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223

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 25 LUGLIO 2023

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6762

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2022". (70)

(Continuazione discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6762/1/2/3/5 oggetti 7177717871797181 – Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 6762/4 oggetto 7180 – Discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 6762/6 oggetto 7182 – Ritiro)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Petitti)

RAINIERI (Lega)

 

OGGETTO 6989

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". (71)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6989/4/6/8/9 oggetti 7186718871907191 – Presentazione, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6989/1/7/10 oggetti 718371897192 – Presentazione, discussione e reiezione)

(Ordini del giorno 6989/2/3/5 oggetti 718471857187 – Presentazione e ritiro)

 

OGGETTO 6990

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". (72)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6990/5/6/7/8/10/12/13/14/15/17/18 oggetti 71987199720072017203720572067207720872107211 - Presentazione, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6990/1/2/9/11 oggetti 7194719572027204 - Presentazione, discussione e reiezione)

(Ordini del giorno 6990/3/4/16 oggetti 719671977209 – Presentazione e ritiro)

PRESIDENTE (Petitti)

SABATTINI, relatore della Commissione

FACCI, relatore di minoranza

CASTALDINI (FI)

BARGI (Lega)

PIGONI (BP)

SONCINI (PD)

PCCININI (M5S)

CATELLANI (Lega)

STRAGLIATI (Lega)

ZAMBONI (EV)

AMICO (ERCEP)

OCCHI (Lega)

TAGLIAFERRI (FdI)

PELLONI (Lega)

MORI (PD)

POMPIGNOLI (Lega)

CATELLANI (Lega)

MUMOLO (PD)

BONACCINI, Presidente della Giunta

CUOGHI (FdI)

PICCININI (M5S)

STRAGLIATI (Lega)

EVANGELISTI (FdI)

MOLINARI (PD)

ZAMBONI (EV)

RONTINI (PD)

CASTALDINI (FI)

RANCAN (Lega)

SABATTINI (PD)

FACCI (Lega)

CALVANO, assessore

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

PARUOLO (PD)

BARGI (Lega)

OCCHI (Lega)

PELLONI (Lega)

PIGONI (BP)

CUOGHI (FdI)

PRESIDENTE (Petitti)

POMPIGNOLI (Lega)

PICCININI (M5S)

FACCI (Lega)

RONTINI (PD)

ZAMBONI (EV)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 676269896990 e relativi argomenti collegati

Emendamenti oggetti 676269896990 e relativi argomenti collegati

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,40

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 223 del giorno 25 luglio 2023.

Hanno giustificato la propria assenza il consigliere Bergamini e le assessore Lori e Salomoni. Il consigliere Bulbi ha comunicato che parteciperà da remoto, ai sensi dell’articolo 102 del Regolamento interno.

 

OGGETTO 6762

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2022”. (70)

(Continuazione discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6762/1/2/3/5 oggetti 7177 – 7178 – 7179 – 7181 – Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 6762/4 oggetto 7180 – Discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 6762/6 oggetto 7182 – Ritiro)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo dall’oggetto 6762, la sessione di bilancio (rendiconto). Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante il rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2022.

Ricordiamo che su questo oggetto insistono sei proposte di ordine del giorno: uno a firma della consigliera Piccinini, uno a firma del consigliere Marchetti Daniele, su cui insistono cinque emendamenti, uno a firma del consigliere Facci, uno a firma della consigliera Castaldini, uno a firma Mumolo, Rossi e Bulbi, uno a firma dei consiglieri Rainieri e Occhi.

Siamo arrivati alle dichiarazioni congiunte su progetto di legge e ordini del giorno.

Ha chiesto la parola la consigliera Piccinini. Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Io volevo intervenire sull’ordine dei lavori per il seguente motivo. Ho visto in questi minuti che è uscito un comunicato stampa che riguarda il milione di euro che l’Assemblea destina alla Protezione civile, firmato da tutti i Capigruppo tranne la sottoscritta. Allora a me fa piacere che voi vi mettiate d’accordo tra di voi. È un comunicato stampa che io non ho visto. Ho detto in più occasioni che quella era un’operazione che io condividevo, però stamattina ho posto delle questioni di merito durante il dibattito e la discussione generale sul rendiconto dell’Assemblea.

Non vorrei che un’operazione che doveva vedere la condivisione di tutti, come dire, si riducesse semplicemente alla scelta di alcuni desiderata da parte delle forze politiche. Stamattina ho detto che non è importante dove li destiniamo, ma è importante come ricostruiamo e quindi come saranno i progetti e soprattutto parlavo di sostenibilità ambientale. Quindi, io ritengo che sia importante anche prevedere delle certificazioni anche di sostenibilità energetico-ambientali, quindi ricostruire anche con materiali a basso impatto ambientale, perché credo che questo qualificherebbe anche una scelta positiva che, come Assemblea, abbiamo fatto.

Distribuire risorse in via general generica, senza un criterio, io penso che sia sbagliato. Queste mie considerazioni dentro quel comunicato stampa, che io non ho visto, non c’erano. A me dispiace, presidente, che ancora una volta si cerchi di tagliare fuori un Gruppo politico che ha delle cose da dire rispetto a una questione che dovrebbe essere gestita in maniera collettiva. Ci tenevo a dirlo, visto che è stato fatto un comunicato stampa che ribadisco io non ho neanche visto. Benissimo, avete deciso di fare così. La mia posizione però rimane questa.

Non vorrei che passasse il messaggio, siccome non porta la mia firma, che rispetto a quello stanziamento e rispetto a un bilancio che io non ho votato, per motivi e per ragioni che ho motivato durante la discussione generale, che riguardano anche il tema dell’aumento di compensi del CORECOM, che io non sia d’accordo. Io sono d’accordo, ma vorrei che la destinazione di quelle risorse fosse vincolata a criteri di sostenibilità e mi dispiace che questa cosa non sia stata… Non ci sia stato nemmeno un confronto per capire come far uscire quel comunicato stampa, che ad oggi non porta la mia firma.

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, solo per chiarezza, perché io e lei ci siam parlate anche più volte questa mattina. Le ho chiesto… Sono quattro righe, dove, dopo aver licenziato come Assemblea la scelta, abbiamo con tutti i Capigruppo deciso di comunicare soltanto la cifra.

Ribadisco, soltanto la cifra, perché dove verranno destinati, lo abbiamo detto in Capigruppo, lo ridico anche qui, visto che ha sollevato la questione, lo decideremo insieme, appena avremo le condizioni per poter fare queste scelte, guardi, anche raccogliendo le giuste osservazioni che lei ha posto sia in Capigruppo che adesso qui in aula. Quindi, solo a ribadire questo e nient’altro.

A questo punto proseguiamo con il rendiconto. Come dicevo prima, siamo arrivati alle dichiarazioni di voto congiunte sul progetto di legge e ordini del giorno. Qualcuno vuole intervenire?

Dichiarazioni di voto su progetto di legge e ordini del giorno.

A questo punto passiamo al voto.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Okay.

Qualcuno si iscrive a parlare in dichiarazione di voto, prima di passare alle votazioni? Consigliere Rainieri, prego.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Intervengo in merito al mio ordine del giorno, il n. 6 per ritirare l’ordine del giorno. Perché, in accordo con il relatore e avendo parlato con i colleghi di Parma, presenteremo una risoluzione da portare in Commissione, quindi cercheremo di dare maggiore forza all’impegno che ci eravamo dati tempo fa per aiutare una parte della Provincia di Parma che in questo momento sta soffrendo.

Quindi, annuncio il mio ritiro dell’ordine del giorno n. 6.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene, è stato motivato e quindi ritiriamo l’ordine del giorno.

Altri in dichiarazioni di voto? Io non ho altri in dichiarazione di voto.

A questo punto passiamo alle votazioni sugli ordini del giorno e più precisamente, come richiesto dalla consigliera Piccinini, votiamo gli ordini del giorno con dispositivo elettronico.

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Solo l’ordine del giorno della consigliera Piccinini.

Primo ordine del giorno, a firma Piccinini. Votiamo con il dispositivo elettronico.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 23

Contrari 2

Astenuti 1

 

È approvato.

 

Passiamo al secondo.

Intanto, nomino gli scrutatori: consigliera Bondavalli, consigliera Dalfiume e consigliera Castaldini.

Il secondo ordine del giorno ha cinque emendamenti.

Votiamo prima gli emendamenti che insistono sull’ordine del giorno a firma Daniele Marchetti, il secondo ordine del giorno.

Il primo emendamento è a firma Maletti, Marchetti e Pigoni.

Mettiamo in votazione il primo emendamento.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Secondo emendamento, a firma Maletti, Marchetti e Pigoni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Terzo emendamento, sempre a firma Maletti, Marchetti e Pigoni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Quarto emendamento, sempre a firma Maletti, Marchetti e Pigoni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 5 a firma Maletti, Marchetti e Pigoni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora siamo all’ordine del giorno n. 2, a firma Daniele Marchetti.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo all’ordine del giorno n. 3, a firma Facci.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’ordine del giorno n. 4, a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Passiamo all’ordine del giorno n. 5, a prima firma Mumolo.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

L’ordine del giorno n. 6 è stato ritirato.

A questo punto, mettiamo in votazione l’intero progetto di legge, con il dispositivo elettronico.

Il rendiconto.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 24

Contrari 13

 

È approvato.

 

OGGETTO 6989

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025”. (71)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6989/4/6/8/9 oggetti 7186 – 7188 – 7190 – 7191 – Presentazione, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6989/1/7/10 oggetti 7183 – 7189 – 7192 – Presentazione, discussione e reiezione)

(Ordini del giorno 6989/2/3/5 oggetti 7184 – 7185 – 7187 – Presentazione e ritiro)

 

OGGETTO 6990

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025”. (72)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6990/5/6/7/8/10/12/13/14/15/17/18 oggetti 7198 – 7199 – 7200 – 7201 – 7203 – 7205 – 7206 – 7207 – 7208 – 7210 – 7211 - Presentazione, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6990/1/2/9/11 oggetti 7194 – 7195 – 7202 – 7204 - Presentazione, discussione e reiezione)

(Ordini del giorno 6990/3/4/16 oggetti 7196 – 7197 – 7209 – Presentazione e ritiro)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 6989: progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025”.

Il progetto di legge è composto da 26 articoli.

A questo è collegato anche l’oggetto 6990. Progetto di legge d’iniziativa della Giunta: assestamento e prima variazione generale di bilancio di previsione della Regione 2023-2025.

Questo progetto di legge è composto da 10 articoli.

Ricordo che i testi sono stati licenziati in Commissione Bilancio nella seduta del 19 luglio 2023.

Il relatore della Commissione, consigliere Sabattini Luca, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Facci Michele, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il parere del Collegio regionale dei revisori dei conti è favorevole.

Sull’oggetto 6989 insistono tre proposte di emendamento a firma della consigliera Piccinini.

Sull’oggetto 6989 insiste una proposta di ordine del giorno a firma Evangelisti, Cuoghi e Tagliaferri.

Sull’oggetto 6990 insiste una proposta di emendamento a firma della consigliera Piccinini.

Inoltre, sull’oggetto 6990 insistono sette proposte di ordine del giorno: una a firma Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri; quello successivo, il n. 2, a firma Tagliaferri, Evangelisti e Cuoghi; il n. 3 a firma Cuoghi, Evangelisti e Tagliaferri; il quarto a firma Mumolo, che è stato, però, ritirato; il quinto a prima firma Mori; il sesto a firma Zamboni e Paruolo; il settimo a firma Maletti e Zamboni.

A questo punto, apriamo il procedimento di discussione.

Passo la parola, per la relazione di maggioranza, al consigliere Luca Sabattini. Prego, consigliere.

 

SABATTINI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Buon pomeriggio, colleghi.

L’assestamento di bilancio è lo strumento giuridico-contabile destinato ad aggiornare il bilancio di previsione annuale in base alle situazioni economiche e finanziarie che sopravvengono durante l’anno e alle risultanze del rendiconto relativo all’esercizio finanziario precedente, con particolare riferimento ai dati relativi alla consistenza dei residui attivi e passivi del Fondo pluriennale vincolato, del Fondo crediti di dubbia esigibilità, la giacenza di cassa e il risultato di amministrazione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Scusi, consigliere Sabattini. Stiamo verificando un ordine del giorno della consigliera Castaldini.

Prego, continui pure.

 

SABATTINI: L’assestamento esplica, di conseguenza, anche una funzione di adeguamento nel corso della gestione e si pone come componente della manovra di bilancio, essendo chiamato a svolgere una funzione ricognitiva delle tendenze in atto.

Secondo la relazione annuale della Banca d’Italia, pubblicata a maggio 2023, lo scorso anno il PIL italiano è cresciuto del 3,7 per cento, dopo il forte recupero del 2021, grazie sicuramente al miglioramento del quadro sanitario post pandemico, che ha permesso di ridurre progressivamente, fino a completa eliminazione, le misure restrittive messe in atto per contrastare la pandemia.

Con l’eliminazione delle misure restrittive si è assistito anche alla graduale ripresa delle attività ricreative e turistiche, così come all’utilizzo dei trasporti pubblici di numerose attività produttive, a partire dal settore delle costruzioni, sostenuto da incentivi fiscali per la riqualificazione e l’efficientamento energetico.

Nonostante ciò, buona parte della manifattura ha risentito però pesantemente dell’incertezza dovuta al conflitto russo-ucraino, delle relative tensioni internazionali, delle conseguenti difficoltà di approvvigionamento dei materiali, dell’impennata dei costi energetici, della crescita dell’inflazione, dell’avvio di una nuova fase restrittiva di politica monetaria europea, nel tentativo di limitare la crescita progressiva dei tassi di interesse, ha rallentato il PIL a partire dalla seconda metà del 2022. Complessivamente, la ripresa dell’economia regionale nel 2022 è stata la più rapida dopo il boom degli anni 2000, come dimostra il Report della Banca d’Italia.

Seppur in termini ridotti, un’espansione positiva anche per il 2023 anche se rallentata a causa del combinato disposto della spinta dell’inflazione, della riduzione della capacità del reddito, dei salari e della stretta monetaria.

In un contesto delicato ma sostanzialmente sotto controllo, con un deciso miglioramento dei costi dell’energia rispetto al 2022, nel maggio 2023 accade ciò che non era certamente prevedibile né per entità, né per estensione del territorio colpito.

Gli eventi alluvionali e le gravi calamità naturali che hanno colpito la pianura nella collina della nostra Regione, soprattutto la Romagna, hanno determinato ingenti danni e devastazione della popolazione, delle imprese, delle attività produttive, delle infrastrutture e dell’ambiente. Credo che ci stia un ringraziamento, in questa sede, proprio di tutta l’aula alla Protezione civile, ai cittadini, alle imprese, alle associazioni di volontariato della nostra regione, ma anche oltre confine, per il grande messaggio anche di ripartenza, immediatamente dopo, e di voglia di ripartire il più in fretta possibile.

Eventi drammatici la cui portata condiziona e condizionerà anche per i prossimi anni un quadro economico già influenzato da fattori esogeni straordinari, da cui il nostro territorio si riprenderà solo con la messa in campo a livello regionale, nazionale ed europeo di soluzioni, risorse e strumenti straordinari, così come avvenne per il terremoto del 2012.

In questa regione abbiamo sempre cercato di trasformare le emergenze, anche quelle molto gravi come questa in occasione di rilancio, di ripensamento, di opportunità per rendere il territorio e le sue comunità sempre più forti, più resilienti, più competitive. Così fu per il terremoto e così potrà essere per gli eventi calamitosi di quest’anno.

Non sono e non saranno però indifferente i tempi, i modi della qualificazione delle risorse e credo che dovremmo essere tutti consapevoli, a prescindere dal colore politico, che prima parte la Romagna meglio è non solo per la nostra Regione ma per tutta Italia.

Tempi, modi e quantità delle risorse sono variabili che fanno la differenza, non solo per la costruzione della risposta di un territorio e delle sue comunità a eventi estremi, ma anche in altri ambiti essenziale, come quello sanitario di cui abbiamo parlato a lungo stamani durante il rendiconto.

Ad esempio, non essendo ancora stata raggiunta l’intesa di riparto del Fondo sanitario nazionale per il 2023, non è stato possibile adeguare gli stanziamenti dei tributi destinati al finanziamento della sanità.

Questo è un tema cruciale che tocca direttamente anche la messa a terra delle risorse del PNRR.

Questa Regione ha messo in atto un lavoro puntuale sul PNRR, sia per quanto riguarda gli elementi di monitoraggio, sia per quanto riguarda il sostegno agli Enti locali nello sviluppo delle progettualità.

Rimane un dato molto preoccupante, che riguarda gli effetti degli investimenti sui territori, che prevedono nuovi servizi pubblici e nuove infrastrutture, senza però che sia previsto un corrispondente finanziamento per il personale e per l’operatività e per far funzionare questi servizi. Un tema, questo, particolarmente critico nei settori sociale e sanitario.

Occorre che la politica e i governi, qualunque essi siano, siano coerenti all’interno di una strategia che non può scaricare sugli Enti locali tensioni che non possono trovare risposte se non a livello consono, che è quello nazionale ma forse ancora più continentale.

Tempi, modi e quantità, dicevamo. Sulla quantità non possiamo pensare, ad esempio, che le voci di bilancio non tengono conto degli aumenti dei prezzi, del rincaro dell’energia e, non ultimo, della crescita dell’inflazione.

L’inflazione nell’area euro ha raggiunto per la prima volta un valore a due cifre in ottobre, per poi assestarsi a un 8 per cento, a dimostrazione che, come dicevo prima, il combinato disposto di diversi tipi di crisi non aiuta il ridimensionamento di un dato che impatta su famiglie, imprese ma anche sui bilanci degli Enti pubblici.

Avevamo costruito il bilancio di previsione 2023-2025 consapevoli di queste criticità e con una buona dose di attenzione e prudenza, a partire dalla scelta di costruire un fondo straordinario di 85 milioni. Doveva essere utile a coprire gli eventuali disavanzi sanitari. Il disavanzo sanitario poi si è attestato, come abbiamo detto anche stamattina, in 84,9 milioni. Lo abbiamo coperto, invece, interamente oggi, grazie anche a una norma contenuta nella legge di stabilità 2022, con l’avanzo vincolato.

Grazie a questa possibilità, le somme accantonate in sede di bilancio 2023 sono tornate disponibili. Queste somme, insieme alle rimodulazioni di altre spese, hanno potuto, pertanto, essere destinate a ulteriori interventi essenziali che, in fase di bilancio preventivo, avevamo coperto solo parzialmente, dai trasporti alla sanità, oltre alla possibilità di far fronte a nuove emergenze e alle situazioni che il primo semestre hanno manifestato necessità di recuperare risorse aggiuntive.

Gli oltre 125 milioni di euro di questa manovra sono stati utilizzati in primis per l’emergenza alluvione, per finanziare la crescita degli abbonamenti dei bus per studenti, così come per contenere gli impatti dell’inflazione, soprattutto nei soggetti che occupano le strutture per anziani e disabili e per supplire al ritardo della ripartizione dei fondi FSC, il cui utilizzo era stato previsto dal Governo Draghi per soddisfare il bisogno di dare una copertura dei cofinanziamenti necessari per attivare i Fondi europei.

Una manovra corposa, insomma, di cui abbiamo parlato approfonditamente nelle Commissioni. Una manovra che porta con sé anche la necessità, come già detto più volte, di rifinanziare alcune politiche che avevamo sacrificato nello stanziamento di bilancio previsionale.

In questa sede, vorrei affrontare solo alcuni degli aspetti di questa manovra, ma che ben delineano le scelte politiche compiute. L’Emilia-Romagna è una regione conosciuta per la sua affidabilità. È considerata Regione di riferimento sotto diversi punti di vista, tra cui la capacità di utilizzare al meglio le risorse nazionali ed europee, che ottiene per investire nel proprio territorio nei servizi, nelle imprese, nel sistema della formazione. Il mancato riparto dell’FSC non ha certo agevolato la programmazione e la messa a terra dei Fondi europei. Nonostante ciò, questo assestamento permette di confermare gli impegni presi su questo fronte, andando a cofinanziare i bandi FSR e FSE Plus.

Credo che tutte le consigliere e i consiglieri di questa Assemblea siano consapevoli dell’importanza dell’attivazione e della messa a terra dei bandi che riguarderanno il sostegno degli investimenti e delle imprese, degli enti locali, la digitalizzazione, la transizione energetica, l’internazionalizzazione e la formazione; gli interventi per il dissesto – mi riferisco in particolare ai 32 milioni programmati ancora prima dell’alluvione – sviluppo dei settori all’avanguardia, come quello della spesa economica, di cui abbiamo visto uscire nei giorni scorsi il primo bando da 5 milioni che dà contributi a fondo perduto per progetti ad alto valore aggiunto e a forte valenza territoriale, ma anche all’individuazione di nuove modalità di finanziamento, come è stato il provvedimento sui basket bond, ovvero la creazione da parte della Regione di un fondo finalizzato a garantire le emissioni di mini bond da parte delle imprese. In questo modo, queste ultime possono avere accesso al credito alternativo, al canale bancario e a un costo minore per la riqualificazione energetica, per l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili associando anche interventi di miglioramento e adeguamento sismico, fino ad interventi per lo sviluppo di impianti e processi di economia circolare per la transizione ecologica delle imprese emiliano-romagnole.

Grazie all’assestamento diamo attivazione anche alle ATUSS, le agende trasformative urbane per lo sviluppo sostenibile, 110 milioni di euro di fondi europei per cambiare il profilo delle città più verdi e digitali, ma anche le STAMI, per sostenere gli investimenti delle comunità.

Oltre al cofinanziamento dei fondi europei, questa manovra di assestamento ci permette anche di cofinanziare i fondi europei relativi all’agricoltura, andando così a stanziare le risorse per i bandi destinati alla finalità ambientale, alle indennità compensative per le zone svantaggiate, agli interventi agro-climatici e ambientali, agli interventi strutturali di promozione e trasferimento delle competenze, oltre, credo importante, le risorse in aggiunta per i consorzi fidi…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, chiedo un po’ più di silenzio in aula, per piacere.

 

SABATTINI: …per sostenere il credito per gli investimenti in agricoltura.

A ciò si aggiunge anche l’attuazione dell’accordo BEI e la Regione per il potenziamento e l’innovazione dell’offerta turistica e, attraverso ulteriori economie, si è reso possibile rafforzare lo stanziamento per dare gambe ad un altro bando riguardante la legge regionale 14, ad inizio del 2024.

Insieme al cofinanziamento dei fondi, questo assestamento si è concentrato su alcune priorità che già citavo in precedenza. Sono le priorità che richiedono scelte politiche ben precise, in primis il sostegno alle fragilità della popolazione del territorio. Senza dubbio, una di queste è la difesa del suolo e dell’ambiente.

Sono stati ampliati gli stanziamenti a favore della Protezione civile, per 8 milioni, già erogati e 5 milioni di euro a favore di AIPO. Un’ulteriore priorità è costituita da tutto il sistema sociosanitario e welfare, per il quale questa manovra di assestamento permette di investire in ambiti essenziali per la tenuta della comunità, a partire dal Fondo regionale per la non autosufficienza, che vede uno stanziamento di 28 milioni di euro e un aumento necessario da cui non potremo più tornare indietro, visti anche il progressivo aumento dei bisogni e l’invecchiamento della popolazione.

Credo che un’altra scelta contenuta all’assestamento che lo qualifichi sia sicuramente la scelta dello stanziamento di 9 milioni per il Fondo affitti, che tra l’altro, come sappiamo, ha visto l’azzeramento dei fondi da parte del Governo. Una scelta tanto incomprensibile quanto discutibile, emblema di una guerra condotta contro chi è reo di essere povero.

L’azzeramento del Fondo nazionale per il contributo all’affitto e morosità incolpevole toglie infatti un argine prezioso contro gli sfratti nella fase in cui l’inflazione penalizza maggiormente le famiglie a reddito medio-basso. Solo per la nostra Regione questo significa ignorare 70.000 nuclei familiari in locazione che hanno un reddito così basso da rischiare lo sfratto, e che nel 2022 hanno fatto richiesta di aiuto.

Parliamo di circa un terzo delle domande in più rispetto al 2021. Citavo prima la necessità anche di nuove esigenze nei capitoli di bilancio previsionale 2023. Uno tra questi è sicuramente il Fondo nazionale per i trasporti. Questa manovra permette di stanziare in questa direzione circa ulteriori 22 milioni che vanno a cofinanziare, credo, una politica che ha avuto anche un successo superiore rispetto alle aspettative, quella delle agevolazioni per i ragazzi giovani nell’utilizzo dei mezzi pubblici.

Altre poste importanti sono quelle che vanno a sostenere tutto l’ambito della cultura, dello sport, del turismo, con oltre 12 milioni di euro rafforzando le previsioni di bilancio a cui si aggiungono ulteriori stanziamenti per interventi in conto capitale ma anche ulteriori 4 milioni di euro di ristori ai gestori di impianti di imprese turistiche nei comprensori sciistici provenienti appunto dalla ripartizione dell’avanzo vincolato.

Non sono secondarie infine, vorrei qui citare le Poste, che ci consentono, come da normativa, di compartecipare anche al rientro del debito pubblico dello Stato.

Questo è quello che ci ha richiesto il Governo in una fase che probabilmente avrebbe meritato un sostegno maggiore anche da parte dello Stato centrale verso l’aumento dei bisogni e delle territorialità. Ma in questo assestamento prevediamo, come previsto dalla norma, 14 milioni di euro che restituiamo ai trasferimenti nazionali.

Poi abbiamo ovviamente previsto, come fatto anche in passato, il finanziamento per la convenzione con gli Enti provinciali, per oltre 10 milioni.

Questo assestamento, in conclusione, pur essendo una manovra importante che permette di mettere in circolo risorse essenziali per le politiche di equità, ci restituisce con maggiore evidenza il problema della rigidità del nostro bilancio, sempre più vincolato quando non ingessato da spese non comprimibili che creano una crescente difficoltà nel rispondere ad eventi esterni ed eccezionali.

Abbiamo visto come gli eventi esterni ed eccezionali si stanno moltiplicando nel nostro territorio, possono essere eccezionali e, ovviamente, non prevedibili ma hanno un’unica matrice che è quella dei cambiamenti. Cambiamenti climatici che richiedono un ripensamento non soltanto degli interventi relativi al dissesto idrogeologico, come abbiamo citato in precedenza, ma richiedono anche un ripensamento delle nostre città e probabilmente anche di alcuni elementi riguardanti il nostro sistema economico.

Non esistono scorciatoie per rispondere ai cambiamenti climatici, non esiste un interruttore, non esistono soluzioni miracolose. Credo che lo sforzo che dobbiamo fare... Possiamo essere anche un esempio per il Paese per la capacità di mettere in campo politiche in grado di rivedere le nostre città, per rispondere a questo elemento di cambiamento climatico, che vede una delle sfide, insieme a quelle che abbiamo citato, principale. Rifuggiamo, dobbiamo rifuggire dalle scorciatoie, che guardano o alla negazione o a soluzioni miracolose.

Badate. Uno degli elementi principali e, credo, anche di preoccupazione è che la risposta al cambiamento climatico questa terra la deve fare nel suo insieme. Come nel suo insieme devono riuscire a essere maggiormente sostenibili i cittadini e le imprese. Dobbiamo portarceli tutti in questa transizione ambientale.

È qui che incastro anche l’ultima considerazione. La spesa pubblica è una spesa di ricucitura delle disuguaglianze. Io l’ho sempre immaginata così. Le politiche pubbliche servono per aiutare anche a diminuire le distanze. Avere un bilancio, come quello di cui abbiamo parlato anche stamattina nel rendiconto, ma anche con l’assestamento, così rigido, dato da un federalismo di facciata, che vede oggi nelle politiche nazionali un riaccentramento anche di tutti gli elementi di programmazione (non lo vediamo soltanto attraverso il PNRR) ci restituisce anche una capacità molto più ridotta nel riuscire a rispondere alle possibili emergenze. Soltanto il bicchiere mezzo vuoto? No, assolutamente. Credo che l’immagine che abbiamo visto, anche in risposta all’alluvione, sia quella che ci deve guidare, anche come Istituzione, come partiti che rappresentano questa Istituzione, cioè la caparbietà di affrontare le difficoltà e di mettere in campo immediatamente le risposte. Lo dobbiamo a quello che rappresenta questa Regione, ma anche a quella immagine che abbiamo visto dopo l’alluvione e a tutti i cittadini che si sono attivati per questo.

Con queste considerazioni, concludo ringraziando l’Assessorato, i tecnici dell’Assessorato al bilancio, la disponibilità da parte della maggioranza e la fiducia che mi hanno accordato in questo percorso, e ovviamente il relatore di minoranza per il lavoro fatto insieme.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.

Adesso passo la parola al relatore di minoranza.

Comunico anche che sono arrivati qui alla Presidenza alcuni ordini del giorno che ci stiamo organizzando per distribuire. Tra poco rifaremo il punto su tutti gli ordini del giorno in oggetto.

Adesso passo la parola al relatore di minoranza, consigliere Facci Michele. Prego, consigliere.

 

FACCI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Inverto l’ordine di quello che doveva essere il mio intervento partendo dalle ultime considerazioni che ha fatto il relatore di maggioranza facendo sostanzialmente un richiamo finale, una sorta di cappello generale su quella che vuole essere l’azione amministrativa della Giunta e quella della necessità di ricucire le distanze, quindi come la buona politica che deve in qualche modo intervenire in ogni contesto, in ogni settore, elencando tutta una serie di misure e una serie di interventi che la Regione intende fare e si appresterebbe a fare.

Perché voglio partire da qua? Perché il concetto di ricucire le distanze sostanzialmente si può tradurre in poche parole, nella necessità, fondamentalmente, di non lasciare nessuno indietro, di riuscire a raggiungere con l’azione amministrativa ogni contesto e ogni ambito.

La domanda che ci facciamo è se questa politica, se questo bilancio, se queste azioni che in qualche modo oggi con il bilancio fotografiamo, sono in grado di farlo, se effettivamente abbiamo la capacità di poter dare quelle garanzie che i cittadini si attendono.

Fondamentalmente è una sfida. Fondamentalmente a una sfida a capire se con quelle che sono le varie azioni messe in campo, questi risultati si riescono a raggiungere. Il punto è che se dobbiamo esaminare – e dobbiamo esaminare necessariamente – i numeri che il bilancio ci restituisce, ci viene purtroppo da considerare, da osservare come in realtà questa sfida sia una sfida quasi impossibile.

Ovviamente il nostro interesse, il nostro obiettivo è quello effettivamente che le distanze siano colmate, che nessuno venga lasciato indietro, che i territori di periferia o di montagna abbiano gli stessi servizi degli altri territori, che le dinamiche, le tutele del lavoro, le tutele del Welfare possano raggiungere tutti e non lasciare indietro nessuno. Ci mancherebbe, è un obiettivo credo comune.

Si tratta di capire quali sono le iniziative, quali sono le azioni che appunto si intendono perseguire per raggiungere questo risultato.

Allora l’assestamento, per tornare sui numeri, che cosa ci restituisce, che fotografia ci lascia? Ci fa una fotografia di un bilancio in difficoltà, un bilancio fortemente rigido.

Noi abbiamo, e lo dimostrano gli stessi emendamenti che arrivano in questo momento, che sono stati presentati, abbiamo fondamentalmente degli ordini del giorno, cioè abbiamo delle volontà. Che cos’è un ordine del giorno? Una volontà di raggiungere un impegno futuro. L’emendamento, invece, va a incidere sostanzialmente nell’immediato.

Perché non ve ne sono nemmeno da parte della maggioranza? Perché non ci sono risorse disponibili. Non ci sono di fatto risorse.

Bene o male tutte le volte che noi avevamo manovre di assestamento, c’era lo spazio per qualche aggiustamento, qualche ritocco. Non c’è, perché è un bilancio rigido, è un bilancio rigido condizionato e in un qualche modo pregiudicato, nel senso lato del termine, da quello che è tutto il cosiddetto perimetro della sanità.

Allora, nel momento in cui abbiamo un bilancio che appunto deve fare i conti con alchimie contabili per arrivare fondamentalmente a rimanere dentro i binari, non possiamo di fatto pensare che le azioni ulteriori che si andranno a mettere in campo per raggiungere, per ricucire quelle famose distanze, potranno essere efficaci.

