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134.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 5 APRILE 2022

 

(POMERIDIANA)

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 4732

Interpellanza relativa alle misure da adottare e alle risorse da investire per superare il divario digitale tra le aree maggiormente urbanizzate e le zone appenniniche ed interne del territorio regionale. A firma del Consigliere: Facci

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

FACCI (Lega)

SALOMONI, assessora

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 4952

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Misure urgenti di solidarietà con la popolazione dell'Ucraina". (39)

(Continuazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

BARCAIUOLO (FdI)

PICCININI (M5S)

AMICO (ERCEP)

PRESIDENTE (Rainieri)

PELLONI (Lega)

MARCHETTI Francesca (PD)

ZAMBONI (EV)

CALIANDRO (PD)

STRAGLIATI (Lega)

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta

PRESIDENTE (Rainieri)

CASTALDINI (FI)

MASTACCHI (RCPER)

BONDAVALLI (BP)

PICCININI (M5S)

MARCHETTI Daniele (Lega)

ZAMBONI (EV)

MORI (PD)

MASTACCHI (RCPER)

TARUFFI (ERCEP)

LISEI (FdI)

 

Inversione dell’ordine del Giorno

PRESIDENTE (Rainieri)

RANCAN (Lega)

PIGONI (BP)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche Oggetti 4952 - 5020

Emendamenti oggetti 4952 - 5018

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,46

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 134 del giorno 5 aprile 2022.

Hanno giustificato la propria assenza i consiglieri Fabbri e Montalti e gli assessori Donini e Lori.

 

Svolgimento di interpellanza

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 4732

Interpellanza relativa alle misure da adottare e alle risorse da investire per superare il divario digitale tra le aree maggiormente urbanizzate e le zone appenniniche ed interne del territorio regionale. A firma del Consigliere: Facci

 

PRESIDENTE (Petitti): Partiamo più precisamente dall’interpellanza 4732, relativa alle misure da adottare e alle risorse da investire per superare il divario digitale tra le aree maggiormente urbanizzate e le zone appenniniche ed interne del nostro territorio regionale.

L’interpellanza è a firma del consigliere Facci. Prego, consigliere.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Questa interpellanza nasce da una constatazione. L’interpellanza porta la data di un mese e mezzo fa, del 16 febbraio. Sostanzialmente, la constatazione è molto semplice. Nonostante i proclami della Giunta, di considerare tutti i territori in maniera eguale, di evitare le disuguaglianze sociali, di evitare le differenziazioni territoriali, di fare ‒ leggo dal programma di mandato ‒ l’Emilia-Romagna una Data Valley polo di eccellenza, in cui i dati sono beni comuni, tutelati e curati collettivamente, in cui si parla di portare una completa digitalizzazione con il Piano strategico banda ultra-larga, nonostante, quindi, tutto questo manifesto programmatico, ci scontriamo con la realtà. Copertura internet in Emilia-Romagna, differenziata, ovviamente, a seconda dei territori: la media regionale delle famiglie raggiunte dalla rete internet, quindi parliamo di privati, parliamo di famiglie, non di imprese, la media regionale per connessione con velocità superiore a 100 megabyte per secondo è del 39,8 per cento. L’area metropolitana di Bologna ha questa percentuale più alta: 56 per cento.

Se andiamo ‒ questo è l’oggetto dell’interpellanza ‒ nelle aree di periferia, nelle aree appenniniche vediamo che questi numeri, queste percentuali calano, si abbassano drasticamente. Per esempio abbiamo (è riportata una tabella nell’interpellanza) alcuni Comuni in cui la connettività addirittura è inferiore a 2 megabyte per secondo, e in alcuni Comuni questa connettività è in percentuale assolutamente superiore.

Il Comune di Camugnano, ad esempio, ha il 67,6 per cento la velocità inferiore a 2 megabyte per secondo, San Benedetto Val di Sambro 60,7 per cento.

Abbiamo poi quattro fasce, ma la stragrande maggioranza di questi Comuni dell’Appennino non arriva neanche a velocità fra 30 e 100 megabyte per secondo, figuriamoci quelli superiori a 100 megabyte per secondo!

Abbiamo poi un problema nelle scuole. Anche qui, nella montagna bolognese, a fronte di una media regionale del 52,7 7 di scuole connesse in fibra con velocità a 1 giga per secondo, con una media provinciale rispetto alla Provincia di Bologna del 55,94, questa media nelle valli del Reno e del Setta scende drasticamente sotto il 40 per cento. Addirittura ci sono alcuni Comuni che sono completamente privi di connessione veloce, come Marzabotto, Vergato, Castel d’Aiano, Gaggio Montano, Lizzano in Belvedere, Castel di Casio, per un totale di 32 plessi scolastici. Questo è lo stato dell’arte.

Ora assistiamo a cosa? A stanziamenti straordinari. Il PNRR stanzia 3,7 miliardi per la strategia nazionale banda ultra larga. Di questi 3,7 miliardi, 241.370.000 euro sono destinati all’Emilia-Romagna per la cablatura veloce di 450.000 civici.

Vi è poi un bando per la connessione nelle scuole, che è stato pubblicato dalla Regione il 22 gennaio, 13 milioni di euro per 656 scuole, però non è solo per l’Emilia-Romagna, ma per Emilia-Romagna, Marche ed Umbria, programma di sviluppo FESR 2021-2027, che è stato appena approvato dall’Assemblea legislativa nel mese di febbraio, stanziamento di 1 miliardo di euro per sostenere un rilancio capace di coniugare qualità del lavoro, incremento della produttività, trasformazione digitale, ridurre le disuguaglianze economiche e sociali di genere e generazionali territoriali.

Alla luce di questi dati, sui quali è difficile trovare diverse argomentazioni, perché i numeri sono numeri, l’interpellanza chiede se non ritenga, la Giunta, di destinare in via prioritaria, all’interno di questo programma di banda ultra-larga, il sostegno ai territori che hanno le percentuali più basse di copertura internet, quindi quelli della montagna e quelli delle aree interne; se non ritenga che nel contrasto alle disuguaglianze territoriali debba necessariamente rientrare anche il superamento del divario digitale tra le aree maggiormente urbanizzate, le zone appenniniche ed interne, imprese, scuole, famiglie e comunità. Chiede anche, nello specifico, quali e quante siano le risorse effettivamente destinate a colmare il digital divide nel territorio dell’Appennino bolognese, con particolare riferimento a quei Comuni, che ho citato prima, ancora sprovvisti di connessione ad alta velocità, come quelli della media ed alta Valle del Reno e del Setta. Ultimo: quali siano gli effettivi tempi previsti per la realizzazione delle infrastrutture digitali ancora mancanti nell’Appennino bolognese.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Risponde l’assessora Salomoni. Prego.

 

SALOMONI, assessora: Grazie, presidente. Grazie, consigliere.

Inizio ribadendo l’impegno della Giunta a dare piena connettività a tutta la cittadinanza, però riprendo alcuni punti riguardanti i bandi a cui si è fatto riferimento, sia la parte della banda ultra-larga, del primo bando della banda ultra-larga, sia i due bandi più recenti a cui lei ha fatto riferimento.

Per quanto riguarda il primo bando di banda ultra-larga, quello in aree bianche, è un bando che, in realtà, fa capo al Ministero dello sviluppo economico, che, attraverso la sua controllata, la sua in house, in pratica la “Lepida” del Ministero, che è Infratel, ha attribuito un contratto a un operatore che si chiama “Open Fiber”. Questo bando aveva dei tempi previsti, che sono stati largamente disattesi. In particolare, Regione Emilia-Romagna, attraverso anche il contributo di Lepida, ha cercato di monitorare lo svolgimento di questo bando nel suo territorio. A questo scopo, ha convocato e richiesto una serie di incontri intanto con l’operatore, ma più recentemente anche con Infratel e con lo stesso Ministero. Cito le date degli ultimi due incontri. L’ultimo si è svolto il 25 marzo scorso e il precedente il 12 gennaio. A entrambi erano presenti il presidente Bonaccini e il sottosegretario Ascani, a testimoniare l’impegno da parte nostra, politico, a richiedere da parte dell’operatore Open Fiber, ma anche da parte di Infratel e del Ministero, una chiara pianificazione della connettività nelle aree bianche del nostro Appennino.

Come forse sa, Open Fiber è passata, in seguito a un’azione del Governo Draghi, sotto controllo pubblico di Cassa depositi e prestiti. Sono cambiati i vertici e di conseguenza lo stesso Ministero ci ha chiesto un ulteriore periodo di tempo di circa un mese per fornirci questa pianificazione, che noi continuiamo a chiedere ad alta voce, perché comprendiamo perfettamente le conseguenze dei ritardi che si sono accumulati.

Ci tengo a fare presente che la pianificazione, i 3 miliardi e mezzo citati dal consigliere, fanno parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza, attraverso il quale il Governo, attraverso il Ministero dello sviluppo economico e quello della Trasformazione digitale, si è portato a livello centrale gli obiettivi di tutta la collettività nazionale. Per le incompatibilità che ci sono tra le diverse fonti di finanziamento europeo, questo rende impossibile finanziare con fondi FESR ulteriore connettività su base regionale.

In parte, c’è un tema di ricaduta territoriale dei risparmi della prima gara, che sono stati utilizzati per un primo piano scuole e adesso per il secondo piano scuole che ha citato il consigliere. Il primo piano scuole era su base regionale. È stato vinto da Lepida e siamo in un’ampia fase di completamento, purtroppo però è legato alle aree bianche, quindi ci impedisce di agire in area bianca, proprio in quell’Appennino che volevamo collegare per primo.

Il secondo piano scuole, come avete visto, il Governo lo ha impostato su una base di tre regioni contigue, condizione che però ha reso impossibile, da parte di Lepida, il partecipare al bando, poiché non esistono in house di tutte e tre le regioni e, di conseguenza, rimaneva scoperta una parte di territorio.

Noi continuiamo a confermare il nostro impegno in questa direzione. Tutti gli impegni presi rispetto alla precedente pianificazione FESR nei Comuni che lei ci ha sottolineato hanno portato nel tempo a risolvere alcune delle situazioni, che erano, però, nella precedente pianificazione FESR. Per quanto riguarda il resto della connettività a banda larga, in particolare per le famiglie e per le imprese, noi possiamo dire che siamo interlocutore del Ministero, interlocutore che cerca di essere il più possibile pressante e che possiamo garantire, così come ha fatto negli ultimi due anni, continuerà nel prossimo futuro a insistere, intanto, per avere una pianificazione certa, ma anche per cercare di ridurre i ritardi che si sono accumulati nel tempo rispetto al collegamento delle famiglie e delle imprese del nostro Appennino. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessora Salomoni.

Consigliere Facci, per la replica.

 

FACCI: Grazie.

Se ho ben capito, per quanto riguarda il piano banda ultra-larga, manca ancora la pianificazione per problematiche superiori. Per quanto riguarda il programma FESR, non è consentito l’utilizzo di questo miliardo di euro per quanto riguarda l’intervento sul digital divide. Nella questione del secondo bando scuole c’è un problema perché la partecipazione di Lepida non permetteva il collegamento con le altre scuole, visto che il bando parla di scuole di Emilia-Romagna, Marche e Umbria. Non ho ben capito, a questo punto, se verrà mantenuto l’impegno della cablatura veloce dei 450.000 civici in Emilia-Romagna, perché sono legati all’investimento dei 241 milioni per i quali l’assessore ci ha rappresentato una serie di criticità.

Mi pare di capire che, rispetto allo scenario drammatico per gli Appennini, per la montagna che ho descritto e che ho potuto constatare, non ci sia allo stato ancora alcuna soluzione. Io credo che sia un problema molto serio e che, al di là della attenzione che la Giunta dice di riservare a questa problematica e la partecipazione dello stesso presidente agli incontri, mi pare di capire che comunque ad oggi non abbiamo ancora soluzioni rispetto, appunto, a queste criticità. Lo trovo un fatto obiettivamente molto grave.

Sarebbe opportuno a questo punto che in sede di Commissione competente venisse fatto un approfondimento per capire quali iniziative, quali azioni possono essere poste in campo, eventualmente anche con risorse proprie, per ovviare, appunto, a una situazione che non è più obiettivamente sostenibile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Abbiamo concluso con le interpellanze.

 

OGGETTO 4952

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Misure urgenti di solidarietà con la popolazione dell’Ucraina”. (39)

(Continuazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto, si riprende dalla discussione generale sull’oggetto 4952, il progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante le misure urgenti di solidarietà per la popolazione dell’Ucraina.

Ricordo che su questo oggetto sono state presentate tre proposte di emendamento, una a firma dei consiglieri Pelloni e Rancan, una a firma dei consiglieri Catellani e Rancan, una a firma delle consigliere Piccinini e Bondavalli, e sono state presentate tre proposte di ordine del giorno, una a firma della consigliera Castaldini, una a firma dei consiglieri Bondavalli ed altri, e su questo oggetto insiste anche una proposta di emendamento a firma del consigliere Mastacchi, e poi un ordine del giorno a firma delle consigliere Piccinini e Bondavalli.

Siamo in discussione generale. Chi si iscrive a parlare? Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Sono contenta di poter riprendere qui in aula un dialogo, sulla scia di un lavoro secondo me proficuo che c’è stato in Commissione, dove io forse mi sono accesa, anche se non è la mia natura, ma perché in questa situazione, in questo mese che abbiamo passato (più di un mese) ad accogliere come prima Regione tanti profughi vedo, oltre a una questione legata ad un aspetto umanitario, anche un aspetto profondamente culturale e una trasformazione sia della politica che delle persone che accolgono.

C’è un dato fondamentale, che è il dato della realtà, la realtà si è incaricata di indicarci una direzione, una strada, ovvero e le persone che arrivano in Italia è evidente che hanno il desiderio di essere accolti in famiglie o comunque in reti stabili, dall’altra parte hanno il desiderio nel cuore di tornare subito a casa, da un pezzo della loro vita, della loro famiglia, al di là della situazione che andranno a ritrovare.

Chi fa politica oggi, chi ha delle responsabilità non può non guardare con enorme attenzione il nuovo modo di guardare a questo dato fondamentale, e soprattutto non può gestirlo come in passato.

Oggi noi ci ritroviamo ‒ lo ricordo ‒ ad avere un compito istituzionale: decidere come impiegare le risorse che i cittadini liberamente, non attraverso tasse, non attraverso imposizioni, ma liberamente hanno dato alla Protezione civile, quindi alle mani di chi governa oggi la Regione Emilia-Romagna, e hanno detto “gestitele al meglio”.

È per quello che io credo, e lo faccio come cappello introduttivo, anche come campanello d’allarme... Attenzione: tutto quello che il Governo ha deciso, su molte cose sono d’accordo e sono contenta, in realtà, che oggi venga accettato un ordine del giorno, ma tutto quello ‒ dicevo ‒ che è contenuto, di fatto, nella norma che regola gli aiuti e gli Enti che si andranno ad aiutare, le persone che si andranno ad aiutare, tutto quell’impianto verrà applicato tra esattamente due mesi, se andrà bene.

È evidente che la macchina statale impiegherà del tempo. Gli aiuti arriveranno con un tempo che la Regione ha il compito, da oggi, di colmare.

Scusate...

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, chiedo di abbassare un po’ il tono di voce. Veramente. C’è un rumore insopportabile.

Prego, consigliera Castaldini.

 

CASTALDINI: Guardate, anche solo decidere chi gestirà gli aiuti ai singoli individui che sono oggi ospitati nelle case, a cui giustamente lo Stato dà 300 euro al mese, è evidente che ci vorrà il tipico tempo di cui la politica ha bisogno.

