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211.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 23 MAGGIO 2023

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6605

Interpellanza sull'opportunità di realizzare un progetto per prevenire incidenti che vedano coinvolta la fauna selvatica sulle strade che attraversano o confinano con le aree del Parco del Delta del Po dell'Emilia-Romagna, con particolare riguardo ai due nuclei di popolazioni di daino (Dama Dama) di Lido di Classe (RA) e Lido di Volano (FE). A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

CORSINI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

Interpellanze oggetti 6625 e 6676

(Rinvio)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 6678

Interpellanza in merito a un danno ambientale rilevato in un tratto di bosco all'interno della Pineta San Vitale-Piallasse di Ravenna, che fa parte dell'area protetta del Parco regionale del Delta del Po dell'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

LORI, assessora

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 6466

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Specificazione dei criteri localizzativi per garantire la massima diffusione degli impianti fotovoltaici e per tutelare i suoli agricoli e il valore paesaggistico e ambientale del territorio". (125)

(Continuazione discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

MASTACCHI (RCPER)

ZAPPATERRA (PD)

EVANGELISTI (FdI)

COLLA, assessore

SABATTINI (PD)

OCCHI (Lega)

 

OGGETTO 5639

Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare, di concerto con le Aziende Servizi alla Persona e i Distretti Sanitari, una ricognizione utile all'individuazione di tutte quelle strutture sociosanitarie che necessitino di interventi di riqualificazione strutturali ed energetici. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pelloni, Facci, Bergamini, Stragliati

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

MARHETTI Daniele (Lega)

MARCHETTI Francesca (PD)

PELLONI (Lega)

PARUOLO (PD)

MALETTI (PD)

PICCININI (M5S)

AMICO (ERCEP)

 

OGGETTO 6612

Risoluzione per impegnare la Giunta a continuare il confronto in sede di Conferenza delle Regioni e direttamente con il Governo affinché siano completati gli atti al fine della ripartizione e dello stanziamento immediato dei Fondi FSC. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Costi, Rontini, Rossi, Costa, Sabattini, Daffada', Caliandro, Pillati, Soncini, Bulbi, Mori, Gerace, Bondavalli, Amico

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA (PD)

BONDAVALLI (BP)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamento oggetto 5639

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 15,01

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 211 del giorno 23 maggio 2023.

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta regionale Stefano Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Ha giustificato la propria assenza l’assessora Salomoni.

Come previsto dall’articolo 102-bis del Regolamento, l’Ufficio di Presidenza in data odierna ha deciso di consentire ai consiglieri regionali provenienti dalle aree colpite dall’alluvione di collegarsi da remoto per le prossime sedute d’aula, a partire dalla seduta pomeridiana di oggi.

Riprendiamo adesso i nostri lavori dallo svolgimento…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Pertanto, proprio in merito a quanto ho appena detto, i consiglieri Bulbi, Montalti e Rontini hanno già informato che si collegheranno da remoto a norma dell’articolo 102/bis del Regolamento.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo adesso i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 6605

Interpellanza sull’opportunità di realizzare un progetto per prevenire incidenti che vedano coinvolta la fauna selvatica sulle strade che attraversano o confinano con le aree del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, con particolare riguardo ai due nuclei di popolazioni di daino (Dama Dama) di Lido di Classe (RA) e Lido di Volano (FE). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo dall’interpellanza 6605: Interpellanza sull’opportunità di realizzare un progetto per prevenire incidenti che vedano coinvolta la fauna selvatica sulle strade che attraversano o confinano con le aree del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, con particolare riguardo ai due nuclei di popolazione di daino di Lido di Classe e Lido di Volano, a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Buongiorno, assessore Corsini.

I due nuclei in oggetto, ormai noti a quest’aula sono minacciati dalla stessa Giunta di uccisione tramite la delibera 140 del 2021, uccisione in loco, oppure uccisione differita, oppure macellazione differita.

In quella delibera la Giunta mette al primo punto, tra le cause che la spingerebbero a uccidere questi inermi animali, il fatto che causerebbero incidenti. In realtà, abbiamo già avuto modo di confrontarci tramite accessi agli atti con il suo assessorato, e abbiamo visto che i dati sono molto, molto bassi. I dati di collisioni addirittura sono tra i più bassi in generale, al di là degli ungulati: nella provincia di Ravenna e di Ferrara si hanno i dati più bassi di tutta la regione rispetto a collisioni con fauna selvatica. Però, visto che in passato suoi colleghi hanno sempre detto che si erano rivolti invano ad Anas, ma non ricevevano risposta, io ho parlato con Anas e ho trovato davvero grande competenza, grande gentilezza, grande disponibilità, e ho visto che non era possibile per me concludere che il barile si fermasse lì. Se c’era uno scaricabarile, questo volevo semplicemente del tutto civilmente chiarire, non era sicuramente Anas che stava bloccando questo procedimento. Tant’è che poi infatti è arrivata una risposta che mi è stata girata dal suo assessorato, assessore, in cui Anas conferma anche per iscritto che manifesta la piena disponibilità ad avviare un confronto con questa Regione. Lo dico perché Anas, negli anni, ha sviluppato una grande esperienza presso altri parchi, penso all’Abruzzo, ma penso anche alla Val di Susa e alla provincia autonoma di Bolzano, in cui sono stati messi a sistema una serie di dissuasori e altri espedienti per limitare qualunque tipo di rischio per esseri umani e animali, ma in più si sono anche sperimentati dissuasori e mezzi di sicurezza innovativi. Quindi, ha una grande esperienza che sarebbe disponibile – lo dice qui per iscritto e lo posso anche confermare per l’esperienza che ho avuto io di dialogo – a metterla a disposizione della Regione e, quindi, dialogare con la Regione e capire come far partire al meglio un progetto di questo tipo, anche magari in cofinanziamento, ma in ogni caso coinvolgendo anche altri enti, come, per esempio, l’Ente Parco. La Regione potrebbe essere la guida di questo, così come potrebbe essere il parco. Non sta a me dire come la cabina di regia potrebbe essere disposta. Sicuramente non c’è dubbio che hanno fatto cose molto interessanti in altri territori. Quindi, è un patrimonio di esperienza davvero notevole.

C’è, tra l’altro, il secondo tema importante. Per esempio, nella parte ravennate di Classe i danni stanno diminuendo, naturalmente. Lo stesso direttore del Parco del Delta, in un’intervista recente a un quotidiano, dice: sono 525, il 25 per cento in meno – quindi non poco, un quarto di meno – rispetto all’ultimo censimento che è stato fatto, credo un paio d’anni fa. Quindi, c’è una tendenza in diminuzione data dalla specie predatoria del lupo, di cui non sappiamo esattamente quanti esemplari ci sono, ma ovviamente il lupo è presente adesso e si ciba anche di daini. Quindi, la natura si sta in un certo senso riequilibrando naturalmente. Ma il nostro obiettivo credo debba essere una convivenza con la natura. Fatte le dovute proporzioni – lo abbiamo visto in questi giorni – il fine ultimo delle politiche di questa Regione deve essere quello, perché è ovvio che tutto ha un costo, ma la prevenzione evita poi costi molto maggiori.

I progetti sono tanti, e penso a quelli già sperimentati da Anas, Life Safe-Crossing, Road Ecology, ma anche il livello base, ad esempio questo tipo di dissuasori, che lei conoscerà, che sono quelli più semplici, con catarifrangenti, che sono lungo la statale 16, ma che si potrebbero rendere più numerosi e anche coprire, per esempio, la parte del Lido di Volano, dove forse ce ne sono di meno. Ecco, quindi, grande apertura. Poi ci sono quelli a ultrasuoni, che sono, anche quelli, molto interessanti, con i sensori infrarossi, le telecamere termiche. Quindi, grande apertura su un grande progetto di innovazione su cui, a mio avviso, la Regione potrebbe essere protagonista.

Per evitare atti di forza, che sono costosi, e cerco di dirlo, quando discuto, questo tema con gli altri Assessorati competenti, che sono costosi in soldi, sono spaventosi per crudeltà, ma soprattutto gratuiti per crudeltà nel momento in cui i veri problemi sono altri. Soprattutto vengono sempre e saranno sempre classificati da chi ci osserva dall’esterno e da chi poi si informerà davvero, nel tempo, rispetto a come sono andate veramente queste cose. Li derubricherà sempre sotto la categoria forti coi deboli. Forti coi deboli. Nessun politico credo voglia essere classificato in questo senso, cioè fare una cosa solo perché può. Uccidete i daini solo perché potete. Questo non ha senso. È fuori da ogni logica, ma soprattutto da ogni scienza, da ogni buonsenso. Quindi, ecco, assessore, io ho presentato questa interpellanza perché questa apertura di Anas l’ho trovata davvero di grande competenza e di grande lungimiranza. Sarebbe mio auspicio che la Regione la accogliesse e potesse collaborare in modo produttivo, magari per una sperimentazione iniziale e poi per raccogliere dei dati per il futuro, anche da poter portare, magari, come studio di caso; uno studio di caso di cui la Regione è protagonista.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.

Risponde l’assessore Corsini. Prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio anche la consigliera Gibertoni e in risposta, appunto, alla sua interpellanza fornisco alcune informazioni che abbiamo naturalmente acquisito in questi giorni a partire da Anas, che con una nota specifica, acquisita qualche settimana fa, sulla base di quanto già comunicato da Anas stessa al Settore Attività faunistico venatorie e Sviluppo della pesca, con una propria nota del 20 marzo manifesta la propria disponibilità, come ricordava la consigliera Gibertoni, ad avviare un confronto volto alla disamina del complesso tema oggetto di interpellanza, per approntare eventuali soluzioni tecniche a maggiore garanzia della tutela della sicurezza della circolazione stradale.

All’attualità Anas gestisce questa problematica approntando sulla rete di competenza i rimedi che sono previsti dal vigente codice della strada, ovverosia ponendo nei tratti di cui si è segnalata la maggiore criticità la specifica segnaletica di pericolo, di cui all’articolo 95 del Codice della strada. Peraltro, onde individuare i tratti di strada con probabile attraversamento di animali, Anas ha provveduto a richiedere sia alla Regione che alle Province l’individuazione delle zone ove questi spostamenti faunistici vengano registrati con maggiore frequenza, in ragione di specifiche valutazioni sulla popolosità, sul comportamento e sulle abitudini delle specie locali, che non rientrano, ovviamente, nelle competenze della stessa Anas.

Come ben noto, infatti, la materia è regolata prima dalla legge regionale n. 8 del 1994, a mente della quale spetta agli Enti locali il raggiungimento e il mantenimento dell’equilibrio faunistico ed ecologico in tutto il territorio regionale. Ancora, la stessa legge cita che a tal fine la Regione, con il concorso delle Province, favorisce l’eliminazione o la riduzione dei fattori di squilibrio o di degrado ambientale nei territori agricoli e forestali, nelle aree urbane, nelle acque interne e negli alvei dei corsi d’acqua.

Successivamente, con la legge regionale n. 13 del 2015 si è stabilito che solo la Regione esercita le funzioni di programmazione e pianificazione nonché le funzioni amministrative in applicazione della normativa comunitaria, statale e regionale in materia di protezione della fauna selvatica. Questa attività di confronto ha già portato, nell’aprile del 2017, alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa per la gestione in situazioni di emergenza della fauna selvatica, ove Anas era chiamata a contribuire limitatamente alla pronta segnalazione dei sinistri eventualmente non rilevati dalle forze di polizia, rimanendo in capo alla Regione il monitoraggio e la gestione degli ungulati selvatici.

Sulla scorta di questa avviata sinergia, Anas è disponibile, come dicevo, come già avvenuto in altre realtà regionali, a valutare e all’occorrenza anche ad autorizzare ulteriori progetti volti a congegnare sistemi di prevenzione del transito animale, ancorché eventualmente non indicati nel codice stradale, che gli enti deputati vogliano sulla base delle loro specifica competenza proporre sulla base di altre già verificate esperienze. Più in particolare, qualora in questo ambito emerga la necessità di approntare specifici dispositivi tecnici sperimentati da tempo e per tale motivo già eventualmente oggetto di omologazione da parte del Ministero, Anas potrà emettere una semplice autorizzazione in ordine alla geometria dell’installazione, mentre, qualora si ipotizzi l’utilizzo di nuovi dispositivi, Anas ne potrà autorizzare l’uso temporaneo e sperimentale.

Ad integrazione di quanto comunicato da Anas, è stato acquisito il contributo da parte dell’Assessorato alla programmazione territoriale, edilizia, politiche abitative, parchi e forestazione che riepilogo in questo modo. In relazione all’interpellanza, appunto, in oggetto, l’ente di gestione per i parchi e la biodiversità Delta del Po ha dichiarato di avere appreso con soddisfazione la disponibilità di Anas a prendere in considerazione la progettualità relativa a presìdi dissuasori a favore della fauna selvatica, mai manifestata precedentemente a questa occasione nonostante le richieste.

Questi interventi risulterebbero utili per salvaguardare specie importanti a livello conservazionistico, come ad esempio il lupo, e per migliorare la gestione di specie come capriolo e cinghiale. Tutte le specie nominate sono potenzialmente oggetto di investimenti stradali. L’ente di gestione ha manifestato inoltre il proprio impegno nei confronti della realizzazione e l’installazione di cartellonistica stradale adeguata, dissuasori o altri strumenti utili ad evitare gli incidenti dovuti all’attraversamento stradale da parte della fauna di interesse conservazionistico e gestionale.

Si ricorda infine che la Strada Statale Adriatica è interamente esterna al perimetro del Parco, al contrario delle Strade Provinciali Acciaioli (provincia di Ferrara) e Viale dei Lombardi (provincia di Ravenna) che ricadono pressoché per intero nel territorio del parco.

In relazione alla disponibilità manifestata da Anas, la Direzione Agricoltura, Caccia e Pesca, in accordo con le altre Direzioni competenti, intende avviare una fattiva collaborazione con Anas e gli altri soggetti istituzionali coinvolti, al fine di fornire il proprio, in ordine alla valutazione di misure per l’attenuazione del rischio di incidentalità stradale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Grazie, assessore.

