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100.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 25 OTTOBRE 2016

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 3429

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni per sopperire all’“emergenza del sistema ospedale” segnalato dalla Direzione Sanitaria dell'ospedale forlivese Morgagni – Pierantoni. A firma del Consigliere: Pompignoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

POMPIGNOLI (LN)

VENTURI, assessore

POMPIGNOLI (LN)

 

OGGETTO 3414

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tutela dei lavoratori della Agenzia interinale Trenkwalder, di Modena. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Boschini, Sabattini, Campedelli, Serri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALIANDRO (PD)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 3417

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione riguardante la realizzazione delle casse di espansione del fiume Senio e la messa in sicurezza di altri corsi d'acqua del relativo territorio. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Rontini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

BAGNARI (PD)

GAZZOLO, assessore

BAGNARI (PD)

 

OGGETTO 3421

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la salvaguardia dell'occupazione dei lavoratori operanti negli stabilimenti dell'Appennino bolognese. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

TARUFFI (SEL)

COSTI, assessore

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 3427

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'iter che dovrà essere seguito per la realizzazione del progetto "Passante di Mezzo” riguardante l’autostrada-tangenziale del nodo di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

BIGNAMI (FI)

DONINI, assessore

BIGNAMI (FI)

 

OGGETTO 3428

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la crisi dell'Agenzia per il Lavoro Trenkwalder. A firma del Consigliere: Sassi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

SASSI (M5S)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

SASSI (M5S)

 

OGGETTO 3430

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative da assumere per risolvere le problematiche derivanti dalla presenza di profughi nei Comuni della regione e per favorire il regolare pagamento degli importi dovuti ai titolari delle strutture che li ospitano. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

GUALMINI, vicepresidente della Giunta

FOTI (FdI)

 

Dissenso del Presidente del Gruppo assembleare Fratelli d’Italia Tommaso Foti, ai sensi dell’art. 18 comma 3 del Regolamento interno, sull’ordine del giorno della presente tornata assembleare

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

GIBERTONI (M5S)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALIANDRO (PD)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Rainieri)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 2861

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili» (Testo base) (43)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione ed esame articolato)

OGGETTO 654

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Istituzione della Commissione regionale per la promozione della cultura della sicurezza, della legalità e per il contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata e attività corruttiva". A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli

(Ordini del giorno 2861/1/2 oggetti 3451 e 3452 - Presentazione e discussione)

(Risoluzioni oggetti 3440 e 3441 - Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

MUMOLO, relatore della Commissione

RANCAN, relatore di minoranza

GIBERTONI (M5S)

FOTI (FdI)

RAVAIOLI (PD)

MUMOLO (PD)

MEZZETTI, assessore

MUMOLO (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

BIGNAMI (FI)

MUMOLO (PD)

BIGNAMI (FI)

GIBERTONI (M5S)

BIGNAMI (FI)

MUMOLO (PD)

BIGNAMI (FI)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

BIGNAMI (FI)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Gli emendamenti all’oggetto 2861 sono riportati nell’allegato del resoconto integrale 102 – seduta antimeridiana di mercoledì 26 ottobre 2016

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,45

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la centesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

- antimeridiana del 27 settembre 2016 (n. 94);

- pomeridiana del 27 settembre 2016 (n. 95);

- antimeridiana del 28 settembre 2016 (n. 96);

- pomeridiana del 28 settembre 2016 (n. 97);

- antimeridiana del 11 ottobre 2016 (n. 98);

- pomeridiana del 11 ottobre 2016 (n. 99);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni, i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la presidente Saliera, l’assessore Bianchi e il consigliere Aimi.

Le restanti informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e, pertanto, le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Rainieri): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 3429

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni per sopperire all’“emergenza del sistema ospedale” segnalato dalla Direzione Sanitaria dell’ospedale forlivese Morgagni – Pierantoni. A firma del Consigliere: Pompignoli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Oggetto 3429: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni per sopperire all’“emergenza del sistema ospedale” segnalato dalla Direzione Sanitaria dell’ospedale forlivese Morgagni – Pierantoni, a firma del consigliere Pompignoli.

Prego, consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Attendo la risposta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

La parola all’assessore Venturi per la risposta.

 

VENTURI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere. Vorrei fare, in apertura di intervento, una premessa. In tutti gli ospedali, nel momento in cui si verifica una qualsiasi emergenza legata a un iper-afflusso, che può essere dettato da casi di influenza o da episodi più gravi, la prima misura che si prende è quella della cancellazione delle attività programmate. Questo avviene in tutti i grandi ospedali d’Europa e del mondo, e non è un’evenienza neanche rara, nel senso che periodicamente, con l’alternarsi delle stagioni e con i mutamenti delle temperature, quando si verificano questi iper-afflussi, il primo intervento che si compie, dettato anche dalle regole organizzative, è quello di dare la precedenza alle attività legate all’emergenza in corso.

Negli ospedali la disponibilità di posti letto è regolata dall’equilibro tra i ricoveri urgenti e programmati e le dimissioni. L’andamento statisticamente consolidato dell’accesso di pazienti che necessitano di ricovero urgente consente una programmazione stabile della quota programmata. Tuttavia, in particolari momenti dell’anno, a causa della stagionalità di alcune patologie o delle variazioni climatiche, possono verificarsi – e si verificano – picchi anomali di accesso ai pronto soccorso di pazienti che necessitano di ricovero urgente e di provvedimenti terapeutici urgenti. In questi casi, in tutti gli ospedali la risposta organizzativa al fenomeno consiste nella riduzione o nel blocco, non infrequentemente, dei ricoveri programmati, in quanto procrastinabili senza alcuna conseguenza per il paziente, al fine di garantire l’effettuazione dei ricoveri urgenti.

All’ospedale di Forlì, per la precisione nella settimana precedente il blocco temporaneo dei ricoveri programmati, si è registrato un iper-afflusso al pronto soccorso che ha comportato un aumento di ricoveri urgenti superiori del 10-15 per cento a quello mediamente registrato nella struttura. Pertanto, il 4 ottobre, vista la concomitante assenza di un numero sufficiente di dimissioni previste, si è disposta la sospensione temporanea dei ricoveri programmati, affinché fosse garantita la disponibilità dei posti letto per i ricoveri urgenti.

Si sottolinea che la situazione oggetto dell’interrogazione costituisce un evento contingente ed emergenziale, cui si è risposto con un provvedimento straordinario temporaneo, tant’è che nei giorni immediatamente successivi l’ospedale di Forlì ha ripreso a effettuare anche i ricoveri programmati.

Nei sette giorni successivi al 4 ottobre, infatti, sono stati effettuati 510 ricoveri programmati, sostanzialmente sovrapponibili ai 535 effettuati nei sette giorni precedenti. È inoltre opportuno segnalare che un analogo provvedimento era già stato adottato all’inizio del 2016 in occasione del picco influenzale, così come in altre occasioni simili negli anni precedenti.

Francamente trovo che il dibattito che si è scatenato sui media sia sproporzionato rispetto a quello che realmente è accaduto. Mi è capitato spesso, anche nel mio ruolo precedente, di dover adottare provvedimenti di questa natura, senza che si accendesse una reazione mediatica così forte, perché questo provvedimento crea disagio probabilmente più ai medici che non ai pazienti. I pazienti vengono riprogrammati, come è accaduto in questo caso, nel giro di una settimana, sono nuovamente ricoverati e hanno affrontato gli interventi chirurgici che erano stati sospesi. Questo lo dico a mo’ di commento finale rispetto alla mia risposta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Venturi.

Do la parola al consigliere Pompignoli, che ha sei minuti a disposizione.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore per la risposta che mi ha fornito, che non ritengo esaustiva o sufficientemente articolata per i problemi che ne derivano.

Io non posso pensare che, a causa di un picco di influenza, vada in crisi un intero ospedale. Peraltro, nella circolare emessa dal direttore dell’unità ospedaliera si evidenzia l’urgenza di far fronte a questa situazione dando la precedenza ai casi urgenti e rimandando tutti gli altri.

Se la situazione di crisi che è intervenuta in quella settimana per un picco di influenza fa sì che si debbano spostare interventi non dichiarati urgenti per dedicarsi a quelli urgenti, questo naturalmente desta un po’ di preoccupazione nel sottoscritto e in tutti i cittadini forlivesi. Del resto, non credo che un ospedale come il Morgagni – Pierantoni possa andare in collasso per un picco di influenza. È una cosa assolutamente impensabile. Tanto più che la segnalazione non proviene da una forza politica, bensì direttamente dal direttore. E questo è l’aspetto che più di tutti rende ancora più ingarbugliata tutta questa vicenda.

D’altronde, dell’ipotesi di un’ASL unica di Romagna si è parlato e se ne sta parlando tantissimo in questi giorni, e sa benissimo che il direttore Tonini sta andando in giro nei vari comuni a illustrare la riorganizzazione dell’ASL unica di Romagna, ma ad oggi non è stato approvato nessun documento. Comunque, sappiamo benissimo che, per quanto riguarda il Pierantoni, sono previsti trentadue posti letto, che però ci paiono assolutamente insufficienti visto che, come dicevo prima, è bastata una settimana di picco di influenza per determinare una situazione di totale stallo all’interno dell’ospedale. Quindi, non credo che trentadue posti letto siano la soluzione ai problemi. A mio avviso, invece, occorre rivedere l’ipotesi di un’unica ASL di Romagna, come bisogna rivalutare gli assetti all’interno di tutti gli ospedali. Oltretutto, rammento che era previsto l’ampliamento del pronto soccorso nel 2016 e oggi ci vengono a dire che tale ampliamento è stato, invece, posticipato al 2018.

Sono tutti elementi, assessore, che devono far capire alla gente che la situazione attuale non è assolutamente sufficiente a far sì che il cittadino si possa sentire sicuro. Se una persona si reca in ospedale non può non essere ricoverato o, comunque, non essere operato soltanto perché ritenuto caso non urgente, a fronte di un picco dei casi di influenza. Qui si parla di vite umane, ed è impensabile che sia un picco di influenza a determinare lo spostamento di interventi chirurgici. Ma questa purtroppo è la situazione oggettiva e a questa situazione non si pone soluzione. Questo credo che debba essere chiaro.

Deve essere altresì chiaro che l’ASL unica di Romagna, esperimento a cui è stato dato avvio all’inizio del 2014, è un esperimento completamente fallito. I cittadini della Romagna sono stati utilizzati come cavie da esperimento per verificare se anche in Emilia si potesse ripetere questo genere di organizzazione, che invece, come è evidente a tutti, non funziona. Quindi, è necessario chiarire quali sono le situazioni che devono essere affrontate in maniera urgente.

Credo, inoltre, che si debba affrontare il tema dell’ASL unica di Romagna o in Assemblea o in Commissione, perché è evidente che così le cose non funzionano. Come si dovrebbe affrontare la vicenda che ha interessato il direttore, che prima emana una circolare e poi, probabilmente a seguito di lamentele da parte di qualcuno, organizza una conferenza stampa per ribadire che era tutto a posto. Evidentemente qualcosa è successo. Non credo che questo direttore si sia alzato una mattina lamentando uno stato di emergenza soltanto perché è calata la temperatura di due gradi. Non se l’è inventato.

Questa circolare si è diffusa all’interno dell’ospedale ed è trapelata a mezzo stampa. Necessariamente vien fuori una questione, a livello mediatico, di preoccupazione.

I quindici Sindaci della Romagna hanno sollevato il problema. Io non credo che si debba rispondere che è una situazione temporanea e che questa situazione temporanea è passata attraverso una settimana in cui si è rialzata la temperatura e non c’è stato più il picco di influenza, perché evidentemente le cose così non possono funzionare.

Dobbiamo necessariamente rivedere il progetto dell’ASL Unica di Romagna, dobbiamo rivedere la questione, perché così non funziona.

Io credo, assessore, che la cosa debba essere vista non tanto in un’ottica di emergenza temporale, ma a trecentosessanta gradi. Bisogna verificare effettivamente che le cose funzionino, così come oggi, invece, non vanno.

A questo punto, ritengo opportuno fare il punto della situazione sull’ASL Unica di Romagna, capire se effettivamente le esigenze di Forlì sono uguali anche alle esigenze degli altri ospedali di Ravenna e di Rimini, perché evidentemente la cosa è al collasso un po’ dappertutto, con la riorganizzazione fatta dalla Regione che apriva ai responsabili, perché ovviamente ha competenza in materia di sanità.

Poi, dopo il referendum costituzionale, vedremo che cosa succederà…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Pompignoli, la invito a concludere.

 

POMPIGNOLI: Termino subito, presidente.

Allo stato attuale le cose non funzionano. Quindi, occorre rivedere tutto il progetto e, secondo me, ripartire per una riorganizzazione in maniera tale che i cittadini si sentano effettivamente sicuri di quello che stanno subendo e di quello che l’ASL Unica di Romagna è come struttura e come contenitore. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

 

OGGETTO 3414

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tutela dei lavoratori della Agenzia interinale Trenkwalder, di Modena. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Boschini, Sabattini, Campedelli, Serri

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’oggetto 3414: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tutela dei lavoratori della Agenzia interinale Trenkwalder, di Modena, a firma dei consiglieri Caliandro, Boschini, Sabattini, Campedelli e Serri.

Risponderà il sottosegretario Rossi.

Do la parola al consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Interroghiamo la Giunta rispetto ai fatti che dal 19 ottobre occorrono nel nostro territorio regionale, e anche nazionale, e che hanno colpito l’Agenzia interinale Trenkwalder Il 19 ottobre scorso, infatti, sono stati chiusi i locali delle filiali in tutta la regione Emilia-Romagna. Si è aperta una vertenza sindacale molto importante e anche una vertenza economica, con tanto di discussione sui giornali in questi giorni. Sta di fatto che oltre 8.000 persone vi lavorano e ci sono oltre 5.000 persone che ancora non ricevono lo stipendio.

Si pone, quindi, una discussione molto importante e franca anche sul ruolo degli accrediti e sul ruolo che la legislazione regionale può dare da questo punto di vista.

Attendo la risposta e mi riservo di intervenire in replica.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Do la parola al sottosegretario Andrea Rossi. Ha tre minuti. Grazie.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Gentile, consigliere Caliandro, sarò molto rapido nella risposta anche perché, come abbiamo avuto modo di vedere in questi giorni, la crisi della Trenkwalder sta occupando le prime pagine dei giornali.

Come lei sa, si è creata questa vertenza a fronte del mancato pagamento degli stipendi e della chiusura di alcune filiali.

In accordo con il sindaco di Modena, che ospita la sede centrale della ditta Trenkwalder, è stata inviata una richiesta di convocazione formale per quanto riguarda l’attivazione di un tavolo ministeriale per la salvaguardia occupazionale: ai fini di affrontare la situazione che si è venuta a creare e che non riguarda solo la nostra regione, ma anche altre.

Al momento abbiamo inoltrato una richiesta di apertura formale di un tavolo di crisi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Caliandro per la replica. Ha cinque minuti.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Questa discussione e questa vicenda aprono uno spaccato ad una riflessione molto più ampia di quella di cui oggi ci occupiamo, ovvero l’errore commesso dal legislatore nel 2003, dal Governo Berlusconi per l’esattezza, in cui è stato creato un meccanismo di accreditamento a macchia di leopardo, in cui noi come Regione possiamo dare una risposta attraverso l’impegno che la nostra Giunta sta già mettendo nella nuova Agenzia regionale per il lavoro. È ancora in stato embrionale, ma attraverso un accordo, a mio giudizio importante, con le parti sociali, può dare una risposta.

Evidentemente il Gruppo del Partito Democratico, stando dalla parte di chi vuole dare certezze anche nell’utilizzo di un sistema di regole condiviso, si pone contro il meccanismo a macchia di leopardo che ha creato oggi quella distorsione del 2003.

È vero, la discussione sulle Agenzie interinali ha rappresentato in questo Paese l’inizio di una discussione reale. Tuttavia, la deregolamentazione del mercato intervenuta con quel menu à la carte che fu previsto nel 2003 ha significato quello che oggi ci troviamo di fronte, ovvero tante regionalizzazioni degli accrediti e l’inesistenza di una regolamentazione per Albi.

In buona sostanza, noi crediamo che si debba, nella Conferenza Stato-Regioni, così come dal punto di vista parlamentare, intervenire in maniera decisa per evitare quello che è successo a questa realtà e quella che è la crisi del credito nella quale versa questa importante realtà emiliano-romagnola non possa ripetersi.

Se la patrimonializzazione diventa qualcosa di opinabile o di regionalizzato, gli effetti non possono che essere disastrosi. Quindi, guardiamo con grande apprensione la vicenda della Agenzia interinale che ha sede a Modena, ma allo stesso tempo pensiamo di dover avere un ruolo proattivo e vorremmo che dall’Emilia-Romagna, dalla nostra Agenzia, dal nostro ruolo nella Conferenza Stato-Regioni partisse un’iniziativa politica e un’iniziativa legislativa, non solo per tutelare quello che esiste, ma per regolamentare nuovamente un mercato che sta andando alla deriva.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

 

OGGETTO 3417

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione riguardante la realizzazione delle casse di espansione del fiume Senio e la messa in sicurezza di altri corsi d’acqua del relativo territorio. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Rontini

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’oggetto 3417: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione riguardante la realizzazione delle casse di espansione del fiume Senio e la messa in sicurezza di altri corsi d’acqua del relativo territorio, a firma dei consiglieri Bagnari e Rontini.

Risponderà l’assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Bagnari.

 

BAGNARI: Grazie, presidente. L’interrogazione, di cui vado ad illustrare le linee principali in maniera sintetica, è stata presentata da me e dalla collega Rontini e riguarda un tema che non è la prima volta che viene trattato qui in Regione, sia con interrogazioni scritte, sia con question-time qui in aula.

Abbiamo chiesto una serie di chiarimenti che crediamo doverosi, visto che si tratta di un tema che ha a che fare con il contrasto al dissesto idrogeologico.

Ci affacciamo ad una stagione particolarmente delicata da questo punto di vista e chiediamo chiarimenti su delle opere che possono dare una risposta a territori che hanno dimostrato, negli anni, di avere una serie di criticità che possono essere diminuite, ma che hanno bisogno di un sostegno adeguato.

Mi riferisco alle casse di espansione che riguardano il fiume Senio, che devono essere realizzate nel territorio compreso fra i Comuni di Brisighella, Riolo Terme e Faenza. Sono opere attese da molto tempo, perché parliamo di un progetto ultradecennale che ha visto una serie di passi avanti – di questo ovviamente non possiamo che essere felici – di cui l’ultimo, determinante, dal nostro punto di vista, è quello che ha portato il 3 novembre del 2015, un anno fa, alla sottoscrizione da parte della Regione, del presidente Bonaccini e del Governo, di un accordo di programma che consente di far arrivare 100 milioni di euro alla nostra Regione nell’ambito del Piano nazionale per il contrasto al dissesto idrogeologico.

È passato quasi un anno. Vorremmo capire a che punto è la realizzazione concreta di queste casse d’espansione, tenuto conto che anche durante l’estate è stato pubblicato un decreto per l’accesso a fondi per la progettazione per questo tipo di opere che sembrerebbe dare una spinta ulteriore a questo intervento.

Tenuto conto anche che questo decreto sembra dare una serie di premialità – le chiamo così in maniera impropria – anche a quei progetti che non solo prevedono la realizzazione di opere per il contrasto al dissesto, ma anche di qualificazione ambientale dei vari interventi, tenuto conto che il progetto di cui parliamo, quello della realizzazione di queste casse di espansione, prevedeva nella valutazione di impatto ambientale anche un intervento di qualificazione ambientale, la nostra domanda mira a capire a che punto è la realizzazione concreta di queste opere, vista la loro importanza per la vita dei nostri territori.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bagnari.

Do la parola all’assessore Gazzolo.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Consiglieri e consigliere, il sistema di casse di espansione sul torrente Senio rappresenta una delle priorità regionali di rilevanza strategica per la riduzione del rischio idraulico nei territori della Bassa Romagna. Per questo, come è stato ben ricordato anche nel question time dai consiglieri Bagnari e Rontini, gli interventi necessari al completamento del sistema delle casse sono stati inseriti nell’accordo di programma per interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico individuati con DPCM del 15 settembre 2015, il cosiddetto “Piano delle aree metropolitane”, approvato, poi, dalla Giunta con deliberazioni nn. 161/2016 e 1276/2016.

In particolare, nell’accordo sono ricompresi l’intervento di completamento delle casse, per l’importo di 8,5 milioni di euro, nonché due interventi sul torrente Sillaro e sul torrente Santerno, rispettivamente di 3 milioni di euro (il primo) e di 500.000 euro (il secondo).

I progetti relativi a questi interventi sono ormai in una fase avanzata di progettazione. Per il completamento delle casse è stato, infatti, redatto il progetto definitivo, già esaminato favorevolmente dal Comitato consultivo regionale nella seduta del 20 aprile 2016, ed è prevista la stesura del progetto esecutivo da parte del competente Servizio Area Reno entro la fine dell’anno.

I progetti sui torrenti Sillaro e Santerno sono già a livello esecutivo ed anch’essi hanno avuto parere favorevole del Comitato consultivo regionale.

Sono stati già espletati anche tutti i passaggi tecnico-amministrativi consistenti nell’inserimento degli elaborati progettuali nella banca dati ReNDiS del Ministero dell’ambiente, preliminari per il trasferimento dei fondi necessari per l’attuazione degli interventi.

Circa il finanziamento degli interventi, nel corso del convegno che si è svolto ieri in occasione della presentazione delle linee guida per la progettazione, la struttura di Missione Italia Sicura ha annunciato la predisposizione di un ulteriore Piano di interventi contro il dissesto idrogeologico nelle regioni del centronord, per 1,8 miliardi, da finanziare con le risorse richieste alla Banca Europea per gli investimenti.

Attendiamo, pertanto, da una parte, lo ribadisco, il completamento della progettazione ad opera dello stesso Servizio Area Reno entro la fine dell’anno e attendiamo, quindi, che nel 2017, anche alla luce di quanto comunicato ieri dalla struttura di Missione Italia Sicura, possano partire in Emilia-Romagna opere importanti ed attese, tra cui tutti gli interventi compresi nel citato accordo, a partire dal completamento delle casse di espansione del fiume Senio, per il quale avremo a breve quella disponibilità dell’Esecutivo.

Per la sistemazione finale dell’area di cassa Senio, si conferma l’esecuzione di quanto indicato nel progetto sottoposto alla Valutazione d’impatto ambientale, in particolare in relazione alla possibilità di utilizzo a fini plurimi dell’acqua invasabile. Nel progetto esecutivo in corso di redazione è stata prevista la realizzazione di un passaggio nell’argine ovest della cassa ex Mongardi, quella più a monte, in cui sarà inserita la tubazione di prelievo dell’acqua dall’invaso per veicolarla nell’invaso del Consorzio di bonifica della Romagna occidentale, in modo da alimentarlo oltre la potenzialità inizialmente prevista.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Bagnari, per l’eventuale replica. Ha tre minuti.

 

BAGNARI: La mia replica durerà meno di tre minuti.

Ringrazio l’assessore Gazzolo per la risposta dettagliata. È evidente che ci troviamo nella situazione in cui tutte le attività di progettazione che riguardano direttamente la Regione sono in fase avanzata.

Il pezzo finale, l’ultimo miglio, riguarda il trasferimento finale delle risorse, quindi la possibilità di realizzare concretamente le opere. Il nostro auspicio, naturalmente, è che il tutto si possa completare al più presto. Lo abbiamo detto anche in altre occasioni. Purtroppo, la natura, i fiumi e le piene, in questo caso, non attendono i tempi burocratici di trasferimento. Per cui, l’auspicio è che le pressioni politiche della nostra Giunta regionale possano andare nella direzione di accelerare il trasferimento delle risorse.

Mi fa molto piacere anche la puntualizzazione fatta dall’assessore, perché quest’opera, oltre alle altre caratteristiche, dimostra di avere una valenza forte dal punto di vista della gestione delle acque per quanto riguarda il sistema di bonifica. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bagnari.

 

OGGETTO 3421

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la salvaguardia dell’occupazione dei lavoratori operanti negli stabilimenti dell’Appennino bolognese. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, all’interrogazione 3421 circa la salvaguardia dell’occupazione dei lavoratori operanti negli stabilimenti dell’Appennino bolognese, con particolare riferimento alla situazione riguardante la Philips-Saeco, a firma del consigliere Taruffi. Risponderà l’assessore Costi.

Prego, consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Torniamo ad occuparci delle vicende di Philips-Saeco. Philips-Saeco, titolare e proprietaria di due stabilimenti sull’Appennino bolognese, precisamente nel Comune di Gaggio Montano, è un’azienda che produce – come sappiamo – macchine da caffè. L’altro ramo, Saeco Vending, invece, produce macchine da distribuzione.

