Espandi Indice

215

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 6 GIUGNO 2023

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDI DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6709

Interpellanza per conoscere le ragioni della mancata conoscenza da parte della Regione e degli organismi da essa dipendenti di dati e statistiche riguardanti i minori allontanati dalla propria famiglia di origine. A firma dei Consiglieri: Facci, Pelloni, Bergamini, Pompignoli, Rancan, Stragliati, Marchetti Daniele

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

FACCI (Lega)

TARUFFI, assessore

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 6676

Interpellanza relativa alle misure da adottare per impedire che la nave rigassificatrice che lascerà il porto di Piombino venga destinata a Ravenna o comunque alle coste e ai porti della nostra regione. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

GIBERTONI (Misto)

COLLA, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 4346

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Interventi per sostenere l'attivazione di sportelli pubblici di ascolto per il sovraindebitamento. Modifiche alla legge regionale 29 novembre 2019, n.28 (Misure regionali per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento)". A firma del Consigliere: Mastacchi

(Discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 4346/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Dichiarazioni di voto e approvazione)

(Risoluzione oggetto 6923 – Discussione e reiezione)

(Risoluzione 6923/1 oggetto 6943 - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

POMPIGNOLI (Lega)

EVANGELISTI (FdI)

PICCININI (M5S)

POMPIGNOLI (Lega)

PICCININI (M5S)

FACCI (Lega)

MASTACCHI (RCPER)

PICCININI (M5S)

COSTI (PD)

POMPIGNOLI (Lega)

EVANGELISTI (FdI)

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 5142

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifiche alla Legge regionale 23 dicembre 2004, n. 29 (Norme generali sull'organizzazione ed il funzionamento del Servizio Sanitario Regionale). Modifiche alla Legge regionale 24 maggio 2004, n. 11 (Sviluppo regionale della Società dell'Informazione)". A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pelloni, Stragliati, Facci, Catellani, Occhi, Rainieri, Liverani, Delmonte, Bergamini, Rancan, Bargi, Pompignoli, Montevecchi

(Relazione della Commissione)

(Ordine del giorno 5142/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” – Presentazione)

PRESIDENTE (Petitti)

MARCHETTI Daniele, relatore della Commissione

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 6943

Emendamento oggetto 6943

Ordine del giorno 4346/1 “Non passaggio all’esame degli articoli”

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,55

 

PRESIDENTE (Zamboni): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 215 del giorno 6 giugno 2023.

È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza gli assessori Calvano, Corsini e Donini.

 

Svolgimento di interpellanze

PRESIDENTE (Zamboni): Riprendiamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze.

Ricordo che per le illustrazioni e la replica i consiglieri hanno a disposizione otto minuti complessivi e la Giunta, per la risposta, altrettanto.

 

OGGETTO 6709

Interpellanza per conoscere le ragioni della mancata conoscenza da parte della Regione e degli organismi da essa dipendenti di dati e statistiche riguardanti i minori allontanati dalla propria famiglia di origine. A firma dei Consiglieri: Facci, Pelloni, Bergamini, Pompignoli, Rancan, Stragliati, Marchetti Daniele

 

PRESIDENTE (Zamboni): Cominciamo dall’interpellanza oggetto 6709: interpellanza per conoscere le ragioni della mancata conoscenza da parte della Regione e degli organismi da essa dipendenti di dati e statistiche riguardanti i minori allontanati dalla propria famiglia di origine.

L’interpellanza è a firma dei consiglieri Facci, Pelloni, Bergamini, Pompignoli, Rancan, Stragliati, Marchetti Daniele.

La parola al consigliere Facci per l’illustrazione.

 

FACCI: Grazie.

L’interpellanza, in realtà, è molto semplice, perché chiede conto del motivo per il quale non vi siano da parte della Regione dei dati aggiornati per quanto riguarda la questione dei minori.

Facciamo un passo indietro. Sostanzialmente, noi abbiamo una legislazione nazionale che, di fatto, prevede, per quanto riguarda i minori, una serie di tutele. Tra le tutele, in via sussidiaria e residuale, vi è anche quella di prevedere l’allontanamento degli stessi quando nella famiglia di origine vi siano delle problematiche. Però occorre che questi processi di allontanamento, questi processi che coinvolgono comunque i minori nel loro complesso, siano monitorati. Tanto è vero che la nostra legge regionale n. 14/2008 “Norme in materia di politiche per le giovani generazioni” punta l’accento sulla tutela, che deve essere necessariamente garantita e riconosciuta ai bambini e agli adolescenti.

In particolare, proprio per rimarcare l’importanza dei minori e l’importanza di norme a tutela degli stessi, l’articolo 7 di questa legge regionale istituisce l’Osservatorio regionale per infanzia, adolescenza e giovani, con il compito di fornire un impianto certo e coordinato di conoscenze sulle reali condizioni delle nuove generazioni in Emilia-Romagna.

Fra i compiti, vi è quello di raccogliere, analizzare, restituire flussi informativi su infanzia, adolescenza e giovani, provenienti da soggetti istituzionali e dal terzo settore, di monitorare le risorse destinate all’infanzia, predisporre relazioni periodiche sulle condizioni dell’infanzia, cioè una rete complessiva di norme a tutela dei minori.

Ricordiamo fra queste norme anche la legge n. 9 del 2005, che istituisce il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, il quale ha anche il compito di collaborare agli interventi di raccolta e di elaborazione di tutti i dati relativi alla condizione dell’infanzia e adolescenza in ambito regionale.

Si dà il caso che il sottoscritto abbia richiesto in questi ultimi anni periodicamente una serie di dati sulla condizione dei minori. Da ultimo, la Regione, in risposta ad una recente richiesta di accesso agli atti, ha dichiarato di non essere a conoscenza di cosa? Dei dati relativi a 1) spesa sociale per sostenere la genitorialità ai minori all’interno della propria famiglia originaria, come prevede la legge n. 184 del 1983 all’articolo 1, però di essere a conoscenza della spesa sociale e sanitaria nei casi di allontanamento dei minori, ovvero di collocamento in comunità; di non essere a conoscenza dei dati relativi al periodo di permanenza dei minori al di fuori della propria famiglia originaria e del percorso seguito dagli stessi; di non essere a conoscenza dei dati relativi a controlli e verifiche effettuati presso le comunità che accolgono minori.

A nostro avviso, questa è una gravissima carenza, perché l’assenza di informazioni e disponibilità di dati, come la Regione dice, di fatto è in contrasto con le stesse funzioni assegnate alla Regione dalla stessa legge regionale n. 14/2008.

Il fatto che questi dati non siano nella disponibilità nemmeno dell’Osservatorio regionale per l’infanzia o tantomeno del Garante regionale per l’infanzia evidenzia l’inutilità, forse, di queste figure, di questi organismi. Se questi organismi deputati al controllo non hanno i dati, cosa controllano e quali azioni mettono in campo?

Da ultimo, si chiede se non si ritenga che l’assenza di conoscenza dei dati in questione sia idonea a impedire una corretta valutazione circa il sistema di tutela dei minori, così da rendere potenzialmente inefficace l’attività di programmazione regionale, di cui all’articolo 9, comma 4, legge regionale n. 14/2008.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Taruffi, per la risposta.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, Presidente.

Cercherò di stare velocemente nei tempi.

In premessa si ritiene utile e opportuno richiamare l’attenzione sulla complessità e l’articolazione del sistema di tutela dei minori, di cui spesso discutiamo, che, come l’interrogante, il consigliere Facci sa bene, vede coinvolti una pluralità di soggetti istituzionali, con competenze e responsabilità specifiche previste da disposizioni di legge, tra cui le Amministrazioni comunali, ovviamente i servizi sociali, l’Autorità giudiziaria, il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza e la Regione.

Alla Regione compete, tra l’altro, la funzione programmatoria, ed è oggettivo che una adeguata raccolta dei dati sia necessaria rispetto ad un efficace esercizio di tale funzione. In questi ultimi anni c’è stato, infatti, un forte impegno della Regione nel migliorare la raccolta dei dati, definendo un percorso di semplificazione e razionalizzazione del set informativo, che ha portato all’attuale SISAM-ER, ossia il Sistema informativo regionale che rileva l’attività svolta dai servizi sociali territoriali sui minori in carico nelle funzioni di assistenza e tutela, caratterizzato da informazioni sul nucleo familiare d’origine, sugli interventi erogati al minore all’interno del nucleo e sui nuclei affidatari o adottivi.

Inoltre, il 22 dicembre 2020 è stato firmato il protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna, Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni dell’Emilia-Romagna, Tribunale per i minorenni dell’Emilia-Romagna, Centro per la giustizia minorile per l’Emilia-Romagna e le Marche, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Associazione Nazionale Comuni Italiani Emilia-Romagna per la promozione di strategie condivise e attività di raccordo e collegamento in materia di vigilanza sulle strutture residenziali per minori sul territorio regionale, che sancisce l’avvio di un nuovo sistema di rilevazione dei dati quotidiani di ingresso e uscita dalle strutture residenziali per minori.

A seguito della firma del protocollo, è stato definito, in accordo tra tutti i firmatari, un data set di informazioni utili a registrare le presenze dei minori presso le strutture residenziali, con l’aggiornamento in tempo reale di ingressi e uscite e l’iscrizione degli esiti dei periodi di accoglienza, che aiuteranno valutare meglio l’efficacia degli interventi di tutela messi in atto.

Attualmente, data la complessità dei vincoli rappresentati dalla normativa sulla privacy, dopo la fase di test del sistema, in collaborazione con i servizi che devono alimentarlo, stiamo procedendo con le profilature dei soggetti firmatari del protocollo e dei soggetti gestori delle comunità per minori, per il successivo inserimento dei dati.

 Rispetto alla raccolta di dati, occorre necessariamente effettuare due considerazioni di ordine trasversale rispetto alle diverse richieste che vengono presentate ex articolo 30, comma 3, dello Statuto, relativamente all’ambito della tutela dei minori.

Una prima considerazione attiene al fatto che la raccolta di dati implica un’attività complessa ed articolata che vede i Comuni, titolari del trattamento dei dati e della gestione del progetto educativo, impegnati nel caricamento dei dati nel proprio sistema gestionale (Cartella minori) e nella verifica e invio al sistema regionale in forma anonima, successivamente le strutture regionali, impegnate nel controllo della qualità dei dati, per verificarne la completezza prima dell’elaborazione e diffusione degli stessi. Ora, per ragioni di tempo, la risposta, che intanto le consegno, dettaglia tutte le procedure che devono essere svolte dai Comuni e ovviamente dagli uffici regionali di conseguenza, in modo tale che lei e tutti possiamo avere conto del lavoro che viene svolto.

L’altra considerazione attiene al contenuto dei dati raccolti (torno al tema della privacy). La Regione non raccoglie ogni tipo di dato, e ciò nel rispetto delle prerogative degli altri Enti coinvolti. Ad esempio, non sono disponibili le specifiche sulle cause di allontanamento, che sono contenute nei provvedimenti del Tribunale dei minorenni.

Nel rispetto del principio di proporzionalità e non eccedenza tra quanto richiesto e la finalità del perseguire, e non ultimo in considerazione della necessità di non aggravare eccessivamente l’impegno dei servizi territoriali nell’assolvere efficacemente al debito informativo, non dimenticandoci che i dati non sono il fine, ma un mezzo per la programmazione e lo svolgimento delle funzioni di tutela, e che la qualità del dato raccolto dipende anche dall’appropriatezza e proporzionalità dell’impegno richiesto.

In conclusione, fermo restando che, condividendone l’importanza fondamentale, è costante l’impegno a migliorare il sistema della raccolta e analisi dei dati, e tempestività nella diffusione di dati accessibili online, anche alla luce delle normative in divenire e delle esperienze maturate, non possiamo non evidenziare che l’attuale SISAM-ER è ricco di articolate e dettagliate informazioni, che vengono regolarmente condivise con gli Enti locali e gli altri soggetti coinvolti, ai fini della programmazione e del monitoraggio del sistema di tutela dei minori.

Visto il percorso di semplificazione del sistema SISAM-ER, avviato nel 2020, e il continuo miglioramento del processo di controllo e verifica della qualità dei dati trattati condivisi con i soggetti coinvolti e titolari dei progetti educativi individuali, nei prossimi mesi sarà realizzata una reportistica online accessibile dall’esterno. La reportistica consentirà la diffusione del dettaglio dei dati raccolti e sarà fornita la possibilità di interrogare il sistema e di estrapolare tabelle e grafici sui temi raccolti nel flusso SISAM-ER.

Ovviamente questa le verrà consegnata, consigliere, quindi avrà modo di verificare anche la parte che per ragioni di tempo non ho descritto.

Rimane un tema, sul quale credo tutti dovremmo convenire, cioè la delicatezza, ovviamente, dell’oggetto di cui stiamo parlando, della tutela dei minori, e anche l’elemento non secondario che riguarda il trattamento dei dati personali, che sappiamo essere dato sensibile, ancor più nel momento in cui trattasi di minori.

In ogni caso, l’impegno è quello che ho definito, credo, abbastanza chiaramente. Anche qui, avremo modo e tempo di verificare se alle parole seguiranno ‒ come, ovviamente, io credo ‒ i fatti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Facci per la replica.

FACCI: Grazie.

Colgo, se non ho male interpretato le parole, la presa d’atto che il sistema non funziona e non c’è trasparenza circa i dati che riguardano i minori. Il fatto di fare riferimento a una implementazione o modifica che possa consentire l’accessibilità online di questi dati conferma il fatto che questi dati oggi non vi siano.

La cosa che, però, è grave è che abbiamo un Osservatorio che non osserva. Un conto è la disponibilità online; un conto è la disponibilità presso un Osservatorio che, per propria finalità istituzionale, come la nostra legge del 2008... Quindi, sono ormai quindici anni che c’è questa legge. Un Osservatorio che dovrebbe raccogliere i dati proprio per la finalità che lei ha ricordato, la programmazione degli interventi, per migliorare la condizione delle persone, delle famiglie. Se l’Osservatorio, che dovrebbe raccogliere, analizzare e restituire i flussi informativi non lo fa, evidentemente l’Osservatorio non serve o l’Osservatorio lavora male o ha persone che non sono competenti. Valutate voi qual è la soluzione migliore.

Il fatto che non si conoscano le risorse destinate al sostegno dei minori all’interno della propria famiglia originaria impedisce una programmazione corretta, che dovrebbe essere quella di permettere al minore temporaneamente allontanato di fare in modo che quell’allontanamento sia effettivamente temporaneo e possa ritornare in famiglia.

