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110.

 

SEDUTA DI LUNEDÌ 20 DICEMBRE 2021

 

(POMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 4071

Interpellanza circa l'inserimento nella legge di bilancio 2022-2024 del finanziamento della tangenziale Nord Ovest (fra il casello dell'A21 e la strada provinciale 10R Padana Inferiore) nell'abitato di Castel San Giovanni (PC). A firma dei Consiglieri: Stragliati, Rancan

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

STRAGLIATI (Lega)

BARUFFI, sottosegretario

STRAGLIATI (Lega)

 

OGGETTO 4074

Interpellanza circa l'opportunità di consentire ai pazienti affetti da Malattia di Pompe di praticare presso il proprio domicilio le necessarie cure salva vita. A firma del Consigliere: Pelloni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

PELLONI (Lega)

DONINI, assessore

PELLONI (Lega)

 

Appello dei consiglieri

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 4185

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2022". (58)

(Discussione)

(Ordini del giorno 4185/1/3/4/5 oggetti 4424 - 4426- 4427 - 4428)

(Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 4185/2 oggetto 4425)

(Presentazione e ritiro)

PRESIDENTE (Rainieri)

TAGLIAFERRI (FdI)

LISEI (FdI)

PELLONI (Lega)

POMPIGNOLI (Lega)

SABATTINI (PD)

CALVANO, assessore

CASTALDINI (FI)

MARCHETTI Daniele (Lega)

RANCAN (Lega)

POMPIGNOLI (Lega)

STRAGLIATI (Lega)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,45

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 110 del giorno 20 dicembre 2021.

È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza il consigliere Daffadà e l’assessore Corsini.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo con le interpellanze.

Sottosegretario, risponde a tutte e due lei? Una. Okay.

 

OGGETTO 4071

Interpellanza circa l’inserimento nella legge di bilancio 2022-2024 del finanziamento della tangenziale Nord Ovest (fra il casello dell’A21 e la strada provinciale 10R Padana Inferiore) nell’abitato di Castel San Giovanni (PC). A firma dei Consiglieri: Stragliati, Rancan

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza n. 4071, circa l’insediamento nella legge di bilancio 2022-2024 del finanziamento della tangenziale Nord Ovest, tra il casello della A21 e la strada provinciale 10R Padana Inferiore, nell’abitato di Castel San Giovanni, a firma dei consiglieri Stragliati e Rancan.

Risponderà il sottosegretario Davide Baruffi.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Ringrazio il sottosegretario Baruffi per la presenza, a cui rivolgo un quesito molto semplice, ovvero se è intenzione della Giunta regionale l’inserimento del finanziamento della tangenziale Nord Ovest di Castel San Giovanni all’interno della legge di bilancio 2022-2024, argomento da me affrontato più volte, in quanto la presente infrastruttura, che è davvero un’opera fondamentale per tutto il territorio piacentino, non solo per Castel San Giovanni, è un’opera davvero strategica, in quanto a Castel San Giovanni vi è un insediamento logistico tra i più importanti a livello europeo, il Logistic Parks, sede di importantissimi brand. È stata la prima sede, vi è stato il primo insediamento italiano di Amazon. Vi sono altri brand importanti, come Leroy Merlin, Moncler, Adveo, Giochi Preziosi. Oltre a essere in prossimità di un importante polo industriale.

Inoltre, l’insediamento Logistic Parks e il polo industriale di Castel San Giovanni sappiamo essere in una località, appunto Castel San Giovanni, il capoluogo della Val Tidone, che è proprio sul confine tra due importanti regioni: Emilia-Romagna e Lombardia. Quindi, uno snodo significativo sia dal punto di vista commerciale che viabilistico.

Bene. Questa importante infrastruttura è sempre stata molto citata all’interno dei vari PRIT regionali, Piano regionale dei trasporti, ma mai finanziata. Il primo inserimento nel PRIT risale al 2008-2010, quindi PRIT 2008-2010, il costo totale della tangenziale nord-ovest di Castel San Giovanni è di 13.500.000 euro, nel PRIT 2008-2010 era stato messo a disposizione dalla Giunta un finanziamento di 8 milioni di euro, che però poi non è mai andato a buon fine.

Di seguito, quindi, la tangenziale è sempre stata citata nei vari PRIT, ma mai finanziata, quindi, arrivati a questo punto, io interrogo la Giunta regionale.

Il presidente Bonaccini ha dichiarato più volte che questa è un’opera strategica e importante che verrà finanziata, ma - ripeto - al momento, alle parole non sono mai seguiti i fatti. Anche l’allora ministro Paola De Micheli si è interessata a questo argomento, a questa importante partita, dichiarando che l’opera è strategica e che sarebbe stata finanziata dal concessionario autostradale. Bene, al momento, però, parafrasando anche un noto cantante della nostra terra, mi viene da dire “e siamo ancora qua”, nel senso che la tangenziale nord-ovest non è ancora stata finanziata, la viabilità pesante comunque sta avendo un impatto significativo sul sistema viabilistico soprattutto di Castel San Giovanni e di tutta la Val Tidone, quindi l’opera ormai è veramente necessaria.

L’anno scorso, in fase di assestamento di bilancio, ho presentato un ordine del giorno, che è stato bocciato dalla maggioranza, in quanto mi rispose proprio il presidente Bonaccini, dicendo che è un’opera che è assolutamente importante e che, qualora non fosse stata finanziata dal concessionario autostradale, la Giunta avrebbe messo a disposizione il finanziamento necessario alla realizzazione di questa importante e strategica infrastruttura.

Quindi io sono qui da consigliere regionale di opposizione, in rappresentanza del mio territorio, avendo ricevuto il mandato anche da parte del Consiglio comunale di Castel San Giovanni, sono qui (penso in maniera legittima) ad interrogare nuovamente la Giunta rispetto al finanziamento di questa importante e strategica infrastruttura. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Sottosegretario, otto minuti, prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Essendo Vasco Rossi di Modena, come può confermare il collega Pelloni, potrei dirle “è tutta colpa di Alfredo”, ma credo che la questione sia complicata, nel senso che la volontà della Regione di veder realizzata un’opera di importanza strategica, quale appunto la tangenziale di Castel San Giovanni, sappiamo bene quanto fortemente voluta dal territorio, per le ragioni esposte anche dal consigliere, non solo in questa circostanza, è pienamente confermata.

Debbo dire, come lei sa, che non è previsto, questo finanziamento, delle risorse di bilancio della Regione, perché la dimensione è tale da non poter essere affrontata con le risorse correnti. Ciò detto, gli impegni che lei ha ricordato, vanno confermati e attualizzati.

La Regione, come abbiamo ricordato più volte, ha promosso e sostenuto la strategicità di questo intervento, facendosi anche parte attiva per individuare possibili canali di finanziamento: ad esempio, lo ricordava, il riaffidamento della concessione sulla tratta autostradale A21, proponendo un inserimento tra gli interventi da includere e ricomprendere nel bando di gara. Ancora: la Regione ha proposto al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile l’inserimento di tale opera nel prossimo contratto di programma ANAS 2021-2025. Ancora, e questo credo che sia l’impegno più rilevante: sosterrà in ogni caso la candidatura della stessa tra le opere da inserire nell’aggiornamento del piano di sviluppo e coesione, nell’ambito dell’assegnazione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, la cui concertazione è in questo momento in fase di avvio.

Confermo, lo dico a beneficio dell’Assemblea, che la passata settimana si è aperto un confronto su questo, finalmente, con il Ministero, con il Dipartimento, con la Ministra Carfagna. Noi siamo fra quanti chiedono di accelerare la programmazione di queste risorse, perché è una programmazione che tarda ad arrivare, 2021 2027, siamo alla fine del 2021.

Dovrebbe essere in dirittura di arrivo una preassegnazione di 107 milioni da parte del Governo. Naturalmente, si tratta di una piccola parte delle risorse programmabili sul nostro territorio. Abbiamo aperto su questo un confronto anche con il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, per selezionare le priorità del nostro sistema territoriale, a prescindere che siano programmazione diretta della Regione, o di Regione con il Ministero, in questo caso. Certamente, questa tangenziale, per le ragioni dette, che lei ha ricordato in termini anche di impegni, rientra fra quelle individuate dalla Regione.

Credo, confido, spero che molto rapidamente si possa entrare in una fase di attuazione e, quindi, di programmazione negoziata, e da questo punto di vista sarà interesse nostro riconfermare una priorità di questo genere, che non riguarda solo il Comune di Castel San Giovanni in quanto tale, ma è un nodo cruciale della viabilità del nostro sistema regionale e anche infraregionale.

Sappiamo bene quali attività significative anche dal punto di vista della logistica insistono su quel quadrante territoriale e credo che quella risposta sia attesa dalla comunità per una ragione di vivibilità della città, ma più in generale anche per il traffico di attraversamento. Quindi, sì, non credo che possa ritenersi soddisfatta se l’aspettativa è quella di apportare una modifica al bilancio di previsione 2022, che discuteremo nel pomeriggio, ma credo che possa, invece, ritenersi soddisfatta e impegnata insieme a noi nella misura in cui adesso apriamo la fase della programmazione dell’FSC.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Ringrazio il sottosegretario Baruffi per la gentile risposta e per le rassicurazioni che mi ha fornito. Sono parzialmente soddisfatta, in quanto, sì, vi è un ulteriore impegno da parte della Giunta regionale, però, insomma, questo finanziamento tarda ancora ad arrivare. Ripeto, è un’infrastruttura sempre molto menzionata, molto citata, ma non siamo ancora passati, da parte della Giunta regionale, dalle parole ai fatti.

Quindi sarà sicuramente mia premura rimanere concentrata rispetto a questa importante e significativa partita, non mancherò di sollecitare la Giunta rispetto alla messa a disposizione di queste risorse o il reperimento tramite altre possibilità di finanziamento, perché comunque il tempo passa e quest’opera si rende sempre più strategica e necessaria. Per cui, sicuramente per la sottoscritta la partita rimane aperta e non mancherò di sollecitare la Giunta regionale in merito.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 4074

Interpellanza circa l’opportunità di consentire ai pazienti affetti da Malattia di Pompe di praticare presso il proprio domicilio le necessarie cure salva vita. A firma del Consigliere: Pelloni

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora all’interpellanza 4074 circa l’opportunità di consentire ai pazienti affetti da Malattia di Pompe di praticare presso il proprio domicilio le necessarie cure salvavita, a firma del consigliere Pelloni, a cui risponderà l’assessore Donini, che è collegato.

Consigliere Pelloni, a lei.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Ho depositato questa interpellanza il 15 ottobre, da quando mi è stata segnalata dall’Associazione Italiana Glicogenosi.

La determinazione n. 341/2020 dell’AIFA stabilisce le condizioni per la somministrazione domiciliare dei farmaci per terapia enzimatica sostitutiva. Quasi tutte le Regioni italiane, comprese Sicilia e Calabria, che non sempre sono prime nelle prestazioni, soprattutto innovative, mentre, di contro, spesso è l’Emilia-Romagna che si vanta di essere sempre tra i primi, hanno recepito la normativa dell’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) del 30 marzo 2020 per consentire ai pazienti affetti da malattia di Pompe, una grave patologia muscolare che compromette la muscolatura e l’apparato respiratorio dei pazienti, detta anche “glicogenosi di tipo 2”, di praticare presso il proprio domicilio le cure salvavita che tale patologia richiede. “Salvavita” perché i bambini nati con questa rara patologia, più della metà non arriva al primo anno di vita. Per migliorare la qualità della vita, queste cure sono fondamentali.

Considerato che, nonostante le continue sollecitazioni da parte dei pazienti, prevalentemente immunodepressi e con ridotta mobilità, e dell’Associazione Italiana Glicogenosi, che li rappresenta, la nostra Regione Emilia-Romagna non ha ancora autorizzato la pratica della home therapy, quindi la terapia a casa, e non ha spiegato le ragioni di tale diniego.

I pazienti, se curati esclusivamente tramite ricovero ospedaliero, costituiscono un aggravio economico per la sanità regionale. Seppur fatto in day hospital, c’è un giorno, di fatto, di ricovero. Quindi, rimane un letto, seppur di day hospital, impegnato. E sappiamo quanto costa un posto letto, quando ormai si cerca in tutti i modi, anche più volte in maniera dichiarata, più dichiarata che nella realtà, di arrivare o addivenire, quando possibile, ovviamente, a terapie domiciliari.

Quindi, si interpella la Giunta per chiedere se ancora corrisponda al vero che, ad esempio, non si è ancora mossa su questo tema, se non ha già recepito la determinazione di AIFA, quali sono le ragioni della mancata autorizzazione all’home therapy, se l’assessorato ne era edotto, perché magari è stata una scelta dirigenziale e l’assessorato non ha potuto incidere su questa scelta, o non era a conoscenza prima di questa interpellanza, e come intende procedere in futuro rispetto a tale proposta e se non ritenga perciò opportuno concedere ai pazienti affetti da malattia di Pompe, glicogenosi di tipo 2, come dicevo, di praticare presso il proprio domicilio le cure salvavita che tale patologia richiede, rispettando la libertà di scelta degli utenti e generando anche un risparmio per la sanità emiliano-romagnola.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Donini, prego. No, non la sentiamo, provi alzare il volume della cuffia. Assessore, se vuole, la aspettiamo in aula. No, non la sento, quindi non so cosa mi sta...

Consigliere Pelloni, non ho capito se l’assessore sta venendo qui o meno. Se è d’accordo, aspettiamo due secondi.

Non sospendo perché se no poi ci perdiamo e non ripartiamo più. Aspettiamo due minuti, per vedere se sta venendo qui in aula, o se si prova a collegare da qualche altra postazione.

Siamo però in fase di interpellanza, non siamo sospesi. Stiamo aspettando che l’assessore scenda e arrivi in aula, perché non riusciva a collegarsi.

Assessore Donini, prego, a lei la parola.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie anche al consigliere Pelloni. Ho un po’ il fiatone, scusate.

Consigliere Pelloni, il tema che lei pone è tutt’altro che banale, e le garantisco che noi stiamo approcciandoci alla questione assicurando i procedimenti a cui lei faceva riferimento di tipo medico, raggiungendo la massima sicurezza per i pazienti, la massima appropriatezza e anche avendo riguardo alla personalizzazione delle cure.

