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 147.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 14 GIUGNO 2022

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 4965

Interpellanza in merito allo stato delle liste di attesa per l'attività chirurgica ospedaliera e in day hospital nell'area sanitaria di Bologna. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

FACCI (Lega)

DONINI, assessore

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 5059

Interpellanza sulla situazione in cui versa la Casa della Salute di Carpaneto Piacentino (PC), con particolare riguardo all'individuazione di misure idonee al ripristino delle condizioni antecedenti alla pandemia. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

RANCAN (Lega)

DONINI, assessore

RANCAN (Lega)

 

OGGETTO 5077

Interpellanza in ordine al mancato trasferimento degli uffici dell'Assessorato alla Sanità di Viale Aldo Moro 21 e delle sedi Ibacn negli immobili di "Palazzo Ratta-Pizzardi" e "Villa Aldrovandi Mazzacorati", acquistati nel 2016 con l'obiettivo di ridurre la spesa per le locazioni passive. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

FACCI (Lega)

CALVANO, assessore

FACCI (Lega)

OGGETTO 5092

Interpellanza relativa al piano delle assunzioni e delle conversioni dei lavoratori a tempo determinato nelle strutture ospedaliere e territoriali regionali. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

CASTALDINI (FI)

DONINI, assessore

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 5115

Interpellanza relativa alle locazioni attive di Palazzo Ratta Pizzardi e Villa Aldrovandi Mazzacorati a Bologna. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

FACCI (Lega)

CALVANO, assessore

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 5131

Interpellanza relativa alla Convenzione tra il Comune di Montecreto (MO) e la ditta K7 per la costruzione e gestione di una centralina idroelettrica in località Pian della Valle. A firma del Consigliere: Pelloni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

PELLONI (Lega)

PRIOLO, assessora

PELLONI (Lega)

 

OGGETTO 5168

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "L.R. n. 16/2008 e s. m. i. – Programma regionale degli interventi di promozione e sostegno della Cittadinanza europea. Triennio 2022-2024". (85)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

POMPIGNOLI (Lega)

MARCHETTI Francesca (PD)

PRESIDENTE (Zamboni)

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta

 

OGGETTO 5147

Risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire con ISMEA per sollecitare un aggiornamento delle tabelle, per l'individuazione dell'unità di costo standard per trattori e mietitrebbie finanziate dalla misura 4 del PSR, considerati anche i rincari che attualmente pesano nel settore delle macchine agricole. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

MASTACCHI (RCPER)

RONTINI (PD)

 

OGGETTO 5086

Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare misure per favorire il reinserimento lavorativo di persone disoccupate di lungo periodo e, in particolare, degli ultracinquantenni. A firma dei Consiglieri: Bargi, Pompignoli, Facci, Rancan, Bergamini, Liverani, Occhi, Rainieri, Montevecchi, Delmonte, Catellani, Stragliati

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Zamboni)

BARGI (Lega)

MALETTI (PD)

BARGI (Lega)

 

OGGETTO 5073

Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo per ripristinare il credito di imposta sul carburante per i taxi al 100%, al fine di contrastare il caro carburanti tutelando di fatto un servizio imprescindibile per la mobilità delle città emiliano-romagnole. A firma dei Consiglieri: Lisei, Barcaiuolo, Tagliaferri

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

BARCAIUOLO (FdI)

SABATTINI (PD)

 

OGGETTO 4174

Risoluzione per impegnare la Giunta a proporre, nella Conferenza unificata Stato-Regioni, l'introduzione, nel prossimo Programma Statistico Nazionale, di una Rilevazione Statistica campionaria quinquennale per rilevare le condizioni di vita dei detenuti e le loro valutazioni sulle azioni rieducative e riabilitative messe in campo dal sistema carcerario. A firma della Consigliera: Castaldini

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

CASTALDINI (FI)

ZAPPATERRA (PD)

AMICO (ERCEP)

BERGAMINI (Lega)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 5168514750865073 - 4174

Emendamento oggetto 4174

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,47

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la seduta.

Sono computati come presenti ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento, la presidente Petitti, il presidente della Giunta Bonaccini, i consiglieri Fabbri e Stragliati, assenti per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la loro assenza il consigliere Gerace, le assessore Lori e Salomoni e l’assessore Mammi.

Ai sensi del Regolamento interno partecipa in modalità telematica il consigliere Mumolo.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Rainieri): Iniziamo i lavori con le interpellanze.

 

OGGETTO 4965

Interpellanza in merito allo stato delle liste di attesa per l’attività chirurgica ospedaliera e in day hospital nell’area sanitaria di Bologna. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

 

PRESIDENTE (Rainieri): Partiamo con l’interpellanza n. 4965 in merito allo stato delle liste di attesa per l’attività chirurgica ospedaliera e in day hospital nell’area sanitaria di Bologna, a firma dei consiglieri Facci e Marchetti Daniele.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

In realtà questa è un’interpellanza un po’ datata, quindi i dati che sono contenuti nell’interpellanza e che hanno originato la richiesta di questo atto risalgono al mese di marzo, però il concetto sostanzialmente non muta e riguarda lo stato dell’arte delle liste di attesa per interventi.

Questa era una domanda parametrata sulle strutture sanitarie bolognesi, quindi dell’area bolognese, e la questione riguarda, appunto, le liste di attesa, con in particolare il fatto che il Piano nazionale di governo delle liste di attesa preveda dei tempi massimi, lo prevede per le prestazioni ambulatoriali, lo prevede per quelle in regime di ricovero e così per quanto riguarda le attività di intervento. In particolare, per il ricovero programmato sono previste classi di priorità (A, B, C e D) naturalmente a seconda della gravità della situazione, tanto che, per esempio, la classe di priorità A prevede un ricovero entro 30 giorni per i casi clinici che potenzialmente possono aggravarsi rapidamente, al punto da diventare emergenti o, comunque, da recare grave pregiudizio alla prognosi, e così B, C e D, 60 giorni, 180 giorni e 12 mesi.

Non sto a richiamare tutti i vari protocolli o tutte le varie indicazioni che sono medio tempore, cioè a seguito di quella classificazione intervenuta. Il fatto è che anche la nostra Regione ha adottato un piano regionale per la gestione delle liste di attesa. Ecco, allora, tanto per fare un esempio, dicevo che alla data del 23 marzo la Regione ci restituiva questi dati per quanto riguarda le prestazioni di chirurgia ospedaliera e in regime di day hospital. Per esempio, in particolare su un totale di 22.826 pazienti in lista d’attesa 13.873 si trovavano in una fascia temporale superiore al tempo massimo previsto, quindi quasi il 61 per cento; di questi 1.184 in classe A, quindi i casi sostanzialmente più gravi. Questo era un trend negativo che ritenevamo e riteniamo in verosimile crescita e volevamo in un qualche modo conoscere il pensiero della Giunta per quanto riguarda lo stato delle liste di attesa per l’attività chirurgica, come venisse giudicato, con quasi 14.000 pazienti in attesa oltre i tempi massimi previsti. Tra l’altro, ripeto, solo per l’area di Bologna, solo per l’area di Bologna.

In particolare, la cosa più importante, quali iniziative la Giunta intendesse assumere per risolvere le criticità riguardanti le liste di attesa nell’attività chirurgica ospedaliera in day hospital e in particolare quali le strategie elaborate dall’Osservatorio regionale sulle liste di attesa, perché abbiamo anche l’istituzione, la previsione di un Osservatorio regionale nell’ambito delle direttive, nell’ambito delle azioni poste in essere dalla Regione Emilia-Romagna con le quali era stata recepita l’intesa Stato-Regioni del 21 febbraio 2019.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere Facci.

Intanto, per onestà intellettuale, questa interpellanza è datata perché lei ha avuto la bontà di aspettare la risposta da me in presenza. Quindi, la ringrazio per questo. Comunque, il tema sarà attuale per i prossimi mesi. I numeri possono cambiare, ma il tema è sicuramente ancora assolutamente attuale.

Come saprà, la pandemia ha radicalmente trasformato la rete ospedaliera metropolitana di Bologna e anche della regione (ma in questa sua interpellanza lei si dedicava a Bologna), determinando una ridefinizione di spazi, reti e percorsi clinico-assistenziali. Tale impatto ha segnato profondamente anche l’attività chirurgica programmata, perché ovviamente l’urgenza l’abbiamo sempre assecondata, sempre assicurata. Nonostante l’impatto pandemico, è significativo rappresentare come nel complesso siano stati mantenuti adeguati livelli di performance per gli interventi di natura oncologica. Per tutte le altre patologie, comprese quelle di medio-bassa complessità, sin dall’inizio della pandemia sono stati stipulati anche dalle quattro aziende dell’area metropolitana di Bologna specifici accordi di rete, tuttora in essere, per permettere il mantenimento della capacità produttiva e recuperare la casistica residuale.

La produzione chirurgica del 2021 per gli interventi urgenti ed elettivi è stata dell’87 per cento rispetto a quella del 2019 (anno pre-Covid), mentre nel 2020 è stata pari al 76 per cento rispetto al 2019, evidenziando, quindi, una tendenza in progressiva risalita, che immagino nel 2022 raggiungerà praticamente gli stessi livelli pre-Covid.

L’Assessorato alle politiche per la salute ha predisposto un piano di recupero delle prestazioni rimandate durante la pandemia, che è stato inviato al Ministero della salute, dedicato alle prestazioni specialistiche e chirurgiche in liste d’attesa, prevedendo entro la fine del 2022 un rientro nei tempi previsti del 90 per cento delle prestazioni. Significa garantire una prima visita specialistica entro 30 giorni e un accertamento diagnostico entro 60 giorni, come stabilisce la legge. L’obiettivo è quello di tornare ai livelli pre-Covid, corrispondenti ad oltre il 95 per cento di soddisfazione, previsto, invece, per il 2023.

Partiamo da una base solida, quindi, grazie allo straordinario lavoro dei nostri professionisti, che hanno già garantito il recupero di 1.500.000 prestazioni rinviate causa Covid, a cui si aggiungono 53.000 interventi chirurgici. Il piano che abbiamo fatto vuole tornare ai livelli e ai valori di performance pre-pandemici per le prestazioni differibili e programmabili, quindi non indifferibili e urgenti, che invece abbiamo garantito sempre.

Le urgenze, infatti, sono sempre state garantite nei tempi fissati, anche nella fase più acuta della pandemia. Ogni azione proposta sarà oggetto di confronto, ovviamente, con le parti sociali, con i sindacati, perché comporta tutta una serie di azioni, dall’assunzione di nuovo personale all’acquisizione di attività aggiuntiva dei professionisti dipendenti, al confronto e al rapporto col privato accreditato, a partire per esempio dai fondi che il Governo ha destinato proprio per il recupero delle liste d’attesa con accordi con il privato accreditato, con l’obiettivo di chiudere la pagina dell’emergenza e ritornare nel 2023 agli standard abituali dell’Emilia-Romagna.

Questa strategia di programmazione è attiva in realtà da diversi anni, grazie al lavoro, nel 2019, dell’Osservatorio regionale sulle liste d’attesa e le prestazioni di specialistica ambulatoriale di ricovero, mentre dal 2015 la rilevazione dei tempi d’attesa, inizialmente trimestrale, è stata da noi disposta a cadenza settimanale.

La situazione, quindi, sarà monitorabile anche settimana per settimana. Attraverso un cruscotto regionale, ogni settimana vengono infatti rilevate le prenotazioni effettuate e quelle garantite entro i tempi standard. I dati di performance sono pubblicati anche sul nostro sito, in modo da garantire la massima trasparenza. Ovviamente, c’è anche un tema che riguarda il contributo del privato accreditato e il potenziamento della telemedicina per le patologie croniche da monitorare. L’obiettivo principale è quello della maggior produzione e anche dell’appropriatezza.

Saranno predisposti percorsi di accesso alle visite specialistiche, univoci e standardizzati per le patologie più frequenti, con diverse classi di priorità che consentono al medico la scelta più appropriata per i pazienti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Io ringrazio l’assessore per la risposta, tuttavia non posso esimermi dall’evidenziare come ci siano due ordini di problematiche.

Noi in questa interpellanza ne abbiamo focalizzato uno, quello dell’attività chirurgica ospedaliera in day hospital, non sostanzialmente la prima visita, o le visite di accertamento, che sono egualmente importanti e sono sicuramente anche le più numerose.

Si dice che le urgenze sono sempre state garantite, ma questo è smentito sostanzialmente dai numeri. Se abbiamo, infatti, in quel momento, a marzo, nell’area di Bologna 14.000 pazienti oltre i tempi massimi, di questi 1.184 nella fascia A, cioè quella urgente, sicuramente non abbiamo rispettato la tempistica rispetto all’attività considerata urgente.

Prendo atto che il momento sia complesso, quindi saremmo ingenerosi o distratti se noi non lo considerassimo e non valutassimo quello che è successo nella complessità in questi due anni, però ci saremmo aspettati, ad esempio per quanto riguarda questa specifica situazione, quella dell’attività chirurgica, che in qualche modo venisse individuata una soluzione pratica. Noi sappiamo perfettamente che vi sono delle realtà ospedaliere in cui le sale operatorie non sono operative tutti i giorni, e non è che non sono operative tutti i giorni perché ci sono persone che non vogliono lavorare, ma non sono operative tutti i giorni perché l’organizzazione dell’attività è fatta in modo tale che non ci sia un utilizzo a pieno regime. Allora diventa un problema sicuramente anche di personale, ma allora vuol dire che la soluzione deve essere ricercata a monte, in una diversa organizzazione, in una diversa considerazione dell’attività e in un diverso utilizzo del personale medico e infermieristico.

Il fatto che vi sia una sorta di ricognizione settimanale, piuttosto che mensile, che ci restituisce i dati in maniera più puntuale è tutto molto interessante, ma io credo che la pandemia che ha impietosamente determinato la dilatazione di queste liste d’attesa imponga una diversa organizzazione dell’attività. Poi, se la soluzione è – così approfitto per interagire con lei, visto che non l’abbiamo potuto fare recentemente in Commissione – che dobbiamo acquisire una quota maggiore di sanità privata in collaborazione con la sanità pubblica, parliamone. Però, io credo che una soluzione vada trovata, e la soluzione va trovata rispettando la priorità della sanità pubblica, ma tenendo presente che, verosimilmente, la sanità pubblica oggi come oggi così non può andare avanti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 5059

Interpellanza sulla situazione in cui versa la Casa della Salute di Carpaneto Piacentino (PC), con particolare riguardo all’individuazione di misure idonee al ripristino delle condizioni antecedenti alla pandemia. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 5059 sulla situazione in cui versa la Casa della salute di Carpaneto Piacentino, con particolare riguardo all’individuazione di misure idonee al ripristino delle condizioni antecedenti alla pandemia, a firma dei consiglieri Rancan e Stragliati.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Grazie, assessore.

Questa interpellanza va a far rilevare una situazione importante di una Casa della salute di un Comune del piacentino, cioè Carpaneto Piacentino. Questa struttura è stata inaugurata circa cinque anni fa, una struttura dove erano presenti, ovviamente a livello pre-pandemia, svariati servizi, quali punto prelievi, sportello CUP, assistenza domiciliare integrata, ne cito solamente alcuni, cardiologia, oculistica, ostetricia, servizio di veterinaria, consulenza familiare, pediatria di comunità, fisioterapia e altro, se non anche centro salute mentale e psicologia di base.

Secondo quello che poi è successo a livello pandemico e quindi ora post-pandemico, vi sono dei servizi che però non sono stati attivati in questa Casa della salute, questo anche a fronte di insistente richiamo all’attenzione sia per quanto riguarda la struttura, ma anche per la prospettiva da parte del sindaco di Carpaneto Piacentino, che è stato riconfermato proprio nella tornata elettorale di domenica.

Sicuramente qui ci sono un po’ di valutazioni da fare, perché si sono già effettuati vari incontri nel 2020, quindi parlo di pre-pandemia, rispetto a quelle che sono le misure che potevano essere efficaci per rendere la Casa della salute di Carpaneto Piacentino completamente funzionante e in modo ottimale, affinché possa essere realmente un servizio concreto per i cittadini della zona. Ricordiamo che Carpaneto è un paese importante per la valle in cui è ubicato perché serve anche una vallata che poi si protende anche verso la parte collinare della provincia di Piacenza.

Quindi, due potrebbero essere le strade da intraprendere, cioè rimodulare l’impiego del personale a disposizione per distribuirlo sul numero di servizi almeno pari a quelli in funzione pre-pandemico o eventualmente ampliare la struttura. Ampliare la struttura, però, vorrebbe dire andare a incidere ancora su ulteriori costi.