Se non si conoscono gli esiti dei percorsi di allontanamento, cioè quanti fanno ritorno, per quanti questa situazione diventa irreversibile, diventa definitiva, come si fa a fare programmazione? Quindi io, con la risposta di oggi, ho la conferma che c’è una disponibilità dell’Assessorato, che ringrazio, ma c’è una conferma che le politiche fino ad oggi messi in campo su questa materia sono quantomeno insufficienti, non dico deficitarie, dico quantomeno ampiamente insufficienti.

Faccio una chiosa a proposito di privacy. Mi risulta che sia stato concesso l’accesso al sistema SISAM in maniera completa a persone che negli anni scorsi hanno fatto attività di ricerca e studio. Questa attività non viene concesso ai consiglieri regionali, che hanno invece prerogative ben più ampie. Credo che su questo un ragionamento a livello formale e procedurale debba essere fatto.

 

OGGETTO 6676

Interpellanza relativa alle misure da adottare per impedire che la nave rigassificatrice che lascerà il porto di Piombino venga destinata a Ravenna o comunque alle coste e ai porti della nostra regione. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’oggetto 6676: interpellanza relativa alle misure da adottare per impedire che la nave rigassificatrice che lascerà il porto di Piombino venga destinata a Ravenna o comunque alle coste e ai porti della nostra regione

L’interpellanza è a firma della consigliera Gibertoni, che ha la parola per l’illustrazione.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Buongiorno, assessore Colla.

Come sappiamo tutti, sono arrivati due nuovi rigassificatori in Italia di recente, uno da poco posto in opera a Piombino, negli accordi sarebbe per un periodo non superiore a tre anni e intanto Snam dovrebbe identificare un sito alternativo che ne consenta l’utilizzo per un periodo più lungo, un altro a Ravenna.

È già stata un’enorme delusione per gli ambientalisti tutti sapere che già il primo rigassificatore, tanto voluto, tanto celebrato dalla Giunta Bonaccini, è stato anche approvato da tutti i Partiti presenti nel Consiglio comunale del Comune di Ravenna, compreso il Movimento 5 Stelle, compresa Ravenna Coraggiosa, che hanno aperto le porte a uno scempio ambientale che a questo punto non sappiamo neppure quanto durerà. Altro che transizione ecologica, altro che energie rinnovabili: gas liquefatto che torna a essere reso allo stato gassoso chissà per quanto tempo, con impatti assolutamente scellerati su tutto l’ecosistema e sull’aumento delle emissioni climalteranti, perché la filiera del GNL, cioè del gas liquefatto, disperde nell’atmosfera metano, cioè un gas che ha un potere climalterante 85 volte quello dell’anidride carbonica. Quindi, costi reali scaricati sulla collettività.

È molto pesante, assessore Colla, il prezzo che pagheranno via via nel tempo le comunità locali di Ravenna e di Piombino, con rischi per la salute e per l’ecosistema rappresentati dalle emissioni fuggitive e dal rilascio pericoloso di sostanze nocive in mare, tra cui l’ipoclorito di sodio, indispensabile processo di rigassificazione del gas liquefatto, nonché anche rischi di incidenti rilevanti, sia per quanto riguarda l’unità di Ravenna sia per la Golar Tundra di Piombino, ancorati davanti alla costa, come nel caso di Ravenna, o in un porto, come a Piombino, comunque a pochi chilometri da centri densamente popolati, con rischi di sversamento, esplosione e per il pregiudizio anche arrecato allo sviluppo turistico della zona, così come anche alle attività portuali ordinarie.

In più, c’è tutto l’indotto di movimentazioni, di strutture, di investimenti aggiuntivi, strutture portuali, terminal galleggianti offshore. A Ravenna dovrebbero essere costruite, ad esempio, dighe sommerse mediante cassoni sommersi per difendere questa nave rigassificatrice dalle mareggiate violente, mezzi di navigazione per il GNL, eccetera.

Da tanto tempo galleggia, circola, è opinione diffusa che molto probabilmente la nave rigassificatrice di Piombino potrebbe arrivare, anche questa, ad aggiungersi a quella già votata nel Consiglio comunale di Ravenna, già celebrata dalla Giunta Bonaccini. Quindi, diventa il secondo rigassificatore sulle spalle e sulla pelle dei ravennati.

Il 24 marzo scorso era la data limite entro cui SNAM avrebbe dovuto indicare il luogo scelto per posizionare l’offshore, dopo i primi tre anni passati nel porto di Piombino, e dire se questa nave andrà a finire nell’alto Adriatico. Si parla di alto Adriatico e si parla di alto Tirreno.

Cosa dice la Giunta Bonaccini? Ma, soprattutto, il tema dell’interpellanza è: cosa ha fatto nel frattempo la Giunta Bonaccini per evitare che questo si produca? Per evitare, quindi, di ulteriormente insultare l’ambiente di Ravenna, provocare rischi alla comunità di Ravenna? Al di là del fatto che tutti i partiti, compresi quelli che si dicono ambientalisti, presenti nel Consiglio comunale di Ravenna, hanno votato a favore in Comune, c’è un’opinione molto diffusa, che non è stata rappresentata all’interno del Consiglio comunale, che invece si oppone al primo rigassificatore e certamente non ne vuole vedere un secondo. Anzi, vuole che se ne vada via anche il primo.

Perché la Regione Toscana ha ottenuto già a luglio 2022 un accordo a livello governativo per spostare il rigassificatore di Piombino dopo tre anni e, invece, qui sembra che resti per sempre o per decenni, tanti decenni? Per quale motivo? Io credo che in questo senso il silenzio della Giunta Bonaccini non sia un bel segno, anzi viene da pensare che chi ha già ben chinato la testa una volta non stia pianificando di chinare volentieri la testa una seconda volta.

Su questo, assessore, io chiedo quali sono le sue intenzioni, ma soprattutto qual è l’opinione politica, qual è l’opinione politica della Giunta Bonaccini sul rischio che possa arrivare addirittura un secondo rigassificatore, quindi una beffa e un insulto incredibili alla comunità locale di Ravenna, ma in generale all’Emilia-Romagna se arriverà lì, e come abbia concretamente agito in tutte le opportune sedi, affinché la nave rigassificatrice che lascerà il porto di Piombino non venga destinata a Ravenna o comunque alle coste e ai porti della nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde l’assessore Colla.

 

COLLA, assessore: Grazie, consigliera.

Cosa penso io è un po’ poco, è bene sapere cosa pensa la Regione e cosa pensano gli organismi preposti. C’è una netta diversità di opinione dal punto di vista del consenso democratico, perché io sono per salvaguardare chi non la pensa in modo uniforme, non sono mai stato per il pensiero unico, però un voto così compatto nel Consiglio comunale di Ravenna e una valutazione così compatta anche dentro al Patto per il lavoro e per il clima, quindi non solo un voto dei Consigli preposti, ma anche un consenso molto forte delle parti sociali e imprenditoriali penso che abbiamo dato dimostrazione ancora una volta di essere una grande Regione, che, quando viene chiamata in aiuto dal suo Paese, ha sempre la responsabilità di presentarsi.

Non c’è un fossile aggiuntivo, c’era un tubo che ha una portata di 40 miliardi di fossile che arriva nel nostro Paese e viene utilizzato, quindi non è che c’è del GNL aggiuntivo, anzi è stato in grado di dare una risposta indispensabile rispetto a guardare come questo Paese sia in grado di diventare autonomo, ma non in forma aggiuntiva, in forma sostitutiva. Vorrei che questo fosse chiaro, altrimenti rischiamo di dire che c’è un investimento della Regione Emilia-Romagna per più fossile, ma non è così. Siamo per mettere a garanzia il sistema e metterlo a garanzia non in forma aggiuntiva, ma rispetto a un problema che evidentemente ha creato una guerra, non una cosetta così.

In questo scenario, ovviamente, attenzione. Gli investimenti non è che sono proprio bruttini. Gli investimenti per fare quell’operazione saranno più di un miliardo. Dietro ci sono tecnologie eccezionali che verranno utilizzate anche per fare operazioni di investimento green.

Voglio far notare che abbiamo fatto il più grande investimento green, in quanto ci sono 95 ettari di terreno che verranno piantumati. Mi creda: non da calcoli miei, ma da calcoli fatti sulle emissioni, tra un bosco di 95 ettari e le emissioni lì, che sono marginali, mi creda, c’è un delta più, non meno, dal punto di vista della CO2. Non si è mai visto un investimento di 95 ettari piantumato a investimento della SNAM, con certezza, messo dentro nel verbale del Commissario. Vorrei che la fotografia fosse vista nel suo insieme, non soltanto guardare il tubo, ma guardare cos’è quell’investimento, la portata di quell’investimento.

Detto questo, ovviamente la gravissima crisi energetica a seguito, come le ho detto, dell’invasione dell’Ucraina, con gli effetti devastanti prodotti dalla guerra, ha colpito pesantemente il nostro Paese, le imprese, le famiglie. Occorreva, quindi, porre in essere azioni di portata strategica, in grado di rendere il Paese non più dipendente dal gas russo, attraverso una stretta e leale collaborazione con il Governo. Un tema che va ben oltre gli schieramenti politici, ma guarda all’interesse dell’Italia. Tanto più che ne abbiamo discusso a cavallo di due Governi, prima il Governo Draghi e poi l’attuale Governo. Io direttamente ho discusso con il ministro Pichetto nella chiusura e fase finale.

L’Emilia-Romagna, come sempre, ha dato una risposta al suo Paese. L’autorizzazione alla realizzazione del rigassificatore a Ravenna è stata possibile attraverso il confronto e la condivisione con le Istituzioni locali, le associazioni imprenditoriali, le organizzazioni sindacali che, con senso di responsabilità, ne hanno condiviso l’importanza ben oltre i confini regionali. Il flusso annuo di 5 miliardi ‒ quando sarà a regime ‒ di metri cubi di gas naturale è equivalente a circa un sesto della quantità di gas importato dalla Russia. Un sesto della quantità. Quindi, si tratta di un investimento strategico per il nostro Paese, per metterlo nelle condizioni di poter continuare a crescere sul piano economico e per rendere meno difficili le condizioni delle bollette energetiche per decine di migliaia di famiglie e di imprese.

Non vorrei che si dimenticasse che la crisi di lockdown energetico sta facendo un disastro sociale senza precedenti in questo Paese.

Ricordo che le opere, così come definite dalle disposizioni del commissario straordinario, dovranno rispettare pienamente le condizioni e le prescrizioni definite dalla Conferenza di servizi e tutela dell’ambiente e della sicurezza, indicate dagli Enti competenti, tra cui l’Istituto Superiore per la Protezione civile e la ricerca ambientale (ISPRA), Istituto Superiore di Sanità, ARPAE, Vigili del fuoco, Autorità portuale, Ente di gestione per i parchi e la biodiversità del Po, Carabinieri della biodiversità.

 Questi hanno funzione autonoma rispetto alle prescrizioni che sono state date dal Commissario, anche di blocco qualora dovessero esserci problemi su quell’impianto. Stiamo parlando di soggetti autonomi pubblici di Stato.

Non è compito nostro entrare nelle decisioni assunte da altre Istituzioni. Allo stato attuale, non vi sono formali richieste da parte del Governo sulla dislocazione nel porto di Ravenna di una seconda nave rigassificatrice. Se e quando vi saranno, sarà nostra cura valutarle congiuntamente alle Istituzioni locali, a questa Assemblea e agli organismi regionali competenti.

Sottolineo però quella che ritengo sia un’errata valutazione sulla durata triennale della collocazione della nave a Piombino, investimenti di quella portata non si ammortizzano in tre anni, quel differenziale non recuperato si ripercuoterà sull’economia di scala del nostro Paese, quindi sui cittadini e sulle imprese. Un investimento di tale portata, che non veda la proroga o una soluzione idonea a quella nave sarebbe un errore per tutto il Paese. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente, per la parola.

Io sarei senza parole, però, dato che ho la parola, devo rispondere lo stesso. Nessuno ha parlato di fossile aggiuntivo, ma di fatto quello che ho detto io è che in questo percorso, che vincola ancora di più il nostro Paese ai combustibili fossili... Poi, assessore Colla, dove viene estratto produce emissioni, produce inquinamento, quindi dire che non ci importa niente perché è stato estratto da un’altra parte e ci arriva con una nave non so capire... e l’impatto scellerato sull’ecosistema lo fa qui, in Italia.

Così la scelta di legare il destino di Ravenna ai rigassificatori, quello dell’impianto già deciso e quello che mi ha implicitamente detto nella sua risposta, il secondo, vi va bene, perché quello che lei ha detto è che il secondo rigassificatore vi va bene, ma non siete cavalieri della patria, state distruggendo la patria, è ben diversa la situazione, quindi nessuno vi farà una statua equestre.

Temo anzi che ci saranno impatti economici sulla salute dei cittadini e degli ecosistemi irreparabili, e questa scelta non obbligata è stata fatta passare come una necessità emergenziale piuttosto che l’ennesimo prezzo da pagare alla lobby degli idrocarburi, come è nella realtà. 95 ettari di compensazione. Ma lei ha il coraggio di dire una roba così all’indomani di un’alluvione che ha spazzato via milioni di alberi? Mi viene a dire che c’è qualcuno che ci piantuma 95 ettari? Io non so con chi credete di parlare. Vi ridono dietro anche i cittadini se gli dite una roba così, dopo un’alluvione che ha spazzato via decine di milioni di alberi. Ci portano 95 ettari di piantumazione. E su questo non rido oltre.

Poi c’è una frase che non ho capito del presidente Bonaccini. A proposito della gara a fare i commissari, a proposito della gara a fare i commissari di tutto, il presidente Bonaccini ha detto: “Qualcuno pensa che si possa nominare commissario il presidente dell’Emilia-Romagna solo quando il Paese è in emergenza, come per il rigassificatore, e fare diversamente sull’alluvione?”. Ma cosa c’entra? Ma cosa vuol dire questa frase? Vuol dire che se un presidente dell’Emilia-Romagna accetta di fare il commissario del rigassificatore, allora deve farlo anche in altre occasioni in automatico? Perché, poi? Io non ho capito il senso di questa frase. Non so se lei ce l’ha più chiaro di me, assessore. Però capisco per quale motivo voi lo celebrate tanto questo rigassificatore e celebrerete anche il secondo.

Io esprimo soltanto solidarietà alla comunità di Ravenna, a un vergognoso Consiglio comunale che non ha saputo rappresentarla, tranne un’astensione di una lista civica, e al fatto che voi continuerete, nonostante tutto, nonostante le alluvioni, nonostante quello che sta succedendo, a martoriare questo territorio, finché ce n’è.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Per quanto riguarda le interpellanze 6625 e 6714, a firma della consigliera Gibertoni, c’è un accordo con la vicepresidente... No, scusi. Sono rinviate.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): No, scusi. Mi sono espressa male. C’è una comunicazione della vicepresidente, che è impossibilitata a partecipare. Mi scusi. C’è un’impossibilità della vicepresidente a partecipare. Mi scusi. Ho usato un termine inappropriato. Quindi, le due interpellanze sono rinviate.

