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191.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 14 FEBBRAIO 2023

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6060

Interpellanza sulla mancata connessione di molte strutture scolastiche alla Banda Ultra Larga. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

CASTALDINI (FI)

SALOMONI, assessora

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 6127

Interpellanza relativa al recupero delle liste d'attesa da parte del Sistema Sanitario Regionale anche mediante l'acquisizione di prestazioni sanitarie dal privato convenzionato. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

CASTALDINI (FI)

DONINI, assessore

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 6108

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti ad elevata specializzazione in Emilia-Romagna". (63)

(Discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6108/1/2/3/4 oggetti nn. 6444644564466447 Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

DAFFADÀ(PD)

BONDAVALLI (BP)

CALIANDRO (PD)

CUOGHI (FdI)

CASTALDINI (FI)

PICCININI (M5S)

PIGONI (BP)

ZAMBONI (EV)

COLLA, assessore

BONACCINI, presidente della Giunta

COSTI (PD)

AMICO (ERCEP)

CUOGHI (FdI)

MARCHETTI Francesca (PD)

EVANGELISTI (FdI)

DELMONTE (Lega)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 6108

Emendamenti oggetto 6108

Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,43

 

PRESIDENTE (Rainieri): Buon pomeriggio a tutti.

Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 191 del giorno 14 febbraio 2023.

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza gli assessori Corsini, Lori e Mammi.

La consigliera Montalti ha informato che si collega da remoto, a norma dell’articolo 102-bis del Regolamento.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Rainieri): Partiamo con le interpellanze.

 

OGGETTO 6060

Interpellanza sulla mancata connessione di molte strutture scolastiche alla Banda Ultra Larga. A firma della Consigliera: Castaldini

 

PRESIDENTE (Rainieri): Oggetto 6060: interpellanza sulla mancata connessione di molte strutture scolastiche alla banda ultralarga, a firma della consigliera Castaldini, a cui risponderà l’assessore Salomoni.

Prego, consigliera Castaldini.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente. Buonasera, assessore. Torno per l’ennesima volta, a quasi tre anni di distanza dalla prima interrogazione, a parlare di connessione di scuole, un progetto bello, grandioso, utile, del quale la Regione ha parlato molte volte – io dico incensandosi molto spesso – comunicando che da lì a pochi mesi tutte le scuole sarebbero state connesse.

Partiamo dal principio. Nel 2015 è stato stabilito dal Comitato interministeriale per la programmazione economica che in aree di particolare interesse didattico, logistico e produttivo dovesse essere disponibile un’offerta di connessione ultraveloce. Nel 2016 viene siglato un accordo tra Consiglio dei ministri, MiSE e Regioni per la copertura di almeno l’85 per cento della popolazione a 100 megabit per secondo, 30 Mbps per l’altro 15 per cento, e vengono destinati più di 180 milioni di euro per l’Emilia-Romagna. Passano gli anni e nel 2018 il direttore di Lepida, azienda che tutti conosciamo essendo una controllata dalla Regione, dichiara che l’obiettivo era di avere entro il 2020 tutte le scuole connesse ad una rete ultraveloce. Poi è arrivato il Covid, che da una parte ha rallentato i lavori e dall’altra ha fatto vedere a tutti quanto le infrastrutture di rete regionali fossero allo stesso tempo fondamentali, ma ancora purtroppo, dal mio punto di vista, inadeguate. Alla luce di questa fragilità il MiSE, ad agosto 2020, istituisce il Piano Scuola per connettere entro il 2022 tutte le scuole pubbliche a un gigabit al secondo. La Regione a novembre annuncia trionfalmente che entro il 2022 tutte le scuole sarebbero state connesse. Parto da una dichiarazione che lei ha fatto: “Tutti gli istituti dei centri urbani e delle aree montane devono essere messi nelle condizioni di usufruire delle nuove tecnologie e beneficiare così al massimo della connettività”. Bene. Poi, nel marzo 2021 viene approvato un accordo tra Regione, MiSE, Lepida e Infratel per la connessione di tutti i plessi scolastici e vengono individuate 1.766 scuole da connettere. Se siamo qui, è perché evidentemente qualcosa nel meccanismo della Regione si è inceppato, e parto dal novembre 2022, si prende atto che sono state connesse e attivate solamente 325 scuole nel 2021, 177 scuole nel 2022, rinviando tutto al 2023 e al 2024. Mercoledì della scorsa settimana – spero anche in vista dell’interpellanza che ci sarebbe stata – è stata aggiornata la pagina del monitoraggio ed oggi sappiamo che il dato aggiornatissimo è che ancora 1.214 scuole aspettano la connessione.

Io temo di sapere più o meno quale sarà la risposta, cioè che il problema è che i concessionari nazionali hanno avuto problemi, che ci sono stati dei ritardi non dovuti alla Regione, il che in parte è vero, lo riconosco, ma la Regione si avvale della collaborazione di Lepida, che è il braccio tecnologico della Regione sotto il controllo della Giunta, e, se ci fosse un problema nazionale generalizzato – vi chiedo – il problema riguarderebbe anche altre Regioni, invece, se consultiamo il dashboard Scuole del Ministero delle imprese e del Made in Italy aggiornato a gennaio del 2023, possiamo ricavare alcuni dati interessanti, che voglio riferire qui in aula. A livello nazionale, il 51,9 per cento delle scuole è connesso, la Regione più virtuosa è la Puglia, con il 76,5 per cento di scuole connesse, cioè 1.444 su 1.882. La Regione Emilia-Romagna è tra le Regioni con più scuole da connettere, con solamente il 37,1 per cento delle scuole connesse.

C’è un ultimo aspetto: il Ministero ha destinato le risorse per la connessione delle scuole alle scuole pubbliche, mentre la Regione ha deciso di connettere prioritariamente di FP e gli ITS, fondazioni giuridicamente istituti privati e non pubblici, sorpassando anche le scuole paritarie che fanno parte dell’istruzione pubblica. Ho chiesto se la Regione avesse chiesto a chi ha la governance del Piano scuola una deroga per poter connettere le fondazioni private al posto delle scuole pubbliche, e la risposta è stata che non ci sono state comunicazioni in questi anni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Salomoni, prego.

 

SALOMONI, assessora: Grazie, consigliera.

Io riporto alcuni dei suoi dati, partendo dall’osservazione che in realtà il dashboard nazionale è relativo esclusivamente al Piano Scuola cosiddetto 1, perché poi esiste un Piano Scuola 2, e quindi non tiene conto del fatto che il sistema regionale considerava già 1.200 scuole collegate, per cui in questo momento il numero dei plessi che è collegato in Emilia-Romagna è pari a 61,4 per cento di quelli censiti complessivamente, tenendo conto di questa quota di rete Lepida, che era già stata fatta coi piani che lei in qualche modo ha citato nella prima parte del suo intervento. La scelta di utilizzare l’in house ha comportato una conseguente decisione di collegare il 100 per cento degli istituti che erano stati censiti. Un altro approccio possibile è quello usato da alcune Regioni che non hanno l’in house; insieme a noi, invece, in termini di uso dell’in house ci sono Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento, Umbria e Valle d’Aosta, cioè chi aveva un’infrastruttura capace di reggere l’impatto di questo piano. Tutti gli altri, però, hanno ottenuto, attraverso un accordo diretto con gli operatori, la possibilità di collegare tra il 75 e l’80 per cento dei plessi complessivi, mentre noi a budget abbiamo il 100 per cento. Ora, come lei giustamente ha osservato, non siamo al 100 per cento. Quali sono le ragioni e qual è l’effettivo stato degli interventi. Noi abbiamo completamente collegato e acceso 700 plessi. Gli interventi a capo di Lepida sono 700; per due terzi sono completati; il rimanente terzo è in lavorazione avanzata, o in fase di collegamento, e si prevede che entro l’inizio dell’anno scolastico (noi contiamo i primi sei mesi dell’anno, ma per essere prudenti diciamo l’inizio dell’anno scolastico) questo lavoro su 700 plessi sia completato.

Purtroppo, le rimanenti sedi scolastiche scollegate, che sono altre 760, dipendono dagli operatori. In parte dipendono dal piano di Open Fiber, il piano a banda ultra larga di zona bianca, che come sa subisce dei rallentamenti; in parte dipendono invece da altri operatori di telecomunicazioni che hanno dichiarato di intervenire su questi plessi, ma poi, allo stato attuale, non sono in grado di concederci la fibra per collegarli alla nostra rete. Come sa, per questioni legate alle leggi sulla concorrenza, o al doppio finanziamento, noi non possiamo intervenire in nessuna di queste due classi di scuole.

Per concludere, quindi, c’è un ritardo che è dovuto all’aumento dei costi dei materiali e dell’energia, alla guerra, che hanno portato questi lavori, che sono lavori infrastrutturali, perché comportano degli scavi, a subire alcuni mesi di rallentamento. Ma per quanto riguarda la parte Lepida, i ritardi sono in fase di riduzione e chiusura, cioè non immaginiamo di avere ulteriori criticità. Nonostante ciò, resta un’importante quantità di scuole rispetto a cui è previsto l’impegno degli operatori. Noi rispetto a questo abbiamo chiesto e ottenuto dal MiSE una revisione dell’accordo perché la componente legata a Infratel, Open Fiber e al resto dell’impianto che è dovuto dagli operatori, possa terminare entro la fine del 2025. Su nessuno di questi due elementi noi abbiamo capacità di intervento, se non quello della perenne insistenza e monitoraggio, che facciamo sia direttamente come Regione sia attraverso Lepida.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliera Castaldini.

 

CASTALDINI: Io credo che ci siano vari temi. Innanzitutto c’è il tema del tempo. Ho voluto raccontare tutta la storia perché temo che questo forte ritardo e anche la differenza rispetto a Regioni che noi indichiamo sempre come non virtuose siano molto gravi.

L’altro aspetto a cui non ho avuto risposte è proprio quello legato alle scuole paritarie. Su questo io continuerò ad insistere, perché è evidente che ormai anche nella Regione Emilia-Romagna è chiaro a tutti che le scuole paritarie danno un servizio pubblico importante tanto quanto le scuole statali.

Credo che il ritardo ci obblighi almeno a cominciare l’anno scolastico e a non rimandare ancora oltre il 2023 almeno quello che è di nostra competenza, perché è evidente che dentro la mia domanda c’è una competenza enorme che riguarda la Regione Emilia-Romagna. Non è un fatto da poco: la connettività di queste scuole incide profondamente con la formazione, con la cultura, con la crescita personale. Su questo credo che non solo la Giunta si debba sentire responsabile, ma tutti noi.

Grazie, quindi, ma chiaramente non sono soddisfatta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 6127

Interpellanza relativa al recupero delle liste d’attesa da parte del Sistema Sanitario Regionale anche mediante l’acquisizione di prestazioni sanitarie dal privato convenzionato. A firma della Consigliera: Castaldini

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 6127 relativa al recupero delle liste d’attesa da parte del Sistema sanitario regionale anche mediante l’acquisizione di prestazioni sanitarie dal privato convenzionato, a firma della collega Castaldini, a cui risponderà l’assessore Donini.

Prego, consigliera.

 

CASTALDINI: Ma perché mi chiamo Valentina. È per quello. Oggi volevo festeggiare così.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Oggi è il suo giorno.

 

CASTALDINI: Gentile assessore, la domanda di oggi potrebbe sembrare una ripetizione, allora all’interno della mia illustrazione le porterò qualche caso nuovo che ho avuto modo di scoprire in questi mesi. In effetti l’impianto è quello che lei ha già avuto modo di vedere, ma c’è un dato in più che in questo mese sono riuscita a studiare e che tra poco presenterò.

A dicembre abbiamo fatto cadere il muro, almeno comunicativo, di una Regione, la nostra, che ha sempre raccontato di avere il 100 per cento di sanità pubblica e che sta lentamente ammettendo che, sì, la sanità privata ricopre un ruolo importante sia come volume di prestazioni erogate sia come qualità di servizio, e in realtà in maniera imponente il dibattito sta prendendo quella piega, cioè che è fondamentale l’apporto della sanità privata in convenzione.

Soprattutto nei momenti di ristrettezze economiche nei quali tutti piangono e allungano le mani verso il Governo in carica, è fondamentale trovare chi dà il miglior servizio e permette di risparmiare risorse. I dati che presento oggi danno una chiara indicazione del potenziale che la Regione non può lasciarsi sfuggire.

Ho chiesto in queste settimane, approfondendo quello che è il buco del bilancio preventivo 2022 in sanità, una serie di dati sui costi di interventi chirurgici fatti sia con personale delle aziende sanitarie, ma affittando le sale operatorie della sanità privata, sia in cessione di casistica, ovvero cedendo la prestazione chirurgica alla sanità privata, che utilizza sia le proprie strutture, sia il proprio personale, con alcuni dati che sono sorprendenti. Gliene cito alcuni. La rinoplastica per patologie in classe C con professionisti dell’Azienda universitaria di Ferrara costa 2.461 euro, la cessione casistica nell’ASL Romagna 1.608, ad esempio; interventi sul dorso e il collo classe C costano con i professionisti dell’ASL di Bologna 3.121 euro, ai privati sotto l’ASL Romagna 2.362.

 A questo dato sorprendente, con il quale si dimostra che il privato convenzionato non è solamente quello che di fatto chiede troppo, ma è anzi un alleato che costa meno, al quale esternalizzare sempre di più, la Regione risponde che vuole tagliare il 15 per cento delle prestazioni. Ricordiamo che il privato accreditato ha assorbito gli extra costi del caro energia, al privato accreditato non vengono riconosciuti rimborsi Covid, il privato accreditato compra farmaci e dispositivi medici e non richiede pay-back né farmaceutico, né il nuovo e tanto contestato pay-back sui dispositivi.

La Regione ho come la sensazione che rischi di preferire spendere più soldi in una prestazione chirurgica e utilizzare anche i propri medici dipendenti che esternalizzare totalmente la prestazione. Sia chiaro, io non sono un’oltranzista della sanità privata, non mi vedrete mai proporre una privatizzazione o una svendita della sanità, così come viene molto spesso definita, mi sembra però che in questo modo l’unica cosa in svendita rischi di essere la qualità del sistema e il tempo di accesso alle prestazioni da parte dei cittadini.

Chiedo in questo senso, soprattutto alla luce dei dati che ho sempre di più fra le mani, quale sia la ricetta della Regione per sanare il bilancio, tagliare le prestazioni oppure continuare a pagarle di più? Credo, come sempre (mi permetto, poi è chiaro che non è il tema della mia interrogazione), che sia arrivato il momento di una riforma globale del Sistema sanitario regionale, una vera rivoluzione che si basi sulla sussidiarietà circolare e che coinvolga tutti gli attori, non solo nell’erogazione di un servizio, ma anche nella programmazione e nella gestione.

È ormai evidente che le due gambe, Stato e privato, non bastano più. C’è una terza dimensione, che è quella della comunità e della società civile, che io ritengo sempre più fondamentale: pubblico, privato e cittadini devono potersi organizzare, decidere priorità e urgenze e poi mettere in pratica le buone decisioni.

Grazie per la sua risposta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliera Castaldini.

Il tentativo di attualizzare la sua interrogazione sostanzialmente mi offre una sorta di occasione di intervento ad un seminario, ad un convegno che necessariamente in otto minuti non riesco a svolgere. Per cui, vado per spot, per flash, anzi, non per spot. Primo: non troverà mai un virgolettato, né del sottoscritto, né di nessuna rappresentanza della Giunta regionale dell’Emilia- Romagna, che dice che noi siamo un sistema al 100 per cento di sanità pubblica come lei in modo semplificato ha detto oggi in aula, perché noi non l’abbiamo mai detto.

Noi siamo sicuramente la Regione a maggior consistenza di sanità pubblica, il che non significa che non consideriamo il privato accreditato parte del sistema, soprattutto quando è integrato al sistema pubblico sanitario regionale.

