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SEDUTA DI MARTEDÌ 11 LUGLIO 2023

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDI DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6791

Interpellanza circa l'emanazione di disposizioni specifiche per la detenzione dei cani da parte dei privati, in ottemperanza al disposto di cui all'art. 4, comma 2 bis della l. r. n. 5 del 17 febbraio 2005. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

GIBERTONI (Misto)

DONINI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 6830

Interpellanza in merito alle criticità emerse nel programma del nuovo Servizio Ferroviario Metropolitano in danno dei pendolari della media ed alta Valle del Reno. A firma del Consigliere: Facci

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

FACCI (Lega)

BARUFFI, sottosegretario

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 6902

Interpellanza sullo stato di attuazione della Direttiva europea 2007/60/CE, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni. A firma dei Consiglieri: Facci, Occhi, Pompignoli, Pelloni, Delmonte, Rainieri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

FACCI (Lega)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 6903

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Abrogazioni e modifiche di leggi e disposizioni regionali in collegamento con la Sessione europea 2023. Altri interventi di adeguamento normativo". (69)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 6903/1 oggetto 7112 – Ritiro)

(Ordine del giorno 6903/2 oggetto 7113 – Approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

AMICO (ERCEP)

FABBRI (PD)

PICCININI (M5S)

CATELLANI (Lega)

CALVANO, assessore

PRESIDENTE (Zamboni)

PICCININI (M5S)

PICCININI (M5S)

COSTA (PD)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

PICCININI (M5S)

BONDAVALLI (BP)

CATELLANI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

CATELLANI (Lega)

PIGONI (BP)

BONDAVALLI (BP)

CATELLANI (Lega)

MONTEVECCHI (Lega)

 

OGGETTO 5242

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme per il sostegno economico alle micro e piccole imprese commerciali ed artigiane operanti nel territorio della Regione Emilia-Romagna interessato dai cantieri per la realizzazione di opere pubbliche". A firma dei Consiglieri: Facci, Liverani, Catellani, Bergamini, Pelloni, Occhi, Pompignoli, Marchetti Daniele, Rancan, Rainieri, Montevecchi, Stragliati, Bargi, Delmonte

(Relazione)

(Risoluzione 5242/1 oggetto 7114 – Abbinata)

PRESIDENTE (Petitti)

FACCI, relatore

TAGLAIFERRI (FdI)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetto 6903

Emendamenti oggetto 6903

Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,44

 

PRESIDENTE (Zamboni): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 221 del giorno 11 luglio 2023.

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza gli assessori Corsini e Mammi.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Zamboni): Riprendiamo i lavori dallo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 6791

Interpellanza circa l’emanazione di disposizioni specifiche per la detenzione dei cani da parte dei privati, in ottemperanza al disposto di cui all’art. 4, comma 2 bis della l. r. n. 5 del 17 febbraio 2005. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Zamboni): La prima interpellanza è la 6791: interpellanza circa l’emanazione di disposizioni specifiche per la detenzione dei cani da parte di privati, in ottemperanza al disposto di cui all’articolo 4, comma 2-bis della legge regionale n. 5 del 17 febbraio, 2005.

Ha la parola per l’illustrazione la consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Buongiorno, assessore. Ho portato già questo tema in aula e lo riporto perché ci tengo a sottolineare una volta di più che la Regione qui può muoversi con un provvedimento autonomo e, potendolo fare, non c’è più bisogno che faccia pensar male di sé, che vuole dare contentini in continuazione alla lobby dei cacciatori, che pare o potrebbe essere che non voglia vedere normato, invece, questo ambito importante.

Il punto qual è, quindi, per chi… Magari per fare una sintesi. Il punto è che le strutture pubbliche di custodia di animali, come ad esempio cani, un canile pubblico, ha una metratura minima, per esempio, della gabbia in cui il cane deve essere custodito, che mi pare sia circa 9 metri quadri; mentre i privati possono fare più o meno quello che vogliono.

La Regione ha promesso già da anni, in particolare lo ha promesso con una legge del 2005, poi dopo modificata e integrata nel 2013. Comunque ormai siamo a circa 7 o 8 anni di promesse. Qui la Regione, appunto, dice: “la Giunta, sentita la Commissione assembleare, deve emanare apposite indicazioni tecniche aventi ad oggetto specifici requisiti delle strutture volte al ricovero dei cani e dei gatti e i requisiti di detenzione degli animali di affezione con disposizioni specifiche”; mentre a oggi, ancora nel 2023, queste disposizioni non ci sono.

Nella scorsa risposta che mi è stata data dall’assessore Donini si diceva, appunto, che la Giunta ha iniziato proprio l’anno scorso, nel 2022, un percorso di revisione della normativa regionale in tema di tutela, ovviamente, degli animali da compagnia, quindi legandola a qualcosa che è leggermente diverso e senza tener conto che c’è ormai un’aspettativa da parte di otto anni sulla questione importante che riguarda proprio il benessere quotidiano… Ma neanche il benessere, la minima sussistenza di questi poveri animali, che appunto si lascia alla bontà…

Presidente, se può chiedere un po’ di silenzio, grazie. Forse sono io che non riesco a sentire bene.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha ragione, mi scusi.

 

GIBERTONI: Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Abbassiamo la voce per consentire alla consigliera Gibertoni di svolgere la sua interpellanza.

 

GIBERTONI: Allora, ecco, sono 7 o 8 anni che di fatto è lasciato al criterio individuale di coloro che detengono cani come farli vivere dentro a strutture di custodia e gabbie.

Quindi, confuto nettamente ed esplicitamente che la Regione per questo debba aspettare dei decreti attuativi del Governo. Tra l’altro, aspettare decreti attuativi da parte del Governo, a fronte del fatto che le scadenze vengono raramente rispettate da tutti i Governi, fa capire che questi animali rischiano di essere detenuti in condizioni magari di malessere evidente per chissà quanto tempo ancora.

Infatti, a oggi, io ho contato, per esempio, solo per il settore sanitario, 57 decreti attuativi mancanti, quindi da parte di Governi di centrodestra, come Governi di centrosinistra, come Governi tecnici. In generale mancano 347 decreti attuativi governativi che in teoria le Regioni stanno ancora aspettando.  Quindi, sono 347 i provvedimenti a cui non sono state poste in coda norme applicative di nessun tipo. Sono ancora lì che galleggiano e che nessuno in qualche modo ha pensato di mettere a terra.

Insomma, mi pare evidente che è utopico pensare che, se leghiamo un provvedimento che è stato promesso già otto anni fa… Se lo leghiamo addirittura a un andazzo di questo tipo, vuol dire che questa è una manovra dilatoria, per cui la Giunta non vuole ottemperare a una normativa che è comunque in legge già e che non è quindi stata completata. È prevista dalla legge regionale, ma non emanata. Nascondersi dietro alla mancanza di decreti attuativi nazionali è, appunto, soltanto un modo a mio avviso per non fare.

Oggi, per poter avere cani detenuti in condizioni di benessere custoditi in spazi minimamente adeguati… Poi, se uno vuole fare meglio del canile pubblico e dire che un cane magari deve avere più di 9 metri quadri, benissimo. C’è libertà di avere margini di lavorare ancora meglio e anche poi di poterlo dire, di poter dire abbiamo lavorato ad una norma che migliora addirittura la condizione riservata ai cani nei canili. Ma lasciare ai privati, di qualunque tipo, siano essi cacciatori, siano essi odiatori di cani, siano essi persone... Lasciarli liberi di fare ciò che vogliono a livello di tutta la regione non è responsabile.

Quindi, a fronte del fatto che molte volte i Governi non fanno le norme applicative, ed è proprio per questo, assessore, che le riporto il calcolo di 347 decreti attuativi mancanti, chiedo che la Regione si muova in autonomia, come può fare, come ha promesso, come la norma regionale ancora aperta richiede e come il suo assessorato oggi dovrebbe finalmente ottemperare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde l’assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio la consigliera Gibertoni, che ha posto il tema, anche se non, a mio giudizio, in modo corretto. Ma siamo, giustamente, in un confronto. Cercherò di darle, comunque, alcune informazioni che magari le potrebbero anche far considerare la cosa nel suo complesso.

In particolare, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 16 maggio 2023, quindi non tanto tempo fa, il decreto 7 marzo 2023, che contiene le procedure per la gestione del sistema di identificazione e registrazione, un manuale che prevede alcune definizioni di stabilimenti di detenzione di animali da compagnia quali l’allevamento amatoriale, rifugi per cani, gatti e via dicendo. Anche le pensioni, eccetera. I prossimi passaggi, però, sono in capo al legislatore nazionale, che sta proseguendo il suo lavoro. Non è fermo.

Lo scorso 8 giugno ‒ quindi, non stiamo parlando di tanti giorni fa ‒ c’è stata una specifica riunione tecnica in Commissione salute nazionale, in cui la Regione Emilia-Romagna ha presentato diversi emendamenti alla proposta di decreto legislativo, che potrà presto essere calendarizzato in Conferenza Stato-Regioni.

Per quanto riguarda, invece, le istruzioni operative di gestione del sistema di identificazione e registrazione degli animali da compagnia che usciranno a seguito del decreto legislativo, il termine indicato nella bozza è del marzo 2024. Un percorso che la Regione Emilia-Romagna continuerà a seguire, contribuendo negli ultimi passaggi necessari e propedeutici per integrare e aggiornare la propria normativa regionale di riferimento. Si tratta, infatti, di un cambiamento importante su tutto il territorio italiano. Gli animali da compagnia in passato erano, infatti, esclusi dalla normativa nazionale e i vari aspetti che li riguardavano erano demandati a normative regionali e ad accordi Stato-Regioni, da recepire, poi, a livello locale.

Questa volta, invece, gli animali da compagnia entrano finalmente nella normativa di sanità animale, data l’importanza che meritano, disciplinati come altre specie coinvolte in passato in questi passaggi legislativi. È in capo al Ministero la definizione della differenza tra privato proprietario e azienda stabilimento. Con la nuova normativa anche le strutture amatoriali, oggi non considerate in maniera adeguata, diventeranno stabilimenti e saranno soggetti a controlli nazionali, con relativi obblighi e responsabilità, e non saranno più definiti semplici privati.

Il processo è in atto ‒ come vede di giorno in giorno assume nuove connotazioni ‒ e prosegue con la tempistica indicata.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Esprimo insoddisfazione, perché ritengo sia davvero evidente, assessore, che si continua a rimandare qualcosa che evidentemente non mette d’accordo chi vede i cani come uno strumento. Se qualcuno vede un cane come un animale d’affezione non ha dubbi sul fatto che il cane debba vivere con un minimo benessere. Se qualcuno vede il cane come un suo fucile, se qualcuno vede il cane come uno strumento, come un oggetto penso che, forse, non sia il primo dei suoi pensieri stare a guardare come vive il cane. Però dovrebbe esserlo per la Regione e dovrebbe esserlo per il suo assessorato.

La Regione dovrebbe aver già sganciato il provvedimento che poteva fare da qualunque tipo di utopica aspettativa di decreti attuativi che debbono venire, peraltro legati a provvedimenti più vasti, di altro tipo. Mentre qua si parla di regolamentare qualcosa che già ha fatto da solo qualche Comune. Qualche Comune piccolo in Emilia-Romagna si è già fatto il suo regolamentino. Lei mi vuole dire che la Regione Emilia-Romagna non può procedere autonomamente, se lo fa un piccolo Comune?

Bisogna mettere ordine nella materia. Secondo me, proprio come dice lei, data l’importanza che meritano, data l’importanza che meritano questi esseri viventi, almeno la Regione potrebbe fare un provvedimento ponte. Se veramente si dà come scadenza il 2024, visto che manca ancora un anno, che faccia un provvedimento ponte, in cui mette ordine nella materia, in cui sente le varie ASL del territorio, in cui va a guardare cosa ha fatto il singolo Comune di qua e il singolo Comuni di là e in cui si pone come obiettivo di fare almeno o meglio delle strutture di custodia pubblica, cioè dei canili.

Tutto il resto, secondo me, è attendismo, nella migliore delle ipotesi, oppure la solita disperante, sbagliata, incomprensibile, dal mio punto di vista, volontà di fare la gioia di lobby che agli animali vogliono male e che, non si capisce per quale motivo, pur continuando a diminuire di numero, mantengono intatto un diritto di veto in questa materia, quindi anche un diritto di veto sull’agire del suo assessorato, che di fatto avalla la richiesta o, comunque, avalla un’opportunità sbagliata, cioè quella di aspettare ancora altri anni, dopo gli otto anni ‒ ripeto, otto anni ‒ che sono già passati, senza riconoscere la possibilità, invece, di non rendersi disponibili. La Regione Emilia-Romagna dovrebbe dire: io non sono disponibile ad accettare regole e tipologie che non siano almeno quelle imposte alle strutture pubbliche di ricovero dei cani. Invece così la Regione e il suo Assessorato si gira dall’altra parte.