Io devo esprimere la mia soddisfazione, per questa risposta quindi la esprimo…

 

(interruzione)

 

GIBERTONI: Succedono anche queste cose.

Esprimo la mia soddisfazione. Io sono per dare a Cesare quando Cesare è un giusto, però non succede sempre, assessore Felicori, la storia la conosce. Io esprimo soddisfazione per questa risposta. Adesso però bisogna fare… Per quanto riguarda il suo assessorato, quindi, esprimo assolutamente soddisfazione. Del resto, è vero, la competenza che mi hanno mostrato sarebbe stata davvero un’occasione persa non metterla in campo. Quindi, che il Parco e che la Regione vogliano entrare in una cabina di regia, nella gestione di una progettualità concreta è una bellissima notizia.

Ora si tratta di convincere i suoi colleghi a non uccidere i daini. C’è quest’altro passo da fare, perché non ne guadagneranno che una brutta immagine, davvero non c’è consenso, più, in queste cose. Si tratta semplicemente di congiungere quel pezzo di logica che ancora manca, non capisco il perché. Spero quindi che si convincano a fare almeno una moratoria sul bando con cui li vogliono trasferire a giugno, e che si prendano qualche mese per studiare questa bella sperimentazione che tramite il suo assessorato potrebbe partire in collaborazione con Anas, raccogliere dei dati e anche diffonderla, perché secondo me, una Regione che fa una cosa così, può fare solo una bella figura. Quindi, fermarsi con i bandi, studiare i dati che escono da una sperimentazione di questo tipo e andarne assolutamente fieri.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

Interpellanze oggetti 6625 e 6676 – Rinvio

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo all’interpellanza 6625: Interpellanza per sapere a quali esiti sia pervenuto il gruppo di lavoro regionale sui fanghi di depurazione delle acque reflue, con particolare riguardo agli interventi necessari a livello regionale per impedire l’accumulo di sostanze inquinanti sui terreni destinati all’agricoltura, sempre a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Doveva rispondere l’assessore Priolo, ma è stata rinviata.

 

PRESIDENTE (Petitti): Okay. È confermata, invece, la 6676, giusto?

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Quella per cui risponde l’assessore Colla, immagino.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Allora sono tutte e due rinviate. Va bene, nessun problema.

 

OGGETTO 6678

Interpellanza in merito a un danno ambientale rilevato in un tratto di bosco all’interno della Pineta San Vitale-Piallasse di Ravenna, che fa parte dell’area protetta del Parco regionale del Delta del Po dell’Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo, quindi, alla 6678, cioè all’ultima interpellanza: interpellanza in merito a un danno ambientale rilevato in un tratto di bosco all’interno della Pineta San Vitale- Piallasse di Ravenna, che fa parte dell’area protetta del Parco regionale del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, a firma della consigliera Gibertoni. Prego, consigliera.

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Questa interpellanza chiede, di fatto, un’opinione alla Regione, se pensi di poter fare qualche cosa, perché quello che è successo, a mio avviso, è francamente inquietante. Anche alla luce di quello che vediamo succedere intorno a noi dobbiamo riconoscere, davanti a fatti di questo tipo, che ci sono interi pezzi di territorio che sfuggono alla nostra pubblica amministrazione, in questo caso al Comune di Ravenna e al Parco del Delta.

Che cosa succede? Succede che in un territorio a nord della foce del Lamone, siamo quindi tra Marina Romea, Marina di Ravenna forse e Casalborsetti, comunque a nord della foce del Lamone, succede che alcuni funzionari del Comune di Ravenna quasi per caso scoprono che mezzo ettaro di pineta è stato asportato di peso, quindi mezzo ettaro di bosco, che sulla carta è rigorosamente protetto, e senza alcun motivo e ovviamente senza nessuna autorizzazione di Comune ed Ente Parco è stato completamente raso al suolo, con il taglio completo di tutta la vegetazione, dei pini, di tutti gli alberi presenti, terreno rimosso con la ruspa fino a trenta centimetri di profondità, quindi presumibilmente con asportazione anche di ghiaia o sabbia, che hanno un valore sul mercato. Quindi, di fatto parrebbe un gigantesco furto a scopo di lucro da parte di ignoti, che spianano addirittura le antiche dune fossili, con il rilievo geologico e l’importanza geologico-storica che hanno, e devastano il suolo, raccogliendo il terreno di risulta lungo 250 metri dello scempio.

Il Comune di Ravenna, poi, ha fatto una denuncia e una segnalazione ai Carabinieri e so che il Parco del Delta del Po si costituisce parte civile, ma resta il fatto che stiamo parlando di una zona incluse in un sito ZSC e ZPS, Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni e Duna di Porto Corsini, inserita all’interno del Parco del Delta del Po, che tra le sue prerogative e funzioni ha proprio quella di occuparsi, controllare, mantenere, conservare, difendere e proteggere gli habitat e le nostre zone protette.

Addirittura, quest’ultimo habitat è addirittura considerato prioritario, quello che riguarda, appunto, le dune con presenza di olivello, le dune con foreste di pino, le foreste a galleria di salice, perché la sua distruzione costituisce un grave danno ambientale anche ai sensi del diritto europeo. Quindi, una tutela del massimo livello completamente scavalcata e bypassata.

Tra l’altro, i lavori che hanno consentito a questi delinquenti di distruggere mezzo ettaro di pineta e portare via tutte le risultanze non può essere durato una mezz’oretta. Si è protratto sicuramente su più giorni.

Presidente, posso chiederle soltanto un secondo di silenzio?

 

PRESIDENTE (Petitti): Chiedo anch’io un po’ più di silenzio in aula, sennò è veramente complicato ascoltare. Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Quindi, questo lavoro con le ruspe si è sicuramente protratto su più giorni. Nessuno ha visto. Nessuno ha sentito. Nessuno ha detto nulla. È davvero inquietante quello che è successo, perché queste macchine sicuramente sono camion, escavatori fanno rumore. Soprattutto non potevano venire da troppo lontano, perché poi hanno dovuto trasportare tutto il furto. Non credo l’abbiano riportato a chissà quanta distanza.

Quindi, ecco difficile credere che sia potuta succedere una cosa del genere. Cosa chiedo? Chiedo, innanzitutto, come sia possibile, quale può essere… Se questa cosa non vi ha colto di sorpresa. Un’area naturale protetta di mezzo ettaro scompare, ci viene sottratta sotto gli occhi. C’è gente che ci ruba il territorio e nessuno se ne accorge. Non se ne accorge il Comune, non se ne accorge il Parco. Va via un pezzo di pineta. Voglio dire, mezzo ettaro, non un pino, che sarebbe già grave. Ecco, quindi mi chiedo se non sia possibile di concerto col Parco, che qui ha dimostrato di non essere in grado di preservare il suo territorio, di dare delle indicazioni, se non addirittura delle prescrizioni, per tutelare veramente il nostro territorio e fare in modo che si possa implementare un sistema di controlli anche mediante i moderni ausili tecnologici, affinché queste aree, che sono protette dal punto di vista normativo, lo siano anche nella realtà dei fatti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.

Risponde l’assessora Lori. Prego.

 

LORI, assessora: Grazie, presidente. Rispondo volentieri ai quesiti e all’interpellanza proposta dalla consigliera del Gruppo Misto Giulia Gibertoni. Certamente quanto è accaduto ci ha colto di sorpresa, non solo noi, ma soprattutto il Parco, che è fra quelli che sono intervenuti nell’attivare le attività di vigilanza. Quindi, in relazione a questa interpellanza, l’Ente di gestione per i parchi e le biodiversità Delta del Po ci ha naturalmente informati, riferendo di questo contesto che riguarda la pineta compresa tra Marina Romea e Casalborsetti, proprio in prossimità della foce del fiume Lamone, che è stato oggetto dell’intervento arbustivo di disboscamento e movimento terra. Quest’area ricompresa nel perimetro del Parco regionale Delta del Po e fa parte dell’area contigua, per maggior precisione. È un’area di proprietà del Comune di Ravenna che in questo momento, in questa fase è affidata in custodia da parte del Comune ad una società privata che ha proprio il compito di realizzare un intervento di miglioramento forestale e naturalistico come definito in un apposito accordo di concessione.

Il presidio da parte dell’ente di gestione, insieme agli altri enti territoriali, è costante. Naturalmente, parliamo di un parco, nella sua complessità, che ha un’estensione molto ampia, ma questa presenza è anche confermata dal fatto che proprio attraverso il Parco, insieme ad alcuni funzionari comunali e ad un tecnico incaricato dell’esecuzione del progetto su questa parte di territorio, è da lì che è stata attivata la segnalazione ai carabinieri forestali di questo danno che naturalmente ci ha non solo molto preoccupato, ma anche colto un po’ di sorpresa, perché l’entità e la delicatezza di questo contesto naturalmente va preservata. Nessuno avrebbe mai immaginato un intervento come quello che si è verificato. Per questo l’ipotesi di una implementazione di un sistema di controlli attraverso l’utilizzo di ausili tecnologici, come potrebbe essere un sistema di videosorveglianza, naturalmente anche nella consapevolezza della complessità del Parco e dell’attivazione di un sistema di questo tipo, che fa fatica ad impattare su aree troppo vaste, può essere comunque assolutamente valutata, proprio per consentire una migliore gestione di situazioni di potenziale criticità. Per cui, il parco farà nella sua autonomia, all’interno degli organismi esecutivi, e più complessivamente di governance, anche queste valutazioni.

Per quanto riguarda invece la vigilanza ambientale, l’ente di gestione, oltre al personale che, ahimè, non consta di un numero di unità particolarmente rilevante, ha comunque in essere una convenzione con le guardie ecologiche volontarie e ha rapporti costanti e particolarmente assidui, direi pressoché quotidiani, con i comandi dei carabinieri forestali, che svolgono un prezioso lavoro, in un contesto di grande pregio naturalistico e ambientale com’è quello del Parco del Delta. Quindi, sicuramente la massima attenzione da parte nostra e da parte del Parco a valutare sistemi che garantiscano anche un’attività di vigilanza ancora più assidua, proprio per prevenire situazioni come quelle che si sono verificate.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessora Lori.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Grazie, assessora. Apprezzo il fatto che non ci sia stata sottovalutazione di un evento così grave, ma soprattutto davvero inquietante, che qualcuno possa un giorno prendere un esercito di ruspe e prendersi un pezzo di territorio in Emilia-Romagna nel 2023. È davvero qualcosa di inaudito.

Ovviamente resta la mia insistenza. Cioè, se domani rubano un altro mezzo ettaro di pineta, noi ce ne accorgeremo prima? È tutto qui.

Apprezzo in ogni caso la sua risposta, il fatto che magari si potrà andare verso un’implementazione dei controlli fisici e dei controlli tramite mezzi magari tecnologici, perché la funzione del Parco è proprio quella di sorvegliarli e anche se è vero che la vastità c’è non si può comunque accettare che sia terra di nessuno quel giorno o quei giorni (chissà quanto è durato questo furto orrendo) perché quei giorni è stata terra di nessuno, quel pezzo a nord della foce del Lamone.

Quindi, benissimo che lei ha risposto senza sottovalutazione, questo lo apprezzo molto, speriamo che anche nella pratica ci siano delle ricadute positive e che anche l’Ente Parco proceda concretamente a lavorare in questo senso.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Abbiamo concluso le interpellanze.

 

OGGETTO 6466

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Specificazione dei criteri localizzativi per garantire la massima diffusione degli impianti fotovoltaici e per tutelare i suoli agricoli e il valore paesaggistico e ambientale del territorio”. (125)

(Continuazione discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto riprendiamo il dibattito in aula dall’oggetto 6466, oggetto che riguarda la specificazione dei criteri localizzativi per garantire la massima diffusione degli impianti fotovoltaici e per tutelare i suoli agricoli e il valore paesaggistico e ambientale del territorio.

Siamo alla discussione generale. Avevamo iscritti a parlare i consiglieri Mastacchi, Zappaterra e Fabbri. Prego, consigliere Mastacchi.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Innanzitutto desidero anch’io associarmi ai ringraziamenti ai relatori, che hanno contribuito a trovare una definizione di un testo che io ho definito “gioco di equilibrismo”, perché, immedesimandomi nell’attività che hanno dovuto fare, mi rendo conto che gli interessi in campo sono talmente tanti e talmente contrastanti fra di loro che dobbiamo essere consapevoli che si accontenterà probabilmente un po’ tutti e si scontenterà un po’ tutti probabilmente.

Questo lo dico anche per le mie precedenti esperienze da sindaco, perché ho avuto occasione di dover intervenire in un caso di un’installazione di un impianto eolico e qui c’è un po’ un buco normativo che prevede di liberalizzare l’installazione di impianti per le dimensioni di potenza inferiore ai 65 kW, senza tenere conto dell’aspetto, invece, delle dimensioni fisiche delle installazioni. Magari su questo sarebbe il caso poi in futuro di tornarci.

Tornando all’oggetto della giornata, credo che nell’ambito della tutela delle aree agricole, la specifica tutela per le produzioni agricole certificate descritta al punto 2.2, per cui si ammettono solo impianti agrivoltaici per le produzioni biologiche, per le produzioni integrate, le denominazioni di origine e le indicazioni geografiche nonché le superfici con coltivazioni che rispettano i disciplinari di produzione, io ritengo che dovrebbe essere estesa anche alle aree vocate DOP, quindi, ad esempio, i vigneti, l’aglio eccetera, quindi non solo alle aziende certificate, altrimenti le aziende inizieranno a dismettere le loro produzioni a fronte di proposte di acquisto da parte di grossi complessi industriali che intendono fare fotovoltaico a terra e che avranno interesse ad acquistare le aziende per mettere a punto impianti fotovoltaici.

Se contrapponiamo il comparto agricolo a quello industriale, è scontato che a vincere sarà senz’altro quello industriale, perché ha una potenza economica non paragonabile. Quindi, pensare che si possa fare il 10 per cento della superficie delle aree agricole come fotovoltaico a terra spiega anche l’accaparramento in atto sul mercato immobiliare, dove in poco tempo sono già state aggiudicate, nella pianura bolognese, diverse aziende in vendita ormai da anni, a prezzi totalmente fuori mercato, a soggetti legati alla produzione di energia solare.

