Espandi Indice

210.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 23 MAGGIO 2023

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6862

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Regione intenda promuovere per favorire la presentazione del nuovo progetto di Tranvia di Reggio Emilia e con quale tempistica. A firma del Consigliere: Amico

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

CORSINI, assessore

AMICO (ERCEP)

 

OGGETTO 6869

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quale metodologia, quali indicatori e quale tipo di analisi vengano utilizzati per stimare le presenze turistiche sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MASTACCHI (RCPER)

CORSINI, assessore

MASTACCHI (RCPER)

 

OGGETTO 6863

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano le strategie messe in atto per mitigare gli effetti della carenza di Amoxicillina e garantire un accesso adeguato ai pazienti che ne hanno bisogno. A firma dei Consiglieri: Gerace, Rontini, Pillati, Sabattini, Mori, Caliandro, Costa, Daffadà, Marchetti Francesca

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GERACE (PD)

DONINI, assessore

GERACE (PD)

 

OGGETTO 6866

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se corrispondano al vero le segnalazioni dello SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), secondo cui si sta procedendo ad un accorpamento delle automediche di Guastalla-Correggio e Scandiano-Montecchio Emilia e, in caso affermativo, quale sia la posizione della Regione circa la decisione dell'AUSL di Reggio Emilia. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

DELMONTE (Lega)

DONINI, assessore

DELMONTE (Lega)

 

OGGETTO 6865

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il controllo delle popolazioni di daino (Dama Dama) di Lido di Classe (RA) e Lido di Volano (FE), in considerazione del nuovo censimento e del nuovo approccio dell'Ente Parco. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

TARUFFI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 6860

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere lo stato di attuazione della legge regionale n. 28 del 2019 e le misure messe in campo per contrastare i fenomeni da sovraindebitamento. A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

TARUFFI, assessore

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 6864

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se AIPO abbia rispettato le disposizioni del Commissario Bonaccini in merito all'incarico di progettazione della cassa del Baganza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

TAGLIAFERRI (FdI)

TARUFFI, assessore

TAGLIAFERRI (FdI)

 

OGGETTO 6867

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai gap formativi di genere e alle opportunità di reinserimento sociale delle donne detenute negli istituti penitenziari dell'Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Mori, Amico, Costa, Caliandro, Mumolo, Soncini, Pillati, Sabattini, Rontini, Rossi, Gerace, Daffadà, Bondavalli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MORI (PD)

TARUFFI, assessore

MORI (PD)

 

OGGETTO 6868

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in ordine alla recente sentenza del Consiglio di Stato sull'ampliamento della discarica di Baricella (BO). A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MARCHETTI Daniele (Lega)

TARUFFI, assessore

MARCHETTI Daniele (Lega)

 

OGGETTO 6861

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla definizione di un quadro regionale di programmazione e relativo sostegno economico per estendere il progetto delle pluriclassi nella Scuola Primaria nel territorio montano dell'Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Daffadà

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

BONDAVALLI (BP)

SALOMONI, assessora

BONDAVALLI (BP)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 6817

Surrogazione di un componente della Giunta per il Regolamento assembleare a norma dell'articolo 9, comma 3 del Regolamento interno. (124)

(Elezione del consigliere Stefano Caliandro)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA (PD)

 

OGGETTO 6466

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Specificazione dei criteri localizzativi per garantire la massima diffusione degli impianti fotovoltaici e per tutelare i suoli agricoli e il valore paesaggistico e ambientale del territorio". (125)

(Relazione della commissione, relazione di minoranza e discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

SABATTINI, relatore della commissione

OCCHI, relatore di minoranza

CALIANDRO (PD

AMICO (ERCEP)

PICCININI (M5S)

MASTACCHI (RCPER)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni prescritte dall’art. 68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,58

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 210 del giorno 23 maggio 2023.

Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana del 19 aprile e 9 maggio.

Se non ci sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

Sono computati come presenti ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno, il presidente della Giunta regionale Stefano Bonaccini e la consigliera Francesca Marchetti, assenti per motivi istituzionali.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Petitti): Iniziamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 6862

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Regione intenda promuovere per favorire la presentazione del nuovo progetto di Tranvia di Reggio Emilia e con quale tempistica. A firma del Consigliere: Amico

 

PRESIDENTE (Petitti): Precisamente, iniziamo con l’interrogazione 6862: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali azioni la Regione intenda promuovere per favorire la presentazione del nuovo progetto di Tranvia di Reggio Emilia e con quale tempistica. L’interrogazione è a firma del consigliere Amico.

Prego, consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

È abbastanza complesso iniziare questa seduta d’aula dopo i fatti drammatici e terribili di questi giorni, e anche con questa interrogazione, che non ha diretta attinenza con quanto è accaduto in Romagna, però prova a disegnare un orizzonte, un orizzonte positivo dal punto di vista della sostenibilità. Qui parliamo infatti di quanto lunedì scorso, 15 maggio, il Consiglio comunale di Reggio Emilia ha approvato: il Piano urbano per la mobilità sostenibile 2023, il PUMS, la cui redazione è obbligatoria per tutti i Comuni sopra i 100.000 abitanti.

Il PUMS 2023 è stato concepito per gestire la mobilità urbana in modo più sistematico e integrato con gli altri strumenti esistenti, puntando al raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici fissati dalla Commissione europea. I suoi principali obiettivi sono la riduzione dell’impatto ambientale del sistema della mobilità, la riduzione della congestione del traffico e l’incremento della sicurezza e della qualità urbana delle strade.

Sul trasporto pubblico locale urbano, il PUMS prevede la creazione di una linea di forza nord-sud, che è quella che interessa la città con maggiore intensità, soprattutto per il traffico pendolare, che possa mettere in comunicazione l’area della città con notazione principalmente residenziale con quella produttiva di Mancasale, che sta a nord, nonché la Stazione Mediopadana, punto di snodo importante per tutta la regione, non solo per Reggio Emilia, una linea per la quale è stato candidato un importante progetto per un sistema tranviario in dialogo con le esistenti ferrovie locali del bacino reggiano.

Secondo quanto riportato di recente dai mezzi di informazione, pur avendo valutato in modo estremamente positivo il progetto della nuova Tranvia di Reggio Emilia, che potrebbe addirittura proseguire non solo nell’ambito urbano cittadino, ma addirittura arrivare alla pedecollina, alleggerendo ulteriormente il traffico, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non lo ha finanziato perché il Governo ha deciso di finanziare solo le opere delle città metropolitane o città che erano già dotate di sistemi di questo tipo, mentre crediamo che possa essere una implementazione anche su centri magari di minore entità, i quali non hanno minori problemi di traffico che le grandi città. Lo scorso anno, infatti, la Giunta comunale aveva approvato e proposto per il finanziamento tramite bando al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti lo studio di fattibilità della nuova Tranvia di Reggio Emilia, il cui valore complessivo di opera e parco rotabile è stato stimato in 282,3 milioni di euro.

Sulla base delle osservazioni e dei suggerimenti forniti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con la Regione, sta rivedendo il progetto di Tranvia, con l’obiettivo di partecipare al prossimo bando di finanziamento ministeriale. In questo senso chiediamo alla Giunta, quindi all’assessore, che ringrazio, quali azioni la Regione intenda promuovere per favorire la presentazione da parte del Comune di finanziamento da parte del Ministero del nuovo progetto di Tranvia di Reggio Emilia e con quale tempistica.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Risponde l’assessore Corsini. Prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio anche il consigliere Federico Amico.

Diciamo che noi abbiamo già, da diverso tempo, interloquito con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che, a dire la verità, prima aveva un’altra denominazione, comunque di quello stiamo parlando, perché nell’ultimo bando sul trasporto rapido di massa il progetto candidato dal Comune di Reggio Emilia e sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna non è stato ritenuto finanziabile da parte del Ministero dei trasporti, che però ci ha suggerito alcune indicazioni di carattere tecnico e progettuale per rendere più compatibile un progetto revisionato nel momento in cui il Ministero avrebbe emanato un secondo bando per finanziare i sistemi di trasporto rapido di massa, sulla base di tutta una serie di valutazioni di carattere trasportistico legate, naturalmente, al PUMS di Reggio Emilia, alle caratteristiche insediative, produttive, di popolazione e viabilistiche, oltre che di integrazione con gli altri sistemi di mobilità dell’area interessata del Comune di Reggio Emilia. Da quel momento abbiamo attivato un tavolo di lavoro con i tecnici del Comune e con i tecnici della Regione per addivenire a una modifica progettuale che tenesse conto delle indicazioni del Ministero.

Oggi il progetto è pronto per essere candidato al bando sul trasporto rapido di massa, che speriamo nelle prossime settimane il Ministero possa emanare, in modo tale da poter candidare questo importante e ambizioso progetto, che avrà una grande efficacia dal punto di vista del miglioramento complessivo del trasporto pubblico locale nel territorio di Reggio Emilia. Soprattutto, cogliendo le indicazioni del PUMS, andrà a integrarsi in maniera omogenea con gli altri sistemi di trasporto pubblico insistenti nell’area e, naturalmente, coerenti con le politiche regionali che sono disegnate nel Piano regionale integrato dei trasporti.

Quindi, per ribadire che la Regione ha già in corso, naturalmente, una interlocuzione positiva con il Comune di Reggio Emilia, che peraltro è l’unico Comune, a parte il Comune di Bologna, che ha presentato progetti sul trasporto rapido di massa nel territorio emiliano. Poi c’è, naturalmente, il Comune di Rimini per quanto riguarda il Metromare. Quindi, siamo fiduciosi che il nuovo progetto possa avere le caratteristiche per poter essere finanziato nel prossimo bando, di prossima emanazione, da parte del Ministero dei trasporti e delle infrastrutture.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Sono, ovviamente, soddisfatto della risposta. Mi fa particolarmente piacere che la Regione sia stata immediatamente al lavoro nella rimodulazione del progetto. Vorrei ribadirne la portata strategica per una città come quella di Reggio Emilia, che ha visto una crescita negli ultimi vent’anni, dal punto di vista della popolazione, molto importante, che ha bisogno di ammodernare il sistema trasportistico e che è diventata snodo, anche grazie alla stazione Mediopadana, di una serie di arrivi sia nella città sia dalla città piuttosto importante. Il progetto della Tranvia, che è stato predisposto dal Comune di Reggio Emilia, ovviamente attraversa la città e, come dicevo in premessa, potrebbe anche addirittura intervenire nell’aiutare e supportare il trasporto urbano che va a insistere sulla città proveniente dalla pedecollina, cercando anche di avvicinare le aree magari meno servite dal punto di vista dei servizi e renderle maggiormente compatibili, quindi soprattutto non solo per limitare l’utilizzo dei veicoli autonomi, personali, ma rendere appetibile un sistema di trasporto che è quello a cui puntiamo complessivamente come Regione e sicuramente come territorio. Quindi, bene. Grazie. Chiederemo, poi, dopo, i vari aggiornamenti, man mano che questo bando arriverà a essere pubblicato rispetto a quelli che saranno gli esiti e seguiremo da vicino tutta la vicenda. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

 

OGGETTO 6869

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quale metodologia, quali indicatori e quale tipo di analisi vengano utilizzati per stimare le presenze turistiche sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 6869: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quale metodologia, quali indicatori e quale tipo di analisi vengano utilizzati per stimare le presenze turistiche sul territorio regionale. L’interrogazione è a firma del consigliere Mastacchi.

Prego, consigliere Mastacchi.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente. Buongiorno. L’Osservatorio regionale sul turismo è uno strumento che viene messo a disposizione di tutto il sistema dell’organizzazione turistica regionale per acquisire informazioni e aggiornamenti necessari ad orientare le politiche regionali di intervento in ambito turistico.

La Regione ha attivato nel 2015 una collaborazione istituzionale con Unioncamere Emilia-Romagna per la realizzazione dell’attività dell’Osservatorio regionale sul turismo, i cui dati sono elaborati da Trademark Italia, società di consulenza e marketing per turismo e ospitalità.

Evidenziato che ci hanno segnalato che i dati dell’Osservatorio regionale elaborati da Trademark Italia restituiscono un quadro per l’annualità 2022 nettamente superiore, addirittura di quasi il doppio, rispetto alle presenze dei dati restituiti da Istat; che parte della differenza dei dati è imputabile alla stima realizzata per gli appartamenti turistici, in particolare nella gestione di Airbnb; che, conteggiate solo in un momento successivo, in seguito ad accordi con i Comuni, trattengono inizialmente l’imposta di soggiorno per poi versarla successivamente ai Comuni.

Considerato che l’Istat è il principale produttore di statistica ufficiale, che opera in piena autonomia, in continua interazione con il mondo accademico e scientifico, ed è l’Istituto impegnato nello sviluppo del sistema statistico europeo che garantisce uniformità di criteri e di definizioni per le statistiche prodotte dagli Stati membri al fine di assicurare compatibilità e armonizzazione delle informazioni prodotte, si interroga la Giunta per sapere quale metodologia, quali indicatori e quale tipo di analisi viene effettuato per stimare le presenze turistiche, che spesso risultano nettamente superiori ai dati Istat, e se non ritenga opportuno realizzare, tramite l’Osservatorio analisi qualitative sui fatturati delle strutture, piuttosto che sulle campagne promozionali, sia per il mercato nazionale che estero, al fine di migliorare la nostra offerta turistica e approfondire l’analisi sui punti di forza o eventuali criticità.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Assessore Corsini, prego.

 

CORSINI, assessore: La mia risposta è un po’ lunga, dopo magari le fornisco il testo integrale e nella risposta cerco di essere più sintetico.

Premetto che l’Osservatorio regionale del turismo svolge funzioni di approfondimento con studi e analisi afferenti il settore rispetto alle banche dati esistenti. È attivo nello specifico un accordo di collaborazione con Unioncamere, approvato con una delibera di Giunta regionale del 2022.

In questo ambito, si sono sviluppate le analisi dei flussi turistici a cui si fa riferimento nell’interrogazione per le quali Unioncamere si avvale di uno specifico operatore specializzato che è stato individuato dalla stessa Unioncamere.

In merito alla metodologia utilizzata e al tipo di analisi effettuate per stimare le presenze e gli arrivi turistici, alle motivazioni degli scostamenti con i dati Istat, si forniscono i seguenti elementi informativi: l’indagine Istat è effettuata a livello regionale secondo la metodologia nazionale dell’Ufficio regionale di statistica attraverso i dati forniti dagli operatori turistici autorizzati dai Comuni in base ai vigenti obblighi normativi. Pur basati su metodologia statistica certificata, i dati dell’Istat restituiscono tuttavia una fotografia degli arrivi e delle presenze sottostimata rispetto ai movimenti effettivi.

La ragione riguarda la difficoltà nel censire, nell’ambito dell’extra alberghiero, il movimento dei turisti nelle abitazioni dei privati svolto in forma occasionale. La presenza in anagrafe e il tasso di risposta di tale tipologia, pur censita, è talmente eterogenea, sul territorio regionale, che il dato non viene considerato nel compito ufficiale del movimento Istat. Nella rilevazione statistica, infine, cioè quella dell’Istat, non vengono rilevati arrivi e presenze del turismo delle cosiddette seconde case utilizzate dai proprietari durante i periodi di villeggiatura. Il movimento generato da queste tipologie di strutture viene invece stimato nelle elaborazioni prodotte per l’Osservatorio regionale del turismo, cioè, in sostanza, i dati Istat non fotografano perché, appunto, sono basati su una metodologia non recente, che non tiene conto di queste nuove forme di ospitalità, non rende una fotografia realistica dei movimenti turistici e degli arrivi e delle presenze che vengono registrate in una particolare destinazione.

Alcune ricerche e indagini hanno stimato che il numero delle presenze rilevato dall’Istat vada più che raddoppiato per avere un ordine di grandezza del turismo nel nostro Paese. Il fenomeno, diffuso in tutta Italia, assume maggiore importanza nel Mezzogiorno. Nel Rapporto sul turismo italiano 2016, curato da statistica New Mercury Tourism Consulting, è calcolato un coefficiente per passare dalle presenze rilevate dall’Istat e tale coefficiente è di 1,75 per il movimento degli stranieri, di 3,61 per quello dei residenti e di 2,69 per quello complessivo. Il coefficiente presenta valori molto differenti da regione a regione, per l’Emilia-Romagna il coefficiente è di poco inferiore a 2. La stima dei movimenti turistici connesse alle seconde case e operazioni complesse è fonte di discussione tra i ricercatori. Il calcolo generalmente viene realizzato attraverso l’analisi di indicatori indiretti, ma sulla loro individuazione e successiva ponderazione non esiste ancora sostanzialmente una metodologia certificata.

In merito a quanto richiesto nell’interrogazione, ovverosia se non si ritenga opportuno realizzare, tramite l’Osservatorio, analisi qualitative sui fatturati delle strutture, si ravvisa quanto segue. Non è chiaro cosa si intenda per analisi qualitativa dei fatturati nell’interrogazione presentata. Presumibilmente potrà fornire elementi di valutazione di interesse un’analisi che individui le connessioni fra il fatturato e i mercati di riferimento. Si ravvisa che annualmente vengono individuati gli ambiti di approfondimento dell’Osservatorio per tramite accordo di collaborazione con Unioncamere e con ART-ER. In tale ambito, in base alle risorse disponibili, potrà essere approfondita l’utilità e la fattibilità di uno studio che prenda a riferimento, appunto, i dati di fatturato.

Il dato Istat rimane comunque – e concludo – un fondamentale tassello informativo, rispetto alla quale la stessa Istat sta ipotizzando, per il futuro, innovativi percorsi di rilevazione che utilizzino l’integrazione con altre banche dati, quali quelle sulla telefonia mobile, le Sim viaggianti, oppure azioni di web scraping e utilizzo di Google Trends. Un primo sviluppo evolutivo nell’immediato è costituito dall’obbligatorietà del CIR, cioè il codice unico di riferimento per tutte le strutture ricettive del territorio regionale, che può fungere anche come codice unico nazionale, che sarà rilasciato (abbiamo appena adottato una delibera) attraverso la piattaforma Ross1000 e che dovrebbe permettere di far emergere una serie di strutture al momento non censite nell’anagrafe regionale delle strutture ricettive, delle quali di conseguenza non si conosce nemmeno il movimento registrato.

Il movimento turistico nelle strutture ricettive, alberghiere ed extralberghiere, dei diversi comparti stimato dall’Osservatorio si avvale di una metodologia ‒ come dicevo ‒ elaborata da una società incaricata da Unioncamere, che prevede, oltre alla rivalutazione periodica delle statistiche ufficiali, anche la stima in tempo reale dell’andamento turistico.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, assessore.

Chiaramente sono soddisfatto della risposta, anche se la risposta contiene informazioni che aprono a degli scenari, da un certo punto di vista, anche preoccupanti, perché si conferma, praticamente, il dato di quasi il 100 per cento di differenza rispetto ai dati ufficiali. Questo apre a degli scenari molto complicati. Probabilmente, si spiegano anche le problematiche che abbiamo sulle grandi città per il tema delle abitazioni per gli studenti e prime case.