Qualche giorno fa, è stata avviata l’operazione di vendita di Saeco Vending in favore del gruppo N&W Global Vending Spa, con sede a Valbrembo, nel Bergamasco, operazione che desta qualche preoccupazione. Di fatto, mettendo insieme – come ricorderete – la dura vertenza, che si è conclusa a febbraio di quest’anno con la fuoriuscita di 243 lavoratori su 558 impiegati nel ramo di produzione di macchine da caffè, mettendo insieme, dunque, la fuoriuscita di quei 243 lavoratori, nonostante la vertenza, la dura lotta, l’impegno dell’Istituzione e tutto quello che sappiamo di quella vertenza, con l’operazione di vendita dell’altro ramo, lo stabilimento con 300 dipendenti viene venduto, segnalando quello che, a nostro avviso, è un preoccupante disimpegno di Philips sul complesso degli stabilimenti produttivi di quel territorio, a fronte – su questo interroghiamo la Giunta – della sottoscrizione dell’accordo che aveva portato, a febbraio, sul ramo di distribuzione e di produzione delle macchine da caffè la fuoriuscita di 243 lavoratori, con la buonuscita che conosciamo, e a fronte di quelli che dovevano essere gli impegni di investimento sugli stabilimenti produttivi, la cui precondizione doveva essere la fuoriuscita di questi lavoratori.

A distanza di qualche mese, siccome gli investimenti complessivamente tardano ad arrivare, la riorganizzazione promessa, che avrebbe dovuto rilanciare il sito produttivo, stenta ad arrivare, la situazione appare ancora molto incerta e questa operazione di vendita si inserisce in questo quadro, interroghiamo la Giunta e l’assessore per sapere se non sia il caso di riavviare una seria discussione con quel management, con quella proprietà, per capire lo stato dell’arte. La preoccupazione in quel territorio è, evidentemente, molto alta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Passo la parola all’assessore Costi. Prego.

 

COSTI, assessore: Grazie. In merito alla richiesta del consigliere Taruffi, voglio informare l’Assemblea che venerdì 28 ottobre è convocato presso il MISE il tavolo di monitoraggio proprio per un aggiornamento ed un confronto tra le Istituzioni, le organizzazioni sindacali e la proprietà in merito all’attuazione degli impegni che abbiamo sancito con il MISE lo scorso 4 febbraio. In quell’occasione avremo, quindi, l’opportunità di verificare lo stato di attuazione degli impegni che la proprietà aveva assunto, soprattutto sul piano del rilancio dell’azienda, dopo il grande sacrificio che ha portato ad una riduzione altissima dell’occupazione aziendale.

Ricordo che l’azienda, in quel momento, si era impegnata a sostenere un Piano di rilancio con investimenti per garantire al sito di Gaggio Montano una produzione di circa 100.000 pezzi all’anno nel segmento dell’alta gamma, proprio per mantenere lo stabilimento all’interno del nostro territorio.

Questo piano di rilancio deve sostenere l’attuale livello di occupazione, e noi lavoreremo, per quanto di nostra competenza, perché ripeto, le funzioni e i compiti delle Regioni, sono limitate rispetto a quanto può fare su questa parte, però noi lavoreremo perché ci sia una crescita che possa riportare possibilmente anche a nuova occupazione, visto che lì ne abbiamo persa un bel po’.

Questi sono stati gli impegni diretti dell’azienda. Noi ci siamo presi l’impegno, come Regione, voi lo sapete, di lavorare per la ricollocazione delle 243 persone, con le quali abbiamo già fatto due incontri, nel territorio. Il 16 novembre saranno in mobilità, e saranno prese in carico all’Agenzia del lavoro, in un percorso che sosteniamo finanziariamente e amministrativamente, come Regione, assieme a tutto il sistema territoriale, visto che in quel territorio si sta costruendo un patto territoriale.

Ricordo che stiamo lavorando per operazioni di reindustrializzazione di parte del sito, pure di altre opportunità nel territorio montano dell’Alto Reno. La cessione è stata fatta in piena autonomia dall’azienda, ed è stata appresa da parte della Regione, nei tempi e nei modi con cui è stata appresa dagli altri soggetti, non è che noi abbiamo avuto delle segnalazioni o altro. Pertanto, la notizia della cessione della Vending, che pure sappiamo dall’inizio essere un ramo d’azienda separato, necessita, secondo noi, di chiarimenti sostanziali, non semplicemente di facciata, rispetto agli impegni che sono stati assunti nell’accordo che abbiamo siglato il 4 febbraio e al Piano che è stato definito. Lo sforzo e il sacrificio che sono stati fatti sia dai lavoratori che dalle Istituzioni e le ricadute che questo ha comportato sul territorio, meritano delle risposte chiare, ma soprattutto delle risposte che siano coerenti con gli impegni che sono stati assunti da Philips Saeco: questo è il tema, devono essere coerenti.

Quindi, le risposte noi le pretenderemo al tavolo del MISE assieme alle organizzazioni sindacali, dai rappresentanti della proprietà, venerdì prossimo. Faremo tutto quanto è in nostro potere, sapendo che noi non possiamo né vietare cessioni di imprese, né tantomeno obbligare un’impresa a fare quello che riteniamo noi. Crediamo però che a fronte di un accordo che è stato siglato dalla proprietà, ci sia davvero, a questo punto, la necessità di aprire tutte le carte e di essere molto chiari rispetto alle prospettive che ha Philips Saeco. E poi verificheremo anche, rispetto all’azienda, la parte di azienda che chiaramente è stata venduta.

Questo è quello che noi faremo nell’immediato. Continueremo a seguire, come abbiamo sempre seguito.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Costi.

La parola al consigliere Taruffi per tre minuti.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore per gli impegni e le parole che ha pronunciato oggi.

Chiaramente, questa interrogazione aveva anche il senso più generale di mantenere alta l’attenzione su un territorio che sta vivendo, dal punto di vista del tessuto industriale e produttivo, una situazione che definire estremamente difficile è eufemistico. Ci sono, infatti, i 243 lavoratori che comunque sono fuoriusciti dalla Philips Saeco, ci sono i 221 lavoratori della DEMM che sono in una situazione, all’interno del gruppo Paritel, molto complicata. Ci sono gli 82 lavoratori della Stampi Group, che tra l’altro sono qua sotto, che vivono ormai da mesi una condizione paradossale, che ben conosciamo, in cui addirittura la proprietà si è fatta di nebbia, scaricando appunto sulle Istituzioni e sui lavoratori un problema occupazionale non indifferente per quel territorio. Insomma, ci sono molte situazioni aperte.

Questa della quale ci occupiamo oggi si inserisce in questo quadro, quindi va da sé che la preoccupazione di chi vive e lavora in quel territorio sia molto alta e che chiaramente lavoratori e cittadini si rivolgano alle Istituzioni, in particolar modo alla Regione, chiedendo un intervento. Ovviamente, nei limiti delle competenze istituzionali di questo Ente, però, l’attenzione che i cittadini e i lavoratori del territorio rivolgono verso di noi è molto alta, proprio perché l’incertezza è molto alta, e in un periodo così complicato e così difficile, alle Istituzioni più vicine al territorio, che hanno il peso e la forza per giocare un ruolo, è chiesto un surplus di iniziativa.

Va da sé che le competenze delle Regioni sono definite e rischiano anche di essere ulteriormente indebolite dalla riforma costituzionale, che discuteremo e voteremo a dicembre. Rimane appunto che l’impegno dell’assessore, della Giunta e nostro nei confronti di quel territorio, deve essere un impegno molto alto e molto forte, perché questo è quello che ci chiedono, ripeto, cittadini e lavoratori, fermo restando che siamo consapevoli: i miracoli non li fa nessuno, la situazione è difficilissima, però definirla per quella che è, forse può essere il primo passo per provare a risolverla.

Quindi, l’invito che faccio a tutti noi è quello di evitare di descrivere realtà che forse non ci sono, perché anche la nostra Regione, e quel territorio ne è una dimostrazione, è attraversata da una crisi molto dura che ancora persiste e che va denunciata per quella che è.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

 

OGGETTO 3427

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l’iter che dovrà essere seguito per la realizzazione del progetto “Passante di Mezzo” riguardante l’autostrada-tangenziale del nodo di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interrogazione 3427 circa l’iter che dovrà essere seguito per la realizzazione del progetto “Passante di Mezzo” riguardante l’autostrada-tangenziale del nodo di Bologna, a firma del consigliere Bignami. Risponderà l’assessore Donini.

Consigliere Bignami, prego. Ha sei minuti.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Seppur non sia ovviamente coerente col tema, penso che sia doveroso, da parte di questa Assemblea legislativa, esprimere vicinanza e sostegno alla manifestazione organizzata dai cittadini di Goro e Gorino, che stanno finalmente, con buonsenso, opponendosi all’arrivo dei migranti nella loro città, con un provvedimento del Prefetto a dir poco vergognoso, che dovrebbe spingere quel signore a rassegnare le dimissioni.

Questo come incipit, perché mi ha sorpreso che nessuno oggi, tanto più dai banchi della Presidenza, abbia appunto salutato questo tipo di intervento. Questa parentesi era doverosa, credo lo dovessimo ai nostri cittadini.

Per quanto riguarda la domanda che mi sono permesso di sottoporre all’attenzione dell’assessore, è una domanda molto tecnica, evidentemente finalizzata ad acquisire quello che in gergo tecnico si chiamerebbe cronoprogramma, a cui però chiediamo anche di conferire un timing sostanziale, anche se non vincolante, è chiaro, dell’iter che dovrà essere seguito per la realizzazione dell’opera nota come “Passante di Mezzo”.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

La parola all’assessore Donini per tre minuti.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente e consigliere Bignami. Come tutte le opere infrastrutturali di interesse nazionale, anche il Passante metropolitano di Bologna dovrà seguire due distinte procedure autorizzative, entrambe avviate sulla base del progetto definitivo che attualmente non è ancora pervenuto, ma che il cronoprogramma indica a fine novembre.

La Valutazione di Impatto Ambientale è gestita e coordinata dal Ministero dell’ambiente, e la localizzazione urbanistica è gestita e coordinata dal Ministero delle infrastrutture, che si chiude con l’approvazione del progetto definitivo, dichiarazione di pubblica utilità e apposizione del vincolo preordinato all’esproprio con un sostanziale via libera alla realizzazione del progetto.

Gli Enti territorialmente interessati, tra cui la Regione nelle varie competenze, vengono sentiti nelle fasi istruttorie (penso alla Conferenza dei servizi) di entrambe le procedure, e sono chiamati ad esprimere il proprio parere.

La Regione, in entrambi i procedimenti si esprime con una delibera di Giunta, mentre per quello che ci riguarda, pensiamo che l’Amministrazione Comunale di Bologna debba esprimersi in Consiglio comunale. In particolare, nella delibera che sancisce l’intesa Stato-Regione sulla localizzazione urbanistica, la Regione rende nota, tra l’altro, la conformità del progetto esaminato dal PRIT.

Il documento preliminare PRIT 2025, approvato con la delibera di Giunta n. 1073, riprende ed evidenzia tra le questioni irrisolte la situazione di forte congestione nel nodo stradale e autostradale bolognese, che già il Piano regionale integrato dei trasporti (PRIT) del 1998 indicava come uno dei punti problematici della rete viaria regionale, che ora, a distanza di quindici anni “necessita di una soluzione definitiva”. Questo per significare la conformità al PRIT.

Nello specifico, il documento preliminare riassume l’evoluzione delle decisioni e ipotesi assunte fino agli ultimi accordi definiti, evidenziando che, a seguito della presentazione nel luglio scorso da parte di Autostrade per l’Italia del progetto preliminare del Passante Autostradale Nord e degli interventi complementari di banalizzazione del sistema autostradale (Tangenziale attuale) e in conseguenza del confronto avviatosi con i territori interessati, è emersa una sostanziale contrarietà all’opera (Passante Nord) ed è stato avviato un ripensamento complessivo sulla soluzione da adottare per risolvere le criticità del nodo Bologna. Tale soluzione, appunto il Passante Autostradale Metropolitano, potrà quindi essere assunta a riferimento per le azioni del nuovo PRIT 2025, in quanto compatibile.

Secondo il cronoprogramma allegato, che le consegno materialmente, all’accordo di aprile 2016 la Valutazione di impatto ambientale e la Localizzazione urbanistica dovrebbero svolgersi nella prima parte del 2017 e concludersi entro l’estate del 2017. Poi si adeguerà eventualmente il progetto definitivo sulla base delle prescrizioni della VIA e, infine, l’approvazione da parte del Ministero del progetto esecutivo, per poi dare vita al cantiere.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Donini.

La parola al consigliere Bignami, per quattro minuti.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Chiedo gentilmente di acquisire, come già anticipato dall’assessore, la risposta in forma scritta, con allegato il cronoprogramma.

Per quanto riguarda la risposta, fermo restando che evidentemente sul merito permangono diversità di vedute in ordine all’opera, ringrazio l’assessore anche perché – lo dico ora per allora – so che, quando l’assessore parla anche rispetto ai tempi, e rammento la risposta che mi diede in ordine alla realizzazione dell’allora Passante Nord, in cui egli vide un traguardo temporale per una definitiva risoluzione della questione al 31 dicembre dello scorso anno, poi vi è stato – gliene rendo atto – un rispetto dei tempi medesimi, anche se il bivio che egli ha percorso, insieme alle Amministrazioni coinvolte, è evidentemente diverso da quello che noi auspicavamo.

Fermo restando questo appunto e, quindi, ferma restando una riserva importante nel merito dell’opera, esprimiamo soddisfazione per la risposta pervenuta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

 

OGGETTO 3428

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la crisi dell’Agenzia per il Lavoro Trenkwalder. A firma del Consigliere: Sassi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Oggetto 3428: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la crisi dell’Agenzia per il Lavoro Trenkwalder, a firma del consigliere Sassi.

Risponderà il sottosegretario Andrea Rossi.

Prego, consigliere Sassi. Ha sei minuti a disposizione.

 

SASSI: Grazie, presidente. La nostra interrogazione affronta il tema della crisi Trenkwalder, la società di lavoro interinale che ha sospeso i pagamenti della mensilità di settembre ai suoi dipendenti, vale a dire a tutti quelli somministrati a diverse aziende della nostra regione, ed è diretta a sapere se la Giunta intende affrontare questa vicenda e se influisce rispetto all’accreditamento delle società private di lavoro, non solo ovviamente quelle di intermediazione, il regime di accreditamento, che risulta essere in corso.

Per il resto, aspetto di ascoltare la risposta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sassi.

La parola al sottosegretario Andrea Rossi. Prego.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Gentile consigliere Sassi, come ho già avuto modo di rispondere al collega Caliandro, a fronte della vertenza che si è aperta a causa del mancato pagamento degli stipendi e della chiusura di alcune filiali, abbiamo deciso, in accordo con il sindaco di Modena, che ospita la sede centrale della ditta Trenkwalder, di avanzare presso il Ministero una richiesta formale per l’apertura di un tavolo ministeriale di salvaguardia occupazionale. Questo anche in virtù del fatto che, come lei sa e come ricordavo prima, le Regioni interessate dalla vicenda Trenkwalder e dai quasi diecimila occupati sono diverse, oltre naturalmente all’Emilia-Romagna.

Per quanto riguarda, invece, le altre due questioni, in particolar modo rispetto al sistema di accreditamento, anche in virtù del superamento dei Centri per l’impiego, il sistema di accreditamento regionale dei servizi per il lavoro non è ancora stato approvato in via definitiva dalla nostra Regione. La proposta in questo momento è sottoposta alla concertazione con le parti sociali, secondo quanto previsto dalle due leggi regionali, la legge n. 12/2013 e la legge n. 17/2015. In tale proposta, però, sono previste regole di carattere finanziario-patrimoniale, al fine di verificare la solidità dei soggetti che richiederanno l’accreditamento.

Si precisa, infine, che le prestazioni erogate ai soggetti privati accreditati non saranno sostitutive ma complementari alle prestazioni erogate dai servizi per il lavoro regionali ai soggetti autorizzati a livello nazionale e regionale, realizzando nel complesso la rete attiva per il lavoro, secondo quanto previsto dal Patto per il lavoro, sottoscritto dalla Regione e dagli attori principali e stakeholders istituzionali il 20 luglio 2015.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Sassi. Prego.

 

SASSI: Grazie, presidente. Nei comunicati dell’azienda e delle organizzazioni sindacali abbiamo letto che gli stipendi di settembre dovrebbero essere pagati ai lavoratori, il che non può che farci molto piacere. Ma questo purtroppo non significa che la crisi sia passata, né che questa crisi sia uguale alle altre crisi d’azienda della nostra regione, crisi - lo voglio ricordare - che non mancano, anzi sono molto numerose, sono difficili, sono a volte prolungate e colpiscono duramente l’occupazione, la produttività e il reddito dell’Emilia-Romagna.

Non ci fa senz’altro piacere il fatto che la crisi interessi un soggetto che dovrebbe fare del lavoro degli altri il proprio lavoro. Non ci fa piacere il fatto che la crisi abbia interessato, questa volta, non un’impresa meccanica, ma chi dovrebbe fare il meccanico del lavoro, dell’occupazione. Ci preoccupa perché le strategie di questa Regione sul lavoro si stanno rivelando, come abbiamo ribadito in altre occasioni, inefficaci e inconcludenti.

I Centri per l’impiego, un sistema pubblico dei servizi, è passato da pochi mesi alla Regione, e li gestiamo, tramite un’agenzia fatta nascere appositamente per questo, pagando stipendi e bollette con più di 7,2 milioni di euro, soldi nostri regionali e del Fondo sociale europeo, mentre prima, quando dipendevano dalle Province e dal Ministero del lavoro, ricadevano nel bilancio statale. Li gestiamo, peraltro, lasciando nell’incertezza i lavoratori a tempo determinato, i cui contratti scadranno a dicembre, uno su quattro, perlomeno dei lavoratori in forza a Bologna, Rimini e Modena. Gestiamo una macchina che, malgrado l’impegno e la professionalità dei lavoratori dei Centri per l’impiego, copre una marginalissima fetta di mercato del lavoro regionale, e li gestiamo pensando di affidare alle agenzie private per il lavoro, come la Trenkwalder, numerose funzioni che ormai i Centri per l’impiego non sarebbero più nelle condizioni di svolgere. Li gestiamo costruendo un sistema di accreditamento in questo campo, anche se ancora le regole applicative sono in lavorazione, e lo stesso accreditamento, da annacquare con una autovalutazione, quando si parla di servizi per l’infanzia, come propone il progetto di legge della Giunta sugli asili. Li gestiamo senza sapere dove andare e cosa fare e navighiamo a vista.

Ricordo che il mercato del lavoro in Emilia-Romagna è quello dove i voucher vengono usati al posto del lavoro normale. Da qui, credo che la crisi anche di queste agenzie sarà sempre più spesso marcata. Dove si assiste a un’ulteriore esplosione del ricorso ai buoni lavoro e dove i contratti di apprendistato stagionali per minorenni, quelli derivati da un bruttissimo articolo che avete voluto approvare a tutti i costi a fine maggio, hanno prodotto forse cinquantuno contratti, mentre i numeri diventano milioni se si parla di voucher.

Questa è la regione che state contribuendo a costruire: autovalutazioni invece di accreditamento, voucher invece di contratti, privati in difficoltà - e ci dispiace per i lavoratori delle aziende, ovviamente - invece che servizi pubblici efficienti ed efficaci. Ecco, è proprio l’efficienza che manca in questo campo…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere, la invito a concludere.

 

SASSI: Concludo.

Dicevo, è proprio l’efficienza che manca in questo campo e l’efficacia della formazione professionale, come confermano i nostri dati, l’efficacia del sistema di accreditamento, che vuole essere annacquato, l’efficacia e l’innovazione normativa, visto che i voucher si “mangiano” il lavoro buono, l’efficacia del nostro servizio pubblico per il lavoro.

Questo è quello che riteniamo stia minando la stabilità anche di queste aziende che dovrebbero preoccuparsi del lavoro altrui, e non solo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sassi.

 

OGGETTO 3430

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative da assumere per risolvere le problematiche derivanti dalla presenza di profughi nei Comuni della regione e per favorire il regolare pagamento degli importi dovuti ai titolari delle strutture che li ospitano. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Oggetto 3430: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative da assumere per risolvere le problematiche derivanti dalla presenza di profughi nei Comuni dalla regione e per favorire il regolare pagamento degli importi dovuti ai titolari delle strutture che li ospitano, a firma del consigliere Foti. Risponderà la vicepresidente Gualmini.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Rinuncio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Prego, vicepresidente Gualmini.

 

GUALMINI, vicepresidente della Giunta: Gentile consigliere Foti, sostanzialmente lei evidenzia tre punti: il problema della residenza anagrafica ai richiedenti asilo, l’annosa questione della ripartizione dei migranti dei nostri territori e il pagamento dei gestori dei centri di accoglienza.

Per quanto riguarda la residenza anagrafica ai richiedenti e beneficiari di protezione internazionale, le linee guida che lei opportunamente cita, a firma SPRAR e Ministero dell’interno e anche Agenzia delle Nazioni Unite, di fatto, non introducono elementi di novità rispetto, ad esempio, al Testo unico sull’immigrazione, il decreto legislativo n. 286/1998 e sono state, peraltro, confermate da un successivo decreto legislativo, il n. 142/2015, che recepisce, di fatto, le norme europee sui sistemi di accoglienza nel nostro Paese.

Sostanzialmente si dice che i titolari di protezione internazionale o umanitaria, nonché i richiedenti asilo, accedono al diritto di residenza alle stesse condizioni degli italiani e degli altri stranieri regolarmente soggiornanti.

È ovvio che non vi è alcuna residenza anagrafica per gli stranieri irregolari e irregolarmente presenti nei nostri territori.

In particolare, l’articolo 18 del decreto legislativo n. 142/2015 sul tema della residenza dispone che per il richiedente accolto nei centri o nelle strutture di cui agli articoli 9, 11 e 14, cioè hub, CARA, CAS e SPRAR, a cui è stato rilasciato il permesso di soggiorno per richiesta d’asilo, ovvero la ricevuta attestante la presentazione della richiesta, il centro di accoglienza o la struttura preposta rappresentano il luogo di dimora abituale ai fini dell’iscrizione anagrafica.

Già il Testo unico sull’immigrazione diceva che la permanenza superiore a tre mesi in un centro di accoglienza costituisce dimora abituale. Quindi, è del tutto corretto quello che lei scrive, e cioè che la residenza è il presupposto, il primo passo, per una serie di accessi ai servizi sociali, abitativi e sanitari. Non vi è, ovviamente, un automatismo tra le due cose, non è che tutti quelli che ottengono la residenza anagrafica vengono immediatamente presi in carico seduta stante dai Comuni, dalla sanità e infilati nelle case popolari, però c’è sicuramente un nesso.

Delle due l’una: o si chiede una forte ed efficace integrazione per i richiedenti asilo e quindi la residenza anagrafica non può che essere uno strumento di integrazione, oppure, se ci si lamenta perché diamo la residenza anagrafica, poi non ci si può lamentare, allo stesso modo, che queste persone magari rimangano a bighellonare, come si suol dire, o non vengano inserite fattivamente.

Vengo al secondo aspetto che lei affronta. Il Comune di Tabiano si trova ad avere 150 profughi assegnati su una popolazione di 500 persone. Questo, ovviamente, non mi vede per nulla concorde. Non è così che dovrebbe funzionare l’assegnazione dei migranti. Ero già a conoscenza di questa eccezionale situazione.

Sappiamo che in Emilia-Romagna solo il 50 per cento dei Comuni accoglie. L’altro 50 per cento non ha richiedenti asilo e quindi c’è una ripartizione sproporzionata. Proprio recentemente io stessa ho scritto un documento. Abbiamo chiesto, come Conferenza delle Regioni, tra le altre cose, al Governo, di inserire un vincolo per legge sull’equa ripartizione e quindi quei parametri di cui si è parlato: 2,5 migranti ogni mille abitanti delle città metropolitane con una quota inferiore e per i Comuni fino a 2.000 abitanti la cifra è di 5 richiedenti asilo. Per ora sono solo proposte. Noi chiediamo che queste proposte diventino fattive, perché il modello dell’equa riparazione non è stato messo in piedi dal Governo di centrosinistra. È un modello che deve gestire un fenomeno che sta ovviamente aumentando.

Pensiamo che questa sia una strada. Lei poi ha perfettamente ragione sul rimborso ai gestori dei centri di accoglienza. Il prefetto Morcone ha detto che sono state stanziate le risorse. Si parla di 650 milioni di euro da inserire o in legge di stabilità oppure in un decreto urgente sull’accoglienza profughi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, vicepresidente Gualmini.