Questa interpellanza viene quindi portata all’attenzione della Giunta tramite una domanda, anche a fronte di ciò che è stato richiesto dal sindaco, oltretutto sindaco di Carpaneto Piacentino che aveva già specificato che era disponibile a mettere a disposizione una parte di strutture comunali per gli uffici, quindi eventualmente per ricollocare una parte dei servizi presenti nella Casa della salute e per ampliare la possibilità dei servizi per il cittadino, addirittura anche dei volontari, che potrebbero teoricamente aiutare il personale sanitario presente nella Casa della salute.

Chiediamo, quindi, cosa la Giunta può fare e vuole fare per riuscire ad ascoltare le indicazioni del sindaco, le richieste di un territorio che ha necessità che quella Casa della salute sia realmente al cento per cento, come era stato previsto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere Rancan.

Dopo adeguato confronto con la direzione generale dell’AUSL di Piacenza, ci è stata rappresentata la situazione della Casa della salute di Carpaneto, tenendo conto anche di un fatto nuovo, cioè delle indicazioni contenute nel DM n. 71, che è stato approvato recentemente dal Governo, che riguarda i modelli e gli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale, che saranno, poi, di riferimento da ora al futuro.

All’interno delle Case di comunità, la filosofia di assistenza verte sulla presa in carico continuativa nel tempo delle patologie croniche ad alta prevalenza e la specialistica ambulatoriale prevista deve essere ad essa connessa. Accanto alle attività attualmente in essere vi sono alcune prestazioni in corso di rimodulazione ‒ forse quelle a cui lei faceva riferimento ‒ tenendo conto delle carenze di personale medico-specialista a cui l’azienda sta cercando di far fronte.

Gli stessi servizi sono comunque fruibili presso la Casa della salute di Podenzano, ovvero la sede hub che, insieme a quella di Carpaneto, come sede spoke, costituisce un’unica ossatura territoriale, con due sedi erogative collegate tra loro, anche se distanti tra loro. Le prestazioni garantite sono, però, assolutamente in linea con quanto in essere prima dell’avvio della pandemia da Covid-19. In alcuni casi, sono state addirittura ampliate e aumentate, ad eccezione della necessaria sospensione di poche specialità durante il periodo Covid.

Per quanto riguarda, invece, l’aspetto strutturale dell’immobile, si precisa che al momento non abbiamo ricevuto dalla CTSS del territorio richieste di investimenti con risorse regionali o nazionali, al momento dedicate, ma possibili interventi. Siamo comunque disponibili a valutare, insieme agli Enti locali (adesso è stato rieletto il sindaco, come faceva riferimento lei) e all’azienda territoriale, i possibili investimenti necessari in futuro anche in quella direzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, assessore. Ovviamente ribadisco quello che ho detto nell’incipit della mia interpellanza: se noi prendiamo gli appelli del Sindaco di Carpaneto e prendiamo gli appelli della cittadinanza, ci rendiamo conto che sono state completamente disattese le promesse che erano state fatte alla popolazione, quando iniziarono i lavori di realizzazione costati circa 750.000 euro. Oggi quindi la Giunta, la Regione non intende dare una sterzata a quello che sarà il futuro della Casa della Salute di Carpaneto: secondo me è un errore, perché siccome mi viene detto che certo ci sono dei servizi presso la Casa della salute di Podenzano, allora mi chiedo perché sono state fatte certe promesse ai cittadini di Carpaneto e a Comuni limitrofi, e questo ovviamente è un dato politico da far rilevare.

Perché per una Casa della salute così, passatemi il termine, giovane, nel senso che ha cinque anni, una Casa della salute abbastanza giovane, dove queste promesse sono state fatte verosimilmente, quindi appena prima, questo è un dato politico importante. È un dato politico che deve essere giustamente messo all’attenzione dei cittadini.

A noi spiace molto, sicuramente è una risposta che non ci soddisfa. Pensiamo però che sulla Casa della salute di Carpaneto debba essere fatto un rilancio, tale che i servizi devono tornare ad essere quelli pre-pandemia, altrimenti, quella Casa della Salute, così serve a poco.

Grazie.

 

OGGETTO 5077

Interpellanza in ordine al mancato trasferimento degli uffici dell’Assessorato alla Sanità di Viale Aldo Moro 21 e delle sedi Ibacn negli immobili di “Palazzo Ratta-Pizzardi” e “Villa Aldrovandi Mazzacorati”, acquistati nel 2016 con l’obiettivo di ridurre la spesa per le locazioni passive. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 5077 in ordine al mancato trasferimento degli uffici dell’assessorato della sanità di via Aldo Moro 21 e delle sedi Ibacn negli immobili di Palazzo Ratta-Pizzardi e Villa Aldrovandi Mazzacorati, acquistati nel 2016 con l’obiettivo di ridurre la spesa per le locazioni passive, a firma dei consiglieri Facci e Marchetti Daniele. Risponde l’assessore Calvano.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Siamo a dicembre 2015, quando la Regione Emilia-Romagna decide di acquistare due importanti beni immobili prestigiosi: Palazzo Ratta-Pizzardi, a Bologna e Villa Aldrovandi Mazzacorati a Bologna. Costo stimato: 8,130 milioni per Palazzo Ratta-Pizzardi, oltre ad arredi pertinenziali per circa 230.000 euro, dipinti per circa 432.000 euro; e Villa Aldrovandi-Mazzacorati, per 11,560 milioni più arredi pertinenziali, per 86.450, per un totale di circa 22.270.000 euro, compresi gli oneri di trasferimento, acquistati entrambi dall’AUSL di Bologna. Come motiva la Regione questa importante spesa? Perché in questo modo si arriverà a una riduzione permanente dei costi per le locazioni passive. Perché? Perché a Palazzo Ratta-Pizzardi la Regione – si legge – intende trasferire gli uffici dell’Assessorato alle politiche per la salute, che si trovano in viale Aldo Moro 21, e in Villa Aldrovandi Mazzacorati, invece, visto l’elevato pregio architettonico e gli ampi spazi accessibili al pubblico, verranno trasferite – si legge – le tre attuali sede dell’IBACN (Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali), per i quali vi erano all’epoca tre locazioni passive, via Marsala 31, via Galliera 21 e via Marconi 8, per un complessivo di 564.000 euro annui, IVA compresa. Quindi, la Regione dice: io trasferisco la locazione passiva di via Aldo Moro e trasferisco le tre locazioni passive dell’IBACN, risparmierò all’anno circa 3.142.000 euro all’anno, IVA compresa. E quindi giustifica l’acquisto di oltre 22 milioni di euro.

Il rogito, in realtà, arriva un anno dopo, a dicembre 2016. Però, che cosa succede? Succede che, in realtà, questo non avviene. La cessazione dei contratti di locazione passiva che avrebbero dovuto determinare un risparmio annuo di oltre 3 milioni e il trasferimento degli uffici che era stato a monte dell’acquisto non avviene. Tra l’altro, nemmeno nei piani di razionalizzazione degli spazi, che è obbligatorio per legge, piano di razionalizzazione triennale, che è previsto dalla legge regionale n. 1/2014, nemmeno nell’ultimo che è disponibile, abbiamo la previsione di questi trasferimenti.

L’unico vero risparmio avviene per l’immobile di via Marconi 8, dove vi era una sede dell’IBACN e quello viene dismesso e restituito alla proprietà, ma rimangono via Galliera 21, che è stato rinnovato dal 31 dicembre 2018 al 30 dicembre 2024 a 409.000 euro all’anno, e l’immobile di via Marsala 31, di proprietà del Collegio di Spagna, fino al 30 settembre 2022, canone annuo 82.000 euro. Il più importante è sicuramente quello di via Aldo Moro 21, che viene rinnovato nell’agosto del 2019 fino all’agosto del 2025 a 2 milioni e 74.000 euro all’anno, IVA compresa. Allora è chiaro che abbiamo un acquisto di due importanti e costosi immobili, con un particolare valore, dall’AUSL, con l’obiettivo di raggiungere un risparmio sulle locazioni passive. È stato l’acquisto del dicembre 2016. Sono passati praticamente cinque anni e mezzo, la situazione è rimasta sostanzialmente la medesima.

Quindi, l’interpellanza è: per quale motivo all’acquisto di questi immobili non è stato dato seguito agli impegni assunti con la delibera del dicembre 2015, che prevedeva il trasferimento; se non ritenga che il mancato trasferimento degli uffici privi di giustificazione l’importante spesa di oltre 22 milioni di euro effettuata nel 2016; se non ritenga che in questo caso vi sia stato un utilizzo negligente delle risorse pubbliche e quali siano gli intendimenti dell’Amministrazione regionale circa la futura destinazione degli immobili di Palazzo Ratta-Pizzardi e Villa Aldrovandi Mazzacorati, tenendo conto dell’importante valore delle pertinenze e arredi ivi presenti, che necessitano certamente di oneri per la loro conservazione e per la loro custodia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Calvano, prego.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere.

Al fine di ottemperare agli impegni contenuti nella delibera n. 2.283 del 28 dicembre 2015 e in considerazione del fatto che era in corso una profonda revisione organizzativa e istituzionale sia in termini numerici di collaboratori che di modalità di svolgimento dell’attività lavorativa ed essendo un obiettivo strategico della Regione Emilia-Romagna raggiungere una maggiore funzionalità e razionalità nella distribuzione delle strutture regionali, contenendo la spesa per locazioni passive e razionalizzando e valorizzando il patrimonio regionale nell’ambito della convenzione con ERVET, oggi ART-ER, è stato attivato un progetto aggiudicato alla società Sinloc - Sistema Iniziative Locali Spa, propedeutico alla predisposizione del piano di razionalizzazione degli spazi. Da tale collaborazione ne è conseguita la redazione del documento denominato “Supporto alla valutazione preliminare del possibile utilizzo e razionalizzazione del patrimonio immobiliare regionale e stima dei possibili risparmi”, che è stato approvato dalla Giunta regionale con propria delibera n. 1052/2018.

In particolare, tale studio, richiamando nello specifico i contenuti della delibera n. 2283/2015, prevede la riqualificazione della sede di Villa Mazzacorati e la conseguente cessazione di alcune locazioni passive in essere nell’arco di tempo che va dal 2025 al 2031, mentre su Palazzo Ratta-Pizzardi non ipotizza interventi di manutenzione straordinaria, con preciso riferimento alla presenza del vincolo degli Spedali.

Per quanto riguarda gli intendimenti dell’Amministrazione regionale circa la futura destinazione degli immobili di Palazzo Ratta-Pizzardi e Villa Aldrovandi Mazzacorati, questi sono oggetto di verifica e approfondimento nell’ambito della redazione dei piani di razionalizzazione e di valorizzazione del patrimonio regionale in corso.

Ho concluso, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Facci, prego.

FACCI: Ringrazio l’assessore Calvano, perché sta mettendo la faccia in operazioni ‒ lo posso dire? ‒ spregiudicate, che sicuramente non fanno parte della sua gestione. Lo ringrazio. È coraggioso. Però che venga effettuato, come è stato fatto nel 2015-2016, un acquisto di 22 milioni di immobili con la giustificazione ‒ sono andato a risentirmi la registrazione prima della seduta di Commissione e poi della seduta d’aula ‒ che si sarebbe giunti a un risparmio delle locazioni passive e al trasferimento di uffici, che sono ancora nello stato in cui si trovano... Se non la magistratura contabile, non so chi altro debba intervenire. Sicuramente noi abbiamo il dovere di segnalarlo.

Tra l’altro, la cosa interessante ‒ la racconto così, come una nota quasi di colore ‒ è che da questi banchi dell’opposizione si sollevarono precise obiezioni ai tecnici, all’assessore che allora venne a spiegare questa importante delibera che prevede un risparmio, e si disse: “Qui noi raggiungeremo risparmi”. A chi diceva: “Guardate che stiamo andando a comprare due immobili particolari, complessi, costosissimi”... “No, qui ci sarà un’opera di risparmio”. Il fatto che si venga a dire che c’è una delibera di Giunta regionale del 2018, cioè di due anni dopo, che dovrebbe prevedere per il periodo dal 2025 al 2030 una risistemazione di questi locali, credo sia un tentativo dell’Amministrazione di provare a mettere una pezza. Ma credo che allora sia stata corretta l’impostazione di chi da questi banchi diceva “con questi soldi avete ripianato il buco dell’AUSL di Bologna”, in parte, certamente; però, io credo che non sia questa la corretta gestione del denaro pubblico da parte di questa Amministrazione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 5092

Interpellanza relativa al piano delle assunzioni e delle conversioni dei lavoratori a tempo determinato nelle strutture ospedaliere e territoriali regionali. A firma della Consigliera: Castaldini

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’oggetto 5092: interpellanza relativa al piano delle assunzioni delle conversioni dei lavoratori a tempo determinato nelle strutture ospedaliere e territoriali regionali, a firma della consigliera Castaldini.

Prego, consigliera.

 

CASTALDINI: Buongiorno, assessore. Oggi è impegnato con le risposte.

Aggiungo un pezzo. Gli avvenimenti degli ultimi giorni, come la presentazione del piano di recupero delle prestazioni, ma anche la domanda che la sanità regionale fa nel cercare di attrarre anestesisti, medici e infermieri fanno pensare ad una sanità un po’ in sofferenza.

In un certo senso si intravede un certo imbarazzo, da una parte si firmano accordi con la sanità privata, cosa che mi trova sempre totalmente d’accordo, e un po’ la fine di un modo di raccontare la sanità emiliano-romagnola molto legata a raccontare della bontà del pubblico e basta, ma si va verso una strada che è l’unica ragionevole, l’unica possibile.

Due mesi fa ho chiesto i dati sui contratti a tempo determinato dei sanitari. Non mi è stata data alcuna risposta. Anche per quanto riguarda il bilancio, avremo modo di cercare di trovare chiarezza in un ambito che sarà molto impegnativo, già lo immagino.

Viene ripetuta spesso, in questi mesi, la questione del test d’ingresso a medicina, dove noi non abbiamo una grande competenza se non nella richiesta che possiamo fare a Roma. Mi permetto, visto che tutti mi prendono un po’ in giro sulla mia insistenza sui centri estivi, di farle un piccolo esempio: per aprire un centro estivo in questa regione devono accreditarsi, facendo la SCIA per garantire la miglior qualità possibile, controlli, noi chiediamo tendenzialmente al personale che abbia un livello di qualità molto alto; quanto ad aprire totalmente i test di medicina mi trovo sempre un po’ in difficoltà nell’accettarlo fino in fondo. Qualche giorno fa avete presentato il piano di recupero delle prestazioni sanitarie non erogate, causa Covid: un piano imponente, che ha come obiettivo smaltire il 90 per cento di tutte quelle visite. Io mi sono chiesta: com’è possibile, se si utilizza un sano realismo, pensare che lo stesso personale, lasciato in arretrato per un carico di lavoro eccessivo, decine di migliaia di prestazioni, possa oggi, oltre a tutta l’attività ordinaria, anche svolgere quella straordinaria di due anni, non pensando poi allo sciopero che c’era qua sotto giusto ieri, e cioè dei premi di produzione non pagati e le indennità di comparto per le quali pare che in alcune zone siano già finiti i soldi da poter dare.

Credo che manchi un po’ di programmazione, viene lamentata, almeno, la programmazione sia dai medici strutturati sia dai dirigenti sanitari. Faccio un esempio piccolissimo: fuori ci sono 33 gradi e ancora molti non hanno capito come devono funzionare i servizi territoriali in risposta alle ondate di caldo. Lei dirà: poca cosa. Io direi il giusto perché, come lei ben sa, quando viene ricoverata una persona anziana che è vittima di ondate di calore la permanenza in ospedale è molto alta, la gestione è molto faticosa e la dimissione dall’ospedale è altrettanto faticosa.

Con questa interpellanza pongo l’accento su due aspetti e le faccio due domande. Qual è il piano delle assunzioni del prossimo triennio soprattutto in relazione a tutto il personale assunto a tempo determinato? E in caso di carenza di personale quali saranno i primi servizi a essere ridotti o a essere eventualmente chiusi? Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliera Castaldini.

Non ho risposte puntuali, anche perché il piano delle assunzioni è in itinere, però lei ha posto temi talmente importanti che dovrò dare qualche risposta almeno di scenario.

Le politiche assunzionali della… Anzi, guardi, faccio uno scambio di carte, perché forse è più chiaro. Dal 2020 ad oggi abbiamo avuto una spesa per la sanità pubblica, quindi per il personale dipendente a tempo indeterminato, di più 370 milioni di euro. Quindi, stiamo parlando di un ingente aumento di investimento sulla sanità pubblica che dal 2020 abbiamo fatto per garantire personale. Dal 2020 ad oggi i dipendenti in sanità sono 6.200, poco più di 6.000 in più, cioè il 9,3 per cento della nostra pianta organica. Quindi, in soli due anni noi abbiamo aumentato il 10 per cento di pianta organica e di questi 6.000 dipendenti in più, 540 sono medici, 3.000 sono infermieri, 1.400 OSS, 500 amministrativi, 560 tecnici sanitari.