Il canile, come è giusto che sia, ha una sua regola. Il privato può fare esattamente quello che vuole e quindi io credo che questa sia un’azione e una dimostrazione di gravissima irresponsabilità.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

 

OGGETTO 6830

Interpellanza in merito alle criticità emerse nel programma del nuovo Servizio Ferroviario Metropolitano in danno dei pendolari della media ed alta Valle del Reno. A firma del Consigliere: Facci

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’oggetto 6830: interpellanza in merito alle criticità emerse nel programma del nuovo Servizio Ferroviario Metropolitano in danno dei pendolari della media ed alta Valle del Reno, interpellanza a firma del consigliere Facci, che ha la parola per illustrarla.

 

FACCI: Grazie.

Come è noto, la Regione Emilia-Romagna ha sottoscritto nei mesi scorsi un’intesa a livello metropolitano con Città metropolitana, Comune di Bologna, finalizzato a potenziare il servizio ferroviario metropolitano, nell’ambito del Piano urbano della mobilità sostenibile.

Se vogliamo, il potenziamento del Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna oramai è una questione antica, che è abbastanza dibattuta. Ne parlavamo, assessore Donini, quando lei sedeva sui banchi di Palazzo Malvezzi e anch’io, ovviamente dall’altra parte, e si parlava della cura del ferro, se si ricorda questo convegno che organizzammo allora. Il problema è che qui, a distanza di quasi vent’anni, torniamo a riparlarne e torniamo a parlare di potenziamento e di problematiche conseguenti, legate al trasporto ferroviario.

Per arrivare al dettaglio, la criticità che ho sollevato e sulla quale chiedo un chiarimento, chiedo che l’Amministrazione regionale possa dirci qualcosa di più, è legata alla possibilità, al timore più che fondato che le modifiche che verranno introdotte, che sono svariate e che riguardano più ambiti di intervento… Per quanto riguarda l’Alta Valle del Reno, riguarda sostanzialmente un importante potenziamento della infrastruttura, cioè il raddoppio fino a Sasso Marconi della linea, ma riguarda anche il prolungamento con questi servizi passanti fino a Pianoro.

Il tema è che si è già evidenziato, è già stato rappresentato che gli orari saranno sostanzialmente modificati e vi saranno degli importanti interventi modificativi. La preoccupazione è che tutto questo vada a scombussolare orari già precari. Già oggi i treni non riescono a essere in orario quotidianamente. Poi si tollerano, purtroppo, sempre i 10 o 15 minuti, quando diventano 50 minuti si va sui giornali, ma la quotidianità è che i treni mediamente sono sempre in ritardo.

Il punto è che con la richiesta si chiede di conoscere esattamente le concrete modifiche che andranno a determinarsi sulla tratta ferroviaria porrettana, con particolare riferimento agli orari di partenza e arrivo rispetto agli orari attuali; quali saranno le ripercussioni sugli orari delle fasce maggiormente utilizzate da studenti e lavoratori, con particolare riferimento a quelle mattutine in relazione agli ingressi negli istituti scolastici e nei luoghi di lavoro; e soprattutto se si condivida o meno l’opinione secondo la quale il miglioramento e il potenziamento del Servizio Ferroviario Metropolitano non debba andare a peggiorare le condizioni di vita e di lavoro dei pendolari e quindi quali sono gli accorgimenti, le soluzioni pratiche che in un qualche modo si vogliono mettere in campo per evitare, appunto, che questo possa accadere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde il sottosegretario Baruffi.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

In relazione all’interpellanza in oggetto, anzitutto si precisa che il protocollo d’intesa tra Regione, Città metropolitana e Comune di Bologna del marzo 2003 si pone l’obiettivo di rafforzare l’offerta del Servizio Ferroviario Metropolitano, obiettivo condiviso da questa Assemblea nel momento in cui abbiamo approvato anche un documento di programmazione complementare al PRIT circa la mobilità sostenibile. Era tra gli elementi qualificanti degli obiettivi che abbiamo assunto in questa Aula.

Tra le altre cose, prevede l’istituzione di nuovi treni passanti, cioè senza cambio di treno, senza rotture al passaggio nella stazione del capoluogo, nonché l’intensificazione delle corse tra Casalecchio, Bologna e Pianoro a partire dal giugno 2024, con una frequenza di una corsa ogni 15 minuti da dicembre 2024; e poi l’istituzione, che in realtà è già operativa nei weekend, di servizi notturni con l’autobus sostitutivo, che da dicembre 2024, se confermato, appunto, dopo questa fase sperimentale, diventeranno servizi ferroviari su quattro linee, Bologna-Porretta, Bologna-San Benedetto, Bologna-Vignola, Bologna-Poggio Rusco.

L’introduzione dei nuovi passanti comporta una nuova programmazione del servizio, con ogni evidenza, anche sulla linea SFM 1 Porrettana sino a Pianoro. Al fine di garantire che essa risponda in termini di orari alle necessità di chi utilizza il servizio per motivi di studio e di lavoro, alla riunione del 16 marzo 2023, citata nell’interpellanza, ne sono seguite ulteriori due: la prima in data 30 maggio 2023 con i sindaci, la seconda in data 9 giugno con i rappresentanti degli istituti scolastici.

Raccolte considerazioni e richieste emerse in queste sedi di confronto, con il coordinamento della Città metropolitana si sta lavorando alla definizione di un nuovo orario ferroviario, che risponda da una parte alle esigenze di programmazione del servizio, dall’altra a quelle delle cittadine e dei cittadini che lo utilizzano quotidianamente.

In estrema sintesi, credo che siamo di fronte a una notizia positiva, che è quella di un potenziamento di un servizio, in linea con gli obiettivi che ci siamo dati. L’idea di avere linee passanti, guardo la Presidenza, perché so che è sempre stata sensibile al punto, in generale credo che risponda a una necessità strategica della Città metropolitana, allargata, peraltro, al sistema di contorno.

L’idea di superare rotture di carico e avere linee passanti, appunto, è un passo avanti. Credo che questo vada misurato anche con le condizioni oggettive degli utenti, cioè di chi utilizza attualmente già i servizi per recarsi al lavoro e a scuola, per trovare le compatibilità del caso, partendo da un confronto con i Comuni interessati, come è stato fatto con gli utenti, e provando minimizzare i disagi, a compatibilizzare questo con l’obiettivo più generale e positivo che ho richiamato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Facci per la replica.

 

FACCI: Ringrazio il sottosegretario. È chiaro che siamo di fronte a un fatto nuovo. Il fatto nuovo è positivo nel momento in cui ha una fase attuativa in un qualche modo sicura nella sperimentazione. Mi passi il termine. Già oggi il servizio è comunque un servizio fragile, che vede continuamente delle problematiche. Allora, il fatto che si voglia potenziare un servizio fragile è una notizia positiva. Il punto è come lo si potenzia, in che modo. Lei ha citato i trasporti notturni. C’è stato un disastro alla partenza. Hanno lasciato a casa delle persone perché si sono dimenticati di farli o non so che cosa sia successo. È stato anche oggetto di un’altra interrogazione.

Tutto quello che è nuovo in una situazione di fragilità deve essere ben ponderato. Mi fa piacere che ci sia stato un incontro a maggio e a giugno con gli Enti locali e con le Istituzioni scolastiche. Quello che chiediamo è che questa fase innovativa sia ben studiata e ben valutata, perché diversamente rischia di andare a compromettere un contesto che già vede un equilibrio delicatissimo.

Quindi, prendiamo con beneficio d’inventario ‒ andremo a fare l’inventario in una fase successiva ‒ questa vostra disponibilità, che sicuramente è positiva, però bisogna essere consapevoli che quella linea, soprattutto, ma anche la Bologna-Vignola (io conosco, ovviamente, meglio la Bologna-Porretta) è una linea che ha sempre sofferto e che continua a soffrire. Io non vorrei che si cascasse dalla padella nella brace.

Quindi, l’invito è alla massima prudenza nell’adesione alla impostazione che il servizio va migliorato e potenziato.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

 

OGGETTO 6902

Interpellanza sullo stato di attuazione della Direttiva europea 2007/60/CE, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni. A firma dei Consiglieri: Facci, Occhi, Pompignoli, Pelloni, Delmonte, Rainieri

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’oggetto 6902: interpellanza sullo stato di attuazione della direttiva europea 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni.

L’interpellanza è a firma dei consiglieri Facci, Occhi, Pompignoli, Pelloni, Delmonte e Rainieri.

La illustra il consigliere Facci, che ha la parola.

 

FACCI: Grazie.

Torniamo sulla questione del Piano alluvioni e torniamo sulla questione del che cosa è stato fatto, a livello regionale, per adeguarsi a quelle che sono delle disposizioni superiori: prima la direttiva europea, poi la legislazione nazionale, poi la legislazione regionale.

Non sto a entrare troppo nei tecnicismi, a ribadire le norme o a richiamare le norme. Mi limito a partire da quello che credo sia il punto dove era arrivata la Regione prima dei fatti di maggio, vale a dire dicembre 2021, con la delibera di Giunta che prende atto del lavoro fatto da organismi tecnici, quindi l’Autorità di bacino del Po, con tutti i vari soggetti e la Regione come soggetto controllore. Il Piano di gestione del rischio alluvioni, quindi l’elaborazione del PGRA. In quell’elaborato, di cui la Regione ha preso atto, vi era una serie di interventi, classificati secondo una precisa graduatoria. L’avevo già detto in una delle ultime occasioni in cui si è parlato di questo. Da critical a very high, high, moderate; termini inglesi non so perché, però questo è. A proposito di…

 

(interruzione)

 

FACCI: Allora il concetto era, però, la scala delle priorità. Le questioni sono due. Abbiamo visto quello che è successo, non ci torniamo sopra, salvo dire che alcune situazioni che hanno visto che i fenomeni delle ultime settimane hanno riguardato anche alcuni tratti che erano all’interno di questa classificazione, anche con termini a importanti, critical o very high.

Allora il punto è, appunto, che credo che quello che è successo ponga delle domande. Uno, sono ancora validi quei piani alluvioni? È ancora valida quella mappa delle criticità? Questa chiaramente già è la domanda a monte, la domanda generale. Seconda domanda è, ma se avessimo fatto gli interventi descritti, sarebbe cambiato qualcosa? Se questi erano prioritari, perché non sono stati fatti? Le domande possono essere ovviamente parecchie, però a questo punto si tratta di capire.

La domanda poi di fondo è quella mappa è ancora attuale? Va rivista? Le dobbiamo dare esecuzione? In che tempi? Credo che alla fine la questione sia lì. Se l’Europa ci chiede, un’espressione ricorrente, di adeguare e di adeguarci in funzione di un rischio alluvioni, noi elaboriamo una mappa, nella mappa che elaboriamo indichiamo una serie di interventi e non li facciamo e succede qualcosa, che sicuramente è eccezionale, ma che forse è stato agevolato da una serie di interventi non eseguiti, beh, insomma, io credo che il problema oggi sul tavolo sia ampio; soprattutto, comunque, che cosa vogliamo fare di questi documenti, di questi atti di programmazione e come eventualmente debbano essere rivisti.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde la vicepresidente Priolo.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Parto dalla considerazione che questa interpellanza il consigliere l’aveva già depositata più o meno un mese fa, per cui già da allora c’era questa richiesta di risposta. Non sarà dissimile, ma forse integrativa rispetto a quella che ho dato questa mattina alla consigliera Castaldini. Per cui, proverò, dal momento che ho più tempo, banalmente, ad approfondire ulteriormente l’argomento, facendo anche qualche altra considerazione.

Credo sia arrivato il momento ‒ l’ho già detto più volte in sede di Assemblea e in sede di Commissione ‒ di cercare di comprendere come questi strumenti diventino non soltanto il faro operativo della Regione Emilia-Romagna e, più in genere, delle Regioni per le quali l’Autorità di distretto del bacino del Po ha elaborato il PGRA, perché sono state scritte da Autorità di distretto e l’Autorità di distretto non ha incarico soltanto la Regione Emilia-Romagna, ovviamente. Siccome l’Autorità di distretto di bacino è un’emanazione del Ministero dell’ambiente, quindi dovrebbe essere l’interfaccia per la pianificazione e la programmazione degli interventi, io proverò, anche nell’interlocuzione, sempre garbata, con il Ministro Pichetto Fratin, a comprendere come questi strumenti si riempiano di efficacia. Perché, poi, la pianificazione e la programmazione degli interventi, come lei chiede, necessitano di un’attuazione in base a una priorità che il Ministero, insieme alla Regione, in un Piano triennale dovrebbe condividere.