Consigliere Foti, prego. Ha sei minuti.

 

FOTI: Signora vicepresidente, non so se abbia dato fastidio a qualcuno il fatto che mi abbia dato ragione, ma la ringrazio. Penso di non aver intimidito i profughi con questa interrogazione, visto che quando faccio atti di sindacato ispettivo o esercito le mie funzioni di consigliere regionale, come di questore, si dice davanti al personale della Assemblea legislativa che avrei delle nature intimidatorie. Io non intimidiscono nessuno, tanto meno i profughi.

Chiedo il rispetto del principio di legalità e lo chiedo in primo luogo per quanto riguarda l’equa ripartizione, perché il caso di Tabiano è sicuramente il più clamoroso in questa Regione e spero che qualcuno non dica che sono la persona sbagliata solo perché me ne occupo non essendo della provincia di Piacenza, ma, com’è noto, i consiglieri regionali rappresentano la regione e tutto il territorio regionale.

In secondo luogo, me ne occupo perché è il caso più clamoroso, ma ne abbiamo anche di più significativi. Ci sono frazioni in provincia di Piacenza dove ci sono quindici abitanti e diciotto profughi ricoverati, il che è un assurdo.

Lei può capire come sia praticamente impossibile l’integrazione, anche perché si tratta di persone anziane, dove il più giovane ha 75 anni, che vivono in una frazione che è tale, ma magari ha una dispersione di qualche chilometro quadrato. È una situazione del tutto anomala, a cui i prefetti, però, non stanno ponendo risposte.

Il dramma di questa vicenda è che il problema non è gestito né dagli Enti locali, né dalla Regione, ma è in capo a prefetti a cui vengono assegnati improvvisamente 200-300 profughi e null’altro trovano di meglio che esibirsi in alcune inventive. L’ultima è quella del prefetto di Piacenza, lo sa bene il collega Molinari, che ha proposto di fare una tendopoli.

Le lascio pensare a una tendopoli, con il clima che c’è, quali risultati di integrazione può determinare.

Vengo al secondo aspetto. Il fatto che poi il Governo non paghi neanche coloro i quali li stanno ospitando, e lei sa meglio di me che è in capo a coloro i quali ospitano la distribuzione del pocket money, ha portato, come ho citato nell’interrogazione, nel Comune di Vigolzone, i richiedenti asilo a bloccare la strada provinciale per qualche ora e soltanto l’intervento del sindaco, che poi è anche il presidente della Provincia, ha sbloccato la situazione. Il sindaco ha detto chiaramente “o ve ne andate o dico alla forza pubblica di caricarvi”, e si è risolto il blocco stradale. Tuttavia, se l’avesse fatto chiunque altro di noi sarebbe sicuramente stato denunciato quanto meno per blocco stradale.

Terza questione, quella della residenza. La residenza anagrafica è una questione molto delicata, perché mentre a colui il quale è riconosciuto il titolo di profugo ha un senso riconoscerla, a coloro che hanno fatto soltanto la domanda…

Lei diceva prima che non viene data ai clandestini. Mi scusi, ma un profugo, finché non è accettata la domanda da richiedente asilo, che cos’è? Visto che sono già assistiti in questo modo si eviti di poter applicare una norma che dà una serie di benefici dall’accesso alla casa, alla partecipazione a tutti i servizi sociali del Comune, al fatto di avere l’assistenza per tutte quelle questioni che la legge non prevede. Attenzione, perché fino a prova contraria, ai clandestini, per la Turco-Napolitano, come per la Bossi-Fini, è consentito soltanto l’intervento sanitario a carico del Servizio sanitario nazionale. Punto. Tutto il resto si tratta di generoso, illegittimo, quando non illecito, beneficio che regala questo Governo ai profughi o sedicenti tali o richiedenti tale status e il risultato è che i nostri territori sono invivibili.

La ringrazio di avermi confortato nell’esattezza della natura di questa interrogazione, la prego, però, di far presente al Ministero, non soltanto che non si può più procedere con delle assegnazioni di profughi fatte dal prefetto dall’oggi al domani, senza neanche il coinvolgimento degli Enti locali, tant’è che alcuni sindaci leggono notizie sul giornale, né tanto meno che si possa continuare a pensare di poter applicare un principio di residenza anagrafica, così come largamente oggi viene praticato.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata si conclude qui.

 

Dissenso del Presidente del Gruppo assembleare Fratelli d’Italia Tommaso Foti, ai sensi dell’art. 18 comma 3 del Regolamento interno, sull’ordine del giorno della presente tornata assembleare

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’argomento all’ordine del giorno: “Dissenso del Presidente del Gruppo assembleare Fratelli d’Italia Tommaso Foti, ai sensi dell’art. 18 comma 3 del Regolamento interno, sull’ordine del giorno della presente tornata assembleare”.

Il procedimento prevede l’intervento del dissenziente per cinque minuti, eventuali interventi di un oratore a favore e uno contro per cinque minuti e la votazione per alzata di mano.

Prima di passare la parola al consigliere Foti, nomino scrutatori le consigliere Lori, Prodi e Gibertoni.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Come è noto al signor presidente facente funzioni e anche membro, ovviamente, dell’Ufficio di Presidenza, che partecipa, come tale, anche alla Conferenza dei Capigruppo, sia in Conferenza dei Capigruppo sia nell’Ufficio di Presidenza ho espresso contrarietà alla modalità dell’ordine del giorno di oggi.

Non dico che la esprimo già oggi, e ci avevo visto giusto, in relazione a quanto succederà in questa Assemblea, dove, chiaramente, sarà dimostrato che fare un ordine del giorno con date e indicazioni serve a niente e a nessuno, attesa la richiesta di inversione dell’ordine del giorno. Ma di questo parleremo successivamente. Ciò che rileva, invece, in fatto e in diritto è che c’è stata la richiesta di una consigliera regionale, tra l’altro non del mio Gruppo, perché notoriamente sono monogruppo. Quindi, penso di potere e dovere, come membro dell’Ufficio di Presidenza in cui quel Gruppo non è rappresentato, pormi la questione della sua richiesta.

La richiesta della consigliera Gibertoni era molto semplice. Chiedeva di poter effettuare un dibattito, in questa sede, sugli effetti eventuali che la riforma costituzionale porterà alle Regioni. Ne è nato un simpatico siparietto – do atto, consigliere Caliandro, dell’abilità nell’aver trovato una soluzione che una volta si sarebbe definita “morotea”; non voglio, però, offendere il consigliere Caliandro – nel quale si è detto: “Rivolgiamoci al Co.Re.Com.”. Bene.

Così ha deciso anche l’Ufficio di Presidenza, nonostante abbia una bozza di verbale che così recita (il consigliere Rancan, consigliere segretario, sa che non è stato detto questo in Ufficio di Presidenza): “In merito alla sopra richiamata richiesta della consigliera Gibertoni, avuto a riferimento alle posizioni espresse durante la Capigruppo, l’Ufficio di Presidenza provvederà a richiedere un parere al comitato Co.Re.Com in merito alla fattibilità di iniziative di approfondimento in materia di riforma costituzionale”. Questo non è l’oggetto della questione.

La consigliera Gibertoni non ha chiesto di fare iniziative che possano essere collegate a quanto disposto dalle norme di legge in materia, segnatamente dall’articolo 9 della legge, per la quale il Co.Re.Com. è deputato ad intervenire. Ha chiesto soltanto di fare un dibattito in un’Assemblea legislativa, sul quale solo ed esclusivamente questa Assemblea è competente a discutere, salvo trattasi d’iniziative contro legge. Qualcuno dovrebbe dire qual è la norma che impedisce questa discussione.

Non solo. Come il presidente Rainieri ricorderà, nella Conferenza dei Capigruppo vi fu anche chi propose, come soluzione, di chiedere alla consigliera Gibertoni di presentare una risoluzione. Vorrei capire come si può chiedere di presentare una risoluzione, strada che, poi, non è stata percorsa per il mio intervento. Tuttavia, vi erano stati interventi aggiuntivi, non dico autorevoli, che sostenevano che si potesse fare la risoluzione. Se si può fare la risoluzione, si può fare il dibattito. Con una piccola differenza: mentre la risoluzione deve impegnare qualcuno, il dibattito può non impegnare nessuno. Basta non prevedere, al termine del dibattito, l’approvazione di ordini del giorno o quant’altro, e il discorso è chiuso.

Il problema, però, che io non posso e non voglio accettare è che l’autonomia dell’Assemblea legislativa passi attraverso la consultazione di organi incompetenti per materia.

Aggiungo una considerazione, però. Visto che questo è stato il decisum sia dalla Conferenza dei Capigruppo sia dall’Ufficio di Presidenza, con il mio parere contrario, vorrei far presente che ad oggi nessuno ha ancora provveduto a scrivere al Co.Re.Com. Lo so perché ho chiesto al Co.Re.Com. se è arrivata una nota al riguardo.

Evidentemente, oggi ne avremmo potuto parlare o non parlare, volendovi uniformare ad un eventuale parere negativo del Co.Re.Com., ma ciò che non è accettabile è che, automaticamente, rinviamo questo dibattito. Torno a ripetere che, quantomeno, se vi era la volontà di sentire il Co.Re.Com, si doveva provvedere con una lettera immediata indirizzata allo stesso Co.Re.Com, che ad oggi non è stata ancora inviata.

Ritengo, quindi, e concludo, anche perché, purtroppo, non vedo scorrere i minuti, quindi non so...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei avrebbe finito il tempo, consigliere.

 

FOTI: Concludo dicendo semplicemente che il mio dissenso è circoscritto alla volontà di delegare ad altri ciò che rientra nell’autonomia legislativa di questa Assemblea.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Il procedimento prevede eventuali interventi di un oratore a favore e uno contro.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Intervengo a favore del dissenso del presidente del Gruppo assembleare Fratelli d’Italia, che ringrazio anche per aver saputo vedere, nel sollevare la questione, oltre alle piccole ragioni di cabotaggio politico, anche gli interessi più alti, soprattutto di questa Assemblea legislativa.

Intervengo, ovviamente, anche nella duplice veste di chi ha dato origine, con la sua richiesta, a questo dissenso, richiesta indirizzata a tutti i componenti di questa Assemblea, a partire dalla presidente Saliera, e poi girata alla Capigruppo, affinché doverosamente si potesse esprimere sulla possibilità – che a me pareva scontata, una domanda semplice e logica – di far partire un dibattito sul tema del referendum del 4 dicembre in Assemblea legislativa.

La richiesta era quella di una seduta straordinaria dedicata, in particolare, alle conseguenze di questo progetto di riforma costituzionale sulle Regioni, richiesta forse non scontata, ma resa necessaria e logica dalla incontestabilità che questo progetto, se malauguratamente dovesse realizzarsi, inciderà pesantemente e in senso prepotentemente riduttivo sulle competenze legislative delle Regioni, riducendole, sostanzialmente, ad una mera dimensione amministrativa.

A quel punto, anche quel titolo e quel nome di cui si fregia in senso roboante questa Assemblea, che noi chiamiamo “Assemblea legislativa”, non avrà più ragione d’essere. Non avrà più alcun motivo di essere chiamata “Assemblea legislativa” e dovrà certamente tornare, al più presto, al più modesto e prosaico termine “Consiglio regionale”.

Il punto dolente di questa piccola vicenda, solo apparentemente piccola, ma che ci lascia grandi perplessità rispetto all’enormità del danno, all’enormità delle ricadute negative che questa proposta di riforma costituzionale rischia di provocare, in realtà, all’intero Paese, è proprio la scelta di rifiutare, a partire dalla maggioranza, che se ne parli in aula, in un’aula democraticamente eletta in cui i consiglieri regionali esprimono il proprio mandato politico scegliendo i temi da portare al dibattito, anche nel rispetto del proprio mandato e di quelle che sono le richieste dei territori e dei cittadini. Forse sarebbe più corretto dire, però, non da parte di tutta la maggioranza, ma soprattutto da parte di chi si riconosce non tanto nel Partito Democratico, quanto nel partito di Renzi. Coloro che si riconoscono nel partito di Renzi e che siedono in questa maggioranza immagino abbiano visto con particolare sfavore la possibilità di discutere democraticamente la richiesta di un consigliere eletto, come loro, democraticamente in seno all’Assemblea legislativa.

Il rifiuto di assumersi la responsabilità politica di quella che, in questo momento...

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Gibertoni, le chiedo un attimo...

 

GIBERTONI: Neanche del dissenso si può parlare con...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Gibertoni, sto chiedendo all’aula di fare silenzio per darle il permesso di svolgere l’intervento.

Le chiedo quindi gentilmente di lasciarmi fare il mio lavoro. Chiedo all’aula gentilmente di stare in silenzio e ascoltare l’intervento della consigliera Gibertoni. Le do anche i venti secondi che abbiamo perso in questo intervento.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Dicevo, dunque, che il punto dolente è non riuscire intanto neanche a parlare in dissenso, pacificamente, in quest’aula e con l’ascolto di tutti, perché immagino che probabilmente la maggioranza fosse anche attenta, tranne coloro che si identificano nel partito di Renzi, che avendo già deciso di non scrivere neppure al Co.Re.Com., e quindi di non avallare neppure per finta, quella scusa con cui censurano oggi il dibattito prioritario che dovrebbe essere quello dell’Assemblea legislativa, rifiutano addirittura di ascoltare, per finta, l’espressione di dissenso di due consiglieri regionali, come loro democraticamente eletti in Assemblea legislativa.

A tutti gli effetti è una censura, resa possibile, come ci viene spesso ricordato, dalla forza dei loro numeri. Ci viene infatti spesso ricordato, a volte anche con benevolenza, che pur potendo bocciare tutto, che pur potendo fare andare avanti e fare andare indietro delle vostre proposte, però “noi accettiamo di discuterne”. In questo caso, la forza dei numeri si fa schermo di quella che è, in ultima analisi, una totale scusa. Il Co.Re.Com, infatti, come è stato ricordato anche prima del mio intervento, è un organismo tecnico, ed è quel Co.Re.Com che dovrebbe decidere in merito alla liceità, in questo caso, secondo quello che sostiene la maggioranza, di discutere addirittura la riforma della Costituzione nell’aula della Regione Emilia-Romagna.

Io non credo che tutti i consiglieri qui presenti non sappiano che cosa fa il Co.Re.Com. Io sono convinta che la maggioranza dei consiglieri qui presenti sappiano perfettamente che il Co.Re.Com può dare un suo parere rispetto alla comunicazione, ma non certamente rispetto alla possibilità di dibattere un argomento politico in aula, proposto da un consigliere.

Da chi propone, allora, un tale stravolgimento della nostra Carta costituzionale, probabilmente non ci potevamo aspettare nient’altro e niente di meglio. Quindi, con altro linguaggio, è vero che il fine ci parla anche del mezzo, però quello che ci preoccupa soprattutto è che neppure l’etica sia stata rispettata, questa volta, proprio nella giornata in cui si discute il Testo unico sulla legalità, l’anticorruzione e l’antimafia.

Neppure l’etica, perché noi abbiamo messo in campo un procedimento di elusione, dando ad un organismo tecnico un valore che non aveva. Imparo oggi che neppure la richiesta è stata fatta partire, quindi una scusa neppure sostanziata in modo dignitoso. Il problema che io mi pongo, allora, è come sia possibile, a questo punto, non sottolineare che il Partito Democratico (o la maggioranza rappresentata dal partito di Renzi) ha ridotto un organismo che costituzionalmente è per certi versi, e per molti versi, di pari rango a quello delle Camere, ai minimi termini, quindi riducendo anche la possibilità di dibattere tra noi.

Sono molto curiosa di sentire quali sono, invece, le ragioni contro il dissenso. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

Come le avevo promesso, le ho lasciato quaranta secondi in più.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Signor presidente, contro il dissenso semplicemente perché l’Ufficio di Presidenza, come correttamente ha anche detto il consigliere Foti e anche la Conferenza dei Capigruppo, ha condiviso questa proposta con la sola esclusione del consigliere Foti, conseguentemente questo ordine del giorno risulta validato dalla maggioranza e anche da parte della minoranza, con l’esclusione del consigliere Foti. Stupisce molto il dibattito odierno rispetto a questa discussione.

Voglio fare un inciso, evidentemente andando anch’io, come ha fatto chi è intervenuto prima di me, nel merito della questione. L’Assemblea legislativa, nonostante negli anni ci siano state diverse riforme costituzionali, non si è interrogata mai, nel corso della campagna elettorale per i referendum, sulle modifiche costituzionali. Il tempo, qualora ci fosse stata l’attenzione, era prima che il testo venisse vagliato per potersi inserire nella modifica del testo e per dare il contributo di quella che è sì, la nostra Assemblea legislativa. Il tempo sarà evidentemente dopo che il referendum si sarà svolto (politico, istituzionale), per interagire sulle competenze e sulle modalità con le quali dobbiamo intervenire come legislatori.

Reputo capzioso, quindi, questo riferimento all’utilizzo indiscriminato delle parole “assemblea legislativa”, al confronto col concetto di Consiglio regionale. Penso invece che opportunamente, come da più parti si legge in questi giorni, occorra una regolamentazione di merito su come si svolgono le attività politiche e istituzionali, ferma restando una presa di posizione politica rispetto al fatto che quando si amministra e quando si governano dei processi, si ha il dovere di stare concentrati sui tempi e sulle modalità.

Svegliarsi il giorno dopo che le cose sono già successe appare francamente una excusatio non petita. Questa situazione è onestamente imbarazzante: consiglieri in questi giorni stanno manifestando e stracciandosi le vesti per cercare di produrre un minestrone di ragionamento, ma questo non toglie nulla al merito dalla questione.

Abbiamo discusso del merito e continueremo a discutere del merito, senza iscriverci a supposti partiti di persone o di individui, ma iscrivendoci soltanto a rappresentanti delle Istituzioni, quali dovremmo essere quando trattiamo di percorsi istituzionali.

Quindi, non sono per svilire il nostro stesso ruolo e invito anche gli altri a non farlo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Nessun altro chiede di intervenire in dibattito generale.

Metto in votazione, per alzata di mano, il dissenso sull’ordine del giorno a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il dissenso è respinto.

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): La parola al sottosegretario alla Presidenza della Giunta Andrea Rossi, prego.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Presidente, come ho avuto modo di anticipare ai Capigruppo consiliari attraverso una telefonata e anche in una mail inviata nella giornata di venerdì, chiedo, ai sensi dell’articolo 75, la possibilità di inversione dell’ordine del giorno per discutere il progetto di legge di iniziativa della Giunta, recante “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili”. La discussione prevede anche la presenza di alcuni organi istituzionali della Giunta, che altrimenti domani non potrebbero essere presenti, causa impegni istituzionali.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

Ricordo che si interviene un consigliere a favore e uno contro la proposta di inversione.

 

(Il consigliere Sassi mostra una maglietta con la scritta “iodicono”)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo gentilmente al consigliere Sassi di mettersi la giacca, come è obbligatorio in Aula.

Consigliere Sassi…

Invito i commessi ad accompagnare il consigliere Sassi fuori dall’Aula, per il mancato utilizzo della giacca.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo scusa, non è un dibattito questo, eviterei che i consiglieri intervenissero.

Consigliere Sassi, la invito per la seconda volta ad uscire dall’Aula…

Consigliere Sassi, la invito per la terza volta ad uscire dall’Aula…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consiglieri, per favore!

Proseguiamo con i lavori dell’Aula.

 

(Il consigliere Sassi viene accompagnato fuori dall’Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proseguiamo con i lavori dell’aula. Vista la richiesta presentata dal sottosegretario Rossi, di inversione dell’ordine del giorno, ricordo che sono previsti due interventi, un consigliere a favore e uno contro.

Ha chiesto la parola il consigliere Foti. Tre minuti, prego.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo ai consiglieri di stare in silenzio per permettere ai colleghi di fare il proprio intervento.

 

FOTI: Signor presidente, io do atto al sottosegretario Rossi di un’estrema correttezza, perché effettivamente ha informato i Capigruppo di questa intenzione e ha inviato una nota.

Io – mi permetta, sottosegretario Rossi – mi fermo un po’ prima e lo faccio per due ragioni. La prima è questa: lei era presente in rappresentanza della Giunta, quando è stato fatto l’ordine del giorno. Non è presente la presidente Saliera. C’è chi la sostituisce.

Nell’Ufficio di Presidenza, la presidente Saliera ha ribadito che la giornata in cui sarebbe stata discussa questa legge, era la giornata di mercoledì, così come iscritta nell’ordine del giorno. Poi, so già quale sarà la dotta risposta che mi verrà data, e cioè che questo è un unico ordine del giorno, quindi si può fare l’inversione.

In realtà sono due sedute che avevano due calendari diversi. Almeno un punto all’ordine del giorno è calendarizzato in modo diverso. Tant’è che domani mattina, se non ci fosse stata questa sua richiesta, sottosegretario Rossi, si sarebbe iniziato, indipendentemente dal punto in cui terminava la seduta di oggi, con questa legge.

Io ritengo, e ho già concluso, visto che abbiamo anche dei funzionari in aula e considerato che probabilmente non ne sono sempre informati, che su questa questione, che a mio avviso rappresenta una violazione al Regolamento, sia chiamata a pronunciarsi la Giunta per il Regolamento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti. Prendiamo atto della sua richiesta.

Passo la parola al consigliere Paruolo. Ha tre minuti a disposizione.

 

PARUOLO: Chiedo scusa, ho sbagliato a chiedere di intervenire.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Rinuncia all’intervento, bene.

Se non ci sono ulteriori interventi, metto in votazione, per alzata di mano, l’inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’inversione dell’ordine dei lavori è accolta.

 

OGGETTO 2861

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili» (Testo base) (43)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione ed esame articolato)

 

OGGETTO 654

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Istituzione della Commissione regionale per la promozione della cultura della sicurezza, della legalità e per il contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata e attività corruttiva”. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli

 

(Ordini del giorno 2861/1/2 oggetti 3451 e 3452 - Presentazione e discussione)

(Risoluzioni oggetti 3440 e 3441 - Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, alla discussione dell’oggetto 2861, abbinato all’oggetto 654.

Oggetto 2861: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili». Delibera di Giunta n. 997 del 27 06 16.

Oggetto 654: Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Istituzione della Commissione regionale per la promozione della cultura della sicurezza, della legalità e per il contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata e attività corruttiva” (22/05/2015), a firma dei consiglieri Gibertoni, Sensoli.

Il testo n. 4/2016 è stato licenziato dalla Commissione “Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport e Legalità” nella seduta del 29 settembre 2016.

Il progetto di legge è composto da 49 articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Antonio Mumolo, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Matteo Rancan, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Ricordo che, sull’oggetto 2861 e sull’oggetto 654 ad esso abbinato, sono pervenute trentasei proposte di emendamento, otto a firma del consigliere Foti, dodici a firma dei consiglieri Aimi e Bignami, due a firma dei consiglieri Rainieri e Rancan, due a firma del consigliere Rancan, otto a firma del consigliere Mumolo, uno a firma dei consiglieri Mumolo e Foti, uno a firma dei consiglieri Mumolo e Rancan, uno a firma dei consiglieri Mumolo, Taruffi e Caliandro.

Sono pervenute, altresì, due risoluzioni: oggetto 3440 a firma dei consiglieri Rancan, Rainieri, Delmonte e Bargi; oggetto 3441 a firma dei consiglieri Rancan, Rainieri, Delmonte, Bargi, Daniele Marchetti e Fabbri.

È pervenuto, infine, un ordine del giorno: oggetto 2861/1 a firma dei consiglieri Rainieri e Rancan, la cui distribuzione credo stia terminando proprio in questo momento.

Ha chiesto la parola il consigliere Foti. Prego.

 

FOTI: Intervengo per richiamo al Regolamento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Prego, consigliere Foti, intervenga pure per richiamo al Regolamento.

 

FOTI: Scusi, presidente, mi pare che ella abbia prima detto che non si può stare in Aula se non con la giacca, secondo il Regolamento. Non metto in dubbio che sia così scritto, non l’ho trovato, ma è colpa mia. Tuttavia, a prescindere da ciò, se un consigliere viene espulso dall’aula, non può rientrare. Lo dico per il consigliere Sassi. Lei non può accettarlo, sennò contraddice quanto ha fatto prima.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, lei ha ragione. Non l’avevo visto, perché ero preso dalla lettura dei punti all’ordine del giorno.

 

FOTI: Questo è un problema suo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Non ho ancora quattro occhi. Io purtroppo non riesco a fare due cose contemporaneamente. Altri magari ci riescono, io invece mi limito a farne una alla volta.

La ringrazio per avermelo fatto notare, per cui adesso chiedo al consigliere Sassi di accomodarsi fuori.

 

(interruzione del consigliere Sassi)

 

Consigliere Sassi, ne parliamo poi oggi.