Infatti i prezzi sono lievitati da 32.000-38.000 euro ad ettaro a oltre 45.000 e questo è un primo segnale che ci deve far pensare. Se già succede questo con leggi ancora in itinere. proviamo a immaginare quello che potrebbe essere l’effetto successivo. Probabilmente poi, a causa della siccità prima e oggi, aggiungo, anche dell’alluvione, che sta compromettendo gran parte degli impianti agricoli, molte aziende vorranno vendere i propri terreni e chissà a quel punto dove si posizionerà il mercato degli affitti, anche immobiliari.

È opportuno inserire fra le condizioni la realizzazione di impianti a terra solo dopo avere esaurito le superfici presenti sopra i tetti dei beni strumentali, le case, le stalle, i capannoni e così via, dando comunque la priorità, ad esempio, alle aree cortilive, che non possono essere seminate per la presenza di fondamenta delle ex case coloniche. Valuterei di dirottare gli impianti sopra la Via Emilia in collina e in montagna in aree marginali dal punto di vista agricolo.

Per la pianura cercherei ulteriori vincoli, ad esempio aree non asservite dai consorzi per l’irrigazione, aree con un quantitativo di argilla superiore al 40 per cento, aree limitrofe ai centri urbani e aree estremamente vulnerabili ai nitrati o ancora aree costiere o saline. Raggiungere l’uno per cento della superficie agricola utilizzata, ossia un milione di ettari di superficie coltivata totale, sono circa 10.000 ettari, ma è ottimale se realizzi impianti fotovoltaici a terra su una superficie non produttiva. È ottimale se realizzi impianti agrivoltaici, perché non sottrai superfici alle produzioni alimentari. È negativo se realizzi impianti fotovoltaici a terra su una superficie produttiva, perché vuol dire sottrarre 10.000 ettari di produzioni agricole, una parte veramente importante del nostro territorio.

Teniamo conto che le aziende più importanti sono nel ravennate e nel ferrarese. Sarebbe, quindi, auspicabile in montagna lasciare libera la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra fino a raggiungere l’uno per cento della superficie agricola utilizzabile. In pianura, se gli impianti sottraggono superficie alla produzione agricola, ridurre la soglia allo 0,5-0,8, mentre credo sia importante, se trattasi di agrivoltaico, non mettere limiti; poi su questo, visto che il 10 per cento potrebbe essere limitativo, verificare che sia un agrivoltaico vero e non di facciata, quindi che effettivamente le produzioni dichiarate vengano poi realizzate. Quindi che non sia solo una dichiarazione di impianto agrivoltaico, ma poi nei fatti che sia solo un impianto di produzione di energia. Abbiamo nel territorio tantissime aree già compromesse: le aree industriali e tutte le aree marginali delle stesse. Se ci guardiamo intorno nei nostri territori, sono un po’ sotto gli occhi di tutti. Le cave, in alcuni casi, rischiano di rimanere incompiute, almeno quelle più vecchie, che non avevano le debite garanzie di ripristino e che ora sono abbandonate. Anche queste, se ci guardiamo intorno, sono veramente tante e rischiano di essere tutelate perché classificate catastalmente magari ancora seminativi o boschi, quando invece, nei fatti, sono aree compromesse. Quindi, la possibilità di avere, per esempio, una certificazione dello stato di fatto; non dello stato catastale, ma dello stato di fatto, la copertura dei parcheggi delle aree urbane e delle autostrade. Potrei andare avanti elencando ulteriori opportunità oggi non utilizzate, che possono rappresentare opportunità se debitamente incentivate. Mi rendo conto che non è facile coniugare due interessi così importanti: da un lato, la necessità di installare più impianti di energie rinnovabili possibili, dall’altro quello di tutelare il più possibile il suolo agricolo, preservandolo da attività speculative che potrebbero compromettere gli equilibri economici.

Il passaggio che stiamo attraversando con l’approvazione di questo atto è talmente importante e delicato che dobbiamo tenere conto di questo difficilissimo equilibrio, facendo tutti i piccoli correttivi necessari per migliorare e ottimizzare il lavoro che già hanno sviluppato i relatori, come dicevo prima.

Da ultimo, credo sia molto importante anche l’attenzione futura nell’applicazione di questo provvedimento: una raccomandazione quindi alla Giunta e alle strutture tecniche di essere molto attenti nella stesura dei futuri provvedimenti.

Come dicevo prima, un esempio può essere quello del controllo dell’effettiva resa degli impianti non solo dal punto di vista energetico, ma anche dal punto di vista agricolo, quindi far sì che l’equilibrio dell’agrivoltaico sia un equilibrio vero e non solo di facciata.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Altri in dibattito generale? Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPATTERRA: Grazie, presidente.

Mi associo anch’io ai ringraziamenti già fatti dai colleghi che mi hanno preceduto, in particolare ai due relatori, al collega Sabattini e al collega Occhi, ma anche a tutti gli assessori e alle strutture tecniche che hanno lavorato e dato una mano e un contributo per il risultato, credo importante, che è stato raggiunto.

Non è stato facile, né era scontato, tenuto conto che la competenza a scavalco fra i diversi assessorati e le differenti problematiche, i differenti obiettivi, le differenti sensibilità che i colleghi hanno già detto essere contrapposte su questo tema non era scontato, a mio parere, che portassero ad un risultato ottimo come quello che è stato ottenuto.

Certo, come Emilia-Romagna, come Regione ce l’abbiamo nel DNA: il confronto, la discussione l’abbiamo visto bene anche nella III Commissione, nella seduta che si è tenuta ad hoc su questo tema. Ce l’abbiamo come DNA quello di effettuare gli approfondimenti ad ogni livello per cercare di arrivare alla sintesi migliore possibile, nella quale tutti si possono riconoscere. Lasciatemi dire, però, che su questo tema era meno scontato che su altri. Quindi, ringrazio davvero tutti quelli che ci hanno lavorato, perché credo siamo riusciti a trovare una sintesi o una mediazione alta, comunque riusciremo ad approvare un testo nel quale gran parte delle sensibilità dei territori sulle tematiche si può riconoscere.

Non mi dilungherò perché davvero i colleghi dei vari Gruppi, oltre ai relatori, che mi hanno preceduto hanno già detto tutto. Gli obiettivi che ci vengono posti in modo ambizioso sia dal Piano nazionale integrato per l’energia, sia dalla direttiva europea sulle rinnovabili, sia dal fatto che da un po’ siamo tutti concentrati sul tema della transizione ecologica ed energetica, noi qui, in particolar modo lo stanno facendo anche altre Regioni e altri territori, avevamo bisogno di coniugare quegli obiettivi ambiziosi con una necessità di tutela dei territori, delle colture di pregio, della salvaguardia del paesaggio, compreso quello culturale che caratterizza i nostri territori, e davvero lo dico soprattutto da ferrarese, ancora più che dal Capogruppo del Partito Democratico. Lo dico perché Ferrara, il territorio dal quale provengo, è un territorio che ha il settore primario come settore trainante dell’economia locale e sta cercando il più possibile di progettare politiche di sviluppo sostenibile valorizzando il più possibile i riconoscimenti Unesco Heritage come “Riserva della Biosfera”, e il paesaggio è un tratto culturale sul quale stiamo costruendo lo sviluppo del territorio, consapevoli che il territorio pianeggiante meno urbanizzato è quello più appetibile per l’insediamento dei parchi fotovoltaici, per cui ci ha obbligati a metterci lì e a fare una riflessione che fosse quella che poteva portare a sintesi sia la necessità di produzione di energia pulita, ma anche quella di tutelare un territorio che sta crescendo sulla base di condizioni di sviluppo che devono tener conto sia dell’agricoltura che del paesaggio in quanto tale.

Il timore che Ferrara diventasse il territorio – mi consentirete l’eccesso di sintesi – con il quale fare il grosso dell’obiettivo regionale di transizione energetica, perché è un territorio pianeggiante, perché è un territorio meno antropizzato di altri, come tutta la Via Emilia, da Bologna a Modena, per come era partita la discussione un po’ ci aveva preoccupato, perché bene l’energia pulita, bene il fotovoltaico, benissimo l’agrivoltaico, ma il panorama del territorio ferrarese fra dieci o venti anni stava mettendo in crisi tutti coloro che si stavano immaginando progetti di sviluppo sulla valorizzazione dell’area del parco, della flora e della fauna.

È chiaro che il fotovoltaico non si fa nelle aree protette, questo lo sappiamo, ma se le aree di fianco a quelle protette non fossero aree vincolate e le avessimo lasciate libere ed appetibili anche per i parchi fotovoltaici, avrebbe cambiato comunque il panorama territoriale.

Penso invece che il lavoro che è stato fatto sia un lavoro importante, perché consente di valorizzare entrambe le vocazioni. Con questa delibera siamo riusciti davvero a contemperare le esigenze energetiche come quelle del mondo agricolo, salvaguardando le eccellenze agricole che caratterizzano tutto il nostro territorio, stabilendo quali sono gli indirizzi per il fotovoltaico, che danno una mano davvero anche agli Enti locali nella giungla di normative che sul tema insistono.

 Ci siamo già detti e i colleghi hanno già detto bene che il fatto che manchino i decreti attuativi è un forte limite a proseguire su queste politiche, mette in difficoltà gli Enti locali che faticano a trovare un quadro all’interno del quale muoversi, ma mettono in difficoltà anche le imprese interessate al fotovoltaico.

Abbiamo cercato di costruire degli indirizzi condivisi in quella che è una giungla, e magari mi sbaglio, ma forse i decreti attuativi non sono arrivati proprio per la complessità di trovare una sintesi su questi temi, che qui siamo riusciti a trovare, cercando di dare una mano agli Enti locali così come ai privati, senza compromettere opportunità di sviluppo per i territori, senza mettere in difficoltà il mondo agricolo.

La banalizzo, ma c’è un problema di carenza di cibo nel mondo, quindi credo che pensare di utilizzare suolo agricolo per il fotovoltaico sia sbagliato, così come credo sarebbe stato sbagliato aprire la possibilità a delle speculazioni. Io penso che i terreni agricoli debbano servire alla produzione di cibo e a sostenere il settore dell’agricoltura, non ad altro. L’inserimento dei tre anni, quindi, così come gli altri emendamenti che sono stati introdotti credo davvero che facciano la differenza tra la convinzione e le aziende agricole che vogliono ancora fare gli agricoltori, che credono nel loro lavoro e svolgono, al di là della mission aziendale, un ruolo che va molto oltre, così come non rinunciamo a raggiungere l’obiettivo sull’energia pulita, concentrandoci sull’utilizzo innanzitutto delle aree antropizzate. È da un po’ che questa Regione sollecita l’insediamento dei pannelli fotovoltaici sui tetti, piuttosto che sui parcheggi – il collega Sabattini ha detto bene –, su tutte quelle che sono le aree antropizzate, aree dismesse, aree da rigenerare, dove non c’è un impatto, mentre abbiamo cercato ovviamente di regolare gli indirizzi su tutta la parte che è suolo agricolo.

Io penso, e poi chiudo, presidente, per lasciare la possibilità all’assessore Colla, se non ci sono altri interventi, di chiudere il dibattito, però credo davvero di poter dire che l’assemblea, i Gruppi assembleari, l’assessorato e la struttura su questa delibera hanno lavorato davvero bene. Credo che il risultato ottenuto alla fine del percorso sia un risultato che migliora rispetto alla proposta, e migliora rispetto alla proposta su un tema sul quale serviva innanzitutto il coraggio di fare una delibera di indirizzo, perché serve del coraggio anche per provare ad indirizzare nella giungla normativa che ci troviamo di fronte, serve il coraggio di assumere delle posizioni chiare, serve il coraggio di non sacrificare nessuno, e io penso che siamo riusciti a tenere insieme tutto, con questa delibera, quindi ringrazio davvero per l’importante lavoro fatto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Il tema delle energie rinnovabili ci occupa da tempo rispetto ad un percorso di transizione energetica, necessario per raggiungere quelli che sono gli obiettivi stabiliti dalla Comunità europea, e che sono condivisi anche dalla nostra nazione.

È un tema che si è reso necessario affrontare oltremodo, anche a fronte degli accadimenti di circa un anno fa, come la guerra tra Russia e Ucraina, che ha in qualche modo riversato gli effetti anche sull’Italia, per l’approvvigionamento di gas ed energia che da quel Paese derivava.

Quindi, al di là di un approccio, di quell’approccio e delle valutazioni con cui si intende affrontare questo tema delle diverse sensibilità, ma anche dell’ideologia con cui spesso tematiche di questo tipo debbano scontare il prezzo, si tratta di un tema che questo Governo è tenuto ad affrontare, a prescindere anche dalle posizioni dei singoli componenti.

Sulle energie rinnovabili, in particolare sul fotovoltaico, la posizione di Fratelli d’Italia è chiara sin dai tempi della campagna elettorale: sviluppare le energie rinnovabili come sole e vento, – così avevamo definito questo tema – era, appunto, nel nostro programma, come il gas a supporto della transizione, diversificando le fonti di approvvigionamento e massimizzando la produzione nazionale ed altre.

Rispetto al modus operandi, noi riteniamo che la pianificazione sia il dogma con cui deve votarsi un buon amministratore quando affronta un tema come quello delle politiche energetiche. E il settore dell’energia è caratterizzato da cicli di decisione e da investimenti che sono decennali, quindi dobbiamo pensare oggi a quello che sarà il futuro del nostro Paese, il futuro dei nostri figli, di qui ad almeno una ventina o una trentina d’anni. Appunto negli ultimi trent’anni l’Italia aveva fatto una scelta definita, quella di affidarsi sempre più ad una fonte fossile come il gas, alla produzione per gli utilizzi primari, alla produzione di energia elettrica e al riscaldamento per usi industriali. Fino a quindici anni fa il nostro Paese importava gas e usufruiva, appunto, del rigassificatore di Panigaglia e sono serviti più di dieci anni affinché entrassero in regime il TAP e i due terminali di Livorno e di Rovigo. E nel pensare al futuro condivido alcune proposte, alcune riflessioni che sono state fatte anche in ordine all’utilizzo degli edifici di montagna. Ascoltando mi veniva anche da riflettere su come poi dovremmo utilizzare questo tipo di impianti, per dismetterli, quando quelli che già oggi non sono più a norma o quelli che non lo saranno tra qualche anno. Quindi, molti sono i temi che ci sono da affrontare.