Credo che sarà necessaria un’analisi più approfondita per capire quelle che sono le implicazioni a valle di tutto questo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

 

OGGETTO 6863

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano le strategie messe in atto per mitigare gli effetti della carenza di Amoxicillina e garantire un accesso adeguato ai pazienti che ne hanno bisogno. A firma dei Consiglieri: Gerace, Rontini, Pillati, Sabattini, Mori, Caliandro, Costa, Daffadà, Marchetti Francesca

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 6863: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali siano le strategie messe in atto per mitigare gli effetti della carenza di amoxicillina e garantire un accesso adeguato ai pazienti che ne hanno bisogno. L’interrogazione è a firma dei consiglieri Gerace, Rontini, Pillati, Sabattini e Mori.

Prego, consigliere Gerace.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Prima di iniziare il mio intervento, vorrei esprimere la mia solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite dall’alluvione e il mio cordoglio ai familiari delle vittime. Si tratta di un evento tragico, che ha causato danni ingenti e ha causato, purtroppo, anche vittime. Esprimo vicinanza anche ai colleghi che risiedono nelle aree alluvionate.

Oggi desidero portare alla vostra attenzione un problema che sta mettendo a rischio la salute dei nostri bambini. È la lotta contro l’antibiotico-resistenza, cioè la carenza di amoxicillina. L’amoxicillina è un antibiotico appartenente alla famiglia delle penicilline utilizzato per trattare varie infezioni batteriche, soprattutto nei bambini. Si tratta di un farmaco efficace, ben tollerato e con bassi rischi di effetti avversi. Inoltre, l’amoxicillina contribuisce a controllare la diffusione dell’antibiotico-resistenza, fenomeno che rappresenta una delle maggiori minacce per la salute globale e che richiede un uso prudente e responsabile degli antibiotici disponibili.

Ormai da alcune settimane si sta verificando una carenza di questo farmaco in tutta Italia e anche in altri Paesi. Questa situazione sta creando difficoltà per i medici, ma soprattutto per i pazienti, che devono ricorrere ad alternative terapeutiche a volte meno appropriate e con maggiori effetti collaterali.

L’assenza di questo farmaco comporta anche un aumento dei costi, dei costi sanitari, perché i medici si vedono costretti a prescrivere farmaci più costosi o meno efficaci, aumentando quindi il rischio di complicanze oppure aumentando il rischio di prolungare le degenze ospedaliere.

Per questo motivo ho sollevato questo tema. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Gerace.

Risponde l’assessore Donini. Prego, assessore.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Gerace per questo question time che mi dà modo di informare che la nostra Regione già da marzo scorso si era confrontata con l’Agenzia italiana del farmaco, l’AIFA, per mitigare il rischio di carenza di amoxicillina, valutando come intervenire per ripristinare la disponibilità di quest’antibiotico.

Sottoscrivo totalmente le sue affermazioni quando ricorda che l’antibiotico resistenza sarà inevitabilmente una delle sfide più importanti che dovremo affrontare da oggi e nei prossimi anni e che occorre la disponibilità di quelle molecole che sono ben tollerate e che in qualche modo ne impediscono la diffusione, oltre che a curare la patologia per le quali sono indicate.

Noi ci siamo subito mossi, già da marzo, con AIFA e al momento del confronto diversi confezionamenti e dosaggi erano carenti per problemi produttivi, elevata richiesta o cessata commercializzazione. Quest’ultima condizione ha riguardato la parte dei medicinali, cioè la specialità medicinale prodotta dall’azienda farmaceutica Pfizer, come si evince anche dalla consultazione della lista dei farmaci carenti di AIFA.

Lo scorso 5 aprile 2023, quindi quasi un mese dopo la nostra iniziativa, è stata inviata una nota regionale ad AIFA in cui si è sottolineata l’importanza della disponibilità di amoxicillina quale farmaco a spettro ristretto e con buon profilo di sicurezza, da utilizzare per il trattamento delle infezioni, soprattutto delle vie respiratorie, in base alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che ne ha richiesto l’autorizzazione all’importazione dall’estero, prontamente autorizzata da AIFA. Noi quindi ci siamo mossi anche autonomamente per arrivare ad avere dall’estero le dosi necessarie. Attualmente, molte aziende farmaceutiche produttrici di medicinali generici hanno immesso sul mercato italiano confezionamenti a base di amoxicillina. Pertanto, attualmente – ci dice AIFA – lo stato di carenza nel territorio si è risolto.

La Regione Emilia-Romagna comunque si è impegnata negli anni per migliorare l’attitudine prescrittiva dei medici e ha raggiunto standard di appropriatezza qualitativa e quantitativa nella gestione delle comuni infezioni in età pediatrica, soprattutto elevati, con contenimento dei livelli di antibiotico-resistenza.

Inoltre, per sostenere il buon uso dell’antibiotico amoxicillina, è allo studio la possibilità di coinvolgere le farmacie convenzionate nell’erogare la quantità di antibiotico sufficiente a soddisfare le cure sulla base di una prescrizione medica che riporti precise indicazioni sulla posologia del singolo trattamento, evitando che restino al domicilio dosi non utilizzate del medicinale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.

Consigliere Gerace, prego.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore Raffaele Donini per la risposta esaustiva che ha fornito. Apprezzo molto l’impegno che la Regione ha messo nel monitorare e mitigare la carenza di questo farmaco, l’amoxicillina, che serve a tutelare la salute soprattutto dei nostri bambini.

Confido comunque che queste misure adottate siano efficaci a risolvere questa situazione critica e ringrazio ancora una volta l’assessore per l’intervento.

 

OGGETTO 6866

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se corrispondano al vero le segnalazioni dello SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), secondo cui si sta procedendo ad un accorpamento delle automediche di Guastalla-Correggio e Scandiano-Montecchio Emilia e, in caso affermativo, quale sia la posizione della Regione circa la decisione dell’AUSL di Reggio Emilia. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 6866: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se corrispondano al vero le segnalazioni dello SNAMI (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), secondo cui si sta procedendo ad un accorpamento delle automediche di Guastalla-Correggio e Scandiano-Montecchio Emilia e, in caso affermativo, quale sia la posizione della Regione circa la decisione dell’ASL di Reggio Emilia. L’interrogazione è a firma dei consiglieri Delmonte e Catellani.

Prego, consigliere Delmonte.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Già il titolo del question time è molto chiaro rispetto a quella che è la situazione che in questi giorni sta tenendo vivace il dibattito rispetto all’organizzazione sanitaria della nostra provincia, anche sui giornali, da parte di varie posizioni politiche che arrivano da tutte le parti, soprattutto dai sindaci dei Comuni coinvolti che hanno dichiarato a mezzo stampa che non sono mai stati informati di una eventuale ipotesi di questo tipo e che comunque sarebbero assolutamente contrari all’accorpamento delle automediche in certi territori.

Ripercorriamo la storia molto brevemente. Da fonti di stampa e da segnalazioni soprattutto emerse dallo SNAMI, che ringraziamo per il lavoro anche solo da sentinella che hanno fatto su questo tema, sembrerebbe che l’azienda ASL di Reggio Emilia, così come altre aziende del territorio emiliano-romagnolo, abbia deciso di accorpare, e quindi ridurre, il numero di automediche all’interno della nostra Regione.

In particolare, le 4 auto mediche che oggi sono presenti all’interno della Provincia di Reggio Emilia sarebbero dimezzate portando ad un’unica automedica per le zone di Guastalla e Correggio, e si parla di un posizionamento dell’automedica a Novellara. Così come quelle di Montecchio e Scandiano che verrebbero accorpate con un unico posizionamento in località Puianello.

Ovviamente la decisione, se confermata, porterebbe un disagio importante soprattutto perché, ricordiamo, ad oggi la maggior parte dei pronti soccorsi della Provincia ha una copertura h12 e non h24, quindi nelle ore notturne i pronti soccorsi, ad esempio di Correggio, Scandiano e Montecchio, non hanno una copertura e una piena operatività. Quindi, è ovvio che di notte, non essendoci il pronto soccorso e in alcuni posti, ad esempio parlo di Montecchio dove la Guardia medica è all’interno dell’ospedale, qualora ci fosse un’esigenza superiore è essenziale per la celerità di intervento avere un’automedica pronta nelle zone limitrofe.

Le zone limitrofe non possono che essere quelle che ho elencato prima. Puianello non può essere, ad esempio, considerata una zona limitrofa a tutto il territorio che oggi copre Scandiano e Montecchio, perché può andare da Rubiera, praticamente dalla Provincia di Modena, di fatto, fino ai confini con la Provincia di Parma, prendendo Viano, Baiso e tutte le zone preappenniniche. Quindi, è una copertura eccessiva per un uno strumento così importante come quello dell’automedica, che soprattutto ha bisogno di celerità.

È ovvio che la situazione sta creando un po’ di preoccupazione. I sindaci si sono sentiti di intervenire, i sindaci di Centrosinistra, quindi fa pensare che tutto sommato non è una mera speculazione giornalistica, anche se oggi ovviamente ci aspettiamo di ricevere magari qualche rassicurazione dall’assessore Donini.

Il sindaco di Scandiano, Matteo Nasciuti, ad esempio ha detto che “nessuna proposta ci è stata recapitata e questa proposta ci vedrebbe comunque assolutamente contrari”. Il sindaco Nasciuti, ad esempio, sottolinea che l’automedica è fondamentale nell’orario di chiusura del pronto soccorso, come ovvio e come ribadito prima.

Lo stesso sindaco di Rubiera, invece, Emanuele Cavallaro, ha dichiarato che Rubiera è semplicemente contraria a questa ipotesi e ha precisato che “quando l’ASL ce la proporrà vedrà la nostra contrarietà”.

Oggi, quindi, chiediamo all’assessore intanto quanto le preoccupazioni nostre e delle altre Istituzioni, delle altre parti politiche siano fondate e soprattutto cosa voglia fare con l’organizzazione delle automediche sul nostro territorio reggiano.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

Risponde l’assessore Donini. Prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Delmonte.

Vado a braccio. Penso che compito nostro sia quello di fugare le preoccupazioni rispetto alla riorganizzazione dell’emergenza-urgenza, che necessita di vari passaggi, tra cui anche una riorganizzazione territoriale dei mezzi avanzati di soccorso.

Io sono stato nella CTSS di Reggio Emilia, ho evidenziato quelle che sono le linee strategiche di fondo della riforma dell’emergenza-urgenza, per la quale spero possiamo presto arrivare ad accordi anche con le organizzazioni sindacali coinvolte, e attendo dalla CTSS una proposta “sartoriale”, calibrata sulle necessità del territorio, ovviamente essendo io stesso anche disponibile a seguire le fasi del confronto, laddove fosse necessario un coinvolgimento della Regione.

Volevo però dare alcune informazioni proprio per rassicurare gli interroganti. Noi, come Regione (su questo con lo SNAMI non siamo d’accordo o comunque c’è un’interlocuzione non assonante), abbiamo fatto una specifica richiesta di interpretazione autentica del DM n. 70/20015 al Ministero della salute, che sostanzialmente ha chiarito (vado a stringere) che per mezzo avanzato di soccorso si intende sia quello a direzione medica, a leadership medica, sia quello a leadership infermieristica o con entrambi i professionisti.

È chiaro che il tema adesso è mettere il più possibile tutte le professionalità in condizioni di dare il meglio e di perfezionare ulteriormente il servizio di emergenza del territorio.

Per quanto riguarda le performances di Reggio Emilia, attualmente la dotazione di mezzi di soccorso avanzato a leadership medica e/o infermieristica è molto differente tra Regione e Regione, ma per quello che riguarda le performances di Reggio Emilia noi siamo ad un tempo, nel 2022, di 14 minuti, contro i 18 della media nazionale dei 75 percentili in codici rossi. Diciamo che attualmente il sistema di soccorso territoriale funziona a Reggio Emilia e dobbiamo metterci nella condizione di ulteriormente irrobustirlo, perfezionarlo, migliorarlo, in accordo con i sindaci.

Qual è ‒ e chiudo ‒ la nostra linea strategica? È quella che mira, ovviamente, a mantenere aperti i pronti soccorsi che sono ritenuti territorialmente strategici e che a Reggio hanno una rete abbastanza importante, diffusa, migliorare ulteriormente la rete del soccorso territoriale e, in futuro, il prima possibile, riorganizzare anche il 118, in modo da mettere anche il medico in centrale 118, cosa che oggi non è così. Tutto questo dovrà necessariamente avvenire con un confronto sia con le organizzazioni sindacali sia con i sindaci, facendo un bilanciamento di ogni soluzione possibile nell’interesse esclusivo del miglioramento del servizio del territorio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.

Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Grazie, assessore, per la risposta, di cui non posso ritenermi soddisfatto. Ovviamente, non è arrivata la rassicurazione sul fatto che ciò che io ho premesso non avverrà. Lei ha detto che si aspetta una proposta “sartoriale” dal CTSS di Reggio Emilia. È chiaro che, però, la linea deve partire da lei, cioè deve partire da questa Giunta. Non ci ha detto che linea lei ha dato per la riforma dell’emergenza-urgenza al CTSS. È ovvio che la proposta “sartoriale” arriverà sulla linea che lei ha dato, che oggi noi non sappiamo.

Lei ha detto che la media oggi è di 14 minuti ed è un sistema che funziona. Bene, ne prendiamo atto. Perché toccarlo, allora, chiedo io? Se funziona, perché dobbiamo rivederlo? Questo vorrei sinceramente capirlo. Se la media nazionale è 18, vogliamo per forza entrare in media nazionale? Se siamo sotto direi che va benissimo. Possiamo anche migliorare. Noi ci aspettiamo che i mezzi di soccorso avanzato, che per noi sono le automediche... Ovviamente, in certi contesti la parte infermieristica non può arrivare a coprire certe casistiche di urgenza che avvengono in determinati contesti. Quindi, è ovvio che se ci attacchiamo a un cavillo di interpretazione burocratica per andare a togliere un servizio, quello, secondo me, non è un buon modo di approcciarsi alla sanità territoriale.

Poi ci attacchiamo alle sue promesse. Lei ha detto: “Ho tre promesse: migliorare il sistema di soccorso, mantenere i pronti soccorsi locali e revisionare e rivedere il 118, magari con la parte medica del centralino”. Non possiamo fare altro che auspicare che non siano come le promesse precedenti, cioè quelle di aprire i pronti soccorsi h24 e quelle di riaprire i punti nascita, perché ad oggi queste due promesse sono completamente inattese.

Se dobbiamo basarci sulle promesse di questa Giunta in ambito sanitario a Reggio Emilia diciamo i pregressi non sono particolarmente favorevoli. Quindi, noi auspichiamo che quella che oggi è una indiscrezione – lo facciamo arrivare magari anche con un messaggio da qui al CTSS – possa restare tale e non si realizzi, perché il dimezzamento delle automediche a Reggio Emilia sarebbe probabilmente un segnale prima di tutto sbagliatissimo, ma soprattutto rischierebbe di creare dei problemi medici ai nostri cittadini, che già sono molto colpiti dalla riduzione dei servizi dei pronti soccorsi. Grazie.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

 

OGGETTO 6865

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il controllo delle popolazioni di daino (Dama Dama) di Lido di Classe (RA) e Lido di Volano (FE), in considerazione del nuovo censimento e del nuovo approccio dell’Ente Parco. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’interrogazione 6865: interrogazione di attualità a risposta mi immediata in aula circa un controllo delle popolazioni di daino, di Lido di Classe e Lido di Volano, in considerazione del nuovo censimento e il nuovo approccio dell’Ente Parco. L’interrogazione è a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: L’assessore Mammi, presidente, non c’è?

 

PRESIDENTE (Petitti): Risponde l’assessore Taruffi al posto dell’assessore Mammi.

 

GIBERTONI: Perché era stato annunciato l’assessore Mammi. Non ha potuto esserci? Intuisco, visto che non è stato detto.

Rispetto al Piano regionale per il controllo delle popolazioni di daino, la cui competenza gestionale spettava sia al Parco sia alla Regione, che era stato redatto congiuntamente da Parco e Regione… Attenzione, era stato redatto congiuntamente. Questo è importante tenerlo presente. Poi, dopo che era stato redatto congiuntamente, i due Enti l’avrebbero applicato separatamente, ognuno sulla sua area di interesse. Rispetto a questo Piano, sebbene ciò non risulti ancora da un atto formale, l’approccio del Parco del Delta è completamente mutato. In una intervista, infatti, recente, di fine aprile, il direttore del Parco ha dichiarato che al momento il Parco del Delta non intende riprovare a catturare gli ungulati né a cacciarli. Nella stessa intervista si dà conto anche di un nuovo censimento effettuato. Per cui, il numero attuale dei daini dei due nuclei sarebbe stimabile nel 25 per cento in meno della precedente stima: 525 esemplari, quindi il 25 per cento della precedente stima effettuata dallo stesso Ente Parco del Delta. Questo dimostra un radicale cambio di passo da parte dell’Ente Parco o comunque un radicale cambio di propositi.

Ho ricordato in apertura che il Piano di gestione era stato congiuntamente vergato da Regione e dal Parco. Il Parco di recente dichiara che ha cambiato la visione delle cose, o comunque dice: non intendiamo più né catturarli, né cacciarli, questi daini. Cos’è successo? È successo che è andato deserto un bando, il bando con cui si intendeva macellarli, e un altro è miseramente fallito (si è presentata una sola persona). Quel bando destinato quindi alla macellazione, gli introiti della cui macellazione avrebbero dovuto coprire le spese necessarie alla cattura è stato un fallimento plateale, che anzi, non ha giovato all’immagine di un’amministrazione che mette poi gli orologi climatici e si dichiara innovativa, e poi manda centinaia di daini assolutamente inermi a essere macellati, e si vuole ripagare le catture con cui mandarli al macello con i soldi della carne venduta sul mercato: un film dell’orrore. La suddetta determinazione e il collegato avviso pubblico non raggiungono lo scopo e falliscono miseramente. Appaiono quindi superate dai fatti e dalle attuali circostanze sia la delibera di Giunta regionale, sia la corrispondente deliberazioni n. 13 del Parco.

Io, quindi, oggi volevo chiedere all’assessore Mammi, e chiedo comunque alla Giunta se queste importanti, recenti indisponibilità manifestate dal Parco ad attuare uccisioni, catture e delocalizzazioni dei daini – ricordo, delocalizzazioni per mandarli poi a morire altrove, o per mandarli in allevamenti da carne, quindi comunque destinati a essere macellati – non suggeriscano finalmente almeno una moratoria, un maggiore approfondimento, un maggiore studio che quindi suggerisca di fermarsi, e prima di uscire con bandi scomposti che non poggiano su nessuna logica, su nessuna visione, e neppure su nessuna scelta, non suggeriscano perlomeno di confrontarsi con gli altri enti, parlare con gli altri enti e fermare al momento la delibera 140 e tutti i bandi che sono stati annunciati, ma che si sono dimostrati già in passato un fallimento.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.

Risponde l’assessore Taruffi. Prego.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente. Come ha detto, l’assessore Mammi non è potuto intervenire, quindi leggo la risposta per conto dell’assessore della Giunta.

