ragione dell’incarico dal predetto ricoperto.

Io vorrei, allora, che si desse almeno atto che, in assenza di una norma che impedisce di intervenire sui vitalizi, ed è una norma che si deve dare questa Assemblea regionale, è pur vero che laddove è stato possibile applicare altra norma, ovverosia la norma legislativa che impedisce ad alcuni soggetti che hanno già altre indennità di poter percepire il vitalizio, quello è stato fatto senza bisogno di tante sollecitazioni dall’Ufficio di Presidenza in modo maniacale, al punto tale che – torno a ripetere –, mentre quindici persone non hanno detto nulla al riguardo, una sedicesima, legittimamente dal suo punto di vista, ritenendo che l’applicazione non sia secondo la norma di legge, ha richiesto all’Ufficio di Presidenza di intervenire in sede di autotutela.

Abbiamo richiesto agli uffici una memoria al riguardo, ed è ovvio che, se la memoria, come io penso, confermerà il parere iniziale reso in ordine all’impossibilità di percepire il vitalizio per quel soggetto, noi terremo questa nostra posizione ben consci di esporci a un ricorso di tipo amministrativo e a una richiesta di risarcimento in sede civile. D’altronde, quando si parla di questi argomenti, bisognerebbe avere la generosità di non farsi belli con il portafoglio degli altri.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pruccoli. Ne ha facoltà. Ha tre minuti a disposizione.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Sarò assolutamente sintetico, anche perché sono stato praticamente anticipato in quasi tutto quello che volevo dire dal collega Foti.

Vorrei ricordare al consigliere Bersani… Scusate, Bertani. Sono incorso nello stesso lapsus. Dicevo, vorrei ricordare al consigliere Bertani che effettivamente il Partito Democratico ha predisposto una risoluzione, di cui sono primo firmatario, che afferma, fissando peraltro una tempistica (sei mesi), che andremo a elaborare una proposta di legge su questo tema. Abbiamo preso un impegno preciso e lo vogliamo portare a termine, ma lo vogliamo fare senza una foga giacobina che rischierebbe, peraltro, di non essere nemmeno ben capita dai cittadini. Io credo che occorra lasciare la dignità alla politica e alle Istituzioni, cercando contestualmente, però, di commisurare i trattamenti economici che sono stati maturati in un quadro normativo di riferimento, che era quello dell’epoca, in maniera ben calibrata e opportunamente supportato da pareri legali, che abbiamo convenuto unanimemente di richiedere, altrimenti si rischierebbe di esporre questa Assemblea e, di conseguenza, questa Istituzione intanto a contenziosi numericamente elevati e proceduralmente defatiganti, secondariamente a eventuali esborsi anche superiori rispetto a quello che potrebbe essere qualche scalpo elettorale o qualche scalpo populista da dare in pasto all’opinione pubblica contraria non solo all’assetto istituzionale, ma contraria a prescindere che vi sia anche solo la presenza delle Istituzioni in questo Paese.

Ribadisco, dunque, che noi abbiamo assunto un impegno ben preciso davanti a questa aula e, quindi, davanti a tutti i cittadini, il testo è quasi pronto, rispetteremo la tempistica che ci siamo dati, per cui entro giugno saremo in grado di portare all’attenzione dei Gruppi un testo equilibrato, che non ci faccia correre particolari rischi e che non esponga non solo l’Istituzione, ma anche noi stessi consiglieri a eventuali cause risarcitorie. Pertanto, direi che su questo tema ci siamo, anche se per quanto riguarda il bilancio 2015 evidentemente – questo ricordo l’avevamo convenuto tutti insieme – la legge n. 1 si era occupata di un pezzo e avevamo rimandato a un momento successivo la trattazione di questa tematica. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pruccoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Questo rendiconto è l’effetto di quanto è occorso l’anno scorso, ovvero l’effetto della riduzione dei tagli dei costi dell’Assemblea deriva da questa famosa legge n. 1/2015, che anche noi abbiamo contribuito a redigere, una legge che, seppur fatta bene perché va nell’ottica di una riduzione delle spese della politica, ha lasciato qualche perplessità soprattutto – e condivido le parole del consigliere Foti – in ordine alla questione contributiva e anche – lo diceva il consigliere Bertani – alla questione dei vitalizi.

È doveroso sottolineare, però, che queste famose riduzioni derivanti dai tagli della politica hanno ridotto la spesa pro capite dei cittadini emiliano-romagnoli dal 2011 a oggi di un solo euro. Evidentemente, ci sono ancora spese che devono essere tagliate e i tagli operati ai costi della politica non sono così sufficienti da poter arrivare a un risparmio di spesa pro capite importante.

Ancora, sempre questa legge ha ridotto le indennità a favore di noi consiglieri e le spese di funzionamento. Insomma, ci siamo ridotti tutto quello che si poteva ridurre. Tuttavia, ancora oggi sussistono voci di spesa significative: 14.000 euro per le autovetture a noleggio; 1.530.000 di affitti passivi; 310.000 euro per il Fondo per lo sviluppo e gli obiettivi strategici; 6.000 euro per il coordinamento e la pace. Insomma, abbiamo ancora dei costi che, a mio avviso, sono esorbitanti, su cui si deve necessariamente mettere mano per ridurre ulteriormente le spese burocratiche di questa Assemblea.

La strada che stiamo percorrendo è sicuramente quella giusta, nel senso che è necessario da parte nostra dare ai cittadini un segnale di responsabilità, soprattutto in questo momento di crisi, che pare infinito, però non è sufficiente. Quindi, ritengo sia opportuno dare un ulteriore contributo per poter tagliare quelle spese inutili che ho indicato prima, ma ce ne sono tante altre. E in questo non aiuta di certo la modalità con cui è stato redatto il bilancio, dal momento che non è molto descrittivo. Ci sono dei numeri e non si capisce questi numeri come sono stati generati. Però, è anche vero – lo diceva anche il consigliere Pruccoli – che è un bilancio che segue la logica che ha ispirato la nuova normativa.

Pertanto, riteniamo opportuno che si entri ancora di più nel merito del taglio della spesa e si affrontino – lo ricordavano anche i consiglieri Pruccoli e Foti – quelle perplessità che ancora oggi sussistono, ossia i vitalizi, da un lato, e il sistema contributivo, dall’altro. Questi sono punti importanti e, come tali, speriamo vengano opportunamente affrontati.

Abbiamo avuto fretta nell’elaborare la legge n. 1/2015, adesso abbiamo calma nell’apportare queste nuove modifiche, per cui cerchiamo di razionalizzare i tempi e capire che su determinate tematiche, che sono state esaminate in fretta l’anno scorso e su cui oggi si vuole rimettere mano, è opportuno ragionarci ancora, in maniera tale da conseguire l’obiettivo che ci siamo prefissati, che è quello di cercare di ridurre ulteriormente i costi dell’Assemblea. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intanto, per rispondere simpaticamente e brevemente ai lapsus dei miei colleghi che mi hanno preceduto, dico che non siamo qui a pettinare gli scalpi dei vitalizi. Noi abbiamo cercato di affrontare il tema dei vitalizi fin dall’inizio dell’anno scorso e non siamo qui certo a sventolare scalpi, perché le proposte che abbiamo avanzato sono, a nostro giudizio, tutte proposte di buonsenso e accoglibili, prima fra tutte quella dell’innalzamento dell’età pensionabile da sessanta a sessantacinque anni, che non penso causerebbe problemi di ricorsi o altro, visto che fra l’altro questa azione è stata applicata a tutti i cittadini, senza particolari riflessioni e senza tener conto degli effetti che essa ha comportato, compiendo interventi che hanno causato lacrime e sangue sulla pelle di tanti.

Noi siamo qui, aspettiamo la scadenza di giugno, siamo disposti a collaborare e a parlarne, la nostra proposta comunque è sul tavolo, per cui vi attendiamo, ma non troppo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Vorrei fare soltanto alcune precisazioni.

Il consigliere Pompignoli prima ricordava la riduzione di un solo euro sulla spesa pro capite per i cittadini, è vero, però è opportuno sottolineare che il costo dell’Assemblea legislativa, complessivamente inteso, è di sei euro all’anno per cittadino. Certo, si può sempre fare di più, si può sempre fare meglio, però ricordiamolo. E ricordiamoci anche che la legge n. 1, che abbiamo approvato all’unanimità, sta già dando i propri effetti grazie alla riduzione delle indennità, al taglio del TFR per i consiglieri a fine mandato, all’azzeramento dei trasferimenti per quanto riguarda le spese dei Gruppi. Sono manovre – lo dico in particolar modo ai colleghi di maggioranza del Partito Democratico – che corrispondono anche a quella che eventualmente sarebbe la riforma della Costituzione che il Governo sventola come una grande innovazione per quanto riguarda i costi della politica. Noi l’abbiamo fatto prima e l’abbiamo fatto insieme. Quindi, la nostra Assemblea ha il merito di aver approvato un provvedimento che, onestamente, penso possiamo rivendicare tutti insieme come positivo. Ricordo anche l’introduzione del tetto massimo per le nostre indennità.

Insomma, era un intervento necessario, dovuto, per i tanti motivi che ben conosciamo, però non vorrei che nella logica del mettere sempre il “più uno”, che è giusta, dimenticassimo il lavoro che insieme – lo ribadisco – abbiamo compiuto, in tempi anche rapidi. A tal proposito, desidero spendere una parola. Effettivamente, l’iter della legge n. 1 è stato molto rapido: è stata depositata i primi di gennaio ed è stata approvata a metà marzo. Ora necessita di opportune correzioni, e ci stiamo predisponendo a farlo. Tuttavia, lanciare un segnale immediato, all’avvio della legislatura, di quella che era la linea che volevamo seguire sui costi della politica – e penso che questo l’abbiate condiviso tutti voi – era necessario. Lo ripeto, se adesso si avverte l’esigenza di ritoccare qualcosa, come qualche consigliere ha suggerito, offriamo la nostra massima disponibilità. Nessuno la nega. Però, è anche giusto dare conto del lavoro che abbiamo svolto e spiegarlo ai cittadini, sottolineando anche i risparmi che si stanno realizzando.

Indubbiamente, si può sempre fare di più e si può sempre fare meglio, ed è giusto essere attenti a tutto. Però, diciamo che questa Assemblea complessivamente costa sei euro all’anno per ogni cittadino della Regione Emilia-Romagna, che non penso sia un costo straordinariamente eccessivo. Dopodiché, entro l’estate – lo diceva prima il consigliere Pruccoli – sicuramente arriverà una proposta anche rispetto alla parte contributiva e alla parte pensionistica, e anche quella, lo ribadisco, trattandosi di iniziativa legislativa che riguarda la vita dell’Assemblea – lo dico al consigliere Pruccoli, che certamente non ha bisogno dei miei suggerimenti –, è indispensabile che trovi il massimo coinvolgimento di tutte le forze e la massima condivisione possibile, esattamente come è avvenuto per la legge n. 1/2015.

Se lavoriamo secondo queste modalità, anziché preoccuparci di segnalare chi ha fatto peggio e chi ha fatto meglio, o chi ha proposto prima e chi ha proposto dopo, penso che diamo ai cittadini un’immagine complessivamente positiva dell’Istituzione che siamo chiamati a rappresentare.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Prego, consigliere Foti. Ha due minuti a disposizione.

 

FOTI: Soltanto per dire, presidente, come è già noto a tutti, che noi dovremmo compiere anche un secondo tipo di intervento. Infatti, se entrerà in vigore la riforma costituzionale, dovremo anche stabilire che fine fa il personale oggi assegnato ai Gruppi, visto che la riforma costituzionale impedisce che vi sia un rapporto organico con i Gruppi. Quindi, risulta evidente che dovremo occuparci anche delle strutture cosiddette speciali, che però sono anche quelle che tengono in piedi una parte significativa di questa Assemblea.

A me sta benissimo che si continui a centellinare sui costi della politica, ma mi auguro che il presidente Bonaccini, che è anche il presidente della Conferenza delle Regioni, sia copiato dagli altri suoi colleghi presidenti di Regione secondo il nostro trattamento economico perché, visto che la nuova riforma costituzionale prevede che si debba andare a una media, ho il vago sospetto che noi paradossalmente saremo quelli che per legge si vedranno aumentare le indennità, perché altri le hanno doppie e triple, ancorché nascoste.