La determina AIFA, che conosco bene, la n. 341 del 2020, esprime una raccomandazione a carattere eccezionale, con validità legata all’emergenza in corso, del 2020, che peraltro non è molto dissimile in termini epidemiologici rispetto a quello che vediamo in queste settimane qui, non nei mesi scorsi.

L’atto di AIFA stabilisce la possibilità di somministrazione domiciliare dei farmaci per terapia enzimatica sostitutiva, dove siano presenti determinate condizioni cliniche, quindi non è un tema di competizione fra Regioni, è che ogni Regione deve valutare l’appropriatezza, e quando l’accesso alla struttura ospedaliera risulti troppo problematico o, in base al giudizio clinico, il rischio di contagio sia considerato superiore ai possibili rischi legati all’uso domiciliare, che vanno valutati, confermando sostanzialmente che ogni caso è da valutarsi singolarmente. Questo dice AIFA, tra virgolette.

La scheda tecnica del farmaco disponibile per la malattia di Pompe prevede che il trattamento debba essere somministrato sotto controllo di un medico esperto nella gestione dei pazienti affetti da questa e altre patologie neuromuscolari ereditarie. A causa del rischio di reazioni gravi legate all’infusione, la scheda prevede che, durante la somministrazione, sia necessario un adeguato supporto medico, in caso di necessario e tempestivo intervento con apparecchiature di rianimazione.

Nonostante le indicazioni tecniche prevedano un altissimo livello di attenzione, questo assessorato ha ritenuto opportuno rispondere alle richieste di intervento domiciliare, a cui lei faceva riferimento, in particolare a pazienti con scarsa mobilità. È già stata comunicata ai centri di riferimento la possibilità di organizzare il trattamento in modo organizzato, sicuro, appropriato, personalizzato e affidabile, anche in casa della salute, o ospedale di comunità, aumentando l’attenzione alle necessità logistiche e ai tempi di vita dei pazienti.

È inoltre attivo un gruppo di lavoro, con professionisti sanitari e specialisti di queste tipologie di malattia, per valutare le migliori modalità di presa in carico in ambito territoriale, rispondendo al meglio alle esigenze dei singoli, e assicurando sempre la totale sicurezza dei trattamenti. L’associazione AIG, che ringrazio per la collaborazione, ha segnalato a questo assessorato specifiche situazioni di fragilità di alcuni pazienti, rispetto alle quali i competenti servizi hanno preso contatti con gli specialisti di riferimento, organizzando la corretta fruizione della terapia nella sede più idonea.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore per la risposta. Chiedevo, visto che con l’interpellanza l’Associazione Italiana Glicogenosi depositata poneva puntuali richieste, se questi provvedimenti, come immagino, fossero successivi alle richieste: decorrendo il tempo, ci speravo.

Mi ritengo quindi parzialmente soddisfatto della presa in carico e della presa in cura di queste situazioni particolari, e mi auguro che si stia caso per caso valutando al meglio, soppesando i pro e contro della terapia domiciliare, perché, soprattutto in alcuni casi, per bambini in età pediatrica, dopo questa infusione, diventa debilitante per chiunque. Dopo una giornata intera di infusione, il problema di mobilità c’è sempre, mi segnalavano.

Speriamo che si possa… Purtroppo, visto anche il perdurare di situazioni particolari, vuoi le bronchioliti che sono ancora in corso, ma che pochi mesi fa erano in una fase acuta, una recrudescenza del Covid, dato quindi che la situazione negli ospedali, come diceva lei, è molto simile a quella all’anno scorso, un fattore di rischio all’interno degli ospedali comunque c’è, ma ovviamente, come si diceva, va soppesato con i benefici o i rischi che ci possono essere con la somministrazione domiciliare.

Mi ritengo soddisfatto, soprattutto per la presa in carico. Spero si possa in tempi brevi definire caso per caso il percorso migliore e che, ovviamente, ogni famiglia possa avere una risposta puntuale e precisa, soprattutto dagli specialisti di riferimento che seguono, in questo caso, il paziente.

Grazie, assessore e presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

Appello dei consiglieri

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Passiamo, ora, all’appello.

 

A seguito dell’appello svolto dal Presidente Rainieri risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARGI Stefano
  3. BERGAMINI Fabio
  4. BESSI Gianni
  5. BONDAVALLI Stefania
  6. BULBI Massimo
  7. CASTALDINI Valentina
  8. CATELLANI Maura
  9. COSTA Andrea
  10. COSTI Palma
  11. DELMONTE Gabriele
  12. FACCI Michele
  13. FELICORI Mauro
  14. GERACE Pasquale
  15. GIBERTONI Giulia
  16. LIVERANI Andrea
  17. MALETTI Francesca
  18. MARCHETTI Francesca
  19. MASTACCHI Marco
  20. MONTALTI Lia
  21. MONTEVECCHI Matteo
  22. MORI Roberta
  23. MUMOLO Antonio
  24. PARUOLO Giuseppe
  25. PELLONI Simone
  26. PICCININI Silvia
  27. PIGONI Giulia
  28. PILLATI Marilena
  29. POMPIGNOLI Massimiliano
  30. RAINIERI Fabio
  31. RONTINI Manuela
  32. ROSSI Nadia
  33. SABATTINI Luca
  34. SONCINI Ottavia
  35. STRAGLIATI Valentina
  36. TAGLIAFERRI Giancarlo
  37. TARASCONI Katia
  38. TARUFFI Igor
  39. ZAMBONI Silvia
  40. ZAPPATERRA Marcella

 

PRESIDENTE (Rainieri): Presenti 40.

 

OGGETTO 4185

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2022”. (58)

(Discussione)

(Ordini del giorno 4185/1/3/4/5 oggetti 4424. -  4426 - 4427. – 4428 - Presentazione e discussione)

(Ordine del giorno 4185/2 oggetto 4425 - Presentazione e ritiro)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora alla discussione generale sulla proposta della Giunta 4185, il DEFR.

Era iscritto a parlare il consigliere Lisei, che non c’è; consigliere Gerace? Ricordo ai colleghi che siamo in discussione generale sul DEFR. L’oggetto è il 4185.

Se non ci sono persone iscritte a parlare in discussione generale…

Il collega Tagliaferri ha chiesto di parlare. Consigliere Tagliaferri, a lei la parola.

 

TAGLIAFERRI: Mi sentite, presidente?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sì, consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, c’è qualche problema di collegamento.

Presidente, colleghi, due anni di stato emergenziale non hanno creato solo pesanti danni all’economia, ma hanno fatto emergere due verità sul Paese in generale, sulla nostra comunità nazionale e persino sulla nostra Regione.

Non è andato tutto bene, come da certi balconi si sarebbe voluto, con bandiere arcobaleno, un po’ per propaganda, un po’ per esorcizzare la paura. Anzi, direi che è andato molto male.

Oggi, ad oltre due anni dall’inizio della pandemia, dovremmo uscire dalla retorica e, se siamo persone serie e responsabili, riflettere sui tanti errori compiuti dalle Istituzioni in senso generale.

Al contrario, si sta ancora procedendo per approssimazioni successive e sulla base, spesso, non di linee scientifiche effettivamente comprovate, ma di ideologismi, di decisioni avventate quanto deleterie. Penso, per esempio, ai danni incolmabili per il nostro turismo, forse il più colpito dalla pandemia. Secondo diverse fonti, in Italia il turismo vale circa il 7 per cento del PIL, con quasi 1,7 milioni di addetti che valgono il 7,1 per cento degli occupati totali. Se poi si calcola l’indotto diretto e indiretto, arriviamo al 14 per cento del valore aggiunto totale dell’occupazione, stando ai dati del 2019.

Il rapporto annuale sull’impatto economico del World Travel & Tourism Council dichiara che in Italia il giro di affari ha registrato un calo del meno 51 per cento, passando dai 236 miliardi di euro ai 116 miliardi di euro, e l’impatto sul PIL nazionale è sceso al 7 per cento nel 2020 rispetto al 13,1 per cento del 2019. In termini di incidenza sul PIL, si tratta di uno dei più cospicui danni a livello europeo.

Sul fronte dell’occupazione si registra la perdita di 337.000 posti di lavoro nel settore viaggi e turismo in tutto il Paese, che ha colpito soprattutto le piccole e medie imprese che in Italia costituiscono l’80 per cento di tutte le imprese del settore. Nel 2020 è stato calcolato un calo medio del 63 per cento degli arrivi internazionali.

Dopo l’estate 2021 sono stati segnalati dall’Osservatorio di Confcommercio e Confturismo dei timidi segnali di ripresa, ma se confrontiamo la situazione con analoghi periodi pre-pandemia non c’è certo da stare allegri. Eppure, su iniziativa dell’ineffabile ministro della salute e dei suoi consiglieri, a cui comunque il premier Draghi ha dato il via libera, si è deciso di introdurre il tampone obbligatorio per i turisti stranieri che arriveranno nel nostro Paese per le vacanze di Natale, anche se sono super vaccinati. Una scelta che si sarebbe dovuta giustificare sulla base della situazione reale, ha tuonato la UE. In realtà, Speranza, appoggiato da PD, Movimento 5 Stelle e Draghi, ha nei fatti decretato che il certificato green non certifica nulla, anche se la UE, con la sua introduzione, ha avuto come obiettivo quello di mantenere il principio che le persone saranno autorizzate a viaggiare liberamente nel caso in cui abbiano o la vaccinazione o il test negativo o il certificato di guarigione dal Covid.

Un provvedimento che riterrei spropositato, bocciato da tutti i Paesi che contano in Europa, [...] Macron, che aggiungerà danni ai già notevoli danni subiti dal settore turistico da imprenditori e lavoratori.

Per non parlare delle continue previsioni fosche, oscure, terrorizzanti, già previste da Speranza e dai suoi consulenti per le prossime settimane, quando invece si dovrebbe prevedere di non rendere più cogenti le restrizioni, per non bloccare la ancora fragile ripresa economica.

Non andrà affatto bene se a Roma non si cambierà passo, la lista dei benefici è purtroppo lunga, tra sanità, scuola, trasporti, con l’aggiunta di una comunicazione dettata dal Governo e comunque dall’establishment di palazzo, tesa all’unanimismo informativo, dove la velina e tutti i media mainstream passano senza processo critico, sostenendo e implementando il circuito del terrore sanitario, che sposta l’attenzione pubblica da problemi altrettanto o forse molto più gravi per il Paese.

Sulla scuola so che interverranno i colleghi del mio Gruppo, ma scorrendo la rassegna stampa odierna non posso che dire una cosa: caro Sindaco di Bologna Lepore, non è con la partenza scolastica che si risolve il problema del fallimento della campagna di vaccinazione e di tracciamento delle scuole, l’idea di lezioni in presenza solo per i vaccinati è offensivo più che razzista, se il vaccino deve essere anche per i più piccoli, che ci sia l’obbligo, ci si assuma a tutti i livelli le proprie responsabilità e si studi tutti allo stesso, non si può essere così pavidi da scaricare sulle famiglie le indecisioni dello Stato e poi proporre veri e propri atti di razzismo.

Passiamo dunque al tema della sanità. Al di là del giusto riconoscimento, scaduto talvolta nella propaganda, che ha descritto gli eroi del Covid, medici e infermieri, la dura verità è quella di una sanità che non è stata all’altezza, a partire dal Ministero per arrivare al nostro assessorato, una sa sanità in affanno, totalmente impreparata a fronteggiare la pandemia, priva da subito di un centro di comando e controllo per l’emergenza sanitaria, che ha proceduto per approssimazioni successive, intrecciandosi con operazioni discutibili, informazioni discordanti e approssimazione.

A questa constatazione si collegano subito i tagli lineari subiti dall’intero sistema dopo la metà degli anni Novanta, con l’accelerazione, dopo il 2012, con il Governo Monti e poi Letta Renzi, Gentiloni, tagli scriteriati ai posti letto e alle strutture sanitarie anche nella nostra Regione, al grido di “ce lo chiede l’Europa”, oltre alla pessima programmazione sul numero dei medici e degli specialisti, con la gravissima situazione degli organici che abbiamo.

In realtà, la preoccupazione delle varie Amministrazioni, a tutti i livelli, è quella di garantire la salute dei cittadini. Ciò che preoccupa, vista la diffusione di un’informazione quasi intimidatoria rispetto al virus, è la consapevolezza che la capacità di risposta del sistema sanitario, nel nostro caso quello emiliano e quello romagnolo, è deficitario da molti punti di vista.

Nel giro di due anni dall’emergenza, non sono stati davvero potenziati, come promesso. Sì, di promesse ne abbiamo sentite tante, di progetti avveniristici sentiamo parlare quotidianamente. Ma è un fatto che la sanità emiliana e romagnola ha retto malamente l’onda d’urto del virus, non è stata in grado di gestire la sanità a 360 gradi, lasciando indietro screening, visite specialistiche, interventi, ricoveri, prevenzione, con la conseguenza di aggravamenti di patologie, ritardi nelle diagnosi, mancata prevenzione.

Quanti decessi saranno causati da questi mancati servizi, quanti costi? Non è forse un segno, questo, del fallimento delle politiche perseguite nel corso degli anni, di riduzione sommaria e generalizzata della rete degli operatori dei servizi? Senza considerare che la salute della popolazione e la capacità di risposta sono uno dei nodi fondamentali del benessere collettivo.

Ogni giorno, da due anni, siamo martellati dai bollettini Covid, con dati poco ragionati e spiegati: contagi, che in sè non vogliono dire nulla, occupazione terapie intensive, decessi, senza specificare quale sia l’effettiva situazione del deceduto. È evidente, il motivo, e non riguarda solo la legittima informazione, ma per imporre un’attenzione specifica sul virus […]  ha competenza, e per un’esigenza di obiettività informativa, bisognerebbe confrontare i dati dei pazienti Covid a tutti gli altri.

Mediamente in Italia, ogni giorno, ci sono dai 1.700 ai 1.800 decessi, in base ai dati Istat. Un’informazione corretta dovrebbe parametrare i decessi dovuti solo Covid a decessi di soggetti con più patologie e positivi al Covid, a decessi per altre cause, per riportare chiarezza nei dati.