 

(interruzione del consigliere Foti)

 

Consigliere Foti, non la sento. Chiedo scusa, ma se lei parla fuori microfono non riesco a capire ciò che dice.

 

FOTI: L’iniziativa che lei ha assunto equivale a quattordici giorni di sospensione dai lavori d’aula. È giusto?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ne parleremo nel prossimo Ufficio di Presidenza, Regolamento alla mano.

 

(il consigliere Sassi esce dall’Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo al relatore della Commissione, consigliere Mumolo, se vuole intervenire. Prego, ha venti minuti a disposizione.

 

MUMOLO, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Innanzitutto, rispetto a questo testo di legge, vorrei dire che esso è frutto di un lavoro davvero collettivo, quindi sono doverosi i ringraziamenti alla Giunta per il lavoro che ha svolto, insieme alla Consulta, per produrre questo testo di legge, e a tutti i singoli consiglieri di questa Assemblea legislativa che sono intervenuti durante il percorso, lungo e partecipato, per proporre emendamenti e modifiche al testo di legge migliorandone i contenuti. Rivolgo un ringraziamento altrettanto sentito a tutte le associazioni di volontariato e ai singoli soggetti che sono intervenuti durante l’audizione e che ci hanno fatto pervenire proposte che hanno portato a un miglioramento del testo.

Noi arriviamo a questo Testo unico sulla base di un percorso avviato nella precedente legislatura, un percorso determinato dalla fortissima consapevolezza da parte di questa Regione dell’esistenza delle infiltrazioni e del radicamento delle mafie.

Vi cito alcuni dati. Si registrano novantasette beni immobili confiscati definitivamente, di cui sessantatré in gestione all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati e trentaquattro che sono già stati destinati. Cinquantadue aziende sono state confiscate in Emilia-Romagna. Abbiamo siglato sedici accordi programma su beni immobili confiscati, cofinanziati grazie alla legge n. 3/2011, una delle leggi che rientrano in questo Testo unico.

Quindi, da dove partiamo? Partiamo da una profonda consapevolezza e da una serie di azioni che abbiamo già posto in essere nella precedente legislatura. Tutti noi sappiamo, infatti, che nella precedente legislatura abbiamo approvato tre leggi per contrastare il fenomeno delle infiltrazioni criminali e mafiose in questa regione, la legge n. 11/2010, che si occupa del settore edile e in particolare delle costruzioni a committenza pubblica e privata, la legge n. 3/2011, che è una sorta di legge quadro per il contrasto alle organizzazioni mafiose e criminali in questa regione, la legge n. 3/2014, che si occupa invece del contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore del trasporto e del facchinaggio.

Sempre nella precedente legislatura, abbiamo posto in essere una serie di altre azioni, tra le quali cito per tutte il protocollo di intesa di legalità per la ricostruzione delle zone colpite dagli eventi sismici del 2012. Cito altresì una serie di consulenze, formazioni e documentazioni offerte a favore di Amministrazioni locali e associazioni sul fenomeno delle mafie.

In questa legislatura possiamo dire che, nel programma di mandato del nostro attuale presidente Stefano Bonaccini, uno dei punti più importanti era proprio quello del contrasto alle organizzazioni mafiose e criminali e uno dei primissimi atti in Consiglio regionale, predisposto dal Gruppo consiliare a cui appartengo, il Gruppo del PD, è stata l’approvazione di una risoluzione per rafforzare ogni possibile azione per contrastare il fenomeno delle organizzazioni criminali e mafiose.

Sempre in questa legislatura abbiamo approvato un’altra legge, la legge n. 7/2015, che ci ha consentito di potenziare l’Osservatorio regionale e anche di istituire la Consulta regionale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso. Tale organo, che deve essere composto dalle migliori menti che in questa regione si occupano del tema, doveva assolvere intanto al compito di fornire una consulenza alla Giunta e in particolare al compito di predisporre un Testo unico per il contrasto alle mafie in questa regione, Testo unico che poi è stato realizzato grazie al lavoro della Consulta e della Giunta, Testo unico che oggi è alla nostra attenzione.

In questa legislatura la Regione Emilia-Romagna si è impegnata anche su altri fronti, non ultimo la costituzione di parte civile nel processo denominato “Aemilia”, che la Regione stessa, aspetto assolutamente rilevante dal punto di vista finanziario e soprattutto dal punto di vista simbolico, ha voluto che si celebrasse qui, anche se il Ministero della giustizia non aveva sufficienti fondi, utilizzando 748.000 euro del proprio bilancio proprio a tal fine, soldi che sono serviti per la copertura dei costi per l’allestimento di un’aula speciale per l’udienza preliminare.

Siamo arrivati a questo Testo unico. Perché la necessità di realizzare un Testo unico? Per razionalizzare gli interventi, per dare maggiore organicità alla nostra normativa e quindi fare in modo che tutte le norme che noi abbiamo già approvato entrino in un unico testo e per adottare nuovi strumenti che non avevamo previsto nelle norme precedentemente approvate.

Noi sappiamo che la Regione non ha poteri di ordine pubblico. La Regione può occuparsi solamente di prevenzione. Il Testo unico riprende la distinzione classica tra tipi di prevenzione che noi possiamo porre in essere: innanzi tutto la prevenzione primaria, che serve a prevenire i rischi di infiltrazione. Si tratta di azioni finalizzate a prevenire rischi di infiltrazioni nei territori dove queste non si sono ancora manifestate.

Poi c’è la prevenzione secondaria, ovvero azioni finalizzate a contrastare i segnali di infiltrazione o radicamento sul territorio, e infine la prevenzione terziaria, invece, che serve a ridurre i danni dell’infiltrazione o del radicamento delle mafie nel territorio dove queste infiltrazioni o radicamenti si sono già realizzati.

Il Testo unico, come dicevamo, ricomprende e razionalizza tutte le norme che abbiamo approvato nelle precedenti legislature e anche in questa legislatura.

È composto da 49 articoli, che presenterò per filoni.

Il primo filone importante è quello relativo alla legalità e cittadinanza responsabile.

Viene potenziato l’Osservatorio regionale, così come viene potenziata anche la Consulta regionale. Tra l’altro, nella Consulta regionale è prevista la presenza – nella legge precedente questa possibilità non c’era – di tutti i Capigruppo di maggioranza e minoranza di questa Assemblea legislativa, proprio perché riteniamo che il contrasto alle mafie debba essere davvero qualcosa nel quale tutti quanti dovremmo riconoscerci e al quale tutti dovremmo contribuire, indipendentemente dalla provenienza politica, dalla legittimità, dalla differenza delle idee politiche.

Questo è uno dei motivi per cui auspicherei davvero che questa legge venisse approvata all’unanimità da tutte le forze politiche, che, ripeto, hanno collaborato alla stesura di questo testo e che ringrazio nuovamente per l’apporto fondamentale e importantissimo che hanno dato.

Rispetto al tema della legalità e cittadinanza responsabile, la legge prevede i centri di documentazione che erano già previsti da leggi precedenti, in particolare dalla legge n. 3 del 2011. Prevede altresì la stipula di accordi con enti pubblici, che consentono tra l’altro di interfacciare le banche dati per fare in modo che i vari enti pubblici possano dialogare tra loro, scambiandosi informazioni.

Sono previsti, inoltre, rapporti con organizzazioni di volontariato e associazioni che hanno contribuito attivamente alla stesura finale di questo testo. Si prevedono rapporti con il mondo del lavoro, con le professioni e con le associazioni di categoria.

La legge prevede interventi formativi rivolti a tanti soggetti, ma in particolare ai dipendenti della pubblica amministrazione, come, per esempio, gli agenti di Polizia municipale che sono le antenne reali dei nostri Comuni sui singoli territori, soggetti che devono essere debitamente formati rispetto a tutte le azioni che si possono porre in essere nei confronti delle organizzazioni criminali e mafiose.

La legge individua la Giornata regionale della memoria e dell’impegno contro le mafie, già prevista nella legge n. 3/2011 e riportata in questo Testo unico. Il primo giorno di primavera, il 21 marzo, è la giornata in cui in questa regione si ricordano le vittime innocenti delle mafie.

Si inseriscono interventi relativi all’illegalità nella pubblica amministrazione e interventi che devono servire a prevenire anche i fenomeni corruttivi all’interno della pubblica amministrazione.

È disciplinata la lotta all’usura. Questa è una delle novità, non c’era nelle leggi precedentemente approvate. In questa legge un articolo si occupa specificamente di interventi per la prevenzione dell’usura, per riportare le imprese al credito legale, attuando una serie di azioni, ad esempio utilizzando il microcredito.

È inserito un articolo relativo alla prevenzione dell’usura connessa al gioco d’azzardo patologico. La Regione Emilia-Romagna negherà il proprio patrocinio a quelle manifestazioni dove vengono sostanzialmente sponsorizzati meccanismi di gioco d’azzardo, ancorché legali. Negare il patrocinio significa non contribuire in nessun modo dal punto di vista economico, visto che i contributi economici alle manifestazioni possono essere dati solamente nel caso in cui ci sia il patrocinio; senza patrocino nessun contributo può essere dato.

Sempre in merito al tema relativo alla legalità e alla cittadinanza responsabile, si prevede l’assistenza e l’aiuto alle vittime innocenti di mafia e alle vittime dell’usura e del racket.

Un altro grande tema presente in questa legge è quello relativo ai beni sequestrati e confiscati.

È un tema per noi assolutamente importante perché la rappresentazione plastica della vittoria dello Stato nei confronti delle mafie è proprio la possibilità non solo di sequestrare o confiscare un bene, ma di fare in modo che quel bene ritorni a tutti quanti noi, alla collettività. È la possibilità di farne un centro anziani, un centro sociale per ragazzi, un asilo nido, una biblioteca, qualcosa che la comunità può utilizzare. Il bene diventa così segno tangibile della reale vittoria dello Stato nei confronti delle mafie: far vedere alla cittadinanza che i beni che sono stati acquistati con proventi da attività illecite e criminali ritornano alla collettività.

All’articolo 19 prevediamo un tentativo di razionalizzazione e miglioramento nella gestione dei beni sequestrati e confiscati. Prevediamo anche il recupero dei beni immobili confiscati e l’utilizzo dei beni sequestrati per finalità sociali. Questa è un’assoluta novità di questa legge.

I provvedimenti che possono essere emessi dal tribunale sono il sequestro e la confisca. Il sequestro è un provvedimento provvisorio. Il sequestro è un provvedimento che potrebbe essere revocato, ma capita spesso che ci siano degli immobili sequestrati che rimangono abbandonati per anni, sino al provvedimento definitivo di confisca oppure di dissequestro. Noi prevediamo in questa legge la possibilità di utilizzare questi beni, anche temporaneamente, per fare in modo, nel momento in cui il tribunale assegna ai Comuni beni sequestrati, che i sindaci li possano utilizzare per le emergenze del loro territorio.

I sindaci si trovano a gestire emergenze abitative enormi. Pensiamo alle persone senza dimora che finiscono per strada, semplicemente perché licenziate, o donne con minori. I sindaci nella maggior parte dei casi non hanno immobili da utilizzare, anche per periodi transitori, per dare un tetto a queste persone. Con questo articolo la Regione Emilia-Romagna si impegna ad aiutare i Comuni, nel caso in cui vengano loro assegnati i beni sequestrati, a far sì che tali beni possano essere utilizzati per la cittadinanza, per la collettività nel momento in cui ci sono persone in difficoltà.

Prevediamo anche una serie di azioni per la continuità produttiva delle imprese sequestrate e confiscate e per la tutela occupazionale. Anche questa è una novità molto, molto importante inserita in questa legge: nel momento in cui un’impresa viene sequestrata e confiscata, infatti, spesso fallisce.

Esistono imprese che fallirebbero ugualmente, che sono delle cartiere, che servono solamente a riciclare denaro sporco, ma esistono anche imprese che potrebbero restare sul mercato.

La risposta dello Stato ai lavoratori di quelle imprese non può essere il fallimento dell’impresa. Se noi vogliamo mantenere una tutela occupazionale, dobbiamo fare un passo in più, uno sforzo in più per fare in modo che le imprese sane, ancorché acquistate da soggetti malavitosi o da persone colluse con organizzazioni criminali, restino sul mercato e quei lavoratori non perdano il posto.

Tra l’altro, su questo tema noi prevediamo una sezione specifica e tematica della Consulta: il tavolo regionale sui beni delle aziende sequestrate che si deve occupare proprio di questo tema, ipotizzando anche un possibile tutoraggio manageriale per quelle imprese confiscate che possono restare sul mercato, ma che in quel momento sono gestite da un avvocato, da un commercialista, da una persona che si trova nell’elenco apposito istituito dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, che magari, però, non ha le competenze manageriali necessarie per fare in modo che quella impresa, quell’azienda possa andare avanti sul mercato.

Altro grande filone di questa legge, il terzo, è quello relativo alla lotta alle mafie nei settori economici e nel mondo del lavoro. In questa legge prevediamo la promozione della responsabilità sociale delle imprese, la valorizzazione del rating di legalità e l’Osservatorio regionale dei contratti di lavoro, servizi e forniture, che deve lavorare in raccordo strettissimo con il nostro Osservatorio regionale.

In questa legge inseriamo una serie di misure previste nelle leggi precedenti su edilizia, costruzione, trasporto e facchinaggio, ovviamente aggiornate. Un elemento di assoluta novità è l’Osservatorio per la legalità nel settore commercio, turismo e pubblici esercizi, in collaborazione con la Camera di Commercio. Il cosiddetto “settore del terziario” è un settore a fortissimo rischio di infiltrazioni mafiose. Sono diverse le manifestazioni, lo abbiamo letto nelle varie inchieste. Ci sono negozi che battono scontrini solamente qualche minuto prima della chiusura, che servono, evidentemente, soltanto a ripulire il denaro sporco. Ci sono bar che cambiano ogni anno ragione sociale. Ci sono appalti molto ricchi nel settore del terziario. Immaginate soltanto un appalto di pulizia per un grande ospedale.

Bisogna tenere presente che su questo terreno è abbastanza difficile intervenire, perché molte competenze sono dei Comuni. Ad ogni modo, abbiamo scelto di inserire un Osservatorio, che abbia un rapporto con le Camere di Commercio, con le quali sia possibile scambiare dati, proprio per verificare anomalie nell’ambito del settore terziario del commercio e, in presenza di tali anomalie, immediatamente evidenziarle e denunciarle.

Un’altra novità prevista in questa legge riguarda il contrasto agli illeciti del settore agroalimentare, il contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura e il contrasto alle irregolarità nel settore dei trasporti di materiale derivante da attività estrattive e minerarie, tra l’altro, per la prima volta, con un meccanismo premiante. Se l’azienda invia i suoi dati nei termini previsti dalla legge avrà la possibilità di ottenere uno sconto rispetto all’IRPEF, la tassa da pagare per l’attività estrattiva.

Anche questa legge, come molte leggi che abbiamo approvato, prevede una clausola valutativa. Anche la legge n. 3/2011, di cui sono stato relatore, una legge – anche quella – costruita con l’apporto di tutta l’Assemblea legislativa, una legge che è stata considerata una delle migliori leggi, anzi la migliore legge regionale in Italia per il contrasto alle organizzazioni mafiose, aveva bisogno di una revisione. Anche in quella legge avevamo previsto una clausola valutativa, tant’è che l’abbiamo modificata con la legge n. 7, approvata lo scorso anno, migliorando l’operatività dell’Osservatorio e inserendo la Consulta.

Ogni legge deve essere valutata. Ogni legge, normalmente, viene redatta, scritta e approvata con le migliori intenzioni. La clausola valutativa serve proprio per verificare se attraverso la legge si sono ottenuti i risultati previsti o, in caso contrario, a introdurre migliorie. Anche in questo caso, la clausola valutativa serve per verificare se le nuove azioni e la razionalizzazione che in questo testo unico poniamo in essere producono effettivamente i risultati che abbiamo sperato e che vorremmo realizzare.

Sono stati presentati diversi emendamenti. Alcuni emendamenti presentati dalle minoranze sono stati già approvati in Commissione, mentre altri emendamenti verranno approvati oggi. Io ho presentato alcuni emendamenti, sostanzialmente, tecnici. Per esempio, c’è un richiamo all’ex articolo 25, oggi articolo 26, che viene semplicemente spacchettato per una migliore comprensione. Vi sono altri emendamenti che sono stati semplicemente migliorati dall’uso della normativa vigente, però sono emendamenti tecnici che non modificano in alcun modo il contenuto dalla legge.

Per il momento, mi fermo qui. Rinnovo l’invito a tutti i Gruppi presenti in questa Assemblea legislativa a valutare la possibilità di votare insieme questo testo, affinché diventi patrimonio comune nel contrasto alle organizzazioni criminali e mafiose in questa regione. Ne abbiamo bisogno. Sarebbe un bellissimo segnale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Mumolo.

La parola al relatore di minoranza, consigliere Rancan. Prego.

 

RANCAN, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Il progetto di legge in discussione oggi è di indubbia importanza. Su tutto il territorio regionale si è parlato tantissimo e si continua a parlare tantissimo di mafia e legalità, nel bene e nel male, senza citare Comuni sciolti per mafia e commissariati, come Brescello e Finale Emilia, che hanno portato a incentivare una discussione sui territori, che credo sia una cosa importante e assolutamente legittima, ma che non deve essere assolutamente oscurata né, tantomeno, tralasciata.

L’impegno riguardo a questo progetto di legge è stato notevole. Ringrazio il relatore di maggioranza per aver svolto un ottimo lavoro di condivisione. L’iter tecnico di questo progetto di legge è stato curato nei dettagli, partendo da un’udienza conoscitiva, anche se in tale udienza conoscitiva vi sono state alcune parti discordanti. Credo sia quello, fondamentalmente, il vero scopo di un’udienza conoscitiva, ossia ascoltare i territori. Inoltre, è stato svolto un lavoro sul territorio da parte di ognuno di noi, sia come relatori sia come singoli consiglieri, e sono state ascoltate le varie realtà territoriali in merito a questo progetto di legge.

Vi sono alcuni punti fondamentali e passaggi che vanno sottolineati. Colgo favorevolmente l’Osservatorio che è stato inserito in questa legge, così come colgo favorevolmente le clausole valutative. Credo che l’intero comparto utilizzato da una legge debba accuratamente essere valutato. A seguito dell’operazione, svolta dai consiglieri, di valutazione dei progetti di legge, è giusto che ci sia anche un organo preposto a fare questo, per cercare di essere più super partes possibile e vedere nel dettaglio le varie criticità che si possono rilevare sui vari territori.

Proprio parlando di territorio, però, bisogna far presente che uno dei cancri della mafia in Emilia-Romagna è quello dei soggiorni obbligati per chi viene ad abitare qui, in regione Emilia-Romagna, e ha commesso delitti criminosi oppure per i vari pentiti che si trovano sul nostro territorio regionale. Questo è un punto fondamentale. Sappiamo benissimo che diverse volte questi personaggi hanno arrecato problemi alla nostra comunità, e questo è un punto fondamentale – specificato in atti che abbiamo presentato oggi e che discuteremo nel dettaglio più avanti, durante l’esame dell’articolato – nel cui ambito andremo, fondamentalmente, a rimarcare la nostra posizione. Crediamo che questo sia un problema. Obiettivamente, come Regione Emilia-Romagna, dovremmo evitare sul nostro territorio l’insediamento di troppi di questi soggetti, che potrebbero costituire un rischio per la nostra sicurezza e la legalità del nostro territorio, obiettivo che il progetto di legge si pone nel merito.

Ringrazio per l’accoglimento di un nostro emendamento sulla condivisione e sul coinvolgimento delle aziende per quanto riguarda determinate questioni. Credo sia un buon segnale.

Quello che si vuol fare oggi è dare un segnale alla lotta alla criminalità. Credo che questo possa essere un segnale importante da parte di tutti. Noi, come Lega e, in questo caso, come relatore di minoranza, ci siamo. Ovviamente, è un tema molto importante. Qualsiasi criminalità deve essere condannata, dalle mafie alla lotta agli stupefacenti, all’immigrazione irregolare, a tantissime altre sfaccettature che devono e possono essere inglobate in questo progetto di legge.

Allo stesso modo, è importantissimo garantire la massima diffusione riguardo alla pericolosità della mafia e della criminalità e la promozione della legalità anche attraverso le nostre scuole, i nostri studenti, i nostri giovani ragazzi. Credo che anche questo possa essere importante, perché molti giovani vedono la mafia e la criminalità come un’entità molto astratta e che magari vedono molto lontana dai loro territori. Principalmente uno potrebbe dire che poiché fenomeni come la mafia o la ‘ndrangheta sono nati in un territorio molto lontano dal nostro, il nostro territorio non ne è inficiato. Invece, sappiamo benissimo che c’è, e purtroppo dobbiamo farci i conti tutti i giorni e cercare di combattere qualsiasi tipo di infiltrazione mafiosa sul nostro territorio.

Questa è una legge che ingloba, poi, vari provvedimenti, varie leggi precedenti. Io spero, e credo che comunque non sia così per quelli che sono stati fino ad oggi l’iter di questo progetto di legge e la volontà che ha spinto tutti a poter collaborare con questo progetto di legge, che non diventi solo un manifesto. Spero, quindi, concretamente, che si riescano a raggiungere degli obiettivi che possono portare a un rilievo concreto sul nostro territorio, di questo progetto di legge, che se approvato, diventerà legge.

Come ho fatto notare in Commissione, però, vi è una criticità, secondo noi, forte: beni confiscati alla mafia. Verranno utilizzati, come diceva il relatore Mumolo, per finalità sociali, e fin qui, pienamente d’accordo; anzi, magari si potrebbe incrementare la cosa. Noi abbiamo presentato anche un emendamento per far sì che determinati beni, magari, possano essere gestiti direttamente da associazioni senza scopo di lucro, per far vedere tranquillamente che si usano per fini sociali e per realtà sociali.

Quello che non condividiamo è il fatto che in queste finalità sociali venga ricompresa anche la gestione dell’accoglienza e la gestione dei profughi. Quando però un bene confiscato alla mafia va a finire in mano – passatemi l’espressione un po’ profana – di chi gestisce l’accoglienza, ovviamente viene tolto ad altri, perché magari c’è qualcun altro che comunque ne avrebbe bisogno. Secondo noi non è opportuno includere nella gestione dei beni confiscati anche quelli che vengono definiti vittime delle tratte, in questo progetto di legge, che poi sono, fondamentalmente, quelli che vengono chiamati comunemente richiedenti asilo, in attesa di status di riconoscimento di rifugiato politico.

Per questo abbiamo presentato un emendamento per cercare di ovviare, di limitare, di eliminare questa problematica. Obiettivamente, ci sembra una misura forse eccessiva. Comunque, nella discussione dell’articolato andremo a specificare meglio quali sono le nostre ragioni.

Credo che ci sia stato l’impegno da parte di tutti. Credo che comunque una discussione che verrà anche nei prossimi minuti sviscerata più nel dettaglio, possa essere costruttiva, magari anche per limitare e delimitare i vari problemi.

Quanto agli ordini del giorno che abbiano presentato, ce ne sono tre: parlo partendo dai primi due che sono stati presentati, perché ovviamente bisogna riconoscere anche determinati dati, che sono già stati fatti rilevare anche da una parte che non è la mia, in quest’Aula.

Nella relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo del febbraio 2016 si legge “i risultati investigativi e processuali hanno, allo stato, raggiunto un importante traguardo smascherando il fenomeno criminale presente da anni ed operativo in molte zone del territorio, essendosi la ‘ndrangheta insinuatasi in tutti i settori della vita economica e sociale, gestendo il potere attraverso una fitta rete di rappresentanti, in grado di soddisfare determinati interessi legali con più efficienza”. È chiaro che ovviamente è giusto promuovere, in questo caso, la cultura della legalità. Ma il punto centrale è che come è noto, le associazioni di stampo mafioso possono usufruire degli immensi proventi derivanti da attività illecite quali sfruttamento della prostituzione, quale traffico degli stupefacenti. E allora bisogna cercare di scalzare quelle imprese che concorrono legalmente sul mercato e che ovviamente sono legate alla parte di ‘ndrangheta e di mafia. È per questo che abbiamo presentato un primo ordine del giorno, dove si cerca di dare sostegno alla piccola e media impresa, incentivando in particolare il credito nei confronti di quelle imprese che oggi troppo spesso vedono preclusi i canali di accesso al credito e devono magari ricorrere a questioni che non sono proprio simpatiche: questo è il primo.

Altro ordine del giorno: emerge, per esempio nel rapporto regionale sull’immigrazione dell’anno 2015, che l’Emilia-Romagna è la regione con il maggior numero di immigrati in rapporto alla popolazione autoctona: questo deve essere reso noto. Quindi, bisogna cercare anche qui di attivare delle manovre che possano essere coerenti con la nostra politica. Bisogna dunque includere non solo quelle mafie in senso stretto, ma anche magari quella cinese, che troppe volte concorre illegalmente sul nostro mercato, concorre in maniera poco corretta sul nostro mercato.