Prima di entrare nel merito della questione posta dall’interrogante credo sia opportuno fare nuovamente una premessa utile per ricontestualizzare le ragioni che hanno portato all’approvazione della delibera di Giunta citata dalla consigliera la n. 140 del 1° febbraio 2021, recante il Piano regionale per il controllo delle popolazioni di daino di Lido di Classe e Lido di Volano. Tale delibera si rende necessaria per dare attuazione a quanto richiesto da ISPRA nelle linee guida per la gestione degli ungulati recepite nel Piano faunistico venatorio regionale 2018-2023, approvato con deliberazione dell’assemblea n. 179 del 6 novembre 2018. Tali linee prevedono unicamente la conservazione dei nuclei storici di daino in ambiente mediterraneo: tenuta di San Rossore e Castelporziano; Parco regionale della Maremma e delle popolazioni maggiormente affermate presenti nell’Appennino centrosettentrionale, settore alessandrino-genovese, tosco-emiliano e tosco-romagnolo. Mentre, invitano alla rimozione dei piccoli nuclei isolati e quelli di recente formazione spesso originati da fughe da recinti da introduzioni abusive. Rimozione che si rende necessaria a causa dell’impatto che possono avere sull’ecosistema in cui si trovano non vocato alla loro presenza.

Non vi è pertanto nessuna intenzione della Regione di accanirsi contro i nuclei di daini in oggetto, quanto la necessità, come richiamato da ISPRA, di ripristinare un equilibrio che, se non governato, può produrre effetti negativi sull’habitat interessato dalla presenza dei nuclei.

Tra l’altro, una scelta che ha già trovato un’applicazione in altri luoghi del nostro Paese. La Regione mantiene e manterrà la propria intenzione di attuare, quanto più volte ribadito: traslocazioni in zone vocate dei soggetti catturati; affidamento a privati non a scopo di macellazione di caccia ma esclusivamente a scopo amatoriale e ornamentale; e sperimentazione della sterilizzazione proposta della LAV.

Metodi quindi non cruenti che però intendono percorrere una soluzione rispettosa dell’ambiente e al tempo stesso capace di limitare le situazioni di pericolo per la viabilità stradale.

Si precisa infine che, contrariamente a quanto riportato dall’interrogante, il numero della popolazione dei daini, secondo quanto rivelato dai censimenti della Regione, si conferma in costante crescita negli anni nelle aree oggetto di intervento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Taruffi.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: È una risposta oltre ogni decenza, inaccettabile e irricevibile. Dato che di volta in volta si dice che l’assessore Lori è la responsabile di questo tema, l’assessore Mammi lo è stato fino all’altro ieri, oggi vediamo un terzo assessore, io capisco che metterci la faccia su questa questione in cui la Giunta Bonaccini addirittura ha creato un problema dove non c’era… Sia ben chiaro, capisco che sia complesso, però non mi sembra sensato questo comportamento, presidente. Glielo segnalo perché la prossima interrogazione mi piacerebbe che fosse in aula l’assessore Mammi, o almeno l’assessore Lori. I costi per le casse pubbliche di quello che state facendo saranno ingenti, saranno superiori a quanto da voi preventivato. Questo è gravissimo in una situazione in cui i problemi sono ben altri che quelli che crea la Giunta Bonaccini. Saranno costi ingenti. Perché questo, tra l’altro, è un atto di forza fine a se stesso. Gli atti di forza fini a se stessi li fanno i politici inesperti che non sono capaci di dimostrare nulla e devono far vedere i muscoli: ecco chi fa gli atti di forza fini a se stessi. Però, questi atti di forza fini a se stessi, sappiamo che ricadono sempre in questa Regione su esseri inermi, siano essi animali o uomini, perché io intravedo confusione, una sorta di confusione amministrativa, una confusione gestionale, sembra che gli enti non si parlino più, che la Regione non parli con il parco, con la Provincia, con il prefetto, con il Comune.

ANAS ha dato la sua piena disponibilità a mettere a disposizione le competenze e i mezzi, che ha già sperimentato con successo altrove, e la Regione tace, la Regione non vuole parlare con ANAS e mettere in campo tutta la sua competenza per prevenire eventuali incidenti (peraltro, per fortuna non c’è stato ancora nulla di grave)? Credo quindi che soltanto politici inesperti che non sanno gestire le cose si comportino così e vadano avanti con i cingoli, ma non è questa la politica che vogliamo vedere. Abbiamo visto che frutti dà la politica dei cingoli, abbiamo visto che passare sopra le cose senza ragionarci e senza nessun tipo di afferenza scientifica non ha alcun senso.

Non nascondetevi più dietro ISPRA, sapete benissimo e meglio di me che i pareri di ISPRA non sono vincolanti e che addirittura adesso ve li manda con modestia e con cautela, che li nasconde sotto... li chiama suggerimenti. I pareri di ISPRA voi li seguite quando vi fa comodo, li ignorate quando vi fa comodo, basta nascondersi dietro lo zio ISPRA, perché questo atto di forza e di prepotenza lo sta facendo la Giunta Bonaccini e io le dico, presidente, che la prossima volta voglio vedere in aula non un terzo assessore, che adesso si fa il giro delle sette chiese, ma l’assessore competente per questa materia, che ci venga a mettere la faccia!

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 6860

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere lo stato di attuazione della legge regionale n. 28 del 2019 e le misure messe in campo per contrastare i fenomeni da sovraindebitamento. A firma della Consigliera: Piccinini

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 6860: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per conoscere lo stato di attuazione della legge regionale n. 28 del 2019 e le misure messe in campo per contrastare i fenomeni da sovraindebitamento. L’interrogazione è a firma della consigliera Piccinini.

Prego, consigliera Piccinini.

PICCININI: Grazie, presidente.

Parliamo di un fenomeno, quello del sovraindebitamento, che si è diffuso progressivamente nella nostra comunità, quello del sovraindebitamento o della morosità incolpevole, a seguito della crisi economica e occupazionale dell’ultimo decennio, ma anche a fronte di una trasformazione nel modello sociale per i consumi di individui e di famiglie, e, ancora di più, dopo la diffusione del Covid-19.

La conseguenza di tutto questo è un pericoloso impoverimento di singoli e famiglie, la creazione di aree di bisogno e di disagio tali da produrre fragilità e addirittura, in alcuni casi, forme di illegalità quali l’usura e l’aumento dei rischi di marginalità e di esclusione.

Ci tengo a questo proposito ricordare che nel 2021 in Emilia-Romagna l’11,2 per cento dei residenti era considerato in condizioni di rischio di povertà o esclusione sociale, e l’incidenza di povertà relativa in questo territorio è aumentata negli anni ed è passata dal 4,2 per cento del 2019 al 5,3 per cento del 2020, al 6 per cento del 2021. Questi sono i dati citati da Istat. È vero, però, che da anni il nostro Paese si è dotato di una specifica normativa per quanto riguarda le procedure e gli strumenti per intervenire in favore dei soggetti interessati da crisi da sovraindebitamento. È il caso della legge n. 3/2012 recante “Disposizioni in materia di usura ed estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento”, la più nota legge “salva suicidi”, che ha introdotto nel nostro ordinamento la procedura per la composizione di questa specifica fattispecie per favorire l’accordo tra soggetti debitori e creditori nelle situazioni non riconducibili alle procedure concorsuali vigenti.

La nostra Regione, da questo punto di vista, non è stata ferma. Io stessa presentai, a ottobre del 2019, un progetto di legge che ha dato luogo, poi, alla legge regionale n. 28/2019 recante “Misure regionali per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento”, che ha tra gli obiettivi principali quello di favorire la composizione delle crisi da sovraindebitamento e promuovere e sostenere l’attivazione di sportelli di preistruttoria, nonché forme di agevolazione e assistenza gratuita per l’accesso ai servizi degli organismi di composizione delle crisi da sovraindebitamento operanti in Emilia-Romagna. Tra l’altro, è stato siglato anche un protocollo in Città Metropolitana con il Comune, il Tribunale di Bologna, l’associazione dei curatori di Bologna, che ha come obiettivo quello di offrire consulenza gratuita per dare, poi, avvio alle procedure di composizione della crisi.

A questo proposito, ci tengo a citare anche un ordine del giorno, che è stato approvato sempre in questa sede, al bilancio di previsione 2023-2025, che aveva l’obiettivo di impegnare la Giunta a operare in accordo con gli Enti locali del territorio e con gli altri soggetti associativi e privati per la costituzione e il potenziamento degli sportelli informativi, sulle opportunità previste dalla normativa nazionale e regionale per la composizione di crisi da sovraindebitamento e di preistruttoria, al fine di orientare proficuamente gli utenti verso le diverse misure attivabili; promuovere e sostenere la realizzazione di attività formative per il personale a supporto degli sportelli; rafforzare il rapporto con gli ordini professionali e con i professionisti del settore che svolgono questo tipo di attività, anche in relazione alle attività di punti di ascolto; prevedere, nell’ambito del bilancio, risorse finanziarie dirette alla realizzazione degli impegni inseriti all’interno della legge che citavo poc’anzi, la n. 28/2019.

A tale proposito, assessore, le chiedo quale sia lo stato di attuazione della legge regionale citata e le misure messe in campo per contrastare i fenomeni da sovraindebitamento.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Risponde l’assessore Taruffi. Prego.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio la consigliera Piccinini per l’interrogazione che ci consente di fare il punto su un percorso avviato, come ha giustamente ricordato, alla fine della scorsa legislatura, con l’approvazione della legge n. 28/2019 “Misure regionali per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento”. Parto da qui nella risposta. A tal proposito, riteniamo che quella legge debba essere attuata e non modificata, e quindi il nostro parere rispetto a progetti di legge che sono in corso di definizione, che stanno valutando le Commissioni, anzi hanno già valutato, è già stata valutata in Commissione, il nostro parere è che la legge attuale non necessiti di modifiche, ma debba essere attuata. Da questo punto di vista, in queste settimane e nelle settimane scorse abbiamo incontrato e stiamo incontrando gli Ordini professionali con cui confrontarci, per dare completa, precisa e puntuale attuazione alla legge. Dal punto di vista tecnico, si è svolto un incontro tra i dirigenti nostri e i dirigenti dell’Ente Città Metropolitana di Bologna. Si è avviato già da tempo lo sportello dedicato al sovraindebitamento, avviato già da qualche settimana, da qualche mese.

Abbiamo fatto questo approfondimento, questo incontro e stiamo svolgendo altri incontri, come dicevo, con gli Ordini, per dare concreta attuazione alla legge. Soprattutto, così come da impegno assunto in sede di approvazione del bilancio e collateralmente all’approvazione dell’ordine del giorno, se non ricordo male, proprio a prima firma della consigliera Piccinini, confermiamo lo stanziamento di risorse che destineremo a finanziare queste misure per un importo di circa 400.000 euro, la cui volontà di stanziamento confermiamo e che metteremo a disposizione della misure che servono per dare corpo e anima a questo progetto di legge che, ripeto, è in corso di attuazione, approvato alla fine della scorsa legislatura – concludo, presidente – che ovviamente ha risentito, come anche altre cose, nell’avvio di questa legislatura, dei temi, dei problemi che abbiamo dovuto affrontare, a partire ovviamente dal principale, quello della pandemia, che qualche tempo ci ha portato via e ha quindi rallentato l’attuazione di una legge sulla quale però intendiamo andare avanti in modo spedito.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Taruffi.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Ringrazio l’assessore per questa risposta. Mi ritengo soddisfatta. È vero, sono stati persi alcuni anni perché questa Regione ha dovuto affrontare delle priorità. Però, bene che si siano cominciati a muovere i primi passi, quindi il confronto con gli Ordini dei professionisti, che sono attori fondamentali nell’attuazione della legge. Lo voglio ricordare: non partiamo da zero. La legge c’è e va attuata. Questo è l’obiettivo che questa Regione si deve porre in via prioritaria. Da questo punto di vista, accolgo anche con favore la conferma dell’impegno che è stato approvato in sede di bilancio, a cui si intende dare seguito con lo stanziamento citato da parte dell’assessore di 400.000 euro.

Questo è davvero uno strumento per sostenere le famiglie in condizioni di fragilità economica che, come citavo in premessa, sono purtroppo sempre di più anche nella nostra regione. Quindi, bene che anche la Regione si sia dotata di una legge in questo senso, da questo punto di vista c’è stata la collaborazione da parte di tutti; bene, però, soprattutto che oggi ci venga confermato che si intende che questa Giunta vuole dare seguito a quegli impegni presi allora, quindi a ottobre del 2019, e agli impegni presi all’interno dell’ordine del giorno del bilancio di previsione dello scorso anno.

Continuerò a seguire attentamente lo sviluppo delle misure che la Regione vuole mettere in campo, e continuerò a tenere monitorato l’andamento e la progressiva messa a terra della legge. Grazie.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

 

OGGETTO 6864

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se AIPO abbia rispettato le disposizioni del Commissario Bonaccini in merito all’incarico di progettazione della cassa del Baganza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 6864: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se AIPO abbia rispettato le disposizioni del commissario Bonaccini in merito all’incarico di progettazione della cassa del Baganza, a firma del consigliere Tagliaferri.

Prego, consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Inizio risalendo all’estratto di delibere affluenti n. 2242 del 2009. Considerato che è indispensabile attuare ogni iniziativa volta ad una corretta gestione del nodo idraulico strategico costituito dei torrenti Parma e Baganza sino alla prevista realizzazione della cassa di espansione sul torrente Baganza, finalizzata alla messa in sicurezza del territorio a valle della confluenza con il torrente Parma, compreso anche l’abitato di Colorno, con la previsione che ad avvenuta realizzazione di tale opera la competenza del torrente Baganza, nel tratto compreso tra la cassa di espansione dal limite di monte dell’area di massima, invaso e manufatti compresi, e la confluenza del torrente Parma, passi ad AIPo in ragione di una corretta unitarietà gestionale del bacino. Conseguentemente, è opportuno che la programmazione degli interventi di competenza della Regione Emilia-Romagna sul torrente Baganza, sia valutata di concerto con la direzione di AIPo. Che venga attuato un protocollo gestionale degli interventi di piena, tra AIPo e il servizio tecnici dei bacini degli affluenti del Po.

Si ritiene opportuno che alla progettazione della cassa di espansione sul torrente Baganza provveda un nucleo tecnico congiunto AIPo, Regione Emilia-Romagna, istituito con atto della direzione generale ambiente e difesa del suolo della costa. La competenza sui corsi d’acqua e che alla presente deliberazione, sia attribuita al servizio tecnico dei bacini degli affluenti del Po che provvederà ad esercitarla nei modi previsti. In base alla normativa vigente, le autorizzazioni alla costruzione della cassa Baganza dovevano essere rilasciate per quanto riguarda lo sbarramento principale, diga di altezza superiore a 15 metri con più di un milione di metri cubi di invaso, dalla Direzione generale dighe e, per la parte in derivazione dall’autorità idraulica competente che, secondo la delibera di Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, protocollo n. 2242 del 2009, è rappresentata dal servizio tecnico di bacino degli affluenti del Po della Regione Emilia-Romagna.

Rimane il dubbio sulle competenze di chi debba autorizzare l’argine trasversale dotato di scarico di altezza di 21 metri, che a nostro avviso rientra nelle dighe in terra di altezza superiore a 15 metri di competenza delle Direzioni generali di dighe e non autorizzato da nessuno. Quest’ultima opera idraulica, essendo realizzate in terra, impone di adottare, per la definizione dei franchi di sicurezza delle arginature, la portata di piena con tempo di ritorno che coincide con 3000 anni, cosa che non è stata fatta.

Il nucleo tecnico congiunto AIPo-Regione Emilia-Romagna, oltre al fatto che sia previsto nella citata delibera n. 2242 del 2009, è previsto nel decreto n. 3 del 21/09/2016, avente per oggetto "Accordo di programma per l’utilizzo delle risorse destinate al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico", individuati con DPCM del 15/09/2015, sottoscritto in data 19/11/2015. Localizzazione della cassa di espansione del torrente Baganza, firmato dal presidente Bonaccini in qualità di commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico.

La risposta della Regione Emilia-Romagna all’interrogazione consistente in una nota di AIPO, a firma dell’ingegner Bruno Mioni, che nomina tre tecnici di AIPO per valutare la fattibilità della cassa Baganza datata 03/11/2014 dimostra chiaramente che non è mai stato costituito il nucleo misto AIPO-RER per la progettazione della cassa Baganza. Il progetto risulta infatti essere firmato da un’associazione di liberi professionisti. Questo fatto, che ha comportato una spesa ingiustificata di oltre 3 milioni di euro, merita di essere segnalato alla Procura della Corte dei conti.

Per quanto riguarda il rispetto delle prescrizioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici, contenute nella nota al Registro ufficiale n. 9103 del 24/10/2017, a pagina 5 in grassetto viene indicato "si ritiene invece che questo evento debba essere considerato nell’analisi statistica e il suo valore di portata al colmo, opportunamente valutato in modo coerente sia con le osservazioni idrometriche, sia con i risultati di modellazione idraulica, valutando in modo opportuno l’incertezza della sua stima". Questo contraddice quanto dichiarato dal RUP in merito all’interrogazione avente ad oggetto il rispetto delle prescrizioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Questa prescrizione non rispettata, sempre a pagina 5 della nota del Consiglio superiore dei lavori pubblici n. 9103 del 24/10/2017, cita: "essi assumono come valore di riferimento quello più basso, 722 metri cubi al secondo, in luogo del più probabile valore di 790 metri cubi al secondo, e, valutando che l’inserimento di questo dato porterebbe ad un innalzamento significativo di tutti i valori a parità di tempo di ritorno, l’evento medesimo verrebbe ad assumere, secondo la distribuzione, un tempo di ritorno compreso tra 50 e 100 anni, verosimilmente 75 anni".

Si intuisce che una cassa di espansione che è nata con tempo di ritorno di 75 anni risulti fortemente sottodimensionata, e per questo motivo è stata fatta la richiesta di fornire i dati relativi all’esecuzione del modello down break, tabulati di calcolo e tabulati di risultati, al fine di controllare a quale rischio siano sottoposte le sedi dei Vigili del fuoco, della Motorizzazione civile, della Questura, dell’Ospedale Maggiore, di tutte le abitazioni civili ubicate in zona.

Alla luce di quanto scritto, risulta anche assolutamente confuso e pasticciato il provvedimento autorizzativo della Direzione generale dighe, che comunque è l’unica ad autorizzare almeno una parte dell’opera idraulica oggetto delle interrogazioni.

Ebbene, in questa vicenda, a proposito della parziale pasticciata autorizzazione a costruire la cassa del Baganza, proprio la RER, nella propria delibera di Giunta regionale n. 2242/2009, ha individuato il Servizio tecnico bacini affluenti del Po quale Autorità idraulica competente sul torrente Baganza. Ha escluso lo stesso servizio regionale dalla procedura di autorizzazione alla costruzione della cassa, lasciando gran parte dell’opera stessa priva di autorizzazione. L’inizio della costruzione, in carenza di autorizzazione, come indicato nella circolare Minniti, comporta sanzioni di natura penale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Risponde l’assessore Taruffi. Prego.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Anche in questo caso rispondo per conto della Giunta, poiché l’assessora Priolo non può essere presente. Capirete, ovviamente, le ragioni.