E passiamo ai conti della sanità emiliano-romagnola che sono in profondo rosso. A dirlo non siamo noi, di Fratelli d’Italia, ma a dirlo è una delle tante interviste sul tema dell’assessore Donini, e di numerosi dirigenti dell’AUSL. A dirlo, in primo luogo, è una lettera che questa Regione ha mandato a tutte le AUSL dell’Emilia-Romagna, dicendo di non procedere a nuove assunzioni, ma con contratti flessibili, perché non c’è la certezza che dal primo gennaio ci siano i soldi per pagare gli stipendi.

Quando ho chiesto conto della lettera dell’AUSL, con quello che è uno degli strumenti previsti dal nostro Regolamento assembleare, ovvero un’interrogazione, il presidente Bonaccini si è infuriato. Lo conosciamo bene: il presidente detesta essere chiamato a rispondere delle criticità e dell’Amministrazione regionale che ha arranca.

Ha provato a distogliere l’attenzione dal tema con altri argomenti. Ormai noi non ci caschiamo più: forse, a cadere nella trappola c’è solo lo zoccolo duro del PD, che crede ciecamente a qualunque cosa dicano i dirigenti e gli amministratori del partito.

In realtà, la stessa replica di Bonaccini conferma che ci sono problemi di bilancio e alla sanità regionale. La nostra Regione e tutte le Regioni sono a chiedere al Governo di mettere mano al portafoglio. Battono cassa perché le casse sono vuote.

La pandemia ha fatto emergere, come ho detto, tutti i limiti e i danni dei tagli imposti e eseguiti senza battere ciglio dalla gestione Bonaccini [...] che il suo successore non ha invertito. Abbiamo letto, a questo proposito, una notizia paradossale. Il 16 gennaio sulla stampa romagnola è stato pubblicato un articolo con un contenuto accattivante: 100 assunzioni di camici bianchi in Romagna. Più personale per far fronte alle esigenze dettate dalla pandemia, ma anche assunzioni per garantire la continuità assistenziale per i malati non Covid. Bene. Uno potrebbe pensare: un’inversione di tendenza. L’AUSL Romagna investe sulle risorse umane innestando nell’organico 69 tra infermieri e assistenti sanitari con contratto a tempo determinato per un anno. Contratti a tempo determinato per un anno: è questa l’inversione di tendenza? Assunzioni per un anno. E dopo?

Intanto Bonaccini punta sull’esercito per vaccinazioni e tracciamenti. È questo il vero termometro della situazione in cui ci troviamo, che non è emergenziale come nel 2020. Eppure Bonaccini è sempre lì a pontificare con una prosopopea degna di miglior causa, mentre tutti noi consiglieri, tutti gli amministratori locali, di maggioranza e di opposizione, ricevono segnalazioni di disservizi e risposte negate di ritardi. Quando sentono dire che in Emilia-Romagna non ci sono problemi e siamo al top dei servizi, si sentono abbandonati da tutti.

La verità è che, a due anni dall’esplosione pandemica, c’è una carenza strutturale di personale sanitario. In chirurgia continuano a rinviare gli interventi. La zona gialla incombe e non è aumentando surrettiziamente i posti letto Covid, togliendoli ad altri reparti e ad altri pazienti, che si evita il declassamento.

Il gioco di prestigio è stato svelato dalla lettera di questa Giunta alle AUSL. È inutile enfatizzare gli 800 milioni in più in sanità se non significano servizi in più. È un modo per tappare momentaneamente i buchi che ci sono. Lo ripeto: in qualche caso sarebbe più utile l’onestà intellettuale al posto dell’impeto propagandistico. Quando c’è un problema lo si riconosce e si cerca di risolverlo illustrandone, senza infingimenti, le ragioni e chiedendo anche il contributo delle minoranze. Ma in questa Regione non si è mai proceduto in questo modo, e oggi ne paghiamo le conseguenze.

Prendete esempio da una grande Regione nostra confinate. In Lombardia il sistema sanitario regionale ha avuto necessità di una revisione, di una messa a punto. La Regione non si è rinchiusa, modello [...]. Ha preso atto dei problemi e chiamato a fare l’assessore una persona di grande competenza e professionalità, oltre che di esperienza. In meno di un anno Letizia Moratti ha risolto i problemi che andavano risolti, ha cambiato quello che andava cambiato, ha conservato quello che andava conservato e adesso la sanità lombarda funziona meglio di prima. Umiltà, quindi, umiltà, parola sconosciuta in questa Regione, e non può propaganda, lavoro e non invettive.

Voglio ora soffermarmi sul tema scuola. Il DEFR non parla esplicitamente dei problemi della scuola, eppure il tema è all’ordine del giorno. Non penso solo allo sciopero di un gran numero di sigle sindacali avvenuto nei giorni scorsi proprio nel comparto scolastico, sono invece molto attento alle continue segnalazioni di una scuola pubblica affetta da una malattia degenerativa: bullismo, spaccio, aggressioni, adolescenti disorientati dopo essere stati rinchiusi e isolati per troppo tempo, in difficoltà a stringere nuovamente relazioni con i coetanei, aumento esponenziale dei problemi comportamentali e psichiatrici e un’incredibile crescita dell’aggressività e della violenza contro professori e compagni.

In Emilia-Romagna i casi non si contano, il fallimento del Governo è eclatante, le iniziative approssimative sulla scuola assunte prima dal Conte-bis e ora dal Governo Craxi hanno ampliato un malessere sociale che c’era già,  ma che ora si è ingigantito a dismisura, oltre al fatto che gli studenti, in particolare della secondaria di secondo grado, sono risultati, secondo i test Invalsi, meno scolarizzati, con una perdita di apprendimento, e, pur terminati gli studi, non hanno raggiunto i traguardi previsti, relativi alle competenze fondamentali.

Una situazione disastrosa, che certo non è competenza della Regione, ma su cui la Regione dovrebbe attivare serie riflessioni. Sono giovani che fanno fatica a rispettare le normali regole di convivenza, non sono interessati ad apprenderle, non sono capaci di stare in aula, non sanno relazionarsi con gli adulti, vivono invece una vita parallela sui social, che sta diventando una vera prova di vita, la vera realtà, dove non si pensa, non c’è pensiero critico, ma dove esplodono sopraffazione e violenza.

Eppure l’unica cosa che interessa alla Regione è introdurre nelle scuole le teorie gender, quando tutto intorno si sta sfasciando, e sono gli stessi giovani che poi si riuniscono in gang organizzate o spontanee in città come Parma, solo per fare un esempio, perché il fattore gang è ormai generalizzato, il fenomeno sta sconvolgendo e impaurendo la città.

Sono le stesse gang giovani, spesso di origine straniera, di seconda o terza generazione, non necessariamente emarginate socialmente o economicamente, ma certamente tutt’altro che integrate, che questa estate hanno sparso terrore e caos nelle località della costa, dove arrivano in treno in massa.

Si è posto il problema la Regione di Bonaccini? Evidentemente no. È vero che è compito fondante dello Stato e delle sue articolazioni garantire la sicurezza ai cittadini in tutte le sue forme, ma una Regione che in passato ha speso centinaia di milioni nel progetto fallimentare Città sicure, oggi che c’è un problema incombente, che riguardano la sicurezza in generale, con ricadute sul turismo, sulla coesione sociale, sulle città, sui giovani, sulla scuola, qualcosa potrebbe farla, potrebbe intervenire.

L’area politica che da sempre governo questa Regione, infatti, ha responsabilità almeno su tre aspetti, che non sa affrontare politicamente, culturalmente e ideologicamente: l’immigrazione, la sicurezza, l’educazione e la scuola.

Sui primi due aspetti sono buono perché si tratta di verità ormai assodate, che riguardano l’incapacità strutturale del PD e della sinistra di affrontare pragmaticamente temi fondamentali per il Paese, come l’immigrazione e la sicurezza, su cui si dovrebbe aprire un dibattito infinito. Mi riservo, comunque, siccome ho delle tematiche da approfondire, che possono essere svolte anche nei collegati, di poter riprendere poi il discorso, durante la trattazione del […].

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri iscritti…

Consigliere Lisei, lei era iscritto: vuole intervenire? Prego.

 

LISEI: Non ero iscritto, ma vista la timidezza, e non ci sono altri iscritti…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei si era iscritto prima di pranzo.

 

LISEI: Bene. Allora sfrutto la mia iscrizione precedente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Prego. Noi ci ricordiamo, abbiamo buona memoria.

 

LISEI: Beati voi.

Grazie, presidente. Che dire, assessore? Innanzitutto, un piccolo appunto, ma più che altro sul contesto economico e su come è stato rappresentato il contesto economico in questa nota di aggiornamento al DEFR.

Io capisco la difficoltà nel prendere degli scenari di riferimento, ma anche nelle precedenti occasioni nelle quali abbiamo discusso gli scenari di riferimento, così come sono stati rappresentati, si sono rivelati un po’ fallaci, quantomeno hanno avuto degli adeguamenti.

Mi rendo conto delle difficoltà, però questa crescita del PIL, così com’è stata individuata, anche questa sarà frutto di ulteriori aggiornamenti, naturalmente. A mio modesto parere, è un pochettino sovrastimata su quella che sarà la realtà. Noi facciamo le corna, perché siamo tutti fiduciosi che la crescita sia maggiore rispetto alle previsioni. Diciamo che, vedendo qual è il contesto attuale e vedendo anche come stanno andando, purtroppo, le cose in quest’ultimo mese, pensare che quella stima, che è stata peraltro effettuata alcuni mesi orsono, venga rispettata, di aumento del PIL, credo sia poco realistico.

Lo dico anche tenendo in considerazione che anche in passato... Anche nella Nota di aggiornamento al DEFR 2020-2021, qua non se ne parla più, ma la stima che avevamo fatto allora era di una crescita del PIL del 7,1. Poi la crescita del PIL non è stata del 7,1. Oggi viene “ricalibrata” al 6,5. Prima era stata fissata al 5,5. In realtà, nella scorsa annualità, rispetto alle previsioni, purtroppo, dico sempre “purtroppo”, la crescita del PIL è stata inferiore alle aspettative. Temo che, purtroppo, anche quest’anno sarà inferiore alle aspettative. Lo dico perché la maggior parte dei calcoli e dei temi, che affronteremo evidentemente in sede di bilancio, partono anche dal presupposto, come lei ha giustamente spiegato in Commissione, che alcuni calcoli delle risorse, soprattutto per quello che riguarda il capitolo entrate, sono stati calibrati su questa crescita del PIL.

Dopodiché, veniamo ‒ tra virgolette ‒ a quelle che sono le osservazioni che abbiamo fatto rispetto al documento che ci è stato presentato. Ovviamente sono collegate a una serie di emendamenti che abbiamo presentato a questa Nota di aggiornamento, proprio perché su alcuni comparti specifici abbiamo rilevato come ci sia comunque una situazione molto più deficitaria di quella che viene rappresentata e ci siano degli aggiornamenti che, a nostro avviso, sono anche una mancata assunzione di responsabilità rispetto ad alcuni temi che richiederebbero una maggiore attenzione.

Uno su tutti, ovviamente, il tema sanitario. Il tema sanitario assorbirà gran parte delle risorse, nel senso che l’aumento più consistente di spesa all’interno del bilancio è destinato al capitolo sanità. Qualcuno potrebbe dire, e può essere comprensibile, che ci sia un aumento delle necessità, del fabbisogno finanziario del comparto sanitario legato all’emergenza Covid, e, se è indubbio che non sappiamo ancora quali saranno le ripartizioni del Fondo sanitario nazionale, è altrettanto vero che, rispetto a tutta una serie di elementi, oggi continuiamo a vedere grandi criticità.

All’interno di questi documenti si continua e si parla in maniera ossessiva di sanità territoriale, ma in realtà questa sanità territoriale, il potenziamento della sanità territoriale non combacia con quella che è la realtà, perché nella realtà, proprio a causa del Covid, perché è evidente che il Covid è il sospettato principale, però purtroppo c’è una compressione sempre più significativa dell’erogazione di determinate prestazioni sanitarie.

A monte di questo non c’è soltanto il tema del Covid, ma ci sono anche delle scelte predeterminate dall’assessore (ne abbiamo parlato in occasione di altre Commissioni), che vogliono vedere un depotenziamento della classe medica, e lo dico in riferimento anche ad alcune questioni citate nella Nota di aggiornamento al DEFR e che riguardano l’utilizzo sempre più importante di soggetti e figure differenti ai medici, che in teoria e sulla carta, dovrebbero andare ad aggiungersi come servizi a quelli offerti dal comparto medico, ma che nella realtà dei fatti si vanno a sostituire, determinando un impoverimento della qualità del servizio.

Le automediche sono state sostituite con auto infermieristiche, quindi nella prima emergenza, nel primo soccorso ci sono molti territori che prima avevano l’automedica, con il medico, e oggi invece hanno l’auto infermieristica, senza medico, con un infermiere legittimo, però non possiamo paragonare il servizio che può offrire medico e infermiere, diverso è se questo servizio si andasse ad aggiungere, come sarebbe in molti casi l’auspicio, così come il tema dei medici di base e la creazione di questa figura, dell’infermiere di comunità, che è una figura e sarebbe una figura utilissima, ma se si andasse ad aggiungere agli attuali medici di base, invece assistiamo sui territori a un progressivo impoverimento dell’offerta di medici di base, con una difficoltà macroscopica a sostituirli e con la difficoltà sempre più evidente a garantire la continuità assistenziale agli utenti, invece, purtroppo, oggi si trovano  impoveriti.

Poi potremmo parlare del fatto che, in un periodo nel quale lamentate l’assenza di risorse sul tema sanitario, avete deciso di aumentare i direttori assistenziali, di aumentare le poltrone, di aumentare la spesa pubblica per garantire un lauto stipendio a nuovi dirigenti, che saranno appunto i dirigenti assistenziali, quando credo che sia e sarebbe incompatibile invece con le necessità che oggi ha la sanità. Se c’è un’implementazione nella spesa sanitaria, questo comporta e dovrebbe comportare che vengano fatte delle scelte, che non vengono fatte, purtroppo. Devono essere fatte delle scelte, che possano garantire quantomeno una tenuta dei servizi assistenziali, cosa che oggi purtroppo non avviene.