L’articolo 25 del Testo unico che stiamo esaminando oggi, significa anche rendere disponibili però effettivamente degli enti di vigilanza preposti, anche tutte le informazioni relative alla violazione delle norme in materia di sicurezza. Questo ordine del giorno quindi è un rafforzativo di quello che viene poi specificato nel Testo unico.

Vi è poi la questione cooperative. Faccio un esempio: il Consiglio regionale della Lombardia ha votato un progetto di legge (n. 2130 del 2015) per contrastare il fenomeno delle false cooperative e ottenere, cito testualmente “la loro cancellazione dall’albo delle cooperative italiane istituito presso il Ministero dello sviluppo economico”. Credo che questa possa essere una presa di posizione molto utile e molto performante. Se l’Emilia-Romagna, la nostra Regione, si facesse promotrice presso il Governo nazionale dell’approvazione della suddetta proposta di legge, potrebbe essere un segnale forte per dire: va bene, cooperative; cerchiamo però di dare un segnale che le false cooperative possano, in una determinata maniera, essere segnalate al Ministero competente, all’organo competente. Poi vi è ovviamente un ordine del giorno che riguarda le misure di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e dell’obbligo di soggiorno, per far sì che queste siano disposte esclusivamente in un Comune individuato dall’Autorità giudiziaria fra i Comuni della Regione di iniziazione dell’attività criminale e i luoghi di soggiorno protetto, per collaboratori di giustizia. Devono essere individuati in modo da evitare il più possibile che gli stessi collaborino esercitando attività illecite. Quindi, serve anche un controllo maggiore sul territorio di chi viene messo comunque, e che i nostri Sindaci possano sapere prima chi arriva sul proprio territorio, così da avere monitorata la situazione.

Questi fondamentalmente sono ordini del giorno, emendamenti che andremo a discutere nel dettaglio più avanti. Io rimango comunque convinto che si debba dare un segnale da parte della politica, per far sì che vengano promosse la cultura della legalità e anche la cultura della criminalità anche nei nostri giovani, per il contrasto soprattutto ad attività che sono alla portata di tutti.

Il più grande, più che unico, perché due o tre li ho dati, appunto che posso fare a questo progetto di legge, è che possano essere consentiti a chi gestisce l’accoglienza, i beni confiscati alla criminalità organizzata. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

È così finita la parte dedicata alle relazioni.

Apro il dibattito generale. Ogni consigliere ha venti minuti a disposizione.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Sul territorio emiliano-romagnolo le profonde trasformazioni sociali ed economiche di questi ultimi anni hanno comportato una crescente richiesta di sicurezza, di legalità e di lotta alla corruzione da parte dei cittadini. Garantire la legalità e la sicurezza per i cittadini costituisce la base della libertà ed è anche il pieno fondamento per lo sviluppo e la realizzazione di ogni individuo.

La lotta alla criminalità organizzata è stata a lungo vittima di pregiudizi, soprattutto a queste latitudini, divisioni direi superficiali, la più famosa delle quali è quella che ci siamo detti più volte all’interno di questa Assemblea legislativa, presto Consiglio regionale, ossia quella che propone che il crimine organizzato sarebbe una realtà insediata soltanto in alcune aree, mentre altre ne sarebbero escluse, in virtù di un loro statuto speciale di aree per sempre escluse, perché avrebbero gli anticorpi giusti per difendersi in automatico, senza un intervento e senza una piena consapevolezza, richiesta anche alle Istituzioni politiche, non certamente soltanto alla Magistratura, di quello che sta succedendo e di come le infiltrazioni avvengano gradualmente, fino a farsi radicamento.

La rilevanza poi assunta dall’operazione Aemilia ha aperto gli occhi a tanti. È stata portata a termine con successo dall’Arma dei Carabinieri contro la ‘ndrangheta e, più in generale, contro la malavita organizzata e ha messo in luce la presenza di un fenomeno che altro che all’inizio dell’infiltrazione, ma pienamente radicato in questo territorio, fenomeno che può essere ormai descritto non soltanto in fase di profondo radicamento, ma in fase di consolidamento, in una fase addirittura di entrata in quella che in Commissione abbiamo definito la “zona grigia”, in cui diventa difficile ancora distinguere chi è in cabina di regia, considerato che a volte sembra che addirittura le mafie non siano più in cabina di regia e che la vera potenza della mafia sia al di fuori della mafia stessa. D’altronde, una volta che l’infiltrazione diventa radicamento e consolidamento, non si può escludere dalle responsabilità anche politiche le Istituzioni locali.

Le inchieste della Magistratura e le operazioni delle Forze dell’ordine, che si susseguono sempre più spesso e che coinvolgono anche soggetti residenti nel territorio regionale, avrebbero dovuto - ci pareva - ingenerare una risposta politica forte, non soltanto una risposta di mera solidarietà o di una, pur comprensibile, incentivazione alla diffusione di una cultura dell’anticriminalità. Crediamo, quindi, che la politica regionale avrebbe dovuto reagire e agire in un modo straordinario, mettere in campo nuovi strumenti, strumenti sfidanti, e nuove norme a integrazione di quelle che pure già esistono.

Il Movimento 5 Stelle da sempre è interessato a fare della legalità un tema al centro dell’agenda politica. Infatti, nel 2011 siamo stati la prima forza politica a presentare in Emilia-Romagna un progetto organico di contrasto a tutti i fenomeni di criminalità e di corruzione che abbracciavano tutti i settori economici.

Nell’attuale legislatura abbiamo depositato, per primi, un progetto di legge che prevedeva nuove norme in materia di contrasto al fenomeno della criminalità organizzata e al fenomeno mafioso e vari atti volti a sostenere una Consulta regionale sulla legalità, un Osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata e anche una Commissione interna al Consiglio regionale in cui ci si potesse finalmente dedicare a temi relativi alla legalità, all’antimafia e all’anticorruzione. Siamo stati, appunto, i primi a chiedere prima una Commissione speciale d’inchiesta per il contrasto alla malavita organizzata e la promozione della legalità, e sulla stessa linea si sono poste successivamente anche altre forze politiche di opposizione. Siamo stati, però, gli unici a presentare un progetto di legge organico, a maggio 2015, che aveva ad oggetto l’istituzione di una Commissione regionale per la promozione della cultura, della sicurezza e della legalità e per il contrasto a ogni forma di criminalità organizzata.

Buona parte di queste attività partono da molto prima della rilevanza assunta dal processo Aemilia, ed effettivamente l’attività era partita dall’analisi della legislazione precedente e dai vuoti che la legislazione precedente aveva lasciato in termini di ogni contrasto possibile, ogni risposta politica possibile da parte della Regione Emilia-Romagna e del Consiglio regionale rispetto al fenomeno della criminalità organizzata, già radicato in regione, quando ancora si parlava di anticorpi e infiltrazioni semplici.

Non possiamo, però, non dare alla Giunta il merito di aver saputo cogliere la bontà delle nostre proposte su questo tema e anche di aver colto ciò che stava succedendo sul territorio regionale. Però, non possiamo neanche non rilevare che è mancato il coraggio per incidere realmente, e riteniamo, tuttavia, che i compiti non siano finiti.

La politica regionale, a prescindere dal Testo unico che oggi va in approvazione, deve agire in modo reattivo e straordinario, saper mettere in campo nuovi strumenti e anche nuove norme a integrazione di quelle già vigenti. Tra questi, insistiamo e ribadiamo l’importanza di dotarci di una Commissione consiliare regionale che possa promuovere sicurezza e legalità.

Di fronte alla crescente minaccia del crimine organizzato transnazionale, il Parlamento europeo ha già attivato una Commissione speciale contro il crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio dei proventi illeciti. Tale Commissione ha il compito di studiare il fenomeno delle mafie a livello di Unione europea, di trarne dei dati analizzabili e di indicare, di conseguenza, misure di prevenzione e di contrasto. Dopo diciotto mesi di lavoro, la Commissione ha elaborato una risoluzione che rimarca come le mafie stiano effettivamente assumendo sempre di più una forte connotazione imprenditoriale, quella - dicevamo - che rende ormai obsoleta la definizione di mafia come staccata da ogni possibile sponda all’interno dell’imprenditoria locale, delle sfide del mercato e addirittura delle Istituzioni politiche. È una mafia che si dota, ovviamente, dei migliori consulenti, che accetta le sfide del mercato e, addirittura, a volte riesce anche a incidere su quel crinale labile che sta tra legalità e illegalità in modo grigio e a commissionare, come leggiamo a volte rispetto alle inchieste che finiscono sui giornali, bandi che vengono confezionati su misura, per cui all’apparenza tutto appare regolare, però di fatto i contatti con chi poteva indirizzare, chi poteva contribuire al consolidamento delle stesse cosche vengono presi a monte.

A livello nazionale, la prima proposta di una Commissione parlamentare risale al 14 settembre 1948, addirittura. Il nostro progetto di legge oggi è in abbinamento rispetto al Testo unico sulla legalità ed è un progetto di legge a cui teniamo particolarmente, perché non vorremmo perdere l’occasione, e poi vedere che la Commissione in realtà più avanti verrà effettivamente approvata, di dare un’approvazione unanime a qualcosa che può essere anche un’ottima occasione di confronto regolare rispetto ai territori e alle esigenze dei territori e a una consapevolezza che, per fortuna, si va diffondendo sempre di più.

La Commissione parlamentare è divenuta, nel susseguirsi delle diverse legislature, uno degli attori istituzionali della lotta alle mafie, pur con i suoi limiti, e ha svolto effettivamente un’attività anche di comprensione e di indagine del fenomeno e un ruolo essenziale nello studio dell’evoluzione dello stesso. Essa ha favorito, quindi, la crescita della coscienza civile del Paese.

Allora, in un momento in cui stiamo ancora a dibattere - ricordo uno dei pochi emendamenti che sono stati accolti in Commissione sul semplice avvicendamento terminologico tra “infiltrazioni” e “radicamento”, ripeto, accolto, anche se ci sono ancora delle oscillazioni - all’interno dei palazzi politici se sia infiltrazione, se sia radicamento, a quale stadio sociologico siamo, fuori i fatti e anche i fatti criminosi vanno molto più veloci di noi e vanno molto più veloci di queste analisi. Non credo, infatti, sia compito tanto dell’Istituzione fare soltanto diffusione di cultura o analisi sociologica - a questo pensano le istituzioni universitarie – quanto agire in luoghi preposti, creare luoghi preposti, senza paura di appannare delle immagini, senza paura di contribuire ad avviare consapevolezze serie in cui politici democraticamente eletti discutano su come dare risposte politiche più efficaci in tema di antimafia e anticorruzione. Quindi, non tanto sciorinare in Commissione ottimi manuali od ottimi studi sulla fenomenologia della criminalità organizzata oggi, quanto agire e proporre e approvare proposte politiche ragionevoli, che vengono anche dai Gruppi di opposizione. E questa noi la riteniamo una proposta politica ragionevole, anzi in leggero ritardo, però decisamente importante.

Ricordiamo ancora - l’abbiamo già ribadito - le parole addirittura della presidente della Commissione parlamentare antimafia, che non è certo un membro del Movimento 5 Stelle, quando, non più tardi di un anno fa (mi pare), disse: “Ci auguriamo che in ogni regione e in ogni capoluogo venga istituita una Commissione permanente antimafia”. Quindi, addirittura più di quello che facemmo noi quando proponemmo la Commissione d’inchiesta, ma quello che di fatto si propone oggi con il nostro progetto di legge in abbinamento. La presidente proferì queste parole a margine del convegno “Il contrasto alle mafie nella dimensione parlamentare, regionale e locale”, incontro promosso dalla Commissione nazionale, a cui parteciparono anche il presidente della Repubblica e gli organismi impegnati sia nel contrasto alla criminalità organizzata che nella gestione dei beni confiscati alle mafie, questione poc’anzi richiamata dal consigliere relatore di maggioranza, già costituiti presso Consigli regionali di altre Regioni, come la Lombardia, l’Umbria e il Lazio, ma anche Comuni, come Torino, evidentemente più incisive e più disposte - lo abbiamo visto scorrendo altre leggi regionali, mentre analizzavamo il Testo unico proposto oggi per la Regione Emilia-Romagna -, a indicare nuove strade, senza timore di dover far fronte a impugnazioni o a difficoltà di questo tipo e quindi, per il bene dei propri territori, anche disposti a sfidare le competenze del Governo centrale dove questo si renda necessario per la tutela della piena legalità di un territorio che in questo momento è evidentemente minacciato sotto tutti gli aspetti, ed è quello della nostra regione.

Alla luce di tutto ciò ci aspettavamo che questa volta la proposta del nostro Gruppo consiliare venisse accolta e invece, seppure ci sembra non manchi, anche nella maggioranza, qualche opinione favorevole, temo che assisteremo all’ennesima bocciatura.

Riteniamo comunque opportuno che la politica si riappropri del suo ruolo nella lotta alla criminalità organizzata e ai fenomeni corruttivi e più in generale all’affermazione di un principio di legalità nei fatti e non soltanto nella sociologia delle cause, cessando il processo per cui in questo campo si delega sempre tutto, si preferisce delegare tutto alla magistratura e poi si agisce a posteriori rispetto a quello che la cronaca ci spinge a fare.

Nelle competenze della Commissione proposta oggi avevamo tenuto insieme il contrasto alla criminalità e quello alla corruzione, ritenendo che i due fronti non vadano tenuti distinti e che questo aiuti e faciliti il principio di affermazione di legalità tenuto conto, appunto, che attraverso i fenomeni corruttivi, la criminalità organizzata condiziona molto spesso le Istituzioni e la politica.

È attraverso quel fenomeno nuovo che ho ricordato all’inizio del mio intervento che le mafie si presentano in Regione Emilia-Romagna, cioè già un aspetto di compenetrazione rispetto a Istituzioni politiche, rispetto a tessuti imprenditoriali che in qualche modo stanno a cavallo tra il parlare anche con membri della criminalità organizzata e la possibilità poi di ottenere delle volte persino appalti pubblici.

Ci sembra, quindi, il caso di dare una sistematizzazione come quella che verrà data oggi a norme precedenti, ma poi di riacquisire coraggio, sfidare anche il Governo quando non ci sia magari la piena coscienza di cosa sta succedendo in questo territorio, che è quella che, invece, è sotto gli occhi di tutti e poi procedere velocemente verso l’approvazione di un luogo in cui anche i consiglieri della Regione Emilia-Romagna possano affrontare regolarmente queste tematiche e non soltanto un paio di volte l’anno in aula o all’interno di una Consulta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Ne ho facoltà, grazie.

Voglio ringraziare per la pazienza che ha dimostrato il relatore di maggioranza Mumolo, così come per la precisione che ha espresso nell’esame dell’articolato il relatore di minoranza Rancan.

Personalmente non sono mai stato entusiasta dei paladini dell’antimafia, perché ho avvertito, ho letto in più occasioni e penso anche di aver capito, il messaggio che Leonardo Sciascia aveva lasciato in prima pagina sul Corriere della Sera qualche decennio fa, esattamente il 10 gennaio del 1987.

Tuttavia, visto che del tema ci si occupa sotto il profilo legislativo, e mi auguro che questo paziente lavoro nostro non abbia a decadere da qui a qualche settimana, per una inconciliabilità delle leggi regionali con il nuovo dettato costituzionale se entrerà in vigore, debbo tuttavia osservare che uno sforzo per rendere sicuramente migliore la legislazione precedente è stato fatto. È uno sforzo anche in relazione ad alcuni fatti per i quali, però, mi permetto di dire che la strumentalizzazione politica che ne vuole esser data mi vede totalmente contrario.

Un paio d’anni fa in questa sede difendevo la posizione non di esponenti del mio partito, ma di Forza Italia, arrestati nel blitz antimafia. Ve lo ricorderete. C’era addirittura una pubblicazione della Regione, fatta con i soldi della Regione, che ho qui con me e che pubblicava l’elenco degli arrestati, capi d’accusa, le intercettazioni. Spero che per quel principio di parità, di lealtà e di doverosa informazione, che dovrebbe stare alla base di una vera lotta alla mafia, si voglia riconoscere a coloro i quali prima con ordinanza del Tribunale della libertà che ha annullato le ragioni degli arresti e poi con sentenza di primo grado sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

Dico questo a livello anche di altri amministratori, che indipendentemente dai provvedimenti del Ministero dell’interno, che è altra cosa, possono essere stati tacciati di collusione con attività mafiose e che magari, da qui a qualche anno, come persone e come singoli, attenzione, non come altro, magari saranno del tutto riconosciuti estranei a questa materia, perché se si gioca all’antimafia con la politica ci si scotta.

Io penso che se si vuole fare una corretta politica neanche di antimafia, di contrasto alle varie attività criminali che ci sono sul territorio, dobbiamo sforzarci tutti di rendere: a) le leggi più chiare, b) le regole più trasparenti, c) evitare quei vasti atti di intermediazione che sfuggono spesso alla politica e di cui la politica poi diventa, spesso e volentieri, vittima.

Quando si approva una delibera in Consiglio comunale, l’80 per cento della delibera è supportata da autorevoli pareri di regolarità tecnica e di regolarità contabile dei dirigenti. Possiamo pensare che veramente un Consiglio comunale abbia voglia di contrastare il parere dei dirigenti, quando magari alcuni dei consiglieri neanche hanno le conoscenze per poterlo fare pur avendo l’autorevolezza per fare i consiglieri?

Mi permetto solo di fare un’osservazione, e lo dico anche al consigliere Mumolo che garbatamente, peraltro, si è sempre rapportato con tutti cercando di ascoltare le ragioni di tutti, il che non è poco, in politica e nelle Istituzioni, ma a mio avviso è abbastanza forzata l’idea che i beni sequestrati possano essere temporaneamente dati ai profughi.

Lo dico perché, a mio avviso, è un vulnus pesante di questa legge e non aggiungo anche agli sfrattati perché sembrerebbe di voler mettere sullo stesso piano i secondi con i primi.

Come voi sapete, me lo insegna il consigliere avvocato Mumolo, c’è una pesante differenza tra i beni confiscati e i beni sequestrati. Mentre io penso che sul piano dei beni confiscati nulla osti a tutto quello che è proposto nella legge, sulla base dei beni solo sequestrati vi possono essere delle brutte sorprese nel medio-lungo periodo, perché se un’Amministrazione comunale si incanalasse lungo questa strada e decidesse, anche con fondi regionali, di sistemare, ad esempio, un condominio sequestrato e al primo stormir di fronde, magari dopo la sentenza di secondo grado, l’operatività del sequestro viene meno, che cosa si fa?

Questa è una riserva che io avanzo, di ordine meramente tecnico, per evitare il più possibile di considerare già acquisito a patrimonio dello Stato o della Regione ciò che è ancora oggetto di valutazione da parte di un giudice che dovrebbe essere terzo.

Aggiungo una considerazione, in ogni caso. A mio avviso, se si volesse fare un’operazione di questo tipo, nulla vieterebbe, essendovi persone deputate a gestire quel patrimonio nella fase transitoria, di prevedere un tipo di convenzione all’interno della quale, se il bene è confiscato, lo si tratta da bene confiscato; se, invece, il bene è dissequestrato, lo si tratta come un bene – attenzione – oggetto comunque di convenzione, quindi nella disponibilità del soggetto pubblico che, nel frattempo, l’ha avuta.

Dico questo perché, diversamente, se si operasse successivamente al sequestro con la retrocessione del bene, rischieremmo di dover attivare una procedura per indebito arricchimento nel momento in cui interveniamo su una proprietà altrui, facciamo delle spese, questa attività viene messa a norma e la retrocessione opera nel soggetto che, in quel momento, pativa il sequestro, ma che oggi lo ha nella piena disponibilità.

Consigliere Mumolo, mi consenta questo passaggio su una procedura. Lei sa, sicuramente meglio di me, formulare tecnicamente in norma quello che io espongo come principio. Trovando una modalità in base alla quale il bene, se oggetto di sequestro, non viene perso come gestione da parte del Comune o della Regione, ma cambia soltanto il titolo in ragione del quale può proseguire l’attività, si compirebbe un grosso passo in avanti per rendere – mi dispiace usare un termine brutto, ma non me ne viene in mente uno migliore – “produttivo” un bene che, diversamente, sarebbe lasciato all’ammaloramento, quindi, probabilmente, oltre che al deprezzamento, anche al venir meno della ragione originaria per la quale era stato costruito.

Lasciatemi aprire una parentesi riferita ai profughi. Non dobbiamo contraddirci rispetto a quanto è stato detto nel question time poc’anzi. Se è vero che un’attività criminale può costruire dove meglio ritiene o dove vengono concesse le autorizzazioni, se per puro caso vi fossero due alberghi costruiti e sequestrati a Tabiano, metteremmo anche i profughi in quei due alberghi, nonostante poc’anzi sia stato detto che 150 profughi, rispetto a 500 abitanti, non hanno una soluzione logica sotto il profilo della collocazione? Non delle persone collocate. Della collocazione.

Debbo dire che alcune esperienze sono state positive, non solo nella nostra regione, ma nel territorio nazionale, rispetto a un utilizzo diverso di beni sequestrati alla mafia. Abbiamo avuto anche aziende che sono state messe in piedi grazie ad attività pregresse e che, pur con alcune difficoltà iniziali, inevitabili, oggi forniscono un contributo positivo per trasformare ciò che era oggetto di reato in ciò che, oggi, è oggetto di impegno civico. Non mi pare poco.

Concludo con due osservazioni. La prima riguarda un tema che, probabilmente, è troppo estremo per alcune valutazioni. Io considererò sempre e comunque innocente una persona fino a sentenza definitiva. Non mi iscrivo, quindi, al partito di coloro i quali – e lo dissi in tempi non sospetti – già iniziano a pretendere le dimissioni, soprattutto di chi fa politica, con un avviso di garanzia. Come sapete, se si vuole infamare una persona e la si vuole mettere alle corde, il metodo da seguire è quello di mandarle un avviso di garanzia; magari, arriva dopo due anni di indagine, perché l’indagine è stata condotta nei confronti di soggetti non identificati.

Sulla mafia, evidentemente, è necessaria un’attenzione diversa. A mio parere, un’attenzione diversa la deve prestare anche la politica. Anche noi, come amministratori ai vari livelli, forse, in alcune occasioni, abbiamo sottovalutato un certo allargamento di attività economiche in mano a soggetti sui quali, probabilmente, vi era qualche sospetto, ma non vi erano prove. Alla luce di alcune indagini, va posta un po’ più di prudenza da parte di tutti gli amministratori, di tutti i colori, nei confronti dei prestigiatori che, stranamente, riescono a disporre o riuscivano a disporre di liquidità notevoli, pur non avendo alle loro spalle una storia imprenditoriale in grado di giustificare tali disponibilità.

In conclusione, ritengo che, piaccia o non piaccia all’esterno, questa Assemblea debba dare dei segnali. Questo è un segnale. È un segnale rispetto a chi pensava di prendere alcuni casi limite per fare un’equazione che non esiste tra politica e malaffare. Lo dico per questi casi, ma lo dico anche per altri casi. Puntualmente vedo che sono rimaste in poche le televisioni che, per fare audience, continuano a ricordare i 581 consiglieri regionali indagati. Forse, sarebbe più opportuno iniziare a dire che la metà è stata assolta andando a giudizio. Se una assoluzione c’è, almeno la si faccia valere per come è stata pronunciata nel contraddittorio delle parti e davanti al giudice di merito.

Io non penso, quindi, che ci sia un’equazione di questo tipo, e la rifiuto. È una legge che, comunque, dà un segnale all’esterno, forse anche a qualcuno che riteneva che la politica fosse troppo debole per dare una risposta. Quel qualcuno, probabilmente, qualche delusione ce l’ha. A mio avviso, la chiave non è rappresentata dalle norme e dai tecnicismi, ma innanzitutto dalla volontà di reagire, di dichiararsi non impotenti, di dire che se c’è un tavolo da ribaltare la politica lo ribalta, anche lasciando sul campo qualche proprio soldato che, ahimè, pensava di poter servire al tempo stesso Stato e antistato.

Queste sono le ragioni che mi portano a dire che se trovassimo una soluzione per quanto evidenziavo, anche a livello – se non normativo – di ordini del giorno, in grado di andare su questa strada, non avrei particolare difficoltà a condividere un impianto legislativo che, anche con il contributo della Commissione, dei consiglieri che hanno partecipato ai lavori e con l’attenzione prestata dai due relatori, a mio avviso, è anche migliorato rispetto al testo originariamente consegnatoci.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Prego, consigliera Ravaioli.