Ebbene, sotto questo profilo, dato che sono orgoglioso di aver compiuto una scelta, mi dà fastidio quando, anziché esaltare una scelta, si continua a cercare di trovare una strada per dire che si poteva fare di più. Si può fare tutto di più. Però, signori, poi rischiamo anche di non avere più la possibilità di riuscire a svolgere la nostra funzione di consiglieri. Ad esempio, il problema del personale dei Gruppi è un problema serio, perché dobbiamo mettere assieme competenza e intuitu personae.

Mi permetto di dire, allora, che forse questa Assemblea dovrebbe iniziare a pensare, dato che è una di quelle norme della nuova Costituzione che entra immediatamente in vigore, se passerà il referendum confermativo, a che cosa fare, dal mese di novembre in poi, per il personale dei Gruppi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Prego, consigliere Taruffi. Ha sei minuti a disposizione.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Sarò brevissimo. Nel mio precedente intervento mi sono dimenticato questo passaggio sul personale dei Gruppi.

Io penso che occorrerà fare tutti gli approfondimenti del caso, ma noi, come Regione e come Assemblea legislativa, credo di poter dire che rispettiamo pienamente i nuovi dettami, qualora ratificati, previsti dalla riforma della Costituzione. Penso, anzi, che dovremmo chiedere alle altre Regioni – lo dico in punta di piedi –, visto che siamo la Regione, se non sbaglio, con i costi complessivamente più bassi e considerato il ruolo del presidente Bonaccini quale presidente della Conferenza delle Regioni, di equipararsi ai nostri costi. Dopodiché, vediamo anche sul personale. Comunque, credo che siamo in regola anche sotto questo profilo.

Ad ogni modo, per tagliare la testa al toro, collega Foti, c’è un modo molto semplice: votare “no” alla riforma della Costituzione in occasione del referendum di ottobre.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Siamo in discussione generale. Non ho altri iscritti. Quindi, dichiaro chiusa la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto sul provvedimento. Non ho iscritti in dichiarazione di voto. Chiudo le dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 2580.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 2409

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Legge comunitaria regionale per il 2016» (34)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 2410

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Collegato alla legge comunitaria regionale 2016 – Abrogazioni di leggi regionali» (35)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordini del giorno oggetti 2409/1/2 oggetti 2718 - 2719 - Presentazione e discussione)

(Risoluzioni oggetti 2614 - 2649 - Discussione)

(Risoluzioni oggetti 2710 - 2711 - 2713 - Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo ora ai progetti di legge.

Oggetto 2409: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: “Legge comunitaria regionale per il 2016” (delibera di Giunta n. 391 del 22 03 16).

Oggetto 2410: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: “Collegato alla legge comunitaria regionale 2016 – Abrogazioni di leggi regionali” (delibera di Giunta n. 392 del 22 03 16).

Il testo n. 6/2016 e il testo n. 7/2016 sono stati licenziati dalla Commissione “Bilancio, Affari generali ed istituzionali” nella seduta del 17 maggio 2016.

Il progetto di legge comunitaria regionale è composto da 53 articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

Il progetto di legge collegato alla legge comunitaria è composto da 2 articoli.

La relatrice della Commissione, consigliera Silvia Prodi, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Stefano Bargi, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

A questi dobbiamo aggiungere due risoluzioni, rispettivamente oggetto 2614 e oggetto 2649.

Oggetto 2614: Risoluzione per impegnare la Giunta, ed il suo Presidente in qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni, a esprimere il proprio dissenso, in tutte le sedi competenti, nei confronti del TTIP (Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti) al fine di verificare l’applicazione dei princìpi di sussidiarietà e proporzionalità e di riconoscerne la natura mista, sottoponendolo a ratifica da parte degli Stati dell’UE ed a referendum popolare, a firma dei consiglieri Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli.

Oggetto2649: Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo affinché promuova un rafforzamento in senso federale dell’UE ed in particolare per quanto riguarda l’Eurozona, ad operare nell’ambito delle realtà associative e degli organi istituzionali di cui la Regione fa parte per favorire i legami tra i paesi dell’UE, la consapevolezza della cittadinanza europea e la realizzazione di una federazione europea, promuovendo inoltre la sensibilizzazione circa tali tematiche, a firma dei consiglieri Prodi, Rontini, Montalti, Ravaioli, Tarasconi, Zappaterra, Campedelli, Marchetti Francesca, Cardinali, Mori, Mumolo, Zoffoli, Caliandro, Poli, Paruolo, Pruccoli, Calvano, Sabattini, Serri, Iotti.

Comunico che si è aggiunto l’oggetto 2710: Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere a Governo, Parlamento, Parlamento europeo e Consiglio europeo delle Regioni che siano assicurate le più ampie forme di partecipazione al processo di decisione sul TTIP, la piena tutela dei diritti e degli standard dell’Unione europea, e che la trattativa sullo stesso sia subordinata al rispetto del Trattato sull’Unione europea e all’assenza di norme, quali risoluzione delle controversie tra investitore e Stato, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi e Sensoli.

Comunico altresì che è pervenuto anche l’oggetto 2711: Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere alla Commissione europea di non procedere all’attribuzione dello status di economia di mercato alla Cina, a richiedere a Governo, Parlamento e Consiglio europeo delle Regioni di sostenere tale decisione da parte della Commissione europea e a sostenere i fondamentali diritti umani, politici ed economici in Cina, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi e Sensoli.

Naturalmente, anche queste sono abbinate.

Il procedimento di discussione lo trovate nella convocazione, così come il contingentamento dei tempi.

Do la parola alla relatrice, consigliera Prodi.

 

PRODI, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Quella che ci accingiamo ad esaminare oggi è una legge comunitaria frutto di un percorso impegnativo e partecipato che restituisce sia l’importanza del sistema normativo che lo sforzo di renderlo più agibile, efficiente e coerente.

La legge comunitaria nasce, nel suo impianto, dalla cosiddetta “fase discendente” della Sessione comunitaria, che ricordiamo essere lo strumento principale attraverso il quale la Regione si interseca con le politiche europee sia come elaborazione che come adeguamento normativo. Nella legge regionale n. 16/2008, a sua volta istituita per dare pieno compimento agli articoli 12, 13 e 15 dello Statuto regionale, vengono esplicitate le indicazioni per la redazione della legge comunitaria e i princìpi ispiratori, che comprendono gli indirizzi formulati dall’Assemblea legislativa nella Sessione comunitaria, quindi il recepimento delle direttive comunitarie che impattano in materia di competenza regionale.

La struttura della presente legge segue questa linea, dove troviamo, quindi, il recepimento di direttive comunitarie, già recepite dalla normativa statale, e anche l’adeguamento della legislazione regionale a princìpi cardine comunitari sulla qualità e sulla semplificazione normativa, nello specifico le direttive n. 275/2002, n. 543/2010 e n. 746/2012, che indicano come obiettivo per il legislatore la razionalizzazione della produzione legislativa, disciplinando la revisione di norme regionali in contrasto o incoerenti rispetto alla legislazione sopravvenuta, nel nostro caso specifico la legge n. 13/2015, la cosiddetta “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni”, la cosiddetta “legge di riordino”.

La filosofia della legge comunitaria è, quindi, molto chiara e la pratica conseguente diviene coerente nel dare applicabilità e chiarezza alle norme, garantendo attinenza, trasparenza ed efficienza.

Nelle Commissioni, in cui il testo è stato presentato e discusso, vi sono stati momenti molto interessanti di discussione politica in merito a questo specifico punto, per il quale ringrazio i consiglieri di minoranza che, immagino, porteranno anche in questa sede la loro visione di una legge comunitaria sostanzialmente compilativa, mentre si vuole, qui, presentare un documento più ampio ed approfondito che sappia rispondere alla necessità di migliorare le norme garantendo efficienza e trasparenza ai processi normativi.

Andando nello specifico, la legge si compone di cinque Titoli: il primo definisce l’oggetto della legge medesima, il secondo riguarda le disposizioni in materia ambientale ed energetica, il terzo riguarda il settore delle attività produttive, il quarto riguarda il settore di prevenzione e controllo e il quinto reca ulteriori disposizioni per l’adeguamento della normativa regionale all’ordinamento europeo.

Partendo, quindi, dai contenuti, il Titolo II si suddivide in tre Capi, dove il più sostanzioso − il primo − contiene disposizioni per l’adeguamento della normativa regionale in materia di pericoli e di incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose, andando, quindi, a modificare la legge regionale n. 26/2003, i contenuti della direttiva europea n. 18/2012 e il decreto legislativo n. 105/2015, che ne ha dato recepimento in Italia.

Tale adeguamento, inoltre, è finalizzato a rendere la legge regionale n. 26/2003 coerente con la riforma istituzionale varata dalla legge n. 13/2015, trasferendo in capo all’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia l’esercizio delle funzioni svolte prima dalle Province. In base all’ordinamento nazionale e sovranazionale, gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante sono stabilimenti industriali nei quali è bassa la probabilità di accadimento dell’incidente dalle gravi conseguenze. Sono definiti stabilimenti di soglia inferiore o superiore a seconda della quantità di sostanze pericolose contenute. L’emanazione della direttiva n. 18/2012 nel Parlamento europeo e nel Consiglio ha rafforzato il livello di sicurezza raggiunto grazie alle precedenti direttive in materia.

Si ricordi che la normativa cosiddetta “Seveso” risale al 1982 e ha obbligato i gestori degli stabilimenti che rientravano nel suo campo di applicazione a definire una strategia di prevenzione degli incidenti gravi connessi a determinate sostanze pericolose e a dotarsi dei relativi strumenti di attuazione. La direttiva ha, inoltre, introdotto l’obbligo di definire piani di emergenza per le zone vicine agli stabilimenti e le iniziative per limitarne le conseguenze.

Successivamente, sono state adottate la direttiva nn. 96/1982, recepita in Italia con il decreto legislativo del 1999, n. 834, e la direttiva n. 105/2003, recepita con decreto legislativo n. 238/2005. Quindi, la direttiva n. 18/2012, la cosiddetta “Seveso 3”, ha sostituito, a partire dal 1° giugno 2015, le previgenti direttive.

Diversi sono gli elementi importanti introdotti: la nuova classificazione delle sostanze chimiche, che ha prodotto nuove classi e categorie di pericolo; il miglioramento delle misure di controllo degli stabilimenti interessati attraverso ispezioni pianificate dall’autorità competente tramite la predisposizione di piani di ispezione con frequenza minore e cioè minimo annuale per gli stabilimenti di soglia superiore e minimo triennale per quelli di soglia inferiore.

La direttiva, inoltre, prevede che le autorità competenti svolgano i compiti loro assegnati in modo pienamente coordinato ed assicura una maggiore garanzia per i cittadini relativamente all’accesso a tutte le informazioni ambientali, alla partecipazione ai processi decisionali e all’accesso alla giustizia in caso di riesame degli atti o di omissione dell’autorità competente relativamente a richiesta di informazione.

Infine, si evidenziano azioni volte alla semplificazione dell’attuazione della norma e anche degli oneri amministrativi. Diversi sono i punti di forza, le importanti novità e gli elementi di semplificazione introdotti, quindi, dal decreto legislativo n. 105/2015, a testimonianza della redazione del testo normativo coordinato sin dalla prima fase con le Regioni. Infatti, la competenza amministrativa in questa materia è ripartita tra Stato e Regioni, consolidando, così, l’assetto delle competenze già sancito dal decreto legislativo n. 334/1999.

Importante elemento di supporto nell’applicazione delle nuove norme è l’istituzione di un coordinamento cui partecipano i rappresentanti dei vari Ministeri, le Regioni, le Province autonome, l’ANCI, l’UPI, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, l’INAIL, l’ISS, esperti di ISPRA e le ARPA. Tale coordinamento è istituito per garantire l’uniforme applicazione normativa sul territorio nazionale attraverso l’elaborazione di indirizzi e linee guida in relazione ad aspetti di comune interesse, permettendo un esame congiunto dei temi, al fine di garantire un’attuazione coordinata e omogenea delle nuove norme e prevenire situazioni di inadempimento e relative conseguenze.

Occorre, inoltre, segnalare la revisione completa del modello della notifica, che tutti i gestori devono presentare, a prescindere dalla soglia dello stabilimento, all’autorità competente. Questo nuovo modello contiene anche le informazioni per la popolazione ed è stato predisposto per il futuro invio telematico.