Lo stesso vale per l’interpellanza 6710. In questo caso, invece, c’è l’accordo tra la consigliera Castaldini e l’assessore Donini, pure impossibilitato. Per cui, si sono accordati per trattarla in altra occasione.

A questo punto, quindi, le interpellanze sono concluse.

Cedo il posto alla presidente Petitti.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

OGGETTO 4346

Progetto di legge d’iniziativa dei Consiglieri recante: “Interventi per sostenere l’attivazione di sportelli pubblici di ascolto per il sovraindebitamento. Modifiche alla legge regionale 29 novembre 2019, n.28 (Misure regionali per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento)”. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 4346/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Dichiarazioni di voto e approvazione)

(Risoluzione oggetto 6923 – Discussione e reiezione)

(Risoluzione 6923/1 oggetto 6943 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Bene. Riprendiamo la nostra discussione in aula sul progetto di legge 4346: Progetto di legge d’iniziativa dei Consiglieri recante: “Interventi per sostenere l’attivazione di sportelli pubblici di ascolto per il sovraindebitamento. Modifiche alla legge regionale 29 novembre 2019, n.28.

Il progetto di legge è a firma del consigliere Mastacchi, è un testo licenziato dalla Commissione cultura nella seduta del 25 maggio con parere contrario. Il progetto di legge è composto da 5 articoli. Il relatore della Commissione, consigliere Mastacchi Marco, ha già svolto la sua relazione orale.

Ricordo anche che è pervenuta una proposta di ordine del giorno di non passaggio all’esame dell’articolato, a firma della consigliera Francesca Marchetti, ed è stato anche abbinato l’oggetto 6923, sempre a firma del consigliere Mastacchi.

È stata poi presentata un’ulteriore risoluzione che si abbina l’argomento, la risoluzione 6923/1, Risoluzione che impegna la Giunta a dare piena attuazione alla legge regionale n. 28 del 2019 e al relativo ordine del giorno n. 4, a firma dei consiglieri Costi, Piccinini, Amico, Zamboni, Pigoni, Marchetti Francesca e Zappaterra.

Siamo nella fase della discussione generale congiunta, c’erano già iscritti a parlare, quindi passo la parola alla consigliera Piccinini. Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Vorrei riprendere in parte quello che diceva il collega Mastacchi su questo progetto di legge, parte della discussione che abbiamo già fatto anche in Commissione.

Non ci sto quando alcune forze politiche di maggioranza, ma anche il Movimento 5 Stelle vengono accusate di lesa maestà o addirittura oggi si parla di “teatrino della politica”. Non ci sto, come ho spiegato anche in Commissione, perché, per quanto mi riguarda, questo è un argomento, come il collega sa molto bene, di cui io mi sono occupata direttamente a fine della scorsa legislatura e questo impegno si è tradotto nella legge n. 28 del novembre 2019, quindi eravamo in dirittura d’arrivo della legislatura precedente, proprio perché questo è un tema sicuramente attuale. Lo dico anche in riferimento a tutto ciò che questa Regione ha attraversato, a partire dalla pandemia, ovviamente il conflitto in Ucraina, naturalmente un’inflazione galoppante, soprattutto di recente, il potere di acquisto che diminuisce, la povertà che anche in questa Regione, purtroppo, vede dei dati che sono in aumento.

Questa legge per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento va proprio in questa direzione, cioè vuole affrontare anche questo tipo di rischio e questo tipo di situazioni.

È una legge che, purtroppo, al momento ha trovato un’attuazione solamente molto parziale. Perché? Perché, come ricordavo prima, è stata approvata il 29 novembre 2019. Sapete meglio di me quando è arrivata la pandemia. Questo ha causato questo tipo di ritardi nella messa a terra di questo provvedimento.

Dopodiché, oggi mi si dice che per questioni politiche alcune forze di maggioranza, ma ‒ ripeto ‒ anche il Movimento 5 Stelle non vogliono procedere con l’approvazione del PDL del collega Mastacchi. Cosa non vera. Qui non ci sono questioni politiche. L’ho ricordato anche in Commissione. Ho voluto ripercorrere anche l’iter di collaborazione con il collega, proprio perché l’argomento è importante. Anzi, ringrazio il collega Mastacchi per averlo ripreso in questa legislatura. Però non ci si può dire che oggi mettiamo in atto un teatrino per non arrivare all’approvazione di questo PDL. Per un semplice motivo: perché la collaborazione c’è stata e, purtroppo, a non voler continuare un percorso che era cominciato c’è stata proprio la volontà del proponente di questo PDL, a forzare la mano e andare avanti con l’approvazione di questo atto.

Voglio ricordare che abbiamo fatto, insieme al collega Mastacchi, anche degli incontri con l’assessorato e c’era la volontà di procedere insieme per poter capire come mettere a terra al meglio la legge ed eventualmente provare a collaborare ancora di più con quelli che sono gli attori che si occupano proprio delle procedure di sovraindebitamento. Quindi, c’era questa volontà concreta, c’era un percorso in atto che qualcuno ha voluto interrompere, ma quel qualcuno non viene sicuramente né dalla maggioranza, né dalla sottoscritta.

Trovo quindi particolarmente scorretto accusare gli altri di aver interrotto questo percorso e di non voler procedere con l’approvazione di una legge, che - voglio specificare - contiene sostanzialmente il 90 per cento di cose già scritte nella legge n. 28, quindi è anche ridondante.

Sicuramente poi c’è un tema che riguarda la mancata conoscenza non solo della legge regionale, ma anche della cosiddetta legge nazionale Salva suicidi, ma questa non può essere una giustificazione per raccontare cose che non sono vere, per esempio nei confronti degli Ordini professionali, che probabilmente non erano a conoscenza nemmeno dell’esistenza della legge n. 28.

Aggiungo che la legge del collega Mastacchi toglie anche delle parti importanti e va a peggiorare il testo approvato nel 2019, andando incomprensibilmente a togliere, per esempio, tutta la parte legata al sostegno psicologico delle persone che vivono condizioni di morosità incolpevole e anche a togliere tutta la parte che riguarda il supporto e il reinserimento da un punto di vista sociale.

Ci sono degli aspetti anche negativi, dopodiché vado su un punto che è stato sempre sollevato dal collega Mastacchi, che riguarda le audizioni dei soggetti portatori d’interesse, interessati dall’attuazione di questa legge.

Io ricordo che oggi non siamo più nella fase di scrittura di una legge che c’è già, ma siamo nella fase di attuazione, e, come ho detto anche in Commissione, è legittimo che questi confronti vengano fatti dall’assessorato competente e dalla Giunta. Non c’è niente di anormale in tutto questo, perché – ripeto ‒ una legge c’è, ha già seguito il proprio iter nello scorso mandato, quindi siamo al momento in cui la Giunta si confronta e troverà i metodi migliori per la messa a terra.

Ricordo che c’è un impegno dell’assessore Taruffi e della Giunta tutta rispetto allo stanziamento di risorse nella misura di 400.000 euro per arrivare al raggiungimento degli obiettivi inseriti nella legge n. 28 e c’è un percorso di ascolto proprio con quelle figure che, in qualche modo, sono soggetti prioritari, sono soggetti attivi nelle procedure di sovraindebitamento che operano all’interno degli organismi di composizione della crisi.

Quindi, qui non c’è nessuna lesa maestà. C’è semplicemente una Giunta che sta operando per l’attuazione e per il raggiungimento degli obiettivi, che già sono inseriti nella legge, che non c’è bisogno di riscrivere. Lo voglio ricordare. La collaborazione con i Comuni e gli Enti locali e con gli Ordini degli avvocati e dei commercialisti è già previsto all’articolo 2, comma 1 e comma 2, della legge n. 28. Così andiamo anche nello specifico, visto che adesso abbiamo parlato solamente dei massimi sistemi.

Ci sono anche gli interventi di promozione e di supporto. All’articolo 3, sempre della legge n. 28, si dice chiaramente che la Regione promuove e sostiene la realizzazione e la promozione di iniziative dirette a prevenire e ad affrontare la crisi da sovraindebitamento, che la Regione fa accordi con gli Enti locali, con le pubbliche istituzioni, con soggetti pubblici e con soggetti privati.

Sempre all’articolo 2 si dice che la Regione promuove gli accordi con gli organismi di composizione della crisi, che opera in Emilia-Romagna con i soggetti che li hanno costituiti. Ordine dei commercialisti, Ordine degli avvocati. Peraltro, anche nel PDL del collega si vuole intervenire sulla clausola valutativa. Ricordo ben poche leggi che prevedono, nella clausola valutativa, un appuntamento annuale. Penso che in questa legislatura non abbiamo mai previsto una clausola valutativa, quindi l’assessorato che viene a riferire ogni anno.

Francamente faccio davvero fatica a capire le ragioni per cui oggi si vuole intervenire in maniera anche così ‒ forse la dico male ‒ scorretta nei confronti... Io parlo, ovviamente, per il Movimento 5 Stelle, per la sottoscritta, che è stata promotrice della legge n. 28. Davvero non ne ravviso la necessità.

Sicuramente c’è bisogno di stringere rapporti con gli Ordini dei commercialisti e degli avvocati, ma lasciamo lavorare la Giunta in questo senso. E poi, quando ci sarà la necessità, arriveremo in Commissione, faremo il punto della situazione e ci diremo, eventualmente, se c’è da migliorare qualcosa o se va tutto bene così. Ma in questo momento stiamo parlando di una legge che è attuata solamente in parte. Lo voglio ricordare, perché sembra che il collega Mastacchi sia intervenuto su una legge che c’è da chissà quanti anni e che funziona male. Ribadisco che l’abbiamo approvata il 29 novembre 2019, fate voi i conti, con una pandemia in mezzo, credo che invece ci sia davvero molta strumentalità nelle parole del collega, mi dispiace dirlo perché torno a quello che dicevo all’inizio: c’era tutta la volontà di approntare un percorso comune di collaborazione, che era peraltro già iniziato. Se poi a un certo punto qualcuno decide di sfilarsi, la responsabilità non è da questa parte dell’aula, è di chi decide legittimamente in autonomia di fare un percorso autonomo, però se ne assumerà anche le conseguenze. Non è che poi ci si può venire a lamentare perché il PDL non trova attuazione in Commissione, credo che ci sia da sollecitare, come abbiamo fatto con l’ordine del giorno, con il question-time e che ho fatto anche di recente, con una risoluzione che anche la collega Costi e altri colleghi firmatari oggi hanno depositato per sollecitare la messa a terra di questa legge, che io reputo - perché l’ho scritta io - una legge sicuramente necessaria, ma anche funzionale a intervenire contro questo tipo di fenomeni.

Diamoci almeno il tempo di metterlo a terra e di vederla funzionare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Non avrei voluto intervenire su questo PDL, perché ovviamente il consigliere Mastacchi ha pieno appoggio da parte di questo movimento sul suo PDL, però chiaramente le parole della consigliera Piccinini stimolano l’intervento, soprattutto quando mi dice “da questa parte dei banchi”, cioè la parte dei banchi della maggioranza, e sta difendendo con livore questa legge e, non entrando nel merito, sottoscrive un ordine del giorno che ha le stesse fattezze del PDL del consigliere Mastacchi.

Io non mi stupisco, consigliere Mastacchi, lei è troppo giovane qui, in aula, rispetto a tanti progetti di legge che l’opposizione ha formulato in aula mai approvati, ma trasformati in risoluzione da parte del Partito Democratico, e inserisco nel Partito Democratico anche la consigliera Piccinini, trasformati perché, ovviamente, sono stati il frutto di una corretta gestione da parte dell’opposizione di quelle che sono le normative che devono essere applicate e, dall’altro lato, il Partito Democratico che rincorre, ovviamente, le proposte che l’opposizione fa.

Rendiamoci conto di questo. Adesso non ricordo a mente quale sia l’ultimo progetto di legge condiviso con l’opposizione da parte della maggioranza. Non lo ricordo esattamente, ma mi pare tantissimo tempo fa. Comunque, in ogni caso, il ragionamento che la consigliera Piccinini fa rispetto a questa normativa è un po’ particolare. Nel 2012 la legge n. 3, la legge anti-suicidio, ha normato una problematica che si stava evidenziando nel corso del tempo. Come operatori del settore ‒ anch’io faccio la gestione di crisi, quindi mi occupo di queste questioni ‒ è una legge poco conosciuta a livello italiano, poco applicata. Ci se ne è resi conto soprattutto nel 2016-2017. Per 4-5 anni è stata completamente inattuata, inapplicata, perché poco pubblicizzata.

La legge regionale fatta e costruita dalla consigliera Piccinini non ha fatto altro che andare a rafforzare un principio cardine base, cioè quello di rendere nota a terzi la possibilità di usufruire di questa legge, soprattutto attraverso una pubblicità che deve essere fatta proprio in ragione di avere maggiore contezza rispetto agli avvenimenti che una persona può comunque subire, quindi far fronte a una composizione bonaria della crisi, quindi far fronte ai propri debiti in quanto non si è più in grado di poterli pagare.

Il consigliere Mastacchi, giustamente, in virtù del fatto che, mi pare, se non ho capito male, non vi sia stata una relazione sullo stato di attuazione di efficacia della legge, come prevede l’articolo 5 della clausola valutativa inserito nella legge n. 28/2019, non ha fatto altro che andare a correggere alcuni passaggi, soprattutto quelli legati a dare la possibilità anche ai Comuni di aprire degli sportelli informativi proprio su questi punti e a dare maggiore visibilità alla normativa in esame, quindi la legge n. 3 del 2012.

Su questi ulteriori incentivi che il PDL Mastacchi dà rispetto a questa legge ovviamente trova il nostro sostegno. Capisco il fatto che comunque venga fatta questa risoluzione, però sarebbe stato opportuno da parte della maggioranza bocciare completamente il PDL del consigliere Mastacchi ed eventualmente andare a riproporre successivamente qualcosa che andasse a rafforzare la normativa, cosa che è stata fatta con la risoluzione presentata oggi.

 È anche di cattivo gusto oggi discutere di un progetto di legge con il quale si chiedono determinate cose e trovarsi il pomeriggio una risoluzione che chiede le stesse cose del progetto di legge, cioè rendetevi conto di cosa stiamo discutendo, è una roba imbarazzante, e mi limito a questa parola, ma è la vostra prerogativa, cioè il fatto di non concedere alle opposizioni la capacità di poter costruire, insieme anche alla maggioranza, progetti di legge che vadano in una direzione condivisa e congiunta.