Gentile consigliere, in merito alla progettazione della cassa del torrente Baganza e al percorso seguito dall’Agenzia interregionale per il fiume Po per la progettazione, riporto gli elementi forniti nella risposta a una precedente interrogazione consiliare. Relativamente alla progettazione congiunta AIPO-Regione Emilia-Romagna sono probabilmente sfuggiti i passaggi che si sono succeduti dopo l’adozione della delibera n. 2242/2009, di ridefinizione dei tratti di corsi d’acqua di competenza di AIPO. In particolare, in data 2 aprile 2011 la Regione, l’Autorità del bacino del fiume, l’AIPO, la Provincia di Parma e i Comuni di Collecchio, Colorno, Felino, Parma e Sala Baganza hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con il quale AIPO si è impegnata ad effettuare i necessari aggiornamenti delle progettazioni esistenti, sviluppando l’elaborazione fino al livello di progettazione definitiva. Sulla base di tale protocollo d’intesa, al fine di adempiere agli impegni assunti, AIPO ha confermato di aver operato nel rispetto di quanto previsto dal Codice dei contratti, che prevede che la progettazione possa essere svolta internamente attraverso il ricorso a incarichi esterni. In particolare, trattandosi, nel caso in esame, di opere estremamente complesse sotto il profilo strutturale ed elettromeccanico e che necessitano di approfondimenti specialistici di carattere idrogeologico e idraulico, AIPO ha fatto ricorso a incarichi affidati attraverso le procedure previste dal citato Codice. Inoltre, sempre in attuazione del succitato protocollo interistituzionale, AIPO è stata successivamente individuata quale soggetto attuatore dell’intervento di realizzazione della cassa con deliberazione n. 161 del 15 febbraio 2016, con la quale la Giunta ha preso atto della sottoscrizione dell’accordo di programma tra la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, la Regione Emilia-Romagna e la Città metropolitana di Bologna, avvenuto in data 19 novembre 2015 per l’utilizzo delle risorse destinate al finanziamento di interventi urgenti e prioritari e per la mitigazione del rischio idrogeologico individuati con DPCM 15 settembre 2015.

 Il provvedimento trasmesso in risposta alla richiesta 2023, n. 198, ai sensi dell’articolo 30, comma 3, dello Statuto dell’articolo 119 del Regolamento dell’Assemblea legislativa da lei citata, è stato adottato per consentire l’aggiornamento e la successiva approvazione del progetto preliminare della cassa, che è stato candidato al finanziamento nel 2015 e che è diventato tra i progetti finanziabili individuati dal DPCM 15 settembre 2015, fatto che ha costituito il presupposto per la successiva assegnazione finanziaria. D’altra parte, nella citata richiesta si faceva riferimento al provvedimento di nomina dei progettisti interni corrispondenti a quanto è stato fornito. Infine, il decreto commissariale n. 2/2019 citato non dice nulla a proposito di un nucleo di progettazione misto AIPO e Regione, bensì mette in capo ad AIPO la nomina dei progettisti interni e l’affidamento di incarichi finalizzati alla progettazione. Pertanto, dagli atti formali che abbiamo provato a sintetizzare, non sembra che AIPO abbia operato al di fuori delle competenze e dei compiti che le erano propri.

Preciso, per chiudere, che la spesa di oltre 3 milioni di euro riportata nella richiesta del consigliere si riferisce alla somma complessiva per spese tecniche relative a progettazione, direzione lavori e coordinamento della sicurezza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Taruffi.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Mi dichiaro non soddisfatto della risposta dell’assessore. Si parla di prevenzione in questo momento estremamente particolare, legato anche agli ultimi tragici avvenimenti che sono capitati nell’area romagnola. Ecco, sul tema descritto abbiamo l’occasione di attuarla questa prevenzione. Spero che la Giunta, con un po’ di umiltà, lo riesca poi a dimostrare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 6867

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai gap formativi di genere e alle opportunità di reinserimento sociale delle donne detenute negli istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Mori, Amico, Costa, Caliandro, Mumolo, Soncini, Pillati, Sabattini, Rontini, Rossi, Gerace, Daffadà, Bondavalli

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 6867: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito ai gap formativi di genere e alle opportunità di reinserimento sociale delle donne detenute negli istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna. L’interrogazione è a firma della consigliera Mori e altri.

Prego, consigliera Mori.

 

MORI: Grazie, presidente.

Come hanno già fatto i colleghi, mi unisco al pensiero di vicinanza e solidarietà già espresso, doveroso, necessario, per le comunità colpite dall’alluvione.

Nel merito dell’interrogazione che sottopongo alla Giunta parto da una considerazione: che la realtà delle carceri italiane ed emiliano-romagnole stride con il rispetto dei diritti umani pienamente intesi e la funzione rieducativa che la Costituzione assegna alla pena e al sistema detentivo. Sovraffollamento nelle sezioni maschili e mancata o insufficiente applicazione delle misure alternative al carcere, pure in presenza di requisiti, strutture quindi inadeguate, criticità sanitarie, carenza cronica di opportunità formative e di lavoro in molti istituti non solo rendono spesso un miraggio l’obiettivo del reinserimento sociale delle persone detenute, ma aggiungono sofferenze e sottraggono speranze e prospettive di vita alle persone che hanno sbagliato, ma che hanno anche il diritto alla possibilità di un recupero nel segno della dignità.

Con questa interrogazione, dunque, poniamo l’accento su un aspetto preciso delle criticità umanitarie nelle carceri, rilevato anche dalla relazione del Garante regionale per i diritti delle persone private della libertà personale, e nell’audizione dell’Osservatorio Antigone in Commissione Parità lo scorso 20 aprile, la discriminazione che colpisce le donne e le ragazze detenute, in particolare: minoranza della minoranza, sostanzialmente emarginate tra gli ultimi, potremmo dire. I dati infatti ci consegnano accanto ad una grave mancanza di corsi e strutture formative in molti istituti, una serie di ostacoli all’accesso da parte delle donne, anche dove sono attivi percorsi di istruzione o laboratori di lavoro. Tra questi ostacoli vi sono ritardi o dinieghi e misure di custodia attenuata, nonostante pene lievi o di media entità da scontare.

Ci sono anche i “no” che ricevono alle domande di frequentazione a corsi formativi e professionali per esiguità dei partecipanti. Ancora: la presenza di sole due case famiglia protette in tutta Italia, pur previste dalla legge 62 del 2011, quando sarebbero necessarie per far accedere a misure alternative al carcere, le detenute madri che risultano prive, secondo la magistratura, di un domicilio adeguato.

La disparità di genere, quindi, tra le mura degli istituti penitenziari perpetua e in qualche modo aggrava, potenzia i gap e gli svantaggi che devono vivere fuori, condannandole sostanzialmente due volte. Come nella società libera, però, il sistema carcerario è declinato al maschile, e la vita nelle sezioni carcerarie femminili non gode di un’autonomia organizzativa, ma dipende da quanto accade nel carcere maschile, dal quale riceve attenzione e risorse solo residuali.

Restano così ignorate spesso le voci e i bisogni espressi non solo dalle detenute, ma anche dalle operatrici e dalle altre donne che gravano in questo mondo. Ricordo che tale residualità ed emarginazione riguarda anche le persone transessuali in esecuzione penale.

Manca in sintesi specifica attenzione regolatoria, ma prima di tutto culturale e di approccio, rivolta alle persone in particolare appunto alle donne detenute e alle loro esigenze femminili di madri, di nonne. Di conseguenza, manca la dovuta paritaria attenzione ai loro diritti. Lo abbiamo toccato con mano nella visita svolta presso la casa circondariale di Reggio Emilia lo scorso 14 maggio, assieme al Garante regionale Cavalieri in adesione alla campagna “Madri fuori” lanciata da Onlus, Società della Ragione. Le undici donne attualmente presenti nella sezione femminile che abbiamo incontrato, trovano davanti muri ulteriori alla loro legittima richiesta di accedere a istruzione, formazione, laboratori o tirocini utili al reinserimento sociale. Non riescono ad accedere ad altre misure di custodia attenuata che permetterebbe loro di mantenere rapporti di cura e affettivi altrettanto fondamentali.

La Regione Emilia-Romagna è già intervenuta e può senz’altro intervenire in modo ancora più mirato, forte dell’approccio organico di genere delle sue politiche, per sanare questi gap di opportunità ai diritti fondamentali. L’urgenza di questo atto dipende dall’uscita imminente di bandi per l’inclusione formativa e lavorativa delle persone in difficoltà, comprese le persone che stanno scontando una pena. Data la centralità degli obiettivi di sostenibilità di Agenda 2030 e del Patto per il lavoro e il clima nella programmazione regionale che utilizza risorse ingenti nel Fondo Sociale Europeo Plus, pensiamo che l’offerta formativa sia da rimodulare in modo da potenziare azioni volte espressamente a far acquisire alle donne, in esecuzione penale, quell’autonomia e quelle competenze certificate utili per costruirsi un profilo professionale spendibile nel mercato.

A tal proposito, chiediamo anche se è possibile prevedere e promuovere progetti formativi in materia di conoscenze tecniche e digitali in linea con le misure di empowerment femminile di Agenda Digitale Data Valley Bene Comune. Siamo certi che promuovendo in tutti gli istituti l’attivazione dei percorsi di recupero, in collaborazione con l’amministrazione penitenziaria, forse potremmo conferire un po’ di speranza in più alle donne detenute e toglierle dalla segregazione di genere.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Mori.

Assessore Taruffi, prego.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Rispondo ovviamente di concerto anche con l’assessore Colla per quanto riguarda la parte che riguarda anche quell’assessorato.

Nel 2015, tra le prime Regioni in Italia, al fine di dare prima attuazione sperimentale alle azioni previste dal Programma operativo FSE 2014-2020 per l’inclusione lavorativa delle persone in esecuzione penale, la Giunta ha approvato, con deliberazione 302 del 2015, il Piano sperimentale 2015, interventi per l’inclusione sociolavorativa delle persone in esecuzione penale e la relativa procedura di attuazione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio, sennò è difficile...

 

TARUFFI, assessore: Negli anni successivi sono stati varati nuovi piani annuali e si è sempre ritenuto di dare continuità e confermare gli obiettivi generali del primo Piano sperimentale, rafforzando via via le logiche di unitarietà delle differenti risposte formative, che devono essere rese disponibili alle persone in funzione delle specifiche condizioni individuali e della condizione detentiva. Ovviamente la risposta dettaglierà tanti aspetti che in questo momento, per ragioni di tempo, non posso ripercorrere, ma che nella risposta troverà, consigliera Mori.

Negli anni sono stati emessi degli avvisi pubblici di chiamata di progetti formativi, accompagnati da una scheda di rilevazione dei fabbisogni formativi. La possibilità di realizzazione delle attività formative, comprese, ad esempio, quelle inerenti alle conoscenze tecniche digitali, dipende dalla disponibilità di spazi e attrezzature idonee all’interno del singolo istituto, che potrà essere espressa nel fabbisogno formativo.

In regione gli istituti penitenziari con sezioni femminili sono a Piacenza, Reggio, Modena, Bologna e Forlì, nelle ultime schede di rilevazione del fabbisogno formativo per l’annualità 2022-2023 gli istituti di Bologna e Modena hanno evidenziato in maniera esplicita il fabbisogno formativo per la popolazione detenuta femminile.

Con deliberazione di Giunta n. 2006 del 21 novembre 2022 sono stati approvati per l’istituto di Bologna 13 progetti per un totale di 296.000 euro, per l’istituto di Modena 8 progetti per un totale di 76.000 euro, e la complessiva offerta approvata e finanziata nel singolo istituto lascia alla Direzione dello stesso l’individuazione delle persone da inserire nel singolo progetto. Il 28 giugno 2022 è stato firmato il protocollo d’intesa tra il Ministero della giustizia, la Conferenza delle Regioni e Province autonome, Cassa Ammende, in attuazione dell’accordo sancito dalla Conferenza Unificata del 28 aprile 2022, per l’attivazione e l’attuazione delle linee di indirizzo volte alla realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi per il reinserimento sociale delle persone sottoposte a provvedimenti privativi o limitativi della libertà. A seguito di tale protocollo, è stata istituita la cabina di regia regionale per interventi in favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria limitativi o privativi della libertà personale. Ovviamente all’interno di questa cabina e della programmazione triennale che, attraverso quelle risorse, dovremo mettere in campo rientrano all’interno di queste linee di indirizzo gli interventi che venivano richiamati nell’interrogazione.

Dal punto di vista della nostra Amministrazione c’è quindi la disponibilità a lavorare in questa direzione e a cogliere, rispetto alla precisa questione posta dalla consigliera Mori, la disponibilità a lavorare in ordine alla indicazione da lei posta nell’interrogazione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Mori, prego.

 

MORI: Grazie, presidente.

Non avevo dubbi, assessore Taruffi, che, sottolineando gli aspetti di criticità, la Regione, forte della sua esperienza e delle prospettive politiche che persegue, avrebbe colto queste sollecitazioni. Noi, ovviamente, saremo al vostro fianco per attuarle.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Mori.

 

OGGETTO 6868

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in ordine alla recente sentenza del Consiglio di Stato sull’ampliamento della discarica di Baricella (BO). A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’oggetto 6868: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in ordine alla recente sentenza del Consiglio di Stato sull’ampliamento della discarica di Baricella. L’interrogazione è a firma dei consiglieri Facci e Marchetti Daniele.

Prego, consigliere Marchetti.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Stiamo parlando di un’annosa vicenda. Questa mattina ho cercato di ricostruire un po’ tutto il percorso seguito all’interno di quest’aula, anche nella passata legislatura, e ho perso il conto degli atti che avevamo depositato per far luce sull’ampliamento, che ‒ come ha ricordato la presidente ‒ riguarda una discarica presente sul territorio del Comune di Baricella, in Provincia di Bologna.

È l’ennesimo atto. Siamo arrivati a questa sentenza, la n. 4748, del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso proposto da Herambiente nei confronti dell’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna, il Comune di Baricella e anche la Regione Emilia-Romagna.

Il tutto nasce dall’annullamento di una proroga che venne concessa dalla stessa Regione all’epoca per consentire l’ampliamento di questo impianto, che era tanto voluto dalla multiutility in questione.

Oggi, con questa decisione assunta dal Consiglio di Stato, Herambiente potrebbe e avrebbe la possibilità di procedere con l’ampliamento della discarica in questione. È ovvio che balza subito agli occhi la contraddizione tra l’obiettivo che la Regione si è posta, ovvero quello di andare verso una discarica zero (passatemi il termine), ovvero la riduzione al minimo dei conferimenti dei rifiuti in questi impianti di smaltimento, e la realtà dei fatti, ovvero un territorio che presenta comunque ancora delle richieste di ampliamento da parte anche di multiutility che sono partecipate anche dal pubblico.

Noi oggi, in questa sede, chiediamo di conoscere l’opinione della Giunta regionale in merito al recente pronunciamento del Consiglio di Stato, che ha accolto, come ricordavo prima, il ricorso di Hera Ambiente sull’ampliamento della discarica di Baricella, ma soprattutto chiediamo alla Giunta se non ritiene l’ampliamento richiesto in contrasto con gli obiettivi regionali ed europei sulla riduzione dei conferimenti dei rifiuti in discarica e quali saranno, ovviamente, le conseguenti iniziative che la Regione intende adottare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Assessore Taruffi, prego.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente. Rispondo sempre per conto dell’assessore Priolo. Poi, per oggi sono finite, no?

In risposta all’interrogazione di cui trattasi, relativa all’ampliamento della discarica per rifiuti speciali di Baricella, oggetto dell’evidenziata sentenza del Consiglio di Stato n. 4748 del 2023, corre l’obbligo di far rilevare che risulta tuttora pendente presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il procedimento di opposizione attivato dal Comune interessato ai sensi dell’articolo 14 quinquies della legge n. 241 del 1990, ovvero il provvedimento di ampliamento della discarica.

Con riferimento alle politiche di pianificazione regionale in materia di rifiuti, è noto che la discarica, quale impianto di smaltimento, si pone, dopo la prevenzione e la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero, come ultima possibilità nella gerarchia europea di gestione dei rifiuti.

Si deve, inoltre, considerare che l’obiettivo europeo di riduzione del conferimento in discarica previsto nel limite del 10 per cento all’anno 2035 risulta riferito ai soli rifiuti urbani e che la Regione lo ha da tempo ampiamente raggiunto.

Inoltre, per quanto attiene i rifiuti speciali, si evidenzia che nel Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica siti contaminati 2022-2027 è stato introdotto l’obiettivo di riduzione del 10 per cento dei quantitativi da avviare a smaltimento in discarica rispetto al dato dell’anno 2018.

Ciò posto, fermo restando che, in via generale, occorre attendere la conclusione dell’iter di cui al citato giudizio di opposizione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, si ritiene che tale impianto essendo stato originariamente autorizzato per la gestione dei rifiuti urbani prodotti in provincia di Bologna, in attuazione della pianificazione provinciale allora vigente ed in considerazione dell’ubicazione dei quantitativi annui di conferimento previsti e della conversione dello stesso per il trattamento di soli rifiuti speciali, a distanza di diversi anni l’impianto di Baricella non risulti più strategico nella complessiva gestione dei rifiuti di questa regione, così come definita nel Piano regionale approvato nel 2022.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Taruffi.

Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

È un po’ un lavarsene le mani, perché comunque abbiamo chiesto una posizione ben precisa da parte della Regione. Non basta dire “a nostro avviso non risulta più strategico come impianto”, quando poi, al tempo stesso, non si esprime una netta contrarietà. Questo lo dico perché la Regione, ma anche le amministrazioni comunali di quel territorio non sono così estranee a questo processo che ci ha portato fino a questo punto, oggi. Ricordo che all’epoca, come ho ricostruito durante la mia illustrazione, ci fu una concessione di proroga da parte della Regione Emilia-Romagna. Ci fu una forte volontà dell’amministrazione comunale, che amministrava all’epoca il Comune di Baricella, nell’aprire e ampliare quell’impianto già esistente.

Ci sono quindi nette responsabilità politiche da parte del Centrosinistra, e lo dico perché comunque è cambiata la legislatura, la Giunta, ma c’è comunque una continuità con quella precedente. Visto che il Comune di Baricella per voce dell’attuale sindaco ha già espresso e ha dato mandato ai propri uffici legali di verificare la possibilità di avanzare ulteriori azioni per contrastare questo progetto di ampliamento, ci aspettavamo la stessa presa di posizione decisa anche da parte della Regione Emilia-Romagna.