Ricordo che gli interventi, peraltro, previsti nel PGRA hanno una vista di un sessennio, quindi sei anni. Ne abbiamo preso atto, come diceva il consigliere, a dicembre del 2021, quindi dispiega un effetto fino al 2027. Significa che cosa? Che qua dentro non ritroviamo interventi infrastrutturali importanti, come possono essere delle casse di espansione, che, quindi, richiedono il finanziamento nel breve periodo, ma tanti interventi di carattere infrastrutturale che, invece, dovrebbero avere la vista, il finanziamento nei sei anni di durata del PGRA.

Questo diventa un tema molto significativo perché, rispetto al Piano di gestione rischio alluvioni precedente io personalmente ho chiesto all’Autorità di distretto di fare un upgrade del lavoro svolto e di individuare anche non soltanto le misure, ma l’ipotesi di consistenza economica del Piano stesso, che, come voi oramai ben sapete, ha un valore di 2 miliardi e che per l’ambito interessato dall’alluvione ha una stima di interventi per 450 milioni. Per cui, diventa fondamentale riuscire a trovare il modo per far finanziare veramente questi interventi, altrimenti è inutile che facciamo i Piani di gestione rischio alluvione, perché qua stiamo andando al di là della manutenzione, che è un compito della Regione Emilia-Romagna. Questo è un cappello introduttivo per fare in modo che, al di là dei posizionamenti, ci sia la possibilità reale e concreta di prendere questo strumento a riferimento, come prevede la Direttiva Alluvioni.

Detto questo, come ho specificato questa mattina alla consigliera Castaldini, e dirò anche a lei, proverò a leggere qualche passaggio, però il Piano gestione rischio alluvioni si focalizza su aree a maggior rischio definite tecnicamente, lo so che non vi piacciono i tecnicismi, ma tra l’inglese e gli acronimi ormai, APSFR, che sono le aree potenzialmente a rischio significativo, quindi si focalizza su queste, condividendo, con i Piani di assetto idrogeologico, i contenuti relativi alla gestione della pericolosità e del rischio in modo coordinato e sinergico.

Si tratta, quindi, di un Piano articolato e complesso, che riguarda tutti gli aspetti della gestione del rischio, alla cui attuazione sono chiamati, ovviamente, enti pubblici, ma anche enti privati.

Il Piano viene aggiornato, come ho detto, ogni sei anni. Il secondo ciclo, e verrò a spiegare perché parliamo di secondo ciclo, è stato approvato con il DPCM del 1° dicembre 2022.

Cosa voglio dire? L’Autorità di bacino ha concluso il percorso a dicembre del 2021. Noi ne abbiamo preso atto, però poi dopo è stato approvato con un DPCM a dicembre del 2022.

Detto questo, per i territori dei bacini Reno, Conca-Marecchia e Romagnoli, che sono quelli interessati dall’evento alluvionale di maggio, c’era stato il primo PGRA nel 2015, ovvero il primo ciclo che è stato redatto dall’allora distretto dell’Appennino settentrionale e dall’Autorità interregionale del Reno e Conca-Marecchia e regionale dei bacini Romagnoli sulla base delle pianificazioni dei PAI vigenti. I PAI sono i Piani di Assetto Idrogeologico.

A seguito della soppressione in tale Autorità di bacino e dell’annessione dei bacini Reno, Conca-Marecchia e Romagnoli al Distretto del Po, l’aggiornamento del PGRA del 2021 ha visto, quindi, la redazione del secondo ciclo da parte dell’Autorità di distretto del fiume Po.

Questo per dire che il PGRA attuale ha un upgrade rispetto a quello precedente, dove avevamo ben tre Autorità di distretto di bacino di riferimento per la gestione e il Piano rischio alluvioni della nostra Regione. Quindi, rilevo la complessità rispetto alla quale abbiamo provato a fare sintesi con questo strumento.

Nel 2019 è stato redatto l’aggiornamento delle mappe di pericolosità da lei citate, rischio alluvione e PGRA per i citati bacini ed è stato predisposto, in continuità e coerenza con la pianificazione del primo ciclo, con le mappe definitivamente approvate dal decreto sopra richiamato dell’aprile del 2022.

Da questo punto di vista, per quanto riguarda nello specifico le misure delle direttive, la Direttiva Alluvioni stabilisce che fra le componenti essenziali del PGRA debba figurare anche, come lei ha sostenuto, la prioritizzazione delle stesse. Pertanto, la struttura tecnica del distretto del Po ha predisposto allo scopo una metodologia in collaborazione con un gruppo di lavoro costituito da diverse università, dal CNR IGAG, che sarebbe l’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria, successivamente integrata e revisionata per allinearla alla proposta metodologica di ISPRA.

Sommariamente, il metodo assume un approccio significativo di tipo multicriteriale, che consente di associare a ciascuna misura del Piano gestione rischio alluvioni un punteggio calcolato con riferimento alla rilevanza sociale dei singoli obiettivi. Per dire come è stata composta la priorità di cui parlavamo prima.

Detto questo, per non dilungarmi, il PGRA con le relative mappe ha definito il quadro complesso delle misure nonché la metodologia per la loro prioritizzazione. È evidente che gli eventi di maggio dovranno costituire un riferimento fondamentale per l’aggiornamento nel prossimo sessennio già a partire dalla redazione della valutazione preliminare del 2024 delle mappe di pericolosità rischio del 2025 e per la redazione delle misure del Piano del 2027.

La sostanza è la seguente. È evidente, come ho detto questa mattina, che abbiamo avuto un evento che ha cambiato tutte le statistiche. Le mappe di pericolosità andranno necessariamente riviste. Rivedendo le mappe di pericolosità si rivede anche, alla luce della metodologia di classificazione, la priorità degli interventi che dovranno essere finanziati.

Comunque noi stiamo mandando avanti interventi sui bacini nella nostra programmazione di quinquennio di mandato di cui abbiamo parlato più e più volte. Ritengo che, a prescindere dalla possibilità o meno da parte del Governo di finanziare questi interventi, la mappa debba leggere necessariamente quest’intervento e noi stessi dovremmo essere i primi non soltanto a vedere le misure del Piano gestione rischio alluvione, ma a vedere anche quegli interventi e quelle misure atte alla riduzione del rischio residuo d’evento. Sono due interventi complementari, che servono a potenziare l’esistente, a fare in modo che questo evento, che non ha un precedente statistico, possa avere le infrastrutture necessarie, quindi nuove casse di laminazione, nuovi ambiti di espansione e tutto ciò che serve, finanche dare più corso e più spazio ai fiumi e lavorare con una metodologia diversa anche rispetto a quelle che possono essere aree potenzialmente allagabili dal punto di vista agricolo, che, però, devono prevedere, in una discussione con il mondo agricolo, anche le indennità preposte per poter risarcire, in questo caso, in ambito di fenomeni controllati.

C’è molto lavoro da fare, ma so che con lei c’è una sensibilità, e anche con il Gruppo. Per cui, proveremo a farlo insieme anche da questo punto di vista.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Per la replica, la parola al consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, assessore. Al di là della sensibilità, credo che qua occorra un’organizzazione differente. Credo che quello che è successo abbia effettivamente messo a nudo le nostre deficienze, mi passi il termine, ovviamente in senso lato. Ci sono troppi organismi che si occupano della materia tutela idraulica, tutela delle acque, però abbiamo Piani arretrati o Piani assenti. Per esempio, per quello che riguarda la gestione della vegetazione lungo gli alvei, c’è una norma specifica con dei programmi che dovevano essere effettuati e sono stati fatti. Abbiamo una serie di competenze, una serie di frazionati, una serie di interventi, una serie di soggetti, e poi succedono i disastri. Non la invidio. Lei ha un ruolo molto delicato. Sicuramente si è trovata una situazione che verosimilmente non auspicava. Ma questa è una mia considerazione personalissima.

Quello che credo la Regione debba fare è organizzare meglio questa attività, chi deve fare cosa e, soprattutto anche, forse, gestire meglio le risorse. Non più tardi di qualche mese fa lei è venuta in aula a presentarci il Piano triennale degli investimenti per quanto riguarda la tutela, il dissesto idrogeologico. Alla fine si era parlato di più di un miliardo di risorse complessivamente. Forse qua i denari, indipendentemente se il Ministero... I soldi ci sono. Forse vanno gestiti un po’ diversamente.

Indubbiamente, il Piano di tutela delle acque credo debba essere rivisto. Lei stessa in qualche modo lo ha confermato. Però il punto è ‒ e concludo ‒ che, oltre a fare i Piani, dobbiamo fare in modo che le opere procedano celermente. Purtroppo, ci troviamo di fronte a una disgrazia che ha messo a nudo queste problematiche. Si spera che almeno un insegnamento da questa disgrazia lo possiamo aver ricavato, che è quello che la programmazione in materia di tutela delle acque, dissesto idrogeologico, difesa del suolo non deve essere solo spot, così, magari buttata qua e là, ma si traduca in attività concreta.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie a lei.

 

OGGETTO 6903

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Abrogazioni e modifiche di leggi e disposizioni regionali in collegamento con la Sessione europea 2023. Altri interventi di adeguamento normativo”. (69)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 6903/1 oggetto 7112 – Ritiro)

(Ordine del giorno 6903/2 oggetto 7113 – Approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Riprendiamo la trattazione dell’oggetto 6930: progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Abrogazioni e modifiche di leggi e disposizioni regionali in collegamento con la Sessione europea 2023. Altri interventi di adeguamento normativo”, in riferimento alla delibera di Giunta n. 860 del 29 maggio 2023.

Ricordo che su questo oggetto insistono dieci proposte di emendamento: tre a firma della consigliera Catellani, quattro a firma del consigliere Costa, uno a firma della consigliera Piccinini e del consigliere Fabbri, due a firma dei consiglieri Catellani e Pompignoli.

Ricordo anche che sono pervenute due proposte di ordine del giorno: una, la 6903/1, a firma dei consiglieri Bondavalli, Pigoni e Bulbi e un’altra, la n. 6903/2, a firma dei consiglieri Fabbri e Bulbi.

Ricominciamo dal dibattito generale, dopo che vi è stata l’illustrazione dei relatori di maggioranza e di minoranza.

Chi si iscrive a parlare? Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Solo alcune considerazioni, dopo l’illustrazione del progetto di legge, su alcune parti del progetto di legge che sono state soprattutto rievocate, richiamate dalla relatrice di minoranza, ovvero ciò che ha a che fare con gli articoli che vanno dal 28 al 33.

Io ho seguito sia la discussione all’interno delle Commissioni e poi l’approdo qui in aula e vorrei richiamare alcune questioni che mi sembra siano state rappresentate in maniera impropria dalla relatrice di minoranza.

Innanzitutto, se oggi parliamo di revisione integrale del testo di legge che abbiamo approvato lo scorso 5 aprile, che poi, dopo è stato iscritto al BURER nel 13 aprile 2023, ovvero le norme per la promozione e il sostegno del terzo settore e l’amministrazione condivisa e la cittadinanza attiva, di cui sono stato primo firmatario e la collega Maletti è stata anche relatrice, intanto vorrei anche specificare che, ben prima della discussione del REFIT, lo stesso Governo non ha impugnato la legge a livello nazionale. Quindi, se si doveva trattare di una riscrittura integrale o se, come ho sentito, in alcuni passaggi di Commissione, definire alcuni articoli di questa legge quadro come abominevoli, penso che calibrerei meglio la descrizione.

Dopodiché, gli articoli con cui il REFIT interviene sulla legge n. 3 del 2023 sono degli adeguamenti normativi che sono stati seguito della interlocuzione col Ministero e vorrei anche ricordare che la legge n. 3, in questo caso, era una legge di iniziativa, assembleare. Non è una legge di iniziativa di Giunta e quindi le interlocuzioni col Ministero preliminari da parte dell’Assemblea sono ben più complicate di quelle che possono intercorrere tra la Giunta e gli uffici ministeriali.

Conseguentemente le osservazioni rilevate dal Ministero del Lavoro, così come da quello della Cultura, e che hanno prodotto gli articoli che nel REFIT vanno dal 28 al 33, sono state intese, in accordo anche con il sottoscritto e poi con la relatrice Francesca Maletti, sono state tradotte in questi articoli le osservazioni del Ministero per rendere ancora più leggibile e meno confusa la legge di cui stiamo parlando, perché alcune specifiche richieste al Ministero, come per esempio il richiamo alla autonomia statutaria degli enti, chiamati a rappresentare, per esempio, il terzo settore, dal nostro punto di vista è un pleonasmo, che arriva a essere maggiormente chiarificatore nel momento stesso in cui introduciamo le leggi. Così come nel momento stesso in cui, per esempio, all’articolo 29 del REFIT si dice che al comma 1 dell’articolo 3 della legge regionale 2023 la lettera a) è sostituita con “disciplina le forme e le modalità di rappresentanza degli Enti di terzo settore presso la Regione” sembrava, perlomeno dalla lettura del Ministero, che la Regione volesse disciplinare forme di rappresentanza del terzo settore a livello nazionale. Era chiaro ed evidente che il nostro raggio d’azione era un raggio d’azione territoriale e non ulteriore rispetto alle competenze specifiche della Regione.