 

RAVAIOLI: Grazie, presidente. Anch’io mi associo ai ringraziamenti rivolti ai relatori, alla Giunta, all’assessore Mezzetti e mi associo alle parole dei colleghi che hanno espresso grande apprezzamento per il Testo unico che oggi andiamo ad approvare.

È un provvedimento che, come è stato detto, è il frutto di un lungo lavoro, realmente partecipato tra forze sociali, economiche, sindacali, associazioni di categoria, rappresentanti delle Istituzioni, e che ha ricevuto, merita ricordarlo, il plauso del presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, il quale ne ha enfatizzato il potenziale ruolo di apripista e di riferimento anche per altre Regioni.

È quindi un traguardo importante, certamente in termini di semplificazione e di razionalizzazione del corpus normativo esistente, che andiamo ad inquadrare in un contesto più organico, ma un traguardo importante anche per ciò che riguarda i significativi elementi di innovazione che vengono introdotti, dal maggior controllo sulla gestione degli appalti, alla sicurezza sul lavoro, dalla tutela occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende interdette o confiscate, alla gestione e al riutilizzo dei beni confiscati, dal sostegno alle vittime del racket, al contrasto all’usura e al gioco d’azzardo patologico.

È proprio su questo aspetto che voglio soffermarmi, il tema delle ludopatie, della dipendenza dall’azzardo, che sempre più pervasivamente si sta insinuando nel nostro tessuto sociale, con conseguenze gravissime sul piano sanitario, come su quello relazionale e familiare, conseguenze che sono naturalmente accentuate fortemente dalla crisi economica e occupazionale degli ultimi anni.

Quando parliamo di ludopatia, facciamo riferimento a un fenomeno che è in costante crescita, e che costituisce ormai una piaga per le nostre comunità. È un fenomeno che occorre affrontare in maniera celere, in maniera seria, senza tentennamenti, e soprattutto senza la schizofrenia che troppo spesso, specie sul versante nazionale, ci costringe ad assistere a qualche debole intervento di prevenzione, ma molto più spesso, a campagne promozionali che incitano convintamente al gioco e alla vincita facile.

Si tratta di un fenomeno in crescita anche sul nostro territorio. Pensiamo che nel 2015 sono stati 1.300 i soggetti con patologia in carico ai circa quaranta punti di trattamento regionale; prendendo in considerazione il periodo dal 2010 al 2014, l’incremento sull’utenza del SERT per il gioco d’azzardo patologico, è stato del 120 per cento, quindi un tema delicatissimo su cui con grande lungimiranza l’Emilia-Romagna è stata proprio fra le primissime Regioni che è intervenuta già nel 2013, con la legge n. 5, finalizzata a mettere in atto misure di informazione, di sensibilizzazione, di prevenzione e di contrasto rispetto alla dipendenza dall’azzardo.

Oggi, in questo Testo unico sulla legalità, va a puntare ulteriormente l’attenzione sulla necessità di prevenire il ricorso all’usura da parte di quei ludopatici che venendo a trovarsi in uno stato di indebitamento permanente (stato che tra l’altro molto spesso va purtroppo ad abbattersi su soggetti in condizioni socioeconomiche già precarie e disagiate), incorrono in questo ulteriore grave problema, divenendo vittime di questa speculazione odiosa.

Il Testo unico, quindi, in coerenza con i princìpi espressi dalla legge n. 5 del 2013, individua una serie di azioni molto importanti sul versante della prevenzione: la diffusione della cultura dell’utilizzo responsabile del denaro; la formazione specifica degli operatori dei servizi di assistenza e di presa in carico delle persone affette da dipendenza; la collaborazione permanente di questi servizi con le associazioni e i centri antiusura; la definizione di accordi di programma con Enti pubblici, proprio per realizzare, anche attraverso l’erogazione di contributi, iniziative a sostegno delle vittime dell’usura, supportandole anche nei percorsi di assistenza legali; infine, la promozione dell’assunzione, da parte dei Comuni, di previsioni urbanistiche che anche sotto il profilo della localizzazione delle sale da gioco, vadano proprio nella direzione di tutelare, con un’attenzione specifica, le fasce più a rischio.

Su questo punto va ad insistere un emendamento significativo, che anticipo e che presento in questo intervento in discussione generale. È un emendamento che mi vede come prima firmataria, ma che è il risultato di un lavoro corale, soprattutto trasversale, per il quale, oltre ai colleghi del mio Gruppo, in particolare i colleghi Montalti, Bagnari e Mumolo, vorrei ringraziare il collega Andrea Bertani, che oggi non è presente ma con cui abbiamo condiviso il percorso di definizione di questo emendamento, e i colleghi che poi hanno voluto sottoscriverlo, a dimostrazione proprio che su certe battaglie che hanno a che fare con il bene comune, davvero è possibile compiere un passo indietro rispetto alle casacche e alle appartenenze e fare squadra per raggiungere un obiettivo condiviso. Un obiettivo su cui, però, voglio rimarcare l’impegno chiaro del Partito Democratico, che si è esplicitato anche nell’individuazione del fondo destinato ad incentivare gli esercizi slot free e gli esercenti che hanno scelto di dismettere gli apparecchi da gioco dalle proprie attività, così come nella presentazione di una recente risoluzione, relativa proprio alla necessità di individuare una distanza minima delle sale da gioco e degli esercizi con apparecchi da gioco rispetto a luoghi sensibili.

Tale principio oggi andiamo a concretizzare con questo emendamento. L’emendamento va a modificare la legge n. 5 del 2013, vietando l’esercizio delle sale da gioco e delle sale scommessa, nonché l’installazione di nuovi apparecchi per il gioco d’azzardo lecito, i locali che si trovino ad una distanza inferiore a 500 metri da luoghi sensibili (quindi scuole, ospedali, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali operanti in ambito sociosanitario, luoghi di aggregazione giovanile e oratori), dando naturalmente ai Comuni, poi, la facoltà di individuare altri luoghi sensibili, tenendo conto del tema della sicurezza urbana.

Dunque, 500 metri come distanza minima dalle sale da gioco, dalle sale scommesse e dagli esercizi con apparecchi da gioco, rispetto ai luoghi sensibili, frequentati da categorie sociali maggiormente a rischio, a cominciare dai più giovani, per mandare un messaggio chiaro, contrastando i rischi connessi al gioco d’azzardo, in particolare per chi deve essere più tutelato, e favorendo un percorso serio e concreto di prevenzione delle ludopatie, un percorso a cui oggi la Regione Emilia-Romagna può aggiungere un altro tassello, grazie all’approvazione di questo emendamento che mi auguro possa ottenere la più ampia condivisione possibile.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Ravaioli.

Non avendo più nessun iscritto in discussione generale, chiedo ai relatori se vogliono intervenire per la replica.

Prego, consigliere Mumolo.

 

MUMOLO: Grazie, presidente, davvero pochi minuti. Il dibattito è stato molto costruttivo, come è successo nelle altre occasioni, in Commissione e durante l’audizione.

Due parole sulle perplessità manifestate sull’attuale articolo 19. Mi rivolgo sia al consigliere Rancan che al consigliere Foti, perché sono perplessità legittime, di cui abbiamo discusso. Propongo un’interpretazione con una modifica che potrebbe venire incontro alle vostre perplessità. L’articolo 19 sostanzialmente stabilisce che “qualora l’autorità giudiziaria abbia assegnato, provvisoriamente, un bene immobile sequestrato a un ente locale (…)”: quindi, si deve verificare che il bene immobile sia sequestrato, che l’autorità giudiziaria, cioè il Tribunale, decida di assegnarlo a un Comune, e quando si verifica questa cosa, noi diciamo che la Regione può intervenire per favorire il suo utilizzo esclusivamente per il perseguimento specifico dell’interesse pubblico. Quindi, dal punto di vista della preoccupazione rispetto alla temporaneità di quella assegnazione, è insita nell’assegnazione perché il Tribunale dice che è sequestrato, potrebbe essere dissequestrato, nel frattempo l’affida a un Comune. Però giustamente il consigliere Foti dice: attenzione, non possiamo metterci dei fondi, altrimenti quei fondi andrebbero ad arricchire un soggetto che potrebbe ottenere la restituzione del bene, in seguito a istanza di dissequestro.

È correttissimo, tant’è che noi abbiamo scritto “a condizione che dall’intervento regionale non derivi un accrescimento del valore economico del bene”, quindi parliamo solamente di beni che sono immediatamente fruibili, utilizzabili. Altri beni no, perché non potremmo partecipare a nessuna ristrutturazione.

Una cosa che però effettivamente emerge da questa sollecitazione è che, immaginando di coprire l’intero arco di possibili interventi, noi abbiamo scritto “intervento regionale”, mentre, potremmo modificare l’emendamento da “intervento regionale” a “intervento pubblico”. Effettivamente, noi parliamo del nostro intervento regionale ma potrebbe intervenire il Comune o altro soggetto. Quindi, se scrivessimo “intervento pubblico” avremmo risolto quel problema.

Per quanto riguarda l’utilizzo, invece, faccio presente che nel momento in cui il bene viene consegnato al Comune, è il Sindaco che decide come utilizzarlo. Un Sindaco può decidere di utilizzarlo per l’emergenza abitativa, il Sindaco di un Comune felice, dove magari l’emergenza abitativa non c’è, può decidere di utilizzarlo come centro sociale, un Sindaco può decidere di utilizzarlo in altra maniera, ma è il Sindaco che decide: non si può scrivere nella legge, rispetto all’utilizzo di quel bene, “sì” per alcuni e “no” per altri. Si tratta di una limitazione che non ritengo stia a noi stabilire, appunto perché il bene viene affidato dal tribunale all’Ente locale.

Per quanto riguarda le osservazioni formulate dalla collega Gibertoni anche rispetto agli emendamenti, desidero solo far presente che sono stati presentati un po’ da tutti i Gruppi emendamenti, già presentati e discussi in Commissione. Con riferimento a quelli presentati dalla collega Gibertoni, mi preme intanto sottolineare che, per quanto riguarda l’istituzione di una Commissione che si occupi in particolare di legalità, ci siamo già detti, durante la discussione in V Commissione, che tale proposta oggi sicuramente non può essere accolta, dal momento che le competenze che sono state previste per quella Commissione confliggerebbero con le competenze previste nel progetto di legge e assegnate in parte alla Consulta e in parte all’Osservatorio.

Questo non vieta che un domani si possa riaffrontare questo argomento. Personalmente, non ho nessun tipo di preclusione, tenendo presente che ci sono dei pro e dei contro nell’istituzione di una nuova Commissione. I pro potrebbero essere quelli di utilizzare quella Commissione per ascoltare più frequentemente i territori, i contro che un’ulteriore Commissione, anche se frequentata dai commissari a titolo gratuito, comporterebbe costi ulteriori, in quanto avrebbe bisogno di una struttura e godrebbe di competenze maggiori o poteri maggiori di quelli della V Commissione, a cui è in capo la materia della legalità. Però, lo ripeto, è una questione che un domani potremo affrontare tranquillamente, ma oggi siamo costretti a dire “no” per i motivi già esposti in Commissione e adeso ribaditi.

Per quanto riguarda gli altri emendamenti, ho visto che si propone un certo tema sull’articolo 26, a cui ho presentato un mio emendamento come maggioranza.

C’è un tema sull’articolo 40, su cui ricordo che, se in audizione in Commissione era emersa una discordanza tra le parti sociali, poi è stato trovato un accordo sulla riformulazione al tavolo regionale dell’agricoltura. Da parte nostra, su sollecitazione delle parti sociali e dell’Assessorato, abbiamo trasposto quell’articolo, nella formulazione concordata, nel nostro testo di legge. Diventerebbe a mio avviso complicato andare a modificare un testo è stato trovato un accordo tra sindacati dei lavoratori e organizzazioni imprenditoriali.

Per quanto riguarda l’emendamento relativo ai contributi rispetto al patrocinio che la Regione Emilia-Romagna non dà a manifestazioni in cui in qualsiasi maniera si sponsorizzano slot machine o in genere il gioco d’azzardo, abbiamo valutato questo emendamento già in Commissione, dove abbiamo ribadito che ci sembra semplicemente ridondante, dal momento che la Regione Emilia-Romagna non può dare nessun tipo di contributo in mancanza del patrocinio. Quindi, nel momento in cui non si dà il patrocinio, la Regione Emilia-Romagna non può concedere contributi. Quindi, diventa pleonastico: nel momento in cui neghiamo il patrocinio, è pacifico che non diamo nessun tipo di contributo. Tant’è che alla fine dell’articolo è scritto chiaramente che, qualora la Regione Emilia-Romagna dovesse accorgersi che in una determinata manifestazione viene sponsorizzato in qualsiasi modo il gioco d’azzardo, ancorché legale, la Regione Emilia-Romagna ha la facoltà di revocare il proprio patrocinio e di richiedere indietro eventuali contributi versati in seguito alla concessione del patrocinio.

Per il momento mi fermo qui. Proporrò, come detto, quell’emendamento rispetto all’articolo 26. Mentre, rispetto ai vari emendamenti che sono stati presentati, molti dei quali già discussi e votati in Commissione, purtroppo mi vedo costretto a ribadire la nostra contrarietà, facendo però presente che molti emendamenti presentati dai Gruppi di minoranza in Commissione, tra cui il Movimento 5 Stelle, ma non solo, sono stati accolti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Mumolo.

Il consigliere relatore Rancan non intende replicare, quindi per le conclusioni da parte della Giunta do la parola all’assessore Mezzetti. Prego.

 

MEZZETTI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consiglieri. Io voglio partire proprio da qui, dai ringraziamenti non solo per questa prima parte della discussione in aula, ma anche per tutto il lavoro che abbiamo svolto in questi quindici mesi, dal momento in cui modificammo la legge n. 3/2011 in quest’aula e introducemmo la Consulta regionale per la legalità, con la quale abbiamo compiuto un lungo lavoro, che ci ha portato qui. Poi è seguito in Commissione un proficuo lavoro con i consiglieri e le consigliere di maggioranza e opposizione. Consentitemi di ringraziare anche tutto il personale, i funzionari e i dirigenti dei diversi Assessorati con i quali ho lavorato in questi mesi e che hanno svolto un importante lavoro anche di cucitura in costante collegamento con le discussioni e i confronti che abbiamo sviluppato in seno alla Consulta prima e alla Commissione consiliare dopo.

È stato un lavoro prezioso, importantissimo, per il quale abbiamo ricevuto il supporto anche dell’Ufficio legislativo. Credo che siamo giunti, alla fine, ad avere un testo importante, visti anche gli interventi dei consiglieri tanto di maggioranza quanto di opposizione.  Tutti, comunque, hanno espresso il riconoscimento per un lavoro, che ha visto la partecipazione attiva sia dei Capigruppo che dei consiglieri di opposizione. Tutti hanno dato un contributo significativo nella stesura di questo testo.

È stato, nel vero senso della parola, un percorso partecipativo, del tipo che a me piace solitamente piace costruire. Molto spesso le Istituzioni e chi governa le nostre Amministrazioni hanno un’idea di percorso partecipativo che si articola nella costruzione di un progetto, di un’idea, di un testo di legge, che poi viene sottoposto all’approvazione o meno di forze sociali, organizzazioni e rappresentanti della società civile. In questo caso, invece, abbiamo capovolto la piramide del processo e siamo partiti da zero, tutti insieme, o meglio non proprio da zero, perché non siamo partiti da una tabula rasa da un punto di vista legislativo. Ma il processo lo abbiamo costruito man mano: in Consulta si sviluppava una discussione, nella Cabina di regia istituzionale la raccoglievamo e costruivamo i primi canovacci che poi riportavamo in Consulta. Questi venivano lì ridiscussi, emendati e modificati e così via con una collaborazione e una sinergia costante fra Cabina di regia istituzionale e Consulta, e con la presenza e la partecipazione di forze sindacali e sociali, organizzazioni economiche, competenze specifiche.

È stato un importante lavoro. Già solo questo processo è stato, a mio giudizio, di grande importanza, perché oggi ci consente di sviluppare una discussione che è già stata, preparata da tempo fra noi e di muoverci con maggiore agilità   nell’esame del testo. Questo è stato importante e credo che sia già un valore aggiunto molto prezioso nel percorso che abbiamo intrapreso insieme fino a qui.

Questa, poi, è la ragione per cui ha, per me, un grande valore la Consulta che abbiamo istituito, in quanto le abbiamo assegnato un compito, per molti versi, operativo, e non quello di una palestra oratoria o di uno sfogatoio.  Questo, purtroppo, è spesso il rischio che si corre con questo tipo di istituti. Invece, la nostra Consulta ha compiuto un lavoro concreto e operativo, che ci ha portato fin qui. Per questo, davvero ringrazio tutti coloro che hanno partecipato a questo percorso.

Prima dicevo che non siamo partiti da zero, che non era una tabula rasa. Noi, infatti, non eravamo in assenza di una produzione legislativa. Anzi, le norme vigenti ci hanno consentito, nel corso degli anni, di operare nel campo su cui oggi interviene il Testo unico, che, però, ci consente ora anche un’ulteriore implementazione di misure con l'apertura - l’hanno ricordato tutti nei propri interventi - a nuovi ambiti di lavoro: dal contrasto all’usura all’aiuto alle vittime, dal gioco d’azzardo ai beni confiscati.  Questi sono alcuni dei temi nuovi che affrontiamo con questo progetto di legge. Insomma, la legge n. 11/2010 in materia di appalti pubblici, la legge n. 3/2011, la legge n. 3/2014, che disciplina un terreno sensibile e specifico come quello degli autotrasporti e del facchinaggio, e il protocollo di legalità, istituito in occasione della ricostruzione nel cratere del terremoto, sono strumenti che ci hanno accompagnato in questi anni e che testimoniano la produzione legislativa in questa materia e l’operatività dei nostri uffici pubblici.

È apparso evidente, tuttavia, che tutto ciò, soprattutto alla luce della pubblicazione dell’inchiesta Aemilia avviata il 28 gennaio 2015, ormai non era più sufficiente. Ancora una volta, voglio ribadire e sgombrare il campo da un luogo comune, che purtroppo spesso viene ripetuto e che mi tocca oggi smentire per l’ennesima volta, anche se recentemente è stato finalmente riconosciuto anche da autorità assolutamente indiscutibili, come il procuratore nazionale antimafia e il presidente dell’ANAC. Proprio Raffaele Cantone ha pubblicamente dichiarato che è falsa l’affermazione che le mafie si sono rafforzate e insediate ulteriormente nel nostro territorio grazie alla ricostruzione del terremoto. Nulla di più falso. Recentemente le persone che vi citavo lo hanno riconosciuto in interviste pubbliche ed è stato riconosciuto che, anzi, l’azione, la rete, il setaccio che avevamo costruito con il nostro protocollo di legalità ha semmai impedito il rafforzamento e l’insediamento ulteriore delle mafie nel nostro territorio, che, ahimè, purtroppo, datava da molto tempo prima.

Evidentemente gli strumenti anche legislativi a nostra disposizione non erano stati sufficienti a contrastare in maniera ancor più efficace queste situazioni.

Da qui nasceva un’esigenza doppia, quella di avere uno strumento legislativo che ci consentisse di razionalizzare e armonizzare le misure che avevamo e di implementarle e rafforzarle da questo punto di vista, anche mutuando l’esperienza del protocollo di legalità in occasione della ricostruzione del terremoto  così da non renderlo più uno strumento straordinario, ma uno strumento ordinario spalmato su tutto il territorio regionale che ci consentisse anche di avere un governo unitario della materia, non più una frantumazione, una parcellizzazione per settori e per leggi, ma una visione d’insieme unitaria. La strategia di contrasto e di aggressione alla penetrazione delle mafie nel nostro territorio e all’illegalità più in generale deve avere la capacità di un governo unitario, perché più è unitario più è efficace, e deve passare attraverso la semplificazione, che è quello che abbiamo fatto, io credo, anche con questo testo, con lo sforzo di tutti quanti noi.

Questo perché dall’inchiesta “Aemilia”, che è stata qui più volte citata, emerge una realtà drammatica che – ahimè – anche qui in parte smentisce, nella lettura dei processi e del fenomeno, quella vulgata un po’ troppo sommaria che è stata fatta.

Il fenomeno in Emilia-Romagna si estende e si radica, perché non parliamo più di infiltrazione ma di radicamento, capovolgendo un rapporto che, invece, è accaduto in altri territori del nostro Paese. In altri territori del nostro Paese c’è stato in partenza un patto fra mafia e politica, che poi si è esteso al resto della società. Qui abbiamo avuto un processo diverso, inverso. Qui c’è stato un patto fra mafia e pezzi di società (professionisti e imprenditori autoctoni del nostro territorio). Questo è stato il vero salto di qualità nella seconda metà degli anni 2000 che tendeva ora ad arrivare e ad entrare dentro la politica. Qualche pezzo, qualche personaggio, qualche elemento è stato toccato, ma non siamo in presenza in Emilia-Romagna di un patto strutturato fra mafia e politica.

È accaduto, invece, pericolosamente, un processo inverso, che ha visto la partecipazione, quando non il protagonismo, di pezzi di imprese o di professionisti che sono entrati in uno stretto rapporto di complicità, quando non appunto di alleanze, con pezzi delle mafie organizzate nel nostro territorio. Noi dobbiamo spezzare questo legame. Ecco perché la legge ha un impianto che va molto in questa direzione, ma anche nella direzione di valorizzare l’impresa, l’economia e la cittadinanza responsabile come diciamo nel testo. Siamo consapevoli che non basta la norma a contrastare e sconfiggere le mafie nel nostro territorio, ma dobbiamo far crescere una cultura, un’etica, permettetemi di dire, pubblica della legalità che si è diffusa a partire dalle nuove generazioni, ma che riguarda tutta la nostra società. Dobbiamo capovolgere il paradigma che afferma l’idea che con l’illegalità si guadagna e con la legalità si perde. Questo è, purtroppo, il criterio che si è affermato in questi anni, ed è un criterio, un principio, che ha penetrato e ha sfondato prima di tutto il muro della cultura, di una certa cultura d’impresa che in questa regione e in queste terre si era affermata.

Dobbiamo tornare a capovolgere questo paradigma e quindi a operare sul piano delle norme e sul piano della diffusione della cultura di questa etica pubblica e dobbiamo farlo con tutti gli strumenti a nostra disposizione.

Non è nostro compito né indagare, né avere un compito inquirente, né tanto meno giudiziario. Non spetta a noi. A noi spetta costruire l’architettura, l’impalcatura che consenta agli organismi preposti, invece, di fare quel tipo di operazione per andare avanti, invece, su un altro fronte, che è quello più di carattere giudiziario.

Mi avvio alla conclusione. Noi abbiamo anche assistito ad un dibattito in questi mesi fra noi, tra chi diceva che questa regione ha gli anticorpi e chi dice che gli anticorpi non ce li ha perché le mafie sono penetrate. È un dibattito un po’ stucchevole e che lascia il tempo che trova.

È ovvio che avere gli anticorpi non significa che questi riescano sempre a sconfiggere la malattia, il virus e a ricacciarla immediatamente. Dire che abbiamo gli anticorpi non significa dire che siamo impermeabili. Non siamo impermeabili e i fatti lo hanno dimostrato. Non lo siamo. Dire che non abbiamo gli anticorpi significa non riconoscere neanche il ruolo che noi qui oggi stiamo svolgendo, quello che oggi qui stiamo facendo.

Sono d’accordo con il consigliere Foti, mi ha rubato le parole di bocca: noi oggi qui stiamo lanciando un segnale, un segnale forte: che almeno noi siamo e fungiamo da anticorpi, noi tutti, senza distinzione tra maggioranza e opposizione. La lotta alle mafie non ha colore politico, non deve avere colore politico, perché nel momento in cui usiamo fra di noi l’antimafia come clava per darcele addosso l’un l’altro, per fare battaglia politica, stiamo facendo un favore alle mafie.

Non deve avere colore politico e noi siamo anticorpi. Lo siamo noi, lo sono le forze sindacali, le associazioni che sui territori si battono tutti i giorni per l’affermazione della legalità nei cantieri, nei posti di lavoro, nella nostra società, dei nostri Comuni, lo sono quei consiglieri comunali di maggioranza e opposizione che in tanti nostri Comuni si stanno battendo, mi chiamano, mi propongono iniziative, costruiscono iniziative. Ce ne sono di anticorpi, ma non è detto che siano sufficienti per sconfiggere il virus. Dobbiamo moltiplicare questi anticorpi, li dobbiamo moltiplicare, ma non dobbiamo dire che non ce ne sono, perché dire che non ci sono gli anticorpi significa che ci rassegniamo, abbandoniamo la speranza di poter sconfiggere quel male.