Per cui, è fondamentale per me ‒ e lo chiedo; non ho voluto appoggiare nessun ordine del giorno e neanche presentare nessun emendamento ‒ che la Regione abbia in mente questo lasso di tempo e che questi soldi arrivino nell’istante in cui approviamo questa legge. È fondamentale. Altrimenti le famiglie ospitanti si stancano, perché non hanno la possibilità di fare spesa, di pagare bollette, di sostenere... Gli enti religiosi o chi nel volontariato sostiene i profughi devono avere la possibilità che sia anticipato quel denaro, che dopo certamente arriverà, ma arriverà con un tempo che non è quello di chi in questo momento sta facendo un compito fondamentale.

Il Governo, tramite la Protezione civile, ha aperto sperimentazioni importanti e, direi, uniche, mai viste prima. La prima sperimentazione rispetto alla gestione solita di CAS, accordi con alberghi e tutto quello che abbiamo già visto nel sistema dell’accoglienza, è quella di 15.000 posti dati in gestione al terzo settore, ONG, associazioni, enti religiosi.

In settimana la Protezione civile nazionale aprirà un bando di espressione di interesse per questi enti, che dovranno dare disponibilità del numero di posti per ogni regione. Poi, nello step successivo, sarà importantissimo il ruolo del delegato regionale, il presidente Bonaccini, perché questi posti siano effettivamente attivati nella nostra regione nel modo più veloce e snello possibile, proprio perché intravedo quel rischio che ho citato in premessa.

Le associazioni potranno in questo modo supportare le famiglie accoglienti della loro rete, che stanno già, a titolo totalmente gratuito, fornendo ospitalità.

La seconda sperimentazione, mai vista prima, prevista dal Governo è di dare contributi di autonoma sistemazione per tre mesi a quegli ucraini che sono riusciti a trovare una sistemazione in autonomia o sono ospitati in famiglie che sono al di fuori della rete dell’associazionismo. Sono contenta chiaramente che, grazie a un emendamento che è stato approvato in Commissione, anche la legge dell’Emilia-Romagna abbia aperto le maglie del finanziamento a centri di servizio per il volontariato, associazioni, enti religiosi civilmente riconosciuti, organizzazioni della società civile, aspetto che ritengo fondamentale.

Faccio un appello. Nell’articolo 2 è esplicitamente scritto che i finanziamenti regionali andranno in complementarietà con il sistema istituzionale di accoglienza. Vi chiedo, proprio in virtù delle cose che ci siamo detti e che abbiamo trattato in Commissione, che questa complementarietà si traduca in un’integrazione virtuosa delle sperimentazioni proposte al Governo.

Sia i contributi offerti alle associazioni per l’attivazione dei 15.000 posti sia contributi per autonoma sistemazione saranno attivi, come vi ho detto con un sano realismo, a giugno. Per questo vi chiedo di arrivare prima, di anticipare, di fare in fretta. Non rischiamo che questa accoglienza diffusa e generosa, diventi insostenibile.

Questo è il rischio vero che oggi noi abbiamo fra le mani. Abbiamo la possibilità di investire su un nuovo modello di immigrazione. Non possiamo perdere un minuto. Siamo abituati alla lentezza di Roma, ne abbiamo già parlato questa mattina. Oggi noi, in un certo senso, con questi soldi che non sono nostri, ma che noi dobbiamo gestire in maniera virtuosa, possiamo arrivare a colmare questo buco, che inevitabilmente ci sarà, di almeno due mesi.

Non rischiamo che queste persone siano costrette a tornare nei CAS, perché altrimenti, almeno così come sento dalle varie associazioni che ho sentito, dai parroci di riferimento, dalle persone che stanno seguendo in maniera attiva queste persone, è chiaro che, di fronte alle difficoltà che crescono e al tempo che passa, l’unica alternativa che hanno è andare nei CAS. Questa deve essere un’indicazione comune, unitaria da parte di tutta l’Assemblea legislativa.

Secondo appello: la Regione non si sottragga ad un ruolo di controllo e raccordo sulla questione scolastica. Ha una responsabilità esplicita, fondamentale, ovvero: il milione di euro stanziato dal Ministero dell’istruzione è arrivato; si tratta di 200 euro a bambino una tantum; è naturale che il supporto linguistico, psicologico, delle scuole debba essere fornito dai Comuni. Però, se i Comuni non hanno le risorse, vanno aperti i bandi regionali immediati. Ci sono due mesi di scuola, non c’è un minuto da sprecare e neanche da sottovalutare la situazione. La prima integrazione è evidentemente la scuola, la lingua parlata, la possibilità di stare con altri bambini, perché chi sta facendo esperienza di accoglienza in tutte le scuole di ogni ordine e grado è un arricchimento per i bambini italiani e per quei bambini che finalmente riescono a vedere qualcosa di bello oltre quello che hanno lasciato a casa.

Non sto andando fuori tema e non parlo di scuola perché è esclusivamente un mio tema e mi piace parlare di scuola. Semplicemente, ho parlato con varie associazioni, mi hanno raccontato che le donne ucraine stanno iniziando ad organizzarsi desiderando di mettere a frutto quello che sanno fare per il bene di tutti. La maggior parte esprime la volontà di poter lavorare, di poter dare una mano concretamente, alle Istituzioni, ai Comuni, alle realtà che stanno ospitando. Faccio un esempio: in un Comune della Romagna le donne hanno proposto al Sindaco un modello per cui alcune tengono i bambini, altre vanno a lavorare, altre ancora con una formazione da educatrici si propongono come mediatrici linguistiche nelle scuole. Questo desiderio di costruire e di ricostruire prima di tutto se stessi è quello di cui, a mio modesto parere, si deve occupare la politica prima di ogni altra struttura, di ogni altro pensiero, di ogni altra relazione, di ogni altra idea che abbiamo su che cosa si deve fare.

La politica deve servire a questo. Ho proposto un ordine del giorno che presenterò poi nel momento in cui verranno presentati gli ordini del giorno, perché c’è un altro aspetto, l’aspetto secondo me fondamentale: quello di guardare con estrema cura e attenzione proprio a questo desiderio, il desiderio di impegnarsi, di lavorare, di dare una mano e di non stare qui con un’idea di assistenzialismo che loro non hanno, che loro non desiderano. Per farlo bisogna innanzitutto insegnare la lingua italiana, aiutarli con dei corsi di formazione adeguati: questo è il tema dell’ordine del giorno che dopo presenterò. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Proseguiamo con il dibattito. Consigliere Barcaiuolo, prego.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

Su un progetto di legge di tale portata, anche emotiva, io non posso non partire dal viaggio che in questo weekend ho fatto proprio al confine polacco-ucraino, non solo per portare qualche aiuto, ma per cercare soprattutto di rendersi conto di qual è la situazione ai confini della nostra Europa e ai confini di uno Stato sovrano che è stato invaso militarmente.

Il timore, rispetto anche ad alcuni degli interventi che ho sentito poc’anzi, è quello di prevedere che questo tipo di situazione voglia essere normalità o si presume possa diventare normalità. Così non può essere e così non deve essere. Anche perché, proprio sabato, alla stazione di Przemysl, quella dove sono passati quasi due milioni di profughi ucraini nell’ultimo mese, il direttore del centro profughi, del centro accoglienza, che tra l’altro è una persona che fortunatamente parlava bene l’italiano, ci spiegava che nell’ultima settimana sono più gli ucraini che in quella stazione vanno per tornare in Ucraina che non per scappare. Perché? Perché evidentemente l’azione di guerra mossa dalla Russia non riguarda la totalità del territorio ucraino. Quindi, probabilmente molte famiglie, fatte esclusivamente di donne e bambini, questo va ricordato, rispetto agli altri flussi migratori... Gli uomini dai 18 ai 60 anni rimangono a difendere la propria terra. Credo sia il gesto più nobile che un uomo possa fare, l’insegnamento più grande che può dare anche ai propri figli. Però, su questo, è chiaro che va fatta una riflessione, rispetto, ovviamente, alla libertà e alla salvaguardia, a prescindere da quale sia la città dove abitano dei cittadini ucraini, di poter scegliere di vivere in sicurezza, fintanto che le azioni militari russe saranno in atto.

Dopodiché, è chiaro che anche la normativa nazionale ad oggi prevede un permesso di soggiorno al massimo di un anno e mezzo. Credo che tutte le iniziative debbano essere declinate su questo periodo. Così come l’accoglienza per un profugo deve essere massima... E credo che il primo insegnamento ce l’abbiano dato proprio la Polonia e l’Ungheria, due Nazioni tanto criticate, anche dall’Unione europea, rispetto a una gestione dell’immigrazione illegale e clandestina, che personalmente condivido, proprio perché abbandonati da quell’Unione europea.

Oggi la Polonia e l’Ungheria di Viktor Orbán stanno insegnando invece al mondo come si accolgono i profughi di guerra, stanno insegnando cos’è la solidarietà, quella vera, stanno insegnando come si può intervenire per cercare di lenire le ferite di persone che sono state costrette ad abbandonare le loro case, quando queste case ci sono ancora, e a temere per la propria incolumità, per coloro i quali non hanno avuto invece lutti in famiglia, e cercare ovviamente un rifugio provvisorio in Stati non belligeranti.

Oggi questo impianto normativo, che evidentemente, da un punto di vista meramente astratto, ci vede più che favorevoli nell’accogliere i profughi ucraini, che sono profughi di guerra, non ci convince onestamente in alcuni aspetti, perché vediamo nelle modalità con cui questo bando è stato costruito alcuni degli errori e delle impostazioni che non abbiamo mai condiviso, anche nella gestione dell’immigrazione regolare negli ultimi anni.

Noi crediamo che un coinvolgimento diretto e migliore, come poco fa ha anticipato anche il consigliere Castaldini, di chi ha la possibilità, la voglia, la volontà di ospitare debba essere maggiore e prioritario rispetto ad alcune associazioni e alcuni tipi di impianti, che - non possiamo negare o nascondere - dell’immigrazione regolare hanno fatto un business. Questo noi l’abbiamo sempre contrastato con forza e continueremo a contrastarlo anche in questo caso, anzi, proprio perché siamo favorevolissimi all’accoglienza dei profughi ucraini, bisogna alzare ancora di più il livello di attenzione, il campanello d’allarme verso chi vuole trasformare il dramma di chi è costretto a lasciare la propria terra, la propria patria, la propria casa in business.

Questo è un fenomeno che, in tutta la nazione e in questa Regione forse più che altrove, si è sviluppato, quindi alcune parti di questa normativa non ci lasciano completamente tranquilli da questo punto di vista. È chiaro quindi che sono stati molti i documenti presentati a margine, integrazione e correzione o per prendere delle posizioni, magari correttive, siano essi emendamenti direttamente alla normativa o ordini del giorno.

Noi abbiamo preferito non depositare documenti, da questo punto di vista, perché evidentemente siamo in una situazione politicamente di attesa rispetto a come si andrà a sviluppare la possibilità di accoglienza di questi profughi nella nostra regione, ma in tutto il territorio nazionale.

Credo che un protagonismo europeo diverso sia assolutamente necessario anche nella spalmatura da un punto di vista geografico di questi profughi. Se è vero come è vero infatti che era giusto e legittimo che nei primi giorni dallo scoppio delle ostilità belliche ci fosse la possibilità per ognuno che scappava di poter scegliere dove andare, perché magari aveva dei contatti, perché magari aveva qualche tipo di aggancio, credo che oggi non possa più essere così. Oggi deve esserci ovviamente, a livello quantomeno europeo, la possibilità di far sì che il carico complessivo, anche sociale, dei profughi ucraini possa essere suddiviso tra i 27 Paesi membri dell’Unione, quantomeno. Questo non sta avvenendo, e credo che sia compito anche della Regione, che come sapete da un punto di vista statutario, ontologico, ha un rapporto diretto con l’Unione europea, farsi protagonista rispetto a questo aspetto. Così come all’interno del nostro sistema nazionale, questa distribuzione dei profughi ucraini sul territorio nazionale deve esserci tra le varie regioni d’Italia in base alla capacità di accoglienza che esse hanno.

È un’organizzazione non semplice, me ne rendo conto, perché c’è l’urgenza di poter dare un tetto, un letto e un pasto caldo, anzi, due pasti caldi al giorno a ogni persona che è stata costretta, o che ha scelto di abbandonare in una situazione assolutamente drammatica la propria casa. Ma sono tutte valutazioni che vanno fatte, che è compito di chi ha l’onere e l’onore di governare queste complesse dinamiche, porre in atto. Ma noi ancora su questo vediamo, ripeto, per ora in maniera molto onesta, dico anche comprensibilmente, delle deficienze. L’avverbio “comprensibilmente” tra qualche settimana, tra qualche mese, cadrà, evidentemente.

Io credo che, così come abbiamo fatto anche sulla vicenda dello scoppio della pandemia, in cui per più di due mesi non abbiamo detto nulla rispetto alla gestione di quello che veniva fatto in Regione Emilia-Romagna, anche quando alcune cose non ci convincevano, anche in questo caso crediamo sia giusto dare tempo alla Giunta regionale e anche al Governo nazionale di potersi organizzare. Però, è chiaro che c’è un countdown. Non è che può andare sempre tutto bene, qualsiasi cosa venga fatta e venga prodotta nel tempo. Siamo, anche qui, di fronte a una situazione imprevista, imprevedibile e impronosticabile, perché, oggettivamente, fino a pochi giorni prima dell’invasione, difficilmente si poteva pensare che nel cuore d’Europa potesse scoppiare un conflitto armato.

Tuttavia, le settimane passano, i mesi passeranno, augurandoci, ovviamente, una soluzione di pace al più presto, augurandoci, ovviamente, che anche le ostilità belliche possano al più presto concludersi, dobbiamo oggettivamente valutare il rischio che questo non possa accadere in termini così brevi, così come ci auguriamo.

Anche l’organizzazione e la gestione di quei profughi vanno gestite in maniera diversa. Dobbiamo essere chiari su questo. Se nel giro ‒ “di qualche settimana” temo di no ‒ di qualche mese le ostilità dovessero cessare, è chiaro che stiamo parlando di uno scenario; se, invece, la situazione in Ucraina dovesse incancrenirsi o, peggio, Dio non voglia, allargarsi, perché anche questo è uno scenario che non possiamo ad oggi escludere, è chiaro che anche l’accoglienza, che stiamo giustamente facendo, va rivista, rivalutata e declinata rispetto ad esigenze che sono differenti. Un conto è sospendere la propria vita, finanche la formazione scolastica, per qualche settimana o qualche mese; cosa diversa, invece, se questo tipo di situazione dovesse diventare più duratura.

È per questo che, secondo me, ed è un’altra carenza che c’è nel progetto di legge, la possibilità di vedere scenari differenti, a cui si applicano soluzioni differenti, non è prevista. Si prova un attimo a tamponare e ‒ ripeto ‒ a dare per scontato che questa situazione debba essere normalità sine die. Non è così e non può essere così.

Quindi, chiudo, scusate se ho voluto portare anche la mia esperienza, ma credo sia stata un’esperienza importante nel cercare di comprendere come si sta sviluppando realmente, a pochi chilometri da noi, una situazione che probabilmente nessuno di noi aveva mai immaginato.

Credo che il ruolo della nostra Regione dovrà essere, insieme ovviamente a quello dello Stato nazionale, di solidarietà, di serietà, di trasparenza e di visione, poi c’è tutta la parte diplomatica, che non è competenza ovviamente della Regione. è competenza dello Stato italiano, ma è chiaro che se il ministro degli esteri continua con azioni come quelle odierne, sono parecchio spaventato.

Lo dice un rappresentante di un Partito che, come è stato giustamente detto prima dal collega Tagliaferri, non ha avuto alcun problema a schierarsi in maniera chiara e inequivoca dalla parte di uno Stato sovrano che è stato invaso militarmente, ma che riflette sul fatto che le vie della diplomazia sono vie un pochino più complicate e più complesse, che dovrebbero essere comprese e capite da chi ha ruoli così importanti e fondamentali, perché in tutto questo non possiamo nasconderci che, seppur non in maniera esclusiva, come una certa narrazione sta raccontando, la vicenda del conflitto sta ponendo in difficoltà e in ginocchio famiglie e imprese italiane, per le quali – ribadisco - è doveroso muovere un dito, cioè aprire delle risorse per far sì che le bollette, il carobenzina non vadano ad impoverire e quindi ad ingessare completamente il nostro tessuto connettivo, perché altrimenti anche l’accoglienza di quei profughi risulterà più difficoltosa e soprattutto.