Questa è roba che non sta né in cielo, né in terra, cioè come facciamo oggi a discutere di un progetto di legge, nel quale ci dite e dite al consigliere Mastacchi che è il proponente che lo boccerete, e poi depositate una risoluzione con lo stesso contenuto del progetto di legge Mastacchi? Dire imbarazzante è dir poco.

Entrando però nel concetto e nel ragionamento fatto dal consigliere Mastacchi in questo progetto di legge, che ovviamente condivido, è normale che si debba dare attuazione, pubblicità e promozione, perché tante persone purtroppo non sanno della possibilità di poter applicare la legge n. 3 del 2012, quindi di sovra indebitamento, a tutte le persone oggi in difficoltà.

Si dovrebbe al contempo anche semplificare la norma nazionale, perché ricevere persone che sono in difficoltà e far produrre a loro una serie di documenti per poter accedere all’OCC, all’Organismo di Composizione della Crisi, attraverso un pagamento che deve essere fatto allo stesso Organismo di conciliazione, per poi il gestore della crisi asseverare un piano e un percorso che dura anni. Perché non è che, semplicemente depositati i documenti, il giudice assevera il piano. Occorre un percorso molto lungo. Questo, inevitabilmente, comporta delle problematiche, delle criticità rispetto alla norma nazionale, che andrebbe ovviamente corretta.

Quindi, da un lato, è giusto promuovere e, dall’altro lato, sarebbe giusto semplificare anche questo tipo di accesso alla legge n. 3/2012. In ogni caso, giusta la promozione, a mio modo di vedere, negli Enti locali, aprire degli sportelli per, di fatto, dare una pre-istruttoria rispetto a quelli che sono i documenti da depositare. Quindi, correttamente, a mio modo di vedere, il consigliere Mastacchi ha centrato l’obiettivo di migliorare questa legge, rispetto alle modifiche che sono state fatte. Scorrettamente, dall’altro lato, il Partito Democratico si appropria del lavoro fatto dal consigliere Mastacchi per renderselo proprio attraverso una risoluzione imbarazzante.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Procediamo con gli interventi. Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Il progetto di legge a firma del consigliere Mastacchi ha riscontrato l’apprezzamento e il voto positivo del Gruppo di Fratelli d’Italia in Commissione. Avremmo voluto esprimerlo anche oggi in quest’aula. Oggi ciò non è possibile, perché la maggioranza, legittimamente, ha scelto di avvalersi di un articolo del Regolamento, il 92. Quindi, in maniera certo legittima, ma per noi piuttosto inopportuna, non ci ha dato questa possibilità.

Oltre che inopportuna, la riteniamo ‒ è già stato detto prima in merito ad un altro progetto di legge, ma voglio ribadirlo, perché credo che anche in questo caso si sia verificata la stessa circostanza, e così per il progetto di legge a seguire ‒ poco riguardosa anche nei confronti di un collega e di un Gruppo che non ha improvvisato una proposta di legge, ma che ha lavorato, ha depositato un lavoro serio di approfondimento, un lavoro che si è concretizzato anche nella organizzazione di un convegno a cui hanno partecipato i Gruppi politici. Oggi la maggioranza decide che questo PDL, iscritto ai lavori due anni fa, quindi frutto non di un giorno di lavoro, ma di un po’ di più, non merita di essere valutato e nemmeno meritano di passare all’esame di quest’aula gli articoli che lo compongono.

Me ne dispiaccio. Ce ne dispiacciamo. Anche per il fatto che, non che sia esimente, però, mentre la tematica che riguardava il progetto di legge precedente poteva in qualche modo essere dirimente, perché ci può essere una contrapposizione ideologica, una contrapposizione politica, credo che su un tema come questo non ci possano essere contrapposizioni ideologiche.

Sinceramente avrei quindi ritenuto più opportuna una discussione e una bocciatura in aula, ma non trincerarsi dietro l’utilizzo di questo strumento, perché ‒ ripeto ‒ l’articolo 92 è legittimo, ma a nostro avviso inopportuno.

Credo non ci possano essere pregiudiziali su questo tema. Il progetto di legge, come ben illustrato dal consigliere proponente, interviene nel solco di una legge regionale, la n. 28 del 2009, con l’obiettivo di rafforzare e di estendere le misure già esistenti. Si rivolge a soggetti diversi tra loro, aiutandoli nel percorso da scegliere e valutando anche la possibilità di un supporto psicologico da far fornire a soggetti formati.

C’era un’attenzione al tema importante dell’usura, quindi la direzione era sicuramente quella di incidere in via migliorativa, non sostitutiva e nemmeno abrogando l’esistente. Che la direzione fosse quella giusta a nostro parere lo ha attestato anche il parere reso dall’Ordine degli avvocati di Bologna, che non è certo un Ordine avvezzo a rendere pareri senza entrare nel merito o per piaggeria, parere che voglio e che recita: “Auspichiamo che anche la Regione Emilia-Romagna diventi al più presto partner dell’attività svolta dagli OCC ordinistici, unitamente agli uffici giudiziari, agli Enti locali territoriali, già interessati al contrasto dell’usura e del sovra indebitamento, attraverso azioni predisposte in una prospettiva assistenziale e di supporto al cittadino in difficoltà“.

Il Consiglio dell’Ordine il 1° giugno, rendendo questo parere, non dice che ci sono già il Comune di Bologna e la Città Metropolitana di Bologna che in Emilia-Romagna se ne occupano, ma dice invece tutt’altro, cioè che auspicherebbe invece produttiva e fattiva di soluzioni questa collaborazione.

Ringrazio quindi il consigliere Mastacchi e il suo Gruppo per l’ottimo lavoro svolto, voglio anche ringraziare gli uffici legislativi della Regione e i professionisti che hanno lavorato a questo progetto di legge, così come le associazioni che hanno concordato con la propria opera il lavoro e il supporto a questo progetto di legge. Ribadisco che è un vero peccato che, quando ci sono temi che meriterebbero di ricevere l’importanza degna del tema che affrontano, vengano ‒ per così dire ‒ sviliti all’ombra di una bandiera. La presentazione della risoluzione, a mio avviso, dimostra proprio questo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Consigliera Costi, che è al primo intervento, e poi consigliera Piccinini.

Consigliera Piccinini, prego.

Mi sembrava, il primo intervento, corretto farlo fare prima a lei, visto che era già intervenuta.

 

PICCININI: Volevo intervenire per fatto personale e rispondere al consigliere Pompignoli.

Intanto, caro collega, la legge n. 29 è frutto di una collaborazione tra maggioranza e opposizione. Però è anche vero che le opposizioni non sono tutte uguali. C’è un’opposizione che lavora con serietà e c’è un’opposizione che, invece, rincorre il consenso. Peraltro, siccome questo è un argomento che dovrebbe interessarle, prendo atto che lei non era attento quando abbiamo approvato la legge, non lo era ieri, ma non lo è neanche oggi. E nemmeno oggi si è letto il testo della legge, che, invece, dovrebbe essere di suo interesse.

La legge n. 28 non parla solamente di pubblicizzare questo strumento, ma all’articolo 1 e all’articolo 2, così glieli cito, magari se li volesse andare a sfogliare, si legge chiaramente che la Regione promuove e sostiene l’attivazione di sportelli di pre-istruttoria, come quello che c’è in Città Metropolitana, forme di agevolazione e assistenza gratuita per l’accesso ai servizi degli OCC e lo fa... E qui mi collego all’articolo 2, comma 1, dove si dice che la Regione promuove accordi con gli OCC, con i soggetti che li hanno costituiti e per quanto di competenza ‒ comma 2 dell’articolo 2 ‒ collabora con i Comuni e gli altri Enti locali.

Quindi, dov’è la novità del progetto di legge Mastacchi? Non c’è. Semplicemente non avete letto il testo di legge. Molto banalmente.

Dopodiché, torno a dire, la domanda è... A parte il fatto che io difendo una legge, che, ribadisco, abbiamo scritto in collaborazione sicuramente con la maggioranza. Io non difendo la maggioranza. Difendo un testo di legge buono, che è utile, che va fatto conoscere e che qualcuno strumentalmente, probabilmente, non sta pubblicizzando attraverso le interlocuzioni con i professionisti. Anche questo è sbagliato, ma io sono certa che verrà fatta chiarezza nel momento in cui questi confronti verranno avanti anche con la Giunta, quindi non insistete da questo punto di vista, perché poi ci fate anche una brutta figura.

La domanda dovrebbe essere perché il collega Mastacchi, rispetto a un percorso di collaborazione che era iniziato insieme, ad un certo punto decida di sfilarsi, e qui ritorniamo al discorso di prima, cioè o c’è la volontà di collaborare e di provare a trovare dei contenuti comuni oppure qui siamo, come dicevo prima, alla mera ricerca del consenso, e, siccome questo è un tema particolarmente delicato, che riguarda persone fragili, è ancora più riprovevole da questo punto di vista.

Mi auguro che a un certo punto tutti quanti leggiate la legge e vi rendiate conto delle inesattezze e delle cose non vere che state dichiarando in quest’aula.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Immagino per fatto personale, consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

La domanda nasce spontanea: se questa legge n. 28 del 2019, costruita dalla maggioranza, dalla consigliera Piccinini, ha istituito una normativa veramente perfetta e impeccabile, non si capisce per quale motivo lei sottoscriva una risoluzione nella quale chiede di dare piena attuazione a questa legge.

Allora, delle due l’uno, o non so leggere io o non è capace la consigliera Piccinini a far funzionare le normative che mette in campo, perché se lei stessa dice che questa norma deve essere migliorata e l’impegno della Giunta è “a dare piena attuazione alla legge regionale n. 28 del 2019”, di cosa stiamo parlando, consigliera Piccinini? Vuol dire che questa legge non ha funzionato, quindi probabilmente lei dovrebbe, prima di parlare, riflettere cinque minuti, perché sta dicendo delle cose non vere, per non dire altro...

Se lei stessa dice che questa legge non ha funzionato, di cosa stiamo parlando? Quindi il PDL... io l’ho letta, a meno che adesso non sia così rincoglionito da non riuscire a leggere un impegno...

 

PRESIDENTE (Petitti): Per favore, usiamo termini appropriati all’aula!

 

POMPIGNOLI: Impegna la Giunta regionale ‒ gliela voglio leggere, consigliera Piccinini – “impegna la Giunta regionale a dare piena attuazione alla legge regionale n. 28 del 2019 e all’ordine del giorno suddetto, recuperando il rallentamento dovuto al periodo pandemico”, a firma Palma Costi, prima, e Silvia Piccinini, seconda. A meno che la firma non sia falsa e lei la contesti, per cui a questo punto alzo le mani e dico che così non va bene, è lei stessa che dice che questa legge non ha funzionato, se fa una risoluzione.

Sarebbe stato corretto dire “bocciamo il PDL Mastacchi, basta, non facciamo nessun tipo di risoluzioni”, e poi, come fate di norma sempre, in Commissione costruire un PDL analogo a quello che facciamo noi.

Se il giochino è questo che ormai abbiamo imparato a fare, purtroppo i PDL siamo anche noi capaci a farli, ce li bocciate tutti, ma questo non è assolutamente un problema. Diventa un problema nel momento in cui ci prendete un po’ in giro.

Allora, se c’è una costruzione e una contrapposizione politica tra due questioni dal punto di vista ideologico, io sono d’accordo, ma qui stiamo andando sulla medesima direzione e volete prendervi la paternità di robe che non sono vostre: è una roba incredibile, cioè non si riesce a comprendere! Lei stessa, consigliera Piccinini, ha scritto che quella legge non funziona, perché se scrive “a dare piena attuazione a quella legge”, vuol dire che non ha funzionato.

Ascolto, ascolto, grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Costi, prego.

 

COSTI: Grazie, presidente.

Vorrei ritornare un attimo alle motivazioni che non sono né motivazioni ideologiche, né tantomeno motivazioni di sottovalutazione rispetto alla proposta che ha portato il collega Mastacchi, che ‒ vorrei ricordare ‒ è stata oggetto comunque di confronto e di dibattito, pur su posizioni diverse, all’interno anche delle Commissioni, sia la parte referente che quella consultiva.

Noi abbiamo già in quelle occasioni ribadito alcune cose che ci tengo veramente a ribadire. Siamo tutti d’accordo che il tema del sovra indebitamento è un problema grave, è un problema pesante. È vero, a livello nazionale è stata costruita una legge, per fortuna, che ha valore su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dal fatto che le Regioni possano, vogliano o debbano legiferare, una legge che probabilmente non è stata anche dal livello nazionale fatta conoscere per tutte le opportunità che offre in queste situazioni drammatiche, che possono riguardare sia i singoli cittadini che anche gli imprenditori.

 Credo che questo sia un tema su cui c’è stata talmente consapevolezza che, come diceva prima la collega Piccinini, nella passata legislatura, pur in presenza di una legge nazionale, perché quando ci sono le leggi nazionali non è che le Regioni siano obbligate a legiferare rispetto a questi temi, questa Regione ha ritenuto però di poter dare un contributo ulteriore ai propri cittadini e a quelle persone che si trovano in questa difficoltà, utilizzando quella possibilità che le Regioni hanno, perché le Regioni possono legiferare rispetto ad alcuni elementi, utilizzando quelle possibilità integrative o complementari che la legge nazionale offre.

Si tratta sempre chiaramente di una norma che deve assolutamente rispettare i princìpi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, che le norme regionali devono avere rispetto alle norme nazionali.

Io credo che l’Assemblea della passata legislatura abbia fatto un’opera importante, un’opera meritoria. Io ho provato a vedere che cosa oggi vige a livello nazionale, siamo 3 Regioni ad aver legiferato in materia (può essere che qualcuna mi sia sfuggita), per cui siamo una di quelle Regioni che hanno cercato di integrare, di dare un ulteriore supporto alla soluzione di un problema che esiste e che c’è, perché possiamo dire tutto quello che uno vuole, ma se abbiamo fatto una legge completa, perché è una legge completa, l’abbiamo fatta perché si riteneva che ci fossero dei problemi e ci fossero degli spazi per risolvere questi problemi.

Purtroppo è successo che questa legge è venuta a fine legislatura, quindi è stata approvata alla fine del 2019. Ci siamo ritrovati, come sappiamo tutti in questa legislatura, con una pandemia mondiale, che credo non abbiamo mai conosciuto, abbiamo visto quello che si è dovuto fare e si è dovuto lavorare, e questa è una norma che, a parte casi che sono stati applicati, perché alcune esperienze positive ci sono. Non è vero che non ci sono. Forse andrebbero indagate di più rispetto a quelle che si è riusciti ad indagare, e io ho provato a fare alcune indagini rispetto a come viene applicata, è una legge che in larga parte non siamo riusciti ad attuare.