Non a caso parliamo di un approccio non ideologico e di programmazione. Riteniamo, infatti, che questi siano due parametri che un buon amministratore, da qualsiasi parte si trovi di quest’aula, quindi chi è maggioranza e chi è in minoranza, deve necessariamente affrontare. Ma non mi pare, sinceramente, rispetto ad alcuni interventi che ho ascoltato, che tutti si siano posti in questa ottica. Lo ha fatto e lo fa, a nostro avviso, il Governo, che ha una visione, che necessita di programmazione e non di improvvisazione. Quindi, considero un approccio ideologico quello di pretendere da un Governo che è in carica da 6-7 mesi tutto quello che fino a questo momento non è stato posto in essere prima, come ad esempio i decreti attuativi rispetto a questa normativa, ma anche rispetto alle CER.

Rispetto, però, al documento in esame, la Giunta sottopone oggi al vaglio dell’intera Assemblea legislativa un atto specifico, che è stato discusso e che ha la finalità di definire i criteri per la localizzazione degli impianti fotovoltaici. Abbiamo sentito nella presentazione del documento che l’obiettivo è la massima diffusione di questi impianti. Al contempo, però, si pensa alla tutela dei suoli agricoli, del paesaggio e dell’ambiente, e questi sono obiettivi che non ci dispiacciono e che debbono essere declinati e contemperati con le esigenze anche delle associazioni di categoria, ma anche perimetrati, a nostro avviso, all’interno di una normativa che deve essere chiara, e anche questo è uno degli obiettivi dell’atto che ci è stato sottoposto.

Sarebbe sinceramente apprezzabile, a nostro avviso, che, se lo sforzo che la Regione intende affrontare con questo atto mirasse ad essere satisfattivo, contemperasse tutte le esigenze espresse da coloro che sono stati interessati. Così non è, anche perché le posizioni e le richieste che abbiamo ascoltato e abbiamo esaminato su alcuni aspetti erano davvero distanti, e nell’accorciare questa distanza per forza si è dovuto operare una scelta, che, ad esempio, non trova unanimità sull’agrivoltaico rispetto al limite del 10 per cento.

 Nello specifico, occorre esaminare quest’atto certamente in relazione al decreto legislativo n. 199 del 2021, lo dice in premessa l’atto stesso, ma anche con il recente Decreto bollette o Decreto energia, che è stato convertito in legge il 27 aprile e che contiene norme che prevedono semplificazioni per le rinnovabili, semplificazioni per gli impianti fotovoltaici, ma anche norme per gli impianti fotovoltaici flottanti e anche per l’agrivoltaico.

Prevedono alcune specifiche, ad esempio la soppressione del vincolo del 10 per cento di copertura della superficie agricola ai fini dell’accesso agli incentivi statali per impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra e per impianti agrivoltaici con montaggio dei moduli sollevati da terra e possibilità di rotazione per quelli che adottano altre soluzioni innovative.

Noi vorremmo essere sicuri che l’atto proposto si allinei perfettamente con tutti i dettami previsti dalle normative che cita, anche il decreto bollette convertito, che in parte sono citate anche da questo atto, per non ingenerare confusione e perché in un futuro non troppo lontano, visto che il Governo è al lavoro sui decreti attuativi, non vada a contrastare questi princìpi. Il tutto perché, presi dall’ansia di prestazione o dalla sindrome dei primi della classe che traspariva da uno degli ultimi interventi e che spesso in Emilia-Romagna è presente, non sempre a ragione, non vorremmo licenziare un provvedimento che pensiamo utile, ma che non sarà poi utile a 360 gradi.

Non intendiamo avere quell’approccio ideologico di cui dicevo all’inizio di questo intervento, che invece da alcuni abbiamo ascoltato. Nel rispetto generale del lavoro svolto dai membri di quest’aula, dai tecnici e da coloro che hanno partecipato al confronto, anticipo anche la dichiarazione di voto rispetto al provvedimento generale e ai singoli provvedimenti, che sarà da parte di questo Gruppo di astensione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Altri in dibattito generale? Io non ho altre richieste di intervento in dibattito generale.

Se non ci sono richieste di replica, passerei la parola all’assessore Colla. Prego.

 

COLLA, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio tutti i consiglieri per la qualità della discussione, vi chiedo subito scusa se mi vedrete andar via, in quanto raggiungo il ministro Tajani a Forlì, perché con tutte le rappresentanze degli imprenditori, le associazioni territoriali, insieme a ICE e SIMEST facciamo una discussione sull’importanza dell’impatto internazionale di quelle filiere strategiche. Vi informo che mi arrivano notizie importanti dell’incontro che c’è stato a Roma tra il Governo, a partire dalla presidente Meloni, e il presidente Bonaccini, ovviamente non ho testi né modalità diretta, però mi si dice che è stato un incontro importante.

Arrivando a noi, la discussione che stiamo facendo oggi di questo provvedimento di questo testo se ci pensate in realtà parla anche dei drammatici scenari che abbiamo in Romagna, quindi il tema è un tema di grande responsabilità per tutti noi. Ho sentito la discussione di grande responsabilità, la compattezza di questa Assemblea in questa direzione ritengo sia un messaggio molto importante che diamo in momenti così drammatici di unità dal punto di vista dell’elaborazione, pur mantenendo ognuno di noi la propria autonomia di merito.

Voglio ringraziare veramente i due relatori, Sabattini e Occhi per il lavoro formale e informale che è stato fatto, di grande finezza, anche di merito. Qualcuno l’ha chiamato “equilibrismo”, che è la metafora equilibrio, quindi bene. Penso che però il tutto tiene, dal punto di vista anche della discussione: può sembrare un piccolo provvedimento, ma in realtà è già da mesi che stiamo discutendo, a partire dal piano energetico, stiamo discutendo una piegatura che io penso sia una piegatura di cambio culturale, di esigenza di cambio di modello di sviluppo, che crea un tratto fondamentale per dare una risposta sociale al diritto di avere sempre energia. L’energia è sempre stata un tratto che ha creato soluzioni o problemi, quindi va visto, il tema dell’energia, come un fatto fondamentale per i temi ambientali, per i temi anche di tenuta finanziaria, per le povertà energetiche e anche per l’impatto culturale diffuso che crea sempre. Penso che sia evidente che mentre discutiamo di energia, è stato detto anche dal consigliere Occhi, dalle ultime valutazioni, abbiamo un vuoto di politica energetica che è ventennale. Quando c’è un vuoto di politiche energetiche, diventa sempre un vuoto di politica industriale, diventa un impatto sociale sempre, quindi nessuno può alzare la mano rispetto allo scenario. Il vuoto c’è, e siamo rimasti ancorati al fossile e a un tubo, e quel tubo ha creato quello che noi conosciamo dal punto di vista delle dinamiche, purtroppo, ahimè, che non dobbiamo mai dimenticare. Pur essendo in un momento drammatico, la nostra Regione, ci sono ovviamente altri impatti di tale natura.

Con queste operazioni, sono convinto che stiamo facendo per coerenza quello che in realtà ci chiede tutto il nostro Paese, e penso che lo debba chiedere a tutta la politica: avere una nuova idea di autonomia energetica, in un grande Paese la cui cifra è un grande Paese manifatturiero, un grande Paese, però, molto abitato, molto trafficato, quindi il tema di “come faccio la piegatura che va nella direzione di dare risposta?” è un percorso – ci metteremo del tempo – ineluttabile. Può essere rallentato, ma anche la cultura, l’impostazione e la finanza stanno andando in quella direzione. Dobbiamo cavalcare nel più breve tempo possibile anche l’opportunità, perché in questo cambiamento siamo in grado di creare lavoro. Se restiamo fermi, lo perdiamo. Vedete, consiglieri Sabattini e Occhi, questi sono settori che creano lavoro. Se restiamo fermi, perdiamo lavoro. Attenzione, la piegatura non è solo un pannello fotovoltaico, è l’evoluzione tecnologica della filiera industriale che vi è dietro. In poco tempo nasce la più grande impresa europea di fotovoltaico a Catania di Enel, nel più breve tempo possibile stanno nascendo elaborazioni tecnologiche sullo storage. Il consigliere Amico ha citato quella bellissima impresa. Ebbene, provate a immaginare lo storage utilizzando il sale rispetto al litio o al celio. Provate a immaginare l’evoluzione che avrà. Sappiamo, ad esempio, che c’è un’evoluzione di investimenti tecnologici in un’operazione di grande storage di cui il fotovoltaico ha bisogno, non essendo in continuità, che avremo alla più grande centrale che abbiamo nel Paese, a La Casella, sempre fatta da Enel. Provate a immaginare a fare storage lì. Quando faccio tecnologia, lì crea lavoro, crea cambiamento, ma creo anche…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ di silenzio, per favore.

 

COLLA, assessore: …una nuova direttiva di cambiamento di modello di sviluppo. Ma provate a immaginare cosa vuol dire fotovoltaico… Dire fotovoltaico sui tetti è troppo semplice. Sappiamo che ci sono investimenti del fotovoltaico sui tetti di alcune grandi imprese industriali che faranno idrogeno. Provate a immaginare la ceramica a mettere il 20 per cento di idrogeno nel tubo, oppure, come abbiamo fatto sempre da fotovoltaico verde, iniziare a fare operazioni che entrano dentro i tubi e nelle caldaie delle nostre scuole e delle nostre città. Si va in quella direzione molto più veloci di quanto noi pensiamo.

Questo provvedimento, quindi, che in realtà chiamo come il giusto bilanciamento tra sensibilità e posizionamenti politici anche diversi, ma aver trovato un punto di sintesi di tale portata penso che sia stato un capolavoro anche di responsabilità e di trasparenza. La mediazione non è alto tradimento, è la cifra della qualità di capire che abbiamo bisogno di creare un diritto del sapere di dove e come posso fare un’operazione di cambiamento di tale portata.

È un atto bilanciato, quasi di giusto riformismo e giusta conservazione. Come sempre in questi provvedimenti delicati, deve tenere insieme anche gli aspetti più delicati. Una delibera che chiamerei di mezzo fondamentale tra un decreto n. 199 che dice delle cose e quello che stiamo aspettando, quindi le linee di indirizzo, che sappiamo dovremo ricevere e anche assumere, quelle linee di indirizzo. Ma ci veniva chiesto da tutta la nostra gente, non solo dalle associazioni imprenditoriali e dalle organizzazioni sindacali: dovete darci in questo periodo, perché siamo pronti a fare investimenti, siamo pronti a mettere a terra queste operazioni di modello, dateci la possibilità di avere un’operazione ponte di qualità qualificata del dove e come posso fare questa operazione.

È un grande atto di responsabilità che questa Assemblea fa per la sua gente e i provvedimenti di grande coerenza per spingere e utilizzare le innovazioni che possiamo mettere in campo. Vanno in quella direzione anche i protocolli che abbiamo fatto con i soggetti, perché è tutto un sistema concatenato. Aver fatto i protocolli con GSE, aver fatto i protocolli con Enel che vanno in dirittura d’arrivo al protocollo con Terna, sempre soggetti non banali ai quali far fare la piegatura sui servizi, perché posso mettere anche del fotovoltaico sul tetto, ma se mi manca la rete, se mi manca la cabina primaria, se mi manca la cabina secondaria (provate a immaginare cosa ha voluto dire mettere in sicurezza l’energia in quelle aree), se mancano queste cose, attenzione che anche il più bell’investimento che possiamo fare va in difficoltà, quanto di più operazione Paese. Quando discuto con questi soggetti, discuto che loro stessi per fare investimenti siano in grado di mettere a terra le delibere che adottiamo in questa Assemblea.

Penso che dobbiamo avere la certezza di abbattere la povertà energetica, che si sta allargando. Abbiamo votato in questa Assemblea un’ottima legge, quella delle comunità energetiche, che è la stessa medaglia e deve dare una risposta soprattutto a quella povertà energetica diffusa, in cui gli Enti locali possono operare in rete con il sistema delle nostre popolazioni per fare investimenti sui tetti, nei luoghi.

Abbiamo liberalizzato un punto che ritengo fondamentale, quasi uno spartiacque: nelle aree dismesse, nelle aree antropizzate, su un parcheggio al 100 per cento, perché lì che catrame, mentre condivido questo bilanciamento intelligente, prima di prendere del terreno dove abbiamo tutte le nostre certificazioni, prima di prendere il terreno di cui abbiamo bisogno come il pane per le nostre filiere (provate a immaginare quello che è successo in Romagna, quelle sono filiere agricole, quindi aver fatto questa scelta ha molta coerenza anche rispetto a quello che è successo), quindi dire prima di tutto “vi diamo la certezza lì, vi diamo la possibilità lì di fare questa operazione” penso che sia un salto di qualità eccezionale. Per quanto mi riguarda, devo ringraziare tutti gli assessori, che hanno dato piena disponibilità a questa discussione. Ma diciamoci anche un’altra verità: questa mediazione è leale e trasparente, è un rapporto con le rappresentanze che hanno sempre un tratto di loro verticalità, e noi l’abbiamo fatto diventare collettivo orizzontale. E una delle cose sempre più difficili da fare su argomenti come questo.

Ringrazio anche per il supporto che questo atto darà. Vedete? Abbiamo una fluidità di discussione anche con il ministro competente. Il ministro è molto attento al fatto che se una Regione come questa si muove in quella direzione, è evidente che aiutiamo anche le decisioni che lo stesso ministro dovrà prendere rispetto al fatto che dovrà guardare a tutto un Paese e alla complessità del Paese, come diceva anche Marcella.