Possiamo tentare. Sicuramente dovremmo insistere. Nel momento in cui o, meglio, fino a quando non si metterà mano ‒ lo dico ulteriormente; lo diremo fino a esaurire la nostra voce e le nostre forze ‒ ai conti della sanità noi ci troveremo sempre di più, purtroppo, con un bilancio che non ci lascia spazio. Fondamentalmente, al di là di garantire quel minimo, l’essenziale, non dà spazio per altro. Quindi, avremo sempre delle politiche incomplete, avremo sempre delle misure, a volte, spot. “Spot” nel senso che sono di effetto evocativo, ma che, a livello pratico, si concretizzano in sussidi a poche persone o benefici per poche persone. Come i tanti bandi, per esempio, che vengono messi in campo per sostenere le categorie, ma, in realtà, alla fine, ne beneficiano in pochi.

Cosa ci dice questo bilancio? Per dare qualche numero, visto che quando si parla di bilancio, di assestamento qualche numero va dato. Ci dice che è un bilancio, un assestamento frutto, fondamentalmente, di due azioni. La prima è il rendiconto, quindi parte da quello che è stato il rendiconto, con i rilievi, con le osservazioni e anche con i vincoli connessi e collegati al rendiconto. L’altra è l’attività di riaccertamento dei residui attivi e passivi.

Conseguentemente, andiamo a capire quali sono i margini di intervento. Come ho già indicato nelle varie Commissioni, dando numeri precisi, noi abbiamo rideterminato i residui attivi con un più 530 milioni (ovviamente arrotondo), mentre i residui passivi li abbiamo rideterminati con una diminuzione di 1 miliardo. Quindi, combinato disposto, più o meno, di fatto c’è, a livello contabile, una manovra di 1,5 miliardi in senso positivo. Infatti, questo che cosa ha permesso di fare? Ha permesso di abbattere il disavanzo di amministrazione, che ‒ come sappiamo ‒ è composto da due voci: il Fondo anticipazione di liquidità e il debito autorizzato e non contratto, le due voci che storicamente formano e compongono il disavanzo dell’amministrazione.

Questa manovra ha permesso di diminuire il debito autorizzato dal contratto di circa 121 milioni. Considerando poi che abbiamo però un assestamento che vale in soldoni 125 milioni, voi capite che abbiamo fondamentalmente, rispetto a questa manovra di riaccertamento che ha una sua cubatura di 1,5 miliardi in realtà gestito queste poche somme, ovviamente poche rispetto al dato totale, a testimonianza che è un bilancio obiettivamente contingentato, un bilancio rigido, un bilancio assolutamente ingessato.

E perché questo lo è? Perché abbiamo una serie di voci che riguardano il perimetro sanitario, che sono assolutamente allarmanti, così come lo ha dichiarato, verificato e certificato la Corte dei conti in sede di giudizio di parificazione. Ma d’altronde, l’abbiamo visto anche noi: nel corso dei vari approfondimenti avuti in Commissione su quello che era l’andamento delle nostre Aziende sanitarie, abbiamo visto un andamento assolutamente negativo, bilanci negativi che sono stati alla fine tamponati con interventi straordinari della nostra amministrazione.

Questo purtroppo oggi scontiamo, e di fatto non riusciamo ad andare oltre. Per poter oggi anche solo immaginare che una misura fra le tante che noi oggi, con i vari ordini del giorno, e le richieste chiediamo che vengano realizzate, se vogliamo solo pensare che possano essere in qualche modo realizzate, noi dobbiamo comunque risolvere a monte la questione che pregiudica, che condiziona, che è rimettere in ordine i conti della sanità.

Io capisco anche l’irritazione del presidente, quando gli si va a toccare la gestione della sanità, o anche dell’assessore, nel momento in cui si dice: d’accordo, voi fate i paragoni con le altre Regioni, ma dobbiamo partire da mettere i conti in ordine in casa nostra.

Perché, nel momento in cui abbiamo, per esempio, tanto per tornare anche qui su un argomento noto, la spesa per i dispositivi medici che è fuori controllo nonostante abbiamo da 15 anni almeno, almeno 15 anni, delle Commissioni dedicate al controllo della spesa, vuol dire che c’è un’assenza di controllo. Vuol dire che c’è un settore che sfugge, sfugge evidentemente anche all’assessore Calvano, all’assessore Donini, sfugge alla politica ma è un settore che muove e gestisce i denari pubblici e quindi deve essere necessariamente controllato.

Nel momento in cui questo manca, o nel momento in cui queste spese raggiungono risultati assolutamente fuori controllo, che cosa si chiede, che cosa occorre fare? Occorre un cambio di passo nella gestione della spesa della sanità.

Come ho detto stamattina la relazione non c’è stata data, la relazione finale della Corte dei conti, ma ipotizziamo che sia in linea il dettato preciso con gli altri anni, abbiamo circa l’85 per cento del bilancio regionale che va a insistere sulle spese del perimetro sanitario, 85 per cento.

Allora voi capite che oggi fare un assestamento da 125 milioni, dove di fatto interveniamo giustamente su contesti che devono essere comunque finanziati, interveniamo sul trasporto pubblico locale, interveniamo sulla sanità, certamente.

Abbiamo la necessità di far fronte, come ha richiamato anche il consigliere relatore di maggioranza, sulle nuove emergenze dell’alluvione. Abbiamo necessariamente, al netto delle risorse che dovranno arrivare dai livelli superiori.

Però, indubbiamente, tutte le volte che ci troveremo a parlare di numeri, di bilanci, di risorse da destinare per le politiche quotidiane, dal Welfare, dai trasporti, al sostegno alle imprese, è stata ricordata la necessità di intervenire sulla transizione energetica, sulla digitalizzazione. Sono tutte cose molto belle, tutte cose sulle quali sicuramente c’è il nostro ampio consenso. Va da sé, però, che devono essere misure efficaci. Faccio per dire: nel momento in cui noi parliamo di economia circolare, di necessità, adesso ci sono le crociate, che tutti devono andare a 30 all’ora... Arriviamo alla estremizzazione delle politiche sulla mobilità, arriviamo proprio ai paradossi. Poi, però, se andiamo a vedere quanto finanziamo le imprese che dovrebbero garantire l’economia circolare e il riuso, vediamo che addirittura non ci sono bandi. Almeno fino a poco tempo fa era così.

Ci troviamo, indubbiamente, delle contraddizioni. Noi diciamo: nel momento in cui abbiamo la necessità di andare a sostenere concretamente politiche efficaci, alla fine le risorse non ci sono. Spesso non ci sono perché sono mal gestite, perché sono spesso in qualche modo ingessate, come oggi stiamo verificando, da un bilancio condizionato quasi totalmente dal settore sanità.

Quindi, fondamentalmente, c’è poco da dire, alla fine. Tra rendiconto e assestamento, andiamo sempre a puntare il dito su una gestione sanitaria che ‒ è stato ricordato oggi, in quest’aula, da più persone ‒ parte da lontano. Non vogliamo dare la croce al povero Donini. Dico “povero”, ovviamente, perché si trova lei oggi a dover vestire questo abito. Parte da lontano. Parte da quando c’era la politica in cui si potevano costruire ospedali a dismisura, senza guardare i costi, che oggi ci troviamo a pagare. Oggi ci troviamo a pagare, tanto per dire, una parte del disavanzo. Il miliardo e rotti che fa parte del disavanzo viene anche da quei debiti che allora le aziende sanitarie assunsero, perché allegramente si poteva spendere.

Siamo consapevoli che le colpe non sono, oggi, tutte su un... È stato un sistema. Però bisogna avere anche il coraggio, assessore Calvano e assessore Donini, di invertire questo sistema, di invertire questo trend. Non sono i CAU che lo rivoluzionano. Anzi, i CAU sicuramente, in alcuni territori, andranno a peggiorare la situazione.

Noi dobbiamo cercare di risparmiare garantendo i servizi, non di risparmiare privando i territori di servizi.

Comunque concludo perché voglio tenere un tempo anche per la replica. Magari in replica cercherò anche di dire qualcosa rispetto a tutti i vari ordini del giorno che sono oggi in distribuzione, magari anche su quello su cui la Giunta oggi è intervenuta con le proprie modifiche.

Non posso neanche dire – adesso l’assessore Calvano è fuori posto – “dovevate avere più coraggio”,

perché capisco che a fronte di risorse sostanzialmente contingentate, anche il coraggio fa fatica ad esserci.

Io vi dico, e concludo, che il coraggio ci deve essere nel rivoluzionare le spese della sanità, che non possono essere qui, oggi, in questo provvedimento. Il coraggio di rivoluzionare le spese della sanità sta nel coraggio di intervenire soprattutto nei centri di controllo delle spese, che evidentemente non hanno controllato quello che dovevano controllare, e anche nella capacità di modificare dei rapporti di pubblico impiego, o comunque delle strutture del settore amministrativo che in qualche modo costituiscono spesso una zavorra, e non permettono la piena applicazione di quell’azione che invece devono andare a garantire a tutti: il welfare, proprio perché, come dice il consigliere Sabbatini, occorre che le distanze siano cucite ad ogni livello.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

A questo punto, apriamo il dibattito generale.

Chiedo se qualcuno si iscrive a parlare sui due punti all’ordine del giorno. Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Vorrei provare a delineare una traiettoria che guarda con attenzione alla discussione che c’è stata, alla votazione, quindi al rendiconto, perché in realtà buona parte del mio riferimento e dei temi che toccherò toccheranno il rendiconto, ma di fatto sono la sostanza di questo documento così importante.

Caro assessore Calvano, in realtà chiaramente questo discorso è dedicato al presidente Bonaccini e anche al futuro di questa Regione e le politiche che verranno da qui fino alle Europee, primo step fondamentale, e anche alle amministrative di questa Regione, per poi arrivare alla lunga marcia verso le elezioni 2025.

Perché ricordo a tutti noi, a me stessa in particolare, che in realtà tutto il dibattito di questo bilancio è strettamente legato a queste due scadenze elettorali molto importanti dove evidentemente il presidente Bonaccini avrà un ruolo altrettanto importante.

In questi anni di Consiglio in più occasioni l’assessore Calvano mi ha bacchettata molto spesso dicendo che non avevo ragione, che confrontavo mele con pere, è stata una frase che mi ha sempre molto colpito e anche ferito, che non ero correttamente informata.

Puntualmente, dopo ogni critica, emergeva chiaramente di come avessi ragione. No, non sto peccando di superbia.

Tutte le maestre di matematica hanno sempre insegnato ai loro giovani alunni di studiare bene le basi, perché da grande poi ci si poteva imbattere a saper fare gli studi di funzione ma a non rispondere a volte alle domande più basilari, elementari, che cercavano, o almeno dovevano avere, una certa dose di semplificazione agli schemi. Questo mi pare accada proprio ora in questa Regione.

Per anni ci siamo sentiti ripetere, almeno da quando ho cominciato a far politica, con un’intensità crescente, soprattutto in questi ultimi mesi, che siamo la miglior sanità pubblica. Migliore è un superlativo assoluto, non ci sono uguali, abbiamo il miglior modello da esportare ovunque.

Se proprio c’è un difetto, si deve ammettere a denti stretti che la responsabilità sicuramente non è nostra, o ad un modello che bisogna necessariamente ripensare anche rispetto alla statistica, alla popolazione, alle esigenze che cambiano, però da qualche parte bisogna andare a trovare soldi che non ci sono, altrimenti la crisi arriva anche se poi noi alla fine dell’anno riusciamo ad arrivare a un pareggio.

Mi spiace, presidente Bonaccini, mi spiace assessore, anzi ai due assessori, l’assessore Donini che è qui presente, questo non è vero. Non lo dico io, finalmente, ma lo dicono i vostri revisori dei conti e non la Corte dei Conti, come tutti stanno citando fino a questo momento, ma i revisori dei conti.

Per non annoiare, per non dare interpretazioni, leggo il virgolettato. È questo: “Anche se dal 2011 al 2021 nessun disavanzo è stato registrato dal servizio sanitario regionale, esiste un disavanzo del servizio sanitario regionale del periodo 2001-2011. Per ridurre questo disavanzo, la Regione nel 2013 ha ottenuto dallo Stato un’anticipazione di liquidità ex articolo 3, DL n. 35/2013, per complessivi 806,364 milioni” questo è il buco di cui abbiamo sempre parlato “e nel 2014 si sono aggiunti altri 140 milioni di anticipazione trasferita dalle aziende sanitarie alle IRCCS”.

È chiaro: per due volte, per non finire commissariata, la migliore sanità è ricorsa a quasi 1 miliardo di extra aiuti statali. Stiamo parlando della voragine nata nel 2011, dal 2001 al 2011, e non di quella recente 2020-2022. I vecchi debiti si sono sommati ai nuovi. La responsabilità è certa, chiara, definita: è dentro quegli anni.

Proseguo il virgolettato: “La Regione, per la riduzione del disavanzo pregresso, ad oggi ha assegnato alle aziende sanitarie risorse proprie aggiuntive per complessivi 240 milioni di euro. Al 31.12.2022 il disavanzo pregresso del servizio sanitario regionale risulta pari a 259 milioni”.

In poche parole, la Regione Emilia-Romagna sta pagando e molto dovrà ancora pagare per la palese insostenibilità di un modello pensato e immaginato nel passato. Questa è la realtà, messa nero su bianco non da Valentina Castaldini, che non è particolarmente abile a fare i conti e forse mette insieme mele con pere. Ma loro no. Loro non sono di parte. Sono i revisori dei conti dalla Regione Emilia-Romagna.

Bene. Non esiste, davanti a questi numeri, una narrativa che possa reggere. Non esiste raccontare della possibilità di un modello che sia ancora lo stesso di quegli anni e che vada ancora in quella direzione, altrimenti quel buco ogni anno si ripresenta con una potenza maggiore, più grande, a scapito dei cittadini e dei servizi che noi intendiamo dare.

Questo fa cadere anche un po’ le dichiarazioni della nostra Elly Schlein, che io amo sempre tantissimo ricordare per il grande contributo che ha dato in quest’aula, quando dice che il PD sta difendendo con i denti e con le unghie la sanità pubblica universalistica, quella che non guarda il portafoglio per decidere che diritti si hanno per curarsi. Siamo contro i tagli e le privatizzazioni di cui si sta facendo carico questo Governo.

Tralasciamo il modello che viene ridelineato, ridefinito, e che deve essere per forza definito in maniera totalmente diversa. Anche qui, in Regione Emilia-Romagna, ma mi sembrava giusto anche citare il punto di vista di chi ha guardato con molta attenzione a questo bilancio.

Un conto è il modello che mette in concorrenza il pubblico con il privato, pensando alla qualità. Ma qui in Emilia la situazione è nota. Vorrei ricordare che ci sono tanti esempi di privatizzazione, ma di privatizzazione non intesa come viene descritta e definita da alcuni attori politici, ma esistono per fortuna medici a gettone che sostituiscono quelli pubblici, che non ci sono e di cui c’è bisogno; cooperative che in molti casi gestiscono certi servizi all’interno dei pronto soccorso; e poi, ancora, tanto privato accreditato che fortunatamente gestisce liste d’attesa sempre più impegnative.

L’unico problema di questo bilancio è la sanità. No, vado oltre. Vado oltre: qualche mese fa, sempre l’assessore diceva a questa Assemblea, “pregando che grazie all’utilizzo intensivo dei fondi europei, nelle prossime annualità sarebbe stato possibile garantire gli stessi servizi, sebbene le risorse proprie della Regione sarebbero state minore”.

Ho ricordato in Commissione, e ricordo ancora una volta, che l’Europa ha ricordato che i fondi di coesione sociale del settennato 21-27 non possono servire per coprire le quote di cofinanziamento proprie della Regione. Bruxelles cioè ha ricordato ancora una volta che quei fondi servono per la struttura, migliorare il nostro territorio e non coprire le falle di un’amministrazione che sicuramente non brilla.

Tra le sbavature che ho notato, di cui ho costruito una tabella, proprio per sottolineare, l’avevo fatta anche quando, prima dell’assestamento, sostenevo che ci fossero fatti dei tagli. Tutti mi hanno detto che non era vero, e poi l’assestamento in realtà va a coprire quei tagli.

Io poi, assessore Calvano, regalerò questa tabella perché ci sono delle sbavature di cui chiedo conto, ovvero: c’è l’effettiva spesa delle entrate vincolate. Se scorporiamo la sanità su 1,8 miliardi ci sono 122 milioni non utilizzati e neppure programmati. Ovvero: come mai il 6,75 pe cento di queste risorse è rimasto al palo? Parliamo di 75 milioni dell’alluvione di Nonantola che dovevano essere utilizzati per ristori e per opere idrauliche; 4,6 milioni per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione; 3,5 milioni al superamento delle barriere architettoniche; 3,6 per il rinnovo dei mezzi del trasporto pubblico locale; 3,1 per i bus verdi; 2,1 milioni per i nuovi treni ecologici; e poi 809 milioni di euro per politiche familiari.

Insomma, un lungo elenco di fondi vincolati destinati a cose evidentemente fondamentali, a risorse che servivano per la vita dei cittadini e invece erano lì, a portata di mano e non sono state utilizzate. Questa è un’altra grande questione che dovrebbe essere trattata con molta cura, molto riguardo, anche con molta postura.

Credo che questi due focus, quello che è accaduto dal 2001 e la riflessione politica che si deve fare, perché guardando al passato noi possiamo immaginare che tipo di sanità vogliamo, desideriamo, auspichiamo per questa Regione, ma non per la politica ma per rispondere a domande sempre più pressanti e frequenti. Dall’altro come utilizziamo bene i nostri soldi, ovvero quelli dell’Europa, che hanno una destinazione straordinaria e non ordinaria e anche fondi che sono stati vincolati per spese specifiche invece utilizzati in maniera, secondo me, un po’ non dico superficiale, questo mai, ma disattenta.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Altri in dibattito generale? Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Grazie, presidente.

Ne approfitto infilandomi nel dibattito per soffermarmi su due tematiche particolari che, a loro volta, sottendono due emendamenti presentati al collegato e sulle quali mi piacerebbe spendere qualche parola.

La prima possiamo dire è un po’ più leggera, se non altro, perché in Commissione abbiamo avuto modo di parlarne, seppur sono rimasto un po’ insoddisfatto delle risposte, ovvero della tematica del riconoscimento dei locali di musica dal vivo. Tematica che, ce lo siamo detti, si associa anche a quanto sta avvenendo a livello nazionale, in cui la realtà del locale di musica dal vivo mancava di un suo riconoscimento. Ce ne siamo accorti soprattutto durante la fase Covid, perché non esisteva una definizione specifica anche per dare gli aiuti. In realtà è già da un po’ di anni che si cerca di dare un riconoscimento a questi locali.

Un po’, potremmo dire, com’era capitato con la questione degli agenti che avevamo portato l’anno successivo al Covid proprio in un emendamento a un bilancio cercando di introdurre, o meglio scusate, alla legge con cui la Regione metteva a terra gli aiuti, cercavamo di inserire anche il tema degli agenti, perché nella filiera, in quel caso pensavamo principalmente a ristorazione e moda tra le più colpite, mancava la figura dell’agente nel riconoscimento dei sostegni.

Andando a definire cos’è il locale di musica dal vivo, è una realtà giuridicamente esistente, che dialoga con gli Enti pubblici e che, di conseguenza, è meritevole di un’attenzione specifica.

Questa è un po’ la ratio che cala dall’alto. Ovviamente, quando la Regione ci mette mano, possono succedere alcune cose. Si può interpretare in senso molto ampio la direzione nazionale, così come la si può restringere e fare un focus.

Questo è proprio il classico esempio di quando una legge viene fatta dall’Esecutivo e non dal Legislativo e ti ritrovi con il riconoscimento del locale di musica dal vivo e subito dopo l’articolo successivo, che dà tutto in mano alla Giunta regionale, la definizione di metodi, criteri, standard per stabilire chi può essere identificato come locale di musica dal vivo e chi no.

Qui si dà un potere di decisione a 360 gradi alla Giunta rispetto a chi è meritevole e chi no. L’Assemblea, di fatto, vota una delega in bianco. Tra l’altro, viene istituito un registro, che nella relazione del collegato viene definito di una cinquantina di locali per il territorio regionale, che, di fatto, va ‒ ripeto ‒ a creare una sorta di elenco, che a sua volta può avere l’effetto di generare i famosi figli e figliastri. Chi può stare dentro è un bravo e bel figliolo. Chi sta fuori è brutto e cattivo, in qualche modo gli manca un pezzo per essere un vero locale che fa musica dal vivo.

Se una legge del genere fosse arrivata non tanto da un collegato, ma dall’Assemblea avremmo avuto modo di discutere e di affrontare con tempi anche più lunghi, portando ognuno un pezzo della propria esperienza e andando a definirla meglio. Così è una delega in bianco. Da lì la perplessità. Per cui, mi sono detto, visto che il collegato e questi articoli del collegato erano già nel progetto di legge originario... Prima che arrivassero gli emendamenti di Giunta, che estendessero anche ad altre tematiche, erano già presenti. Se la Giunta regionale, il potere esecutivo decide di proporre una legge di questo tipo, mi aspetto che abbia un’idea su dove voglia andare. Da lì le famose domande in Commissione, in tre Commissioni: qual è l’idea?

Conoscendo un po’ questa Regione, mi viene da mangiare anche un pochettino la foglia. Non vorrei che ci trovassimo ‒ perché per me sarebbe un’occasione persa, in quel caso ‒ solamente con determinate tipologie di locali che, guarda caso, fanno le cordate per chiedere il riconoscimento e che spesso appartengono al mondo dell’associazionismo, dei circoli utilizzati per dare spazio alla musica dal vivo, certo, ma escludendo tutta una serie di realtà che fanno lo stesso lavoro, spesso facendo suonare... Poi lì bisogna capire se sono considerate meritevoli o meno anche le band di ragazzi locali che comunque si impegnano e portano la loro esperienza anche, di fatto, portandola avanti con passione nella musica; oppure se tutte queste realtà sono considerate non meritevoli di appartenere a questo elenco. Quindi. non è facile.

Per musica dal vivo cosa si intende? Si apre un ventaglio molto ampio. Quello che chiedevamo era di avere certezza almeno di un focus, andare a capire dove si vuole andare a parare, e di questo non abbiamo avuto contezza.

È stato detto facciamo l’elenco, la Giunta deciderà i criteri e vedremo chi ci sta dentro. In questo modo siamo un po’ in difficoltà nel seguirvi su questo percorso. Se non altro, abbiamo ritenuto di proporre questo primo emendamento, chiamiamolo un “fermino”: chiediamo il passaggio dei criteri all’interno della Commissione competente, cosicché anche l’Assemblea possa esprimersi al riguardo. I casi infatti sono due, per questo a volte critico anche la bontà della procedura legislativa: una legge non è che debba essere per forza di cose stretta, ma è più puntuale, più precisa, direi anche, fa sì che dopo si possa lasciare alla Giunta libertà di fare il suo ruolo, cioè di esercitare il potere esecutivo.

Se la legge è una delega in bianco, per forza di cose, almeno un passaggio per avere contezza di ciò che viene fatto all’interno degli organi legislativi, diventa necessario. Chiudo col primo tema e vado al secondo, un po’ più spinoso, sicuramente.

Abbiamo pensato di proporre, in realtà avevo anche scambiato qualche parola col relatore di maggioranza, quindi, abbiamo cercato di allargare un po’ la questione, un tema che in questa Assemblea di fatto non abbiamo mai discusso, se non a margine, tra di noi, anche cercando eventualmente delle soluzioni, che ci sono state, un po’ castrate da provvedimenti di natura superiore.

Mi riferisco al tema dei crediti incagliati del Superbonus 110, Sisma bonus e via discorrendo. Questa tematica è chiaro che da quando ci siamo ritrovati il decreto che ha stoppato la circolazione dei crediti, di fatto ci siamo trovati come enti locali impossibilitati a interventi diretti, quindi è un po’ andato a scendere, il dibattito su questa tematica ha perso un po’ di interesse.

Non perde purtroppo d’interesse per chi si trova col credito incagliato. Dai dati ENEA la nostra Regione viaggia su circa 5 miliardi di crediti incagliati. Diventa, quindi, a nostro avviso, di importanza strategica anche per l’Ente regionale, intervenire e sollecitare, per carità, in questo caso possiamo anche trovarci d’accordo, l’intervento da parte del Governo per andare a risolvere questa situazione.

Dal nostro punto di vista, però, non è che si può solo ed esclusivamente scaricare dicendo che il Governo deve fare. È vero, non lo nega nessuno, ma allo stesso tempo è anche vero che si sono trovate delle soluzioni alternative. La Regione Basilicata con un suo progetto di legge... Che prevede cosa? Fondamentalmente, è il cuore di questo emendamento e noi l’abbiamo appoggiato sul collegato. Perché se voi mi date i due elementi critici, cioè poco tempo e uno scranno in minoranza, non è che io abbia molti altri strumenti per poter in qualche modo, riuscire a portare avanti un percorso legislativo che sia rapido, perché altrimenti io posso depositare un progetto di legge ma se non c’è l’interesse della maggioranza, sappiamo cosa succede, ne riparliamo forse a dicembre con i vari passaggi tagliati e quindi in aula non si discute neanche e il rischio è quello che vada tutto un po’ nel dimenticatoio. Questo, invece, è un modo per portare la questione qui, ed è giusto che se ne parli anche.

Sono d’accordo che non è la forma più ortodossa che si possa utilizzare, però è anche vero che è quella che noi in opposizione abbiamo a disposizione.

Cosa prevede la legge Basilicata che nel frattempo è entrata in vigore e che noi chiediamo di inserire qui? Prevede che la Regione monitori, anche con apposita piattaforma all’incontro tra domanda offerta di crediti incagliati, in modo tale da favorire per quelle aziende che hanno capacità fiscale la possibilità di andarli ad acquisire.

Tra l’altro ci sarebbe la possibilità di coinvolgere anche gli istituti di credito, ma ci arrivo dopo.

Dà la possibilità, consente alle proprie aziende o Enti economici partecipati dalla Regione, che hanno un carattere prettamente economico, e noi ne abbiamo diverse, che non sono chiaramente contenute nel decreto cessioni che prevede un elenco, nel nostro caso FER, le ASL, che non possono assolutamente acquistare crediti, a tutte le altre consente la possibilità, chiaramente ferma restando la propria capacità fiscale e la disponibilità a scaricare i crediti, nel darli ad acquistare per compensazione.

Siamo tutti d’accordo che non c’è chiaramente una capacità sufficiente ad assorbire 5 miliardi. Poi è anche vero che la Regione un piccolo aiuto, andare un po’ nella direzione soprattutto di qualche famiglia, penso anche in particolare alla realtà romagnola che si aggiunge, come al solito, il danno alla beffa, andare a riconoscere per alcune di queste persone una forma di sollievo per poterle tirare fuori da una situazione di difficoltà, la Regione lo potrebbe, a nostro avviso, tranquillamente fare. Lo dico ancora di più oggi, perché negli ultimi giorni è emerso come il Governo stia lavorando a quello che è stato definito un decreto di agosto, che riprende in mano il tema del Superbonus e dei crediti incagliati per cercare anche di prorogare i termini. Questo ci verrebbe, in realtà, un po’ incontro anche come Regione. Parlo, in particolare, di chi ha crediti del 2022, cui a ottobre scadrebbe la prima rata. Se non hanno la capacità fiscale per poterla assorbire quest’anno, chiaramente la vanno a perdere.

Il Governo sta dando qualche segnale. È notizia di oggi che apre anche rispetto alle garanzie sui crediti, utilizzando anche Cassa depositi e prestiti o altre realtà partecipate dal Governo e dal MEF in particolare, che consentirebbero anche di risolvere quella che può essere la criticità per qualcuno, ovvero la garanzia che in futuro non ci troviamo ad avere problematiche compensando oggi un credito che si riveli falso.

Di conseguenza, a nostro avviso, si sta andando in una direzione che potrebbe essere di apertura da parte del Governo, di attenzione rispetto a questa problematica maggiore. La Regione Emilia-Romagna potrebbe avere l’occasione, quindi, di muoversi, come spesso ci ricordate, per prima, andando in parallelo. I tempi, come dicevamo, purtroppo sono molto stretti. Aspettare i tempi di una legge ad hoc rischia di far perdere risorse alle famiglie coinvolte.

Questa è un po’ la tematica che noi oggi vogliamo portare. Ripeto: non è sicuramente lo strumento più ortodosso, non sono le tempistiche più ortodosse per un’iniziativa di questo tipo, ma, mettendo insieme un po’ l’occasione, l’opportunità che ci offre il Governo, aprendo con maggiore attenzione sul tema dei crediti incagliati nel prossimo mese e un po’ agli strumenti che abbiamo a disposizione, ovvero l’opportunità di sfruttare la fase di collegato al bilancio, credo sia un’iniziativa che oggi potrebbe permettere di entrare nel vivo.

Se non altro, lo avete visto tutti... So che avete ricevuto, un po’ tutti i Gruppi, gli esodati del 110, che ci hanno sollecitato in queste settimane, che stanno sollecitando il MEF, che sono stati ricevuti dal MEF. Da qui, poi, nascono queste proposte, tra cui anche quella della triangolazione con la banca. Di fatto la banca che, scontando il credito, lo cede annualmente in quote alle aziende che hanno capacità fiscale. Anche questo è un tema sul quale pare che il Governo stia aprendo, anche tramite SACE. Se la Regione potesse mettere in moto il meccanismo per andare a fare un incontro di domanda e offerta, quindi non è che si chiede un impegno diretto alla Regione, anche perché per legge non è possibile, va ad accelerare o a rendere ancora più fruibili quelle che potrebbero essere le iniziative governative.

Secondo noi questo è un tema che andava portato nel dibattito assembleare, perché giustamente è qui che il dibattito deve avere luogo, quindi per la prima volta ci troviamo a parlarne e ovviamente ci sentiamo di proporlo in questo modo, ripeto, non ortodosso ma sicuramente incisivo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Altri in dibattito generale? Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Sappiamo tutti quanto sia particolarmente delicato e difficile avere a che fare con un bilancio complesso come quello della nostra Regione, in questo particolare periodo storico che vive di instabilità, vive di incertezza.

Ovviamente, quindi, su questo assestamento pesano la guerra in Ucraina, il caro-energia, l’aumento dell’inflazione, il rialzo dei tassi di interesse, ma anche il mancato stanziamento da parte del Governo dei fondi per coprire le spese Covid per la sanità e le conseguenze dell’alluvione dello scorso maggio.

Questi mancati fondi hanno fortemente inciso sui bilanci sanitari di tutte le Regioni, un mix di cause macro politiche e macroeconomiche che sono ingigantite anche dal lassismo e dalla mancata efficacia di un Governo nazionale che vediamo obiettivamente ogni giorno più in difficoltà.

Noi però dobbiamo pensare alla nostra Regione non soltanto mettendo pezze e tappando falle, ma soprattutto per guardare al futuro e programmare le azioni più urgenti, non solo sul fronte sanitario, ma relativamente a tutti gli aspetti socioeconomici che compongono il labile equilibrio su cui si basano il benessere e la qualità della vita di tante famiglie e di tanti cittadini.

Prima di tutto, bisogna riconoscere alla Giunta di essere intervenuta sul disavanzo sanitario senza intaccare il fondo accantonato di 85 milioni, che servirà a sopperire le minori coperture statali, in particolare su sanità e trasporti, così come a fronteggiare nuove emergenze a partire proprio dall’alluvione.

La Giunta ha provveduto all’opportuno recupero di ulteriori risorse attraverso la riduzione degli oneri finanziari, la riduzione delle spese generali ed altre entrate extratributarie.

Grazie al recupero di tutte queste risorse, l’importo complessivo sull’assestamento sarà di oltre 125 milioni di euro.

Nel 2022, com’è stato certificato anche dalla Corte dei conti e come ci ha ricordato l’assessore Calvano questa mattina, ben 15 Regioni su 21 hanno chiuso i bilanci sanitari in deficit. Il focus sulla sanità deve rimanere costante e al centro delle nostre attenzioni, innanzitutto per le difficoltà che abbiamo attraversato, ma anche perché, nonostante sia prevista una crescita della spesa sanitaria nazionale in termini assoluti, in rapporto al PIL, le previsioni mostrano una progressiva riduzione che potrebbe concretamente mettere a rischio la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale.