Non che la norma non vada bene e non contenga quegli elementi fondamentali e importanti che anche il consigliere Mastacchi riporta all’interno di questa modifica di una legge, perché questa è una proposta di legge che va a modificare una norma che noi riteniamo, ad una lettura molto attenta, molto precisa e puntuale, e anche ad elementi di fattualità, che sono elementi oggi tutti fattibili.

Del resto, se uno legge attentamente la risoluzione che noi abbiamo presentato, che chiaramente abbiamo allegato ad una risoluzione che è stata presentata dal consigliere Mastacchi rispetto a questo non passaggio, usando l’articolo 92, alla votazione in aula dell’articolato e del testo di legge, noi riportiamo, come ho già riportato anche in Commissione, un elemento che dimostra come queste cose siano tutte già fattibili, perché il consigliere Mastacchi e la consigliera Piccinini nel 2022 hanno presentato un ordine del giorno, che era stato allegato alla formazione del bilancio di previsione 2023-2025, che contiene esattamente gli oggetti che sono stati inseriti dal consigliere Mastacchi all’interno del progetto di legge.

Se si fanno degli atti di indirizzo, è chiaro che sono degli atti di indirizzo su cui la Giunta può operare perché a monte c’è una norma che le permette di operare, perché altrimenti, essendo noi un organo legislativo e potendo lavorare esclusivamente con norme, se la norma non ci fosse, non potremmo pretendere che la Giunta facesse delle attività che sono esattamente (leggo l’ordine del giorno che è stato approvato, oltretutto all’unanimità) un accordo con gli Enti locali, il tema degli Ordini professionali, le attività formative per quanto riguarda gli sportelli e il tema delle risorse per quanto riguarda il bilancio 2023, in modo tale da poter attuare pienamente questa norma.

La risoluzione che abbiamo presentato è una risoluzione che ripercorre l’ordine del giorno che è citato, l’ordine del giorno Mastacchi, Piccinini, non è un ordine del giorno che ci siamo ricostruiti. Quindi, non è che vogliamo sostituire con un ordine del giorno una legge. La legge c’è ed è talmente vera che è già stato fatto un atto di indirizzo per chiederne l’attuazione.

Noi siamo convinti che il tema sollevato dal consigliere Mastacchi, pur in una forma che riteniamo non adeguata, perché la legge prevede già questi interventi, è importante, perché ha messo il focus rispetto a una tematica sulla quale abbiamo bisogno assolutamente che si operi per applicare la legge.

Nessuno ha detto che la legge non ha funzionato perché non è valida. Bisogna applicarla. È valida e si può già fare al punto tale che anche nell’ultima nota che è arrivata da parte degli Ordini degli avvocati di Bologna... Io mi auguro, anche, oltretutto, visto che la Regione va da Piacenza a Rimini, che ci sia la possibilità e soprattutto anche l’attenzione rispetto a tutte le Province, a tutti gli Ordini. Credo che l’altro elemento sul quale abbiamo bisogno di lavorare è che ci sia una equità rispetto a tutto il territorio regionale.

L’Ordine stesso degli avvocati ci dice: valutando la possibilità di realizzare iniziative di promozione e informazione sulle modalità di funzionamento e accesso allo sportello di sovraindebitamento presso la sede della Città Metropolitana di Bologna. Quindi, riconosce che ci sono già delle esperienze, che possono essere, giustamente, prese e valutate. Io mi auguro che possano essere dalla Giunta... Che si è già impegnata in quest’aula nella risposta anche che ha dato a un’interrogazione, per procedere ad attuare, a mettere le risorse e ad attuare quelle attività che all’interno di questa norma sono previste.

Dopodiché, è chiaro che è la Giunta, a questo punto... Auspico, come abbiamo già auspicato anche nel dibattito in Commissione, che continui e rafforzi gli incontri con gli Ordini, ma con tutti quei soggetti che sono interessati alla soluzione di questa problematica. Questo è quello che deve fare la Giunta. Si tratta di attuare quanto è previsto, quindi attuare la possibilità di ripercorrere strade, come sono state fatte in Città Metropolitana. Ho già citato che ci sono anche tutte le associazioni dei consumatori che si sono attivati, si stanno attivando, si sono già attivati su questi temi. Ci sono tanti soggetti che oggi abbiamo assolutamente bisogno di coordinare e di portare ad un sistema che permetta di avere delle risposte informative, anche di presa in carico, nel caso in cui sia necessario, per uscire da queste situazioni che sappiamo benissimo essere drammatiche.

Pertanto noi non abbiamo delle posizioni, mi dispiace - ripeto - che si pensi sempre che da parte nostra ci sia questa voglia o questa volontà, probabilmente è anche un gioco delle parti, in un altro Consiglio regionale in cui siamo minoranza può essere che diremmo le stesse cose che voi dite qua, non lo so, però vi posso assicurare che in questo caso, come in tutti gli altri casi che abbiamo esaminato, la nostra è una posizione di approfondimento, di attenta valutazione di ciò che la norma prevede, di ciò di cui necessiterebbe o non necessiterebbe, e in questo caso riteniamo che non necessiti di nessun tipo di modifica.

Per quanto riguarda ‒ ripeto ‒ la risoluzione, non facciamo altro che ripercorre quanto chiesto dal consigliere Mastacchi con un ordine del giorno, se un ordine del giorno significa che c’è già una legge su cui si può operare, perché altrimenti non potrebbe essere un atto di indirizzo.

Su questo io mi fermo e ribadisco chiaramente, per le motivazioni che ho detto qua, che abbiamo detto in Commissione, il nostro voto positivo al non passaggio dell’articolato e chiaramente anche all’approvazione di una risoluzione, che ‒ ripeto ‒ è stata abbinata ad una risoluzione presentata dal consigliere Mastacchi, ma che ripercorre le richieste che il consigliere Mastacchi ha fatto con un atto di indirizzo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Io davvero vorrei sgombrare il campo dalle strumentalizzazioni. Io non ho detto che questa legge non ha funzionato, ma semplicemente che deve essere applicata, che non abbia funzionato lo dite voi nel momento in cui presentate un progetto di legge, anzi forse non solo non ha funzionato, ma l’obiettivo vostro è non farla funzionare, nel momento in cui, come dicevo, presentate un progetto di legge che toglie la possibilità di sostegno psicologico e di reinserimento sociale di queste persone, e mi sembra una cosa particolarmente grave.

Dopodiché torno di nuovo sul PDL Mastacchi, così stiamo sul merito delle questioni, perché è questo che ci interessa. Il collega chiede la collaborazione degli Ordini professionali, vedasi sempre la legge n. 28 all’articolo 2, comma 1, dove si parla della collaborazione con i soggetti che costituiscono gli OCC, articolo assolutamente ridondante che giustamente è stato rigettato insieme a tutto il PDL.

Nell’articolo 2, per esempio, si chiede l’istituzione degli Sportelli pubblici per le preistruttorie, vedasi, sempre alla legge n. 28 del 2019, l’articolo 2, comma 2, e - torno a dirlo - sono tutte cose che sono già nella legge per chi la vuole leggere, per chi non vuole leggerla e viene qui a fare della strumentalizzazione semplicemente per rincorrere il consenso elettorale va bene tutto, però bisognerebbe restare al merito e a quello che è scritto nero su bianco.

Infine, sulla risoluzione presentata dal collega, che ancora non ci ha spiegato perché abbia deciso di uscire da questo percorso di collaborazione e dare adito a tutte queste polemiche, alimentate dal Centrodestra senza alcun motivo, prendo atto che in questa risoluzione c’è anche una critica al Centrodestra nel momento in cui si scrive che il Governo ha previsto la sospensione degli adempimenti fiscali solamente fino al 31 agosto 2023, e questo non è sufficiente perché c’è il rischio (parlo delle zone alluvionate ovviamente) di sovraindebitamento.

Quello che è sbagliato in questa risoluzione è il presupposto, tale per cui oggi le popolazioni alluvionate sono tutte a rischio fallimento, quindi indirettamente si disse che questo Governo non risolverà i problemi. Bene, prendiamo atto che il collega Mastacchi fa anche una critica al Governo di Centrodestra, lo mettiamo agli atti.

Dopodiché torno a dire che qui c’è semplicemente una necessità di dare attuazione alla legge che è stata approvata nella scorsa legislatura, perché purtroppo, per problemi molto più grandi di noi, non si è proceduto, e che tutti noi dovremmo conoscere, al pari della legge che è stata scritta, e ricordo che alcuni di quei colleghi erano anche in questa Assemblea, ma evidentemente erano distratti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Io trovo questo dibattito al limite del... Non so come chiamarlo. Siamo tra la fantascienza e il surrealismo.

Sicuramente, caro collega Mastacchi, lei ha delle colpe. Lei ha delle colpe che in questa discussione di qualche ora sono state evidenziate. Lei ha avuto l’ardire di provare a modificare una legge di quest’aula, senza coinvolgere la maggioranza. O meglio, senza scendere a compromessi con la maggioranza, quindi a presentarla in autonomia. La sua seconda colpa sicuramente è che lei ha interrotto la collaborazione. Si è sentito parlare di una collaborazione interrotta. Quindi, forse qualcosa anche qui è passato... Forse le è sfuggito qualcosa.

Uscendo un attimo dall’ironia, che è la prima cosa che mi viene da dire dopo aver ascoltato le parole e soprattutto i tentativi della maggioranza di giustificare, di fatto, una procedura che ricalca quella che è stata messa in atto per il precedente PDL, cioè quella di impedire, di fatto, non solo il voto in aula richiamando, ricorrendo all’articolo 92, ma soprattutto di impedire il confronto con i cosiddetti “portatori di interesse”... Portatori di interesse che, tra l’altro, hanno fatto sentire comunque la propria voce. Non l’hanno fatto tutti, come è stato notato, ma sicuramente quando gli Ordini professionali scrivono alla Presidenza dell’Assemblea o al presidente della Commissione dicendo “questo progetto di legge riguarda una questione che noi abbiamo a cuore. Siamo disponibili a essere ascoltati”... Peccato che quest’aula o, meglio, la Commissione competente per materia abbia ritenuto di non dover ascoltare nessuno. Sempre per il discorso di cui sopra, cioè il famoso favorire la partecipazione, favorire il confronto, ascoltare le persone. Non è, evidentemente, questo il nuovo corso del PD, ma forse anche i risultati elettorali, qua e là, evidenziano che qualcosa proprio non sta andando per il verso giusto.

Il fatto che fondamentalmente oggi, caro Mastacchi, la maggioranza la stia rincorrendo e che, quindi, lei abbia ragione, abbia visto lungo nel sollecitare con una proposta di modifica questa legge, la legge regionale che già abbiamo, lo dimostra, ma lo ricordava prima il collega Pompignoli, la presentazione di una risoluzione, risoluzione che si abbina a un PDL che vuole essere cassato con l’ordine del giorno di non passaggio del voto agli articoli, quindi addirittura attaccandosi a una procedura regolamentare abbastanza arzigogolata. Ma tant’è.

Il punto è che la risoluzione del Partito Democratico, di fatto, vuole arrivare soprattutto... E mi fa anche quasi sorridere nel momento in cui si parla del coinvolgimento degli Ordini professionali, cioè proprio quelle categorie che la Commissione competente per materia non ha voluto ascoltare. Ma nella risoluzione, invece, si dice che devono essere coinvolti.

Quindi, il cortocircuito che si sta consumando nelle file della maggioranza su questo progetto di legge è clamoroso. Se non fosse che interessa il merito di questa vicenda, la sostanza di questo PDL interessa persone che, evidentemente, hanno problemi che, evidentemente, hanno la necessità di ricevere dalle Istituzioni, anche dalla nostra, un ausilio concreto di sostegno alle proprie problematiche personali, se non fosse che ci sono questi interessi sostanziali, concreti nella società reale, ci sarebbe da sorridere. Ma purtroppo da sorridere non c’è.

L’aspetto interessante di questo progetto di legge è anche il fatto che si vuole rimarcare in modo importante, in maniera netta, cosa che comunque la legge attualmente in essere non contempla... Pur non escludendolo. Questo progetto di legge non è che va a sostituire. È stato ricordato. Chi vuole vedere una sostituzione è chiaro che non ha ben colto la portata delle modifiche, se in buona fede. Viceversa, se in mala fede, lo attacca tout court per il fatto stesso che sia stato presentato.

Come dicevo, la questione dei Centri di ascolto o, meglio, i centri, gli sportelli legati all’usura è un aspetto di estrema importanza, è un aspetto centrale. Laddove c’è un indebitamento ‒ verosimilmente spesso, non sempre ‒ c’è una problematica di usura. Ed è stato testimoniato. È un problema generalizzato, non è un problema di questa Regione, per fortuna. O meglio, non è un problema solo di questa Regione, per fortuna. Ma abbiamo potuto leggere, verificare e riscontrare che anche in questa Regione vi sono stati importanti fenomeni di infiltrazione, importanti fenomeni di criminalità che hanno esasperato la questione legata al debito delle famiglie, legata alle difficoltà in cui si sono trovati soprattutto piccoli imprenditori, vittime di taglieggiamenti, vittime di fenomeni criminali. Quindi, è necessario che vi sia una rete di supporto e di sostegno adeguata a questa problematica.

Ecco perché questo progetto di legge, quindi, ha una sua bontà. Non è vero che la legge regionale oggi lo rende superfluo, perché è un progetto di legge che va a specificare, a meglio chiarire e ad ampliare anche la possibilità che vi è per quanto riguarda questo tipo di materia e questo tipo di intervento, che da parte della Regione è certamente necessario.

La questione legata alla mancata audizione degli ordini professionali e, comunque, dei portatori di interesse credo che sia un altro aspetto procedurale, come ho detto, abbastanza grave, anche perché il fatto stesso che a tre anni di distanza, di fatto, non vi sia un rendiconto preciso, una relazione, un consuntivo delle iniziative e di queste azioni che sono state poste in essere a seguito della legge n. 28, questo ci avrebbe permesso sicuramente di capire meglio l’andamento, qualche statistica in più, qualche dato di potenziale correttivo. Cioè, l’audizione dei portatori di interesse avrebbe potuto anche determinare una rimodulazione del progetto di legge stesso. Non è che il progetto di legge deve essere presentato, si ascoltano perché si devono ascoltare e comunque… No. I soggetti portatori di interesse ci avrebbero sicuramente restituito una fotografia dal loro punto di vista privilegiato, perché è un osservatorio sicuramente reale, un osservatorio veritiero, un osservatorio privilegiato, ma questo non è stato consentito.