Dal 1° gennaio 2020 ad oggi, quindi, diciamo dallo scoppio della pandemia, un mese prima, abbiamo per la sanità pubblica assunto quasi 17.000 professionisti, di cui quasi 6.000 stabilizzazioni e di cui 2.343 medici e 6.953 infermieri, più di 3.500 stabilizzazioni. Però lei mi potrà obiettare: sì, ma era l’epoca massima dell’ondata pandemica. Quindi guardiamo qual è il livello di assunzioni e di turnover di oggi, perché il turnover dal 2020 ad oggi è del 150 per cento. Quindi, per uno che se ne andava, ne abbiamo preso uno e mezzo.

Dal 1° gennaio 2022 al 31 maggio 2022, quindi i dati sono aggiornati a oggi, abbiamo assunto 1.854 dipendenti a tempo indeterminato di cui 663 stabilizzazioni e il turnover è il 100 per cento di media. Quindi, può esserci che c’è quell’ASL al 102 e quell’ASL al 98 per cento. Questo è un problema che adesso affronteremo anche con i sindacati.

Cosa faremo per garantire la sanità pubblica in Emilia-Romagna? Intanto non mordiamo… Non demordiamo… Mordiamo, anzi. Non demordiamo sulla battaglia comune per non finire in piano di rientro. Noi il 2021 lo abbiamo chiuso con un nostro stanziamento di bilancio, dal bilancio sanitario regionale di 400 milioni di euro, che sono pari alle spese Covid non rimborsate per quell’anno. Noi chiediamo allo Stato di essere messi nelle condizioni di ricevere un finanziamento per quello che abbiamo messo di nostro per coprire le spese Covid e non addossare sulle nostre spalle o diluirlo in un piano di ammortamento pluriennale le spese Covid del 2022.

Abbiamo certamente una battaglia forte a livello istituzionale da condurre per una modificazione della curva del DEFR, che a livello nazionale pone il rapporto tra la spesa del fondo sanitario nazionale e il PIL dal 7,4 per cento del 2020 fino ai livelli del 2024, ossia lo 0,1 per cento in meno rispetto al 2019. È una situazione, ovviamente, per noi insostenibile.

Ci impegneremo per un turnover del 100 per cento, Azienda per Azienda, non solo di media. Ci impegneremo per le stabilizzazioni, che abbiamo fatto a migliaia, ma continueremo a farne, anche in funzione del turnover al 100 per cento, però dobbiamo superare alcuni chiarimenti. Non sono provvedimenti legislativi. Sono interpretazioni che, però, vanno chiarite. Noi vogliamo stabilizzare quelli che hanno lavorato in Emilia-Romagna nei due anni precedenti, non chi ha lavorato in generale nel Sistema sanitario nazionale. Altrimenti, nella prima Regione che fa un bando di stabilizzazione, arrivano in numero spropositato.

Chiediamo l’eliminazione del tetto di spesa per l’applicazione del Decreto Calabria, del salario accessorio. Perché? Perché oggi il salario accessorio è una specie di torta che si deve suddividere tra il numero dei professionisti esistenti. Avendone noi 6.000 in più, il salario accessorio rischia di restringersi. Il Decreto Calabria consente alle Regioni di poter ampliare il salario accessorio, ma solo se la spesa per il personale è inferiore dell’1,4 per cento al 2004, che per noi è infattibile. Noi siamo ampiamente sopra quel livello. Quindi, chiediamo di poter eliminare il tetto di spesa.

Infine, per quello che riguarda il Piano delle liste d’attesa, dove concentreremo le assunzioni? Abbiamo adottato due provvedimenti. Il primo già con l’accordo di tutti i sindacati, quello sui pronti soccorso. Il secondo ‒ lo abbiamo presentato e lo confronteremo con le parti sociali ‒ è quello del recupero delle liste d’attesa. In questo ambito, noi avvieremo delle assunzioni. Quantificheremo, ovviamente, il numero delle assunzioni con i sindacati, anche in ragione della nostra sostenibilità economica, ma è certamente vero quello che lei diceva, che sosteneva prima anche il consigliere Facci, cioè che se noi vogliamo recuperare non tanto le prestazioni disdettate, che abbiamo già recuperato praticamente tutte... Il tema è che se lei prenota oggi una visita specialistica, un esame diagnostico o un intervento chirurgico non sempre ha la garanzia, almeno per le prestazioni monitorate, di avere il 90 per cento (quindi, zona verde) di possibilità di averlo nei tempi previsti dalla legge (30 o 60 giorni e via dicendo). Noi arriveremo a questo livello a dicembre di quest’anno, sicuramente aumentando la produzione, come gli stessi che fanno più cose. Ci sono dei modelli organizzativi che si possono applicare, per esempio tornando anche un po’ indietro al periodo pre-pandemico per quello che riguarda i tempi delle prestazioni: le collaborazioni fra ospedale e territorio, la telemedicina, il teleconsulto. Ci sono dei modelli organizzativi che possiamo prendere in esame e applicarli (li stiamo già prendendo in esame e li applicheremo). Poi ci sarà anche un piano di assunzioni per aumentare la produzione. Oltre a questo, certamente faremo ricorso anche all’acquisizione dell’attività aggiuntiva dei nostri professionisti, non solo, anche in rapporto col privato accreditato. Ricordo che il Governo ha stanziato i primi 7 milioni di euro per noi, 500 a livello nazionale, nell’aumento del fondo sanitario nazionale per accordi con il privato accreditato che noi vogliamo orientare esclusivamente al recupero dei tempi di attesa, soprattutto della chirurgia a bassa complessità.

Non saremo al 90 per cento nella chirurgia delle protesi d’anca, questo perché, soprattutto per il Rizzoli, ma non solo per il Rizzoli, noi siamo particolarmente attrattivi a livello nazionale, per cui nella lista d’attesa di quell’intervento chirurgico soltanto il 40 per cento dei cittadini è dell’Emilia-Romagna; il 60 per cento proviene da tutta l’Italia.

Con queste misure noi pensiamo gradualmente di arrivare con un piano di assunzioni mirato, a questo punto, generalizzato sul turnover, ma mirato a settori come i pronto soccorsi, come le prestazioni legate alle liste d’attesa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Io ringrazio per l’elenco corposo che ha fatto. Temo che il dato del 100 per cento di turnover non sia soddisfacente per il progetto sicuramente poderoso.

A gennaio io avevo già depositato sia articoli 30 che una serie di accesso atti e anche interrogazioni a risposta immediata, dove chiedevo conto della situazione del personale e della riorganizzazione. Sono passati sei mesi. Credo che questo nuovo piano possa essere presentato a noi prima dei prossimi sei mesi. Chiedo cioè di velocizzare, di venire in Commissione e provare a capire. Sembrava un po’ a parti invertite, sembrava più un’interrogazione a me. Ringrazio dell’elenco giusto, ma mi aspetto che ci sia anche un piano concreto, che possa essere condiviso in Commissione e che possa anche avere il nostro contributo da consiglieri regionali, perché potrebbe essere più efficace, il dialogo già in Commissione, senza aspettare l’Assemblea, e avere un quadro generale, piuttosto che specifico, a cui noi possiamo partecipare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 5115

Interpellanza relativa alle locazioni attive di Palazzo Ratta-Pizzardi e Villa Aldrovandi Mazzacorati a Bologna. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 5115 relativa alle locazioni attive di Palazzo Ratta-Pizzardi e Villa Aldrovandi Mazzacorati a Bologna, a firma dei consiglieri Facci e Marchetti Daniele.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Questa è immediatamente collegata alla precedente interpellanza. Ovviamente più giri le cose e più peggiorano (per usare un termine elegante). Si hanno sempre degli immobili acquistati a 22 milioni e rotti dalla Regione Emilia-Romagna. Tra l’altro – apro un inciso, assessore – mentre c’era l’interpellanza di mezzo sono andato a guardare la delibera n. 1052/2018: non si parla in alcun modo della cessazione della locazione di viale Aldo Moro 21, si parla di tutt’altro. Comunque, andiamo avanti.

Relativamente alla perizia di stima giurata da parte del professionista incaricato dalla Regione che ha dato questi due valori agli immobili, questi ha dato questi valori su un presupposto, e il presupposto qual era? Poiché questi due immobili erano occupati, in particolare a Palazzo Ratta-Pizzardi vi è la sede dell’AUSL Bologna, e in Villa Aldrovandi Mazzacorati due tipi di occupazione, parte l’AUSL e parte il Comune di Bologna, il perito stima locazioni a questo punto attive. Tu compri, occupati, c’è ovviamente l’occupante conduttore che corrisponde un canone, a quel punto la Regione viene ad avere un beneficio economico, quindi in base a quello attribuiamo un valore. Bene, viene stimato un canone di locazione considerato congruo in 311.000 euro all’anno per Palazzo Ratta-Pizzardi e in 450.000 euro per Villa Aldrovandi Mazzacorati, di cui 133.000 per la parte occupata dal Comune di Bologna e 318.000 per la parte in uso all’AUSL Bologna. Quindi, la Regione acquista per 22 milioni e rotti, però questi 22 milioni, questa spesa viene giustificata dal fatto che incamererà con le locazioni attive circa 760.000 euro da queste due operazioni. Questo è l’equilibrio economico sul quale si regge questo tipo di operazione.

A quel punto, ho fatto un atto ispettivo per controllare se nel corso di questi sei anni i conduttori avessero o meno corrisposto questi valori. Ebbene, Palazzo Ratta-Pizzardi, occupazione senza titolo, 31.000 euro all’anno anziché 311.000 euro all’anno, un decimo. Villa Aldrovandi Mazzacorati, in realtà il Comune di Bologna, fino a quando la concessione è durata, ha corrisposto i suoi 133.000, ma rispetta l’AUSL doveva corrispondere 318.500 all’anno, ma è stato corrisposto solo 32.336, quindi la differenza in danno della Regione dall’AUSL è 565.439,94. Poi è successo che nel 2020 la Regione Emilia-Romagna è subentrata nei rapporti contrattuali, termina la concessione a titolo oneroso con il Comune di Bologna e la Regione gliela concede a titolo gratuito dal 2020. Vogliamo capire come l’Amministrazione regionale gestisce i soldi pubblici. Obiettivamente questa vicenda, da qualsiasi parte la si voglia guardare, fa sangue. Chiediamo quindi di conoscere quali siano stati gli introiti effettivi ricevuti dalla Regione, a far data dall’acquisto degli immobili di Palazzo Ratta-Pizzardi e Villa Aldrovandi Mazzacurati, per il loro utilizzo a qualsiasi titolo da parte di terzi, per quale motivo non sia stata rispettata la valutazione di stima del calo di locazione e occupazione, ritenuto congruo nelle perizie giurate del professionista che la Regione aveva incaricato, che hanno giustificato e indirizzato il prezzo finale di acquisto dei due complessi immobiliari, se la Giunta lo ritenga fonte di danno economico per l’Ente, il mancato percepimento delle somme a titolo di canone di locazione, come indicato dal perito estimatore, quali iniziative intenda adottare la Giunta per ripristinare l’equilibrio economico-finanziario che aveva determinato l’operazione di compravendita dei due complessi immobiliari.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Assessore Calvano, prego.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere.

Con riferimento all’interpellanza in oggetto, in particolare alla determinazione del valore di mercato degli immobili Palazzo Ratta-Pizzardi e Villa Aldrovandi Mazzacorati, si precisa che i valori determinati dal perito, sia quelli di vendita che quelli di locazione, sono riferiti agli immobili liberi. Il perito non ha considerato una diminuzione di valore per lo stato di occupazione, in quanto ha ipotizzato un canone di affitto a libero mercato e il relativo introito nell’ipotesi in cui gli immobili fossero stati locati per fini non pubblici o istituzionali. L’orientamento dell’Amministrazione regionale è stato quello di mantenere nei due complessi la presenza di luoghi pubblici destinati alla socializzazione e alla cura della comunità, confermando l’utilizzo da parte dell’ASL del Comune di Bologna, applicando il canone ricognitivo previsto dall’articolo 6, comma 3, della legge regionale n. 10/2000, nella misura del 10 per cento fissato dalla DGR n. 1551/2004. Gli introiti effettivi ricevuti dalla Regione a far data dall’acquisto degli immobili di Palazzo Ratta-Pizzardi e Villa Aldrovandi Mazzacorati, per il loro utilizzo a qualsiasi titolo da parte di terzi, sono i seguenti: per Palazzo Ratta-Pizzardi, occupato interamente dall’ASL di Bologna, e per Villa Aldrovandi Mazzacorati, occupato sia dall’ASL di Bologna sia dal Comune di Bologna sia dalla società E-Distribuzione, rispettivamente il primo a titolo di indennità di occupazione per il periodo dal 31 dicembre 2016 al 29 dicembre 2021 e il secondo a titolo di canone di locazione per il periodo dal 1° gennaio 2017 al 22 dicembre 2020 e per l’uso del terreno su cui insiste la cabina di distribuzione Enel per il periodo dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021, ammontano a complessivi euro 499.628,18. Tale importo è compatibile con i disposti normativi vigenti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Ringrazio l’assessore, che mette la faccia per operazioni che hanno fatto altri. La perizia io l’ho letta. Prima di fare un’interpellanza dove chiedo conto dei valori, leggo le perizie. I valori stimati non sono per immobili liberi. Si dava esattamente conto che l’immobile fosse occupato e, proprio in base a quel canone di locazione, di occupazione ritenuto congruo, si dava la giustificazione del costo finale. Quindi, chi le ha scritto quelle cose da dire dice il falso. Forse per coprire una propria responsabilità? Non lo so. Non tocca a noi dirlo. Lo dirà qualcun altro. Il fatto che si siano ricavati complessivamente 500.000 euro, quando dovevano essere oltre 500.000 euro all’anno, evidenzia, ovviamente, che questa operazione economica fatta dalla Regione non solo è stata spregiudicata, ma è stata fallimentare, e veramente grida vendetta, o meglio, grida sicuramente a un intervento da parte di chi dovrà valutare se qui siamo di fronte o meno a un danno erariale.

Chioso con una precisazione. La delibera che lei mi ha richiamato nella risposta precedente, la 1052 del 2018, in quel piano di razionalizzazione, prevede prossimamente, per Villa Mazzacorati, una spesa, a carico ovviamente della proprietà, che è nostra, di 12 milioni. Allora si disse che non ci sarebbero stati costi di ristrutturazione, a fronte delle domande dei consiglieri del Centrodestra che dicevano “ci prendiamo in casa un immobile di tale portata, forse ci sarà una manutenzione straordinaria da fare”; “non ci sono problemi, non preoccupatevi”, la risposta. Ora 12 milioni li andremo ad aggiungere a questo sperpero di denaro pubblico di cui oggi stiamo dando testimonianza.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 5131

Interpellanza relativa alla Convenzione tra il Comune di Montecreto (MO) e la ditta K7 per la costruzione e gestione di una centralina idroelettrica in località Pian della Valle. A firma del Consigliere: Pelloni

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 5131 relativa alla Convenzione tra il Comune di Montecreto (Modena) e la ditta K7 per la costruzione e gestione di una centralina idroelettrica in località Pian della Valle, a firma del consigliere Pelloni.

Prego, consigliere Pelloni. Se vuole, la diamo per letta.

 

PELLONI: Scusi, presidente, ma il microfono del collega Facci non si staccava e non riuscivo a prendere la parola. Grazie, intanto, presidente.

Nel 2005 il Comune di Montecreto aveva approvato alcune deliberazioni per regolare la Convenzione con la ditta K7 relativa alla costruzione e gestione di una centralina idroelettrica in località Pian della Valle.

In particolare, l’atto dell’8 agosto 2006 prevedeva la cessione del diritto di superficie dei mappali del Comune di Montecreto a favore di K7 Srl, per la durata di venti anni, in cambio di una serie di oneri.