Si potrà così cercare di minare il rischio di uno scontro sociale di cui intravedo già le prime avvisaglie. È chiaro che non era questa normativa su cui bisognava intervenire a sostegno delle famiglie, ma che è necessaria una valutazione politica complessiva, che Regione Emilia-Romagna insieme allo Stato nazionale deve fare su quelle che sono le ripercussioni sul piano occupazionale. Abbiamo imprese che rischiano di chiudere da un giorno all’altro, perché non riescono più a sostenere i costi di produzione, non perché non abbiano mercato, ma perché non riescono a sostenere i costi di produzione: una cosa drammatica.

Occorre quindi cercare di avere un ruolo centrale, come l’Italia lo ha sempre avuto nella sua tradizione, al centro del Mediterraneo, che ha sempre avuto la capacità di dialogare con mondi diversi.

Oggi questo non sta avvenendo e sono parecchio preoccupato. Auguriamoci che questa normativa, pur con le lacune a cui ho accennato prima, possa fungere da tampone per coloro i quali arriveranno in Italia, ma che sia soltanto un primo step su una risoluzione della controversia di cui credo tutti condividiamo l’urgenza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Barcaiuolo.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Io cercherò di stare sul tema, evitando di rispondere ad alcune provocazioni del collega Barcaiuolo, perché alcune affermazioni sono veramente poco condivisibili, la dico così, partendo dal fatto che prendiamo, ad esempio, la Polonia come Paese accogliente: su questo qualcosa da ridire ci sarebbe. Comunque, voglio attenermi al tema di oggi, un tema importante, su cui la Regione sta intervenendo con questo progetto di legge.

E lo voglio fare partendo da un articolo di giornale che ho letto questa mattina, dove a parlare è la presidente dell’associazione reggiana Diaspora ucraina in Italia, alla quale, tra le domande che le sono state poste, è stato chiesto “quale passaggio manca ancora all’accoglienza?” La risposta della Presidente dell’associazione è stata la seguente: “i rifugiati – che sono soprattutto donne e bambini, lo sappiamo – chiedono corsi di italiano, che però non si trovano, o non ci sono”. Questa è una necessità che a più riprese abbiamo segnalato in Commissione. La lingua italiana è la prima barriera che queste persone incontrano e che impedisce loro anche di muoversi in autonomia e di fare scelte in autonomia.

Su questo aspetto quindi è fondamentale, importante intervenire tempestivamente con azioni da parte della Regione che ha i mezzi assolutamente a disposizione, attuando per esempio progetti, come già accennato anche in Commissione, con i centri di formazione accreditati. In questo senso, questa esigenza noi la andiamo a coprire attraverso un emendamento che abbiamo presentato e che inserisce questo aspetto all’interno delle finalità del progetto di legge, che va a devolvere queste risorse raccolte grazie alla generosità dei cittadini. Prevediamo di inserire anche l’alfabetizzazione linguistica e l’integrazione sociale, che davvero era un pezzo che mancava in questo PDL, che giustamente parla di accoglienza e di misure umanitarie. Però ricordiamoci anche che “accoglienza” è anche mettere nelle condizioni queste persone di capire una lingua che per loro è totalmente estranea e potersi, in qualche modo, muovere il più possibile, come dicevo prima, in autonomia.

A seguito di questo, abbiamo presentato anche un ordine del giorno che riprende un po’ questi temi. Come dicevo, il tema dell’accoglienza è un tema che va affrontato con grande serietà. Non ho voluto ‒ lo dico in maniera molto chiara ‒ accontentarmi di un ordine del giorno solo per piantare una bandierina. Non era il mio obiettivo quello di prevedere un impegno blando da parte della Regione. Credo che questo non fosse nemmeno l’obiettivo della relatrice Bondavalli, così come credo non sia l’obiettivo nemmeno dell’assessore Calvano, con il quale abbiamo messo a punto questo ordine del giorno, andando ad approfondire nel dettaglio questa tematica. Quindi, li voglio ringraziare. Ringrazio anche l’assessore Colla, che in qualche modo ha dato la propria disponibilità a una gestione collegiale, e gli uffici, che hanno fatto gli approfondimenti.

Voglio ringraziare anche tutti gli assessori che, per la propria quota parte, stanno affrontando questa emergenza in modo serio. Ce lo sono venuti a dire in Commissione. In modo serio, con grande buonsenso e con grande impegno. Questo lo voglio riconoscere a ciascuno di loro, come dicevo prima, per la propria parte.

Come dicevo, non sappiamo quanto questa guerra durerà. Quindi, è fondamentale prevedere non solo misure di prima accoglienza fini a se stesse, ma, ed è importante, anche iniziative di alfabetizzazione della lingua italiana. A questo proposito, come dicevo nell’ordine del giorno, abbiamo voluto inserire la possibilità che siano ampliati partenariati attuativi, valorizzando la piena partecipazione degli Enti di formazione professionale accreditati, ai sensi della legge regionale n. 12 del 2003. Faccio riferimento al progetto regionale Resource per l’integrazione lavorativa, Fami Fondo asilo, migrazione e integrazione, qui ci sono dei residui di spesa che trovo utile impiegare per questo tipo di iniziative, coinvolgendo tutti i centri di formazione che possono giocare davvero un ruolo per quello che dicevo prima, cioè se a fronte di una necessità in questo momento non ci sono risposte, è bene attivare tutti perché queste risposte vengano messe in campo.

“A prevedere, inoltre, misure dirette a potenziare e adeguare l’offerta formativa in ambito linguistico per i profughi ucraini, orientando a tal fine le risorse residue nell’ambito della programmazione della DGR n. 189/2020, rifinanziandola con le risorse ulteriormente disponibili”. Anche qui parliamo di percorsi di formazione, di alfabetizzazione linguistica e digitale, una programmazione che naturalmente è già in corso, però anche qui i residui di spesa possono essere orientati in questo senso e chiediamo alla Giunta di aggiungere anche ulteriori risorse, con le quali i centri di formazione accreditati possano dare il via a questi corsi di lingua italiana dedicati al popolo ucraino.

Per questi impegni, che – ribadisco - non sono banali, ma sono molto concreti e sono veri, quindi, come dicevo prima, non sono parole, non sono chiacchiere, ma sono reali, e con questo atteggiamento io credo che la Regione Emilia-Romagna esplichi nella maniera migliore possibile le proprie possibilità, mettendo in campo tutti gli strumenti che ha a disposizione – ribadisco - con i fatti e non con le parole.

Questo era il nostro obiettivo, non era fare ordini del giorno - lo voglio ribadire - tanto per metterci una bandierina sopra e dire quanto è bravo il Movimento 5 Stelle, ma abbiamo davvero un’emergenza a cui fare fronte, e lo si può fare solo con la volontà di mettere in campo azioni concrete.

Ringrazio quindi di nuovo la relatrice, l’assessore Calvano e ancora una volta gli assessori non relativamente a questo argomento, ma per tutto quello che stanno svolgendo, perché per quanto di propria competenza si stanno dando da fare per far fronte a questa emergenza. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Proseguiamo con la discussione generale. Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Anch’io vorrei partire con dei ringraziamenti sia alla relatrice di maggioranza, che al relatore di minoranza per aver semplificato e aver consentito una discussione veloce su questo progetto di legge in aula, col lavoro in Commissione.

Vorrei anche ringraziare la vicepresidente che ha proposto all’aula questo progetto di legge, e gli assessori Calvano e Priolo per quanto riguarda le loro competenze. Penso che sia un passaggio importante quello che stiamo affrontando oggi, che abbiamo iniziato ad affrontare la settimana scorsa all’interno della Commissione. Penso che sia un passaggio importante perché ci consente di avere degli strumenti efficaci per intervenire su un’emergenza evidente, sotto gli occhi di tutti. Come il consigliere Barcaiuolo che è intervenuto poco fa, anche io ho avuto l’opportunità, la possibilità di partecipare ad una missione di pace, nei giorni scorsi, precisamente sul territorio di Leopoli, quindi nella città più a ovest del territorio ucraino, ancora per fortuna rimasta intatta dai bombardamenti, molto lontana dalle condizioni in cui versano le città, per esempio, di Mariupol, di cui abbiamo visto le immagini nelle scorse settimane.

Una missione che ha visto il coinvolgimento di molti soggetti, di molte organizzazioni non governative, di molte associazioni di volontariato, di molti enti religiosi; una missione che ha coinvolto circa una sessantina di mezzi che hanno portato lì beni di prima necessità, nell’ordine di una ventina di tonnellate, che di converso ha portato in territorio europeo circa 200 persone.

È vero che esistono dei canali di arrivo da parte dell’Ucraina, da parte del territorio ucraino, anche in Europa, o nei territori degli Stati confinanti con l’Ucraina. È vero anche che esistono molte persone in fuga dai territori maggiormente colpiti dai bombardamenti, dalla forza bellica russa, che non hanno magari gli strumenti economici, che non hanno magari neanche le reti di relazioni necessarie ad arrivare in territorio europeo.

È vero che la tendenza è quella di non abbandonare una volta per tutte il proprio Paese, è quella di tornaci quanto prima possibile; però è anche piuttosto evidente e lampante che in alcune città dell’Ucraina questo ritorno non potrà essere sicuramente a breve termine.

Dicevo, un invio di beni, un rientro con circa 200 cittadini e cittadine ucraine che non avevano la possibilità di rientrare. Tra questi, circa 50 minori con disabilità. L’organizzazione di un convoglio umanitario, in sostanza coordinato dall’associazione Papa Giovanni XXIII, che però ha visto il coinvolgimento anche di altre ONG, che hanno, tra l’altro, sede e attivisti proprio in regione Emilia-Romagna. Penso a Mediterranea, penso ad ARCI, penso al COSPE, penso alla CEFA, penso a quello che è stato il coordinamento delle ONG emiliano-romagnole, che è intervenuto, che hanno coinvolto volontari e attivisti provenienti da più parti dell’Emilia-Romagna, quindi da Rimini, da Cesena, da Bologna, da Reggio Emilia, che hanno partecipato a questa tre giorni molto intensa, complicata, faticosa, però anche molto efficace, sia nell’accompagnare risorse, strumenti, beni alimentari, beni medicinali, così come nel portare in salvo persone. Il caso specifico di Leopoli: è il luogo ancora intatto presso cui approdano gli invii di beni alla popolazione ucraina e, nello stesso tempo, il punto di snodo presso cui tutti i cittadini ucraini, i cittadini e le cittadine ucraine in fuga dai territori bombardati arrivano, per poi dirigersi verso l’Europa.

Questo lo racconto non solo per dare testimonianza di quella che è un’esperienza diretta, ma anche per significare come l’intervento dei soggetti, anche autorganizzati, quindi le organizzazioni non governative, i soggetti di terzo settore, il volontariato, gli enti religiosi, si siano, anche in autonomia, al di là degli interventi statuali, quindi degli interventi istituzionali, attivati per portare vicinanza, per portare sollievo, per identificare soluzioni e trovare chiavi di lettura che non ci schiaccino solo ed esclusivamente nei dibattiti bellicisti o pacifisti, ma che, invece, significhino materialmente qualcosa di efficace, che lascino aperti anche degli spiragli concreti non solo di parole, ma anche di fatti significativi, soggetti che si sono organizzati nell’arco di una quindicina di giorni, affrontando evidenti difficoltà di carattere organizzativo sia per la pluralità dei soggetti che hanno partecipato, sia per le difficoltà effettivamente presenti sul territorio ucraino.

Soggetti che comunque possono affidarsi anche a una presenza che non è solo nel Paese d’origine dell’organizzazione non governativa, ma inviando preventivamente anche loro funzioni presso il territorio ucraino, e che quindi siano in grado di poter leggere gli effettivi bisogni e le necessità dei beni da inviare e delle casistiche di difficoltà. Questo perché nel corso anche di queste settimane, come abbiamo visto benissimo in Emilia-Romagna attraverso il conto corrente istituito dalla Regione, molte cittadine e cittadini, molte aziende, molte realtà associative hanno inteso sostenere le attività della Regione, e il disegno di legge che andiamo ad approvare oggi ci consente di avere una destinazione più puntuale e precisa di queste risorse, di cui portiamo piena responsabilità e che credo vadano spese bene, rapidamente, vadano concertate con i soggetti che operano sul campo, che vadano anche a sostenere gli Enti locali che oggi sul territorio emiliano-romagnolo stanno organizzando con mille difficoltà le forme di accoglienza non solo materiale, ma anche immateriale.

Penso agli interventi di carattere scolastico per quanto riguarda i minori e anche a quelli che dovranno essere in un prossimo futuro gli interventi che non hanno a che fare esclusivamente con l’attività formativa, ma anche con le attività culturali, ricreative, di vita ordinaria, che comunque va garantita.

Leggo tutto ciò anche in una dimensione nuova, che anche oggi in aula ho sentito rappresentata per esempio dalla consigliera Castaldini, una nuova idea di accoglienza, una nuova modalità di intendere l’accoglienza delle persone migranti, più che una nuova modalità, un nuovo racconto di un’accoglienza, un racconto che mette in evidenza la solidarietà dei cittadini e delle cittadine emiliano-romagnole, che mette in evidenza la necessità di agire in termini di supporto sanitario nei confronti di queste persone, che mette in evidenza la necessità di fornire loro dei servizi sociali adeguati, educativi e ancora di più. Un nuovo racconto dell’accoglienza che io saluto davvero con molto piacere, che mi auguro possa segnare una trasformazione della modalità con cui l’accoglienza viene raccontata.

Ho sentito parlare di business. Io non credo che l’accoglienza sia un business, non l’ho mai pensato. Penso che l’accoglienza sia dovere di ogni Stato e che il diritto di asilo sia qualcosa che gli Stati debbano offrire alle persone che ne fanno richiesta e lo conseguono. E qualora lo Stato non sia in grado di offrirlo in forma diretta, che l’impiego di strumenti sussidiari orizzontali che sappiamo bene che cosa sono nel nostro territorio dal punto di vista dell’organizzazione delle attività, siano la risposta giusta, quindi non sicuramente un’attività lucrativa, bensì un servizio dello Stato, conferito per il tramite di soggetti come la cooperazione sociale e il Terzo settore nel suo complesso, che ha sempre avuto in Emilia-Romagna un tratto molto, molto differente da quello che è stato anche in altre Regioni, per esempio del nord, dove i centri di accoglienza straordinaria sono stati dei luoghi di concentramento di persone, mentre dalle nostre parti, per fortuna, l’accoglienza diffusa che oggi ho sentito evocare all’interno di quest’aula è da sempre praticata.

Il progetto Vesta, quello dell’accoglienza in famiglia, è stato messo a punto proprio nella città di Bologna, che ha visto diverse famiglie, anche negli anni passati, praticare questa modalità di accoglienza che fa la differenza nel riconoscere l’umanità del migrante, delle persone che fuggono dalle guerre, così come dalle siccità, dalle trasformazioni del nostro pianeta.

Mi auguro quindi che oltre ad una buona destinazione di queste risorse, di cui ovviamente portiamo la responsabilità, un massimo modo perché non sono risorse proprie del bilancio regionale, bensì sono risorse conferite dai cittadini, dalle aziende, dalle organizzazioni, credo che oltre a questa modalità che adottiamo con questa legge, questo possa anche essere il modo di pensare diversamente un’accoglienza.

