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159.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 15 NOVEMBRE 2017

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 5337

Interpellanza circa la proposta di creare un nuovo Politecnico nell'area mediopadana che formi profili professionali al servizio dell'economia emiliano-romagnola. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

BIANCHI, assessore

PRESIDENTE (Rainieri)

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 5341

Interpellanza circa il fenomeno della violenza contro le donne e le attività di contrasto poste in essere a livello territoriale. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

GIBERTONI (M5S)

PETITTI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 5357

Interpellanza circa le azioni da attuare per tutelare l'incolumità dei cittadini di San Giorgio di Cesena e della località Pontecucco, con particolare riferimento al rifacimento del ponte sulla Pro Cervese ed alla realizzazione di opere idrauliche. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

BERTANI (M5S)

DONINI, assessore

BERTANI (M5S)

 

OGGETTO 5244

Interpellanza circa le azioni da porre in essere in materia di risparmio ed efficienza energetica, utilizzazione di fonti rinnovabili ed impianti fotovoltaici, con particolare riferimento a specifici protocolli di intesa tra Comuni ed il GSE (Gestore Servizi Energetici). A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

GIBERTONI (M5S)

COSTI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 5124

Interpellanza per chiedere alla Giunta se non ritenga necessario manifestare tutta la propria vicinanza e solidarietà ai lavoratori della ex Kverneland di Modena che avrebbe avviato una procedura di mobilità per cessazione dell'attività; se sia stato istituito un tavolo regionale di salvaguardia occupazionale; e se non ritenga di porre in essere ogni azione utile a salvaguardare i posti di lavoro, le conoscenze e le professionalità dei lavoratori. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

GIBERTONI (M5S)

COSTI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 4805

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Norme in materia di produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno e per la loro valorizzazione». A firma dei Consiglieri: Lori, Rontini, Caliandro, Bagnari, Mumolo, Poli, Molinari, Tarasconi, Cardinali, Marchetti Francesca, Montalti, Ravaioli, Rossi Nadia, Sabattini, Campedelli, Serri, Pruccoli, Zoffoli, Paruolo (73)

(Relazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 4805/1 oggetto 5605 - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

LORI, relatrice

TARASCONI (PD)

BERTANI (M5S)

DELMONTE (LN)

TORRI (SI)

AIMI (FI)

FOTI (FdI)

TARUFFI (SI)

LORI (PD)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SI)

 

OGGETTO 5412

Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30. Programma speciale d'area "Riqualificazione urbana della città di Imola" aggiornamento quadro finanziario della deliberazione del Consiglio regionale n. 600 del 5 ottobre 2004 di approvazione dell'accordo del programma speciale d'area "Riqualificazione urbana della città di Imola", come modificata dalla deliberazione dell'Assemblea legislativa con atti n. 22 del 7 ottobre 2010 e n. 48 del 18 novembre 2015.» (Proposta della Giunta regionale in data 10 ottobre 2017, n. 1518) (125)

(Inversione dell’ordine dei lavori, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

POLI (PD)

MARCHETTI Daniele (LN)

POLI (PD)

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Rainieri)

PRUCCOLI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 4805

Emendamenti oggetto 4805

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 10,11

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centocinquantanovesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Sono assenti i consiglieri Sassi e Soncini, gli assessori Costi, Gazzolo, Gualmini, Venturi.

Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.

 

Svolgimento di interpellanze

 

OGGETTO 5337

Interpellanza circa la proposta di creare un nuovo Politecnico nell'area mediopadana che formi profili professionali al servizio dell'economia emiliano-romagnola. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo con l’interpellanza oggetto 5337, circa la proposta di creare un nuovo Politecnico, nell’area mediopadana, che formi i profili professionali al servizio dell’economia emiliano-romagnola, a firma della consigliera Gibertoni.

Risponderà l’assessore Bianchi.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: La richiesta riguardava qualcosa che ci aveva stupito, nel senso che abbiamo letto sui giornali di una proposta che pareva già a buon punto di un progetto su cui si spendeva il nome della Regione, si spendevano i nomi della Giunta, e avrebbe riguardato la costruzione – un progetto tra l’altro milionario, per cui venivano indicati anche i costi: 90 milioni di euro, chiavi in mano, diceva l’architetto Calatrava – di un Politecnico regionale, con una localizzazione decisa, però ci pareva senza l’intervento dell’ente pubblico, che pure veniva chiamato in causa rispetto ai costi, e con un progetto che sembrava sbilanciato molto sul contenitore, più che sui costi contenuti. Non era chiara l’offerta formativa, né la correlazione col mondo universitario e neanche quella con i vari territori.

Eppure, a fronte di questa vaghezza, c’era già stato un convegno. Abbiamo appreso che durante questo convegno era già stato presentato un rendering addirittura del progetto, e si sollecitava quindi la Regione in un certo senso –  questa è stata l’impressione – ad avallare, a chiudere, a dare l’ultimo suggello a qualcosa che però ci pareva deciso altrove.  Quindi, su questo abbiamo interrogato l’assessorato.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Bianchi per la risposta.

 

BIANCHI, assessore: Grazie, consigliera mi permetta di rispondere su questo punto. Mi permetta di manifestare innanzitutto tutta la mia stima all’architetto Calatrava a cui, in altra epoca, come rettore, ho dato addirittura una laurea ad honorem. Non posso però intervenire su questo progetto, perché francamente non l’ho mai visto e nessuno me lo ha mai presentato, quindi non entro nel merito della qualità del progetto architettonico, né del diritto di chiunque di presentare delle proposte.

Entro nel merito di quello che lei ha chiamato il contenuto e non il contenitore. Se per Politecnico si intende un istituto di livello universitario, ho ricordato che a Reggio Emilia c’è già una sede universitaria di grande prestigio, tra l’altro con un campus di Ingegneria su cui noi stessi stiamo investendo moltissimo, e inviterei tutti, avendo disponibilità, a investire sull’Università di Modena e Reggio, e sul Campus ingegneristico già presente.

Ricordo anche, per inciso, che non è nella nostra disponibilità attivare nuove università e che l’ultimo Politecnico creato in Italia è il Politecnico di Milano del 1871, considerando che il Politecnico di Bari è stato semplicemente creato, non con grande successo, scorporando le ingegnerie dall’Università Aldo Moro.

Per quanto riguarda invece la rete ITS, voglio essere molto chiaro di fronte a tutti. Credo che sia necessario uscire dalla fase sperimentale e andare finalmente nella fase in linea, quindi occorre passare dai livelli attuali di diplomati e fare un salto, che io stimo per l’Emilia-Romagna potrebbe essere da 400 diplomati, fino a 4.000. Questo però deve avvenire sulla base di un principio: abbiamo domandato sul 116 piena autonomia sulla normativa inferente gli ITS, per fare una struttura più compatta, che permetta di compattare di più.

Questo è il punto su cui voglio essere molto chiaro con tutti: il principio di un sistema a rete, la rete politecnica, un sistema diffuso. Faccio un esempio: dato che la Fondazione meccanica, che oggi ha cinque corsi, ed è su Bologna, Modena, Reggio e Parma, in realtà ha ormai una forte competenza proprio sullo sviluppo meccanico. Credo dunque che sarebbe opportuno non solo incentivare i corsi nell’Emilia, ma portarli anche verso la Romagna, così come la Fondazione, che è stata creata in Romagna sull’informatica, deve aprire corsi in Emilia. Quindi, occorre un sistema diffuso e a rete, che non ha bisogno di un grande contenitore.

Detto questo, tutto il mio plauso va alle capacità dell’architetto Calatrava e alle capacità di iniziativa, ma non sta dentro i progetti di questo assessorato. Spero di essere stato chiaro.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Bianchi.

La parola alla consigliera Gibertoni per la replica. Ha sei minuti. Prego.

 

GIBERTONI: La ringrazio, assessore. La risposta è pienamente soddisfacente. Concordiamo totalmente sull’idea di un sistema diffuso, che dia risposte alle esigenze di tutti i territori, all’implementazione delle risorse nelle strutture già presenti, agli investimenti sull’università che noi abbiamo e che vanno fatti, agli investimenti che possono portare, come diceva l’Assessore, a diplomati e laureati che aumentino, anche rispetto a quello che viene richiesto dai nostri territori e a quelle che sono le raccomandazioni.

Soprattutto, ci uniamo alla stima che va tributata a un architetto come Calatrava, però non è comunque il ruolo dell’archistar che può farci dimenticare che, anche quando si parla di progetti così grandi, nascosti in quel caso dietro l’idea che la stazione mediopadana andasse arricchita con una struttura così complessa, stiamo lavorando, più o meno tutti, più o meno a parole, sull’idea che si sta facendo strada e che speriamo maturi nei tempi prossimi che ci aspettano, ossia quella della riqualificazione e della rigenerazione urbana. Qui si parlava invece di cementificare un’area verde, a fronte di un contenitore che non aveva un’offerta chiara.

Quindi, benissimo assessore. La ringraziamo per la risposta. Le chiederemo, ma sappiamo che ha già manifestato disponibilità in questo senso, un confronto in Commissione rispetto a come si potrà procedere su questi investimenti e su questa rete diffusa, che risponda ai territori. Credo che questa potrà essere la base per condividere quello che ci sta più a cuore, il tema dell’istruzione tecnica, dell’istruzione in generale e del suo futuro che ci sembra così importante per lo sviluppo dell’economia regionale, così sostanziale, e che non può certamente essere lasciato a scambi estemporanei di dichiarazioni, o a tentativi di opzioni precostituite. Chiederemo quindi il confronto in Commissione e lì cercheremo di portare le nostre proposte a integrazione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 5341

Interpellanza circa il fenomeno della violenza contro le donne e le attività di contrasto poste in essere a livello territoriale. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo quindi all’interpellanza 5341 circa il fenomeno della violenza contro le donne e le attività di contrasto poste in essere a livello territoriale, a firma della consigliera Gibertoni.

Risponderà l’assessore Petitti.

La parola alla consigliera Gibertoni per l’illustrazione dell’interpellanza in oggetto.

 

GIBERTONI: Lascerei direttamente la risposta all’assessore Petitti. Sono temi che abbiamo più volte portato sia in Aula, che in Commissione, quindi ascolto volentieri la risposta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Petitti per la risposta.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. In merito al tema posto dalla consigliera Gibertoni, come veniva ricordato, più volte abbiamo avuto modo, oltre che in questa assemblea, in commissione, nelle varie iniziative poste in essere dalla Regione, di fare il punto sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne, e i numeri li conosciamo tutti.

Per questo sapete che, rispetto a questo tema che riteniamo essere molto più di un’emergenza sociale, abbiamo voluto metterlo al centro dell’agenda politica di questa Regione e nel corso, sia di questa legislatura che negli anni precedenti, numerose azioni sono state realizzate.

Ci tengo però a ricordare che in questa Regione, da più di vent’anni, su queste tematiche c’è un lavoro che viene realizzato, anche in assenza di quadro normativo e di risorse finanziarie, che ha portato alla valorizzazione di buone pratiche dei nostri centri antiviolenza e l’intera rete delle istituzioni pubbliche e private.

In questa Regione sicuramente ci sono stati dei passaggi importanti, negli ultimi anni. Voglio ricordarli molto rapidamente. Nel 2013, sono state adottate le linee di indirizzo regionali per l’accoglienza delle donne vittime di violenza e nel 2014 è stata approvata la prima legge regionale in Italia, la legge regionale n. 6, che rappresenta il quadro complessivo rispetto alle azioni da mettere in campo per una reale parità. Nel 2016, questa Assemblea ha approvato il Piano regionale antiviolenza. Sapete bene che parliamo di uno strumento operativo che ha come obiettivo quello di rafforzare e completare tutto il quadro di prevenzione e di protezione dalla violenza. Ha una valenza triennale – quindi alla scadenza dei tre anni avremo modo di misurare l’effettiva validità di questo strumento – e vuole aumentare e potenziare l’integrazione dei servizi.

Al centro del piano regionale abbiamo voluto mettere l’azione dei centri antiviolenza, proprio per le ragioni che dicevamo prima, perché rappresentano per noi un presidio fondamentale nei confronti delle donne. Il piano è il frutto di un lavoro, del coinvolgimento di tutto il tessuto che opera quotidianamente sul contrasto alla violenza sulle donne, e quindi rafforza la rete, perché nasce attraverso il lavoro della rete stessa, e ha degli obiettivi fondamentali che, oltre alla protezione e alla prevenzione, per noi riguardano anche il tema dell’autonomia delle donne. Le donne infatti non vanno soltanto sostenute nel momento in cui decidono di denunciare, ma vanno accompagnate in un percorso reale di autonomia, che significa poi autonomia economica, quindi autonomia lavorativa e rispetto al tema dell’emergenza abitativa.

Abbiamo voluto fare in modo che anche il tema del trattamento nei confronti degli uomini autori di violenze fosse al centro di questo lavoro, perché in alcuni territori già sono state sperimentate azioni e sportelli fondamentali, mentre in altri territori stiamo programmando questo tipo di servizio.

Per fare questo non bastano le norme, i piani e questo quadro che abbiamo sostenuto, ma dobbiamo mettere in campo risorse. Abbiamo voluto, per la prima volta, mettere a disposizione risorse regionali. Il primo bando regionale, del 2016, uscirà a breve, anche in questo caso presentato attraverso un lavoro di forte sinergia con l’intera rete, quindi con i nostri Enti locali, con le associazioni e con i centri antiviolenza.

Per sostenere la rete, oltre al bando regionale, abbiamo anche istituito l’Osservatorio regionale. L’Osservatorio, lei lo sa bene consigliera, ne abbiamo parlato anche in commissione, è fondamentale perché ci permette di avere un presidio rispetto ai dati che ogni territorio, la rete dei centri, ci fornisce ogni anno, ma possiamo anche valutare quali sono le realtà che hanno maggior necessità di sostegno.

Inoltre, in collaborazione con le aziende sanitarie, stiamo riuscendo a rilevare il fenomeno anche attraverso la rete dei pronto soccorso. È evidente che per noi il sostegno di tutta la rete, insieme al lavoro che stiamo facendo rispetto al quadro nazionale – noi siamo anche nella cabina di regia come Regione Emilia-Romagna – ha permesso di ottenere in tempi, crediamo giusti, i finanziamenti che vanno riconosciuti ai centri antiviolenza, e di avere una programmazione sul 2017-2018 di quasi 4 milioni proprio per sostenere e l’intera strategia.

Avremo a disposizione, già licenziate dalla Giunta, risorse che andranno a sostenere i centri, per 1.400.000 euro, proprio per il funzionamento di case e centri antiviolenza, più di 400.000 euro messi a disposizioni per nuove case e nuovi centri, perché la rete va sostenuta anche con nuovi presidi, e oltre 600.000 euro sono invece rivolti proprio all’autonomia abitativa.

Fondamentale è il tema della formazione. Sappiamo perfettamente che i centri, le case e gli sportelli hanno la necessità di veder riconosciuto un personale che lavora su questi temi da anni e che quindi è estremamente specializzato, ma che ha necessità di avere nuove azioni di formazione. Vogliamo con queste risorse garantire anche la formazione dei formatori.

Infine, il tema della prevenzione si lega al grande tema dell’educazione. In questi anni, le iniziative dell’8 marzo e del 25 novembre le abbiamo volute caratterizzare con un forte lavoro legato ai più giovani, alle giovani generazioni e alla rete che stiamo creando con le scuole per il lavoro sulla cultura della parità, quindi il tema dell’educazione, della prevenzione, del sostegno alle giovani generazioni, per noi è centrale in questo tipo di lavoro. Quindi questi progetti vedono un ruolo importante anche di questi temi.