Un aspetto di semplificazione consiste nella facoltà per il prefetto di non predisporre il piano di emergenza esterno qualora non siano ragionevolmente prevedibili effetti all’esterno dello stabilimento. In caso di stabilimenti di soglia inferiore, tale scelta va effettuata in accordo con la Regione. Un’ulteriore novità riguarda le procedure dell’ispezione sottoposte a un articolato processo di pianificazione pluriennale e programmazione annuale, basate rispettivamente su una prima analisi relativa a elementi generici e aspetti di sicurezza, quindi, in fase di programmazione, su una valutazione sistematica di parametri tecnici da effettuare caso per caso. L’attribuzione a seguito di tale valutazione di differenti priorità di ispezione, corrispondenti ad altrettanti differenti frequenze di visita presso lo stabilimento, consente una deroga all’indicazione che prevede ispezioni annuali negli stabilimenti di soglia superiore e ispezioni triennali in quelli di soglia inferiore.

Altro elemento innovativo e particolarmente importante e significativo per la nostra Regione è l’introduzione, in materia di controllo dell’assetto di territorio, dell’esplicita possibilità per l’autorità competente di richiedere ai gestori degli stabilimenti di soglia inferiore le informazioni sui rischi, ai fini della pianificazione territoriale. Tali informazioni, infatti, sono in Emilia-Romagna già richieste, ai sensi della legge regionale n. 26/2003, tramite la predisposizione di un’apposita scheda tecnica e di riconoscimento a livello nazionale. L’importanza della loro richiesta costituisce un importante elemento di soddisfazione.

Infine, va menzionato che il decreto n. 105 fornisce le tariffe valide sull’intero suolo nazionale a carico del gestore relative alle attività a pagamento. Questo elemento è stato fortemente richiesto dalle Regioni.

Venendo, quindi, alla modifica della legge regionale n. 26/2003, va premesso che essa non stravolge l’attuale modalità di gestione, anche perché l’assetto consolidato ha garantito importanti risultati, riconosciuti in ambito nazionale. Le novità che la Regione introduce con il presente progetto di legge si traducono, oltre che nel dovuto recepimento delle modifiche derivanti dalla normativa sovraordinata, nell’inserimento o miglioramento di alcuni importanti elementi di semplificazione ulteriori a quelli previsti dal decreto legislativo n. 105/2015, che riguardano, sostanzialmente, la definizione delle modalità di cooperazione tra i soggetti in vario modo coinvolti nella gestione della materia, la previsione di alcuni interventi esclusi dal parere vincolante del Comitato tecnico di valutazione relativamente all’identificazione delle aree di danno in mancanza dell’adeguamento del piano urbanistico comunale, la conferma, in caso di nuovi stabilimenti sottoposti anche a Valutazione di impatto ambientale, del fatto che il procedimento di VIA comprende anche il nulla osta di fattibilità previsto dal decreto relativo alla valutazione della documentazione preliminare inviata dal gestore prima di dare inizio alla costruzione dello stabilimento, quindi l’indicazione del riferimento del decreto come modalità attuativa della consultazione del pubblico interessato, che deve essere messo in grado di esprimere il proprio parere sui singoli progetti specifici relativi, per esempio, a nuovi stabilimenti, modifiche che abbiano ricadute sulla pianificazione del territorio o strutture costruite attorno agli stabilimenti esistenti che potrebbero aggravare il rischio di accadimento di incidente rilevante.

Un’ulteriore novità è la soppressione dei riferimenti alla istituzione e alla gestione del catasto degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, in quanto il decreto legislativo n. 105 ha stabilito che sia competenza di ISPRA predisporre ed aggiornare l’intervento di tali stabilimenti, sia per quelli di soglia superiore che per quelli di soglia inferiore.

Al posto del catasto è prevista la pubblicazione sul sito internet della Regione dell’elenco degli stabilimenti, sulla base delle informazioni inviate da ARPAE, anche per adempiere a quanto richiesto dal decreto n. 105, che impone alla Regione di inviare al Ministero dell’ambiente le informazioni necessarie allo scambio nell’ambito dell’Unione Europea.

Infine, in caso di mancata presentazione della scheda tecnica o di mancato adempimento alle prescrizioni impartite, viene inserito il potere di sospendere l’attività in capo all’autorità competente previa diffida.

Sempre al Titolo II, il Capo II del progetto di legge contiene norme in materia di demanio forestale e di aree naturali protette, materie di grande rilievo per l’ordinamento europeo. La legge n. 17/1993 viene modificata in adeguamento alla legge regionale n. 13/2015, escludendo la facoltà di attribuire la funzione a livello provinciale. Inoltre è previsto – con il nuovo comma 2-bis – che la Regione assicuri la gestione unitaria di queste funzioni nell’ipotesi in cui siano affidate a più Unioni di Comuni.

L’articolo 20 è stato, inoltre, oggetto di un emendamento in Commissione teso ad estendere l’affidamento anche per beni regionali di diversa provenienza, al fine di migliorare la gestione funzionale del complesso patrimoniale.

L’articolo 21 aggiunge all’articolo 61 della legge regionale n. 6/2005 un comma 1-bis con cui dispone che la Giunta regionale può concedere contributi ai Parchi nazionali e regionali il cui territorio sia ricompreso all’interno di una riserva MAB, al fine della realizzazione di progetti conformi ai piani d’azione.

L’articolo 22, introdotto con emendamento in Commissione, vuole precisare alcune disposizioni transitorie contenute nell’articolo 20 della legge regionale n. 22/2015, al fine di garantire la gestione dei siti Rete Natura 2000.

Passando al Capo III, Titolo II, in attuazione delle comunicazioni della Commissione europea sulla qualità e semplificazione normativa, che indicano come obiettivo per il legislatore la razionalizzazione della produzione legislativa, in base anche all’analisi delle interrelazioni tra le diverse fonti di produzione normativa, disciplina la revisione di norme regionali in contrasto o incoerenti rispetto alla legislazione sopravvenuta, in particolare alla sopraccitata legge regionale n. 13/2015, e sono, dunque, volte alla razionalizzazione della normativa regionale vigente, in conformità alle comunicazioni della Commissione europea sulla qualità e semplificazione normativa.

Nello specifico, l’articolo 23 intende garantire un adeguato quadro sanzionatorio ai fini del rispetto della normativa pianificatoria sui flussi dei rifiuti. La mancata attuazione delle disposizioni di piano in ordine ai flussi esporrebbe la Regione Emilia-Romagna − per il tramite dello Stato − a procedure di infrazione comunitaria. Per tale ragione, le suddette misure hanno la valenza di prescrizioni pianificatorie e, ai sensi dell’articolo 11 della legge regionale n. 20/2000, devono trovare piena ed immediata osservanza ed attuazione da parte di tutti i soggetti pubblici e privati prevalendo sulle disposizioni incompatibili contenute nei vigenti strumenti di pianificazione e negli atti amministrativi attuativi.

Gli articoli 24 e 25, ai fini del coordinamento con la normativa sopravvenuta, prevedono la modificazione della legge regionale n. 17/1991 (Disciplina delle attività estrattive), dove le Commissioni tecniche regionali delle attività estrattive previste in ciascuna Provincia, non più in linea con l’assetto amministrativo locale, vengono a cessare dalle loro funzioni, subentrando a queste l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile nelle funzioni delle medesime Commissioni anche per i procedimenti in corso.

L’articolo 26, in conformità alla legge regionale n. 13/2015, modifica la legge n. 3/1999 abrogando i commi 1 e 2 dell’articolo 100 in materia di programma regionale per la tutela dell’ambiente e viene, così, data attuazione all’articolo 69, comma 3-bis, della stessa legge n. 13/2015, ai sensi della quale la Città metropolitana di Bologna e le Province concludono i procedimenti per i quali la Regione, alla data del 31 dicembre 2015, ha già assegnato alle medesime Amministrazioni le relative risorse finanziarie.

Il Titolo II, Capo IV, è costituito da nove articoli che insistono sulle leggi regionali n. 13/2015, n. 37/2002, n. 10/1993 e n. 26/2004. Data l’altissima attenzione comunitaria verso le norme di settore in materia di energia, si interviene in primo luogo per effettuare alcune chiarificazioni circa le norme vigenti nell’ordinamento regionale e per procedere al recepimento e all’attuazione delle direttive comunitarie.

L’articolo 27 modifica due passaggi dell’articolo 17 della legge n. 13/2015, dove la riformulazione del comma 2 si rende opportuna al fine di chiarire il riparto dei poteri sostitutivi nel settore – di grande rilievo – dell’affidamento dei servizi della distribuzione di gas naturale. Tali poteri sono esercitati dalla Regione in caso di inerzia del Comune competente o dell’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia. Anche la modifica al comma 4 ha scopo chiarificatore. Con essa è reso esplicito che resta della Regione il potere d’intesa tanto nell’ambito dei procedimenti energetici volti ad approvare opere di competenza quanto per quelle di spettanza regionale.

Gli articoli 28, 29 e 30 interessano chiarimenti in relazione a procedure di esproprio. L’articolo 28 attribuisce alle Province la competenza sui procedimenti di esproprio preordinati alla realizzazione ed esercizio di infrastrutture e impianti energetici. L’articolo 29, in questa formulazione, è stato aggiunto con emendamento, nell’ambito dei lavori di Commissione, allo scopo di assicurare una interpretazione autentica delle disposizioni dell’articolo 13, comma 3, della legge regionale n. 37/2002, ovvero precisando le condizioni relative al completamento di opere pubbliche o di interesse pubblico o lineari, la cui progettazione preveda la realizzazione per lotti o stralci funzionali.

L’articolo 30 modifica l’articolo 4-bis della legge n. 10/1993, relativa alle linee degli impianti elettrici, per scongiurare dubbi applicativi, visto il parziale spostamento di competenza in capo all’Agenzia ARPAE.

Per gli articoli da 31 a 35, che vanno a riscrivere parte della legge regionale n. 26/2004, occorre dare una visione più organica. La Regione Emilia-Romagna è stata la prima Regione italiana a dotarsi di un quadro normativo autonomo in materia di energia. La legge regionale n. 26/2004, nel suo Titolo IV, contiene disposizioni finalizzate a raccordare il livello normativo regionale a quello comunitario, inizialmente rappresentato dalle direttive n. 77/2001 e n. 91/2002.

Già con la comunitaria del 2014 è stato compiuto un intenso lavoro di rilettura del quadro normativo che si era andato via via evolvendo.

Al fine di inquadrare correttamente la proposta di modifica degli articoli 25-quater e successivi della legge regionale n. 26/2004, così come già modificata dalla legge regionale n. 7/2014, è necessario riferirsi, quindi, alla direttiva comunitaria n. 31/2010, che integra la direttiva n. 91/2002.

Le disposizioni della legge regionale n. 26/2004, introdotte e modificate con la comunitaria 2014, prevedono l’emanazione di successivi provvedimenti per consentirne la efficace applicazione. Già alcune disposizioni operative si erano rese necessarie, operate con la legge regionale n. 22/2015, per quanto riguarda l’implementazione di un sistema di controllo degli impianti termici, di cui agli articoli 25-quater e 25-octies.

È proprio per conferire la massima efficacia al provvedimento attuativo (che prevede, appunto, l’adozione di uno specifico Regolamento) che – analogamente a quanto successo per le norme riguardanti la certificazione energetica degli edifici – si rende opportuna una modifica delle corrispondenti disposizioni legislative di cui agli articoli 25-quater e seguenti.

La Regione si accinge, dunque, ad adottare un Regolamento con il quale disciplinare le condizioni ed i limiti da rispettare nell’esercizio degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e le relative responsabilità; le modalità e la frequenza di esecuzione degli interventi di manutenzione e controllo (funzionale e di efficienza energetica) degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici, e le relative responsabilità; il sistema di verifica del rispetto delle prescrizioni basato su attività di accertamento ed ispezione degli impianti stessi, al fine di garantire la loro adeguata efficienza energetica e la riduzione delle emissioni inquinanti; il sistema di accreditamento dei soggetti a cui affidare le attività di accertamento ed ispezione, che tenga conto dei requisiti professionali e dei criteri necessari per assicurarne la qualificazione e l’indipendenza; i criteri per la costituzione e la gestione del sistema informativo regionale relativo agli impianti termici per la climatizzazione, denominato catasto regionale degli impianti termici (CRITER), con riferimento al censimento degli impianti stessi, allo svolgimento dei periodici controlli di efficienza energetica e dei relativi risultati, nonché delle attività di accertamento ed ispezione condotte dalla Regione.