Non sono d’accordo, così lo dico subito, sull’idea di far ricorso ad una sorta di ricognizione al miglior servizio per spendere meno risorse, perché invece noi vogliamo investire sempre di più risorse nella sanità pubblica universalistica, e questa è una delle ragioni per cui non solo la nostra Regione, ma altre Regioni in Italia, che hanno una forte sanità pubblica, sia amministrate dal Centrosinistra (tantissime, la Toscana per esempio), sia amministrate dal Centrodestra (per esempio il Veneto, e molte altre) stanno con noi nel chiedere al Governo che i sistemi sanitari regionali vengano messi nelle condizioni di ricevere i finanziamenti adeguati sia al fondo sanitario nazionale, sia alle spese sostenute per la pandemia Covid.

La metto anche subito in politica. È colpa della Meloni? Non è colpa della Meloni, nel senso che la Meloni si è insediata da qualche mese, ma adesso c’è la Meloni e noi dobbiamo rivolgerci necessariamente al Governo in carica, che ha una grande responsabilità nei confronti di tutte le Regioni d’Italia, e cioè far sì che i Sistemi sanitari delle Regioni abbiano una prospettiva di sostenibilità finanziaria oppure no. E sono scelte che deve fare il Governo in carica. Non è che lo può fare il Governo di cinque anni fa o di dieci anni fa.

Per quello che riguarda il riferimento al 15 per cento, ripeto, sono notizie che sono state scritte sui giornali, che immagino riflettano delle proiezioni che si stanno facendo in sede tecnica. Non abbiamo ancora discusso politicamente nulla. È del tutto evidente che, dentro un quadro di ottimizzazione della spesa sanitaria, non è pensabile che questo sia soltanto ad appannaggio del sistema pubblico universalistico, ma deve essere nell’ambito di un sistema più allargato. Però, non essendoci ancora delle discussioni mature, non posso rispondere certamente in aula.

Per quello che riguarda – e vado a stringere – il testo che lei chiedeva, che però un po’ dà il senso di come abbiamo agito in questi anni, per esempio l’AUSL di Bologna, a cui lei faceva riferimento, a partire dal 2021 ha convocato gli ospedali privati accreditati con l’obiettivo di definire i possibili accordi al fine di contribuire allo smaltimento delle liste d’attesa, cioè all’accelerazione delle prestazioni. L’attività commissionata corrisponde alle disponibilità che ciascun ospedale privato accreditato ha concesso in extra budget per lo scorrimento delle liste d’attesa durante l’anno 2022. Ovviamente noi alla sanità privata accreditata abbiamo chiesto o gli spazi per far intervenire i nostri clinici oppure prestazioni tout court. Tale disponibilità, però, è inferiore a quanto inizialmente richiesto, cioè la disponibilità che hanno dato le strutture, in quanto gli ospedali hanno segnalato – e più volte l’hanno fatto anche sui giornali – la mancanza di un numero adeguato di chirurghi disponibili per alcune specialità, di infermieri eccetera, eccetera, che ha impedito evidentemente di dare questa risposta così come è stato richiesto a Bologna.

L’AUSL di Imola, nel corso del 2022, ha stipulato una collaborazione con l’ospedale privato accreditato “San Pier Damiano” di Faenza, finalizzata al contenimento delle liste d’attesa dei ricoveri chirurgici selettivi. L’accordo prevedeva l’utilizzo di spazi operativi della struttura privata accreditata da parte dei chirurghi generali e urologi dell’Azienda USL per un totale di circa 150 casi.

Per quello che riguarda i ricoveri programmati in Emilia-Romagna, alla fine del quarto e ultimo trimestre 2022 la casistica recuperata ammonta a 53.800 posizioni, corrispondente esattamente all’80 per cento della casistica totale, raggiungendo così l’obiettivo prefissato dal Governo per l’anno 2022. Per dare un ordine, la casistica considerata da recuperare in seguito all’ultimo confronto e monitoraggio ministeriale include tutta quella oltre tempo massimo per classe di priorità al 31 dicembre 2021, per un totale quindi, al 1 gennaio 2022, di 67.000 posizioni, quindi abbiamo recuperato, così come ci indicava il Governo, l’80 per cento di queste posizioni.

Con riferimento al finanziamento assegnato (questo è importante, perché il Governo di prima ci aveva dato una disponibilità per recuperare le liste d’attesa sulla base dedicata alla sanità privata accreditata, cioè non era spendibile in nessun altro modo quel budget), quel finanziamento assegnato dal Governo centrale per il recupero delle liste d’attesa la Regione Emilia-Romagna lo ha utilizzato tutto, per intero, quindi non ha restituito neanche 1 euro, assegnato appunto per le finalità specifiche previste. In sostanza, quindi, noi crediamo che il sistema privato accreditato sia parte del sistema della sanità emiliano-romagnola, e lo abbia dimostrato nel Covid, quando senza il contributo della sanità privata accreditata avremmo fatto molta, ma molta più fatica a reggere l’urto della pandemia, sia adesso per quanto riguarda il recupero di prestazioni.

Noi, però, non ci arrendiamo, l’idea è di difendere con le unghie e con i denti la sanità pubblica universalistica, chiedendo al Governo, come le altre Regioni stanno facendo unanimemente, di corrispondere nel Fondo sanitario nazionale e in termini di rimborsi per le spese Covid quanto abbiamo speso, cosa che ci consentirebbe una maggiore capacità di intervento anche in futuro.

Per quanto riguarda il recupero delle liste di attesa e i livelli essenziali di assistenza, se, come ha citato il Governo, anche nel 2020, anno terribile della pandemia, l’Emilia-Romagna è stata la prima Regione in termini di risposta nei livelli essenziali di assistenza, è del tutto evidente – e chiudo – che questo è un sistema che fonda le sue radici nella sanità pubblica universalistica.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie.

Io ci tenevo molto, in realtà, a questa mia illustrazione e poi anche alle parole che lei ha appena detto, perché è proprio un problema di impostazione e di visione. D’altronde, io posso avere qualsiasi idea in testa nel momento in cui comincio a far politica, ma poi la realtà si incarica sempre di far cambiare direzione, di dover decidere in altro modo.

È evidente, per i dati che ho portato, che rispetto al costo e a quello a cui noi siamo chiamati, cioè rispondere all’esigenza di salute dei cittadini, che al di là di tutte le buone intenzioni, che giustamente lei richiamava, come l’esigenza di sollecitare Roma ad una propria responsabilità, il modello organizzativo che noi abbiamo sempre utilizzato rischia di non poter più rispondere a fronte del bilancio che ci troviamo fra le mani. È per quello che dico, e lo dico per l’ennesima volta, che noi vorremmo essere coinvolti in un sistema, e anche in un nuovo modello sanitario, e in una sua riforma definitiva.

Io non ho premura che lei non utilizzi più l’espressione “al 100 per cento pubblico e universalistico”, o comunque che questo sistema sia profondamente pubblico. Mi interessa invece proprio iniziare dal principio, cioè comprendere come il privato possa sostenere non nel momento del bisogno, ma proprio dal suo pensiero, dalla nascita, in fase iniziale, la sanità della Regione Emilia-Romagna. Credo infatti che più del principio, sia interessante rispondere alle esigenze di sanità che i cittadini emiliano-romagnoli hanno.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Per quanto riguarda l’oggetto 6187, a firma Piccinini, l’accordo con l’assessore è che venga consegnata la risposta scritta.

È così conclusa la parte delle interpellanze.

 

OGGETTO 6108

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti ad elevata specializzazione in Emilia-Romagna”. (63)

(Discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6108/1/2/3/4 oggetti nn. 6444644564466447 Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo dall’oggetto 6108: progetto di legge “Attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti ad elevata specializzazione in Emilia-Romagna”.

I due relatori, la consigliera Francesca Marchetti e il consigliere Delmonte, hanno già fatto la loro relazione. Dunque, siamo nella fase della discussione generale.

Ricordo che su tale oggetto insistono due proposte di emendamento, una a firma dell’assessore Colla e una a firma del consigliere Delmonte. Ci sono anche due ordini del giorno: il n. 1, a firma Cuoghi, Evangelisti, Tagliaferri, Delmonte e Francesca Marchetti, e n. 2, a firma Costi, Zamboni, Francesca Marchetti, Zappaterra, Pigoni, Bondavalli, Bulbi, Caliandro, Daffadà, Pillati, Rontini, Fabbri e Gerace.

Chiedo ai colleghi se qualcuno vuole intervenire. Consigliere Daffadà, prego.

 

DAFFADÀ: Grazie, presidente.

Buongiorno a tutti, ai colleghi, all’assessore, alla Giunta. Tengo a complimentarmi con l’assessore Colla per questa importante proposta di legge, con la relatrice di maggioranza, il relatore di minoranza, la Presidenza della Commissione e tutti i dipendenti per la cura con cui è stato condotto l’iter di questa legge, nonché con tutti coloro che hanno partecipato alle udienze conoscitive portando un sostanziale contributo al miglioramento della legge stessa.

Dal mio territorio è venuto anche un particolare aiuto e apporto da parte dei docenti Baglioni e Prati dell’Università di Parma, che con i loro interventi hanno concorso a definire compiutamente anche i profili dei talenti, indispensabile per la creazione. di un equo sistema virtuoso di produzione della conoscenza e delle innovazioni.

Penso che questo progetto di legge risponda a una visione di prospettiva e che possa concorrere a compiere un importante passo in avanti nella direzione della competitività dell’intero sistema regionale, proseguendo sulla strada tracciata con le linee strategiche della nostra programmazione. Di certo, una volta approvato, sarà un fiore all’occhiello nella nostra legislazione regionale e anche nazionale.

Sono convinto che scommettere sui giovani, investire sul capitale umano, sulle capacità, l’ingegno, l’intelligenza, l’invenzione sia fondamentale nell’attuale contesto.

Mi preme sottolineare che nei settori orientati all’innovazione, alla ricerca e alla credibilità come Regione stiamo facendo molto e grande è l’impegno del presidente e di tutta la Giunta regionale. Di recente, infatti, è stato inaugurato il Supercomputer, che ha sede nel Tecnopolo di Bologna, destinato a progetti di ricerca, all’uso scientifico e accademico e applicazioni industriali. È stata costituita anche la rete dei tecnopoli, con undici infrastrutture che ospitano e organizzano attività e servizi specializzati. L’Emilia-Romagna si qualifica, infatti, come hub di innovazione a livello europeo.

In questo contesto si inserisce, appunto, il progetto di legge, con il quale intendiamo attrarre i talenti, creare un ambiente accogliente e competitivo che incoraggi l’afflusso di persone altamente qualificate e capaci. A chi sceglierà l’Emilia-Romagna offriamo una buona qualità di vita, sicurezza economica e inclusività.

L’intenzione della Regione è anche fornire ai nuovi lavoratori servizi di qualità per indurli a rimanere, come nidi e scuole internazionali. Al riguardo, credo sia importante ampliare e potenziare, come credo sia stato anche detto, il modello della Scuola per l’Europa di Parma, in modo tale che chi arriva dall’estero con la famiglia possa far continuare gli studi ai propri figli. Non vi nascondo anche un auspicio un po’ campanilistico, venendo dai territori della montagna, che tutto questo possa avere un riverbero anche nelle zone più periferiche, siano esse di montagna o aree interne, dove c’è disponibilità di condizioni abitative ottimali a distanze competitive dai centri di ricerca delle attività produttive.

Auspichiamo, con questo intervento legislativo, anche una possibile inversione rispetto al fenomeno cosiddetto della “fuga dei cervelli”, che vede, anche se in modo più ridotto rispetto ad altri territori del nostro Paese, la partenza di giovani attualmente qualificati verso l’estero, con grande perdita per il nostro tessuto economico e produttivo.

Sono altresì particolarmente soddisfatto del fatto che siano stati accolti alcuni emendamenti da noi proposti, supportati dal presidente della Consulta e dalla vicepresidente, Marco Fabbri e Valentina Stragliati, per un pieno coinvolgimento nel Comitato e nell’Osservatorio della Comunità dei talenti di una rappresentanza delle associazioni degli emiliano-romagnoli nel mondo.

Sono convinto che in questa ricerca e attrazione di talenti la Regione Emilia-Romagna possa attingere dalle relazioni già consolidate in particolare con le nostre comunità all’estero, che vantano protagonisti di primo piano nella vita culturale ed economica dei Paesi in cui vivono.

Da quella straordinaria risorsa e naturale alleanza potremo attingere preziose energie, moltiplicando i risultati e le opportunità che la legge può offrire.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliera Bondavalli.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Ringrazio anche io l’assessore Colla, ringrazio i relatori di maggioranza e minoranza, in particolare il lavoro importante che ha fatto la consigliera Marchetti, perché davvero questo in esame oggi è un progetto di legge che, come è stato detto, considero anche io di particolare rilevanza, a partire proprio dalla sua unicità nell’ambito del panorama nazionale.

Si tratta – lo ricordiamo – di un provvedimento che è unico in Italia, quindi questa ha rappresentato davvero una scelta anche distintiva della nostra Regione da questo punto di vista, ed è un provvedimento che affronta un tema che sicuramente è importante in questo tempo, perché sono le competenze, l’applicazione e il profilo delle esperienze che si compiono a consentire a una realtà territoriale, come ad esempio la nostra Regione, di competere con qualità, con autorevolezza, generando un contesto di vita distintiva in termini di benessere e soprattutto in termini di opportunità davvero possibile.

Ecco, questo progetto di legge agisce in questa direzione, caratterizzandosi come un provvedimento di visione, che affronta con appropriatezza le sfide severe della contemporaneità. Poi, è evidente, si rivolge primariamente ai giovani affermando un altro valore indiscutibile: la costruzione di presente e futuro, in questo caso, di una Regione, passa essenzialmente attraverso la valorizzazione delle giovani generazioni.

Consentire allora a chi vi appartiene di riscontrare nel territorio in cui è cresciuto le condizioni professionali adeguate ad una promozione del talento ad elevata specializzazione di cui è portatore, oppure di farvi ritorno, nonché ad altri che provengono da realtà geografiche diverse di esserne attratti significa considerare i giovani parte essenziale di un percorso di comunità.

Credo sia importante evidenziare che questa proposta di legge si inserisce in un contesto in cui il saldo di giovani italiani che sino all’avvio della pandemia si è trasferito in Emilia-Romagna da altre Regioni è risultato fortemente positivo, così come la nostra Regione, la prima in assoluto in Italia in termini di attrazione di nuovi studenti immatricolati nelle proprie Università e provenienti da altri territori.

Trend, quindi, che pure in un progressivo flusso di giovani che dall’Italia, ovviamente Emilia-Romagna compresa, si trasferiscono all’estero, sino ad arrivare ad un saldo negativo di circa 3.000 unità nel 2020 danno però conto di un ambito regionale provvisto di reali potenzialità su cui assolutamente c’è lo spazio e c’è soprattutto la volontà di lavorare.

Entrando brevemente più nello specifico dei contenuti di questo provvedimento, io rimarco con positività la coerenza, la troviamo esplicitata nell’articolo 1 di questo progetto di legge, con assi centrali nella programmazione del mandato amministrativi in corso, quali la strategia regionale di specializzazione intelligente, la strategia Agenda 2030 Emilia-Romagna per lo sviluppo sostenibile. Si riscontra, lo dico perché troviamo proprio un’organicità tra le scelte strutturali compiute e specifiche rilevanti azioni che ne derivano… Allo stesso modo i contenuti dell’articolato danno anche conto come l’attrazione, la permanenza e la valorizzazione dei talenti vengano promossi anche da una serie di indirizzi e misure che discendono da altre leggi e programmazioni regionali, dando così corso a un sistema coordinato e plurale di interventi. Sicuramente è un modo, credo, efficace, anche di raggiungere gli obiettivi che in questo caso specifico la legge sì dà.

A proposito di obiettivi è essenziale che proprio tra gli obiettivi del provvedimento in oggetto si prevedano la promozione e il consolidamento di accordi di collaborazione e partenariato tra Regioni, Istituzioni europee e contesti extraeuropei. La sinergia e la collaborazione tra diverse realtà del mondo sono fondamentali in una stagione storica in cui, appunto, il tratto distintivo è costituito proprio dalla mobilità internazionale.