È evidente che parliamo di un lavoro che a mio parere ha bisogno di continuità. Le politiche per le pari opportunità, per il contrasto alla violenza di genere devono maturare rispetto al tema della consapevolezza. Lo diciamo sempre: il tema della violenza sulle donne non riguarda solo quelle donne, ma tutti noi. Crediamo che il coinvolgimento sempre più reale degli uomini all’interno di questi progetti sia fondamentale. Il Nord Europa da questo punto di vista è stato capofila nella capacità di gestire i centri, le case, attraverso il ruolo di educatori e di uomini che hanno portato avanti questi progetti.

È un investimento che stiamo facendo in questa Regione, un impegno a 360 gradi che vogliamo continuare a realizzare, perché crediamo che questo debba essere un tema che deve vedere tutti noi partecipi nel contrasto alla violenza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Petitti.

La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente e assessore per la risposta.

È un tema su cui abbiamo già avuto modo di confrontarci in Aula e in commissione. È un tema su cui però non esitiamo a riportare l’attenzione ogni volta che sia possibile e lo faremo ancora.

Sono state dette due parole che ritengo importanti e che ci danno il metodo per la continuazione di questo confronto, ossia la continuità e la tempestività. Credo che siano davvero fondamentali, una volta che la discussione è a regime. All’inizio forse c’è stato un maggiore rallentamento, ma adesso che la discussione c’è penso che non dobbiamo lasciarla mai da parte, perché c’è davvero una multifattorialità rispetto alla questione della violenza di genere.

Penso che la regione Emilia-Romagna possa col suo apporto, sia nel confronto tra Giunta e assemblea, sia nelle sedi di confronto con il Governo centrale, farsi carico di quello che non è assolutamente un onere, ma potrebbe diventare invece un esempio da seguire, mi auguro anche per altre Regioni, ossia evidenziare come questa multifattorialità richieda l’impegno di una serie di competenze, di una serie di deleghe.

Lei ha citato i pronto soccorso, ma io cito anche la sicurezza e il rafforzamento ad esempio della nostra Polizia Municipale. Sappiamo quanto in certe zone delle nostre città, e non soltanto, anche nei centri storici, dopo certi orari, e anche prima molto spesso, la presenza sociale e delle donne comincia a rarefarsi proprio perché c’è timore.

Quindi occorre un impegno da parte della Regione nella sensibilizzazione – questo certamente –, ma bisogna agire con tempestività e trovare anche il modo di stare vicino ai Comuni, di aiutarli dove è possibile finanziariamente a investire in sicurezza.

Poi, assessore, le sottolineo alcuni punti su cui sono sicura che ci saranno ulteriori confronti produttivi in Commissione che riguardano la necessità di trovare, nei luoghi di confronto col Governo centrale, quelle norme volte ad evitare che passi troppo tempo prima che la magistratura agisca a favore delle persone oggetto di violenza, di minacce, di pericolo, di intimidazione.

Un altro punto che sottolineo, e su cui chiedo uno sforzo alla Regione, anche se non c’è una competenza diretta, lo so, lo riconosco, però c’è molta possibilità di fare, c’è molta possibilità di agire è quello della sensibilizzazione. Mi riferisco al linguaggio utilizzato dai media, al giudizio implicito, alla coloritura del linguaggio quando si parla di chi subisce violenza. Questa rappresenta un’ennesima aggressione a chi ha già subito la violenza e su questo credo che la Regione non debba avere alcun timore a intervenire, anche dove non ci fosse una diretta competenza. C’è sempre una diretta possibilità di dire le cose quando si rappresenta un Ente importante come questo.

Questi sono i punti su cui occorre lavorare, assieme a quello che l’assessore già ricordava, ossia la possibilità di trovare delle vie di reinserimento lavorativo, di realizzazione personale, di sostegno economico e sociale, per persone che attraversano queste situazioni pericolose, queste situazioni di danno con norme che consentano una tutela, un accompagnamento, e che vengano messe a sistema.

Quindi, con una continuità di confronto e con tempestività, sono convinta che la discussione diventi davvero produttiva e possa diventare una priorità nell’agenda di questa Giunta, come lo è di certo, per quanto mi riguarda, ma sono convinta anche per quanto riguarda parte dell’assemblea, e da lì magari diventare un vessillo, un esempio che possa essere una pratica importante e da qui possa essere messa a sistema e fare scuola.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 5357

Interpellanza circa le azioni da attuare per tutelare l'incolumità dei cittadini di San Giorgio di Cesena e della località Pontecucco, con particolare riferimento al rifacimento del ponte sulla Pro Cervese ed alla realizzazione di opere idrauliche. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 5357 circa le azioni da attuare per tutelare l’incolumità dei cittadini di San Giorgio di Cesena e della località Pontecucco, con particolare riferimento al rifacimento del ponte sul Pro Cervese ed alla realizzazione di opere idrauliche, a firma del consigliere Bertani.

Risponderà l’assessore Donini.

La parola al consigliere Bertani per l’illustrazione dell’interpellanza in oggetto.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Il ponte è sulla provinciale cervese. C’è un refuso. Intanto direi che qui serviva una risposta di almeno tre assessori, perché parliamo di strade, di dissesto idrogeologico e di consorzi di bonifica.

Il tema, dal generale al particolare, è quello intanto del dissesto idrogeologico e di come si affronta. Qui parliamo di una frazione di Cesena, San Giorgio, che negli anni, purtroppo, ha subito diversi allagamenti, perché ci sono dei canali di scolo, dei piccoli rii, che ovviamente, quando ci sono le grandi piogge, hanno il problema della pulizia dei corsi – e qui il consorzio di bonifica sembra essere intervenuto nel tempo, fra l’altro andando a sistemare alcuni argini –, ma c’è anche il problema dell’innalzamento dei ponti per permettere che l’acqua, nei casi di allagamento, possa scorrere via in maniera adeguata.

Purtroppo, questi ponti sono di pertinenza del Comune o delle Province. Il Comune pare che stia intervenendo; la Provincia, pur sollecitata da diversi anni, non riesce ad intervenire – qui ritorniamo al generale –, anche perché le Province ormai nelle loro casse per la manutenzione delle strade non hanno nulla. Chiedevo quindi agli assessori che cosa hanno intenzione di fare rispetto a questo problema.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

La parola all’assessore Donini per la risposta.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente e consigliere. Bertani si è dato sia la domanda che la risposta praticamente. Comunque, al fine di rispondere anche da parte nostra in modo compiuto, si premette che la strada SP70 è, come ha rimarcato lei, di competenza provinciale. Non rientra nella rete viaria di interesse regionale. È stata quindi da parte nostra, una volta ricevuta la sua interrogazione, trasmessa alla Provincia di Forlì-Cesena una richiesta di informazioni e si evidenziano, in questa mia risposta, i passaggi più rilevanti.

Il servizio tecnico Infrastrutture e Trasporti, nello specifico, rileva che il rio Granarolo in località San Giorgio di Cesena, interseca la SP70 al chilometro 10 più 850, in corrispondenza di un borgo abitato, denominato appunto Pontecucco. L’attraversamento realizzato con un ponte in muratura ad un’unica arcata ribassata con luce di circa 5 metri, in corrispondenza del quale sono evidenti i lavori recentemente realizzati dal consorzio di bonifica, che hanno appunto rialzato e rivestito le sponde, ad andamento quasi verticale, con pietrame da scogliera; che è l’intervento più efficace che in questi casi si possa fare.

Il ponte non ha subito nel corso degli anni alcun intervento di manutenzione straordinaria e costituisce, anche per la strada provinciale, un restringimento della piattaforma asfaltata, peraltro sempre più evidente.

Il corso del rio Granarolo nel tratto in esame è costeggiato da numerose abitazioni, costruite immediatamente a ridosso del rio medesimo, che però impediscono di ampliare la sezione idraulica del corso d’acqua in larghezza; e questo è un altro problema.

Allo stato attuale, anche in conseguenza dei lavori di risagomatura del rio, il ponte costituisce quindi un intralcio al libero deflusso delle acque, soprattutto per quanto riguarda l’altezza del manufatto, dato che la larghezza è vincolata dalla presenza delle abitazioni sopra menzionate.

La Provincia di Forlì-Cesena evidenzia infine che, per adeguare la sezione idraulica del ponte, occorre ricostruirlo interamente, realizzando un nuovo manufatto di attraversamento, posizionato ad un’altezza tale da consentire il deflusso della piena bisecolare. Un manufatto così realizzato non sarebbe compatibile con le quote attuali del tracciato stradale, per la presenza delle abitazioni a ridosso del ponte, rendendo detta soluzione non realizzabile. L’alternativa ipotizzabile sarebbe la realizzazione di una variante al tracciato…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Assessore Donini, le chiedo scusa, dovremmo togliere un attimo la sua tessera perché sennò risulta come Foti. Non vorrei crearle problemi psicologici. Lo faccio per la sua incolumità. Inserisca la scheda così vediamo se abbiamo risolto il problema.

La parola all’assessore Donini.

 

DONINI: Al fine di elaborare una risposta la più completa possibile è stato quindi chiesto un contributo anche all’agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile al Servizio difesa del suolo, della costa e bonifica. Quest’ultima ha confermato che l’inadeguatezza del ponte sul rio Granarolo rappresenta una strettoia sul rio stesso e ha evidenziato che il rio fa parte della rete scolante consortile, pertanto in gestione del consorzio di bonifica della Romagna. Il consorzio ha recentemente realizzato dei lavori di allargamento e ricezione del rio.

Chiudo dicendo che, relativamente a eventuali contributi – aspetto che forse le interessa maggiormente – di provenienza statale riferiti al settore della difesa del suolo, il Servizio difesa del suolo ha chiarito che gli attuali criteri di ammissibilità a finanziamento degli interventi proposti escludono, per ora, le opere di rifacimento di infrastrutture interferenti.

Come evidenziato nelle premesse, si ribadisce infine che la legge, per quanto concerne il sistema viario, può intervenire con un sostegno finanziario per opere inesistenti, esclusivamente sulla rete viaria di interesse regionale. Quindi, per quello che ci riguarda, ci è precluso ad oggi ogni tipo di finanziamento regionale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Donini.

La parola al consigliere Bertani per la replica.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Non sono soddisfatto della risposta, perché purtroppo questo tipo di problematiche sono quelle che affrontano i nostri concittadini rispetto ai cambiamenti climatici. Quindi, sui dice che il ponte andrebbe rialzato, ma è competenza della Provincia; la Provincia dice che il consorzio di bonifica ha fatto quel che poteva, ma che il ponte non lo possono rialzare; Donini mi dice che loro i soldi non ce li possono mettere e tutto questo significa che il ponte rimarrà così per altri 12 anni.

Spero di no, visto che la prima segnalazione, almeno quella a cui siamo risaliti a noi, è di 12 anni fa. Fra l’altro, mi sembra che quando si vuole l’impegno si metta. Ricordo l’inaugurazione del presidente Bonaccini, proprio qualche mese fa, in un paese lì vicino che è Gambettola, paese dal quale provengo, in cui c’era il medesimo problema, il consorzio di bonifica è intervenuto e il ponte è stato rialzato, ma anche lì c’erano problemi con le abitazioni vicine.

Ovviamente il paese in quel caso era un po’ più grande e quindi l’impatto che c’era stato negli anni precedenti era sicuramente stato importante, ma, quando si vuole, l’occasione per inaugurare dei ponti c’è e io invito il presidente Bonaccini ad andare a inaugurare, nei prossimi due anni, un ponte anche a Pontecucco.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

 

OGGETTO 5244

Interpellanza circa le azioni da porre in essere in materia di risparmio ed efficienza energetica, utilizzazione di fonti rinnovabili ed impianti fotovoltaici, con particolare riferimento a specifici protocolli di intesa tra Comuni ed il GSE (Gestore Servizi Energetici). A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 5244 circa le azioni da porre in essere in materia di risparmio ed efficienza energetica, utilizzazione di fonti rinnovabili e di impianti fotovoltaici, con particolare riferimento a specifici protocolli d’intesa tra i Comuni e il GSE, a firma della consigliera Gibertoni.

Risponderà l’assessore Costi.

La parola alla consigliera Gibertoni per l’illustrazione dell’interpellanza in oggetto.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Con questa interpellanza facciamo riferimento a un’idea di fotovoltaico sociale, da fotovoltaico di comunità, al fotovoltaico sociale. È un primo passo che è stato compiuto in alcuni Comuni. Ho citato l’esempio di Porto Torres che ha inaugurato questo concetto di reddito energetico, anche in omaggio alle raccomandazioni dell’Unione europea che concorda sulla necessità di aumentare l’approvvigionamento energetico attraverso le energie rinnovabili, ma non soltanto.

Infatti, anche i Comuni della regione Emilia-Romagna, quando aderiscono all’iniziativa del Patto dei Sindaci, intendono conseguire obiettivi preposti in campo di efficienza e risparmio per ridurre le emissioni di CO2 e soddisfare la domanda attraverso la produzione di energia pulita nei propri territori comunali.

Questi territori comunali vedono anche l’esistenza di numerose famiglie in difficoltà, famiglie che non riescono spesso neppure a pagare il costo mensile dell’energia che utilizzano, e sono non soltanto impossibilitate a pagarlo, ma di conseguenza non sarebbero in grado di investire ad esempio in un qualunque tipo di efficientamento o rinnovamento in campo energetico per quanto riguarda il proprio ambito privato.

Già le famiglie italiane che potrebbero permettersi di valutare azioni di questo tipo a volte, a causa o della mancanza di informazione, della mancanza di campagne informative, della difficoltà a capire come procedere; a volte invece proprio a causa dei costi da sostenere, e forse anche di una inerzia delle amministrazioni locali che non incentivano a sufficienza, che non valorizzano la possibilità di agire presso le proprie abitazioni private per incentivare le energie rinnovabili, insomma tutto questo porta sostanzialmente ad una arretratezza rispetto a quello che dicevamo essere il patto dei sindaci, le raccomandazioni dell’Unione europea e le buone intenzioni di cui ci siamo parlati spesso in Commissione.

Allora proponiamo che questi casi specifici, queste buone pratiche di reddito energetico, un fotovoltaico sociale diciamo, vengano valutate, diffuse e favorite, magari tramite progetti pilota, anche all’interno della nostra Regione, programmando percorsi formativi rivolti al personale dei Comuni, supportando l’implementazione di canali di comunicazione con i cittadini, ad esempio tramite uno sportello informativo energetico per fornire informazioni sulla normativa e per valorizzare tutte quelle specifiche richieste di accesso a meccanismi di incentivazione, e a informazioni su come procedere da parte di privati e da parte anche di famiglie in difficoltà.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Costi per la risposta.

 

COSTI, assessore: Ringrazio la consigliera Gibertoni. Ricordo che il Piano energetico regionale assegna agli Enti locali un ruolo strategico proprio per la parte dell’attuazione e noi, nell’ambito del piano triennale attuativo, abbiamo come obiettivo quello di completare il percorso di adesione al patto dei sindaci, anche al fine di introdurre nei PAES il tema della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Quindi, questa è una delle azioni sulle quali noi stiamo lavorando. In merito alla richiesta di promuovere accordi tra i Comuni e il GSE, possiamo fare presente, ma è chiaro che questo rientra all’interno dell’autonomia degli Enti locali che hanno la competenza esclusiva per la sottoscrizione di tali accordi.