Ripartiamo da qui, ripartiamo da noi, con la consapevolezza che noi oggi stiamo lanciando davvero un segnale forte e chiaro. Noi siamo la prima Regione che oggi addotta una misura di questo genere, un testo di questo genere. Altre Regioni stanno guardando a noi con grande attenzione. Molto probabilmente faremo da timone in questa direzione e con loro dobbiamo costruire una rete nazionale che vada in questa direzione.

Il presidente concluderà questo nostro dibattito e dirà lui poi su questo, in qualità di presidente – abbiamo la fortuna che sia anche presidente della Conferenza delle Regioni – quello che faremo in questa direzione.

Da qui lanciamo un segnale forte oggi, forte e chiaro. Se qualcuno pensava che da pezzi di società civile potesse estendere il suo condizionamento anche sulla politica deve sapere, e oggi lo sa, che in questa Regione non troverà spazio, perché noi faremo argine. Noi tutti faremmo argine, perché tutti voi e tutti noi siamo anticorpi e tutti noi abbiamo concorso a raggiungere questo obiettivo. E per questo, ancora una volta, vi ringrazio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Mezzetti.

È così concluso il procedimento di discussione.

Passiamo all’esame dei singoli articoli. Abbiamo cinquanta emendamenti, di cui otto a firma del consigliere Foti, dodici a firma dei consiglieri Aimi e Bignami, due a firma dei consiglieri Rainieri e Rancan, tre a firma del consigliere Rancan, otto a firma del consigliere Mumolo, due a firma dei consiglieri Mumolo e Foti, uno a firma dei consiglieri Mumolo e Rancan, uno a firma dei consiglieri Mumolo, Taruffi Caliandro, dieci a firma dei consiglieri Gibertoni e Sassi, due a firma del consigliere Gibertoni, uno a firma dei consiglieri Ravaioli, Rontini, Bertani, Foti, Caliandro, Montalti, Taruffi, Bagnari, Pruccoli, Prodi, Rancan, Mumolo, Campedelli, Paruolo, Zoffoli; due risoluzioni, di cui una a firma dei consiglieri Rancan, Rainieri, Delmonte e Bargi e una a firma dei consiglieri Rancan, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti e Fabbri; due ordini del giorno, di cui uno a firma dei consiglieri Rainieri e Rancan e uno a firma del consigliere Bertani.

Passiamo all’esame dell’art. 1.

Sull’art. 1 insiste un emendamento: l’emendamento 9, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 9, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami, è respinto. Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 1 è approvato.

Art. 2.

Non insistono emendamenti.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 2 è approvato.

Prima dell’art. 3 c’è l’emendamento 37, per l’istituzione di un nuovo articolo, il 2-bis, a firma dei consiglieri Gibertoni e Sassi.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 37 è respinto.

Art. 3.

Non insistono emendamenti.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 3 è approvato.

Art. 4.

Insistono tre emendamenti: emendamento 10, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami; emendamento 11, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami; emendamento 12, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 10 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 11 è respinto.

L’emendamento 12 è precluso dalla votazione dell’emendamento 11.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 4 è approvato.

Art. 5.

Insistono cinque emendamenti: emendamento 13, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami; emendamento 21, a firma dei consiglieri Rainieri e Rancan; emendamento 26, a firma del consigliere Mumolo; emendamento 27, a firma del consigliere Mumolo; emendamento 14, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

Apro la discussione generale.

Consigliere Mumolo, prego.

 

MUMOLO: Solo per precisare, presidente, che l’emendamento 13, in realtà, era stato presentato in Commissione. Sulla base di questo emendamento, noi abbiamo modificato la legge. Quindi, abbiamo già accolto questo emendamento. È il nuovo punto 2 dell’articolo.

Volevo solo segnalare che lo avevamo già accolto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Mumolo, lei parla dell’emendamento 14?

 

MUMOLO: 13.

 

PRESIDENTE (Rainieri): 13, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami. È stato accolto in Commissione?

 

(interruzioni)

 

È stato ripresentato in Aula.

 

(interruzione del consigliere Bignami)

 

Quindi, lo ritira?

 

(interruzione del consigliere Bignami)

 

A questo punto, dobbiamo votarlo.

 

(interruzione del consigliere Bignami)

 

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Scusi, delle due l’una: o l’emendamento è già nel testo, quindi non si può porre in votazione, perché non può sostituire il testo che esiste già (non avrebbe senso); o, se l’emendamento modifica anche leggermente il testo, è giusto porlo in votazione.

Se è già stato accolto...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Nel testo che ho io, non risulta essere stato accolto l’emendamento 13. A questo punto, lo votiamo.

 

FOTI: Certo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Consigliere Bignami, prego.

 

BIGNAMI: Chiedo un chiarimento al relatore. Anche in comunicazioni intercorse, ci aveva preannunciato che il testo era stato recepito. Io, quindi, lo do per licenziato dalla Commissione. Per mero ostruzionismo, non perché non mi fido, abbiamo ripresentato l’intero pacchetto, dando per assodato che gli uffici, nel momento in cui verificano che il testo è già stato recepito, dichiarano inammissibile l’emendamento.

La dichiarazione, da parte del relatore, è che l’emendamento è stato recepito, mentre il testo dice un’altra cosa. Lascio decidere agli uffici se è inammissibile, in quanto ripropositivo di un testo già modificato, che, quindi, evidentemente, non si può modificare in maniera integrale. Se, al contrario, non risulta essere stato recepito, l’emendamento insiste.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Nel testo che abbiamo qui davanti, uscito dalla Commissione, l’emendamento non c’è.

Prego, consigliere Mumolo.

 

MUMOLO: Stavo verificando il comma 2, lettera b), punto 2. Mi pare che ci sia. Articolo 5, comma 2, lettera b), punto 2.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Però, qui, nella formulazione dell’emendamento, si parla del punto 1.

 

MUMOLO: Effettivamente, è leggermente diverso. Quindi, possiamo votarlo. È leggermente diverso.

 

PRESIDENTE (Rainieri): È questo il punto.

Articolo 5, comma 2, lettera b), punto 1. Non è presente.

Consigliere Bignami, a lei la parola.

 

BIGNAMI: Dal momento che vi è una differenza, per quanto esigua, lo manteniamo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene. Grazie, consigliere Bignami.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 13 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 21, a firma dei consiglieri Rainieri e Rancan.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 21 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 26, a firma del consigliere Mumolo.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 26 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 27, a firma del consigliere Mumolo.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 27 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 14 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 5 è approvato.

Art. 6.

Non insistono emendamenti.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 6 è approvato.

Art. 7.

Insistono due emendamenti: emendamento 22, a firma dei consiglieri Rainieri e Rancan; emendamento 38, a firma dei consiglieri Gibertoni e Sassi.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 22, a firma dei consiglieri Rainieri e Rancan.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 22 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 38, a firma dei consiglieri Gibertoni e Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 38 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Art. 8.

Insistono due emendamenti: emendamento 15, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami; emendamento 28, a firma del consigliere Mumolo.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 15, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 15 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 28, a firma del consigliere Mumolo.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 28 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 8 è approvato.

Art. 9. Non insistono emendamenti.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 9 è approvato.

Art. 10. Non insistono emendamenti.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 10 è approvato.

Art. 11. Non insistono emendamenti.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 11 è approvato.

Art. 12.

Su questo articolo insiste l’emendamento 48, a firma della consigliera Gibertoni.

Apro la discussione generale.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Portiamo il tema della costituzione di parte civile nei processi di particolare rilevanza, nei processi di allarme sociale, nei processi come il processo Aemilia, che è stato citato più volte stamattina.

Vorremmo rendere questa costituzione di parte civile vincolante, quindi senza poteri discrezionali, di volta in volta, anche indirizzando le eventuali risorse finanziarie assegnate alla Regione, nei procedimenti penali in cui si costituisce per l’attuazione della presente legge.

In Commissione ci è stato dato parere negativo, però l’emendamento era anche meno dettagliato, motivando tale parere con l’intensa attività che costituisce la generalizzata costituzione di parte civile da parte della Regione.

Noi abbiamo quindi riformulato l’emendamento per portarlo in aula, dettagliando precisamente i casi di costituzione obbligatoria. Li abbiamo quindi ristretti al caso di scambio elettorale politico-mafioso e associazioni (ex articolo 416-bis) di tipo mafioso, anche straniere, per cui, chiunque fa parte di un’associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone, è punibile con la reclusione fino a quindici anni. Ci interessa quindi precisare, con la presentazione in aula, che chiederemo quindi la costituzione di parte civile vincolante e obbligatoria, senza riflessioni sul caso specifico di volta in volta, ma anche come buon esempio simbolico da poter dare ai cittadini, rispetto a questi due casi specifici.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Prego.

 

BIGNAMI: Pur guardando con estrema simpatia a tutte le iniziative che provengono dal 5 Stelle, rilevo che secondo me c’è un profilo di illegittimità che mi sorprende che gli uffici non abbiano rilevato nell’ammissibilità dell’emendamento, in quanto la costituzione di parte civile evidentemente è materia disciplinata caso per caso. Però, se va in votazione, nulla quaestio.

Certo è, consiglia Gibertoni, che se poi dobbiamo pagare una parcella di 174.000 euro all’avvocato Alessandro Gamberini, per aver fatto costituzione di parte civile con attività di udienza che stiamo andando a sindacare, dobbiamo stare attenti: 174.000 euro dati dalla Regione per la costituzione di parte civile, e i colleghi avvocati sanno che cosa vuol dire una parcella da 174.000 euro pagata dalla Regione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Prego, consigliere Mumolo.

 

MUMOLO: Signor presidente, temo vi siano problemi di illegittimità rispetto a questo emendamento. Ritengo in ogni caso che la Regione, come qualsiasi altro Ente pubblico, debba poter decidere se costituirsi parte civile o meno nel processo, quindi respingeremo questo emendamento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Mumolo.

Prego, consigliere Bignami.

 

BIGNAMI: Se noi votiamo l’emendamento del 5 Stelle, andiamo a incidere su un tessuto legislativo, con un provvedimento – mi fa piacere che il collega Mumolo sia intervenuto – che a mio modo di vedere è illegittimo. Se votiamo contro, facciamo il lavoro che dovevano fare gli uffici, ma votiamo contro una proposta che potrebbe anche essere ragionevole, in linea di massima, col risultato che poi il 5 Stelle dica che PD e centrodestra fanno cartello per tutelare, eccetera.

Gli uffici facciano il loro lavoro, per cortesia, perché io mi sono stancato di pulire il fango (per non dire altro) che gli uffici mancano di recepire.

Adesso, per evitare che il testo venga toccato da una radice di inammissibilità, ci toccherà votare contro una proposta che poteva avere anche un senso, se legittima. Ma incidendo in materia penale dove, mi insegna il collega Mumolo, c’è una riserva costituzionale di legislazione nazionale, non possiamo votare a favore. E gli uffici devono badare a questa cosa, se no tocca sempre a noi fare il lavoro sporco, poi, il 5 Stelle, che fa la sua partita legittima, dice “vedete, per evitare che chiedano i danni, centrodestra e centrosinistra si mettono d’accordo”: ma sono gli uffici che devono verificare, questa cosa, non io.

Su questo, quindi, un po’ di attenzione, perché io mi sono un po’ rotto le scatole. Faccio espresso riferimento ad altre vicende, dover pagare io i danni che commettono gli uffici, che si riverberano sulle responsabilità personali, politiche e non solo, dei singoli consiglieri.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Presidente, mi associo alla richiesta del consigliere Bignami, che ho fatto più volte, quindi è inutile che ritorni sul punto.

Noi siamo in questa sede, ovviamente, per proporre emendamenti e cerchiamo di proporli anche nel modo più corretto e comunque meno strumentale possibile. È evidente però che c’è un imbarazzo nel dover rigettare, come nel caso di specie, un emendamento (mi scusi, un manifesto) che parte sapendo di non aver ragione di essere approvato, ma che all’esterno, dove i tecnicismi sono meno noti, viene invece percepito come una casta che lasci alla valutazione della Giunta di imboscare o meno, e quindi di costituirsi o meno, a seconda degli interessi.

Non può né deve passare questo messaggio. In ordine all’ammissibilità, come lei sa benissimo, presidente, l’ultima parola è la sua. Io mi rendo conto che è sbagliato il sistema, perché finché si possono presentare emendamenti nel corso della discussione generale, è impossibile riuscire a valutarli tutti. Comprendo anche le sue difficoltà, però su un emendamento come questo, forse, un ripensamento dopo le osservazioni che sono state presentate, anziché porlo in votazione, potrebbe anche esserci.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Il problema che ha sottoposto anche il consigliere Foti è ormai noto, purtroppo, perché più volte, anche in altre sedi, abbiamo sostenuto che la presentazione degli emendamenti all’ultimo secondo, come è avvenuto oggi, che in più riprese sono stati presentati emendamenti (siamo passati da 36 a 50, l’ultimo presentato due secondi prima di iniziare l’esame dei singoli articoli), diventa difficile fare un esame approfondito della legittimità o meno di un emendamento.

Va valutato anche di prendere in considerazione un discorso sullo Statuto e sul Regolamento, perché credo che a questo punto non ci sia più molto spazio per l’interpretazione. Però, rammento che, a norma di Regolamento, il comma 6 dell’articolo 95 recita come segue: “Il presidente ha la facoltà di negare l’accettazione e lo svolgimento di emendamenti, subemendamenti e di articoli aggiuntivi, qualora: a) siano formulati con frasi sconvenienti; b) abbiano contenuto del tutto estraneo all’oggetto della discussione; c) siano privi di ogni reale portata modificativa; d) presentati dallo stesso consigliere abbiano tra loro contenuto alternativo e collegati in un rapporto di subordinazione; e) siano preclusi da precedenti votazioni; f) non corrispondano ai requisiti previsti dall’articolo 93, comma 2”.

Se volete, visto che abbiamo già passato l’orario fissato per la chiusura della seduta, al termine del suo intervento, collega Bignami, sospendiamo i lavori, chiediamo agli uffici una valutazione più attenta della questione sollevata e alle ore 15, quando riprendiamo l’esame del testo, vi diamo la nostra interpretazione.

Consigliere Bignami, prego.

 

BIGNAMI: Esiste un principio generale, che non ho inventato io, su cui credo converranno anche i colleghi Mumolo e Caliandro, secondo cui non si possono votare gli atti contra legem. Mi sembra evidente.

Adesso non voglio risultare eccessivamente antipatico, ma che gli uffici si appellino a una norma del Regolamento per giustificare la loro mancanza mi amareggia. Paiono come un suggeritore in buca che suggerisce la battuta sbagliata. Per favore, non fatemi innervosire, altrimenti mi toccherebbe anche aggiungere che il rammendo è peggio del buco.

Se presento un emendamento con cui chiedo l’istituzione della condanna da cinque a dieci anni in caso di mia assenza in aula, dubito che gli uffici lo accettino, perché evidentemente si compie una violazione dei princìpi costituzionali che, piaccia o non piaccia agli uffici, governano l’intero l’ordinamento. E loro sono lì per questo.

Badate, io non sindaco l’iniziativa politica del Gruppo Movimento 5 Stelle, che può essere strumentale, capziosa, giusta o sbagliata, è un problema che non si pone, ma sindaco il ruolo degli uffici, che sono pagati per svolgere quel ruolo, come noi siamo pagati per compiere un certo tipo di attività. Quindi, evitiamo di richiamare i vari articoli del Regolamento, perché mi sembra una presa in giro (e sono garbato). Se c’è un contrasto con le norme dell’ordinamento giuridico, il Regolamento lo mettiamo nel cassetto, perché esso è una fonte, nella cosiddetta gerarchia delle fonti, subordinata alla legislazione vigente. Non credo di dover essere io a spiegarlo agli uffici. Quindi, il Regolamento non vuol dire nulla.

In conclusione, se dovete proprio suggerire al presidente, evitate di fargli fare brutte figure.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Sospendo, quindi, la seduta, prima di passare alla votazione, per un ulteriore approfondimento. La seduta è aggiornata alle ore 15.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,08

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta SALIERA, l’assessore Patrizio BIANCHI e il consigliere Enrico AIMI.

 

Gli emendamenti all’oggetto 2861 sono riportati nell’allegato del resoconto integrale 102 - seduta antimeridiana di mercoledì 26 ottobre 2016.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

3368 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per sistemare l'argine del canale parallelo alla strada Provinciale 54 a Codigoro (FE) e rifare il relativo manto stradale. A firma del Consigliere: Fabbri

3369 - Interrogazione a risposta scritta circa il rilancio dell'economia nel territorio ferrarese, con particolare riferimento alla tutela dei lavoratori delle aziende Berco di Copparo e VM di Cento. A firma della Consigliera: Sensoli

3370 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere problematiche riguardanti il Servizio Sanitario Regionale, con particolare riferimento all'assistenza H16 in rete per i medici di famiglia e H12 per i pediatri ed alle funzioni dei punti di Pronto Soccorso. A firma del Consigliere: Bignami

3371 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione dei provvedimenti risarcitori previsti per il sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016 anche ai soggetti danneggiati a seguito di quello avvenuto in Emilia nel 2012. A firma del Consigliere: Fabbri

3372 - Interrogazione a risposta scritta circa l'estensione dei risarcimenti alle seconde case danneggiate dal sisma che ha colpito l'Emilia nel 2012, come previsto per gli immobili colpiti, nel Centro Italia, da quello avvenuto in data 24 agosto 2016. A firma del Consigliere: Bignami

3373 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti l'affidamento in concessione del Servizio Idrico Integrato nel bacino provinciale di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

3374 - Interrogazione a risposta scritta circa il rilascio delle concessioni estrattive per il progetto di ricerca di idrocarburi "LA STEFANINA". A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

3375 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti BolognaFiere spa. A firma del Consigliere: Bignami

3376 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per garantire il fabbisogno di medici di famiglia e una adeguata programmazione delle risorse umane in ambito sanitario e medico. A firma della Consigliera: Gibertoni

3377 - Interrogazione a risposta scritta circa lo stato degli interventi da porre in essere per evitare nuove alluvioni, a Parma, causate dal torrente Baganza. A firma del Consigliere: Rainieri

3379 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per garantire agli alunni disabili il diritto di accedere pienamente ai servizi scolastici, con particolare riferimento alla situazione esistente a Finale Emilia. A firma del Consigliere: Alleva

3380 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione di interventi cocleari programmati per il mese di ottobre nell'Unità operativa di Otorinolaringoiatria dell'Ospedale di Carpi (MO) e la relativa motivazione. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

3381 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per valorizzare le aree protette romagnole, con particolare riferimento all'Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità della Romagna ed alla tutela della Vena del Gesso. A firma dei Consiglieri: Rontini, Bagnari, Poli

3382 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti un contratto stipulato tra il Comune di Castelnovo ne' Monti ed una società operante nel settore del gioco delle bocce. A firma del Consigliere: Delmonte

3383 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la realizzazione di una Casa della Salute a Fidenza. A firma del Consigliere: Foti

3385 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare i ritrovamenti archeologici emersi durante lavori edili a Rimini. A firma della Consigliera: Sensoli

3386 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa ai lavori riguardanti il blocco B dell'ospedale di Fiorenzuola d'Arda e quello di Vaio di Fidenza. A firma del Consigliere: Foti

3387 - Interrogazione a risposta scritta circa infiltrazioni di acqua riguardanti la nuova palestra in servizio presso la scuola primaria "L.A. Muratori" a San Felice sul Panaro (MO). A firma del Consigliere: Foti

3389 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire l'uso di nuovi presidi per l'autocontrollo glicemico, al fine di tutelare le persone affette da diabete. A firma del Consigliere: Paruolo

3390 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti le modalità ed i tempi di consegna della posta, con particolare riferimento alle zone dell'Appennino Bolognese, al Comune di Vergato ed a quello di Castel d'Aiano. A firma del Consigliere: Bignami

3391 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare la cittadinanza dall'inquinamento acustico ed atmosferico causato dal deposito ferroviario situato nel quartiere Santa Croce, a Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Torri

3392 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione e le problematiche riguardanti il Pronto Soccorso dell'ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì e l'AUSL Unica della Romagna. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

3394 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di 4 DataCenter, in tema di infrastrutture cloud per la PA. A firma del Consigliere: Paruolo

3396 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione di un unico binario per la tratta ferroviaria Vignola-Bologna e Bologna-Portomaggiore. A firma del Consigliere: Bignami

3397 - Interrogazione a risposta scritta circa la ratifica e l'attuazione del protocollo riguardante la gestione sostenibile ed unitaria della pesca per la tutela del patrimonio ittico del fiume Po. A firma del Consigliere: Fabbri

3398 - Interrogazione a risposta scritta circa le verifiche da attuare per accertare la presenza di legionella nell'impianto idrico di una struttura residenziale per disabili. A firma del Consigliere: Fabbri

3399 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e gli interventi chirurgici riguardanti la struttura distaccata siciliana dell'Istituto Ortopedico Rizzoli. A firma della Consigliera: Piccinini

3400 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure relative alla realizzazione del progetto di trasporto pubblico People Mover. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Alleva

3401 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per diminuire i tempi delle procedure autorizzatorie in materia di riduzione del rischio sismico. A firma dei Consiglieri: Cardinali, Molinari, Zappaterra, Rontini, Pruccoli

3402 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela sanitaria degli operatori carcerari e dei detenuti, con particolare riferimento alla situazione esistente presso la Casa circondariale di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

3403 - Interrogazione a risposta scritta circa l'incremento della quantità di rifiuti trattati nel termovalorizzatore sito a Uguzzolo. A firma del Consigliere: Rainieri

3404 - Interrogazione a risposta scritta circa notizie riguardanti l'apertura della procedura di cassa integrazione relativamente ai dipendenti della società che gestisce l'aeroporto di Parma, e la realizzazione di un centro commerciale. A firma del Consigliere: Foti

3405 - Interrogazione a risposta scritta circa la diffusione dei pubblici esercizi abilitati alla vendita dei titoli di viaggio del trasporto pubblico locale con particolare riferimento alla vallata del Santerno ed al Comune di Casalfiumanese. A firma del Consigliere: Bignami

3407 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per far fronte alla pericolosità della strada provinciale 5, nel tratto tra Novellara e Reggiolo (RE). A firma del Consigliere: Delmonte

3408 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure e questioni riguardanti l'ampliamento della discarica "Tre Monti" di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3410 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare i problemi causati da infiltrazioni nelle grotte del centro storico di Santarcangelo di Romagna. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

3411 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per tutelare i dipendenti della Azienda Berco di Copparo (FE) e sostenerne la capacità produttiva. A firma del Consigliere: Foti

3413 - Interrogazione a risposta scritta circa la conformità alla normativa edilizia di appartamenti utilizzati da cooperative sociali per l'accoglienza di immigrati, con particolare riferimento alla situazione esistente a Modena. A firma del Consigliere: Foti

3414 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tutela dei lavoratori della Agenzia interinale Trenkwalder, di Modena. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Boschini, Sabattini, Campedelli, Serri

3415 - Interrogazione a risposta scritta circa i soggetti deputati a gestire l'accoglienza nella Città Metropolitana di Bologna e le competenze dei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) e delle Aziende pubbliche di Servizi alla persona (ASP). A firma del Consigliere: Bignami

3417 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione riguardante la realizzazione delle casse di espansione del fiume Senio e la messa in sicurezza di altri corsi d'acqua del relativo territorio. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Rontini

3418 - Interrogazione a risposta scritta circa un bando emesso dall'Azienda USL di Bologna per la copertura di funzioni di natura organizzativa dei servizi sanitari. A firma del Consigliere: Bignami

3419 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela ed il reinserimento dei lavoratori disoccupati, in cassa integrazione e in mobilità provenienti da imprese operanti nel settore edilizio. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Sensoli

3420 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per giungere ad una revisione della normativa in materia di attività estrattive e delle tariffe di cava. A firma della Consigliera: Gibertoni

3421 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la salvaguardia dell'occupazione dei lavoratori operanti negli stabilimenti dell'Appennino bolognese, con particolare riferimento alla situazione riguardante la Philips-Saeco. A firma del Consigliere: Taruffi

3423 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi e le azioni posti in essere circa problematiche riguardanti la sicurezza degli abitanti di un immobile gestito da Acer nel Comune di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3424 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori della azienda Trenkwalder. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri

3425 - Interrogazione a risposta scritta circa la Convenzione per la polizza assicurativa sanitaria stipulata tra l’Agenzia regionale Intercent-ER e Unisalute S.p.A., rivolta ai dipendenti regionali assunti con contratto a tempo indeterminato e a tempo determinato. A firma delle Consigliere: Gibertoni, Sensoli

3426 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche inerenti gli alloggi gestiti dall’Azienda Casa Emilia-Romagna (ACER) di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Delmonte

3427 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'iter che dovrà essere seguito per la realizzazione del progetto "Passante di Mezzo” riguardante l’autostrada-tangenziale del nodo di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