Chiudo, perché c’è poco da dire, se non assistere a questo teatrino della maggioranza, dove si rimpallano le responsabilità, arrivano con una risoluzione, appunto, per mettere una toppa all’ultimo momento e far vedere che c’è un interesse alla vicenda. Se vi fosse stato un interesse reale della maggioranza e anche della consigliera Piccinini – diciamocelo – ci sarebbe stata una partecipazione concreta al percorso, non vi sarebbero state le barricate in Commissione sostenendo che in realtà questo è un progetto di legge inutile, vi sarebbe stata una collaborazione fattiva per capire se questo progetto di legge poteva avere anche ulteriori margini di miglioramento, se dimenticava qualcosa o se, in realtà poteva essere necessaria qualche ulteriore integrazione. Il fatto che vi sia stata questa posizione netta di contrarietà – lo ripeto – tradisce sicuramente qualche problema. Laddove vi sono posizioni preconcette, precostituite, c’è sempre qualcosa che non vuole essere rivelato.

Non voglio, adesso, infilarmi in elucubrazioni su che cosa possa essere il problema che attanaglia su questa materia la maggioranza, dico solo che si è persa un’occasione. Si è persa l’occasione di collaborare su una materia che dovrebbe coinvolgere tutti trasversalmente, come è stata coinvolta trasversalmente l’Assemblea in sede di approvazione, perché si è ritenuta questa una materia assolutamente preminente, prioritaria, una risposta da dare a delle esigenze concrete, reali e immediate che la società chiedeva. Ecco, il fatto che questo non vi sia stato, come ho detto, evidentemente nasconde qualcosa. Non voglio pensare solo che sia stato perché è stato presentato da un consigliere di opposizione, quindi è un peccato di lesa maestà. Anche se un po’, consigliere Mastacchi, le orecchie gliele posso tirare anch’io: lei su queste cose non deve più permettersi di fare queste cose. Però, intendo dire che tutte le volte che vi siano questioni legate alla sicurezza delle persone, al sostegno alle persone e alle famiglie, soprattutto quelle più fragili, non devono esserci posizioni di chiusura a 360 gradi, come in realtà abbiamo assistito in queste settimane.

Trovo, pertanto, in un certo senso quasi offensivo e ‒ ripeto ‒ non offensivo per i consiglieri di opposizione, che comunque sono abituati a questo tipo di dinamiche, ma offensivo per la società civile, per i portatori di interesse, per coloro che avrebbero necessariamente ricadute positive di una normativa regionale adeguata e funzionale, trovo offensivo per loro il fatto che si sia voluto tarpare le ali a qualsiasi tipo di discussione e addirittura arrivare a provare a mettere una pezza, come si dice a Bologna, con una risoluzione che in realtà non dice nulla, anzi evidenzia ancor di più, quasi come un’ammissione di colpa, quelle che sono state le mancanze da parte della maggioranza nel percorso prima in Commissione e poi in quest’aula legato a questo progetto di legge.

Concludo il mio intervento, naturalmente si è persa un’occasione, è un progetto di legge che avrebbe avuto la sua bontà nella sua applicazione pratica, e adesso vorrò con grande curiosità osservare quale sarà la clausola valutativa e quali saranno le azioni che la Regione dimostrerà di avere compiuto in questi anni su questa materia.

Lì, caro Mastacchi, forse ci toglieremo delle soddisfazioni, forse lei se le toglierà più di altri, visto che è stato bersagliato oggi dagli strali della nuova maggioranza Piccinini, Partito Democratico, e credo che in quella sede potremo valutare se Regione abbia operato correttamente, secondo una legge che, come ci dicono oggi, è intangibile, è una legge eccezionale, è una legge che non aveva bisogno di nulla, oppure se invece in quella sede osserveremo che, in realtà, i suoi correttivi, le proposte che lei ha cercato di portare sarebbero state funzionali e certamente utili alla causa di persone che con il sovraindebitamento purtroppo quotidianamente fanno i conti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Io non ho altri in dibattito generale.

A questo punto, per la replica passo la parola al consigliere Mastacchi. Prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente, e grazie anche ai colleghi che mi hanno preceduto.

Io ‒ devo dire la verità ‒ sono un po’ spaesato, perché ho sentito dire delle cose, oggi, che sono veramente molto lontane dalla realtà. La prima cosa è stata la difesa smodata di una legge, come se la mia proposta avesse voluto accusare di scarsa bontà o, peggio ancora, di cose che io non ho mai detto la legge attualmente in vigore. Si è reagito come se io l’avessi completamente riscritta, quando, invece, sono andato a meglio specificare alcuni passaggi che avrebbero solamente migliorato la sua applicazione. Ma la base sarebbe rimasta quella. Quindi, non ho capito bene questa reazione eccessiva rispetto a questo passaggio.

L’altra cosa che mi lascia veramente perplesso è l’accusa di essere uscito dal percorso di collaborazione. Quando ho fatto il primo approccio di scrittura a questo progetto di legge, ho fatto alcune cose che ritenevo serie. Siccome è stata citata anche la parola “serietà”, credo sia opportuno ricostruire anche i fatti. Quando ho “scoperto” che comunque esisteva una legge in Regione Emilia-Romagna che non aveva dato segno di vita, prima di presentare la mia legge, sulla quale già stavo lavorando, sono andato a leggermela e sono andato a guardare quali erano i contenuti e che cosa si poteva fare per migliorarla. Ho contattato la relatrice della legge, l’ho coinvolta nella discussione, le ho chiesto di partecipare assieme a me, seduta allo stesso tavolo, ad un convegno, dove abbiamo sviscerato le problematiche. Ha partecipato un giornalista della RAI, che ha fatto un servizio molto importante su Rai News, al quale io ho partecipato, portando anche delle testimonianze di persone che ho aiutato. Hanno partecipato gli Ordini, hanno partecipato le associazioni, hanno partecipato tutte le persone coinvolte. Ed è stato un coro di apprezzamenti favorevoli rispetto al percorso che stavamo facendo.

Siccome so... Tra l’altro è stato detto a microfoni spenti, per cui non posso dimostrarlo. Ma è stato detto anche durante la Commissione che, comunque, le opposizioni scrivono dei testi che possono essere anche messi in discussione dal punto di vista della loro qualità. Per evitare di cadere in questo tranello, ho coinvolto gli uffici legislativi della Regione. Per cui, è un testo che è stato, su mia richiesta, elaborato da persone assolutamente competenti. Quindi, questa critica velata che è stata fatta nei corridoi durante la discussione in Commissione o si ha il coraggio di farla direttamente a chi ha lavorato su questo testo oppure sarebbe meglio che fosse ritirata.

Durante la discussione, è vero, con la collega Piccinini ci siamo detti che comunque questa legge, senza una dotazione finanziaria, non avrebbe potuto dare i suoi effetti, quindi è vero, abbiamo condiviso un ordine del giorno che finalmente dà anche una sorta di veicolo finanziario per la sua applicazione.

Questo però non vuol dire che tutto quello che era stato fatto prima, perché c’era un ordine del giorno che la finanziava, fosse da buttare, per cui anche questo aspetto credo che sia indiscutibile.

Per quanto riguarda il commento sul fatto che si dice che si fanno queste cose per il consenso, io rispondo alla consigliera Piccinini come rispondevo alla mia opposizione quando ero in Consiglio comunale. Quando mi accusavano di cose con queste velate accuse di interessi diversi rispetto a quelli della finalità del bene pubblico, io ho sempre detto (mi permetto di darle del tu perché lo slogan lo prevede) “non pensare che io faccia quel che faresti tu se fossi al posto mio”, quindi non valutarmi come se stessi guardando te stesso, te stessa in questo caso.

Ribadisco che il tema della serietà lo respingo al mittente, perché questo è stato un lavoro assolutamente serio, assolutamente serio da parte di tutti coloro che vi hanno partecipato, per cui il tema della serietà non lo metto assolutamente in discussione.

Per quanto riguarda invece il commento alla risoluzione che ho presentato, che mi accusa di prevedere il disastro in Emilia-Romagna, guardate che non lo devo prevedere, il disastro in Emilia-Romagna c’è, è sotto gli occhi di tutti, siamo sui telegiornali internazionali, è venuta la Presidente della Commissione europea.

Pensate che siamo sempre i primi, quindi fra 15 giorni spariremo dai telegiornali e i frutteti saranno di nuovo a posto, gli agricoltori non avranno problemi? I problemi dobbiamo prevedere che ci siano, e dobbiamo essere bravi a mettere in campo modalità di lavoro che facciano sì che siano il meno possibile quelli che hanno dei problemi.

Nella mia risoluzione, se qualcuno ha il tempo necessario a leggerla con attenzione, si prevede proprio questo, oltre al fatto dell’esdebitazione che sarà necessaria a prescindere ed è già necessaria oggi, ci sono degli strumenti che possono essere messi in campo per prevedere, per evitare, mentre invece qui sembra quasi che si voglia creare l’indebitato, per poi portarlo ai servizi sociali e avere una persona da tenere in cura.

Non è questa la finalità, la finalità è, come per il question time che abbiamo fatto stamattina, prevedere i problemi e mettere in campo tutte quelle attività che possono evitare che certi disastri avvengano.

Ritiro il titolo, che è stato contestato, di lesa maestà, io lo cambierei e da oggi, quando capiteranno queste cose, lo chiamerò “non disturbare il manovratore”, quindi non toccare quello che sto facendo io, perché assolutamente guai, non va bene, quindi non più lesa maestà, visto che è stato criticato come termine, ma sarà “non disturbare il manovratore”.

Io credo che dietro questa cosa che sta succedendo oggi ci siano delle motivazioni che vadano al di là delle motivazioni politiche, però lascio ad ognuno di voi interpretare le mie parole e crearsi una risposta a quello che ho detto.

L’accusa di non aver voluto collaborare la respingo fortemente al mittente e l’ho dimostrato con i fatti, ci sono gli atti pubblici, siamo stati nella sala Fanti qui sotto, abbiamo condiviso un percorso, quindi sentirmi dire che sono uscito da un percorso come se fossi un drogato che non può più prendere il metadone non lo accetto.

La collaborazione con gli Ordini professionali c’è stata, è vero che vi hanno scritto solo quelli della zona di Bologna, ma hanno scritto delle cose molto chiare. Se noi avessimo fatto la convocazione in Commissione e li avessimo ascoltati, probabilmente sarebbero venuti anche da Reggio Emilia, da Parma, da Rimini, da Ferrara, dalle altre province, e probabilmente avrebbero detto delle cose, ma probabilmente avrebbero detto anche delle cose che vi avrebbero potuti in qualche modo disturbare.

Abbiamo voluto tenere chiuso dentro le nostre “segrete stanze”, per accelerare questo percorso e arrivare a bocciare quella che poteva essere una piccola miglioria ad una legge che abbiamo già, sarebbe stato un piccolo passo avanti, non sarebbe stata una critica a quello che è già stato fatto.

Durante i miei 10 anni di Sindaco di queste pratiche ne ho viste tante, e ho visto tanto anche quello che serve. Credo che una cosa positiva in tutto questo ci sia, intanto ne abbiamo parlato, quindi spero che tanti possano ascoltare questa discussione, credo che questo sia servito almeno ad alzare il livello di responsabilità della Giunta e anche della maggioranza e a far sì che questa legge, che sembra così stupenda che dopo quattro anni ancora non ne abbiamo sentito la presenza, possa realmente essere messa in campo e si possano realmente fare le cose che ho chiesto.

Se sarà così, a fine mandato verrò a chiedervi scusa, sarò io il primo a venire a chiedervi scusa e a dire “guardate, avevo sbagliato, avevate ragione voi”, ma ho il timore che non sarà così, per cui anche rispetto alla risoluzione (dopo, quando la discuteremo, avrò modo di tornarci) credo che questa valutazione, questa accusa di aver disegnato una situazione così disastrosa sia ingenerosa. Qualcuno ha detto prima che qui sono contenute delle descrizioni di una situazione disastrosa della regione Emilia-Romagna, ma basta guardare i telegiornali e penso che lo capiamo tutti. Pensiamo a un’azienda, tornando sull’argomento di questa mattina, e ne cito una che mi è arrivata all’orecchio in queste ore, che ha 400.000 euro di contributi perché ha fatto degli investimenti e che, se non riesce a dimostrare, le verranno revocati. Pensate che questa azienda ne esca senza problematiche? Io credo che avrà bisogno, Spero, di essere accompagnata per non perdere i contributi, come prima cosa. Ma se questo non dovesse avvenire, avrà come minimo bisogno di un’attività preventiva perché fra qualche anno diventi un’azienda sovraindebitata. Anche su questo fronte il nuovo Codice della crisi ha degli strumenti che non sono attuati fino in fondo. Non sono conosciuti e non sono attuati. Io credo che chiedere alla Regione di mettere in campo delle attività che consentano di fare questo tipo di attività preventiva non sia, anche in questo caso, un disturbare il manovratore. Non la chiamo più “lesa maestà”, la chiamo un “disturbare il manovratore”. Ma credo che sia un atteggiamento di responsabilità che consentirebbe quantomeno di sgrossare una parte dei problemi che sappiamo già che avremo, perché, che ci piaccia o no, questa roba lascerà dei problemi sul territorio, metterà in crisi delle persone, delle famiglie e delle aziende. Quindi, tutto quello che possiamo fare preventivamente sarà qualcosa di ben fatto, e non ha sicuramente una finalità di consenso, ma ha una finalità di buonsenso.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Dopo la replica del relatore, se non ci sono richieste di intervento da parte della Giunta, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Dichiarazioni di voto congiunte sull’ordine del giorno di non passaggio all’esame dell’articolato, sulle risoluzioni e sulla proposta di emendamento che insiste sulla risoluzione 6923/1, a prima firma Costi.

Chi si iscrive a parlare in dichiarazione di voto? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Molto è già stato detto, torno solo su alcune questioni che attengono alla correttezza dei rapporti, così facciamo davvero chiarezza fino in fondo. Io quello che ho voluto stigmatizzare è la corsa a farsi bocciare il PDL, perché, come dicevo, qualcuno chiedeva quale fosse la collaborazione fattiva, e la collaborazione fattiva è fare degli incontri con gli uffici tecnici per capire quale strada fosse migliore per procedere. Dopodiché, a un certo punto, il proponente del PDL ha deciso di andare avanti individualmente in Commissione sapendo chiaramente quale fosse l’esito del progetto di legge, cioè andare a bocciatura certa, per poi venire qui e fare la morale a tutti quanti. E io a questo non ci sto, perché io sono la prima che ha a cuore, e lo dimostra il testo di legge che è stato approvato a fine 2019, queste tematiche, che si sono aggravate, come dicevo, anche di recente.