Per quanto riguarda le incentivazioni del solare, abbiamo fino ad oggi sviluppato un lavoro molto forte rispetto a tutta la parte che riguarda le imprese. Abbiamo introdotto possibilità per utilizzare gli strumenti finanziari innovativi, proprio perché questo potesse avvenire.

Ricordo che oggi è aperto un bando, un fondo rotativo, che riguarda proprio il supporto agli investimenti per quanto riguarda le imprese, soprattutto le piccole e medie imprese, per la parte della efficienza energetica e delle fonti alternative.

Ci siamo impegnati in questi anni anche sul tema della povertà energetica. In modo particolare abbiamo lavorato su tutto ciò che è edilizia residenziale pubblica ed edilizia sociale, che sono gli aspetti che riguardano tutta la parte pubblica, dove abbiamo, in accordo con i Comuni e con i soggetti che gestiscono, avviato dei programmi molto precisi e molto specifici sia di diagnosi energetiche che di prime azioni per intervenire.

Abbiamo anche accompagnato tutto questo nostro lavoro con un programma per la formazione dei tecnici comunali, proprio per avere le maggiori informazioni possibili, anche molto pratiche, sui territori rispetto sia al tema del risparmio energetico, che delle bollette, che anche degli strumenti che riguardano le fonti alternative.

In proposito, abbiamo lavorato e stiamo lavorando su un punto che la consigliera ha ricordato e che per noi è fondamentale ed importante – un pezzo del nostro lavoro si concentra proprio su questo –, ossia gli sportelli energia. Alla data di approvazione del piano, avevamo una copertura di questi sportelli energia sui Comuni di circa il 30 per cento. Abbiamo già iniziato un lavoro di rafforzamento e allargamento di queste funzioni, assieme ai Comuni. Alla fine del 2017, quando avremo la prima fase di monitoraggio del piano, siamo convinti che il dato che misureremo sarà sicuramente maggiore rispetto a questo strumento che è il più immediato, anche per diffondere quelle pratiche che lei sostiene, ma ce ne sono anche delle altre.

Abbiamo approvato una risoluzione in Assemblea e stiamo cercando di fare in modo, rispetto agli sportelli, che i Comuni possano dare tutte quelle informazioni di cui oggi necessitano i cittadini, però sono aperte anche alle imprese, perché il tema è generale, proprio per avere le risposte migliori.

Oltretutto stiamo affiancando gli Enti locali anche per altre operazioni, sempre lasciando autonomia ai Comuni. Non ci possiamo sostituire ai Comuni. Possiamo condividere gli obiettivi, poi è chiaro che gli strumenti afferiscono all’autonoma decisione dei Comuni.

Ad ogni modo, stiamo sostenendo moltissimo con i Comuni la possibilità di arrivare a degli accordi locali, con i soggetti locali, per sviluppare delle sperimentazioni innovative che possano essere riportate a livello regionale. Penso a Reggio, dove il tema è proprio la sperimentazione rispetto ai condomini, uno dei grandi aspetti complicati, sia riguardo l’efficienza che le fonti alternative. Stiamo lavorando, con il Comune di Ferrara, sulla geotermia che è una delle specificità che c’è in questo territorio, le cui ricadute sui cittadini sono particolarmente importanti.

Per favorire le operazioni che lei chiedeva, siamo impegnati su alcuni fronti. Il primo è quello per cui stiamo collaborando con ANCI per rafforzare i temi che ho detto: gli sportelli energia, le informazioni e tutto quello che abbiamo messo in campo. ANCI sta facendo questa redazione e aggiornamento del notiziario energie in Comune. Oggi sono più di 4.200 quelli che aderiscono a questa forma di comunicazione.

Come le dicevo, stiamo sostenendo la diffusione degli sportelli energie e dell’Agenzia per l’energia sui territori, quindi ampliando il bacino che c’è oggi, e stiamo preparando adesso, per il 2018, un piano di informazione capillare con la collaborazione di più soggetti, sindacati, enti e associazioni, perché abbiamo bisogno di essere molto capillari, accompagnato da iniziative di formazione per gli amministratori di condominio, le imprese, i professionisti e gli operatori, proprio per promuovere la partecipazione collettiva per la riduzione dei consumi, per la produzione di energia rinnovabile e diffusa, con tutto il tema dei gruppi di acquisto e anche nuove forme di aggregazione tra produttori e consumatori.

Questo è il progetto più grosso che faremo proprio sul 2018 e vorremmo chiaramente condividerlo con tutti i soggetti che possono avere una diffusione molto ampia sui territori.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Costi.

La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Grazie, assessore.

Credo che la direzione ci veda favorevoli, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di una partecipazione collettiva, che è stata ricordata, alla riduzione dei consumi. Una partecipazione collettiva significa per noi una partecipazione che deve essere messa a disposizione di tutti quanti. Per questo crediamo davvero in questo progetto, assessore.

Pensiamo che sia di fatto il portato conseguente. Quando si mettono a sistema una serie di progetti e giustamente si agisce sui Comuni, sul personale tecnico dei Comuni, per potergli dare quegli strumenti informativi, soprattutto nei piccoli Comuni, questi non riescono sempre ad arrivare in tempo reale, e a loro volta non riescono ad essere trasmessi poi ai cittadini. Quindi, spesso le amministrazioni comunali piccole non riescono ad assolvere quel compito oneroso di informare i cittadini su tutte quelle che sono le nuove tecnologie esistenti in campo energetico, anche a causa della rapidità con cui queste nuove tecnologie si evolvono. Soprattutto, spesso non riescono a fornire informazioni sulla normativa del settore elettrico e termico, attinenti al sistema di incentivazione gestito dal GSE, più in particolare su queste specifiche forme, o possibilità di accesso a meccanismi di incentivazione.

Su questo la Regione ha una responsabilità importante, ma molto pregevole, buona, da prendersi, di cui farsi carico con orgoglio, ossia di evitare quelle sacche di opacità non voluta, dovuta appunto alla mancanza di risorse che molte piccole amministrazioni hanno e che, per inconsapevolezza, rischiano di danneggiare la possibile informazione che arriva al cittadino.

Rispetto a quello che ci trova concordi, ossia questa partecipazione collettiva e anche l’accesso universale a queste possibilità, sono convinta, assessore, che da qui a poco questa sarà effettivamente la ricaduta normale. Si arriverà a dover valutare forme di partecipazione collettiva a questa riduzione della spesa, e a questo adeguamento alle raccomandazioni dell’Unione europea, per le famiglie in difficoltà che nel frattempo, raggiunte dall’informazione virtuosamente messa a sistema – auspichiamo – dalla Regione, per cui i piccoli Comuni che si informano e arrivano a trasmetterle, vorranno accedere, perché verranno a conoscenza di queste possibilità per loro stessi e per la comunità, ma non potranno. Allora forse, per lo stesso meccanismo, potrà essere la Regione ad agire virtuosamente, illuminando quei piccoli Comuni che le risorse non ce le hanno e decidendo di provare a valutare dei percorsi di fotovoltaico sociale, di fotovoltaico di comunità, di messa a reddito energetico di qualcosa che poi ricade positivamente sulla comunità.

Quindi, se i tempi non sono maturi oggi, sono convinta che lo saranno o dovranno esserlo domattina, dopodomani, in tempi veramente brevi. A questo punto garantiremo un accesso universalistico e la messa a disposizione di tutti di possibilità, di opportunità e di partecipazione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 5124

Interpellanza per chiedere alla Giunta se non ritenga necessario manifestare tutta la propria vicinanza e solidarietà ai lavoratori della ex Kverneland di Modena che avrebbe avviato una procedura di mobilità per cessazione dell'attività; se sia stato istituito un tavolo regionale di salvaguardia occupazionale; e se non ritenga di porre in essere ogni azione utile a salvaguardare i posti di lavoro, le conoscenze e le professionalità dei lavoratori. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 5124, per chiedere alla Giunta se non ritenga necessario manifestare tutta la propria vicinanza e solidarietà ai lavoratori della ex Kverneland di Modena che avrebbe avviato una procedura di mobilità per cessazione dell’attività; se sia stato istituito un tavolo regionale di salvaguardia occupazionale; e se non ritenga di porre in essere ogni azione utile a salvaguardare i posti di lavoro, le conoscenze e le professionalità dei lavoratori, a firma della consigliera Gibertoni, a cui risponderà l’assessore Costi.

La parola alla consigliera Gibertoni per l’illustrazione dell’interpellanza in oggetto.

 

GIBERTONI: Questo è un tema che ci ha visto coinvolti, ma non è l’unico nel suo genere. I lavoratori si trovano dalla sera alla mattina senza certezze sul proprio futuro, si trovano dall’essere lavoratori totalmente incardinati all’interno di un percorso aziendale, all’essere lavoratori precari sulla strada, in presidio permanente. Questo caso specifico ci racconta molto in merito, ma ce ne sono tanti altri purtroppo anche di questi ultimi giorni che rivelano le stesse dinamiche. Quindi, chiediamo su questo un aggiornamento all’assessore Costi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Costi per la risposta.

 

COSTI, assessore: Rispondo rispetto al caso di Modena, ma è chiaro che questa Regione, questo assessorato e io in prima persona sono impegnata su tutti i tavoli che ci sono in Regione, all’interno dei singoli territori e anche a livello nazionale.

Come dice la consigliera Gibertoni nella sua interrogazione, siamo di fronte ad un’impresa che nel settembre del 2016 è stata acquistata da un gruppo, CoMeGe Industrial di Siena, che l’ha rilevata e ha continuato la produzione nel sito modenese con tutti i lavoratori allora in forza. L’accordo per il passaggio delle maestranze fu firmato dalla proprietà e dalle organizzazioni sindacali, questi sono i tavoli istituzionali per la salvaguardia occupazionale, in questo caso sviluppati presso il Comune di Modena, ossia l’istituzione che ha seguito questa vertenza; accordo che aveva permesso, in quel momento, di salvare l’occupazione e la funzionalità del sito produttivo. Ricordo che questi accordi portano la firma di tutte le parti, quindi organizzazioni sindacali, datoriali e quant’altro.

A distanza di un anno, la nuova proprietà che gestisce la Mechanical Machine Modena – questo è il nome attuale dell’ex Kvernelad – ha avviato la procedura di licenziamento di tutti i 29 lavoratori, riportando quindi la situazione nuovamente nello scenario peggiore; situazione che si era pensato di scongiurare dopo il passaggio di proprietà, avvenuto appunto un anno fa.

Per queste ragioni, le organizzazioni sindacali, assieme alle parti datoriali, hanno deciso di chiedere di riattivare il tavolo di salvaguardia occupazionale presso il Comune di Modena, seguito chiaramente dall’assessore del Comune di Modena, che sta cercando di scongiurare questa prospettiva.

Ovviamente, c’è una modalità operativa molto concreta di lavoro, quando i tavoli sono realizzati all’interno delle Province o dei Comuni. Noi siamo in contatto costante con le Istituzioni locali e soprattutto con i rappresentanti dei lavoratori, proprio per essere sempre aggiornati sull’evoluzione della vertenza che è gestita in questo caso nella dimensione territoriale che è stata scelta legittimamente.

La soluzione praticabile è la possibilità di un ulteriore passaggio di ramo d’azienda. Questo è quello che si sta discutendo. Cosa praticabile perché ad oggi abbiamo una manifestazione di interesse che, in questi momenti, è proprio all’oggetto del confronto con le organizzazioni sindacali. Il tutto deve avvenire entro il prossimo 16 novembre, quindi siamo ormai molto vicini, data in cui scade la procedura per ricercare un accordo tra le parti ed evitare il licenziamento collettivo. È un passaggio difficile, perché c’è una proposta, ma dipenderà chiaramente dal dialogo e dalla dialettica che si converrà proprio in questi giorni.

Durante la vertenza in corso, così come nel corso di quella del 2016, abbiamo seguito – vi ripeto – tutti i contatti e ci siamo fatti parte attiva per mettere a disposizione tutto ciò che è possibile per salvaguardare l’occupazione, perché il primo tema che abbiamo è sempre questo.

Siamo però consapevoli che stiamo parlando di una vertenza complicata perché, alla procedura di licenziamento dei lavoratori, si è aggiunto anche un contenzioso che riguarda il mancato pagamento delle spettanze nel mese di ottobre, quindi i lavoratori hanno anche questo problema ulteriore, e c’è un contenzioso tra l’attuale proprietà e la vecchia proprietà. Erano presenti alcune clausole nel contratto di compravendita che sono state oggetto di contenzioso. Termino con questo, perché siamo anche noi in attesa di comprendere come questa vicenda si concluderà essendo ancora in atto il confronto.

Rispetto all’ultimo punto che veniva chiesto, informo che per quanto riguarda le gestioni delle crisi aziendali esiste una suddivisione della gestione dei tavoli di salvaguardia istituzionale, in base alle dimensioni delle aziende e alla loro collocazione sovraterritoriale. Quindi, ci sono i livelli provinciali o comunali e ci sono i livelli regionali e ministeriali. Ogni livello agisce sulla base delle stesse normative e delle stesse procedure. Non esistono delle modalità diverse. Le leggi sono le stesse.

Abbiamo una collaborazione sempre molto stretta e massima. Oggi pomeriggio sarò a Roma per il tavolo Froneri, per cui saremo Ministero, Comune e Regione. Quindi agiamo sempre in perfetta sintonia e con la massima collaborazione, anche garantita dal fatto che l’assistenza rispetto alle competenze tecniche ed amministrative viene gestita, nel caso della Regione Emilia-Romagna, dall’agenzia del lavoro con le loro articolazioni territoriali, perché la legge è sempre quella. Invece quando ci sono i tavoli nazionali, siamo assistiti dal Ministero del lavoro che ha competenza in materia, anche questo per legge.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Costi.

La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Assessore, grazie per l’aggiornamento. Speriamo che questa manifestazione di interesse o altre condizioni favorevoli possano risolvere la questione che sta andando avanti da ormai tanto tempo; da agosto in modo particolarmente urgente, ma anche da prima, perché questo passaggio di proprietà si è poi rivelato gravemente lesivo della dignità dei lavoratori.

Non è questo il primo caso anche nella nostra Regione di una multinazionale presente in Italia da anni che chiude degli stabilimenti, a volte perfettamente efficienti e che godono di un’alta produttività, utilizzando passaggi successivi, passaggi graduali e servendosi spesso di piccoli imprenditori che accettano di subentrare nello stesso segmento di mercato e che ottengono quindi sostanzialmente di logorare l’opposizione dei lavoratori. Questo ci è dispiaciuto vedere, quell’opposizione che prima era nata ed era giusto che ci fosse, è stata logorata nel senso che è stata totalmente raggirata dal subentrare di questi piccoli imprenditori, perché ovviamente il lavoratore difendeva il proprio posto di lavoro e ha ottenuto soltanto il prolungamento di un’agonia, durata qualche mese. Nel frattempo, la negoziazione è stata resa un guscio vuoto, quindi ci ha rimesso anche l’immagine della politica in questo senso. Non so esattamente dove ricada la responsabilità quando questi tavoli si rivelano non fruttuosi. Credo che ci sia un generale indebolimento, purtroppo.