È per questo che abbiamo presentato, come Gruppo, in particolare sul tema sanità, alcuni emendamenti che vanno a puntellare questo tema e vanno a specificare in maniera precisa le ragioni per le quali queste figure e la interdisciplinarietà – queste nuove figure, appunto, le autoinfermieristiche, gli infermieri di comunità – devono aggiungersi ai servizi attualmente esistenti e non sottrarsi, cosa che non è assolutamente chiara all’interno dell’attuale Nota di aggiornamento al DEFR. Spero che questi emendamenti trovino ovviamente accoglimento.

Vi dico molto sommessamente che, da parte dell’utenza, c’è sempre più necessità che il coinvolgimento non sia al ribasso di tutti i soggetti, ma sia un coinvolgimento al rialzo, diversamente da quanto sta accadendo.

Nella Nota di aggiornamento si fa inoltre riferimento, ovviamente, ad alcuni capitoli che ci sono particolarmente cari. Uno di questi è, in teoria, la sicurezza urbana. Io so che per voi già citare la parola “sicurezza” è complicato, perché è un tema che evidentemente non è propriamente nelle vostre corde. Dico molto sommessamente che, rispetto alle poche paginette che vengono citate sul tema della sicurezza, credo che la Regione potrebbe e dovrebbe fare molto di più. In particolare, sorprende questa balzana idea di trasformare la polizia locale in servizio di polizia o polizia di servizio, faccio fatica davvero a comprendere che cosa voglia fare l’Amministrazione al riguardo: da forza di polizia a servizio di polizia.

Lo dico chiaramente, già il tema della polizia locale è complicato e complesso, perché nel progetto, nel suo e nel vostro fantastico mondo che ha immaginato il riordino territoriale e sta spingendo verso il riordino territoriale, e le forze di polizia locale sul territorio sono sempre meno e devono coprire territori sempre più ampi... In più avete, sul tema, abdicato completamente alla possibilità, perché avete creato burocrazia. Anche questo dovrebbe essere rivisto per quanto riguarda il tema della semplificazione. La legge regionale che avete posto in essere ha dimezzato gli assistenti civici sul territorio. Glielo dico: a Bologna, rispetto a cinque anni fa, gli assistenti civici sono la metà. Quindi, tanti servizi che venivano svolti dagli assistenti civici oggi sono svolti dalla Polizia locale. Ad esempio, c’erano i nonni di fronte alle scuole; adesso c’è la polizia locale. Gli agenti costretti a svolgere servizi, che potrebbero essere svolti dal volontariato, dagli assistenti civici, invece sono costretti ad abdicare a questo. E questo perché avete implementato la burocrazia. Per diventare assistente civico e per fare il volontario, praticamente, bisogna fare carte false, corsi, bisogna garantire un minimo di ore al Comune, bisogna avere delle associazioni di un certo tipo. Tutta una burocrazia che ha disincentivato l’utilizzo degli assistenti civici. Evidentemente figure, anche queste, che poco vi piacevano, ma figure, invece, che erano sostanziali, che erano importanti nella tenuta anche del sistema di sicurezza territoriale e che oggi vengono relegate in maniera significativa. Lo dicono i dati. Basterebbe semplicemente andarsi a vedere quanti assistenti civici c’erano prima e quanti ce ne sono oggi.

L’obiettivo è che questa legge trovi una riforma. Ed è il motivo per il quale inseriamo anche il tema degli assistenti civici nella Nota di aggiornamento al DEFR.

Alcuni appunti sul tema “partecipazione”. Anche qui, abbiamo inserito, ci siamo permessi di inserire alcuni emendamenti, molto semplicemente perché ci piacerebbe che la partecipazione avvenisse prima che vengano fatte le scelte. Lo dico perché tante volte viene citata la partecipazione che c’è stata, ad esempio, nel Passante di Mezzo o, ad esempio, nel tram di Bologna. Lì l’iter di partecipazione è stato post. Ad oggi, come è concepita la partecipazione? Io ti rendo partecipe di qualcosa che ho già deciso, quindi provo a spiegartelo, provo a convincerti che ho fatto la cosa più bella del mondo. La partecipazione non è questa. La partecipazione è quando il cittadino, prima che l’amministratore abbia fatto una scelta, partecipa alla formazione di quella scelta. Oggi, invece, avviene completamente il contrario: io ti rendo partecipe di una scelta che ho già preso e ti convinco che quella è la scelta migliore del mondo.

Per noi questa non è partecipazione, però noi questa è la comunicazione di una scelta e l’esercizio della comunicazione, la partecipazione è altra e ad esempio, in alcuni casi, viene utilizzata anche da alcuni Comuni, nei quali i cittadini attivamente hanno delle possibilità di scelta e di scegliere se preferiscono una soluzione piuttosto che un’altra soluzione, questo ad oggi non avviene.

Mi permetto, visto che siamo in tema, visto che nell’ala che mi riguarda girano i pinguini, è bellissimo parlare di efficientamento energetico, è bellissimo, dico che forse bisognerebbe partire proprio dagli uffici della Regione, dove abbiamo una dispersione termica mostruosa, dove abbiamo degli impianti di condizionamento e di climatizzazione che non hanno neanche il regolatore (o li accendi o gli spegni), se volete mettere caminetti a legna possiamo farlo, le dico molto sommessamente che al secondo piano non c’è il riscaldamento da una settimana, poi noi procederemo a mettere i caminetti a legna, dico molto semplicemente che, prima di chiedere ai cittadini di fare cose e di parlare di rigenerazione, del green), forse sarebbe il caso che noi dessimo il buon esempio, quantomeno mettere i termostati.

Abbiamo un efficientamento energetico pari a zero, e poi noi chiediamo ai cittadini, ad aziende di investire e di spendere capitali per mettersi a norma. Ecco, anche su questo credo francamente che l’efficientamento debba partire da qua, e anche su questo abbiamo fatto qualche punto.

In tema di sistema dei trasporti, questa sessione di bilancio che avete voluto, con l’accorpamento forzoso del PRIT, per i vostri comodi, per andare a conferenze di servizi sul Passante e ovviamente sarà anche quella la sede e il luogo nel quale parleremo di trasporti.

Se non c’è nella Nota di aggiornamento al DEFR, grazie al cielo il DEFR si aggiorna e non è come il PRIT, che invece è marzo dal 2013, ma se lo portate a votare qua, contenti voi, contenti tutti.

Nella Nota di aggiornamento al DEFR si parla di potenziamento e qualificazione del trasporto su ferro. Su questo ci piacerebbe che fosse inserito che il potenziamento deve essere quantitativo e qualitativo, e ci piacerebbe che fosse inserito in particolare nelle aree montane, nelle aree disagiate. perché è di ieri l’ennesima lamentela dell’assessore Corsini che denunciava la difficoltà da parte di alcuni territori e di alcune aziende a garantire determinati servizi. Ecco, sarebbe il caso, sarebbe opportuno che magari anche noi, nella Nota di aggiornamento al DEFR, evidenziassimo e mettessimo maggiormente in luce di quanto si fa adesso che la necessità di un potenziamento del trasporto su ferro avvenisse non soltanto in termini qualitativi, con l’acquisto, come è previsto, di ulteriori mezzi, ma avvenisse anche in termini quantitativi sul potenziamento delle linee ad oggi.

Molto banalmente, così non è e le difficoltà sono enormi, ripeto, soprattutto nei territori montani, come d’altro canto dimostrano le recenti uscite sugli organi di stampa dell’assessore Corsini. Credo quindi che ci sia anche una volontà in questo senso, salvo che non ci si voglia limitare alla denunzia sui quotidiani, senza poi dar corso a ciò che si dice e a ciò che si promette.

Poi, assessore, io e lei abbiamo questo contenzioso aperto sul riordino territoriale. È inutile che ci facciamo l’aggiornamento vicendevole sulle nuove Unioni e le Unioni che vanno in difficoltà, però credo che sia molto consapevole anche lei che ci sono diverse Unioni in difficoltà e che questo processo di riordino territoriale, quello che avete scelto, avete voluto e state perseguendo, è un progetto che, per dirla nel miglior modo, arranca.

Molte Unioni arrancano, tra l’altro sono Unioni che voi stessi avete voluto e, in teoria, avreste la maggioranza all’interno di quelle Unioni, ma le difficoltà a chiudere i bilanci e le volontà di uscire dalle Unioni sono abbastanza all’ordine del giorno. Quindi, anche su questo l’auspicio sarebbe che la Regione, sì, affiancasse le Unioni, ma che non si dimenticasse dei Comuni, perché, per quanto possa comprendere che le Unioni sono in sofferenza e che dovete investire e cercare di fare di tutto per tenerle in piedi, sappiate che esistono anche i Comuni. Privilegiare sempre, nell’erogazione di risorse, solo i Comuni che sono all’interno delle Unioni, è una forma di discriminazione nei confronti dei Comuni che invece hanno fatto scelte diverse o sono stati costretti a fare scelte diverse e ad uscire da quelle Unioni proprio per l’impossibilità di portare avanti determinati servizi o l’impossibilità di garantire ai cittadini, ai loro cittadini un livello qualitativo e quantitativo di servizi che fosse quello promesso. Ricordiamoci che le promesse che sono state fatte sulle Unioni erano ben diverse da quella che è la realtà attuale.

Ho finito il tempo per intervenire. Chiudo qua.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Farò un intervento con un focus particolare su sanità e sociale. In parte, a grandi linee, l’ho fatto anche in Commissione. Quindi, magari, i commissari della Commissione IV alcune eccezioni le hanno già sentite. Oggi, forse, visto il tempo a disposizione, riuscirò a farlo con maggior dettaglio e con maggiori argomentazioni.

La Nota di aggiornamento relativa all’assessorato alla sanità e al sociosanitario riporta l’aggiornamento di 10 dei 16 punti alla Nota al DEFR. Alcuni di essi non prevedono reali aggiornamenti, seppure ‒ questo, purtroppo, lo ripeterò ‒ le condizioni rispetto a sei mesi fa siano cambiate.

Punto 1: programmazione economico-finanziaria delle aziende sanitarie nel contesto dell’epidemia Covid, dell’emergenza sanitaria a ripresa delle attività. Il punto non è stato aggiornato.

Punto 2: tracciamento dei contatti Covid positivi attraverso la piattaforma Big Data. Il punto non è stato aggiornato. Vediamo, soprattutto in questi giorni, il sistema particolarmente sotto stress. Più che il sistema, sono le famiglie e gli studenti che sono particolarmente sotto stress.

Punto 3: adeguamento e innovazione della rete ospedaliera e delle sue performance alle nuove necessità assistenziali. Il punto non è stato aggiornato, ma neppure ci sono... Quando non è stato aggiornato, non si recepiscono né le nuove esigenze né, ovviamente, ci sono nuove spunte. Per dire: normalmente viene aggiornato anche quando viene già realizzato, quindi si può togliere dal Documento di programmazione.

Punto 4: razionalizzazione, integrazione ed efficientamento dei servizi sanitari, sociosanitari e tecnico-amministrativi, del servizio sanitario regionale. Rispetto alla Nota del DEFR di sei mesi fa, viene eliminata dai risultati attesi la legge regionale per la riorganizzazione delle aziende sanitarie, precedentemente prevista per il 2022, in favore di un semplice efficientamento privo di legge regionale ad hoc.

Questo per dire che i colleghi di maggioranza hanno piena fiducia nella Giunta, come consiglieri essere esautorati della propria poca competenza o di poter dare il proprio contributo attivo, visto che prima si parlava anche di partecipazione, almeno il convincimento della partecipazione, della democrazia rappresentativa sarebbe buona cosa, invece viene fatto tolta. Quindi, se prima era un obiettivo, adesso viene tolta e da questo punto di vista non può far piacere all’Assemblea.

Salta quindi la costituzione dei gruppi di lavoro, l’efficientamento delle procedure tecnico-amministrative del Servizio sanitario regionale diventa un obiettivo non più del 2022, ma nel triennio. Il raggiungimento degli obiettivi di missione salute PNRR non è più un obiettivo del 2022, ma diventa del triennio dell’intera legislatura.

Per completezza dell’analisi del documento, dobbiamo dire che c’è anche un accenno a quello che potrebbe essere un cosiddetto “bilancio di genere”, cioè una valutazione delle pari opportunità. Sul tema salute sappiamo che la differenziazione delle prestazioni sanitarie in base al genere è un obiettivo che ci siamo dati, e questa potrebbe essere una novità importante.

Rispetto agli altri obiettivi e soprattutto rispetto alle tabelle legate al punto 5, Assistenza territoriale, misure della cittadinanza, è un procrastinare gli obiettivi che ci si era dati l’anno scorso e sei mesi fa, che vengono riproposti, quindi anche qui temo che non siano stati fatti passi avanti rispetto alla tabella di marcia che ci si era dati nei precedenti documenti di programmazione.

Al punto 6, Maggiori servizi on line per gli assistiti e professionisti sanitari, non c’è nulla, non è stato aggiornato, e c’è da registrare che nel frattempo sono calati anche i servizi non on line, perché diversi distretti o diverse Province, non hanno neanche più lo sportello o per diversi mesi non hanno avuto neanche uno sportello fisico. Quindi, si sono fatti dei passi indietro dal punto di vista dell’assistenza, dei CUP, ad esempio, e non c’è nulla di nuovo e non c’è neanche una semplificazione, un’incentivazione da quelli che possono essere i dati che avevano visto da poco quelli che sono gli iscritti al fascicolo sanitario elettronico. Ovviamente la popolazione nativa digitale o che dal punto di vista digitale ha più dimestichezza si è già iscritta; la larga parte della popolazione, che ha difficoltà con questi mezzi… Però non ci sono, anche qua, specifiche politiche per aiutare e incentivare questo strumento che potrebbe portare, oltre che a una semplificazione, magari a un risparmio da quel lato, quindi liberare risorse in favore, appunto, di assistenza, più che di procedure e magari di personale in questo settore.

Punto 7: facilitazione dell’accesso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali. Anche qua non c’è nulla di nuovo, ma sappiamo bene, anche da atti ispettivi che abbiamo fatto di recente come Gruppo, in particolar modo a prima firma del mio collega Marchetti, che addirittura non solo non c’è nulla di nuovo, soprattutto in tema di implementazione, recupero di tutte quelle che sono state perse durante i vari mesi di lockdown, ma si sono fatti dei passi indietro, perché ci è stato risposto testualmente che, appunto, spesso e volentieri le agende non sono aperte, quindi non solo non si recupera, ma addirittura i tempi diventano più lunghi, non tanto più lunghi per la data della prenotazione della visita specialistica, ma più lunghi i tempi in cui si ha una data, che è ancora peggio. Quindi, si va per accedere ai servizi e si riceve come risposta “l’agenda non è aperta, ripassi”. Ecco, su questo si sperava che dopo sollecitazioni che avevamo fatto magari c’era qualche nuova politica per riuscire a risolvere questo problema.