Non basta infatti parlare di un generico ruolo non più strategico all’interno del Piano regionale rifiuti, cercando di scaricare tutto sul tema dei rifiuti speciali non pericolosi, che sappiamo tutti che sono soggetti al libero mercato. Ma io ricordo anche un fallimentare piano accolto, sottoscritto e promosso dal presidente Bonaccini che aveva anche il compito di ridurre i conferimenti in discarica dei rifiuti speciali. Anche quello fu un flop clamoroso, che non portò assolutamente a nulla, e oggi ne vediamo i risultati: c’è questa multiutility che continua a spingere in quella direzione. Ripeto: stiamo parlando di una multiutility che è partecipata anche dagli enti locali, che quindi ha anche una partecipazione pubblica.

In sostanza ci aspettavamo una contrarietà netta da parte della Giunta regionale, ma vedo che in sostanza, per quanto riguarda le discariche e questi temi un po’ spinosi, si cerca di nascondersi sempre dietro a un giro di parole. Ci avete provato con Imola, rispedendo la palla a Roma, e poi invece vi è tornata in mano. Adesso vedremo come vi esprimerete. Anche in questo caso vedremo se ci sarà o meno una vera e propria opposizione su questo progetto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

 

OGGETTO 6861

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla definizione di un quadro regionale di programmazione e relativo sostegno economico per estendere il progetto delle pluriclassi nella Scuola Primaria nel territorio montano dell’Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Bondavalli, Daffadà

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interrogazione: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sulla definizione di un quadro regionale di programmazione e relativo sostegno economico per estendere il progetto delle pluriclassi nella scuola primaria nel territorio montano dell’Emilia-Romagna. L’interrogazione è a firma della consigliera Bondavalli.

Prego, consigliera Bondavalli.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Il question time che presenta questa mattina all’attenzione della Giunta si riferisce alle scuole di montagna. Ricordo che la Regione Emilia-Romagna, d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, in coerenza con gli obiettivi strategici declinati nel Patto per il lavoro e per il clima e nel DSR, che è il Documento Strategico Regionale, ha proposto per l’anno scolastico che è ancora in corso e che sta avviandosi al termine, un progetto sperimentale rivolto alle pluriclassi presenti nelle scuole primarie degli istituti comprensivi di montagna. L’iniziativa realizzata nell’ambito dell’autonomia scolastica che ha visto il concorso attivo anche degli Enti locali in cui hanno sede le realtà scolastiche coinvolte, si è posta un obiettivo credo importante: quello di qualificare ulteriormente l’offerta formativa messa in campo prevedendo, tra le diverse azioni, il potenziamento della didattica innovativa di apprendimento autonomo da parte degli alunni accompagnati ovviamente dall’aiuto dei propri docenti e dell’intera comunità educante, nonché il miglioramento, ad esempio, del trasporto scolastico.

Nello specifico, ricordo che la sperimentazione ha interessato scuole primarie appartenenti a due istituti comprensivi nei territori appenninici delle Province di Reggio Emilia e Forlì-Cesena. In particolare, nella Provincia alla quale appartengo il progetto ha riguardato l’istituto comprensivo Busano-Ariosto, nel Comune di Ventasso. Ha previsto un contributo di 5.500 euro per ciascun plesso scolastico coinvolto, a cui si sono sommati 3.000 euro per ogni pluriclasse in esso presente. Alla luce dei riscontri e dei ritorni, che senza dubbio sono positivi, nonché dall’intenzione già espressa in tal senso da parte dell’assessorato alla scuola, sarebbe davvero importante estendere per l’anno scolastico prossimo, quindi parliamo del 2023-2024, l’esperienza a tutte le scuole primarie degli istituti comprensivi di montagna in cui sono presenti pluriclassi. Al momento sono 120 e afferiscono a 54 Comuni. Insomma, investire su coloro che crescono e sulle rispettive competenze è oggi fondamentale per un modello di sviluppo che contrasti i divari territoriali e per rafforzare sul piano generale la capacità attrattiva della montagna come possibile luogo di vita, in particolare naturalmente per i giovani e le nuove famiglie.

Alla luce di tutto ciò, tenendo conto che mediamente i piani dell’offerta formativa degli istituti comprensivi vengono redatti, almeno nelle loro linee di fondo, entro la fine dell’anno scolastico, dai territori potenzialmente coinvolti arriva la necessità della definizione di un quadro regionale di programmazione relativo al sostegno economico, che attesti la possibilità di estendere effettivamente il progetto per l’anno scolastico 2023-2024 a tutte le pluriclassi delle scuole primarie delle montagne regionali, da cui appunto l’interrogazione.

Ringrazio peraltro il collega Daffadà, che ha condiviso con me questa interrogazione. Chiediamo alla Giunta se è possibile ufficializzare in tempi utili l’eventualità di poter prevedere per il prossimo anno scolastico la programmazione e l’attuazione del progetto di arricchimento dell’offerta formativa delle pluriclassi presenti nelle scuole primarie di montagna. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Assessora Salomoni, prego.

 

SALOMONI, assessora: Grazie, presidente. Grazie, consigliera. Il question time ci consente di dare un punto rispetto alla progettazione che lei ha citato. Le azioni integrative per lo scorso anno scolastico, come giustamente ha ricordato la consigliera, riguardano due realtà, che sono una in Emilia, in provincia di Reggio Emilia, e una in Romagna, in provincia di Forlì-Cesena. In totale, la sperimentazione ha riguardato 6 plessi e 12 pluriclassi.

In data 18 aprile abbiamo convocato il Comitato di indirizzo, che è previsto dal progetto ed è formato da me, dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale e dai rappresentanti dei Comuni di Portico, di San Benedetto, di Dovadola....

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ di silenzio, per cortesia, altrimenti non riusciamo a sentire. Prego.

 

SALOMONI, assessora: In realtà, si tratta di due plessi ma di un impianto, di un sistema di Comuni che sono tutti coinvolti nella sperimentazione, che è basata proprio sul fatto che il territorio proponga un patto di comunità alla Regione e ottenga quindi un finanziamento per strutturare, attraverso questo patto di comunità, diverse opportunità formative rispetto alle pluriclassi.

Questo incontro ha consentito di fare il punto sulle azioni che sono state fatte. Come ha detto giustamente la consigliera, si è trattato di realtà che si sono date da fare e hanno ottenuto un rafforzamento delle progettualità didattiche a favore degli studenti e hanno evidenziato delle esperienze interessanti di outdoor education, di scambio tra studenti di diversi plessi e di collaborazione tra i diversi attori del territorio, che era proprio l’obiettivo che ci eravamo dati.

Questo è lo stato, ad oggi, delle cose.

L’intervento di sperimentazione prevedeva già che la sperimentazione avvenisse come fase iniziale dell’attivazione di un progetto basato, come fonte finanziaria, sul Fondo sociale europeo Plus e che vedesse un’estensione a tutto il territorio montano della Regione. Quindi, già l’impegno originale, quello che ha dato origine alla sperimentazione, definiva questo quadro. In questo momento, quello che possiamo dire è che, come ulteriore atto, la Giunta ha calendarizzato il bando sul Fondo sociale attraverso la delibera di Giunta regionale n. 562 del 12 aprile. Quindi, è nei bandi che vengono attivati in questa fase dell’anno. Abbiamo specificato come ambito territoriale, come ovviamente era previsto, quello delle zone di montagna, esattamente come da ambito di sperimentazione, e abbiamo ulteriormente indicato uno stanziamento indicativo di 850 milioni di euro. Scusate: di 850.000 euro. Scusatemi, non sono giorni facili con i numeri. Perché questo stanziamento è indicativo? Perché, in realtà, dipende molto dal numero delle pluriclassi, che varia di anno in anno. Siamo in questa fase. Abbiamo chiesto e stanno contabilizzando il numero delle pluriclassi che verranno attivate sul prossimo anno scolastico presso l’Ufficio scolastico regionale. A quel punto, sarà possibile definire uno stanziamento preciso e, di conseguenza, poi, attivare un bando corrispondente alla numerosità delle pluriclassi, quindi investendo un capitale che consenta di coprire tutte le realtà che hanno pluriclassi sul proprio territorio in ambito montano.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessora Salomoni.

Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente. Ringrazio, naturalmente, l’assessora per la risposta fornita. Mi dichiaro soddisfatta per quanto riguarda la conferma che ne deriva in relazione alla possibilità di estendere per il prossimo anno scolastico la sperimentazione, a conferma anche del valore di quello che è stato fatto, sia da parte della Regione che dei territori, che, come diceva l’assessora, giustamente, si sono anche mobilitati e insieme hanno provato a proporre dei progetti.

C’è, naturalmente, la necessità, per risultare coerente e funzionale ai tempi di redazione dei Piani dell’offerta formativa, degli Istituti comprensivi, di garantire tempistiche di comunicazione sulla possibilità di attuazione del progetto, tempistiche che ci auguriamo siano abbastanza rapide, per dare, poi, alle scuole il modo di agire di conseguenza, anche in relazione al coinvolgimento del resto della comunità educante.

Comunque, ringrazio l’assessora. Sono soddisfatta della risposta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Ricordo, solo perché alcuni consiglieri me lo hanno chiesto, che la comunicazione sullo stato di emergenza verrà svolta nella seduta di domani, quindi anche la nostra relativa commemorazione delle vittime la svolgeremo sempre nella giornata di domani.

 

OGGETTO 6817

Surrogazione di un componente della Giunta per il Regolamento assembleare a norma dell’articolo 9, comma 3 del Regolamento interno (124)

(Elezione del consigliere Stefano Caliandro)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ora passiamo all’oggetto 6817, relativo alla surrogazione di un componente della Giunta per il Regolamento assembleare a norma dell’articolo 9, comma 3, del Regolamento interno.

Ricordo che il consigliere Taruffi, con nota n. 11678, in data 11 maggio 2023, ha presentato formali dimissioni dalla Giunta per il Regolamento assembleare, di cui do lettura: “Io sottoscritto, Igor Taruffi, comunico con la presente le mie dimissioni immediate e irrevocabili dal ruolo di componente della Giunta per il Regolamento assembleare, ruolo nel quale sono stato eletto, come da articolo 9 del Regolamento dell’Assemblea legislativa, in data 6 ottobre 2020”.

Ai sensi dell’articolo 9 del Regolamento interno, l’Assemblea ora deve procedere all’elezione di un consigliere espresso dalla maggioranza a seguito delle dimissioni dal ruolo di componente della Giunta per il Regolamento del consigliere regionale Igor Taruffi.

Chiedo se qualcuno vuole intervenire. Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Considerato che Igor Taruffi era stato nominato nella Giunta come rappresentante di maggioranza, sempre a nome della maggioranza, come sanno già i colleghi, faccio la proposta di Stefano Caliandro. Ne approfitto. Se non sbaglio, si vota con app, presidente, con voto segreto? Okay, perfetto, grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Confermo.

Altri? Nessuno.

Dichiarazioni di voto? Non ho dichiarazioni di voto.

A questo punto votiamo il nuovo membro della Giunta del Regolamento, come da proposta della consigliera Zappaterra, il consigliere Stefano Caliandro.

Prima nominiamo gli scrutatori: consigliera Maletti, consigliere Paruolo e consigliere Cuoghi.

A questo punto passiamo alla votazione segreta tramite app.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

Attendiamo il risultato.

 

Votanti 36

Non ha espresso il voto 1

Schede bianche 11

 

Ha riportato voti:

 

Caliandro Stefano 23

 

Nominiamo, quindi, il consigliere Caliandro nuovo componente della Giunta per il Regolamento.

 

OGGETTO 6466

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Specificazione dei criteri localizzativi per garantire la massima diffusione degli impianti fotovoltaici e per tutelare i suoli agricoli e il valore paesaggistico e ambientale del territorio”. (125)

(Relazione della commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto passiamo all’oggetto 6466: proposta di iniziativa della Giunta recante “Specificazioni dei criteri localizzativi per garantire la massima diffusione degli impianti fotovoltaici e per tutelare i suoli agricoli e il valore paesaggistico e ambientale del territorio”.

La Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità ha espresso parere favorevole nella seduta del 17 maggio, con la seguente votazione: 29 voti a favore, nessun contrario, 14 astenuti.

Il relatore della Commissione, consigliere Luca Sabattini, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Emiliano Occhi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Si tratta di un atto complesso, quindi ogni consigliere può parlare fino a venti minuti in discussione generale.

Apriamo a questo punto il dibattito partendo dalla relazione del relatore della Commissione, consigliere Sabattini. Prego, consigliere.

 

SABATTINI, relatore della commissione: Grazie, presidente. Buongiorno, colleghi.

La delibera che ci apprestiamo a discutere riguarda un tema centrale: lo sviluppo delle energie rinnovabili, in particolare del fotovoltaico quale elemento fondamentale per la transizione energetica, e nello specifico, l’individuazione delle aree idonee in cui poter installare detti impianti. Tema centrale, dicevo, perché dagli anni Novanta in poi, le conseguenze del riscaldamento globale e la necessità di contrastare i cambiamenti climatici sono divenuti temi progressivamente sempre più prioritari e urgenti non solo in Italia ma in tutto il mondo.

Lo stiamo vivendo in questi giorni, con la tragedia che ha colpito la Romagna, e lo vediamo con le tante altre tragedie che ormai si susseguono con cadenza temporale sempre più frequenti, in ogni dove.

Eventi climatici sempre più estremi, ma anche caro energia e materie prime, difficoltà crescenti di approvvigionamento energetico ci obbligano a porre al centro del dibattito il tema della transizione energetica. All’interno di questo dibattito sappiamo bene quanto il fotovoltaico svolga un ruolo cruciale nel futuro processo di decarbonizzazione e dell’incremento delle fonti da energie rinnovabili al 2030: obiettivi ambiziosi che ci impongono sia il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, ma ancora di più la revisione della direttiva europea sulle energie rinnovabili, che rappresenta una svolta nella creazione dell’impalcatura legislativa necessaria ai fini del raggiungimento degli obiettivi climatici sia dell’indipendenza energetica degli Stati membri.

Per quanto riguarda l’Italia, negli ultimi anni sono state introdotte diverse misure volte a incentivare la diffusione nel territorio di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Certamente, una delle pietre angolari di questi provvedimenti legislativi è la n. 199 del 2021, la norma di riferimento che definisce gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale, finanziario e giuridico necessari per il raggiungimento degli obiettivi di incremento della quota, appunto, di energia da fonti rinnovabili.

Il decreto n. 199 prevedeva l’adozione di decreti attuativi interministeriali volti a stabilire i principi, i criteri omogenei e i parametri uniformi per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installiamo di questi impianti, che potessero costruire indirizzi chiari sui quali poter chiedere a Regioni e Province autonome di individuare con legge le aree idonee e non idonee dei territori di competenza, le disposizioni autorizzative e le concessioni di attività e monitoraggio. Se il decreto n. 199 è sicuramente il principale punto di riferimento, poi si sono susseguiti altri provvedimenti normativi, dal “DL Energia” e il cosiddetto “Decreto PNRR” del 2023.

Sono intervenuti a seguito certamente della crisi energetica, modificando a più riprese la disciplina relativa alle fonti rinnovabili, ampliando ulteriormente il novero delle aree idonee definite per legge, aggiungendo anche aree non ricomprese inizialmente, ma anche vincoli culturali, paesaggistici e fasce di tutela.

In un quadro normativo così eterogeneo con il quale ci siamo scontrati anche nella discussione, sia nella formazione della delibera, che anche nella discussione che abbiamo fatto, la mancanza, primo grande problema dei decreti attuativi di cui citavo prima, il decreto n. 199, hanno sicuramente svolto un elemento di difficoltà ma hanno anche dato in una qualche maniera il senso alla necessità di procedere con un atto, come hanno fatto anche altre Regioni. Poi tornerò dopo su questo tema.

La mancata adozione di questi provvedimenti che determinano dei criteri precisi, oltre a creare, ovviamente, dell’incertezza e devo dire, mi permetto di sottolinearlo, i provvedimenti che si sono succeduti nel tempo dai vari Governi, io credo che non abbiano tanto semplificato ma hanno più che altro creato confusione in una normativa che non si parla l’una con l’altra.

Questo elemento di indeterminatezza nazionale non ha certamente aiutato il nostro lavoro.

Esiste, quindi, un quadro nazionale variegato di norme e di atti e le diverse Regioni hanno provato a mettere in campo dei provvedimenti chi con legge, chi con delibera, chi con provvedimento, proprio per provare a orientare quella che è una necessità di procedere a investimenti, ma anche di tenere in equilibrio differenti esigenze e obiettivi. Da un lato, la risposta energetica e la necessità di una transizione energetica e ambientale sempre più pressante, dall’altro la cogente necessità di tutelare il suolo, le produzioni agricole e la salvaguardia del paesaggio, elementi che per il nostro territorio, per la Regione Emilia-Romagna, la Regione in Italia con più DOP e IGP, sono elemento non soltanto di tutela, ma anche un elemento identitario fondamentale per la nostra economia. Bilanciare questi due interessi è la sfida complessa e impellente che abbiamo provato ad affrontare con questa delibera e sulla quale abbiamo lavorato in queste settimane per le modifiche che abbiamo proposto in Commissione.

Con la delibera n. 2214 del 2023, la Giunta regionale ha voluto però chiarire l’attuale e comunque provvisorio assetto dei criteri localizzativi degli impianti fotovoltaici in Emilia-Romagna, alla luce appunto delle recenti normative statali in materia di energie rinnovabili, precisando che questi nuovi criteri localizzativi, così come quelli della DAL del 2010 che questa delibera aggiorna, e delle deliberazioni regionali attuative della stessa costituiscono una valutazione di primo livello, destinata a orientare e agevolare, ma non a vincolare le determinazioni delle Amministrazioni competenti alla formazione dei titoli amministrativi relativi ai singoli impianti.

In un quadro di questo tipo abbiamo cercato di lavorare(userò sempre il plurale, perché mai come nella discussione di queste settimane il lavoro che abbiamo fatto con il relatore di minoranza l’abbiamo fatto in pieno accordo e sintonia con un rapporto di merito, da una parte, e anche di leale collaborazione) su questa delibera di Giunta con l’obiettivo di partire da una sintesi, che era contenuta nella precedente delibera, e abbiamo cercato di costruire una sintesi più alta, ma sempre sintesi doveva essere tra interessi contrapposti, condividendo alcuni elementi cardine, grazie, ovviamente, anche alla disponibilità della Giunta a entrare in questa discussione e a un mandato chiaro che ho ricevuto anche da tutta la maggioranza in modo compatto.

Il primo obiettivo che ci eravamo posti è limitare il più possibile, per quanto possibile, l’utilizzo del territorio agricolo con fotovoltaico a terra, con quel principio che abbiamo condiviso tutti quanti, tutte quante le forze politiche: il suolo è fatto principalmente per produrre cibo, in modo prioritario. Quindi, tutte le salvaguardie che potevamo inserire tenendo conto della normativa nazionale abbiamo provato a rafforzarle, tutelando, ovviamente, le colture certificate, la coltura del biologico e tutte le colture che servono anche per produrre i nostri prodotti eccellenti, ovviamente tutelando le colture di pregio, utilizzando... E qui abbiamo un’ulteriore modifica: quella di spostare da una discussione che riguardava un agrivoltaico generale e portarlo a quello avanzato. Per capirci, quello alto, superiore ai 2,5 metri. Proprio con la volontà di far coincidere la tutela del suolo con la produzione di energia rinnovabile. Questo elemento di specifica lo abbiamo voluto rafforzare ulteriormente, anche per bloccare quei possibili comportamenti speculativi, introducendo un elemento che riguarda la tempistica con la quale i territori coltivati con le colture di pregio possono, poi, diventare abili e idonei per un fotovoltaico a terra, mettendo un limite di tre anni e cercando di disincentivare questo tipo di comportamento.