 

(interruzione dell’assessore Costi)

 

È verissimo, assessore. Nello stesso tempo c’è un generale indebolimento della politica che ci dispiace vedere, perché è vero che sprechiamo discorsi macroscopici, ma non ci sembra che siano irrilevanti. Ci piacerebbe vedere una politica, che è debole nei confronti delle imprese adesso, che si impegna anche verso questo tipo di raggiri. L’idea è che si fanno questi tavoli e si convocano anche i sindacati, i quali saranno stati a loro volta raggirati. Non lo so, però in qualche modo ci si impegna, si spendono parole, si spende immagine e poi si prolunga un’agonia per tutti coloro, tutti quegli interlocutori che, credo in buona fede, ci avevano creduto.

Ci piacerebbe tornare a vedere una politica che riprende ad essere virtuosamente un potere forte. Per potere forte intendo quel potere che difende l’interesse pubblico sopra ogni cosa: l’interesse del lavoro, i diritti fondamentali, i diritti costituzionali, ed è il potere a cui fare riferimento. È effettivamente il baluardo pubblico, il baluardo dell’interesse collettivo, sopra ogni piccolo interesse privato, sopra ogni possibilità di raggiro, sopra ogni logoramento di ogni opposizione, che rappresenta tutti, che è baluardo di tutti, che è presidio di quei diritti che la Costituzione sancisce.

Evidentemente ora la situazione è complessa e sbilanciata. Questo lo vediamo, ma assessore, dato che riteniamo che questo purtroppo potrebbe non essere un ultimo caso, proprio perché queste dinamiche le vediamo alle nostre latitudini regolarmente, con amarezza, credo che si debba valutare anche nelle sedi di confronto governativo quali potrebbero essere le proposte. Noi faremo le nostre, le porteremo in Commissione e cercheremo di aprire un dibattito in Aula che, per quanto limitato a questa Regione, non è certamente irrilevante, parlando di una Regione produttivamente così importante. Cercheremo di capire quali potrebbero essere quelle norme coraggiose e audaci che la politica deve proporre in un mondo globalizzato, ferocemente globalizzato, per tenere in mano la battaglia sulla difesa dei diritti del lavoro e di quel minimo di correttezza tra interlocutori che conducono percorsi comuni, nell’ambito delle nostre attività produttive, dei nostri insediamenti produttivi, e che invece si trovano parte di una scacchiera confusa, di un gioco di scacchi, di un gioco di strategia che non vorremmo vedere, davvero di basso livello, che va a detrimento sia della politica, sia del lavoratore che a quel punto non sa come difendersi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

È così conclusa la parte delle interpellanze.

 

OGGETTO 4805

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Norme in materia di produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno e per la loro valorizzazione». A firma dei Consiglieri: Lori, Rontini, Caliandro, Bagnari, Mumolo, Poli, Molinari, Tarasconi, Cardinali, Marchetti Francesca, Montalti, Ravaioli, Rossi Nadia, Sabattini, Campedelli, Serri, Pruccoli, Zoffoli, Paruolo (73)

(Relazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 4805/1 oggetto 5605 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo da dove abbiamo sospeso ieri, cioè dal progetto di legge 4805 circa norme in materia di produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno e per la loro valorizzazione, a firma dei consiglieri Lori, Rontini, Caliandro, Bagnari, Mumolo, Poli, Molinari, Tarasconi, Cardinali, Marchetti Francesca, Montalti, Ravaioli, Rossi Nadia, Sabattini, Campedelli, Serri, Pruccoli, Zoffoli e Paruolo.

Ricordo che su questo progetto sono state presentate due proposte di emendamenti, a firma del consigliere Foti e un ordine del giorno a firma della consigliera Lori.

Consigliera Lori, a lei la parola.

 

LORI, relatrice: Con il progetto di legge che oggi presentiamo alla valutazione dell’Assemblea legislativa si conclude un percorso attento e partecipato che, proprio grazie alla fattiva collaborazione del mondo produttivo, ha saputo cogliere l’opportunità da un lato, di organizzare una serie di modalità e strumenti per la corretta informazione al consumatore; e dall’altro, di valorizzare e tutelare la produzione artigianale del pane fresco.

È da tempo, infatti, che si avverte l’esigenza di definire norme che consentano di dare al consumatore la possibilità di distinguere in modo chiaro ed inequivocabile le caratteristiche delle ormai numerosissime varietà di pane in commercio. Il settore è purtroppo in attesa di indicazioni in tal senso da diversi anni, e questo a seguito della mancata approvazione del decreto ministeriale previsto all’articolo 4 del decreto Bersani 2006.

Da quel momento in poi, dopo alcuni anni di attesa, diverse Regioni hanno legiferato in materia e oggi anche noi ci muoviamo in questo senso. Questo per dire che è passato molto tempo. Il sistema produttivo, anche grazie a elementi di innovazione, si è modificato, e la necessità di colmare una carenza normativa a partire dal livello nazionale si è fatta nel tempo sempre più pressante; così come l’esigenza di garantire un’informazione a monte e propedeutica per una scelta consapevole e puntuale da parte dei consumatori, a partire dal punto di vendita, con particolare attenzione, naturalmente, ai luoghi più frequentati, quali punti vendita della grande distribuzione.

Quello dei pani industriali, spesso congelati, surgelati e finiti di cuocere nel punto vendita a ogni ora del giorno, 7 giorni su 7, è un settore che soprattutto negli anni ha visto una rapida crescita, e che naturalmente ed evidentemente ha poco a che fare con la storica produzione artigianale che tutti ben conosciamo, quella del fornaio sotto casa.

Nulla di male certamente nel godere dei frutti del progresso e delle tecnologie, ma ciò che non è ammissibile è che il successo dei prodotti, specie quelli congelati e surgelati, si basi talvolta sulla disinformazione di chi li acquista. È necessario che il consumatore sappia se sta mangiando pane fresco di produzione artigianale o meno, e quando non è così, diviene particolarmente rilevante conoscere le caratteristiche e la provenienza dei prodotti.

Con il progetto di legge ricerchiamo un rapporto tra produttore, venditore e consumatore chiaro e trasparente, a favore di un sostegno delle produzioni artigianali che rappresentano garanzia di qualità.

Un mestiere, quello del fornaio, che si tramanda nel tempo, di sacrificio e cura delle produzioni a partire dalle materie prime, alla ricerca di una non sempre scontata genuinità di un prodotto che quotidianamente troviamo sulle nostre tavole, caratteristiche di artigianalità che appartengono al nostro patrimonio culturale e fanno parte di una vasta gamma di prodotti di qualità da valorizzare e salvaguardare.

Così, in assenza al momento di una legislazione statale, seguendo la strada aperta da altre Regioni, con questo progetto di legge definiamo le norme in materia di produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno e per la loro valorizzazione. Come vedremo più nel dettaglio, sono una serie di norme semplici, undici articoli in tutto che possono apparire quasi scontati, ma che, in assenza di una legge, non lo sono per nulla e lasciano aperte una serie di possibilità davvero ampie e articolate. Basti pensare per un attimo a cosa ci troviamo davanti quando acquistiamo il pane e lo raffrontiamo con il sistema di regole che oggi, con il progetto di legge, andiamo a definire.

Come è noto, la proposta di legge è stata depositata a metà giugno di quest’anno ed i contenuti sono stati elaborati e condivisi con i principali stakeholders, le associazioni maggiormente rappresentative: Fippa, Fiesa e Assipan nelle loro declinazioni regionali.

Attraverso l’udienza conoscitiva abbiamo avuto un ulteriore e importante momento di ascolto, che ha permesso di approfondire alcuni aspetti e rispondere ad alcune perplessità, emerse grazie anche ad emendamenti discussi poi in Commissione.

In questo percorso abbiamo anche cercato di procedere nella medesima direzione, quindi tenendo un profilo di coerenza, rispetto al disegno di legge oggi in stato avanzato di discussione a livello nazionale, così da non dover eventualmente rimettere mano alla norma regionale quando, con ogni probabilità, questo diventerà legge.

Entro nel merito dell’articolato. Venendo all’esame delle disposizioni, all’articolo 1 si definiscono gli scopi della legge, riassumibili nella corretta informazione al consumatore sul tipo di prodotto in commercio e nella valorizzazione del pane artigianale. Va comunque specificato a tale ultimo proposito che l’aspetto della valorizzazione è accennato, contemplato in un articolo specifico, ma con una possibilità di prospettive molto ampia riteniamo, ed è stato poi riproposto nell’ordine del giorno che discuteremo, perché oggi abbiamo dato la priorità all’urgenza di definire regole chiare rispetto alla situazione legata alla produzione e soprattutto alla vendita del prodotto.

Quindi, l’obiettivo è quello di poter aprire un tema, quello della valorizzazione, che possa trovare in futuro ulteriori approfondimenti. Ci sarà dunque spazio nel prosieguo, con i tempi consoni all’adeguato coinvolgimento delle associazioni di categoria di verificare le strade percorribili, per meglio rispondere all’esigenza di sostenere e diffondere i prodotti da forno, artigianali e di qualità.

In Commissione siamo intervenuti con un emendamento integrativo, per specificare inoltre che è stato escluso dal raggio di azione della presente legge il pane agricolo; tema emerso in udienza conoscitiva.

L’articolo 2 si cimenta in una serie di definizioni utili alla regolamentazione contenuta negli articoli successivi. Dandole per lette, pongo l’attenzione però su alcune di queste definizioni, che sono assolutamente indispensabili per poter distinguere, ad esempio, il pane fresco dal pane conservato, che passa attraverso il rispetto di stringenti tempi di produzione e di commercializzazione ed il divieto assoluto di interrompere il processo di lavorazione, o di usare additivi conservanti.

Si dispone inoltre che possa fregiarsi dell’appellativo di panificio solo l’impresa di panificazione che svolge l’intero ciclo di produzione del pane, dalla lavorazione delle materie prime, alla cottura finale. Anche in questo caso, con un emendamento accolto in Commissione, vietiamo l’utilizzo di espressioni ingannevoli, quali pane caldo, pane di giornata ed altre nel momento della vendita dei prodotti.

Con l’articolo 3, si definisce la procedura di apertura e le attività esercitabili dal panificio; mentre all’articolo 4 ci si sofferma a descrivere la necessità che a capo sia posto un responsabile dell’attività produttiva, con il compito di garantire il rispetto della normativa di vigente, a tutela sia delle produzioni, quindi pensiamo ad esempio a tutta la normativa di carattere igienico sanitario, ma anche con un’attenzione particolare alla tutela delle norme che riguardano i lavoratori.

L’articolo richiede che tale figura abbia una formazione professionale che può essere acquisita attraverso la frequentazione di corsi appositi, oppure attraverso una competenza acquisita tramite una specifica formazione, o un periodo di attività lavorativa, come meglio dettagliato nell’articolato; tutto naturalmente in una logica di valorizzazione e anche conservazione nel tempo della professione artigiana di panificatore.

Il cuore della legge è costituito dall’articolo 5 che dispone, in sostanza, che il pane fresco sia venduto in scaffali dedicati e separati dall’altro pane; mentre il pane conservato e quello finito di cuocere nel negozio, come sempre più spesso accade, devono contenere tutte le indicazioni di provenienza ed essere contrassegnati, in maniera tale da rendere subito evidente che non si tratta di pane fresco, ma di pane ottenuto da cottura di impasti. Questa è la dicitura che si prevede debba essere ben identificabile.

Come già anticipato, le norme di valorizzazione contenute all’articolo 6 hanno l’obiettivo di avviare un percorso di valorizzazione attraverso alcuni primi strumenti, tra questi l’istituzione, nel mese di ottobre, della giornata del pane e dei prodotti da forno, in cui far conoscere le eccellenze artigianali e l’attività di promozione e valorizzazione, da definire con successivo atto di Giunta, per la promozione di azioni finalizzate ad esempio alla tracciabilità del prodotto e alla promozione degli accordi di filiera; tutti interventi che potranno beneficiare di un contributo economico a sostegno dei progetti condivisi con le associazioni di categoria.

Canonica è la norma sulla vigilanza, di cui all’articolo 7, che delega ai Comuni e alle ASL, in base alle rispettive competenze, mentre per le sanzioni contenute all’articolo 8 ci siamo allineati alle disposizioni delle altre leggi regionali, sia come tipologia che come ammontare delle sanzioni.

Gli ultimi tre articoli, dal 9 all’11, recano le consuete disposizioni di rispetto della normativa comunitaria sugli aiuti di stato, di regolamentazione del periodo transitorio e la norma finanziaria che per l’esercizio in corso poggia sul Fondo speciale per il finanziamento dei provvedimenti legislativi regionali in corso di approvazione.

Come avete ben compreso, parliamo di poche regole, undici articoli come dicevo, che danno una concreta risposta ai produttori, artigiani di pane fresco; forniscono indicazioni per una scelta consapevole dei consumatori; e individuano primi significativi strumenti concreti per l’avvio di un più marcato processo di valorizzazione.

Concludo e tengo a ringraziare naturalmente chi ha contribuito a questo percorso, in primis l’Ufficio legislativo del Gruppo PD che ha accompagnato un lavoro a partire dalla declinazione nella forma giuridica necessaria degli obiettivi del progetto, ma anche successivamente nelle fasi di ascolto; gli uffici legislativi di Assemblea e Giunta e i funzionari dell’assessorato. Un ringraziamento particolare va all’assessore Palma Costi che ha accolto e supportato il percorso di iniziativa assembleare. Un altro ringraziamento va ai colleghi degli altri Gruppi consiliari, in particolare il collega Bertani del Movimento 5 Stelle, che ha sollecitato un’attenzione particolare, discussa soprattutto in Commissione, e che ci ha permesso di accogliere alcuni emendamenti, ma soprattutto di rafforzare quella prospettiva che sarà poi meglio declinata nell’ordine del giorno rispetto al tema della valorizzazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Lori.

Apriamo la fase della discussione generale.

Consigliera Tarasconi, prego.

 

TARASCONI: Grazie, presidente. Credo che i capisaldi di questa legge siano da ricondursi a tre “T”: tutela, trasparenza e tradizione. La normativa, che a mio parere ha avuto un iter molto interessante e proficuo, ha centrato gli obiettivi di accrescere la consapevolezza dei consumatori, tutelare le professionalità artigiane e preservare il valore della tradizione.

Da tempo, le associazioni del settore ci chiedevano di prendere provvedimenti perché messe a dura prova dal fiorire di produzioni molto economiche. Pertanto mi rendo portavoce dell’Associazione panificatori di Piacenza che abbiamo coinvolto in questo percorso, insieme ovviamente a tutte le altre associazioni di categoria, per avere da loro dei riscontri.

Sappiamo che era urgente fare chiarezza, mettendo ordine, in una legislazione che ad oggi era imprecisa. Altre Regioni si sono mosse precedentemente in questa direzione. Era giusto che anche l’Emilia-Romagna si allineasse con un provvedimento ad hoc. Con l’introduzione dell’obbligo di informativa alla clientela e con la distinzione del pane fresco dai pani di altro tipo torna ad essere esaltata sia la qualità del prodotto che il cliente si accinge a consumare, sia il rapporto di fiducia tra il produttore artigianale e i suoi clienti.

Con questa legge, i formai artigiani, piacentini e non solo ovviamente, avranno la garanzia che il pane fresco da loro prodotto non verrà confuso con pani congelati, precotti, o con prodotti di dubbia provenienza che non devono rispettare le ferree norme cui invece deve sottostare un produttore italiano. Potranno lavorare e garantire la bontà del proprio prodotto come hanno sempre fatto, sapendo che i consumatori potranno fare una scelta consapevole di ciò che intendono consumare.