Altro elemento di preoccupazione in questo ambito riguarda la sostanziale differenza tra l’ammontare del fondo sanitario nazionale e quello della spesa sanitaria, dovuta ad interventi straordinari come il PNRR, o di spesa sostenuta dalle amministrazioni locali.

In questo assestamento di bilancio l’equilibrio dei conti deve essere la base di partenza per rispondere non solo a tutte le nuove emergenze, ma anche ai bisogni sociali, senza dimenticare le necessarie politiche di incentivazione allo sviluppo per le imprese e le comunità locali.

Per rafforzare la crescita e garantire la coesione sociale e territoriale, ritengo molto positivo il mix di investimenti su settori decisamente strategici come il turismo per 3,2 milioni, lo sport per 3,5 milioni e la cultura per 5,5 milioni, ma anche il sostegno alle imprese dall’agricoltura all’industria, all’artigianato e ai servizi effettuata attraverso i fondi europei.

Attraverso lo sblocco dell’avanzo vincolato sono stati opportunamente destinati 4 milioni di euro, anche per i ristori e i gestori degli impianti sciistici e delle imprese turistiche dei comprensori sciistici.

Sul fronte welfare e scuola, sottolineo in particolare i 9 milioni di risorse regionali che andranno a sopperire l’azzeramento del Fondo affitti da parte del Governo e altri 9 milioni destinati ai servizi educativi infanzia e all’accesso alle attività scolastiche e formative.

Il diritto alla casa e all’istruzione, ancora più di altri, credo siano priorità alle quali non possiamo rinunciare mai perché attengono alla sfera primaria delle necessità delle nostre famiglie e dei nostri giovani.

Da segnalare, inoltre, l’incremento strutturale dei 28 milioni di euro del Fondo regionale per la non autosufficienza. Importante a mio avviso anche l’ampliamento degli stanziamenti a favore della Protezione civile, con 8 milioni di euro aggiuntivi già erogati.

Ma oltre alle emergenze e necessità della nostra Regione sappiamo che come Emilia-Romagna siamo chiamati anche a dare un contributo fattivo al risanamento della finanza pubblica nazionale. Così come le altre Regioni e gli enti locali, siamo chiamati a farlo attraverso risparmi legati alla riorganizzazione dei servizi, alla digitalizzazione, al potenziamento del lavoro agile.

La Regione Emilia-Romagna sarà quindi in grado di garantire un contributo di oltre 14 milioni di euro all’anno per il triennio 2023-2025. Dobbiamo inoltre considerare per il futuro che, stando alle recenti previsioni, la crescita del PIL reale per il 2023 colloca l’Emilia-Romagna non più come grande locomotiva economica, ma assolutamente in linea con il Paese con un più 1 per cento, valore confermato per il 2024 contro lo 0,7 dell’Italia, e previsto in leggera crescita 1,1 per cento, per il 2025 e 2026.

Non si tratta ancora di un dato allarmante, ma da tenere sicuramente in considerazione per le future azioni e anche per le future entrate.

Anche per questa ragione ritengo importante che, nonostante il mancato riparto degli FSC, in questo assestamento vengano confermati gli impegni presi sul versante della programmazione europea.

Sul fronte FESR e FSE, infatti, i bandi previsti nella programmazione riguarderanno proprio il sostegno agli investimenti delle imprese e degli Enti locali, la digitalizzazione, la transizione energetica e l’internazionalizzazione oltre che la formazione. Capisaldi che dovranno contribuire allo sviluppo della nostra economia regionale, aspetto assolutamente prioritario affinché tutto il nostro sistema continui a reggere.

Concludo anche ringraziando ovviamente i relatori, Sabattini e Facci e ovviamente l’Assessorato e tutti coloro che hanno collaborato all’assestamento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.

Altri in dibattito generale? Consigliera Soncini, prego.

 

SONCINI: Grazie, presidente.

Noi oggi ridiamo ai cittadini dell’Emilia-Romagna ciò che il Governo sta togliendo. Mi riferisco in particolare a due scelte strategiche per me molto importanti, scelte politiche precise.

I 9 milioni di risorse regionali a sostegno delle famiglie economicamente svantaggiate sugli affitti, nonostante l’azzeramento del Fondo nazionale. Nel 2022 sono state raccolte complessivamente, lo diceva il relatore, oltre 70.000 domande, lasciando i Comuni e Le Regioni senza risorse necessarie.

Sono finanziamenti graditi e attesi dai Comuni, efficaci per dare risposte alle persone deboli. Quindi, è un’ulteriore risposta della Regione a un’esigenza reale di tanti cittadini che sono in difficoltà.

Non solo mi riferisco a questo, mi riferisco all’incremento strutturale del fondo della non autosufficienza. Va ricordato, la Regione Emilia-Romagna, a fronte di uno Stato che mette sul Fondo per la non autosufficienza 865 milioni per tutte le Regioni d’Italia, da cui la Regione Emilia-Romagna ne porta a casa a 62, con il suo bilancio la Regione Emilia-Romagna ne mette 457, a cui si aggiungono i 28 di oggi. Quindi, la Regione Emilia-Romagna, con il suo bilancio mette quasi mezzo miliardo per la non autosufficienza.

Parliamo di risorse fondamentali per sviluppare la domiciliarità, per aiutare le famiglie a restare vicino ai propri cari, anziani, persone malate, per favorire l’accesso al mondo del lavoro e all’inclusione sociale delle persone disabili, aiutandoli a sviluppare una sempre maggiore autonomia. C’è una bella differenza.

C’è una bella differenza perché sono stati tanti in questi mesi, in queste settimane, gli emendamenti presentati da noi direi, in Parlamento, rispetto a una serie di politiche legate alle persone più deboli. Eppure abbiamo sentito dire “no” alla previsione di ulteriori risorse per il Fondo nazionale per le politiche sociali, “no” a un Fondo universalistico sulla non autosufficienza, “no” al Fondo per la non autosufficienza, “no” al fondo per il “Dopo di noi”, “no” ai riferimenti importanti per la figura del caregiver, che erano nella legge delega sul fondo della non autosufficienza.

Dove sono le risorse a sostegno delle associazioni e delle famiglie delle persone con disabilità?

Noi continuiamo su queste politiche, perché c’è una scelta politica precisa. Cerchiamo, per quanto ci è possibile, di essere da apripista. Ci dispiace che il Governo faccia da chiudi-pista su molte politiche alle quali noi teniamo, perché fanno parte dei valori che crediamo ci debbano contraddistinguere, di accoglienza, di apertura, di attenzione in particolare alle persone più fragili.

Mi è dispiaciuto il dibattito di questa mattina sulla sanità, se non altro per un motivo: perché in Commissione Sanità non abbiamo mai cercato, in questi tempi, di portare orgogliosamente dei risultati, che, però, sono sotto gli occhi di tutti e sono stilati dallo stesso Ministero della salute, che ha detto poche settimane fa che tra le Regioni italiane, in base all’adempienza rispetto ai LEA, da dieci anni ormai l’Emilia-Romagna è la n. 1. Seconda la Toscana. Gli indicatori sono 120. E si parla di indicatori diversissimi: Poliambulatori, liste d’attesa, screening, Medicina del Lavoro, igiene pubblica. Sapete che dal 1° gennaio 2020 la griglia utilizzata dal Ministero per valutare i LEA è stata sostituita dal nuovo sistema di garanzie. Magari qualcuno ha pensato: cambiando gli indicatori forse cambiano i primi della classifica. Gli indicatori sono cambiati. La classifica vede ancora l’Emilia-Romagna al primo posto.

2019, 2020, 2021, 2022. Ancora primi. Oggi GIMBE, 14 Regioni. Nelle cure essenziali l’Emilia-Romagna è in testa nella graduatoria.

Noi non ci vantiamo di questo, non ci mettiamo la medaglietta, perché sappiamo che la situazione della sanità pubblica... Se noi chiediamo a un cittadino di Piacenza o di Rimini o di qualsiasi territorio della nostra regione ci dice che è peggiorata piuttosto che migliorata, per delle condizioni nazionali legate al sottofinanziamento e alla carenza di medici. Quindi, noi stiamo bene attenti a dire queste cose. Però nei giorni in cui usciva la classifica sui LEA sul Sole24Ore usciva la tabella dei conti della sanità pubblica delle Regioni italiane. Tre quarti delle Regioni in Italia, per la prima volta dal 1970, da quando sono state istituite le Regioni a Statuto ordinario, hanno quasi tutti i conti in rosso. Tra queste noi, ma anche la Provincia autonoma di Trento e Bolzano. Quando è così, il problema non è singolare, ma è strutturale, strutturale di un intero Paese, non di una singola Regione. Scusate, ma su questo ci vuole onestà intellettuale. Non può essere che abbiano responsabilità le Regioni che sono le prime in graduatoria per qualità e quantità di prestazioni, non detto da noi, ma detto con degli indicatori oggettivi.

I presidenti hanno incontrato il ministro Schillaci insieme; non possiamo certo imputare a lui, al Governo, tutti i problemi della sanità, perché sono arrivati da poco; ma certo possono imputarvi una colpa più grave se non viene corretta.

Gli ultimi Governi avevano fatto aumentare di 2, poi di 4, poi di 6 miliardi il Fondo sanitario nazionale, 12 miliardi di euro negli scorsi tre anni. Certo che il problema è che questi aumenti hanno coinciso con il 2020, il 2021, quindi con la pandemia, in cui abbiamo dovuto fare prevenzione e cura, riabilitazione delle patologie, il piano vaccinale, le spese energetiche che peraltro hanno colpito più noi e chi ha più sanità pubblica, questo è indubbio e oggettivo.

Ma c’è una colpa grave che potrebbe esserci: quest’anno cioè per la prima volta dopo tanto tempo torna sotto al 7 per cento il rapporto tra spesa sanitaria e PIL. Ma nei prossimi tre anni, nelle proposte di bilancio approvate dal Governo, si scende poco sopra al 6 per cento. Siamo il fanalino di coda in Europa. E cosa dice l’OMS? L’OMS dice che al di sotto del 6 per cento – 6,5 per cento – non si tratta solo di una modifica della qualità dei servizi, ma si riduce l’aspettativa di vita delle persone, quindi c’è una responsabilità enorme perché la salute è il presupposto dell’essere, del vivere come persona e del poter lavorare, avere delle relazioni sociali, avere una famiglia, quindi c’è una responsabilità politica enorme in questa scelta.

Non significa voltarci dall’altra parte o affermare che tutto va bene, significa lottare per ottenere risorse necessarie non solo in termini economici, ma anche tecnologici e professionali.

Certo, si continua a dire che non volete colpire la sanità pubblica, ma io invece penso che se questo è l’andazzo, ci sia un obiettivo preciso: quello di colpire la sanità pubblica universalistica in favore di quella privata, e noi ci impegniamo a non permetterlo.

È facile dirlo, nessuno dirà apertamente di voler tagliare la sanità pubblica. Ma attraverso tagli progressivi, agendo in modo sottile, stringendo maglie e minando la sua credibilità, facendola cadere nella sua reputazione si rischia di compromettere i suoi fondamenti.

E allora, ad ogni euro in meno di finanziamento pubblico corrisponde in maniera progressiva un aumento molto più forte della spesa privata.

Voi avete la possibilità, essendo al Governo davvero di rendere più attrattivo, sempre di più, il sistema sanitario pubblico nei confronti dei professionisti sanitari, dei cittadini. Tutto il tema dei contratti, della formazione, della possibilità di rendere veramente appetibile, riconosciuta, socialmente, economicamente, le professioni di cura, gli infermieri, gli operatori sociosanitari che sono figure per me importantissime. Eppure, anche qui, nell’ultima relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR non c’è una riga, non una, sulle Case di comunità, sugli ospedali di comunità.

Il Governo non ha ancora indicato dove reperire le risorse necessarie per la gestione e il funzionamento della rete, a partire da quelle per il personale medico, infermieristico, tecnico- amministrativo, come previsto dal DM 77, che definisce gli standard per la gestione del nuovo modello di sanità territoriale più vicina e diffusa.

Registriamo quindi questi ritardi sulla missione 6, e ci chiediamo: fate chiarezza, ci credete nelle Case di comunità? Ci credete negli ospedali di comunità? La salute non è solo nelle mani dello specialista, non è solo nelle mani del medico, non può esserci un approccio solo centrato sulla componente medica senza l’apporto di altre figure professionali: penso agli infermieri.

Non sarebbe possibile una presa in carico e un coinvolgimento dei malati cronici e dei loro familiari in un percorso di prevenzione e cura delle patologie senza queste figure.

Ma la salute non è solo nelle mani dello specialista e del medico, ma nelle mani della sanità pubblica, della sanità preventiva, dei comportamenti individuali, dell’attenzione reciproca: E lì che cambia la storia della comunità, ma certamente, se non c’è chiarezza su tutto quello che comporta il DM 77, la sanità del territorio, la sanità prossima, gli avanzamenti che noi intendiamo e vogliamo fare sul tema della salute vengono vanificati dalla scelta del Governo.

Abbiamo parlato nelle Commissioni recenti, di tutto quello che intendiamo fare in termini di riforme, ma certamente io credo che le scelte politiche precise che stiamo facendo per una sanità che sia pubblica, e la differenza, guardate, è una, ed è grande, secondo me, tra sanità pubblica e privata, è il fatto che la sanità pubblica tiene a fare prevenzione della malattia, si preoccupa davvero della salute della persona. Perché l’aspettativa di vita nella nostra regione rispetto alle donne, agli uomini è alta? Perché con gli screening, con la prevenzione, con gli screening rispetto al tumore al colon retto, al collo dell’utero, il tumore al seno, tutto questo fa in modo che l’aspettativa di vita delle persone sia più lunga.

Però, ovviamente, noi ci mettiamo una responsabilità e un’attenzione che partono dalle nostre comunità, perché la salute si salva, e la sanità si salvano se sappiamo che la salute non si vende, la salute non si compra, la salute è un bene primario, per cui ovviamente il povero come il ricco hanno pari dignità e certezza nella possibilità di essere curati, ma soprattutto se intendiamo la salute e la sanità come un bene comunitario e di un’intera comunità e collettività.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Soncini.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Io ho solamente 20 minuti, quindi mi devo per forza di cose concentrare solo su alcune questioni.

Ci tengo a dire che oggi il dibattito ha girato tutto intorno al tema della sanità. Questo rimpallo di responsabilità mi appassiona, francamente, molto poco. Qui di santi non ce ne sono, né a Destra né a Sinistra. Devo dire, però, e di questo gliene do atto, all’assessore Donini, che sta cercando in qualche modo di mettere mano a problematiche, a partire dalla mancanza di medici, quindi di riorganizzare il sistema dell’emergenza-urgenza che è in forte difficoltà anche nella nostra Regione.

Riscontro, però, che questa attenzione non c’è per quanto riguarda i temi ambientali. Siamo una Regione costantemente sottoposta ai danni provocati dai cambiamenti climatici e non c’è una risposta strutturale. Siamo capaci di intervenire solo in emergenza. Non siamo capaci di provare a pensare a come prevenire tutto quello che la nostra Regione sta vivendo.

Lo dico anche in relazione ad alcuni articoli che sono presenti all’interno del collegato. Penso al Fondo per la gestione dei rifiuti: sono stati spostati dal sisma agli eventi calamitosi. Oggi viene cancellato questo fondo, che era destinato ai danni del sisma, per ricollocarlo e destinarlo a non meglio specificati eventi calamitosi, che interessano o diamo già per scontato che interesseranno la nostra Regione. A una lettura superficiale, potrebbe sembrare una cosa positiva. Per me, non lo è. Non lo è perché è un’iniziativa che viene portata avanti slegata da tutto il resto e che rischia, al contrario, di essere un incentivo a non fare assolutamente nulla per quanto riguarda la prevenzione.

Di nuovo, in questa Regione si pensa e si ragiona solamente in termini emergenziali.

Dall’alluvione non si è fatto nulla rispetto a come ripensare anche una ricostruzione. Non si sta mettendo in campo nulla che abbia un minimo di visione. Dov’è la fantomatica legge regionale sul clima? Io non vorrei che si aspettasse la fine del mandato per poi sventolarla come un feticcio da propagandare in campagna elettorale.

Ricordo per l’ennesima volta che il Movimento 5 Stelle ha un progetto di legge già depositato da mesi. Mi piacerebbe iniziare a confrontarci su questo. Lo dico ancora una volta. L’assessore Priolo non c’è. Glielo ricorderò alla prima occasione, perché su questo io sento sempre profondo silenzio.

Se la legge sul clima, che è stata, peraltro, inserita all’interno del programma di mandato, deve essere una bandierina da sventolare in campagna elettorale, non troverete la collaborazione del Movimento 5 Stelle. Lo dico memore anche di altre leggi che ho fortemente voluto – penso alla legge sul sovraindebitamento – che sono state approvate alla fine dello scorso mandato, che sono rimaste lettera morta per anni, a cui oggi si sta dando seguito con grande fatica.

Spero che questo, che è per me l’ennesimo invito che faccio alla maggioranza, non cada ancora una volta nel vuoto. Lo ribadisco: senza una visione completa su come affrontare gli stravolgimenti climatici per me questo articolo non è assolutamente votabile, come è critica la parte sui rifiuti quando si sceglie di posticipare di un anno gli obiettivi dei Comuni per la raccolta differenziata, che trovo una scelta sbagliata, perché…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): È solo caduta una sedia, non è successo niente.

Prego, consigliera.

 

(interruzioni)

 

PICCININI: L’importante è che non si sia fatto male nessuno.

 

PRESIDENTE (Petitti): Non si è fatto male nessuno. Prego.

 

PICCININI: Dicevo: non può trovare il nostro accordo anche l’articolo 19, che riguarda il posticipo di un anno degli obiettivi dei Comuni per la differenziata, perché è stato generalizzato a tutti quanti, non solo limitato, legittimamente, ai territori colpiti dall’alluvione.

Quindi, con la scusa dell’emergenza la Regione ha colto la palla al balzo per rimangiarsi tutti gli impegni presi in materia di rifiuti, e questa è una decisione che avviene dopo la riapertura della discarica Tremonti di Imola, e oggi si proroga di un anno gli obiettivi di piano, come dicevo, sulla raccolta differenziata.

È una proroga che è stata concessa a tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna, indistintamente, ed è il motivo per cui io ho presentato un emendamento: per limitare questa disposizione solamente ed evidentemente ai Comuni colpiti dall’alluvione, che hanno giustamente questa necessità.

Non si capisce però perché territori non colpiti direttamente dall’alluvione, e che magari sono anche indietro rispetto alla realizzazione degli obiettivi contenuti nel piano dei rifiuti debbano essere esonerati per un anno senza che abbiano avuto particolari problemi.

C’è un altro articolo, o meglio, un emendamento che è stato presentato dalla Giunta, che è una battaglia che noi abbiamo fatto anche nello scorso mandato, che oggi vede la Giunta in contrapposizione con quello che peraltro diceva anche l’assessore Baruffi in un question time rispetto al voto elettronico per i Consorzi di bonifica.

Oggi, con l’emendamento presentato dalla Giunta, si sceglie invece di cancellare con un colpo di spugna questa previsione normativa che danneggia la trasparenza e la partecipazione.

Si sceglie di smantellare il voto elettronico nelle elezioni dei Consorzi di bonifica cancellando, come dicevo, uno strumento che è oggi previsto dalla legge, che punta ad assicurare trasparenza e anche partecipazione all’interno di un organismo che, lo abbiamo visto con questa alluvione, ha responsabilità fondamentali per quanto riguarda la gestione del rischio idraulico e la messa in sicurezza dei nostri territori.

La Regione, anziché provare ad attuarlo, esattamente come si fa, per esempio, per le Università ‒ quindi non è una cosa impossibile da fare ‒ preferisce cancellare il problema eliminandolo alla radice per evitare di doversene fare carico. Ricordo che nelle ultime elezioni dei Consorzi di bonifica ha partecipato lo 0,21 degli aventi diritto.

Senza contare che il voto elettronico è previsto, tra l’altro, dagli stessi statuti dei vari Consorzi e poteva assicurare quella trasparenza che troppo spesso è mancata durante le varie tornate elettorali.

Questa per noi è una decisione che francamente è poco comprensibile e anche su questo io ho presentato un emendamento.

Poi c’è il tema del CORECOM. Anche su questo tanto ho già detto, qualcuno probabilmente si annoierà a sentir dire le stesse cose, però la ritengo una scelta sbagliata.

Peraltro, io sono andata a vedere quante volte si è riunito il CORECOM. Si è riunito la bellezza di 16 volte nel 2022, 16 volte, per un totale di 23 ore in un anno. Abbiamo scelto di aumentare gli stipendi e gli emolumenti a un organismo che si è riunito 16 volte all’anno, per un totale di ben 23 ore, con sedute che vanno dalle due, quando l’unica volta che è durata di più è durata tre ore.

Quindi, ancora una volta io oggi presento questo emendamento e chiedo di fare una riflessione su questo, perché la scelta che è stata fatta di aumentare gli emolumenti in maniera indiscriminata, è profondamente sbagliata.

Andrebbe invece dato merito a chi davvero fa le istruttorie, che sono gli Uffici regionali. È il personale regionale.

Sono valutazioni che io francamente continuo a non capire, quello dell’aumento degli emolumenti, e su cui continuo a insistere, perché è una scelta sbagliata nel modo, nei contenuti, in un periodo storico in cui francamente andare a modificare gli emolumenti così in via generale, senza fare un ragionamento un po’ più profondo, è anche forse offensivo nei confronti di chi vive le difficoltà dovute alla situazione socioeconomica che vivono i cittadini nella nostra regione.

Infine, l’emendamento sullo sci d’erba, che fa seguito a degli impegni presi con la maggioranza, a cui non è stato dato seguito, perché non è stato approvato in Commissione. Io lo ripropongo anche qui oggi, perché per me la parola data, assessore Calvano, è una e mi piacerebbe che la si rispettasse. Oggi non è stato così. Torno a dire che per me è un segnale politico nei confronti del Movimento. C’è differenza se quegli stanziamenti li mette a bilancio la Giunta o se è una proposta che viene dai consiglieri. Il valore politico è profondamente diverso. Oggi si è deciso che il Movimento 5 Stelle non debba provare non dico a prendersi il merito... Comunque, è stato fatto un lavoro congiunto anche con altri assessori. Quindi, in una sorta di collaborazione, credo fosse giusto riconoscere questo impegno. Oggi non è così. Lo dico: vale per questo, ma in generale vale sull’esito di questa sessione di bilancio, dove mi pare che... Sicuramente in Commissione non è stato così. Mi pare che non sarà così neanche oggi in aula. Non verrà accettato neanche un emendamento, non so dell’opposizione, sicuramente del Movimento 5 Stelle. Anche questo è un segnale che io registro.

Purtroppo, mi tocca fare i conti con le dichiarazioni che vengono fatte al di fuori di quest’aula, quando si parla di alleanze e di dialogo con il Movimento. Il Movimento 5 Stelle qua dentro c’è. Quando si spendono parole fuori da qui, bisognerebbe essere anche conseguenti. Altrimenti penso che certe dichiarazioni vengano fatte per questioni elettorali, funzionali a provare a governare dei Comuni o delle Regioni. Quando il Movimento qui fa delle proposte, puntualmente vengono bocciate.

Infine, e chiudo, ho presentato un ordine del giorno che riguarda un tema molto dibattuto a livello nazionale, anche in queste ore, ossia la gestazione per altri. Siccome riguarda il riconoscimento dei figli di chi sceglie di utilizzare questa pratica in Paesi dove è regolamentata, quindi è legittima, penso che anche nel nostro Paese, soprattutto, e parlo per la forma solidaristica, debba essere regolamentata. Altrimenti abbiamo quei problemi, che noi tutti conosciamo, di riconoscimento dei figli. Alla fine di tutto, chi ci rimette sono proprio i figli e i bambini di queste copie. Poi, eventualmente mi riservo di intervenire quando ci sarà la discussione sugli ordini del giorno.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Continuiamo con il dibattito generale. Consigliera Catellani, prego.

 

CATELLANI: Grazie, presidente.

Vado in coda alla collega Piccinini, che ha parlato di alleanze e collaborazioni, quindi mi sono sentita presa in causa, proprio per il tema di collaborazione.

Io vorrei illustrare l’ordine del giorno a firma del Gruppo Lega e di tutti i Gruppi di opposizione, sull’endometriosi, patologia femminile fortemente impattante per dolore e cronicità dei sintomi, che incide su circa il 10 per cento delle donne in età fertile.

Peraltro, studi evidenziano un aumento di questa patologia. Cosa succede? Un po’ di cronistoria. I comitati delle associazioni attiviste per la promozione e sensibilizzazione di questa patologia presentano una petizione – siamo al 30 giugno 2022 – per essere audite.

L’argomento arriva in Regione a gennaio 2023. Questa Assemblea, dopo aver audito gli stakeholders e accogliendo un atto di indirizzo targato Lega, approva all’unanimità la risoluzione a prima firma Maletti. Cioè, la Lega e i Gruppi di opposizione fanno un passettino indietro per trovare un testo condiviso a prima firma PD.

Contenuti dell’atto: sostenere una campagna di sensibilizzazione; monitorare e implementare i PDTA esistenti, valutare in sede di assestamento – oggi – l’esenzione di terapie ormonali per gli stadi già riconosciuti nei LEA.

Eravamo a gennaio 2023, con un atto di fede e di grande speranza fatto dai Gruppi di opposizione. Ma si sa che chi vive sperando…

Da gennaio ad oggi, con pazienza olimpionica, vi abbiamo corteggiati e coltivati, ovviamente, sempre con la speranza che si arrivasse ad una formalizzazione degli impegni presi.

Il 16 luglio scorso i Capigruppo di maggioranza dell’Assemblea ricevono i comitati, quindi noi diciamo “bello, bene, vuol dire che siamo arrivati finalmente a un dunque”. I comitati sui social, lo stesso giorno, l’indomani, raccontano dell’esito negativo: “la maggioranza in Emilia-Romagna ha risposto con un no alle nostre richieste sull’esenzione ticket e sul finanziamento dei PDTA”. Stiamo scherzando? O stiamo scherzando o siete confusi.

Oggi noi depositiamo un ordine del giorno. Non un ordine del giorno diverso dall’altro, ma esattamente quello che abbiamo firmato insieme a gennaio 2023, per il rispetto degli accordi. E la maggioranza cosa fa? Almeno la maggioranza fosse stata zitta. Invece no. Presenta un suo ordine del giorno di tre punti in cui uno rimanda tutto a livello nazionale. Ma ormai il vostro modo di operare è questo.

Nel secondo, parlate di contraccezione ormonale dimostrando di non aver neanche ben compreso quelli che sono i tipi di terapie che devono essere applicate a questo tipo di patologia.

Ultimo, potremmo usare un neologico dicendo che è una supercazzola, ma non lo dico, dico semplicemente che è una formulazione talmente tanto capziosa: “esplorare la possibilità di integrare”. Esplorare cosa? Esplorare cosa, che eravamo già d’accordo su tutto e adesso dite esplorare?

Io capisco, capisco che noi siamo poverini, siamo all’opposizione, cosa possiamo fare, alzare la mano e non aveva ragione di nulla, ma voi? Voi? Dov’è sovrana l’Assemblea. O siete ancillari in tutto e per tutta la vostra Giunta.

Perché ovviamente noi non veniamo a parlare con voi, perché non siete più credibili, perché non siete più credibili. Perché un impegno, è un impegno.

Poi c’è un’altra cosa, che i temi devono essere tutti vostri, perché se almeno non aveste rotto le scatole chiedendoci di fare un atto insieme, l’avremmo votato e a questo punto saremmo a posto. Invece no, ci chiedete di fare un passo indietro, firmate con noi, vi diamo la prima firma perché i temi devono essere tutti i vostri e non siete in grado neanche del rispetto del dovere di colleganza.

Allora io vi dico, non rispettate la colleganza? Almeno siate rispettosi di quello che votate in quest’Assemblea, perché purtroppo non siete più credibili.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Ringrazio la collega Zamboni che mi ha lasciato il posto per l’intervento, perché rimango in tema.

Intervengo anch’io in merito all’ordine del giorno che come Lega abbiamo presentato relativo all’endometriosi.

Mi rammarica molto quello che è successo perché, come ben diceva la collega Catellani, su questa tematica che ci, e in modo particolare mi sta molto a cuore, pensavamo di aver trovato un accordo con la maggioranza.

Perché adesso, visto che tutto è stato disatteso, dobbiamo dire veramente le cose come stanno, l’ha già detto la collega Catellani, ma è anche giusto ribadirlo. La proposta di una risoluzione in favore delle donne, oltre 3.000 donne emiliano-romagnole con endometriosi, arrivava proprio dai banchi della Lega, dai banchi dell’opposizione.

Avete richiesto la prima firma, come diceva la collega Catellani, quindi avete voluto a tutti i costi la prima firma. A noi non interessano le bandierine. Ciò che interessa è portare a casa un risultato fattivo e concreto nei confronti di queste donne e delle associazioni che svolgono un lavoro straordinario.

Eravamo tutti e tutte soddisfatte, mentre purtroppo nei giorni precedenti abbiamo dovuto apprendere, nostro malgrado, di una grave mancanza di rispetto da parte della Giunta regionale, anche dei colleghi di maggioranza, nei confronti delle donne emiliano-romagnole affette da endometriosi nei confronti delle associazioni e del Comitato che abbiamo avuto il piacere di audire in Commissione sanità.

Penso che il comitato delle associazioni in sostegno alle donne con endometriosi abbia svolto un lavoro straordinario, per quanto attiene al supporto quotidiano che garantisce queste donne affette da una patologia molto invalidante: non dimentichiamo che di endometriosi si parla ancora troppo poco, ma è una patologia davvero molto complessa che deve essere diagnosticata in fase precoce, e purtroppo ad oggi ancora ciò non avviene nella maggior parte dei casi.

Devo dire che queste donne devono vivere quotidianamente con una spada di Damocle sulla testa e devono imparare a convivere quotidianamente con il dolore. Vi assicuro che non è una cosa da poco.

Le associazioni svolgono un lavoro straordinario, perché queste donne spesso sono lasciate sole. Io ho sentito tante ragazze, tante donne asserire che grazie alle associazioni hanno trovato un supporto, un supporto di tipo psicologico e anche un supporto operativo per quanto attiene ad un indirizzamento verso specialisti che sono adeguatamente formati, perché un altro problema è che gli specialisti formati per diagnosticare adeguatamente in tempo e anche curare questa patologia sono ancora pochi.

Bene. Devo dire che eravamo tutti soddisfatti. Invece, in fase di assestamento di bilancio non troviamo stanziato un euro rispetto agli impegni che erano stati assunti con la famosa risoluzione che bene ha elencato la collega Catellani, rispetto al potenziamento dei PDTA e all’esenzione dal pagamento della terapia ormonale per curare questa patologia.

Dobbiamo dire che, ripeto, è stata una gravissima mancanza di rispetto. Io spero che in qualche modo si cerchi di rimediare, anche se deresponsabilizzare la Giunta regionale, come fa la maggioranza nell’ordine del giorno che ha proposto a seguito della presentazione del nostro non è la soluzione, perché ormai il leitmotiv che sentiamo in Assemblea legislativa è di passare la palla al Governo centrale. Oramai su qualsiasi partita vi comportate in questo modo, quando, in realtà, sarebbe importante dare un segnale concreto non solo di sostegno morale, ma anche economico a queste 3.000 donne e alle associazioni che si occupano di endometriosi.

Noi porteremo avanti con convinzione il nostro ordine del giorno.

Ringrazio la collega Catellani in modo particolare e il collega Gabriele Delmonte, che si sono fatti portatori di questa istanza, che io ho sottoscritto volentieri. Voglio ringraziare davvero di cuore tutte le associazioni, perché ‒ torno a ripetere ‒ svolgono un lavoro straordinario. Vi faccio un esempio del lavoro che svolgono. A Piacenza, nel mese di settembre, si svolgerà un importante convegno gratuito rivolto ai professionisti sanitari della nostra regione dal titolo “Endometriosi: dalla corretta anamnesi una diagnosi precoce”. È un convegno gratuito formativo molto importante, organizzato da una associazione. Questo è solo un esempio di quanto le associazioni siano molto importanti e di come vadano anche a sopperire a delle carenze del sistema sanitario, che, dobbiamo dire, ancora ci sono nella presa in carico, nella cura e nel sostegno alle donne con endometriosi.