In più, per creare un elemento di differenziazione vera rispetto anche a quella che era contenuta precedentemente, abbiamo introdotto il principio per l’agrivoltaico avanzato della proiezione a terra come occupazione del suolo, permettendo, quindi, con questo provvedimento, di allargare la possibilità di fare fotovoltaico avanzato, che è quello che tutela maggiormente le colture, nonostante sia una tecnologia non ancora matura, quindi rendendolo anche più competitivo rispetto al raffronto con il fotovoltaico, con gli investimenti di fotovoltaico a terra, dando ulteriormente, e qui ringrazio per il contributo anche la collega Piccinini; la possibilità poi alla Giunta, con un atto puntuale successivo, una volta verificati gli effetti dell’agrivoltaico sulle colture di pregio, anche di aumentare ulteriormente questa percentuale, proprio perché vogliamo tutelare ovviamente l’ambiente e l’agricoltura, ma anche provare ad aiutare il più possibile la produzione di energie rinnovabili.

Altro elemento di priorità, sul quale ci siamo concentrati: da una parte, la tutela del territorio agricolo il più possibile, come dicevo prima, dall’altra cercare di utilizzare al massimo possibile i terreni già antropizzati. Qui abbiamo introdotto – prima non era contenuto – con il lavoro in Commissione il concetto delle aree dismesse, definendo che cos’è un’area dismessa industriale all’interno del perimetro urbanizzato, quindi un’area che non vede un’attività da almeno tre anni, rendendo quelle aree, ovviamente, rispettando le normative paesaggistiche e quelle dell’edilizia, disponibili per fare impianti di fotovoltaico, con anche un recupero e quindi un abbattimento magari degli edifici ormai abbandonati.

Altro elemento, sempre di compensazione, che abbiamo voluto introdurre, è tirare via tutti i possibili vincoli per la copertura di parcheggi sia pertinenziali che pubblici nelle aree industriali, liberare la possibilità per le aziende, sempre con la tutela del paesaggio e dei regolamenti del verde, con tutte le mitigazioni ambientali salvaguardate, elemento centrale; la possibilità di poter coprire al massimo anche questi piazzali, sempre con la logica di utilizzare il territorio già antropizzato.

Altro elemento è un comando che forse potremmo anche pensare di introdurre direttamente in legge, che è quello di un’indicazione ai Comuni sulle modifiche dei regolamenti comunali per l’utilizzo al massimo dei tetti, per i nuovi edifici, ma anche per gli edifici ristrutturati.

Un altro elemento importante, credo, che abbiamo introdotto è un sistema di monitoraggio, quindi l’anagrafe degli impianti fotovoltaici per controllare l’elemento del boundary share, quindi della produzione installata, anche a seguito degli obiettivi che verranno assegnati alla Regione Emilia-Romagna, e dall’altra un monitoraggio puntuale della superficie agricola utilizzata, mettendo un punto su dove calcolare questo un per cento, reintegrando all’interno dell’un per cento anche gli impianti già installati.

Poi abbiamo provato a raccogliere, perché tante delle cose che vi sto raccontando sono anche frutto di un’udienza conoscitiva estremamente partecipata, ovviamente, come dicevo in premessa, anche un po’ conflittuale in alcuni aspetti. Ecco, qui è stato un po’ anche il lavoro di sintesi ed è la proposta che siamo arrivati a fare in Commissione e oggi in aula. Abbiamo provato a raccogliere anche il grido del degli enti locali, che hanno chiesto comunque alcune indicazioni, un po’ più chiare anche, per come interpretare il pezzo procedurale e autorizzativo di questi impianti.

Si inserisce qui la necessità di far giocare un ruolo alla Regione anche ordinatorio, un po’ dal punto di vista delle procedure e un po’ anche per cercare di integrare le norme regionali e nazionali. Ecco, poi abbiamo provato a inserire alcuni elementi di chiarimento sulle definizioni, proprio per cercare di far svolgere a questa delibera la missione che aveva inizialmente, quella di provare a dare dei principi e individuare dove concentrare principalmente gli elementi di investimento, anche in un quadro normativo così complesso.

È qui che credo nasca, in questa complessità che vi ho raccontato e mi avvio a concludere, anche la necessità di affrontare questo tema non da un punto di vista di posizioni tra maggioranza e minoranza, ma nella volontà, appunto, di provare a trovare una sintesi, una sintesi più alta, quindi, con la volontà ovviamente di tutelare e generare le condizioni per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica che ci siamo posti.

In conclusione non posso esimermi da alcuni elementi di ringraziamento davvero sentiti al collega Occhi, l’ho fatto più volte, alla collega Piccinini, anche per il confronto che abbiamo avuto su alcuni aspetti, e certamente alla maggioranza, perché avete capito come la complessità di questa delibera ha anche posizioni diverse. L’aver trovato comunque una sintesi e aver avuto un mandato chiaro e una responsabilità sicuramente ha aiutato il lavoro che abbiamo fatto, e davvero sinceramente vi ringrazio.

Esprimo un ringraziamento puntuale alla Giunta, all’assessore Lori, all’assessore Colla, all’assessore Priolo, all’assessore Mammi, perché sono stati anche disponibili a far sì che questa delibera, che comunque cambia abbastanza dopo il passaggio in aula, ad accettare questo elemento di discussione, e spero anche di sintesi complessivo.

In conclusione, ringrazio sentitamente la mia collaboratrice Stefania e chi mi ha aiutato più di tutti, insieme alle strutture, il dottor Santangelo, dottoressa Dacci, che hanno aiutato noi a poter tradurre le indicazioni politiche in un testo coordinato, dandoci anche alcuni elementi fondamentali. Ovviamente, senza di loro questo lavoro non sarebbe stato possibile.

Credo che una conclusione, spero con una maggioranza davvero larga di questo atto, certamente delicato, sia la rappresentazione migliore di come la Regione Emilia-Romagna, quando poi decide di condividere una strategia e marcia compatta può essere anche un esempio, credo, per tutto quanto il Paese.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.

A questo punto, passiamo alla relazione del relatore di minoranza, consigliere Occhi. Prego.

 

OCCHI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Viviamo dei tempi che sono una grande evoluzione dell’intera nostra comunità: vediamo purtroppo anche dalla quotidianità come ci sia una situazione in continua evoluzione nelle economie e nel ruolo del nostro Paese e delle nostre aziende all’interno del continente europeo, all’interno di una competizione straordinaria che c’è tra Paesi.

Le nostre aziende, i nostri cittadini, hanno una necessità impellente, ovvero, quella di pagare meno l’energia. Questo per avere una competitività, una ritrovata competitività del nostro sistema industriale e artigianale, e considerando anche le forti spinte inflattive nell’ultimo anno e mezzo all’interno di una dinamica generale, mondiale, purtroppo in continua evoluzione, non sappiamo ancora quale sarà il punto di caduta di questa evoluzione.

Questo per dire che, dal nostro punto di vista, il nostro punto di vista della Lega, che è sempre stato quello di un pragmatismo che andrà nella direzione non solo dell’energia ma anche dell’ambiente e del dissesto idrogeologico, come vedremo meglio domani, ci ha sempre visto assumere delle posizioni pragmatiche. Per questo dico che per noi la transizione ecologica e la transizione energetica hanno il fine principe di utilizzare energie a un minor costo, rendere il nostro Paese indipendente dal punto di vista energetico.

Perché la seconda manifattura europea, e una delle prime al mondo, non può permettersi di essere soggetta a variazioni dei costi energetici, non solo dei costi ma anche delle stesse forniture, da eventi geopolitici che vanno al di là della nostra capacità di intervento.

In questo senso arriva come le nuove tecnologie devono iniziare a permeare e a diffondersi progressivamente nel nostro Paese tra cittadini, aziende ed Enti pubblici.

Il fotovoltaico è una di queste, è una tecnologia in continua evoluzione, i pannelli che venivano installati 15 anni fa avevano delle performance inferiori a quelli odierni e quelli odierni le avranno inferiori sicuramente a quelli dei prossimi quindici anni.

Non neghiamo però il fatto che qualsiasi tecnologia abbia dei pro e contro. Il principale pro della tecnologia fotovoltaica, ovviamente, è quello noto a tutti, di avere una disponibilità di energia diciamo gratuità proveniente dal sole e che con l’aumento della performance dei pannelli costa sempre meno, in cui la produzione costa sempre meno, la fonte gratuita, la trasformazione poi in energia è sempre meno costosa. Il contro è che è un’energia non programmabile, quindi richiede grandi installazioni per poter essere parificata alle energie standard da fonti fossili e ha necessità di grandi fonti di accumulo. Uno degli strumenti di accumulo principali sono ovviamente le batterie, un’altra su cui si sta lavorando è l’idrogeno, e anche qui la tecnologia va avanti.

Un altro dei problemi che noi sottolineiamo della tecnologia fotovoltaica è quello inerente al fatto che le materie prime con le quali vengono prodotte non sono nella disponibilità del nostro Paese, a differenza di altre energie rinnovabili, come per esempio il biometano, il geotermico, oltre alle fonti fossili in misura minore, come il metano presente nei nostri bacini. Ebbene, sia le materie prime con cui vengono realizzati i pannelli fotovoltaici che la realizzazione stessa dei pannelli fotovoltaici avvengono all’esterno nel nostro Paese. Anche questo, fino a quando non inizieremo a produrre pannelli in Italia con tecnologia italiana e – si spera – anche in parte con materie prime italiane, compatibilmente, ovviamente, con il contesto minerario complesso del nostro Paese, fino a quel momento anche la nostra produzione sarà dirottata verso altri Paesi, per esempio la Cina, che più di vent’anni fa con i propri piani quinquennali ha fatto del fotovoltaico una delle tecnologie principi, con la quale al momento, oltre a un grande utilizzo ancora di fonti fossili, sta riuscendo ad aumentare la propria produzione energetica.

Come sapete bene, la Cina non lo fa certo per il cambiamento climatico, ma lo fa per una questione, come dicevamo prima, di differenziare le fonti energetiche e avere sempre più energia per le proprie aziende, in una competizione globale che è diventata sempre più pregnante.

Non mi soffermerò su tutti i passaggi che ha fatto il collega Sabattini, che ringrazio insieme alla collega Cimini, ha già descritto in maniera perfetta le migliorie che abbiamo apportato al testo iniziale in vari settori. Potrei ricordare, per esempio, quello delle cave, che era già stato oggetto anche di interrogazioni e interventi della stessa Lega, nei bacini di cava e la possibilità ovviamente di estendere il fotovoltaico principalmente su capannoni, aziende e abitazioni.

Se andiamo a leggere, per esempio, i dati che noi abbiamo, vediamo che ad oggi, a fine 2022, in Italia ci sono 1.225.000 impianti fotovoltaici. Si parla di 2,5 gigawatt di potenza in più rispetto al 2021. 25 gigawatt complessivi.

In Emilia-Romagna risultano installati 105.000 impianti fotovoltaici. Anche qua, 20.000 in più rispetto all’anno passato. La potenza installata dell’Emilia-Romagna è di circa un decimo di quella complessiva del nostro Paese. Quindi, su 25 gigawatt nazionali, 2,5 gigawatt. La Regione Emilia-Romagna sta rapidamente recuperando sulle altre Regioni e attualmente è la terza Regione per quantità, numerosità e potenza degli impianti.

Se andiamo, poi, a vedere la forbice degli impianti, è sostanzialmente divisa in due: ovvero, nel residenziale sono molto forti i piccoli impianti sotto i 20 chilowatt; man mano che andiamo sopra i 20 chilowatt, a raggiungere oltre anche i megawatt, diventano sicuramente più importanti le aziende addirittura di produzione di energia elettrica. Tra questi diventa, ovviamente, pregnante il fotovoltaico a terra.

Diciamoci la verità: il tema delle aree idonee è principalmente la questione legata al fotovoltaico a terra. È una questione che pone delle sensibilità diverse e poneva delle sensibilità diverse all’interno degli stessi Gruppi dell’Assemblea, delle sensibilità diverse all’interno delle aziende agricole e delle associazioni agricole, delle sensibilità diverse anche nel mondo delle associazioni ambientaliste. C’è chi è molto legato alla tutela del paesaggio e chi, invece, vorrebbe spingere al massimo sulle nuove tecnologie rinnovabili. Anche qui, si rischiava di arrivare a un cortocircuito.

Non dimentichiamo, inoltre, l’importante ruolo che hanno, ovviamente, i nostri cittadini. Perché? Proviamo a pensare a un Ente locale, a un Comune, e vedrete quanti casi simili avremo, nel quale sorge il Comitato. Ovviamente, qualsiasi tipo di impianto a terra, evoluto o meno, agrovoltaico o meno, o a terra... E qua apro una parentesi dicendo che noi abbiamo cercato di distinguere al massimo l’agrovoltaico dal fotovoltaico a terra. Probabilmente non siamo riusciti ad aprire come qualcuno avrebbe voluto, ma perché vi sono ancora delle sensibilità, anche dal punto di vista paesaggistico, che, ripeto, lo dicevo, immaginiamo quando anche un fotovoltaico, un agrovoltaico avanzato fatto da un’azienda agricola che sicuramente è diversissimo come ipotesi da quello di un’azienda di produzione di energia come fattispecie o addirittura di quello a maggior ragione di un fondo speculativo che, in questo caso, poi non si orienta sull’agrovoltaico, ma si orienta su un tradizionale fotovoltaico a terra. Immaginiamo la risposta dei cittadini e dei sindaci che devono gestire l’installazione di decine e decine di impianti. Noi abbiamo degli obiettivi che ci siamo dati. Ripeto, per me l’obiettivo più importante non è tanto quello della decarbonizzazione, che sarà di là a venire, nei prossimi decenni, ma del costo dell’energia. Comunque, questo è l’impegno che ci siamo dati, di raggiungere gli 85 gigawatt di produzione rinnovabile. Noi siamo a 25 gigawatt come solo fotovoltaico. Immaginiamo, comunque, di dover come minimo raddoppiare la superficie.

Abbiamo visto che gli impianti più potenti sono quelli a terra, quelli che garantiranno la maggiore diffusione, almeno per la produzione energetica, non dell’autoconsumo, per sostituire gli impianti a fonti fossili. Quindi, era chiaro che una delibera del genere, in qualunque modo la si guardasse, dovesse tenere conto delle diverse aspettative, delle diverse esigenze. Abbiamo anche lasciato la porta aperta a una possibilità. Nel momento in cui la tecnologia, ad esempio, parlo dell’agrovoltaico, perché ancora non esistono veramente impianti sul territorio che, come sulla carta si dimostra, siano pienamente coerenti con l’agricoltura…

È molto probabile che l’agricoltura in alcuni casi venga anche aiutata dalla presenza di un impianto, per esempio per il discorso dell’insolazione, della possibilità di variare l’insolazione durante i mesi e durante le ore del giorno.

Quindi, abbiamo detto: quando ci saranno degli impianti installati, delle buone pratiche e vedremo gli effetti positivi sul territorio, si può anche pensare di aprire. Tutto questo considerando anche che siamo in attesa di linee guida nazionali, alle quali sicuramente la Regione in un modo o nell’altro dovrà adeguarsi, e così abbiamo fatto per la parte quella cosiddetta ope legis, quella già normata dall’articolo 20 del 199. Lì abbiamo aggiunto, è stato aggiunto già, e noi lo abbiamo tenuto, il discorso dell’agricoltura certificata, ma siamo andati anche a specificare cosa si intende e anche qua abbiamo lasciato a una delibera di Giunta la possibilità di decidere, sostanzialmente.

Secondo me un altro punto importante – mi è molto piaciuto averlo potuto condividere con i colleghi – è quello che anche le norme attualmente sulla rigenerazione urbana non riescono a compensare, ovvero la presenza di tanti insediamenti artigianali nati nei primi anni Duemila, quindi non vecchissimi, che però, in seguito alla crisi economica del 2008, in seguito al fatto che non sono più appetibili, per esempio dal mondo della logistica che vuole dimensioni maggiori, restano ormai abbandonati sul territorio, senza alcuna speranza di recupero. Ecco, anche qui abbiamo dato la possibilità, previa demolizione, di potere, in alcuni casi ovviamente, installare degli impianti a terra, appunto per recuperare al massimo comunque anche un’impronta visiva, che sicuramente è diversa, di un impianto a terra comunque, rispetto a quella di un capannone, per esempio, in elevazione, che vediamo per esempio quanto deturpino le aree artigianali, ma anche quelle presenti, che sono sorte, come dicevo, nei primi anni Duemila ai lati della via Emilia, zone che conosciamo tutti molto, molto bene.

Quindi, ripeto e chiudo, è stata una mediazione complessa. È stato quindi necessario lavorare come non spesso riusciamo a fare, ma era necessario in questo caso farlo, perché, come dicevo, sia all’interno degli stessi Gruppi sia all’interno dei diversi stakeholder, è emerso chiaramente anche da tutte… Principalmente dall’audizione che abbiamo fatto, dall’udienza conoscitiva, ma anche dalle interlocuzioni che abbiamo avuto, era chiaro fin dall’inizio che c’erano esigenze, necessità e sensibilità molto contrastanti.

Ringrazio ancora i colleghi. Ritengo che questa sicuramente possa essere una buona base di partenza. Stiamo gestendo un cambiamento epocale perché, come dicevo prima, avete visto nel 2022 quanti nuovi impianti sono stati installati a terra e non. Nel 2023, ormai sul finire del primo semestre, i dati saranno ancora superiori a quelli del 2022, quindi ormai la strada è tracciata. Cerchiamo di contemplare al massimo quelle che sono le diverse esigenze, quindi costo dell’energia, differenziazione delle fonti energetiche, tutela del paesaggio, tutela del nostro sistema agroalimentare, tutela anche di quelle che sono le necessità che hanno tutti i nostri cittadini emiliano-romagnoli.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

Abbiamo concluso le due relazioni dei relatori.

A questo punto apriamo il dibattito generale. Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Mi corre l’obbligo non formale di ringraziare il lavoro fatto dai colleghi Sabattini e Occhi che hanno aggiunto al dibattito che la Giunta ha voluto proporre a questa Assemblea, alcuni elementi di riflessione che hanno spaziato e allargato anche il contributo amministrativo di questo importante procedimento amministrativo. Tale è infatti il percorso che ha accompagnato gli ultimi vent’anni di identificazione dei criteri localizzativi dell’impiantistica fotovoltaica nel nostro territorio. Non abbiamo iniziato oggi, ma anche la discussione non finisce oggi.