Ringrazio molto la consigliera Lori che, fin da quando sono arrivata in assemblea, ha lavorato insieme a tutte le forze politiche e le associazioni, perché credo che questo progetto di legge sia davvero importante per i nostri territori e concludo manifestando il mio appoggio all’ideazione della giornata del pane, perché era arrivato il momento di esaltare queste produzioni artigianali, dietro le quali c’è una tradizione che era nostro dovere preservare, in base alla caratterizzazione di ciascun territorio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Tarasconi.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. L’aspetto principale, come hanno già detto le colleghe, di questo progetto di legge, è quello di fornire informazioni ai consumatori e garanzie ai produttori, riguardo al pane fresco.

Purtroppo, ormai da parecchio tempo, il consumatore si trova di fronte ad alcuni esercizi commerciali, essenzialmente parliamo della grande distribuzione che, in maniera furba, dicono di sfornare pane caldo tutto il giorno, parlano di pane appena sfornato, e il consumatore non si rende conto che quel pane non è fresco e artigianale, ma deriva da prodotti decongelati di provenienza non sempre certa e certificata. Questo è il punto sul quale secondo noi la legge si qualifica, perché introduce una netta distinzione fra il vero pane fresco e il pane che vorrebbe chiamarsi fresco, mettendo alcune norme che obbligano l’esposizione fatta in maniera corretta e l’informazione fatta in maniera corretta rispetto ai consumatori, di modo che il consumatore potrà scegliere consapevolmente.

Questo era il punto principale della legge. Anche noi in qualche modo siamo intervenuti con vari emendamenti. Alcuni sono stati accolti, altri un po’ meno. Su questo ci differenziamo un po’, perché mentre il progetto di legge fa leva sulla modernizzazione, a noi sarebbe piaciuto più far leva sulla tradizione. Anche qui, quando si parla di forno artigianale regionale avremmo meglio e ben distinto che cos’è un forno artigianale, che cos’è un forno di qualità e che cos’è un forno tradizionale.

Questa parte propositiva del Movimento 5 Stelle non è stata accettata, ma rimaniamo soddisfatti del fatto che il punto principale comunque, quello della distinzione fra pane fresco e pane non fresco, rimane ben evidenziato.

Un altro aspetto che ci preoccupava e che ci era stato segnalato durante l’audizione era quello di distinguere bene anche il pane artigianale e il pane fresco da quello che si chiama pane contadino. Il rischio che questa norma andasse però sì a informare i consumatori, ma a bloccare alcune filiere che secondo noi sono importanti, con un emendamento nostro che è stato poi rielaborato rispetto alla dicitura. Il concetto che è stato inserito in legge è che il pane contadino, cioè il pane prodotto all’interno dell’attività agricola, è fuori da questa normativa. Su questo siamo già certi e sicuri che quello è un pane di qualità.

Il pane contadino è importante perché introduce la filiera corta: il pane contadino è quel pane prodotto dal contadino, che si autoproduce i grani, poi li fa molire magari in un mulino di zona e produce e vende il pane.

Questo aspetto ci è piaciuto inserirlo anche in un ordine del giorno, collegato al progetto di legge, che richiama anche una legge regionale che ad oggi non sempre è stata molto attuata. Parlo della legge n. 19 del 2014, che riguarda l’economia solidale. La Regione Emilia-Romagna ha riconosciuto l’importanza dell’economia solidale, e in questo caso, secondo noi, bene si adattava all’argomento pane, perché l’economia solidale è quella che cerca di costruire e rafforzare reti locali di produzione e di consumo legate al prodotto locale, legate ad un prodotto sano e biologico e legate al prodotto artigianale e ad un consumo consapevole.

Il pane racchiude in sé tutti questi elementi, proprio perché spesso, per i prodotti di alta qualità, c’è una filiera locale, ci sono produttori agricoli e contadini che stanno reintroducendo la produzione di grani antichi e di qualità. Ci sono piccoli mulini locali che fanno la macinazione a pietra, ci sono bravi e buoni artigiani locali che con quelle farine producono dei pani.

Attorno a questa filiera virtuosa si stanno creando appunto delle reti di economia che a noi piace chiamare di economia solidale, che hanno attirato dei consumatori informati e consapevoli, e hanno creato e ricreato delle economie che sono importanti per gli agricoltori e sono importanti per gli artigiani. È importante quindi questa sottolineatura, è importante il fatto che nelle giornate del pane, quindi nella parte informativa, si faccia informazione anche su questi aspetti, perché questo va a valorizzare tutto il lavoro dei nostri artigiani.

L’auspicio poi è che i Comuni, che a questo punto hanno oggi in mano uno strumento importante, comincino fin da subito a fare opera di sensibilizzazione e opera di informazione presso i consumatori e presso gli esercizi commerciali perché questa confusione fra pane fresco e pane simil-fresco, che in realtà viene da pani decongelati, non accada più. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Quello che noi pensiamo su questa norma è che alla fine, dopo che sarà stata approvata, risolverà alcuni dubbi, ma lascerà secondo me alcune perplessità. Soprattutto provocherà il rammarico di non essere riuscita in alcuni intenti.

Nello specifico, credo che tutti possiamo assolutamente essere d’accordo sulla parte più tecnica di questa legge, quella che parla dei permessi, delle definizioni di pane fresco e pane non fresco, sui metodi di vendita e di esposizione, di trasparenza all’interno dei locali, dei panifici, quindi per aiutare il consumatore a comprendere quello che sta acquistando.

Credo però che quell’obiettivo che si era posto di colmare in toto quel vuoto legislativo sull’informazione al consumatore non è perfettamente soddisfatto. Semplicemente, raffrontando questa legge con quella già approvata e già in vigore da qualche anno in Regione Veneto, si possono notare due grosse differenze. Se ne notano di più, però due, in particolare, sono quelle che voglio evidenziare.

L’articolo 6 della legge del Veneto istituisce il forno di qualità. È quel panificio che rispetta tutte le norme che quella legge stessa impone. Quindi, per il consumatore è molto facile capire istantaneamente se il forno in cui sta entrando, prima ancora di entrare, è un forno che rispetta tutti i canoni che questa legge prevede. Questa è già una trasparenza iniziale.

In più, un tema che per noi era particolarmente caro, è quello del Registro delle specialità da forno tipiche regionali. Secondo me, secondo noi della Lega Nord, non abbiamo colto questa occasione per creare questo Registro e cercare di valorizzare i nostri prodotti, oltre che i nostri produttori. È importante ricordarsi che è vero che i produttori fanno un lavoro egregio, ma è anche vero che alla fine, quando si entra in un panificio, si entra per il prodotto. E il prodotto, secondo noi, andava valorizzato e ben definito.

Per non parlare poi della parte della formazione che noi prevediamo per il responsabile dell’attività produttiva. Su questo tema credo sia importante la parte formativa che la Regione si pone di offrire, però è evidente che con tutte le possibilità di deroga, nel senso che ovviamente la formazione non si può fare su chi palesemente è già formato da un’attività precedentemente molto forte, andiamo poi a ridurre secondo me il parco delle persone che dovrà effettivamente fare questa formazione a un numero veramente molto esiguo di persone.

È evidente che se un panificio nomina un responsabile di attività produttiva si dà in parte per scontato che questo responsabile abbia alle spalle un po’ di esperienza. Tant’è che nella legge si dice che abbia almeno due anni di esperienza produttiva, seppure come non titolare, almeno come addetto alla produzione, allora la formazione non è più necessario.

È evidente, ripeto, che un responsabile è assodato che possa diventare tale solo se ha alle spalle un po’ di esperienza, quindi crediamo che questa parte della formazione serva per condire il progetto di legge, ma nella sostanza non avrà poi tutte queste ricadute.

Il nostro giudizio quindi è sicuramente positivo dal punto di vista del progetto di legge nella parte più tecnica, però è evidente, secondo noi, che si sia persa un’occasione, perché si poteva effettivamente andare a valorizzare il prodotto, invece andiamo solo a definire dei ruoli, diamo dei compiti, poniamo dei vincoli sui produttori, pur dandogli comunque un risalto.

Poi, se si vuole vendere tutto, talché nella giornata del pane pensiamo di risolvere tutti i problemi, che il finanziamento alla giornata del pane, alle grandi festività che faremo durante quella giornata risolleveranno tutto l’ambito del pane emiliano- romagnolo, credo sia un po’ riduttivo per chi invece ci lavora tutti i giorni.

Questo è il nostro parere e per questo noi ci asterremo su questa legge.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

Consigliere Torri, prego.

 

TORRI: Grazie, presidente.

Riguardo la legge in discussione, e auspichiamo in approvazione fra poco, la riflessione, il giudizio del Gruppo di Sinistra italiana è positivo.

Riteniamo sia un buon passaggio l’approvazione di questa legge in Assemblea, a fronte del percorso che abbiamo potuto seguire in Commissione e a fronte del merito, appunto, della legge.

Riteniamo sia positivo innanzitutto per il settore della produzione e commercio di pane, sia perché è una legge che riguarda questo settore nello specifico, e che quindi coglie delle specificità necessarie da cogliere, sia perché nel farlo introduce delle distinzioni e degli elementi di chiarezza che consentono di valorizzare soprattutto chi questo lavoro lo svolge in un certo modo e con una certa competenza.

Per di più, quello che abbiamo potuto apprezzare, sempre con riguardo al coinvolgimento del settore è stato il reale coinvolgimento della categoria nel processo di ascolto e definizione della legge in Commissione, a partire dall’udienza conoscitiva e non solo. Qui credo vada dato atto a tutti i commissari, a partire dalla relatrice di maggioranza Barbara Lori, di aver fatto un lavoro il più possibile condiviso.

Anche questo è un elemento che va a valorizzare il settore oggetto della legge, insieme al resto del merito, quindi dei contenuti della legge, che consentono di dare anche stimolo all’attività di panificazione fatta in un certo modo. Pur nei contorni di una legge regionale, fissano anche il ruolo importante dei produttori e delle loro associazioni. Aspetti positivi, quelli della legge, che non si fermano al lato dei produttori ma – ed è importante, penso, proprio nel momento in cui si costruisce una legge regionale – guardano anche al consumatore.

Si parlava prima, in tutti gli interventi riconosciuto, dell’elemento della trasparenza, unanimemente condiviso al di là delle votazioni che verranno fatte. Nel momento in cui si introducono distinzioni e definizioni chiare, oltre a valorizzare chi il lavoro lo fa in un certo modo e con una certa competenza, si aiuta anche il consumatore a scegliere con maggiori informazioni e maggior chiarezza.

Da questo lato, allora, questa legge, nella sua semplicità, pensiamo che sia coerente anche con la legge più generale a tutela dei consumatori che era stata approvata in quest’Aula alcune sedute fa. Riconosciamo quindi un filo di coerenza e una visione che si compongono tassello per tassello.

In quest’ottica, è vero, emerge anche dal lavoro di Commissione, restano aperte alcune questioni che non possono essere risolte solo con un provvedimento regionale. Tengo a dar conto anche nel mio intervento, a partire dai temi del lavoro e della qualità del lavoro che tutti gli addetti svolgono nei panifici, un tema sollevato dai sindacati, che in parte viene affrontato nel momento in cui si individuano ruoli e competenze per svolgere questi ruoli.

Un’altra parte chiaramente non può essere affrontata in Regione, ma penso sia importante che in quest’Aula venga riportata, perché è in corso un processo di legislazione anche nazionale, che consentirà di affrontare altri aspetti, e con il quale sarà necessario poi coordinarsi.

Da questo punto di vista allora il nostro giudizio è positivo anche perché la legge contiene sufficienti elementi di flessibilità per coordinarsi e per introdurre degli aspetti sui quali poi sarà possibile continuare a lavorare non solo da parte dell’esecutivo regionale ma anche a livello di Commissione, a livello legislativo, sufficienti elementi di flessibilità sui quali in parte cerchiamo già di lavorare con l’ordine del giorno, anche qui ampiamente condiviso, nel quale partendo dai princìpi fissati dalla legge, introduciamo già alcuni elementi che vorremmo vedere poi sviluppati in continuità nei prossimi provvedimenti. A partire dalla trasparenza, che viene di nuovo sottolineata anche nell’ordine del giorno, a partire dagli aspetti ambientali e culturali che circondano la produzione del pane, e non solo, i riflessi che questa ha anche sull’agricoltura, come richiamava il consigliere Bertani, il tema dei grani antichi, e in generale delle filiere corte che vengono richiamate sia nella legge, sia meglio circostanziate nell’ordine del giorno.

È un tema molto ampio che con il passaggio di oggi viene indicato come lavoro, ma che non può essere risolto né da un solo provvedimento legislativo, né da un solo ordine del giorno. In questo, la coscienza nel condividere questi atti, credo sia unanime.

Ultimo aspetto, non per importanza, ma sul quale tengo a concludere il mio intervento, è quello, di nuovo richiamato più volte e fissato nell’ordine del giorno, del collegamento di questa legge con la legge sull’economia solidale. Di nuovo: prima di tutto è importante, come si diceva prima, nel momento in cui si va a prendere un provvedimento legislativo, fissarlo nel complesso delle leggi che la Regione ha già in atto. In questo caso non solo quindi, ed è importante, con quella sulla tutela dei consumatori, ma anche con quella dell’economia solidale che fissa non solo alcuni criteri ma anche un principio di fondo, e cioè quello di valorizzare le filiere corte, le produzioni il più possibile naturali, e che devono necessariamente dialogare quando si parla di settore alimentare, tanto più quando si parla di un alimento base come può essere il pane.

Una legge, quella sull’economia circolare, che fissa princìpi generali che dovremmo tenere a mente in tutta la nostra attività legislativa. Lo facciamo con questo ordine del giorno e con questo provvedimento, lo abbiamo già fatto e richiamato altre volte in precedenza. Tenevo infine a sottolineare questo aspetto proprio perché dà l’idea di un passaggio importante che fissa dei criteri utili ai cittadini consumatori e ai produttori, quindi alle forze economiche, che però, nella sua nettezza e nella sua semplicità, si inserisce in un quadro più complessivo che consente ancora di lavorare e di portare sviluppi in un’ottica che con ampio consenso, penso sia la legge sul consumo, sia la legge sull’economia solidale, nel corso dei lavori di questa Assemblea è già stata fissata e condivisa in maniera trasversale.

In quest’ottica, allora, anche noi, oltre che votare positivamente questo provvedimento, abbiamo sottoscritto l’ordine del giorno, voteremo positivamente tutti e due gli atti, e chiaramente continueremo a lavorare alla luce di questi princìpi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Torri.

Consigliere Aimi, prego.

 

AIMI: Grazie, presidente.

Una delle prime cose che mi è stata insegnata in famiglia, nell’educazione, è stato il rispetto per il pane. Rispetto per il pane che ha una tradizione straordinaria soprattutto nella nostra Italia, ma credo di poter dire culturalmente in tutto il Mondo Occidentale, che deriva dal fatto di avere la consapevolezza che è una ricchezza incredibile, così come lo sono tutte quelle che provengono dalla filiera alimentare.

Sappiamo che negli oltre 8.000 Comuni d’Italia ci sono nella cucina e nei cibi differenze straordinarie, che sono sostanziali ed evidenti. Rappresentano, secondo me, anche sotto il profilo spicciolo dell’economia, un elemento assolutamente positivo.