Andando in quella direzione, io penso che una delibera, un atto così dell’Assemblea aiuti anche il proprio Paese, che aiuti anche il suo Paese.

Grazie per il lavoro che avete fatto, per la discussione e l’affinamento indispensabile di qualità che tutti avete fatto, ma permettetemi, a partire dai due relatori che so che hanno lavorato nell’informalità anche con grande qualità.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Colla.

A questo punto siamo arrivati alle dichiarazioni di voto. Qualcuno vuole intervenire in dichiarazione di voto? Io non ho nessuno in dichiarazione di voto. Consigliere Sabattini, prego.

 

SABATTINI: Anzitutto anch’io tenevo, in conclusione, a ringraziare della qualità del dibattito. Mi viene da sottolineare il fatto che quando abbiamo anche il tempo giusto per affrontare temi certamente complicati, li affrontiamo anche spacchettando un pezzo della discussione, andando in verticale, cercando di costruire le sintesi. Poi, ogni tanto succede che questa cosa avviene anche su temi estremamente delicati, dove ognuno di noi si assume un pezzettino di una responsabilità pesante.

Credo che la qualità del dibattito che abbiamo avuto sia anche frutto, mi sembra, l’intervento che abbiamo fatto come Assemblea abbia avuto un suo filo conduttore di logicità, da una parte, non soltanto di equilibrio, ma anche di scelta, che rappresenta bene, credo, anche quello che siamo come terra, con le nostre specificità. Ci tenevo solo a chiarire, perché non vorrei essere stato frainteso, che non c’è responsabilità in questo caso di mancanza puntuale di una parte o dell’altra, di cosa non è avvenuto a livello nazionale, perché questa roba doveva essere fatta a metà giugno 2022, non è stata fatta prima, non è stata fatta ancora ora. Ci aspettiamo i decreti attuativi delle comunità energetiche, che sono fondamentali, sono dei passaggi fondamentali.

Io mi auguro che con un voto il più largo possibile su questa delibera possiamo dare, come ricordava prima l’assessore Colla, un impulso anche alla discussione nazionale, che non contenga nessun elemento di approccio ideologico, ma non è soltanto, quello che abbiamo fatto oggi, un atto tecnico, in quanto è una scelta. Noi abbiamo scelto, da una parte, di tutelare le nostre eccellenze dal punto di vista agricolo anche – lo dico con franchezza – andando un po’ oltre, secondo me, alcuni elementi di semplificazione nazionali, che, come ricordavo durante la relazione, più che semplificare, secondo me hanno confuso. Ma non c’è una responsabilità politica diretta a livello nazionale perché l’hanno fatto tutti nel corso degli anni. Non l’abbiamo fatto, dicevo, con un approccio ideologico, ma sicuramente ha una caratterizzazione politica forte. Abbiamo detto: prima di tutto costruiamo delle opportunità, perché noi in quella transizione energetica ci vogliamo stare, vogliamo sfidare e vogliamo anche cercare di anticipare dove è possibile, perché è quella la strada e la direzione nel futuro.

Oggi parliamo, ovviamente, di pannelli fotovoltaici, ma ci sono tante energie rinnovabili, ma anche, ovviamente, tutta quanta la ricerca che queste si tirano dietro. Dall’altra parte, però, dobbiamo ricordarci che noi abbiamo un territorio, questo che ci invidia, credo, tutta Europa, che produce cibo di grande qualità, che ha una sua storia, che ha bisogno anche di essere tutelato sia dal punto di vista del paesaggio, sia rispetto a quello che vorremmo lasciare alle prossime generazioni, perché sappiamo che questi investimenti, comunque, cambiano anche la morfologia di un territorio.

Con molta franchezza vi dico che abbiamo fatto un passo avanti. Vedremo come si modificherà la normativa, ma credo che abbiamo dato un buon esempio di discussione e di volontà di trovare una sintesi, quindi il nostro voto chiaramente è favorevole, senza ovviamente dimenticare di ringraziare tutti coloro che hanno collaborato a questo risultato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Annuncio anch’io il voto favorevole del Gruppo della Lega. Come dicevo durante la relazione, c’è stata molta mediazione, abbiamo dovuto migliorare il testo, specificarlo, lavorando con coscienza, ben sapendo, come dicevamo prima, le diverse anime e le diverse sensibilità non solo all’interno della politica, ma anche all’interno dei portatori di interesse. Questo è un momento di estremo sviluppo, uno sviluppo molto rapido, i dati delle installazioni del fotovoltaico in Italia e in Emilia-Romagna ci dicono che è in corso una forte accelerazione, un po’ per quello che è stato il 110, un po’ per quello che è stata la ripresa economica e quindi il bisogno di nuova energia e successivamente la crisi energetica. È necessario, in questa fase, evitare di fare dei salti troppo avanti, cercare di vedere come le tecnologie si integrino sul territorio, come anche le dinamiche del mercato si svilupperanno sul territorio, e, sulla base di questo, non è escluso, come la possibilità che ci siamo dati con un emendamento, di riuscire in futuro anche a dare una lettura più aperta rispetto a quella che oggi riusciamo a fare in questa fase.

Non è escluso che poi le norme nazionali arrivino e che si debba tornare a lavorare su questo tema, però attualmente credo che questa sia la migliore sintesi che siamo riusciti a trovare nell’interesse di tutti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dichiarazioni di voto? Io non ho altri in dichiarazioni di voto.

A questo punto mettiamo in votazione il provvedimento. Prima, però, nominiamo gli scrutatori: consigliera Pillati, consigliera Mori e consigliere Cuoghi.

Mettiamo in votazione il provvedimento, per alzata di mano. Ricordiamo che ci sono anche dei consiglieri che votano e da remoto con l’app, quindi magari diamo qualche secondo in più.

Mettiamo in votazione il provvedimento, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

Chiedo se hanno votato. Sono arrivati, perfetto.

È approvato.

 

(La delibera oggetto 6466 è approvata a maggioranza dei presenti)

 

A questo punto, passiamo alle risoluzioni.

 

OGGETTO 5639

Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare, di concerto con le Aziende Servizi alla Persona e i Distretti Sanitari, una ricognizione utile all’individuazione di tutte quelle strutture sociosanitarie che necessitino di interventi di riqualificazione strutturali ed energetici. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pelloni, Facci, Bergamini, Stragliati

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): La prima risoluzione è la risoluzione 5639: risoluzione che impegna la Giunta ad avviare, di concerto con le Aziende di servizi alle persone e i Distretti sanitari, una ricognizione utile all’individuazione di tutte quelle strutture sociosanitarie che necessitino di interventi di riqualificazione strutturale ed energetici. La risoluzione è a firma dei consiglieri Marchetti Daniele ed altri.

Su questo argomento insiste una proposta di emendamento a firma dei consiglieri Francesca Marchetti, Costi, Daniele Marchetti e Pelloni.

Entriamo nel dibattito generale sulla risoluzione. Chi si iscrive a parlare? Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Finalmente, mi vien da dire, riusciamo a discutere questa risoluzione visto che c’era un confronto in atto da diverse sedute di Consiglio con la collega Marchetti, dal momento che questa risoluzione è stata presentata il 30 agosto 2022 partendo da un fatto che interessò in particolar modo il territorio imolese.

La questione riguardava una casa residenza anziani, in particolare la Casa residenza anziani “Venturini”, che proprio in quei giorni, per il caldo torrido, registrò all’interno delle stanze che ospitano anziani per lo più non autosufficienti, ben 31 gradi: una situazione quindi insostenibile, che ha messo a dura prova sia i gestori della struttura (struttura di proprietà dell’ASP, quindi Azienda Servizi alla Persona del circondario imolese), ma anche l’ASL di Imola che cercò di intervenire con l’installazione di dispositivi che dovevano ridurre la temperatura all’interno degli ambienti. Purtroppo, però, per stessa ammissione della proprietà dell’Azienda sanitaria imolese e dei gestori, abbiamo appreso che non era possibile ridurre per portarla a temperatura ad un livello adeguato, dal momento che è una struttura datata e che, quindi, presenta delle caratteristiche energetiche ormai superate. Dobbiamo certamente far fronte, da qui in avanti, ad estati sempre più torride, per cui riteniamo opportuno avviare un ragionamento a livello assembleare, e il fine di questa risoluzione era proprio questo, per cercare di arrivare ad avviare un monitoraggio a livello regionale, perché immaginiamo che quello della CRA Venturini di Imola non sia assolutamente un caso isolato.

Servono certamente fondi, perché sono interventi assolutamente onerosi quelli che riguardano gli efficientamenti energetici di queste strutture, considerate anche le loro dimensioni, quindi siamo partiti da un testo che chiedeva, appunto, di avviare questa ricognizione a livello territoriale per avere una misura delle risorse necessarie per arrivare ad un finanziamento o cofinanziamento di questi interventi.

Chiaramente, in seguito ad un confronto che si è tenuto, come ricordavo prima, con la collega Marchetti, ma in questo caso anche con la collega Costi, che ha sottoscritto l’emendamento presentato, poi si è aggiunto anche il collega Pelloni, si è arrivati a un quadro più complessivo, più organico, che coinvolge tutte le Istituzioni di ogni ordine e grado interessate. La collega Marchetti, infatti, nella proposta di emendamento che ha presentato al nostro testo ha ricordato che, nel frattempo, dal deposito della nostra risoluzione ad oggi, sono state stanziate comunque delle risorse a livello regionale. Mi vien da pensare, guarda caso, dopo la presentazione, però non lo voglio dire fino in fondo. Concedetemi questo passaggio.

Chiaramente, come spesso accade quando si avviano questi confronti a livello istituzionale, da parte della maggioranza ci viene chiesto un interessamento anche del Governo e giustamente siamo arrivati a una formulazione che impegna la Giunta regionale a procedere nel confronto con il Governo nazionale affinché si valutino gli stanziamenti ulteriori di risorse necessarie per rispondere a questi crescenti bisogni.

Rimane, però, il punto fisso, che avevamo proposto con il nostro testo originario, di attivare a tal fine un accordo con ANCI, per avviare una ricognizione dello stato delle strutture gestite di proprietà ASP, al fine di quantificare le risorse necessarie e continuare, come già in atto, l’efficientamento energetico, valutando, se necessario anche in questo caso, un incremento da parte della Regione degli stanziamenti visti finora.

Credo che sia una battaglia che porterebbe benefici a tutti i territori sia dal punto di vista energetico, ma soprattutto per quanto riguarda il benessere delle persone che vengono ospitate all’interno di queste strutture.

Lasciatemi dire che, soprattutto in un momento così delicato come quello che stiamo vivendo attualmente, sottolineo l’importanza degli impegni che abbiamo messo nero su bianco, in cui chiediamo di valutare sia da parte del Governo che della Regione ulteriori stanziamenti, per dare un’alea di concretezza alle nostre proposte, senza mettere chissà quali mirabolanti impegni nel testo che abbiamo presentato, ma per chiedere una valutazione attenta e trovare tutti i possibili canali di finanziamento per raggiungere questo fine.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Consigliera Marchetti Francesca, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente. Alcune valutazioni e considerazioni.

Intanto credo che l’attenzione che il collega Marchetti ha posto rispetto a un tema che – mi permetterà – è importantissimo, ma la Regione aveva già nel tempo stanziato diversi finanziamenti, e lo dico perché, facendo riferimento al circondario Imolese, quei bandi anche precedenti nel tempo ci permisero di affrontare una riqualificazione energetica, se penso alla CRA di medicina o alla CRA Tozzoli.

Detto questo, è evidente che il collega Marchetti con la sua risoluzione ha posto una questione anche per noi importante, e farò anch’io una battuta. Visto che ieri si valutavano le percentuali con le quali approviamo o no le risoluzioni e i provvedimenti di legge proposti dalla minoranza, mi sento di dire che, insieme al lavoro congiunto fatto con la collega Costi, che ringrazio anche per aver dato un contributo significativo, la risoluzione di Marchetti, che è stato disponibile anche a questa collaborazione, pone, dicevo, un tema che va oltre i confini imolesi.

È evidente che anche il punto precedente che abbiamo trattato ha affrontato come le temperature, i cambiamenti climatici e tutte le questioni energetiche siano un tema importante, che vede e ha fatto evidenziare, io credo, anche delle criticità, come è stato richiamato nell’emendamento, di tipo strutturale, che le strutture sociosanitarie dedicate alle persone anziane e non autosufficienti, hanno sicuramente su una dimensione più ampia che non è solo quella imolese. Lo dico perché nella prima stesura della risoluzione sembrava che non ci fosse una particolare attenzione, ma abbiamo chiarito che non era questo l’intento. Credo, anche per le competenze che la Regione ha nell’ambito delle strutture – sappiamo che le ASP sicuramente vanno sostenute rispetto a queste che sono proprietà delle ASP – che vada fatta una valutazione sul nostro territorio regionale se le nostre strutture per anziani soddisfino o meno i criteri necessari per dare proprio anche la possibilità, nelle estati anche molto torride che ci sono… Credo che questo sia stato l’obiettivo della risoluzione che ci siamo posti insieme. Credo che non dovesse essere però trascurato come l’amministrazione regionale nel tempo aveva posto attenzione a questo, è stato utile, credo, richiamare la DGR 2091 del 2022, ma anche tutti quei bandi di intervento mirati all’efficientamento energetico degli edifici pubblici, come richiamavo quelli che hanno potuto usufruire nel territorio imolese, prima. Quindi, il tema c’è e lo condividiamo. Abbiamo ritenuto però opportuno che nella ricognizione ci fosse anche un coinvolgimento di ANCI, perché come dicevamo, le competenze sono da avviare sulle strutture delle ASP insieme e in collaborazione con i Comuni.