Conseguentemente, da quell’interlocuzione, fatta attraverso ‒ questo sì ‒ gli uffici legislativi di Giunta, che hanno una dimestichezza anche maggiore rispetto a noi consiglieri redattori di legge, abbiamo inteso, in assoluta concordia, da un lato con la Giunta e successivamente anche con il Ministero, di accogliere queste specifiche, che assolutamente non stravolgono minimamente il senso della legge, ma arrivano ad avere degli elementi di precisazione e chiarezza, a volte, a mio parere, leggermente capziosa, ma che avevano già avuto una mancata impugnazione da parte del Governo della legge stessa.

Quindi, definire questi articoli come articoli che vanno a stravolgere una legge recentemente approvata dalla Regione o come delle scritture abominevoli, ho sentito in Commissione... Mentre si tratta di dare corso, effettivamente, di dare piena legittimità a una legge alla quale, ovviamente, anche personalmente tengo in maniera particolare, e renderla a tutti gli effetti effettiva e praticabile all’indomani della mancata impugnazione. Credo si tratti di dover ricalibrare i registri attraverso i quali ci si avvicina a un testo di legge di questo tipo.

Ci tenevo a ribadirlo perché il lavoro che abbiamo svolto io e la consigliera Maletti, ma anche gli uffici legislativi della Regione, così come anche pezzi del Gruppo di maggioranza nel suo complesso, perché è stata una legge particolarmente condivisa, è stato un lavoro molto lungo, su una materia anche molto complicata, nella quale si stratificano una serie di provvedimenti, anche ‒ se vogliamo ‒ piuttosto complicati, di materia amministrativa, su un impianto legislativo nazionale che ancora oggi, è bene ricordarlo, stenta ad avere la piena applicazione, mancando ancora un numero esiguo di decreti attuativi, ma che soprattutto ha un impatto che ancora oggi è molto sofferto da parte dei soggetti del terzo settore, in particolar modo quelli associativi e in particolar modo quelli, chiamiamoli così, di un dimensionamento minore rispetto ad altri. Tant’è che la parte legata all’articolo 28 del REFIT era proprio un elemento che cercava non tanto di forzare il campo d’azione della legge regionale, ma di raccogliere ciò che la stessa minoranza spesso e volentieri ha imputato nel momento stesso in cui abbiamo discusso questa legge, cioè di voler favorire solo ed esclusivamente le grandi organizzazioni, mentre l’articolo 28, contestato dal Ministero del lavoro e da parte della Regione, assunto nella formulazione suggerita dal Ministero, voleva essere un modo attraverso il quale si potessero trovare meccanismi di tutela, legittimità e operatività anche per quei soggetti che hanno un dimensionamento piccolo che mi è sembrato essere stato tanto a cuore a buona parte della minoranza.

Quindi, chiedo non solo una revisione dei toni, ma anche una coerenza di riflessione attorno a un testo di legge che, ripeto, credo che sia non solo a me particolarmente caro, ma credo che sia anche particolarmente innovativo dal punto di vista dei contenuti, che possa essere una risposta a ciò che complessivamente l’apparato ministeriale, non tanto di questo Governo nello specifico, ma complessivamente nell’apparato ministeriale, ha messo in difficoltà nel corso degli anni, tant’è che l’abbiamo specificato più e più volte. L’impegno che la Regione ha profuso nella discussione e nell’approfondimento di questa legge era un impegno volto alla promozione di un mondo al quale non credo nessuno all’interno di quest’aula non possa tributare gratitudine per le tante cose che fa quotidianamente sul territorio all’interno delle varie comunità, nelle varie forme, sia che queste siano assunte nella profilazione definita dalla legge di terzo settore, sia che queste siano assunte nella profilazione dei soggetti non commerciali, enti non commerciali e quindi magari non con il profilo del Registro unico, ma a cui nello stesso tempo le stesse Amministrazioni locali, le stesse comunità locali, affidano attività, capacità di coinvolgimento, eccetera.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in discussione generale? Consigliere Fabbri, prego.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Alcune considerazioni ulteriori di merito, dopo l’inquadramento, dopo aver sentito gli interventi dei colleghi, della relatrice di minoranza.

Vado un po’ per macro-temi. Credo che in primis l’intervento che andiamo a fare rispetto alle modalità di svolgimento della Sessione europea serva innanzitutto per codificare, dal punto di vista procedurale, un percorso che noi, comunque, facciamo da anni, ma che, a seconda anche dell’annualità, aveva delle sfumature. Anche a seguito dell’ultima Sessione che abbiamo svolto, dove, insieme ai relatori Montalti e Pompignoli, è stato fatto, a mio avviso, un ottimo lavoro, abbiamo codificato sicuramente una procedura che prevede degli step, dei passaggi ben definiti ora e anche un allargamento di quella che è la partecipazione anche degli stakeholder, anche in considerazione del fatto che andiamo a prevedere il passaggio in ogni Commissione con almeno due sedute, di cui una specifica, come abbiamo fatto quest’anno, per esempio, in I Commissione, sul tema del sistema bancario, eccetera.

Sicuramente, e qui con la relatrice di minoranza siamo in disaccordo, a mio avviso è importantissimo anche l’articolo che va a colmare un gap rispetto alla gestione di quei complessi di aree boscate e forestate che sono prive di un soggetto gestore. Tutte quelle che ricadono all’interno di perimetri di parchi regionali e nazionali sono ben riconducibili come gestione, o Unioni di Comuni montani, mentre in questo caso diamo la facoltà, attraverso appositi atti convenzionali, della gestione ai Comuni di questi complessi. Ovviamente, anche all’interno del rapporto convenzionale, ma non solo, serve un accompagnamento, anche con risorse adeguate. Tra l’altro, sarà oggetto di un ordine del giorno che abbiamo depositato.

Ritengo, però, fondamentale dare opportunità, anche attraverso la ricerca di fondi dedicati, che possono trovare soddisfazione su vari filoni di finanziamento, andare a prevedere, a normare queste situazioni.

Anche tutta la parte di articolato che si occupa di edilizia va a recepire delle norme che sono state legiferate a livello nazionale, ma che sono molto attese in quanto di uso comune, quali, ad esempio, le cosiddette vetrate panoramiche amovibili che fino allo scorso anno necessitavano di autorizzazioni sia condominiali che del Comune e che, invece, oggi, con questa proposta di recepimento, anche nella norma regionale, andiamo a liberalizzare, andando sicuramente a snellire la procedura edilizia per permettere ai cittadini interventi minimali come questi, ma importanti nella vita e nella quotidianità. Andiamo a dare questa opportunità.

L’articolo 5 consente ora, con questa proposta di recepimento, di eseguire ristrutturazioni di edilizia pesante, previa SCIA o permesso di costruire, su immobili ricadenti in aree vincolate dell’articolo 136 del Codice dei beni culturali e del paesaggio e che consentono, anche qui, una maggiore semplificazione ed elasticità.

Ritorno poi sul tema legato alle Commissioni di concorso per le strutture cosiddette IRCCS, perché credo che sia nell’intervento precedente stato un po’ snaturato il senso della novella di questa disposizione, che fa parte innanzitutto di un recepimento di una norma nazionale sicuramente di difficile lettura, e questo ce lo siamo detti, l’hanno detto anche in Commissione i tecnici, ma che comunque non va ignorata perché le sopravvenute modifiche all’articolo 15 e 7 bis del decreto legislativo n. 502 del 1990 si applicano anche agli IRCCS.

Quella che, però, nel merito non trovo condivisibile è l’affermazione secondo cui questa nuova disposizione vada a limitare…

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate, chiedo un po’ più di silenzio per il consigliere Fabbri.

 

FABBRI: ...vada a limitare anche il concetto di pluralità, perché, anzi, con il recepimento di questa norma andiamo nella direzione opposta, perché il direttore scientifico, tra l’altro, è nominato dal Ministero della salute, con una procedura ad evidenza pubblica. Con questa modifica noi andiamo a inserire nelle Commissioni di concorso, anche per quelle relative alla ricerca nelle strutture complesse, questa figura che, insieme al direttore sanitario, garantisce per l’appunto un allargamento e una maggiore pluralità tra i due organi di vertice, l’uno nominato dalla Regione e l’altro dallo Stato.

Anche sulla questione legata al demanio idrico abbiamo posizioni differenti con il relatore di minoranza, nel senso che sappiamo bene come storicamente il conferimento da parte dello Stato è avvenuto a corpo, in blocco, senza alcuna procedura in contraddittorio. Con questa proposta, dove stiamo trattando in questo caso del passaggio dei beni da Regione all’Agenzia, non si fa altro che andare a prendere conto di un’effettiva esperienza che è stata riscontrata e maturata.

Chiudo, ma è già stato detto dal collega Amico, sul Codice del terzo settore. Anche qui abbiamo visto come l’interlocuzione - la vedo sempre come una cosa positiva – sia anche successiva, sia anche posteriore all’approvazione della norma. I rilievi che sono arrivati non sono assolutamente volti a snaturare il senso della legge, anche perché, come detto, ci sarebbero stati altri strumenti anche impegnativi per poterlo fare, ma semplicemente chiedono degli adeguamenti, quali, ad esempio, l’indicazione del nuovo Codice degli appalti o anche, diciamo così, maggior chiarezza in definizioni che non devono giustamente contrastare con la legge di riferimento dello Stato.

Mi sento di rinnovare i ringraziamenti a tutti coloro che hanno collaborato e lavorato a questo testo, che va nella direzione per l’appunto di semplificare e di rendere sempre più accessibili e trasparenti normative che non sempre sono di facile lettura e comprensione, soprattutto se confrontate e ancorate con quelle che sono poi le norme statali e il REFIT ci serve anche in ottica europea per andarle a calare e ad adeguare.

Credo che il lavoro che è stato fatto da tutti sia davvero importante e prezioso.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in discussione generale? Non vedo nessuno.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intanto, in premessa, ci tenevo a ringraziare il collega Fabbri per la disponibilità al confronto. È un piacere poter collaborare con persone che comunque sono disposte e disponibili all’ascolto.

Devo dire che su tanti articoli, com’è noto, io mi sono astenuta in Commissione e su altri la votazione è stata variegata perché ci sono cose che condividiamo e cose che condividiamo meno. Ci tenevo, però, a porre l’accento intanto su un emendamento che ho voluto presentare e che riguarda la mobilità sostenibile.

Interviene sull’articolo 22 del REFIT sul quale era già intervenuta la Giunta ampliando la casistica di tipologie di biciclette che rientrano all’interno degli interventi della legge di riferimento. Parliamo, appunto, delle biciclette a pedalata assistita. Questo emendamento insiste proprio su questo punto per allargare le tipologie inserendo anche le cargo-bike.

Tra l’altro, è di qualche giorno fa la notizia secondo cui il Comune di Bologna ha messo in campo un bando proprio per finanziare queste tipologie di biciclette.

Io, però, non posso esimermi dall’intervenire anche rispetto a degli emendamenti che ho visto arrivare all’ultimo secondo e mi dispiace perché in un rapporto franco di collaborazione che c’era stato fino all’altro giorno, oggi io mi ritrovo alcuni emendamenti…

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate, bisogna lasciare alla consigliera Piccinini un silenzio dovuto. Perlomeno parlate a bassa voce.

 

PICCININI: Dicevo, mi ritrovo alcuni emendamenti, che ho ricevuto mezz’ora prima della chiusura della seduta antimeridiana, che intervengono sui compensi degli organi di garanzia.

Io penso che questa sia una discussione da fare in maniera collegiale, che non si possa esaurire all’interno dell’Ufficio di Presidenza, anche perché queste nomine sono prossime da venire. Noi abbiamo già le candidature, noi come consiglieri. C’è un problema sia di forma che di sostanza. Credo che, in questo senso, tutti i consiglieri, tutti i Gruppi dovessero essere coinvolti. Io non so in che situazioni siano gli altri Gruppi politici. Sicuramente io non sono stata consultata. Non è piacevole ricevere questi emendamenti un’ora prima dell’approvazione della legge. Anche perché, come dicevo, le nomine, le candidature sono già chiuse. Quindi, noi andiamo a intervenire sui compensi di persone che si sono candidate con determinate regole. Oggi noi andiamo a cambiare queste regole e andiamo ad aumentare gli stipendi di alcune figure.

Quindi, io rilevo un problema di forma e rilevo anche un problema di sostanza. Lo voglio ricordare: l’Ufficio di Presidenza non sostituisce i confronti con i Gruppi politici.

Dopodiché, il mio Gruppo politico ha alcune criticità da rilevare su determinate nomine. Non faremo oggi qui la discussione. Mi sembra anche normale che sia così. Però non posso non far rilevare questo tipo di problematica, che è sia politica, ma anche formale, ma anche di metodo.