Si tratta, come è evidente, di un provvedimento assai complesso, i cui diversi aspetti hanno dimensioni, anche quantitative, di rilevante natura. Basti pensare che, orientativamente, gli impianti termici soggetti alla disciplina di controllo, che quindi dovranno essere censiti e registrati nell’ambito del catasto regionale, sono stimati in oltre un milione; sono oltre 20.000 le imprese del settore della installazione e manutenzione impianti che dovranno essere coinvolte nella gestione operativa delle attività di controllo dell’efficienza energetica degli impianti.

Tali elementi di criticità sono stati al centro della concezione del provvedimento attuativo orientandolo verso scelte molto incisive sul piano della semplificazione procedurale, anche al fine di consentire il massimo utilizzo di soluzioni informatiche e organizzative; viene istituito un soggetto intermedio, indicato come Organismo regionale di accreditamento ed ispezione, incaricato di supportare operativamente la Regione garantendo lo svolgimento delle attività necessarie al funzionamento del sistema di accertamento ed ispezione degli impianti termici, nonché di gestione del relativo catasto regionale CRITER. L’individuazione di tale soggetto viene demandata alla fase di redazione del Regolamento.

Con un emendamento in Commissione, sono stati aggiunti alcuni commi con i quali si intende dare sviluppo alle norme dello stesso settore, recanti dalla legge n. 13/2015, in tema di abilitazione professionale dei conduttori di impianti termici civili con potenza termica nominale superiore a 232 kilowatt, allo stesso tempo recependo l’articolo 287 del Codice ambientale.

Durante il lavoro in Commissione, è stato approvato un emendamento, a firma del consigliere Foti, che ha interpretato una semplificazione operativa emersa da parte delle associazioni di categoria durante l’udienza conoscitiva. Egualmente, le stesse associazioni hanno posto l’attenzione sulle sanzioni verso i distributori di combustibile per gli impianti termici degli edifici che non ottemperino all’obbligo di comunicazione che ha generato l’articolo 35 introdotto con un emendamento, sempre in sede di Commissione, proposto dal consigliere Foti e sottoscritto anche dalla relatrice e dai consiglieri Sabattini e Bagnari. Questo per dare atto del processo partecipato e condiviso della costruzione della legge e della collaborazione con le diverse componenti dell’Assemblea.

Il Titolo III del progetto di legge reca disposizioni in materia di attività produttive e si articola in un Capo I, il quale contiene modifiche alla legge regionale n. 1/2010 in materia di artigianato, e in un Capo II, il quale reca modifiche alla legge n. 6/2006 in materia di cooperazione mutualistica.

Riguardo al Capo I, al fine di provvedere alla massima semplificazione possibile delle procedure, in conformità alla direttiva comunitaria n. 123/2006, in particolare al Capo II, dedicato alla semplificazione amministrativa, vertente sulla semplificazione delle procedure, si è ritenuto necessario proporre modifiche alla legge regionale n. 1/2010 (Norme per la tutela, la promozione, lo sviluppo e la valorizzazione dell’artigianato). Queste modifiche danno concreta attuazione ai princìpi di migliorie procedurali posti in risalto dalla normativa comunitaria.

La normativa adottata nel 2010 viene semplificata snellendo le procedure, eliminando ogni sovrapposizione di centri amministrativi e decisionali in materia di verifica dei requisiti artigiani delle imprese, evitando che l’impresa artigiana debba interagire, nell’ambito del medesimo procedimento, con più Pubbliche amministrazioni anziché avere un interlocutore certo e ben definito. La procedura prevista dall’attuale legge regionale implica una serie di comunicazioni tra Camere di Commercio e Regione. Le Camere di Commercio inviano una segnalazione alla Regione illustrando un’ipotesi di carenza dei requisiti artigiani in capo ad una singola impresa. La Regione, quindi, avvia il procedimento d’accertamento, contattando l’impresa, affinché essa possa illustrare le proprie ragioni. La decisione adottata dalla Regione viene comunicata sia all’impresa che agli enti segnalanti. La Camera di Commercio attua la decisione, registrando o modificando i dati nell’Albo imprese artigiane e comunicando tali variazioni agli enti previdenziali.

È opportuno richiamare, per chiarezza, dati anche alcuni rilievi emersi dall’udienza conoscitiva, come il processo di costruzione delle modifiche alla legge n. 1/2010 sia stato costruito anche a partire dai richiami espliciti delle associazioni di categoria alla necessità di accelerare tutte quelle iniziative in grado di dare una risposta concreta ad un settore che, mai come in questo momento, necessita di azioni tempestive e non solo di annunci e programmazioni di lungo periodo.

È in questa logica che si è proceduto a redigere una proposta di semplificazione della norma in oggetto, intervenendo unicamente sugli aspetti procedurali e di semplificazione amministrativa, lasciando inalterato l’impianto complessivo ritenuto, tuttora, valido. Queste norme, inoltre, garantiscono omogeneità di applicazione a livello regionale.

Il testo, nella sua fase di presentazione, ha raccolto dalle associazioni di categoria la sostanziale condivisione. La legge mantiene inalterati gli articoli specifici che consentono alla Regione di sostenere e finanziare interventi rivolti al settore artigianale, che non sono in alcun modo oggetto di modifica.

Sintetizzando le modifiche proposte in coerenza con quanto più volte richiesto dalle associazioni di categoria, possiamo dire che i punti focali sono: semplificare le procedure per la decisione sul possesso dei requisiti per l’iscrizione nel registro delle imprese artigiane, con una riduzione consistente dei tempi del procedimento dagli attuali centoquattordici giorni a sessanta giorni previsti nella proposta, consentendo, di fatto, un dimezzamento dei tempi burocratici e un miglioramento dell’efficacia dei controlli che, in questo caso, avverrebbero in fase di presentazione della richiesta e non a valle, solo su una piccola parte di casi, oltre a riconoscere nella Camera di Commercio il soggetto prioritario che si interfaccia con le imprese.

Altro punto: ampliare gli strumenti di tutela a favore delle imprese artigiane in caso di decisioni non ritenute corrette. Attualmente, le imprese possono ricorrere solo al tribunale ordinario, mentre con le modifiche proposte potranno ricorrere in prima istanza alla Regione, con costi assai più ridotti, ed eventualmente al tribunale. In sintesi, più tutele e meno spese per le imprese.

Altro punto: eliminare i compensi per il Presidente e il Vicepresidente della Commissione regionale per l’artigianato ed i costi connessi al Comitato di esperti, con un risparmio stimato di circa 95.000 euro annui, che possono essere ridestinati ad azioni volte a sostenere l’artigianato.

Ultimo punto: ridurre i componenti della Commissione regionale per l’artigianato ed includere un rappresentante di Unioncamere. In questo modo, si renderebbe più snello il funzionamento della suddetta Commissione, garantendone, comunque, la rappresentatività dei diversi territori e riconoscendolo come luogo privilegiato di confronto tra associazioni di categoria, Regione e Camere di Commercio.

Venendo alle ultime disposizioni, di cui al Capo II, esse contengono modifiche alla legge regionale n. 6/2006 e riguardano l’eliminazione di alcuni passaggi procedurali, oggi in contrasto con i princìpi di semplificazione dei procedimenti amministrativi. Si tratta di modifiche che rendono più agile e meno ridondante l’attuazione del dispositivo normativo, mantenendo inalterato il valore complessivo del dettato. L’impostazione che ne deriva garantisce una maggiore aderenza agli obiettivi previsti dall’Agenda di semplificazione nazionale di cui l’attività della Regione Emilia-Romagna è parte integrante.

Il Titolo IV affronta, negli articoli da 45 a 48, le modifiche alla legge regionale n. 17/2007 (Disposizioni in materia di prevenzione, cura e controllo del tabagismo). Queste modifiche sono necessarie dall’entrata in vigore del decreto legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito con la legge 8 novembre 2013, n. 128, e del decreto legislativo n. 6/2016. Il presente intervento legislativo, pertanto, provvede ad adeguare la normativa regionale in materia di fumo alle norme nazionali citate, da un lato mantenendo ed ampliando i divieti di fumo già previsti dalla normativa regionale nelle aree aperte limitrofe agli accessi e ai percorsi nelle strutture sanitarie, dall’altro introducendo una modifica della norma che prevede, in armonia con la legge statale, azioni educative volte a sensibilizzare gli studenti e il personale docente e non docente a rispettare il divieto di fumo anche nelle aree aperte di pertinenza delle scuole.

Al fine di tutelare maggiormente la salute dei minori, nella proposta di modifica legislativa viene prevista la promozione di azioni di sensibilizzazione degli adulti per limitare l’esposizione dei bambini e dei giovani al fumo passivo. Sono, inoltre, apportate alcune modifiche che riguardano gli aggiornamenti dei richiami normativi alle leggi nazionali e regionali vigenti. Sono, infine, proposte alcune modifiche normative al fine di una razionale applicazione del sistema sanzionatorio delineato dalla legge regionale n. 17/2007, alla luce dell’introduzione delle nuove fattispecie di divieto previste dalla normativa statale.

Venendo, quindi, al Titolo V del progetto di legge, si recano ulteriori disposizioni per l’adeguamento della normativa regionale all’ordinamento europeo. Si tratta, nello specifico, dell’articolo 49, il quale apporta modifiche alla legge regionale n. 6/2014 per adeguare la possibilità di concedere finanziamenti agli obiettivi in essa previsti attraverso la modifica dell’articolo 8-bis.

L’articolo 50 è stato, invece, introdotto con emendamento al testo licenziato dalla Giunta regionale. In particolare, si è intervenuti sull’articolo 6 della legge n. 6/2004, consentendo il finanziamento delle attività di rilievo internazionale poste in essere dalla Regione, ai sensi dell’articolo 4, estendendo l’ambito applicativo dell’articolo 6, facendo fronte mediante l’istituzione, nella parte spesa dei beni ANCI regionali, di apposite unità previsionali di base e relativi capitoli che saranno dotati della necessaria disponibilità in sede di approvazione della legge annuale di bilancio.

Con la modifica di cui alla lettera b) si intende prevenire, invece, una potenziale contestazione − già preannunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri con riferimento ad altre leggi regionali − relativa alla citazione, all’interno della norma finanziaria, dell’articolo 37 della legge regionale n. 40. Quest’ultimo dispositivo viene replicato agli articoli 51 e 52 relativamente alle leggi − rispettivamente − n. 4 e n. 5 del 2016.

Infine, l’articolo 53 è frutto di un emendamento presentato in Commissione teso ad ampliare la promozione del sistema di alternanza scuola-lavoro. Nello specifico, la disposizione in oggetto riguarda la disciplina regionale dell’alternanza scuola-lavoro ed è volta a consentire la definizione, in ambito regionale, delle politiche di attivazione del contratto di apprendistato stagionale di primo livello, ovvero agli studenti di cui al decreto legislativo n. 77/2005. Questo articolo vuole creare un quadro normativo che interpreti sia l’esigenza degli studenti di poter incontrare il mondo del lavoro, anche in relazione alla domanda del tessuto economico territoriale, specificamente, nei nostri intenti, nel comparto stagionale-turistico, con la necessità di garantire un percorso strutturato, contratti di lavoro che rispettino trasparenza e diritti.

L’emendamento che è stato presentato, e che verrà poi illustrato dalla collega Rossi nello specifico, vuole ulteriormente specificare e garantire il percorso decisionale, dando alla Giunta il mandato di redigere gli atti relativi in base a procedure di confronto con le parti sociali, come validate attraverso il Patto per il lavoro.

Tra gli elementi di importanza dei dispositivi oggi all’esame sottolineiamo anche la presentazione del progetto di legge collegato alla legge comunitaria, che rappresenta uno dei tasselli della legislazione che quest'anno si collega alla Sessione comunitaria, come legislazione attuativa della fase discendente. Esso rappresenta l’adozione di un sistema di Refit normativo, cioè di manutenzione costante di semplificazione, aggiornamento dello stock normativo regionale per lo snellimento del quadro della nostra legislazione e il suo miglioramento anche a favore di cittadini e imprese.