È chiaro che bisogna fare in fretta, bisogna fare pressione nei confronti del Governo, perché, come dicevo poco fa, l’accoglienza, il diritto d’asilo è a carico dello Stato, e lo Stato deve conferire le risorse e i mezzi perché questa possa essere praticata. Lo fa conferendole, magari, agli Enti locali, con i progetti prima SPRAR oggi SAI; lo fa sostenendo le famiglie che praticano l’accoglienza in famiglia, come è stato per il progetto Vesta; lo fa attraverso i Centri di accoglienza straordinaria (CAS), che in Emilia-Romagna hanno avuto un tratto davvero differente rispetto a quello che abbiamo visto raccontare in altre parti d’Italia.

Una solidarietà diffusa che ci fa dire che un’altra accoglienza è possibile, che noi dobbiamo provare ad accompagnare.

Dopodiché, queste risorse ‒ la loro destinazione ‒ possono essere impiegate anche nel progetto di legge per aiuti immediati e umanitari sul territorio ucraino; possono essere impiegate, quando sarà possibile, anche per quanto riguarda gli spazi di ricostruzione, che saranno necessari soprattutto in certe zone ucraine; saranno impiegate anche a sostegno degli Enti locali, i quali si stanno facendo davvero carico di una serie di esigenze per quanto riguarda le persone; saranno impiegate, perché mi auguro che vengano approvati anche gli ordini del giorno collegati al progetto di legge, anche per quanto riguarda la formazione delle persone che avranno la possibilità di fermarsi, per esempio, in Emilia-Romagna; saranno impiegate per garantire quei servizi di sanità, di sociale, di educazione, di ricreazione, di sport, di cui le ragazze e i ragazzi ucraini oggi presenti sul nostro territorio, immagino e crediamo tutti, e siamo tutti convinti, avranno bisogno nelle prossime settimane, nei prossimi mesi; saranno a supporto di quegli Enti locali che si sono visti organizzare in una forma inedita delle modalità di accoglienza non pianificate e pianificabili, come avveniva negli anni passati, perché le reti informali determinano la possibilità per le persone di arrivare e debbono essere sicuramente in coordinamento forte e stretto con le prefetture, per poter offrire un’accoglienza degna di questo nome.

Chiudo dicendo che io penso che anche la destinazione delle risorse, così come è stato emanato immediatamente il bando per quanto riguarda le organizzazioni non governative, che nelle prossime settimane vedrà assegnare i finanziamenti a coloro che hanno presentato i progetti, penso che quello sia un patrimonio sicuramente da preservare, che ci mette nelle condizioni di avere uno sguardo direttamente sul campo di quanto sta accadendo in Ucraina e che, per esempio, la missione dei giorni passati dimostra non aver per forza solo esclusivamente bisogno delle risorse pubbliche, come quelle che può mettere a disposizione un Ente come la Regione o lo Stato, ma che è capace anche di auto-organizzarsi.

Credo che quel patrimonio di esperienza e di cultura che le organizzazioni non governative hanno maturato nel corso degli anni non solo rispetto a questa emergenza, ma anche in altre parti del mondo sia da preservare. Quelle organizzazioni ci dicono di Stati che prima ho sentito definire come grandi fari per quanto riguarda l’accoglienza, ma che - voglio ricordare - per i profughi che fuggivano dalla guerra in Siria ai confini tra la Polonia e la Bielorussia abbiamo visto come la stessa Polonia abbia utilizzato la pressione dei migranti arrivati da quelle parti per fare pressione sull’Europa.

Sappiamo bene (in quest’aula e nelle Commissioni ne abbiamo discusso) qual è stato l’atteggiamento dei profughi che seguivano la rotta balcanica, che sono stati fermati a Lipa, sappiamo bene quanto quindi quegli Stati siano in grado di riconoscere solo una determinata etnia di profughi, sappiamo bene come abbiano rifiutato cittadini ucraini di altro colore della pelle a quel varco, quindi credo che su questo abbiamo bisogno di ulteriormente riflettere e ragionare.

Oggi, però, penso che quello che stiamo facendo qui in quest’aula con questo progetto di legge sia qualcosa di davvero importante e mi auguro che questo intervento serva ad incrementare l’efficacia di quanto fatto finora dalla Protezione civile, dalle Prefetture, dalle Istituzioni preposte d’accoglienza, dai Comuni, dai cittadini, e che ci dia uno sguardo diverso su quelle che possono essere l’accoglienza e la considerazione dei flussi migratori.

Grazie.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri iscritti in discussione generale, chiedo al relatore di maggioranza, consigliere Pelloni.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Visti gli interventi lunghi dei miei colleghi, cercherò di essere molto breve. Volevo legare l’intervento alla presentazione dell’emendamento, ma volevo argomentare un pochino meglio.

Purtroppo, l’accoglienza e le situazioni emergenziali anche dovute a conflitti bellici, quindi a guerre, le abbiamo vissute in questi anni in maniera diversa, con ondate di profughi da guerre vere, come ad esempio quelle in Libia. Essendoci già passati, io mi ispiravo a un modello che ha funzionato molto bene nel 2011, che ha visto gli enti locali, in prima battuta, essere chiamati, a suo tempo, nell’organizzazione, nel coordinamento e anche nell’accogliere e organizzare con tutto il terzo settore, tuto l’associazionismo quello che è stato il conflitto bellico libico e l’ondata migratoria di sfollati.

Mettiamo, anche con i colleghi del Gruppo un criterio di preferenza, posto che questo è un progetto di legge che come hanno ben detto i relatori, lascia ampio margine alla Giunta di poter disciplinare quelle che saranno le situazioni attuative, quindi delle normative attuative un po’ più di dettaglio, l’Assemblea ha tra le sue prerogative quella di poter esprimere dei criteri preferenziali e dare un indirizzo politico.

L’indirizzo politico che si vuole dare con questo emendamento è quello di dare, come col modello che indicavo nel 2011 per il conflitto della Libia, un modello a mio avviso sicuramente virtuoso: virtuoso soprattutto perché la rendicontazione è stata fatta da parte degli enti pubblici. Certamente quindi gli enti pubblici poi si sono avvalsi di associazionismo, terzo settore, eccetera. Però, in prima battuta sono stati gli enti pubblici ad essere coinvolti.

Nella mia zona si vede che abbiamo trovato ampio volontariato, ampi margini di risparmio dovuti, magari, a situazioni dove sono stati messi i prezzi di costo, eccetera. Ho memoria che quel margine che è rimasto, da quello che arrivava da donazioni e da, ovviamente, intervento sovraordinato, quindi da Stato e Regione di allora, quel margine in più era rimasto agli Enti locali. Quindi, quel margine in più agli Enti locali... Come sappiamo, con le regole della spesa pubblica, sono stati spesi, ovviamente sempre all’interno delle spese pubbliche sociali, ben rendicontate. Ogni euro... In questo caso, visto che parliamo di soldi donati dalla cittadinanza, credo che una rendicontazione pubblica sia una maggior garanzia di trasparenza. Purtroppo, i modelli di accoglienza successivi, soprattutto legati a guerre presunte, forse... Perché in molti casi abbiamo visto che molti erano migranti economici e non migranti da situazioni di conflitto come questo. Purtroppo, la situazione è stata molto diversa. Si è aperto molto di più il margine a eventuali speculazioni.

Essendo le donazioni qualcosa di estremamente generoso e importante, non ci deve essere assolutamente l’ombra di eventuale sperpero, mancata trasparenza o quant’altro. Quindi, il criterio che si voleva dare in più, proprio a garanzia di trasparenza e maggiore legittimità, è quello di dire: in tutti i casi in cui gli Enti locali, i sindaci, i Comuni, le Unioni si vogliono fare interpreti di essere i coordinatori di questa situazione, che speriamo finisca quanto prima, in questo momento è necessario coordinare e accogliere nella maniera più importante, come si diceva prima, anche in funzione di poter far finire, soprattutto a tutti i minori non accompagnati, che purtroppo sono tanti... Visto che comunque gli Enti locali sono sicuramente interpreti di quelli che sono gli inserimenti scolastici, dei percorsi dei servizi sociali, a maggior ragione, se la sentono e vogliono essere coordinatori per quanto riguarda questa situazione, lo possono e lo debbono fare in prima battuta. Qualora ci siano realtà di comunità piccole non in grado, in questo momento, per varie ragioni, di essere i principali interpreti del sistema di accoglienza legato al conflitto in Ucraina, allora è chiaro che in seconda battuta ci si può trovare con associazionismo e quant’altro, anche, come si diceva negli emendamenti Castaldini, religiosi. Nella mia zona, ad esempio, sta facendo un lavoro importantissimo la Caritas, e ben vengano tutti gli aiuti che arrivano dal privato, ma, proprio perché parliamo di tanti minori, con l’inserimento scolastico, l’assistenza sanitaria e quant’altro, l’Ente locale deve essere non uno dei protagonisti, ma il protagonista principale, che coordina e rendiconta soldi che sono stati donati generosamente dagli emiliano-romagnoli, affinché ogni euro donato arrivi bene a buon fine.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Alcune considerazioni, intanto per unirmi ai ringraziamenti alla Giunta, alla vicepresidente Schlein, all’assessore Calvano e all’assessore Priolo, ma a tutta la Giunta per un progetto di legge che credo sia evidentemente uno dei punti di un lavoro integrato che interessa tutti gli assessori dai quali abbiamo avuto modo di avere un quadro chiaro ed esaustivo anche nella seduta congiunta che veniva richiamata anche da alcuni colleghi, che credo sia stato un momento efficace anche conoscitivo, di scambio tra i consiglieri e la Giunta.

Ringrazio poi i due relatori, la consigliera Bondavalli per il confronto costante, il consigliere Rancan per una collaborazione che, insieme a tutti i presidenti e i Gruppi consiliari, ha testimoniato come sia stata accolta la necessità di procedere in fretta con l’iter di questa legge, che si colloca all’interno di un’emergenza, quindi quel lavoro di coordinamento importante che è stato fatto e che ci restituisce, nei rapidi passaggi avvenuti anche in Commissione, come sia stato necessario un provvedimento specifico.

Credo che sia stato ribadito più volte, però, dato che è stato richiamato, voglio tornarci, in quanto tecnicamente, trattandosi di un’entrata straordinaria, non vincolata e non prevista in fase di bilancio di previsione, il suo impiego richiedeva un intervento legislativo. Io credo che questa scelta, al di là dei tecnicismi, ne valorizzi anche la portata politico-istituzionale e il coinvolgimento e un ruolo che l’Assemblea nella sua funzione di monitoraggio e verifica dei risultati ottenuti, così come viene riportato nell’articolo 3 della clausola valutativa, come già diceva la consigliera Maletti, può decidere anche di fare degli step intermedi di informativa, come anche per altri provvedimenti più volte abbiamo fatto.

Stiamo parlando di oltre 2 milioni, come si suol dire, di risorse estremamente preziose, perché come è già stato più volte richiamato sono quelle della generosità degli emiliano-romagnoli, di quel sistema territoriale, dei cittadini, delle imprese, di tutto quel terzo settore, di quella rete territoriale che credo vada valorizzata, ma vada anche codificata per quella trasparenza e quelle modalità di impiego delle risorse che oggi andiamo a traguardare.

Un’altra osservazione la faccio rispetto ai diversi step anche di confronto, come ci è stato bene illustrato anche dall’assessore Priolo durante la seduta della Commissione congiunta di quel raccordo interistituzionale con una governance istituzionale precisa e di collaborazione a tutti i livelli, che vede i Comuni all’interno di una strategia dove l’Emilia-Romagna è stata protagonista e dove credo, con poca timidezza, dobbiamo dire che si sta facendo un buon lavoro e un autentico lavoro.

Una riflessione, però, permettetemela. Una sottolineatura la voglio fare rispetto all’attenzione che dobbiamo riservare ai minori. Certamente io saluto, è stato apprezzato, è stato visto con favore lo sforzo di dare delle linee-guida all’accoglienza di bambini ucraini, così da assicurare uguale livello di protezione su tutto il territorio nazionale.

Proprio per la loro protezione è importante che si ricordi quindi l’obbligo di segnalazione della loro presenza nel nostro Paese, nella nostra Regione e che ci sia un accurato e continuo censimento e monitoraggio. Apprezzabile è poi che nel testo però vada accompagnata quella che deve essere anche una valutazione delle specificità e delle situazioni specifiche dei minori non accompagnati, cioè quelli privi, dice la norma, di rappresentanza legale vengono considerati minori non accompagnati.

Io dico solo: attenzione però anche alle situazioni particolari specifiche, perché credo che il nostro compito sia quello di trovare un continuo equilibrio tra garanzia e urgenze, garanzie di tutele minori e urgenze. Lo dico perché si sono verificate alcune situazioni, alcuni casi, come coloro che arrivano, ad esempio, con il direttore di un orfanotrofio, non riconosciuto come legale rappresentante.

Credo che su questo tema e su questi temi ci debba essere una grande attenzione e un grande monitoraggio, anche rispetto alle situazioni e ai bisogni diversificati che si presentano.

Poi vi è il tema del ruolo della scuola. Credo che le istituzioni scolastiche, così come tutti i livelli istituzionali, riconosciuti insieme ai Comuni e anche alle tante esperienze che si sono sviluppate nel nostro territorio regionale, abbiano detto che la scuola c’è, le istituzioni, gli insegnanti e gli Enti locali ci sono e stanno svolgendo un grande lavoro. Credo che per un bambino e un ragazzo la scuola sia sinonimo di quotidianità e normalità.

Insieme ai traumi vissuti, è già stato detto, la barriera linguistica è il primo ostacolo che l’azione educativa e l’integrazione della scuola deve prevedere nella fase di accoglienza, quindi con la socializzazione e con i mediatori linguistici. Questo credo che, però, debba richiedere ancora una riflessione, uno sforzo ulteriore di riflessione. Insieme alla mediazione linguistica, insieme a tutte le fasi di accoglienza, ci stiamo avvicinando alla fine della scuola. Quindi, benissimo tutti i progetti, le risorse che potremo, insieme anche agli Enti locali, sviluppare. Ma, io dico, pensiamo anche all’estate, pensiamo a quei Patti di comunità che riguardano tutte le realtà territoriali, che sono fatte di diversi componenti. Penso alle associazioni sportive, penso ai centri estivi e penso anche a tutte le realtà del terzo settore che possono mettere in campo esperienze significative. Penso ad alcune presentate di recente, relative all’integrazione attraverso la musica. Così come tutti gli aspetti degli hobby che potremmo definire, che possono portare a recuperare una normalità di cui, in particolare i ragazzi e i bambini, hanno particolarmente bisogno.

Credo che il primo punto di integrazione che noi dobbiamo mettere al centro dell’attenzione debba continuare a essere assolutamente coordinato in maniera forte, lo si diceva, certo, con il Ministero dell’istruzione, con tutti gli uffici scolastici, all’interno di quella governance istituzionale, nazionale e regionale, con tutti gli step che venivano già illustrati in diversi passaggi, ricordandoci però come tutte queste misure vadano accompagnate con la giusta mediazione culturale.

Ben vengano i progetti sperimentali, ma facciamo dei progetti e guardiamo all’integrazione scolastica educativa nel suo complesso, con progettazioni che in realtà ci sono già e che sono progettazioni personalizzate, perché non dimentichiamo (penso al territorio dal quale provengo) che ci sono anche molti ragazzini e bambini profughi ucraini con disabilità, che richiedono (penso ai bambini profughi sordi) particolare attenzione e anche un altro tipo di mediazione.

Questo per dire che la specificità e la personalizzazione, cioè quello che in realtà noi già facciamo per tutti gli alunni, i bambini e i ragazzi delle nostre scuole, dobbiamo tenerlo presente e trasferirlo, per quanto possibile, anche nell’accoglienza.

Io credo che oggi, nell’orrore dei crimini di guerra, di quelle pagine e di quelle orribili immagini che si stanno scrivendo in questi giorni, con questo progetto di legge si scriva, in questo marasma di orrore, una riga di bene, quel bene che abbiamo il compito con questo progetto di legge di raccontare, quel bene che passa dalla solidarietà che gli emiliano-romagnoli, nel loro complesso, nella rete della nostra Regione hanno saputo rendere evidente attraverso questa straordinaria manifestazione di solidarietà.