Da ultimo, è importante sottolineare anche il sistema di raccordo che è previsto con università, enti di ricerca e soggetti dell’ecosistema finalizzato allo studio e all’innovazione, perché la collaborazione e la sinergia interistituzionale e intersettoriale sono giustamente il perno sotteso in modo diffuso in tutta la proposta che oggi stiamo discutendo.

Se il provvedimento ha nelle misure di incentivazione previste per le realtà imprenditoriali disponibili all’assunzione di nuovi talenti un elemento che sicuramente è fondante, sarà certamente anche una sfida il buon esito della sua applicazione e la possibilità di mettere a disposizione delle persone coinvolte alloggi e adeguati luoghi di accoglienza. È evidente che quella dell’abitazione è una delle sfide che sicuramente sono più attuali e sono anche più urgenti nell’insieme da poter anche proporre e realizzare.

Concludo esprimendo sicuramente una piena condivisione per questa iniziativa che, come dicevo in apertura di questo intervento, è sicuramente innovativa ed è destinata ad accrescere, pur in una stagione – ricordiamolo – molto complessa, fiducia e speranza in un percorso di comunità regionale all’altezza della propria migliore storia.

Grazie ancora all’assessore Colla e naturalmente a tutti coloro che hanno lavorato alla stesura di questo progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Mi corre l’obbligo di ringraziare, evidentemente, la relatrice Marchetti e l’assessore Colla, oltre che, chiaramente, il relatore di minoranza, per il prezioso lavoro fatto sia nel promuovere l’iniziativa legislativa sia per l’attuazione stessa e la limatura del progetto di legge.

Sento forte dentro di me il desiderio, però, di esternare alcune tematiche che accompagnano questo progetto di legge, prima tra tutte il concetto di talento. Non esiste il talento senza la costanza, ovverosia non esiste il talento che si verifica, che si applica, che si realizza senza la possibilità stessa di essere costanti. È di questa costanza che poi si compone la ricerca stessa. La ricerca è quotidianità, abnegazione, studio. Per fare ricerca evidentemente occorre che ci sia il contesto che permetta di sviluppare il proprio talento, anche di scoprire il proprio talento. E non è evidentemente un fatto nuovo la considerazione intorno alla quale è cresciuta nel nostro Paese la migrazione dei cervelli. Sono migrati perché non avevano l’occasione di sviluppare il talento o hanno scoperto di avere il proprio talento molti ricercatori proprio andando a lavorare all’estero.

L’idea che questo progetto di legge mette in piedi, quella invece di attrarre il rientro del nostro capitale umano, ha nella storia di questo Paese una vicenda molto altalenante. Ricordo con molta passione il 2001, quando Giuliano Amato, da presidente del Consiglio dei ministri, introdusse la prima legge sul rientro dei cervelli dall’estero, cercando di creare le condizioni, con quel Governo, per cui tanti ricercatori potessero tornare a lavorare in Italia.

Da allora è passato evidentemente più di un ventennio, le politiche sono rimaste tendenzialmente politiche fiscali, quindi decontribuzioni, molto spesso di questo si occupa più l’Agenzia delle entrate che non l’Università e la ricerca, tant’è che tutto ciò che ha a che fare con la ricerca e con il modo in cui coltiviamo le intelligenze in questo Paese viene riportato a politiche comunitarie, e anche le nostre stesse iniziative regionali, che in questa legge vengono messe a sistema, fanno parte di questo percorso.

Questo grande manifesto che vi presentiamo oggi, che è stato – lo ripeto – correttamente esposto, è un manifesto che, da una parte, dice cosa vogliamo rappresentare nel mondo, cosa vogliamo rappresentare nella composizione globale, ma allo stesso tempo lamenta una mancanza: la mancanza di una lettura sistematica del modo attraverso il quale si trattengono le intelligenze.

I dati della demografia della nostra Regione mostrano come tanti giovani abbiano scelto di migrare verso l’estero proprio perché le occasioni, pur nella nostra ricca e opulenta Regione, per la ricerca, la ricerca scientifica in particolare, non davano la possibilità di realizzarsi.

Abbiamo avuto un grande competitor, per esempio, nella realtà inglese, quella stessa che è stata in grado di partorire Brexit, o nelle realtà statunitensi. Da ultimo, anche l’esperienza cinese e giapponese mostra grande attrattività per i nostri giovani ricercatori.

Il punto però non è soltanto fotografare l’esistente, e per questo l’apprezzamento del progetto di legge che verrà approvato da quest’aula – immagino – è doppio, perché da una parte si riferisce al sistema industriale, dall’altro denuncia anche, attraverso quello che non c’è scritto, la mancanza di un quadro scientifico e di ricerca scientifica che la struttura pubblica non è stata in grado di mettere a sistema. Il fatto che si sia cercato di far diventare il Patto per il lavoro e per il clima centrale in questa discussione credo che sia una augusta scelta di lettura. Lo dico perché è evidente che il tema della migrazione si accompagna anche al tema della riforma degli ordini professionali e di equipollenza dei titoli di studio.

A livello comunitario il tema è stato affrontato anche dalla Corte di giustizia, è stato affrontato anche dal Parlamento europeo, ma in Italia non è stato mai risolto. Noi abbiamo rispetto a questo tema una serie di limitazioni interne rispetto alla capacità di perseguire i meccanismi di ricezione stessa delle professionalità. Da questo punto di vista esiste un fulgido esempio, invece, al contrario, rispetto a quello italiano, rappresentato dalla realtà spagnola: più avanzata, più progressista.

Credo che questo progetto, così come viene declinato, riconosca la possibilità di buone pratiche sui temi collegati evidentemente alla nostra programmazione, al Patto regionale per lo sviluppo regionale, l’artigianato, la ricerca e credo abbia fatto anche dell’attrazione uno strumento declinato nei primi due articoli, come un meccanismo non soltanto occasionale, ma anche di permanenza e di valorizzazione.

Il fatto che gli investimenti siano significativamente distribuiti su tre anni – 700.000 euro nel 2023, 650.000 euro nel 2024, 650.000 euro nel 2025 – testimonia anche il fatto che una spendita totale nel corso del tempo di 2 milioni di euro a fronte del milione previsto significa che c’è un investimento reale nella legge quadro.

Devo dire che accompagnare questa legge quadro con l’Università dell’ONU – che assessore Colla lei ha tanto voluto e che fortunatamente abbiamo avuto la possibilità anche di vedere riconosciuta nella nostra Data Valley – rappresenta evidentemente uno strumento col quale noi dobbiamo ragionare. Ma all’interno di questo ragionamento, il tema dell’attrattività legato alla demografia di questo territorio rappresenta una sfida che non è soltanto nostra. Se è vero infatti che la nostra struttura e gli organi che proponiamo in legge, cioè il Comitato regionale per l’attrazione e la permanenza, l’Osservatorio sui talenti, le stesse comunità regionali dei talenti, con i propri workshop e le proprie informazioni, il controllo che la Commissione dovrà fare ogni due anni rappresentano uno strumento di verifica e controllo dello stato attuativo del nostro provvedimento, allo stesso tempo occorre dire che se non interverrà il legislatore nazionale su questi temi il lavoro fatto da un distretto industriale ricco come il nostro e forte come il nostro e in grande crescita rischia di svilire le politiche stesse di accoglienza. Da questo punto di vista la sfida evidentemente è lanciata alla maggioranza che governa il Paese in questo momento, perché il sostegno agli assegni di ricerca è una partita che evidentemente interviene con un finanziamento ad hoc fatto dalla nostra Regione, ma anche l’intervento evidentemente sul quantum deve essere oggetto di trattativa in sede negoziale nazionale. Non esiste, infatti, concertazione possibile dal momento in cui la ricerca è assimilata al lavoro povero. Se andassimo a vedere – è stato denunciato evidentemente anche nel progetto di legge, così come nell’ordine del giorno – il valore delle borse di studio di dottorato e post-dottorato, andremmo a vedere che abbiamo sostanzialmente lo stesso fenomeno del pagamento delle retribuzioni più basse che vengono denunciate quando si parla del facchinaggio, per esempio, quando si parla dei lavori più poveri.

Il tema, allora, è che l’attrattività si accompagna anche a un investimento sulla ricerca. Cioè, il progetto di ricerca che fa un ricercatore è soltanto un progetto di ricerca o è anche un progetto di vita? Su questo l’intervento della legislazione regionale evidentemente crea delle start-up innovative, crea degli incentivi finalizzati all’assunzione dei talenti. Però, diciamoci la verità: se tutto questo non è a sistema con un quadro nazionale, anche la legge quadro regionale rischia di essere insufficiente. Pertanto, credo che sia fondamentale che la prima Regione in Europa che fa questa legge quadro venga valorizzata nella sua interezza.

Ma abbiamo anche la necessità di declinare in maniera diversa le politiche di immigrazione che attraverso questa legislazione denunciamo. Io credo, per esempio, assessore, che i primi patti siglati in sede comunitaria con gli studenti del Nordafrica vadano ulteriormente sviluppati sia in sede regionale che in sede comunitaria. Noi non possiamo pensare che la migrazione sia soltanto quella dei lavori umili. Esiste anche una migrazione di cervelli, che non è soltanto richiamare i nostri cittadini, ma chiedere a tante donne e a tanti uomini di venire a investire progetti di vita e progetti di ricerca nel nostro territorio. Ed è in questa chiave che io leggo i servizi di accoglienza al welfare che la legislazione ci pone. È in questa chiave anche che penso che la ricerca e anche le competenze specifiche che vogliamo sviluppare debbano declinarsi. Così come occorre un grande investimento nella ricerca scientifico-sanitaria.

La nostra Data Valley è uno strumento, non vi è dubbio. È uno strumento di ricerca che verrà utilizzato anche per combattere le malattie. Tuttavia, il Governo deve fare di più. Noi abbiamo deciso evidentemente, per avere un atteggiamento di disponibilità intorno al provvedimento legislativo, di avere un atteggiamento più morbido, però nella legge finanziaria e nel Milleproroghe non vi è traccia di un investimento del genere.

Occorre evidentemente che da questa Regione parta, attraverso questo manifesto, un’operazione politica un po’ più profonda. Noi vogliamo accogliere, vogliamo ridefinire la nostra urbanistica, vogliamo qualificare le nostre università, ma allo stesso tempo dobbiamo avere la consapevolezza che esistono dei limiti oggettivi, i limiti legati, come dicevo prima, alla riforma degli Ordini professionali, ma anche i limiti legati alla qualità delle prestazioni che viene data dai ricercatori universitari.

Parlare dall’Emilia-Romagna offre una posizione di vantaggio di gran lunga superiore alle altre. Nel settore della meccatronica, per esempio, abbiamo uno stadio molto avanzato, ma la ricerca scientifica che viene pagata dalle università per le aziende private è molto diversa da quella che le università stesse possono finanziare autonomamente.

Allora, se questa legge quadro è il monito attraverso il quale diciamo “svegliamoci, diamoci un orizzonte e invertiamo anche il meccanismo demografico che purtroppo affligge il nostro territorio”, occorre che ci sia un salto culturale tanto nella ricerca scientifica quanto nei lavori di alta specializzazione, e credo che questo sia un buon inizio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliere Cuoghi.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Sicuramente parlare di attrazione di talenti è una cosa molto importante per tutta la nazione e soprattutto nei confronti di quei giovani o anche meno giovani laureati, studenti, che hanno lasciato il Paese, il territorio e sono andati a fare esperienza all’estero.

Fin qui niente di male, nel senso che un’esperienza all’estero può, anzi sicuramente crea un arricchimento, ma se noi non siamo in grado poi di fare rientrare questi talenti, queste persone, questi potenziali, è evidente che questa è una perdita per tutti.

Ben venga quindi una legge di questo tipo, ben venga che si parli di questo e che si provi a fare qualcosa e a cercare di costruire un percorso che possa essere di rientro, di circolazione, di attrazione, tutti termini che sono girati in queste discussioni sia in Commissione che oggi qui, in Assemblea.

Questa legge è stata spesso chiamata “legge manifesto”. L’abbiamo detto: è la prima in Italia di questo tipo, quindi non abbiamo esempi con cui misurarci. Questa è un’evidente difficoltà, perché non dobbiamo arrivare a proporre delle soluzioni. Non sappiamo esattamente se queste soluzioni saranno efficaci, se non lo saranno, in che misura, se andranno corrette. Abbiamo detto però che bisogna farle, per cui non ci aspettiamo che questa legge sia perfetta, che funzioni magari così come ciascuno di noi vorrebbe. Può essere che nel tempo dovremo apportare delle correzioni, che dovremo aggiungere delle cose. Però sicuramente, lo ripeto un’altra volta ancora, è un percorso che dobbiamo intraprendere, è qualcosa che insieme dobbiamo cercare di impostare. Dobbiamo cercare di creare un ecosistema intorno a queste persone ad alta specializzazione, che chiamiamo talenti, sia nel campo della ricerca pubblica, universitaria, sia nel campo delle professioni. Questo forse è già uno dei primi scogli che ci si trova davanti, perché il mettere insieme percorsi diversi e cercare di convogliarli in un unico testo porta con sé il rischio di avere qualcosa che non sia adatto né all’uno, né all’altro percorso, e anche qui dovremo perciò trattare le cose con elasticità.

Abbiamo detto che questa è una legge manifesto, e non lo dico in senso negativo. Come ha rappresentato nella sua relazione la relatrice di maggioranza, la collega Francesca Marchetti, è un manifesto che deve essere anche culturale e che con questa legge, con questi strumenti, dobbiamo cercare di creare un’idea proprio di rientro, un’idea di permanenza e un’idea di lavoro in patria. Ma dobbiamo anche creare le condizioni. Questa legge quindi deve essere, a nostro avviso, riempita di contenuti, molti dei quali già discussi in Commissione: sono stati portati degli emendamenti, delle modifiche importanti per tutto quello che riguarda un welfare da costruire intorno a questi talenti, in modo da rendere più accogliente quell’ambiente in cui chiediamo che tornino a lavorare e a esercitare la propria ricerca o la propria professione.

Come Gruppo Fratelli d’Italia puntiamo molto anche su un discorso residenziale. Crediamo che sia molto importante. Proprio perché come Stato al momento non siamo in grado di fornire le stesse condizioni che magari questi talenti trovano in Paesi stranieri, dobbiamo cercare di avvicinare e, quindi, dare degli incentivi in più, e sicuramente il più importante di questi può essere un’abitazione, una residenza, un luogo in cui vivere, eventualmente con la propria famiglia. Magari il giovane studente ancora torna ed è da solo, ma chi è stato all’estero qualche anno magari ha anche una famiglia da sistemare, e allora dobbiamo fare in modo che questo sia possibile e che sia in qualche modo agevolato, andando un po’ a rimediare quella che è una situazione anche della ricerca universitaria che probabilmente ha bisogno di essere rivista nel suo complesso essendo ferma da tanti, troppi anni, da troppo tempo, con anche dei blocchi al suo interno, degli attriti al suo interno, che non sempre permettono di fare le scelte più agili e migliori.

Dobbiamo, inoltre, stare attenti che questo non vada a comportare uno squilibrio tra le diverse Regioni di questa nazione. Noi dobbiamo puntare molto su quello che è il rientro dei cervelli e dei talenti. Sì, certo, la valorizzazione, quindi anche una valorizzazione interna, ma sarebbe un peccato se questi nostri sforzi andassero a scapito di altri territori sempre italiani e, quindi, di altre regioni italiane, perché non andremmo a recuperare il capitale che abbiamo perso, ma andremo semplicemente a sottrarci l’uno con l’altro delle forze e delle energie.

Pertanto, come dicevo prima, ben venga questa legge. Siamo contenti di aver fatto questo percorso. Ringrazio quindi l’assessore Colla, ringrazio i due relatori, con cui abbiamo collaborato tanto. Dopo abbiamo anche l’ordine del giorno da presentare, quindi magari torneremo sull’argomento, proprio perché riteniamo che questo sia un percorso da intraprendere.