Vi è, poi, sicuramente una questione di merito, e anche qui sono intervenuta non parlando dei massimi sistemi, ma entrando nello specifico dell’articolato, caro collega Mastacchi. Lei si ricorderà che io sono la prima ad aver detto a quel convegno che non partivamo da zero. Poi bisogna capire ai partecipanti che cosa è stato detto e che cosa è stato spiegato. D’altronde, se non è stato reso noto anche il contenuto della legge regionale, è chiaro che poi qualcuno potrebbe aver avuto una visione parziale.

Detto tutto questo, io credo che l’importante sia l’obiettivo, e gli obiettivi sono comuni, perché le richieste del suo progetto di legge sono le stesse contenute dentro la legge n. 28. Tant’è che i confronti che l’Assessorato sta facendo sono proprio con gli ordini dei professionisti. Tant’è che i confronti che l’Assessorato sta facendo sono, per esempio, con la Città metropolitana di Bologna, per capire se quel modello può essere replicabile anche nelle altre province, che è quello che chiede lei, stando nel merito e cercando di evitare le strumentalizzazioni a cui abbiamo assistito oggi, purtroppo. Dico purtroppo perché si sono create le condizioni per questo tipo di dibattito. Ribadisco che non è stata questa parte dell’aula a voler arrivare a questo punto. Purtroppo le condizioni si sono create perché qualcuno ha deciso, scientemente e anche legittimamente, di andare avanti in Commissione e farsi bocciare il progetto di legge, ripeto, per poi venire qui e fare la morale e la lezione a tutti quanti. E penso che questo sia davvero inaccettabile, perché da questo punto di vista non c’è qualcuno che ha un interesse inferiore rispetto a qualcun altro ad occuparsi dei temi della fragilità, del rischio usura. Torno a dire che ce ne siamo occupati nella scorsa legislatura e vogliamo continuare ad occuparcene. Siamo noi i primi a sollecitare ‒ l’assessore Taruffi lo sa molto bene, perché io gli sono alle calcagna ogni tre per due ‒ la messa a terra di questa legge. La messa a terra, non l’eliminazione del sostegno psicologico o l’eliminazione del reinserimento sociale da parte delle persone fragili.

Vogliamo semplicemente che gli strumenti previsti dalla legge vengano attuati. Ribadisco: io sono la prima che tutti i giorni sollecita l’assessore ad andare in questa direzione. Ricordo che siamo quelli che ‒ parlo del Movimento 5 Stelle ‒ da sempre hanno a cuore le fragilità. Ne è la dimostrazione il Reddito di cittadinanza, che qualcuno sta smantellando. E vedremo, anche in questo caso, le conseguenze. Non solo quelle dell’alluvione, ma anche dello smantellamento di strumenti che sono stati fondamentali anche durante la pandemia.

Torno a dire che io lezioni non ne prendo da nessuno. Cerchiamo, però, tutti quanti di lavorare in maniera seria e onesta intellettualmente, verso quella direzione che tutti auspichiamo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dichiarazioni di voto? Io non ho altri.

Consigliera Costi, prego.

 

COSTI: Grazie, presidente.

Solo per fare alcune considerazioni conclusive, per dichiarare la nostra posizione anche rispetto alle due risoluzioni, soprattutto all’emendamento che ha proposto il collega Mastacchi sulla risoluzione che abbiamo presentato.

Noi riteniamo che la legge n. 28/2019, che riguarda le misure regionali per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento, abbia bisogno, oggi, non di essere modificata, ma di essere attuata. Questo è l’unico motivo che ci porta a dire che quanto proposto dal consigliere Mastacchi rispetto alle modifiche sia quasi totalmente attuabile, eccetto un punto, che è quello del togliere la parola “sociale”, quando tutta la norma è stata costruita anche proprio per il reinserimento sociale.

Tutto il resto oggi è già previsto, c’è l’impegno dell’assessore che ci sta già lavorando, c’è l’impegno sia per quanto riguarda il finanziamento, sia per dare corpo a tutti gli articoli che sono contenuti in questa norma, che - ricordo -, essendo una legge regionale, è integrativa e complementare alla legge nazionale, per cui noi riteniamo... e non ci sono elementi, ho sentito troppe volte “cosa c’è dietro?”, ma dietro non c’è niente, non c’è né una posizione ideologica, né altro, tanto che non riesco neanche a capire perché siamo in un’aula istituzionale, stiamo guardando un progetto di legge e come maggioranza abbiamo espresso un parere – credo ‒ meditato, valutato e supportato anche da motivazioni concrete.

La nostra bocciatura riguarda quindi esclusivamente questa parte, io ricordo che c’è una legge nazionale, mi auguro che ci sia lo stesso impegno, perché anche a livello nazionale questa legge sia rafforzata e supportata da tutti quegli elementi che possano permettere a tutti i cittadini della nostra Regione, che ha una legge rafforzata assieme al Lazio e al Piemonte, ma anche in tutto il Paese, di avere quei diritti rispetto a momenti complicati e difficili della propria vita che, come si dice in questa Regione e nelle altre due Regioni, abbiamo cercato di supportare anche con leggi regionali.

 Così come auspico, visto che è un tema che è stato sollevato giustamente, e abbiamo sempre detto che non mettiamo in discussione il tema che è stato sollevato, sono le modalità e la forma, se sia necessaria una legge o non lo sia.

Io mi auguro che, anche riguardo ai nostri territori così gravemente colpiti, queste tematiche che sono state poste dal consigliere Mastacchi ricadano anche nei provvedimenti nazionali, come è successo rispetto al tema del sisma. C’è qualche collega che all’epoca faceva il Sindaco in quest’aula e sa bene che tutte queste tematiche sono state affrontate in modo coerente e completo anche a livello nazionale.

Noi cercheremo di fare la nostra parte e di questo sono sicura e tranquilla, però penso che siamo tutti d’accordo, perché l’abbiamo anche riconosciuto per il primo intervento che è stato fatto dal Governo sul tema emergenza, che comunque su questa parte necessiterà un impegno forte del Governo e del Parlamento, e io chiedo che questa parte sia inserita anche all’interno di questa parte. Questo è il motivo per cui noi riteniamo di votare la nostra risoluzione. Accettiamo l’emendamento che il collega Mastacchi ha posto, perché effettivamente sarebbe in contraddizione rispetto alla sua posizione. Quindi, capiamo benissimo, quindi va bene. Noi, però, votiamo contro rispetto ad una risoluzione che il collega Mastacchi ha portato, che riteniamo abbia necessità di altri elementi e di altri approfondimenti, ma soprattutto ha necessità di un impegno a livello nazionale. Non si può pensare e pretendere che sia solo l’Istituzione Regione ad agire rispetto a determinati temi, perché le norme sono prima di tutto in questo caso nazionali.

Il nostro voto, quindi, sarà favorevole rispetto a risoluzione e ordine del giorno e contrario rispetto alla risoluzione Mastacchi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie.

Certo, consigliera Costi, che se dovessimo pensare che la Regione Emilia-Romagna possa comunque sostenere anche i territori rovinati con soldi di altri, come ha detto questa mattina l’assessore Calvano in risposta al question time del consigliere Liverani, questo è il senso dell’Istituzione Regione Emilia-Romagna. Però, non voglio entrare in questa polemica.

Voglio semplicemente fare questo tipo di ragionamento e anche spiegarle le motivazioni per le quali oggi ci siamo un po’ sorpresi dell’atteggiamento vostro, sorpresi perché è evidente che il motivo per il quale oggi non viene votata questa legge è semplicemente un motivo di retaggio ideologico vostro, di contrapposizione e di negazione di ogni atto dell’opposizione, per intestarsi un proprio ragionamento attraverso una risoluzione che avete presentato.

Ovviamente noi voteremo contro all’ordine del giorno che prevede il non passaggio all’esame degli articoli, non parteciperemo al voto rispetto alla risoluzione 6923/1, perché è assolutamente una presa in giro rispetto alla discussione che abbiamo fatto, quindi non intendo mettere alcun voto ad una risoluzione di questo tenore, e voteremo a favore, invece, della risoluzione presentata dal consigliere Mastacchi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Anche il Gruppo Fratelli d’Italia voterà a favore della risoluzione presentata dal consigliere Mastacchi. Non parteciperemo al voto sulla risoluzione presentata dalla maggioranza. Le motivazioni le abbiamo già espresse, cioè non riteniamo che si tratti di altro, se non una posizione di bandiera, una posizione esclusivamente politica.

A questo proposito, visto che nel corso della discussione sono stati portati tanti esempi, forse anche fuori tema, nel ricordare che se ne vedranno delle belle, vorrei aggiungere un tema anch’io. Sì, se ne vedranno delle belle in futuro anche a proposito del tema dell’alluvione. Ho letto poco fa un comunicato del sindaco metropolitano che scrive alla Regione Emilia-Romagna perché la comunicazione relativa ai Comuni alluvionati, a parte di Comuni alluvionati è parziale o incompleta. Quindi, il decreto deve essere modificato.

Quindi, sì, ne vedremo delle belle, però dovremo stare concentrati su quello che è di competenza della Regione, senza badare a quello che sta facendo il Governo, che fino ad oggi ci sembra che troppo male non faccia. Anzi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Io non ho altri in dichiarazioni di voto.

A questo punto, passiamo alle votazioni.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Chiedevo il voto elettronico sulla risoluzione della collega Costi, che ho sottoscritto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Non ci sono altri iscritti in dichiarazione di voto.

A questo punto, partiamo con le varie votazioni.

Partiamo con la votazione sulla risoluzione 6923, risoluzione a firma Mastacchi, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinta.

 

Ora passiamo all’emendamento. L’emendamento a firma Mastacchi insiste sulla risoluzione 6923/1 a prima firma Costi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora passiamo alla votazione sulla risoluzione 6923/1 per voto elettronico, come da richiesta.

Ricordiamo che è a prima firma Costi e di tanti altri consiglieri (Piccinini, Amico, Zamboni, Pigoni, Marchetti Francesca e Zappaterra).

Dichiaro aperta la votazione sulla risoluzione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 27

Favorevoli 26

Astenuti 1

 

È approvata la risoluzione 6923/1 (oggetto 6943).

 

Siamo all’ultima votazione, la votazione dell’ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli.

La votazione è per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 4346/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 5142

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Modifiche alla Legge regionale 23 dicembre 2004, n. 29 (Norme generali sull’organizzazione ed il funzionamento del Servizio Sanitario Regionale). Modifiche alla Legge regionale 24 maggio 2004, n. 11 (Sviluppo regionale della Società dell’Informazione)”. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pelloni, Stragliati, Facci, Catellani, Occhi, Rainieri, Liverani, Delmonte, Bergamini, Rancan, Bargi, Pompignoli, Montevecchi

(Relazione della Commissione)

(Ordine del giorno 5142/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo adesso all’oggetto 5142: progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Modifiche alla Legge regionale 23 dicembre 2004, n. 29 (Norme generali sull’organizzazione ed il funzionamento del Servizio Sanitario Regionale). Modifiche alla Legge regionale 24 maggio 2004, n. 11.

Questo progetto di legge è a firma dei consiglieri Marchetti Daniele, Pelloni, Stragliati, Facci, Catellani, Occhi, Rainieri, Liverani, Delmonte, Bergamini, Rancan, Bargi, Pompignoli e Montevecchi.

Il testo è stato licenziato dalla Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali nella seduta del 30 maggio 2023 con parere contrario.

Il progetto di legge è composto da 3 articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Marchetti Daniele, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

È pervenuta una proposta di ordine del giorno di non passaggio all’esame dell’articolato, a firma della consigliera Soncini.

A questo punto passiamo la parola al relatore della Commissione, consigliere Marchetti. Prego, consigliere.

 

MARCHETTI Daniele, relatore della Commissione: Grazie, presidente.

Finalmente discutiamo questo progetto di legge, un progetto di legge che ha l’obiettivo di promuovere una vera e propria riforma del servizio sanitario regionale sia dal punto di vista dei servizi che dobbiamo offrire garantire ai cittadini, sia per quanto riguarda gli aspetti organizzativi e, di conseguenza, economici. Ha avuto una gestazione abbastanza lunga. È stato depositato, infatti, il 4 maggio 2022. Ma non ho assolutamente intenzione di lamentare questi tempi lunghi, al contrario di quanto abbiamo fatto magari in altre occasioni, per un semplice motivo, perché mi auguravo nel frattempo, man mano che passavano i mesi, di vedere arrivare in Commissione e, di conseguenza, anche in Assemblea un testo che potesse riportare una proposta completa a 360 gradi della Giunta regionale, una proposta alternativa che, purtroppo, ad un anno di distanza, non è ancora arrivata e che non abbiamo ancora avuto modo, ovviamente, di conseguenza, di discutere.

Io credo che il contesto storico e la situazione economica e organizzativa attuale impongano, comunque, una riflessione su una riorganizzazione da attuare al nostro servizio sanitario regionale. Lo impongono i buchi di bilancio di questi ultimi anni, se pensiamo al 2020 o al 2021, anche se per quel biennio in realtà è anche abbastanza comprensibile se consideriamo l’evento che ha travolto la nostra regione e il mondo intero, ma più che altro per quanto riguarda il 2022, quando abbiamo registrato un disavanzo assolutamente spropositato rispetto a tante altre Regioni. Badate, quando parlo di altre Regioni, ovviamente non intendo quelle che non sono ancora riuscite a raggiungere la massima efficienza, ma parlo di Regioni che si considerano virtuose per quanto riguarda i servizi offerti ai cittadini. A fronte di disavanzi come la Regione Veneto, nel 2022, pari a 250 milioni di euro, noi siamo arrivati ad oltre 880 milioni di euro. È un dato che ci deve far riflettere.

Le motivazioni potrebbero essere tantissime. C’è chi ha parlato di mala gestione. Non soltanto la Lega, ma anche vostri rappresentanti, vostri vertici dirigenziali all’interno dell’assessorato. C’è chi, invece, difende il Servizio sanitario regionale nella sua gestione, dicendo che il tutto è riconducibile a una capillare presenza delle Case della comunità sul territorio, che, quindi, di conseguenza, portano ad un costo maggiore.

Qualsiasi sia la causa che ha portato a questa situazione economica la nostra Regione, credo che comunque qualche conto in tasca ce lo dovremmo fare. Non è nemmeno ammissibile avere l’illusione di spendere sempre di più rispetto ad altre Regioni per garantire, poi, gli stessi servizi. Possiamo dire tutto quello che vogliamo, ma non è che noi garantiamo servizi ulteriori rispetto al Veneto o alla Lombardia, se proprio vogliamo giocare sullo stesso piano. Eppure abbiamo una macchina organizzativa, un Servizio sanitario regionale che costa molto di più. E questo è sicuramente un elemento che dobbiamo tenere in considerazione e mantenere al centro del dibattito in Commissione Sanità, ovviamente, ma anche in questa sede.