Credo, infatti, che abbia avuto la sua importanza tanto la spinta di visione che l’assessore Colla ha consegnato a questo dibattito, sia nei lavori della Commissione, sia nel lavoro esterno, e anche di sintesi rispetto ai contributi che gli altri assessorati hanno offerto a questo importante provvedimento. Un provvedimento, lo dicevo prima, che si inserisce in una visione: non si tratta soltanto di una discussione sui criteri dei quali pure è stato effettivamente detto a sufficienza da chi mi ha preceduto, ma si tratta di avere un’idea di quale società stiamo costruendo.

Sarà domani la giornata in cui ci concentreremo sulla tragedia climatica che ha colpito la nostra regione. Oggi, invece, è il giorno in cui discutiamo dei criteri con i quali una parte di quel messaggio lo stiamo recependo.

Mi piace riprendere allora i lavori preparatori che hanno accompagnato la direttiva 2018/2001, perché i criteri che sono stati stabiliti dal legislatore comunitario all’interno del processo identificativo della transizione energetica si muovono lungo un crinale di discussione che è effettivamente quello che in qualche modo attende l’Italia da troppo tempo. Anche le lentezze con i quali i Governi che si sono succeduti, quindi non metto soltanto nel campo l’ultimo, lasciano l’amaro in bocca rispetto all’insipienza politico amministrativa rispetto a un fenomeno che invece richiederebbe una capacità di programmazione di intervento di gran lunga superiore.

Nella nostra quota parte, per i limiti nei quali possiamo intervenire, è stato già detto, noi possiamo identificare evidentemente degli effetti tampone. Però, occorre dire che discutere di transizione ecologica, di impiantistica fotovoltaica è discutere anche di centrali fotovoltaiche e non soltanto di localizzazioni. È discutere evidentemente anche di una transizione energetica che necessita di alcuni accorgimenti rispetto alla produzione energetica. Allora, l’equilibrio che è stato trovato nel settore agricolo con le varie partnership che sono state identificati nelle attività produttive, nei discorsi sulle cave che anche sono stati affrontati, gli ambiti artigianali e commerciali, sono tutti importanti ma si inseriscono in un discorso più ampio al quale questa assemblea ha il dovere di dare conto.

Credo che sia stata molto utile la Commissione che in questo caso è stata promossa in maniera aperta, che ha visto partecipare l’Università di Bologna, Elettricità Futura, il Comitato unitario delle professioni, la Confindustria dell’Emilia-Romagna, l’ANCI, l’Assemblea regionale di Italia Nostra, la Confcooperative, Hera, Legambiente, il Comune di Bologna, la CIA dell’Emilia-Romagna, la Coldiretti, la Confagricoltura. Insomma, noi abbiamo mosso intorno a questa discussione uno spazio di intervento che è uno spazio di intervento di programmazione. Quindi, questo appuntamento, quello dei criteri localizzativi, è un lento cedere di un vecchio modo di approcciare al sistema energetico che ha bisogno di un’accelerazione sostanziale.

Per fare questo, evidentemente, le centrali diventano l’unico strumento con il quale noi possiamo andare da una logica di economia di vicinato e invece farlo diventare la base industriale di una transizione. Occorre, quindi, che il nostro processo sia accompagnato dalle iniziative che l’assessore Colla ha cercato di stimolare al Governo. Occorre evidentemente anche fare tesoro di quello che è stato il dibattito che la Commissione competente ci ha consegnato. Occorre, in buona sostanza, colleghi, che il processo che noi mettiamo, la messa a terra della discussione che abbiamo avviato con i territori, con le piccole aziende e con i piccoli produttori di energia non si riduca alla pannellistica, ma diventi, invece, un modello industriale di sviluppo, tanto più – di questo dirò chiaramente nell’intervento di domani – che ormai il problema non è più politico, questo è un problema di natura energetica, di sopravvivenza e di trasformazione del nostro territorio.

Sembra di cogliere, quindi, nella disponibilità che è stata rassegnata da tutto il lavoro fatto dai colleghi consiglieri nel percorso che è stato avviato e anche dagli attori sociali che sono stati interessati, che quel Patto per il lavoro e per il clima, che è lo strumento con il quale noi ci consegniamo a un dibattito industriale di questa Regione, abbia un upgrade necessario.

Su questo upgrade necessario evidentemente la nostra accelerazione non può che essere l’accelerazione di una lince che ha il dovere di guardare lontano, quindi con favore sostengo l’approvazione di questo provvedimento, ma mi piaceva mettere in luce soprattutto il seme di discussione che anima e non soltanto evidentemente il sole che scalda.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Caliandro.

Altri in dibattito generale? Chi vuole intervenire? Consigliere Amico, prego.

AMICO: Grazie, presidente.

Mi associo anch’io ai ringraziamenti ai due relatori, Occhi e Sabattini, perché il lavoro che hanno svolto anche nei confronti di noi commissari all’interno della Commissione III è stato un lavoro molto puntuale e preciso di accompagnamento e di approfondimento, così come per quanto riguarda la parte di audizioni delle parti interessate al provvedimento, così come ringrazio anche l’assessore Colla e gli uffici del dottor Santangelo per averci portato a discutere in maniera molto ordinata e soprattutto propositiva un provvedimento strategico di questo tipo, così come il presidente Caliandro, che ha accompagnato, nel corso delle sedute della Commissione III, confronto tra di noi e l’approdo a quest’oggi.

È l’approdo di una delibera molto tecnica, molto complicata, che però ha delle implicazioni, dal mio punto di vista, molto importanti e positive. L’ho capito, in maniera anche più dettagliata, quando recentemente ho letto un fumetto – io sono un appassionato di fumetti – che tra l’altro è stato il libro maggiormente venduto in Francia nel corso del 2022. Si intitola “Il mondo senza fine” di Blain e Jancovici. Nella trattazione di questo fumetto, che ha un’impronta ecologica, che utilizza un linguaggio inconsueto per le tematiche energetiche, l’approvvigionamento eccetera, eccetera, c’è un passaggio in cui si dice che l’elemento di conflitto dopo l’approvvigionamento da fonti fossili può rischiare di essere il conflitto sul suolo, sull’utilizzo del suolo. Quindi, quelle tensioni che sono state manifestate dai due relatori di maggioranza e minoranza, quella necessità di ricomporre un quadro tra interessi a volte anche divergenti, dei quali portatori di interesse, credo che stia in una risoluzione pacifica di un potenziale conflitto dell’impiego del suolo a fini di produzione energetica pur da fonti rinnovabili, che magari in Emilia-Romagna non si va a consumare, ma che ci insegna anche, in prospettiva, come questo possa essere condotto quando, al di là della tecnica, anche la politica intervenga nella composizione del quadro complessivo.

È un quadro che questa delibera delinea anche con una dose significativa di coraggio all’interno di una dimensione non meglio chiarita sotto il profilo nazionale per quanto riguarda le possibilità di limitare o promuovere interventi di installazione di impianti fotovoltaici al suolo. È una carenza che oggi continuiamo a riscontrare a livello nazionale sotto questo aspetto, per favorire, invece, uno sviluppo ordinato di una differenziazione della capacità della produzione energetica. È una carenza che riscontriamo anche nel momento stesso in cui – l’ho sollevato anche in quest’aula in un question time di qualche settimana fa – siamo ancora in attesa di quelli che sono gli elementi regolativi per quanto riguarda la realizzazione delle comunità energetiche.

Siamo in mezzo, a tutti gli effetti, a una trasformazione non solo climatica, ma una necessità di trasformazione energetica che deve essere accompagnata in un quadro certo di regole e indirizzi, in un quadro che deve saper cogliere le tensioni positive della parte produttiva, della parte agricola, della parte civile, nell’affrontare la generazione di energie sostenibili e questo quadro certo noi proviamo a farlo, a dare delle indicazioni attraverso questa delibera, ma mancano ancora degli elementi di quadro nazionale complessivo, su cui credo che i ritardi non facciano bene.

Ora abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo, abbiamo provato a rendere più agevole l’insediamento di impianti fotovoltaici sul territorio emiliano-romagnolo, non solo di renderlo più agevole, ma di renderlo anche più certo, perché comunque si tratta anche di praticare una serie di investimenti consistenti da parte dei privati che vogliano perseguire questo, siano grandi soggetti o più piccoli soggetti.

Lo abbiamo fatto nell’ottica anche di non sostenere un’attività fortemente speculativa, che altrimenti avrebbe trovato esito in quella conflittualità sull’utilizzo del suolo che dicevamo, e soprattutto che ci portasse a un’implementazione della capacità generativa di energia da fonti sostenibili, perché quella transizione da fonte fossile, da fonte consolidata dalla seconda metà dell’Ottocento ad oggi, fonte petrolifere e fossile, ha bisogno di vedere un’implementazione forte da questo punto di vista. Questo si può fare con la regolamentazione italiana e regionale nel momento in cui ci sono delle certezze di inserimento.

Ora, vorrei anche sottolineare come l’impiego… Ha fatto bene il consigliere Occhi a richiamare il fatto che le fonti rinnovabili da fonte fotovoltaica sono delle fonti impermanenti, quindi non facilmente governabili, non indipendenti dalla questione meteorologica; però penso che comunque l’abitudine non solo alla produzione di energia sostenibile, ma anche l’abitudine all’impiego, e per esempio le comunità energetiche sono un buon viatico sotto questo punto di vista, di queste fonti è anche, passatemi il termine, pedagogico per quanto riguarda gli stessi consumatori e consumi, abituati ad avere una limitatezza di risorse, fatto salvo nel momento in cui queste non solo diventano carenti dal punto di vista dell’approvvigionamento, ma diventano particolarmente esose.

Abbiamo attraversato lunghi mesi e non siamo ancora usciti dalla crisi energetica che ha creato un incremento esponenziale dei costi per le famiglie e per le attività, anche pubbliche. Abbiamo visto giusto l’altro giorno in Commissione IV quanto e come si sia tradotto in termini di costi energetici aggiuntivi per le strutture sanitarie, ma io penso in generale a tutte quante le strutture pubbliche. L’impiego di fonti rinnovabili, quindi derivanti da quelle che sono le energie solari, quindi l’impiego di pannelli e la responsabilizzazione che questo impiego determina da parte del consumatore, sia pubblico che privato, credo che abbia anche un côté pedagogico che va sottolineato.

La delibera a noi sembra che rappresenti un punto di equilibrio avanzato rispetto a quelle istanze di parte che venivano rappresentate anche nel momento stesso in cui abbiamo ascoltato i portatori di interesse, che va a limitare le tensioni magari speculative in questo ambito, e che credo ci metta anche nelle condizioni di poter ragionare complessivamente non solo sull’installazione degli impianti, ma anche di aprire dei ragionamenti sulla costruzione di quelle che sono le filiere della produzione energetica, la quale ha sicuramente gli elementi di produzione, ma ha anche altri elementi, non solo nella costruzione di pannelli fotovoltaici, ma anche relativamente, per esempio, al tema dello stoccaggio della stessa energia elettrica generata da fonti rinnovabili.

Proprio qualche settimana fa con la collega Piccinini e con l’assessore Colla ci siamo recati in visita a un’azienda del territorio reggiano, nel correggese, che ha iniziato a sperimentare, o meglio, è quasi più di un decennio che sperimenta e fa ricerca su strumenti di stoccaggio energetico a basso impatto dal punto di vista ambientale. Sta sviluppando un percorso di batterie di accumulo a base di sodio, ovvero di sale, quindi molto meno impattante dal punto di vista dello smaltimento, così come da reperimento delle materie prime per realizzarle, quindi rendendo anche indipendente la produzione dalle fonti di approvvigionamento di quelle che sono le terre rare, quindi anche sostenibile da un punto di vista economico e del reperimento delle fonti, quindi non più dipendenti da grandi produttori.

Se un tema positivo – è stato ribadito più e più dell’energia sostenibile e rinnovabile – è quello dell’approvvigionamento da fonti solari, c’è anche il tema della prossimità. Nel momento in cui noi accompagniamo questi processi, da un lato l’insediamento, dall’altro lo sviluppo e la ricerca tecnologica su elementi di questo tipo, credo che facciamo bene. Quindi, in quella visita abbiamo appreso come ci siano degli sviluppi tecnologici, presenti sul territorio emiliano-romagnolo, in grado di fornire delle risposte che hanno bisogno di una costruzione, anche qui, di economia di scala successiva, tanto quanto quelle economie di scala che noi proviamo ad agevolare attraverso la produzione dell’energia sostenibile con questa delibera.

Così come assieme all’assessore Mammi ho visitato anche aziende agricole che sono in grado di trattare la produzione di energia in forma di autosufficienza e quindi, anche qui, non nella trasformazione tout court dei campi agricoli in campi fotovoltaici ma di produrre energia sostenibile proprio per la funzione agricola stessa e quindi anche avere un impatto da un punto di vista da un lato economico, dall’altro anche della produzione energetica che anche questa va accompagnata. Gli interventi che, per esempio, il Piano di sviluppo rurale fa e promuove sulle imprese agricole vanno proprio in quella direzione, proprio nell’adeguamento dello sviluppo tecnologico in questo senso.

Credo, quindi, che il lavoro fin qui fatto sia stato un lavoro appunto complesso, complicato, doverosamente attento a quelle che sono le implicazioni anche tecniche delle disposizioni presentate all’interno di questa delibera. Doverosamente attento rispetto alle questioni in causa ma che ci traccia una traiettorie, un orizzonte, dal nostro punto di vista, positivo in quella transizione ecologica che è sempre più necessaria, è sempre più impellente e che non può essere trascurata o ritardata nel momento stesso in cui una macchina magari più grande, come quella statale, non riesce a ricomporre quel quadro che magari noi a livello regionale, per tradizione, per capacità concertativa, per l’esistenza anche di un luogo costante di confronto come il Patto per il lavoro e per il clima, riusciamo a portare in maniera positiva a un esito come quello che mi auguro oggi arrivi.

Con quelle attenzioni che venivano richiamate prima, un’attenzione primaria all’impiego dei territori già urbanizzati, senz’altro, e quindi nell’ottica del recupero, nell’impiego delle pertinenze industriali, nell’intervento su quelle che sono le cave dismesse oppure gli specchi d’acqua, quindi anche favorire l’impiego di nuove tecnologie, fino ad arrivare a un’attenzione particolare all’agrivoltaico avanzato, che consentirebbe in terreni agricoli di sviluppare una quantità maggiore di energia senza pregiudicare non solo la coltura di pregio, ma in generale la cultura.

Credo che nessuno qui, non tanto per la sola e semplice salvaguardia del paesaggio, anche quella, ma sicuramente anche per mantenere una qualità produttiva e di competenze presenti sul territorio sotto il profilo agricolo, voglia vedere trasformate intere aree a vocazione agricola esclusivamente per coltivare energia elettrica tramite pannelli solari.

Tutte queste attenzioni credo trovino esito all’interno di questa delibera, e di nuovo ringrazio l’assessorato per aver accolto il lavoro che i due relatori hanno fatto nel corso delle settimane in cui è stata in discussione in Commissione, che ci colloca – credo io – all’interno di un quadro complessivo avanzato per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna e che mi auguro porti quei frutti a cui tendiamo con questa delibera e complessivamente come orizzonte strategico per quanto riguarda la nostra Regione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri in dibattito generale? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Vorrei in premessa ringraziare sia il consigliere Sabattini che il consigliere Occhi per il lavoro di approfondimento fatto su questa delibera, un lavoro importante (ci tengo a sottolinearlo), non semplice, e anche questo va detto, perché quello che noi andiamo approvare oggi è un tentativo di sopperire a mancanze di livello nazionale, ce lo siamo detti in diverse forme, però la sostanza è questa.

Mancano da oltre un anno i criteri per l’individuazione delle aree idonee per l’installazione degli impianti rinnovabili, previsti dal decreto legislativo n. 199 del 2021. L’obiettivo per l’Italia è quello di installare 85 gigawatt entro il 2030, mancano meno di 7 anni.

Sicuramente il tentativo che questa Regione sta facendo è meritevole, bisogna però evitare quelle che io chiamo “distorsioni di fondo”, che attengono sicuramente alle singole sensibilità dei vari Gruppi politici che sono presenti in questa Assemblea, ma che, da un certo punto di vista, attengono anche alla realtà.

Faccio riferimento al tema dell’agrivoltaico, perché non si può mettere sullo stesso piano fotovoltaico a terra con agrivoltaico e non si può nemmeno lontanamente paragonare.

Questa tecnologia, quella dell’agrivoltaico, consente di tenere insieme produzione energetica e produzione agricola. Quindi, da questo punto di vista, è uno strumento eccezionale.

Noi abbiamo l’obiettivo, e purtroppo i fatti di questi giorni richiamano la nostra attenzione su questo, di rendere il nostro territorio più resiliente, puntando all’indipendenza dal punto di vista energetico. Questo è un tema vastissimo, che più volte abbiamo trattato anche in questo Consesso, sia in Commissione che in aula.

Sono stata relatrice della legge sulle comunità energetiche rinnovabili. Ad oggi, siamo ancora tutti in attesa dei decreti attuativi. C’è grande interesse su questo settore, però, purtroppo, mancando i decreti attuativi, tutto questo interesse che c’è e che viene dai territori, che è stato dimostrato anche dai numeri dei soggetti e delle realtà che hanno partecipato, sia prima al bando sulla partecipazione e poi al bando che finanzia gli studi di fattibilità, che prende l’avvio proprio dalla legge regionale, dimostrano questo. Però, in questo momento, appunto, la concretizzazione dei vari progetti che stanno venendo avanti a livello locale è complicata, proprio perché mancano elementi fondamentali per la messa a terra di questi progetti. Come dicevo prima, oggi quello di questa Regione è un tentativo di provare a dare delle risposte a questo interesse che è sempre più crescente. Non so, diciamo così, se sarà un tentativo pienamente azzeccato. È tutto da sperimentare. Però, è vero che si è cercato di tenere insieme interessi che a volte sono anche contrapposti. In questo senso dicevo che il tentativo non era sicuramente semplice.

Come Movimento 5 Stelle, in virtù del ragionamento che facevo prima, cioè che paragonare il fotovoltaico a terra e l’agrivoltaico è profondamente sbagliato, ho cercato, anche con un emendamento che è stato approvato in Commissione, di provare ad aprire queste possibilità, che sono anche opportunità anche per chi fa agricoltura perché ci sono coltivazioni che sono sicuramente compatibili anche con l’installazione di pannelli fotovoltaici non a terra. Quindi, anche se si dice che queste sono innovazioni non ancora mature, noi non dobbiamo precluderci, però, l’apertura a queste possibilità.

Su questo io sono intervenuta provando, appunto, a tenere aperta quella che è una porta che ci consente di diffondere sempre di più questa tecnologia, perché quel 10 per cento, a mio avviso, è in questo momento una limitazione. Io credo che fosse giusto, appunto, non precluderci la possibilità di incidere e di diffondere maggiormente questa tecnologia. L’emendamento è stato approvato, quindi, da questo punto di vista, io ritengo che il testo che era un po’ deficitario oggi sia un testo, grazie a questo emendamento, decisamente migliorato, insieme all’altro emendamento che riguardava l’installazione di pannelli fotovoltaici nei bacini.