Quello che chiediamo e quello che crediamo possa essere vincente nel percorso che si intraprende oggi è il fatto di tenere monitorati i risultati, di non fermarsi su quelle che sono le scelte che oggi prendiamo, proprio perché, essendo i primi a farlo, potrebbe essere che tra qualche mese qualcuno abbia un’idea migliore della nostra, e sarebbe il caso a quel punto magari di prendere esempio da un’altra Regione e provare ad adeguarci e a correggere il tiro.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Molto è stato detto fin qui per quanto riguarda questa legge che ci troviamo a discutere oggi in aula, abbiamo fatto una discussione anche approfondita in Commissione con l’udienza conoscitiva, con una serie di interventi emendativi. A me preme sottolineare alcuni aspetti presenti all’interno di questa legge, che alcuni hanno definito manifesto e che credo, dal mio punto di vista, arrivi a definire una sorta di ecosistema, all’interno del quale poter valorizzare una serie di capacità e competenze, che vadano verso la ricerca e la sperimentazione, un’attrattività, ma anche un consolidamento di quelle che sono le competenze presenti sul territorio regionale e non solo, richiamando ovviamente anche figure che nel corso della propria carriera hanno scelto strade che non le hanno mantenute sul nostro territorio o altro.

Io volevo sottolineare alcuni aspetti che sono presenti, che non sono esclusivamente quelli del tema della competitività e dell’eccellenza, ma che richiamano (lo diceva bene la relatrice Marchetti, che ringrazio per il lavoro svolto, per la pazienza con la quale ha condotto la cucitura di tutte le sollecitazioni che sono arrivate nel corso di queste settimane) una ricucitura che ha un orizzonte come quello della ricostruzione di un tessuto che possa contrastare delle disuguaglianze e costruire delle opportunità, perché siamo consapevoli molto chiaramente che ci sono alcune fasce della popolazione che si possono permettere anche di fare esperienze all’estero, oppure di eccellenza. Sappiamo che, pur essendoci anche delle competenze, delle capacità più o meno espresse in fasce di popolazione che hanno minori risorse, con questa legge allarghiamo la possibilità di accompagnare questo studio, questa ricerca, questo approfondimento, questa coltivazione di queste competenze.

In particolar modo, rispetto ai princìpi espressi all’interno della legge, credo che ci siano alcuni aspetti ancora da sottolineare: in prima istanza, come all’interno di tutta quanta la riflessione che ha accompagnato questa legge ci sia un accento particolare sulle filiere di produzione culturale, che significa sicuramente far permanere sul nostro territorio delle capacità espressive, delle opportunità di ricerca in ambito culturale, a partire dalle tre leggi di filiera che abbiamo adottato come Regione: penso quindi al cinema, penso alla musica, penso all’editoria. Nello stesso tempo devono esserci anche le condizioni per costruire un contesto, dicevo un ecosistema, per cui quella capacità che arriva in Emilia-Romagna, o che si sviluppa in Emilia-Romagna, possa avere anche altre condizioni o situazioni che hanno a che fare con la materialità degli stipendi, delle borse di studio, delle strumentazioni, anche all’interno di un contesto che sia stimolante, capace di offrire una serie di orizzonti che non sono solo ed esclusivamente circoscritti alla materia di elezione, ma che intraveda lo sviluppo di questi ambiti di natura culturale, da un lato di impresa, dall’altro anche di capacità e di attrazione, un elemento distintivo.

Allo stesso modo credo che sia importante accompagnare tutta la risoluzione… Alcuni prima di me hanno citato il supercalcolatore Leonardo che abbiamo visitato. C’è però bisogno anche di un’attenzione, da un punto di vista di ricerca e di elaborazione dei dati, dei Big Data che abbiano un senso non tanto asservito ai calcoli algoritmici, ma che anzi questi calcoli algoritmici sostanzialmente li governino.

Anche qui, l’azione che abbiamo condotto e che rientra a sistema all’interno di questa legge, con l’attenzione anche al femminile per quanto riguarda le materie scientifiche, l’approdo alla parte digitale e informatica del femminile possono aiutarci a scardinare i meccanismi di un algoritmo che troppo spesso e volentieri è un algoritmo di controllo, è un algoritmo di orientamento ai consumi, e non un algoritmo che ci aiuta a costruire delle politiche e delle dinamiche che ci fanno immaginare il futuro.

Infine, un altro aspetto che all’interno della legge non si trova, ma che è accompagnato da un ordine del giorno, che quindi con questo mio intervento intendo anche introdurre, per poi eventualmente tornarci quando saremo sulla discussione degli ordini del giorno, è quello che noi siamo all’interno di un contesto contingente per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, e non solo, che vede diverse difficoltà per quanto riguarda l’ambito delle scienze della vita, in particolar modo per quanto riguarda il tema sanitario.

Sappiamo come una serie di difficoltà, da un lato economico, dall’altro anche di reperimento di risorse umane per quanto riguarda il Sistema sanitario nazionale, in questo momento sia particolarmente grave e metta in difficoltà le strutture sanitarie, ma soprattutto l’erogazione dei servizi, delle prestazioni e delle attenzioni da volgere nei confronti dei cittadini e delle cittadine emiliano-romagnole, e non solo. Per questo motivo, alla discussione di oggi su questa legge abbiamo pensato di accompagnare anche un ordine del giorno che prova a sottolineare come parte degli interventi e della strumentazione che questa legge mette a disposizione nel trattenimento e nell’attrazione delle competenze, nello sviluppo della ricerca possa essere maggiormente ricompreso l’ambito della salute, l’ambito della sanità. Sappiamo bene, infatti, come oggi sia difficile per gli specializzandi scegliere il Sistema sanitario nazionale, come sia difficile per alcune specializzazioni intraprendere i percorsi all’interno di quelle di cui oggi segnaliamo e registriamo una carenza progressivamente difficoltosa, penso, uno fra tutti, all’emergenza-urgenza, ma anche alla ginecologia, così come alla cardiologia. Quindi, se noi “pieghiamo” questa legge non solo ed esclusivamente alla costruzione del mondo d’impresa, non solo ed esclusivamente allo sviluppo di ordine economico classico, ma anche al potenziamento di quelle che sono le capacità e le competenze su uno degli aspetti su cui non solo nel prossimo anno, dal mio punto di vista, ma anche nei prossimi anni dovremo affrontare delle sfide piuttosto importanti per quanto riguarda il Sistema sanitario regionale, io credo che faremo un buon lavoro da questo punto di vista, cercando di trattenere all’interno del Sistema sanitario le persone che hanno maturato una serie di competenze in ambito sanitario, riattrarre persone che hanno fatto esperienze all’estero in ambito sanitario, riportarle in Emilia-Romagna, accompagnare percorsi di ricerca universitaria anche sotto il profilo medico, proprio nella considerazione che l’aspetto della ricerca sotto questi profili possa essere di aiuto materiale a mantenere degli standard qualitativi elevati per quanto riguarda la nostra sanità.

In questo senso ho presentato un ordine del giorno, che interviene in accompagnamento a questa legge, che focalizza alcuni aspetti come il supporto ai Dottorati di ricerca, per esempio, in medicina, ma anche l’accompagnamento, casomai sostenendolo con questa legge, di Borse di studio all’estero per coloro che scelgono le specializzazioni nei comparti in cui oggi facciamo più fatica a trovare personale, proprio per dare il senso della nostra volontà di valorizzazione di questo ambito così importante, che ha a che fare sia con l’economia, ma soprattutto con il benessere delle persone.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliera Castaldini.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

Intervengo volentieri, tracciando anche l’intervento che avevo fatto in Commissione. Prima, però, vorrei partire dai ringraziamenti, perché in realtà c’è stato un lavoro molto ben fatto e di grande apertura su una legge che noi, la maggioranza insieme alla minoranza, abbiamo compreso essere un punto fondamentale, una prima legge che in un certo senso dà il passo anche alle altre Regioni.

Per questo io annuncio già il mio voto favorevole per questo progetto di legge e credo che sia doveroso con soddisfazione da parte mia rilevare come, grazie ai relatori, siano stati accettati sei emendamenti come prima firmataria su otto, quasi un risultato storico dal punto di vista della mia permanenza qua, in Assemblea legislativa.

Questa legge è arrivata finalmente in aula, ha avuto un iter veloce e fluido nelle Commissioni, ma in realtà sono ormai mesi che ne sentiamo parlare, che è stata annunciata ovunque, sia dal presidente Bonaccini che dall’assessore Colla.

Ci eravamo preparati – lo dico con sincerità, l’ho già detto in Commissione – a una legge che aveva lo scopo di risolvere i problemi della denatalità della Regione Emilia-Romagna, e fortunatamente, sottolineo fortunatamente, non è così. Come abbiamo sempre fatto notare in questi mesi, i piani e gli scopi non vanno confusi. Questa è una bellissima legge, che risponda alle nuove esigenze che stanno emergendo – Tecnopolo, Leonardo – e risponde, a mio avviso, in maniera molto intelligente. Definisce in maniera puntuale chi sono questi talenti ad elevata specializzazione, integra questa legge, i vari programmi regionali già esistenti in un sistema di raccordo multidimensionale, come ho sempre chiesto anche io rispetto ad altri temi.

Si propone di promuovere accordi di collaborazione e partenariato nazionale e internazionale, la partecipazione a reti e network in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati. La Regione favorisce poi l’apertura internazionale dell’offerta dei servizi educativi, scolastici, formativi, pubblici e privati, in linea con l’offerta europea ed internazionale, fatto nuovo nel dibattito anche di questa Assemblea legislativa.

La Regione, inoltre, sostiene i servizi di accoglienza offerti ai talenti, ai propri familiari per l’accesso ai servizi primari del territorio, per l’accompagnamento alla residenzialità, per l’accesso ai servizi educativi e formativi, per la fruizione dell’offerta culturale e per la partecipazione all’associazionismo regionale e all’attività del Terzo settore, per l’accesso ai servizi di conciliazione fra tempi di vita e di lavoro a favore delle famiglie coinvolte nelle azioni di cui alla presente legge.

Sono previsti interventi e servizi in collaborazione con Università, centri di ricerca, soggetti impegnati nella ricerca e nell’innovazione, e si favorisce l’imprenditorialità, la creazione di incubatori e start-up.

Ho fatto in maniera molto semplice una ricerca all’interno del progetto di legge, cercando le parole “natalità”, “crisi demografica”, e non ho trovato nulla. Dico: grazie al Cielo non ci sono, perché come ho sempre fatto notare questa legge nulla c’entra con il grande problema della crisi della natalità, che ha bisogno di altri approfondimenti, di altre risposte, necessarie però adesso, come questa legge.

Questa legge giustamente vuole attrarre talenti, anche se non volessero fare nemmeno un figlio. In un certo senso, dico che in questo caso ha prevalso il buonsenso. Mi chiedo ancora perché abbiamo passato mesi su questa narrazione. Non lo comprendo. Anzi, forse a un certo punto ho scoperto il dato politico, ho capito perché abbiamo perso tanti mesi su questa narrazione: ho sempre la sensazione che la Giunta faccia fatica ad ammettere a sé stessa di aver scritto una legge totalmente sussidiaria e di aver creato un ecosistema dove tutti possono dare il proprio contributo, anzi quasi sono obbligati a dare un contributo, esprimendosi al meglio, università, aziende, terzo settore, privati. E ho provato a immaginare anche quale sarà la società che, in un certo senso, offrirà servizi, cosa accadrà in quel Tecnopolo.

Il vero lavoro ora è che a livello politico, perché questo approccio non valga solo per i talenti, ma per i giovani della nostra regione, per le famiglie della nostra regione, ma anche per gli immigrati che talenti non sono e che forse in questo nuovo approccio meno ideologico e più sussidiario potrebbero essere meglio integrati, credo che grazie a questo, il guardare il talento come in tutte le cose della propria vita, cioè guardando l’eccellenza, poi si riescano a immaginare modelli assolutamente perfetti e anche a poter riproporre quei modelli anche ad altre persone.

Vi è stato, poi, un lavoro interessante di ascolto degli stakeholder e di collaborazione, e ringrazio i relatori per questo.

Come ho detto, sono stati accettati sei emendamenti, dove sono prima firmataria, ma in realtà ringrazio per l’enorme disponibilità e per avermi concesso questa possibilità sia la consigliera Marchetti sia il consigliere Delmonte. Ho chiesto che la deliberazione con cui la Giunta specifica la definizione dei talenti potesse passare al vaglio del Comitato regionale. Si prevedeva che le fondazioni possano far parte di accordi e partenariati, insieme a Enti locali, associazioni e università. Per omogeneità ho chiesto che le fondazioni siano introdotte anche nel comma c), che invece descrive la partecipazione a reti e network.

L’articolo 7 si occupa del sistema produttivo. Era l’unico articolo in cui i tre pilastri di questa legge non venivano citati nella formula piena. Questa legge si fonda su attrazione, permanenza e valorizzazione. Nell’articolo 7 era citata solo l’attrazione. Con due emendamenti si è sanata questa difformità, che nasconde un nodo importante. A livello di letteratura, infatti, si sta studiando già il “caso Bergamo”, come lei sicuramente saprà, assessore, un distretto produttivo estremamente ricco, all’avanguardia e innovativo, che negli anni ha attirato parecchi talenti, ma che non hanno messo radici. Si sta cercando di capire perché, quali siano le leve per trattenere un talento. Ed è importante che il sistema produttivo non sia supportato solo nell’attrazione, ma anche, appunto, nella permanenza e nella valorizzazione. C’è la possibilità di mettere radici.

L’articolo 11 istituisce il Comitato regionale per i talenti, che mette insieme tutti gli attori, Enti locali, università, istituti di ricerca, parti sociali e datoriali. Ho chiesto che venisse inserito anche l’Ufficio scolastico regionale, in forza dell’articolo 5 la Regione favorisce l’apertura internazionale dell’offerta dei servizi educativi, scolastici e formativi, sia pubblici che privati, in modo da poter svolgere una funzione di raccordo. Avevo chiesto che la clausola valutativa, unico strumento a disposizione di questa Assemblea, fosse per i primi tre anni annuale, vista la portata innovativa di questa legge. Abbiamo trovato l’accordo, inserendo che sia l’Osservatorio sui talenti a relazionare annualmente in Commissione.

È chiaro che il mio punto di vista, quello che leggeva una certa inclinazione della narrazione di questa legge sulla natalità, e poi dopo la sorpresa di aver trovato una legge che in realtà anche io avrei scritto (lo dico con estrema sincerità) non sia troppo non dico cattiva, ma sicuramente maliziosa.

C’è da dire che, per quanto mi riguarda, per quanto riguarda il Partito che rappresento, spero che tutte le Regioni possano in un certo senso seguire questa strada, ma il grande compito di questa Assemblea è quello di aver guardato con attenzione e in un certo senso aver riposto la fiducia in questa visione che voi avete avuto.

Il nostro compito è quello di sorvegliare e di fare in modo che le risposte che voi cercate di dare, in un network sicuramente molto interessante e con rapporti internazionali altrettanto interessanti, sia duraturo, sia di enorme qualità e, come ho detto in questo mio piccolo, breve intervento, si possa aprire non solo a tutta la città di Bologna, ma a tutta la Regione Emilia-Romagna che noi rappresentiamo.

Ringrazio quindi per questa occasione, ringrazio anche per l’enorme disponibilità ad accettare gli emendamenti. È evidente che comincia da oggi un lavoro molto interessante, che non riguarda solamente i talenti, ma anche chi – credo – offrirà servizi adeguati e di eccellenza, quindi imprenditori, tessuto sociale, terzo settore, scuole, scuole internazionali che sorgeranno. Non possiamo chiaramente solo aspettare, guardare, ma essere tenaci nel far restare queste persone, far diventare grande la città di Bologna e tutta la regione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ci tengo in premessa a ringraziare ovviamente l’assessore Colla, ma anche gli uffici tecnici per questo testo di legge, i relatori di maggioranza e di minoranza, in particolare la collega Marchetti, con la quale ci siamo confrontate a lungo, anche nel merito di questo PDL, che ha portato questo confronto anche alla produzione di un ordine del giorno su cui arriverò.