In tal modo la Regione, prima in Italia, adotta un sistema di revisione normativo analogo a quello che, a livello dell'Unione europea, viene attuato ogni anno con il programma Refit. Questo progetto di legge ha natura tecnica in quanto prevede l’abrogazione di cinquantatré leggi regionali non più applicate o non più applicabili, adottate prevalentemente tra il 1981 e il 1990. Strutturalmente esso compie la medesima operazione già attuata prima con la legge regionale n. 27/2013 e con la legge n. 10/2015. Questo set normativo vuole dimostrare che per la nostra Regione la legge comunitaria costituisce non esclusivamente recepimento di una normativa europea, ma anche l’occasione per la verifica e l’applicazione concreta dei principi di miglioramento della legislazione e di semplificazione.

Concludendo, data la portata normativa affrontata da questa legge comunitaria, considero un grande privilegio esserne relatrice, sia perché dall’esame comparato dei dispositivi si evince lo spessore dell’assetto normativo regionale, sia perché è un momento di collaborazione intensa tra e con strutture tecniche altamente competenti, messe a servizio della macchina regionale.

Vorrei, quindi, ringraziare tutte le persone, inclusi ovviamente gli assessori, che hanno concluso la stesura e messa a punto del testo, a partire dal dottor Ricciardelli, dalla dottoressa Bastianin, così come il direttore Frieri, i dottori Ricci, Mingani, Stefani, Valbonesi, Santangelo e tutti gli uffici tecnici interessati.

Come nota politica, voglio poi, in modo non formale, ringraziare i colleghi del Gruppo e della maggioranza per il dialogo costante e molto costruttivo che ha portato ad alcuni emendamenti di grande rilevanza e anche i colleghi di opposizione, tra cui ricordo, in particolare, il relatore di minoranza Bargi, perché nei confronti avuti si è dimostrata sempre una grande attenzione al merito dei contenuti, pur ovviamente ribadendo le differenze di forma.

Consegno, quindi, questo progetto di legge comunitaria all’Assemblea, auspicando che riceva una condivisione e diffusione più ampia possibile, dando prova delle sue capacità di saldare Istituzioni europee regionali con le concrete esigenze dei territori, delle comunità e dei cittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Prodi.

Do ora la parola al consigliere Bargi, relatore di minoranza. Prego.

 

BARGI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

La collega Prodi ha iniziato il suo intervento parlando della chiarezza di questo strumento. In realtà, io credo proprio che sulla chiarezza ci sia qualcosina da ridire, visto che già l’anno scorso, quando ci siamo trovati per la prima volta, almeno per quanto riguarda me e i miei colleghi di Gruppo, ma anche per tanti altri consiglieri, di fronte a questo tipo di strumento, ci è sorto subito un dubbio. Com’è che una legge che per suo stesso nome ci fa pensare a una struttura che vada a recepire regolamenti e direttive provenienti dall’Unione europea e vada ad adattare il nostro ordinamento di norme regionali a quelle che sono queste direttive, in realtà poi va a contenere un insieme di modifiche di vario tipo ad altre leggi o comunque a normativa regionale, o addirittura va a introdurre passaggi veri e propri ex novo sempre in leggi preesistenti? Ecco questo chiaramente l’anno scorso ha suscitato qualche dubbio. Quest’anno ce lo siamo ritrovati di fronte e, anche quest’anno, come l’anno scorso, abbiamo sollevato la questione. Tra l’altro, in prima battuta ci siamo detti che, secondo noi, ci sono dei passaggi che non dovrebbero stare su una legge comunitaria, perché la legge regionale numero 16 del 2008, articolo 9, norma esattamente quello che è il contenuto della legge comunitaria.

È tutto un rimando ad atti dell’Unione europea, regolamenti dell’Unione Europea, a recepimento di quelle che sono le modifiche alla normativa comunitaria, che passano anche a livello nazionale e che poi ricadono sulla normativa regionale. Questo dice la nostra legge regionale su tutto il procedimento comunitario. L’articolo 9 va a normare il contenuto. Noi, però, continuiamo a trovarci dentro passaggi di vario tipo. Prima veniva citata tutta la questione riguardante l’artigianato. Senza stare tanto a snocciolare nel dettaglio se positiva o non positiva, in realtà quel passaggio non ha nessun rimando, nessun richiamo alla normativa europea. C’è la questione del finanziamento dei parchi che hanno il riconoscimento MAB. C’è dietro una logica politica, ma sicuramente non è un recepimento di direttive nuove europee e altri vari passaggi ancora, dalle pari opportunità e via dicendo. Sono tanti i passaggi.

In prima battuta, secondo noi, salvando il Titolo II e tutto quello che riguarda la parte ambientale, anche se poi c’è il discorso dei parchi su cui avremmo, giustamente voluto capire meglio perché inseriti in questo passaggio, in questo strumento, salvando quel Titolo II, che quindi davamo per buono, perché i richiami alla normativa europea ci sono, anche se ci sono poi un sacco di richiami alla legge sul riordino votata l’anno scorso dalla maggioranza e che trova in questa legge comunitaria una sorta di ricalibratura di qualche passaggio che è sfuggito nella prima stesura, per il quale si è voluto intervenire successivamente, quindi anche lì avremmo qualcosa da ridire, forse non è lo strumento idoneo. Forse, magari, si poteva adottare, prima dell’estate, perché no, una legge correttiva della legge sul riordino e modificare quella struttura. Magari per l’artigianato si poteva aprire una discussione a parte, anche perché noi avevamo – l’abbiamo dimostrato anche con emendamenti fatti arrivare in seconda battuta – delle proposte da fare. Ci sarebbe piaciuto entrare nel dettaglio.

Tra l’altro, questa è la linea emersa anche in udienza conoscitiva dai soggetti che sono intervenuti. In realtà, sono intervenute un paio di persone. In particolare, sull’artigianato è stato detto che piuttosto che andare a fare quella piccola modifica sulla Consulta che poi, in realtà, le stesse associazioni hanno definito inutile in quell’udienza, noi avevamo fatto un accesso agli atti qualche mese fa per capire bene o male che tipi di pratiche vanno a trattare ed effettivamente non è che parliamo di uno strumento particolare, visto che comunque prevedeva anche dei compensi prima di questa modifica inserita alla legge comunitaria, compensi e retribuzioni per chi ricopre ruoli all’interno della Consulta. Abbiamo pensato di trattare la parte europea, tralasciando l’altra parte e cercando di prendere provvedimenti ad hoc. Questa nostra impostazione iniziale non è stata accolta dalla maggioranza. Abbiamo avuto anche un incontro, insieme alla relatrice Prodi, per capire se c’era la volontà di andare in questa direzione, ma ci è stato detto di no, perché la filosofia è quella di utilizzare la legge comunitaria per fare una serie di proposte di semplificazione. Alcune, magari, vanno a snellire un po’ l’ingarbugliamento burocratico della nostra Regione, ma altre, in realtà, sono proposte ex novo. Comunque, la filosofia è quella di inserire tutti quei provvedimenti che vanno a snellire un po’ la nostra burocrazia, il nostro comparto legislativo per andare nella direzione dell’Unione europea di snellire la procedura pubblica. Può anche starci, volendo.

Ho portato l’esempio di altre Regioni, dove le leggi comunitarie sono – passatemi il termine poco legislativo – striminzite, nel senso che si rimandano a quei pochissimi articoli che vanno a richiamare la normativa comunitaria, vanno ad applicare e a modificare quella regionale. Lì finisce il provvedimento comunitario. Immagino ci siano passaggi veloci, discussioni anche molto veloci. Noi, invece – lo ripeto – diamo importanza e una struttura a questo provvedimento. Possono sembrare piccole modifiche, ma in realtà, in due righe, all’interno di una legge si possono spostare milioni di euro a livello numerico sul bilancio della Regione.

Le piccole modifiche, in realtà, poi possono avere un peso molto forte e una ricaduta forte anche a livello di sostrato della nostra Regione.

Abbiamo pensato, quindi, di adottare una strategia diversa, visto che tanto, chiedere di cancellare, abrogare quelli che sono gli articoli, a nostro avviso, ridondanti rispetto alla normativa comunitaria e all’adeguamento alla normativa comunitaria, non serve. Abbiamo pensato di adottare la stessa filosofia della Regione, della maggioranza e della Giunta. In questa legge può starci di tutto, purché, magari, teniamo fermo il principio di semplificazione. Così abbiamo cercato di proporre emendamenti che andassero in questa direzione.

Abbiamo ripreso un nostro progetto di legge, che poi è stato bocciato ed è rimasto fermo. Adesso non so più neanche che fine abbia fatto. Penso sia stagnando in Commissione II. Era un progetto di legge di riforma della legge n. 14, quella sulla attuazione degli investimenti.

Ci venne detto allora – apro una piccola parentesi – che era stata adottata una tipologia di lavoro legislativo che consiste nel prendere la legge, salvare le parti buone e riscrivere la legge con le modifiche che interessano. Ci è stato detto che l’avevamo fatta uguale. Questo è vero, altrimenti avremmo presentato degli emendamenti alla legge, invece che riscriverla.

Ci è stato detto che questa non si può votare perché è nuova, è fresca, però se avessimo avuto delle singole proposte sui vari passaggi avremmo dovuto proporle tramite emendamenti. Ne abbiamo approfittato in questo caso, visto che ci sta di tutto. Chiedevamo semplificazione nel processo di costituzione di nuove aziende, di nuove società; chiedevamo l’introduzione del fascicolo elettronico d’impresa che, ricordo, essere stato votato, se non all’unanimità, sicuramente dalla maggioranza dell’Assemblea quando si votò l’Agenda digitale. Su un nostro ordine del giorno chiedevamo l’introduzione del fascicolo elettronico per le imprese ed è stato votato. Quindi, con l’emendamento chiedevamo l’introduzione semplicemente in legge di uno strumento il cui indirizzo politico è stato voluto anche dalla maggioranza. In più, andavamo ad incidere anche sulla questione degli sgravi fiscali. Quindi, negli accordi di programma per l’insediamento di nuove attività produttive chiedevamo l’introduzione anche di questo strumento. Ci è sto detto che non è competenza regionale, ma da quanto mi risulta l’IRAP lo è. Visto che altre Regioni si stanno già muovendo in questo senso forse non è una cosa così stralunata.

Resta ferma la questione dell’artigianato. Anche lì andiamo a semplificare un pochettino, andiamo a introdurre la possibilità, per chi apre nuove attività in questa direzione, di poter anche loro beneficiare di un aiuto a livello fiscale iniziale, per poter così garantire i primi anni una certa tranquillità. Sappiamo le difficoltà che ci sono nell’aprire un’azienda anche per il carico fiscale che il nostro Paese chiaramente rende anti-competitivo investire. In questo modo diamo una mano a chi decide di restare e di intervenire. Chiedevamo, alla fine, queste piccole cose. Ci è stato detto che trattandosi di modifiche sostanziali la volontà è quella di non affrontarle all’interno di una legge comunitaria, ma di affrontarle puntualmente. Questo va in aperto contrasto con la filosofia adottata sulla legge comunitaria: ci inseriamo dentro di tutto ed evitiamo la discussione puntuale per andare a fare un mega riordino di tutta la normativa regionale.

Questo è stato un esperimento che abbiamo voluto fare. In Commissione l’ho definito un esperimento sociale. Non è piaciuto ai colleghi di opposizione, però, volevo fare questa piccola prova perché volevo capire se la maggioranza era disponibile a ragionare nel merito di quelle che sono modifiche di buonsenso, definite così da tutti quelli che sono intervenuti, ma che non c’erano su questa legge.

Nella stessa legge, però, troviamo altrettante modifiche che, a nostro avviso, non ci starebbero e credo anche, seguendo la filosofia stessa della maggioranza, che a questo punto non ci starebbero.