Punto 8: rafforzare la prevenzione e la promozione della salute, che si divide in diversi punti. Vado al punto 3. Sappiamo quanto è importante oggi – e lo dicevo prima sul tema del tracciamento – il Dipartimento di igiene pubblica. Sappiamo quanto è diventato importante e il potenziamento che esso necessita, soprattutto quando ci sono delle ondate come ora di aumento di contagi. Quindi, potenziare l’organico destinato alle funzioni di contact tracing che ha raggiunto lo standard di un operatore ogni 10.000 abitanti è un risultato algebrico numerico, ma non è un risultato politico. Nel senso che un operatore ogni 10.000 abitanti oggi previene, magari, il passare a zona gialla, il passare a zona arancione, ridurre quelli che possono essere i focolai... Anche su questo è carente l’argomentazione e rischia di essere sterile questo risultato.

Implementazione dei programmi vaccinali. Rispetto alle prime due dosi, la terza dose ha delle scadenze per il cittadino. Sappiamo che con l’introduzione del green pass, mentre per le prime dosi, man mano che erano a disposizione le dosi, si chiamavano via via le fasce di popolazione decise con dei criteri dai più fragili ai professionisti, soprattutto in ambito sanitario e delle forze dell’ordine, oggi la terza dose ha delle scadenze ben precise. Quindi, abbiamo sicuramente il personale più formato rispetto al passato, ma qualche complicazione in più per non avere il green pass che scade c’è stata e ancora permane, seppur siamo, lo dobbiamo dire con assoluta sincerità, facendo un servizio... Sicuramente non siamo tra le Regioni peggiori, però si registrano queste complicazioni. Anche su questo, implementare i programmi vaccinali... Non si capisce come, quando, eccetera. Siamo d’accordo su questo punto.

Per quanto riguarda il punto 5, sempre del punto 8, aggiornamento del Piano pandemico regionale, qua sarebbe meglio parlare di creazione. Non è un aggiornamento di un Piano già approvato, in quanto non è mai stato approvato. Quindi, potremmo parlare di aggiornamento della bozza. Anche qui, vorremmo svolgere il nostro servizio da consiglieri e dare il nostro contributo positivo a un documento che ritarda non so se nella predisposizione, ma sicuramente nell’approvazione. Capite bene che l’aggiornamento del Piano pandemico regionale... Non averlo ancora approvato, in piena pandemia, dopo più di un anno e mezzo di pandemia, quasi due anni, non è il massimo.

Rafforzamento dei programmi di screening per la diagnosi precoce dei tumori. Anche qua non notiamo particolari nuove politiche. Effettivamente, sappiamo quanto ‒ e questo ce lo dicono soprattutto i sanitari ‒ il personale impiegato in questo... Il ritardo che si è accumulato nelle visite ambulatoriali specialistiche, ma anche sulla chirurgia purtroppo di questo settore richiede un’implementazione importante di questo servizio, perché altrimenti il rischio è che arriviamo tardi per alcuni pazienti.

Punto 9 (passiamo alla parte più sociosanitaria), Sostegno alle persone più fragili e a chi se ne prende cura. Abbiamo avuto un dibattito ampio sulla variazione n. 2 ultima, quindi del bilancio 2021, su cui sono stati messi i 9 milioni che incrementavano i 457 milioni del Fondo regionale per la non autosufficienza. In questo bilancio, ma lo vedremo nella Nota di bilancio, adesso stiamo parlando di DEFR, non son stati per ora riconfermati, c’è la volontà di riconfermarli, però sappiamo che oltre alla volontà, oltre che dichiararlo, serve del concreto, anche perché, se vogliamo aumentare, visto che il punto lo prevede, “è previsto un ulteriore sviluppo degli interventi a favore delle persone non autosufficienti”, se vogliamo prevedere un ulteriore sviluppo, i soldi li devono già avere, è un dibattito che abbiamo fatto per la programmazione che abbiamo prima Regione, poi dopo Commissione per la destinazione e poi le Commissioni territoriali sociosanitarie e gli uffici di piano. Sappiamo che la distribuzione e la destinazione è un iter talmente lungo che nel 2022 (qui lo dico e preferirei essere smentito,) non attiveremo neanche un posto in più nelle CRA, neanche un posto in più nei semi residenziali, quindi non raggiungeremo questo obiettivo, lo dichiariamo, ma non lo raggiungeremo se già oggi non mettiamo maggiori risorse.

Sempre parlando di persone con disabilità, per cercare di ridurre l’eccessiva burocrazia, per cui poi spesso queste famiglie devono rivolgersi a professionisti e pagare questi professionisti per riuscire ad arrivare ad ottenere quanto spetta loro, spesso la politica dichiara di aiutarli e dopo si deve attrezzare dal punto di vista burocratico per riuscire a raggiungere questo obiettivo, avevamo presentato un emendamento, che è stato bocciato, per cercare di avere una banca dati utile e che tutti i Comuni semplificassero l’accesso alle ZTL, ai parcheggi gratuiti per i disabili, per cercare di eliminare la consueta burocrazia, che qui non è a difesa di tutti, ma è solo un ostacolo per tutti.

Due punti nella tabella legata a questo punto: la programmazione unitaria delle risorse per la non autosufficienza. Se la vogliamo chiamare programmazione, dovremmo stanziare per il prossimo triennio, affinché quando si va ad approvare negli uffici di piano, se fosse un obiettivo almeno del triennio, garantendo le stesse risorse per i prossimi tre anni, allora sì che si potrebbe parlare di sviluppo. Invece, rimane un obiettivo solo nel 2022, perché si ha la certezza dei soldi destinati nel 2022, ma non nel 2023 e nel 2024 e fino a fine legislatura.

Stessa cosa sulla gestione e sviluppo dei progetti di vita indipendente, sul dopo di noi. Se vuole essere un progetto non può essere solo sull’annualità 2022, ma dobbiamo aumentare quella che è la programmazione e la garanzia della certezza delle risorse almeno nel triennio.

Ecco, vengo al punto 10: una nuova stagione di investimenti in sanità. Qui leggo, soprattutto nelle tabelle allegate, che rispetto alla delibera di Giunta del 2019 (e qua è la nota più grave, secondo me, di tutta questa Nota di aggiornamento al DEFR e del bilancio), io vedo: laboratorio ospedale di Parma, da 10 milioni si è passati a zero; completamento nuovo polo logistico integrato, da 2 milioni si passa a zero; completamento comparto operatorio ospedale Santa Maria Nuova, da 6,7 milioni a zero; completamento Policlinico di Modena, da 31 milioni si passa a zero; ospedale di Mirandola, da 4 milioni si passa a zero; ospedale di Vignola, da 3,5 milioni si passa a zero; Policlinico Sant’Orsola, da 19 milioni si passa a zero; Istituto Ortopedico Rizzoli, da 8 milioni si passa a zero; ampliamento ospedale di Imola, da 3,5 milioni si passa a zero; miglioramento sismico ospedale di Romagna, da 11,5 milioni a zero; ospedale di Rimini, da 7,5 milioni a zero; ospedale  di Ravenna, da 9,5 milioni a zero; costruzione Casa della Salute quartiere Savena, Santo Stefano, da 9 milioni di euro a zero; poi c’è la Cittadella San Rocco, Ferrara, da 5 milioni si passa a zero; hospice Modena, da un milione a zero; tecnologie biomediche informatiche, da 27,5 milioni si passa a zero. Questo perché non ci sono più i 160 milioni che erano stati promessi dalla sanità, almeno così avevo già detto anche in Commissione e non mi è stato detto che, insomma, hanno avuto una battuta di arresto adesso, ma c’è prospettiva che arriveranno. Il tema è che qua c’è un tema grave sulla programmazione, io sapevo più in generale, in quel di Vignola, ma in generale sul modenese. Qua c’erano dei progetti, anche degli affidamenti di studi di fattibilità o di progettazione che si stava facendo. Oggi dire che non ci sono più le risorse perché lo Stato non le garantisce è un problema. È un problema veramente serio.

Però altri soldi che sono arrivati, legati alla delibera del 2021, di Giunta regionale del 2021, sono stati destinati altrove. So che la natura è diversa, di quei fondi. Purtroppo lo so. Però, ripeto, una programmazione che va avanti... Deliberata nel 2019. Siamo alla fine del 2021. Quindi, una programmazione triennale che è saltata completamente. Anche sulla capacità realizzativa si è ripartiti da zero. Adesso quei nuovi progetti, ovviamente, sono appena stati... Vedere che, magari, su Modena ci sono 10 milioni, solo per Modena, e per il resto della Provincia nulla, certamente dispiace. Però il tema è che oggi si fermeranno tutti quei progetti e sappiamo che erano quelli veri di implementazione della rete territoriale. Oggi non c’è più un’implementazione. La nuova stagione degli investimenti è, purtroppo, la nuova stagione di non investimenti programmati. Questo è un problema, un problema molto grave. Non ho ancora avuto né in Commissione... Né nella Nota ho trovato soluzioni alternative per riuscire a rispettare questa programmazione.

Ci sarebbe altro da dire. Concludo solo con una nota per un emendamento che avevamo presentato, che mi è molto caro, quello al punto 16. Ripeto, e lo farò forse fino alla fine della legislatura, anche perché, sentendo tutti i sanitari di Modena, lo auspicano: si è arrivati all’unificazione delle aziende di Parma, delle aziende di Ferrara, si è già fatta su Reggio, si è già fatta sulla Romagna; non capisco perché anche a Modena dobbiamo avere due aziende ospedaliere universitarie e l’azienda sanitaria locale quando potremmo semplificare, avere un direttore generale unico per tutta la Provincia, quindi anche meno spese in dirigenti, più risorse per il territorio, una programmazione unica. Quindi, tutti gli interventi chirurgici programmati, che magari si devono fermare sul Policlinico Baggiovara per urgenze, potrebbero trovare sfogo nelle piattaforme, quindi negli ospedali di periferia, mentre oggi questa collaborazione c’è poco, perché ovviamente sono due aziende diverse.

Ritengo quindi che sia veramente uno spreco di denaro pubblico, visto che è una politica che avete intrapreso voi già su Reggio, sulla Romagna, su Ferrara, su Parma, e non si capisce perché su Modena no, quindi io ringrazio il presidente, ho esaurito il tempo, ci sarebbe tanto altro di cui parlare, ma il 160 milioni di mancati investimenti sono sicuramente una battuta d’arresto grave per la programmazione della nostra attività. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale... Io non ho iscritti a parlare, allora, visto che non c’è più nessuno iscritto in discussione generale, chiedo al relatore di maggioranza, consigliere Sabattini, se vuole replicare. Non mi ha fatto nessun cenno, ma si sta avvicinando velocemente al suo banco. Consigliere Sabattini, vuole replicare?

Per stavolta le concedo il beneficio del dubbio, prego.

 

POMPIGNOLI: Non mi prendeva, presidente, ho provato a cliccare il pulsante, ma non mi prendeva la parola.

Interveniamo sulla Nota di aggiornamento del DEFR. In questo contesto intervengo soprattutto per illustrare gli emendamenti che ho depositato alla Nota di aggiornamento, anche gli ordini del giorno, però sugli ordini del giorno ci sarà tempo e modo di fare una valutazione complessiva dopo la discussione generale, mentre sugli emendamenti mi piacerebbe porre alcune questioni.

In particolar modo, gli emendamenti riguardano Polizia locale, da un lato, e presidi di prossimità, per quanto riguarda invece la sanità. Polizia locale perché? Noi abbiamo visto come soprattutto gli Enti locali siano veramente in difficoltà rispetto alla sicurezza e al degrado all’interno dei centri storici, all’interno delle nostre città, nelle periferie. Per cui è evidente che si pone un problema – una discussione la dovremmo affrontare – soprattutto per quanto riguarda i presìdi estivi. Noi sappiamo che ci sono state tante polemiche, parlo soprattutto del mio territorio, quindi di Forlì, il presidio di Cesenatico e altri presìdi estivi, dove la densità di popolazione che si accentra nel periodo estivo nella nostra riviera è assolutamente incontrollabile.

Quindi, risulta necessario fare alcuni tipi di ragionamenti anche per quanto riguarda il potenziamento di questi presìdi. Nella Nota di aggiornamento al DEFR c’è, alla pagina 50, un capitolo dedicato alla polizia locale, e su questo tema siamo intervenuti rispetto agli emendamenti. Emendamenti che riguardano, appunto, due questioni. La prima è il potenziamento dei presìdi estivi e ho detto prima le motivazioni per le quali si chiede di implementare e valutare anche l’opportunità di questi presìdi; dall’altro lato, le dotazioni della polizia locale.

Abbiamo aggiunto, con questi emendamenti, una serie di questioni che vanno a delimitare quello che è l’ambito della polizia locale, quindi lo stanziamento economico per l’acquisto di attrezzature e veicoli da parte della polizia locale per prevenire e contrastare fenomeni di isolamento, sofferenza sociale ed episodi di degrado urbano, inciviltà e criminalità urbana in rapporto alle peculiari caratteristiche problematiche di ciascun contesto territoriale. Questo lo facciamo anche attraverso l’implementazione degli interventi e delle risorse già in essere a favore degli Enti locali, dando appunto delle dotazioni, quindi biciclette elettriche, droni, radio portatili e veicolari, impianti di allarme destinati al controllo delle sedi di comando, bodycam, defibrillatori, fototrappole e tutta una serie di dotazioni che la polizia locale dovrebbe avere per garantire il presidio alla sicurezza dei nostri territori.

È chiaro che questi ragionamenti devono essere fatti nell’ambito di un più ampio ragionamento legato alla sicurezza.