Si è parlato, si è già detto tanto. Qualcuno l’ha chiamata “legge manifesto”. In realtà io credo che sia una legge che fissa degli obiettivi che per questa Regione io penso dovrebbero essere quasi naturali per una Regione considerata Regione locomotiva d’Italia. Penso che questi obiettivi possano tradursi seriamente in opportunità, ma se la Giunta sarà capace di mettere a terra le azioni contenute all’interno di questo progetto di legge.

Sicuramente questa è una sfida che dipende solamente in parte dalla produzione di un buon testo che io riconosco essere un buon testo legislativo. Serve sicuramente mettere delle risorse a disposizione, quindi apprezzo anche l’emendamento che è stato presentato per aumentare la capienza, la copertura di questo progetto di legge. Evidentemente, sarà fondamentale e importante anche come le impiegheremo, come saranno messe a terra per far rientrare quel capitale umano di talento nella nostra Regione.

Quando parliamo di fuga dei cervelli, parliamo evidentemente di un fenomeno naturalmente connaturato alla globalizzazione, che però sappiamo che diventa perdita quando la fuga diventa unidirezionale e non è compensata da talenti esteri in entrata. È quindi necessario lavorare per creare le condizioni affinché questo territorio e il suo ecosistema diventi attrattivo, creando occasioni di crescita professionale e garantendo la messa a disposizione di mezzi, di strumentazioni, ma anche di spazi, e su questo tornerò, per raggiungere questa crescita, anche con la messa in rete di studenti, ricercatori, di tutte quelle professionalità che noi con questo progetto di legge stiamo cercando di far rientrare dall’estero con il sistema di innovazione regionale. A questo proposito penso alla piattaforma EROI, e io credo che in questo senso ART-ER sia un punto qualificante anche della nostra Regione. In questo senso penso che si possa riproporre, anche nella Commissione presieduta dalla collega Rontini, un’audizione in questo senso, affinché anche tutto quello di buono, tutto quello che c’è di buono e che porta avanti ART-ER possa avere una visibilità all’interno dell’Assemblea legislativa. Appunto, quando parlavo della messa a disposizione di strumenti, di mezzi e di spazi, facevo riferimento a strumenti attuativi che incentivino la diffusione e la messa a disposizione sul territorio, anche da parte della pubblica amministrazione, che deve fare la propria parte, per esempio, spazi di coworking, e quindi non rimangano solo appannaggio del privato, ma le Amministrazioni svolgano un ruolo anche in questo senso di accompagnamento rispetto a quella crescita professionale di cui parlavo prima e di supporto alle spese per il loro utilizzo da parte dei talenti ad elevata specializzazione, esattamente come si fa in alcuni Paesi esteri. Questo è inserito all’interno dell’ordine del giorno che ho depositato e che mi auguro venga votato da questa Assemblea.

Inoltre all’interno di questo ordine del giorno ho previsto anche la possibilità di intervenire con interventi diretti a ridurre gli oneri amministrativi ed economici connessi al processo di riconoscimento dei titoli acquisiti all’estero, perché questo è un altro tema su cui evidentemente mettere in campo azioni di questo tipo.

Poi bisognerà pensare anche ad azioni finalizzate alla piena apertura internazionale dell’ecosistema della ricerca e dell’innovazione e anche del sistema della formazione professionale, che anche qui può giocare un ruolo, se siamo capaci di valorizzare talenti, come si diceva prima, ad elevata specializzazione anche mediante il loro impegno diretto all’interno della formazione per la promozione della ricerca, sviluppo e innovazione che coinvolgano anche il sistema delle piccole e medie imprese che sono attive sul nostro territorio e che necessitano di questo tipo di professionalità, perché il bisogno è quello evidentemente di accrescere la competitività e la specializzazione negli ambiti di particolare rilevanza regionale, in coerenza con quelli che sono gli indirizzi della strategia regionale di specializzazione intelligente e con la programmazione che afferisce ai fondi europei (FESR, FSE, FEASR, FEAMP e FSC).

Da questo punto di vista, anche a seguito, come dicevo, del confronto che c’è stato con la relatrice di maggioranza, ma con la maggioranza tutta, il nostro giudizio su questa legge è sicuramente positivo e, quindi, il voto sarà favorevole. A questo voglio aggiungere un’ulteriore sollecitazione, che però esula da questo ambito, ma di un più complessivo ragionamento rispetto a quelle che sono le politiche del lavoro. Questo è un testo qualificante rispetto ai talenti, dopodiché ricordiamoci che c’è un tema anche in relazione a quello che sta succedendo a livello nazionale rispetto al depotenziamento di quello che è il Reddito di cittadinanza, quindi provare a incrociare domanda e offerta anche di chi talento non è un bisogno che sta venendo avanti anche nella nostra Regione, nonostante, come ricordavo prima, siamo una Regione locomotiva d’Italia, però, purtroppo, il tema della povertà è un tema che ci riguarda da vicino e che è in crescita anche nella nostra Regione.

Allarghiamo quindi il ragionamento e mettiamo in campo misure, alla luce di come il nuovo Governo purtroppo non sta intervenendo, anzi si sta muovendo contro questo tipo di misure, allarghiamo il ragionamento e interveniamo anche su questo tipo di bisogni. Dopodiché – lo ripeto – questo è un testo che era quasi naturale per la nostra Regione, che già è attrattiva, ma forse ha bisogno di una spinta in più per convincere i cervelli all’estero a venire sul nostro territorio. In questo senso, come anticipavo, il nostro voto sarà favorevole.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliera Pigoni.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Mi unisco anch’io al coro di ringraziamenti all’assessore Colla, a tutta la struttura dell’assessorato, a quella della Commissione che si è occupata del processo di questa legge e ovviamente ai due relatori.

Questa legge credo sia un segnale concreto e fondamentale, che unisce la politica alle reali necessità di un territorio così laborioso e produttivo come il nostro, dove le aziende operano in maniera etica ed efficiente, con il tema delle risorse umane, che è sempre e comunque al centro.

Proprio le persone sono la chiave di ogni attività economica a tutti i livelli, anche nel comparto dei beni strumentali dell’hi-tech, dove dietro alla tecnologia più all’avanguardia si nasconde un motore fatto di competenze, di passione, di umanità. Proprio puntare sull’umanesimo tecnologico è la strategia che la nostra Regione vuole utilizzare per rimanere leader al mondo in tanti comparti, un esempio di avanguardia e di costante ricerca e sviluppo di nuove soluzioni, nuove macchine, nuovi prodotti.

Il principale obiettivo della nuova legge è proprio quello di contribuire all’attrattività, all’innovazione, alla competitività del sistema Emilia-Romagna. Quelli che ci proponiamo di incentivare nel trasferirsi a lavorare nelle nostre aziende sono i talenti che abbiamo definito ad elevata specializzazione, quei soggetti che abbiano maturato o che stiano maturando conoscenze ed esperienze di particolare rilevanza in ambiti della ricerca e dell’innovazione, con particolare riferimento a quelli previsti nella strategia regionale di specializzazione intelligente.

Gli obiettivi di questa legge sono coerenti con le strategie regionali per la promozione e l’attrazione degli investimenti e l’internazionalizzazione del sistema produttivo regionale.

La promozione dell’attrazione dei talenti si collega anche in maniera organica e funzionale a tutti gli altri interventi di promozione dell’alta formazione e delle politiche per il capitale umano nel contesto regionale, così come alle politiche del lavoro e a quelle a favore delle giovani generazioni.

Al di là delle declamazioni spesso vuote e alle banalità relative alle difficoltà dei giovani nel trovare lavoro ed essere valorizzati, stiamo quindi dando risposte circostanziate e stiamo andando nella direzione giusta, quella cioè di aumentare in modo significativo le opportunità e facilitare un percorso professionale qualificato per tutti quei giovani che non solo hanno un’istruzione adeguata, ma anche la voglia di mettersi in gioco davvero di costruire il proprio futuro con l’etica della fatica e dell’abnegazione, di mettere alla prova sé stessi, uscendo dalla propria comfort zone.

Una logica lontana anni-luce, e lo dico anche in seguito all’intervento della collega Piccinini, che mi ha preceduto, da quella dell’assistenzialismo statalista, dalle mance di Stato, dai contributi a pioggia, lontana anni-luce anche dalle ragioni che hanno portato all’introduzione del reddito di cittadinanza come oggi lo abbiamo conosciuto e sperimentato, in un Paese come il nostro, con le sue contraddizioni e caratteristiche endemiche, e soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, un provvedimento, per come è stato concepito e attuato, controproducente.

Noi vogliamo costruire qualcosa di diverso attraverso numerose azioni, iniziative, attività, come ad esempio gli accordi di collaborazione e di partenariato con altre Regioni, nonché con istituzioni europee ed internazionali finalizzati allo sviluppo economico, sociale, culturale e scientifico della nostra Regione, con il concreto sostegno ad iniziative promosse da città, altri enti locali, Università, centri di ricerca, con la partecipazione a reti e network europei per accrescere le opportunità di attrazione della nostra Regione; con il sostegno e lo sviluppo di servizi pubblici e privati di accompagnamento all’attrazione dei talenti, insieme ai propri familiari, con riferimento a tutti i servizi di promozione e di accoglienza, all’accesso ai servizi primari, al sostegno vero alla residenzialità, all’accesso ai servizi educativi e alla fruizione dei servizi e delle opportunità culturali, fino alla fruizione dell’offerta culturale e per la partecipazione all’associazionismo regionale e alle attività del terzo settore.

Proprio il tema della casa e dei servizi, così come quello ancora più generale della qualità della vita, possono rendere l’Emilia-Romagna davvero più forte, in grado di calamitare quelle energie e quelle competenze e specializzazioni che ad ogni occasione il nostro sistema produttivo reclama e brama.

Un sistema formativo di alto livello è il terreno di coltivazione ideale dei talenti, che saranno chiamati a prendere in mano le nostre imprese e che, auspicabilmente, le faranno crescere e prosperare. Ecco perché parliamo anche di assegni, contratti e dottorati di ricerca che prevedano percorsi di mobilità internazionale ed attrazione di talenti ad elevata specializzazione. Ecco perché parteciperemo ad iniziative direttamente promosse da enti europei per la ricerca o da programmi europei che consentano l’attrazione di ricercatori e dottorandi nel contesto regionale.

Ma se alcune condizioni favorevoli possono portare tanti giovani a scegliere l’Emilia-Romagna, per la permanenza nel tempo e la piena valorizzazione dei talenti ad elevata specializzazione è centrale il coinvolgimento diretto delle imprese, incluse le loro associazioni di rappresentanza e l’intero sistema produttivo regionale.

Occorre innanzitutto procedere all’identificazione dei talenti, sviluppando inoltre piattaforme e servizi per favorire l’incontro fra domanda ed offerta. Questa attività vedrà anche la partecipazione e il coinvolgimento delle organizzazioni dei lavoratori, delle associazioni rappresentative del mondo delle professioni firmatarie del Patto per il lavoro e per il clima, degli atenei e degli altri soggetti dell’alta formazione. Questi servizi si avvarranno di piattaforme per il sostegno alla mobilità professionale e imprenditoriale.

Nella legge sono compresi anche interventi per l’attrazione e la creazione di nuove imprese mediante iniziative di scoperta imprenditoriale, sviluppo e accelerazione d’impresa. Su questo fronte la Regione favorirà interventi tesi alla scoperta di idee imprenditoriali e la creazione, appunto, di nuove opportunità.

Provvederemo anche alla messa a disposizione di laboratori e infrastrutture di ricerca e innovazione, in collaborazione con i soggetti dell’ecosistema regionale, della ricerca e dell’innovazione, al fine di sviluppare collaborazioni con il sistema produttivo regionale.

Positiva è anche l’istituzione del Comitato regionale per l’attrazione dei talenti, che prevedrà la partecipazione di una larga rappresentanza di soggetti associativi, istituzionali e del mondo della formazione.

La nostra scommessa sono i giovani, sono i talenti e lavorare insieme per sostenere le nostre attività economiche, aumentare le opportunità di lavoro, il benessere e la qualità della vita dei cittadini. Ogni nostra legge e ogni nostro provvedimento devono sempre andare coerentemente in questa direzione. Penso, quindi, che questa legge e la filosofia e il concetto che stanno dietro a questa legge possano essere un tassello fondamentale dell’attività politica e amministrativa di questa legislatura.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Vorrei iniziare anch’io con i ringraziamenti agli assessori Colla e Salomoni, alla relatrice Marchetti, al relatore Delmonte, a tutti i colleghi che hanno contribuito a definire questo testo, ricordando che siamo la prima Regione che legifera su questo tema.

Legifera quindi con una lungimiranza che fa onore all’Emilia-Romagna, tanto più che questo provvedimento è frutto di un lavoro di squadra, che ha visto lavorare insieme la Giunta con l’Assemblea. Noi ci preoccupiamo (noi soggetto generale, non plurale maiestatis) di chi arriva con i barconi, ma non ci preoccupiamo con altrettanta solerzia di chi lascia il nostro Paese e di chi lascia il nostro Paese dopo essersi formato e non fa più ritorno, e tantomeno ci preoccupiamo dei cervelli che si formano all’estero, dei quali noi abbiamo bisogno, visto che con altrettanta lungimiranza proprio la Regione Emilia-Romagna è riuscita ad acquisire un centro di ricerca importante, fondamentale come quello che ruota intorno al super calcolatore Leonardo, che, come sappiamo, è il quarto super calcolatore al mondo per potenza.

Bene, con questa legge, invece, si guarda proprio a questi aspetti, come trattenere le persone che formiamo attraverso gli iter di studi più avanzati e come attirare quelle che se ne sono già andate, i famosi cervelli in fuga, o quelle che si sono formate all’estero e che ci possono portare competenze utili, tanto più che la Regione Emilia-Romagna ha stanziato i fondi, che sono già stati richiamati, nella strategia di specializzazione e altri fondi europei che possono essere utilmente investiti nel settore della ricerca.

Quindi il voto di Europa Verde (vado alla conclusione perché molto è già stato detto dalle altre colleghe e colleghi) non può che essere positivo. C’è la soddisfazione di un provvedimento che ci vede remare tutti nella stessa direzione.

Insieme alla relatrice Marchetti e alla collega Palma Costi, ho lavorato a un ordine del giorno che verrà illustrato da Palma Costi. L’ordine del giorno riguarda un aspetto che non ci sembrava sufficientemente evidente nella legge, che riguarda il fatto di poter avere delle risorse consistenti e coerenti con i livelli di formazione delle figure di docenti e di ricercatori che noi vogliamo attirare in Emilia-Romagna. L’Italia – riporta l’ordine del giorno – è l’unico Paese europeo ad avere un saldo negativo tra ricercatori in uscita e in entrata. Questo quindi ci conferma la necessità per una Regione come la nostra, che è all’avanguardia in tanti campi, di riempire questo vuoto.

Il Governo interviene nel cercare di attirare questi ricercatori, interviene soprattutto in termini di riduzioni fiscali, quindi di vantaggi fiscali. Ci sembrava invece opportuno introdurre anche la necessità di arricchire gli assegni di ricerca per poter essere veramente competitivi con i centri di ricerca all’estero, che sennò ci sottraggono persone che formiamo noi, o trattengono i ricercatori che formano loro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non avendo più nessuno in discussione generale, passo la parola all’assessore Colla. Prego.

 

COLLA, assessore: Grazie veramente.

Permettete di ringraziare tutti i consiglieri per la qualità della discussione. Penso che sia un passaggio che al di là della diversità di opinioni che possiamo avere, qualifica la politica, qualifica la discussione democratica, lancia un messaggio molto forte che accompagna una legge che è un bisogno trasversale.