Considerato che la deliberazione n. 26 del 16 novembre 2020 del Comune di Montecreto prevede una nuova convenzione con la ditta K7, che quantifica il valore del diritto di superficie relativo ai vari mappali, appunto, in diritto di superficie in 24.564,50 euro totali, per ulteriori dieci anni. Prima erano circa 30.000 euro all’anno, quindi è stata fatta la proporzione, ovviamente, e poi arriverò alla spiegazione a voce. Esistono autorevoli pareri legali, tra cui l’Avvocatura della provincia di Modena, con cui è convenzionato anche il Comune di Montecreto e tanti altri Comuni della provincia di Modena, che, disquisendo sul tema royalty, diritti di superficie o altri diritti di godimento, sostiene: “Quanto alle royalty, occorre recepire quanto affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 46/2021. I contributi previsti da accordi negoziali sono legittimi e dovuti sino al 30.12.2018, mentre dal 01.01.2019 occorre rivedere gli accordi economici, in quanto le compensazioni meramente patrimoniali non sono legittime. Da qui discende che il Comune di Montecreto dovrà provvedere effettivamente ad una revisione degli accordi, ma ha diritto a chiedere sino al 2019 i canoni non versati in base all’originaria convenzione. Si precisa, poi, che la legittimità di tali norme è stata eccepita dinanzi alla Corte costituzionale, la quale, con sentenza del 23 marzo 2021, n. 46, ha definitivamente sancito la legittimità della disposizione di legge contenuta nella legge finanziaria del 2010”. Questo con buona pace degli operatori del settore. “La Consulta ha, però, riconfermato la necessità di una revisione degli accordi. La legge di bilancio 2018 supererebbe nelle sue previsioni tutte le incertezze interpretative sulla portata delle linee guida ministeriali e delle ulteriori disposizioni normative alla base delle vecchie convenzioni. I Comuni, quindi, possono vantare l’aspettativa di introitare quanto stabilito in convenzione ante 2010 – quindi tutte le convenzioni precedenti al 2010 – come nel caso di specie. Alla luce di tale pronuncia, a decorrere dal 1° gennaio 2019 le vecchie convenzioni dovranno essere riviste dalle parti, in conformità alle prescrizioni delle linee guida ministeriali del 2010, in combinato disposto con la sentenza della Corte costituzionale del 2021. Le compensazioni, ergo ulteriore prestazione patrimoniale, saranno corrisposte solo se volte al riequilibrio ambientale e territoriale, contenute entro i termini dei limiti percentuali, e concordate nell’ambito della Conferenza di servizi, che coinvolge tutti i soggetti interessati, in vista del provvedimento di autorizzazione della Regione, e non autonomamente tra operatori economici e Comuni”.

Io, prima di presentare questa interpellanza, presidente e assessore, ho presentato accesso agli atti chiedendo agli uffici se per la convenzione, quella del novembre 2020, ci fosse stata un’interlocuzione, l’apertura di un tavolo, di un procedimento amministrativo che coinvolgesse Regione, ARPA e tutti gli Enti, così come prevedono le norme ed era stato per la convenzione del 2005.

La centralina in questione è soggetta ad autorizzazione unica, sicché occorrerà pretendere la conferma dei relativi titoli autorizzativi, a supporto dei nuovi impegni, ritenuto che, nel caso di specie, il canone previsto dall’articolo 4 della originaria convenzione non rappresentasse un’imposizione economica senza causa, ma fosse il corrispettivo derivante dall’impegno assunto dal Comune per rendere disponibili i terreni su cui realizzare la centralina, quindi un diritto di superficie e non royalty.

Il riscontro alla richiesta del consigliere regionale, come dicevo prima, dell’articolo 30, comma 3, dello Statuto interno all’Assemblea legislativa, pratica n. 219 del 2022, “in risposta alla richiesta in oggetto, si comunica che questa Direzione non ha notizie in merito alla convenzione tra il Comune di Montecreto e la ditta K7, relativa alla costruzione e alla gestione della centralina idroelettrica in località Pian della Valle”.

Prima di passare alla parte in cui si interroga, davo la grandezza di cosa stiamo parlando. Stiamo parlando di una convenzione, che nel suo rinnovo prevede solo 24.000 euro per la durata totale della convenzione, mentre prima il Comune di Montecreto ha introitato in una decina d’anni circa 350.000 euro, notevole entità per un Ente di quelle dimensioni.

Oggi ci sono, assessore, due procedimenti, uno già concluso presso la Corte dei conti, che in sede consultiva ha già detto che è opportuna la revisione della convenzione. Io dico anche che è opportuno, ovviamente, il coinvolgimento della Regione e degli Enti preposti per un iter autorizzativo.

Spero che venga rivista questa convenzione, rideterminando gli oneri più vicini alla convenzione del 2005, non a quella del 2020, perché è molto strano che un Ente locale abbia rivisto in maniera estremamente negativa per le proprie casse una convenzione di questo tipo. Aggiungo anche che oggi la Corte dei conti per quello che concerne la determinazione del quantum, visto che credo sia appurato che è dovuto e non sono royalty, c’è un secondo esposto alla Corte dei conti che verificherà in tal senso.

Chiedo, quindi, alla Regione e alla Giunta se quanto sopra esposto è vero, se si ritiene che sia necessario far convocare, come da norma sovraordinata, la Conferenza di servizi per la modifica della convenzione del 2005, se valuta illegittima e priva di ogni efficacia la convenzione del 2020 deliberata senza le autorizzazioni necessarie.

Grazie per l’attenzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Priolo, prego.

 

PRIOLO, assessora: Come giustamente ha sottolineato il consigliere, c’è stata anche una richiesta di accesso agli atti, che è conseguente all’interpellanza che ha posto alla mia attenzione in questo momento. Ci sono due aspetti da tenere in considerazione. Uno in coerenza con quello che gli uffici le hanno risposto, ovvero il rapporto diretto convenzionale tra l’azienda e il Comune, rispetto al quale la Regione non ha un potere di decisione dal punto di vista della legittimità. L’atto è convenzionale tra i due Enti (pubblico e privato), quindi sulla legittimità ne rispondono, come peraltro ha sottolineato lei stesso, gli Enti preposti.

L’altra domanda è se non ritengo io opportuno, da questo punto di vista, attivare nuovamente la Conferenza dei servizi. Siccome la Conferenza dei servizi si fa sempre su istanza di parte, quindi l’istanza di parte non può essere, da questo punto di vista, per un procedimento di questo genere, da parte della Regione, qualora ci dovesse essere una rivisitazione dell’autorizzazione, un’istanza di parte, a quel punto, ovviamente, nell’ambito della Conferenza dei servizi stessa, noi terremo in considerazione tutti quelli che sono gli elementi che interferiscono, dal nostro punto di vista normativo e procedurale, nella eventuale autorizzazione.

Ci tengo a ribadire che da questo punto di vista non siamo nell’ambito di un procedimento rispetto al quale le istanze che lei ha posto sono nelle nostre potestà o competenze. L’aspetto evidenziato dalla Corte dei conti è attinente a una convenzione tra il Comune e la società stessa. Diversa è l’autorizzazione sulla quale noi interveniamo non soltanto per gli aspetti ambientali, ma anche per gli aspetti ‒ essendo di carattere idraulico ‒ d’interferenza con i corpi idrici. Noi ci inseriamo all’interno del procedimento, però su questi aspetti qua.

Dopodiché, se ci dovesse essere l’istanza di parte che modifica l’autorizzazione, alla luce anche di quello che lei chiede, noi, a quel punto, attiveremo tutti gli aspetti di nostra competenza. Però non possiamo essere noi, in questa fattispecie, ad attivare la Conferenza di servizi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente. Grazie, assessore, della gentile risposta, che non mi lascia, però, soddisfatto, in quanto per modificare la convenzione, credo che sia pacifico e appurato dalle norme, il tavolo della Conferenza dei servizi doveva essere attivato. Hanno modificato una Convenzione senza l’istanza di parte, e senza le autorizzazioni dovute. Credo quindi che sia priva di ogni efficacia, anzi, che sia illegittima una convenzione modificata senza tutti gli iter autorizzativi necessari.

Visto anche il vaglio della Corte dei conti, che sicuramente si è già espressa in maniera negativa rispetto ad una Convenzione che va necessariamente modificata, è stata posta un’ulteriore richiesta per quanto riguarda il quantum relativo ad un eventuale danno erariale. Visto però che è una Convenzione totalmente priva di autorizzazione, non può essere ad oggi efficace o legittima. Certamente quindi l’iter deve essere iniziato da una delle parti, su istanza di parte; però, ovviamente la Regione deve esercitare un potere di controllo per quanto concerne ovviamente il proprio iter autorizzatorio, altrimenti sarebbe un precedente estremamente importante, negativo, che valgano delle convenzioni senza le autorizzazioni necessarie, e si aprirebbe un fronte di legittimità abbastanza grave.

Non vado avanti oltre. Vedremo cosa risponderà anche la Corte dei conti, però, ovviamente qua la Regione può esercitare un potere di controllo, visto che ad oggi, sia con l’accesso agli atti che con questa interpellanza ci sono un ente o un privato che hanno violato l’iter autorizzatorio.

Io spero invece che la Regione si possa attivare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 5168

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “L.R. n. 16/2008 e s. m. i. – Programma regionale degli interventi di promozione e sostegno della Cittadinanza europea. Triennio 2022-2024”. (85)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora all’atto amministrativo 5168: proposta d’iniziativa della Giunta recante: “Legge regionale n. 16/2008 – Programma regionale degli interventi di promozione e sostegno della Cittadinanza europea. Triennio 2022-2024” (Delibera Giunta n. 722 del 9 maggio 2022).

La Commissione Bilancio e Affari generali ed istituzionali ha espresso parere favore nella seduta dell’8 giugno 2022 con la seguente votazione: 27 voti a favore, nessun contrario, 15 astenuti.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Apriamo la discussione generale. Se non ci sono interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Presidente, pensavo venisse la vicepresidente – eccola – a disquisire sul punto. È vero che è stato discusso in Commissione, ma pensavo venisse illustrato anche in Aula dalla vicepresidente rispetto a quello che è l’oggetto.

Solo alcune riflessioni in merito a questo oggetto. Partiamo da un finanziamento triennale di 800.000 euro, che vengono messi a disposizione delle Amministrazioni locali e dell’associazionismo territoriale. Queste risorse di 800.000 euro vengono messe a disposizione per la conoscenza e la diffusione dei valori europei e la partecipazione delle cittadine e dei cittadini emiliano-romagnoli alla costruzione dell’Europa e del futuro.

Viene fatta una sorta di dissertazione rispetto a quelli che sono i fondi del PNRR, promuovere i valori della cittadinanza europea, il contesto europeo, l’impegno della Regione Emilia-Romagna, le sfide post-pandemiche (si parla del Next Generation EU). Su questo tema ovviamente c’è forte preoccupazione, non soltanto dal punto di vista regionale, ma dal punto di vista italiano, di mettere a terra le risorse che l’Europa ci dà, i classici 196 miliardi che sono stati promessi all’Italia.

A che punto è la Regione Emilia-Romagna? Stiamo facendo delle Commissioni ad hoc per comprendere la situazione attuale. È evidente che la guerra in Ucraina ha modificato, a nostro modo di vedere, gli aspetti che il PNRR ci ha dato nel periodo della pandemia, e su questo tema dobbiamo essere consapevoli che difficilmente riusciremo a sfruttare tutte le risorse che l’Europa ci consegna, in ragione di una serie di problematiche che sono state evidenziate anche nel corso del tempo: difficoltà nei progetti, difficoltà nella partecipazione dei bandi, difficoltà all’interno degli Enti locali di poter progettare, soprattutto per le comunità più piccole e quindi più svantaggiate.

Poi c’è l’Europa e i giovani. Io ho fatto una ricerca, suggerita peraltro da alcuni miei colleghi, su quelle che sono le intenzioni degli italiani sull’Europa. Gliele leggo, vicepresidente: “Cosa pensano gli italiani dell’Unione europea. Rispetto all’affermazione ‘La mia voce conta nell’Unione europea’ solo il 32 per cento degli italiani si è detto d’accordo”. Quindi già abbiamo una visione italiana un po’ ostile – non voglio dire euroscettica – all’Europa. Sul Parlamento europeo solo il 39 per cento ha un’opinione positiva. Per quanto riguarda i giovani – vengo all’Europa e ai giovani – gli under 30 sono tra i più pessimisti d’Europa. Cioè in Italia i giovani under 30 non gradiscono l’Europa.

La dissertazione continua rispetto ai fondi strutturali europei e rispetto a tutta una serie di indicazioni, fino ad arrivare agli obiettivi, cioè questi 800.000 euro vengono destinati a una serie di obiettivi, che sono indicati nell’articolo 21-ter della legge n. 16/2008 e che riguardano iniziative culturali, didattiche e formative, iniziative e progetti per facilitare la conoscenza e la partecipazione di cittadini, Enti locali e associazioni scolastiche. Quindi tutte iniziative volte a capire e a far conoscere l’Europa in Italia. Destinatari di queste risorse possono essere le associazioni? Non sappiamo quali. Comuni, Unioni di Comuni eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera.

Ben vengano le risorse stanziate ai Comuni, però bisogna capire effettivamente se siamo coerenti rispetto a quello che è il passato. Cioè, noi abbiamo una disaffezione rispetto all’Europa e insistiamo a finanziare progetti che, invece, coinvolgono i cittadini italiani in Europa, cioè capire l’Europa. Questo lo abbiamo fatto nel 2017 con una programmazione triennale, adesso la facciamo nel 2022, però dalle indicazioni e dagli indicatori delle percentuali rispetto ai quali l’Italia ha un indice di gradimento sull’Europa vediamo che è un indice di gradimento molto, molto basso. Funziona, quindi? Cioè, lei è convinta che stanziare risorse per iniziative per far conoscere l’Europa ai cittadini italiani sia oggi funzionale rispetto a quelli che sono gli indicatori negativi che ci dà l’Italia? Queste sono domande a cui bisogna rispondere. Bisogna capire e comprendere se effettivamente quello che si sta facendo è giusto e corretto e se la direzione è giusta e corretta.

Mi fermo qui nell’intervento, perché avrei necessità di avere qualche risposta ulteriore da parte sua, vicepresidente, proprio in ragione degli interrogativi e degli obiettivi che si vogliono cogliere rispetto allo stanziamento di 800.000 euro.

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altri interventi in discussione generale? Consigliera Francesca Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Parto dall’interrogativo che ha lanciato il consigliere Pompignoli: vale la pena investire sulla costruzione della conoscenza e su un investimento importante di progettualità rispetto alla conoscenza e alla storia dell’Unione europea? In base ai dati che ci ha fornito, dei quali prendo atto, alla luce della sua illustrazione, è come se noi chiedessimo se vale la pena investire nell’abbandono scolastico. È una percezione che va completamente integrata rispetto a una conoscenza che noi stessi crediamo sia fondamentale nella costruzione di quella regione a vocazione europea, quale riteniamo sia l’Emilia-Romagna, che si inserisce in una serie di atti che proprio la sua Commissione sta approfondendo. Io la inserirei nella cornice principe di questa Regione e di tutte le programmazioni, ossia il Patto per il lavoro e per il clima.

Dico questo perché siamo in un momento in cui rilanciamo questa programmazione, alla luce della precedente, in cui c’è una dissertazione puntuale, io credo, che ci convince dell’importanza dello stanziamento di queste risorse. 25.000 cittadini emiliano-romagnoli hanno partecipato in un ponte generazionale, dove sicuramente c’è una priorità rispetto ai giovani, penso ai viaggi in Europa, ma io credo anche, andando nel dettaglio, così come è stato rappresentato in Commissione, un ponte generazionale anche di scambio rispetto alle iniziative che sono state messe in campo dalle associazioni, così come dagli Enti locali. Credo che oggi questo stanziamento, questa programmazione assuma un valore ancora più profondo in un contesto, un contingente europeo molto diverso dopo la pandemia, dove credo che la discussione dell’assetto, l’importanza, quello che ha rappresentato l’Europa in una situazione così drammatica, così segnata dal Covid, ci porti ad essere ancora più convinti di questa scelta. Soprattutto, all’interno di una guerra che è scoppiata nel cuore dell’Europa, che credo abbia messo a dura prova anche la tenuta di una parola che non dobbiamo mai dimenticare quando parliamo di Europa, che è l’Europa solidale, con riferimento quindi alla solidarietà rispetto ai popoli, ma soprattutto all’interno di un’Unione europea che noi intendiamo di prossimità verso i bisogni dei cittadini, più attenta al percorso di evoluzione, che anche con tutte le programmazioni europee che abbiamo discusso, dal PSR al PNRR, a tutte le sigle, vogliono essere all’interno di quella transizione digitale, di coesione sociale, di transizione energetica che ritroviamo nel piano con i quali dobbiamo essere pronti e all’altezza della sfida.

Quanto alle risorse, io credo che quando investiamo nella conoscenza in quella struttura che contribuisce a costruire anche una consapevolezza e una partecipazione…Sono stati citati gli Enti locali: credo che il dato interessante, che spero non sia sfuggito, è che proprio gli Enti locali sono stati coloro che hanno presentato 91 progetti: 62 sono stati finanziati, e 56 sono stati presentati dagli Enti locali. E di questi Enti locali la maggior parte sono stati presentati proprio da quei territori più fragili, più decentrati, che hanno colto l’opportunità, attraverso il bando, attraverso questo programma triennale, di consolidare e rafforzare le proprie competenze amministrative per essere in grado di cogliere quelle opportunità che derivano dall’Europa.