Visto che non sono neanche stati illustrati, chiederei la disponibilità a ritirarli, proprio perché non c’è stato un coinvolgimento di tutte le forze politiche, e a ridiscuterli in toto. Mi sembra uno sgarbo nei confronti di chi non ha potuto confrontarsi, cosa che è stata fatta, invece, sulle nomine, su cui io ho fatto rilevare delle criticità. Ma ne parleremo. Mi sembra corretto, a questo punto, che questi emendamenti vengano ritirati e non si faccia un atto di forza.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto di intervenire la consigliera Catellani.

 

CATELLANI: Grazie, presidente.

Una breve replica su quello che ha detto il collega Fabbri. Non mi spendo ulteriormente, perché le osservazioni che dovevo fare sono state fatte in Commissione, quando forse un voto a favore su determinati articoli poteva arrivare con un supporto tecnico. È chiaro che tutto ciò che si decide qui è di carattere strettamente politico. Quindi, il nostro voto sicuramente non cambia in forza della discussione di oggi.

Soltanto un’osservazione alla collega Silvia Piccinini. Anche noi siamo disponibili al confronto quando veniamo chiamati al confronto. Quindi, volendo, non soltanto il collega Fabbri, ma anche io ci sono. Quando la collega Piccinini vuole parlare su un atto che noi tutti trattiamo, noi ci siamo. Ci siamo esattamente come la maggioranza.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Al momento nessuno è iscritto per intervenire.

Se il relatore Fabbri e la relatrice Catellani considerano il loro intervento come intervento di replica e nessun altro chiede di intervenire in dibattito generale, passiamo alla replica della Giunta.

La parola all’assessore Calvano.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente.

Grazie ai relatori di maggioranza e di minoranza di questo progetto di legge per il lavoro svolto, anche in stretto contatto e raccordo con l’assessorato.

Questo progetto di legge, che presentiamo generalmente in questa fase dell’anno ogni anno, nasce, da un lato, da quello che è stato avviato come lavoro di semplificazione legislativa, un lavoro avviato con la legge n. 18/2011, che poi abbiamo rafforzato proprio in questa legislatura con la sottoscrizione del Patto per la semplificazione collegato al Patto per il lavoro e per il clima. Se da un lato, quindi, c’è la volontà, attraverso questo progetto di legge, di portare avanti questa azione, dall’altro c’è quello di dare risposta e attuazione locale, quindi a livello regionale, al programma europeo REFIT, che punta a fare una manutenzione, una semplificazione del sistema legislativo regionale ogni anno.

Ci tengo a sottolineare, anche rispetto al dibattito, che generalmente sempre di più stiamo cercando di sfruttare questo momento di confronto in aula e questa tipologia di progetto di legge al fine di proseguire nel percorso di semplificazione che, come Regione, vogliamo mettere in campo. Un percorso di semplificazione che mettiamo in campo, che stiamo mettendo in campo ormai da anni, sempre nella logica di non arrivare a una deregolamentazione, nella logica di rimanere fedeli al principio di legalità e di giustizia sociale.

Questo PDL ci consente, quindi, di raccogliere anche alcune questioni che sono emerse in questi mesi, anche di recepimento della normativa nazionale, proprio in materia di semplificazione. Qui riprendo le parole del consigliere relatore Fabbri rispetto al fatto che in questo provvedimento ci sono una serie di normative che vanno incontro alle esigenze che, come cittadini, noi tutti abbiamo rispetto ad alcune procedure. Si citava prima il fatto di aver collocato in edilizia libera l’installazione delle vetrate amovibili.

“Edilizia libera” significa una procedura accelerata e minori oneri a carico dei cittadini, così come abbiamo ampliato la possibilità di ristrutturare, attraverso demolizione e ricostruzione dei fabbricati, anche qui in applicazione della normativa nazionale e in recepimento di quella normativa nella logica di facilitare questo tipo di interventi per i cittadini, così come abbiamo introdotto una semplificazione in materia di valutazione di impatto ambientale per le imprese, così come, e qui riprendo il commento della relatrice Catellani, siamo intervenuti anche su alcune procedure interne della Regione Emilia-Romagna, ad esempio quelle afferenti al trasferimento della gestione dei beni del demanio idrico tra Stato e Regione, evitando un balzello di carattere burocratico che era ridondante.

A questo abbiamo aggiunto, ovviamente qui lo abbiamo fatto in accordo, credo che ci sia anche un emendamento che voteremo congiuntamente, anche un ripensamento di come affrontare quella che è la Sessione Europea in modo più lineare e in modo ancor più utile in termini di lavori d’aula e spero di risultati che in quelle sessioni andremo ad ottenere.

Ci tengo poi a sottolineare due aspetti, anche questi emersi durante il dibattito. Rispetto alla scelta che abbiamo fatto sulle nomine della Commissione di valutazione all’interno degli IRCCS, la scelta, e guardo la consigliera Catellani, di inserire il direttore scientifico è una scelta che abbiamo fatto in raccordo con il Governo e con il Ministero a maggior tutela del Ministero stesso, perché il direttore scientifico è nominato dal Ministero, mentre in precedenza in quella Commissione c’era il direttore sanitario che, invece, è di nomina regionale.

In questo modo si rende ancor più plurale dal punto di vista istituzionale la composizione della Commissione, a ulteriore tutela dell’attività e dell’imparzialità della Commissione stessa.

Sul tema del terzo settore ha già detto tutto il consigliere Amico, rispetto al fatto che andiamo a sistemare alcune questioni emerse dopo l’approvazione di quella legge da parte dell’Assemblea. Sono quegli aggiustamenti che possono essere utili a rendere la legge ancora più efficace, ancora più confacente con quella che è la normativa nazionale.

Mi avvio alla conclusione con un ringraziamento, che non è un ringraziamento formale, ma di sostanza. Il lavoro messo in campo dall’Ufficio legislativo della Regione, a partire dal dottor Ricciardelli e da tutte le persone, uomini e donne, che collaborano con lui, è per noi un lavoro molto prezioso. Perché è un lavoro molto prezioso? Perché in tanti, tantissimi casi ci evita di aprire dei contenziosi con i Ministeri, cosa che a volte succede, soprattutto in presenza di legislazione concorrente. Quindi, può succedere che gli uni o gli altri si trovino in una posizione nella quale vedono da parte dell’altro soggetto un eccessivo zelo dal punto di vista legislativo.

L’atteggiamento che il nostro ufficio ha messo in campo, in raccordo con i Ministeri, ci ha consentito spessissimo di evitare conflitti. Lo dico perché è tema ricorrente quello che una parte anche del lavoro del Consiglio dei Ministri è spesso incentrata a risolvere i dissidi che ci sono tra la legislazione nazionale e quella delle diverse Regioni. Per carità, capiterà anche a noi. Ci è capitato e ci capiterà certamente in futuro. Però l’attività che viene fatta credo sia un grande valore aggiunto per la Regione Emilia-Romagna.

Nel REFIT, quindi, chiederei di poter valutare, al di là delle singole norme, anche questo grande lavoro che viene fatto, perché riduce la conflittualità tra le Istituzioni e credo ponga la Regione Emilia-Romagna in una logica di leale collaborazione con gli altri livelli di governo, a partire dal Governo stesso, a prescindere dal colore di quel Governo, in una logica di buon funzionamento delle Istituzioni.

Spero e confido che questa pratica possa continuare nel tempo, perché la ritengo certamente una buona pratica per il funzionamento della nostra Regione e per il buon funzionamento del rapporto tra i diversi livelli di governo, nazionali e locali.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate, prima di proseguire i lavori, una comunicazione di servizio. Abbiamo interessato la direzione dell’Assemblea perché prendesse provvedimenti contro questa situazione di estremo caldo. Purtroppo, il motore che aziona l’aria condizionata è rotto, è bloccato. Quindi, al momento ci tocca sventagliarci.

Riprendendo i lavori, ha chiesto la parola la consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo sull’ordine dei lavori perché avevo fatto una richiesta, cioè avevo chiesto di ritirare gli ultimi emendamenti che sono arrivati, dal 33 bis in avanti, perché, come dicevo, riguardano cariche e quindi candidature già chiuse ed è estremamente scorretto, anche perché, ribadisco, non siamo stati coinvolti tutti.

Parliamo dell’aumento dei compensi di queste cariche, peraltro in un momento storico in cui si richiederebbe ben altro atteggiamento, ma non voglio entrare su questo, però  credo sia corretto, in virtù del fatto che le candidature sono state chiuse e noi oggi andiamo a ridefinire gli stipendi di persone che si sono candidate con quelle regole e non sono stati coinvolti tutti i Gruppi, il Movimento 5 Stelle non è stato coinvolto e sono emendamenti che sono arrivati mezz’ora fa, neanche illustrati, almeno, se non volete ritirarli, prendetevi la responsabilità di illustrarli e di dire che li volete fortemente. Oppure decidiamo tutti insieme che questi emendamenti si possono ritirare e ne ridiscutiamo, anche alla luce del fatto che ci sono nomine, peraltro, che per noi risultano critiche e forse anche incompatibili con le norme regionali.

Quindi, mi piacerebbe che qualcuno prendesse la parola e almeno ci dicesse perché dobbiamo aumentare gli stipendi di alcuni organi di garanzia.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Immagino che i proponenti degli emendamenti interverranno nell’ambito della discussione sugli emendamenti.

Quindi, prima di procedere all’esame dell’articolato, nominiamo gli scrutatori, che sono Bondavalli, Daffadà ed Evangelisti.

Passiamo all’esame dell’articolato.

Articolo 1.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 2.

Dibattito generale.

Dichiarazione di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Sull’articolo 3 insiste l’emendamento a firma della consigliera Catellani.

Dibattito generale sull’emendamento.

Dichiarazione di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli all’emendamento?

 

(interruzione: “Un attimo. Chiedo scusa, presidente. Questo è un emendamento interamente soppressivo dell’articolo. Quindi, si pone ai voti, ai sensi dell’articolo 96, comma 2, il mantenimento del testo”)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate. Mi specificano che, in realtà, siccome questo è un emendamento interamente soppressivo, quello che si mette ai voti, invece, è il mantenimento dell’articolo.

Voti favorevoli, per alzata di mano, al mantenimento dell’articolo? Contrari al mantenimento? Astenuti?

È respinto l’emendamento.

L’articolo 3, che non è emendato, resta per intero.

 

Articolo 4.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 5.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 6.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 7.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Non si vede.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Quindi, il voto contrario all’articolo 6.

Torniamo all’articolo 7.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 8.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 9.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Sull’articolo 10 insiste un emendamento, l’emendamento n. 2 a firma della consigliera Catellani. Essendo anche questo un emendamento abrogativo, si vota per o contro il mantenimento dell’articolo.

Nessuno ha chiesto di intervenire in dibattito generale. Dichiarazioni di voto.

Quindi, in realtà, votiamo per il mantenimento dell’articolo 10.

Favorevoli al mantenimento? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

L’emendamento è respinto, quindi l’articolo 10 è approvato.

Articolo 11.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Votate per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 12.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 13.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Sull’articolo 14 insiste l’emendamento n. 9 a firma dei consiglieri Catellani, Pompignoli, Montalti e Fabbri.

Dibattito generale sull’emendamento n. 9.

Dichiarazioni di voto.

Votate per alzata di mano. Favorevoli?

Scusate un attimo. Anche questo è interamente soppressivo, quindi chiariamo, come al solito. Chi vota e dà voto favorevole vota per il mantenimento. Chi vota contro, vota per l’abrogazione.

Favorevoli al mantenimento dell’articolo? Contrari?

È approvato.

 

Essendo approvato l’emendamento, l’articolo 14 è abrogato.

Articolo 15.

Anche su questo insiste un emendamento, a firma dei consiglieri Catellani e Pompignoli.

Dibattito generale sull’emendamento.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano sull’emendamento. Favorevoli all’emendamento? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Ora mettiamo in votazione l’articolo 15, così come si trova nel testo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Votiamo per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 16.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 17.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 18.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 19.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 20.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 21.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 22.

Sull’articolo 22 insiste l’emendamento a firma della consigliera Piccinini, emendamento n. 8.

Quindi, facciamo il dibattito congiunto tra articolo ed emendamento.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano prima sull’emendamento n. 8, a firma della consigliera Piccinini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora votiamo l’articolo 22, così emendato.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 23.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 24.

Sull’articolo 24 insiste l’emendamento n. 3 a firma della consigliera Catellani. Quindi, essendo anche questo un emendamento interamente soppressivo, poniamo ai voti il mantenimento dell’articolo 24.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Chi vota a favore vota per il mantenimento dell’articolo. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

L’articolo 24 viene approvato integralmente.

Quindi, l’emendamento che era il n. 3 viene respinto.