Altro emendamento è quello che riguarda la problematica legata ai centri vaccinali. Noi vediamo, almeno io lo vedo nelle nostre città, che i centri vaccinali sono, oggi, presi d’assalto. Giustamente sono presi d’assalto, sia per quanto riguarda le vaccinazioni sia per quanto riguarda i tamponi. Sappiamo le ore e ore di fila, le ho fatte anch’io, per fare un tampone molecolare. Evidentemente si è tentato, nell’ambito di questi ragionamenti, di accentrare nelle zone delle grandi città questi centri vaccinali, chiudendo i centri di vallata.

Si è ragionato sul punto, tentando di comprendere e di capire se c’era la possibilità, soprattutto in una fase acuta e critica, di riaprire questi centri vaccinali. Erano comunque aperti nelle prime ondate e oggi, invece, chiusi. Hanno provocato, queste chiusure, tutta una serie di problematiche legate proprio alla velocità con la quale si può fare il tampone e alla velocità con la quale, poi, vengono date risposte agli utenti. Quindi, si è pensato di iniziare a fare questo tipo di ragionamento cercando di trovare la possibilità di introdurre la riapertura, cioè favorire la riapertura dei centri vaccinali di vallata.

Ultimo emendamento. Stiamo parlando di un ragionamento legato alla formazione e all’apprendistato dei giovani. Adesso lo cerco, presidente. Ne sono stati depositati tanti, ma non lo trovo. Eccolo. È proprio legato all’apprendistato dei giovani e alle azioni di accompagnamento dei giovani alla ricerca del lavoro e alla creazione di nuova impresa. Integriamo questo punto con un altro, dove chiediamo di valorizzare lo strumento dell’apprendistato, valutando iniziative finalizzate a favorire l’inserimento e la stabilizzazione lavorativa dei giovani.

Questi gli emendamenti che riguardano la Nota di aggiornamento. Rispetto al testo presentato, mi riporto anche alle varie contestazioni di carattere generale che hanno evidenziato i colleghi che sono intervenuti prima di me.

Chiudo, ovviamente, sul pensiero di capire se, anche attraverso questi ragionamenti, si può capire e comprendere se c’è un’apertura rispetto alle posizioni appena espresse, capire e comprendere se da parte della maggioranza vi sia proprio quella spinta per dare alla Nota di aggiornamento al DEFR quei correttivi che noi riteniamo utile inserire.

Non ho altro da aggiungere per il momento, quindi ringrazio il presidente per la parola.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Bene, stavolta sembra non ci sia più nessuno che abbia il dito che non funziona, quindi passo la parola al relatore della Commissione, consigliere Sabattini. Prego.

 

SABATTINI: Grazie, presidente.

Solo pochi accenni dalla discussione di questo documento che, oltre ad aver, credo con una novità positiva, già iniziato lo scorso anno, anche acquisito un’importanza all’interno del dibattito assembleare diversa rispetto alla scorsa legislatura, perché (voglio provare a interpretarla così) i documenti di programmazione, il DEFR e la Nota di aggiornamento, come i documenti di programmazione che abbiamo votato nel corso di questi ultimi mesi, hanno fatto comprendere quanto riuscire ad avere una visione di insieme sia fondamentale anche per poter cogliere le opportunità che ci si presentano.

È chiaro che però è una centralità di una discussione, che però non si deve e non si può tradurre nel far sostituire o far cambiare natura a quello che è un documento di programmazione. Io credo che il lavoro che abbiamo fatto nelle Commissioni, in Commissione 1 in particolare, i contributi che sono venuti da tanti colleghi e anche il modo con il quale li abbiamo affrontati anche nel dettaglio abbiano arricchito la discussione e anche il documento stesso, con sottolineature specifiche ed integrazioni utili alla nostra attività amministrativa.

È chiaro che nel dibattito di un documento generale ci possono stare tutti quanti i temi, ma ‒ permettetemi ‒ non tutte le posizioni possibili. È chiaro che sono sentite anche in questo dibattito, credo assolutamente corretto nelle più grandi parti, però del posizionamento delle valutazioni – utilizzo questo come esempio – sulla sanità emiliano-romagnola e il concetto di sanità pubblica che in quest’aula possono prendere corpo soltanto su un intervento, uno scritto che non appartiene a nessun cittadino emiliano-romagnolo. Stiamo affrontando, negli ultimi due anni, una pandemia globale, una fase anche estremamente straordinaria, dove non c’era e non c’è un manuale specifico su come affrontarla. Ci mancherebbe altro che nel corso delle centinaia di decisioni che sono state prese in questi due anni non vi sia stato anche qualche errore o qualche necessità di correzione. Ma sminuire la centralità della sanità pubblica, della sanità emiliano-romagnola vuol dire sminuire, in modo collegato, anche le migliaia di persone che, in questi mesi ancora di più che in passato, sono state sottoposte a uno stress enorme per salvare la vita di tanti cittadini emiliano-romagnoli, ma la stessa cosa credo che possa valere per il Paese.

Questo non credo che si possa tradurre con un concetto di arroganza, ma semplicemente di orgoglio e di responsabilità, dall’altra parte, di sapere di detenere una responsabilità di guida e di governo di una sanità pubblica che abbiamo ereditato, centrata sul pubblico, che vogliamo riconsegnare centrata sul pubblico, con la necessità di continuare a fare investimenti (ne abbiamo parlato diffusamente), di spingere ancora di più verso una territorializzazione, la volontà di cucire anche su questo tema alcuni elementi di disuguaglianza territoriale, ma sempre con una forte centralità pubblica. Lo dobbiamo a quelli che sono venuti prima di noi, ma secondo noi lo dobbiamo anche a chi verrà dopo. Quindi, rimando un po’ al mittente le osservazioni di arroganza. Un’arroganza che credo, possiamo testimoniarlo, non ci sia stata sicuramente né nel dibattito di oggi, ma neanche nella costruzione dei documenti che andiamo ad approvare, che cominceremo a votare tra poco, per quello che riguarda la Nota di aggiornamento al DEFR, ma anche nella discussione che abbiamo fatto per quello che riguarda il bilancio, anche con la volontà, credo, di provare, ovviamente con punti di vista anche diversi, a trovare ‒ dove possibile ‒ le sintesi, anche per fare in modo che l’Assemblea prendesse le posizioni, le decisioni (domani lo affronteremo) più condivise possibili.

Presidente, io non so se devo fare già oggi le dichiarazioni di voto o facciamo la discussione per emendamenti e ordini del giorno...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Rinnovo un po’ a tutti il modus operandi. Dopo di lei ci sarebbe il relatore di minoranza, se vuole intervenire. Poi 20 minuti la Giunta. Dopo avremo 10 minuti per consigliere sulla discussione generale degli emendamenti. Quindi, può intervenire ancora dopo sulla discussione generale degli emendamenti. Poi le dichiarazioni di voto congiunte su emendamenti, ordini del giorno e sul provvedimento, 5 minuti per Gruppo. Dopodiché, la votazione degli emendamenti, eccetera.

Quindi, può intervenire 10 minuti ancora dopo che ha parlato.

 

SABATTINI: Perfetto. Ho ancora tanto tempo per parlare. Grazie mille.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie a lei.

Il relatore di minoranza non interviene.

Diamo la parola all’assessore Calvano. Prego.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente.

In questi due anni di confronto sul bilancio della nostra Regione e sui Documenti economici di programmazione si è notato da parte di quest’aula una maggiore attenzione nella discussione su DEFR e su Nota di aggiornamento al DEFR. Credo sia un segnale certamente positivo, perché non sono due documenti squisitamente formali, ma sono due documenti che tracciano gli indirizzi politici ed economici che l’Amministrazione e la Giunta intendono dare alle politiche che si mettono in campo nei diversi anni.

È successo anche in questa occasione, anche in occasione di questa Nota di aggiornamento al DEFR, una Nota di aggiornamento che recepisce quanto sta succedendo oggi nell’economia della Regione Emilia-Romagna, un’economia indubbiamente in crescita, che, rispetto anche ad altre economie regionali, ha avuto un rimbalzo importante nel corso del 2021, tant’è vero che la Nota di aggiornamento al DEFR rafforza ulteriormente le stime di crescita dell’economia della Regione Emilia-Romagna, portandole dal 5,5 per cento rispetto all’anno precedente al 6,5 per cento.

Questo dato del 6,5 per cento di crescita del PIL è un dato che è maturato considerando una crescita nazionale del 6 per cento. La crescita nazionale potrebbe essere addirittura rivista a fine anno di qualche decimale di punto, fino a 6,2 per cento, e questo può farci immaginare che la crescita finale per l’Emilia-Romagna potrebbe essere anche superiore al 6,5 per cento.

Come Amministrazione, siamo ovviamente molto interessati a questo dato, perché è un dato che dà il senso della salute della nostra economia, dei nostri settori produttivi, ma siamo anche molto attenti (come Regione lo affronteremo poi domani nella fase di discussione del bilancio,) anche a fare in modo che la crescita di ricchezza nella nostra Regione possa avere la distribuzione più equa possibile, in quella ricerca di coesione economica, sociale e territoriale, che caratterizza e vuole caratterizzare questa Giunta e le politiche che metteremo in campo e che stiamo mettendo in campo in questo quinquennio.

A fronte di una crescita importante, abbiamo deciso di mettere in campo (la Nota ne dà ulteriore aggiornamento) delle politiche che possiamo definire procicliche, cioè che cercano di far crescere ulteriormente gli effetti positivi sull’andamento dell’economia. Sta in questo il significato più importante dell’incremento degli investimenti che si possono leggere in questa Nota di aggiornamento al DEFR.

Gli investimenti che ricadranno sull’Emilia-Romagna crescono, rispetto a quello che avevamo previsto nel DEFR, di 2,4 miliardi, una crescita che ha come elementi centrali l’ambiente, le infrastrutture, le ferrovie, la casa e la sanità.

Su questo mi permetto di dire e di ribadire quanto già emerso in Commissione. Sulla sanità l’incremento degli investimenti è un incremento significativo, si passa da 940 milioni, stabiliti in fase di redazione del DEFR, a quasi 1 miliardo e 100 milioni nella Nota di aggiornamento al DEFR, perché, se alcuni strumenti di investimento sono venuti meno, altri sono subentrati e hanno determinato una crescita sostanziale degli investimenti in sanità, anche in quei territori dove – ho sentito in alcuni interventi da parte dei consiglieri – si ritiene ci sia stato un calo di investimenti. Purtroppo, anzi per fortuna, purtroppo per chi lo dichiara, non è così e i dati in un certo modo lo dimostrano e lo certificano.

Su questo tema della sanità, ammetto che nel dibattito credo dovrebbe prendere spazio un’altra questione. Anche questa l’abbiamo trattata in Commissione e mi sento di ribadirla in questa sede. Andando a leggere il Documento di economia e finanza del Governo, si legge in maniera molto chiara che il peso della spesa sanitaria pubblica sul PIL, dopo aver toccato dei picchi importanti in piena pandemia, in particolare nel corso del 2020 e in parte del 2021, nel 2024 tornerà ai livelli pre-Covid. Questa scelta all’interno del DEF è una scelta incoerente rispetto alle politiche che dobbiamo mettere in campo e che dovremo mettere in campo con il PNRR. Se con il PNRR, come immaginano alla Regione Emilia-Romagna, così come è scritto nei documenti di programmazione a livello nazionale ed europeo, dobbiamo accrescere la presenza di strutture di assistenza a livello territoriale, è innegabile che questo determinerà, dovrà determinare un investimento maggiore nella sanità, in particolare nella sanità pubblica. Quindi, quel dato contenuto nel DEF che dice che nel 2024 la spesa per la sanità sarà sostanzialmente uguale, in termini reali, alla spesa che avevamo nel 2019, è un dato che dovrebbe in un certo qual modo spingere tutte le forze politiche a porre una questione in questo senso.

Noi lo abbiamo fatto, continueremo a farlo da questa Regione, e perché lo facciamo? Perché crediamo fermamente nell’efficacia e nella necessità di un potenziamento della sanità pubblica che possa consentire a tutti di poter godere di servizi essenziali per la propria vita e per la propria salute. Credo che questo dovrebbe essere al centro del dibattito pubblico, anche tra le diverse forze politiche di maggioranza e di opposizione rispetto a questo Governo. Oggi l’investimento in sanità, l’investimento nella sanità pubblica rappresenta una variabile fondamentale non solo per la salute dei cittadini e per il nostro benessere psicofisico, ma diventa fondamentale anche per accompagnare e determinare la crescita economica nei paesi, perché è evidente come sia oggi chiaro il legame che, dove non c’è investimento in sanità, c’è il rischio di determinare anche delle vere e proprie crisi economiche. La pandemia, purtroppo, è l’espressione massima di questo aspetto: cioè, se in fase pandemica non c’è un investimento adeguato di risorse, anche pubbliche, soprattutto pubbliche, sulla sanità, il rischio sull’economia è un rischio di effetti particolarmente recessivi.

Quindi, l’appello che abbiamo fatto come Regione Emilia-Romagna, che è stato fatto proprio anche dal presidente della Conferenza delle Regioni, che ha un segno politico chiaramente diverso da quello di questa Giunta, è un appello che spero diventi condiviso da tutte le forze politiche e porti anche il Parlamento o direttamente in questa manovra di bilancio o nelle prossime manovre, che saranno indispensabili per affrontare ancora la fase pandemica, a raccogliere la necessità di far crescere l’investimento nella spesa sanitaria, oggi per noi fondamentale, ripeto, non solo per la salute dei cittadini, ma anche per il buon andamento dell’economia del nostro Paese.

Affinché quei livelli che noi immaginiamo di crescita dell’Emilia-Romagna, che potrebbero portare già nel corso del 2022 a raggiungere un livello di Prodotto interno lordo pari a quello che avevamo nella fase pre-Covid, affinché ciò sia possibile è fondamentale proseguire nello sforzo che si sta facendo nelle politiche sulle vaccinazioni. Anche qui, mi permetto anch’io un plauso ‒ ha detto bene il relatore Sabattini ‒ nei confronti di tutti i nostri operatori e operatrici sanitarie, che stanno compiendo uno sforzo enorme. Credo che la politica, rispetto al tema dei vaccini, non debba mostrare mai ambiguità.

Purtroppo, ci sono ancora alcune forze politiche un po’ troppo ambigue su questo tema. Questo credo possa rappresentare un danno per il nostro Paese, per l’Europa, per la salute pubblica, ma anche per l’andamento della nostra economia.