Credo che oggi, discutendo in Assemblea di questo piano triennale, che non dobbiamo mai dimenticare, arriva proprio da un’iniziativa della riforma della legge 16, che integrava la storia dell’integrazione europea e della cittadinanza europea, noi affermiamo non solo l’importanza e la verifica di quegli obiettivi del precedente triennio, ma come la costruzione della conoscenza e della cittadinanza europea sia fondamentale per accompagnare il cambiamento e governare i processi dentro ai quali siamo tutti coinvolti, a maggior ragione, dicevo, in questa fase storica complicata.

Io credo che tra gli obiettivi (colgo l’occasione per ringraziare non solo la vicepresidente, ma anche tutta la struttura, a partire dalla dottoressa Brancaleoni, e tutti coloro che sono intervenuti durante il lavoro delle Commissioni), credo che continuare questo lavoro e questo percorso mettendo in campo azioni di diversa natura, che vanno dal campo culturale alla promozione del territorio, alla formazione, sia in grande coerenza con quello che questa Regione sta cercando di portare avanti dall’inizio del mandato e che dà anche nuove prospettive ai ragazzi e al protagonismo femminile, anche capovolgendo un paradigma.

Non stiamo infatti scegliendo i giovani, anche se è l’anno europeo dei giovani, e le donne solo come beneficiari di questa programmazione, ma c’è proprio il tentativo (basti guardare quante iniziative didattiche, quante scuole hanno partecipato) di renderli protagonisti di quella costruzione della conoscenza e del protagonismo che si vogliono assumere anche nella dinamica europea.

Credo quindi che il tema dell’Europa, il tema di questa programmazione (abbiamo visto come viene spiegata bene nel documento l’Europa dell’innovazione, cioè sensibilizzare la cittadinanza regionale alle sfide della transizione ecologica, l’Europa dei diritti, sempre attività rivolte alla cittadinanza regionale, sull’educazione, sulla diversità sociale, culturale, la parità di genere) siano tutti obiettivi che concorrono anche ad una costruzione di percezione e di senso di quella che è la vita democratica dell’Europa.

Ritengo quindi che quell’interrogativo ce lo siamo posti prima, se ne vale la pena. Sarebbe utile avere anche più risorse quando si vanno a fare i punti di verifica, le clausole valutative, e si vede come anche queste risorse sono state ben impiegate e spese tutte al 100 per cento significa che quelle intuizioni di destinare delle risorse a dei temi così fondamentali. con il coinvolgimento delle giovani generazioni in particolare siano interventi che mirano al futuro, che guardano a consolidare uno spirito che questa Regione (abbiamo sempre detto che l’Emilia-Romagna è una Regione d’Europa) vuole continuare a perseguire e sul quale vuole continuare a lavorare.

Poi il tema del territorio, le persone, i territori e gli Enti locali, senza trascurare l’associazionismo. Io credo che questo sia l’altro valore aggiunto di questo programma, cioè la messa in rete e il coinvolgimento di tutte le partnership che sono le componenti della nostra comunità regionale, perché insieme sentiamo quella responsabilità, che vogliamo non rimanga solo uno slogan, di cui spesso forse si è abusato durante il periodo della pandemia, che nessuno si salva da solo, ma se abbiamo la piena consapevolezza che lo spirito europeo non è uno slogan, ma è qualcosa che va costruito ogni giorno attraverso la conoscenza. Non a caso, “Emilia-Romagna regione della CONOSCENZA” è un altro dei tratti distintivi che hanno caratterizzato, credo, l’azione della Giunta e dell’Assemblea in questi anni.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ci sono altre richieste di intervento in dibattito generale? La vicepresidente chiede di intervenire. Ha la parola.

 

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Grazie naturalmente alle consigliere e ai consiglieri intervenuti.

È un atto, questo, per noi estremamente importante, perché è un atto di programmazione triennale su delle progettualità che vogliono, come sapete, l’avete visto e ne abbiamo parlato anche in Commissione, rafforzare la consapevolezza della cittadinanza europea, di cosa implichi, quali diritti, quali doveri, quali valori stiano dietro alla cittadinanza europea, concetto stesso molto dinamico, perché noi lo sappiamo che la giurisprudenza delle Corti europee ha progressivamente attribuito una valenza sempre maggiore a questa cittadinanza. Allora, il documento che oggi speriamo che questa Assemblea voglia approvare è un documento che, come raccontavo in Commissione, da un certo punto di vista presenta il contesto. In Commissione siamo partiti da lì – lo ricorderete – e cioè qual è la contingenza attuale europea in cui stiamo affrontando l’approvazione di questo documento triennale. È una contingenza che non è mai stata tanto drammatica negli ultimi anni perché intercetta la coda lunga di una pandemia che ha investito simmetricamente tutti i Paesi dell’Unione. Misure diverse certamente, però non c’è un Paese dell’Unione che non abbia dovuto fronteggiare questa pandemia e i suoi effetti economici, sociali, ambientali, psicologici, insomma siamo alle prese ancora con la coda lunga, in cui si è innestato anche lo shock di una ripresa di un conflitto nel cuore dell’Europa.

È chiaro che, in un momento come questo, se la domanda è “Ci serve? Serve ancora?” la mia risposta non può che essere: serve ancora di più. Evidentemente non abbiamo imparato abbastanza dal nostro passato. Ricordiamo che l’Unione europea nasce come intuizione che, a continuare a voler competere nell’approvvigionamento di risorse, ma soprattutto a continuare a fomentare venti di nazionalismo forte, il nostro continente si è sempre più o meno saputo fare la guerra, prima che fosse fatto il passo di avvio della Comunità europea, che poi è diventata quella che oggi noi conosciamo come l’Unione. Quindi, oggi, che tornano a tirare venti di nazionalismo, che hanno purtroppo portato addirittura a una invasione armata di un Paese sovrano, l’Ucraina, da parte della Russia, più che mai abbiamo bisogno di investire nella conoscenza dei valori fondanti e della costruzione dell’Unione, che era proprio quella di sapere che noi, per restituire davvero sovranità alle cittadine e ai cittadini del nostro Paese, della nostra Regione, dobbiamo occuparci di restituirgliela anche a un livello istituzionale superiore, perché quello è il livello in cui possiamo sperare di affrontare alcune delle sfide che ci troviamo davanti, che guarda caso oggi vedono un investimento di risorse senza precedenti da parte dell’Unione. Ringrazio, naturalmente, il consigliere Pompignoli, anche per l’attenzione e i dati che ci ha fornito. Certo che c’è una preoccupazione su quanto dista la percezione da quello che siamo davvero in grado di mettere in campo. Se me lo consente, riprendo una parte con cui ero intervenuta anche in Commissione. La risposta alla sua domanda è complessa. Nessuno saprà mai quanto la nostra formazione personale ‒ perché di questo stiamo parlando ‒ sia dipesa dalle esperienze che abbiamo maturato nel contesto familiare, nel contesto amicale, nel contesto scolastico, nel contesto professionale. Probabilmente, è un combinato disposto di diverse esperienze che facciamo.

Ho partecipato ad un appuntamento il 9 maggio, la Festa dell’Europa, la Giornata dell’Europa, ad una bellissima iniziativa, in quel caso ero all’istituto di Vignola, con diverse scuole, quindi ragazze e ragazzi di diverse fasce d’età. Mi ha colpito l’intervento di una ragazza di una classe quinta del Linguistico. In quel caso, era un progetto di Europe Direct, una delle realtà che conoscete bene, a cui dobbiamo un grande ringraziamento per il lavoro di disseminazione che fa, di consapevolezza non solo dei valori, ma anche di come approfittarsi delle opportunità europee, molto pragmaticamente, trasformando i fondi europei in benefici sui nostri territori in termini di lavoro di qualità e buona impresa, ricerca e tutto quello che sappiamo.

Quella bella iniziativa ha visto la partecipazione diretta di questi ragazzi e ragazze, una delle quali è intervenuta dicendo “io mi ero approcciata con paura, con timore”, perché quello era un progetto inserito nell’ambito della Conferenza sul futuro dell’Unione, quindi ha proprio detto “inizialmente avevamo timore di far sentire la nostra voce, perché abbiamo pensato che cosa può contare la nostra voce nel contesto di una Conferenza istituzionale, che peraltro si tiene a centinaia di chilometri da qui”. Invece, ringraziava di quel progetto, perché grazie a quel progetto chiaramente ha potuto capire anche meglio come funzionano le istituzioni europee, sentendole in questo modo più vicine.

 Non risolveremo il problema della percezione solo con queste progettualità, ma se anche una sola di queste progettualità contribuisce… Le dico una cosa in più: c’è un motivo se da due anni a questa parte abbiamo deciso di aumentare la quota di finanziamento ai Comuni montani e interni e a quelli che abbiano avuto esito di una nuova fusione. Il motivo è proprio che ci rendiamo conto di quello che lei diceva. La percezione cioè di appartenere all’Unione sconta quelle cosiddette diseguaglianze di riconoscimento. Chiaramente, è diversa la percezione anche a seconda di quali opportunità hai nel territorio dove vivi. È chiaro quindi che investire maggiormente in quei territori dove forse si sente meno vicina l’Europa è proprio il tentativo di dire: la vostra voce conta, non conta meno delle altre, anzi, proprio per questo investiamo di più proprio nei territori dove forse c’è più scollamento.

Io credo, però, se posso aggiungere una nota personale in quest’aula, che rispetto a qualche anno fa, che pure mi è capitato di fare un’esperienza istituzionale a quel livello, qualcosa sia cambiata, in questo Paese. E se è cambiata, è cambiata anche perché ad esito della pandemia, ce lo siamo detti più volte, c’è stata un’accelerazione su alcune forme di risposta effettiva alle sofferenze del nostro territorio, del nostro tessuto sociale ed economico che prima non c’erano. Quel Next Generation EU, cioè, che qui celebriamo, non ha visto arrivare 200 miliardi di investimenti e di prestiti agevolati in tutti gli altri Paesi europei. L’Italia cioè è uno dei beneficiari maggiori di questo contributo. Mi è parso anche, quindi, che accanto a questi contributi cambiasse anche un po’ la percezione di un’Europa che troppo spesso è sembrata lontana dalle esigenze di questo territorio, che chiaramente, invece, oggi sta contribuendo alla ricostruzione post-pandemica di questo nostro territorio.

È chiaro, dipenderà da quanto siamo bravi noi ad attuare questo PNRR. Ma è proprio per quello, secondo me, che serve questo tipo di progettualità. La dico così, e ringrazio la consigliera Marchetti, perché condivido in toto il suo pensiero. È chiaro che, se abbiamo questa vocazione europea straordinaria, non è tanto o solo perché una Regione, la nostra, ha sempre investito e creduto in questa dimensione, e ringrazio anch’io tutti i nostri servizi che ci hanno lavorato, la dottoressa Brancaleoni, la dottoressa Zammarchi, tutto il servizio, il direttore Frieri, ma perché in maniera capillare, in modi forse anche imperscrutabili per certi versi, noi abbiamo disseminato cultura europea nei nostri territori, per cui non saremmo quelli che hanno speso completamente le risorse del settennato precedente e oggi si apprestano a spenderne ancora di più solo per meriti di questa nostra struttura, ma tantissimo per meriti disseminati di competenze e di progettualità europea che sono nei nostri Comuni.

In tutti i nostri Comuni, peraltro a prescindere dal colore politico, c’è una struttura forte, che è stata in grado di spendere al meglio le risorse europee della scorsa programmazione. Dico di più: oltre ai fondi strutturali, che passano, come sapete, dalla programmazione regionale, c’è una parte di fondi diretti, su cui le cittadine e i cittadini, le imprese del nostro territorio, i centri di ricerca competono direttamente e apertamente con le imprese del resto d’Europa. Se andiamo a vedere quei dati, scopriamo che anche su quei fondi diretti c’è una capacità di attrazione sul nostro territorio che è assolutamente degna di nota. È lì che noi capiamo che è successo qualcosa, poi pro quota parte la Regione prova a fare la sua avvicinando, con queste progettualità, persone nei territori, anche quelli forse più periferici, che hanno meno queste opportunità e a dargliene di più, però complessivamente il nostro è un sistema che si è fatto forte di questa consapevolezza e di come tradurre questa consapevolezza in più lavoro, migliore impresa e anche buona qualità della spesa europea, che è così fondamentale oggi, visto che abbiamo il contributo ulteriore del PNRR. Secondo me, quindi, questi progetti chiaramente non risolvono i problemi del mondo, neanche il fatto che molto spesso abbiamo contestato e continueremo a contestare all’Unione alcune politiche che magari non condividiamo, però, se mi dite “è utile?”, secondo me è fondamentale, perché, insieme alle scuole, insieme agli Europe Direct, insieme agli investimenti degli Enti locali e delle Istituzioni, contribuisce a fare da collante a quella cultura europea che è conditio sine qua non, senza la quale non saremmo riusciti a sviluppare così tanto potenziale nell’utilizzo, nella spesa, nell’approfittare delle opportunità europee e tessere relazioni con gli altri territori nostri partner, quindi grazie mille a voi.

La speranza è quella di poter proseguire così, avete visto che la conferma sarebbe di continuare a investire 270.000 euro all’anno in questa direzione, mantenendo questa attenzione particolare ai territori interni, alcune altre premialità che avete visto elencate nel documento sugli assi portanti che, come avete visto, sono innovazione, quindi transizione ecologica e digitale, pieno Green Deal e, quindi, pieno NextGenerationEU, diritti, Europa dei cittadini e delle cittadine e sviluppo territoriale. Quindi, diciamo continuità, ma innovando sempre, perché in questi progetti c’è tanto lavoro da parte dei Comuni e delle associazioni, che sono non certo per ultime per importanza, ma sono gli ultimi che voglio ringraziare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Direi che a questo punto il dibattito generale è concluso.

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Nessuno fa dichiarazioni di voto.

Passiamo alla votazione, tramite app. Diamo sessanta secondi per votare.

Chiudiamo la votazione.

 

Votanti 33

Favorevoli 23

Contrari 8

Astenuti 1

 

È approvata.

 

OGGETTO 5147

Risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire con ISMEA per sollecitare un aggiornamento delle tabelle, per l’individuazione dell’unità di costo standard per trattori e mietitrebbie finanziate dalla misura 4 del PSR, considerati anche i rincari che attualmente pesano nel settore delle macchine agricole. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso agli atti di indirizzo, con la risoluzione 5147… Cos’è successo? D’accordo. Quindi, passiamo agli atti di indirizzo, con il provvedimento 5147, risoluzione a firma del consigliere Mastacchi, risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire con ISMEA per sollecitare un aggiornamento delle tabelle per l’individuazione dell’unità di costo standard per trattori e mietitrebbie finanziate dalla Misura 4 del Piano di Sviluppo Rurale, considerati anche i rincari che attualmente pesano nel settore delle macchine agricole.

Immagino che il consigliere Mastacchi voglia illustrare la risoluzione. A lei la parola.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Lo ha già anticipato lei nel titolo. Parliamo di agricoltura, di Piano di sviluppo rurale e degli aiuti che da esso derivano. La Regione Emilia-Romagna, con delibera di Giunta n. 222 del 21 febbraio 2022, ha approvato il Bando unico regionale che dà attuazione al tipo di operazione 4.1.01, che ha come titolo “Investimenti in aziende agricole ‒ Approccio individuale di sistema del PSR 2014-2020 limitatamente all’approccio individuale per l’anno 2022”. Il tipo di operazione contribuisce al focus dell’area P2A e P3A e promuove l’ammodernamento delle aziende per migliorare l’efficienza economica, ambientale e sociale, i cui beneficiari sono le imprese agricole.

Evidenziato che, con riferimento ai trattori, alle mietitrebbie e ai nuovi impianti arborei, la spesa ammissibile a contributo viene calcolata sulla base dei documenti metodologici prodotti da ISMEA, che individuano i costi standard di trattori e mietitrebbie elaborati a livello nazionale sulla base di una metodologia certificata, ai sensi dell’articolo 62.2 del Regolamento UE n. 1305/2013.

Per le macchine agricole gli elaborati di riferimento sono l’aggiornamento 2020 della metodologia per l’individuazione delle unità di costo standard di trattori e mietitrebbie, finanziate nella Misura 4 del PSR, e gli orientamenti per la redazione e l’istruttoria delle domande relative ai progetti con costi semplificati di trattori e mietitrebbie.

Atteso che le imprese agro-meccaniche, rispetto alla campagna 2021, stanno già sostenendo nel corso del 2022 una crescita incontrollabile dei costi per svolgere la propria attività imprenditoriale e agricola, di manutenzione del territorio industriale; vista l’incidenza attuale dell’aumento delle materie prime e dei costi energetici; la raccolta dei dati alla base dell’aggiornamento delle tabelle per l’individuazione delle unità di costo standard per trattori e mietitrebbie si riferisce al periodo aprile-giugno 2020 e risulta già di per sé anacronistica.