Permettetemi di ringraziare la consigliera Marchetti: so la relazione che insieme al consigliere Delmonte ha tenuto, di cesura, di puntellatura, di mediazione, come si fa in questi casi, di grande qualità, con tutti voi. Ovviamente, un ringraziamento a chi non è qui, ma ci sta guardando, tutte le rappresentanze che sono stati coinvolti, i firmatari del Patto che sono stati coinvolti come sempre nella nostra modalità. Permettetemi di ringraziare anche una struttura di grande qualità che ci ha lavorato, e in questo scenario mi è molto più semplice andare al dunque di alcuni rafforzativi. Non sono conclusioni, sono rafforzativi delle convinzioni che voi avete posto – io penso che siamo di fronte quasi a una legge che la vedrei come una tastiera di un pianoforte, dove non ci sono stonature, dove c’è il do e il si, e in mezzo c’è tutto il suono di cui abbiamo bisogno, perché questa è una legge trasversale, che chiude quasi il cerchio di un’idea istituzionale, di programmazione. Senza le teste non c’è nessun sistema di programmazione che è in grado di reggere. Riusciamo a fare operazioni, ovviamente, anche di pragmatismo, ma attenzione che le teste arrivano prima di una buona programmazione per farla reggere, arrivano prima di un manufatto, arrivano prima di una ricerca. Le teste e le relazioni fanno le condizioni del nostro futuro.

In questa operazione perché parlo di questa trasversalità? Perché noi dobbiamo guardare l’indicatore della qualità degli occupati in età lavorativa in questa regione, tutti, e quindi per quanto ci riguarda questa legge è trasversale, deve essere in grado di trattenere, di attrarre, di vedere professionalità e talenti. Può essere un chirurgo, un musicista, un ingegnere, un professionista, una lavoratrice, un lavoratore, una persona, donna o uomo, che vuole fare impresa, un ricercatore. Noi dobbiamo essere in grado di attrarre un sistema, di qualificare un sistema, anzi in un sistema che nella nostra regione – io ho questa convinzione – diventa sempre più un campus di innovazione trasversale, con delle verticalità che stanno nel mondo, e l’Emilia-Romagna sta nel mondo, ma questo campus di innovazione trasversale ha bisogno di avere la qualità di quelle figure e di quelle teste per permettere di far crescere e togliere figure dalla povertà. Non è che un livello di talenti alto faccia abbassare gli altri. Non ho mai pensato a questa operazione. Ho sempre pensato che quanto più sono in grado di fare qualità e quanto più la politica è in grado di fare redistribuzione di quel valore aggiunto tanto questo ti permette di fare la ricucitura sociale.

In questo scenario penso che abbiamo fatto un’operazione, così come veniva posto anche dal consigliere Delmonte, culturale e di senso. Mi convince questa cosa. C’è sempre la cultura alla base di una buona legge. Non si fa una cultura per decreti, si fa nelle convinzioni di una discussione di senso del dove noi vogliamo andare. E in questa operazione, un testo valoriale, ma che si inserisce molto bene nella nostra società quasi contemporanea, io direi evoluta, democratica.

Vedete, io penso che siamo di fronte, ahimè, se non stiamo attenti, a una cesura tra la velocità e la complessità tecnologica e la possibilità di avere il diritto alla conoscenza, di essere in grado di governare questa velocità tecnologica.

L’altro punto è che abbiamo una cesura tra domanda e offerta che non riesce a parlarsi, aspettative di senso e di soggettività che non incrociano, un cittadino nel mondo europeo è legame territoriale che si indebolisce, condizioni di vita comparate tra alcune proposte e la capacità di sentirsi non precario, ma stabile nella propria comunità.

Questo è il valore di senso, secondo me, su cui questa legge permette non di essere un precipizio. Questa è una legge strutturale nel tempo, l’abbiamo definita tutta così, non è che si chiude e si definisce, dovremo affinarla, ma se il perimetro è corretto, dobbiamo essere tutti fiduciosi che non solo siamo sulla strada giusta, ma è possibile far tornare, trattenere, creare, vedere talenti, professionalità, capacità, saperi.

In questo scenario è un fatto strutturale che certamente risponde anche a un sistema, io non trovo un’impresa che non mi dice “non riesco a fare incrociare domanda e offerta”, quindi, se vogliamo far reggere anche l’articolo 1 della Costituzione, è bene che questo tratto non si debba nascondere. Con Paolo abbiamo discusso rispetto anche al ruolo delle relazioni universitarie, delle relazioni rispetto al sistema economico e come fa a tenere, ma – permettetemi – è certamente quella cosa, ma prima di tutto è una legge multiculturale.

Certo che vogliamo far rientrare chi è andato di là dalla frontiera, che possiamo far rientrare, perché abbiamo bisogno di quelle teste, ma noi vogliamo far rientrare ed entrare chiunque, è una legge multiculturale, molto a filiera che guarda al mondo, è una legge di ricucitura tra accoglienza sociale e integrazione di qualità.

Vedete, siamo capaci in questo Paese di accogliere, ma il tema su cui dobbiamo soffermarci è il tema dell’integrazione. L’accoglienza, abbiamo valori, capacità, ma, attenzione, che l’integrazione è molto più difficile a tutti i livelli, e questa legge deve inserirsi anche in questo ambito sulla capacità di integrare, di integrare i soggetti al di là della loro cultura, al di là della loro storia, al di là della loro condizione, deve essere una ricucitura che pone il tema che rimette al centro il senso della giustizia, delle opportunità. In questa operazione, permettetemi, siccome sono state fatte alcune citazioni, ne faccio una anch’io, di questo valore. Vedete? Lo dicevo uno come Federico Caffè a Roosevelt: il Piano Marshall regge se ci sarà diritto nel progettare il proprio futuro, se ci sarà la capacità di sentirmi senso in quella comunità, di sapere che se investo sul mio sapere, so che gestisco il mio futuro, che è uno dei tratti di più grande autonomia che mi permette di fare la qualità e il soggetto.

L’intellettualità, il sapere, la conoscenza sono la forza che mi permette di avere l’autonomia a disposizione della mia comunità. La nostra economia è sempre più, come vi ho detto, un campo di innovazione trasversale cui si collegano delle verticalità eccezionali, nuove, di cui dovremo scoprire ancora l’impatto.

Avete citato alcuni gangli che forse impareremo strada facendo, come diceva una canzone. Se io dico Tecnopolo, Big Data, questa Giunta, questo assessore, si deve abituare a discutere con NTT, la più grande multinazionale al mondo, giapponese: ha 330.000 dipendenti, vuol fare un centro di ricerca qui a Bologna. La prima cosa che ha detto è: vogliamo i talenti, vogliamo discutere con le Università, vogliamo discutere con le Istituzioni, vogliamo discutere con le organizzazioni sindacali, vogliamo discutere con le rappresentanze di impresa. Non hanno guardato l’articolo 18, hanno guardato che condizioni ho nel sistema territoriale delle nostre comunità per avere un’idea della possibilità di fare un investimento paziente.

L’investimento paziente è il tratto fondamentale di una discussione del nostro futuro. Ma potrei dire INTEL, potrei dire ATOS, potrei dire gruppi eccezionali.

Se siamo così, io penso che se abbiamo fatto una legge 14 che dà grande soddisfazione e attrae imprese, così com’è stato detto da alcune consigliere, non è sufficiente però attrarre imprese. Oggi il vuoto che abbiamo è di riuscire a trattenere e attrarre teste. Attenzione: è vero che non c’è in questa legge il tema della natalità. Io penso che dobbiamo aprire il cantiere dell’economia sociale nuova, di un nuovo welfare pubblico. In quel nuovo welfare pubblico ovviamente deve star dentro anche il tema della natalità, in quella ricerca Cattaneo, però, alcuni indicatori fanno riflettere. Vi do il dato del 2021 di quella bellissima ricerca che abbiamo fatto prima di questa legge, tra demografia e lavoro. Nel 2021 sono usciti da questa Regione 3.500 ragazzi e ragazze, molti giovani, molte donne che sono andati di là. Ci sono andati laureati, intellettuali, ricercatori, sono andate di là. Il tema è che non c’è più l’equilibrio: noi non riusciamo ad attrarre un tedesco o un francese. Restano di là. Quindi, il problema non è l’esperienza, è che non c’è la circolarità. Quindi, il tema di far rientrare loro e di guardare il come possiamo far rientrare anche gli altri è la nuova cifra della complessità della discussione. 3.500: com’è che ha retto il tema demografico di questa regione? Ha retto in questo modo, e sono dati certificati. Noi abbiamo retto la demografia. Per fortuna siamo anche un po’ più in alto rispetto agli altri. Abbiamo anche un’università più internazionale. Non è vero che non sta succedendo niente nell’università. Crescono le figure, i ragazzi e le ragazze internazionali, che anche si fermano. Ma abbiamo talmente un vuoto dal punto di vista della tenuta democratica… E com’è che l’abbiam tenuta? Con 8.000 ragazzi e ragazze che sono arrivate dal sud, da tutte le regioni del sud, e si sono fermate nel nostro sistema, si sono fermate nel sistema produttivo, nell’università. Si sono fermate qui. Il nostro sistema manifatturiero regge perché siamo in grado di attrarre 8.000 persone all’anno. Possono essere 7.000 o 9.000, ma siamo in grado anche di attrarre 7.500 persone che arrivano da tutto il mondo, di ogni nazionalità, figure anche forti che entrano nei nostri processi di grande qualità.

Questo è il perché abbiamo posizionato una legge, che ha bisogno, però, di discutere un’idea nuova. Vedete, il messaggio che dobbiamo dare è che questa legge regge se è in grado di sconfiggere la precarietà, la precarietà sociale, la precarietà del diritto o della possibilità di avere conoscenza, la precarietà dentro i luoghi di lavoro. Non si attrae nessuno con la precarietà. La precarietà fa comunità precarie, fa prodotti precari, fa imprese precarie. E se vogliamo far reggere e attrarre, dobbiamo dire che dentro il percorso di senso, se entro in un posto di lavoro, a quel ragazzo o a quella ragazza io devo dire già dove devi andare, qual è il tuo percorso, qual è la tua stabilità, metti in sicurezza la tua intellettualità. Hai i master, hai la formazione? Ti metto in condizione di sapere che hai una stabilità. E le istituzioni dove si concentreranno? Fuori. Perché a quella persona io devo dire che ci deve essere un percorso di foresteria, di alloggio, di casa, ci devono essere le scuole internazionali, ci deve essere ovviamente logistica, ci deve essere viaggiare, ci deve essere bellezza, cultura, ci deve essere tranquillità. Devo essere in grado di dire: guarda che puoi portare qui i tuoi figli, perché c’è la sanità, perché ci sono delle istituzioni che funzionano. Ecco la trasversalità di questa legge. È un senso molto più alto.

Non vado ad inficiare il tema della natalità, che è qualcosa di immenso, rispetto alle nostre convinzioni, ma se io sono in grado di attrarre soggetti, rispondendo alla consigliera che è arrivata, la consigliera Castaldini, è ovvio che, quanto più sono in grado di attrarre, quanto più ovviamente sono in grado di incrementare la possibilità della nettezza, del do ut des, della demografia delle nostre città.

Permettetemi, chiudo veramente nel ringraziarvi ancora rispetto ad alcuni fatti che sono stati anche citati. Ci sono tre cose su cui dobbiamo lavorare bene insieme, quel manifesto che va affinato in continuazione, va integrato, dobbiamo ascoltare i cambiamenti, quel manifesto è aperto, non è chiuso, non è un manifesto gramsciano, è un manifesto dell’Assemblea dei consiglieri di questa Regione e tutti i valori ci stanno dentro, perché in quel manifesto noi siamo in grado di accogliere ogni valutazione che voi porterete.

C’è un Comitato che rappresenta tutti noi, quel Comitato sarà l’organismo di più alta partecipazione democratica nel valorizzare quella legge, e poi c’è un Osservatorio che deve essere internazionale.

Con ART-ER (ringrazio la mia struttura) abbiamo già messo in una struttura un team che deve essere in grado di dare risposte, do ut des, se arriva una domanda, io devo essere in grado di rispondere, stiamo mettendo reti internazionali con le università, stiamo mettendo in rete internazionale con le grandi città, stiamo mettendo reti internazionali rispetto a cosa ci segnalano le imprese. Dobbiamo monitorare un sistema, che è quello europeo, di grande qualità dal punto di vista di una legge che io penso sia identitaria.

Mi fermo qui, ringrazio il presidente per tutta la fiducia che ci ha consegnato, ma anche, ovviamente, l’istinto che ha avuto nell‘affermare una legge di tale portata. Grazie a tutti voi, grazie alla Giunta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Ha chiesto la parola il presidente Bonaccini. Prego.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Quanti minuti ho, presidente? Venti. Quindi, faccio in tempo a presentare dodici leggi.

Io vi ringrazio davvero e penso che approvare questa legge sia un fatto oggi veramente importante. Ha raccolto il contributo di tanti, io spero venga approvata in modo molto largo, perché ha un obiettivo che, come anche il dibattito ha dimostrato, può unire, può unirci.

Siamo in un Paese che denuncia ogni giorno troppi giovani, troppi ragazzi e ragazze che se ne vanno, mentre noi vogliamo attrarli nel nostro territorio, farli rimanere, farli tornare, magari dopo aver fatto anche esperienza all’estero: tutt’altro che disprezzabili, anzi, possono contribuire a formare ancora di più da un punto di vista culturale, valoriale, sociale, i nostri ragazzi e le nostre ragazze.

È un modo per investire sul nostro futuro, questa legge, è un modo per investire sulle persone. È un modo per investire sul nostro futuro, la cosa più importante, i nostri figli, i nostri nipoti. E quindi è un modo, come diceva Vincenzo Colla, per rafforzare la competitività del sistema emiliano-romagnolo, che ha bisogno, basta parlare con qualsiasi impresa o Università, di giovani, di competenze, di quelli che abbiamo chiamato talenti. Peraltro, definire cosa sia un talento in una legge non è banale. Per talenti questa legge intende le persone, donne e uomini, ragazze e ragazzi, cogliendo anche questa occasione, spero, per promuovere le pari opportunità, che abbiano maturato o che stiano maturando conoscenze ed esperienze di particolare rilevanza in ambiti della ricerca e dell’innovazione previsti dalla strategia regionale di specializzazione intelligente, e dunque le numerose vocazioni e specializzazioni che vanta questa Regione.

È una legge unica a livello nazionale. Io vorrei che ve ne fosse la consapevolezza anche in quest’aula, perché noi troppe volte, permettetemi di dirvelo, diamo e date per scontato non solo primati ma anche legislazione, che facciamo aprendo una strada, che io mi auguro possa servire, senza voler insegnare nulla a nessuno, ad altre Regioni e soprattutto al Paese nel suo insieme.

Spero sia una legge che fa scuola. Peraltro, attenti, avviene nella Regione, unica, insieme alla Lombardia, che nel 2019, prima della pandemia – mancano i dati più recenti, ma credo non si discosteranno molto da quelli – erano le uniche due Regioni che avevano un numero superiore di ragazze e ragazzi che venivano qui a cercare occupazione, opportunità di lavoro nella ricerca, nelle manifatture, eccetera, piuttosto di quelli che andavano verso altre Regioni o all’estero.

È una legge che ha bisogno, forse più di altre, di un’azione corale del territorio regionale. Ne ha avuto bisogno nella fase di stesura, ne avrà bisogno ancora di più in quella di attuazione. Io mi riferisco ai Comuni, in primo luogo, mi riferisco all’intero sistema formativo, in particolare alle quattro Università dell’Emilia-Romagna. Mi riferisco all’ecosistema della ricerca e dell’innovazione, al sistema economico e produttivo, alle piccole e alle medie così come alla grande industria.

Per questo ringrazio i contributi che sono venuti prima dal Patto per il lavoro e per il clima, cosa che facciamo sempre, sessanta parti sociali, strumento unico nel panorama delle venti Regioni italiane, nelle quali ognuno di loro ha potuto portare il proprio contributo, e poi durante e dopo le audizioni, dalle forze politiche di maggioranza e minoranza, e vi ringrazio tutti, che nelle Commissioni e qui hanno compiuto un importante lavoro di sintesi. I trentatré emendamenti presentati migliorano senza dubbio il testo.