Un’altra cosa che abbiamo invece imparato nel fare politica è quella di valutare, nel momento in cui si deve considerare anche la situazione economica di un Paese, il consumo di un alimento: il pane. Se andiamo a vedere gli ultimi dati forniti dalle organizzazioni preposte a ciò, ci rendiamo conto che abbiamo avuto negli ultimi tempi, causa certamente la crisi economica, una diminuzione del consumo del pane pari al 5,5 per cento. Questo è un dato, credetemi, assolutamente inquietante, che dovrebbe far riflettere e dovrebbe portare ognuno di noi a domandarsi che cosa sta avvenendo in questo Paese e a domandarsi anche se non sia il caso invece di togliere lacci e lacciuoli burocratici alla panificazione senza intaccare la sicurezza.

Io non so, francamente, perché dovremo valutarlo alla prova dei fatti, se questo indirizzo che la Regione Emilia-Romagna vuole dare co questo progetto di legge, alla fine porterà a dei risultati positivi. Sicuramente la trasparenza, ad esempio, è un dato importante; però dobbiamo anche valutare che quando si discute e si sente in quest’Aula parlare di economia solidale, di economia circolare e poi, alla fine, ci troviamo di fronte ad una situazione di crisi drammatica in termini di consumo del primo alimento, il pane, qualcosa di negativo è accaduto.

Io ho l’impressione che noi abbiamo, o meglio, dovremmo avere, il compito soprattutto di tutelare i consumatori e anche di verificare le norme igieniche nel momento in cui viene effettuata la panificazione, questo sì, è un aspetto sicuramente importante. Non so nemmeno, e me lo domando, se la consigliera che si è autoproclamata portavoce dei panificatori di Piacenza, abbia ascoltato anche la voce degli altri panificatori della regione Emilia-Romagna, di quelli che da tanti anni magari producono o hanno aziende a livello famigliare. Penso ad esempio ai produttori che lavorano in montagna, che non hanno magari tanti dipendenti per potersi permettere di seguire tanti inciampi burocratici che rischiano davvero di soffocarne anche la produzione.

Mi domando anche perché, a livello nazionale, non si sia arrivati ad avere una legge organica in materia. Credo peraltro giaccia in questo momento in Commissione alla Camera, e non verrà certo calendarizzata. Ad ogni modo questo progetto di legge ripercorre aspetti che sono stati trattati anche da altri progetti di Regioni come la Lombardia e il Veneto. Mi pare di poter dire senza difficoltà, che ci troviamo di fronte ad una normativa che, se da un certo punto di vista può garantire la trasparenza, e quindi anche la sicurezza alimentare, alla quale ognuno di noi deve fare assolutamente riferimento, diventa però oltremodo difficile riuscire, per chi si trova a dover panificare, magari in una piccola azienda familiare, a districarsi in queste norme. Parliamoci chiaro: se lo facciamo per il pane, lo dovremmo fare per ogni alimento che viene prodotto.

Al di là di queste considerazioni, però, annuncio che il nostro voto sarà un voto di benevola astensione rispetto a questa norma, perché credo che dovremmo valutarla alla prova dei fatti.

Sapere, ad esempio, se il pane è fresco o meno, se è di tipo artigianale o meno, conoscerne la provenienza, il tipo di farina utilizzato, mi pare un aspetto importante è positivo; quindi abbiamo certamente elementi di buona valutazione all’interno di questo progetto di legge. Ripeto, però, e concludo: la preoccupazione nostra è insita nel fatto che temiamo che per tanti produttori ci sarà una sorta di appesantimento burocratico. Mi domando, ad esempio, questo: non so se nelle pizzerie, dove solitamente viene prodotto anche il pane da tavola - perché viene fatta non solamente la pizza, ma viene prodotto anche il pane che finisce sulla tavola - se anche in questo caso vi sarà la necessità di applicare tutti gli accorgimenti previsti nella legge. Ricordo a me stesso che, comunque, già adesso, in ogni bottega nella quale noi entriamo, in ogni negozio, eccetera, troviamo affissi al muro gli ingredienti che vengono utilizzati per la produzione di pane, pasta, pasticceria.

Io sarei dunque più propenso, se dipendesse da me - ma non dipende solamente da me - a fare molta attenzione, invece, ad un aspetto che avevo inizialmente considerato, quello dell’igiene, nel momento della produzione e della successiva vendita: questo sì, è un aspetto estremamente importante e delicato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Aimi.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Signor presidente, personalmente e anche come Gruppo politico, noi abbiamo fondato rispetto per il tema del pane. Lo dico perché non dobbiamo dimenticare le origini di una civiltà nostra, che oggi si preoccupa giustamente dei panifici e dei panificatori, ma che una volta fondava le tradizioni più profonde nel pane fatto in casa, soprattutto nelle zone agricole.

Io ho sentito parlare di pane contadino, ma il nostro pane veniva definito pane fatto in casa. Ognuno lo faceva anche secondo un suo dosaggio e un suo livello, a seconda dei casi, di lievitazione particolare, tanto è vero che se vi è una nazione che ha una serie infinita di diverse produzioni e di diverse tecniche di produzione del pane, quella è l’Italia. D’altra parte, si diceva: rispettate il pane, sudore della fronte, orgoglio del lavoro, poema del sacrificio. C’era una logica, in ciò, perché in una civiltà povera e contadina, il pane era un elemento di “ricchezza”.

A dire il vero c’era anche un altro prodotto che oggi nessuno si è più preoccupato di tutelare, la saracca: era uno di quei prodotti che rappresentavano allora un giorno di ricchezza in tanti giorni in cui la ricchezza veniva meno.

Debbo dire che il progetto di legge qui presentato è un’attività di supplenza, dopo undici anni, al ritardo di una lenzuolata tutta di sinistra. Se ricordate cosa accadde nel luglio del 2006, ministro delle lenzuolate Bersani, questa era una delle lenzuolate di Bersani che, ricorderete, forse orfano del fatto che altri avevano creato soltanto effettivamente posti di lavoro, pensava, attraverso questa liberalizzazione, o forma di liberalizzazione, che se ne sarebbero create a iosa. Tanto è vero che nell’articolo 4 del decreto-legge n. 223 del 2006, si legge che quell’articolo è riferito a disposizioni urgenti per la liberalizzazione delle attività di produzione di pane.

Se qualcuno avesse avuto voglia di leggerlo, quell’articolo, per come poi è stato convertito in legge, avrebbe anche notato come dall’agosto 2006, quando, cioè, appunto, è stato convertito in legge il decreto prima citato, l’articolo 2 ter prevedeva che entro dodici mesi il ministero delle politiche agricole, il ministero dello sviluppo economico e il ministero della salute, previa intesa in Conferenza Stato-Regioni, in ragione al diritto comunitario vigente, avrebbe provveduto ad emanare un decreto legislativo che disciplinava la materia, fatte salve alcune definizioni.

Bene. Era talmente urgente l’iniziativa, che son passati undici anni, e il decreto legislativo non è stato emanato. Lo ricordo a me stesso, per comprendere anche la difficoltà che c’è in questo progetto di legge che diventerà legge, laddove si deve citare da una parte un DPR del 1992 e dall’altra una legge del 2006, rimasta inattuata per poter “delineare” un quadro legislativo consono.

Ora, io non penso che l’obiettivo sia quello di fare una legge per i panificatori, anche se, lo voglio dire al mio amico Aimi, dipende dalle zone, perché in una zona di montagna, o dove inizia la montagna piacentina, come Bobbio, il mio amico Bergamini, nostro coordinatore comunale, ha un panificio che dà da lavorare a trenta persone. Ma questo proprio perché si è concentrato su una produzione tipica, e quindi oggi viene oltremodo apprezzata.

Debbo dire, peraltro, che il limite di questa legge che andremo ad approvare è evidente. Intendo che noi possiamo anche prevedere di cuocere soltanto il pane, che però potrebbe essere prodotto in Puglia, dove non c’è magari nessuna legge di questo tipo, e con le caratteristiche che noi abbiamo. Questo, infatti, è il limite: mentre, quando parliamo di produzione, la produzione ha una cornice nazionale, per quanto riguarda ad esempio la parte finale, che è quella della cottura, prescinde dall’attività che è propedeutica alla cottura.

Io mi limito quindi ad osservare che sarebbe stato di gran lunga meglio che il legislatore si fosse preoccupato di dare il quadro nazionale di tutti gli interventi, onde poi consentire alle Regioni, se volevano intervenire, di intervenire su un quadro unitario e non di definizioni che, come noi ripetiamo anche nella legge, quasi ricopia sic et simpliciter il decreto-legge convertito in legge.

Così come le definizioni del DPR del 1982 sono fedelmente riprodotte perché diversamente non avremmo potuto fare, per il principio, mi correggano i più avvezzi di me alla materia, che si chiama principio di gerarchia delle fonti.

Io penso allora che comunque questo sia un segnale positivo da cogliere, vedo anche che si vuole prevedere di sostenere le feste del pane. Vorrei ricordare, soprattutto all’assessore Caselli qui presente, che per quelle ugualmente significative del tartufo, si è detto giustamente, o non giustamente, che si poteva dare, o si doveva dare, da parte della Regione il patrocinio, ma non la “sponsorizzazione”.

Qui invece viene previsto anche un trasferimento eventuale di natura economica. Peraltro, debbo dire, ma lo dico solo perché questa è un’Assemblea legislativa strana, dove la Costituzione prevede che tutte le leggi debbano avere copertura finanziaria, non ho letto dove sia la copertura finanziaria di questo provvedimento. Però, torno a ripetere, dato che viene introdotta come facoltà e non come obbligo, potrebbe essere una norma che trova solo copertura in un eventuale bilancio, nel qual caso, l’articolo di legge in questione verrebbe attuato. Diversamente, se non ha copertura di bilancio non viene attuato.

Però dico, come osservazione di principio, che da che mondo è mondo, le norme che possono prevedere una spesa vanno coperte con un capitolo di spesa, ma è argomento evidentemente troppo fine, come troppo fine è l’argomento di una Giunta che licenzia il provvedimento di un recepimento di un accordo tra Regioni, lo manda direttamente in Commissione, si preoccupa, magari, che il percorso sia veloce, ma si dimentica di un articolo di legge che l’aveva ovviamente posta al primo posto nell’innovazione legislativa tanti anni fa sulla partecipazione, che prevedeva che prima di sottoscrivere l’intesa, e non dopo, si dovesse ragguagliare la Commissione preposta e la si dovesse informare sul percorso. Sarà argomento che vediamo quando quella legge verrà trattata in Commissione, ma è un vulnus dal quale difficilmente si può uscire, se non con un voto di maggioranza.

Io quindi sono dell’avviso che sia positivo un segnale che ricorda di amare il pane, cuore della casa, profumo della mensa, gioia del focolare, perché in queste poche parole vi era la sintesi di un’Italia contadina che oggi invece si preoccupa, ma quella è una fotografia del passato, legittimamente di più di avere le caratteristiche idonee per una sempre più puntuale meccanizzazione, a tal punto che una volta il pane migliore non era il pane fresco appena fatto, ma lo si lasciava un giorno, coperto da un asciugamano, perché si riteneva che lo stesso il giorno dopo e nei giorni seguenti sarebbe stato ancora migliore e ancora più abboccato.

Ma cosa volete? Ormai, in ogni dieta, la prima cosa che tolgono è il pane, quindi evidentemente il mondo si è capovolto. La prima cosa che ti chiedono è se mangi pane, “frustiamolo, perché mangia pane”. Chi viene da zone di salumi sa che è difficile mangiare salumi senza pane, ma questo è un altro argomento.

 

(interruzioni)

 

Puoi avere delle altre forme di accompagnamento, la torta fritta nel parmigiano, la bortellina nel piacentino, però se non è zuppa è pan bagnato, per rimanere in argomento.

Io personalmente, quindi, ritengo che comunque la normativa in esame non abbia nulla di contraddittorio rispetto alle norme nazionali. Spiace, torno a ripetere, di non aver potuto fare una legge, invece, che partendo da un quadro legislativo comune potesse portare alla valorizzazione di un alimento, perché tale è, che io ritengo ancora importante per la vita di ognuno.

Mi permetto solo di osservare che non viene definita, questo probabilmente perché non vi è il quadro nazionale, nessuna tipologia di un pane particolare prodotto della regione, che avrebbe potuto invece rappresentare il distinguo rispetto agli altri. Ad esempio, voi sapete benissimo che uno dei pani più noti, che viene identificato con una regione è il pane pugliese; non c’è l’emiliano-romagnolo. C’è il toscano, ma non c’è l’emiliano-romagnolo. Vi sto parlando di regioni: ci sono il pane pugliese, il pane toscano, ma non c’è l’emiliano-romagnolo. Quindi, se mi permettete, la tradizione è arrivata prima…

 

(interruzioni)

 

La piadina è un’altra cosa. I romagnoli vogliono sempre mettere il vino nell’uva, avendo poco vino e peggior uva. Non è così.

 

(interruzioni)

 

… pane al pane e vino al vino.

La piadina a me piace da impazzire, però non la scambio col pane, anche perché ammetterete che con un carrello di bolliti, la piadina diventa difficile da mangiare.

 

(interruzioni)

 

Nel ferrarese c’è un’altra specialità che non so se sia alimentare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti…

 

FOTI: Ma mi interrompono gli altri, presidente!

 

PRESIDENTE (Rainieri): No! Io volevo solo dirle che è mezzogiorno: parlare di queste cose e poi col presidente in queste condizioni è molto pericoloso. Prego.

 

FOTI: Lei sa, però, presidente, che in più occasioni, e trasversalmente ha invitato tutti nella sua azienda, noi stiamo ancora aspettando il momento buono per arrivare. Non adesso, ma in primavera, faccia uno sforzo e ci porti a degustare almeno un toro della sua azienda!

Io concludo dicendo quindi che sotto il profilo del voto non c’è sicuramente nessuna preclusione, quindi nessuna contrarietà; sotto il profilo pratico penso di aver rilevato come vi sono delle limitazioni, non per volontà di chi ha presentato questa proposta, ma per la carenza di una normativa nazionale, agognata, urgente, ma mai licenziata, che rendono un po’ claudicante il nostro percorso.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Sul merito del provvedimento di legge è entrato in modo dettagliato il collega Torri, che ha analizzato le ragioni di merito per le quali riteniamo che questo progetto di legge sia un progetto di legge positivo, che quindi troverà il nostro sostegno, sul quale abbiamo dato anche il nostro contributo nella Commissione, attraverso il lavoro dello stesso Torri.

Adesso il consigliere Foti sta uscendo, ma aveva fatto una citazione testuale della battaglia del grano…

 

FOTI: No, quella che ho letto era la preghiera del pane.

 

TARUFFI: Sì, è la preghiera del pane, nel contesto della battaglia del grano, e ha citato testualmente il manifesto che portava la firma di Benito Mussolini…

 

FOTI: Arnaldo!

 

TARUFFI: Presidente, voglio solo precisare che trovo alquanto inopportuno…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il consigliere Foti le ha precisato che non era Benito Mussolini, ma Arnaldo Mussolini, ha solo fatto una precisazione.

 

TARUFFI: Dico solo che essendo quello il periodo ed essendo quello il contesto, ho trovato abbastanza poco opportuna quella citazione.

Visto che comunque… La libertà di poter dire che l’ho trovata inopportuna, ce l’avrò. Qui, tutte le volte che qualcuno apre la bocca, c’è qualcun altro che mormora o interviene sempre in sottofondo. Siccome io ho l’abitudine di stare zitto quando parlano gli altri, mi piacerebbe che avvenisse anche il contrario.