Impegna il presidente e la Giunta regionale ad intervenire con ISMEA per sollecitare un aggiornamento delle tabelle per l’individuazione delle unità di costo standard per trattori e mietitrebbie, finanziate dalla Misura 4 del PSR, considerati anche i rincari che attualmente pesano nel settore delle macchine agricole.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ci sono richieste di intervento su questa risoluzione? Dichiarazioni di voto? Non vedo richieste. Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Velocemente, per fare un breve intervento e la nostra dichiarazione di voto sulla risoluzione 5147 del consigliere Mastacchi, un voto che è favorevole.

Abbiamo fatto qualche verifica anche con i nostri uffici che ci hanno raccontato di come l’aggiornamento dei valori richiesti dalla risoluzione sia stato recentemente pubblicato, a fine marzo 2022, dalla Rete Rurale Nazionale, in collaborazione con il Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali e con l’ISMEA.

Il provvedimento che riguarda la Sottomisura 4.1 prevede che la metodologia per l’individuazione delle opzioni semplificate in materia di costi per i trattori e le mietitrebbie sia velocizzata a causa dell’improvviso aumento dei prezzi delle materie prime e della crisi di alcuni comparti produttivi che sta influenzando pesantemente i listini delle macchine agricole.

Considerata quindi l’eccezionalità del fenomeno, gli estensori della tabella dichiarano di prevedere di effettuare un nuovo aggiornamento a fine anno. Così come ci è stato specificato che le tabelle esposte sono utilizzabili per i bandi pubblicati dal primo gennaio 2022 in poi.

La Regione ha pubblicato il bando in oggetto lo scorso mese di febbraio, pertanto, per effettuare questo tipo di aggiornamento, di norma deve intervenire attraverso due azioni: o la modifica del bando già emanato, o la modifica del Programma di sviluppo rurale 2021-2022, nel quale non è espressamente prevista l’introduzione automatica di aggiornamenti. Tuttavia, come dicevo in premessa, considerata la particolare dinamica dei prezzi, la Regione, attraverso i nostri uffici, attraverso, in particolare la Direzione agricoltura, sta verificando con la Commissione europea il percorso più opportuno per usare i nuovi costi fin dai bandi già attivati.

Siamo, quindi, favorevoli a mettere nero su bianco questo impegno, questa richiesta, che il consigliere Mastacchi ha portato all’attenzione dell’aula, quindi il nostro voto sarà favorevole.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in dichiarazione di voto? Non vedo nessuno.

Passiamo, quindi, alla votazione del documento tramite app. Sessanta secondi.

La votazione è chiusa.

Comunico il risultato:

 

Votanti 33

Favorevoli 33

 

È approvata.

 

OGGETTO 5086

Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare misure per favorire il reinserimento lavorativo di persone disoccupate di lungo periodo e, in particolare, degli ultracinquantenni. A firma dei Consiglieri: Bargi, Pompignoli, Facci, Rancan, Bergamini, Liverani, Occhi, Rainieri, Montevecchi, Delmonte, Catellani, Stragliati

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso alla risoluzione 5086, a firma dei consiglieri Bargi, Pompignoli, Facci, Rancan, Bergamini, Liverani, Occhi, Rainieri, Montevecchi Delmonte, Catellani, Stragliati, “Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare misure per favorire il reinserimento lavorativo di persone disoccupate di lungo periodo e, in particolare, degli ultracinquantenni”.

Consigliere Bargi, per l’illustrazione della risoluzione. Prego.

 

BARGI: Grazie, presidente.

Con questa risoluzione ci poniamo l’obiettivo di riportare un tema che avevamo già presentato durante il mandato precedente sotto forma di emendamento in una delle sessioni di bilancio.

In quel caso avevamo peccato, perché avevamo cercato di andare a creare un fondo ad hoc a valere sulle risorse della Regione, in questo caso, invece, scegliamo una strada diversa, ovvero quella dell’atto di indirizzo nei confronti della Giunta, perché riteniamo che tra le risorse dell’FSE+ si possono andare ad individuare – sono, comunque, risorse di carattere europeo, visto che abbiamo questa vena molto, molto europeista – risorse per questa tipologia di iniziativa.

Il tema che volevo portare all’attenzione è quello della disoccupazione di lungo periodo, un tema che conosciamo, si è allargato e diffuso nella nostra regione, arrivando a toccare dati della nostra Agenzia del lavoro di un paio di mesi fa, quando ho fatto un accesso agli atti, il numero di 50.000 persone, 50.000 persone disoccupate di lungo periodo, quindi oltre i dodici mesi, e che hanno più di cinquant’anni. Perché il combinato di queste due fattispecie di persone in cerca di collocazione lavorativa è particolarmente critico? Perché chiaramente per un’azienda investire su una persona che ha già una certa età… È ovvio che non esiste lo scaglione perfetto. Si prendono i cinquant’anni perché – e poi ve lo dirò anche a livello nazionale – intorno a quella età esistono già delle iniziative, quindi è un po’ quella che viene presa a riferimento. Però, le persone mancano dal lavoro da diverso tempo, sarebbero da formare, quante volte qui diciamo che ormai tutto si basa sull’alta formazione, c’è un amplissimo dibattito che potremmo fare su come si stanno riconvertendo gli Stati europei e su che tipo di lavoro siamo in grado di offrire noi alle prossime generazioni, ma il problema contingente oggi è che chi si è ritrovato, per crisi economica o per difficoltà, a rimanere a casa da proposte di lavoro, a essere lasciato a casa, o l’azienda è chiusa, e deve ritrovare una collocazione, se ha una certa età fa fatica perché le aziende fanno fatica a investire su queste persone.

La disoccupazione di lungo periodo, che vede nei dodici mesi la sua definizione per andare a indicare coloro che ormai non lavorano più per questo periodo, quella è la sua definizione, è il parametro che ci permette di andare a individuare delle casistiche particolarmente critiche, perché parliamo anche di chi sta finendo o ha già finito gli ammortizzatori sociali, qualora li avesse avuti. Però, la realtà dei fatti – abbiamo avuto modo di contattare tante persone in questi anni – ci porta a casi che vanno ben oltre i dodici mesi, in realtà. Quindi, quello è lo scaglione, ma poi tra quelle 50.000 persone bisognerebbe andare a capire anche quali sono le situazioni ancora più critiche perché si va ben oltre.

Cosa chiediamo noi con questo atto di indirizzo? Chiaramente nel testo facciamo tutta una serie di passaggi sul fatto che questo è un tema di interesse europeo dall’inizio del mandato scorso. Era l’anno 2015, se non ricordo male, quando all’interno dell’Assemblea veniva votata una risoluzione collegata alla Sessione Europea su questa tematica, in cui si impegnava già allora la Giunta ad avere un certo tipo di atteggiamento, che però noi non abbiamo potuto vedere ad oggi.

Abbiamo chiesto, anche alla struttura dell’Agenzia del lavoro, di farci presenti le iniziative che oggi vengono poste in essere per questa casistica. La risposta è stata molto chiara: ci è stato risposto che non esistono strumenti ad oggi adottati dalla Regione per cercare di favorire il reinserimento lavorativo dei disoccupati di lungo periodo, in particolare degli ultracinquantenni.

A livello nazionale ‒ lo dicevo prima ‒ esiste una misura, la legge n. 92/2012, che prevede per coloro che devono avere almeno un’età non inferiore a cinquant’anni e disoccupati da oltre 12 mesi la riduzione del 50 per cento dei contributi a carico del datore di lavoro per il primo anno di assunzione. Una misura che, ovviamente, tende a incentivare l’imprenditore a rivolgersi a queste categorie. Quindi, una misura fatta sull’impresa, ma che dovrebbe andare nella direzione di favorire l’assunzione di queste persone.

Chiaramente, questo deve essere in combinato disposto con un’attenzione particolare da parte dell’Agenzia del lavoro verso queste casistiche. Se non esiste una forma di sostegno particolare, se non, come è stato detto, rimandiamo alla legge nazionale, evidentemente c’è meno attenzione per favorire il reinserimento lavorativo di queste persone.

Da un lato, vogliamo porre l’accento. Dall’altro, riteniamo che ci siano lo spazio e le risorse per poter intervenire. L’altra volta, magari, si erano adottati motivi burocratici. Stavolta, con un atto di indirizzo, credo che le problematiche siano molte di meno.

Noi facciamo due proposte, anche, nell’impegno, proposte su cui si può ragionare. Non è, chiaramente, nostra intenzione andare a definire già qui oggi che strumento adottare, però fare una risoluzione, un atto di indirizzo lasciato molto blando lascia un po’ a desiderare, per quanto mi riguarda. Una delle due proposte è di andare un po’ dietro a quello che sta facendo lo Stato, e non voglio sentirmi dire come risposta “lo faccia lo Stato”. Per il Reddito di libertà tutti ad applaudire. Abbiamo anche votato all’unanimità, per carità. Quindi, lo si può fare forse ancora di più per una casistica così particolare, che ha bisogno di attenzioni particolari. Attenzione: questo è un qualcosa che fanno già anche altre Regioni nostre confinanti. Quindi, anche qui: non si usi la scusa del “ci stiamo inventando qualcosa”. L’attenzione verso questa casistica di persone in cerca di lavoro c’è già. Nelle Regioni limitrofe esistono già strumenti simili, ovvero, aiutare l’impresa, agevolare l’imprenditore nell’assunzione. L’altra forma può essere quella di individuare un percorso privilegiato, con delle risorse in più per fargli fare la formazione – siamo intervenuti e abbiamo discusso mille volte sul tema –, una sorta di percorso privilegiato per dire “ti faccio fare la formazione ma poi ti vado a collocare”. Parliamo di persone che ovviamente non sono in condizioni di particolare benessere economico. Se gli si vuol far fare formazione è necessario contribuire e aiutarli. Serve però poi anche la certezza dell’assunzione, perché è inutile perdere mesi per poi non trovarsi collocati in un posto di lavoro.

L’altra tematica che mi preme far presente è quella dello strumento del GOL. Cerco di anticipare anche la discussione, ma l’abbiamo scritto anche nel testo: sul GOL dentro il PNRR ci sono delle misure. È citato anche il tema della disoccupazione di lungo periodo, è vero. Non abbiamo capito però, quando lo abbiamo chiesto in Commissione, anche perché ancora siamo nelle fasi embrionali del GOL, se e come si deciderà di aiutare queste casistiche. Poi mi preme sottolineare che il GOL è uno strumento, come tutto il PNRR, che ha carattere di eccezionalità, non è uno strumento strutturale che rimane in pancia alla Regione, e sul quale ci si potrà appoggiare per il futuro.

Non si dà quindi una sorta di percorso con degli strumenti certi, ma si dice: oggi va così, vediamo cosa succederà col PNRR, vista la situazione attuale. Bisogna capire cosa decidono, se decidono di intervenire, manipolare, cambiare la sua destinazione, però comunque abbiamo un orizzonte di sette anni, poi si spegne.

Ecco perché a nostro avviso, invece, sarebbe importantissimo che la Regione ponesse una sua attenzione propria, con risorse, con quegli spazi di manovra, non dico risorse proprie, vanno bene anche quelle europee, ma magari a valere sui fondi strutturali, sui quali si può dare un seguito e magari, come era previsto in quella famosa risoluzione di ormai sette anni fa, di tenere aggiornata l’Assemblea su come vanno a riassorbirsi queste famose 50.000 persone: cosa sta succedendo, come evolve la situazione, se riescono a trovare collocazione. Anche perché parliamo di 50.000 persone iscritte ai Centri per l’impiego. Non scordiamoci che essere abbandonati a sé stessi porta anche a dover sopravvivere, quando scatta la sopravvivenza, anche a comportamenti che non sono a norma di legge. Mi riferisco ovviamente al lavoro nero.

Credo che questa sia una tematica di cui l’assemblea debba farsi carico, è una tematica specifica, ma questo non vuol dire che non ci siano altre casistiche sulle quali interveniamo, però, se penso ai giovani, c’è già tanto investimento, c’è già tanta attenzione, questa purtroppo è una casistica che tende a perdersi, però, come vedete, i numeri sono alti.

L’impegno lo avevamo già preso in passato, quindi sarebbe corretto portarlo a compimento, e l’occasione nasce in un momento di crisi economica, di difficoltà come questo, per cui dobbiamo attivare adesso questi strumenti, che non sono solo per sostenere qualcuno a casa, ma per cercare di collocarlo, quindi credo che abbia una valenza anche in termini di produttività e di rispetto verso la persona, che è importante da raggiungere se vogliamo considerarci una Regione seria.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altre richieste di intervento? Consigliera Maletti, prego.

 

MALETTI: Grazie, presidente.

Intanto grazie al consigliere Bargi e agli altri consiglieri che hanno presentato questa risoluzione, perché il tema dei disoccupati di lungo periodo, delle persone con più di 50-55 anni che perdono il lavoro è un argomento molto importante, molto serio, è già stato trattato altre volte in quest’aula, ma è giusto trattarlo di nuovo.

Rispetto alla risoluzione che è stata presentata e anche rispetto ai programmi che sono stati citati credo che alcune considerazioni non appaiano molto corretta, cioè quelle inserite nella risoluzione. In particolare, si scrive che “non si individuano quali potenziali, specifici beneficiari del programma GOL i soggetti over 50 o disoccupati di lungo periodo”.

A questo proposito osservo invece che il decreto del 5 novembre 2021, “Adozione del Programma nazionale per la garanzia di occupabilità dei lavoratori”, cioè GOL, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre 2021, elenca tra i beneficiari i disoccupati di lunga durata, cioè in cerca di occupazione da almeno sei mesi, e quindi anche da oltre dodici mesi, e anche i lavoratori maturi, considerati dai cinquantacinque anni e oltre, per cui possiamo dire che rientrano pienamente le categorie individuate dalla risoluzione, anche perché è possibile rientrare in GOL anche attraverso altre categorie, sempre individuate dal decreto, soprattutto i percettori di sostegno al reddito, NASPI, disoccupazione-COL e reddito di cittadinanza, tra i quali ricordo che proprio per loro c’è l’obbligo della profilatura entro il 31 dicembre 2022, per cui tutte le persone che percepiscono contributi di questo tipo entro la fine di quest’anno devono essere contattate dai Centri per l’impiego e analizzata la loro situazione, la loro situazione di formazione, la loro situazione lavorativa precedente, ma soprattutto le loro competenze e come valorizzare le loro competenze per poter accedere ad una nuova occupazione. Altre categorie che vengono tenute in considerazione sono le donne, che non è proprio una categoria specifica, ma che deve essere trasversale, le persone fragili, vulnerabili o disabili, disoccupati a seguito di cessazione di lavoro autonomo.

Inoltre, nel testo della risoluzione si dice che lo strumento del GOL fornisce, peraltro, per propria natura misure di attuazione del PNRR, come diceva il consigliere, che per il momento non prevedono carattere di strutturalità. Anche questa indicazione appare non corretta, in quanto GOL rappresenta il maggiore investimento in politiche attive del lavoro mai realizzato in Italia, ha un respiro quinquennale e non prevede solo interventi diretti a favore dei beneficiari, ma un obiettivo specifico, che è di sistema, cioè la verifica che almeno l’80 per cento dei Centri per l’impiego in ogni regione entro il 2025 deve rispettare gli standard definiti quali livelli essenziali in GOL. Questo che cosa vuol dire? Ne abbiamo già parlato in Commissione. Vuol dire assumere centinaia di persone che lavoreranno nei Centri per l’impiego, ma vuol dire una trasformazione reale e concreta dei Centri per l’impiego, che vuol dire renderli di comunità. Si usa in tanti ambiti adesso la trasformazione in Case della comunità, Centri della comunità. Ma che cosa vuol dire? Vuol dire che i Centri per l’impiego si devono trasformare e devono prendere contatto con tutte le altre realtà del territorio. Anche le imprese che oggi vengono contattate, finora venivano contattate soprattutto le imprese che avevano degli obblighi, obblighi di assunzione. Abbiamo visto che nei periodi, come quello attuale, dove basta un’ora di cassa integrazione dove questi obblighi decadono, sono state sempre meno le imprese che potevano e dovevano essere contattate.

L’obiettivo dei nuovi Centri per l’impiego, invece, è un altro: contattare tutte le imprese del territorio, quelle che hanno gli obblighi e quelle che non hanno gli obblighi. Cosa vuol dire contattare? Vuol dire profilare, vuol dire prendere contatto con queste persone che sono in cerca di occupazione e accompagnarle in questo percorso, sia facendo un insieme di percorsi formativi per valorizzare le capacità che ogni persona ha, che ogni individuo ha e le loro competenze, ma anche accompagnarle verso un percorso lavorativo.