Penso anche, però, che quello di oggi debba rappresentare un primo intervento. Stiamo gestendo un’emergenza, un primo intervento che mette a disposizione delle risorse che i cittadini dell’Emilia-Romagna hanno voluto destinare con grande solidarietà, ma poi dovremo definire e iniziare a guardare anche a quella che è l’integrazione nelle nostre comunità, visto che non sarà un periodo facile e transitorio, veloce  e temporaneo, vedendo anche tutte le difficoltà e la distruzione che la guerra sta portando nelle loro città di origine, per definire una strategia che guardi con lungimiranza al periodo difficile che comunque continuerà, al di là dell’emergenza, ad accompagnare a livello psicologico anche i nostri ragazzi e in particolare i tanti ragazzi e bambini con le loro mamme che sono arrivati nella nostra Regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Vorrei iniziare questo intervento ringraziando la Giunta di questa Regione, che nelle settimane scorse ha messo in piedi un sistema di accoglienza e ha permesso di raccogliere quei 2 milioni di euro che sono sicuramente testimonianza, prova, conferma della generosità di chi vive in questa Regione ma che sono arrivati alla Regione anche grazie a chi ha allestito il sistema di raccolta.

Oggi quindi abbiamo una doppia prova. Questa è una Regione, dal punto di vista dell’Istituzione, che sa affrontare le situazioni di emergenza mettendo in campo risposte efficaci, di solidarietà. Ed è anche una regione abitata da una popolazione che sempre conferma la generosità in queste situazioni.

In questi giorni io penso anche molti di noi, dei consiglieri e delle consigliere che siedono in quest’aula sono stati attraversati dalla domanda drammatica “meglio dare armi alla popolazione ucraina perché si possa difendere, o meglio non contribuire all’escalation non dando armi?”, un dramma etico, di fronte al quale penso che anche le nostre forze politiche si sono trovate.

Questa domanda anche dentro Europa Verde ha avuto una maggioranza di risposte tradizionalmente pacifiste: siamo contrari ai conflitti, riteniamo che vadano evitati e non alimentati. Capiamo però la situazione di un popolo aggredito, invaso, ma riconosciamo anche il dramma che è in tutte le guerre, perché ti porta ad uccidere: uccidi il nemico, l’avversario, ma è sempre un’uccisione, un togliere la vita che non può non lasciare segno in chi lo compie.

Di fronte a questo dilemma, però, non c’è stata altrettanta insicurezza di analisi e nell’azione per allestire invece una risposta di solidarietà.

Oggi questa solidarietà, che non ha conosciuto alcun interrogativo, ne conosce però uno molto imponente, molto di peso: quanto durerà questa situazione? Anche programmare l’aiuto solidale quindi è quanto mai complicato. Quanto durerà questo periodo di accoglienza? Quanto dovrà mutare nel tempo, a seconda della durata? Come sarà l’Ucraina quando, si spera, questo conflitto finirà? In che condizioni di poter accogliere chi oggi è profugo anche nelle nostre terre. È per questo che trovo importante che nella risposta che diamo oggi con questo progetto di legge ci sia uno sguardo che guardi oltre la solidarietà e l’emergenza immediata. Ed è lo sguardo che pensa alla ricostruzione e che, quindi, decide che una parte delle risorse raccolte devono essere orientate a una ricostruzione che renda quel Paese di nuovo vivibile per chi oggi è dovuto fuggire.

Non dimentichiamo anche che molta di questa accoglienza è offerta oggi dagli stessi ucraini e dalle ucraine che già vivevano nel nostro Paese. Noi siamo un Paese che ‒ come sappiamo ‒ ospita cittadine e cittadini dell’Ucraina che sono venuti da noi per trovare occasioni di lavoro. Oggi molti di loro sono anche quelli che fanno parte di questa rete di accoglienza, che smistano i profughi, che in parte li ospitano presso la propria casa e in parte li indirizzano verso luoghi di accoglienza.

In questo contesto, quindi, trovo più che mai fuori tema parlare del business dell’accoglienza. L’accoglienza non è business. Spesso le ONG si sono trovate a dover compiere servizi di accoglienza che non erano messi a disposizione delle Istituzioni pubbliche. Quindi, nessun business.

Così come è bene approfittare di questa occasione per liberarsi, una volta per tutte, dalla differenziazione tra chi ha il diritto di essere profugo ed accolto e chi no. Di nuovo, deve essere occasione per ripensare a quel tema, che era stato posto dalla Sinistra, la revisione del Trattato di Dublino, che se si è bloccato in Europa non è stato certo per responsabilità delle forze di Sinistra.

Un’ultima cosa la voglio dire. Visto che qui abbiamo cittadine e cittadini ucraini e abbiamo anche cittadine e cittadini russi, dovremmo dare, secondo me, un aiuto anche nella direzione della riconciliazione tra questi due popoli. La guerra che Putin fa non è la guerra dei russi. Quindi, potremmo, nel campo di questa accoglienza, pensare anche ad aprire dei canali di dialogo tra cittadine e cittadini russi, che non sono responsabili delle decisioni prese da Vladimir Putin e sicuramente anche dalla cerchia dei caporioni dell’esercito. Putin non avrebbe fatto questo, se non avesse una sorta di consenso da parte degli alti livelli dell’esercito.

Quest’idea zarista, neo-zarista della Federazione russa certo non è il parto solo di una mente, ma è il parto anche di un modo di guardare ad una situazione che purtroppo ci sta riportando ai vecchi tempi della guerra fredda, e in questo, è vero, l’Europa rischia di essere schiacciata tra gli USA e la Federazione russa, questo è vero.

L’Europa ha reagito con misure, con sanzioni anche dure, e questo va riconosciuto ed è stato fatto in maniera corale, però che ci sia un rischio che comunque le decisioni si prendano a Washington e a Mosca questa impressione non è ancora messa veramente in discussione. Sicuramente l’Europa dovrebbe avere un ruolo non solo più attivo, ma anche più corale nella visione, quindi difesa comune.

Come singoli Stati spendiamo molto di più di quello che si spenderebbe in una difesa comune, adesso vediamo addirittura la Germania rilanciare le spese militari per un investimento di 100 miliardi, un Paese che tradizionalmente da dopo la guerra non aveva fatto alcune operazioni di riarmo. Sono quindi inversioni di rotta della storia di questo continente, di questa Europa che vanno guardate con attenzione e contro le quali è bene prendere una volta tanto in via preventiva delle misure, se non vogliamo trovarci con una tripolarità super armata, quindi sempre sull’orlo di conflitti e mai di soluzioni diplomatiche. In questo entra anche l’ONU, che, come sappiamo, purtroppo è un’organizzazione in cui basta un voto nel Consiglio di sicurezza perché tutto si blocchi e non si arrivi mai ad una decisione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Devo dire che il dibattito che abbiamo voluto promuovere in questa Assemblea e il ruolo che abbiamo voluto attribuire alla Regione Emilia-Romagna in un contesto internazionale di questa gravità rappresenta, a mio giudizio, una fase non soltanto storica, ma anche un grande appuntamento di riforma legislativa.

Credo infatti che il PDL che è stato correttamente illustrato dalla collega Bondavalli, lo stanziamento che la Giunta e l’Assemblea tutta ha deciso di mettere in campo si innesti in un dibattito molto più ampio. Ahimè, il contesto comunitario, così come il contesto italiano non è all’altezza della partita che stiamo giocando. Lo dimostra l’imbarazzo col quale ci troviamo a parlare di pacifismi armati. È la prima volta che capita nella storia di parlare di pacifismi armati.

Questo imbarazzo trasversale ha evidentemente cambiato anche le modalità con le quali ci si manifesta nella propria pratica di pacifismo. Dico questo perché sono assolutamente convinto che nello schema mondiale nel quale si muove la geopolitica e il modo in cui anche la stessa Unione europea viene attaccata da sistemi che tra loro competono e che promuovono anche azioni militari, vi sia la necessità di evolvere il pensiero politico, così come l’azione politica.

In questi giorni mi venivano in soccorso, mentre pensavo a questa guerra, quelle bellissime parole che Gianni Rodari scrive quando ci racconta “La luna di Kiev”. Serve per spiegarlo ai nostri figli, serve per spiegarlo a noi cittadini; forse serve un po’ per capirla anche noi, la luna di Kiev.

Rodari, tanti anni fa, neanche a farlo apposta, aveva parlato proprio di quello che stiamo vivendo oggi noi. Si tratta però di aprire una nuova discussione. Io credo che la forza democratica italiana, e anche di questa Regione dovrebbe muovere in favore dei pacifismi russi; dovrebbe aprire un contatto diretto ed immediato con chi si oppone a quel sistema dittatoriale che sta imponendo una guerra senza precedenti, non rinnegando le motivazioni degli uni e degli altri, ma comprendendo la necessità di pace e di pacificazione.

Diciamoci allora una cosa con molta schiettezza: servirebbe più Europa, servirebbe la capacità di poter decidere di superare il meccanismo di votazione all’unanimità; servirebbe anche la possibilità di avere una politica comunitaria estera e della difesa che oggi non abbiamo, per chi colpevolmente, alcuni Stati europei non hanno applicato la Costituzione europea, e perché irrimediabilmente ci troviamo in ritardo.

Per fare questo, è evidente che il Trattato di Dublino è stato uno degli elementi che ha maggiormente rallentato anche la nostra capacità di discussione, oggi, sulla modalità con cui facciamo offerta di solidarietà. Ma la dinamica dei flussi, forse, dovrebbe spingere una Regione virtuosa come l’Emilia-Romagna, nell’ambito della discussione con tutti i Land comunitari, a stabilire un nuovo orizzonte, partendo proprio da questa occasione legislativa.

Noi abbiamo la possibilità, in quello che è un organismo comunitario di coordinamento delle Regioni, di stabilire anche chi è più capace di fare solidarietà, chi è più capace di fare politica di accoglienza. A questa modalità, a questa politica di flussi potremmo legare gli atteggiamenti virtuosi, anche con meccanismi premiali per le Regioni più capaci. Occorre, sostanzialmente, credere profondamente nell’Unione europea. Occorre, sostanzialmente, credere profondamente nella possibilità che siano le Istituzioni a modificare i percorsi.

Colgo nel dibattito di oggi la consapevolezza che c’è uno spirito, c’è la volontà, ma, prima ancora di spirito e volontà, occorre la conoscenza, e purtroppo in questo momento lo schema internazionale dimostra una grande inconsapevolezza di quali sono i limiti.

Se noi veramente pensiamo che possa nascere una primavera a Kiev, possa nascere una primavera europea, dobbiamo evidentemente cambiare anche i modelli con i quali ci relazioniamo a livello di Assemblea regionale, a livello di Parlamento regionale, ma soprattutto a livello comunitario, cambiando le regole del gioco. Di questo abbiamo bisogno.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Ritengo che su questo progetto di legge sia stato fatto un buon lavoro. Ringrazio i relatori, la relatrice di maggioranza, Stefania Bondavalli, il relatore di minoranza, Matteo Rancan, tutti i consiglieri, i colleghi che sono intervenuti, che hanno presentato emendamenti, sia per gli interventi in Commissione che in Assemblea.

Ritengo che la nostra Regione abbia dato prova di grande umanità e solidarietà, come peraltro è successo in diverse occasioni. Ritengo che sicuramente per l’emergenza Ucraina sia necessario fare tutto il possibile per sostenere e aiutare il più possibile le persone che scappano dalla guerra. Ritengo anche che sia doveroso ‒ e mi riallaccio all’intervento della collega consigliera Zamboni ‒ differenziare tra chi scappa da un’emergenza di guerra, quindi da Paesi in cui è in corso un’emergenza umanitaria, rispetto a chi viene in Italia per motivi di tipo economico. Non si tratta di differenziare tra profughi di Serie A e profughi di Serie B, ma ritengo doveroso evidenziare che la situazione dell’immigrazione, per quanto concerne i migranti di tipo economico, vada differenziata dalle situazioni di tipo umanitario.

Noi, come Gruppo Lega, abbiamo dato prova di voler collaborare a questo progetto di legge, così come è stato fatto per quanto riguarda l’emergenza in Afghanistan sia a livello regionale, ma per quanto concerne tutti i livelli istituzionali, anche a livello di Parlamento e Senato.

Riteniamo però importante differenziare le emergenze umanitarie dalle problematiche dell’immigrazione di tipo economico. Dobbiamo fare i conti con una situazione economica del nostro Paese, che non è una situazione florida come negli anni passati, le risorse scarseggiano per tutti, per cui riteniamo fondamentale ribadire il concetto che l’immigrazione deve essere un’immigrazione controllata. Non possiamo accogliere chiunque voglia venire in Italia per motivi di tipo economico, questo è un dato di fatto.

Io vivo questa situazione anche dal punto di vista professionale, lavorando ormai da 15 anni presso i servizi sociali, e vi posso dire che ci sono tante persone che vengono in Italia e hanno la pretesa di essere assistite e mantenute totalmente: io vengo in Italia perché sono venuto a cercare un futuro migliore e lo Stato deve garantire totale assistenza a me e ai miei familiari, perché non lavoro e non ce la faccio. Ritengo che non funzioni così, le risorse – ripeto ‒ scarseggiano per tutti, per cui dobbiamo razionalizzare.

L’Unione europea deve fare il proprio dovere, non lo sta facendo, l’Italia dal punto di vista geografico è in una situazione particolarmente critica, nel senso che molti immigrati ambiscono a venire nel nostro Paese perché sono vicino a noi, abbiamo l’Africa che è molto vicina, però - ripeto - non possiamo accogliere tutti, questo è un dato oggettivo, è un dato di fatto, per cui l’immigrazione deve essere gestita e controllata.

Diversamente, si creano situazioni di tensione sociale, persone che vengono in Italia che non riescono a trovare un lavoro oppure non vogliono trovare un lavoro, e cosa fanno? Vanno a delinquere, e i dati rispetto ai fenomeni criminosi ci dicono che la maggior parte dei detenuti sono persone straniere, per cui non possiamo certo far finta di nulla, dobbiamo basarci su dati oggettivi.

Come Lega riteniamo fondamentale che l’Unione europea faccia il proprio dovere e che aiuti l’Italia a gestire le problematiche dell’immigrazione, per cui chi scappa dalla guerra deve essere sicuramente sostenuto, accolto e aiutato, chi viene in Italia per essere mantenuto o per motivi di tipo economico non lo deve fare. Non siamo pronti per accogliere tutti, per cui riteniamo fondamentale fare le dovute distinzioni. Non vi sono motivazioni particolari, però riteniamo che comunque una distinzione, un distinguo vada fatto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non avendo altri iscritti in discussione generale, chiedo alla relatrice di maggioranza se vuole replicare. No. Al relatore di minoranza Rancan, se vuole replicare. No.

Passo la parola alla Giunta, alla vicepresidente Schlein.

 

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente, grazie alle consigliere e ai consiglieri che hanno voluto confrontarsi in questo dibattito.

Mentre affrontiamo questa discussione in aula, credo che sia impossibile non seguire le notizie che giungono, sempre più drammatiche, sempre più tragiche, da quello che ci circonda. In particolare mi riferisco al fatto che vi sono stati, in questi ultimi giorni, degli episodi sempre più violenti nell’ambito di quello che sta accadendo in Ucraina.

Mentre parliamo qui, so che il presidente dell’Ucraina sta intervenendo in sede di Nazioni Unite su quello che accade in quel Paese. È impossibile affrontare il dibattito di oggi senza avere anche le immagini negli occhi di quello che accade a Irpin, di quello che è accaduto a Bucha e anche di quello che accade a Borodyanka come nelle altre città dove le immagini e le testimonianze naturalmente giornalistiche raccontano di veri e propri crimini di guerra.