Credo quindi che questo potrà essere utile anche per vedere qual è lo stato dell’arte, proprio in condivisione anche con ANCI, delle nostre strutture sociosanitarie, permettendo quindi di continuare quel processo di efficientamento energetico, evidenziando e anche avendo una stima degli stanziamenti necessari, quindi prevedere anche di impegnare la Giunta in un incremento degli stanziamenti, senza dimenticare, come abbiamo richiamato nel dispositivo, di procedere con un confronto, che già c’è, è in atto, lo è stato anche nel precedente susseguirsi di Governi, di valutare ulteriori stanziamenti e risorse per rispondere proprio ai crescenti bisogni di questo settore, ma mi permetto di dire anche di valutare proprio che vengano destinate risorse mirate e dedicate agli interventi per le strutture delle persone fragili, perché sappiamo che, quando apriamo bandi aperti a tutti i servizi pubblici, non ci sono naturalmente solo queste. Quindi, credo che questa valutazione di fare una mappatura e di coinvolgere l’ANCI e i gestori, ma soprattutto chi ha anche la competenza anche delle proprietà, perché sappiamo che anche sul territorio regionale ci sono anche situazioni molto variegate, crediamo possa essere utile anche per fare una stima, ma soprattutto per dare anche la possibilità di fare interventi mirati proprio laddove le persone anziane e fragili hanno anche più bisogno di avere luoghi sempre più adeguati anche alle esigenze dei cambiamenti climatici in atto.

Credo che, quindi, sia una risoluzione sulla quale ci troviamo. Ringrazio anche il proponente per aver collaborato a trovare anche una quadra che, appunto, come obiettivi credo ci possa vedere tutti impegnati e coinvolti, ripeto, ognuno per le proprie competenze, sulle quali credo non si lavorerà mai abbastanza, soprattutto quando parliamo anche di temperature che sono sempre più elevate e di persone, quindi, che possono soffrire più di altre, penso a tutte le persone allettate e non autosufficienti, avere bisogni e necessità che vanno continuamente adeguate ai tempi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Marchetti.

Altri in dibattito generale su questa risoluzione? Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Intervenivo per ricordare a questa Assemblea che è già capitato che abbiamo preso politiche di indirizzo, com’è il caso di questa risoluzione, in sostegno delle nostre aziende pubbliche e dei servizi alla persona, abbiamo già trattato più volte il tema complessivo delle aziende e delle ASP, anche in Commissione abbiamo fatto, qualche anno fa, la richiesta di audizione, quando ci fu il Covid. Quelle tematiche, quelle criticità, sono ricorrenti e ad oggi tuttora irrisolte, perché il collega primo firmatario come tutti i membri del nostro Gruppo della Commissione sanità hanno firmato questo atto che segnalava un problema contingente, però sappiamo che la criticità nasce da lontano, nasce dalla gestione, nel momento in cui le ASP sono in difficoltà sulla gestione, non riescono a fare investimenti, ben vengano i fondi che arriveranno per dare una mano dal punto di vista strutturale, come nel caso di specie della DGR già citata e poi modificata nel 2023, che riguardavano la sismica, l’efficientamento energetico, ma permane la problematica più grossa di situazioni come il personale, la remunerazione del personale, il numero di posti, perché le liste d’attesa sono in aumento. Anziché in qualche modo, all’interno di questa legislatura, migliorare una situazione preesistente, perché mi risulta che anche nella legislatura precedente ci siano state diverse istanze di richiesta di sostegno sulla gestione, perché rimane comunque un gap enorme, l’azienda pubblica non può scaricare l’Iva sugli interventi fatti di manutenzione ordinaria e straordinaria, non riesce a scaricare l’Iva sui presìdi medici e tutto quello che è l’attrezzatura che serve per acquistare quello che serve per migliorare sempre la condizione degli ospiti, quindi anche della vivibilità e del pregio che le nostre case di residenza dovrebbero avere.

Rimane il fatto che la stessa Regione ha più volte affrontato il tema, sarà un disco rotto per qualcuno, però rimane, purtroppo è andata male con l’ex assessore Schlein, che si era presa l’incarico di modificare l’impianto della tassazione, un’IRAP che le nostre aziende pubbliche pagano mentre il privato no. Quindi, a tutti gli effetti, nel settore sociosanitario, questa Regione preferisce, predilige il convenzionamento privato rispetto alla gestione in economia, o ad una gestione in house, o pubblica. Questo come si traduce? Si traduce in maggior precariato all’interno delle aziende pubbliche; certamente, qua trattiamo oggi della condizione ambientale, degli ambienti, delle strutture; ma ovviamente, il rapporto umano degli operatori all’interno di queste strutture è altrettanto importante, anzi, credo forse anche fondamentale.

Ho firmato anch’io questo impegno, perché tutto quello che può arrivare da questa Assemblea, che chieda in qualche modo maggiore attenzione su un tema che è ricorrente, ma che poi non si traduca in lettera morta, perché il problema è che c’è già stata una risoluzione che chiedeva di cambiare l’impostazione, impositiva, quindi di togliere l’IRAP alle ASP, a tutt’oggi disattesa anche – mi dispiace che non sia presente – col nuovo assessore, però ovviamente la potestà è in capo all’Assemblea.

Se quindi noi miglioriamo gli ambienti, ma non miglioriamo le condizioni sulla gestione, dopo queste una tantum di questi fondi, fra qualche anno siamo punto e accapo. E poi, ripeto: c’è maggior precariato, maggior personale interinale o lavoro somministrato all’interno delle aziende pubbliche che nelle aziende private.

Io credo che sia un paradosso, soprattutto perché tra ospiti e operatori ci deve essere un rapporto duraturo, di lungo periodo, e anche una crescita professionale di chi opera che può esserci solo nel momento in cui si hanno contratti a tempo determinato o altro, non incarichi interinali o quant’altro. Oggi quindi affrontiamo l’argomento ambientale, ma dovevo, mi sentivo in obbligo di ricordare a questa Assemblea, perché forse nel sociosanitario si predilige un altro tipo di gestione: quella del lavoro appaltato o somministrato.

Ne prendiamo atto. Poi, ripeto, ben vengano questi fondi. Ma, allora, visto che la Giunta con queste delibere… Io credo che sia ora, prima che finisca la legislatura, di prendersi in carico questo tema e di fare una scelta, oppure anche… E lo sappiamo: oggi abbiamo ancora delle situazioni in cui realtà non sono passate ad azienda, alcune sono fondazioni; troviamo un modello che non solo possa essere il tramite, il contenitore per avere questo tipo di investimenti, ma che abbia sulla gestione la possibilità almeno di concorrere ad armi pari. Del resto, oggi vi ho citato alcuni esempi: l’Irap sui dipendenti, l’Iva sul materiale acquistato, l’Iva sugli investimenti fatti. Probabilmente, appunto, il messaggio che lanciamo ai Comuni, che lanciamo ai vari comitati di distretto, che lanciamo ai distretti e ai territori è quello che non è questo il modello più conveniente. Ma, allora, dobbiamo fare una scelta. È ora di fare delle scelte. L’ho già detto un paio di volte, è inutile che continuiamo a fare degli atti di indirizzo che poi la Giunta disattende.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri in dibattito generale. Consigliere Paruolo, prego.

 

PARUOLO: Mi scusi, presidente, ho avuto qualche problema di pulsante, che finalmente ha reagito.

Credo sia corretto cogliere l’elemento positivo che l’ordine del giorno che ci accingiamo ad approvare, anche con il lavoro trasversale che è stato fatto dalla collega Marchetti e dalla collega Costi, insieme al proponente Daniele Marchetti e altri consiglieri di minoranza, sia un tassello importante, però anch’io volevo sottolineare che siamo in presenza di un tassello che non costituisce l’intero quadro, e nell’intero quadro ci sono sicuramente alcune delle cose che sono state ricordate anche poc’anzi dai colleghi che sono intervenuti, che in qualche modo ci aiutano a definire completamente il quadro, ma anche una visione d’insieme che deve metterci nelle condizioni di guardare davvero a largo raggio. Cioè, noi non possiamo nemmeno pensare di guardare al futuro che si presenta dal punto di vista degli indici che abbiamo a disposizione per quel che riguarda l’invecchiamento della popolazione e l’arrivo – devo dire purtroppo – di noi boomer verso età di tipo considerevoli, e quindi la domanda che si prevede possa essere necessario soddisfare nel futuro, avremo davvero dei problemi seri di dimensionamento delle strutture di cui stiamo parlando, quindi i problemi che sono stati citati, che ci sarebbero comunque stati anche in presenza di una domanda più o meno costante nel corso del tempo, saranno ulteriormente aggravati dal crescere della domanda, dovuta all’invecchiamento della popolazione.

Noi dobbiamo avere il coraggio di guardare a questo futuro risolvendo alcune problematiche, e queste qui citate rispetto all’efficientamento energetico e alla strutturazione tecnologica dei luoghi sono sicuramente temi importanti, però dobbiamo anche avere la capacità di guardare avanti. Questo è ulteriormente aggravato e reso ancora più importante dal contesto nel quale ci collochiamo, in cui il cambiamento climatico, l’aumento delle temperature durante la stagione estiva, le condizioni di contorno rendono ulteriormente critico riuscire a garantire le migliori condizioni.

In questo senso voglio citare, anche se ovviamente non è l’argomento cardine dell’odg che stiamo presentando, però mi sembra importante sottolineare come prospettiva il fatto che queste riflessioni dovranno riuscire ad essere portate sempre di più verso i cittadini, per cercare di ritardare il più possibile il momento in cui le persone anziane avranno bisogno di una istituzionalizzazione, di essere accolte in residenze assistite o in altri luoghi di questo genere, cercando di favorire il fatto che possano rimanere nelle loro abitazioni e quindi lavorando perché ci possano essere anche a livello domiciliare una crescita e un adeguamento, che consentano di mantenere il più possibile le persone presso le loro abitazioni.

In questo senso, siccome questo futuro dovrà vedere una collaborazione, secondo me ad ampio spettro, con il coinvolgimento non soltanto delle persone, dei cittadini oggetto di questo intervento e delle loro famiglie, ma anche delle associazioni di volontariato del terzo settore, e una capacità di coinvolgimento ampia, è chiaro che lasciare che questo tipo di tema sia semplicemente appannaggio del mercato, per cui chi può permettersi di pagare rette importanti riceve risposte significativamente positive, invece chi non può farlo è costretto in una situazione molto più critica, rischia di essere non solo un errore di giustizia perequativa rispetto alle possibilità che diversi cittadini hanno, ma rischia di essere anche un errore di prospettiva.

Noi infatti avremo bisogno di Istituzioni anche in grado di fare da cerniera fra le grandi risorse che occorreranno per garantire l’assistenza domiciliare e la capacità di poter tenere le persone presso la loro abitazione e i cittadini e i loro bisogni. Inoltre, credo che ci sarà bisogno anche di una maggiore flessibilità, quindi non soltanto di un modello in cui uno sta in lista d’attesa per lungo tempo, e poi finalmente trova un posto dove potersi collocare, da cui tipicamente poi non torna alla situazione precedente della domiciliarità, e invece dovremmo cercare di favorire anche la possibilità che ci possano essere delle soluzioni flessibili, che consentano dei periodi in cui si possa essere curati maggiormente, rimessi in sesto, per poi magari tornare a delle situazioni di tipo domiciliare.

Insomma, c’è una prospettiva ampia, su cui dobbiamo ragionare, spinti da indicatori demografici che devono riuscire a farci riflettere profondamente su quale possa essere il futuro dell’assistenza, in particolare alle persone anziane e a quelle non autosufficienti, e al tempo stesso spinto dal peggioramento degli indici che il cambiamento climatico, l’aumento dei costi dell’energia e una serie di altri indicatori ci mettono di fronte. Al tempo stesso, occorre riuscire ad avere il coraggio di mettere anche questo tassello su cui oggi registreremo, credo, un’importante convergenza in una prospettiva di più lungo periodo, che ci consenta di traguardare modelli nuovi che possono essere proposti e che possono avere al loro interno quella capacità di tenuta che invece non credo che potremmo aspettarci da un modello semplicemente di ricovero delle persone non autosufficienti come unica alternativa rispetto al fatto di riuscire a resistere grazie alle proprie forze, a quelle dei propri familiari, magari di qualche associazione di volontariato all’interno del proprio domicilio. Quindi, ripeto: nell’accogliere favorevolmente il lavoro che è stato fatto, credo sia importante per tutti noi vederlo non solo come uno degli aspetti importanti – questo l’hanno già sottolineato anche gli altri colleghi – ma anche come un tassello, da arricchire anche in una prospettiva di completo ripensamento, su cui credo sia assolutamente importante riflettere e confrontarci per cercare di non arrivare in ritardo all’appuntamento con la storia.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Paruolo.

Altri? Siamo in dibattito generale. Io non ho altri in dibattito generale. Consigliera Maletti, prego.

 

MALETTI: Grazie, presidente.

Il tema riguarda i servizi per gli anziani. Ebbene, nella nostra regione abbiamo un’aspettativa di vita alta, che riguarda tutto un insieme di persone, grazie a una qualità della nostra sanità, ma anche a una parte sociale e a tutto il volontariato che è nei nostri territori. Questo vuol dire che noi ci dobbiamo anche interrogare rispetto al tema e al futuro dei nostri servizi, i servizi sociosanitari, i servizi sanitari e anche i servizi sociali. Effettivamente in questa risoluzione è posto l’accento sul tema dell’aumento delle temperature durante le estati. Noi già da più di quindici anni, quando c’è stata quell’estate molto calda, ci siamo chiesti, anche a livello territoriale, nei distretti sociosanitari, nei Comuni, con le Aziende USL, come strutturare meglio tutto un insieme di servizi sia rispetto ai servizi territoriali, che rispetto ai servizi domiciliari, ma anche residenziali. Per cui, in diversi territori si sono fatti degli investimenti, anche utilizzando risorse messe in campo anche dalla Regione Emilia-Romagna, proprio per strutturare meglio i servizi in queste strutture. Ma, dall’altro, si sono fatti tutti i piani caldo distrettuali, proprio per dare la possibilità alla maggior parte delle persone anziane con tutto un insieme di patologie, legate anche alle cronicità, ma non solo, di poter accedere in luoghi freschi, in luoghi dove potessero stare insieme, soprattutto nelle ore più calde. Nei mesi soprattutto di luglio e agosto, quando anche la maggior parte dei parenti, dei vicini di casa, dei negozi di vicinato rischiano di essere chiusi, per gli anziani il tema dell’isolamento rischia di essere devastante. Nei vari distretti sociosanitari il fatto di avere strutturato questi servizi anche con l’ausilio del volontariato, il volontariato sociale e anche quello sociosanitario (penso ad esempio alla Croce Rossa che ha garantito il trasporto), ma anche tutta quella rete di centri territoriali, centri diurni, con la collaborazione dei grandi centri, dei supermercati, della grande distribuzione, che, avendo già delle strutture per mantenere un clima più fresco, hanno dato la possibilità di creare una rete di servizi dove gli anziani possono stare durante le ore più calde.