Si evidenzia, inoltre, che le politiche attuative di GOL verranno implementate con un approccio multi-fondo che permetterà di integrare le risorse del PNRR, le risorse programmate nell’FSE+, quelle del Fondo regionale disabili e altre risorse regionali e nazionali a disposizione, per garantire a tutte le persone disoccupate di essere sostenute nei percorsi di inserimento lavorativo, garantendo la personalizzazione e, pertanto, l’adeguatezza del servizio erogato, anche in funzione dell’età anagrafica e della durata della disoccupazione.

Questo impegno permette di valorizzare il programma GOL come opportunità per rendere strutturale e universale nella nostra regione un sistema di politiche attive del lavoro fondato sulla collaborazione pubblico-privato.

Nel merito della proposta, di istituire incentivi a favore dei disoccupati di lunga durata, si evidenzia che tale normativa è stata presente nell’ordinamento e fu abrogata dalla legge n. 190/2014 a partire dal 1° gennaio 2015, lasciando in vigore gli incentivi nazionali previsti dalla legge n. 92/2012, quali il citato incentivo per over 50 disoccupati da oltre 12 mesi e l’incentivo per le donne prive di lavoro regolarmente retribuito da almeno 6 mesi.

Per costruire, quindi, un sistema di incentivi regionali con Fondi europei vanno tenute in considerazione sia le regole dell’FSE+ in materia di incentivi, anche in merito alla sovra-incentivazione, sia le regole generali in materia di incentivi all’assunzione, di cui all’articolo 31 del decreto legislativo n. 150/2015.

Ribadisco che noi riteniamo di grande attenzione il bisogno delle persone over 50 di essere occupate e anche dei disoccupati di lunga durata, ma per i motivi che ho citato per noi la risoluzione non è accoglibile e voteremo contro.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ci sono altre richieste di intervento su questa risoluzione?

Consigliera Maletti, spenga.

Non vedo richieste, neanche a sorpresa, dell’ultimo secondo.

Dichiarazioni di voto? Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Avevo un po’ previsto che poteva andare, infatti avevo già inserito nel corpo del testo della risoluzione che per quanto ci riguarda non ha senso appellarsi a degli strumenti come il GOL. Il GOL, e lo ripeto, ha un carattere di contingenza, ha un carattere, è stato detto giustamente, di planning, prevede che gli interventi poi vengano fatti; come tutto il PNRR va per fasi di avanzamento, quindi, se poi si mancano gli obiettivi, le risorse non ci sono.

Visto il periodo verso cui stiamo andando, ho qualche perplessità a credere e ad appoggiarmi troppo su questi strumenti. Se fosse un problema che abbiamo scoperto…Non è che io ho tirato fuori la pentola dell’acqua calda… È qualcosa su cui siamo in ritardo di sette anni. È qualcosa su cui siamo intervenuti durante il mandato scorso ed è stato liquidato un po’ in un “beh…”

Adesso, che lo facciamo con i guanti di velluto, giustificando il perché ci sarebbe bisogno almeno di una presa di coscienza che è uno strumento, abbiamo appena messo 800 milioni per fare degli eventi politici, perché questo sono, pro Unione europea, che sono eventi politici di parte, possiamo tirare fuori qualche risorsa, io credo, anche per i disoccupati. Sennò, comincio a fare io i convegni, parliamo di queste cose e vediamo dopo…

Avete già visto i dati di Eurobarometro che vi ha fornito prima il collega Pompignoli, che sono dati di un ente europeo, non di un pericoloso centro studi sovranista, ma di un ente europeo certificato, che dovreste conoscere, ma che evidentemente non conoscevate, e già quello mi lascia un po’ spiazzato. Possiamo andare un pochino più nel dettaglio su questi temi: ragazzi, io ho mandato una richiesta molto semplice alla nostra Agenzia del lavoro. La risposta, la cito pari pari, è: non esistono al momento politiche di lavoro, incentivi all’assunzione direttamente promossi dalla Regione Emilia-Romagna, anche attraverso l’Agenzia regionale per il lavoro a favore di disoccupati di lungo periodo oltre cinque anni. Punto.

Questo è. Non è che io sia partito da… Ho detto: dopo sette anni qualcosa si sarà mosso. Non si è mosso. Altre Regioni lo fanno: la Lombardia addirittura ha una serie di scaglioni “l’assumete a tempo indeterminato? Un vantaggio ancora più grosso”: non è un “sovra-vantaggio”, stiamo parlando di persone che hanno grosse difficoltà di ricollocamento, ed essere arrivati così lunghi e così in ritardo oggi richiede di intervenire in tempi celeri.

Il GOL. Io non ho detto che il GOL li escluda, ho detto il contrario. Il GOL parla dei disoccupati di lungo periodo. Ecco perché, quando siamo arrivati a discuterne in Commissione, ho alzato la mano, poi se mi si raccontano balle o mezze verità, c’è un problema di democrazia, e questo bisogna che lo chiariamo, perché a fare il paladino della democrazia non mi ci vedo, però dover essere sempre io a spiegare come funziona mi scoccia e, se chiedo quali sono le iniziative da mettere in campo per i disoccupati di lungo periodo, perché abbiamo in discussione la risoluzione, magari aggiorniamola, se abbiamo dei dati in più, mi si dice che ancora non è previsto niente, c’è il tema, forse se qualcuno, non so in quale stanza, io lo sto facendo qui, almeno ditemi “facciamolo sul GOL”, poteva essere accettabile come emendamento, se qualcuno in qualche stanza deciderà di intervenire, lo faremo, ma io non mi posso basare sull’ipotesi di qualcuno.

Questa è un’Assemblea che ha valore legislativo, così come di indirizzo politico, questo è l’indirizzo politico, nessuno va in galera se poi si fa diversamente, il fatto che non se lo prendano proprio a cuore, dopo due tentativi a distanza di 4-5 anni uno dall’altro, mi vien da dire che non c’è interesse, mi spiace, ci si appella ad altri strumenti, si spera che qualcosa cambi, tra due anni, se volete, ci ritroviamo qui, faccio la richiesta dei dati, faccio la richiesta delle iniziative messe in campo e torniamo a discuterne, perché secondo me (faccio questa previsione, ma la faccio quasi da mano sul fuoco) non abbiamo ancora risolto nulla, non abbiamo ancora preso in mano la situazione.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in dichiarazione di voto? Nessuno.

Passiamo alla votazione tramite app.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 34

Favorevoli 11

Contrari 21

Astenuti 2

 

È respinta.

 

OGGETTO 5073

Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo per ripristinare il credito di imposta sul carburante per i taxi al 100%, al fine di contrastare il caro carburanti tutelando di fatto un servizio imprescindibile per la mobilità delle città emiliano-romagnole. (19 04 22) A firma dei Consiglieri: Lisei, Barcaiuolo, Tagliaferri

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso alla risoluzione 5073 per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo per ripristinare il credito d’imposta sul carburante per i taxi al 100 per cento, al fine di contrastare il caro carburanti tutelando di fatto un servizio imprescindibile per la mobilità delle città emiliano-romagnole, a firma dei consiglieri Lisei, Barcaiuolo e Tagliaferri.

Prego, consigliere Barcaiuolo.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

In realtà, era già iniziata la trattazione di questa risoluzione nello scorso Consiglio. Fondamentalmente il dispositivo, come ha giustamente annunciato lei, presidente, va nel senso di garantire il credito d’imposta ai tassisti al 100 per cento. È chiaro che la situazione drammatica che tutti gli automobilisti, quindi la quasi totalità della popolazione vive ogni giorno rispetto al rincaro carburanti è un qualcosa a cui bisogna assolutamente rispondere con manovre anticicliche, rispetto, ovviamente, a chi fa del proprio percorso automobilistico il proprio lavoro, in questo caso i tassisti.

È un dispositivo semplice e asciutto, ma che ci auguriamo possa essere condiviso dall’intera aula, proprio per dare quantomeno un segnale a chi svolge questa professione.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altre richieste di intervento? Ricordo che nella seduta dell’11 maggio era stata approvata solo la questione sospensiva. Quindi, possiamo procedere nel dibattito.

Consigliere Sabattini, prego.

 

SABATTINI: Grazie, presidente.

Ricordo la discussione iniziata nella scorsa Assemblea. Nella fase concitata della fine della scorsa Assemblea avevamo chiesto di sospendere il dibattito, come evidenziato anche dal collega, per la necessità di poter fare qualche approfondimento ulteriore che ci consentisse di procedere, come faremo, al voto favorevole della risoluzione, che ‒ è vero ‒ insiste su un tema che non è di stretta competenza regionale, ma che ha un elemento di elevata importanza, anche vista la fase storica nella quale viviamo e quanto il tema energetico e dei carburanti sta diventando un fattore competitivo per il nostro sistema imprenditoriale, anche per le piccole attività che implicano il trasporto.

Uno dei fattori di costo principali viene sempre più dal carburante: lo vediamo costantemente e l’abbiamo affrontato anche in tanti dibattiti qui. Il caro-energia è un fattore di freno sia per il nostro sistema economico che per la tenuta sociale delle famiglie emiliano-romagnole.

Questa è una richiesta per farci parte attiva nei confronti del Governo, al fine di riconoscere un credito di imposta alle attività dei taxi per la parte della spesa di carburante. Lo risottolineo: non è di competenza nostra, ma riteniamo opportuna, anche a seguito delle prese di posizione del Governo nazionale, una presa in carico di questo problema, per sostenere la risoluzione e votare favorevolmente.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altre richieste di intervento?

Passiamo allora alle dichiarazioni di voto. Qualcuno si iscrive per dichiarazione di voto? Direi nessuno.

Passiamo, quindi, alla votazione, come sempre, tramite app.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 33

Contrari 0

Astenuti 0

 

È approvata.

 

OGGETTO 4174

Risoluzione per impegnare la Giunta a proporre, nella Conferenza unificata Stato-Regioni, l’introduzione, nel prossimo Programma Statistico Nazionale, di una Rilevazione Statistica campionaria quinquennale per rilevare le condizioni di vita dei detenuti e le loro valutazioni sulle azioni rieducative e riabilitative messe in campo dal sistema carcerario. A firma della Consigliera: Castaldini

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ci sarebbe la risoluzione 5041, di cui sono prima firmataria e presentatrice, ma visto che sto presiedendo e non possono essere sostituita, se non ci sono problemi da parte di nessuno, procederei con l’ordine del giorno passando alla risoluzione 4174.

Se non ci sono contrarietà, procediamo con l’oggetto 4174: risoluzione per impegnare la Giunta a proporre, nella Conferenza unificata Stato-Regioni, l’introduzione, nel prossimo Programma Statistico Nazionale, di una Rilevazione statistica campionaria quinquennale per rilevare le condizioni di vita dei detenuti e le loro valutazioni sulle azioni rieducative e riabilitative messe in campo dal sistema carcerario. La risoluzione è a firma della consigliera Castaldini.

Su questo documento insiste una proposta di emendamento a firma del consigliere Mumolo.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente e colleghi consiglieri. Mi spiace innanzitutto che non ci possa essere in questo momento il consigliere Mumolo, che ha presentato un emendamento, che io ho accettato, che credo porterà anche in questo caso a una votazione…

 

PRESIDENTE (Zamboni): Mi scusi se la interrompo. Solo per aggiornarla che a noi risulta che il consigliere Mumolo sta seguendo i lavori da remoto, quindi è collegato e la sente.

 

CASTALDINI: Bene. Perfetto. Quindi, potrà parlare. Va bene.

C’è stato un lavoro proficuo e sono contenta perché il tema è molto importante. Sono arrivata a presentare questa risoluzione, che è stata depositata a novembre, dopo essere stata sollecitata da associazioni di volontariato che vivono in carcere tutti i giorni. Queste associazioni mi hanno chiesto in maniera molto intelligente di portare in agenda la questione sempre allarmante della situazione carceraria partendo da un lavoro di conoscenza dei dati.

Nel territorio dell’Emilia-Romagna sono presenti dieci istituti di detenzione che, al 31.12.2020, contenevano 3.139 detenuti. La funzione rieducativa e riabilitativa del carcere è stabilita in maniera chiara dalla nostra Costituzione, poiché la funzione principale della detenzione, come tutti noi sappiamo, è quella di trasformare il comportamento del detenuto, di riclassificarlo socialmente e trasmettergli un nuovo quadro di valori. Tuttavia, il Comitato europeo per la prevenzione della tortura o trattamenti inumani o degradanti ha pubblicato, il 21 gennaio 2020, un report sulle patologie e sul disfunzionamento del carcere italiano.

Molte volte solo la crudezza dei numeri ci consente di non nasconderci, ma di aprire un confronto costruttivo e non ideologico. È stato così per la violenza di genere. Solo grazie allo sforzo di ISTAT, grazie anche a dirigenti coraggiosi, nel 2006 si è svolta la prima indagine sulla sicurezza delle donne, che ha fatto vedere e fatto emergere dei dati, e non si è più potuti tornare indietro. Di fatto, si è avuta un’azione politica importante e decisa da quel momento.

I dati relativi alle condizioni economiche, lavorative, abitative, socio-familiari delle persone detenute, per le quali l’Amministrazione penitenziaria dovrebbe prevedere e realizzare percorsi finalizzati al reinserimento sociale, vengono rilevati solo parzialmente dall’istituzione carceraria e non sono sufficienti per fornire elementi conoscitivi utili alla programmazione degli interventi a sostegno della popolazione detenuta e alla valutazione delle condizioni di vita nelle carceri. Mancano informazioni sull’esito finale dei percorsi di reinserimento sociale che consentano analisi e valutazioni ex post.

Lo strumento adeguato è quello delle indagini multiscopo ISTAT, che hanno proprio lo scopo di costruire l’indispensabile base informativa per la conoscenza della qualità della vita dei cittadini e per l’eventuale azione politica svolta nel suo miglioramento.

Il Programma statistico nazionale è l’atto normativo che stabilisce le rilevazioni statistiche di interesse pubblico affidato al sistema statistico nazionale. Le Regioni sono direttamente responsabili o collaborano in qualità di organo intermedio a una quota dei lavori del Programma statistico nazionale superiore al 20 per cento. I lavori a titolarità diretta, in particolare, riguardano progetti con valenza prototipale, come può essere questo.

Chiedo, quindi, alla Giunta di proporre nella Conferenza unificata Stato-Regioni l’introduzione nel prossimo Programma statistico nazionale di una rilevazione statistica campionaria quinquennale per rilevare le condizioni di vita dei detenuti, le loro valutazioni sulle azioni rieducative e riabilitative messe in campo dal sistema carcerario.

Avevo inserito nella risoluzione anche la possibilità di seguire il ciclo di vita dei carcerati e di richiedere a tre anni dall’uscita dal carcere l’effettivo grado di reinserimento nella società. Sarebbe stato un punto interessante, che ISTAT già fa in altre sue rilevazioni, ma mi è stato detto e anche suggerito dal consigliere Mumolo che questo dato forse rischiava di non essere chiaro nella richiesta e forse di non arrivare, poi, a un risultato chiaro finale. L’intento rischiava di essere un po’ annacquato. Accetto volentieri la proposta di emendamento del consigliere Mumolo che elimina questa parte.

Sarebbe già un grandissimo risultato ottenere la prima richiesta. Non solamente un risultato delle opposizioni, mio, che forse faccio dei dati della statistica un uso ampio, perché ritengo che sia fondamentale per fare politiche adeguate, ma è un risultato importante anche per la Giunta e per la Regione Emilia-Romagna, perché in questo modo si riusciranno sicuramente a fare politiche più mirate.

Ringrazio anche per l’apertura. Oggi è un’ottima giornata, per quanto mi riguarda: è stato votato tutto a favore, do questa notizia anche al consigliere Taruffi, per oggi, e poi basta, per il risultato delle amministrative. Ringrazio molto.

Spero, prevedo, che ci sarà un intervento del consigliere Mumolo. È stata una mediazione, devo dire con tutta sincerità, inaspettata. Forse si collega un po’ alle cose che raccontavo e che spiegavo stamattina, e cioè che di fronte ad una emergenza come quella della natalità, c’è un tema che credo riguardi anche l’umanità e come noi trattiamo le persone in condizioni di fragilità, che dovrebbero almeno riuscire a farci fare un passo comune.

Sulla detenzione ci sono riuscito. Sul Patto di natalità vi assicuro che per tre anni vi farò compagnia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Così come ringrazio il collega Mumolo, per il contributo che ha dato nella discussione al Gruppo e nel rapporto con la collega Castaldini per il posizionamento che io, a nome suo sto per assumere, perché è collegato, ci ascolta, ma purtroppo il Covid non gli consente di parlare e di intervenire, quindi cercherò di essere la sua voce e spero di riportare al meglio quello che avrebbe detto lui.