Da parte della maggioranza credo ci sia stata una grave mancanza di rispetto, in primis nei confronti dell’Assemblea legislativa e nei confronti delle donne emiliano-romagnole con endometriosi. Noi, come Lega, continueremo a portare avanti le nostre istanze, perché riteniamo che davvero le donne affette da queste patologie meritino tutto il supporto e il sostegno necessario.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Comincio anch’io ringraziando il relatore di maggioranza per la lettura che ha fatto di questo documento così impegnativo e anche il relatore di minoranza per le osservazioni che ha portato.

Comincio, naturalmente, da un punto chiave per la lettura di questo bilancio, che è questo stato di policrisi che vede insieme il conflitto ancora in corso in Ucraina, con relativo caro-energia, con relativo rincaro di materie prime, l’inflazione, il rialzo dei tassi d’interesse. Qui siamo stati battezzati anche dall’alluvione. Quindi, un quadro veramente complicato, al quale dobbiamo riaggiungere, perché questo tema resta sul tavolo, anche se lo abbiamo già agitato, quello dei mancati rimborsi alle spese straordinarie, che ha dovuto sostenere la sanità regionale per far fronte all’epidemia Covid.

In questo quadro così di sofferenza c’è stato lo stesso un recupero di risorse di oltre 125 milioni, ottenuto dalla riduzione di oneri finanziari, dalla riduzione di spese generali e dalle entrate extratributarie.

Di questo bilancio cosa vorrei sottolineare, non potendo parlare di tutto? Che alla Protezione civile sono stati assegnati 8 milioni in più, ad AIPO 5 milioni in più. Ovviamente, ci troviamo di fronte a delle cifre che non sono all’altezza della situazione di delicatezza, di fragilità idrogeologica della nostra Regione. Siamo, dopo la Calabria, certificato da ISPRA, la Regione a più alto rischio di frane, di fragilità idrogeologica.

Del resto, è stato ricordato anche nella Commissione che abbiamo fatto a Casola Valsenio: in Emilia-Romagna ci sono 78.000 frane, delle quali la metà attiva, l’altra metà quiescente, ma abbiamo visto che i fenomeni meteo estremi associati alla siccità, che rende il terreno così arido, che in combinazione con quantitativi di pioggia straordinari come quelli dell’alluvione, creano degli scivolamenti veri e propri di terreno, crollano cioè, delle pareti intere.

Questi fondi non bastano: è colpa della Regione? No. Questi sono stanziamenti che devono essere rimpinguati a livello nazionale. Purtroppo, il tema della fragilità idrogeologica del nostro Paese è trascurato da sempre. Noi sentiamo, ad ogni presentazione di bilancio nazionale, ricordare il mantra del dissesto idrogeologico, ma non abbiamo mai visto accompagnare a questo mantra l’assegnazione di fondi adeguati per farvi fronte. E questo dura da anni, non è certo una questione nuova.

Non per questo però meno colpevoli sono tutti quei Governi… Ripeto: noi dal 2008 come Verdi siamo fuori dai Governi, quindi ci possiamo permettere di chiamare le cose col loro nome, come dicevo stamattina, su questo non abbiamo la coda di paglia.

Manca anche nel nostro Paese una legge sul clima; manca ancora un piano di adattamento ai cambiamenti climatici adottato, approvato e soprattutto finanziato. Ed è da lì che devono arrivare le risorse anche per mettere in sicurezza la nostra Regione.

Poi, è chiaro che le politiche urbanistiche dell’Emilia-Romagna devono essere coerenti. Non basta solo avere denari sufficienti. Bisogna anche fare delle politiche di pianificazione che davvero siano conseguenti con la riduzione del consumo di suolo, che davvero consentano ai fiumi di avere spazi per le cosiddette “esondazioni controllate”. Questi fenomeni meteo estremi ‒ ormai lo abbiamo visto ‒ non sono una novità. Sono, ormai, una normalità. In questi giorni non è mancato quasi niente, dalle trombe d’aria alle grandinate. Questo è un dato di fatto che va messo nel conto, nella pianificazione, nella prevenzione.

Altro punto che non posso che sottolineare, invece, con soddisfazione è quello dei 600.000 euro destinati al progetto dei 4,5 milioni di nuovi alberi. Un progetto fortemente voluto da Europa Verde, che avevamo pensato anche di realizzare in una maniera un po’ più pianificata, che non attraverso la devoluzione ‒ diciamo così ‒ gratuita di piante.

Richiamo al welfare. Qui si esprime al meglio il valore sociale delle politiche della nostra Regione. Un valore tradizionale in questa Regione. Non è una novità. Al Fondo per la non autosufficienza regionale sono stati assegnati 28 milioni. Di nuovo siamo di fronte a una dotazione complessiva che supera quella nazionale per tutto il Paese. Così come al Fondo per gli affitti, a fronte dell’azzeramento dei fondi del Governo, sono stati aggiunti 9 milioni di euro. Come ricordava nell’illustrazione il relatore di maggioranza, Sabattini, si deve far fronte a un terzo di domande in più, di richieste rispetto al 2021, nel 2022. Sono 70.000 le famiglie in difficoltà e a rischio sfratto per mancanza di risorse per poter pagare l’affitto. Questa è l’Emilia-Romagna che ci piace, quella che non fa darwinismo sociale, ma quella che va incontro alle persone in difficoltà, che non le lascia alla propria disperazione, ma le affianca e le sostiene.

Nei trasporti note positive. Complessivamente, ci sono 50.300.000 euro affidati a vario titolo sono risorse già finalizzate, ma che vengono iscritte a bilancio, che vanno per 19 milioni del PNRR più 1,6 milioni ministeriali per il rinnovo del materiale rotabile e i treni; 19 milioni dal PNRR più 5,7 milioni di fonte ministeriale a ciclovie nazionali che attraversano la nostra regione; 3,3 milioni di euro vanno alla sharing mobility; 9 milioni vanno ad incentivare la mobilità sostenibile.

Anche questi sono investimenti che non possono che trovare d’accordo Europa Verde. In agricoltura c’è anche una piccola postazione: ovviamente ringrazio visto che mi sto occupando della legge per i distretti biologici, di cui sono proponente.

C’è un accantonamento, in vista dell’approvazione della legge, di 250.000 euro: 50.000 quest’anno, 100.000 nel 2024 e 100.000 nel 2025. Io spero che le domande invece siano molto superiori a questo piccolo stanziamento, e che quindi questo induca poi la Giunta a dover rifinanziare questa voce.

Infine, è stato ricordato, la Regione, pur con le sue difficoltà, compartecipa al rientro del debito pubblico con un versamento di 14 milioni. È stato detto: è un bilancio ingessato, poco spazio di manovra. Non posso che essere d’accordo. Come consigliera pure di maggioranza non posso che essere d’accordo.

Ho elencato i motivi di soddisfazione di questo bilancio, ma è vero che è un bilancio che ci viene consegnato con le cifre già tutte bene incasellate. Devo dire, come consigliera di maggioranza, tanto più non rappresentata in Giunta, non è che ho potuto fare i salti nella predisposizione di questo bilancio, però ne ho anche indicati i punti positivi, con questa novità del finanziamento della legge sui distretti biologici, che era priva di qualsiasi allocazione.

Infine, un excursus rapido sul collegato. Io già in Commissione ho votato contro quell’articolo che abolisce tout court la possibilità del voto elettronico per il rinnovo dei Consigli di Amministrazione nei Consorzi di bonifica.

Il motivo del voto contrario è che c’è veramente una sproporzione tra le risorse che gestiscono i Consorzi, che sono risorse versate dai contribuenti... Spesso gli stessi contribuenti neanche sanno che stanno versando... Non che i soldi vengano loro estorti. Arrivano le bollette. Quindi, pagano senza sapere a che scopo e neanche partecipano, poi, al rinnovo di quei Consigli di Amministrazione, che si trovano ad amministrare risorse ingenti.

Faccio qualche esempio. Il Consorzio di bonifica della Pianura di Ferrara aveva un bilancio nel 2019, grazie alle entrate dei contributi ordinari dei consorziati, pari a 34,4 milioni di euro. Votanti 260 su 168.000 aventi diritto. Il Consorzio di bonifica della Romagna registra nel bilancio del 2019 entrate dai contributi ordinari pari a 23,2 milioni di euro. Lì hanno votato 320 persone su 428.000 aventi diritto. Il Consorzio di bonifica della Romagna occidentale registra nel bilancio del 2020 entrate dai contributi ordinari dei consorziati per 14,2 milioni di euro. In questo caso, hanno votato 372 su 134.000 aventi diritto. Qui mi fermo, perché sono situazioni che si ripetono per tutti i Consorzi di bonifica.

Insieme alle associazioni ambientaliste, visti i compiti che hanno anche i Consorzi di bonifica nella gestione dei territori, come Europa Verde avevamo fatto questa battaglia a sostegno dell’attivazione del voto elettronico, che era previsto nei Regolamenti. Purtroppo, il voto elettronico, benché, anche rispondendo a una mia interrogazione, mi fosse stato detto dalla Giunta che si sarebbe cercato di attivare, siamo arrivati oggi e un articolo del collegato lo elimina tout court.

Posso comprendere che ci siano difficoltà tecnologiche, però in un’era di digitalizzazione, con un PNRR che ha tra le sue mission centrali la digitalizzazione, vedere nella nostra Regione, che si è dotata di un Ente, uno dei più avanzati del Paese, come Lepida, che cancella il voto elettronico, francamente non riesco a capire questo fatto. Il voto elettronico che funzione poteva avere? Di migliorare la partecipazione al voto. Lo fai da casa. È più comodo. Quindi, togliere questa opportunità francamente non mi sembra la soluzione adatta per riempire quel vuoto di partecipazione che ho detto rispetto alla gestione di Consorzi che gestiscono veramente tante, tante risorse che poi sono proprio versate dai contribuenti che non vanno a votare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

L’assestamento di bilancio che ci troviamo a discutere oggi è chiaramente molto vasto, esteso e tocca diversi e variegati ambiti. Nei minuti che ho a disposizione non mi sarà consentito toccare tutti nel dettaglio, però mi vorrei concentrare su alcuni aspetti che mi sono particolarmente cari, a partire da alcuni che spesso e volentieri dentro quest’aula non trovano argomento, non trovano un’argomentazione. Invece, proprio a partire dalle discussioni che abbiamo fatto all’interno della Commissione, soprattutto la V, nel corso delle varie tappe che hanno portato alla giornata di oggi, e anche alla luce di alcuni ordini del giorno che vengono presentati collegati oggi alla discussione, credo che il tema della cultura che ci aveva fatto insistere per la presentazione di alcuni ordini del giorno in fase di approvazione del bilancio preventivo, trovi nuovo punto di attenzione.

In particolar modo, qui mi vorrei soffermare su una norma che è presente all’interno del collegato, al bilancio, su iniziativa dell’assessorato alla cultura, quindi l’estensione di quelli che sono i soggetti beneficiari della legge 2 del 2018, ovvero la “legge musica”, anche per quanto riguarda i locali di musica dal vivo. Già ha detto alcune questioni il consigliere Bargi, ma ci vorrei tornare sopra perché in quell’ambito, che è stato particolarmente compresso durante gli anni della pandemia, credo che la rinnovata attenzione nei confronti dei cosiddetti night club sia un’attenzione a cui prestare particolare sottolineatura, oggi.

Estendere tra i beneficiari della legge 2, a risorse invariate, anche i night club, credo che vada in una direzione sicuramente positiva, così come il ripristino all’interno dell’assestamento di bilancio di quelle risorse che avevamo congelate per il finanziamento delle varie realtà teatrali che sono legate alla legge n. 13.

Infine, due ordini del giorno. Mi soffermerei su uno di questi, presentato a prima firma dal consigliere Bargi, che credo sia nato a partire dalla discussione fatta all’interno della Commissione V, che ha per oggetto la gestione della discussione del diritto d’autore, in particolar modo a valle della Direttiva Barnier della Comunità europea, che liberalizza la raccolta dei diritti d’autore e che trova, oggi, un ordine del giorno, a cui ho presentato un emendamento per poter incardinare la discussione al meglio nella Commissione V e proseguire su una direzione che consenta di andare nell’ottica della semplificazione per quanto riguarda gli esercizi, che siano di musica dal vivo e non solo, rispetto a una condizione che la liberalizzazione europea ha determinato in termini controversi, oggi, quando più soggetti sono titolati a riscuotere il diritto d’autore. Nel momento stesso in cui questi sono titolati, in alcuni casi si pongono in un’ottica, in un atteggiamento intimidatorio nei confronti degli esercizi che hanno abbonamenti, anziché manifestazioni musicali. Penso all’azienda che ha a che fare con l’origine di Soundreef e poi i LEA, che oggi si pone in un’ottica intimidatoria nei confronti degli esercenti.

Con l’emendamento presentato all’ordine del giorno a prima firma Bargi, vorrei arrivare effettivamente a costruire un quadro che ci permetta di chiedere con chiarezza al Governo una direzione e inserirci verso un soggetto, magari unico, magari pluri-mandatario, che comunque non ribalti sostanzialmente sugli esercizi una difficoltà che oggi c’è, alla luce della direttiva europea. Questo per quanto riguarda l’ambito della cultura, su cui credo che dovremo fare non solo all’interno della discussione di oggi e non solo nell’approvazione del collegato e dell’assestamento di bilancio, ma anche successivamente una serie di approfondimenti, perché da lì passano alcuni elementi distintivi, dal mio punto di vista, per quanto riguarda le politiche della Regione Emilia-Romagna.

Così come sono distintivi, ha detto bene la presidente Soncini poco fa nel suo intervento, degli interventi che, in forma sensibile, dal punto di vista della dotazione economica, noi andiamo a introdurre in questo assestamento. Sto parlando dell’implementazione dei 28 milioni di euro per quanto riguarda il Fondo regionale per la non autosufficienza, che si sono resi necessari in primo luogo per stabilizzare quella misura di risorse aggiuntive che già l’anno scorso avevamo messo a disposizione per quanto riguarda i gestori delle strutture per la non autosufficienza, che hanno visto un aumento dei costi di gestione particolarmente sensibile per quanto riguarda l’incremento dei costi energetici e che ancora oggi subiscono questa variazione, non tanto per i costi energetici, ma sicuramente per quanto riguarda i costi generali dell’inflazione.

Lo sforzo che la Regione Emilia-Romagna fa, aggiungendo 28 milioni di euro al già ben cospicuo fondo regionale per la non autosufficienza ci fa dire che andiamo nella direzione giusta. Tuttavia, ciò non ci deve, secondo me, farci sedere sugli allori. Se infatti noi arriviamo a stanziare quei 519 milioni a cui aggiungiamo i 28 milioni di euro, questo non è sicuramente sufficiente per far fronte a quella che sarà un’esigenza crescente nel prossimo futuro. Sappiamo bene infatti quali sono le traiettorie demografiche italiane e anche emiliano-romagnole: sappiamo bene quali saranno le crescenti richieste di fabbisogno in questo ambito, lo vediamo per quanto riguarda il tema sanitario, e lo vediamo sicuramente per quanto riguarda la non autosufficienza.

Questa dinamica va sicuramente gestita: va sicuramente utilizzata la telemedicina, la modalità di assistenza domiciliare, ma per ora, al di là dello sforzo che oggi nuovamente rinnova la Regione Emilia-Romagna sul fondo regionale per la non autosufficienza, ben poco stiamo vedendo dai livelli superiori, ed è solo la fiscalità generale che può correre in supporto di richieste e necessità che vanno ben oltre quelle che sono le dotazioni di bilancio della Regione Emilia-Romagna.

Noi continuiamo a fare la nostra parte, implementiamo la nostra parte, così per il Fondo regionale per la non autosufficienza, altrettanto per quanto riguarda il fondo per gli affitti; ma dall’altra parte, cioè dalla parte della fiscalità generale, quindi io ripeto, a me interessa relativamente il tema del colore del Governo. A me interessa che cosa fa lo Stato per quanto riguarda le persone in fragilità economica, di disabilità o non autosufficienza.

Lo Stato, in questo momento, rispetto a quelle esigenze non ha predisposto – altrettanto vale per quanto riguarda la sanità, ne abbiamo discusso nel momento stesso in cui abbiamo ragionato del rendiconto –, non sta implementando in questa direzione. Non sta implementando, sta scegliendo altri tipi di priorità, da un punto di vista fiscale, da un punto di vista di appiattimento, diciamo così, della leva fiscale, anziché di una dinamica più progressiva e più equanime. Sta, sostanzialmente, destinando poche risorse, oltre che ‒ come si diceva prima ‒ respingere al mittente una serie di misure per quanto riguarda la non autosufficienza, a partire dai decreti attuativi della legge nazionale, a partire dal finanziamento per quanto riguarda il “Dopo di noi”, fino ad arrivare, oggi, ne abbiamo anche qui discusso poco prima, a capire se è arrivato il momento o meno di rispondere a una richiesta che non solo la minoranza nazionale sta ponendo, ma ‒ veniva ricordato ‒ anche il 70 per cento degli italiani, ovvero affrontare il nodo del salario minimo.

Sono tutte discussioni che vengono rimandate al mittente, dove l’intervento regionale arriva fino al punto in cui può arrivare. Sicuramente segna un punto di indirizzo, sicuramente segna una direzione, ma è del tutto evidente ed è del tutto chiaro che la dotazione, per quanto riguarda il bilancio regionale, non sarà sufficiente a rispondere a tutte quante queste richieste in aggiunta. Per questo, abbiamo presentato anche un ordine del giorno in questa direzione, circa il Fondo regionale per la non autosufficienza, che, da un lato, ribadisce come l’impegno di oggi vada proseguito da parte della Regione Emilia-Romagna, cioè che non resti all’assestamento di bilancio, ma troveremo modo anche di ragionarne, poi, quando alla fine dell’anno dovremo pensare al bilancio previsionale del 2024, ma soprattutto il Governo arrivi a rispondere a una serie di sollecitazioni che non arrivano solo ed esclusivamente dalle forze politiche, ma proprio dai soggetti, anche qui, associativi, che pongono dei temi a livello nazionale su questo argomento.

È un argomento, quello del Fondo regionale. La modalità con la quale abbiamo inteso affrontarlo in assestamento, secondo me, può essere esemplificativa ed emblematica, anche per un tema che prima due colleghe dell’opposizione hanno sollevato, anche con una certa veemenza, un certo modo accalorato. Quindi, credo che a loro vada data anche qualche risposta, perlomeno qualche circostanza delle questioni. Sto parlando di un tema che ci ha visto impegnati non solo in aula, ma anche all’interno della Commissione che presiedo, quindi penso alla Commissione parità che si era riunita a gennaio, assieme alla Commissione IV proprio per affrontare un tema che poi ha dato vita a una risoluzione che abbiamo sottoscritto maggioranza e minoranza, e che abbiamo votato all’unanimità.

Oggi ci viene detto che i nodi vengano al pettine per quanto riguarda il tema di dare seguito agli impegni circa l’endometriosi, che comunque ha a che fare complessivamente con un ragionamento senz’altro legato a tutto un ambito sicuramente sanitario, a un ambito di medicina di genere, a un ambito che ricomprende una serie di questioni.

Io non voglio sfuggire alle osservazioni fatte, ma vorrei anche ripercorrere una serie di questioni che hanno a che fare con questo tema: la relazione con le associazioni, la relazione e l’interlocuzione con i vari soggetti.

Innanzitutto, io penso che sia preziosissimo il lavoro delle associazioni. Qua non c’è nessuno, lo dice anche chi ha presentato a prima firma una legge sul terzo settore, che quindi fa del rapporto con le associazioni dal punto di vista della pubblica amministrazione un elemento distintivo e virtuoso per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna.

È chiaro che il rapporto con le associazioni è un rapporto virtuoso, positivo e di raccolta di sollecitazione, di istanze sul tema dell’endometriosi, così come su tanti altri temi che vengono sottoposti. Sappiamo benissimo infatti come al di là della sofferenza, nel caso specifico, le associazioni siano i soggetti che prima delle stesse Istituzioni intravedono dei problemi. Il Fondo regionale per la non autosufficienza trova modo di essere finanziato in questo modo proprio nella relazione con le associazioni dei caregiver, con la capacità di ascolto che assessorati comunali e regionali mettono in relazione con quelle che sono le esigenze materiali delle persone.

Altrettanto si fa per quanto riguarda i temi legati alla sanità, quindi, un lavoro prezioso delle associazioni che sollecitano e incalzano la decisione politica, che fanno quel mestiere, tra virgolette, dal mio punto di vista positivo, e che chiedono conto anche delle scelte che vengono fatte. Io però vorrei anche rivendicare che alcune delle indicazioni che noi avevamo adottato, che non sono delle pacche sulle spalle alle associazioni, ma che sono anche un percorso che si avvia e che parte da prima, nel momento stesso in cui la Regione Emilia-Romagna si dota dei cosiddetti PDTA e che successivamente avvia. È stato questo uno dell’oggetto degli incontri della giornata del 17 luglio, non il 16, ma il 17 luglio con i capigruppo di maggioranza e le rappresentanze delle associazioni, che hanno dato seguito a una campagna, come si era detto, di comunicazione che potesse sensibilizzare non solo la parte medica, ma anche la parte della cittadinanza, campagna che è avvenuta e che ha trovato anche dei riscontri positivi.

Altro elemento che veniva posto all’interno della risoluzione era il tema della implementazione del monitoraggio, e in quell’occasione, proprio il 17 luglio, abbiamo visto come nelle varie difficoltà che abbiamo attraversato, perché ce lo ricordiamo tutti quanto e come, lo diceva bene l’assessore Calvano questa mattina quando parlavamo del rendiconto, da Destra il tema del commissariamento della sanità fosse uno spettro agitato…

 

(interruzione della consigliera Catellani)

 

AMICO: No, mi dispiace, consigliera Catellani, il tema del commissariamento della sanità è stato uno spettro agitato. Il commissariamento della sanità prevede il rientro solo ed esclusivamente nei temi dei livelli essenziali di assistenza. Nel momento stesso in cui – è stato questo un chiarimento che abbiamo avuto con le associazioni – si chiede e si domanda di andare oltre i livelli essenziali di assistenza e, quindi, di implementare i cosiddetti “extra LEA”, noi lo possiamo fare solo nel momento stesso in cui abbiamo i conti in ordine. Per fortuna, ad aprile noi abbiamo chiuso i conti della sanità in ordine. Oggi voi ci avete detto, sostanzialmente, che la Corte dei conti ci sta suonando il campanello d’allarme per quanto riguarda il 2023 e che, conseguentemente, nel momento stesso in cui noi andiamo a mettere mano a degli extra LEA ulteriori, lo possiamo fare, uno, solo se autorizzati dalla parte nazionale, due, se abbiamo le risorse necessarie. Queste risorse in questo momento io credo non le possiamo mettere a disposizione, a meno che – questo lo riprendiamo nell’ordine del giorno a prima firma Mori che presentiamo oggi – una serie di elementi che non vengano gestiti per esempio dall’AIFA non tanto semplicemente per quanto riguarda la pillola anticoncezionale in forma gratuita, ma anche per quanto riguarda l’utilizzo di alcuni farmaci ormonali, che possono rientrare nella categoria degli anticoncezionali, che non sono solo ed esclusivamente di una tipologia, possono essere assunti dal Comitato prezzi e rimborsi quali elementi che rientrano nei LEA e che, quindi, sono a carico complessivamente della sanità. È in quel momento lì che noi possiamo provare a intervenire e ad agire compiutamente.

Per quello che riguarda, invece, le facoltà direttamente regionali... Per esempio, in quell’incontro con le associazioni, che abbiamo avuto modo di incontrare, abbiamo anche posto un tema rispetto a delle esenzioni circa degli strumenti diagnostici, che di nuovo possono essere resi esenti, e l’intenzione dell’Emilia-Romagna è quella di renderli esenti, solo nel momento stesso in cui il Comitato che verifica, il Comitato nazionale, e che definisce quelle prestazioni diagnostiche come esenti le valida come tali. Non lo fa in autonomia e solo in autonomia la Regione Emilia-Romagna.

Conseguentemente, e chiudo per lasciarmi del tempo casomai debba intervenire in altri momenti, ribadisco la nostra massima attenzione e cura del rapporto con le associazioni, che queste fanno un lavoro di stimolo, che noi abbiamo proseguito un lavoro di confronto e di approfondimento. Non ci sono oggi le condizioni per proseguire fino in fondo rispetto alle indicazioni che riceviamo, di cui ci facciamo carico. Di sicuro al fianco delle associazioni ‒ e lo ribadiamo all’interno del nostro ordine del giorno ‒ noi continueremo ad esserci e ci continueremo a battere anche perché una serie di malattie, una serie di patologie che rientrano all’interno della dinamica della medicina di genere possano essere prese in considerazione.

Vorrei ricordare ‒ e poi è stata fatta marcia indietro ‒ che nel decreto iniziale di attuazione di quello che era il monitoraggio del DM n. 77, il ministro Schillaci aveva coinvolto solo ed esclusivamente figure di genere maschile. Si sono sollevate le associazioni, si è sollevata la politica. Il ministro Schillaci ha fatto marcia indietro e ha ricomposto quel tavolo ricomprendendo anche il genere femminile, senza il quale noi di medicina di genere, noi di attenzione nei luoghi decisionali non potremmo riuscire mai a fare passi avanti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Illustro l’ordine del giorno 6989/2. Quando si fanno le leggi in generale, magari c’è necessità di qualche anno per vederne gli effetti e provarne l’applicazione sul campo. In questo caso, parliamo della famosissima legge regionale 24 del 2017, che ha rivoluzionato tutto il mondo della pianificazione territoriale in Emilia-Romagna: la nuova legge urbanistica.

Con le prime verifiche operative degli strumenti urbanistici in essere, che vengono pian piano approvati nei Comuni, i PUG, si è visto come sono sorte delle criticità di una norma che era nata sulla carta per favorire le attività, l’espandersi di nuove attività produttive su territori in cui si dovevano superare i parametri urbanistici.

Si è visto come una di queste norme contenute nella legge regionale 24, invece che essere una agevolazione sta diventando un freno per le attività produttive. Mi spiego meglio: quali attività produttive? Quelle che devono fare delle opere di micro edilizia. Infatti, con l’eliminazione degli indici urbanistici, soprattutto nelle aree produttive di tipo industriale artigianale, le trasformazioni minori non hanno più un loro proprio strumento per arrivare a conclusione; ovvero, si ritrovano a poter applicare esclusivamente l’articolo 53, il famosissimo “procedimento unico”.

Ma l’articolo 53 è stato scritto per grandi insediamenti, o grandi ampliamenti. Che cosa vuol dire? Che se un’azienda deve fare invece un piccolo ampliamento, o un’azione di micro-edilizia – poi dettaglierò quelle che sono in effetti le casistiche – si trova nella necessità di dover applicare l’articolo 53, che però prevede dei tempi e dei costi che sono incompatibili con le necessità sia di rapidità, sia di necessità di avere pochi costi, delle nostre aziende.

Per questo, l’articolo 53, non c’è una via intermedia. Cosa è successo? Si è scoperto che non c’è una via intermedia per questi interventi di micro-edilizia, ma devono sfruttare e possono utilizzare solo l’articolo 53.

Quindi, l’articolo 53 è sicuramente un’interessante opportunità per chi dovesse fare grandi ampliamenti, o fare nuovi insediamenti. Ma non distingue tra chi deve magari ampliare di 2 metri quadrati e chi magari deve ampliare di migliaia di metri quadrati. Questo è il tema.

L’articolo 53 prevede, come dicevo, dei tempi lunghi, cinque, dieci mesi, con costi che possono arrivare a 10.000, 20.000 euro. Quindi, questo credo sia stato probabilmente un buco normativo, un gap da questo punto di vista. Comunque, tutte le interpretazioni che finora sono state date sono state: no, la micro-edilizia deve utilizzare l’articolo 53. In questi interventi di edilizia minore spesso sono obbligatori, sia per rispondere magari a nuovi dettami normativi, sia per aggiornare progressivamente la qualità della produzione. Sappiamo benissimo quanto le nostre aziende hanno difficoltà, devono competere in un mercato sempre più complesso, con competitor anche stranieri, e dobbiamo sempre essere sul pezzo, le nostre aziende devono potersi rapidamente evolvere. Ma queste pratiche burocratiche sono talmente lunghe che non consentono a queste aziende… Insomma, rappresentano un freno per queste aziende a poter anche sviluppare e ampliare i loro insediamenti produttivi.

Faccio un esempio di queste criticità. Stiamo parlando, per esempio, di tettoie, tettoie ombreggianti e antigrandine per i parcheggi, tettoie per l’installazione di pannelli fotovoltaici, molto importante in questo momento, tettoie per la protezione dei serbatoi di gasolio, box da cantiere, vasche di accumulo. Questi sono interventi molto semplici, che in alcuni casi le aziende devono realizzare progressivamente ogni sei, dieci mesi. Quindi, potete immaginare come questa procedura dell’articolo 53 non sia possibile, sia assurda, sia dal punto di vista delle tempistiche che dei costi. Ribadisco, rappresentano quindi un freno, un limite per queste nostre aziende.

Quindi che cosa chiediamo con questo ordine del giorno? Chiediamo sostanzialmente che la Regione si impegni a rivedere questa particolare normativa, o rivedendo l’articolo 53, o inserendo qualche altro articolo alla legge regionale n. 24. Poi sarà eventualmente la Giunta a vedere come decidere di operare. Sicuramente servirebbe un limite di superficie, che potrebbe essere, per esempio, il 5 per cento della superficie esistente, con un tetto massimo di 150 metri quadrati, oltre il quale si applica l’articolo 53. Ma sotto tale limite bisogna trovare una via intermedia, un criterio più chiaro che definisca un limite oggettivo tra queste due tipologie di interventi.

Questo è un ordine del giorno sicuramente abbastanza tecnico, però non credo ci sia un grande sforzo da parte della Giunta di addivenire a questo tipo di impegno. Si tratta solo di ripristinare delle casistiche che prima erano esistenti, ma che adesso, probabilmente per una dimenticanza o per il fatto che nel tempo... Come dicevo all’inizio, ci vuole del tempo nell’applicazione delle norme per capire. Si è creato questo buco. Sicuramente verremo incontro alle nostre aziende, che sono, come dicevo prima, in un momento critico, sia per i costi energetici sia per la competizione che devono svolgere e anche per l’affermazione sempre maggiore dei loro prodotti. Se c’è necessità di adeguare rapidamente i loro stabilimenti, non possono pensare di passare dall’articolo 53, che, invece, era nato per i grandi insediamenti, per i grandi cambiamenti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Colleghi, poche parole per presentare un’iniziativa non nuova, ma purtroppo ancora assolutamente attuale. Mi riferisco all’ordine del giorno collegato all’oggetto 6990, per perorare presso questa Giunta e questa maggioranza il ruolo cruciale dell’agricoltore, non solo e non tanto nel nostro tessuto economico, ma anche da un punto di vista di cura del territorio.

Al di là di ogni parola e di ogni slogan, questo è il momento giusto per dimostrare cosa si pensa di questa figura e quanto questa figura possa contribuire fattivamente a preservare il nostro territorio.

Bisogna semplicemente riconoscere il ruolo dell’agricoltore anche per prevenire e mitigare i fenomeni che hanno toccato i nostri territori, anche di recente. Ogni altra azione politica, ogni distinguo per sottrarsi a questa semplice azione è politica capziosa e dannosa per la nostra terra e le nostre genti.

L’agricoltura è un settore fondamentale per la nostra economia, in primo luogo per quella regionale. Su questo penso che possiamo tutti concordare pienamente.

Il senso di questo ordine del giorno è quello di chiedere che dalle parole si passi ai fatti. Bisogna sostenere quel mondo agricolo, che è il primo presidio per la cura del territorio. L’importanza del settore agricolo per lo sviluppo economico della nostra Regione è testimoniata dai dati diffusi nel 2022 relativi al settimo censimento generale dell’agricoltura. A ottobre del 2020 risultano attive in Emilia-Romagna 53.753 aziende agricole, con una Superficie agricola utilizzata (SAU) pari a 1,45 milioni di ettari (vale a dire il 46,6 per cento della superficie complessiva regionale), ed una superficie agricola totale (SAT) di 1,326 milioni di ettari (pari al 59,1 per cento della superficie regionale).