Io ho in mente il CER, fermo restando che dobbiamo poi intervenire anche per evitare ovviamente i disastri a cui abbiamo assistito in questi giorni e che hanno coinvolto i nostri fiumi, ma anche lo stesso Canale emiliano-romagnolo. Quindi, dicevo, anche qui fissare dentro a questa delibera la possibilità di installare pannelli fotovoltaici, flottanti e non, anche all’interno di bacini artificiali come quello appunto del Canale emiliano-romagnolo, su cui si è discusso, diciamo così, della possibilità di provare a intervenire in questo senso. Ovviamente, la Regione non può imporre niente. Può semplicemente provare a sollecitare azioni di questo tipo, però era importante in questo atto tenere aperta, appunto, anche questa possibilità.

Quindi, in sintesi, questo è un testo che, se all’inizio non trovava la nostra soddisfazione fino in fondo oggi, con gli emendamenti che sono stati approvati in Commissione, devo dire che è stato migliorato nel limite di quella concertazione di cui si parlava prima; nel quadro che ho provato a illustrare poc’anzi, deve tener conto della mancanza, ancora, delle famose aree idonee che devono essere definite a livello nazionale.

Bene quindi il tentativo che è stato fatto, bene anche gli interventi di modifica, compresi quelli che citavo poc’anzi, e bene aver lasciato la possibilità anche al miglioramento del testo e alla possibilità di modificarlo, anche, cosa che non era evidentemente scontata, perché so che ci sono peraltro tanti assessorati della Regione che hanno competenze in materia, quindi non era sicuramente una cosa scontata, eppure io penso che da questo punto di vista sia questo, un testo sicuramente migliorato rispetto alla versione iniziale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Sono le ore 12,50. Chiedo al consigliere Mastacchi, visto che ogni consigliere ha un tempo di venti minuti, se vuole intervenire meno del tempo previsto, oppure se rimandiamo al pomeriggio, visto che abbiamo ancora molti interventi previsti.

Prego, consigliere.

 

MASTACCHI: Chiederei di rimandare al pomeriggio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va benissimo.

A questo punto chiudiamo la seduta del mattino. Ci vediamo alle ore 14,30.

Grazie a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 12,49

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Gianni BESSI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Comunicazioni prescritte dall’art.68 del Regolamento interno

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

6810 -  Interrogazione a risposta scritta relativa all'avviso pubblico per la presentazione di proposte di intervento per il restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale, da finanziare nell'ambito del PNRR, approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 570/2022. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6811 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per garantire l'adeguamento sismico del plesso scolastico "Ippolito Nievo" di Gambettola (FC) o per la realizzazione di un nuovo plesso scolastico, in considerazione dell'attività tellurica in atto. A firma del Consigliere: Bulbi

 

6813 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai percorsi di recupero avviati per le persone senza fissa dimora o in situazioni di grave marginalità sociale, che vivono in Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6814 -  Interrogazione a risposta scritta circa le recenti dichiarazioni del Sindaco di Bologna riguardo al caro affitti e, in particolare, alla proposta di ottenere la gestione delle aree dismesse e delle caserme inutilizzate per realizzare studentati pubblici e case popolari. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6815 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le tempistiche previste per la realizzazione della cassa di espansione del torrente Ghironda, nel comune di Zola Predosa. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6816 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle condizioni lavorative dei dipendenti da Istituti di Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari, occupati presso le sedi della Regione Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6818 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda chiedere all'ATCRE4 una revisione delle assegnazioni territoriali alle squadre di caccia al cinghiale nel territorio del Comune di Ventasso (RE) e se ritenga legittimo l'attraversamento di un'area del Parco Nazionale dell'Appennino tosco-emiliano da parte delle stesse. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

6819 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano i dati regionali relativi alle aggressioni ai danni del personale sanitario e socio-sanitario e quali azioni la Regione intenda mettere in campo per contrastare il fenomeno. A firma del Consigliere: Amico

 

6820 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative siano state intraprese per la riqualificazione geomorfologica e la mitigazione del rischio idraulico a valle della cassa di espansione del fiume Secchia. A firma del Consigliere: Bargi

 

6821 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al piano di manutenzione del fiume Reno, con particolare riferimento al tratto di fiume che va da Malalbergo a Gallo. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6822 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito ai voli notturni in fascia di divieto che compaiono nel programma dei voli dell'aeroporto Marconi di Bologna e per sapere quali iniziative intenda intraprendere la Giunta per frenare la crescita incontrollata dei voli cargo e a che punto è il nuovo studio Ausl di Bologna sull'impatto dell'attività dell'aeroporto Marconi sulla salute dei residenti che doveva essere ultimato entro aprile 2023. A firma della Consigliera: Zamboni

 

6823 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle azioni strutturali che la Regione intende introdurre contro il consumo di suolo e per sapere se si ritenga doveroso appurare la liceità delle cementificazioni nelle aree a media ed elevata pericolosità idraulica. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6825 -  Interrogazione a risposta scritta sulla necessità di rivedere il piano di catture e uccisioni dei daini di Classe e Volano dopo dichiarazioni del Direttore del Parco del Delta del Po. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6826 -  Interrogazione a risposta scritta sui fondi governativi stanziati per l'ammodernamento degli ospedali. A firma dei Consiglieri: Cuoghi, Tagliaferri

 

6827 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla riorganizzazione e alla formazione del personale dei Pronto Soccorso di Castel San Giovanni e Fiorenzuola (PC). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6828 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere, in riferimento alla discarica Tre Monti, quali siano le tappe burocratiche individuate dalla Regione per dare seguito alla decisione comunicata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6829 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla destinazione dei fondi raccolti da Climate Clock attraverso i siti internet regionali. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6831 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al problema delle infiltrazioni e delle altre eventuali problematiche edili e impiantistiche, dell'Ospedale di Cento. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6832 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per avere chiarimenti sulle casse di espansione già in funzione sul territorio regionale, su quelle effettivamente utilizzate nei giorni di maltempo, e su quelle da realizzare ex novo o da completare, tra cui quelle del fiume Senio. A firma della Consigliera: Zamboni

6834 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per risolvere il problema della scarsa fornitura d'acqua che riguarda, in particolare, i piani alti dei condomini del centro storico di Parma. A firma dei Consiglieri: Daffada', Gerace

 

6835 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle conseguenze del progetto regionale di riorganizzazione delle EU (Emergenze Urgenze), con particolare riferimento al tema degli organici e dell'organizzazione dei Pronto Soccorso. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6836 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle modalità e ai criteri di utilizzo dei fondi del PNRR nell'ambito dei progetti scolastici. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6837 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano le opportunità generate dalla costruzione di una nuova Casa della Salute a Pievepelago (MO). A firma del Consigliere: Bargi

 

6838 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla recente modifica del regolamento per l'assegnazione di alloggi ERP a Busseto, con cui si è stabilita la rimozione del requisito dell'impossidenza di immobili ad uso abitativo situati all'estero e l'allentamento del requisito della residenzialità storica sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Rainieri

 

6839 -  Interrogazione a risposta scritta in merito agli interventi previsti nell'immediato per fronteggiare le frane che, in data 16 maggio 2023, hanno interessato quattro comuni del Bolognese, e alle attività di prevenzione dei fenomeni franosi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6840 -  Interrogazione a risposta scritta in merito agli interventi effettuati per garantire la sicurezza idraulica del torrente Sillaro, con particolare riferimento agli allagamenti verificatisi nel territorio imolese durante l'evento meteorologico del 2 e 3 maggio 2023. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

6841 -  Interrogazione a risposta scritta circa la carenza di personale e la riduzione dei posti letto nell'Ospedale di Borgo Val di Taro (Pc). A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6842 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'incendio avvenuto a Parma, in Via Emilio Lepido, nella giornata di giovedì 27 aprile 2023. A firma del Consigliere: Occhi

 

6843 -  Interrogazione a risposta scritta in ordine alla pulizia degli argini e al ripristino dei corsi d'acqua. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6844 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai lavori di ampliamento del Pronto Soccorso dell'Ospedale Ramazzini di Carpi (Mo). A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6847 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla fornitura di sacchi di sabbia alla popolazione, in relazione agli eventi meteorologici che stanno colpendo il territorio regionale. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6848 -  Interrogazione a risposta scritta sul rispetto, da parte dell'Ausl Romagna, del diritto delle OO.SS. all'informazione preventiva, come previsto dal CCNL Sanità 2019/2021. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Liverani, Montevecchi, Pompignoli

 

6849 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia attualmente la situazione riguardante l'attività del Punto Nascite di Cento (FE), rispetto all'organico in servizio e alla capacità di rispondere alle esigenze dell'utenza. A firma del Consigliere: Bergamini

 

6851 -  Interrogazione a risposta scritta in ordine allo stato di attuazione della L.R. 19/2018 sui defibrillatori automatici (DAE). A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele, Pelloni, Stragliati, Bergamini

 

6853 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se l'Ambulatorio di Dermopatie Professionali presso il Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) di Sassuolo (MO) rimarrà attivo. A firma dei Consiglieri: Pelloni, Bergamini, Marchetti Daniele, Bargi, Stragliati, Facci

 

6855 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se il riversamento di parte delle acque nella cassa di espansione, in caso di piena del Navile, sia realmente impossibile e quali siano i tempi previsti per il completamento di questa opera. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6856 -  Interrogazione a risposta scritta per chiedere la pubblicazione sul portale cartografico di Arpae dell'aggiornamento della cartografia di subsidenza al 2021 e di tutti i nuovi dati e documenti disponibili, al fine di consentire accurate valutazioni tecniche dell'attuale situazione di rischio. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6857 -  Interrogazione a risposta scritta circa i provvedimenti adottati dalle Ausl dell'Emilia-Romagna nei confronti del personale sanitario non in regola con le vaccinazioni contro il virus SARS-CoV-2. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6858 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere se la Giunta intenda promuovere accordi con i gestori del servizio idrico e Atersir per installare autoclavi nei condomini del comune di Parma in cui si sono verificate difficoltà nell'erogazione dell'acqua. A firma del Consigliere: Occhi

 

6859 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative siano state intraprese per dotare di nuove tecnologie i sistemi di allerta della popolazione in caso di emergenze derivanti da calamità naturali. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6860 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere lo stato di attuazione della legge regionale n. 28 del 2019 e le misure messe in campo per contrastare i fenomeni da sovraindebitamento. A firma della Consigliera: Piccinini

 

6861 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla definizione di un quadro regionale di programmazione e relativo sostegno economico per estendere il progetto delle pluriclassi nella Scuola Primaria nel territorio montano dell'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Bondavalli

6862 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Regione intenda promuovere per favorire la presentazione del nuovo progetto di Tranvia di Reggio Emilia e con quale tempistica. A firma del Consigliere: Amico

 

6863 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano le strategie messe in atto per mitigare gli effetti della carenza di Amoxicillina e garantire un accesso adeguato ai pazienti che ne hanno bisogno. A firma del Consigliere: Gerace

 

6864 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se AIPO abbia rispettato le disposizioni del Commissario Bonaccini in merito all'incarico di progettazione della cassa del Baganza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6865 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il controllo delle popolazioni di daino (Dama Dama) di Lido di Classe (RA) e Lido di Volano (FE), in considerazione del nuovo censimento e del nuovo approccio dell'Ente Parco. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6866 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se corrispondano al vero le segnalazioni dello SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), secondo cui si sta procedendo ad un accorpamento delle automediche di Guastalla-Correggio e Scandiano-Montecchio Emilia e, in caso affermativo, quale sia la posizione della Regione circa la decisione dell'AUSL di Reggio Emilia. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

6867 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai gap formativi di genere e alle opportunità di reinserimento sociale delle donne detenute negli istituti penitenziari dell'Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Mori, Amico, Costa

 

6868 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in ordine alla recente sentenza del Consiglio di Stato sull'ampliamento della discarica di Baricella (BO). A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

 

6869 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quale metodologia, quali indicatori e quale tipo di analisi vengano utilizzati per stimare le presenze turistiche sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

INTERPELLANZE

 

6812 -  Interpellanza circa la restituzione, da parte della Regione, di fondi statali destinati alla realizzazione dell'opera di sistemazione idrogeologica. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6830 -  Interpellanza in merito alle criticità emerse nel programma del nuovo Servizio Ferroviario Metropolitano in danno dei pendolari della media ed alta Valle del Reno. A firma del Consigliere: Facci

 

RISOLUZIONI

 

6824 -  Risoluzione in merito all'opportunità di procedere con lo scorrimento delle graduatorie attualmente vigenti per l'assunzione a tempo indeterminato di OSS nelle strutture del Servizio Sanitario Regionale. (15 05 23) A firma della Consigliera: Piccinini

 

6833 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a considerare tra le opere di maggior interesse il progetto della bretella Reno-Setta, inserendo la stessa nel programma delle priorità strategiche infrastrutturali per la Regione Emilia-Romagna affinché sia ricompresa nel Programma ANAS-MIT 2023-2026. (16 05 23) A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6845 -  Risoluzione affinchè siano regolarizzati i cacciatori selecontrollori abilitati al prelievo degli ungulati, che al momento non risultano possedere l'abilitazione specifica per la caccia in braccata e/o in girata, anche se inseriti nei registri di uscita delle squadre di caccia al cinghiale. (17 05 23) A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6846 -  Risoluzione inerente il calendario venatorio 2023/24 al fine di attivare studi scientifici sui dati di consistenza e mobilità delle specie di interesse venatorio e introduzione delle specie cacciabili per le quali è stato approvato il piano di gestione nazionale (moriglione e pavoncella). (18 05 23) A firma dei Consiglieri: Bulbi, Rontini, Daffada', Costi, Sabattini, Fabbri, Marchetti Francesca

 

6850 -  Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivare, nel più breve tempo possibile, tutte le azioni necessarie per istituire la Rete regionale per la promozione della salute e la prevenzione. (18 05 23) A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Bergamini, Facci, Pelloni, Stragliati

 

6852 -  Risoluzione per invitare il Governo ad emanare i decreti attuativi previsti dalla legge n. 116/2021 recante "Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici". (18 05 23) A firma dei Consiglieri: Paruolo, Daffada', Costa, Maletti, Zappaterra, Caliandro, Rontini, Costi, Gerace, Mumolo, Pillati, Sabattini, Rossi, Fabbri

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

6526 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda garantire il diritto alla fruizione del servizio mensa e/o dei buoni pasto al personale turnista di tutte le aziende sanitarie regionali. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6528 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se è intenzione della Giunta sostenere la continuità educativa dei bambini/ragazzi con disabilità nei centri estivi 2023 nel territorio metropolitano di Bologna. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci

 

6531 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno utilizzare personale specializzato per condurre i censimenti e gli studi sulla fauna selvatica, anziché i cacciatori e le loro associazioni. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6537 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle modalità di svolgimento di prove e campionati del mondo cinofilo che si svolgono in Emilia-Romagna nel periodo compreso tra marzo e agosto. A firma dei Consiglieri: Bargi, Delmonte, Occhi, Facci, Catellani, Rainieri, Rancan, Pompignoli, Liverani, Montevecchi

 

6542 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali misure la Giunta intenda adottare per fronteggiare l'emergenza nel territorio del Mezzano (FE), dove la presenza di specie selvatiche sta rendendo difficile l'attività degli agricoltori locali. A firma del Consigliere: Bergamini

 

6550 -  Interrogazione a risposta scritta sull'esclusione dal tesseramento alla Federazione Italiana Sbandieratori del "Gruppo sbandieratori del Palio del Niballo" di Faenza. A firma del Consigliere: Liverani

 

6563 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se è intenzione della Giunta potenziare la campagna vaccinale contro le infezioni da meningococco per il contrasto di meningiti acute. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pelloni, Facci, Bergamini, Pompignoli, Stragliati

 

6573 -  Interrogazione a risposta scritta sulla necessità di vietare immediatamente la caccia al cinghiale per contrastare l'epidemia di peste suina. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6574 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno avviare una qualificazione dell'attività dei Centri per il recupero degli animali selvatici (CRAS) che sia riscontrabile mediante parametri certi. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6589 -  Interrogazione a risposta scritta circa le misure da intraprendere per sensibilizzare i più giovani sui gravi rischi del fenomeno del "Daredevil selfie" (selfie temerario). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6609 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'infestazione da processionaria nel quartiere di Via Volturno a Parma. A firma dei Consiglieri: Occhi, Rainieri

 

6680 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda adoperarsi per attivare un adeguato numero di Convenzioni tra Strutture sanitarie e Ministero della Salute, al fine di consentire lo svolgimento del tirocinio di adattamento a chi necessiti di riconoscimento del titolo professionale abilitante conseguito all'estero. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6689 -  Interrogazione a riposta scritta in merito alla decisione dell'Ausl Romagna di far partecipare ad un corso obbligatorio gli infermieri del 118. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6694 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla carenza del personale ATA all'interno degli istituti scolastici della regione Emilia-Romagna, con particolare riferimento alla situazione di Bologna e della sua provincia. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6695 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla necessità di predisporre un piano di bonifica, smaltimento e rimozione dell'amianto dagli edifici sia pubblici che privati. A firma del Consigliere: Tagliaferri

6696 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a un questionario recentemente proposto agli studenti di un liceo di Viserba (Rimini). A firma del Consigliere: Montevecchi

 

6697 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali misure la Giunta intenda mettere in atto per supportare gli agricoltori colpiti dalle grandinate e dalle gelate primaverili. A firma del Consigliere: Liverani

 

6698 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere come la Giunta intenda tutelare gli infermieri del sistema di emergenza-urgenza, a cui saranno assegnate maggiori responsabilità a seguito del riordino della sanità emiliano-romagnola. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Facci, Bergamini

 

6700 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda richiedere al Governo di inserire la Pet Therapy nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e prendere in esame la possibilità di utilizzare risorse proprie per garantire servizi e prestazioni ulteriori rispetto a quelle incluse nei LEA. A firma della Consigliera: Piccinini

 

6706 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative la Giunta abbia adottato per contrastare il fenomeno delle "cooperative spurie" o "fittizie", alla luce dell'approvazione, nel 2019, della risoluzione oggetto n. 9141. A firma del Consigliere: Bargi

 

6713 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Regione intenda introdurre al fine di contrastare lo sfruttamento del lavoro nel comparto delle consegne a domicilio nelle città dell'Emilia-Romagna e per applicare il contratto collettivo della logistica ai lavoratori coinvolti. A firma del Consigliere: Amico

 

6717 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ad una inchiesta giornalistica relativa all'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), recentemente trasmessa in televisione. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pompignoli, Montevecchi, Liverani

 

6719 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai sostegni economici al settore della pesca e dell'acquacoltura della Sacca di Goro, a seguito degli eventi climatici calamitosi verificatisi tra il 22 novembre e il 5 dicembre 2022. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

In data 15 maggio 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche per la salute e politiche sociali”, alla interrogazione oggetto n. 6754:

 

6754 -  Interrogazione a risposta orale in commissione relativa al monitoraggio dell'accoglienza ai minori stranieri non accompagnati, con particolare riferimento ai tutori volontari e alle attività formative. A firma della Consigliera: Castaldini

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno n. 9 prot. NP/2023/712 del 22/05/2023)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini – Montalti

 

Espandi Indice