Articolo 25.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 26.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 27.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 28.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 29.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 30.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 31.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 32.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 33.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Adesso abbiamo degli emendamenti che sono introduttivi di nuovi articoli.

Partiamo dall’emendamento n. 4, emendamento aggiuntivo al progetto di legge d’iniziativa della Giunta, eccetera.

Questo emendamento introduce il Capo IV bis e l’articolo 33-bis.

L’emendamento è a firma del consigliere Costa.

Dibattito generale. Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Chiedo che questi nuovi emendamenti vengano quantomeno illustrati. Dopodiché, chiederò il voto elettronico. Mi sembrava corretto, visto che sono stati presentati alla chetichella, almeno che venissero illustrati. Poi facciamo il dibattito, ma perlomeno che qualcuno ce li illustri.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Il consigliere Costa sta tentando inutilmente di prendere la parola.

Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Ce l’abbiamo fatta.

Molto rapidamente. Si tratta di un adeguamento complessivo delle indennità degli organi esterni e terzi di garanzia che questa Regione, come tutte le altre Regioni, ha. In particolare, ci siamo accorti che i compensi di questi organi agganciati alla nostra indennità avevano percentuali differenti. Si andava dal 60 per cento dell’indennità dei consiglieri e del difensore civico fino al 30 per cento dei revisori dei conti, senza un criterio unico e definito. Nell’ottica del riordino, che sta in capo anche al REFIT, abbiamo pensato che fosse corretto definire un unico criterio e agganciare i compensi di questi organi al 45 per cento dell’indennità dei consiglieri, il che vuol dire che ci sono alcune figure, come quella del difensore civico, che percepiranno meno di quanto hanno percepito fino a questo momento.

Ci è sembrato corretto farlo adesso, che siamo alla vigilia delle nomine, quindi chi entrerà, entrerà con l’indennità già decurtata. Il risparmio serve a coprire parzialmente l’adeguamento, invece, al rialzo di quelle figure come i revisori dei conti che lo avevano al 30 per cento.

Abbiamo fatto un’istruttoria per capire se fossimo, come Regione, fuori scala, anche rispetto alle responsabilità che stanno in capo, ad esempio, al Collegio dei revisori in termini di verifica della correttezza del bilancio dell’Assemblea. Oggettivamente eravamo fuori scala al ribasso, anche lì senza un criterio molto chiaro.

Le leggi che regolavano i compensi di queste figure esterne terze risalgono da più di 22 fino a 11 anni fa. Quindi, ci stava un adeguamento.

Giusto per precisare: i revisori dei conti vengono sorteggiati dalla Prefettura, non nominati dall’Assemblea. L’istanza è partita. Il lavoro di istruttoria su quest’ambito è partito proprio dal Collegio dei Revisori, che è di fresca nomina. Abbiamo poi pensato, appunto, di uniformare tutte le figure di garanzie, agganciandole alla percentuale che ho definito prima.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliera Piccinini, prego.  

 

PICCININI: Prova a integrare l’illustrazione.

È vero, la carica del difensore civico passa dal 60 al 45 per cento dell’indennità di carica dei consiglieri. È anche vero che le altre nomine sono state riviste al rialzo. Questa è una scelta politica. Non c’era nessun obbligo di rivedere i compensi, tant’è che per il Co.Re.Com. il presidente passa dal 45 per cento a un 45 per cento maggiorato di un 20 per cento dell’indennità di carica dei consiglieri.

I componenti, invece, del Co.Re.Com. passando dal 30 per cento al 45 per cento, applicando queste novità dalle prossime nomine che, ripeto, sono chiuse. Le candidature sono chiuse.

Oggi noi andiamo a modificare questi criteri, impedendo evidentemente la possibilità a chi eventualmente poteva fare valutazioni diverse di candidarsi. È una scelta estremamente scorretta.

Per il Collegio dei Revisori dei conti il presidente passa dal 30 al 45 per cento più un 50 che era già previsto per legge e i componenti del Collegio dei Revisori dei conti passano dal 30 per cento al 45 per cento, cioè equipariamo il compenso dei componenti del Co.Re.Com. al compenso dei componenti del Collegio dei Revisori dei conti. Sono due figure completamente diverse, con responsabilità anche diverse, e noi abbiamo, anzi, chi ha presentato l’emendamento ha deciso di equipararli.

Anche questa è una cosa, dal mio punto di vista, poco equa, perché il Co.Re.Com., evidentemente, non ha le stesse responsabilità che ha il Collegio dei Revisori dei conti.

Dopodiché, noi sappiamo anche già chi sono, quali sono le candidature e a maggior ragione trovo ulteriormente…

Scusate, faccio fatica, però…

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

PRESIDENTE (Petitti): Un po’ più di silenzio in aula, per favore.

 

PICCININI: Dicevo che siccome i termini per la presentazione delle candidature sono già scaduti e noi abbiamo già i nomi, quindi abbiamo già le persone che andranno a ricoprire questi incarichi, intervenire oggi con un aumento dei compensi è particolarmente sgradevole e dal mio punto di vista inopportuno.

Poi, c’è un tema di forma che ho già detto. Arrivare a presentare questi emendamenti un po’ sottobanco, un po’ all’ultimo non è corretto nei confronti di un dibattito che dovrebbe essere collegiale, perché le nomine coinvolgono, se non vado errato, i due terzi dell’Assemblea, il voto. Quindi, le scelte devono essere collegiali, e in questo caso ha deciso solamente qualcuno, forse accordandosi con alcuni componenti della minoranza, mi vien da dire, se la scelta è nata e maturata all’interno dell’Ufficio di Presidenza, dove il Movimento 5 Stelle non è presente.

Ribadisco: ci sono anche delle questioni formali rispetto alle nomine che dovremmo fare. Come Movimento 5 Stelle noi abbiamo espresso delle criticità nel 2018, sono nomine che ci verranno riproposte, uguali, anche quest’anno, quindi è uno sgarbo nei confronti del Movimento 5 Stelle. Oggi andiamo ad aggravare una situazione che per me, per quanto mi riguarda, è già critica, intervenendo sui compensi di persone già note a quest’aula.

Io chiedo se davvero vogliamo andare avanti su questa linea. Davvero io penso, e torno a ribadire quello che ho chiesto inizialmente, se non sia il caso di coinvolgere tutti quanti, anche coloro che nell’Ufficio di Presidenza non ci sono, perché questa non è una scelta da UP. Siamo in aula, siamo in Assemblea, stiamo andando a modificare una legge regionale. Sarebbe giusto, proprio perché parliamo di figure terze, che fossimo tutti coinvolti.

Io quindi torno a chiedere di ragionare sul ritiro di questi emendamenti, perché ci sono dei problemi di forma, ma anche di sostanza. Lo dico con la massima disponibilità al confronto, come c’è stata sulle nomine, e con la massima disponibilità alla discussione anche rispetto a questi aspetti. Chiedo una risposta in questo senso.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri in dibattito generale?

Io non ho altri in dibattito generale. Dichiarazioni di voto? Non c’è nessuno in dichiarazione di voto sull’emendamento n. 4.

Consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Avevo già chiesto il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Petitti): Voto elettronico sull’emendamento n. 4.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 4.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 25

Favorevoli 23

Contrari 1

Astenuti 1

Presenti 40

 

È approvato.

 

Passiamo adesso all’emendamento successivo.

Emendamento n. 5, sempre a firma del consigliere Costa.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 5 con voto elettronico.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

Presenti 41

Votanti 26

Favorevoli 24

Contrari 1

Astenuti 1

 

È approvato.

 

Passiamo, adesso, all’emendamento n. 6.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 6, a firma Costa.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Presenti 39

Votanti 26

Favorevoli 24

Contrari 1

Astenuti 1

 

È approvato.

 

Passiamo all’emendamento n. 7, sempre a firma Costa.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 7.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Presenti 39

Votanti 25

Favorevoli 24

Astenuti 1

 

È approvato.

 

Conclusi gli emendamenti, siamo arrivati al dibattito generale sugli ordini del giorno.

Chi si iscrive a parlare? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Solo per segnalare che non è stato registrato il mio voto contrario nell’ultima votazione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Aggiungiamo il voto contrario all’ultimo emendamento della consigliera Piccinini, che non era stato registrato.

Sugli ordini del giorno? Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Brevemente, perché la temperatura è praticamente insopportabile.

Ci sono articoli… Intanto, ne approfitto, non ero intervenuta in discussione generale per ringraziare ovviamente il relatore di maggioranza Fabbri per il lavoro che è stato fatto, la relatrice di minoranza, Catellani.

Intervengo in relazione alle disposizioni contenute nell’articolo 13 del progetto di legge relative alle case delle persone illustri, integrando nel riferimento di merito l’estensione dei luoghi all’ambito in cui si è sviluppata l’attività dei personaggi riconosciuti come tali, in cui sia stato complessivamente recuperato lo spazio in cui essi hanno vissuto e hanno operato.

Un’opportunità che consente davvero, credo, di ampliare la promozione di questa particolare dimensione del nostro patrimonio artistico, culturale, sociale, politico, umano, e in generale della memoria del nostro territorio.

È importante, credo, sottolineare questo aspetto, perché poi dà anche nuove opportunità, credo, di ulteriore lavoro. Proprio in questa logica illustro brevemente il senso di questo ordine del giorno che ho presentato in abbinamento a questo oggetto e ringrazio anche i colleghi che lo hanno firmato insieme a me.

Credo sia positiva l’estensione proposta nei termini indicati. In questo modo, si pone l’accento non soltanto su strutture fisiche sopravvissute e conservate, ma sul contesto ambientale, in cui si sono delineati l’agire e l’operare delle persone illustri. Più esplicitamente si ampliano le possibilità di valorizzazione, quindi anche di promozione turistica dei percorsi, degli itinerari lungo i quali si è sviluppato il loro operato. Un indirizzo che a parer mio può essere anche esteso, risultando peraltro anche di significativo interesse anche relativamente alle figure e all’attività di chi abbia conseguito rilevanti meriti sportivi. Non mancano di certo gli esempi, nella nostra regione, a questo riguardo, come – solo per citare un esempio – il caso dei grandi ciclisti che hanno nobilitato la storia dello sport nella nostra Regione. L’ODG in pratica individua due impegni per la Giunta, il primo è quello di proseguire l’opera di valorizzazione delle case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna e della loro promozione ai fini turistici, prevedendo anche azioni specifiche dirette alla promozione dell’ambiente e dell’insieme dei luoghi in cui si è sviluppata l’attività delle persone illustri, oltre evidentemente alla loro casa natale. Un’azione da svolgere anche in collaborazione con APT Servizi e destinazioni turistiche.

Il secondo impegno è quello di provare anche a considerare in questo ambito, oggetto delle misure definite dalla legge regionale n. 2 del 2022, anche le persone che abbiano ottenuto importanti meriti sportivi, in un quadro complessivo di valorizzazione della nostra memoria e del nostro patrimonio. Sappiamo anche dal punto di vista sportivo, quanto sia per la nostra Regione un ambito rilevante nella vita quotidiana delle nostre comunità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Consigliera Catellani, prego.

 

CATELLANI: Grazie, Presidente.

Ringrazio la collega Bondavalli perché in realtà questo ordine del giorno è condivisibile, e sapete che quando si parla di meriti sportivi mi strappate un pezzo di cuore.

Tuttavia, io ho un dubbio e magari lo dipaniamo subito: sulla legge di riferimento non vedo il richiamo agli sportivi, questo però è un ordine del giorno, quindi prima dovremmo inserire gli sportivi all’interno della legge, evidentemente con un emendamento, e poi magari procedere con l’ordine del giorno, perché se gli sportivi non sono contemplati all’interno della legge, è inutile che noi parliamo di sportivi quando non sono inseriti all’interno del corpo normativo.

Io ho fatto una verifica prima sommaria, chiedo ovviamente, se servono, cinque minuti perché se la legge li contempla già e l’ordine del giorno è fondato, a noi va bene, ma se non sono inseriti, purtroppo qua non doveva esserci un ordine del giorno, prima un emendamento, che chiaramente conglobasse gli sportivi, e poi l’ordine del giorno.

Tecnicamente, secondo me, se non sono già contemplati, non è ammissibile purtroppo l’ordine del giorno.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Catellani, quindi lei ha chiesto qualche minuto per questa verifica, va bene.

Intanto è ripartito il condizionatore e tra qualche minuto dovrebbe già sentirsi l’effetto. Speriamo.

 

(La seduta sospesa alle 16.38 è ripresa alle ore 16.46)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo la seduta che avevamo interrotto per qualche minuto per una verifica e un approfondimento.

Ripasso la parola alla consigliera Catellani dopo questa verifica che è venuta anche con la Giunta. Prego, consigliera.

 

CATELLANI: Grazie, presidente.