Parto dal fatto che non possiamo che condividere la richiesta volta ad ampliare l’offerta informativa del settore giustizia, con l’obiettivo di rispondere in modo più preciso ed esaustivo alla domanda di statistiche. Oggi i report statistici su questo ambito sono estremamente utili anche per le politiche regionali, tenuto conto delle importanti competenze che come Regione mettiamo in campo per il reinserimento, nella società, delle persone che finiscono il periodo di detenzione. Per loro la Regione ha scelto di programmare interventi di formazione e integrazione lavorativa, in particolare con progetti di inserimento sociale fondati sul lavoro rivolto agli adulti detenuti, che godono di misure alternative alla pena detentiva, in particolare, percorsi di formazione e inserimento professionale rivolti a minori e giovani sottoposti a procedimento penale.

L’obiettivo è ovviamente quello di contrastare la discriminazione sociale e l’esclusione formativa delle persone che hanno vissuto l’esperienza detentiva attraverso la formazione. In particolare, gli interventi sono finalizzati a prevenire la recidiva e a rafforzare le persone nella fase delicata delle dimissioni, accompagnandole verso una reale integrazione nella società, fondata appunto sul lavoro.

La Regione di suo svolge già una relazione sanitaria sugli istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna, un documento utile che ci consente di tracciare il profilo di salute delle persone detenute e, al contempo, di analizzare le attività che vengono svolte all’interno degli istituti penitenziari. Occorre, tuttavia, dare atto che nei programmi statistici finora svolti c’è sempre stata un’attenzione per il settore giustizia e sicurezza nazionale grazie alla collaborazione, attiva da tempo, tra le varie istituzioni preposte alla produzione dei dati. L’offerta statistica dei lavori proposti nel Piano statistico nazionale tradizionalmente coinvolge diverse istituzioni e si focalizza su diversi aspetti della criminalità e della giustizia.

Sul tema carceri già in questa legislatura, fin dall’inizio, abbiamo fatto un lavoro importante e svolto molte attività, da ultima l’approvazione della risoluzione n. 3972, primo firmatario il consigliere Amico e secondo il collega Mumolo, per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso la Conferenza Stato-Regioni della situazione delle carceri in questa regione, per sostenere la necessità di manutenzione straordinaria di alcuni plessi e per ribadire il principio di territorialità per tutti gli istituti di pena, al fine di favorire il reinserimento nella società e sostenere anche economicamente percorsi di esecuzione penale esterna al carcere stesso.

Esprimiamo, quindi, un voto favorevole ad impegnare la Giunta regionale a proporre, nella Conferenza unificata Stato-Regioni, l’introduzione nel prossimo Programma statistico nazionale di una Rilevazione statistica campionaria quinquennale per rilevare le condizioni di vita dei detenuti e le loro valutazioni sulle azioni rieducative e riabilitative messe in campo dal sistema carcerario.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Anch’io ringrazio la collega Castaldini per aver avanzato questa proposta di lettura di quelle che sono dal punto di vista statistico, però comunque di conoscenza ulteriore di quelle che sono le condizioni delle persone attualmente detenute all’interno delle nostre carceri. Lo ricordava bene la collega Zappaterra, in questi due anni di pandemia e di criticità anche all’interno delle nostre carceri l’attenzione di questa Assemblea è stata molto alta sia per quanto riguarda le condizioni di carattere sanitario, che sono quelle per le quali abbiamo potestà diretta, ma io vorrei anche ricordare quanto e come questa Regione sia intervenuta immediatamente, allo scoppiare della pandemia, attraverso un accordo con la Cassa delle ammende per individuare alloggi temporanei all’interno dei quali ospitare persone allora ristrette, che però erano a fine pena e avevano la possibilità di trovare alloggio fuori dalle carceri, proprio per allentare la pressione dell’endemico sovraffollamento che assilla le carceri italiane, così come quelle regionali.

Così come ‒ lo ricordava sempre la collega Zappaterra ‒ una risoluzione che abbiamo approvato, ma anche gli atti ispettivi che abbiamo condotto, sia in Commissione che in quest’aula, rispetto alla condizione delle persone detenute all’interno del nostro territorio. Sappiamo come, nonostante una serie di condizioni siano andate, dal punto di vista sanitario, migliorando, ancora i problemi legati al sovraffollamento e soprattutto alla pertinenza territoriale dei detenuti e delle detenute, per esempio, sul nostro territorio siano ancora questioni da ulteriormente attenzionare e correggere, questioni che hanno a che fare anche con la possibilità di prevedere un reinserimento all’interno della società, una volta scontata la pena, e che, quindi, richiedono anche dei legami forti con il territorio all’interno del quale sono detenute, proprio perché possano, una volta terminate le condizioni restrittive, essere reintrodotte all’interno della società, quindi limitare potenzialmente anche le condizioni di recidiva alle quali siamo soliti assistere.

Così come continua a essere carente in termini di personale non solo penitenziario, ma anche dal punto di vista socio-educativo, quindi tutto ciò che serve alle persone detenute per capire quali possono essere le opportunità a loro rivolte. Quindi, ben venga anche un invito al Governo nel tenere una statistica più puntuale e aggiornata, non solo per quanto riguarda le presenze all’interno delle carceri, ma anche quelle che possono essere le opportunità.

All’interno della Commissione Parità periodicamente riportiamo il rapporto annuale del Garante dei detenuti, che credo sia uno strumento illuminante di conoscenza, anche per tutta l’Assemblea, di quelle che sono le condizioni nelle carceri. Ben venga quindi anche l’elemento statistico. Vorrei però qui anticipare quello che sarà un punto che tratteremo giovedì prossimo, proprio all’interno della Commissione parità dove il garante Cavalieri sarà presente per presentare un’iniziativa che intendiamo estendere a tutti quanti i consiglieri, non solo ed esclusivamente a quelli facenti parte della Commissione parità: parlo dell’iniziativa di pianificare nel prossimo mese di luglio un momento all’interno del quale tutti, nelle loro pertinenze territoriali specifiche di consiglieri, possano andare in delegazione contemporaneamente, presso le carceri della regione, non solo per leggere dal punto di vista statistico, ma per misurare con i propri occhi, con l’interlocuzione, con il personale penitenziario, ma anche con le delegazioni dei detenuti, un momento di conoscenza.

Io credo che la conoscenza delle carceri sia qualcosa di importante per chi esercita il nostro ruolo, e penso anche che un vissuto da portarsi come consiglieri sia quello di andare a visitarle.

Ovviamente, l’invito vale per quanto riguarda i territori di appartenenza, ma ovviamente, anche in maniera più estesa. Preannuncio quindi quello che sarà il nostro voto favorevole per quanto riguarda sia l’emendamento proposto dal consigliere Mumolo che per quanto riguarda la risoluzione della consigliera Castaldini. Mi auguro che il prossimo 16 giugno, quando ci troveremo in Commissione, possano essere raccolte diverse adesioni rispetto a questa iniziativa che intendiamo promuovere per il prossimo 15 luglio presso tutte le carceri del territorio emiliano-romagnolo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto di parlare il consigliere Bergamini. Abbiamo cinque minuti: vuole intervenire? Arriviamo alla fine del suo intervento. Prego.

 

BERGAMINI: Grazie, presidente. Sarò breve.

Arrivare ad una rieducazione dei detenuti, l’abbiamo detto tantissime volte, sicuramente è un obiettivo importante per tutti. Ma la strada che porta verso questo obiettivo è purtroppo piena di ostacoli di cui abbiamo già parlato altre volte in questa Assemblea.

Il carcere che in molte situazioni è stato necessario monitorare in questa legislatura resta purtroppo luogo di violenza, di sofferenza, dove difficilmente si riesce ad arrivare agli obiettivi attesi. Innanzitutto perché all’interno del carcere, nella moderna concezione, gli spazi liberi per la socializzazione, il rapporto tra polizia penitenziaria e detenuti è nettamente sbilanciato verso questi ultimi.

Tradotto significa che una larga misura dell’organico di polizia penitenziaria va commisurato alle esigenze, invece è stato nettamente mortificato dai tagli degli ultimi anni. Questo comporta che ogni scintilla possa portare a un’escalation di violenza vera e propria. All’interno del carcere dell’Arginone, a Ferrara, sappiamo di agenti che vengono continuamente offesi, minacciati, e gli ispettori aggrediti, episodi che soltanto per mezzo di una continua mediazione e del buonsenso del personale del carcere non degenerano ulteriormente.

Esistono, purtroppo, in Emilia-Romagna condizioni socio-culturali precarie per molti detenuti, che talvolta non hanno nemmeno gli indumenti necessari per via delle loro precarie condizioni di vita. All’interno delle carceri non sono sempre presenti in misura sufficiente gli educatori né tantomeno vi è un’organizzazione adeguata, a nostro avviso, per la gestione dei detenuti, delicatissimi, affetti da problematiche psichiatriche. In carcere, poi, mancano vere occasioni di lavoro per tutti, come abbiamo ricordato in altri momenti in quest’aula.

Il decreto legislativo n. 124 del 2 ottobre 2018 ha introdotto notevoli cambiamenti nell’ordinamento penitenziario, ma nonostante questo la situazione è ben lungi dall’avvicinarsi a una cosiddetta normalità ed efficienza. Se si escludono alcuni casi virtuosi nel bolognese di operazioni di smontaggio di parti di elettrodomestici da parte dei detenuti, oppure operazioni di sartoria o in altri ruoli svolti nell’istituto, qualche limitato laboratorio svoltosi sul territorio regionale, il lavoro propriamente detto in carcere per i detenuti resta molto spesso un miraggio. Si moltiplicano, invece, i casi di recidiva, anche a causa della difficoltà ad ottenere con alcuni Paesi accordi bilaterali che consentano di far scontare la pena nei Paesi d’origine ai cittadini stranieri.

Le mancate occasioni di rimpatrio dei detenuti stranieri, quindi, verso alcuni Paesi specifici di destinazione fanno sì che, all’uscita dal carcere, numerosi ex detenuti siano privi di permesso di soggiorno, spesso privi di documenti d’identità, senza lavoro, senza la possibilità di vero reinserimento sociale, il che provoca quasi sempre il ritorno in tempi brevi al crimine.

Per concludere, quando il clima in una qualsiasi organizzazione tende verso il malessere, come credo sia in molti casi in Emilia-Romagna, vediamo aumentare esponenzialmente i rischi di vedere deflagrare il tutto. Ben venga in questo senso un sistema di monitoraggio che ci permetta di avere il polso in maniera oggettiva della vita all’interno delle carceri, a condizione, però, che il legislatore adotti di conseguenza le politiche necessarie per migliorare le condizioni di vita all’interno degli istituti di detenzione.

Anticipo, naturalmente, il nostro voto favorevole alla risoluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Chiedo alla consigliera Castaldini se è d’accordo sulla presentazione dell’emendamento.

Chiedo se ci sono richieste di intervento sull’emendamento.

Dichiarazioni di voto congiunte sulla risoluzione e sull’emendamento. Nessuna.

Votiamo prima l’emendamento.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 32

Favorevoli 32

 

È approvato.

 

Votiamo adesso la risoluzione così emendata.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 33

Contrari 0

Astenuti 0

 

È approvata.

 

Ci vediamo domattina. Buona serata a tutti.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,31

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, ,Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, OCCHI Emiliano, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Irene PRIOLO, Elena SCHLEIN.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI, la presidente dell’Assemblea Emma PETITTI e i consiglieri Marco FABBRI e Valentina STRAGLIATI

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Barbara LORI, Alessio MAMMI, Paola SALOMONI e il consigliere Pasquale GERACE.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 5168

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "L.R. n. 16/2008 e s. m. i. – Programma regionale degli interventi di promozione e sostegno della Cittadinanza europea. Triennio 2022-2024". (85)

 

Titolo:5168 - Programma promozione e sostegno Cittadinanza europea - 2022-2024

Presenti al voto: 35

Favorevoli/Si: 24

Contrari/No: 8

Astenuti: 1

Non votanti: 2

Assenti: 15

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella; Soncini Ottavia

 

Contrari/No


Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Facci Michele; Mastacchi Marco; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano

 

Astenuti

Castaldini Valentina


Non votanti

Liverani Andrea; Zamboni Silvia

 


Assenti


Barcaiuolo Michele; Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Gerace Pasquale; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Petitti Emma; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia.

 

 

OGGETTO 5147

Risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire con ISMEA per sollecitare un aggiornamento delle tabelle, per l'individuazione dell'unità di costo standard per trattori e mietitrebbie finanziate dalla misura 4 del PSR, considerati anche i rincari che attualmente pesano nel settore delle macchine agricole. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

Titolo:5147 - Risoluzione cons. Mastacchi (unità di costo standard trattori e mietitrebbie)

Presenti al voto:34

Favorevoli/Si:33

Non votanti:1

Assenti:16

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bargi Stefano; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Costa Andrea; Daffadà Matteo; Facci Michele; Felicori Mauro; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Soncini Ottavia; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Zamboni Silvia


Assenti


Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Costi Palma; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Gerace Pasquale; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Petitti Emma; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Sabattini Luca; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia.

 

OGGETTO 5086

Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare misure per favorire il reinserimento lavorativo di persone disoccupate di lungo periodo e, in particolare, degli ultracinquantenni. A firma dei Consiglieri: Bargi, Pompignoli, Facci, Rancan, Bergamini, Liverani, Occhi, Rainieri, Montevecchi, Delmonte, Catellani, Stragliati

 

Titolo:5086 - Risoluzione cons. Bargi e altri (reinserimento lavorativo di persone disoccupate)

 

Presenti al voto:35

Favorevoli/Si:11

Contrari/No:21

Astenuti:2

Non votanti:1

Assenti:15

 

Favorevoli/Si


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Facci Michele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano

 

Contrari/No


Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti

Amico Federico Alessandro; Taruffi Igor


Non votanti

Zamboni Silvia


Assenti


Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Gerace Pasquale; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Petitti Emma; Piccinini Silvia; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia.

 

OGGETTO 5073

Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo per ripristinare il credito di imposta sul carburante per i taxi al 100%, al fine di contrastare il caro carburanti tutelando di fatto un servizio imprescindibile per la mobilità delle città emiliano-romagnole.A firma dei Consiglieri: Lisei, Barcaiuolo, Tagliaferri

 

Titolo: 5073 - Risoluzione cons. Lisei e altri (ripristino credito di imposta carburante per taxi al 100%)

 

Presenti al voto:35

Favorevoli/Si:33

Non votanti:2

Assenti:15

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Facci Michele; Felicori Mauro; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Pompignoli Massimiliano; Zamboni Silvia

 


Assenti


Bargi Stefano; Bonaccini Stefano; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Gerace Pasquale; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Marchetti Daniele; Petitti Emma; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia.

 

OGGETTO 4174

Risoluzione per impegnare la Giunta a proporre, nella Conferenza unificata Stato-Regioni, l'introduzione, nel prossimo Programma Statistico Nazionale, di una Rilevazione Statistica campionaria quinquennale per rilevare le condizioni di vita dei detenuti e le loro valutazioni sulle azioni rieducative e riabilitative messe in campo dal sistema carcerario. A firma della Consigliera: Castaldini

 

Titolo: 4174 - Em. 1 a firma del cons. Mumolo

 

Presenti al voto: 33

Favorevoli/Si: 33

Assenti: 17

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Facci Michele; Felicori Mauro; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella; Zamboni Silvia

 


Assenti


Barcaiuolo Michele; Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Gerace Pasquale; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Petitti Emma; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia.

 

Titolo: 4174 - Risoluzione cons. Castaldini (Condizioni di vita dei detenuti)

 

Presenti al voto: 35

Favorevoli/Si: 34

Non votanti: 1

Assenti: 15

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Facci Michele; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella; Zamboni Silvia


Non votanti

Felicori Mauro


 

Assenti


Barcaiuolo Michele; Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Gerace Pasquale; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Petitti Emma; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia.

 

Emendamento

OGGETTO 4174

Risoluzione per impegnare la Giunta a proporre, nella Conferenza unificata Stato-Regioni, l'introduzione, nel prossimo Programma Statistico Nazionale, di una Rilevazione Statistica campionaria quinquennale per rilevare le condizioni di vita dei detenuti e le loro valutazioni sulle azioni rieducative e riabilitative messe in campo dal sistema carcerario. A firma della Consigliera: Castaldini

Emendamento 1, a firma del consigliere Mumolo

Nel dispositivo le parole “con la possibilità di seguirne il ciclo di vita e richiedere a 3 anni dall’uscita dal carcere l’effettivo grado di reinserimento nella società” sono eliminate.

(Approvato)

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Zamboni

Bergamini - Montalti

 

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