Dobbiamo porci, però, anche il tema delle strutture residenziali, per cui il fatto di avere un monitoraggio e fare una valutazione rispetto a come queste strutture sono dotate di un insieme di ausili che possono far stare bene in questi periodi dell’anno, che sono molto caldi. Su questo c’è un tema, come diceva anche il consigliere Pelloni, rispetto al tema dell’azienda di servizi alla persona. Nessuno vuole privatizzare questi servizi, assolutamente, abbiamo un dibattito in corso anche in Regione, anche in Commissione IV, dove più volte ci siamo confrontati su questo, è in corso uno studio e sta facendo Cispel d’accordo con ANCI, che vuol dire i gestori delle ASP da un lato e dall’altro i proprietari, perché i nostri Comuni sono gli effettivi proprietari di queste aziende di servizi alla persona, proprio sul tema della sostenibilità. Noi vogliamo mantenere queste gestioni pubbliche e dobbiamo trovare una modalità, perché vediamo che oggi impattano enormemente o rischiano di impattare enormemente sui bilanci comunali. Indubbiamente il Covid, da un lato, la carenza di infermieri, dall’altro, che ha voluto dire l’utilizzo non ottimale e non completo dei posti letto, dall’altro questo aumento di spese energetiche hanno indebolito ancora di più questi bilanci. Se quindi facciamo una valutazione rispetto ai bilanci degli anni passati, molti dei quali erano a filo o anche in deficit, rischiamo nel 2023 e negli anni futuri di avere dei bilanci sempre di difficile sostenibilità, se non con l’impegno di tutto, un insieme di Enti locali che possono mettere ingenti risorse, oggi che gli Enti locali sono in difficoltà, anche loro per l’aumento di bollette energetiche, per aumento di materie prime e anche per un’inflazione molto alta, per garantire tutto un insieme di servizi. Per cui, su questo, una ricognizione delle strutture sociosanitarie è sicuramente opportuna, ma anche una valutazione che riguarda noi come Regione Emilia-Romagna, rispetto al vedere e al confrontarci se questo strumento ASP oggi è ancora lo strumento più idoneo per mantenere queste gestioni pubbliche che, ripeto, vanno mantenute con gestioni pubbliche e nessuna intenzione di utilizzarle come centrali di appalto, perché altrimenti diventerebbero di fatto delle gestioni, anche se di proprietà pubblica, però private.

Proprio su questo, nei prossimi mesi ci confronteremo, perché nonostante la Regione Emilia- Romagna in questi anni ha dato ingenti risorse per aiutare le ASP e di conseguenza i proprietari delle ASP, cioè i Comuni rispetto al tema dell’IRAP, ma anche a questi aumenti enormi di costi del personale, che abbiamo visto, anche durante il Covid, non poter accedere a cassa integrazione o ad altre misure, è stato veramente devastante per questi soggetti.

Per cui, ripeto, benissimo una ricognizione, ma anche trovare risposte per mantenere questi servizi rivolti alla popolazione anziana e disabile, sempre di gestione pubblica.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Maletti.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo brevemente a commento di questa risoluzione, tanto è già stato detto, ma lo faccio perché il tema dell’efficientamento energetico è ovviamente un tema che da sempre ci interessa. Bene che venga richiesta una mappatura di queste strutture; qui viene motivato con la questione che riguarda in prima persona il benessere degli ospiti delle ASP. Non è evidentemente l’unico degli aspetti che ci interessano, su cui io vorrei fare qualche sottolineatura.

Questo tipo di provvedimenti io ho chiesto che venissero messi in campo non solo per le ASP, ma anche per le strutture pubbliche, e questa è una discussione che abbiamo fatto in Commissione, quando si è parlato del disavanzo legato alla sanità. In quella sede ho voluto introdurre il tema dell’efficientamento energetico proprio perché oggi non è più il momento di accontentarsi, ma è il momento di fare, come dicevo, delle scelte lungimiranti e, quindi, di intervenire sulle strutture, grazie anche ai bandi che la Regione ha messo a disposizione per l’efficientamento energetico anche delle strutture sanitarie, perché c’è un tema sicuramente, come è già stato detto anche da parte dei colleghi, del benessere degli ospiti di queste strutture, ma, se guardiamo il lato economico, c’è un tema di risparmi anche da questo punto di vista e c’è anche un tema di sostenibilità ambientale. Torno a sottolinearlo oggi perché questo è un argomento ricorrente, e ne parleremo anche domani, legato appunto agli stravolgimenti climatici. Quindi, è in ogni settore.

Il mio auspicio è che ci sia una normativa più complessiva, che questa Regione deve mettere in campo, perché ogni settore non può lavorare in maniera autonoma e individuale rispetto agli altri. Quindi, c’è bisogno di una legge complessiva che tenga insieme tutto quanto. Inoltre, come dicevo, c’è un tema di sostenibilità ambientale che non è più rinviabile. E oggi questa è una opportunità, è una possibilità, è una scelta che va fatta, dove la Regione può intervenire, dove gli Enti locali possono intervenire, dove i Comuni possono fare la propria parte. Si parte, ovviamente, da una mappatura, che è sempre il primo step per addivenire all’efficientamento energetico, e quindi da questo punto di vista questa risoluzione, anche con l’emendamento presentato dalla collega Marchetti, mi vede sicuramente favorevole, per poi arrivare in maniera diffusa ad operazioni di efficientamento energetico, che, come ricordavo prima, sono operazioni che non possono più attendere. Ormai i segnali sono chiari. Anzi, dobbiamo correre da questo punto di vista. Lo sapete, il Movimento 5 Stelle, a livello di strutture private, aveva individuato uno strumento, che era quello del Superbonus 110% per quanto riguarda, come dicevo prima, le abitazioni private, su cui anche l’Unione europea sta chiedendo di intervenire, io credo che su questo vada fatto un ragionamento, ancora una volta, alla luce del fatto che il Super bonus è stato di fatto smantellato da questo Governo, lasciando però il problema intatto.

Per concludere, faccio già la dichiarazione di voto, che mi vede favorevole sia per l’emendamento che rispetto alla risoluzione, emendata dall’emendamento che citavo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri in dibattito generale.

A questo punto chiedo se qualcuno voglia intervenire sull’emendamento. Ricordo che c’è una proposta di emendamento a firma dei consiglieri Francesca Marchetti, Costi, Daniele Marchetti e Pelloni. Non ci sono richieste di intervento sull’emendamento.

A questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte su risoluzione ed emendamento. Qualcuno si iscrive a parlare? Consigliere Amico, per dichiarazione di voto, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente. Noi voteremo a favore per quanto riguarda sia l’emendamento che la risoluzione. Al di là della discussione di carattere generale che si è sviluppata nel corso del dibattito circa considerazioni ulteriori al tema specifico dell’efficientamento energetico per le strutture legate alle aziende di servizi alla persona, vorrei anche sottolineare (magari lo riprenderemo anche in relazione all’atto immediatamente dopo da discutere) come quanto realizzato oggi dalla Giunta tramite ciò che viene richiamato nell’emendamento, ovvero i bandi relativi al POR FESR 2021-2027, ovvero quelli che sono stati emanati per accompagnare la trasformazione in chiave di efficientamento energetico delle strutture pubbliche, avviene nel momento stesso in cui da un lato noi abbiamo predisposto i documenti strategici, quindi poi fatto la discussione all’interno di quest’aula, e nello stesso tempo abbiamo costruito il contesto anche di relazione, sia con il Governo che con la Comunità Europea circa l’uso di questi fondi. Fondi che sono essenziali per poter non solo dare risposta alle residenze per anziani, dal punto di vista dell’efficientamento climatico, quindi del benessere delle persone, che chiaramente è ovviamente al primo posto, ma che debbono accompagnare tutto quanto l’intervento che ha a che fare con le residenze per anziani, con le strutture sanitarie, con le strutture scolastiche, con gli edifici pubblici. È ovvio che l’ingente intervento economico necessario per procedere a un ammodernamento di quelle strutture, anche solamente quelle delle ASP, non può far conto solo ed esclusivamente sui fondi del bilancio della Regione, bensì deve trovare il modo di attingere ai fondi di programmazione europea, che credo virtuosamente questa Regione sa amministrare e che in quest’aula definiamo, dal punto di vista dell’indirizzo, verso quali priorità orientare.

L’esito che leggeremo rispetto al bando che è uscito non più tardi, se non mi ricordo male, di marzo scorso, oltre all’efficientamento energetico prevedeva anche premialità per coloro che presentavano progetti anche di consolidamento antisismico, e che quindi andavano ulteriormente a strutturare l’intervento in chiave di prevenzione e superamento di quelli che sono i limiti strutturali di edifici costruiti ormai diversi anni fa: credo che questo andasse in questa direzione.

Pertanto, confermo il nostro voto favorevole sia all’emendamento che alla risoluzione che si trasforma dopo questo emendamento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri in dichiarazione di voto? Io non ho altri in dichiarazione di voto.

A questo punto mettiamo in votazione l’emendamento, che ricordo essere a firma dei consiglieri Francesca Marchetti, Costi, Daniele Marchetti e Pelloni, un emendamento che è integralmente sostitutivo della risoluzione, per cui qualora fosse approvato sarebbe preclusa la risoluzione in oggetto.

Mettiamo, perciò, in votazione l’emendamento, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’emendamento interamente sostitutivo del testo della risoluzione oggetto 5639 è approvato all’unanimità dei votanti)

 

La risoluzione, quindi, è preclusa.

 

OGGETTO 6612

Risoluzione per impegnare la Giunta a continuare il confronto in sede di Conferenza delle Regioni e direttamente con il Governo affinché siano completati gli atti al fine della ripartizione e dello stanziamento immediato dei Fondi FSC. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Costi, Rontini, Rossi, Costa, Sabattini, Daffadà, Caliandro, Pillati, Soncini, Bulbi, Mori, Gerace, Bondavalli, Amico

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo adesso alla risoluzione 6612: risoluzione che impegna la Giunta a continuare il confronto in sede di Conferenza delle Regioni e direttamente con il Governo affinché siano completati gli atti al fine della ripartizione e dello stanziamento immediato dei Fondi FSC. La risoluzione è a firma della consigliera Zappaterra ed altri.

Apriamo il dibattito generale. Prego, consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

La risoluzione è stata depositata un paio di mesi fa, ma il tema è ancora assolutamente attuale. Non abbiamo avuto aggiornamenti sull’evoluzione del confronto. È il tema del Fondo per lo sviluppo e la coesione, che ci sta molto a cuore, essendo il fondo uno degli strumenti fondamentali per l’attuazione delle politiche per lo sviluppo. A maggior ragione in un momento di difficoltà come questo, legato alle emergenze, che tratteremo anche domani, credo sarebbe un segnale importante che il confronto tra il Governo e le Regioni facesse un passo avanti.

Riepilogo brevemente quello che è avvenuto nei mesi scorsi e lo stato dell’arte. Sappiamo davvero tutti che il Fondo per lo sviluppo e la coesione, che per brevità chiamiamo tutti FSC, insieme ai fondi strutturali, è uno degli strumenti finanziari principali attraverso i quali vengono attuate le politiche per lo sviluppo, per la coesione economica, sociale e territoriale e soprattutto per la rimozione degli squilibri economici e sociali. Sappiamo che il fondo ha una durata di sette anni ed è attuato in coerenza con la programmazione dei fondi UE e soprattutto per noi è uno strumento fondamentale perché integra gli interventi a finanziamento nazionale ed europeo, nonché gli interventi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, in una logica di complementarietà e addizionalità, cioè nella programmazione cerchiamo di utilizzare gli strumenti più idonei da mettere in campo a seconda dei progetti, e il Fondo sociale di coesione è uno dei pilastri della nostra programmazione. La dotazione del Fondo per il periodo 2021-2027 è pari a 73,5 miliardi, con un primo stanziamento di 50 miliardi di euro disposto dalla legge di bilancio del 2021, mentre ulteriori 23,5 miliardi sono stati stanziati con la legge di bilancio per il 2022, destinati per l’80 per cento alle aree del Mezzogiorno e per il restante 20 per cento alle Regioni del Nord.

Il Fondo sociale di coesione dà priorità ad azioni e interventi previsti nel Piano Sud 2030, in coerenza sia con obiettivi e strategie della politica di coesione europea 2021-2027, sia con le politiche settoriali previste nel PNRR. La ripartizione tra le diverse aree tematiche sarà stabilita dal Comitato interministeriale per la programmazione economica. Gli interventi del Fondo sociale di coesione 2021-2027 seguiranno l’articolazione dei cinque obiettivi di policy dell’accordo di partenariato, e per ciascuna area tematica e dimensione prevedranno l’indicazione dei risultati attesi, le azioni e gli interventi necessari per il loro conseguimento, la stima finanziaria, i soggetti attuatori a livello nazionale, regionale e locale, i tempi di attuazione e le modalità di monitoraggio. Aggiungo che la programmazione FSC 2014-2020 della nostra Regione e quelle precedenti, quindi 2006, 2007 e 2013, sono raccolte tutte nel Piano di sviluppo e coesione, approvato con la delibera del CIPE del 2021.

Il Piano sociale di coesione riclassifica in un unico strumento tutta la programmazione del Fondo sociale di coesione, seguendo ovviamente la disciplina sul tema. Ad oggi, però (mi consta che la situazione sia ancora in stallo), è forte la nostra preoccupazione sul ritardo che grava proprio sulla ripartizione di quel fondo, ritardo che nei fatti sta impedendo alle Regioni di realizzare investimenti urgenti e strategici, oltre che ostacolare il cofinanziamento regionale dei programmi FESR FSE Plus 2021-2027.