In realtà, la verifica è con i nostri uffici legislativi. L’articolo 2 della legge in parola dice “coloro che hanno svolto la propria attività, importanti esponenti del mondo della storia, cultura, arti, politica, scienza e spiritualità, che hanno ottenuto il riconoscimento ai sensi del comma 2”. Quindi, assessore Felicori, con tutta la buona volontà quell’estensione non c’è, perché altrimenti non avreste ritenuto necessario inserire gli sportivi.

Io sono d’accordo con voi, però non possiamo strimpellare sempre lo Statuto e il Regolamento a nostro piacimento, la legge li specifica, ci sono tutti e purtroppo non c’è lo sport.

A noi sta bene, ma prima c’è l’emendamento che inserisce gli sportivi e poi ci sono tutti gli ordini del giorno che vogliamo. Quindi noi siamo favorevoli a che gli sportivi vengano inseriti, ma oggi la legge non li contempla.

Dopodiché - ripeto - il nostro voto è contrario, non è un voto di merito, perché io sarei favorevole, ma la procedura è questa. Dopodiché, se vogliamo adattare in base alle nostre esigenze il nostro Regolamento, questo è un altro paio di maniche e noi non siamo d’accordo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Continuiamo con il dibattito generale sugli ordini del giorno.

Altri si prenotano a parlare? Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Presidente, se è possibile, chiederei altre cinque minuti di sospensione, giusto per una verifica con i tecnici dell’assessorato e i nostri legislativi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene.

 

PIGONI: Grazie.

 

(La seduta sospesa alle ore 16.48 è ripresa alle ore 16.53)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo la seduta.

Ci eravamo fermati, su richiesta dei consiglieri, per un approfondimento rispetto agli ordini del giorno.

Ritorniamo al dibattito generale sugli ordini del giorno. Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente, anche della pazienza.

Abbiamo approfondito. Soprattutto, decido di ritirare in questo momento l’ordine del giorno e provare a ragionare sull’assestamento per cogliere anche le sollecitazioni della collega Catellani e vedere poi come si arriverà a una sintesi, se si arriverà.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Consigliera Catellani, prego.

 

CATELLANI: Ringrazio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri in dibattito generale sugli ordini del giorno? Non abbiamo nessun altro che vuole intervenire sull’unico ordine del giorno che è rimasto.

A questo punto, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Dichiarazioni di voto congiunte sul progetto di legge e sull’ordine del giorno.

Non abbiamo nessuno in dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione – partiamo con le votazioni – l’ordine del giorno 6903/2, a firma dei consiglieri Fabbri e Bulbi. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6903/2 oggetto 7113 è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Mettiamo adesso in votazione l’intero progetto di legge.

Ricordiamoci che si vota attraverso il dispositivo elettronico.

Dichiaro aperta la votazione sul progetto di legge oggetto 6903.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 32

Favorevoli 22

Contrari 10

 

È approvato.

 

Proseguiamo con l’ordine del giorno.

Consigliere Montevecchi, prego.

 

MONTEVECCHI: Contrario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Aggiungiamo il voto del consigliere Montevecchi. Voto contrario al progetto di legge appena approvato.

 

OGGETTO 5242

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Norme per il sostegno economico alle micro e piccole imprese commerciali ed artigiane operanti nel territorio della Regione Emilia-Romagna interessato dai cantieri per la realizzazione di opere pubbliche”. A firma dei Consiglieri: Facci, Liverani, Catellani, Bergamini, Pelloni, Occhi, Pompignoli, Marchetti Daniele, Rancan, Rainieri, Montevecchi, Stragliati, Bargi, Delmonte

(Relazione)

(Risoluzione 5242/1 oggetto 7114 - Abbinata)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ora passiamo all’oggetto 5242: progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri recante le norme per il sostegno economico alle micro e piccole imprese commerciali ed artigiane operanti nel territorio della Regione Emilia-Romagna interessato dai cantieri per la realizzazione di opere pubbliche.

Consiglieri, chiedo un po’ di silenzio, per cortesia.

Il progetto di legge è a prima firma Facci. La richiesta del consigliere relatore Michele Facci, ai sensi dell’articolo 32, comma 3, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa. Trascorsi 180 giorni dalla nomina del relatore, senza che la Commissione assembleare competente abbia esaurito l’esame in sede referente di un progetto di legge, questo può essere portato all’esame dell’Assemblea nel testo pubblicato sul supplemento del Bollettino Ufficiale, su richiesta del relatore o di tanti commissari che rappresentano almeno un quinto dei voti assegnati.

Il relatore può svolgere una propria relazione in Assemblea.

Passo quindi la parola al relatore Facci. Prego, consigliere.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Credo che questo progetto di legge, o meglio, la gestione di questo progetto di legge metta un po’ in evidenza un atteggiamento che devo necessariamente biasimare, che purtroppo spesso accade, e che vede come protagonisti i consiglieri di maggioranza che hanno la possibilità, la facoltà legittima e regolamentare di dettare i tempi di quelli che sono gli atti amministrativi.

Questo progetto di legge a firma dei consiglieri della Lega è datato maggio 2022. Questo progetto di legge ha visto ad oggi, quindi sostanzialmente a più di un anno, facciamo che sia a maggio 2023 il momento in cui è stata chiesta la trasmissione direttamente all’aula, facciamo un anno e non 14 mesi che sarebbero oggi da calendario, e in questo lasso di tempo è stato semplicemente nominato il relatore, non c’è stato alcun tipo di ulteriore attività.

 È chiaro che a livello metodologico noi assistiamo a come questa Assemblea legislativa, nella gestione dei progetti di legge di iniziativa dei consiglieri, abbia figli e figliastri, i figli sono naturalmente i provvedimenti legislativi che propone la Giunta e i figliastri sono i provvedimenti di legge che presentano le opposizioni, cosa che devo necessariamente denunciare, perché ritengo che sia un uso strumentale e fazioso dei ruoli che quest’aula ha attribuito all’inizio di questa legislatura con i voti della maggioranza e della minoranza, ma che di fatto prevede una corsia preferenziale per alcuni.

 Qui non si tratta di chiedere altrettante corsie preferenziali, si chiede di avere rispetto, che è diverso, si chiede di avere rispetto di quella che è la nostra funzione istituzionale, che ci è stata assegnata dai cittadini nel momento in cui ci hanno chiesto di diventare loro rappresentanti.

Tra l’altro, guarda caso, ovviamente la questione di metodo riguarda qualsiasi tipo di progetto di legge, però in questo caso specifico parliamo di un progetto di legge che vuole sostenere le piccole e medie imprese, vuole andare a sostenere tutte quelle categorie e quei cittadini danneggiati dai cantieri (entreremo nel merito dopo), per i quali più volte in quest’aula, nell’attività amministrativa di questa Regione si prendono in considerazione queste categorie e queste realtà a parole al centro dell’azione amministrativa stessa. Cioè, sono le persone che dobbiamo tutelare. Bene. Nel momento in cui noi andiamo a tradurre in atti concreti la tutela che meriterebbero, abbiamo l’attività, invece, ostruzionistica della maggioranza che o boccia le richieste di audizione dei rappresentanti dei portatori di interesse... È successo anche questo ultimamente. Sostanzialmente, si vuole tarpare le ali a qualsiasi tipo di discussione sui provvedimenti portati all’esame in aula, in Commissione da parte delle minoranze, a prescindere dal merito. A prescindere dal merito. Sostanzialmente, è sempre così.

Oltre a dover stigmatizzare questo tipo di comportamento, vorrei andare a illustrare quelle che sono le richieste di questo progetto di legge, in particolare su che cosa la maggioranza di questa Regione voleva che fosse evitata la discussione, che fosse evitato il confronto e, probabilmente, che fosse evitata qualsiasi tipo di approvazione.

Volevamo che fosse posto all’attenzione della Regione il sostegno economico alle micro e piccole imprese commerciali e artigiane tutte le volte in cui vi fossero dei cantieri per la realizzazione di opere pubbliche, vale a dire situazioni certamente non di ordinaria manutenzione, quindi situazioni in qualche modo eccezionali. Situazioni, però, particolarmente impattanti, particolarmente invasive.

Parlo per la città che conosco meglio di altre, quindi la città di Bologna. Abbiamo una serie di cantieri che stanno partendo, ahinoi, per quanto riguarda la realizzazione di una linea del tram. Ci saranno i cantieri per l’allargamento della tangenziale. Sicuramente la città di Bologna sarà interessata per buona parte del proprio territorio da interventi di demolizione e costruzione particolarmente impattanti.

È vero che ci sono, come ci sono state, delle misure di ristoro messe in atto dalle Amministrazioni, dagli Enti locali via via interessati. È successo anche recentemente. Ritenevamo opportuno, ritenevamo rispettoso anche del lavoro, parliamo sempre di tutelare il lavoro, la dignità della persona: benissimo. Che fosse, questo, in qualche modo, codificato in una normativa regionale, demandando poi – questa è la legge-quadro – ad una successiva regolamentazione di stabilire in maniera precisa quali dovessero essere le modalità attuative per le misure, per i costi ammissibili, per le modalità di presentazione, la fase prettamente esecutiva attuativa.

La legge-quadro, questo progetto di legge consta in realtà di sette articoli, compresa l’entrata in vigore, sostanzialmente, abbastanza sintetica, ma fondamentale ed essenziale nella sua sostanza. Che cosa chiedeva? Chiede misure di sostegno dirette a compensare il mancato reddito derivante dalla sospensione o riduzione dell’attività a causa dell’esecuzione dei lavori, la copertura dei costi di gestione legata alle attività sospese o ridotte, così come la copertura di eventuali spese straordinarie sostenute, comunque documentabili.

Nel progetto di legge si è riportata una misura indicativa, una sorta di misura minima, cantieri che avessero una durata superiore a 90 giorni. Debbo dire che in una fase iniziale in cui abbiamo avuto modo, comunque, di poter interagire con associazioni rappresentanti del mondo del lavoro, questo termine di 90 giorni si è prestato anche ad una serie di valutazioni differenti.

È chiaro che è una misura indicativa, ci sono sicuramente cantieri egualmente impattanti che magari durano 80 giorni. Ovvio che questo avrebbe fatto parte, qualora fosse stata data la possibilità, tuttora aperta, indubbiamente, ma la sede per la discussione in genere è la Commissione, se ovviamente la Commissione ritiene che questo sia un argomento importante e necessario, ma evidentemente è stato ritenuto il contrario. Però abbiamo indicato questo termine di 90 giorni.

Un’altra condizione oltre all’elemento temporale è quella che i soggetti beneficiari potessero dimostrare la sussistenza del nesso causale dal disagio economico subito a seguito dell’apertura dei cantieri.

Chi sono i soggetti beneficiari (articolo 3)? Le micro e piccole imprese commerciali e artigiane, secondo la definizione della Commissione del 6 maggio 2003, relativa alla definizione delle micro, piccole e medie imprese, che esercitano la propria attività nelle aree interessate dai lavori, di cui all’articolo 1, così come individuate dalle Amministrazioni comunali.

Di fatto, si lascia correttamente alla competenza e alla facoltà degli Enti locali e delle Amministrazioni comunali il compito di perimetrare il territorio interessato. La Regione si limita a definire il perimetro esterno, le Amministrazioni comunali vanno ad individuare le aree da ritenersi interessate in una dialettica ovviamente tutta territoriale.

All’articolo 4, Norme di attuazione, la Giunta regionale ha previsto un termine di 45 giorni dalla data di entrata in vigore della legge per definire le modalità attuative, come dicevo prima, per indicare la quantificazione delle misure di sostegno, i costi ammissibili, la modalità di presentazione delle istanze e, naturalmente, modalità per concedere la concessione e la liquidazione delle misure di sostegno riconosciuto.

Poi le indicazioni, al comma 2 e al comma 3, per quanto riguarda le competenze da assegnare ai Comuni per la presentazione delle istanze, per l’istruttoria e l’espletamento della fase delle procedure, e naturalmente poi la fase della erogazione e concessione dei contributi.

Articolo 5, Disposizioni finanziarie. Va da sé che qui la previsione di quante risorse indicare, individuare, prevedere ogni anno a bilancio per quanto riguarda questa misura, è dettata dalle contingenze. Non poteva essere, naturalmente, predeterminata. In qualche modo, questa è legata alla disponibilità effettiva dell’Amministrazione regionale.

Clausola valutativa, articolo 6. Abbiamo messo la previsione temporale di un anno, quindi la relazione annuale da parte della Giunta che informa il Consiglio regionale sull’attuazione della legge e dei risultati progressivamente ottenuti, naturalmente previo coinvolgimento della Commissione consiliare.

Questo è un progetto di legge, tutto sommato, molto semplice, ma che ha una precisa finalità: quella di sostenere il territorio, le realtà produttive, il tessuto produttivo, il mondo del lavoro tutte le volte in cui vi sono cantieri pubblici di una certa consistenza.