Non abbiamo ancora capito la legge comunitaria che tipo di strumento è. È uno strumento che agisce su tutto l’insieme delle norme regionali oppure è uno strumento che va a recepire semplicemente le direttive europee? È uno strumento che la maggioranza usa perché così fa prima a far passare una serie di modifiche o perché deve dare risposte sul territorio, oppure è uno strumento che ci serve per semplificare e snellire la burocrazia interna? In realtà, non abbiamo ancora capito che cos’è, perché se noi tentiamo la strada di chiedere di mantenere la legge comunitaria sui binari del recepimento della normativa comunitaria ci viene detto di no, non è quello che intendono fare. Se chiediamo di introdurre modifiche a leggi che possono andare nel senso di semplificare, ci viene detto di no, non è quello che intendono fare. In tutta questa questione, in tutta questa partita che abbiamo provato ad affrontare su fronti diversi, in realtà non abbiamo ancora capito cos’è che noi possiamo fare, cosa possiamo stabilire all’interno di questo strumento normativo. La chiarezza è l’unica cosa che effettivamente non ho ancora compreso, così come quale sia il reale scopo e la natura di questa legge.

Mi avvio alla conclusione. Sono stati presentati emendamenti da parte delle forze politiche in linea con il nostro primo pacchetto di emendamenti, quello che prevedeva l’abrogazione dei vari articoli. Chiaramente siamo d’accordo perché comunque andiamo a cancellare quelli che sono i passaggi, a nostro avviso, che non dovrebbero stare su questo provvedimento. Abbiamo già visto in Commissione com’è andata, ma siamo in linea anche noi su questo passaggio e quindi il nostro giudizio lo esprimeremo con il voto articolo per articolo, anche perché ci sono alcuni passaggi, come quello dell’articolo 53, che è stato inserito tramite emendamento durante i lavori di Commissione, sull’alternanza scuola-lavoro. Giustamente venivano citate le tempistiche in Commissione. Se è approvato adesso, potrà essere già in funzione per il prossimo anno scolastico e quindi aveva trovato il nostro accoglimento. È una proposta di buonsenso, quindi troverà il nostro consenso anche in Aula.

Articolo per articolo esprimeremo il nostro giudizio specifico su questo provvedimento. Spendo due parole veloci perché in Conferenza dei Capigruppo ho visto che è stata associata a questo provvedimento anche la nostra risoluzione sul trattato transatlantico, di cui peraltro abbiamo già discusso anche in sede di Sessione europea. Avevamo presentato un emendamento in tal senso, poi bocciato, ma c’era questa risoluzione parcheggiata in cui chiediamo una presa di posizione da parte della Regione.

Lo chiedevamo allora e lo richiediamo oggi. Chiediamo una presa di posizione in merito al nostro ruolo di componenti di questa Unione europea, visto che va ad agire insieme ai Governi, è giusto che noi diamo il nostro contributo e il nostro parere. Chiediamo una posizione chiaramente di netta contrarietà. Per non ripetermi troppo a lungo su quanto già detto nella seduta precedente, il tema fondamentale per noi è quello della perdita di sovranità verso questa globalizzazione sempre più spinta. Il Governo, i rappresentanti dei cittadini – visto che ci piace il sistema della democrazia rappresentativa, bisogna che poi chi rappresenta sia in grado di poter agire pienamente nel proprio ruolo – stanno allontanando sempre più il potere di governo del territorio, quindi la sovranità sul proprio territorio, anche sui mercati, che ultimamente è forse l’aspetto più preponderante e più forte di governo, perché agire sui mercati vuol dire agire anche sul benessere di chi vive nel proprio Paese. Poter perdere sovranità sul mercato, toglierla per darla a enti terzi, a Istituzioni terze, chiaramente ci crea grosse perplessità. A questo aggiungiamo il fatto che c’è tutta la partita dei prodotti di origine controllata. La Francia ci ha richiamato di recente, per assonanza tra i due Paesi, all’attenzione verso queste tipologie di prodotti. Noi facciamo un passo indietro rispetto alla posizione iniziale perché, così com’è, questo trattato non lo firmiamo.

Ci hanno detto: “Cara Italia, svegliati, perché anche voi avete situazioni simili. Vi conviene ragionare”. Se a questo aggiungiamo le varie manifestazioni che vediamo anche su suolo tedesco, evidentemente è inutile negare che questo è un argomento che genera un forte interesse in molti e una certa contrarietà da parte di tanti. In Italia si glissa molto. A me un po’ dispiace, perché alla fine significa far passare sottotono questioni che poi, in realtà, hanno ricadute molto pesanti anche sulla vita del singolo cittadino.

Chiediamo, quindi, per l’ennesima volta, di riproporci su questo tema all’interno di questa Assemblea e chiediamo, ancora una volta, all’Assemblea di prendere una posizione e dare una linea politica all’Amministrazione affinché, tramite il Governo e il contatto diretto con l’Unione europea, si possa lanciare un messaggio chiaro sulla nostra contrarietà alla firma di questo trattato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bargi.

Apro il dibattito generale congiunto.

Ha chiesto di parlare la consigliera Rossi Nadia. Ne ha facoltà.

 

ROSSI Nadia: Grazie, presidente. Intervengo perché credo sia utile sottolineare un argomento che è trattato in questo dispositivo. È un argomento che sarà in grado di dare delle risposte importanti; risposte che riguarderanno migliaia di ragazzi, migliaia di famiglie e interi territori.

Parlo precisamente dell’attuale articolo 53 della nuova legge comunitaria, che è in linea con le priorità della Commissione europea, che, appunto, tra le principali, vede proprio la lotta alla disoccupazione giovanile e che ritiene che gli apprendistati aiutino i giovani ad acquisire le abilità e anche le competenze chiave necessarie per avere successo nel mercato del lavoro, è altresì in linea con l’articolo 81 del decreto legislativo del nostro Governo, il quale prevede che le Regioni che abbiano definito un sistema di alternanza scuola-lavoro e i contratti collettivi ovviamente possono prevedere una specifica regolarizzazione dell’utilizzo del contratto di apprendistato di primo livello, anche a tempo determinato, per le attività stagionali; considerato il fatto che la Regione non solo, per quanto di competenza, ha disciplinato un sistema di alternanza scuola-lavoro, ma del lavoro ne ha fatto sempre una priorità, un’ossessione, come sempre dice il nostro presidente e come tutti quanti noi consiglieri, almeno di maggioranza, del Partito Democratico si sono presentati alle elezioni regionali del 2014 puntando proprio su un obiettivo da raggiungere e quindi trovare occupazione per tutti, una buona occupazione.

Che cosa accade con quest’articolo? Succede che i ragazzi che hanno assolto l’obbligo scolastico, quindi a sedici anni, possono essere inseriti nel mercato del lavoro con un contratto di apprendistato di primo livello a tempo determinato e nelle zone indicate – penso al territorio riminese, al territorio che rappresento – prettamente turistiche. Questo ovviamente vale per tutta la costa. Questo tipo di contratto, ad oggi, può essere attuato soltanto a ragazzi, magari anche coetanei, che però già stanno frequentando dei percorsi di formazione e di studio che, di fatto, sono conseguenti all’attività lavorativa che riescono a trovare.

Il sistema attuale, perciò, esclude tutti i ragazzi che frequentano i licei oppure gli istituti tecnici. Soprattutto nella zona costiera è alta la richiesta di lavoro per fare il bagnino piuttosto che il commesso, la commessa, il barista, il cameriere, attività che sono prettamente stagionali e che appunto, essendo su territori, magari anche circoscritti, spesso non riescono a dare soddisfazione, invece, alle numerose famiglie, ai numerosi ragazzi che comunque si vorrebbero approcciare a un tipo di mestiere anche se non corrisponde al loro percorso formativo. Con questo articolo noi daremo la possibilità di poter iniziare questo nuovo percorso. È un articolo che stabilisce una nuova forma contrattuale.

In sede di Assemblea legislativa finiremo il nostro compito e consegneremo alla Giunta e alle parti sociali il compito di riuscire a metterlo in pratica – l’obiettivo è quello di riuscire a farlo già da questa stagione – per definire esattamente un regolamento fondamentale, che è quello che dovrà determinare anche il percorso di formazione che questi stessi ragazzi dovranno fare prima di iniziare il rapporto di lavoro; formazione che io mi auguro, seppur obbligatoria e necessaria, e non sostitutiva, possa essere, però, una formazione che abbia una durata compatibile con la durata del loro contratto di lavoro, che normalmente è difficile che superi i due mesi.

Credo che questa sia una presa d’atto per quanto riguarda anche la responsabilità soprattutto di noi amministratori, di noi legislatori, che esiste oggi, lo vediamo e lo vediamo spesso. Sotto questo aspetto anche le parti sociali sono molto sensibili. Esiste un fenomeno, che è quello dei voucher, che spesso viene abusato.

Vorrei ricordare che i ragazzi normalmente, nella zona costiera, iniziano una processione insieme alle famiglie da Pasqua a giugno per cercare di trovare un’occupazione, che sia da bagnino, da barista piuttosto che da cameriere e vengono spesso anche rifiutati in quanto minorenni. Potrebbero essere assunti con un livello qualificato. Ovviamente l’imprenditore, dovendo pagare un ragazzo che ancora non conosce il mestiere esattamente come potrebbe pagare un ragazzo che invece il mestiere lo pratica già da diversi anni, sceglie chi ha una certa esperienza. Questo ovviamente li limita ancora di più.

Quando la stagione lavorativa si intensifica, quindi nei mesi di luglio e di agosto, spesso questi ragazzi vengono richiamati e vengono assunti attraverso forme non sempre regolari oppure con dei voucher. Credo sia opportuno dare una risposta immediata, una risposta a queste persone che si apprestano, si avvicinano al mondo del lavoro e credo sia utile farlo con delle forme di garanzia il più alte possibili, che solo ed esclusivamente attraverso un vero e proprio contratto di lavoro questi ragazzi possono avere. Non è lo stesso con i voucher, non è lo stesso se il contratto di lavoro non è prettamente regolare, non è lo stesso neanche con i tirocini, che, per quanto possono essere assolutamente un esempio importante e fondamentale per la nostra Regione, ad esempio cito il contratto duale che la nostra Regione, insieme alle parti sociali, in un accordo presente nel nostro Patto per il lavoro, accordo condiviso, hanno trovato una soluzione coinvolgendo aziende importanti come Lamborghini e Ducati.

Questo è un modello di eccellenza, un modello che io auguro si possa riproporre quanto prima in altre realtà della nostra Regione. C’è, però, una realtà che purtroppo non ha le stesse caratteristiche e per la quale non è possibile indubbiamente riuscire a riproporre il medesimo contratto. Parlo delle migliaia di Lamborghini e Ducati che noi abbiamo lungo la costa, e sono i nostri bagnini, sono i nostri albergatori, sono i nostri commercianti. Sono realtà che oggi hanno ovviamente la possibilità di offrire lavoro, un lavoro che possa essere il più possibile regolamentato, certo, sicuro, possa dare delle garanzie ai nostri ragazzi. Ho firmato un emendamento che è stato presentato in questo contesto, in questa discussione, in questa norma. Ringrazio la relatrice Silvia Prodi che ha discusso e condiviso non soltanto con me, ma come diceva lei stessa prima con tutta l’Assemblea. Spero nell’esito del voto che già ha visto questo passaggio anticipato in Commissione, un esito positivo, un voto all’unanimità, un voto all’unanimità che tra l’altro ha visto la non partecipazione al voto del Movimento 5 Stelle, mentre questa mattina, durante la presentazione di tutti gli emendamenti, che sono arrivati anche dal Movimento 5 Stelle in merito a questo articolo, delle modifiche, delle proposte di emendamento e non solo, anche addirittura un ordine del giorno.

Colleghi, credo che ci siano delle fasi dove la discussione si possa e si debba fare e dove, per risolvere una situazione particolare, un problema, una richiesta del territorio, più teste si mettono insieme meglio si riesce a raggiungere l’obiettivo.

Credo che voi abbiate mancato quel periodo, quel percorso. Vi siete chiamati fuori, non avete partecipato al voto. Non è possibile e neanche pensabile a volte riuscire a presentare un emendamento a un’ora, mezz’ora, dieci minuti dal voto, senza nemmeno un confronto. Questo vale anche per l’ordine del giorno. Tra l’altro, c’è un minimo di incoerenza: se non partecipate al voto in Commissione, mi chiedo che senso abbia oggi presentare un emendamento e un ordine del giorno. Non sia mai che capiti, come è già successo anche in altre occasioni, che soltanto perché ci mostriamo collaborativi e accogliamo anche istanze, soltanto perché accettiamo un emendamento la conseguenza è che il merito diventa vostro.