Per raggiungere gli obiettivi previsti all’interno del DEFR prima e nella Nota di aggiornamento, sarà fondamentale il buon andamento delle vaccinazioni e la nostra capacità di reazione alla quarta ondata di Covid, nella quale siamo immersi. Sarà fondamentale anche creare le condizioni affinché gli investimenti previsti nella nostra Nota di aggiornamento al DEFR, che saranno ulteriormente aggiornati con quelle che saranno le risorse del PNRR che cadranno sul nostro territorio, possano andare a terra il più rapidamente possibile. È per questo che come Regione Emilia-Romagna abbiamo insistito molto per arrivare a un Patto sulla semplificazione, sottoscritto da tutte le forze che si sono ritrovate intorno al Patto per il lavoro e per il clima, lo abbiamo fatto nell’ambito di quelle che sono le nostre competenze e cercando di andare in complementarietà con quello che ha deciso di fare e che sta mettendo in campo il Governo.

Sarà fondamentale che le procedure e le scelte nel campo della semplificazione possano andare in porto il più rapidamente possibile, perché tra il 2024 e il 2025 il nostro Paese riceverà il massimo delle risorse del PNRR, che dovranno appunto vedere la loro spesa concludersi entro il 2026.

Semplificazione in Emilia-Romagna non significa deregolamentazione, ma significa comunque e sempre grande attenzione a tutti i temi della legalità, perché semplificare non può significare venir meno a quegli aspetti e a tutte quelle attenzioni nel campo della legalità oggi indispensabili, anche alla luce, purtroppo, di quello che stiamo vedendo in diverse situazioni in questi giorni e in queste settimane.

Concludo anche fornendo alcune risposte, o almeno una considerazione rispetto ad alcuni accenni che ho sentito in Aula. In particolare, ho colto che c’è stato un accenno sulle politiche che questa Regione sta mettendo in campo sul tema della sicurezza. Guardate, si può fare sempre meglio e noi siamo abituati, con quel riformismo che accompagna da sempre l’Emilia-Romagna, a puntare sempre a fare meglio, ma a volte alcune critiche appaiono obiettivamente un po’ strumentali.

Lo dico perché sento dai banchi dell’opposizione accenni critici alle politiche di sicurezza messe in campo dalla Regione e poi vedo amministratori di Sinistra e di Destra, quelli di Destra forse ancor più di quelli di Sinistra, che ci tengono particolarmente ad avere il presidente Bonaccini quando mostrano le grandi cose fatte sul versante della sicurezza insieme alla Regione Emilia-Romagna. Delle due l’una, o si sbagliano quegli amministratori oppure il dibattito all’interno di quest’aula non recepisce adeguatamente quello che invece percepiscono sui territori.

Lo dico anche rispetto a un tema importante e delicato come quello delle polizie locali. Per fare in modo che i Comuni potessero avere a disposizione le forze di polizia locale, la Regione si è sostituita ai Comuni nel fare un bando per l’assunzione di queste persone. Abbiamo fatto un bando che ha selezionato 1000 agenti di polizia locale e li abbiamo messi a disposizione dei Comuni. È andato talmente bene che i Comuni ci hanno chiesto di replicare questa azione, e lo faremo. Così come abbiamo potenziato tutte le politiche sugli street tutor, una figura nuova, innovativa, messa in campo in Regione Emilia-Romagna e su cui amplieremo le risorse. Ne potremo discutere anche in fase di bilancio, nelle prossime ore o nella giornata di domani.

Questo per dire che, all’interno di questa Nota di aggiornamento al DEFR, si possono vedere in maniera chiara le linee tracciate da questa Giunta, da questa Amministrazione, dalla maggioranza per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati, in particolare dentro il Patto per il lavoro e per il clima che abbiamo recepito all’interno del Documento strategico regionale e che recepiremo ulteriormente all’interno dei Programmi operativi dei Fondi strutturali. È attraverso il coordinamento e l’integrazione tra le diverse politiche, tra i diversi strumenti di programmazione che diventa ancor più facile o meno difficile raggiungere gli obiettivi che ci si dà. È il tentativo che facciamo ogni volta attraverso strumenti importanti come appunto il DEFR e NaDEFR.

Colgo l’occasione, su questo, per ringraziare chi all’interno della Regione si occupa della redazione di questi importanti strumenti di programmazione, il direttore Frieri, il capo di gabinetto Orlando, la dottoressa Simoni, perché le attività di coordinamento delle politiche sono tra le attività più complicate da mettere in campo, ma se c’è un comune orientamento al risultato diventa più facile e anche più efficace mettere in campo e redigere strumenti e ottenere soprattutto l’esigibilità di quello che in quei documenti di programmazione si va a scrivere.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Passiamo ora alla discussione generale congiunta sugli emendamenti. Vi ricordo che sono dieci minuti per ogni consigliere.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente. Grazie, assessore, per la relazione.

È chiaro che, nella giornata di domani, ci sarà un intervento più politico, che evidentemente, per quanto mi riguarda, ha cambiato molto la forma e la sostanza, perché non guardare con estrema attenzione quello che sta succedendo non appena nella Regione Emilia-Romagna, ma a livello nazionale, un’emergenza nuova da dover affrontare, altri strumenti, molte volte il mistero che è questo virus che cambia... Quindi, per contrastarlo bisogna sempre usare nuove risorse ed evidentemente pensare a nuove risorse per poterlo affrontare, con uno sguardo molto attento innanzitutto sulla scuola, quindi alle fasce che ritengo da guardare con grande cura, e il lavoro, che è sempre stato un po’ almeno il mio faro in questo anno e mezzo, seduta qui, in Consiglio regionale.

Oggi presenterò esclusivamente due temi specifici. In particolare, l’emendamento che ho presentato, che i consiglieri hanno avuto modo di leggere, il primo emendamento presentato, credo sia una richiesta piccola dal punto di vista di risorse economiche, ma in realtà tiene conto di una situazione che riguarda i Comuni, soprattutto quelli in aree montane e rurali. Chiedo che venga implementata la cifra riservata a loro per tutti quei nuclei, quegli esercizi commerciali polifunzionali, cioè quelle attività di commercio al dettaglio, di superficie di vendita non superiore a 250 metri quadrati, prioritariamente di prodotti del settore merceologico e alimentare e eventuale attività di esercizio di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, esercitate unitamente ad altri servizi di interesse per la collettività.

Queste sono sostanzialmente delle cooperative di comunità, un modello totalmente innovativo e assolutamente efficace, soprattutto per quelle aree isolate. Queste cooperative di comunità danno un servizio integrato pensando alle esigenze di una comunità specifica, mettendo a sistema le attività di singoli cittadini, imprese, associazioni, istituzioni.

Nel bilancio sono stati stanziati 100.000 euro, accantonamenti per le cooperative di comunità per l’anno 2022, ma purtroppo zero per l’anno 2023 e la stessa cifra ‒ cioè zero ‒ per il 2024. Contate che, ad esempio, la Regione Toscana ha stanziato quasi un milione di euro per questo tipo di attività. Proprio nel sollecitare, nel presentare questo emendamento, anche per poter immaginare che risorse europee possano avere molta attenzione rispetto a queste realtà che stanno crescendo e che hanno evidentemente bisogno di sostegno, sia per la tipologia che per il luogo in cui si collocano, cioè luoghi già molto provati rispetto sia alla pandemia che al luogo geografico dove insistono.

Vorrei mettere insieme, presidente, anche l’ordine del giorno che ho presentato - se mi è possibile farlo... sì, grazie - ovvero lavorando a questo bilancio oltre a temi macro aree che presenterò domani, che riguardano come sempre l’educazione, ma soprattutto i bisogni educativi speciali, che in questo momento sono in grandissima sofferenza, e altri temi che proverò a trattare in maniera più complessiva, ho anche fatto quello che secondo me è giusto fare, ovvero sentire in maniera capillare il territorio e molti sindaci che per fortuna mi aiutano a far bene il mio lavoro (almeno ci provo).

In particolare, vorrei ricordare a tutti la situazione del porto canale di Bellaria e Igea Marina, non perché è una situazione abbandonata, affatto, in realtà molti progetti sono stati condivisi con la Giunta regionale. C’è un tema che coinvolge quella costa, cioè l’erosione della costa e quindi l’impossibilità di offrire un turismo e di aumentare la competitività rispetto agli altri paesi limitrofi nella riviera romagnola.

Il Comune di Bellaria e Igea Marina ha presentato un progetto per il porto sicuramente molto interessante, che riguarda soprattutto un polo logistico fondamentale, che è quello del porto delle imbarcazioni che lì stazionano, e noi semplicemente chiediamo un impegno, soprattutto nel Piano degli investimenti, per la messa in sicurezza di questo porto, e la mia voce si unisce alla voce del Sindaco che chiede di guardare con molta cura e attenzione il progetto, che ha posto anche all’attenzione della Giunta regionale, perché innanzitutto ha un impatto di costo rispetto a un’infrastruttura così importante come il porto giusta, adeguata, e poi perché, se messo nel Piano degli investimenti, questo può essere affrontato in maniera adeguata nei prossimi anni.

Grazie, presidente, chiaramente l’intervento più corposo e politico verrà rimandato a domani. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Marchetti Daniele, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Sfrutterò questi 10 minuti che ho a disposizione per motivare la presentazione di alcuni emendamenti a mia prima firma, che rientrano ovviamente nel pacchetto di proposte presentate dal nostro Gruppo, proposte presentate e contrapposte a tante dichiarazioni di intenti che leggiamo nella Nota di aggiornamento al DEFR, così come anche nel Documento di economia e finanza regionale 2022, che però non trovano solide basi, poi, nella realtà dei fatti.

Mi spiego meglio: come in parte hanno già detto diversi miei colleghi che sono intervenuti in precedenza, purtroppo, nella nota di aggiornamento al DEFR 2022, non troviamo risposta a molti temi sensibili per il momento che stiamo vivendo. Il 2021, ovviamente, come il 2020, sono stati anni particolari, travolti appunto dalla pandemia, da un’emergenza sanitaria che stiamo cercando tuttora di lasciarci alle spalle.

Ma con tutta onestà, non vedo chissà quali azioni incisive mirate all’interno di questo documento. Questo perché lo dico? Perché in sostanza la situazione pandemica, al giorno d’oggi, muta di giorno in giorno, lo stiamo vedendo tutti, a seconda delle ondate, a seconda delle varianti, Ci aspettavamo quindi una nota di aggiornamento molto più efficace, in tal senso, infatti, non leggiamo nulla per quanto riguarda la programmazione economico-finanziaria delle aziende sanitarie nel contesto dell’epidemia, nonostante gli inviti del Governo nazionale a rafforzare gli interventi a livello territoriale, così come non leggiamo nemmeno una riga, un aggiornamento per quanto riguarda l’accesso alle prestazioni specialistiche. E questo è un tema, da quel che ho sentito prima, che ha già trattato anche il collega Pelloni.

Sta di fatto che a fronte di questa situazione e di questa nota di aggiornamento, che comunque non tocca molte tematiche importanti, con il solito spirito costruttivo, nonostante le critiche che comunque avanziamo nei confronti di questi documenti, abbiamo ritenuto opportuno presentare alcune proposte che magari trovano anche radici in discussioni precedenti, che hanno interessato documenti di economia e finanza e note di aggiornamento negli anni passati. In particolar modo, mi concentrerei, ad esempio, sul fatto di andare ad inserire in questa nota di aggiornamento negli obiettivi strategici l’apertura, la realizzazione di un database regionale per quanto riguarda gli accessi nelle ZTL di tutto il territorio regionale, al fine di agevolare, ovviamente, gli spostamenti, su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna ai cittadini disabili. Questo è un tema che parte dal Documento di economia e finanza che abbiamo votato qualche mese fa, dove c’è già stato un intervento della Lega, con un emendamento che portava anche all’epoca la mia prima firma, che ha permesso di inserire in quel documento, già nella descrizione, l’obiettivo di raggiungere la realizzazione di questa banca dati regionale.

Noi, con un ulteriore emendamento, oggi, alla Nota di aggiornamento, stiamo chiedendo, in sostanza, di inserire questo obiettivo ‒ scusate il gioco di parole ‒ negli obiettivi strategici. In Commissione ci è stato chiesto il ritiro. Io non so bene, adesso, a questo punto, in aula quale sarà l’orientamento della maggioranza, ma, se non erro, mi pare d’aver capito che non ci sia l’intenzione di arrivare a un suo accoglimento. Posizione che, sinceramente, non comprendo, dal momento che dovrebbe essere, questo, un tema trasversale, non interessato da chissà quali barriere ideologiche. Però attenderemo, ovviamente, la votazione per fare le dovute riflessioni e considerazioni.

Altro tema importante che ho ritenuto opportuno trattare insieme, in questo caso, in particolar modo, alla collega Catellani, è il tema “formazione e lavoro”, legato in parte sempre all’ambito sanitario. Tra le tante emergenze che interessano il nostro servizio sanitario e socioassistenziale territoriale, c’è anche quella legata a delle figure molto importanti, ad esempio, per le strutture dedicate agli anziani o comunque ai disabili, come gli operatori sociosanitari. C’è una grossissima richiesta che arriva dal territorio, ma purtroppo non ci sono figure formate a sufficienza.

Noi abbiamo già iniziato a lavorare su questo tema, su una vecchia Nota di aggiornamento, andando a chiedere alla Regione Emilia-Romagna di intervenire per favorire l’accesso ai corsi di formazione per gli operatori sociosanitari a coloro che, magari, hanno perso il posto di lavoro o che sono comunque in difficoltà, in modo da riconvertire la propria professionalità e andando, così, a soddisfare anche la richiesta che c’è sul territorio, soprattutto ‒ ripeto ‒ all’interno delle strutture socio-assistenziali.

Venne approvato anni fa un vecchio emendamento. Da lì iniziò un percorso ispettivo da parte nostra, con il quale abbiamo chiesto, durante il corso di questi ultimi anni, questi ultimi mesi, quali fossero le intenzioni della Regione Emilia-Romagna per soddisfare quell’obiettivo. Ci venne detto ‒ poco tempo fa ‒ che comunque si pensava di cofinanziare questi corsi in modo da andare ad abbattere i costi di iscrizione per far entrare, all’interno di questo percorso formativo, le persone che sono uscite dal mondo del lavoro per via della crisi economica scatenata dall’emergenza sanitaria. Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo preso questa risposta che ci è stata data non tanto tempo fa e l’abbiamo inserita in un emendamento, per farla entrare in questa Nota di aggiornamento e quindi, di conseguenza, anche nel Documento di economia e finanza 2022.