Dopo questa nota, che considero comunque una nota non positiva, e metto a verbale, mi sarà consentito farlo, io invece rispetto all’importanza, dicevo, del progetto di legge che viene oggi esaminato, vorrei sottolineare quanto il pane sia stato un elemento fondamentale per la nostra cultura, per la cultura del nostro Paese, oltre che della nostra Regione.

E a questo punto, visto che il consigliere Foti ha aperto al tema delle citazioni e delle ricorrenze, voglio fare anch’io alcune citazioni per sottolineare quanto il pane sia un elemento che ha influenzato la tradizione e la cultura del nostro Paese. Innanzitutto, vorrei sommessamente ricordare, come ho già avuto modo di dire in un’altra occasione, che le parole sono importanti e ce n’è una a cui siamo molto legati, aggiungerei a giusta ragione, ed è la parola “compagno”, la cui etimologia, com’è noto, è cum panis, ovverosia le persone con cui si spezza il pane. Ebbene, che un elemento così fondamentale per la cultura del nostro Paese sia alla base dell’etimologia della parola “compagno” dovrebbe ricordarci che effettivamente, siccome le parole sono importanti, ce ne sono alcune che sono forse più importanti di altre, concetto che credo sia giusto ricordarlo proprio in questa occasione.

Analogamente mi piace ricordare che uno degli slogan spesso citati e ricordati è quel famoso “pane e rose”, non a caso, che trae origine proprio da uno sciopero che venne indetto nel 1912 in un’industria tessile, allorquando i lavoratori che aderirono a quello sciopero, uno tra i più importanti di quel periodo e che segnò l’avvio di una stagione di lotte, si ispirarono per il loro slogan a una poesia che diceva “la lavoratrice deve avere il pane, ma anche le rose”. Questo per sottolineare quanto l’elemento della libertà e dell’emancipazione delle classi più subalterne sia stato così strettamente legato al pane, e non solo dal punto di vista materiale, ma anche dal punto di vista dei riferimenti culturali.

Chiudo dicendo che la cultura del pane ha influenzato talmente tanto le radici del nostro Paese, ma non solo, da trovare importanti cenni anche in ambito religioso. Penso non debba ricordare a nessuno che una delle preghiere più importanti, con uno dei testi più significativi, dice proprio “dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Ebbene, ho voluto ricordare questi tre elementi per dire che, quando si discute di alcuni argomenti, sarebbe opportuno inquadrare il contesto nel quale ci muoviamo.

Badate, ho voluto sottolineare alcuni passaggi molto importanti non perché voglio caricare questo progetto di legge di chissà quale importanza, ma semplicemente per rammentare che esistono aspetti e passaggi che apparentemente possono non sembrare così importanti e fondamentali, ma che, invece, dietro hanno una storia e una tradizione che hanno influenzato, e influenzano tuttora, in modo radicale la nostra cultura e – qui passo a un tema più d’attualità – anche le attività commerciali, le attività economiche. E non penso che sia casuale che trattiamo contestualmente in questa giornata due progetti di legge, uno è quello che adesso stiamo esaminando e l’altro è quello di cui ci occuperemo dopo, che sono di sostegno alle attività e agli esercizi polifunzionali dei comuni di montagna o, comunque, dei piccoli comuni.

Tengo insieme questi due aspetti perché credo che oggi – qui, appunto, sto nella stretta attualità – noi collettivamente, come Istituzione, come forze politiche e come Assemblea legislativa, dobbiamo dare un segnale al comparto del commercio e degli esercizi commerciali, che oggi vive una crisi significativa, una situazione di difficoltà, che è più accentuata nei piccoli comuni e nei comuni dell’Appennino. Ovviamente, preciserò alcuni aspetti della questione allorquando tratteremo l’altro progetto di legge, purtuttavia, considerato che il collega Torri è entrato nel merito di questo argomento, preferisco tenerli insieme in un discorso generale, anche per motivare le azioni e le iniziative di Governo che proviamo a portare avanti e per ricordare a noi stessi che abbiamo il compito di portare avanti iniziative che mantenerli in un contesto complessivo è utile per capire dove stiamo andando.

Ecco che il segnale che diamo noi oggi va proprio in questa direzione: esistono realtà in forte difficoltà, piccoli esercizi commerciali e attività che insistono sul territorio che sono fortemente provate dalla crisi che ha colpito l’intero territorio regionale, quindi provare a dare risposte concrete a queste problematiche è un elemento su cui si misura la capacità della nostra Istituzione di assolvere il proprio compito.

Con riferimento al progetto di legge, già molto è stato detto al riguardo, mi si consenta, però, una valutazione di carattere più generale. Visto che spesso parliamo dei tre filoni sui quali la nostra Regione deve muoversi, che riteniamo siano gli aspetti fondamentali e strategici, quelli su cui puntare, vale a dire la Food Valley, la Motor Valley e la Wellness Valley, io penso che, quando discutiamo di Food Valley, ad esempio, e pensiamo a queste tematiche, in cui inseriamo un elemento fondamentale, come quello di cui ci occupiamo oggi, che ha addentellati in tanti ambiti della nostra regione, dobbiamo farlo sempre chiedendo due cose fondamentali: qualità e trasparenza. Ebbene, credo che il progetto di legge che oggi stiamo portando avanti abbia queste due caratteristiche, stimoli un processo e un percorso virtuosi che stanno dentro queste caratteristiche, in un comparto fondamentale, che è quello della filiera della produzione del pane, che sta dentro il comparto più generale della produzione alimentare, nel giorno in cui si inaugura la Fabbrica Italiana Contadina (FICO), che denota aspetti positivi e rappresenta un’opportunità importante per questo territorio, che spero possa contribuire a richiamare l’attenzione e a garantire la valorizzazione di questo importante comparto.

Desidero, comunque, far presente che, quando chiediamo qualità e trasparenza e stimoliamo interventi con queste caratteristiche, legate in questo caso alla produzione del pane, nell’ambito della produzione alimentare non possiamo non denunciare con tutta la forza possibile che in quel comparto, come anche in quello della produzione e commercializzazione delle carni, esistono situazioni di sfruttamento intollerabili. Lo dico perché, quando parliamo di qualità e trasparenza nella produzione alimentare, in tutte le occasioni in cui ci è consentito farlo, dobbiamo richiamare l’attenzione delle Istituzioni e della politica su questi due elementi, qualità e trasparenza, per tutto il comparto, perché oggi nella nostra regione – badate, nella nostra regione, non chissà dove, si pensi al distretto modenese, ad esempio – tolleriamo e non riusciamo a intervenire per modificare realtà assolutamente intollerabili, che si attestano ben al di là di quelli che dovrebbero essere i limiti consentiti.

Allora, visto che questo tema si lega a quello più ampio della Food Valley, Motor Valley e Wellness Valley, tutte le volte che parliamo di questi temi e interveniamo su questi settori dobbiamo farlo avendo il quadro generale di riferimento, avendo la forza di adottare provvedimenti che vadano incontro a determinate esigenze, dando segnali più generali a un settore che vive momenti di difficoltà, ma avendo sempre a cuore e denunciando, come avviene in questo settore, quando sono insostenibili le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori.

Chiudo il mio intervento formulando un’ultima osservazione. Prima il collega Torri ricordava che questa Regione si è dotata di una legge molto importante sul finire della scorsa legislatura, la legge sull’economia solidale, che aveva come primo firmatario il consigliere Gian Guido Naldi, capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà. Ebbene, tengo a precisare che in tutti i contesti in cui si discute di temi quali quelli oggi al nostro esame il riferimento a quella legge e l’esigenza di dare completa attuazione a quella legge devono diventare aspetti fondamentali. Del resto, spesso parliamo di sostenere le produzioni a chilometro zero e di cambiare modalità di sviluppo, ci poniamo problemi che hanno a che fare con i consumi energetici, ma tutto questo ritorna negli atti concreti quando, ad esempio, pensiamo e decidiamo concretamente quali produzioni sostenere, quali interventi legislativi adottare, tenendo sempre a mente il quadro complessivo che richiamavo in precedenza.

Ci tenevo a fare queste precisazioni e questo mio intervento per ribadire innanzitutto a me stesso ma anche a tutti voi che, quando portiamo avanti interventi, anche quelli che possono apparire meno significativi, in realtà non dobbiamo mai dimenticare che dietro spesso si celano storie, culture e tradizioni che dobbiamo avere ben in mente per portarle nel futuro perché, come diceva qualcuno, il futuro ha un cuore antico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliera Lori, prego. Le chiedo scusa, solo una precisazione: lei interviene in replica come relatrice, per cui prima devo vedere se non ci sono più interventi in discussione generale.

Non ho nessuno prenotato, quindi le do la parola per la replica in qualità di relatrice. Prego.

 

LORI: Più che una replica, vorrei fare alcune riflessioni.

Mi fa molto piacere ed è stato piuttosto inaspettato l’aver stimolato un dibattito così partecipato e ricco di spunti interessanti per un futuro lavoro. Vorrei, comunque, fare alcune puntualizzazioni. Come ho cercato di dire nella relazione introduttiva, questo progetto di legge nasce per tentare di dare risposte concrete ad alcune problematiche, all’interno di un quadro normativo che, a partire dal livello nazionale, è piuttosto carente, quindi con degli spazi ovviamente limitati.

Credo, comunque, che il lavoro che abbiamo compiuto porti con sé la volontà condivisa innanzitutto delle rappresentanze dei produttori e degli artigiani sul nostro territorio, che hanno aderito alla nostra volontà di tutelare i prodotti di qualità – certo, non è declinato, ma i prodotti di qualità naturalmente sono quelli che fanno riferimento a questo territorio – e la qualità del lavoro, aspetto che ci sta sempre molto a cuore. Questi sono elementi che sono stati individuati e che in parte sono stati anche ripresi da alcuni interventi, e penso, per esempio, al tema dell’individuazione del responsabile dell’attività. Sembra una cosa piccola, banale e scontata, ma in realtà non lo è. Il responsabile dell’attività, che è una delle figure previste dalla norma, come sollecitava il collega Aimi, dovrà avere bene a cuore il rispetto della normativa igienico-sanitaria e sarà direttamente responsabile della dimensione più collegata ai temi del lavoro.

Altra precisazione: questa norma riguarda la dimensione produttiva artigianale. Quindi, ad esempio, la preoccupazione che veniva espressa rispetto alle pizzerie non ha assolutamente alcun fondamento, dal momento che stiamo parlando di produzione artigianale e non di attività di altro tipo.

Rispetto ad alcune considerazioni espresse dai consiglieri Bertani e Delmonte relativamente alle tipologie di forno, desidero far presente che noi ci siamo limitati a individuare il forno regionale artigianale, perché questo, anche per vincoli di tipo normativo, era quello che potevamo fare. Abbiamo preferito, almeno in questa fase, non addentrarci in un’ulteriore categorizzazione, perché abbiamo ritenuto che in questa fase, che consideriamo semplicemente l’inizio di un percorso di valorizzazione, questo più che aiutare una comprensione diretta da parte del consumatore avrebbe complicato il senso del nostro messaggio, che se vuole continuare a essere nel solco della chiarezza, della semplicità e della trasparenza ha bisogno di mantenere alcuni requisiti.

Con riferimento al tema della valorizzazione e degli interventi che sono stati adottati da altre Regioni in materia, e cito la Regione Veneto, ma ci sono anche altre Regioni (cinque o sei) che hanno legiferato, peraltro il Veneto non è stata la prima, ha una legge regionale che risale al 2013 e una molto più recente che risale al 2016, dico semplicemente che abbiamo ritenuto che in questa fase non ci fossero le condizioni per procedere in tal senso e che avremmo rischiato di protrarre, forse anche di molto, i tempi di approvazione di questo progetto di legge. Quindi, così com’è ben declinato e condiviso largamente, come avete potuto sentire nell’ordine del giorno, l’interesse alla valorizzazione dei pani di produzione artigianale e locale c’è tutto. Come c’è il tema della valorizzazione delle filiere corte, come già si sta facendo in altri settori, per il quale è auspicabile che si riesca a intraprendere un percorso anche di rafforzamento, e penso in particolare ai benefici che potrebbero trarne soprattutto le zone più marginali del nostro territorio. Oggi, dunque, era prioritario, anche per l’incertezza della conclusione dell’iter della legge che è in discussione a livello nazionale, chiudere e dare alcune risposte. Dopodiché, l’impegno a portare avanti il tema della valorizzazione c’è tutto. Chiaramente, questo impegno potrà realizzarsi se riusciremo ad avere degli interlocutori interessati a praticare questo percorso.

Lo stesso discorso vale per il tema della formazione professionale. Noi proponiamo una formazione che riteniamo, in una fase iniziale, possa dare una serie di garanzie. Veniamo da una situazione totalmente libera e ci spingiamo adesso verso una che, invece, comincia a individuare dei percorsi che ritengo – e non sono la sola, evidentemente – virtuosi.

Certo, tutto è migliorabile, comunque ritengo che l’approvazione di questo progetto di legge, come anche le indicazioni che in esso sono individuate – mi pare che ci sia molto interesse su questo, diversi sono i punti, come avrete potuto vedere, nell’ordine del giorno –, apra potenziali percorsi di lavoro, che credo potranno essere molto interessanti per l’esperienza, la capacità produttiva e gli elementi di virtuosità nel settore alimentare che il nostro territorio esprime. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Lori.

La Giunta non ha chiesto di intervenire, quindi passiamo alla discussione degli articoli e degli emendamenti. Dieci minuti per ogni consigliere, visto che gli emendamenti sono due.

Intanto nomino scrutatori i consiglieri Francesca Marchetti, Piccinini per l’opposizione e Paruolo.

Passiamo, quindi, all’art. 1. Vi chiedo di stare attenti, così procediamo in maniera celere.

Dibattito generale.

Dichiarazione di voto. Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: In Commissione avevamo presentato un emendamento a questo articolo che teneva conto sia della modernizzazione che della tradizione. Quello che già sottolineavo nel mio precedente intervento è che è vero che dobbiamo tener conto della modernizzazione dei processi, ma è altrettanto vero che l’obiettivo di questa legge dovrebbe essere, a nostro avviso, quello di difendere la tradizione. Quindi, un riferimento alla tradizione della panificazione in Emilia-Romagna sarebbe stato più adatto. Invece, parlare di modernizzazione rischia di portare i produttori artigianali verso quel tipo di produzione industriale che confonde i consumatori, portando al suo interno processi quali il congelamento e il decongelamento.

A noi, quindi, sarebbe piaciuto un maggior riferimento alla tradizione, per cui in questo caso sull’articolo 1 ci asteniamo. Resta ferma, comunque, la nostra volontà di votare a favore sul progetto di legge nel suo complesso.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 1 è approvato.

Art. 2.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 2 è approvato.

Art. 3.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 3 è approvato.

Art. 4.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 4 è approvato.

Art. 5.

Su questo articolo insistono due emendamenti: emendamento 1 a firma del consigliere Foti; emendamento 2 a firma del consigliere Foti.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1 a firma del consigliere Foti.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2 a firma del consigliere Foti.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 5 è approvato.

Art. 6.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 6 è approvato.

Art. 7.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 7 è approvato.

Art. 8.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 8 è approvato.

Art. 9.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 9 è approvato.

Art. 10.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 10 è approvato.

Art. 11.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 11 è approvato.