In questo quadro si inserisce la delicatezza della nostra situazione regionale, in particolare delle aree interne legate alla ricostruzione post-sisma, alla recente alluvione, al rischio di un progressivo spopolamento delle aree rurali, dell’area Pedemontana, nonché al progressivo degrado idrogeologico, con devastanti conseguenze e calamità sempre più frequenti, i cui effetti possono essere mitigati solo con il lavoro di manutenzione e cura del territorio posto in essere anche, e tanto dagli agricoltori.

Per questo motivo presentiamo e sosteniamo un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a reperire i fondi dalla Missione 16 Agricoltura, politiche alimentari e pesca, per verificare la fattibilità di una piena seppur tardiva attuazione dell’articolo 10 della legge regionale 29 gennaio 2008 n. 1, allargando la nozione stessa di agricoltore-custode non solo alla salvaguardia della biodiversità, ma anche alla cura ed alla tutela dell’ambiente e del territorio.

È un impegno morale, prima ancora che politico; è un impegno a sostegno di chiama il nostro territorio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Intervengo solo brevemente rispetto a un mio ordine del giorno che è stato presentato, mentre continueranno i colleghi maggiormente nel merito dell’assestato. Ma era doveroso, vista l’importanza della tematica, che poco c’entra, ovviamente, con questo assestato, mi sembra una questione politica estremamente rilevante. Non poteva a mio avviso non esserci una posizione del nostro Gruppo, e soprattutto una posizione che non è del Gruppo, ma citerò la pronuncia delle Sezioni unite della Corte di cassazione rispetto alla maternità surrogata, perché questo è il tema: non gestazione per altri, ma la stessa Corte la definisce maternità surrogata.

Rispetto all’ordine del giorno che ha presentato la consigliera Cinque Stelle era doveroso fare alcune precisazioni. Innanzitutto, cita un sondaggio di Repubblica, e ci sono tanti altri sondaggi che lo smentiscono in maniera importante; Il Tempo, ad esempio, attribuisce solo il 15 per cento che è a favore. Poi i sondaggi lasciano il tempo che trovano. La Corte di Cassazione a Sezioni unite, che riprende anche diverse pronunce nazionali e internazionali, penso che sia una fonte molto più autorevole, ecco. Quindi, mi limiterò a questo. Nella premessa appunto ci sono diversi errori, anche il tema, a mio avviso abbastanza grave, cioè il fatto che, tra i favorevoli, secondo il sondaggio, vi sono le persone più giovani e istruite. Adesso, non è nuova la posizione dei grillini su chi dovrebbe, in teoria, aver diritto di voto o altro. L’opinione delle persone anziane o meno istruite è al pari di quelle più istruite e più giovani, non ci sono classi, però sappiamo come il capo del Movimento 5 Stelle si è espresso più volte su chi dovrebbe aver diritto di voto.

La Corte di Cassazione, appunto, a Sezioni riunite, ha ribadito il diniego alla possibilità di deliberazione di un provvedimento straniero che attesta rapporto di filiazione con il cosiddetto genitore d’intenzione di un bambino nato da maternità surrogata. Poi riprende anche il fatto che non c’è un vuoto normativo, come è stato affermato, perché c’è la legge 40 del 2004: “qualsiasi ricorso alla gestazione per altri è perseguito e sanzionato penalmente”. Ebbene, secondo i giudici tale proibizione è qualificabile come un principio di ordine pubblico internazionale, poiché posto a tutela di valori fondamentali come la dignità della gestante e l’istituto dell’adozione. Non lo scrivo io, non lo scrive “Repubblica”, non lo scrive “Il Tempo”, lo scrive la Corte di Cassazione a Sezioni unite.

Potrei andare avanti, perché ci sono diverse… Anche la stessa CEDU si esprime in maniera contraria. Il Parlamento europeo, con una risoluzione del 13 dicembre 2016, condanna questo tipo di pratica. Ecco, non ci azzecca niente con l’assestato – e questo è pacifico – però io credo doveroso, in qualche modo, visto che si dovrà votare, intervenire.

Credo che anche nel Partito Democratico, che è la maggioranza, si sia espresso anche lo stesso Presidente sul tema. Sono diverse le situazioni. Le varie Corti (perché più volte ci sono state espressioni di questo tipo) mettono la…

 

(interruzione)

 

PELLONI: No, non esiste la gestazione solidale. Gestazione per altri o maternità surrogata. Ecco, non ho parlato di utero in affitto, che allora lì si potrebbe, tra virgolette, ascrivere…

Quindi, ripeto, la Corte non fa una distinzione se la gestazione per altri è ai fini economici o non ai fini economici. Mette un principio però molto chiaro, che non esiste un diritto alla genitorialità. Non esiste, e appunto non può prevaricare il diritto all’adozione, ad esempio. Non vado avanti oltre perché io credo che faccia parte di un altro dibattito, che appunto vorrei anche approfondire meglio e confrontarmi in maniera molto più chiara. Vado solo alla parte dispositiva, cioè all’invito che fa questo ordine del giorno, che è quello di chiedere al Parlamento di essere maggiormente chiaro, di legiferare in maniera più chiara, più netta, quindi sollecitare il Parlamento a disciplinare la gravidanza solidale per altri in Italia, in contrapposizione a scopo di lucro, anche al fine di evitare situazioni di incertezza normativa e per tutelare i soggetti coinvolti, in particolare i minori nati, a conclusione di tale percorso effettuato anche all’estero, nella piena osservanza di normative straniere.

Allora, io invito la consigliera intanto a leggere le Sezioni unite, che è molto chiara sia per la gestazione per altri a fini di lucro, sia per la gestazione per altri senza fine di lucro. È molto, molto chiara. Ma il Parlamento se ne sta occupando, se ne sta già occupando, quindi è ancora più “ fuori dal contesto”, nel senso che stiamo parlando dell’assestato, quindi di un bilancio previsionale, sappiamo le criticità che ci sono, che ci competono, nel senso che siamo consiglieri regionali, sappiamo che la maggioranza del bilancio verte sul tema sanitario e sappiamo quant’è la difficoltà su questo tema. Abbiamo avuto dei temi ben importanti, come il tema della alluvione, i quotidiani, a momenti, disastri di grandine e quant’altro sulle coltivazioni. Bene, parliamo di altro, che ci compete poco, perché è passato, credo, neanche un mese fa in Commissione e l’iter sta andando avanti, per dichiarare che questo tipo di pratica sia reato universale, sia che sia per altri che non per altri. Ripeto, anche l’Unione europea si è già espressa in maniera molto chiara su questo tema, quindi riprenderlo in questa sede, laddove non abbiamo neanche potestà legislativa su questo tema a mio avviso è anche quasi per far perder tempo a questa Assemblea. Però era doveroso entrare nel merito e dare una risposta sia di metodo che di merito.

Grazie per l’attenzione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Mori, prego.

 

MORI: Grazie, presidente.

Io mi accoderei nella illustrazione dell’ordine del giorno su “salute donna”, ringraziando le colleghe e i colleghi che sono intervenuti, sia di maggioranza che di minoranza. Quando c’è indignazione per la sottovalutazione della salute delle donne è sempre una buona cosa. Nel senso che non ci sarà mai abbastanza indignazione per i ritardi storici e i retaggi patriarcali che ci fanno essere qui ancora a dover pietire interventi.

Detto questo, però, bisogna far sì che l’indignazione sia proficua. Mentre c’è qualcuno che si può, semmai, permettere solo di indignarsi, bisogna che chi può faccia la propria parte. Nel solco dell’impegno, non di oggi, non di ieri, ma dell’altro ieri, che la Regione Emilia-Romagna ha messo in campo per rafforzare un solido impianto, anche discriminatorio, e un sistema di servizi sociosanitari fondato sulla centralità della persona, l’approccio preventivo e personalizzato della medicina di genere, introdotto dalla legge n. 6/2014, diretto a garantire parità di trattamento, è stato un aiuto, un supporto a livello nazionale, che poi hanno prodotto i decreti Lorenzin sulla medicina di genere, che sono stati un pochettino messi nel cassetto.

Lo dico perché la medicina di genere è una cornice importante. Non è solo la medicina delle donne, ovviamente. Quindi, il fatto di sostenerne una concreta attuazione dà anche una mano a tutti gli addentellati delle patologie femminili in particolare, ma ovviamente stiamo parlando di tutte le patologie che riguardano tutte le persone.

Ciò di cui parliamo con questo ordine del giorno, quindi, sta qui. In Emilia-Romagna vogliamo una presa in carico adeguata delle reali esigenze di salute, vogliamo che le persone non siano lasciate sole o in balia di ritardi culturali o mancati investimenti e vogliamo che le donne e gli uomini siano presi in carico alla pari, il che significa superare una volta per tutte la storica neutralità di approccio negli studi e nelle ricerche farmacologiche, nella formazione medica e nei protocolli sanitari.

In Emilia-Romagna ci stiamo impegnando da tempo a contrastare stereotipi, ritardi e sottovalutazioni nelle diagnosi dell’endometriosi, che condannano in particolare le ragazze e le donne a sopportare sintomi dolorosi e incurie che sarebbero evitabili. Anche perché il dolore per la donna non deve essere un destino.

Questa premessa, che potrebbe sembrare quasi inutile, superflua, ultronea, in realtà è un elemento che deve sempre orientare un po’ le nostre riflessioni, altrimenti partiamo dalla coda e non dalla testa rispetto alla profondità di quello che noi stiamo contrastando con i nostri interventi, che non sono mai sufficientemente adeguati, ma sono dei passi avanti, di fronte quindi ad una malattia tutt’altro che banale, e che se trascurata può essere invalidante e ripercuotersi gravemente sulla salute riproduttiva, incidendo sulla fertilità.

A proposito di natalità e di diritti riproduttivi, serve un riconoscimento del Servizio sanitario nazionale e una presa in carico all’altezza. Guardate: non è un tema di scaricare il barile da una parte o dall’altra, è un tema relativo all’attuazione dell’articolo 32 della Costituzione sul diritto alla salute.

Dopodiché, la Regione organizza i servizi sanitari, organizza le prestazioni e certamente deve fare la propria parte. Ma pensare che possa sempre, come invece ha fatto in diverse occasioni, sostituirsi al protagonismo nazionale rispetto al diritto alla salute mi sembra finanche non eccessivamente pedagogico per la cosiddetta nazione, a mio modesto e sommesso parere.

È chiaro che quello che vorremmo non è soltanto una presa in carico, dicevo, all’altezza, ma anche un sistema diagnostico di prossimità aggiornato, tempestivo, che renda accessibili ovviamente gli esami di controllo e specialistici, e l’introduzione – diceva bene il collega Amico – dei livelli essenziali di assistenza e l’esenzione dalle spese, anche farmacologiche, inerenti tutti gli stadi della patologia, non soltanto gli stadi clinici più avanzati (terzo grado o quarto grado).

Al proposito, l’ordine del giorno sottolinea proprio questo: che dagli studi e le pratiche ginecologiche risulta scientificamente ormai dimostrato che una riduzione dello stato infiammatorio tipico dell’endometriosi, se si assumono progestinici, può essere davvero non risolto, ma contento. Ecco perché abbinati o meno ad altri farmaci ormonali, i progestinici orali (quindi gli anticoncezionali) possono risultare efficaci a trattare o a prevenire stadi degenerativi della malattia. Quindi, ovviamente non deve essere l’unico strumento, ma può essere uno strumento importante. Ecco perché ad aprile scorso la presa di posizione di AIFA, il parere del Comitato prezzi e i rimborsi dell’Agenzia del farmaco, favorevoli alla gratuità della pillola anticoncezionale, che noi già riconosciamo fino a 26 anni, hanno dato una speranza, alle donne. Si tratta certamente di una misura di uguaglianza ed equità di genere in materia di salute, che va a beneficio di tutte nell’ottica di una proclamazione sana e responsabile, perché rappresenta anche una risposta concreta alle pazienti affette da endometriosi.

Però, da questo Governo è arrivata una delusione, nel senso che interpellato con un question time del Partito democratico alla Camera lo scorso 18 luglio, proprio in merito allo sblocco delle risorse necessarie alla gratuità della contraccezione ormonale, il ministro Schillaci ha risposto in modo inconcludente, ha rinviato ad ulteriori valutazioni. In effetti, le valutazioni, come noi ci eravamo impegnati a fare nella risoluzione approvata a gennaio, sono necessarie.

Un’ulteriore valutazione del tavolo tecnico AIFA-Conferenza delle Regioni e delle Province autonome istituito presso l’AIFA, scaricato, però, di fatto, su difformità e complessità tecniche la responsabilità politica del mancato stanziamento, ciò nonostante sulla spesa farmaceutica convenzionata 2022 ci siano state risorse non spese pari a 727 milioni, a cui si potrebbe, ovviamente, attingere. Mentre per la situazione regionale, come ben spiegava il collega Amico, ci sono elementi di attenzione che vanno osservati e rispettati.

Nonostante tutto, ovviamente, non perdiamo né la speranza né la determinazione. Quindi, i toni, le modalità con cui oggi siamo qui sono tutti assolutamente legittimi, non devono rimanere un fuoco fatuo, ma un elemento di impegno quotidiano che io mi sento, come tutti i colleghi e le colleghe della maggioranza, di essermi spesa a mantenere nel tempo.

Ricordo, infatti... Ed è giusto, al di là che uno sia nella maggioranza o nella minoranza, riconoscere gli avanzamenti rispetto agli impegni presi in una risoluzione. Altrimenti, se si dà l’idea che l’Assessorato e soprattutto i funzionari, che si sono spesi anche in tavoli di collaborazione con le associazioni, non abbiano fatto assolutamente nulla, secondo me ne va anche della credibilità della politica, non tanto dell’opposizione o della maggioranza e quant’altro.

Lo dico perché la Regione ha rafforzato e potenziato l’organizzazione dei servizi e delle strutture fondate sulla multidisciplinarietà e sull’integrazione dei percorsi diagnostico-terapeutici per dare un’assistenza ancora più appropriata, valorizzando la rete dei centri di referenza regionali per l’endometriosi di primo, secondo e terzo livello, che sono complessivamente 16 e sono presenti in tutte le Province, da Piacenza a Rimini. Questo per significare anche la sostanza di un sistema che si rafforza e che progredisce, che, ovviamente, non lo fa nell’arco di una nottata, ma lo fa con un impegno costante di investimento, dando seguito alla petizione popolare per la salute di tutte le donne “Superiamo l’endometriosi”, per la quale noi ringraziamo moltissimo. Come leggi di iniziativa popolare, abbiamo valorizzato, abbiamo accolto, abbiamo incrociato tante iniziative popolari e abbiamo dato spazio e collaborato con tanti gruppi e con tante associazioni, e continueremo a farlo, pur, a volte, nelle diverse posizioni contingenti.

Così come ringraziamo per i contributi che sono stati dati nelle audizioni dalle associazioni attiviste in Commissione Parità, che richiamava il collega Amico. La Giunta ha promosso e sostenuto, come da impegno della risoluzione le campagne di sensibilizzazione “Non è normale che faccia così male”, co-progettate e realizzate in collaborazione con le promotrici della petizione popolare.

Questo è importante, perché fra l’altro, l’ispirazione della legge sul terzo settore ha proprio anche questo senso: di intensificare l’opera di collaborazione e di ispirazione che non significa, ovviamente, aderire in modo acritico ad ogni progetto che venga sottoposto, ma cogliere ispirazione e dare il nostro sostegno.

Dicevo: ciò che non riusciamo a fare oggi, lo dicevo all’inizio, ma lo ripeto, è sostituirci ancora una volta allo Stato per colmare il vuoto di aggiornamento e finanziamento e la gratuità dei progestinici. Abbiamo esplorato la possibilità, questo sì, visto che già assicuriamo, dicevo, la gratuità dei progestinici fino a 26 anni, e in altre circostanze, della pillola anticoncezionale, però, ripeto, non possiamo sostituirci.

In questo momento, in questo frangente, abbiamo mantenuto la volontà di esplorare le condizioni non tanto perché amiamo il parossismo, oppure le parole vacue, anche perché per chi frequenta in termini giuridici tutto ha un senso, e ogni parola va molto soppesata. Quindi, continuare, oltre ad impegnare la Regione nel tavolo Conferenza Stato-Regioni, piuttosto che impegnare il Governo a darci una mano, è chiaro che noi non rinunciamo alla possibilità di valutare, di esplorare risorse integrative per il benessere delle nostre donne, delle nostre ragazze, in questo particolare problema. Ecco perché impegniamo la Giunta a far valere il coordinamento del Tavolo salute in sede di Conferenza delle Regioni, affinché le spese anche farmacologiche inerenti tutti gli stadi dell’endometriosi rientrano nei LEA, e affinché si renda operativa la gratuità della contraccezione ormonale per tutte le donne, così come stabilito da comitati AIFA.

Impegniamoci quindi – ci impegniamoci tutti – a fare ovviamente la nostra parte, ringraziando tutti coloro, ripeto, che con la loro indignazione, nelle varie modalità in cui essa si esprime, ci diano una mano per far progredire insieme la società, perché il benessere femminile è il benessere di tutte e di tutti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Mori.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Solo pochi minuti per consentire anche agli altri di poter intervenire del mio Gruppo, per presentare due ordini del giorno e un emendamento, due a sostegno delle popolazioni colpite dall’alluvione, che poi vi presenterò, e uno che riguarda, invece, l’incremento del finanziamento rispetto alla sostituzione degli impianti inquinanti per riscaldamento civile a biomassa, finanziamento che è stato bloccato dalla Regione Emilia-Romagna a maggio del 2023, anziché la prosecuzione al 31 dicembre 2023.

Vado un po’ in ordine. Approfitto della presenza dell’assessore Felicori per presentare l’ordine del giorno relativo all’Art Bonus. Ho avuto un’interlocuzione con la maggioranza rispetto a questo tipo di provvedimento. Anche su richiesta della stessa maggioranza, ritirerò questo ordine del giorno, che comunque presenterò, per presentarlo successivamente in Commissione sotto forma di risoluzione, proprio per fare un approfondimento dal punto di vista fiscale, come Regione Emilia-Romagna, rispetto a questo tipo di normativa.

Con questo ordine del giorno si chiedeva semplicemente di poter istituire o valutare la possibilità di istituire una legge regionale che vada a incrementare l’incentivo fiscale, già di per sé attuabile con legge dello Stato, relativamente alle donazioni che vengono fatte da privati o imprese rispetto al patrimonio culturale interessato, in questo caso, in questo ordine del giorno, dall’alluvione.

Ovviamente questo è uno strumento fondamentale. L’assessore Felicori ha fatto un mantra rispetto a quelle che sono le potenzialità di questo strumento da utilizzare per privati, proprio per la sistemazione e la riqualificazione del patrimonio culturale in ambito italiano, ovviamente con il decreto italiano, ma noi lo vorremmo declinare anche dal punto di vista regionale. Tenuto conto che questa misura servirebbe, consentirebbe e darebbe un ulteriore incentivo a quei territori che sono stati colpiti dall’alluvione proprio per intervenire su quel patrimonio culturale oggi danneggiato per quasi 65 milioni di euro. Sono state interessate 155 chiese, 21 musei, 91 edifici storici, 12 aree ecologiche, 5 parchi e giardini storici, 21 archivi e 13 biblioteche.

Chiaro è che questo sarebbe uno strumento importante proprio per valorizzare, da un lato, e pubblicizzare ancora di più la legge sull’Art Bonus e, dall’altro lato, per incentivare il privato o l’impresa a intervenire su questo patrimonio culturale. Sappiamo che il finanziamento consentirebbe a chi eroga queste risorse una detrazione dal punto di vista fiscale pari quasi al 65 per cento.

La premessa iniziale ovviamente è quella di valutare la possibilità di questa istituzione di legge regionale. Questa valutazione la approfondiremo poi in Commissione a settembre, con l’impegno, da parte della maggioranza, di fare questo approfondimento anche proprio di natura fiscale.

L’altro ordine del giorno, e qui è uno dei pochi esempi virtuosi di collaborazione tra maggioranza e opposizione, è quello relativo al bollo auto, sempre misura che va a intervenire sulle zone alluvionate. In particolare, con questo ordine del giorno si valuta la possibilità di rimborsare ai proprietari delle auto alluvionate quanto già versato in materia di bollo auto per l’anno 2023, con conseguente demolizione del veicolo entro il termine previsto dal DGR 973 del 2023.

Sappiamo quante auto sono state oggetto di alluvione, quindi tanti dovranno comunque demolire la propria auto e ricomprarne un’altra. Si era innescato un meccanismo tale che chi aveva l’auto alluvionata ne comprava un’altra e pagava un doppio bollo. Si chiede in questo caso di rimborsare quantomeno l’auto che è stata alluvionata e poi demolita.

Su questo ordine del giorno che era stato fatto a mia prima firma è intervenuto un emendamento che lo sostituirà integralmente, a firma anche delle colleghe Rontini e Lia Montalti, proprio per dare maggiore forza di valutazione, quindi di possibilità per attuare questo tipo di rimborso.

L’ultimo emendamento è all’assestamento. Qui abbiamo una nota di colore, perché abbiamo presentato sia l’emendamento all’assestamento, sapendo che sarebbe stato comunque bocciato, questo emendamento, e abbiamo presentato anche un ordine del giorno parallelo, proprio in riferimento al fatto che nel maggio del 2023 sono stati interrotti i bandi relativi all’assunzione degli impianti inquinanti per il riscaldamento.

Noi chiediamo che su questi impianti questo incentivo venga rifinanziato per circa per un milione di euro nell’esercizio 2024. Cercheremo ovviamente di capire se si può riattivare questo tipo di funzionamento rispetto all’incentivo, se non con l’emendamento sull’ordine del giorno che poi arriva a firma del consigliere Marchetti, che se avrà tempo di poter illustrare lo illustrerà, oppure lo faremo in un secondo momento, quando arriveremo nella fase successiva alla votazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pompignoli.

Consigliera Catellani, prego.

 

CATELLANI: Grazie, presidente.

Sarò velocissima e con meno veemenza di prima, giusto per dare un riscontro ai colleghi Mori e Amico.

Lo amate eccome il parossismo, collega Mori. Eccome lo amate! Collega Amico, parlate ancora di AIFA. sull’esenzione del farmaco anticoncezionale, dimenticando che appartiene a una fascia di età fino ai 25 anni e che non era tra le richieste dei comitati. Quindi, è assolutamente andare fuori tema.

Per quanto riguarda, invece, le richieste economiche, ricordo che una di queste, alle quali avete detto di no, ha un budget totale complessivo per tre anni d’implementazione dei PDTA regionali di 363.000 euro, così suddivisi: strumentazione, diagnostica alta fascia forfait 200.000 euro; risorsa specialistica dedicata ai PDTA 103.000 euro e implementazione del percorso formativo 60.000 euro. Questi sono gli importi. Dopodiché, consigliere Amico, se ci vogliamo nascondere dietro la Corte dei conti va bene, ma voi i dati del vostro bilancio li sapevate anche prima di firmare la risoluzione insieme a noi.

Dopodiché, benissimo la legge del terzo settore della quale parliamo, ma se voi tutelate i diritti delle vostre associazioni così, povere associazioni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Mumolo, prego.

 

MUMOLO: Grazie, presidente.

Intervengo brevemente per illustrare un ordine del giorno collegato all’oggetto 6990, un ordine del giorno che riguarda il fondo per l’affitto. Noi in Italia abbiamo, anzi avevamo, un fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, un fondo creato con la legge del 1998, destinato alla concessione di contributi a sostegno totale o parziale del pagamento dei canoni di locazione sostenuti dalle famiglie in condizioni di disagio economico. Questo fondo doveva essere rifinanziato, anzi dovrebbe essere rifinanziato dal Governo ogni anno, però, mentre nella legge di bilancio 2022 il Governo Draghi lo ha finanziato per un totale di 330 milioni, quest’anno nella legge di bilancio il Governo Meloni non ha stanziato alcuna risorsa per questo fondo nazionale, caricando su Regioni e Comuni il problema crescente delle famiglie con bilanci sempre più assottigliati dall’inflazione e dal caro affitto.

Il fondo per l’affitto è indirizzato principalmente a lavoratori poveri, cioè coloro che, nonostante un contratto di lavoro e un’attività occupazionale, non possono sostenere completamente il canone di locazione, che spesso è superiore al 50 per cento del loro reddito familiare.

Nel corso degli anni, il contributo affitto e i fondi per la morosità incolpevole sono stati un utile strumento per alleviare il disagio abitativo, evitando gli sfratti e permettendo alle famiglie in difficoltà una soluzione abitativa. Tra l’altro, questi contributi pubblici hanno anche maggiormente incentivato la registrazione regolare dei contratti di locazione, riducendo, così, anche l’evasione fiscale.

La decisione del Governo di non rifinanziare il fondo affitti sta producendo un impatto devastante sulla grave situazione abitativa del Paese, in un momento storico caratterizzato dall’aumento dei prezzi dell’energia, da un’inflazione a livelli molto alti e in continuo aumento e da una situazione economica effettivamente, per molte persone, di grave precarietà.

In queste condizioni, molte famiglie si trovano a dover affrontare situazioni letteralmente insostenibili del mercato privato delle case, senza nessun aiuto pubblico.

Questa decisione sta creando povertà. Sta creando povertà in tutta Italia e sta creando povertà anche in questa regione. Ricordo che anche in Emilia-Romagna ci sono tante famiglie in difficoltà che hanno bisogno di un contributo per l’affitto. Nel 2022 ci sono state circa 70.000 domande per il contributo affitto in Emilia-Romagna, circa un terzo in più delle domande che ci sono state nel 2021. Un terzo in più. Ed è un trend in continuo aumento, perché purtroppo la povertà sta aumentando. Sta aumentando anche nella nostra regione.

In mancanza di fondi statali, questa povertà è destinata ad aumentare. E poi ci si meraviglia se ci sono persone che finiscono in strada in tutta Italia e, purtroppo, in misura fortemente inferiore, ma questo lo dobbiamo dire, anche in questa regione.

Con questa manovra di assestamento e prima variazione generale del bilancio di previsione, noi stiamo cercando di finanziare ulteriori interventi per andare incontro alle necessità di queste famiglie, per evitare che queste famiglie si trovino nell’impossibilità di pagare un affitto e per evitare che queste famiglie vengano sfrattate, con tutto quello che consegue agli sfratti. Abbiamo previsto un incremento di 7 milioni di euro per il Fondo regionale per l’accesso all’abitazione in locazione. Con i 2 milioni di euro che erano già stati stanziati lo stanziamento arriva a 9 milioni di euro. 9 milioni di euro che, però, non sono sufficienti per venire incontro alle esigenze di famiglie e persone che abitano in questa regione. Non sono sufficienti per coloro che vivono in questa regione, figuriamoci per tutti coloro che vivono in Italia in condizioni di precarietà.

Per questo noi chiediamo alla Giunta regionale di sollecitare il Governo e il Parlamento affinché vengano ripristinate e aumentate adeguatamente le dotazioni finanziarie, almeno su base triennale – anche per evitare questo balletto ogni anno – del Fondo sociale per l’affitto e anche del fondo per la morosità incolpevole.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mumolo.

Adesso nel dibattito generale si era iscritto a parlare il presidente Bonaccini. Prego, presidente.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente.

Completerà le cose che dico l’assessore Calvano più avanti. Siccome dopo ho una call per i danni alluvionali e le trombe d’aria, volevo dire alcune cose, partendo dal dato che abbiamo una Regione ancora molto forte dal punto di vista della tenuta economica.

Nonostante quello che è accaduto, le previsioni di PIL sono migliori di quelle che si temevano a inizio anno. Continuiamo ad avere un export molto forte, seppure abbiamo il tema dell’agroalimentare che sarà da verificare rispetto alla zona, in particolare alluvionata romagnola, che contribuisce per un terzo alla complessiva produzione dell’ortofrutta dell’Emilia-Romagna. Abbiamo ancora un valore aggiunto industriale che l’anno scorso ci collocò prima Regione in Europa, risultato mai raggiunto dal dopoguerra, incredibile per chi capisce e si intende di economia, dal punto di vista della tenuta del nostro sistema economico.

Stiamo provando a tenere il livello di presenza affianco delle imprese e Università all’estero, molto altro, avremmo una missione in Lussemburgo, Paese con il più alto PIL al mondo per abitante a settembre. Ad ottobre saremo la Regione d’onore della NIAF, la più importante associazione italo-americana degli Stati Uniti.

Nell’occasione, penso riuscirò ad incontrare il nuovo Governatore della Pennsylvania, che sapete l’anno scorso con noi ha firmato, prima volta nella storia repubblicana, una Regione italiana con uno Stato federale americano, un accordo istituzionale per noi sulle scienze della vita.

Siccome ho letto alcuni legittimi pareri di esponenti della maggioranza, più nel Parlamento che tra voi, che non avremmo fatto bene nella ricostruzione post sisma, segnalo che se undici anni fa ci avessero detto, laddove esiste ed insiste il terzo distretto del biomedicale più importante al mondo, con la presenza di migliaia di posti di lavoro e centinaia di imprese, tra cui importanti multinazionali, che avevano dovuto delocalizzare, molte di esse, e temevamo la desertificazione produttiva e occupazionale, che 10 anni dopo il Presidente della Regione, chiunque fosse stato, avrebbe firmato in Pennsylvania, dove negli Stati Uniti insistono i due distretti delle life science più importanti al mondo, non ci avremmo creduto nessuno. A proposito se abbiamo fatto bene o male la ricostruzione post terremoto, laddove si produceva l’1,9 per cento dell’intero PIL italiano e da alcuni anni viaggia attorno al 2,4.

Noi abbiamo il dovere, ed è chiaro che non è l’assestamento che tiene questo, di tenere alto l’export. A novembre per la prima volta saremo in Giappone con imprese di distretti manifatturieri e con tutta la filiera dell’agroalimentare per la settimana della cucina emiliano-romagnola nel mondo. Così come stiamo preparando per il prossimo anno diverse missioni e abbiamo ogni mese ambasciatori di tanti Paesi del mondo che vengono a chiederci di collaborare, perché trovano nell’Emilia-Romagna oggi un punto di eccellenza, che – spero ne parlerete dopo, magari – con l’assegnazione, dopo la firma del Ministro Tajani, nella conferma dell’impegno del Governo Draghi, arriverà il Tecnopolo di Bologna, insedieremo lì l’impegno del Governo, che ringrazio, i 40 milioni in 10 anni, l’impegno della Regione, ogni anno tra i 2 e i 3 milioni di euro per il suo funzionamento e la collocazione della sede, a fianco del Centro meteo europeo, del supercomputer Leonardo, di una delle poche Università che le Nazioni Unite hanno nel mondo. Gli obiettivi di quell’Università, che attirerà docenti e studenti da tutto il mondo, sono: studio e contrasto ai cambiamenti climatici, a proposito del nostro impegno su quei temi; secondo, utilizzo dell’intelligenza artificiale e nuove tecnologie sia nel contrasto ai primi, ma anche per ciò che crea lavoro, che il mondo delle imprese e della ricerca può attivare ed ottenere.

Lo dico perché quando si parla dell’Emilia-Romagna credo dovrebbe essere motivo di orgoglio di tutti sapere che in un’unica Regione in Europa ci vengono il Centro meteo europeo, il supercomputer Leonardo già acceso e l’Università delle Nazioni Unite. Quando mi chiedono qual è la cosa di cui vado più orgoglioso dei 10 anni (il prossimo anno sarà l’ultimo mio dei due mandati), io dico quello, a proposito dello sguardo lungo e del pensare ai nostri figli e ai nostri nipoti, che nella gran parte troveranno posti di lavoro in ragione della – speriamo – capacità di investire su tecnologia, digitalizzazione, intelligenza artificiale; soprattutto, il sistema di un mondo produttivo e imprenditoriale che ha bisogno di quegli strumenti, perché è talmente di qualità – merito loro, non nostro – che per continuare a competere con i territori più avanzati del mondo deve tenere alta la capacità di innovazione, di ricerca e di investimento.

Ora, da questo punto di vista, a proposito di programmazione per sostenere il sistema produttivo della ricerca e i Comuni, ad oggi segnalo, nel settennato 21-27, a metà del 2023, che abbiamo già impegnato il 50 per cento del FESR e del Fondo sociale europeo. Sapete quanto avanti siamo nel Piano sviluppo rurale, come nessun’altra Regione italiana. Lo abbiamo fatto davanti a tutte le altre Regioni, senza utilizzare alcun finanziamento dei fondi sviluppo e coesione, che stiamo ancora attendendo. Era in ritardo il Governo Draghi, il Governo Meloni ci aveva detto a dicembre che li avrebbero approvati a febbraio; a febbraio ci hanno detto a maggio e siamo a metà luglio.