Voglio ringraziare naturalmente la relatrice di maggioranza, consigliera Bondavalli, il relatore di minoranza, consigliere Rancan, per aver lavorato insieme a noi, per avere esaminato in tempi molto celeri questa proposta di legge che ci dà semplicemente lo strumento tecnico per destinare i fondi raccolti dalla Regione Emilia-Romagna grazie alla straordinaria, mai scontata disponibilità, generosità, solidarietà della nostra comunità regionale, esattamente agli scopi per cui questi fondi sono stati raccolti.

Mentre parliamo, sono già oltre 2 milioni di euro. Anzi, ne approfittiamo per dire che la raccolta continua, prosegue, quindi si può continuare a donare, a dare solidarietà. Le tre finalità principali previste da questo progetto di legge sono il sostegno immediato umanitario in loco delle persone che stanno ‒ come sempre, purtroppo, accade quando si tratta di guerra ‒ pagando il prezzo più caro di questo conflitto. La popolazione civile. Stiamo vedendo delle immagini gravissime anche di fosse comuni di persone civili. Quindi, naturalmente, il primo fine utile è quello di portare sostegno alle popolazioni colpite da questa terribile guerra criminale ingiusta.

Il secondo, naturalmente, è quello di sostenere lo sforzo grande di accoglienza che la nostra Regione, la Regione Emilia-Romagna, sta facendo. Sapete che, a dati di ieri, ormai si superano le 20.000 persone ucraine che hanno trovato rifugio, che hanno trovato riparo, che hanno trovato casa nella nostra comunità regionale. Questo, naturalmente, ci riempie di orgoglio, da un lato, ma anche di grande responsabilità. “Orgoglio” perché l’Emilia-Romagna si conferma una volta ancora terra di accoglienza, terra che non si volta dall’altra parte quando c’è un momento di bisogno, un momento di difficoltà, nonostante noi stiamo attraversando diverse difficoltà, con una pandemia che non ha ancora finito di colpire i nostri territori, con una crisi economica, sociale e ambientale profonda, che continua a colpire i nostri territori. Eppure, ciononostante, lo sappiamo, di quelle 20.000 persone, la maggioranza sono accolte in questo momento nelle case di qualcuno che ha voluto aprire la porta, nonostante le preoccupazioni per il proprio futuro, per quello delle proprie famiglie, nonostante le difficoltà che stiamo tutte e tutti attraversando. Quindi, un grande ringraziamento va, naturalmente, a tutte le persone che hanno donato.

La terza finalità, oltre al sostegno a progetti umanitari tramite gli attori della cooperazione internazionale, sia a livello regionale, e poi ci arrivo, sia a livello internazionale, e al supporto all’accoglienza sui territori, anche lì abbiamo individuato tanti soggetti, Enti locali, Enti del terzo settore, CSV, gli Enti previsti dal Testo unico della immigrazione, il 286, così come anche gli enti religiosi civilmente riconosciuti, le realtà della società civile, coloro che si stanno adoperando concretamente sul territorio... Vi è poi una terza finalità, chiaramente, quando le condizioni operative, non appena lo consentiranno, e qui dentro speriamo tutti che sia presto, di arrivare anche a sostenere dei progetti di ricostruzione. Ci sarà bisogno del nostro aiuto, del nostro supporto anche lì, anche su quel versante, particolarmente se pensiamo a scuole, se pensiamo a nidi, se pensiamo a ospedali, se pensiamo a teatri, tutto quello che purtroppo le bombe stanno letteralmente radendo al suolo.

Questa norma tecnica prevede questi tipi di intervento, come avete visto, l’aiuto umanitario, la cooperazione alla ricostruzione, l’assistenza sociale e sanitaria, il supporto educativo ai minori, che sono una grande parte di chi sta fuggendo dal Paese e trovando riparo nel nostro Paese e in particolare nella nostra Regione, con una priorità naturalmente ai soggetti fragili. Guardiamo a tutte le fragilità, perché hanno bisogni specifici particolari, e ce ne stiamo già occupando, tutta la Giunta è assolutamente operativa.

I soggetti attuatori sono quelli che individueremo in base alla qualità delle iniziative promosse, ma anche delle capacità operative effettive tra i soggetti della cooperazione internazionale, quelli previsti già come nostri interlocutori e partner nell’ambito della legge n. 12 del 2002, ma anche quelli che prima richiamavo, che invece stanno operando più sul versante dell’accoglienza sul nostro territorio.

È una norma che ci permetterà di finanziare anzitutto i progetti individuati dall’avviso che abbiamo fatto uscire nei primissimi giorni del conflitto, la cui graduatoria è stata già approvata dalla Giunta in tempi molto veloci, perché veloce è l’urgenza con cui dobbiamo operare per dare un contributo concreto a chi oggi soffre. Otto progetti in totale per circa 250.000 euro, tutti - lo voglio sottolineare - di ONG, realtà operative emiliano-romagnole che hanno prontamente risposto alla nostra chiamata, individuando molti partner sia in Italia, sia (era un requisito indispensabile) direttamente in Ucraina.

Questi progetti hanno visto una risposta, come dicevo, pronta e anche qualificata, competente. Il primo progetto è già partito ed è stato finanziato con i 50.000 euro che la Regione aveva da subito messo a disposizione. Chiaramente, tutti questi progetti sono di partner qualificati che conoscevamo già, con cui avevamo già operato per lo più, e di questi partner in loco.

Siccome il dibattito è stato ricco e articolato, vorrei giustamente cominciare a restituire le cose concrete di cui stiamo parlando. Lo abbiamo fatto in Commissione, ma mi si consenta di tornarci adesso.

Il progetto Help Ukraine, il primo già finanziato, è un progetto dell’AVSI di Cesena, insieme ad IBO Italia (Ferrara), insieme all’associazione Italia-Ucraina, insieme ad AVSI Polonia, insieme alla Caritas di Lublino, insieme all’organizzazione di volontariato Dobri Liudi Bukovunu, Kitsman, Ucraina.

È un progetto che mira a sostenere la prima accoglienza dei profughi ucraini nelle comunità di accoglienza, lì per gli sfollati, ma anche nei Paesi limitrofi e a sostenere e a ricostruire il benessere psicologico delle vittime del conflitto, in particolare le donne e i bambini. Questo è un progetto di tre mesi, è un progetto che opererà in due aree, principalmente: quella di Chernivtsi e quella di Leopoli e Lublino, sostanzialmente aiutando da un lato coloro che si stanno rivolgendo verso il confine della Romania, dall’altro quelli che si stanno rivolgendo verso il confine con la Polonia. Si tratta di acquistare beni alimentari e non alimentari, prodotti per l’igiene personale, per l’infanzia, detergenti, dispositivi sanitari, oltre a farmaci e materiali per il primo soccorso.

I beni raccolti in Emilia-Romagna saranno trasportati naturalmente direttamente in loco; altri saranno reperiti direttamente nei Paesi di confine, la Polonia, la Romania, e di nuovo trasportati. Alcuni saranno anche destinati a recuperare generatori di corrente, perché c’è anche un problema di intermittenza, di calo, naturalmente, di non copertura di energia, per fornire energia a scuole e altri luoghi di rifugio, così come azioni di sostegno psicologico concrete, con incontri settimanali con gruppi di famiglie.

A Lublino naturalmente si tratterà anche di operare direttamente per gli ospiti dei centri di accoglienza che sono già stati allestiti, distribuire questi beni, naturalmente, in pieno raccordo con i centri e gli hub distributivi, sia di Leopoli che di Lublino. Si tratterà anche di implementare nei tre hub di prima accoglienza di Lublino degli spazi informali riservati ai bambini e alle bambine all’interno dei posti di accoglienza temporanea, con attività ludico-ricreative, cercando di ricostruire un minimo di socialità, di quotidianità, quando niente è normale della situazione che stanno affrontando queste bambine e questi bambini: lasciare le case, lasciare tutto ciò che si conosce nella paura. I centri d’accoglienza sono posti dove i bambini non dovrebbero mai stare, ma siccome sta succedendo anche questo, almeno avere l’attenzione e la cura, voglio usare questa parola molto cara alla tradizione del welfare di questa Regione per assicurare spazi che siano adeguati a questa ospitalità.

Qualche parola sugli altri progetti che grazie proprio a questa legge, se oggi l’approverete, e io mi auguro con il sostegno più ampio, potranno essere finanziati con i contributi dei cittadini e delle cittadine dell’Emilia-Romagna. C’è l’Associazione comunità Papa Giovanni XXIII, che si propone capofila di un progetto di assistenza umanitaria e sanitaria da almeno 10.000 sfollati interni stanziati, o in transito nella città di Leopoli, con almeno 90 persone appartenenti alle categorie fragili, e la disposizione di almeno 700 pasti al giorno e la fornitura di medicinali e vestiario per circa 10.000 persone in tre mesi. C’è, poi, il progetto di Fondazione Weworld, che pure conosciamo bene, di questo territorio, per il progetto di sostegno psicosociale di emergenza nei centri di accoglienza degli sfollati. Vuol dire, naturalmente, anche operare e allestire, come prima dicevo, per il primo progetto che abbiamo già finanziato, che è già partito, è già operativo, in questo caso allestire dei Child Friendly Space in quattro centri di accoglienza organizzativi anche in altre parti del territorio ucraino.

C’è poi il progetto della Locomotiva ONLUS, di Formigine, che intende, con i suoi partner, agevolare i trasporti dalla città ucraina di Lutsk al confine.

C’è poi il progetto dell’Antoniano, che forse conoscete già, quello che si chiama “Operazione pane per l’emergenza in Ucraina”, anche questo con molti partner, che vuole sostenere in particolare tre strutture francescane ucraine, a Konotop, Odessa e Kiev, e una struttura in Romania, che sta offrendo supporto alle mamme e ai bambini che attraversano il confine.

C’è un ulteriore progetto di “SOS Bambino International Adoption APS”, sede operativa a Modena. Il progetto si chiama “Vinny”. Su questo vorrei raccogliere davvero la vostra attenzione, perché fa male leggere anche solo la presentazione di questa progettualità. Questa è una progettualità che mira a fornire cure mediche e cibo sufficiente alle bambine e ai bambini che sono rimasti bloccati nell’istituto, dove piano piano, con l’avanzamento a ovest del conflitto, purtroppo è arrivata anche la guerra. Mi dicono e ci dicono che hanno raccolto il grido di allarme e di aiuto del direttore di questa struttura, che è un orfanotrofio specializzato nella regione di Vinnytsia. È un istituto che continua a operare per il bene dei bambini, ma sostanzialmente ha visto rientrare nelle famiglie i cosiddetti “orfani sociali”, sfollare all’estero quei minori orfani in stato di abbandono verso la Lituania, la Polonia, la Romania. Però quei bambini e quelle bambine con gravi disabilità, tali per cui non era possibile e praticabile un rientro nelle proprie famiglie, hanno dovuto rimanere lì, in questa struttura, con nessuno che si possa prendere cura di loro. Quindi, anche riuscire a sostenere concretamente la quotidianità di questi bambini e queste bambine è, credo, un altro progetto molto valido tra quelli che andremo a sostenere grazie a questa legge e a questi contributi, soprattutto degli emiliano-romagnoli.

La Fondazione Aiutiamoli a vivere, di Argenta, che ha proposto un progetto anch’esso di supporto umanitario e sanitario, naturalmente con altri partner locali, con l’Arcidiocesi. Sono attivi con un intervento umanitario che passa da Cernizza, anche quello per arrivare sino al confine rumeno, dove ci sono anche i frati minori. E poi c’è un progetto di Forlì, ammesso con riserva (erano in attesa di individuare i partner locali, ma ho parlato con l’assessore l’altro giorno, pare che si sia risolto, quindi stiamo procedendo naturalmente con quello che serve) per prestare anch’esso aiuti in loco, frutto di una raccolta fondi fatta dal Comune con molti partner del nostro territorio.

Questo era per darvi lo spaccato di quali progetti stiamo parlando. Per noi la trasparenza è essenziale, tutto questo sarà rendicontato con trasparenza, anzi, a proposito, informo che sta per uscire online proprio in queste ore, in questi giorni, massimo domani, la piattaforma web che è dedicata all’andamento di questa raccolta fondi, quindi ci pare doveroso mettere a disposizione di chiunque un resoconto puntuale, con aggiornamenti periodici sulle risorse donate, il numero e il tipo dei donatori, perché parliamo di cittadine e cittadini, ma ci sono dentro associazioni, ci sono imprese che sono state particolarmente generose, ci sono anche Enti locali che hanno appoggiato, condiviso e co-partecipato a questa raccolta della Regione, e li ringrazio, e poi sull’utilizzo dei fondi ai beneficiari quante persone ricevono aiuto, che tipo di aiuto grazie a questa generosità e solidarietà dell’Emilia-Romagna.

Il tutto, naturalmente, nel pieno rispetto della privacy delle persone, ma con schede su questi singoli progetti che permettano di osservare a chiunque sia interessato l’avanzamento concreto, con foto e notizie, di quello che operatori e volontari, ai quali va un altro ringraziamento speciale, porteranno avanti grazie a questi contributi.

C’è la seconda finalità che prima ho menzionato, che è quella del supporto all’accoglienza. Voi sapete che c’è un grande sforzo in atto, stiamo lavorando con tutta la comunità, sia con i Sindaci che con le Prefetture che con la Protezione civile (era qui fino a poco fa, e la ringrazio per il lavoro prezioso di questi giorni e la collaborazione, l’assessora Priolo) e il terzo settore, con cui abbiamo istituito un altro tavolo di coordinamento.

Abbiamo provato a parlare anche con le associazioni delle persone con disabilità per quanto riguarda i bisogni specifici di coloro che stanno arrivando con delle disabilità (l’avete detto in alcuni interventi), persone sorde, persone che hanno disabilità visiva o tipi di disabilità motoria, che hanno fatto particolarmente fatica anche a raggiungere il nostro territorio e hanno bisogno di cure speciali, per cui non c’è niente che come Regione possiamo offrire di meglio che la competenza straordinaria dei tanti Enti e delle organizzazioni del volontariato che di questo si occupano e hanno cura.

Ci siamo fatti parte attiva in queste settimane, come sapete, per ottenere un rafforzamento del sistema di accoglienza ordinario pubblico, qualche risposta significativa è arrivata già in questa direzione dal Governo, abbiamo lavorato con il Tribunale dei Minori perché vi fossero indicazioni uniformi sul destino di quei minori, che non arrivano – e fortunatamente non sono la maggior parte – accompagnati da un genitore, e che sono considerati per la legge minori non accompagnati, quindi anche capire come invece dare indicazioni uniformi su quale presa in carico si possa fare, su quali siano le relazioni che il tribunale nelle sue competenze chiede ai servizi sociali per poter individuare anche con adeguata flessibilità le soluzioni nel supremo e primario interesse del minore. Questo è infatti il faro che ci deve orientare su questo tema.

Il contributo di autonoma sistemazione, che avevamo anche noi chiesto per non lasciare gravare sulle famiglie che hanno aperto le loro porte, i costi anche dell’accoglienza che si potrebbe prolungare, l’avete detto nei vostri interventi, di qualche settimana, magari di qualche mese, e naturalmente, anche per suggerire di valorizzare il prezioso contributo del terzo settore, anche in rete. Da questo punto di vista è di qualche giorno fa l’ordinanza a cui abbiamo lavorato direttamente con l’ingegner Curcio, che ringrazio pure per l’ottimo lavoro che stanno facendo, e su cui ci stiamo coordinando con ANCI e terzo settore per garantire non solo vitto e alloggio, ma servizi di qualità. È questa la tradizione del sistema di accoglienza di questa Regione, che non sta imparando oggi cosa sia l’accoglienza diffusa, perché fortunatamente tante esperienze preziose e pilota hanno aperto una strada che oggi fortunatamente trova strumenti nuovi, anche grazie al coordinamento costante che stiamo avendo con il Governo. Bene, quindi: continuiamo su questa strada, rafforziamo i nostri strumenti, naturalmente, di supporto.