Passiamo alla dichiarazione di voto sull’ordine del giorno 4805/1 (oggetto 5605) a prima firma della consigliera Lori e sul progetto di legge. Quindi, ci si esprime sull’ordine del giorno e sul progetto di legge. Non ci sono iscritti in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 4805/1 (oggetto 5605).

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno oggetto 4805/1 (oggetto 5605) è approvato.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 4805, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

38

Favorevoli

 

30

Contrari

 

--

Astenuti

 

8

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Taruffi, riteniamo valido il suo voto, che presumo sia? Almeno lo esprima.

 

TARUFFI: Volevo appunto intervenire per dire che votavo a favore del provvedimento, ma non ha preso il mio voto…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Basta dire favorevole o contrario.

 

TARUFFI: Sono favorevole.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Proclamo approvata la legge riguardante «Norme in materia di produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno e per la loro valorizzazione».

 

OGGETTO 5412

Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30. Programma speciale d'area "Riqualificazione urbana della città di Imola" aggiornamento quadro finanziario della deliberazione del Consiglio regionale n. 600 del 5 ottobre 2004 di approvazione dell'accordo del programma speciale d'area "Riqualificazione urbana della città di Imola", come modificata dalla deliberazione dell'Assemblea legislativa con atti n. 22 del 7 ottobre 2010 e n. 48 del 18 novembre 2015.» (Proposta della Giunta regionale in data 10 ottobre 2017, n. 1518) (125)

(Inversione dell’ordine dei lavori, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): È pervenuta una richiesta di inversione dell’ordine dei lavori, a firma del sottosegretario Andrea Rossi, concernente il seguente oggetto 5412: Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30. Programma speciale d'area “Riqualificazione urbana della città di Imola” aggiornamento quadro finanziario della deliberazione del Consiglio regionale n. 600 del 5 ottobre 2004 di approvazione dell’accordo del programma speciale d’area “Riqualificazione urbana della città di Imola”, come modificata dalla deliberazione dell'Assemblea legislativa con atti n. 22 del 7 ottobre 2010 e n. 48 del 18 novembre 2015». (Delibera di Giunta n. 1518 del 10 10 17).

La commissione “Bilancio, Affari generali ed istituzionali” ha espresso parere favorevole nella seduta del 7 novembre 2017 con la seguente votazione: 25 voti a favore, nessun contrario e 13 astenuti.

Per la richiesta di inversione mi serve un parere a favore e un parere contro. Se ci sono. Se non ci sono, procediamo.

Consigliere Poli, prego.

 

POLI: Intanto desidero ringraziare i colleghi consiglieri qualora decidessero di approvare l’inversione dell’ordine dei lavori in relazione all’orario e anche alla normale programmazione dei lavori, altrimenti la richiesta non sarebbe stata avanzata.

Si tratta di un atto amministrativo, immagino anche sufficientemente veloce nella sua approvazione. La richiesta è dovuta al fatto che per Imola è molto importante avere l’approvazione dell’Assemblea, ma la richiesta è nata, soprattutto tenuto conto dell’orario, anche rispetto alla programmazione dei lavori della nostra Assemblea nel suo proseguimento.

Il parere, quindi, è ovviamente favorevole all’inversione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Poli.

C’è qualche parere contrario? Nessun parere.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta di inversione dell’ordine dei lavori è accolta.

Procediamo con l’oggetto 5412.

Discussione generale.

Consigliere Daniele Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Desidero spendere giusto due parole per dare spazio a questa delibera che verrà approvata oggi e per riprendere un po’, anche se non è mia intenzione portar via troppo tempo all’Assemblea, la discussione che si è sviluppata in Commissione Bilancio.

Abbiamo la dimostrazione, anche oggi, che da parte della maggioranza di quest’Aula c’è una certa fretta di mandare in porto questo risultato, che comunque anch’io in Commissione non ho contestato. Non mi opporrò certamente io a questo cambio di destinazione di queste risorse economiche, che erano già destinate all’area dell’Osservanza, che è un plesso importante della città di Imola, città da cui provengo anch’io come il consigliere Poli. Tuttavia, è ovvio che l’intenzione è di riuscire a concludere il più possibile i lavori che sono stati aperti nel tempo in vista delle prossime elezioni amministrative. Questo atteggiamento è lecito e comprensibile, però permettetemi di sottolineare che, dopo anni di immobilismo, si assiste a un improvviso dinamismo, tant’è che l’Amministrazione comunale, con l’appoggio dell’Amministrazione regionale, sta cercando di dare un’accelerata ai lavori che erano in coda.

Con questa delibera, oggi, indirizziamo questi fondi, inizialmente destinati alla realizzazione di un parcheggio, che ormai è stato terminato, alla ristrutturazione di questa ex chiesa, che verrà assegnata all’Accademia Pianistica come auditorium (se non sbaglio).

Lo ripeto, non sarò certo io a oppormi a questo intervento, perché credo che sia comunque importante riqualificare quell’area. Ovviamente, mi atterrò alla delibera in sé, perché se dovessimo aprire il dibattito su ciò che si vuol fare sull’intera area dovremmo stare qui a discutere delle giornate intere, dal momento che ci sono diversi progetti che, nel corso dei decenni, sono stati annunciati, ma che faticano ad andare in porto. Comunque, mi rendo conto che è una situazione complessa e complicata, purtuttavia vedremo in futuro se quel che è stato promesso si realizzerà, oppure no.

Lo ribadisco, come abbiamo già fatto in Commissione Bilancio, oggi ci asterremo, però mi premeva sottolineare che l’Amministrazione comunale imolese si è svegliata un po’ durante i titoli di coda per cercare di portare a casa qualche risultato. Speriamo che almeno questo piccolo intervento riescano a terminarlo, visto che sono un po’ in rincorsa non solo su questo accordo, ma anche, ad esempio, sull’accordo relativo alla terza corsia dell’autostrada, dove i fondi che erano destinati a un ponte li hanno spostati per terminare la bretella che collega la zona nord alla zona sud della città. Insomma, è un atteggiamento a cui stiamo assistendo ultimamente, ma è comprensibile perché, dopo anni di immobilismo, stanno comunque cercando di far qualcosa e di lasciare perlomeno un piccolo segno alla cittadinanza, che comunque non ha memoria di ciò che l’Amministrazione comunale imolese ha fatto nel corso di questi ultimi anni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Prego, consigliere Poli.

 

POLI: Grazie, presidente.

Si tratta di un accordo di programma, definito “Riqualificazione urbana del Complesso dell’Osservanza”, che parte con la sua sottoscrizione a marzo 2005. Tempo ne è passato. Allo stato attuale parliamo di 327.000 euro – arrotondo –, che risultano già assegnati, anche se non ancora liquidati, e di 800.000 euro, che sono ancora da assegnare, concedere e liquidare. Quindi, per quanto riguarda l’accordo di programma, siamo alla fine della propria attuazione.

Il Complesso dell’Osservanza è nel cuore della città di Imola e copre un’estensione enorme e meravigliosa. Ricordo, peraltro, che nella primavera di quest’anno è stata inaugurata la riqualificazione, con tutte le opere che sono state realizzate. Se stiamo all’oggetto, dunque, siamo nella fase finale della sua attuazione.

Ringrazio il collega Daniele Marchetti perché, pur nella diversità delle opinioni e delle valutazioni, come ha precisato nel suo intervento, il loro non sarà un voto contrario. Credo che questo sia un aspetto importante. Ad ogni modo, poiché nel suo intervento ha voluto metterci un po’ di politica, mi permetto di farlo anch’io: leggendo che la Lega Nord è assolutamente convinta di vincere le prossime elezioni amministrative a Imola, che si terranno nella primavera 2018, l’approvazione di questo accordo consegnerà al futuro sindaco della Lega Nord risorse che potrà utilizzare all’interno di questo accordo di programma. Ovviamente, Presidente, mi auguro che questo non accada e che, invece, continueremo noi a governare bene Imola come abbiamo fatto in tutti questi anni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Poli.

Se non ci sono più iscritti in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 5412.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’Assemblea approva.

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Pruccoli, prego.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Intervengo sull’ordine dei lavori.

Avendo un Ufficio di Presidenza, come lei sa, piuttosto nutrito dal punto di vista dell’ordine del giorno, che prevede sia il bilancio che anche l’illustrazione del Piano editoriale, oltre a punti che sono, sì, magari di minor urgenza e interesse, ma che comunque hanno costituito, assieme agli altri, un ordine del giorno piuttosto corposo, chiedo se c’è la disponibilità, vista questa votazione, ma anche per non lasciare qualche punto a cavallo tra questa seduta e la prossima, a interrompere qui i lavori e consentirci di convocarci con qualche minuto di anticipo in Ufficio di Presidenza. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pruccoli.

Se non vi sono obiezioni alla richiesta del questore Pruccoli, chiudo l’Aula, che si riaggiorna alla prossima seduta. Grazie.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 12,37

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI, la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI, l’assessore Sergio VENTURI e i consiglieri Stefano BARGI, Gian Luca SASSI e Ottavia SONCINI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 4805 “Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Norme in materia di produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno e per la loro valorizzazione». A firma dei Consiglieri: Lori, Rontini, Caliandro, Bagnari, Mumolo, Poli, Molinari, Tarasconi, Cardinali, Marchetti Francesca, Montalti, Ravaioli, Rossi Nadia, Sabattini, Campedelli, Serri, Pruccoli, Zoffoli, Paruolo” (73)

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 31

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Enrico AIMI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN,

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 10

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Ottavia SONCINI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 4805 “Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Norme in materia di produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno e per la loro valorizzazione». A firma dei Consiglieri: Lori, Rontini, Caliandro, Bagnari, Mumolo, Poli, Molinari, Tarasconi, Cardinali, Marchetti Francesca, Montalti, Ravaioli, Rossi Nadia, Sabattini, Campedelli, Serri, Pruccoli, Zoffoli, Paruolo” (73)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 5, comma 6, del presente progetto di legge le parole “pane precotto” sono così modificate “pane parzialmente cotto”.»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 5, comma 6, del presente progetto di legge le parole “, nonché la menzione “surgelato”.” sono soppresse.»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

5583 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle azioni da porre in essere circa i lavori di consolidamento sismico della scuola “Bartali” di Reggio Emilia e risolvere i disagi causati agli alunni della stessa. A firma del Consigliere: Alleva

5586 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per attivare la piattaforma di interconnessione riguardante le cartelle cliniche degli assistiti dai medici di medicina generale. A firma della Consigliera: Gibertoni

5591 - Interrogazione a risposta scritta circa azioni da attuare per giungere al rimborso automatico nei confronti dei cittadini in caso di versamenti superiori al dovuto a seguito di errori di calcolo, posti in essere dai Comuni, relativamente all’imposizione locale. A firma del Consigliere: Bertani

5592 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti il whistleblowing presso la Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Bertani

5593 - Interrogazione a risposta scritta circa i fondi e le procedure riguardanti il progetto dell’IBC denominato “Io Amo i Beni Culturali” ed il relativo tema, scelto ad Imola, “Dalla valigia allo zainetto: migranti di ieri e di oggi”. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

5594 - Interrogazione a risposta scritta circa l’accoglienza di richiedenti e titolari di protezione internazionale nel territorio imolese. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

5595 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per prevenire i danni causati da nevicate, con particolare riferimento alla potatura di alberi prossimi alle linee ferroviarie. A firma del Consigliere: Bignami

5596 - Interrogazione a risposta scritta circa il mantenimento del numero di fermate di convogli ferroviari, nella tratta Voghera-Piacenza, presso la stazione di San Nicolò di Rottofreno. A firma del Consigliere: Rancan

5601 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare l’interruzione della fornitura di energia elettrica a seguito di eventi atmosferici, con particolare riferimento alle zone appenniniche bolognesi. A firma del Consigliere: Bignami

5602 - Interrogazione a risposta scritta circa l’eliminazione di infiltrazioni di acqua nelle pensiline e nei corridoi interni e sotterranei della stazione ferroviaria di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

5603 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare l’interruzione di servizi essenziali alla popolazione delle aree montane in occasione di eventi atmosferici. A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi

5604 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare disagi per la cittadinanza a causa di eventi atmosferici, specie se previsti come la nevicata del 13 novembre 2017. A firma dei Consiglieri: Rontini, Poli, Marchetti Francesca, Bagnari

 

Interpellanze

 

5584 - Interpellanza circa le azioni da porre in essere per garantire la sicurezza dei visitatori del parco agroalimentare FICO di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

5587 - Interpellanza circa l’attuazione delle disposizioni riguardanti l’attività di operatore della manutenzione del verde. A firma del Consigliere: Bertani

 

Risoluzioni

 

5585 - Risoluzione per garantire la piena applicazione della legge 194/1978 per l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza. A firma delle Consigliere: Mori, Zappaterra

5588 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad attivare le misure umanitarie necessarie ad assistere il popolo curdo, coinvolgendo le organizzazioni non governative presenti in loco, a spingere il governo iracheno a fermare la repressione contro i curdi e a garantire la libertà di informazione, cercando inoltre una soluzione capace di coniugare l'autonomia del popolo curdo e la stabilità geopolitica della regione. (14 11 17) A firma dei Consiglieri: Mumolo, Caliandro, Sabattini, Rontini, Lori, Campedelli

5589 - Risoluzione per impegnare la Giunta a realizzare l’intesa di cui all’art. 116 Cost. congiuntamente a una delegazione assembleare e di rappresentanti dei Comuni, a definire l’assetto delle potestà normative prevedendo clausole di garanzia a favore dell’autonomia ottenuta, a delimitare il contenuto oggetto di autonomia mediante un confronto con le commissioni assembleari nonché a ricercare sinergie con le Regioni Lombardia e Veneto. (14 11 17) A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Piccinini

5590 - Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire, anche alla luce del lavoro avviato con la Regione Lombardia, nel percorso di individuazione di ulteriori aree oggetto di possibile autonomia differenziata ai sensi dell’art. 116 Cost., nonché a rassegnare all’Assemblea, con cadenze periodiche, gli esiti del negoziato con il Governo. (14 11 17) A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano, Boschini

5597 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere azioni di approfondimento sulle possibilità applicative, anche per la pubblica amministrazione, dirette a sviluppare un tessuto imprenditoriale legato alla tecnologia Blockchain. (14 11 17) A firma dei Consiglieri: Piccinini, Bertani, Sensoli

5598 - Risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire presso il Governo affinché aderisca formalmente alla rete International Solar Alliance (ISA). (14 11 17) A firma dei Consiglieri: Bagnari, Ravaioli, Zoffoli, Montalti, Torri, Lori, Sabattini, Bessi, Caliandro, Rontini, Campedelli, Taruffi, Mori, Prodi, Calvano, Boschini, Poli, Iotti, Serri, Mumolo, Marchetti Francesca, Rossi Nadia, Tarasconi, Cardinali, Zappaterra, Paruolo

5600 - Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire, anche alla luce del lavoro avviato con la Regione Lombardia, nel percorso di individuazione degli oggetti di differenziazione ai sensi dell’art. 116 Cost., a definire, mediante un confronto nelle Commissioni assembleari, eventuali ulteriori competenze, nonché a rassegnare all’Assemblea, con cadenze periodiche, gli esiti del negoziato con il Governo, ottenendo il mandato definitivo dall’Assemblea prima della sottoscrizione finale. (14 11 17) A firma dei Consiglieri: Caliandro, Sensoli, Foti, Aimi, Delmonte, Taruffi, Prodi

(Comunicazione n. 55 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2017/2264 del 15/11/2017)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

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