A sorpresa, purtroppo, in Commissione è arrivata la bocciatura da parte della maggioranza, quindi siete riusciti - non so bene per quale motivazione - a bocciare una vostra proposta, perché noi non abbiamo fatto altro che riprendere ciò che ci avete detto voi, per soddisfare un nostro vecchio indirizzo, e l’avete bocciato, senza dare nemmeno una motivazione, tra l’altro.

Spero quindi che oggi arrivi perlomeno un chiarimento in tal senso, perché credo sia un’azione mirata e finalizzata al miglioramento dei servizi socio-assistenziali a livello territoriale, perché - ripeto - c’è una richiesta enorme e andrebbe incontro anche alle esigenze di quelle persone che purtroppo sono senza un posto di lavoro e che potrebbero riconvertire la propria professionalità in quella direzione. Evidentemente da parte vostra, non so per quali motivazioni, non si ritiene più opportuno andare incontro alle esigenze di queste persone.

Tra l’altro, piccola parentesi: se non fosse stato per questo maxi emendamento trattato anche dalla consigliera Castellani e dal capogruppo Rancan, in questa Nota di aggiornamento non si sarebbe nemmeno parlato di formazione lavoro, che in un momento come questo, a mio avviso, è una cosa fuori da ogni logica. Comunque, come vedete, le nostre proposte (queste - ripeto - sono soltanto due di un pacchetto ben più ampio che abbiamo presentato) si contrappongono a delle posizioni tante volte molto ideologiche da parte vostra, perché, leggendo questa Nota di aggiornamento, ci aspettavamo molto di più.

Le esigenze e le necessità dei territori sono infatti numerose in questo momento, le difficoltà che stiamo vivendo sono tantissime, dobbiamo rilanciare il nostro territorio, così come l’intero Paese sta cercando di rilanciarsi, e sinceramente, con delle dichiarazioni di intenti, senza poi inserire dei progetti, delle idee chiare, non andremo da nessuna parte.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie.

Molto brevemente, perché abbiamo vari punti che pensiamo siano fondamentali in questa Nota di aggiornamento.

Un punto fondamentale, secondo noi, è quello della quarta corsia dell’A1, tra Modena e Piacenza.

Ovviamente, questo tema noi lo abbiamo portato già altre volte, già varie volte. Sappiamo bene che nel PRIT era stata prevista questa cosa, però nella nota di aggiornamento questo ovviamente manca. Questo cosa significa? Questo significa che vi è stata una mancanza, ed essendoci stata questa mancanza, con questo emendamento che abbiamo portato alla nota di aggiornamento, vogliamo colmare questa mancanza della Giunta.

Il problema qual è? Che è stato previsto, in annualità passate, ma poi anche nello scorso anno, un nostro emendamento, appunto, per la quarta corsia dell’A1 tra Modena a Piacenza, è stato fondamentalmente cassato.

Oggi noi lo riproponiamo e lo riproponiamo con spirito propositivo, perché pensiamo e siamo convinti che l’opera di questa infrastruttura sia fondamentale per il rilancio della nostra Regione. Noi abbiamo presentato quindi questo emendamento, anche perché sappiamo che potrebbe essere utile a tutto il mondo produttivo, a tutto il mondo industriale, a tutti quei mondi che sicuramente devono poter essere messi nelle condizioni migliori per poter lavorare e soprattutto per una vera ripartenza della nostra Regione. Noi pensiamo che questa sia un’opera infrastrutturale fondamentale per il rilancio e la ripartenza della nostra Regione, ed è ora di prendere sicuramente una decisione e anche una parte importante di questo percorso di ripresa.

Noi pensiamo, con la proposta di questo emendamento, che ci possa essere una presa di posizione forte politica nella nostra Regione, per cui dire in modo chiaro e inequivocabile: sì, la quarta corsia della A1 tra Modena e Piacenza ci deve essere e si deve realizzare. Ecco perché all’interno del punto 7, “promuovere lo sviluppo e il miglioramento delle infrastrutture stradali strategiche di interesse nazionale e regionale della sicurezza stradale” abbiamo inserito queste parole: di prevedere, con i medesimi soggetti, il potenziamento della rete autostradale esistente con la realizzazione della quarta corsia A1 fra Modena, interconnessione con la A22 e il confine regionale, Piacenza; in particolare per l’A1 si ritiene opportuno che il potenziamento a quattro corsie debba interessare anche il ponte autostradale sul […] attrarre quanto più possibile quote di traffico oggi gravate sul ponte sul Po’ lungo la SS9 che attraversa il centro abitato di Piacenza”. Secondo noi, questa è un’opera fondamentale, che in tanti si aspettano, soprattutto perché sappiamo che questa arteria autostradale è un’arteria importante non solo per gli emiliano-romagnoli, ma per tutti quelli che devono transitare nella nostra Regione per i vari motivi.

Poi abbiamo visto che soprattutto in periodi estivi, ma non solo, perché adesso vi sono anche vari cantieri su questa autostrada si creano delle congestioni di traffico che sicuramente rendono più difficoltosi il collegamento e il passaggio su quella rete.

Noi pensiamo e crediamo che, approvando questo emendamento, inserendolo nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale, ci possa essere realmente una spinta in avanti. Noi lo proponiamo convintamente, perché pensiamo che questo possa essere uno slancio nuovo, possa consolidare uno slancio della nostra Regione.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Presidente, avevo annunciato, quando sono intervenuto prima, nella discussione generale, che sarei reintervenuto sugli ordini del giorno presentati.

Sono ordini del giorno particolarmente complessi. Quindi, avrà un po’ di pazienza nell’ascoltare anche la maggioranza, sperando che la notte porti consiglio nella votazione di domani.

Il primo ordine del giorno è quello che riguarda le emergenze regionali concernenti gli eventi climatici meteorologici. Noi sappiamo quanta difficoltà abbiamo nell’ambito dei dissesti idrogeologici, quanta difficoltà c’è anche nelle risorse che questi dissesti hanno provocato e quanti ritardi attualmente la Regione Emilia-Romagna ha nei pagamenti, poi legati ai risarcimenti dei danni provocati dalle gelate piuttosto che dalle avversità abiotiche, calamità naturali, climatiche, eccetera. Con questo ordine del giorno si chiede, pertanto, di prevedere dei fondi permanenti per far fronte a queste emergenze concernenti gli eventi climatici e meteorologici.

Un altro ordine del giorno, a mio modo di vedere, è particolarmente importante, soprattutto se si vuole pensare a salvaguardare le comunità più piccole, quindi le comunità montane, comunità poste in zone particolarmente disagiate. Si chiede la possibilità di usufruire di una fiscalità di vantaggio, proprio per quei territori che sono stati individuati da un recente decreto legge, il n. 104/2020, in aree interne.

Ovviamente sappiamo che dal Piano nazionale di ripresa e di resilienza verranno stanziate risorse proprio in ragione del fatto che si dia una possibilità di stanziamento anche per le cosiddette “aree interne”, ossia quei Comuni particolarmente svantaggiati o montani e distanti dai centri.

Altro ordine del giorno, a mio modo di vedere, anche qui importante, perché è un tema di attualità, di particolare attualità, è quello del caro prezzi delle materie prime.

Qui viene focalizzato esclusivamente il caro prezzi in ragione del settore automobilistico. Noi sappiamo quanto sia difficile oggi ricercare prodotti tipo litio e cobalto per le batterie, quanto sia difficile procurarsi semiconduttori, e da questo punto deriva poi un rallentamento della produzione.

Sappiamo che il settore delle macchine per noi è un settore fondamentale, soprattutto in Emilia-Romagna, dove operano circa 6.500 imprese sull’autoriparazione, vogliamo che queste imprese riescano a lavorare per il settore in maniera importante, quindi chiediamo anche la possibilità di attivare un monitoraggio rispetto alla criticità legata all’aumento dei prezzi.

L’ultimo ordine del giorno, che si ritiene di particolare interesse, è legato alla gestione dei rifiuti, all’impianto di termovalorizzazione sito in Forlì, dove sappiamo benissimo che è l’unico territorio sul quale insistono due inceneritori, uno privato e uno pubblico.

Questo è un ordine del giorno che è già stato trattato in Commissione in una risoluzione bocciata dal Partito Democratico, su questo ordine del giorno preannuncio il ritiro, in ragione del fatto che credo che sia opportuno valutare tutto il settore legato alla pianificazione e gestione dei rifiuti nell’apposito argomento che credo affronteremo a breve in Assemblea legislativa, che è il PRGR. È evidente che non abbandono con questo l’idea di dover e poter trovare una soluzione soprattutto su Forlì, dove insistono due inceneritori, quindi cercare, nell’ottica regionale, di diminuzione degli inceneritori, di eliminarne almeno uno, o quantomeno ridurre il quantitativo in virtù della buona raccolta che il nostro gestore, in questo caso società in house, il Comune di Forlì, dei 15 Comuni ALEA sta facendo.

Per cui, è evidente che su questo tema tornerò, molto probabilmente meno importante, nella pianificazione della gestione dei rifiuti. Questi, presidente, sono gli ordini del giorno, e a questo punto cercheremo di capire anche con il relatore di maggioranza, se ci sono delle disponibilità di accoglimento, quantomeno parziali o totali di alcuni di quelli che ho presentato.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

La consigliera Stragliati non è in aula, quindi ha rinunciato all’intervento.

Prego, consigliera Stragliati, la vedo un po’ agitata, si calmi, si tranquillizzi, abbiamo tempo. Prego.

 

STRAGLIATI: Solo per una questione logistica: intervengo quando ho il permesso di entrare in aula. Se posso intervenire in aula, è un diritto intervenire in aula? Okay?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Direi che non facciamo polemica su questa cosa, l’abbiamo già discussa in altre sedi.

Prego, consigliera Stragliati, a lei l’intervento.

 

STRAGLIATI: Penso che sia un diritto…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Si attenga l’intervento, per favore. Prego.

 

STRAGLIATI: Intervengo in merito a un emendamento alla nota di aggiornamento al DEFR che ho presentato in Commissione sanità, e che francamente non è stato approvato con una motivazione che ritengo poco plausibile, ideologica e pretestuosa da parte della maggioranza, nel senso che forse la maggioranza avrebbe fatto più bella figura a dire “non l’approviamo perché è a firma Lega”, in quanto ritengo che sia veramente una proposta di buonsenso che possa andare a migliorare l’offerta dei servizi sanitari di tutta la nostra Regione. Parlo con cognizione di causa, portando l’esempio di un’esperienza virtuosa della Provincia che ho l’onore di rappresentare: la provincia di Piacenza.

Nell’azienda sanitaria di Piacenza da diversi anni è stato strutturato un modello organizzativo che prevede l’intervento di medici oncologi o ematologi che dalla rispettiva Unità operativa dell’ospedale principale di Piacenza, si spostano giornalmente sul territorio e prestano la loro attività in ambulatori dedicati, con personale infermieristico dedicato negli ospedali di prossimità e in una casa della salute, favorendo la possibilità di visite, esami e cure oncologiche vicino al domicilio dei malati, che vengono inseriti nei Percorsi diagnostico-terapeutici aziendali, i cosiddetti “PDTA”.

Sono stati raggiunti risultati molto importanti. Durante gli ultimi quattro anni, nello specifico da gennaio 2017 a dicembre 2020, sono stati curati 1.339 pazienti onco-ematologici in prossimità della loro residenza. I chilometri risparmiati per ogni paziente sono stati 3.628. È doveroso riconoscere che sono tanti gli ostacoli che devono affrontare i malati di tumore: ostacoli di natura economica, sanitaria, sociale, psicologica e anche familiare. Quindi, favorire un tipo di sanità più territoriale, più vicina al malato stesso ritengo sia molto, ma molto importante. Ce l’ha insegnato la pandemia.

Del resto, anche la Giunta regionale ha sempre dichiarato che la sanità dovrà sempre essere più una sanità territoriale, sempre più vicina al domicilio del paziente. Questa pandemia ha imposto una inevitabile riorganizzazione dei servizi sanitari offerti ai cittadini. Per cui, ritengo che questa possa essere un’esperienza virtuosa, che parte dalla ASL di Piacenza, e che possa essere assunta e presa come esempio da tutte le ASL della nostra Regione.

Ripeto: non è stata accolta. La ripropongo, la riporto all’attenzione dell’Assemblea, perché penso sia veramente una proposta di buonsenso. Sono sicura che questa proposta troverà una conferma e verrà attuata, in quanto ‒ come dicevo ‒ ce lo impone la riorganizzazione dei servizi sanitari.

Per cui, la porto avanti con convinzione. Questa è una progettualità fortemente voluta dal dottor Luigi Cavanna, primario del reparto di Oncoematologia dell’ospedale di Piacenza, e da tutta la sua équipe, a cui rivolgo veramente un plauso, perché questa progettualità ha ottenuto risultati molto, molto importanti. Il fatto che non sia stata accolta... Ripeto: penso che la maggioranza abbia perso un’importante occasione e che sia solo una non approvazione pretestuosa, perché arriva direttamente dai banchi dell’opposizione.

La porto avanti comunque con convinzione, perché ‒ ripeto ‒ ritengo sia assolutamente una proposta di buonsenso e che vada a migliorare anche questa Nota di aggiornamento al DEFR.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non avendo più nessun intervento in discussione generale congiunta sugli emendamenti ed essendo le...  Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Io interverrei, in teoria non avrei tempo a sufficienza per intervenire, quindi...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Allora, se lei supera i 10 minuti, che è il suo tempo a disposizione, se anche il consigliere Sabattini vuole intervenire domani mattina, chiudiamo la seduta dell’aula di questo pomeriggio, che riprenderà naturalmente domani mattina, alle ore 09,30.

Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 17,25

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI,

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI,

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Elena SCHLEIN.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Andrea CORSINI e Barbara LORI e il consigliere Matteo DAFFADÀ.

 

IL PRESIDENTE

I SEGRETARI

Rainieri

Bergamini - Montalti

 

 

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