L’obiettivo di questo atto di indirizzo è proprio impegnare la Giunta a continuare il confronto col Governo perché il fondo, e la destinazione della ripartizione del fondo si sbocchi. Ad oggi, fatta eccezione per alcune misure coperte nel biennio 2021-2022 a valere sulle risorse del fondo FSC 2021-2027 la stragrande maggioranza delle risorse che alla fine ammontano a 56,5 miliardi è ancora tutto nella disponibilità del Governo. A causa della pandemia, ovviamente, la programmazione della politica di coesione per il periodo 2021-2027, ha certamente subìto un ritardo rispetto alla consueta tempistica. Non c’è dubbio che i tre anni di Covid abbiano impattato sui rallentamenti; però non dobbiamo dimenticarci, come ho detto in premessa, che rimane uno degli strumenti più importanti il Piano sociale di coesione, per assicurare al Paese di essere ricucito e riconnesso, a maggior ragione dopo la pandemia. Nonostante queste risorse siano state oggetto di un ampio negoziato tra Governo e Regioni, registriamo in questi ultimi mesi un ingiustificato ritardo del riparto e del trasferimento che sta suscitando molte preoccupazioni circa la volontà effettiva del Governo di attuare una politica di decentramento.

Considerato che il ministro per gli affari europei, il sud, le politiche di coesione e PNRR ha inviato a novembre 2022 l’ultima nota, almeno della quale noi siamo a conoscenza, ai ministeri responsabili delle risorse e ai presidenti delle Regioni e delle Province autonome, proprio per acquisire le informazioni necessarie per ricostruire lo stato dell’impiego delle risorse destinate alle politiche di coesione, quell’attività è stata completata, attività necessaria per la redazione della relazione sullo stato di attuazione della politica di coesione europea per il periodo 2014-2020. Acquisiti gli elementi, fatto il monitoraggio, fatta la redazione della relazione, si sarebbe dovuti procedere rapidamente con la ripartizione dei fondi, ma proprio perché per rendere disponibili le risorse, basta una delibera del Comitato interministeriale prezzi che eroghi alle Regioni, senza ulteriori ricognizioni da effettuare, le risorse possono essere disponibili e subito pronte da spendere. Quindi, dagli incontri fatti tra Ministero e Regioni, sembra emergere la volontà del Governo di privilegiare una modalità accentrata di programmazione delle risorse del Fondo sociale di coesione. Se così fosse, potrebbe essere messo in difficoltà l’avvio di una programmazione a titolarità regionale, capace di rispondere alle esigenze specifiche dei singoli territori e dei loro cittadini.

Considerato che l’assenza del riparto delle risorse FSC del 2021-2027, oltre a ritardare l’avvio della programmazione anche nostra, comporta per le Regioni e le Province autonome che siano intenzionate a utilizzare il Fondo sociale di coesione a cofinanziamento dei fondi europei 2021-2027 l’obbligo di stanziare risorse proprie, perché con il fatto che non ci è ancora arrivato il riparto degli FSC, se noi adesso vogliamo utilizzarli, come stiamo facendo, ad integrazione degli altri fondi, siamo obbligati a stanziare risorse del nostro bilancio, come quello delle altre Regioni, che sappiamo essere già stato messo a dura prova dall’aumento dei costi energetici e dei costi sostenuti per l’emergenza Covid. Vale per la sanità, ma non solo, i motivi sono diversi e non sto a riprenderli adesso, però capite perché approvare questo atto di indirizzo diventi quanto mai urgente, alla luce del quadro che ci troviamo di fronte per i prossimi mesi, un quadro in cui più risorse abbiamo e meglio possiamo rispondere alle esigenze dei cittadini e dei territori, considerato che poi i dati sull’attuazione dei programmi 2014-2020 in capo alle Regioni, per quello che riguarda l’Emilia-Romagna finanziati sia con risorse FSC che con fondi europei, presentano tutti uno stato di avanzamento, unitamente al dato di capacità di spesa nettamente superiore rispetto a quelli a titolarità delle amministrazioni centrali.

È noto infatti che le Regioni, per i meccanismi rodati sui quali possono contare, spendono molto più dei livelli ministeriali, quindi se davvero la volontà del Governo fosse quella di accentrare la titolarità dei fondi FSC, credo che dovremmo davvero preoccuparci e ritenerlo un atto lesivo dell’autonomia attualmente garantita alle Regioni dalla Costituzione, aggiungo io anche in forte contraddizione con il disegno di legge sull’autonomia differenziata.

Rischieremmo quindi di far emergere un’enorme distanza tra i fatti, con misure che riducono l’attuale autonomia delle Regioni, come nel caso della scuola, e gli annunci, o, se non una vera e propria lesione, quantomeno un’incoerenza incomprensibile nella strategia del Governo. Per questo abbiamo bisogno di capire come intendono procedere. Questa è una prospettiva che non può che generare resistenza e opposizioni da parte delle Regioni a questo ritardo, in quanto vedono ridotta significativamente la loro capacità di rispondere alle esigenze specifiche dei loro territori e dei loro cittadini. Inoltre, in un sistema democratico come quello italiano, la collaborazione tra il Governo centrale e le Regioni è fondamentale per garantire il benessere dei cittadini e la realizzazione degli obiettivi comuni. Nel caso di specie è auspicabile un confronto tra la programmazione regionale e nazionale, ma nel rispetto dell’attuale autonomia di cui godono le Regioni.

Chiudo, presidente. Ho preso anche troppo tempo. Considerato che i ritardi potevano essere giustificabili per tutte le difficoltà che ci sono state legate alla pandemia, adesso però siamo ad un giro di boa, o il fondo del riparto viene assegnato e possiamo procedere o il sospetto di una centralizzazione diventa un sospetto vero. Noi speriamo di essere smentiti, speriamo che non sia così, però l’atto di indirizzo ci sembrava opportuno per impegnare la Giunta a continuare un confronto in sede di Conferenza delle Regioni, ma anche direttamente con il Governo, visto che i rapporti, a maggior ragione di fronte all’emergenza alluvione, si sono intensificati, permettere anche questo come elemento di confronto, proprio perché siano completati gli atti per la ripartizione e per lo stanziamento immediato del Fondo sociale di coesione, per non interrompere un processo che riteniamo virtuoso, innescato da tempo nella nostra Regione, nell’utilizzo integrato dei fondi nazionali, dei fondi europei, dei fondi di sviluppo e coesione, per non disperdere i risultati raggiunti con la programmazione regionale di quei fondi.

La richiesta alla Giunta è di impegnarsi con forza verso il Governo per chiudere questa partita, perché adesso di quelle risorse abbiamo veramente bisogno.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

Proseguiamo con il dibattito generale. Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente. Considero l’oggetto di questa risoluzione, ovvero l’urgente necessità del completamento del processo di ripartizione e di stanziamento dei fondi FSC 2021-2027, davvero molto rilevante. Su questo tema avevo presentato nelle settimane scorse un question time e questa risoluzione mi pare assolutamente importante, l’ho sottoscritta e ringrazio la presidente Zappaterra. Il Fondo per lo sviluppo e la coesione, come veniva ben ricordato, rappresenta una delle principali leve finanziarie per l’attuazione delle politiche finalizzate allo sviluppo e alla coesione economica, sociale e territoriale, nonché per la rimozione dei differenziali esistenti nei medesimi ambiti.

L’ammontare complessivo dell’importo, che viene anche ricordato nel testo della risoluzione, è pari a 73,5 miliardi di euro. È veramente imponente. Allora, in una stagione storica che già, lo abbiamo detto più volte, di per sé è complessa, e che adesso è resa ancora più severa dalle drammatiche conseguenze del maltempo, che ha interessato un’ampia parte del territorio della nostra regione, in particolare della Romagna, riparto e assegnazione degli FSC costituiscono sicuramente un obiettivo da perseguire. Per farlo dobbiamo assolutamente provare a raggiungere il risultato il prima possibile.

Si tratta di risorse, per stare a quanto accaduto nella precedente programmazione 2014-2020, che potranno essere, ad esempio, utilizzate per la realizzazione di infrastrutture legate a viabilità, impianti sportivi, interventi per la rigenerazione urbana, e davvero tanto altro ancora. È un’essenziale dotazione finanziaria da assegnare ai nostri territori, con bandi dedicati, in particolare relativamente alla parte investimenti, per la quale essi sono spesso quasi del tutto sprovvisti di possibilità, considerate anche le note difficoltà nelle quali versa la finanza pubblica. Non dimenticando peraltro, per dovere di verità, che relativamente all’attuazione dei programmi 2014-2020 di titolarità regionale, i dati consuntivi attestano che l’Emilia-Romagna, in attinenza FSC a fondi strutturali, ha fatto rilevare capacità di spesa e stati di avanzamento decisamente superiori a quelli riferibili alle altre amministrazioni centrali.

C’è poi un dato oggettivo sostanziale, come ho provato a ricordare, rispetto all’importanza di questa richiesta. Poi ce n’è anche uno di orizzonte al quale riferirsi per sostenere quanto poi espresso nel dispositivo della risoluzione. Se andasse a compimento l’intenzione del Governo che pare trapelare dai confronti in atto sul tema tra Ministero e Regioni, di optare per una gestione centralizzata della programmazione delle risorse FSC, saremmo dinanzi ad una scelta lesiva anche dell’autonomia delle Regioni espressa dalla nostra Costituzione, peraltro, in palese contraddizione con i contenuti del disegno di legge sull’autonomia differenziata che l’Esecutivo nazionale stesso sta portando avanti.

Distonie ancora più evidenti in ambiti come quelli indicati in relazione ai quali le Regioni posseggono certamente maggiori prossimità e aderenze, per motivi evidenti, alle specificità e alle esigenze dei rispettivi territori di riferimento. Conosciamo molto bene naturalmente noi i nostri territori.

Per queste motivazioni condivido pienamente e sostengo quanto espresso nel dispositivo della risoluzione, cioè la richiesta alla Giunta regionale di proseguire con determinazione, in sede di Conferenza delle Regioni e direttamente con il Governo, il confronto finalizzato a completare nel più breve tempo possibile il procedimento che conduce al riparto e all’assegnazione alle Regioni dei fondi FSC. Era un impegno che il sottosegretario Baruffi nella risposta alla mia interrogazione aveva dichiarato di portare avanti, c’è già un lavoro in corso da parte della nostra Regione, è chiaro che con questa risoluzione sottolineiamo ancora di più questo intento e risultato che andrebbe raggiunto in tempi brevi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Abbiamo un po’ di iscritti a parlare e sono le ore 17,21, per cui chiedo al consigliere Amico se vuole utilizzare tutto il tempo o se vuol fare un intervento breve, altrimenti rimandiamo a domani.

Siccome gli interventi sono tanti e non concludiamo la risoluzione oggi, a questo punto chiudo la seduta del pomeriggio alle ore 17,22 e riprendiamo i lavori domani, alle ore 9,30. Grazie.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,20

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Gianni BESSI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessora Paola SALOMONI.

 

Emendamento

 

OGGETTO 5639

Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare, di concerto con le Aziende Servizi alla Persona e i Distretti Sanitari, una ricognizione utile all'individuazione di tutte quelle strutture sociosanitarie che necessitino di interventi di riqualificazione strutturali ed energetici. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pelloni, Facci, Bergamini, Stragliati

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Marchetti Francesca, Costi, Marchetti Daniele, Pelloni

«Il testo della risoluzione è sostituito dal seguente:

"Premesso che

le temperature elevate registrate durante l'estate hanno messo in evidenza diverse criticità di tipo strutturale di alcune strutture sociosanitarie destinate alle cure delle persone anziane e non autosufficienti;

ove tali circostanze si sono evidenziate, le AUSL competenti per territorio hanno provveduto con celerità a eseguire i dovuti controlli, valutando insieme alle proprietà e ai gestori gli aspetti strutturali e mettendo in campo congiuntamente azioni per migliorare l'efficienza energetica di tali strutture;

questo approccio dimostra una visione attenta e responsabile verso la cura per il benessere degli anziani ospitati in tali strutture e più in generale per l'ambiente.

Considerato che

è probabile che alcune strutture di proprietà delle ASP del nostro territorio regionale, essendo ormai datate, non soddisfino più alcuni criteri necessari per garantire appieno il benessere delle persone ospitate. Questa circostanza ha spinto la Giunta regionale a individuare modalità di finanziamento o cofinanziamento degli interventi di riqualificazione delle strutture adibite a Casa residenza anziani, nella maggior parte dei casi gestite dalle Aziende Servizi alla Persona (ASP);

la Giunta regionale ha approvato, con DGR 2091/2022 e successiva modifica con DGR 128/2023, un Bando per interventi mirati all'efficientamento energetico degli edifici pubblici e tra i destinatari sono ricomprese le ASP;

in particolare, il contributo previsto, fino ad un massimo di € 700.000,00, è pari al 70% dell'investimento. Tale misura è in attuazione delle Azioni 2.1.1, 2.2.1 e 2.4.1 del PR FESR 2021-2027.

Ritenuto che

sia opportuno procedere a una ricognizione delle strutture sociosanitarie che possono richiedere interventi di efficientamento energetico, inerenti alle competenze della Regione.

L 'Assemblea legislativa impegna la Giunta regionale

- a procedere nel confronto con il governo nazionale, affinché si valutino lo stanziamento di ulteriori risorse necessarie per rispondere ai crescenti bisogni sociali dei cittadini e le risorse adeguate dedicate agli interventi per l'efficientamento energetico e la domotica delle strutture dedicate alle persone fragili;

- ad attivare, a tal fine, un accordo con Anci per avviare una ricognizione dello stato delle strutture delle ASP, al fine di quantificare le risorse necessarie e continuare, come già in atto, l'efficientamento energetico, valutando se necessario un incremento degli stanziamenti.”»

(Approvato)

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini – Montalti

 

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