Il fatto che l’Assemblea, con le dinamiche maggioranza-minoranza, abbia ritenuto addirittura di non parlarne ‒ ripeto, al netto della nomina della mia persona come relatore, non è stato fatto nulla in un anno ‒ è l’indicazione, la precisa descrizione della considerazione che hanno queste categorie per la maggioranza che sostiene questa Amministrazione, questa Giunta. Ci dispiace, perché fondamentalmente il torto non viene fatto a noi, che non vediamo discusso o comunque portato alla dialettica dell’aula un nostro progetto di legge. Il torto si fa ai territori.

Tutte le volte che vi sentirò parlare di sostenere i territori, di sostenere le imprese, di sostenere il mondo del lavoro, noi certamente aderiremo agli appelli al sostegno del lavoro, al sostegno dei territori, al sostegno delle categorie, ma vi ricorderemo che quando, poi, ci sono da adottare atti concreti e da stringere le procedure per discutere, adottare atti concreti, voi, in realtà, fate altro. Questo credo che vada ricordato. Non è possibile che tutte le volte che vi sono dei progetti di legge o atti, non solo progetti di legge, ma anche atti un po’ più articolati rispetto alle semplici interpellanze e interrogazioni, penso anche a risoluzioni, penso ad ordini del giorno, proposti da parte delle minoranze, vi è sostanzialmente un atteggiamento di assoluto distacco, un atteggiamento di assoluto ostracismo.

Credo che oltre a non essere corretto rispetto ai territori, alle persone alle quali noi ci vogliamo rivolgere, penso che sia significativo di un modo di fare politica che noi ritenevamo in realtà superato, cioè: lo presentate voi, quindi in qualche modo non lo teniamo in considerazione perché lo avete proposto voi.

Si fa fatica poi ad aderire ad appelli alla unità, ad appelli alla condivisione, alla trasversalità, quando questo è il vostro metodo di comportamento tradizionale.

Poi ci sono le eccezioni. Ci sono anche alcuni colleghi che in realtà hanno… Ma è l’eccezione, la regola è questa, ed è una regola che obiettivamente si fa fatica a non biasimare e a non criticare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Entriamo in dibattito generale. Qualcuno si iscrive a parlare?

Ricordo anche che in dibattito generale ogni consigliere può parlare per 20 minuti. Sono le ore 17,16. Chiedo se c’è qualche intervento. Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Non abbiamo i tempi tecnici.

 

PRESIDENTE (Petitti): Quindi, prevede di parlare più dei 10 minuti.

A questo punto, sono le ore 17,17, chiudiamo la seduta di oggi.

Buona serata a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 17,16

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME; Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Paolo CALVANO, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare gli assessori Andrea CORSINI, Alessio MAMMI.

 

Votazioni elettroniche

OGGETTO 6903

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Abrogazioni e modifiche di leggi e disposizioni regionali in collegamento con la Sessione europea 2023. Altri interventi di adeguamento normativo". (69)

 

Emendamento 4

 

Presenti: 41

Favorevoli: 23

Contrari: 1

Astenuti: 1

Presenti non votanti: 16

Assenti: 9

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca;

SONCINI Ottavia; ZAPPATERRA Marcella

 

Contrari:

PICCININI Silvia

 

Astenuti:

GERACE Pasquale

 

Presenti non votanti:

BARGI Stefano; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CASTALDINI Valentina; DALFIUME Mirella; GIBERTONI Giulia; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia

 

Emendamento 5

 

Presenti: 42

Favorevoli: 24

Contrari: 1

Astenuti: 1

Presenti non votanti: 16

Assenti: 8

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAPPATERRA Marcella

 

Contrari:

PICCININI Silvia

 

Astenuti:

GERACE Pasquale

 

Presenti non votanti:

BARGI Stefano; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CASTALDINI Valentina; GIBERTONI Giulia; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia

 

Emendamento 6

 

Presenti: 40

Favorevoli: 24

Contrari: 1

Astenuti: 1

Presenti non votanti: 14

Assenti: 10

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAPPATERRA Marcella

 

Contrari:

PICCININI Silvia

 

Astenuti:

GERACE Pasquale

 

Presenti non votanti:

BARGI Stefano; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CASTALDINI Valentina; GIBERTONI Giulia; MONTEVECCHI Matteo; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; TAGLIAFERRI Giancarlo; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia

 

Emendamento 7

 

Presenti: 41

Favorevoli: 24

Contrari: 1

Astenuti: 1

Presenti non votanti: 15

Assenti: 9

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAPPATERRA Marcella

 

Contrari:

PICCININI Silvia

 

Astenuti:

GERACE Pasquale

 

Presenti non votanti:

BARGI Stefano; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CASTALDINI Valentina; GIBERTONI Giulia; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; TAGLIAFERRI Giancarlo; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia

 

Progetto di legge oggetto 6903

 

Presenti: 34

Favorevoli: 22

Contrari: 11

Presenti non votanti: 1

Assenti: 16

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAPPATERRA Marcella

 

Contrari:

BARGI Stefano; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; POMPIGNOLI Massimiliano; TAGLIAFERRI Giancarlo; MONTEVECCHI Matteo

 

Presenti non votanti:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CASTALDINI Valentina; DELMONTE Gabriele; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; GIBERTONI Giulia; MARCHETTI Daniele; MOLINARI Gian Luigi; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia

 

Emendamenti

OGGETTO 6903

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Abrogazioni e modifiche di leggi e disposizioni regionali in collegamento con la Sessione europea 2023. Altri interventi di adeguamento normativo". (69)

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Catellani

«L'articolo 3 del presente progetto di legge è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma della consigliera Catellani

«L'articolo 10 del presente progetto di legge è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma della consigliera Catellani

«L'articolo 24 del presente progetto di legge è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Costa Andrea

«Dopo il Capo VI, sono aggiunti il seguente Capo VI bis e l’art.33 bis:

Capo VI bis

Disposizioni relative al CORECOM, al Difensore civico regionale e al Collegio dei revisori dei conti

Art. 33 bis

Modifiche all’articolo 11 della legge regionale n. 1 del 2001

1. Al comma 1 dell’articolo 11 della legge regionale 30 gennaio 2001, n. 1 (Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni (CORECOM)), sono apportate le seguenti modifiche:

a) alla lettera a), dopo le parole “quarantacinque per cento”, sono aggiunte le seguenti: “, maggiorata del venti per cento, al netto di IVA e oneri”;

b) alla lettera b), la parola “trenta” è sostituita dalla seguente: “quarantacinque”.

2. Le disposizioni di cui al comma 1 trovano applicazione dalla prima elezione dei componenti del CORECOM successiva all’entrata in vigore della presente legge.»

(Approvato)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Costa Andrea

«Dopo l’art.33 bis, è aggiunto il seguente articolo:

Art. 33 ter

Modifica all’articolo 14 della legge regionale n. 25 del 2003

1. Al comma 1 dell’articolo 14 della legge regionale 16 dicembre 2003, n. 25 (Norme sul Difensore civico regionale. Abrogazione della legge regionale 21 marzo 1995, n. 15 (Nuova disciplina del Difensore civico)), la parola “60” è sostituita dalla seguente: “45”.

2. La disposizione di cui al comma 1 trova applicazione dalla prima elezione del Difensore civico successiva all’entrata in vigore della presente legge.»

(Approvato)

 

Emendamento 6, a firma del consigliere Costa Andrea

«Dopo l’art.33 ter è aggiunto il seguente articolo:

Art. 33 quater

Modifiche all’articolo 7 della legge regionale n. 18 del 2012

1. Al comma 3 dell’articolo 7 della legge regionale 21 dicembre 2012, n. 18 (Istituzione, ai sensi dell'art. 14, co. 1, lett. e) del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo) - convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148 - del Collegio regionale dei revisori dei conti, quale organo di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione dell'ente), è aggiunto il seguente periodo: “L’estrazione si svolge nel rispetto dei criteri di cui al comma 3 bis.”.

2. Dopo il comma 3 dell’articolo 7 della legge regionale n. 18 del 2012, è aggiunto il seguente:

“3 bis. Si procede all’estrazione di tre nominativi nel caso di costituzione di un nuovo collegio. Si procede all’ulteriore estrazione di uno o più nominativi dall’elenco:

a) se uno o più degli estratti, in sede di controllo sulle dichiarazioni rese nella domanda di iscrizione, da compiersi prima della nomina da parte dell’Assemblea legislativa, non risultasse in possesso dei requisiti prescritti;

b) in caso di cessazione anticipata di uno o più componenti già nominati dall’Assemblea legislativa.”.»

(Approvato)

 

Emendamento 7, a firma del consigliere Costa Andrea

«Dopo l’art. 33 quater è aggiunto il seguente articolo:

Art. 33 quinquies

Modifiche all’articolo 10 della legge regionale n. 18 del 2012

Al comma 1 dell’articolo 10 della legge regionale n. 18 del 2012 la parola “30” è sostituita dalla parola “45” e la parola “50” è sostituita dalla parola “20”.»

(Approvato)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Piccinini, Fabbri

«All'articolo 22, che apporta modifica alla L.R. 10 del 2017, lett. l), comma 4, articolo 6, dopo la parola "bicicletta" sono aggiunte le parole "e cargo bike"»

(Approvato)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Catellani, Pompignoli, Montalti, Fabbri

L'articolo 14 del presente progetto di legge è abrogato.

(Approvato)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Catellani, Pompignoli

«L'articolo 15, comma 2, del presente progetto di legge, dopo le parole "entro il mese di febbraio," sono integrate le parole "e comunque prima del termine dell'iter di esame congiunto del programma di lavoro annuale della Commissione europea e della relazione sullo stato di conformità dell'ordinamento regionale all'ordinamento dell'Unione europea da parte della commissione referente,".»

(Respinto)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

7100 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le azioni intraprese a favore delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento Werther di Carpineti (RE). A firma del Consigliere: Costa

 

7103 -  Interrogazione a risposta scritta sulla valutazione del test di allarme pubblico nazionale IT-Alert. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7104 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intenda avviare per sollecitare il Governo a sospendere le autorizzazioni date per nuovi impianti di lavorazione di fanghi di depurazione civili e ad aggiornare la normativa nazionale in materia per una maggiore tutela della salute e dell'ambiente. A firma della Consigliera: Zappaterra

 

7105 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla necessità di realizzare servizi e strutture specifiche e adeguate, al fine di rispondere alle esigenze delle persone anziane con disabilità. A firma delle Consigliere: Costi, Zappaterra

 

7106 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla mancata designazione dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7109 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione del CCNL relativo al personale del Comparto Funzioni Locali relativamente alle progressioni verticali. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

RISOLUZIONI

 

7101 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a chiedere al Governo il riconoscimento alle imprese del comparto turistico-balneare romagnolo dei danni indiretti derivanti dagli eventi alluvionali che hanno colpito l'Emilia-Romagna a maggio 2023. (10 07 23) A firma dei Consiglieri: Rossi, Rontini, Mori, Daffada', Costa, Montalti, Sabattini, Pillati, Zappaterra, Dalfiume, Costi, Caliandro, Marchetti Francesca, Bulbi, Gerace

 

7102 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire l'interlocuzione con tutti gli organi preposti affinché vengano rispettati gli accordi a tutela dei diritti dei lavoratori del comparto di vigilanza privata e servizi di sicurezza operanti nelle sedi della Regione Emilia-Romagna e a sostenere l'introduzione di una normativa per il salario minimo legale nel nostro Paese. (10 07 23) A firma dei Consiglieri: Amico, Sabattini

 

7107 -  Risoluzione relativa agli interventi di manutenzione e pulizia dei fiumi presenti nel territorio regionale. (11 07 23) A firma dei Consiglieri: Liverani, Facci, Bargi, Pompignoli, Pelloni, Delmonte, Marchetti Daniele, Rainieri, Occhi, Bergamini, Montevecchi, Rancan, Stragliati, Catellani

 

7111 -  Risoluzione per impegnare la Giunta e il Presidente a farsi promotori presso il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano, al fine di favorire, in accordo con gli enti locali, la pulizia del Lago del Ventasso (Lago Calamone), in modo da ripristinare la trasparenza della superficie acquatica. (11 07 23) A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

7114 -  Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a verificare con il Governo, anche attraverso la Conferenza Stato-Regioni, ulteriori provvedimenti normativi, oltre a quelli già esistenti, atti a ridurre i disagi economici alle micro e piccole imprese commerciali e artigianali interessate da cantieri per la realizzazione di opere pubbliche. (11 07 2023) A firma dei Consiglieri: Daffadà, Costi, Zappaterra, Sabattini, Bulbi, Pigoni, Bondavalli, Amico

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n.12 prot. NP/2023/736 del 12 luglio 2023)

 

LE PRESIDENTI

LA SEGRETARIA

Petitti - Zamboni

Montalti

 

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