Oggi voi ci portate una riforma spezzettata. Non abbiamo ancora compreso, in realtà, quale sia il vostro vero obiettivo, il vostro vero progetto di riforma della sanità regionale. State presentando sui territori, ad esempio, attualmente, una riforma del servizio dell’emergenza-urgenza. Vi presentate qua e là nelle Conferenze sociosanitarie. Talvolta, come è avvenuto nel territorio di Piacenza, siete passati prima dal circolo del PD. E questa, lasciatemelo dire, è una cosa che lascia alquanto a desiderare. Non siamo in Cina, dove c’è l’Assemblea del popolo cinese, con i membri del partito che decidono. Siamo in una democrazia, quindi dovreste passare prima, per rispetto, nelle sedi istituzionali.

State presentando delle slide, dove non si capisce bene quale sia il vostro progetto. Parlate di questi nuovi centri, dei CAU, che dovrebbero sostituire, oppure no, alcuni Pronto Soccorso del territorio, c’è il 116117 che diventerà probabilmente il numero di riferimento dell’ex Guardia medica e niente di più.

Sono queste le iniziative che volete portare avanti o avete un disegno più complessivo, come quella famosa bozza che circola e che ci è arrivata per vie traverse, che non abbiamo ancora capito a chi l’avete illustrata? Se infatti è arrivato un documento del genere a noi, significa che a qualcuno è stata mostrata, e non avete ancora avuto il coraggio... perché io l’ho domandato già per ben due volte all’assessore Donini, che oggi mi dispiace non vedere qui in aula, e non ci avete risposto, siete sempre scappati da questa domanda che vi abbiamo posto.

Si dà il caso che ad oggi, fino a prova contraria, l’unica proposta di riforma, che piaccia o non piaccia, arrivata e giunta in quest’aula è quella della Lega, ed è una proposta che si snoda fondamentalmente su due versanti. Il primo è quello incentrato sui servizi che i cittadini toccano con mano, ovvero il tema delle liste d’attesa per le visite specialistiche. Il secondo filone, invece, si concentra in particolar modo sull’efficientamento della macchina organizzativa, tecnica e amministrativa dell’apparato regionale, ma anche delle Aziende sanitarie, andando oltretutto ad interessare anche il settore degli acquisti tramite Intercent-ER.

Cercherò di entrare nel dettaglio passando per punti, partendo dal primo aspetto che interessa questo progetto di legge. Come dicevo prima, ci siamo concentrati sul tema delle liste d’attesa, perché è quello che il cittadino tocca con mano. Intendiamo con questa nostra proposta porre fine al fenomeno delle agende chiuse.

Il tema delle agende chiuse in sanità esiste, voi potete venire a raccontarci, come è già accaduto con alcune risposte che abbiamo ricevuto, che non si tratta di agende chiuse, ma di agende che faticano a rimanere aperte, ma il concetto non cambia: sono agende che comunque restano chiuse, e il cittadino, quando si rivolge al CUP, si sente dire “riprovi la prossima settimana, riprovi tra un mese”, e non è una lotteria, come vi ho già detto diverse volte.

Noi proponiamo, quindi, di introdurre nella legge regionale di riferimento questo concetto, ovvero che la presa in carico deve sempre essere garantita. Un cittadino non può più essere rispedito a casa quando si rivolge al CUP per richiedere una prestazione sanitaria, ovviamente prescritta dal proprio medico. Perché non è che se lo inventa, significa che ne ha bisogno. Non è che va per divertimento al CUP. Ci avete detto che è una proposta ridondante in Commissione, perché esiste già una legge nazionale che vieta la chiusura delle agende. E allora perché le chiudete, se esiste già una legge nazionale che vieta la chiusura delle agende per le visite specialistiche. Non è ridondante, quindi, a questo punto. È giusto e doveroso riprenderlo anche nella legge regionale di riferimento, perché altrimenti è facile poi venire qui in aula o in Commissione a presentarci dei dati in miglioramento sulle liste d’attesa. Per forza, se mandiamo a casa la gente senza la prenotazione migliorano senza alcun dubbio. Se poi ci mettiamo anche il giochino che avviene nell’ASL Romagna dove, oltre alla chiusura delle agende, sbattiamo le persone da Ravenna a Rimini, da Rimini a Forlì, a Cesena e a Faenza, allora il gioco è fatto. Le liste d’attesa per forza le risolvi in questa maniera. Ma non è questo il servizio che dobbiamo offrire noi come Regione Emilia-Romagna, se ci vogliamo realmente considerare virtuosi. Almeno questo è il nostro punto di vista.

Vengo all’altra parte del progetto di legge, quello che fa riferimento agli aspetti organizzativi ed economici, perché ci rendiamo anche conto che, nel momento in cui si chiede un servizio ulteriore, è necessario trovare le risorse necessarie da mettere in campo per potenziare il comparto, il cosiddetto “comparto”. Allora, noi che cosa chiediamo? Innanzitutto di avviare un efficientamento dell’apparato amministrativo e tecnico regionale, come in parte dovrebbe già avvenire, perché in seguito al deposito del nostro progetto di legge, comunque, ho sentito parlare di una volontà di efficientare e unire, ad esempio, l’Assessorato regionale alla sanità con l’Agenzia socio-sanitaria regionale. Non so a che punto siamo ad oggi, però so che c’era questa volontà. Ma è un processo che si potrebbe attuare anche su diverse figure apicali e dirigenziali di diverse Aziende sanitarie del nostro territorio. Si può tradurre nell’istituzione di un’Azienda Zero, come è avvenuto in Veneto? Sì, si potrebbe. Non vi piace attuare un efficientamento in questa maniera? Si possono trovare altre strade. Un esempio l’ho fatto ieri, proprio in Commissione Sanità, in fase di replica all’assessore Donini, su una interrogazione che abbiamo presentato lì in aula: il caso emblematico della dottor Magrini, ex DG di AIFA, che, una volta caduto in disgrazia perché è cambiato il Governo nazionale, si è recuperato subito un posticino all’interno dell’ASL Romagna, dirigenziale, ovviamente, ben retribuito, oltre 700.000 euro per cinque anni. Per quello si trovano subito le risorse economiche. E l’assessore Donini ha detto: “Eh, ma se consideriamo queste cifre su miliardi di euro che cuba annualmente la sanità, non è niente”. Se iniziamo ad avviare questi ragionamenti, però, si iniziano a creare anche mille rivoli di sprechi. Permettetemi di dirlo.

Io mi domando: quella figura in particolare, per riportare un semplice esempio, di un direttore di una struttura, di un’unità complessa, un’unità operativa complessa, che deve governare la qualità dei servizi offerti... È necessario avere un dirigente del genere in tutte le aziende sanitarie? Mi domando io. Non è possibile avere una figura unica che detti le linee da Piacenza a Rimini? Ci sono, forse, aziende sanitarie che hanno l’obiettivo di garantire dei buoni servizi e altre no? Ci dovrà essere un’idea comune, una linea comune regionale, per garantire l’alto livello dell’assistenza che dobbiamo offrire ai cittadini emiliano-romagnoli. E ci venite anche dire che se andiamo a istituire... Perché io mi ricordo le parole che sono state dette in Commissione: “Se ci venite a dire che la soluzione potrebbe essere quella di istituire un’Azienda Zero, andremo a togliere autonomia ai territori”. Innanzitutto non è vero, perché in Veneto non è avvenuto questo. È stata creata una struttura che ha unificato determinati apparati tecnico-amministrativi che erano disseminati in tutte le aziende sanitarie, che è quello che stavo dicendo poco fa.

Però sono restate le aziende sanitarie. Al contrario vostro, che senza Azienda Zero, però, ad esempio, avete unificato l’ASL della Romagna unendo tre Province. Ci venite a parlare voi di riduzione dell’autonomia dei territori? Siete voi che avviate sempre e comunque questi processi di accentramento, come avete cercato di fare anche per l’ASL unica metropolitana, progetto che forse-forse è arenato per via anche del malcontento popolare che aveva creato. E poi voglio vedere cosa vi inventerete anche su questa partita, perché sono convinto che non sia ancora chiusa.

Altro elemento su cui noi puntiamo è quello degli acquisti. Sugli acquisti, a nostro avviso, si possono ricavare risorse importanti, già di per sé la Regione ovviamente si muove tramite Intercent-ER, che è la centrale di committenza regionale, lo stesso assessore Donini ha detto che nell’ultimo anno, grazie ad Intercent-ER si è risparmiata una cifra pari a 200 milioni di euro, se non erro (mi correggerete, se sbaglio).

Questa però è la cifra che solitamente si risparmia grazie all’efficientamento attuato da Intercent-ER, ma noi chiediamo di fare un passo ulteriore, di mettere nella legge regionale che regolamenta questa centrale di committenza anche la possibilità di avviare dei dialoghi con altre Regioni, con altre centrali di committenza, per abbattere ulteriormente il prezzo unitario del prodotto o del servizio acquistato.

Sono esperienze che sono state già portate avanti in via sperimentale in alcuni casi. Ricordo che nel 2015, in seguito a una nostra proposta approvata da quest’aula, si diede il via ad un acquisto sperimentale di farmaci derivanti dalla lavorazione del plasma, un acquisto sperimentale che mise insieme cinque Regioni, e in un solo anno la Regione Emilia-Romagna, grazie ad una sola operazione, risparmiò 8 milioni di euro.

Questo significa che sugli acquisti, se ci lavoriamo attentamente, potremmo recuperare risorse importanti, ma è stato fatto anche durante il periodo Covid con i vaccini, perché si creano economie di scala utili per recuperare risorse.

Quelle risorse, ovviamente, dopo non vanno sprecate, vanno reinvestite nei comparti, così andiamo magari a sbloccare qualche graduatoria per non veder tagliati i servizi, come sta avvenendo in questi giorni a Imola, dove non solo vengono tagliate le automediche in giro, a Imola è stata tagliata anche un’ambulanza infermieristica. Sapete perché? Perché non si può scorrere la graduatoria, perché c’è il blocco, quindi non c’è l’autista soccorritore e quindi si perde un mezzo in un momento delicato come questo, dove ad esempio in Appennino per raggiungere un luogo sperduto magari si impiega il triplo del tempo. Voglio vedere se l’unico mezzo a disposizione che c’è deve farsi 40-50 minuti di strada, come fa il resto del territorio quando rimane scoperto.

Questi sono aspetti da tenere in considerazione e noi abbiamo cercato di farlo senza pretendere di avere la verità in tasca. È per questo che dico che speravamo di vedere una controproposta, perché, come vi ho detto in Commissione, quando si presenta un progetto di legge – torniamo al discorso precedente, di poco fa – un consigliere di opposizione non ha la benché minima illusione di veder approvato il proprio testo. Potete dirci tutto quello che volete, ma non finisce mai così. Però, tendenzialmente si spera di avviare una riflessione e di vedere magari una controproposta, soprattutto su un tema così importante, una controproposta che, come dicevo prima, ad oggi non c’è, se non qualche documento che circola così, ma non è ufficiale. Non possiamo discutere, ovviamente, su un documento non ufficiale.

Ci è stato detto in Commissione che le nostre proposte non sono così campate in aria, ma che non è necessario un progetto di legge per portarle avanti, sarebbe sufficiente – ci avete detto – un atto o più atti amministrativi. Allora, quello che vi diciamo noi oggi è che, se non condividete questa modalità, muovetevi come vi pare, ma muovetevi, presentate una vostra proposta, con un PDL, con un atto amministrativo, con più atti amministrativi. Ma non venite a criticare le nostre proposte senza aver nulla in mano. Soprattutto cercate di farlo prima di compromettere definitivamente il nostro servizio sanitario regionale, che è fatto, sì, di centri di eccellenza, ma che oggi reggono grazie al contributo e allo sforzo dei nostri operatori sanitari, che reggono nonostante i vostri disastri.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Sono le ore 17,25, per cui non c’è tempo per aprire il dibattito generale. Quindi, lo riprendiamo domattina, alle ore 9,30.

Dichiaro, quindi, chiusa la seduta di oggi pomeriggio. Buona serata a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 17,25

 

ALLEGATO

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI; Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME; Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Vincenzo COLLA, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Paolo CALVANO, Andrea CORSINI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 6943

Risoluzione per impegnare la Giunta a dare piena attuazione alla legge regionale 29 novembre 2019, n. 28 recante "Misure regionali per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento". A firma dei Consiglieri: Costi, Piccinini, Amico, Zamboni, Pigoni, Marchetti Francesca, Zappaterra

 

Presenti: 42

Favorevoli: 26

Astenuto: 1

Presente non votante: 15

Assenti: 8

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma;

DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia

Astenuto:

MASTACCHI Marco

 

Presenti non votanti:

BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo; PETITTI Emma

 

Assenti:

BONACCINI Stefano; BULBI Massimo; CASTALDINI Valentina; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; PELLONI Simone; RANCAN Matteo; ZAPPATERRA Marcella

 

Emendamento

 

OGGETTO 6943

Risoluzione per impegnare la Giunta a dare piena attuazione alla legge regionale 29 novembre 2019, n. 28 recante "Misure regionali per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento". A firma dei Consiglieri: Costi, Piccinini, Amico, Zamboni, Pigoni, Marchetti Francesca, Zappaterra

Emendamento 1, a firma del consigliere Mastacchi Marco

Nel quarto capoverso della sezione "considerato che" dopo le parole:

"tutti gli attori istituzionali e sociali competenti..." eliminare le parole:

"evitando modifiche alla stessa che non avrebbero alcuna ricaduta in termini di maggior efficacia"

(Approvato)

 

Ordine del giorno

 

Ordine del giorno 4346/1 per il non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d'iniziativa del Consigliere Mastacchi recante: "Interventi per sostenere l'attivazione di sportelli pubblici di ascolto per il sovraindebitamento. Modifiche alla legge regionale 29 novembre 2019, n. 28 (Misure regionali per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento)". A firma della consigliera Marchetti Francesca

 

«L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

 

Visto il progetto di legge di cui all’oggetto;

 

Considerato il parere contrario espresso in sede referente dalla Commissione assembleare "Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport e Legalità";

 

Ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere contrario della Commissione assembleare;

 

Ai sensi dell’art. 92 del Regolamento

 

delibera

 

il non passaggio all’esame degli articoli.»

(Approvato)

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Petitti - Zamboni

Bergamini – Montalti

 

Espandi Indice