Così come ringrazio, naturalmente, gli assessori Colla e Salomoni, che ci hanno lavorato più di altri, per l’intera Giunta e ringrazio i relatori di maggioranza e minoranza, Marchetti e Delmonte, a nome di tutti i vostri colleghi.

A proposito del Patto, ricordo che nel documento sottoscritto nel dicembre 2020 avevamo ripreso, sottolineato e condiviso l’esigenza (cito testualmente): “Attivare iniziative per attrarre studenti e incentivarli a restare dopo la conclusione dei percorsi formativi e per incrementare l’attrattività e il rientro di talenti, anche portando sul territorio regionale sedi di prestigiose istituzioni di ricerca universitari internazionali e progettando una nuova rete di servizi, tra cui scuole internazionali”. Inoltre, avevamo aggiunto: “Progettare nuove politiche integrate che favoriscano l’attrattività, la permanenza e il rientro di giovani formati sul territorio regionale, anche valorizzando la trasmissione d’impresa, garantendo loro servizi per facilitarne il trasferimento e la residenza, un’offerta formativa terziaria di eccellenza internazionale, retribuzioni adeguate e opportunità di inserimento lavorativo e sociale all’altezza di una generazione che è e sarà sempre più internazionale. Invertire la tendenza della natalità calante, mantenere la capacità di attrattività di questa regione, alzare l’asticella della stessa qualità delle imprese del lavoro: queste sono le tre sfide che devono coinvolgere tutti quanti”.

Qualche giorno fa abbiamo appreso dalla stampa che Bologna è la città con più laureati in Italia, quella con la maggiore propensione all’occupazione femminile e anche quella dove la popolazione continuerà ad aumentare fino almeno al 2030. In queste classifiche il capoluogo emiliano batte addirittura Milano. E a dirlo è l’ISTAT, pubblicando un’analisi sulle città metropolitane. Questa legge deve servire non solo a mantenere questo ed altri primati. Non so se l’avete letto, ma poche settimane fa è uscita una statistica nella quale nei sette anni 2015-2022 l’Emilia-Romagna risulta al primo posto per valore aggiunto industriale, battendo tutte le regioni e i Länder tedeschi. Per chi sa di cosa sto parlando, è un risultato clamoroso e persino straordinario. Al servizio della qualità dobbiamo metterlo e anche dell’occupazione che deve essere garantita in questa regione.

Deve servire mettere opportunità che garantiscano a tutti i territori di aumentare ulteriormente la propria capacità di attrazione, permanenza e valorizzazione di altre competenze, e deve servire a governare, bilanciare o mitigare gli effetti indesiderati che l’attrattività indubbiamente può generare in un territorio. Ad esempio, come avete sottolineato in alcuni interventi, la difficoltà a trovare casa che stanno vivendo anche gli studenti. È una legge che si rivolge non solo ai giovani, ma certo si rivolge prioritariamente a loro. La loro mobilità è forse una delle dinamiche più interessanti degli ultimi anni, e certo non intendiamo noi contrastarla, ma vogliamo garantire loro (questo è l’obiettivo della legge) condizioni ottimali per studiare e realizzare qui il proprio progetto di vita.

Per questo abbiamo stanziato quest’anno la cifra record di 135 milioni di euro per continuare a garantire le Borse di studio al 100 per cento degli studenti idonei iscritti agli Atenei dell’Emilia-Romagna (chiedete in giro quante altre Regioni lo facciano). Sono oltre 33 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente, e voi sapete bene quante e quali siano state le difficoltà finanziarie in questo frangente, a causa delle mancate risorse per spese Covid e spese energetiche, ma, come sempre, abbiamo fatto una scelta o di qua o di là, la priorità alla formazione, alla conoscenza, ai saperi.

Al fondo c’è questo, vogliamo evitare che l’andare all’estero sia una necessità obbligata e spesso senza ritorno, alla ricerca legittima di uno stipendio più alto o di un ambiente di studio o di lavoro internazionale e dunque più stimolante. Garantire qui queste condizioni significa non solo trattenere le ragazze e i ragazzi emiliano-romagnoli, ma anche assicurarci quelle competenze che servono al lavoro che dobbiamo costruire.

Considero questa legge la sorella di quella approvata nel 2014 per l’attrattività degli investimenti. È grazie a quella e alle relazioni proficue che abbiamo costruito in questi anni se l’Emilia-Romagna, che non lo era mai stata, oltre ad essere prima nettamente per expo pro capite, come più o meno era sempre stata, è diventata oggi una terra attrattiva per gli investimenti esteri, come mai era accaduto nella storia.

Nel biennio 2022-2023 IlSole24Ore e il Financial Times indicano noi insieme alla Lombardia come settime, possono essere classifiche che sbagliano di qualche posizione, ci mancherebbe, ma certamente siamo entrati nel novero delle Regioni più attrattive addirittura d’Europa.

 Sempre più proprio quelle imprese a cui chiediamo di investire in ricerca e innovazione, oltre che nell’occupazione stabile – sapete che non diamo un euro con la legge n. 14 se non vengono garantite queste due voci –, ci chiedono alte competenze. Non è immaginabile che i migliori investimenti e i migliori talenti vadano in due direzioni diverse, persone e capitali se l’obiettivo è la qualità, devono sempre viaggiare insieme, ed è questa la nostra strategia di lungo periodo: promuovere, selezionare, accompagnare, affiancare tanto gli investitori quanto i talenti, tempi certi e procedure snelle, concertazione territoriale e investimenti in ricerca da un lato, formazione, lavoro stabile e condizioni di vita soddisfacenti dall’altro. In questi anni abbiamo investito 123 milioni di euro, 3.000 nuovi posti di lavoro, tutti a tempo indeterminato, a fronte di ulteriori investimenti privati che – ascoltate un po’ – hanno raggiunto altri 339 milioni di euro.

Politiche industriali e un piano di formazione di massa, dalla prima infanzia – anche per quello abbiamo introdotto l’inglese già in 304 nidi e sarà in tutti nidi e le materne entro pochi anni – a quella lungo tutto l’arco della vita: sono le vere ricette che servono anche a questo Paese. Alla legge 14, dicevo, oggi ne affianchiamo un’altra, ancora più importante perché dedicata specificamente alle ragazze e ai ragazzi più promettenti nel proprio campo, per garantire ad ognuno le opportunità, per coltivare le proprie attitudini, farle crescere all’interno di sistemi formativi, vederle valorizzate nelle imprese, nelle Università, nelle pubbliche amministrazioni, offrendo loro ciò che rende questa terra così attrattiva a propria volta, perché sono le persone il fattore cruciale sopra ogni cosa.

Le leggi da sole non bastano, lo sappiamo bene. Servono politiche e strumenti che le facciano vivere, e noi lavoreremo da domani soprattutto per questo, provando ad usare al meglio gli strumenti che questa legge possa garantire, e che sembrano di particolare rilevanza in vista dell’attuazione: il Comitato, l’Osservatorio, il manifesto che sono previsti.

Ho parlato di questa legge e di quella che ho definito sorella, che promuove l’attrattività degli investimenti, ma non mi dimentico che noi siamo l’Emilia-Romagna prima di tutto. La nostra idea è quella di una società larga, che offra pari opportunità e che sostenga chi per nascita o condizione parte da più indietro, perché il compito della politica e delle istituzioni, lo recita l’articolo 3 della nostra Costituzione, è proprio quello di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione a tutti.

Per questo due leggi di questo tenore avrebbero ben poco valore se non avessero a monte il nostro impegno sull’inclusione sociale e sulla sanità pubblica, oggi messa a rischio. Per la prima volta dopo anni torneremo sotto il 7 per cento di finanziamento tra spesa pubblica in sanità e prodotto interno lordo del Paese, perché con l’inflazione al 12 per cento quello che ci danno con la mano destra viene tolto con gli interessi con la mano sinistra.

Così come sull’infanzia e il diritto allo studio. Lo dico subito: stiamo valutando il ricorso alla Corte costituzionale, cosa che non ho mai fatto in otto anni di presidente, sulla nuova norma contenuta nei provvedimenti di legge del Governo, sulla riduzione, dimensionamento e presenza delle autonomie scolastiche. Noi, ve lo dico adesso così lo verificherete voi, tra qualche mese, tra qualche anno, rischiamo la riduzione delle autonomie scolastiche, che significa “classi pollaio” (come vengono definite) sempre più grandi nelle città, con abbassamento dell’offerta qualitativa, e nei luoghi della montagna, che tutti qui dentro diciamo di voler difendere, che rischieranno di dover vedere chiuse presenze di istituti e di scuole, quando è proprio nei luoghi dove c’è più spopolamento che noi dovremmo fare, come cerchiamo di fare, politiche per lasciare lì servizi che garantiscano alle persone di viverci, di lavorarci e di poterci studiare.

Il merito può e deve essere valorizzato al massimo, a patto di mettere tutti nelle condizioni di partecipare, altrimenti l’ascensore sociale si blocca, le disuguaglianze crescono, la povertà diventa ereditaria e la ricchezza un fatto dinastico. Sono o non sono questi i problemi del Paese? Una società più unita e più giusta è anche una società più forte, perché permette a tutti di correre, ma assicura – come dico spesso – anche all’ultimo della fila di poter tagliare il traguardo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

È così conclusa la fase della discussione.

Passiamo ora all’esame dell’articolato.

Nomino scrutatori i consiglieri Pillati, Daffadà e Montevecchi.

Articolo 1.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 2.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 3.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 4.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 4.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Marchetti, siamo in votazione, quindi non può.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Okay. Benissimo. Perfetto.

Articolo 5.

C’è un emendamento, a firma del consigliere Delmonte, il n. 2.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’articolo 5.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 6.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 6.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 7.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 7.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 8.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 8.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 9.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 9.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 10.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 10.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 11.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 11.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 12.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 12.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 13.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 13.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 14.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 14.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 15.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 15.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 16.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 16.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 17.

Su questo insiste un emendamento, il n. 1, a firma dell’assessore Colla.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1 a firma Colla.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’articolo 17.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Abbiamo ora la discussione generale sugli ordini del giorno che, ricordo, sono quattro: il n. 1 a firma Cuoghi, Evangelisti, Tagliaferri, Delmonte, Francesca Marchetti; il n. 2, Costi, Zamboni, Francesca Marchetti, Zappaterra, Pigoni, Bondavalli, Bulbi, Caliandro, Daffadà, Pillati, Rontini, Fabbri, Gerace; il n. 3, a firma, Piccinini; il n. 4 a firma Amico, Costi, Francesca Marchetti e Pillati. Discussione generale sui quattro ordini del giorno.

Consigliera Costi, prego.

 

COSTI: Intervengo per illustrare uno degli ordini del giorno che abbiamo presentato, proprio perché il nostro progetto di legge è un progetto di legge particolarmente importante, che riconosce come sia preoccupante per il nostro territorio, ma anche per l’Italia, il fatto che molte persone che noi formiamo rimangano all’estero, o addirittura vadano all’estero, anche se riteniamo molto positivo il fatto che i nostri ragazzi e le nostre ragazze si possano formare anche all’estero, quindi costruendo già, sin da subito, nel momento della formazione, anche dei rapporti e delle collaborazioni internazionali.

Il problema è che purtroppo – purtroppo per noi, ma per fortuna per loro – molto spesso all’estero trovano condizioni economiche, ma anche di lavoro molto più adeguati agli studi che loro hanno conseguito: condizioni lavorative con incentivi, hanno degli stipendi molto più alti che da noi e hanno anche possibilità di carriera, cosa che da noi molto spesso è complicata.

Questa è una perdita perché sono persone su cui investiamo, investono le famiglie, ma investe il sistema pubblico, e anche il sistema privato… Chi ci perde è sia il sistema privato, quindi il nostro mondo delle imprese, ma anche il sistema pubblico, perché anche nel sistema pubblico molto spesso stanno queste persone che possono dare un contributo al tema dell’innovazione e alla conoscenza, straordinario.

Noi siamo in un Paese che ha saputo introdurre alcuni elementi incentivanti. Ricordo che noi abbiamo una norma a livello nazionale, quella che prevede agevolazioni fiscali per i cosiddetti “cervelli che rientrano”, però questa norma, pur importante e che ci auguriamo sia assolutamente mantenuta, diciamo che non è sufficiente per permettere a molti talenti di rientrare o anche di pensare al rientro.

Diciamo soprattutto che nel pubblico noi abbiamo, anche qui, un problema dove questa norma, per esempio, non è così efficace, se pensiamo soprattutto ai docenti e ai ricercatori, dove non abbiamo dei dati che ci possano tranquillizzare per quanto riguarda le condizioni di vantaggio che questo sistema di agevolazione fiscale porta, perché molte cause sono legate proprio al sistema universitario e alle ridotte opportunità, e non semplicemente al tema del regime fiscale. Le borse di dottorato in Italia sappiamo che sono molto basse, ancora di più c’è il problema degli assegni di ricerca. Oltretutto questi saranno sostituiti, quindi si tratta di capire anche i contratti di ricerca come saranno remunerati. Per cui, è chiaro che questo è un elemento di svantaggio rispetto alle università e ai centri di ricerca di altri Paesi. Dall’altro lato, è chiaro che per intervenire sia sulle retribuzioni che sui percorsi di carriera non è che possiamo essere noi come Regione. Noi come Regione abbiamo fatto davvero un atto, secondo me, importantissimo e fondamentale, mi auguro che altre Regioni lo seguono, ma io mi auguro soprattutto che si apra un confronto con il Parlamento e il Governo proprio per allargare tutte quelle opportunità che sono assolutamente necessarie. Questo vale anche per una fascia, che noi abbiamo chiamato “fascia intermedia”, cioè quella della carriera accademica, che sono persone molto interessanti. Devo dire che nel corso degli anni ne sono state anche attratte nella nostra regione, anche in settori fondamentali, come per esempio quelli della ricerca medica, che è uno dei temi sollevati anche da un altro ordine del giorno, che possono dare anche delle grandi opportunità al nostro sistema, pubblico in primo luogo, perché molto spesso queste sono persone che hanno ottenuto dei fondi di ricerca, hanno dei piccoli gruppi di ricerca con loro e che potrebbero portare con loro, potrebbero avere spesso dei portafogli di contatti con il mondo accademico e imprenditoriale, che aiuterebbe anche l’internazionalizzazione e la creazione di un sistema virtuoso di produzione della conoscenza e dell’innovazione.

La stessa cosa vale anche nel rapporto con le imprese, quindi mondo universitario e mondo delle imprese. È chiaro che anche nelle imprese il tema degli stipendi, di quanto vengono pagati rimane un tema fondamentale, assieme anche alla stabilizzazione e alla possibilità di progressione di carriera, e questo è uno dei temi su cui occorrerà assolutamente lavorare, ma sarebbe anche auspicabile provare a capire se sia possibile destinare delle risorse che accompagnino il dottorando, l’assegnista con il contratto di ricerca a transitare verso le aziende. Non sempre da noi i titoli di studio sono un elemento che favorisce l’inserimento all’interno dell’azienda.

Proprio per questo, perché noi crediamo con questa norma di fare uno sforzo veramente straordinario sia sul versante privato ma anche sul versante pubblico, con questo ordine del giorno chiediamo di impegnare la Giunta regionale da un lato a sollecitare il Governo e il Parlamento in ogni sede istituzionale opportuna ad adottare ogni provvedimento utile a prevedere un progressivo aumento dei livelli retributivi previsti a favore di assegnisti di ricerca e dottorandi, e anche la conferma degli sgravi fiscali attualmente previsti, proprio per incentivarli al rientro, ma anche a permanere in Italia, e a prevedere, in accordo e in collaborazione con gli Atenei, la nostra Agenzia regionale per il diritto allo studio e gli altri soggetti pubblici o privati che operano in questo settore, alla messa in atto di un sistema di servizi ed interventi per l’erogazione di benefit e servizi di welfare a favore dei talenti e dei loro familiari.

Questo, rispetto a queste persone, riguarda in modo particolare il mondo della ricerca o comunque dell’insegnamento all’interno del pubblico.