Poi, per chiudere, naturalmente c’è la terza finalità, quella che vi ricordavo: quella di supportare la ricostruzione quando vi saranno le condizioni operative. Anche il Governo, naturalmente, si sta già interessando di questo tipo di operazioni, il presidente sta già interloquendo, naturalmente, per quando sarà il momento, anche se ora, naturalmente, nell’immediato, ci stiamo occupando soprattutto di dare il massimo sia dal punto di vista del supporto umanitario, sia da quello dell’accoglienza delle tante persone che hanno trovato rifugio qui.

Siamo operativi, come dicevo, con tutta la Giunta. Voglio ringraziare tutti i colleghi, perché c’è l’assessore Corsini che si sta occupando del trasporto, l’assessore Calvano che si occupa di diverse cose che attengono anche agli strumenti con cui riusciamo a supportare questo sforzo. Naturalmente, presidente, sottosegretario, siamo tutti attivi, anche Mauro Felicori, lato cultura, e cito solo i presenti, perché Colla si sta occupando con voi, l’avete detto, della formazione e di altri temi.

È un bel gioco di squadra. Chiudo dicendo che noi non ci siamo voltati dall’altra parte, come Giunta regionale, come Assemblea, e non ci siamo voltati dall’altra parte come comunità regionale. Fatemi però anche sottolineare che per fortuna non è una novità. Non l’abbiamo mai fatto, non siamo così, semplicemente. Così come stiamo intervenendo adesso per assicurare la piena accoglienza dei profughi e delle profughe che arrivano dall’Ucraina, abbiamo agito alla stessa maniera quando si è presentato il caso dell’Afghanistan, con una solidarietà pure molto trasversale tra i Sindaci del nostro territorio, così come, poco tempo fa, con gli stessi servizi che voglio ringraziare. Per ultimi, ma non certo per importanza, per il duro lavoro di queste settimane, ci siamo adoperati anche, quando era il caso, dei profughi bloccati tra la Bosnia Erzegovina e la Croazia, dove non dimentichiamo che c’è ancora tanta sofferenza.

Quindi, noi continueremo ad agire sulla base dei nuovi bisogni, delle nuove emergenze, ma con strumenti che via via affiniamo insieme anche alla vostra collaborazione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Passiamo, ora, all’esame dell’articolato.

Nomino gli scrutatori: Stragliati, Daffadà e Francesca Marchetti.

Passiamo alla votazione per alzata di mano degli articoli e degli emendamenti.

Adesso facciamo suonare il campanello.

Passiamo all’articolo 1, su cui insiste l’emendamento n. 3.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 3, a firma Piccinini, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo alla votazione dell’articolo 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 2.

Insistono l’emendamento n. 1 e l’emendamento n. 2, a firma, per il n. 1, Pelloni e Rancan e, per il n. 2, Catellani e Rancan.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1, Pelloni e Rancan.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 2, Catellani e Rancan.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 3.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 4.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 4. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo ora all’ordine del giorno n. 1, a firma Castaldini, su cui insiste un emendamento, il n. 1, a firma Mastacchi... No, scusate. Ho sbagliato.

Ordine del giorno n. 1.

Nessun emendamento.

Discussione generale. Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Brevemente.

Io ringrazio chiaramente per la disponibilità ad aver accolto un ordine del giorno che ritengo veramente importante, perché dalle interlocuzioni che ci sono state con le varie associazioni presenti sul territorio, come dicevo precedentemente, è emersa la necessità di fare un percorso di integrazione anche attraverso il lavoro e non solo la scuola, che ricordo essere un punto centrale.

In particolare, poiché sappiamo che la formazione erogata tramite FP segue normalmente il calendario scolastico con l’inizio dei percorsi formativi nel corso dell’autunno e attualmente non ci sono percorsi formativi che includano moduli obbligatori di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che possano terminare entro l’estate, questo ordine del giorno dà la possibilità di essere tempestivi, affinché gli enti di formazione accreditati possano fare un’offerta lavorativa e l’attivazione di contratti di lavoro anche a tempo determinato e stagionali, soprattutto rispetto alla stagione estiva, che ha la necessità di persone collocate in vari posti di lavoro, e in questo modo possiamo anche far sì che le persone acquisiscano la necessaria competenza linguistica.

Ringrazio, quindi, per la disponibilità. Credo che questo sia un punto centrale dell’integrazione di queste persone. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto sull’ordine del giorno n. 1, mettiamo in votazione l’ordine del giorno n. 1 a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’ordine del giorno 4952/1, oggetto 5017, con votazione per alzata di mano è approvato all’unanimità dei presenti)

 

Ordine del giorno n. 2, a prima firma Bondavalli, su cui insiste l’emendamento n. 1 a firma Mastacchi.

Discussione generale. Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Solo per illustrare il testo dell’emendamento.

Ritengo che la proposta di legge della Giunta in discussione oggi sia assolutamente positiva. L’iter velocissimo che l’ha portata in aula con la collaborazione di tutti i Gruppi consiliari credo ne sia la prova, chiaramente, al netto delle singole sfumature che sono emerse anche nella discussione di oggi.

Personalmente, l’unico dubbio che mi è sorto durante l’iter nelle varie Commissioni è stato che oltre alla gestione dell’emergenza, si parla già anche di ricostruzione. Leggendo infatti l’articolo 1 nell’elenco delle attività da attivare si prevede, oltre a quelle pubblicizzate sul sito della Regione, che ci sia appunto anche la ricostruzione.

Ho così immaginato quali potevano essere le aspettative di chi nei giorni scorsi, leggendo l’annuncio, ha versato fondi per l’emergenza ucraina. Cito testualmente: “i fondi raccolti verranno impiegati per l’assistenza e aiuti umanitari”. L’ordine del giorno presentato oggi dalla maggioranza nella sua attuale stesura impegna la Giunta “ad impiegare una parte del ricavato della raccolta fondi in essere a sostegno della popolazione ucraina per progetti di ricostruzione, in particolare di spazi pubblici di valore sociale, sanitario e culturale, da realizzare in loco non appena la guerra sarà cessata, anche attraverso forme di interlocuzione e ascolto per rilevare i bisogni e le priorità della popolazione per un ritorno a condizioni di vita il più possibile normali”. Ripeto: “ad impiegare una parte del ricavato della raccolta fondi in essere a sostegno della popolazione ucraina per progetti di ricostruzione da realizzare in loco non appena la guerra sarà cessata”. Si è così rafforzato ulteriormente il mio dubbio. Il testo, infatti, a mio parere, naturalmente, sposta pesantemente l’attenzione dall’emergenza alla ricostruzione. Sono certo che non è questo l’intento di chi ha presentato l’ordine del giorno, cioè quello di privilegiare un eventuale accantonamento per tale finalità, a discapito di un utilizzo prioritario per l’emergenza in essere.

Con l’emendamento all’ordine del giorno che ho presentato intendo, infatti, impegnare prioritariamente la Giunta ad operare sull’emergenza, per poi attivarsi sulla ricostruzione solo nella seconda fase, quando il conflitto sarà terminato e si potrà meglio definire come e dove eventualmente intervenire.

Con questa impostazione credo che ci sarà coerenza con quanto pubblicizzato e richiesto agli emiliano-romagnoli, che con tanta generosità hanno già donato più di 2 milioni di euro. Quando il conflitto sarà terminato, anche a seguito di una nuova campagna di raccolta fondi per la ricostruzione, sono certo che gli emiliano-romagnoli si dimostreranno altrettanto generosi, ma rispondendo ad un’ulteriore richiesta chiara che vada in questa direzione.

Leggo il testo dell’emendamento, che sostituisce le parole “impegnare una parte del ricavato della raccolta fondi in essere a sostegno della popolazione ucraina per” con le parole “a impegnare prioritariamente i fondi raccolti nel periodo di emergenza per l’assistenza alla popolazione, a proseguire nella raccolta fondi per sistemare futuri”. Il testo coordinato, se approvato, sarà: “a impegnare prioritariamente i fondi raccolti nel periodo di emergenza per l’assistenza alla popolazione, a proseguire nella raccolta fondi per sistemare futuri progetti di ricostruzione, in particolare di spazi pubblici”, eccetera.

Auspico, quindi, che la finalità del mio emendamento sia approvata, al fine di poter dare ai donatori messaggi chiari e certi.

Approfitto per ringraziare i due relatori per l’interlocuzione che abbiamo avuto, l’assessore, che è stata assolutamente disponibile nella discussione, e, chiaramente, anche tutti gli assessori che sono attivi in questa attività di lavoro praticamente sul campo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Mi ero anche prenotata prima del collega Mastacchi per presentare l’ordine del giorno della maggioranza. Ringrazio, peraltro, i colleghi, la collega Marchetti, tutti i Capigruppo di maggioranza e gli altri colleghi consiglieri che hanno voluto sottoscrivere questo ordine del giorno, che credo sia molto importante, che parte da premesse che sono state anche condivise, su cui abbiamo riflettuto nel corso di questa giornata, che ha come oggetto l’approvazione ‒ speriamo anche con un largo consenso ‒ di questo PDL.

Il progetto di legge in discussione (faccio questa premessa) ha come oggetto centrale l’agire in termini di solidarietà nei confronti del popolo ucraino ed è relativo a definire misure di aiuto urgenti. L’abbiamo detto, siamo d’accordo su questo.

Tutto questo vista in particolare la necessità della popolazione civile di uscire dai confini del proprio Paese per cercare, o negli Stati confinanti o in territori come il nostro, rifugio e sicurezza.

L’ordine del giorno proposto prevede anche la possibilità, come del resto è nella legge, di impiegare parte del ricavato della raccolta fondi per progetti di ricostruzione. Io credo che questo sia un aspetto significativo. Il perdurare del conflitto (lo diceva molto bene prima la vicepresidente Schlein), segnato da frequenti bombardamenti, immagini che ci rimangono nella mente e nel cuore, immagini che vengono quotidianamente diffuse dalle televisioni o dalle reti internazionali genera progressive distruzioni di città e centri urbani.

Per questo motivo riteniamo opportuno prevedere anche questa possibilità di intervento, che sottolineiamo in questo ordine del giorno, con una particolare attenzione a spazi pubblici di valore sociale, sanitario e culturale, da realizzare in loco al termine del conflitto, non appena ci saranno le condizioni per poterlo fare.

Per dare corso a questa intenzione, sarà anche importante attivare forme di ascolto e interlocuzione della popolazione per condividere bisogni e priorità.

Per quanto riguarda l’emendamento del consigliere Mastacchi, noi riteniamo opportuno anche, come ha detto il consigliere, rafforzare la distinzione in termini di tempistiche delle due opzioni di azioni possibili mediante e i fondi raccolti, segnando con chiarezza (lo abbiamo fatto e lo abbiamo detto) la necessità interventi immediati per la messa in campo di misure urgenti di aiuto alla popolazione coinvolta in questo conflitto, e ovviamente in un secondo tempo - lo ribadisco ancora -, quando ci saranno le condizioni, la possibilità individuata da questo ordine del giorno di agire nel campo della ricostruzione.

È un percorso che da un certo punto di vista abbiamo facilitato, che pensiamo sia giusto tenere su questa legge e rafforzare con questo impegno, per potere anche guardare al futuro non appena ci saranno le condizioni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1, all’ordine del giorno n. 2, a firma Mastacchi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ordine del giorno n. 2, a prima firma Bondavalli.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’ordine del giorno 4952/2, oggetto 5018, con votazione per alzata di mano è approvato a maggioranza dei presenti)

 

Passiamo ora all’ordine del giorno n. 3, a firma Piccinini e Bondavalli.

Discussione generale. Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Per ribadire l’oggetto di questo ordine del giorno, che fa riferimento anche all’emendamento che abbiamo da poco approvato, e che inserisce tra le finalità di questo progetto di legge anche il tema della formazione e dell’insegnamento della lingua italiana che è non meno importante rispetto ad interventi, come dicevo, a carattere umanitario; azioni di formazione con particolare riferimento agli interventi di alfabetizzazione linguistica, nonché alle azioni di mediazione all’interno di progetti per l’integrazione sociale e lavorativa, perché quando parliamo di accoglienza dobbiamo, immediatamente dopo, parlare anche di integrazione.

Anche se la maggior parte dei profughi dell’Ucraina, a seguito dell’aggressione russa, ha manifestato il desiderio di rientrare, naturalmente, presso i propri territori, una volta cessate le ostilità e terminata l’occupazione da parte delle truppe di Putin, non è al momento prevedibile quante persone si fermeranno nella nostra regione, né per quanto tempo.

È quindi possibile che la permanenza dei rifugiati possa prolungarsi, richiedendo adeguati strumenti per uscire dall’emergenza e favorire l’integrazione nelle nostre comunità, operazioni per le quali risulta indispensabile, come ci siamo detti, la conoscenza della lingua italiana. Chiediamo quindi in questo senso un impegno alla Giunta, anche al di fuori di questo progetto di legge, a prevedere la possibilità che siano ampliati i partenariati attuativi anche già esistenti, coinvolgendo gli enti di formazione accreditati dalla Regione nella sua complessità, e a prevedere misure dirette a potenziare l’offerta formativa in ambito linguistico, orientando quelle risorse residue che erano già previste per gli interventi della DGR n. 189 del 2020 e potenziando queste azioni. Come dicevo anche in discussione generale e come emergeva anche da alcuni articoli di stampa di questa mattina, e questa è un’esigenza rimarcata anche dalle associazioni di profughi ucraini, c’è la necessità di mettere a disposizione corsi di lingua italiana che oggi non sono nella disponibilità di queste persone, perché non li conoscono, o perché proprio non ci sono.

Questo quindi è un aspetto importante al pari delle altre azioni naturalmente previste dalla legge.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno n. 3?

Nessuna dichiarazione.

Mettiamo in votazione l’ordine del giorno n. 3, a firma Piccinini e Bondavalli.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’ordine del giorno 4952/3, oggetto 5019, con votazione per alzata di mano è stato approvato a maggioranza dei presenti)

 

Ordine del giorno n. 4, a firma Rancan e Catellani.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’ordine...

 

(interruzione)

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Soltanto per richiedere la votazione elettronica.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene. Quindi, sull’ordine del giorno, consigliere Marchetti. Benissimo.

Mettiamo in votazione l’ordine del giorno n. 4 con il sistema elettronico.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 41

Favorevoli 38

Contrari 0

Astenuti 1

 

È approvato l’ordine del giorno 4952/4 (oggetto 5020).

 

Prego.

 

ZAMBONI: Per qualche motivo non si riusciva a votare.

Devo ripetere? Chiedo cortesemente di aggiungere il mio voto favorevole, perché per qualche motivo non l’ha recepito. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo.

 

Favorevoli 39

Astenuti 1

Contrari 0

 

È approvato.

 

Consigliera Mori, prego.

 

MORI: Presidente, avrei votato favorevole, però vedo che c’è un nero lì. Non so. C’è un puntino nero.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Detto così non è molto bello, comunque va bene. Mettiamo il suo voto favorevole.

 

MORI: La ringrazio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Perfetto.

Passiamo ora alla dichiarazione di voto sull’oggetto 4952. Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Solo per dichiarare il mio voto favorevole alla luce dell’approvazione dell’emendamento all’ordine del giorno, che, a mio parere, ha dato un quadro più certo all’obiettivo di questa legge. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altre dichiarazioni di voto? Consigliere Taruffi, prego. L’ho anticipata io, prima che lei prenotasse.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Velocemente. Anch’io mi unisco al ringraziamento per chi ha lavorato a questo progetto di legge, la vicepresidente e gli altri assessori della Giunta, la relatrice di maggioranza, il relatore di minoranza, tutti i presidenti delle Commissioni, a partire dalla presidente Marchetti, che hanno organizzato i lavori in modo molto veloce e ovviamente a tutti i Gruppi che hanno consentito un calendario molto rapido di questo testo di legge che, per sua stessa evidenza, necessitava di tempi molto veloci per l’approvazione.