Si tratta, a mio avviso, di una questione di coerenza, cosa che personalmente credo di aver dimostrato sin da subito. Pertanto, mi auguro che quest’Aula, per quanto riguarda questo percorso, voti nuovamente all’unanimità, compresi i colleghi del Movimento 5 Stelle, che prima non avevano partecipato e oggi hanno cambiato idea. Ecco, il modo per dimostrarlo è quello.

Vedo qui l’assessore Bianchi, che so per certo che sta compiendo un grandissimo lavoro, al fine di dare risposte concrete alle persone che oggi sono in cerca di occupazione. In questo caso, oltre a dare risposte alle persone che sono in cerca di occupazione, si offre anche la possibilità di inserire i giovani in un cammino che, soprattutto per noi della costa, è sempre stato un percorso formativo e una vera scuola di vita. So per certo che l’assessore Bianchi, insieme alle parti sociali, riuscirà a dare una risposta concreta nel breve tempo.

In conclusione, quindi, rinforzo il mio augurio e la mia sollecitazione, certa di portare la voce di migliaia e migliaia di persone e, quindi, di famiglie. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Nadia Rossi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Interverrei quasi per fatto personale, ma invece preferisco attenermi al merito.

Il voto di astensione in Commissione rispetto all’articolo 53 è stato ampiamente motivato: rientrava nel contesto che la legge comunitaria non è un autobus nel quale si caricano tutte le cose rimaste indietro.

Su questo articolo in particolare c’è un interesse, e l’interesse lo dimostriamo questa mattina, perché quell’articolo e il tema in esso contenuto sono assolutamente importanti, ma lasciarli così, come una pera appesa al pero, in una legge comunitaria, senza invece inserirli in una legge – e in questo caso la legge sarebbe la legge regionale n. 12/2003 –, ha poco senso dal punto di vista legislativo. Quindi, la nostra proposta era questa.

Vi è un’altra domanda, però, che mi pongo. Visto che oggi avremmo votato positivamente l’articolo 53 – lo dico alla consigliera Nadia Rossi – il dubbio è che l’emendamento che ci proponete questa mattina fa cascare l’intera impalcatura che era stata messa in piedi. Del resto, dire che “la Giunta regionale definisce con propri atti a partire da” vuol dire che, mentre da oggi si poteva pensare a un apprendistato per i minorenni, in questo momento saremmo in attesa degli atti della Giunta…

 

BIANCHI: In ogni caso anche nella formulazione precedente. 

 

BERTANI: Okay. Visto che è qui presente l’assessore, magari poi ci darà un chiarimento su questo tema per capire la tempistica. D’altronde, se l’intervento che è stato inserito è pensato per la stagione che sta arrivando, bisogna capire bene che cosa succede, perché se questo non succede diventa tutto inutile. Non vorrei che, alla fine, questo fosse solo uno spot elettorale sul Riminese.

Per quanto riguarda l’ordine del giorno, il tema che poniamo è in linea con quello che dite voi: il pericolo dell’utilizzo dei voucher al di là di quello che è il loro scopo. Siccome oggi trattiamo questo argomento, ci sembrava utile e importante dare un orientamento e richiedere in tal senso un impegno da parte della Giunta. E penso che l’assessore possa convenire sul nostro ordine del giorno. Quindi, vi invito a leggerlo e a ragionare sul fatto che non è nessun cappello e nessuna bandierina. È un tema importante. Poiché avete, in parte impropriamente, legato il tema alla legge comunitaria, anche se capiamo l’urgenza, per cui ve lo possiamo concedere soltanto in questo caso, desidero far presente che il tema dei voucher, a nostro avviso, deve essere affrontato con un indirizzo, non in legge.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Vi ricordo che, dopo il dibattito generale e l’eventuale replica dei relatori, sono possibili le conclusioni da parte della Giunta.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente. La consigliera Nadia Rossi, nel suo intervento, ha dimenticato di dire che in Commissione, visto che c’ero e che ho trattato io l’argomento, abbiamo manifestato sin da subito la piena disponibilità a trattare il tema in un progetto di legge dedicato, visto che c’era questa priorità. L’ho fatto presente, per cui non capisco le ragioni per cui non ci venga riconosciuto, adducendo peraltro argomentazioni prettamente strumentali.

Mi preme sottolineare, a dimostrazione della nostra coerenza, che non abbiamo voluto inserire articoli aggiuntivi, proprio perché la legge comunitaria è stata usata da voi impropriamente e noi non vogliamo appesantirla. Quindi, abbiamo dovuto agire adoperando i mezzi a nostra disposizione, ovvero un ordine del giorno, proprio per non appesantire questa legge, che è già stata “abusata” da voi. Tant’è che io più che legge comunitaria la chiamerei legge omnibus, perché ci avete inserito di tutto.

La nostra posizione è stata chiara fin dalla prima Commissione, l’abbiamo detto sempre in maniera trasparente, abbiamo portato avanti questa posizione e in ogni occasione utile ve l’abbiamo spiegato. Questa è la nostra posizione. Quindi, non sollevate inutili accuse, perché è stato tutto molto trasparente e tutto molto chiaro sin dall’inizio.

Tra l’altro, più di metà degli articoli sono estranei alla legge comunitaria, compresi gli emendamenti presentati in Commissione dalla relatrice di maggioranza, per conto evidentemente della Giunta, che non ci vuole mettere la faccia e non si vuole sporcare le mani su emendamenti quali l’interpretazione autentica del vincolo espropriativo. Articoli ed emendamenti che tolgono dignità a questa legge comunitaria, che avete utilizzato come un treno per modificare qualunque legge regionale, le più disparate, tra cui cito la legge n. 13/2015, quella relativa al riordino, che a dieci mesi di distanza conta più articoli modificati che articoli rimasti invariati.

I contenuti della legge comunitaria sono chiaramente disciplinati dall’articolo 9 della legge n. 16/2008, che prevede diverse fattispecie. Ve le ricordo, perché penso che vi sia utile. “1. La legge comunitaria regionale:

a) provvede al recepimento delle direttive comunitarie nelle materie di competenza regionale, rimandando ad eventuali ulteriori atti di attuazione, dell’Assemblea legislativa o della Giunta, per il completamento del recepimento;

b) dispone in ordine all’esecuzione dei regolamenti comunitari, qualora necessario, indicando i casi in cui la Giunta può disciplinare l’esecuzione con regolamento regionale e dettando criteri e principi direttivi;

c) dispone in ordine all’esecuzione degli atti comunitari di natura amministrativa, in particolare delle decisioni adottate dalla Commissione europea, che comportano obblighi di adeguamento per la Regione;

d) detta disposizioni per l’esecuzione delle sentenze degli organi giurisdizionali dell’Unione europea;

e) reca le disposizioni modificative o abrogative della legislazione vigente necessarie all’attuazione o applicazione degli atti comunitari di cui alle lettere a), b), c) e d);

f) individua gli atti normativi comunitari alla cui attuazione o applicazione la Giunta è autorizzata a provvedere in via amministrativa, dettando i criteri ed i principi direttivi all’uopo necessari;

g) reca le disposizioni procedurali, metodologiche, attuative, modificative e abrogative necessarie all’attuazione di programmi regionali cofinanziati dall’Unione europea”.

Tant’è che noi abbiamo avanzato una richiesta di accesso agli atti proprio per approfondire questo aspetto e perfino gli uffici non hanno indicato le direttive di riferimento. Perfino gli uffici. A dimostrazione del fatto che ci sono articoli che non c’entrano assolutamente nulla con questa legge comunitaria.

Noi saremo coerenti con la nostra posizione, non faremo esperimenti sociali, a differenza della Lega, peraltro tutti falliti. E perché? Perché questa legge è stata realizzata ad uso e consumo del Partito Democratico. Quindi, non inseriremo articoli aggiuntivi, a differenza vostra.

Abbiamo presentato soltanto due emendamenti tecnici, il primo che riguarda le cooperative, in cui voi togliete la competenza dell’Assemblea e noi tentiamo di rimetterla, e il secondo che riguarda l’alternanza scuola-lavoro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Piccinini.

Vi annuncio che è arrivata la risoluzione (oggetto 2713) per impegnare la Giunta a intraprendere azioni per promuovere il ritiro da parte del Governo del TTIP e in subordine la sua non approvazione da parte del Parlamento europeo, a promuovere presso la cittadinanza azioni di informazione, sensibilizzazione e mobilitazione contro il TTIP, a firma dei consiglieri Taruffi e Torri.

Provvediamo immediatamente a farla distribuire.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bessi. Ne ha facoltà.

 

BESSI: Intervengo sulla risoluzione oggetto 2614 sul TTIP, presentata dal relatore di minoranza.

Il dibattito è già stato sviluppato in occasione della Sessione europea 2015, occasione nella quale furono discussi numerosi oggetti che incidevano su questo tema. Infatti, si discusse l’oggetto 618 circa il rapporto conoscitivo della Giunta per la Sessione comunitaria 2015 e si discussero diverse risoluzioni, tra cui la risoluzione oggetto 453 per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a promuovere la sensibilizzazione sul TTIP, garantendo l’accesso ai relativi documenti, escludendo dall’accordo i beni fondamentali, garantendo la sicurezza dei prodotti, dei consumatori e dell’ambiente, contrastando inoltre i fenomeni di contraffazione, proposta dal Movimento 5 Stelle, approvata con un emendamento del Partito Democratico, di cui io fui l’estensore. E poi si discussero anche altre risoluzioni, che invece non votammo.

La posizione espressa allora fu in quell’occasione ritenuta condivisibile dal Gruppo del PD, che chiese, però, con l’emendamento prima ricordato, il necessario riferimento alla risoluzione proposta al Parlamento europeo dal Gruppo Socialists & Democrats (S&D). In sostanza, fu accolta dall’Assemblea la posizione del Gruppo S&D di approvare il TTIP salvaguardando consumatori e lavoratori, anche alla luce del fatto che attualmente gli scambi, in particolare quelli nel settore alimentare, tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America sono regolati da accordi commerciali che prevedono, come salvaguardia, il rispetto delle disposizioni sanitarie vigenti in Europa e negli Stati Uniti. Pertanto, gli alimenti provenienti dall’America e destinati all’Unione europea sono ispezionati dall’autorità competente in materia di sicurezza alimentare di un qualsiasi Stato membro e, una volta riconosciuti conformi alle normative sanitarie europee, ne viene autorizzata la libera circolazione in tutto l’ambito comunitario. Stessa modalità è adottata negli Stati Uniti d’America. In Italia l’autorità competente per il controllo degli alimenti importati è il Ministero della salute e i suoi uffici periferici.

Per il settore dell’export di alimenti di origine animale, uno dei settori principali della nostra regione, i nostri prodotti si sono dovuti adeguare alle disposizioni sanitarie previste negli Stati Uniti d’America e i servizi veterinari delle AUSL hanno previsto modalità di controllo specifiche sugli impianti e sui prodotti animali destinati agli Stati Uniti.

È recentissima – parliamo di alcuni mesi fa – la riapertura all’export dei nostri prodotti di salumeria, successiva alla verifica da parte degli americani del rispetto delle loro disposizioni sanitarie. E si sono già conseguiti risultati estremamente significativi sotto l’aspetto economico.

In ambito europeo la sicurezza per il consumatore è garantita da numerosi regolamenti, comunemente rientranti nel cosiddetto “Pacchetto igiene”, che forniscono dettagliate e rigide disposizioni per il produttore di alimenti e per le autorità competenti addette al controllo sulla sicurezza alimentare.

Ebbene, sulla base di quanto affermato, pare difficile ipotizzare una riduzione del livello di sicurezza per i consumatori comunitari a seguito dell’eventuale sottoscrizione del TTIP. Infatti, se così fosse, la Comunità europea dovrebbe spiegare – ma anche chiaramente i Paesi membri – ai propri produttori come mai gli alimenti europei hanno determinati livelli di sicurezza, mentre quelli degli Stati Uniti ne hanno di livello inferiore. Oppure – questo è il punto più importante, a nostro giudizio – dovrebbe modificare i propri regolamenti di carattere sanitario, riducendo i requisiti di sicurezza oggi richiesti per tutte le produzioni alimentari europee, dandone adeguata motivazione sempre alla popolazione e ai Paesi membri.