3428 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la crisi dell'Agenzia per il Lavoro Trenkwalder. A firma del Consigliere: Sassi

3429 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni per sopperire all’"emergenza del sistema ospedale” segnalato dalla Direzione Sanitaria dell'ospedale forlivese Morgagni – Pierantoni. A firma del Consigliere: Pompignoli

3430 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative da assumere per risolvere le problematiche derivanti dalla presenza di profughi nei Comuni della regione e per favorire il regolare pagamento degli importi dovuti ai titolari delle strutture che li ospitano. A firma del Consigliere: Foti

 

Interpellanza

 

3384 - Interpellanza circa l'iter della Regione Emilia-Romagna riguardante la concertazione con le parti sociali ed economiche ed i soggetti coinvolti nelle scelte relative alle politiche sanitarie. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

 

Risoluzioni

 

3378 - Risoluzione per impegnare la Giunta e l'Assemblea a segnalare agli Organi universitari l'esigenza di assicurare effettive condizioni di parità a partire da tempi, spazi, relatori fra le diverse posizioni nei dibattiti, negli approfondimenti e nei confronti già previsti o da organizzare in merito alla revisione della Costituzione e le tematiche del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. (13 10 16) A firma del Consigliere: Piccinini

3388 - Risoluzione per impegnare la Giunta a deliberare, con la massima sollecitudine, la promozione avanti la Corte Costituzionale del conflitto di attribuzione per contrasto con competenze regionali circa parti del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177 in materia di assorbimento del Corpo Forestale dello Stato da parte dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco e del Ministero delle Politiche Agricole, con richiesta di sospensione dell'esecuzione ex art. 40 della Legge n. 87/1953. (17 10 16) A firma del Consigliere: Foti

3393 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti del Governo e della comunità internazionale al fine di affermare il principio della libertà religiosa e delle relative minoranze, contrastare le persecuzioni e le discriminazioni, porre in essere una moratoria delle condanne inflitte in violazione di detti principi, attivando inoltre, attraverso anche la cooperazione internazionale e la Comunità Europea, iniziative nei confronti del Pakistan volte alla scarcerazione di Asia Bibi. (17 10 16) A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami

3409 - Risoluzione sulla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, Piano d'azione sull'integrazione dei cittadini di paesi terzi - COM(2016)377 final del 7 giugno 2016. Osservazioni della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell'articolo 24, comma 3 della legge n. 234 del 2012. (Approvata dalla I Commissione assembleare "Bilancio affari generali ed istituzionali" in data 18 ottobre 2016)

3412 - Risoluzione per impegnare la Giunta, in materia di trasporto pubblico locale, a eliminare per le persone disabili l'obbligo di obliterare il titolo di viaggio ad ogni cambio mezzo o alla prima salita nel caso di abbonamenti, ed a prendere in esame la proposta di fornire un'indicazione comune alle società che gestiscono il TPL nella regione Emilia-Romagna diretta ad eliminare sull'intero territorio la sanzione a fronte della mancata validazione del titolo di viaggio ad ogni cambio di mezzo successivo al primo utilizzato. (19 10 16) A firma del Consigliere: Sassi

3422 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali affinché si tutelino gli occupati del settore, le produzioni agricole regionali e la qualità del Made in Italy messi a rischio dal ribasso dei prezzi del grano e da prodotti stranieri di scarsa qualità, introducendo inoltre una puntuale etichettatura che indichi al consumatore la provenienza e la qualità dei prodotti. (21 10 16) A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

 

Mozione

 

3416 - Mozione di censura all'Assessore regionale Emma Petitti ai sensi dell'art. 111, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pompignoli, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Bignami, Foti

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

3019 - Interrogazione a risposta scritta circa la destinazione della totalità dei fondi disponibili alla sola agricoltura integrata volontaria, con particolare riferimento ad altre misure di tutela ambientale, come quelle agroambientali. A firma del Consigliere: Bignami

3020 - Interrogazione a risposta scritta circa la costituzione di un Fondo Unico Regionale cui possano accedere tutti i Confidi in possesso dei prescritti requisiti, riconoscendone il ruolo di accompagnamento e di assistenza finanziaria della piccola e media impresa. A firma del Consigliere: Bargi

3021 - Interrogazione a risposta scritta circa lo sblocco del turn over tramite l'eliminazione dei limiti previsti per le strutture sanitarie regionali per il completamento del piano assunzionale 2016, e la stabilizzazione delle professionalità presenti nel sistema sanitario. A firma del Consigliere: Sassi

3024 - Interrogazione a risposta scritta circa l'assunzione a carico dell'AUSL di Bologna delle spese di patrocinio legale riguardanti alcuni medici. A firma del Consigliere: Bignami

3025 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per promuovere le strutture galleggianti munite di pannelli per la generazione di energia elettrica denominate "isole fotovoltaiche". A firma della Consigliera: Rontini

3026 - Interrogazione a risposta scritta circa le notizie riguardanti la fusione di fiere operanti nel territorio regionale, e le relative procedure. A firma della Consigliera: Piccinini

3031 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti le reti di scarichi di impianti siti nel Comune di San Pietro in Casale. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3033 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se corrisponda al vero che la Regione intenda rilasciare, a titolo di concessione demaniale marittima, l’intero ammontare delle ATB (Aree di Tutela Biologica) mediante bando ad evidenza pubblica, considerando, inoltre, come le disposizioni contenute nella DGR n. 2510/03 porterebbero a disparità di trattamento tra i destinatari. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

3036 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla nuova formulazione adottata dall’AUSL di Piacenza, volta ad escludere la fornitura gratuita di alcuni farmaci di fascia C anche con riferimento alle case residenze anziani. A firma del Consigliere: Foti

3037 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla modulistica concernente il consenso alla vaccinazione dei bambini, sottoposta ai genitori dal Servizio Sanitario Regionale AUSL di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

3040 - Interrogazione a risposta scritta sulla situazione dell’impresa Stampi Group di Monghidoro che impiega attualmente 84 lavoratori e che è stata posta in liquidazione dal 20 maggio scorso. A firma del Consigliere: Bignami

3042 - Interrogazione a risposta scritta in merito a notizie stampa che confermerebbero l’utilizzo del cemento depotenziato nella ricostruzione di edifici pubblici nella bassa modenese. A firma della Consigliera: Gibertoni

3044 - Interrogazione a risposta scritta circa una lettera che 2200 famiglie residenti in Bologna hanno ricevuto dal Settore Politiche Abitative del Comune di Bologna e con la quale veniva loro comunicato che non sarebbe stato erogato il contributo integrativo per l’affitto 2015 a causa dell’esaurimento dei fondi. A firma del Consigliere: Bignami

3046 - Interrogazione a risposta scritta per sapere i motivi per cui non è stata predisposta una bozza del Protocollo d’intesa e d’intenti per la realizzazione del completamento del raddoppio della Ferrovia Parma-La Spezia da sottoporre ai Consigli regionali delle tre regioni interessate. A firma del Consigliere: Rainieri

3047 - Interrogazione a risposta scritta circa l’eventuale affidamento, anche parziale, da parte dell'AUSL di Ferrara del servizio di ambulanza emergenza-urgenza ad organizzazioni accreditate, alle correlate attività di vigilanza sullo svolgimento del servizio, lo stato dei mezzi e la formazione dei volontari, nonché le soluzioni che si intendono adottare per ridurre le criticità esistenti sul territorio provinciale Ferrarese. A firma del Consigliere: Fabbri

3051 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia la percentuale dei controlli effettuati annualmente sui locali etnici della Regione, quale sia la percentuale di irregolarità riscontrate e quali le misure, di conseguenza, adottate. A firma del Consigliere: Foti

3052 - Interrogazione a risposta scritta relativamente alle procedure adottate dalla AUSL di Bologna in merito alla gestione del programma nazionale di formazione per l’Educazione continua in medicina (ECM). A firma della Consigliera: Piccinini

3054 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se l’edificio in cui aveva sede la biblioteca di Nonantola, il cui tetto è collassato in data 3 agosto 2016, era incluso tra quelli da adeguare in base alla legge regionale 16 del 2012. A firma della Consigliera: Gibertoni

3056 - Interrogazione a risposta scritta circa l’adozione di deliberazioni da parte della Direzione Generale dell'Azienda USL della Romagna, con particolare riferimento a rapporti convenzionali con la scuola di specializzazione di Chirurgia Generale dell’Alma Mater Studiorum, e sulle relative modalità di vigilanza e controllo. A firma del Consigliere: Foti

3058 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative la Giunta intenda porre in essere per tutelare i dipendenti, della Alstom Ferroviaria S.p.A. di Bologna, che subirebbero una riduzione di 33 unità e per conoscere il futuro della sede Alstom di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

3065 - Interrogazione a risposta scritta per sapere la posizione della Giunta circa la dichiarazione del Commissario regionale del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale, riportata su Lepida News Letter 93 del mese di luglio, dalla quale si evince che Lepida spa ha verificato la fattibilità di voto elettronico producendo un prototipo di internet voting; considerato che tale dichiarazione appare in contrasto con la risposta dell'assessore Caselli, in data 14 dicembre 2015, all'atto di sindacato ispettivo n.1288 presentato dall'interrogante. A firma del Consigliere: Foti

3066 - Interrogazione a risposta scritta in merito ad un parto presso il Policlinico Sant’Orsola, nel 2014, nel corso del quale un neonato perse la vita e sul cui episodio pende un procedimento penale, presso la Procura di Bologna, per omicidio colposo a carico dei medici e per omessa denuncia dell’omicidio da parte della struttura. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3067 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se i contratti di affitto e gestione, tra la Cooperativa Camelot e soggetti privati, che danno in concessione le strutture per ospitare i richiedenti asilo, nella provincia di Ferrara, siano tutte regolari. A firma del Consigliere: Fabbri

3069 - Interrogazione a risposta scritta circa le ragioni per le quali il consorzio di bonifica di Piacenza abbia differito la riscossione dei contributi di bonifica. A firma del Consigliere: Foti

3072 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se le fonti di acqua sulfurea e marziale presenti all’interno del Parco delle acque minerali ad Imola risultano ancora attive e in che modo potrebbero essere valorizzate. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3075 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda sollecitare alle amministrazioni comunali le verifiche per accertare il rispetto delle norme nei centri di cultura islamica, attivi in numerosi comuni della Regione e quale sia, inoltre, l’opinione della Giunta in ordine alla possibile apertura di un centro di cultura islamica a Bologna, in Via Emilia Levante 11/F. A firma del Consigliere: Foti

3076 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla situazione creatasi nella comunità della località Gaibanella, in provincia di Ferrara, dove una lussuosa villa dovrebbe ospitare 30 migranti. A firma del Consigliere: Bignami

3077 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative siano state attivate per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile e quali i percorsi per l’accesso al credito attivati a seguito dell’entrata in vigore della legge regionale n. 6/2014 sino ad oggi e per sapere se siano disponibili dati in merito all’imprenditoria femminile in Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Torri

3081 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda disporre la sospensione dell’applicazione dei piani di bonifica approvati dai singoli Consorzi di bonifica, valutando, nel contempo, l’opportunità di modificare le procedure per la loro approvazione, ponendola in capo alla stessa Giunta in ottemperanza al principio di terzietà. A firma del Consigliere: Foti

3084 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno promuovere un accordo tra Regione e Prefetture al fine di elaborare un elenco costantemente aggiornato delle associazioni islamiche presenti sul nostro territorio, raccogliendo ogni informazione utile, come ad esempio, referenti, numero di persone iscritte, attività svolte, provenienza del denaro. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3088 - Interrogazione a risposta scritta, per sapere perché la documentazione relativa ai PEF (Piani Economici Finanziari) 2016 dei Comuni della Regione non è rinvenibile all’interno delle deliberazioni dei Consigli locali, né all’interno delle deliberazioni del Consiglio d’ambito, essendo presente solo una tabella riepilogativa. A firma del Consigliere: Bertani

3090 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano i centri di cultura islamica che risultino iscritti nel Registro Regionale delle Associazioni di promozione sociale e quali i contributi e/o i finanziamenti che abbiano ricevuto dalla Regione a partire dal 2005. A firma del Consigliere: Foti

3094 - Interrogazione a risposta scritta circa l’avvio di coordinamenti interforze per contrastare la pesca di frodo e le azioni poste in essere per contrastare il bracconaggio. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3095 - Interrogazione a risposta scritta sulle notizie di nuovi flussi di stranieri richiedenti asilo e sulla gestione dell’accoglienza nella provincia di Forlì-Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

3097 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se e quali iniziative la Giunta regionale intenda assumere, anche in accordo con altri enti e soggetti interessati, per una riduzione duratura degli ungulati e dei danni da essi provocati, a partire da alcune valli della provincia di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

3098 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se e quali iniziative la Giunta intenda assumere per contrastare la pratica abusiva dei massaggi sulle spiagge, anche sollecitando il Governo ad intervenire, e se la Giunta intenda promuovere campagne di informazione sui rischi di tale pratica. A firma del Consigliere: Foti

3102 - Interrogazione a risposta scritta circa i rapporti tra la Regione Emilia-Romagna e l’associazione Libera e in particolare sulle somme erogate e sugli incarichi affidati all’associazione o ai suoi responsabili. A firma del Consigliere: Foti

3103 - Interrogazione a risposta scritta circa la congruità dei contributi stanziati dalla Giunta per progetti di cooperazione internazionale, previsti dalla legge regionale n. 12 del 2002, anche in considerazione del contenimento della spesa pubblica. A firma del Consigliere: Foti

3105 - Interrogazione a risposta scritta circa l'eventuale manifestazione d'interesse per affitto del ramo d'azienda degli alberghi raccolta da Terme di Salsomaggiore e Tabiano spa, ammessa al concordato preventivo, nonché il giudizio della Giunta sull'operato del management di tale società. A firma del Consigliere: Foti

3110 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda intervenire con diverse azioni, tra cui il riconoscimento dello stato di calamità naturale, per supportare le aziende agricole della bassa modenese colpite da una tromba d'aria tra il 18 e il 19 agosto 2016. A firma della Consigliera: Gibertoni

3111 - Interrogazione a risposta scritta circa il conferimento di un incarico di consulenza ad una componente della Consulta per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità. A firma della Consigliera: Gibertoni

3115 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Regione intenda esprimersi favorevolmente in ordine all'entrata in vigore della facoltà di delimitare zone ed aree che evitino la proliferazione di negozi ed esercizi pubblici etnici nei centri storici. A firma del Consigliere: Foti

3121 - Interrogazione a risposta scritta per conoscere le valutazioni della Giunta circa gli effetti della demolizione dell'edificio delle ex Officine ARBE Grafiche a Modena sul patrimonio culturale della regione. A firma della Consigliera: Gibertoni

3122 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta si sia attivata o intenda attivarsi presso i gestori in merito alle difficoltà di ricezione della telefonia mobile in alcune zone, in particolare montane, della regione. A firma del Consigliere: Foti

3123 - Interrogazione a risposta scritta circa la collaborazione della Regione alla campagna di promozione turistica "Sei in un Paese meraviglioso" di Autostrade per l'Italia, in particolare a proposito delle informazioni su Castel San Pietro Terme contenute nel cartellone posto nell'area di servizio Sillaro. A firma del Consigliere: Bignami

3124 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta si sia attivata per richiedere lo stato di calamità e quali provvedimenti intenda assumere per sostenere agricoltori e cittadini del modenese colpiti dal nubifragio del 20 agosto 2016. A firma del Consigliere: Aimi

3129 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se e quali iniziative la Giunta intenda porre in essere o sollecitare alle Amministrazioni provinciali circa gli incidenti stradali causati da impatti con animali selvatici. A firma del Consigliere: Foti

3130 - Interrogazione a risposta scritta circa l’epidemia di West Nile virus, i contributi ai Comuni inerenti le attività previste dal piano arbovirosi e i risultati della campagna di prevenzione. A firma del Consigliere: Foti

3133 - Interrogazione a risposta scritta circa le richieste di contributi avanzate dai Comuni per la realizzazione di microaree familiari per superare le grandi aree di sosta, come previsto dalla legge regionale n. 11 del 2015 sull’inclusione sociale di rom e sinti, in particolare circa il progetto presentato in proposito dal Comune di Rimini. A firma del Consigliere: Pompignoli

3134 - Interrogazione a risposta scritta circa i progetti di miglioramento sismico relativi agli ospedali di Carpi e di Mirandola (MO). A firma della Consigliera: Gibertoni

3136 - Interrogazione a risposta scritta circa la prospettata revisione del servizio di guardia medica, in particolare nelle ore notturne. A firma del Consigliere: Foti

3137 - Interrogazione a risposta scritta circa il ritiro di finanziamenti, da parte della Provincia di Bologna, per l’ampliamento della struttura Conca Verde a Fontanelice (BO). A firma del Consigliere: Bignami

3138 - Interrogazione a risposta scritta circa l’adeguamento dei servizi igienici in un alloggio ERP a Imola, assegnato ad una coppia di coniugi invalidi. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3139 - Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative adottate dalla Giunta a seguito dell’approvazione della risoluzione ogg. 826 relativa ai negoziati sul TTIP, le valutazioni conseguenti alla mancata approvazione di tale partenariato e le attività che si intende promuovere per sostenere la competitività internazionale dei settori agroalimentare e manifatturiero regionali. firma del Consigliere: Foti

3143 - Interrogazione a risposta scritta sulle garanzie occupazionali previste per il riassorbimento del personale a seguito della prevista chiusura dello sportello Cup presso il Policlinico Sant’Orsola di Bologna, nonché sulle dichiarazioni rese da una sindacalista in ordine alla trasparenza del servizio. A firma del Consigliere: Foti

3149 - Interrogazione a risposta scritta circa il piano di riorganizzazione degli Ospedali della Romagna, con particolare riferimento al depotenziamento del reparto di chirurgia di quello di Rimini. A firma del Consigliere: Foti

3150 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione dell'olio di palma e dei prodotti che lo contengono nei cibi serviti negli ospedali. A firma della Consigliera: Gibertoni

3151 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per innovare e garantire l’efficacia delle politiche regionali per la non autosufficienza. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3152 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati circa la tutela dei cittadini che, per legittima difesa, reagiscano contro i loro aggressori. A firma del Consigliere: Foti

3153 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche sollevate dalle associazioni sindacali del personale operante nel settore sanitario in merito alla riorganizzazione di tale settore. A firma della Consigliera: Gibertoni

3154 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare, nel territorio regionale, la diffusione dell’integralismo islamico e tutelare la popolazione dal pericolo legato a tale forma di terrorismo. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

3159 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura estiva di sportelli dei Centri per l’Impiego, i costi ad essi relativi e la loro efficacia, con particolare riferimento al territorio riminese. A firma della Consigliera: Sensoli

3160 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per garantire l’assistenza medica nelle ore notturne senza aumentare il carico di lavoro alle strutture dell’emergenza. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

3162 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per potenziare le strutture sanitarie romagnole, con particolare riferimento a quelle situate nel territorio riminese. A firma della Consigliera: Sensoli

3163 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare il fenomeno, in continuo aumento, del randagismo e dell’inselvatichimento di cani. A firma del Consigliere: Foti

3164 - Interrogazione a risposta scritta circa le modificazioni da apportare alla legge regionale sulla parità e contro le discriminazioni di genere, con particolare riferimento alle norme riguardanti il settore lessicale e linguistico. A firma del Consigliere: Foti

3165 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare l’utilizzo di mosto concentrato rettificato al fine di aumentare la gradazione alcolica dei vini, con particolare riferimento al territorio romagnolo. A firma del Consigliere: Pompignoli

3166 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti l’apertura della stagione di raccolta dei tartufi e la relativa normativa. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Pettazzoni

3169 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare i lavoratori ed i soggetti colpiti dalla liquidazione coatta amministrativa della Coopsette. A firma del Consigliere: Foti

3172 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti il parcheggio sito nel Piazzale Clementini, a Rimini. A firma dei Consiglieri: Sassi, Sensoli

3173 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la rete fognaria e la fossa Imhoff situata in località Selva, a Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3174 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti l'utilizzo di mosto di uve concentrato rettificato (MCR). A firma del Consigliere: Bignami

3175 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la situazione relativa a Bologna Fiere SpA ed al relativo piano industriale. A firma della Consigliera: Piccinini

3176 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione di uno stabilimento sito a Imola da parte della Newco "3elleN". A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3178 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione del servizio di dialisi svolto presso il Centro di Copparo (FE). A firma del Consigliere: Fabbri

3183 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni per rendere nuovamente transitabile il ponte sul Trebbia che collega la strada provinciale n. 7 di Agazzano alla strada T.A.V. nel comune di Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

3190 - Interrogazione a risposta scritta circa le conseguenze della chiusura del progetto "Mense Bio Emilia-Romagna" sui servizi di refezione scolastica comunale. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Bertani

3192 - Interrogazione a risposta scritta circa iniziative da assumere affinché i cittadini extracomunitari presenti in regione siano sottoposti a vaccinazione obbligatoria. A firma del Consigliere: Foti

3194 - Interrogazione a risposta scritta circa i lavori e i tempi per il rispristino della viabilità sulla strada provinciale 15 di Parma in località Castello di Ravarano ostruita per il crollo di massi. A firma del Consigliere: Rainieri

3195 - Interrogazione a risposta scritta circa la convenzione tra Intercent-ER e PFIZER Srl per la fornitura del vaccino pneumococcico coniugato polisaccaridico purificato "Prevenar 75" per le Aziende Sanitarie della Regione. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3208 - Interrogazione a risposta scritta circa proposte riguardanti la qualità dell'assistenza sanitaria nel territorio del Frignano, nella Provincia di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

3214 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per favorire l'efficacia del servizio OBI (Osservazione Breve Intensiva) del Pronto Soccorso dell'Ospedale Santissima Annunziata di Cento (FE). A firma del Consigliere: Pettazzoni

3217 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori della azienda Selcom di Bologna. A firma del Consigliere: Taruffi

3221 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la realizzazione di nuove microaree di sosta destinate a nomadi nel Comune di Bologna, con particolare riferimento alla tutela della sicurezza degli abitanti nelle zone adiacenti a detti insediamenti. A firma del Consigliere: Foti

3225 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il recupero/riattamento di un edificio adibito a scuola primaria, a Conselice. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi, Bertani

3232 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante i filobus destinati al progetto Civis della città di Bologna, e le spese relative alla loro conservazione. A firma del Consigliere: Alleva

3235 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l'accoglienza di profughi a Castel Guelfo. A firma del Consigliere: Bignami

3237 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori della azienda di Bologna Industria Italiana Autobus S.p.A. A firma del Consigliere: Taruffi

3247 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per prevenire i rischi sismici, idrogeologici ed ambientali nel settore dell'edilizia scolastica. A firma della Consigliera: Gibertoni

3258 - Interrogazione a risposta scritta circa il decesso di un lavoratore investito da un Tir durante uno sciopero, a Piacenza, in data 15 settembre 2016 e le azioni da porre in essere per tutelare i lavoratori ed il diritto a manifestare. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri

3272 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare l'industria ceramica italiana e regionale, con particolare riferimento alla proroga dei dazi antidumping. A firma del Consigliere: Foti

3305 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche causate dal transito di treni nella linea ferroviaria Reggio - Sassuolo ad una cittadina residente a Scandiano (RE). A firma del Consigliere: Delmonte

 

In data 10 ottobre 2016 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche per la Salute e Politiche sociali”, alla interrogazione oggetto n. 3100:

 

3100 - Interrogazione a risposta scritta trasformata in interrogazione a risposta orale in Commissione, per sapere se la Giunta intenda richiedere agli organi statali competenti l’accelerazione della conferenza dei servizi e dell’esame delle proposte di legge per la salvaguardia dei lavoratori esodati. A firma del Consigliere: Foti

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa la nomina effettuata dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione del seguente decreto, dal 06 10 16 al 19 10 16.

 

DPGR n. 196 del 10/10/2015

Comitato di Indirizzo dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna - Nomina componente

 

Comunicazione ai sensi dell'art. 8, comma 1, della L.R. 1/2005:

 

Ai sensi di quanto previsto dall'art. 8, comma 1, della L.R. 7 febbraio 2005, n. 1, recante "Norme in materia di protezione civile e volontariato. Istituzione dell'Agenzia regionale di protezione civile" il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha comunicato che, con proprio decreto n. 197 del 12 ottobre 2016:

 

è stato dichiarato lo stato di crisi regionale fino al 9 gennaio 2017 nei territori delle Province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia colpiti dagli intensi eventi meteorologici dei giorni 18 - 19  e 20 - 21 agosto 2016, 6, 16 – 17 e 21 settembre 2016.

(Comunicazione n. 38 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2016/2344 del 24/10/2016)

 

 

IL PRESIDENTE

I SEGRETARI

Rainieri

Rancan - Torri

 

 

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