Io confido, stiamo lavorando bene con il ministro Fitto che riusciremo presto a sbloccarli. Ho apprezzato che la Presidente Meloni, quando l’ho incontrata venti giorni fa abbia voluto inserire nei tre punti dell’incontro il tema dello sblocco, speriamo presto, dei fondi di sviluppo e coesione.

Per noi sono centinaia di milioni di euro vitali, che servono per investimenti, sapete, di vari livelli e dimensioni. Però, lo sforzo che abbiamo fatto per il nostro bilancio, è uno sforzo, credo, notevole, che spero venga apprezzato, anzi, dovrebbe essere apprezzato, insieme alla capacità di programmazione di spesa che non ha eguali.

Se si facesse altrettanto col PNRR a livello nazionale, noi non parleremmo dei soldi della terza rata arrivata in ritardo, e non staremmo nemmeno qua ad avere l’incognita sulla quarta. Manca all’appello, dicevamo, la programmazione del Fondo sviluppo e coesione. Il ministro Fitto ha ritenuto di dover procedere con accordi specifici Regione per Regione, perché si dice che le Regioni non hanno dato buona prova di impiego nel settennato precedente: può essere.

Per noi non è così, perché noi abbiamo impegnato il 99,9 per cento, e tutti sanno che nessun ministero ha fatto meglio di noi. Per questo avanzeremo una proposta organica che definisce gli obiettivi strategici della nostra Regione su queste priorità e progettualità. Primo: difesa del suolo. Io penso non serva spiegare il perché. Anche qui, ho sentito il dibattito sulla cementificazione, sul consumo di suolo. Io l’ho sempre detto dal primo giorno che mi sono insediato: si è consumato troppo suolo vergine in Italia nel dopoguerra e troppo in Emilia-Romagna.

Dopodiché, se si vuol fare un dibattito, si chiami chi c’era prima di noi.

Noi abbiamo presentato una legge approvata pochi anni fa. È la più restrittiva d’Italia. Se mi portate una legge regionale più restrittiva di quella dell’Emilia-Romagna, io la faccio approvare in Giunta e poi la porto in Assemblea legislativa e la discutiamo. Ci ha permesso di tagliare 11.000 ettari a fronte di metà Comuni che hanno già, sostanzialmente, presentato le previsioni. Arriveranno gli altri. Noi arriveremo tra i 20.000 e i 25.000 ettari che saranno stati tagliati. Parlo di suolo che precedentemente era stato deciso fosse edificabile. Sapete che toccare i diritti acquisiti non è una banalità, fuori da Destra e da Sinistra. Parlo di questioni che riguardano i cittadini, le imprese o gli stessi Enti locali.

Quello che spero accada a livello parlamentare... Lo dico al mio partito. Lo dico a Silvia e anche al Movimento 5 Stelle, che ha governato questo Paese, esprimendo anche il presidente del Consiglio. Manca una legge nazionale di contrasto al consumo di suolo. Io spero che il Parlamento lavori insieme e spero che questo Governo riesca ad approvarla, finalmente. Serve una legge nazionale, non regionale. Sì, le Regioni fanno bene a farla. Noi l’abbiamo fatta. Ma serve una legge nazionale che metta anche risorse per incentivare, ad esempio, il tema della rigenerazione urbana, che se ha un innesco è più efficace, più rapida e aiuta a consumare meno suolo e a utilizzare aree degradate, da bonificare. Anche su questo noi stiamo facendo parecchio.

Nei nuovi Fondi di sviluppo e coesione ‒ lo confermo adesso ‒ metteremo, come avevamo promesso, un nuovo bando per incentivare la rigenerazione urbana nei confronti di tutti coloro che vorranno utilizzarla. Le riflessioni che si facevano da parte di tanti di voi sono giuste. In ogni caso, confermo, bisogna arrivare al consumo di suolo a saldo zero nel Paese, non solo in Emilia-Romagna. È giusto. Sarebbe giusto.

Abbiamo il tema della mobilità provinciale. Abbiamo già i progetti pronti anche sui ponti dei Comuni. Avevamo preso un’iniziativa insieme, qui, in raccordo tra maggioranza e opposizione. Abbiamo detto che, appena arriveranno gli FSC, sulla mobilità provinciale metteremo parecchie risorse.

C’è il tema della rigenerazione urbana, dicevo. Qui confermo l’impegno, ad esempio, a recuperare tutti i progetti dei Comuni ritenuti ammissibili nel bando precedente.

Anche qui avevamo preso insieme un impegno tra maggioranza e opposizione, lo confermo. Poi, un nuovo bando, perché abbiamo i margini per poter fare bene. Io confido che nella richiesta di FSC arrivi una solidarietà nazionale che veda le altre Regioni mettere una piccolissima percentuale a favore dell’Emilia-Romagna per il disastro che è arrivato. In ogni caso, lo faremo con ciò che ci viene concesso e, ripeto, io spero sia presto. Mi piacerebbe essere il primo presidente di Regione che firma col Governo Meloni l’accordo per i fondi sviluppo e coesione.

Poi ci sono le strategie territoriali concordate con le città per l’adattamento al cambiamento climatico, per le aree interne di montagna, soprattutto per sostenerne lo sviluppo in un momento così complicato. Confermo che il primo investimento che faremo sui nidi sarà quello di renderli gratuiti in tutta la montagna.

Se mi portate un’altra Regione che lo fa, discutiamo, saremo secondi, terzi, quarti. A me non interessa essere primi, portatemele e ne ridiscutiamo. Noi abbiamo bisogno, però, anche qui, che sul tema della Romagna e delle aree appenniniche ricomprese nello stato di emergenza vi sia un impegno straordinario.

Peraltro, lo dico già adesso e vediamo se saremo sostenuti da tutti anche in quest’aula e non ho dubbi che sarà così, noi avanzeremo proposte progettuali in overbooking sul PNRR per la mobilità sostenibile e la difesa del suolo, due priorità, così dico cosa pensiamo rispetto al tema della transizione ecologica, candidandoci ad utilizzare le risorse non spese dagli altri, ma che il Governo deve rendicontare in Europa. Se ci state tutti facciamo approvare un ordine del giorno il prima possibile, appena vedremo la dotazione che ci arriva, e ci prendiamo l’impegno che presso il Governo l’Emilia-Romagna presenterà il progetto in overbooking, pronta a ricevere i finanziamenti che si vorranno senza toccare le voci di spesa, ma utilizzando quelle che nella rendicontazione e nella ricognizione – l’ha chiamata il ministro Fitto, giustamente – stanno facendo per verificare se ci sono progetti che da qui alla fine del mandato, dei sei anni del PNRR non saranno certamente confermati.

Così come noi riprogrammeremo, alla luce di quello che è accaduto, una parte del FESR per il contrasto del dissesto idrogeologico, perché la nostra Regione ha le condizioni che Silvia ed altri dicevano dal punto di vista della sua geomorfologia. Con le risorse che si invieranno dal bilancio regionale siamo pronti a sostenere iniziative di riqualificazione e sviluppo del patrimonio dell’impiantistica sportiva e culturale universitaria, cioè faremo bandi. Dal punto di vista del patrimonio di impiantistica sportiva avete visto quanto è stato apprezzato da tutti i Comuni e, credo, confermeremo quelle caratteristiche, per cui un impianto per ogni Comune, per aiutare soprattutto i piccoli e medi. Faremo così per gli impianti, chiamiamoli così, investimenti, sedi culturali di ogni tipo e anche per il tema universitario. Questo è il piano che presenteremo al Ministro Fitto e al Governo già questa settimana, nei prossimi giorni, forti di essere una Regione che – nessuno può metterlo in dubbio – sa programmare, impegnare e spendere. Poi, giustamente, ci si può dire in democrazia “le scelte che avete fatto sono sbagliate”, questo ci sta, ma che qualcuno venga a spiegare a noi come si fa a programmare, impegnare e spendere, ebbene mi pare che i numeri dicano che fossero tutti virtuosi come noi e pochi altri!

Noi abbiamo necessità di sostenere però il tema, oltre che economico, sociale e quindi in questo investimento sul welfare mi pare di poter dire… Ringrazio i tanti che sono intervenuti a sostegno del tema dei 28 milioni sul fondo regionale per la non autosufficienza. Anche qui, accetto discussione, mettiamo a confronto le risorse. Per il terzo anno, oltre mezzo miliardo di euro, aumentiamo di 28 milioni, 18 diventeranno stabili. Posso dire: chiediamo al Governo, come abbiamo fatto con tutti i Governi precedenti, di aumentare le risorse nel fondo per la non autosufficienza nazionale, perché si vive più a lungo, è un bene – dopo il Giappone ci siamo noi come sistema Paese, più o meno, nelle aspettative di vita – ma il problema è che se non garantiamo servizi oltre che di qualità anche sostenibili dal punto di vista del costo, noi abbiamo un sacco di famiglie (riguarda tutti quanti noi) in cui si rischia che le persone sane si ammalino per stare di fianco a quelle che hanno bisogno di cure e di assistenza.

Abbiamo famiglie sempre meno numerose. Mi auguro che il Governo riesca dove hanno mancato tutti i Governi precedenti, cioè politiche per la famiglia degne di questo nome, mi verrebbe da dire vicine a quello che il sistema francese storicamente ha fatto, ma nel mentre speriamo si facciano politiche per far sì che diventi certezza che si torni a fare più bambine e più bambini, cioè più figli, segnalo e registro che, a fronte di anni in cui ci siamo sentiti dire, a volte insultati, “porte chiuse”, “prima gli italiani”, “guerra alle ONG”, “è finita la pacchia”, vi segnalo – ho incontrato il ministro Piantedosi pochi giorni fa – che stanno arrivando in Italia altre decine di migliaia di persone che sbarcano, con un rapporto, tra l’anno scorso e quest’anno... Mi piacerebbe sentire da voi qualche parola, almeno per ammettere che, forse, le cose che dicevate ai Governi precedenti, non dico a me o a noi, non mi interessa, forse erano un tantino esagerate. E uso un eufemismo.

La bacchetta magica non ce l’ha nessuno, ma vedere che arriva quel Governo, con le forze politiche che dicevano quelle cose... E se sto a cosa dicono i presidenti di Regione poco coinvolti negli sbarchi, quattro volte gli sbarchi dell’anno scorso, è responsabilità di Stefano Bonaccini? E quelli che arrivano dove li distribuiamo? Come li distribuiamo? Non vi ho sentito dire niente su questo. Se ci fosse stato un altro Governo, sono sicuro che metà degli interventi sarebbero stati utilizzati, legittimamente e democraticamente, per parlare del Governo che non riusciva a fermare gli sbarchi. Io le ricordo le discussioni degli anni scorsi. Sono uno che ha tanti difetti, ma una buona memoria. Spero che nel corso del dibattito ammetterete che, sì, il Governo non ce la fa a fare quello che diceva. Io non mi metto a discutere se sia giusto o sbagliato, perché noi abbiamo bisogno di affrontare l’emergenza. Come ha detto la presidente Meloni e qualche ministro, come in tanti dicevamo da tempo, c’è bisogno di una immigrazione certa, stabile, legale, regolarizzata, che arrivi nel nostro Paese, perché ne ha bisogno anche, banalmente, il sistema socioeconomico di questo Paese, se vogliamo evitare che tra qualche anno noi e la Spagna, tra pochi bimbi che si fanno e invecchiamento della popolazione, con la denatalità che insiste, si sia noi i primi due Paesi in Europa ad avere tra non troppi anni più pensionati che lavoratrici e lavoratori attivi. Sarebbe un disastro, soprattutto per la generazione dei nostri figli, dei nostri nipoti, ai quali chi pagherebbe la pensione, la sanità e la scuola pubblica?

Guardate, è un dibattito non facile, che dovremmo provare a fare insieme. Con educazione ho voluto segnalare una contraddizione, però, permettetemi, perché noi nelle prossime settimane avremo l’arrivo... Mi permetto di dire, e vorrei sentirlo dire anche da voi, che per chi ha avuto l’alluvione un’attenzione particolare rispetto agli arrivi dovrebbe esserci. Purtroppo, abbiamo alcuni Comuni e popolazioni che sono impegnate in cose abbastanza complicate. E uso un eufemismo.

Sul tema del welfare, mi permetto di dire, oltre agli investimenti sul tema del Fondo per la non autosufficienza regionale, io mi aspetto dal Governo e mi aspetto dalle forze di opposizione qui che insistano con noi per ripristinare almeno una parte di quel fondo da 30 milioni di euro degli affitti, che è stato cancellato. Io qui confermo che noi i 9 milioni di euro li metteremo. Però, guardate che questo tema degli affitti ha a che fare direttamente con alcune cose che ho sentito dai vari banchi, tutte giuste. Tant’è che adesso è uscito il primo bando per la legge sull’attrattività e il trattenimento dei talenti, che va ad insistere sui Comuni, in particolare quelli sedi di Università, per tentare di venire a dare una prima risposta rispetto al sostegno al tema, ad esempio, della casa, dell’affitto oltre che dei servizi, come avevamo detto. Questo è un tema gigantesco, che anche noi dobbiamo affrontare di più e meglio: parlo del tema di riuscire a conciliare città che sono diventate turistiche e non lo erano mai state, o che non lo erano state così tanto, che sono attrattive per gli studenti universitari. Io credo sia un orgoglio per tutti noi il fatto che in questa Regione metà degli studenti iscritti alle Università e agli Atenei non siano dell’Emilia-Romagna. Vuol dire che questa è una Regione nella quale si presume che se ci vado a studiare, ci posso trovare forse una ragione anche di vita, perché tanti si son fatti la famiglia, hanno fatto figli, sono rimasti qui, e ci trovo delle opportunità di lavoro, di ricerca o di studio. Stanno crescendo e aumentando; ma siccome sta aumentando il turismo, abbiamo città ormai, a partire da questa, dove la difficoltà, e anche qui la bacchetta magica non ce l’ha il Comune, non ce l’ha la Regione, non ce l’ha il Governo, bisogna che troviamo degli accordi. Lo dico per tutto il Paese, laddove ci sono problemi che riguardano tutte le città sedi di università, o quelle principali, in cui noi la risposta la diamo. Non vorrei infatti che mentre facciamo la legge sull’attrattività di talenti per cercare di portare qui capitale umano ulteriore rispetto a quello che già arriva – noi e la Lombardia siano le uniche due Regioni italiane che hanno un saldo attivo di ragazzi e ragazze che vengono a lavorare rispetto a quelli che escono – ci trovassimo che non c’è la disponibilità, ad esempio, della casa, e che quindi diventa un problema, come avete detto, che rischia da opportunità di diventare un incidente di percorso e non permette a quelli di sviluppare le aspettative che hanno in mente.

Ora, c’è poi il tema, ovviamente, di welfare della sanità. Proprio poche ore fa la Fondazione GIMBE ha certificato quello che il Ministero della salute ci ha riconosciuto poche settimane fa. L’Emilia-Romagna è la prima Regione, ancora una volta, per soddisfacimento dei cosiddetti livelli essenziali di assistenza, per quantità e qualità. Pensate un po’: contemporaneamente, 14 Regioni su 20 sono in squilibrio finanziario sulla spesa sanitaria, tre quarti.

Segnalo che tre quarti di Regioni sono governate dal Centrodestra adesso in Italia. Io al ministro Schillaci l’ho detto: siamo stati con gli altri presidenti di Regione. Voi fate una cosa: telefonate ai miei colleghi, voi, a caso, e gli dite: cosa avete detto al ministro Schillaci quando vi siete trovati tutti insieme, a partire dal presidente Fedriga? Poi tornate e mi dite cosa vi hanno risposto.

Al ministro Schillaci l’ho detto chiaramente: non può essere addebitato a lei o a questo Governo il fatto dei problemi che oggi viviamo in sanità, se sto a quanti mesi siete insediati. Il problema è che rischiate che vi venga addebitata una cosa che non era più accaduta negli ultimi anni.

Il Governo Conte 2 e il Governo Draghi, comunque, 2 miliardi il 2020, 4 miliardi il 2021, 6 miliardi il 2022, cioè 12 miliardi in tre anni, li avevano messi in aumento del Fondo sanitario nazionale che, rispetto ai Governi di prima, anche di Centrosinistra, era un qualcosa di mai visto. C’è un problema: quei miliardi di euro, tanti, che sarebbero dovuti andare a incrementare il Fondo sanitario nazionale, hanno dovuto far fronte a qualcosa che si chiama “pandemia” e “piano vaccinale”. Sono contento che il generale Figliuolo venga investito di ovazioni straordinarie. Io non avevo dubbi dovesse essere così, perché è una persona perbene, un galantuomo. Segnalo che alcuni di quelli che dalle parti del Governo lo celebrano erano gli stessi ‒ andate a vedere i filmati e gli articoli dei giornali ‒ che lo criticavano frontalmente per lisciare il pelo ai no-vax quando ha iniziato a fare il piano vaccinale. Si può cambiare idea. Per me è sempre segno di intelligenza.

Abbiamo avuto spese Covid, piano vaccinale, spese energetiche con bollette che per noi sono state di 250 milioni di euro in più nel 2022 sul 2021. Sapete che quegli 800 milioni di euro circa che mancano non è sbilancio della Regione. Sono soldi che ci spetterebbero e che i vari Governi, gli ultimi, non ci hanno consegnato. Chi ha più sanità pubblica degli altri... In Toscana la pagano di più. Sai, quando hai un quarto delle Case della salute del Paese e in quelle strutture non puoi spegnere il riscaldamento, la luce o i macchinari, è chiaro che spendi di più di chi non ne ha neanche una, ma riceve la stessa percentuale di risorse, perché, invece che darle per spese sostenute, sono state date per numero di abitanti. Bella contraddizione. Al ministro Schillaci, però, ho detto: rischiate di essere ricordati, se non cambiate le previsioni dei prossimi tre anni, come il Governo che ha fatto diventare il fanalino di coda nel rapporto tra PIL e spesa pubblica in sanità il Paese. Quest’anno, segnalo, siamo tornati sotto al 7 per cento. Tra tre anni saremo al 6,2 per cento.

Qualche settimana fa mi sono permesso di dire pubblicamente che servono da un minimo di 3 a un massimo di 5 miliardi di euro, e qualcuno dalle parti della maggioranza ‒ non voi; parlo del nazionale ‒ mi ha un po’ preso in giro. Ci sta.

Ho letto un’intervista pochi giorni fa del ministro Schillaci, che dice che ci vorrebbero tra i 3 e i 5 miliardi, perché si è sentito dire dalle Regioni, quando siamo stati da lui poche settimane fa, che così non possiamo andare avanti. Ci sono Regioni che rischiano il commissariamento, non perché non siano capaci di gestire i conti, ma perché il sottofinanziamento del Fondo sanitario nazionale è strutturale, non sono arrivate le risorse che dovevano servire ‒ per chi l’ha fatto ‒ a fare bene i piani pandemici, vaccinali e le spese energetiche, e oggi ci troviamo tutti tra quello e la mancanza di professionisti in difficoltà.

Qualcuno mi ha preso in giro: se prendono in giro il Ministro, bisogna che chiedano le dimissioni a lui. O immagino, da persona seria qual è, che le dia lui. Se il Governo a cui lui ha detto “bisogna che mi trovino almeno 3 miliardi di euro”, non glieli darà da qui a fine anno. Con la matematica, che non è un’opinione, non è che si può giocare.

Questa Regione in dissesto non ci andrà mai, perché siamo persone serie, noi, perché non ci faremo commissariare da nessuno, e perché abbiamo un bilancio talmente sano, come la Corte dei conti certifica, che siamo stati capaci persino di poter ottemperare laddove non toccherebbe a noi, perché non era mai accaduto, dal 70 in poi, che noi dovessimo mettere mano a prendere parte di altri pezzi di bilancio per metterli a coprire ciò che mancava in sanità per mancati trasferimenti dello Stato.

Io ho fiducia, voglio avere fiducia che il Governo accontenterà le richieste del ministro Schillaci; altrimenti, è un bel problema. La proposta al Governo di aumentare il fondo è venuta in primo luogo dal presidente Fedriga a nome di tutti i presidenti di Regione. Questo è.

Poi c’è un problema di personale, e io ho apprezzato che il ministro Schillaci abbia detto che di quelle risorse, 1,2-1,3 miliardi dovrebbero servire per medici e infermieri. Abbiamo un problema sugli infermieri, lo sapete, lo dico sempre, che non partecipano in numero sufficiente a coprire i posti che mettiamo a disposizione a tempo indeterminato nei concorsi pubblici che facciamo, noi come tutte le Regioni; e perché sui medici c’è un problema vero.

Io avrei auspicato, anche quando c’era il ministro Speranza, una riforma che assoggettasse i medici di famiglia dentro l’organizzazione regionale, non per averli come dipendenti, ma per averli dentro un sistema più strutturato, e noi rischiamo in questo Paese che si facciano, e spero tutte le Regioni ce la facciano, noi dobbiamo essere capaci di farlo: nuove case di comunità, nuovi ospedali di comunità, e poi chi ci va in quelle strutture, se mancano il personale e i dipendenti? Quindi, abbiamo davanti… Per questo ho trovato abbastanza ingenerose interviste e commenti che ho sentito fare sulla nostra sanità pubblica: il ministero della salute, la Fondazione GIMBE, un’altra fondazione due mesi fa certificano che siamo i primi in Italia. Ma fossimo secondi, terzi o quarti non è quello il punto. È che noi abbiamo, per merito dei professionisti che lavorano nel sistema pubblico dell’Emilia-Romagna una qualità che ci è riconosciuta a livello europeo, non italiano. Di più: si può fare meglio? Ma certo.

Segnalo che ho spiegato al ministro Schillaci qual è la riforma dei CAU. Mi ha detto: bisognerebbe fare quelle cose lì. Lasciamo stare nel merito le singole cose, ma una riorganizzazione la stanno provando a fare tutte le Regioni. Andate a vedere cosa succede in Lombardia. Abbiamo un problema che ha a che fare, per tutti, con poco personale rispetto a quello che servirebbe. Quindi, ci vogliono scelte nazionali, perché stiamo parlando di contratti collettivi nazionali di lavoro, di scelte che riguardano l’università. Sapete come la penso. Anche nel mio partito la pensano tutti come me. Io toglierei l’accesso a numero chiuso per qualche anno alla Facoltà di Medicina.

Insomma, io vorrei discutere nel merito delle cose. Altrimenti è un dibattito dove “fate poco, fate molto, fate niente”, poi, però, vai a vedere, continuiamo a rimanere nelle classifiche tra quelli di eccellenza. Se, però, abbiamo tre quarti delle Regioni che hanno i conti in rosso, noi potremmo fare una scelta per andare tranquillamente senza alcuna difficoltà: privatizziamo una buona parte della sanità pubblica. Voi sareste d’accordo, lo so, perché privilegiate il modello lombardo, che per metà è sanità privata. Noi non siamo d’accordo. È la democrazia. Noi continueremo a batterci per quello. Però sul sottofinanziamento posso segnalarvi che, invece che attaccare la Regione Emilia-Romagna, dovreste chiedere conto del fatto che tre quarti di Regioni governate da esponenti politici che sono dei vostri schieramenti chiedono che ci sia un aumento del Fondo sanitario nazionale entro quest’anno, non questo altro anno. Senno è il gioco delle tre carte. A me piace la discussione, il dibattito, anche la contrapposizione civile, però vorrei anche che discutessimo di elementi di verità. Altrimenti stiamo discutendo veramente solo di propaganda politica.

Noi avanzeremo una proposta di legge nazionale, la portiamo in aula, per portare gradualmente ‒ l’ha già fatto qualcuno ‒ il rapporto al 7,5 per cento la spesa pubblica nazionale e PIL e togliere i tetti di spesa al personale. Vediamo chi è d’accordo e chi ci sta. È una cosa che avevamo già chiesto agli altri Governi, anche ai nostri, di fare. Non l’ha fatto nessuno. Applaudirò se il Governo Meloni, a differenza di quelli precedenti, lo farà. Noi porteremo qui una proposta di legge. Poi discutiamo.

Da ultimo, e ho finito, il tema della Romagna. Noi non siamo soddisfatti e non siamo tranquilli. Penso non lo siano i cittadini in questo momento, le imprese e i Comuni colpiti dall’emergenza nazionale. Lo dico nel giorno in cui la Camera è chiamata a convertire un decreto che contiene un terzo delle risorse necessarie. Procedure, a mio parere, un pochino astruse rispetto a quello che avevamo proposto. Ad esempio, perché non c’è il credito d’imposta? Non c’è sostegno alle attività che i Comuni dovranno fare a supporto di famiglie, imprese e ricostruzione pubblica.

Gli eventi di questi giorni non fanno che accrescere, purtroppo, la conta dei danni e la preoccupazione di un meccanismo che non sta funzionando rispetto ai tempi che avevamo richiesto. Non è arrivato ancora un centesimo dei 20.000 euro che dovrebbero arrivare alle imprese. E io temo che arriveranno quest’altro anno, se arriveranno. Quello che è arrivato, già una buona parte, è in poche settimane quei 3.000 dei primi 5.000 euro che, con il capo della Protezione civile Curcio, come avevo presentato al Ministro Musumeci, dentro alle risorse del Fondo nazionale di protezione civile, ho detto “proviamo a sperimentare una cosa? ci proviamo?”. Abbiamo consegnato, hanno consegnato un modulo alle famiglie colpite, non hanno dovuto presentare alcuna fotografia, certificazione o meno, detto che avevano avuto l’alluvione, i Comuni verificavano se era vero, timbravano e sul conto corrente stanno arrivando i primi 3.000 euro che – figuratevi – a chi ha perso tutto, cosa volete… Ma almeno ti arriva qualcosa dallo Stato, è una fiducia nelle Istituzioni ed è soprattutto qualcosina per poter spendere i primi soldi rispetto a chi li ha avuti.

Segnalo anche – mi auguro che si voglia mettere mano, perché finora non dico che mi è stato detto di no, non ho avuto proprio risposta – che quando c’è stata la pandemia ci siamo inventati, a livello regionale, un fondo che azzerava i tassi di interesse per le imprese che andavano a chiedere un prestito. Segnalo che allora i tassi di interesse erano bassi; adesso i tassi di interesse sono tra il 6 e l’8 per cento. Se tu sei un’impresa e finora hai la certezza – come ha promesso il Governo, mica io, ci hanno preso i titoli dei giornali, giustamente, venendo qui – che ci sarà il 100 per cento di rimborsi alle imprese e alle famiglie, non è che i soldi devono arrivare domattina, neanche il terremoto è stato così, ma c’era la certezza che arrivavano e c’era qualcuno che firmava per te e soprattutto la garanzia che se sono in difficoltà e ho perso tutto, vado in banca, già non devo coprire le spese che avrò, perché c’è qualcuno che mi ha garantito che lo farà, e io posso chiedere un prestito con un tasso azzerato o quasi. Parlo di cose molto banali, come fossimo per strada, come ho discusso ieri con quelli che hanno avuto il tetto – poveretti, pensate un po’ – scoperchiato e domani saremo in altri cinque Comuni tra il modenese, il ferrarese e il bolognese. Ieri siamo andati in alcuni Comuni del ravennate e ho trovato gente disperata, perché se già non era disperata abbastanza per i due metri di acqua in casa gli è volato via il tetto. Io non so cosa sia successo, che maledizione ci debba toccare, soprattutto da quelle parti. Ai Comuni non è ancora arrivato un euro, mentre sto parlando, rispetto al primo stanziamento dei 30 milioni di maggio. Siamo verso fine luglio, ci sono da aprire migliaia di cantieri. Non c’è un’impresa che apre un cantiere se non ha la certezza di avere le risorse per lavorare. Non c’è un dirigente di un Comune che firma se non c’è la certezza della copertura finanziaria che permette di procedere a una gara d’appalto o alla consegna dei lavori tramite una procedura anche magari speditiva. Alle famiglie un euro in più dei primi 3.000 dei 5.000 euro non è arrivato niente, alle imprese non è arrivato niente, neanche l’indicazione su come periziare i propri danni. Da parte nostra c’è tutta la volontà di collaborare, perché tanto non è importante se fa bella figura Bonaccini o Figliolo, l’importante è che la gente che ha perso tutto possa riavere. Anche qui, noi i soldi non li abbiamo. Abbiamo bisogno del Governo, dello Stato, abbiamo bisogno dell’Europa, e vorremmo che il meccanismo attivato per il terremoto, che ha funzionato così bene, potesse avere una procedura speditiva. Ad esempio, oggi in Giunta abbiamo deciso: vi diamo 3 milioni di euro subito. Chiediamo al Governo di agganciare la procedura speditiva dei primi 5.000 euro, e se l’agganciano lì, con le stesse modalità andiamo anche da quelli che gli è stata scoperchiata la casa o gli è venuto giù un albero… Segnalo che, se il generale Figliuolo è d’accordo, qualche decina di milioni di euro di fondi arrivati dalla donazione – siamo a 49,1 milioni di euro – li metterei dove in Italia non succede mai che ti arriva un rimborso, e cioè per rimborsare almeno una parte dei danni alle auto o di chi le ha perse. Perché ho trovato gente che mi ha abbracciato nel forlivese, nel cesenate e nel ravennate, dalla persona anziana che aveva una Panda per lei e il marito e non ha più nulla, o la coppia di precari, o studenti universitari che avevano preso a rate un’auto e hanno perso anche quella. Se il generale è d’accordo e siamo d’accordo con le parti sociali, secondo me sarebbe bene come fiducia, anche qui, tra Stato e cittadini mettere anche, visto che per alcuni quello è il mezzo di lavoro, oppure per spostarsi, e non hanno nient’altro, e mica tutti si possono permettere di cambiarla, visto che in questo Paese non succede quasi mai… Noi ce la facemmo in occasione della vicenda su Parma – credo di non sbagliare – di Bastiglia sull’alluvione perché l’agganciammo… Vedete, le esperienze delle tragedie servono a questo. Non è che siamo più bravi e più furbi, è che purtroppo le abbiamo vissute. E laddove hanno funzionato io non capisco perché non si voglia prendere su quell’esperienza. Quindi, spero la si prenda. Adesso, dunque, vorremmo agganciare quel meccanismo per fare presto a dare un po’ di soldi.

Io lo ribadisco da qui al Governo: fate presto. Del resto, l’alluvione non è il terremoto, che ha le pietre a terra e comprendi che una casa, una scuola, un municipio, un negozio, una bottega artigiana, un capannone, un impianto sportivo ci vorrà del tempo a ricostruirlo. Qui, tranne l’agricoltura, che avrà bisogno di una cura da cavallo, perché lì tra siccità, gelate e alluvione c’è gente che veramente rischia di non rialzarsi più, e dobbiamo stargli vicino, credo che il resto abbia solo bisogno di velocità. Il 95 per cento delle imprese colpite è già ripartito. Nel senso che, tolta l’acqua, tolto il fango, se c’è una cosa che agli emiliano-romagnoli ‒ lo diciamo sempre tutti insieme ‒ nessuno può insegnare è la capacità di reazione, di darsi da fare, di lamentarsi poco.

Spero che troviamo le ragioni per essere più veloci, più rapidi e avere le coperture che servono. I 2,5 miliardi in tre anni sono pochi, perché abbiamo 8,8 miliardi di euro di danni diretti e c’è una parte indiretta che, secondo me, ammonterà a 1 miliardo. Faremo di necessità virtù. Adesso le prime le dobbiamo impegnare per intervenire su fiumi, argini, frane e strade. Ne abbiamo talmente tante interrotte o attive. Interrotte le strade e attive le frane. Anche per evitare che la montagna... Avete detto anche questo in tanti, giustamente, in questi giorni, in queste settimane. Anche rispetto a politiche che, secondo me, sono state anche virtuose, che abbiamo messo in campo.

Lasciamo stare quello che abbiamo fatto, giusto o sbagliato che sia. Noi rischiamo che lo spopolamento che stavamo arginando riprenda se non mettiamo le infrastrutture e arginiamo le frane per coloro che vivono in montagna.

Quindi, c’è un grande lavoro da fare. Però il problema è che anche le risorse impegnate in questo momento non le possiamo impegnare, e siamo già verso fine luglio. E io ho il terrore che, visto quello che accade tutti i giorni... Guardavo poco fa, di nuovo, in Lombardia. Stanotte, stamattina e adesso. Guardate Catania. Acqua e luce mancano da 90 ore. Nel 2023, l’acqua e la luce. 90 ore. Non voglio insegnare niente a nessuno. Mi fermo qui.