Dunque, la posizione rappresentata dal Gruppo S&D, a cui il Partito Democratico e il Governo italiano hanno aderito, è favorevole all’adozione di un TTIP buono e giusto – quando poi sarà l’occasione di farlo –, che possa portare benefici ai cittadini europei e alle imprese europee in termini di crescita di lavoro. A tal riguardo, mi preme sottolineare che, alcune settimane fa, è stata pubblicata un’analisi relativa al trend delle esportazioni dall’Europa agli Stati Uniti che mostrava un saldo attivo di oltre il 20 per cento (vado a memoria).

Infine, si evidenzia che il TTIP, se e quando sarà sottoscritto dalla Commissione dell’Unione europea, lo ripeto, dalla Commissione dell’Unione europea, dovrà essere sottoposto alla ratifica del Parlamento europeo e dei vari Paesi aderenti all’Unione europea.

Quindi, la nostra posizione rimane sulla risoluzione già votata lo scorso anno, ragion per cui oggi riteniamo di non aderire alle risoluzioni in atto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bessi.

Sono le ore 13, colleghi, quindi aggiorno la nostra seduta alle ore 14,30.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,03

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

2686 - Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Norme per l’autorecupero degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e per il contrasto delle morosità e delle occupazioni abusive. Modifiche alla legge regionale 8 agosto 2001, n. 24”. (20 05 16) A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Rainieri, Delmonte, Bargi, Pompignoli, Pettazzoni, Rancan, Liverani, Fabbri

2688 - Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: "Istituzione del Circuito didattico dei Musei della cultura rurale e dell'enogastronomia dell'Emilia-Romagna". (20 05 16) A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

2685 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare disparità nell’ambito della ripartizione dei fondi riguardanti l’agricoltura integrata. A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli

2687 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti le procedure di affidamento dei servizi a favore delle persone disabili, con particolare riferimento al territorio ferrarese. A firma del Consigliere: Fabbri

2690 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per introdurre, all'interno del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale del carcinoma mammario, figure specialistiche volte a informare e garantire alle pazienti le migliori cure. A firma del Consigliere: Bignami

2692 - Interrogazione a risposta scritta circa i rapporti intercorrenti tra la Regione Emilia-Romagna ed il Governo Federale Brasiliano, con particolare riferimento alla situazione attuale. A firma del Consigliere: Torri

2693 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi di messa in sicurezza dell’area ex Razzaboni a San Giovanni in Persiceto (BO), l’analisi dei prodotti agricoli dei terreni adiacenti e la necessità di un confronto con i cittadini in merito ai rischi sulla salute derivanti dalle sostanze contaminanti previste nell’area. A firma della Consigliera: Piccinini

2694 - Interrogazione a risposta scritta circa il progetto per il rinnovo della convenzione di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, che porterà alla creazione delle cosiddette Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) con un'assistenza H16 e la necessità della contestuale previsione di un potenziamento del sistema di emergenza territoriale e dei Pronto Soccorso. A firma dei Consiglieri: Lori, Zappaterra

2695 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i motivi del mancato inserimento nel piano cartografico nella DGR 550/2016 della delimitazione del demanio marittimo nella fascia costiera emiliano-romagnola. A firma della Consigliera: Sensoli

2696 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa iniziative per consentire la fruizione dei bacini presenti nell’Appennino bolognese, interessati dall’iniziativa dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità dell’Emilia Orientale che ha portato all’apposizione di cartelli con divieto di balneazione e campeggio. A firma del Consigliere: Bignami

2697 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le condizioni necessarie per consentire la balneazione e attività di navigazione dei bacini idroelettrici, con particolare riferimento a quelli di Suviana, Brasimone e Santa Maria. A firma del Consigliere: Taruffi

2698 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali al fine di agevolare la conclusione dell'iter di revisione del vincolo paesaggistico riguardante il territorio di Cento entro i termini dell'approvazione del tracciato della Cispadana, con particolare riferimento alle penalizzazioni relative alla frazione di Alberone di Cento (FE). A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra

2699 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative assunte dalla Giunta regionale a seguito dell'inchiesta riguardante la sanità modenese, ed in particolare il relativo Policlinico. A firma del Consigliere: Foti

 

Risoluzioni

 

2684 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare un percorso volto al riconoscimento della pesca Nettarina come marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta) al fine di individuare la Romagna quale area geografica delimitata ove avvengono le relative fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione, valorizzando inoltre tale prodotto ed il comparto agricolo autoctono. (20 05 16) A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Pettazzoni

2689 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere e sostenere programmi ed iniziative di sensibilizzazione ed informazione rivolte ai bambini della scuola dell’infanzia, agli studenti, alle loro famiglie ed agli educatori, con particolare attenzione per le fasce sociali deboli ed a rischio, in ordine alla gravità del fenomeno del bullismo ed alle sue conseguenze, anche alla luce delle nuove tecnologie ed ai nuovi mezzi di comunicazione. (20 05 16) A firma dei Consiglieri: Ravaioli, Soncini, Marchetti Francesca, Prodi, Zappaterra, Cardinali, Serri, Mori, Bagnari, Zoffoli, Caliandro, Molinari, Mumolo, Sabattini, Iotti, Poli, Boschini, Rossi Nadia, Rontini, Tarasconi, Calvano

2691 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sviluppare, offrendo un effettivo servizio a chi utilizza le biciclette invece dell'auto, la possibilità di realizzare velostazioni, anche utilizzando fondi europei e supportando in tal modo la lotta alle emissioni inquinanti e concorrendo alla riqualificazione urbana ed ambientale. (20 05 16) A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Campedelli, Poli, Mumolo, Tarasconi, Montalti, Sabattini, Caliandro, Iotti, Serri, Cardinali, Bagnari, Pruccoli, Bessi, Marchetti Francesca, Mori, Prodi

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

2283 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante la frana di Via Serra a Verucchio e la realizzazione del relativo progetto del Servizio Tecnico di Bacino. A firma della Consigliera: Sensoli

2299 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per tutelare, nelle zone vicine a farmacie, strutture sanitarie e scuole, le donne in stato di gravidanza e le puerpere tramite la predisposizione di “Parcheggi rosa”. A firma della Consigliera: Gibertoni

2310 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti l'alienazione del "Centro Termale il Baistrocchi" di Salsomaggiore Terme, con particolare riferimento anche ai relativi atti ispettivi. A firma del Consigliere: Rainieri

2313 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per rassicurare la cittadinanza a fronte dell'ipotesi di dar corso a perforazioni, per la ricerca di idrocarburi, a Budrio. A firma del Consigliere: Foti

2321 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione e le procedure riguardanti i Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) relativi al territorio regionale. A firma del Consigliere: Alleva

2325 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di svolgimento della sperimentazione intrapresa dall'Ausl di Modena per il Servizio di Emergenza Territoriale. A firma del Consigliere: Bargi

2327 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla selezione finalizzata all'individuazione del Direttore dell'Agenzia regionale del lavoro. A firma della Consigliera: Piccinini

2329 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire ai pazienti la disponibilità del farmaco denominato Methotrexate. A firma della Consigliera: Sensoli

2336 - Interrogazione a risposta scritta circa gli impianti di recupero e smaltimento di rifiuti speciali operativi nel Comune di Castel San Pietro Terme, con particolare riferimento alle relative autorizzazioni e controlli. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Marchetti Francesca, Poli

2340 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela ambientale e l'informazione pubblica relative ad un impianto di rigassificazione situato al largo di Porto Viro, tra le Province di Ferrara e Rovigo. A firma dei Consiglieri: Montalti, Rontini, Zappaterra, Pruccoli, Bagnari, Zoffoli, Calvano

2344 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti selezioni pubbliche di dirigenti medici presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico Sant'Orsola Malpighi. A firma del Consigliere: Bignami

2345 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure e costi riguardanti la valorizzazione del Parco fluviale del Secchia. A firma dei Consiglieri: Bargi, Delmonte

2346 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti la nomina di un dirigente medico presso l'Azienda Ospedaliera Università di Parma. A firma del Consigliere: Foti

2357 - Interrogazione a risposta scritta circa il progetto di Valutazione Integrata dell'impatto dell'inquinamento atmosferico sull'Ambiente e sulla Salute e lo stato della salute dell'aria nella Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Bignami

2358 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione dei criteri di rotazione del personale non dirigente nelle aree a rischio corruzione, con particolare riferimento al Piano Regionale Anticorruzione, alla riclassificazione dei processi che prevedano la concessione di benefici ed al tempo di permanenza nelle funzioni delle Posizioni Organizzative sottoposte alla relativa normativa. A firma del Consigliere: Bignami

2362 - Interrogazione a risposta scritta circa le verifiche da attuare in merito alla gestione di rifiuti riguardanti uno stabilimento sito a Castel San Pietro Terme (BO). A firma del Consigliere: Bignami

2365 - Interrogazione a risposta scritta circa la normativa, e l'applicazione delle relative disposizioni, riguardanti l'individuazione dei dirigenti regionali cui attribuire la responsabilità delle posizioni subapicali. A firma della Consigliera: Piccinini

2367 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere i malfunzionamenti riguardanti i dispositivi che erogano i titoli di viaggio a bordo dei mezzi pubblici di TPER. A firma del Consigliere: Bignami

2370 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per valorizzare, anche tramite sostegno economico, il comparto suinicolo che sta attraversando un periodo di crisi progressiva. A firma del Consigliere: Foti

2371 - Interrogazione a risposta scritta circa l'organizzazione del servizio di Pronto Soccorso a Zocca ed a Montese, con particolare riferimento alla presenza sui mezzi di soccorso solamente di infermieri ed alla tutela dei soggetti che vengono soccorsi. A firma del Consigliere: Bignami

2375 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante i mezzi di soccorso medicalizzati nella Provincia di Modena, con particolare riferimento alla tutela sanitaria della cittadinanza nelle zone di Zocca e di Montese. A firma della Consigliera: Gibertoni

2386 - Interrogazione a risposta scritta circa il ripristino degli orari di apertura dello sportello dell'INPS, denominato "Punto Cliente", operante a Borgotaro. A firma del Consigliere: Cardinali

2403 - Interrogazione a risposta scritta circa gli investimenti sui territori posti in essere dal Gruppo Iren. A firma del Consigliere: Rancan

2587 - Interrogazione a risposta scritta circa i bandi per l'affidamento degli interventi riguardanti lo sgombero della neve dalle strade provinciali, con particolare riferimento al possesso dei necessari requisiti da parte delle imprese assegnatarie. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

2607 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere i disservizi riguardanti la tratta ferroviaria Reggio Emilia/Guastalla. A firma del Consigliere: Delmonte

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, comma 1, lett. i)

 

La Giunta regionale ha comunicato, ai sensi dell’art. 46, lettera j, dello Statuto di aver proposto ricorso avanti la Corte Costituzionale, tramite la deliberazione n. 697 del 16/05/2016 ad oggetto: “Ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione in merito alla nota 1/4/2016, n. 31511, del Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento della Ragionieria di Stato – Ispettorato generale per i rapporti finanziari con l’Unione Europea. Nomina Prof. Avv. Franco Mastragostino e Avv. Adriano Giuffrè.”

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti, dal 28/04/2016 al 19/05/2016

 

DPGR n. 75 del 10/05/2016

Costituzione del Consiglio di Amministrazione dell'IPAB "Asilo infantile Alessandro Baldini", di Rimini (RN)

DPGR n. 76 del 10/05/2016

Costituzione del Consiglio di Amministrazione dell'IPAB "Casa Protetta "Dr Gianni Perini" di Cortemaggiore (PC)

DPGR n. 78 del 10/05/2016

Sostituzione di due consiglieri nella Camera di Commercio di Ravenna.

DPGR n. 88 del 16/05/2016

Sostituzione di un consigliere nella Camera di Commercio di Reggio Emilia.

DPGR n. 91 del 16/05/2016

Nomina dei componenti effettivi e supplenti del Comitato Consultivo delle Professioni istituito con DGR 2013/2015 e s.m., DGR 568/2016 ed ai sensi dell'art 4 lett. e) della LR 14/2014.

DPGR n. 93 del 16/05/2016

Individuazione del rappresentante della Regione Emilia-Romagna all'interno del Comitato dei Sostenitori di cui all'art. 41 dello Statuto dell'Università di Modena e Reggio-Emilia.

(Comunicazione n. 31 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2016/1274 del 23/05/2016)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Soncini

Rancan - Torri

 

 

 

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