 Anche a collaborare, altro elemento importante, con Atenei e con l’Agenzia per il diritto allo studio anche per cercare di sgravare gli adempimenti burocratici previsti. Questo è un tema che non riguarda solamente queste figure, però crediamo che anche questo elemento sia un tema fondamentale, perché comunque oggi è un altro elemento di non attrattività del nostro sistema anche pubblico rispetto a questi talenti.

Grazie mille.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Già nella discussione generale avevo fatto menzione dell’ordine del giorno, che vorrei presentare rapidamente a questo punto, che concentra l’attenzione sulla parte che ha a che fare con la sanità, in particolar modo la sanità pubblica. Si rileva come anche dai dati, visto che all’interno di quest’aula, così come nelle varie discussioni che abbiamo condotto nelle varie Commissioni salute o altro, la carenza di personale medico specializzato su diversi comparti del nostro Sistema sanitario continua a essere pesante, tanto da mettere a repentaglio alcune funzioni, e conseguentemente anche ad esporci al rischio di una esternalizzazione non voluta di alcuni elementi di servizio che proprio in termini di sanità, invece, dovremmo continuare a offrire a livello pubblico.

Muove dalla considerazione che la classe medica, o perlomeno diverse figure mediche in psichiatria, radiodiagnostica e medicina di emergenza-urgenza, così come medicina interna sono ad oggi in carenza di personale. Non sono solo ad oggi in carenza di personale, ma sono anche difficilmente riempite le borse di studio per quanto riguarda questi ambiti medici da parte degli studenti di medicina.

Nello stesso tempo è sempre difficile fare in modo che da un lato il rientro, da un lato anche l’attrattività rispetto a professioni mediche che magari potrebbero essere disponibili anche solo sul territorio europeo possano scegliere, o possano arrivare ad essere coinvolte per quanto riguarda il Sistema sanitario nazionale e il Sistema sanitario regionale. Per cui, all’interno di questo ordine del giorno, prevediamo, o richiediamo che la Giunta si impegni a destinare apposite risorse dal punto di vista dell’attività di ricerca per accompagnare la formazione e il rientro di giovani talenti nelle diverse aree specialistiche mediche per alzare l’innovatività del Sistema regionale, arricchire tramite questa legge i percorsi di formazione degli specializzandi, magari accompagnando coloro che soprattutto in ambiti che sono oggi carenti dal punto di vista dei numeri di personale, possono fare esperienze all’estero, quindi incentivare dal punto di vista degli studenti anche la scelta di quelle discipline sulle quali maggiormente abbiamo difficoltà, utilizzando questa legge anche per attivare con continuità borse di dottorato nei settori della salute e del benessere, proprio in ottemperanza a quello che è anche uno degli orizzonti che stanno dentro la strategia dello sviluppo intelligente dell’S3, quindi delle Life Science. Infine, utilizzare, così come per altri ambiti, questo progetto di legge e le facilitazioni che vengono identificate da un punto di vista anche di supporto burocratico per quanto riguarda questa legge anche per quanto riguarda l’ambito medico, cioè favoriamo il rientro di competenze che magari dall’Italia sono andate all’estero, che magari hanno maturato all’estero una serie di competenze e che oggi per il rientro incontrano, invece, una serie di ostacoli che potremmo, invece, aiutare e supportare perché sul Sistema sanitario si vada a implementare la loro presenza.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliere Cuoghi.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Vado a illustrare un po’ meglio l’ordine del giorno che abbiamo presentato, che riguarda, appunto, le soluzioni abitative nell’ambito di questa legge sui talenti, quindi la ricerca di soluzioni abitative.

Come dicevo prima, c’è un aspetto che è legato più strettamente proprio alle persone a cui si rivolge questa legge, quindi di andare ad integrare con quella che è la soluzione abitativa quello che può essere al momento un compenso non così appetibile come in altri luoghi per la ricerca. Dall’altro, c’è che l’abitazione, la residenzialità va a creare, soprattutto nelle città universitarie, tutta una catena di problemi, perché noi sappiamo benissimo che nelle città universitarie c’è una carenza di alloggi e di affitti, che poi si va a ripercuotere, saturando il mercato, anche su quella che è l’utenza residenziale normale, dei lavoratori, quindi anche soggetti più generici rispetto a quelli a cui questa legge si riferisce.

Ecco perché abbiamo provato a cercare soluzioni diverse, anche con un emendamento, che ci è stato respinto, che ragionava più sui campus universitari, proprio per dire che pensiamo a zone che possano magari essere decentrate, e poi con i mezzi pubblici li avviciniamo eccetera, abbiamo pensato a qualcosa che possa essere un sostegno per l’affitto eccetera. Alla fine abbiamo concordato su questo testo, di cui ringrazio anche i due relatori, con cui abbiamo collaborato, che è forse leggermente più vago, ma che magari ci lascia per certi aspetti un campo più aperto per trovare delle soluzioni e per fare delle proposte in questo ambito, mantenendo però sicuramente l’attenzione su questo tipo di problema.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non ci sono altri interventi in discussione generale sugli ordini del giorno.

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto congiunte sugli ordini del giorno e sul progetto di legge.

Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Intanto grazie ai colleghi per il lavoro e anche contributi che sono emersi rispetto alla presentazione degli ordini del giorno, perché credo che un valore aggiunto di questo percorso, che vede allo step finale l’approvazione di questo progetto di legge, sia anche che ognuno possa riconoscere un pezzo di strada fatta insieme, proprio con quelle puntualizzazioni e quelle sottolineature a 360 gradi, dalla residenzialità agli assegni di ricerca.

Il collega Amico ha già sottolineato bene gli obiettivi anche del suo ordine del giorno estremamente attuali, legati alle questioni relative ai temi sanitari e socio-sanitari.

Credo quindi che anche questo lavoro fatto sugli ordini del giorno, queste linee di indirizzo su cui si intende impegnare la Giunta, ma anche riportare, come dicevamo, questa legge unica, sul panorama italiano, anche a un dibattito sul piano nazionale (penso soprattutto al DG che la collega Costa ha bene illustrato) ci facciano tornare a chiudere il cerchio di quella coralità di cui parlavamo all’inizio, cioè del tema di come questa legge ponga al centro l’infrastruttura della conoscenza in tutti i suoi aspetti come motore del futuro che vogliamo costruire, costruire insieme, proprio partendo dal diritto alla conoscenza come chiave per lo sviluppo economico di tutto il nostro sistema.

Ecco, io definirei questo progetto di legge, questo lavoro una grande opportunità che oggi diamo ai giovani, ai ragazzi, a coloro che ritorneranno, perché in questo pacchetto di misure, in questi strumenti possano ritrovare il senso del valore della conoscenza.

Nel dibattito non abbiamo sottolineato abbastanza come si integri questo strumento, questo nuovo dispositivo di legge con diverse questioni sociali che riguardano i giovani e soprattutto anche l’impatto che questo Covid ha avuto, quindi come la conoscenza, le competenze e i talenti possono anche rispondere ai nuovi bisogni di questa contemporaneità che li ha visti anche in momenti di fragilità da cui credo che gli strumenti che tutta la Regione ha messo in campo devono cercare invece di tirar fuori.

Dicevo quindi un’opportunità per tanti giovani, per tanti ragazzi, ma anche per tutto il sistema e tutto il lavoro fatto anche sulla rete dei Tecnopoli, così come il grande valore che questa Regione ha dato agli ITS: credo che si collochi proprio in un sistema di internazionalizzazione e di promozione di quello che nient’altro è che il valore dell’Emilia-Romagna, una Regione che anche attraverso questo dispositivo di legge vuole continuare a crescere, e lo fa vedendo nei saperi la vera leva di miglioramento della società.

Credo che questa non sia solo un’affermazione di principio, ma che sia una legge estremamente concreta e fattiva. Saranno molto utili il rapporto e i report che verranno fatti in Commissione, grazie anche ad un confronto che c’è stato, penso alla consigliera Castaldini e al consigliere Delmonte al riguardo, con cui abbiamo trovato una sintesi. Essere Regione della conoscenza significa essere anche una Regione delle pari opportunità. Veniva richiamato all’inizio del dibattito, ma lo dico anche in conclusione, a pochi giorni anche dalla Giornata nazionale riguardo alle ricercatrici e alla valorizzazione dei talenti delle giovani donne nell’ambito tecnologico e scientifico. Credo che anche questo sia un tassello di quelle politiche integrate e trasversali che questa Regione ha saputo e sa mettere in campo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliera Evangelisti.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Voteremo a favore di questa legge, la cui visione, i cui tratti essenziali e le cui finalità sono stati ben tratteggiati nell’intervento dell’assessore Colla. Voteremo a favore, ritenendo di aver anche cercato, per quanto possibile, come Gruppo Fratelli d’Italia, di apportare un nostro contributo propositivo e fattivo. Voteremo a favore nonostante il pervicace tentativo del presidente Bonaccini di farci cambiare idea, inserendo nella discussione alcuni temi che poco c’entravano con questo progetto di legge. Terremo conto però di quanto ci ha suggerito il presidente Bonaccini, soprattutto quando andremo a trattare il tema degli istituti scolastici e del rilancio della montagna, ma anche della sanità in montagna, a tutela di quei cittadini.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliere Delmonte.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Ammetto che anch’io al termine dell’intervento del presidente Bonaccini pensavo che stessimo già parlando di un altro progetto di legge e mi ero un attimo preoccupato di non averlo votato. Mentre, noi lo voteremo convintamente.

Credo che il percorso per arrivare a questo testo finale sia stato – lo ribadisco – ben eseguito, nel senso che c’è stata una discussione, a volte neanche semplice, nel senso che su alcuni punti, come ho detto anche in Commissione, sembrava che volessimo cambiare due parole, ma in realtà due parole che all’interno nascondevano un significato e una sostanzialità importanti all’interno di un articolo, e quindi siamo andati a limare quello che secondo noi era un testo che poteva essere migliorato e che è stato migliorato.

Gli ODG che oggi andiamo a votare e che vedranno il nostro voto favorevole in tutti e quattro i testi vanno a definire un ulteriore contorno su tematiche che magari non erano prettamente inseribili con un emendamento all’interno del progetto di legge, ma che vanno ben a delineare quattro direttrici politiche aggiuntive rispetto a quelle già evidenziate nel manifesto che questa legge rappresenta.

Il nostro voto, quindi, sarà favorevole in tutte e cinque le votazioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto, mettiamo in votazione gli ordini del giorno.

Ordine del giorno n. 1, a prima firma Cuoghi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6108/1 oggetto 6444 è approvato all’unanimità dei votanti)

 

L’ordine del giorno n. 1 è approvato.

 

Ordine del giorno n. 2, a prima firma Costi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6108/2 oggetto 6445 è approvato a maggioranza dei presenti)

 

L’ordine del giorno n. 2 è approvato.

 

Ordine del giorno n. 3, a firma Piccinini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6108/3 oggetto 6446 è approvato a maggioranza dei presenti)

 

L’ordine del giorno n. 3 è approvato.

 

Ordine del giorno n. 4, a prima firma Amico.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6108/4 oggetto 6447 è approvato a maggioranza dei presenti)

 

L’ordine del giorno n. 4 è approvato.

 

Passiamo ora alla votazione del provvedimento 6108, con il dispositivo elettronico.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 39

Favorevoli 37

Contrari 0

Astenuti 1

 

È approvato.

 

Si concludono così i lavori della sessione pomeridiana.

Buonasera a tutti.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,20

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI; Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario Davide Baruffi;

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare gli assessori Andrea CORSINI, Barbara LORI, Alessio MAMMI.

 

Votazione elettronica

OGGETTO 6108

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti ad elevata specializzazione in Emilia-Romagna". (63)

 

Presenti: 41

Favorevoli: 39

Astenuti: 1

Presenti non votanti: 1

Assenti: 9

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; COSTA Andrea; COSTI Palma; CUOGHI Luca; DAFFADÀ Matteo; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FABBRI Marco; GERACE Pasquale; LIVERANI Andrea; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MOLINARI Gian Luigi; MONTEVECCHI Matteo; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; STRAGLIATI Valentina; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; MONTALTI Lia; FELICORI Mauro.

 

Astenuti:

GIBERTONI Giulia

 

Presenti non votanti:

Rainieri Fabio

 

Assenti:

BONACCINI Stefano; FACCI Michele; MARCHETTI Daniele; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; PETITTI Emma; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Emendamenti

OGGETTO 6108

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti ad elevata specializzazione in Emilia-Romagna". (63)

 

Emendamento 1, a firma dell’assessore Colla

«Il comma 3 dell'art. 17 è così riformulato:

"Si approva l'allegato 1 recante la variazione all'elenco degli interventi programmati per spese di investimento finanziati con ricorso al debito e con risorse disponibili (allegato 14 alla legge regionale n.

25 del 2022)"»

 

Allegato 1 - Variazioni all'elenco degli interventi programmati per spese di investimento finanziati con ricorso al debito e con risorse disponibili

 

Missione

Programmi

Capitolo

Descrizione

Variazione 2023

Variazione 2024

Variazione 2025

10 Trasporti e diritto alla mobilità

 

5 Viabilità e infrastrutture stradali

U45226

Interventi per la realizzazione dell’autostrada regionale Cispadana – quota a carico della Regione (artt. 164 ter e 167, comma 2, lett. g), L.R. 21 aprile 1999, n. 3).

- 3.000.000,00

0,00

0,00

14 Sviluppo economico e competitività

 

3 Ricerca e innovazione

U23019

Fondo unico regionale per le attività produttive.

Realizzazione e acquisizione di strutture e infrastrutture per lo sviluppo di iniziative, attività di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico di interesse pubblico. (Art. 1, comma 1 e art. 7, comma 1 bis, L.R. 14 maggio 2002, n. 7).

3.000.000,00

0,00

0,00

 

 

 

TOTALE

0,00

0,00

0,00

 

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Delmonte

Alla fine del comma 2 dell'articolo 5, il periodo "nonché a servizi per accrescere la conoscenza della lingua italiana", è sostituito dal seguente:

"nonché per la fruizione di servizi per accrescere la conoscenza della lingua italiana".

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERPELLANZE

 

6435 -  Interpellanza relativa all'introduzione in cattività di alcuni esemplari di cervo della Mesola (Cervus elaphus italicus) nell'area di Ca' Giansanti, situata all'interno della Pineta di Classe (RA). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6436 -  Interpellanza per conoscere i motivi che ostano all'avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo Casello di Rioveggio e la tempistica prevista per l'avvio e la conclusione dell'opera. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

INTERROGAZIONI

 

6437 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quanti medici laureati all'estero lavorano nell'ambito del Servizio Sanitario Regionale. A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Evangelisti, Cuoghi

 

6438 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla necessità di garantire l'assegnazione di una autoscala nuova alla Caserma dei Vigili del Fuoco di Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6439 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai casi di scabbia che si sono recentemente verificati in alcune strutture per anziani di Parma e provincia e alle azioni da porre in essere per scongiurare la diffusione della malattia. A firma del Consigliere: Gerace

 

6441 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla necessità di interventi di ripristino dell'area del Portocanale di Porto Garibaldi (FE), in conseguenza delle notevoli quantità di sabbia che si sono concentrate al suo imbocco a causa delle recenti mareggiate. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6442 -  Interrogazione a risposta scritta relativa ai finanziamenti per la realizzazione di una nuova scuola primaria nel comune di Marano sul Panaro (MO). A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6443 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione epidemiologica per quanto riguarda la diffusione, in Emilia-Romagna, della "Peste americana", patologia che colpisce la popolazione delle api. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Catellani, Bargi, Pompignoli, Facci, Rainieri, Occhi, Liverani, Montevecchi, Delmonte, Rancan

 

RISOLUZIONE

 

6440 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere in campo ogni azione di competenza al fine di risolvere il problema delle aggressioni ai danni del personale ferroviario. (14 02 23) A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n. 2 prot. NP/2023/300 del 15 febbraio 2023)

 

IL PRESIDENTE

I SEGRETARII

Rainieri

Bergamini - Montalti

 

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