Noi abbiamo bisogno che ci sia uno scatto per presto aprire quei cantieri e poi trovare insieme... Guardate che i 12 miliardi di euro del terremoto mica c’erano subito. Ci siamo inventati, si sono inventati, chi c’era e dopo noi, strumenti finanziari, procedure, attività che hanno garantito a quelle persone che persero la casa o persero l’azienda il 100 per cento dei danni assegnati. Lì ci sono più imprese e posti di lavoro di prima. Mica poca roba.

Io ‒ e finisco ‒ spero, perché lo merita l’Emilia-Romagna, lo meritano gli emiliano-romagnoli, che qualcuno non pensi più alle prossime elezioni regionali. Un rapporto di collaborazione istituzionale, secondo me, è l’unica cosa che conta in questo Paese, anche per dare fiducia alla politica.

Rinnovo l’appello: lavoriamo insieme. Qui, però, bisogna fare presto e bene. So che sono due termini che non sempre vanno d’accordo, in politica come nella vita reale delle persone, ma qui dobbiamo farlo. Dobbiamo fare presto e fare bene. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, presidente.

Adesso è il turno del consigliere Cuoghi. Prego, consigliere.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Vado ad illustrare questo ordine del giorno che abbiamo presentato, un ordine del giorno che riguarda via Vandelli, una storica strada ducale della metà del XVIII secolo, che collegava il Ducato di Modena a quello di Massa, quando, appunto, grazie a un matrimonio, gli Estensi unificarono i due territori.

Questa è una strada che per molti aspetti è considerata rivoluzionaria per l’epoca. È piena di percorsi e riferimenti storici e culturali, oltre che ricchezze paesaggistiche ed enogastronomiche.

Proprio per questo, negli ultimi anni è molto frequentata da persone che la percorrono a piedi o in bicicletta, anche se in alcuni tratti è decisamente impervia, soprattutto nella parte toscana, ma sta creando intorno a sé un buon movimento turistico.

Questo grazie al lavoro di alcuni autori che hanno studiato il percorso e pubblicato delle guide che conducono, diciamo così, il turista attraverso questa strada.

Il problema che è sorto con queste guide è che essendo queste guide preparate da autori privati non hanno quella garanzia di certificazione di quella che era la strada originale, quindi di quello che era il percorso. Faccio un esempio su tutti. A Sassuolo, le guide indicano come percorso l’attraversamento di giardini privati dei Duca d’Este quando una strada commerciale prendeva ovviamente percorsi che erano esterni. E così anche man mano che ci addentriamo nelle zone montane quando la strada un po’ si è persa perché è stato spostato il selciato oppure perché è stata occupata da altre sedi stradali.

Non è solo una questione di forma il fatto di avere il percorso originale, ma questo consentirebbe anche di andare a definire un tracciato, per cui i singoli sindaci dei singoli Comuni potrebbero andare a trovare degli strumenti di tutela, come ad esempio vietare la circolazione ai fuoristrada, sia moto che auto, che possono in qualche modo rovinare il selciato e ostacolare quello che è il resto del turismo.

Per questo chiediamo di andare a destinare parte delle risorse, quello che serve, poche migliaia di euro, della Missione 5 per la costituzione di una Commissione che coinvolga anche i Comuni e che vada a definire con certezza e, quindi, in qualche modo a certificare quello che è il percorso di questa strada e di questo cammino.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Pensavo di intervenire un attimo in replica al collega Pelloni, invece mi soffermerò sulle parole del presidente, perché se posso riassumere in una frase il discorso che ha fatto è “quanto siamo bravi a intervenire in emergenza”, che era un po’ quello che dicevo prima. Cioè, io parlo di provare a prevenire e intervenire sul contrasto e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la risposta è “siamo i migliori sul consumo di suolo”, quando tutti qui dentro sappiamo, soprattutto chi c’era nella scorsa legislatura, che la legge sul consumo di suolo, la legge urbanistica è inapplicata. Questo è un dato oggettivo e innegabile.

Poi vorrei chiedere ai colleghi: ma la ricordo solo io la convergenza tra Sinistra e la Lega per posticipare i PUG dei Comuni? Me la ricordo solo io? A proposito di sintonia su temi cruciali. Va molto di moda la council culture, qui siamo proprio al revisionismo storico. Lo dico perché i dati sul consumo di suolo non sono della Piccinini o del Movimento 5 Stelle, sono dati di ISPRA. Allora ci state dicendo, per caso, che ISPRA è un ente che non è credibile? O che è un ente che non è attendibile, con cui la Regione peraltro collabora? Torno a ricordare che la legge sui cambiamenti climatici è una legge che avete nel vostro programma di mandato. Che cosa deve succedere ancora per vederla almeno discussa? Non dico approvata. Almeno discussa. Siamo a un anno e mezzo dalla fine del mandato e io ho il sospetto che quella legge verrà tirata fuori al momento giusto, ovvero a pochi mesi dalle elezioni. Quindi, non riusciremo neanche ad applicarla e la venderete come feticcio pre-elettorale.

Dopodiché, naturalmente, esattamente come ci diceva anche il presidente Bonaccini, siamo bravissimi a intervenire in emergenza quanto siamo bravi e responsabili a fare le cose e a posteriori. Qualcuno mi dice quale visione ha questa maggioranza rispetto a tutto il tema della prevenzione? C’è una visione? Ce la volete raccontare? Che cosa vogliamo fare? Questa Regione è martoriata dai cambiamenti climatici. Qualcuno ha qualcosa da dire su questo? O vogliamo soltanto continuare a parlare dell’emergenza? Che, per carità, ha sicuramente la priorità. Ma dopo che abbiamo affrontato la priorità, qualcuno pensa anche a che cosa faremo dopodomani? Perché questo dovrebbe fare la politica: avere anche una visione un po’ lungimirante. Su questo sentivo il nulla prima e continuo a non sentire niente, anche dal discorso del presidente Bonaccini. Purtroppo, dico. Purtroppo.

Torno un attimo, visto che ho pochi minuti, su quello che diceva il collega Pelloni, per chiarire anche il senso dell’ordine del giorno. Quindi, cambio completamente tema, ovvero quello della GPA etica. Il sondaggio lo citavo perché è un tema, questo, particolarmente dibattuto. Non è disciplinato. Quando dico che non è disciplinato in legge voglio dire semplicemente che è vietata la gestazione per altri. Nella legge n. 40, all’articolo 12, non si spiega che cos’è la surrogazione di maternità né si specifica se la pratica è vietata solo per la parte della commercializzazione oppure no.

Tradotto, che cosa significa questo? Quando manca una normativa chiara, ci sono delle conseguenze anche sulla tutela dei minori. La proposta che il consigliere citava all’esame del Parlamento, oltre ad essere di dubbia costituzionalità, ovvero quella di rendere la GPA reato su tutto il globo terracqueo, non risolve il problema di come tutelare i minori nati all’esito di tale percorso, anche all’estero, ovvero in Paesi dove la GPA è disciplinata. Ed è il motivo per cui ho presentato questo ordine del giorno, perché credo sia necessario intervenire e governare questi fenomeni, esattamente come fanno altri Paesi che hanno disciplinato la pratica della GPA soprattutto in forma restrittiva, quindi andando a disciplinare la forma solidale in contrasto, peraltro, a una pratica che io non condivido, che è quella a scopo di lucro, così lo diciamo in maniera chiara, piuttosto che punire, invece, chi vi fa ricorso, facendo dei danni, come dicevo prima, per le coppie che utilizzano questa pratica fuori dall’Italia.

In questo senso è l’impegno che chiedevo in questo ordine del giorno. Contestualmente chiedevo alla Regione di promuovere anche una campagna informativa sul tema della GPA solidale, evidenziando le differenze con quella a scopo di lucro, perché sono due cose diverse e su questo io credo che andrebbe fatta maggiore chiarezza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Per illustrare brevemente un ordine del giorno che ho presentato con il capogruppo Matteo Rancan, che riguarda una questione territoriale relativa alla provincia di Piacenza, ovvero una questione, una problematica che è già stata trattata in Assemblea legislativa relativamente al crollo del Ponte Lenzino in Alta Val Trebbia. È una situazione che si è verificata nell’ottobre del 2020, quindi già in un periodo molto complesso per quanto riguarda la situazione pandemica, e che ha messo in ginocchio un intero territorio, provocando innumerevoli disagi per i cittadini dei Comuni di Cerignale, Zerba, Corte Brugnatella e Ottone, che hanno visto dilatarsi anche di 45 minuti la viabilità territoriale.

Ricordo che l’Alta Val Trebbia è un bellissimo territorio, una bellissima zona del piacentino, che comunque si trova in un territorio montano, con tutte le problematiche e tutte le difficoltà che riguardano queste zone. Invece, ci sono tanti cittadini che, con grande coraggio, hanno scelto di rimanere a vivere in questi bellissimi territori. Quindi, a maggior ragione, un sostegno da parte della politica deve essere garantito, soprattutto in situazioni di difficoltà.

La Regione Emilia-Romagna ha messo a disposizione una cifra di 200.000 euro in favore dell’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta, uno contributo assegnato per l’attuazione delle prime misure di assistenza e sostegno al tessuto socioeconomico danneggiato dalla situazione determinatasi a seguito del crollo del Ponte Lenzino, contributo finalizzato a misure necessarie per il rientro alle normali condizioni di vita. Purtroppo questa gestione di questi contributi da parte dell’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta è iniziata male ed è finita anche peggio. Non sto qui ad elencare tutta la cronologia degli eventi perché è molto lunga e complicata, e noi consiglieri regionali del territorio piacentino, nostro malgrado, purtroppo la conosciamo bene. Sta di fatto che la ripartizione delle risorse regionali è risultata assolutamente sbilanciata e tanti cittadini e tanti negozi e attività commerciali sono rimasti esclusi.

Pertanto, a seguito della presentazione di questo ordine del giorno, noi crediamo che sia necessario un impegno per trovare strumenti e modalità per cercare di dare una risposta a coloro che sono rimasti esclusi dall’assegnazione di queste risorse. Gli abitanti dell’Alta Val Trebbia che non hanno potuto beneficiare di queste risorse e che hanno subìto ingenti danni si sentono feriti profondamente da quanto accaduto e anche dalla stessa Amministrazione pubblica. Per cui, chiediamo, con questo ordine del giorno, un impegno alla Giunta regionale a individuare uno stanziamento adeguato onde procedere al ristoro dei danni subiti dai soggetti ricompresi all’interno del perimetro della prima ricognizione, ad esclusione di quei soggetti che hanno già beneficiato di risarcimenti, attraverso la realizzazione di un nuovo bando, disposto direttamente dalla struttura regionale o per tramite della Provincia di Piacenza. Io so che l’assessore alla montagna Taruffi si era anche impegnato, spendendo parole che andavano in questa direzione, quindi di sostegno a questi territori così colpiti, quindi confido, vista l’interlocuzione avuta con il collega di maggioranza Gian Luigi Molinari, che ringrazio, che anche in questo caso ci ha aiutato tramite una mediazione con la maggioranza, che si possa raggiungere una convergenza. Anche questa è una bella occasione per dimostrare che, quando si tratta di andare nell’interesse dei territori e dei cittadini in difficoltà, si è in grado di fare squadra, andando oltre le divergenze politiche.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Stragliati.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Alcune considerazioni dopo aver ascoltato il presidente Bonaccini, che è davvero un personaggio – mi sia consentito dirlo – quasi da studio televisivo. Lo dico, dopo averlo ascoltato e averlo guardato, per la sua abilità nel sapersi gestire e districare anche nell’affrontare tematiche complesse quali quelle che riguardano il nostro bilancio.

Abbiamo pensato la stessa cosa io e il presidente Bonaccini, ma non è che forse siamo davvero già in campagna elettorale? Lui l’ha pensato e l’ho pensato anch’io.

Ho sentito parlare di una legge nazionale di consumo di suolo, di immigrazione. Il presidente ha parlato e ha detto molto di tanti temi sicuramente da affrontare a livello nazionale, che però alcuni poco avevano a che fare con le maglie e le pieghe del rendiconto e dell’assestamento.

Poi, certo, ci sono temi che vanno affrontati, però, come ho detto oggi durante il mio intervento sul rendiconto, ognuno ha il proprio ruolo. Oggi, seppure quel ruolo, comprendiamo, gli posso andare stretto, il presidente Bonaccini è ancora il presidente della nostra Regione.

Ci penserà il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a decidere cosa fare o cosa non fare, quali priorità dare ai temi. Oggi noi ci confrontiamo con il presidente su quelli che sono i temi che riguardano la Regione. Ho ascoltato una frase del presidente. Ha detto: “C’era la certezza che quelle risorse arrivavano” riferito alle risorse per il terremoto. Ecco, io una frase di questo tipo la accetto malvolentieri, perché l’ho detto una di queste ultime mattine in Commissione. Noto un pregiudizio di fondo che ad oggi non trovo corretto, che magari potrà essere legittimato in futuro quando le cose, tutti auspichiamo di no, non dovessero funzionare o andranno migliorate.

Può darsi che ne ricorrerà l’occasione, come può darsi invece che lavorando assieme, concentrandosi sui temi e sulle problematiche, ciò non accada.

È difficile però confrontarsi, costruire, trovare soluzioni assieme se si viene in aula una volta, questa è la seconda dopo l’alluvione, si fa il proprio intervento e poi dopo si torna magari una seconda volta.

Il presidente Bonaccini sicuramente aveva impegni importanti, però da parte nostra c’è sicuramente la volontà di confrontarsi su temi, anche su temi nazionali, però bisogna farlo, come lo facciamo settimanalmente in seno alle Commissioni, difficile è fanno in questo modo.

Auspichiamo che, se davvero ce ne sarà la volontà, ci sarà anche questa possibilità.

Riguardo, invece, agli ordini del giorno che abbiamo presentato e che sono stati presentati intanto vorrei dire che, rispetto all’ordine del giorno firmato dai consiglieri Pompignoli, Rontini e Montalti in ordine alla possibilità di rimborsare i proprietari delle auto alluvionate in materia di bollo, questo Gruppo aveva depositato analoga risoluzione e quindi, con il consenso dei proponenti, io e il consigliere Cuoghi vorremmo sottoscrivere l’ordine del giorno.

Rispetto, invece, agli ordini del giorno presentati da questo Gruppo, illustro velocemente il primo, che riguarda il trasporto pubblico per persone disabili. Credo che sia un tema molto importante oggi e che sia un servizio che davvero debba essere reso inclusivo e accessibile, considerato che oggi il 15 per cento della popolazione mondiale soffre di una disabilità ed è una proporzione che è destinata in futuro ad aumentare, stante l’invecchiamento della popolazione.

Spesso è molto difficile per le persone portatrice di disabilità poter fruire dei mezzi di trasporto. Non tutti sono dotati di rampa che consenta e faciliti l’accesso e l’adeguamento al fine di rendere accessibili questi mezzi è fondamentale per chi vive da vicino queste situazioni.

La Regione svolge funzioni amministrative importanti in materia di approvazione del Piano regionale dei trasporti, di approvazione dei Programmi triennali dei servizi di trasporto pubblico e la predisposizione della programmazione degli investimenti. Altre importanti informazioni sono quelle della gestione e ripartizione del fondo regionale, della disciplina degli interventi per l’innovazione tecnologica nel sistema dei trasporti, nella determinazione delle tariffe dei titoli di viaggio, nell’istituzione e gestione delle linee interregionali, interprovinciali e di granturismo, e anche nel controllo della sicurezza e della regolarità del servizio di trasporto su strada.

Noi citiamo un regolamento, il 181 del 2011, dell’Unione europea, che tratta dei diritti dei passeggeri del trasporto con autobus. Citiamo appunto la norma a riguardo e chiediamo un impegno alla Giunta di destinare risorse indicando la missione relativa a politiche sociali della famiglia, per la ricognizione sulle linee di trasporto pubblico della Regione, per verificare il rispetto dei principi di parità di trattamento delle persone con disabilità e per migliorare ulteriormente i servizi di trasporto, garantendo così il diritto alle persone con disabilità all’accessibilità, alla mobilità e al trasporto. Quindi, si chiede di intervenire per verificare quanto di meglio e di più si possa fare per permettere l’accessibilità.

L’altro ordine del giorno è collegato all’oggetto 6989. È un tema che avevamo già affrontato rispetto a un progetto di legge presentato dal collega della Lega Marchetti in merito appunto all’edilizia residenziale. Abbiamo dato atto come recenti fatti di cronaca abbiano messo in evidenza l’opportunità di intervenire per modificare la legge 24 del 2001 che disciplina l’intervento pubblico nel settore abitativo, in particolare per quanto attiene i criteri di assegnazione e le cause di decadenza dall’assegnazione dell’alloggio popolare.

Abbiamo citato un esempio che è accaduto nel Comune di Cattolica, in cui nel febbraio del 2022 si è verificato un caso rispetto ad un assegnatario di alloggio ERP, che si è reso responsabile di aggressioni ai danni di un altro uomo; hanno subito aggressioni anche i carabinieri che sono intervenuti. Episodi di questo tipo si verificano di frequente e anche altre Regioni si sono poste il problema, affrontandolo dal punto di vista normativo. Simili problematiche sono state affrontate dalla Regione Toscana nel 2018, a seguito sempre di una vicenda incresciosa.

Quindi, prendendo spunto in particolare dalla legge della Regione Toscana, abbiamo pensato di proporre una modifica. Ovviamente non possiamo intervenire sulla legge regionale in questo momento e chiediamo alla Giunta di intraprendere azioni normative volte alla modifica della legge 24/2001, in modo da poter conferire ai Comuni maggiori poteri per i quali sia possibile decretare d’ufficio la decadenza dell’assegnazione dell’alloggio pubblico qualora l’assegnatario sia dichiarato socialmente pericoloso o sia posto agli arresti domiciliari per reati non colposi per i quali è prevista una pena detentiva non inferiore ai cinque anni. Si tratta di una misura a nostro avviso cautelativa, che mentre appunto dalla Regione Toscana, ad esempio, è stata applicata all’intero nucleo familiare, noi suggeriamo possa e debba essere applicata soltanto nei confronti di chi pone in essere determinati comportamenti che equivalgono a reati e sia quindi riconosciuto come persona socialmente pericolosa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Consigliere Molinari, prego.

 

MOLINARI: Grazie, presidente.

In merito all’ordine del giorno illustrato dalla collega Stragliati volevo aggiungere solo alcune considerazioni. Le premesse sono già state fatte.

Pur essendo nel 2020 non coinvolto direttamente nelle vicende regionali, mi sono arrivate effettivamente diverse segnalazioni di problematiche legate alla gestione o comunque agli effetti concreti dell’erogazione a ristoro dei danni subiti a seguito della chiusura del ponte Lenzino. Pertanto, mi sento di condividere e quindi anche di portare ad una valutazione positiva dell’invito effettuato all’Assessorato, ringraziando anche per la disponibilità dell’Assessorato stesso a lavorare per trovare soluzioni per quanto riguarda i cittadini e le attività economiche che non sono riuscite ad ottenere un rimborso dei forti disagi e anche delle conseguenze economiche di questa chiusura. Abbiamo concordato e, quindi, anche comunicato a chi ha proposto l’ordine del giorno un cercare di attenerci ai fatti per quanto riguarda l’ordine del giorno e di evitare di entrare nel merito di vicende amministrative, rispetto alle quali non compete a noi per quanto riguarda le scelte effettuate dalle Amministrazioni locali, e pertanto presenteremo un emendamento per cercare di concordare e di arrivare a un ordine del giorno condiviso al momento della votazione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Molinari.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Molto sinteticamente vorrei illustrare i due ordini del giorno che ha presentato Europa Verde. Ringrazio la consigliera Francesca Maletti, che è la prima firmataria dell’ordine del giorno collegato all’oggetto 6990, che è stato consegnato come ordine del giorno n. 7. Questo riprende una questione che ho discusso ieri mattina in Commissione con l’assessore Donini per quanto riguarda supporti da fornire alle persone prive di vista o ipovedenti, a cominciare dal fornire i cani guida, che per queste persone sono un sostegno fondamentale, appunto perché gli aiutano a non rinchiudersi in casa e danno sicurezza anche psicologica, e poi ad adoperarsi perché siano incrementate le risorse a sostegno delle persone cieche e ipovedenti, perché devono spesso comprare attrezzature digitali che gli consentono di poter accedere a uno smartphone, quindi traducono in suoni quello che è scritto e che loro non possono leggere, e un altro degli attrezzi di cui molti si devono adottare è il bastone elettronico, che da solo ha un costo di 1.500 euro, più le spese del corso. Questo ODG chiede anche, raccogliendo un impegno che l’assessore mi ha dato ieri mattina rispondendo ad una interrogazione, di favorire la stipula di accordi con l’Ordine dei veterinari per introdurre un tariffario agevolato destinato alle visite e alla cura dei cani guida assegnati alle persone non vedenti o ipovedenti.

L’altro ordine del giorno, il n. 6, e in questo caso ringrazio il consigliere Paruolo che l’ha sottoscritto, impegna la Giunta ad operare in tutte le sedi opportune, d’intesa con Comune e Città metropolitana di Bologna, affinché siano finanziati, anche da soggetti terzi, penso a RFI in primis, e, in base alle loro competenze, gli interventi strutturali necessari alla realizzazione del servizio ferroviario metropolitano; servizio ferroviario metropolitano per il quale si ricorderà, nell’aprile scorso, la Regione Emilia-Romagna, Comune e Città metropolitana di Bologna hanno sottoscritto un nuovo protocollo d’intesa che prevede la realizzazione anche di opere che non sono ancora finanziate.

Di qui la richiesta che la Regione faccia di tutto per poter acquisire le risorse, anche al di fuori del proprio bilancio, per poter portare a termine la realizzazione di questo sistema di trasporto, che va incontro alle esigenze di mobilità nel bacino non solo bolognese, ma anche dei territori contigui e quindi aiuta a sostituire l’auto riducendo l’inquinamento e le emissioni anche di gas ad effetto serra.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Qualche settimana fa, qualche mese fa, perché è già passato, ahimè, un po’ di tempo e un po’ di questo tempo è passato invano, in quest’aula, a seguito del primo evento alluvionale che ha colpito la mia città, la mia terra, la Romagna, feci una promessa in quest’aula, che poi ho ribadito a seguito della seconda alluvione e che oggi voglio riconfermare anche a seguito di quello che nel weekend appena passato è successo in alcuni comuni dell’Emilia e della Romagna, tempeste che hanno messo nuovamente a dura prova cittadini, imprese e soprattutto la nostra agricoltura.

Feci una promessa, dicevo, e dissi che avremmo continuato a chiedere le risorse che spettano non tanto a questa Regione, ma agli emiliano-romagnoli, e che avremmo continuato a farlo finché nei conti correnti delle persone che hanno subìto danni a seguito dell’alluvione non saranno arrivati quei rimborsi che la presidente del Consiglio ha dichiarato in una sede ufficiale, quella del Consiglio dei ministri, che arriveranno al 100 per cento dei danni.

Mi dispiace che per qualcuno dei colleghi questa sia vissuta come una provocazione. Io penso che sia banalmente un nostro dovere di consiglieri regionali, di consiglieri regionali eletti in Emilia-Romagna, di consiglieri regionali che hanno il dovere di tutelare le prerogative dei loro cittadini finché siedono nei banchi di quest’aula, ancora di più oggi, nel momento in cui la stampa nazionale sta spegnendo, purtroppo, i riflettori su quello che è successo a inizio maggio, ed è costretta ad occuparsi anche di nuove emergenze che forse dovrebbero farci accelerare l’aggiornamento di un ragionamento che riguarda i nostri stili di vita, i modi di vivere, essere, lavorare qui in Emilia-Romagna. Ecco, anche oggi voglio ricordare che i cittadini emiliano-romagnoli troveranno nel Partito Democratico un interlocutore che sarà al loro fianco nel chiedere quanto gli è dovuto. Lo facciamo oggi, in quest’aula, anche per il tramite, fra gli altri, di due ordini del giorno. Uno lo abbiamo condiviso con il collega Pompignoli, e ben venga il fatto che la consigliera Evangelisti abbia chiesto di poterlo sottoscrivere anche lei. È un intervento che in questo caso si rivolge alla Regione Emilia-Romagna, perché non facciamo distinzioni per quanto riguarda i livelli istituzionali, quello che deve fare la Regione lo deve fare la Regione, quello che deve fare il Governo nazionale lo deve fare il Governo nazionale. Se si lavora in uno spirito di collaborazione – lo abbiamo ribadito, lo ha detto anche il presidente Bonaccini nel suo intervento – è probabilmente più facile che i risultati arrivino e arrivino nei tempi che i nostri cittadini quotidianamente ci richiedono.

Ecco, il primo di questi due ordini del giorno – e ringrazio l’assessore Calvano, che ha subito capito la questione e con i suoi tecnici, con gli uffici dell’Assessorato si è mobilitato per mettere in campo una risposta – riguarda il tema del bollo auto, è stato citato anche prima. Una novità legata a questo fenomeno emergenziale è quello delle migliaia di automobili coinvolte. Tantissimi cittadini, oltre ad aver avuto le case invase dall’acqua e dal fango, hanno visto perdere anche tantissime autovetture. Si parla di migliaia e in alcuni casi questi cittadini avevano già pagato il bollo auto, su un’auto che poi non ha completato il ciclo di un anno per cui vale quella tassa regionale. Quindi, con questo ordine del giorno impegniamo la Giunta a mettere in campo una risposta, che parla di rimborso qualora la cifra di pagamento della tassa automobilistica avvenga entro i termini previsti dalla delibera, che, come in altri casi, ha posticipato le scadenze di pagamento, e si provveda entro il termine previsto dalla delibera, il 31 agosto 2023, se non erro, alla demolizione del mezzo.

L’altro ordine del giorno, a cui abbiamo lavorato con la consigliera Montalti e con il relatore Luca Sabattini, che ringrazio entrambi anche per il lavoro tecnico di supporto che hanno fatto, riguarda le tariffe e le bollette dell’acqua in primis, della luce e del gas, perché dopo quello che è successo le famiglie si sono trovate, insieme a tanti volontari, affiancate da una solidarietà che ha riscaldato le nostre comunità, a dover lavorare per svuotare prima e ripulire poi le abitazioni e le imprese. Questo ha fatto sì che per liberare dal fango gli edifici sia stato necessario utilizzare tantissima acqua, sia stato successivamente necessario iniziare a riscaldare e areare le abitazioni, perché se non vogliamo che gli interventi di ricostruzione siano vani quegli edifici vanno preparati. Quindi, i cittadini, dopo aver perso tanto o tutto in alcuni casi, hanno dovuto anche spendere cifre esorbitanti per le bollette. Perché dico spendere? Perché in molti casi le bollette sono già arrivate sia ai cittadini che alle aziende. Quindi, con questo ordine del giorno, come del resto già fatto in altri casi in Emilia-Romagna a seguito di altri eventi alluvionali, penso agli ultimi fenomeni che hanno riguardato il bolognese nel 2019, impegniamo la Giunta a lavorare con ARERA e ATERSIR perché si provveda non solo alla sospensione, e questa è già stata fatta, ha posticipato i termini, ma si possa pensare ad un rimborso di quelle cifre esorbitanti, spese per necessità, non per un vezzo. Ci piacerebbe che anche su questo ordine del giorno, che interessa un livello istituzionale diverso, ci fosse un voto corale dell’aula.

Del resto, nel nostro ordine del giorno, che è il 6990/17, che ha sostituito la prima versione depositata per mero errore materiale, che era il 6990/16, si cita il precedente atto di indirizzo, ovvero l’oggetto 6808, che era stato presentato a mia firma, in cui già allora, dopo la prima alluvione, si chiedeva di portare attenzione e prevedere meccanismi per affiancare chi aveva dovuto utilizzare ingenti quantitativi di acqua, immaginando che poi sarebbero arrivate bollette più onerose.

Nel frattempo, come dicevo, queste bollette sono arrivate e anche dalle associazioni di categoria del territorio, penso ai commercianti in primis, perché in una città come la mia, ad esempio, dove i corsi d’acqua costeggiano l’abitato e costeggiano un abitato densamente popolato, sono tantissime le attività di prossimità di commercio al dettaglio colpite che in queste ore, mentre attendono i famosi 20.000 euro, oggi ormai diventati famosi perché del modulo che dovrebbe aiutarli a fare domanda dopo più di due mesi ancora non c’è tristemente traccia, si trovano recapitate a casa queste bollette.

Quindi, almeno su questo io penso che possiamo e dobbiamo dare una mano. Sono due ordini del giorno che cercano di fare un pezzo, che sperano di farlo insieme nella collaborazione istituzionale che anche il presidente della Provincia di Ravenna ci ha esortati o forse è meglio dire ha suggerito a tenere in occasione della seduta delle Commissioni territorio, ambiente, mobilità e politiche economiche che abbiamo fatto assieme a Casola Valsenio, immaginando che quello sarebbe un segnale di unità, un segnale più forte che potrebbe arrivare anche al Governo istituzionale.

Finisco ribadendo l’auspicio che anche le forze che siedono all’opposizione in quest’aula, ma che hanno relazioni, essendo invece al governo del Paese, così come voteranno l’ordine del giorno che impegna la Giunta a rimborsare i bolli auto, possano essere d’accordo con noi nel chiedere al Governo di rimborsare le bollette spropositate di acqua, gas e luce. Sarebbe un bel segnale che diamo ai nostri cittadini.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rontini.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

Vorrei provare a presentare i due ordini del giorno, uno al collegato sulla musica, 6989, e l’altro riferito alla formazione dei medici, al quale tengo molto.

Comincio con quest’ultimo perché la Giunta regionale ha annunciato una delibera sulla riforma dell’emergenza-urgenza – abbiamo già avuto modo di discutere e dialogare su questo in Commissione – che prevede l’istituzione dei CAU, che andranno popolati da personale medico- sanitario, in prima istanza i medici di guardia medica e poi i medici di medicina generale, e su base volontaria. Ci saranno poi i medici giovanissimi, non sappiamo con quali tempistiche, che arriveranno dalle specialità di nuova istituzione sui medici di comunità. Una domanda che mi sono posta credo poi troverà accoglimento da parte della maggioranza, così come mi ha riferito l’assessore Donini, anche relativamente a una diversità di esperienze e di disponibilità. Ho deciso di proporre un’aggiunta di formazione, anche un passo in più, perché credo che sia necessario che la Regione istituisca percorsi formativi mirati a queste nuove figure, che dovranno integrare le competenze mediche, guardando con particolare attenzione all’umanizzazione delle cure e al rapporto medico-paziente-famiglia. Se lo scopo è quello di alleggerire i pronto soccorso, allora la prima preoccupazione è che questi nuovi CAU siano luoghi, certo, di altissima qualità, ma anche accoglienti dove si desideri entrare.

Il messaggio culturale che la Regione intende trasmettere da settembre non potrà essere efficace se non si guarda con estrema attenzione la formazione di questi nuovi ragazzi. Utilizzando i fondi della formazione che in assestamento sono aumentati, sarebbe bello poter inserire una nuova variabile in questa riforma sanitaria, una formazione particolarmente mirata gestita utilizzando anche le competenze umane e professionali accumulate dopo anni e anni dedicati al lavoro da tanti professionisti che ora si trovano in pensione e che sarebbero sicuramente, almeno per il dialogo che ho avuto con alcuni di loro, contenti di poter affiancare i giovani anche in modo gratuito. Per cui, relativamente a questo ho presentato un ordine del giorno. Mi spiace, capisco anche l’orario, per cui cerco di essere brevissima. Per quanto riguarda la musica io ho cercato di fare un lavoro molto scrupoloso, anche se credo non avrà un buon esito questo ordine del giorno, perché lo spazio che abbiamo dato alla musica e all’esecuzione dal vivo con una serie di emendamenti che istituiscono l’elenco dei locali che propongono musica originale dal vivo mi ha portato a immaginare un ordine del giorno con un certo rigore, perché l’Emilia-Romagna è stata culla di grandi artisti, che non devo qua elencare, ma ho come la sensazione, dati alla mano, che sono riportati in maniera puntuale nell’ordine del giorno che ho presentato, che da qualche anno sembra che manchi nella nostra regione il terreno fertile perché possano nascere, formarsi e crescere nuove generazioni di artisti. Abbiamo sicuramente quelli che riempiono gli stadi di tutta Italia, chi ha fatto la storia la porta anche in giro per l’Europa e il mondo, ma manca una fascia media, che poi farebbe anche bene a quei locali che noi andiamo a valorizzare.