Credo però che il ringraziamento più sentito e profondo vada fatto alle cittadine e ai cittadini e alle imprese della nostra Regione, che ancora una volta hanno dimostrato di quale pasta sia fatta la comunità emiliano-romagnola, una comunità che della solidarietà ha fatto il proprio tratto distintivo.

Credo che non avessimo bisogno dell’ennesima dimostrazione, ma trovare sempre conferma di quale sia il valore e la capacità di esprimere solidarietà molto concreta da parte della nostra comunità, da parte delle cittadine e dei cittadini dell’Emilia-Romagna è sempre un elemento che conforta, anche e soprattutto, come si diceva prima, in un periodo che presenta già difficoltà per le famiglie e per le imprese.

Veniamo da una pandemia molto dura, conosciamo le difficoltà in cui versano tante famiglie e imprese, siamo nel pieno di una emergenza energetica, le bollette e tutto quanto, però, nonostante tutto, le cittadine e i cittadini dell’Emilia-Romagna dimostrano come sempre di saper conoscere il valore concreto della parola solidarietà.

Lo voglio dire chiaramente in una situazione drammatica come quella che sta vivendo l’Ucraina, che ovviamente coinvolge direttamente e chiama in causa l’Europa, a qualche centinaio di chilometri da qua si bombarda e vediamo scene che credevamo e speravamo di poter aver lasciato nel secolo precedente, invece sono ancora qua.

Questa emergenza, la situazione drammatica che si è venuta a creare a causa dell’invasione russa dell’Ucraina ci coinvolge direttamente, ci chiama in causa direttamente, quindi la reazione emotiva è da questo punto di vista ancora più evidente, ancora più chiara da parte di tutti. Voglio dire però con estrema chiarezza che io credo che dobbiamo dirci che oggi discutiamo di questa emergenza e stiamo approvando un progetto di legge legato alle misure di solidarietà con la popolazione dell’Ucraina; credo però che dobbiamo affermare con forza che per quanto ci riguarda, per il nostro Gruppo e per chi parla da questa parte dell’aula, la solidarietà verso chi scappa da una guerra, la solidarietà verso chi scappa da situazioni di conflitto è una solidarietà che deve essere sempre espressa, deve essere una solidarietà che sentiamo ed esprimiamo con atti e fatti concreti, a prescindere dal fatto che chi arriva qua arrivi da un corridoio umanitario, arrivi via terra, o arrivi via mare. Le guerre sono purtroppo in Europa, ma non solo in Europa: sono in tante parti del mondo.

Io credo che sia molto difficile riuscire a distinguere, come ho sentito anche nel corso del dibattito, ad esempio, tra chi scappa da una situazione di guerra, chi scappa da una condizione di fame, chi scappa da morte, chi scappa da una situazione che mette a repentaglio la propria vita, che ha il diritto di essere accolto, ha il diritto di essere aiutato, ha il diritto di essere sostenuto.

Questo lo pensiamo non da oggi. Ovviamente oggi noi ci riferiamo alla popolazione ucraina. Io credo che questo progetto di legge stabilisca alcuni elementi molto chiari, molto precisi, che stanno però nelle corde di quello che è un percorso che questa Regione non fa da oggi.

Chiudo. Credo che il dibattito che si è sviluppato in questi giorni e che si sta sviluppando in queste settimane nel nostro Paese possa aprire anche una pagina nuova e diversa sulla gestione delle politiche di accoglienza e di immigrazione nel nostro Paese e in Europa. Le risorse che ha stanziato il Governo per l’autonoma sistemazione, le risorse che sono state stanziate per chi andrà ad alloggiare nei CAS sono risorse che non trovano l’opposizione da parte di nessuno. Sono risorse che addirittura qualcuno ha chiesto anche di aumentare. Penso che oggi si possa aprire una pagina nuova nella gestione delle politiche di accoglienza in Italia e in Europa, e lo dico davvero pensando che possiamo finalmente lasciarci alle spalle gli anni bui e tristi, in cui una parte dell’opinione pubblica è stata fomentata in modo, direi, dal mio punto di vista, irresponsabile, in una lotta tra gli ultimi e i penultimi, che veramente speriamo di poterci lasciare alle spalle.

Speriamo di poter aprire una pagina nuova, dove chi scappa dalle guerre, chi scappa da condizioni di povertà estrema possa e debba trovare accoglienza e possa e debba trovare sostegno, perché questo è quello che l’Emilia-Romagna ci ha dimostrato ancora una volta. Questo è quello che l’Emilia-Romagna sa fare meglio, forse, di altre Regioni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altri interventi in dichiarazione di voto? Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Per ribadire quanto già espresso dai colleghi in sede di discussione. In particolare, ovviamente, il nostro “grazie” ai cittadini emiliano-romagnoli, che ci hanno regalato questo tesoro, che è un po’ un gesto d’amore nei confronti del popolo ucraino, e confermare, ovviamente, la grande responsabilità che abbiamo, così come ha evidenziato anche lo stesso assessore, nella gestione di soldi che sono frutto di amore e solidarietà verso il proprio ucraino, che conferma sicuramente che la nostra Regione è solidale, che conferma anche che la nostra Regione accoglie, ma sa anche distinguere le vere sofferenze e le vere guerre da altre situazioni e da altre condizioni che non sono assimilabili.

Un’emergenza che, come abbiamo evidenziato, dobbiamo metterci nell’ottica che sarà un’emergenza, speriamo, a termine, nel senso che l’auspicio è che cessi il prima possibile il conflitto, e soprattutto la consapevolezza che molte di queste persone vogliono tornare quanto prima nella propria terra, per raggiungere i propri cari, i propri mariti, visto che stiamo parlando per la gran parte di donne e bambini. Quindi, un’accoglienza che in questo caso deve essere particolarmente veloce nel dare le risposte. Così come deve essere particolarmente veloce la solidarietà. Ovviamente, è pregevole che ci siano già diversi soggetti, istituzionali e non, che hanno attivato una serie di progetti, di progettualità, anche di aiuto, non soltanto sul nostro territorio, ma anche sul territorio ucraino, e spero anche sul territorio polacco e ungherese, Nazioni che stanno dando tantissimo in termini di accoglienza al popolo ucraino e che vanno ringraziate, accoglienza di donne e bambini, e su questo ovviamente ci sarà la necessità di focalizzare i progetti nella consapevolezza...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Scusate, colleghi.

 

LISEI: Nella grande consapevolezza che stiamo gestendo un fenomeno emergenziale che non è assimilabile ai precedenti fenomeni, nella grande consapevolezza che il popolo italiano si sente coinvolto, ma anche nella grande consapevolezza che stiamo facendo tutto questo, come ricordava lo stesso assessore, in un periodo anche di grave difficoltà del popolo italiano, in un periodo di grave sofferenza anche economica del popolo italiano, in un periodo nel quale le Istituzioni non possono permettersi di distogliere l’attenzione da più fronti. Purtroppo è brutto parlare di fronti, ma ormai siamo ovviamente in un periodo di guerra.

È chiaro quindi come su questo provvedimento, come ha visto il favore rispetto ad alcuni pezzi dell’articolato, vi sia grande attenzione da parte di Fratelli d’Italia su come verranno utilizzati questi denari e questo patrimonio di amore, quindi particolare attenzione perché, come hanno ricordato sia il consigliere Barcaiuolo che il consigliere Tagliaferri, non possiamo ignorare e non possiamo dimenticare come per molti soggetti (non per tutti, per fortuna) l’accoglienza sia stata un grande strumento anche per consolidare i propri bilanci, che erano in sofferenza, e purtroppo anche per fenomeni di criminalità.

Qualcuno diceva che con l’accoglienza si guadagna più che con la droga, e sono brutti episodi che però sono successi e dobbiamo tenere bene a memoria, perché il dovere delle Istituzioni, il dovere di chi raccoglie fondi, di chi fa beneficenza è quello di garantire che la messa a terra di questi denari sia effettivamente trasparente.

Mi fa piacere che ci sarà un sito internet, spero che sia il più aggiornato possibile rispetto a dove andranno e su quali progetti verranno indirizzati questi soldi. L’articolo 2, che ha avuto il nostro voto contrario proprio perché era eccessivamente ampio nell’individuare i soggetti destinatari dei soldi per l’accoglienza, è anche il motivo per il quale il nostro voto a questo progetto di legge sarà un voto di astensione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto, mettiamo in votazione l’oggetto 4952 con il dispositivo elettronico…

 

LISEI: Presidente, le chiederei il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): È previsto il voto elettronico.

Mettiamo in votazione, con sistema elettronico, l’oggetto 4952.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 42

Favorevoli 28

Contrari 0

Astenuti 13

 

È approvato.

 

Inversione dell’Ordine del Giorno

 

PRESIDENTE (Rainieri): È pervenuta una richiesta di inversione dell’ordine dei lavori, ai sensi dell’articolo 75 del Regolamento, da parte della consigliera Pigoni per trattare prioritariamente l’oggetto 4676: “Risoluzione per impegnare la Giunta a definire tutte le azioni necessarie a generare un’approfondita formazione del personale sanitario e amministrativo del Sistema sanitario regionale riguardo la disabilità visiva e a rendere sempre più fruibili l’accesso e i percorsi di cura alle persone ipovedenti all’interno degli ospedali e delle strutture sanitarie”, a firma dei consiglieri Bondavalli, Caliandro, Marchetti Francesca, Tarasconi, Rossi, Mori, Costi, Sabattini, Daffadà, Mumolo, Gerace, Bulbi, Zappaterra, Pillati, Montalti, Fabbri, Rontini, Pigoni, Soncini.

Un intervento a favore e uno contro. Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Molto brevemente, anche perché è scontato come voterà la maggioranza, immagino. Semplicemente per dire che siamo favorevoli a questa richiesta di inversione, anche perché in Capigruppo c’è stato questo problema con l’iscrizione in Commissione. Quindi, siamo favorevoli.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Soltanto per ribadire, ovviamente, che anche noi voteremo a favore. Avevo avvisato tutti i Capigruppo, o almeno quelli presenti in aula, di questa richiesta.

Ringrazio della disponibilità.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo.

Mettiamo in votazione la richiesta di inversione.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvata.

 

Benissimo. Domani i lavori riprenderanno, quindi, con la risoluzione 4676.

Sono le ore 17,26. Chiudiamo i lavori, che riprenderanno domani mattina alle ore 09,30.

Buonasera.

 

La seduta ha termine alle ore 17,26

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

il Presidente della Giunta Stefano Bonaccini.

gli assessori Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Elena SCHLEIN.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Raffaele DONINI, Barbara LORI e i consiglieri Marco FABBRI e Lia MONTALTI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 5020

Ordine del giorno n. 4 collegato all'oggetto assembleare 4952 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Misure urgenti di solidarietà con la popolazione dell'Ucraina". A firma dei Consiglieri: Rancan, Catellani

 

Presenti: 42

 

Favorevoli: 40

AMICO Federico Alessandro, BARCAIUOLO Michele, BARGI Stefano, BESSI Gianni, BONDAVALLI Stefania, BULBI Massimo, CALIANDRO Stefano, CASTALDINI Valentina, CATELLANI Maura, COSTA Andrea, COSTI Palma, DAFFADÀ Matteo, DELMONTE Gabriele, FACCI Michele, FELICORI Mauro, GERACE Pasquale, LISEI Marco, MALETTI Francesca, MARCHETTI Daniele, MARCHETTI Francesca, MASTACCHI Marco, MONTEVECCHI Matteo, MORI Roberta; MUMOLO Antonio, OCCHI Emiliano, PARUOLO Giuseppe, PELLONI Simone, PIGONI Giulia, PILLATI Marilena, RANCAN Matteo, RONTINI Manuela, ROSSI Nadia, SABATTINI Luca, SONCINI Ottavia, STRAGLIATI Valentina, TAGLIAFERRI Giancarlo, TARASCONI Katia, TARUFFI Igor, ZAMBONI Silvia, ZAPPATERRA Marcella.

 

Astenuti: 1

PICCININI Silvia

 

Non votanti: 1

RAINIERI Fabio

 

Assenti: 8

BERGAMINI Fabio, BONACCINI Stefano, FABBRI Marco, GIBERTONI Giulia, LIVERANI Andrea, MONTALTI Lia, PETITTI Emma, POMPIGNOLI Massimiliano.

 

OGGETTO 4952

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Misure urgenti di solidarietà con la popolazione dell’Ucraina”. (39)

 

Presenti: 42

 

Favorevoli: 28

AMICO Federico Alessandro, BESSI Gianni, BONDAVALLI Stefania, BULBI Massimo, CALIANDRO Stefano, CASTALDINI Valentina, COSTA Andrea, COSTI Palma, DAFFADÀ Matteo, FELICORI Mauro, GERACE Pasquale, MALETTI Francesca, MARCHETTI Francesca, MASTACCHI Marco, MORI Roberta, MUMOLO Antonio, PARUOLO Giuseppe, PICCININI Silvia, PIGONI Giulia, PILLATI Marilena, RONTINI Manuela, ROSSI Nadia, SABATTINI Luca, SONCINI Ottavia, TARASCONI Katia, TARUFFI Igor, ZAMBONI Silvia, ZAPPATERRA Marcella.

 

Astenuti: 13

BARCAIUOLO Michele, BARGI Stefano, CATELLANI Maura, DELMONTE Gabriele, FACCI Michele, LISEI Marco, MARCHETTI Daniele, MONTEVECCHI Matteo, OCCHI Emiliano, PELLONI Simone, RANCAN Matteo, STRAGLIATI Valentina, TAGLIAFERRI Giancarlo.

 

Non votanti: 1

RAINIERI Fabio

 

Assenti: 8

BERGAMINI Fabio, BONACCINI Stefano, FABBRI Marco, GIBERTONI Giulia, LIVERANI Andrea, MONTALTI Lia, PETITTI Emma, POMPIGNOLI Massimiliano.

 

 

Emendamenti

 

OGGETTO 4952

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Misure urgenti di solidarietà con la popolazione dell'Ucraina". (39)

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Pelloni, Rancan.

«All'articolo 2, dopo il comma 1, è integrato il seguente comma:

"1bis. Nell'individuazione dei progetti da finanziare è data priorità a quelli presentati dagli enti locali.".»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Catellani, Rancan.

«All'articolo 2, comma 2, del presente progetto di legge, le parole "pubbliche sottoscrizioni. La Giunta regionale" sono modificate in "pubbliche sottoscrizioni. A tal fine la Giunta regionale".»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma delle consigliere Piccinini, Bondavalli

«All'articolo 1, nel comma 1, dopo le parole: "di assistenza sociale e sanitaria" sono inserite le seguenti: “, di alfabetizzazione linguistica e integrazione sociale".»

(Approvato)

 

OGGETTO 5018

Ordine del giorno n. 2 collegato all'oggetto assembleare 4952 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Misure urgenti di solidarietà con la popolazione dell'Ucraina". A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Marchetti Francesca, Zappaterra, Pigoni, Taruffi, Zamboni, Daffada', Mori, Bulbi, Sabattini, Maletti, Soncini, Pillati, Rossi, Rontini, Costi, Amico, Mumolo, Paruolo, Gerace

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Mastacchi

«All'Odg 4952/2 le parole “A impegnare una parte del ricavato della raccolta fondi in essere a sostegno della popolazione ucraina per…” sono sostituite con le parole “A impegnare prioritariamente i fondi raccolti nel periodo di emergenza per l’assistenza alla popolazione a proseguire nella raccolta fondi per sistemare futuri…”»

(Approvato)

 

 

 

 

I PRESIDENTI

IL SEGRETARIO

Petitti - Rainieri

Bergamini

 

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