Nel luglio 2018 è stata approvata una legge che ha proprio come obiettivo quello di sviluppare il settore musicale emiliano-romagnolo con fondi per la produzione, la diffusione e la circolazione di musiche originali. A cinque anni è ora di tirare una riga, io credo, e vedere quali sono i risultati e se sono necessari aggiustamenti.

Abbiamo elaborato un po’ di dati, che nell’ordine del giorno che presento sono illustrati in maniera un po’ più corposa, ne farò solo alcuni accenni. Negli ultimi cinque anni ai festival canori più importanti hanno partecipato 135 artisti italiani, di cui 10 artisti emiliano-romagnoli, 6 over cinquanta e con più di trent’anni di carriera. Analizzando il calendario live dei tre principali locali live della nostra regione, contando sia i concerti headliner che quelli di apertura, contiamo 40 internazionali, 80 italiani, 34 emiliano-romagnoli. Anche su vendite in streaming le cose non vanno meglio perché, controllando i dati ufficiali, dal 2018 gli unici che si trovano nella top dieci di vendita di album e singoli sono quelli ben noti e conosciamo, Laura Pausini, Ligabue e Orietta Berti, su 152 artisti coinvolti in totale. Sia chiaro, la qualità dell’artista non la fa i dischi venduti, il numero dei live, il passaggio di radio o in streaming, ma se chi fa musica non vede una prospettiva o risultati e se non c’è la possibilità di fiorire forse il contesto non è adeguato, perché il mondo, appunto, soprattutto quello musicale, va veloce e ricostruire un terreno fertile sul nulla diventa un po’ difficile ogni anno che passa.

Se si vuole dare un futuro a chi fa musica, anche per dare un sostegno realizzabile ai giovani, che possa essere un futuro anche lavorativo e non solo come hobby è il momento, credo, di impegnarsi in maniera seria e duratura.

Con questo ordine del giorno chiedo venga fatta una valutazione e una revisione della legge sulla promozione del settore musicale, altrimenti con solo il progetto di legge che oggi verrà approvato verrà dato sicuramente denaro importante ai locali che propongono musica dal vivo e che sempre di più continueranno a mettere in cartellone artisti stranieri o comunque il rischio, come dicevo in Commissione, come ho cercato di spiegare meglio in questo ordine del giorno, non emiliano-romagnoli.

Lascio alle valutazioni, nella speranza che questo possa essere anche un dibattito successivo. Scelgo anche di non trattare gli emendamenti perché capisco che altrimenti si rischia di annacquare il dibattito, interessante sicuramente, ma che ho già fatto in Commissione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Intervengo adesso per avere più agibilità di intervento, soprattutto anche facendo ora la dichiarazione di voto che poi seguirà successivamente, perché sono stato attratto in modo particolare dalle parole del presidente Bonaccini, attratto in modo particolare perché, in realtà, noi ovviamente voteremo contro a questa manovra di bilancio, perché l’intervento che è stato fatto dal presidente esprime esattamente com’è costituita questa manovra di bilancio, e spiego perché.

L’intervento che è stato fatto, come avete visto, ha spaziato, giustamente, dalla questione più polemica, perché è stata fatta della polemica da parte del presidente Bonaccini, fino a questioni che hanno implicato varie volte l’utilizzo della parola “Governo”. Specifico. Credo oggi che la maggioranza in questa Regione, Giunta e Consiglio, abbia pronunciato più volte la parola “Governo” piuttosto che la parola “Regione”.

Questo è un tema politico che pongo, perché se fino ad agosto dell’anno scorso il Governo sembrava essere in un etere particolare, casualmente oggi la priorità della Regione è quella di chiedere fondi al Governo su qualsiasi cosa. Ed è giusto sotto certi punti di vista, però, mi pongo un tema politico, soprattutto se il presidente Bonaccini svolge una comunicazione dove tenta di spostare completamente l’attenzione, perché comunicativamente bisogna far passare il messaggio che questa Regione è perfetta. Comunicativamente bisogna far passare il messaggio che questa Regione è perfetta perché c’è il presidente Bonaccini, perché siamo i primi dappertutto. Questa cosa l’abbiamo sentita già 200 volte, vi sarete anche stancati di sentire l’opposizione che vi ricorda quanto in realtà forse sarebbe meglio smettere con questa cronistoria, però colgo l’appello che è stato fatto da qualche consigliere oggi e ricordo che non siamo in campagna elettorale, a meno che qualcuno che siede su quegli scranni non pensi di candidarsi alle elezioni europee. Se qualcuno pensa di candidarsi alle elezioni europee, lo dica subito. Sapete perché? Perché in questo modo facciamo capire già subito ai cittadini se siamo già in un clima di campagna elettorale per le elezioni europee oppure se stiamo davvero parlando di ciò che succede nella nostra Regione.

Quindi, questo è l’invito che faccio subito al presidente Bonaccini: ci dica se ha intenzione di candidarsi alle elezioni europee tra qualche mese, anzi praticamente tra meno di un anno. Però lo dobbiamo sapere subito, perché altrimenti la cronistoria sarebbe diversa su quello che raccontiamo ai nostri cittadini.

Poi ho sentito parlare di qualsiasi cosa. L’unica cosa di cui non ho sentito parlare sono stati i crediti incagliati, dove noi abbiamo cercato di fare una proposta, dare una soluzione, ma silenzio assoluto da parte di questa maggioranza. Oltretutto viene proposto dal presidente Bonaccini la questione dei nidi gratis in montagna. Bene, guardo soprattutto i consiglieri che si occupano di questo tema, ma noi ci ricordiamo che possiamo fare qualsiasi cosa in montagna, nidi gratis, dare 30.000 euro alle coppie che ci vanno, tutto quello che vogliamo, ma se poi non diamo i servizi, se poi non ci sono gli ospedali… Perché il paradosso che si crea è che facciamo i nidi gratuiti, ma non permettiamo alle famiglie di far partorire i propri bambini in montagna, perché abbiamo chiuso – avete chiuso – i punti nascita nella scorsa legislatura. E poi mi sento dire dal presidente Bonaccini sull’immigrazione… Il qualunquismo oggi l’ha fatto il presidente Bonaccini, perché dice che la Lega usava gli slogan, ma oggi ha parlato solo di slogan. Se andiamo a vedere la situazione in Tunisia oggi, quello che sta succedendo in Tunisia, andiamo ad approfondire: a parlare di slogan son capaci tutti, e il presidente Bonaccini sta esattamente parlando in slogan. Non facciamoci confondere da questo, e lo dico soprattutto alle persone fuori che ci ascoltano, dalla comunicazione per cui oggi si vuole far passare per concretezza, come sta facendo questa Giunta, solamente perché si usa la parola “concretezza”. Ma la verità è che nel concreto c’è ben poco.

Dico questo perché non accetto un Presidente che viene qui, parla come se fosse – permettetemi – un professore universitario di quelli che arrivano, fanno la lezione e vanno via, senza nemmeno ascoltare o approfondire i temi dei propri studenti, e impartiscono lezioni a tutto andare.

Perché quando il presidente Bonaccini mi dice che la Lega parlava di slogan sull’immigrazione, ovviamente facendo campagna elettorale, stava facendo campagna elettorale, questo lo vedremo tra qualche mese, noi queste lezioni dal professor Bonaccini non le accettiamo. Perché, se poi guardiamo nel concreto, quando c’erano le elezioni regionali – noi le proviamo sul campo, le cose – c’era la guerra, anzi, la battaglia a chi era più autonomista, e puntualmente e concretamente questa Regione sta facendo marcia indietro sull’autonomia. Era un bello slogan anche questo, che ha provato ad utilizzare Bonaccini. Quando il presidente Bonaccini in campagna elettorale diceva “riaprirò i punti nascita”, oggi i punti nascita sono ancora chiusi. Quello era uno slogan? A quanto pare, sì.

Altro slogan “vorremmo una sanità più territoriale”. Vi sembra che oggi la sanità sia più territoriale? A me non sembra: ospedali in montagna mancanti, punti nascita non riaperti, pronti soccorso che non riaprono. Quindi, signori, e finisco, attenzione a fare lezioni agli altri, attenzione a fare lezioni agli altri, perché molte volte si rischia di cadere nell’errore per cui poi, quando si vanno a guardare le cose nel concreto, chi ragionava per slogan era qualcun altro.

Detto questo, secondo noi questa è una manovra di bilancio poco coraggiosa, una manovra di bilancio che non avrà il nostro voto favorevole, anzi, che vedrà convintamente il nostro voto contrario nel merito, ma soprattutto e anche nella forma e nella comunicazione di come viene venduta questa cosa fuori, ai nostri cittadini.

Voi potete raccontare, l’ho già detto anche in un altro discorso, che qui va tutto bene, che qui è tutto bellissimo, che questa è una Regione che funziona. Ma quando poi andiamo parlare, siccome il presidente Bonaccini dice sempre “andate a parlare con i governatori”, io dico: vada, presidente Bonaccini, a parlare con la gente, vada a parlare con quelli che non riescono a prenotare le visite…

 

PRESIDENTE (Petitti): Ha concluso il tempo, consigliere Rancan.

 

RANCAN: …le liste d’attesa.

Sì, chiudo.

Quindi, la differenza sta sempre lì, tra quello che volete raccontare e la realtà di com’è in strada, nelle piazze e tra la gente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

A questo punto non ho altri in dibattito generale.

Siamo arrivati alle repliche dei due relatori. Passo la parola al consigliere Sabattini.

 

SABATTINI: Cavolo, ho solo sei minuti. Anche perché volevo fare l’elenco delle incongruenze stimolato dall’intervento di Rancan, ma in sei minuti non ci sto. Quindi, provo ad andar direttamente nel merito del dibattito che ho sentito.

Credo che anche il lavoro che abbiamo fatto durante questo pomeriggio, anche la disponibilità, credo, della maggioranza, e poi lo vedremo dopo con i voti, di cercare anche di rendere approvabili tanti elementi di proposta degli ordini del giorno presentati dalla minoranza, credo che vadano anche in questo spirito. Non riuscirò, vista anche la copiosa presentazione, a trattarne uno per uno. Mi concentro soltanto su alcuni, su cui so che c’è stato, durante la formazione del dibattito il colloquio con i consiglieri maggiormente interessati dal punto di vista territoriale, soprattutto su alcune partite.

Ci tengo a soffermarmi su due. Il primo è quello che sottolineava anche il consigliere Rancan, ma essendo io il relatore intervengo alla fine del dibattito generale, che è quello che riguarda i crediti riguardanti il superbonus, che ricordo essere un provvedimento che ha subìto una modifica normativa a tagliola nel corso degli ultimi mesi, che ha provocato, senza uno scivolo necessario, alcuni elementi di difficoltà molto seri per cittadini e imprese anche del nostro territorio.

È un tema assolutamente serio e anche tecnicamente estremamente complicato. Ci eravamo confrontati con i colleghi anche nelle settimane precedenti all’aula. Il nostro voto per l’emendamento presentato è negativo, dato dal fatto che è materialmente inapplicabile per come è previsto da questo emendamento, perché, come sapete, la norma nazionale non consente agli enti pubblici di raccogliere, di utilizzare i crediti.

Per quello che riguarda gli enti non inseriti nell’elenco previsto dal Ministero, esistono comunque due principi cardine. Uno: l’Ente regionale o sue aziende di derivazione non possono assumere rischi su crediti e nella norma non è previsto nessun elemento di garanzia che schermi l’istituto regionale da questi rischi. Non è colpa dei colleghi, è veramente una cosa estremamente complicata. Il secondo punto è che non è contenuto nessun elemento che garantisca che, nel caso in cui tu prenda da un istituto di credito questo credito possibile, poi l’istituto di credito prenda effettivamente i crediti dai cittadini che hanno difficoltà. È oggettivamente un sistema che non regge dal punto di vista pratico, quindi è per quello che credo che non sia neanche corretto costruire delle possibili aspettative da una roba che oggettivamente non riusciamo a fare, ovviamente a nostro parere.

Per quello che riguarda, invece, un altro ordine del giorno – mi scuso anticipatamente con il collega, il quale non potrà trattare puntualmente voto per voto, ma mi è capitato di affrontare quasi tutti gli argomenti posti dalla discussione oggi – è quello che ho presentato a mia prima firma relativo alla transazione su un derivato. A seguito anche di un articolo 30 sono venuto a conoscenza di un pronunciamento del giudice, a seguito di un contenzioso che vede la Regione Emilia-Romagna nei confronti di tre istituti che hanno sottoscritto derivati a copertura dei tassi di interesse su un mutuo nel 2002. La causa era basata su alcuni elementi di cause vessatorie che erano contenute all’interno di questo contratto derivato, che non è un contratto derivato speculativo ma solo di copertura. Per farla estremamente breve e per non rubare troppo tempo, la proposta del giudice era una transazione che riconosce l’esistenza del derivato, stralcia le clausole vessatorie e consente alla Regione di incassare il delta di pagamento a seguito di queste clausole vessatorie non legittime e quindi noi avremmo il riconoscimento di tre fattori: la restituzione del tasso negativo pagato, il rimborso dei costi impliciti sostenuti nelle Commissioni e il costo opportunità dato da un extra tasso riconosciuto.

Quindi riteniamo che quanto a dare un’indicazione – che poi è responsabilità ovviamente della Giunta sottoscrivere questa transazione, quindi anche per chiarezza nei confronti di tutti i colleghi – non c’è una responsabilità da parte dell’Aula, della sottoscrizione della transazione, perché la responsabilità è unica della Giunta, ma credo che fosse opportuna anche un’indicazione in tal senso. Chiudo ovviamente con una considerazione politica, non prima di aver ringraziato ovviamente tutti per aver portato, come è normale che sia, all’interno di un dibattito del bilancio, i temi più variegati delle politiche che interessano la Regione, o anche le considerazioni politiche, però terrei a fare una sottolineatura.

Per quello che riguarda la battaglia sulla sanità pubblica, o sotto finanziamento della sanità pubblica non è un argomento che noi poniamo oggi con il Governo Meloni, perché l’abbiamo posto col Governo Draghi, l’abbiamo posto col Governo Conte quando il Centrosinistra era all’opposizione, ma anche quando ministro era il ministro Speranza, che vedeva un’appartenenza alla nostra parte politica. Non c’è dubbio che allora, in una fase di inflazione a zero, o quasi a zero, l’aumento delle risorse, che comunque, come ha spiegato bene il presidente prima non sono state soddisfacenti è tanto vero che oggi la situazione è ancora più grave, ancora più ampia, e credo che correttamente, come l’abbiamo fatto allora, lo continuiamo a fare adesso.

Anche l’intervento del capogruppo Rancan credo si inserisca bene anche nelle argomentazioni che abbiamo portato in questo dibattito. Non possiamo pensare da una parte di avere un’organizzazione territoriale ultra capillare che offra tutti i servizi e tutte le prescrizioni…

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Sabattini, grazie.

 

SABATTINI: Tutte le prestazioni necessarie senza considerare il necessario finanziamento. Quindi, alla luce del dibattito fatto oggi e anche della proposta che abbiamo presentato, il nostro voto è convintamente favorevole, non perché siamo la Regione Emilia-Romagna e facciamo tutto bene, ma perché la direzione, la società che immaginiamo, è quella che ha le radici nei nostri valori e, come è normale che sia, il taglio delle politiche che mettiamo in campo a queste si riferiscono. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.

Replica del relatore di minoranza. Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Sarà una replica in realtà molto breve, perché credo che tutti gli interventi che hanno fatto i colleghi da questi banchi siano stati interventi sufficienti e sufficientemente chiari nello spiegare i motivi di contrarietà a questa manovra di assestamento.

Non replicherò certamente né mi sostituirò al mio capogruppo, ma sicuramente trovo la narrazione che ha fatto il presidente Bonaccini in replica, obiettivamente, forse parlava di un altro bilancio, forse si riferiva a un’altra manovra, perché credo che le difficoltà che questo bilancio, questa manovra di assestamento e questo collegato hanno manifestato siano molto nette e del tutto differenti da quella che è stata la narrazione che il presidente ci ha voluto fare.

Come è stato ricordato, forse c’è bisogno di slogan elettorali piuttosto che di stare sul dato concreto. Io non dico altro, se non fare un riferimento a ordini del giorno che sono importanti perché, come ho detto nella mia introduzione, una manovra di fatto non ci dà spazio per alcun tipo di spostamento a livello di cifre, e questo dimostra che è una manovra assolutamente ingessata, frutto, come ho detto all’inizio, del condizionamento che tutto il settore sanitario determina sul bilancio complessivo dell’ente.

La proliferazione di ordini del giorno, che sono appunto inviti a fare e in un qualche modo a intervenire lo dimostra. In qualche modo si cerca di impostare, di indirizzare la nostra attività su contesti assolutamente importanti, perché riguardano le materie più svariate, a dimostrazione del fatto che c’è ancora tanto lavoro da fare.

Pongo l’attenzione fondamentalmente su quattro ordini del giorno.

Il primo ordine del giorno, tra l’altro a mia prima firma, riguarda l’Interporto di Bologna. Siccome prima proprio il presidente Bonaccini rivendicava la bontà della miglior legge, anzi il primato della miglior legge sul consumo del suolo, sul fatto che abbiamo una legge di fatto, da questo punto di vista, estremamente attenta e atta a garantire la qualità della vita, bene, proprio in quest’ordine del giorno richiamo quella legge per ricordare il fatto che la logistica, in particolare il ruolo centrale dell’Interporto di Bologna all’interno della piattaforma logistica, non solo regionale, ma anche nazionale e internazionale, è appunto un elemento portante dei vari accordi che da quella legge sono derivati. Bene, l’interporto ha la necessità di una implementazione e di uno sviluppo, ma è fermo. Siamo fermi a una delibera di Giunta regionale dello scorso anno, del luglio dello scorso anno, in cui si parlava di completare l’accordo territoriale per l’ampliamento. Ad oggi siamo ancora a quel punto.

Allora, è chiaro che da una parte ci sono gli slogan, abbiamo una legge, favoriamo il trasporto merci su ferro, le togliamo dalla strada per la qualità dell’aria eccetera, eccetera; ma dall’altro lato c’è la realtà e la realtà è quella che queste azioni non si finanziano, non si completano, non ci sono azioni consequenziali. Quindi, quell’ordine del giorno vuole richiamare l’importanza di questo importante hub a livello territoriale.

Sull’ordine del giorno sui derivati, ecco, io vorrei dire due cose. Il consigliere Sabattini ha ricordato un po’ la vicenda. La vicenda, però, io la vorrei richiamare in maniera un po’ più articolata. Siamo di fronte a una manovra scellerata che qualcuno ha fatto qualche anno fa e che ha determinato per l’Ente una perdita di denari che all’anno scorso si attestava su una previsione complessiva di 230 milioni, mi pare, in 15 anni, di interessi. 230 milioni di perdite di interessi passivi.

Ora succede che la Regione decide, due anni fa, di delegare a degli avvocati la gestione di capire in che modo si potesse uscire da questa scelta scellerata, non fatta certamente dall’assessore Calvano,

ma comunque una scelta che qui è stata fatta.

Abbiamo dato ad avvocati italiani, se volete vi cito le delibere di Giunta che ho individuato, quasi 500.000 euro per attivare, perché sono tre i contratti, circa 161.000 euro a contratto per azionare un’attività di mediazione con gli istituti bancari e l’azione davanti al tribunale: 470.000 euro per tre contratti.

Poi c’è il contenzioso a Londra: non ho i dati economici di quanto ci sta costando il contenzioso a Londra, ma questo è un dato che allo stato mi è sconosciuto, ma lo impareremo bene. Oggi che cosa ci chiedete? Ci chiedete: siccome il giudice ha fatto una proposta di conciliazione, di fatto di aderire a quelle… E come una delibera, con un ordine del giorno, di invitare la Giunta ad aderire alla proposta.

Ora, mi sembra che a livello procedurale sia quantomeno inopportuna, o quantomeno singolare una scelta di questo tipo. Cioè, a fronte, ripeto, di una vicenda che nasce con una serie di responsabilità, con degli impegni di spesa e un contenzioso legale di quella portata, e naturalmente il contenzioso a Londra non costerà 50.000 euro, visto quello che sta costando il contenzioso in Italia, io credo, anche in un’ottica, assessore Calvano, di buona gestione, che questa vicenda debba essere, se volete coinvolgere il Consiglio in questo, approfondita, che si conoscano gli atti, che si conoscano esattamente i termini del contenzioso, se volete che sia il Consiglio a interessarsi della vicenda.

Ma certamente non possiamo noi, con un ordine del giorno, andare a dire alla Giunta o all’amministrazione regionale cosa deve essere fatto rispetto a un contenzioso che ha quei valori. Mi sembra anche poco seria, una cosa del genere, a fronte di un vincolo economico di assoluto rispetto.

Un ordine del giorno di Europa Verde è interessante. Quello sul servizio ferroviario metropolitano, che sicuramente coglie nel segno. Abbiamo sempre parlato, da tempo, da questi banchi, di sostenere il servizio ferroviario metropolitano. Infatti, è un ordine del giorno certamente positivo. Qual è l’aspetto? Ci tengo a dirlo per motivare il voto, che sarà di astensione. Di fatto, si danno per scontati una serie di passaggi. Sicuramente è un invito a buoni propositi. Io lo capisco. Il tema qual è? Che abbiamo evidenziato, anche con atti ispettivi, come quell’accordo che lei richiama, che viene richiamato nel testo dell’ordine del giorno, si presti a delle difficoltà applicative. In particolare, tutti i servizi passanti. Abbiamo messo in evidenza che i servizi passanti corrono il rischio di aumentare le difficoltà dei pendolari, che ovviamente sono interessati alle derivazioni di questi servizi nelle zone di periferia. Quindi, è una valutazione che, a nostro avviso, deve essere attenta rispetto a quelle che saranno le applicazioni pratiche.

Intanto, abbiamo interrogato con vari atti la Giunta su questo.

Da ultimo, la questione del bonus sui camini, la misura che la Regione ha sbandierato come una importante risposta al contrasto all’inquinamento, eccetera. Certamente ha colto la nostra adesione positiva. Il tema qual è? Che improvvisamente a maggio questo bonus è terminato. Improvvisamente. Mentre a febbraio c’era ancora spazio per non si sa quanti milioni di euro, a maggio chiuso. Quindi, persone che confidavano sul fatto che il bando sarebbe dovuto rimanere fino al 31 dicembre... A maggio chiuso.

Noi abbiamo proposto un ordine del giorno, che viene emendato con la prova di finanziamento, però il tema non è dare soddisfazione a chi ha fatto domanda in tempo, perché chi ha fatto domanda in tempo rientra in quella casistica. Il problema è dare risposta a quelli che hanno confidato che da maggio al 31 dicembre vi potesse essere la disponibilità. Quella è la misura che...

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Facci...

 

FACCI: Concludo.

È quella la misura che dovrà essere rifinanziata. A dimostrazione, ripeto, che da una parte ci sono gli slogan e dall’altra ci sono le azioni concrete.

Noi riteniamo che qui di azioni concrete ce ne sia bisogno, perché gli slogan sono obiettivamente troppi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie. Abbiamo concluso con le repliche dei relatori.

Per le conclusioni, la parola alla Giunta. Prego, assessore Calvano.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente.

Provo a utilizzare i minuti che ho…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Un attimo solo, fermiamo il tempo dell’assessore, che ne ha poco. Prego.

 

CALVANO, assessore: Grazie.

Provo a utilizzare i minuti a disposizione per alcune considerazioni. La prima è questa. Ho una particolare soddisfazione su questo assestamento, perché ci eravamo indubbiamente presi degli impegni quando abbiamo fatto il bilancio di previsione, impegni che alcune cose che non erano andate o che rischiavano di non andare come volevamo in fase di predisposizione del bilancio trovassero soddisfazione attraverso l’assestamento. Ci siamo riusciti. Ci siamo riusciti e quindi abbiamo concluso la seconda tappa di un bilancio 2023 indubbiamente molto impegnativo. Ci siamo riusciti perché c’è stato un lavoro minuzioso, ma soprattutto è stato possibile grazie alle grandi competenze di cui è dotata questa Regione al proprio interno, che ci hanno consentito di fare quel lavoro che ha permesso al bilancio, con questo assestamento, non solo di rispondere ad alcuni impegni presi in fase di bilancio preventivo, ma anche di mettere in campo azioni, nuove azioni di carattere strutturale che potranno essere durature nel tempo.

Siamo ormai dentro l’undicesima, credo, ora di Consiglio regionale (pause comprese, mi permetto di dirla così) e ringrazio davvero i consiglieri per il dibattito, che considero sempre arricchente. Ringrazio moltissimo il relatore di maggioranza Sabattini e l’interlocuzione che con il relatore ha avuto il collega Facci. Ringrazio Sabattini perché ha fatto un lavoro prezioso, né banale né scontato.

Ho sentito – e mi avvio verso la conclusione – usare spesso la parola “slogan” rispetto alle cose che sono contenute in questo bilancio. Guardate, ognuno avrà i suoi punti di vista e io rispetto i punti di vista di chiunque, però per me consentire a 80.000 tra ragazzi e ragazze di poter andare a scuola usando il trasporto pubblico locale gratuitamente, perché le loro famiglie non hanno redditi elevati, credo che non sia uno slogan, credo che sia una cosa fatta bene.

Consentire a migliaia di famiglie di poter pagare un po’ meno di affitto perché hanno un reddito basso credo che sia una cosa fatta bene. Noi abbiamo deciso di farlo, il Governo ha deciso di fare dell’altro. Anch’io cito il Governo. Il Governo ha deciso di fare altro, di azzerarlo quel fondo, noi abbiamo deciso di rifinanziarlo.

Consentire alle famiglie, a partire da quelle con i redditi più bassi, di poter avere a disposizione i nidi anche nei luoghi “meno centrali”, più marginali, più periferici di questa regione credo che sia un adeguato servizio che offriamo al nostro territorio, così come la scelta strutturale di aumentare il Fondo regionale per la non autosufficienza.

L’ho letto in uno degli ordini del giorno, credo della maggioranza, l’idea è che questo non sia un punto di arrivo, ma un nuovo punto di partenza, e così sarà, sia per la tenuta del sistema e quindi per chi si occupa di quel sistema, per chi cura quel sistema, sia in termini di offerta di posti a famiglie all’interno del sistema di assistenza che c’è nel Fondo regionale per la non autosufficienza.

Poi, ovviamente, è stata una manovra che ha pensato anche lo stanziamento di oggi, fatto in Giunta di 3 milioni a favore delle popolazioni colpite dalle grandinate, è stato un assestamento attento a dare risposte anche su quel punto, per far sì che qualcuno non potesse dire che attendiamo solo le risposte da parte del Governo, perché non ci limitiamo ad attendere quelle risposte. Per tutto quello che possiamo, proviamo a mettere in campo le risorse per dare risposte a quei territori, a quelle comunità, ed ecco che questo è un assestamento dentro il quale ci sono 45 milioni di euro che mettiamo a disposizione del dissesto idrogeologico, degli interventi da fare in quei territori, delle persone che vivono in quei territori.

Concludo davvero, però mi è doverosa questa cosa, non la volevo dire. Ho sentito che da parte dell’opposizione è stato un po’ contestato il fatto che noi si pensi che ci possa essere un atteggiamento politicizzato nella risposta che il Governo vuole dare sulla alluvione. Però, vi dico che ci sono state parole di un viceministro che a me hanno fatto molto male, perché quando un viceministro della Repubblica, non un viceministro di un partito, un viceministro della Repubblica, a fronte di un’alluvione devastante, dice: “Ma voi vi fidereste a dare i soldi a Schlein e compagni?”. Credo che quel viceministro abbia sbagliato, per due ragioni. La prima, che è un po’ mia perché sono fatto così, è perché le Istituzioni sono sacre e c’è una sacralità delle Istituzioni che va rispettata. Sono cose che può dire un rappresentante di partito, e poi, e poi, ma un viceministro non può permettersi di fare un’affermazione di quel genere. Il secondo motivo, che è ancora più grave, è che nel chiedersi se sia opportuno dare i soldi a Schlein e compagni dimentica che quelle risorse sono risorse che andrebbero, andranno – lo spero – a determinare la ripartenza e delle risposte nei confronti degli emiliano-romagnoli.

Gli emiliano-romagnoli non sono un partito, gli emiliano-romagnoli non sono una parte politica, gli emiliano-romagnoli sono persone resilienti e anche molto orgogliose. Lasciatevelo dire da un emiliano-romagnolo di adozione, che ha imparato a conoscere l’orgoglio, la resilienza e la capacità di reagire degli emiliano-romagnoli. Spero di averne assorbito almeno un po’ in questa vita e in questi anni. Però, invito tutti a non dimenticarsi mai di cosa sono gli emiliano-romagnoli.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Abbiamo concluso con gli interventi.

Passiamo adesso all’esame dell’articolato sul collegato all’assestamento.

Partiamo dall’articolo 1.

Suoniamo, così, se qualcuno è disattento, si inizia a votare.

Abbiamo anche una serie notevole di emendamenti sul testo.

Articolo 1.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 2.

Dibattito generale.

Non ci sono emendamenti sull’articolo 2.

Iniziano con l’articolo 3 gli emendamenti. Quindi siamo…

 

(interruzione)

 

Siamo all’articolo 2, collegato all’assestamento. Perfetto.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 3.

Ora siamo all’emendamento n. 11, a firma Bargi e Occhi, che insiste sull’articolo 3.

Dibattito congiunto, emendamento e articolo 3.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 11, a firma Bargi e Occhi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 4.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 4.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 5.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 5.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Adesso abbiamo un po’ di emendamenti.

Siamo all’emendamento n. 4, a firma Facci, che inserisce un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 4, a firma Facci.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

Siamo all’emendamento n. 5, a firma Facci e Pompignoli. Anche in questo caso inserisce un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 5, a firma Facci e Pompignoli.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo all’emendamento n. 6, a firma Facci e Pompignoli, che inserisce un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 6.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 7 a firma Facci, che inserisce un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 7.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo all’emendamento n. 8, a firma Facci e Pompignoli, che anche in questo caso istituisce un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 8.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 9, a firma Facci e Occhi, che istituisce un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 9.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo adesso alla votazione sull’articolo 6, sul quale insiste l’emendamento n. 1 a firma Piccinini.

Dibattito generale.

Chiede il voto elettronico la consigliera Piccinini sull’emendamento n. 1.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1, che insiste sull’articolo 6, a firma Piccinini.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 37

Contrari 34

Favorevoli 3

 

È respinto.

 

Mettiamo in votazione l’articolo 6.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati all’emendamento n. 14, che istituisce un nuovo articolo, a firma Marchetti e Bargi.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 14.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo all’emendamento n. 20, a firma Castaldini, che inserisce un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 20.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 7.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 7.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 8.

Siamo arrivati all’emendamento n. 15, a firma Sabattini, che insiste sull’articolo 8.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 15, a firma Sabattini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

L’emendamento n. 13 è slittato, quindi niente.

Siamo arrivati all’articolo 8.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 8.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati all’emendamento n. 16, che insiste sull’articolo 9, a firma Sabattini.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 16, a firma Sabattini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 9.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 9.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 10.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 10.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 11.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 11.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 12.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 12.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 13.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 13.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 14.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 14.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 15.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 15.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 16.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 16.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 17.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 17.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 18.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 18.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 19.

Ora siamo all’emendamento n. 2 e all’emendamento n. 19, che insistono sull’articolo 19, a firma Piccinini e Sabattini.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento…

Consigliere Sabattini? Infatti, mettiamo in votazione solo l’emendamento Piccinini, non tutti e due.

Emendamento n. 2, a firma Piccinini, con votazione elettronica.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 35

Contrari 33

Favorevoli 1

È respinto.

 

Ora siamo all’emendamento n. 19 a firma Sabattini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mattiamo in votazione l’articolo 19.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati all’articolo 20, su cui insistono due emendamenti, l’emendamento n. 17, a firma Sabattini, e l’emendamento n. 18, sempre a firma Sabattini.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 17, a firma Sabattini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 18.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati all’articolo 20.

Mettiamo in votazione l’articolo 20.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 21.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 21.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 22.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 22.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 23.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 23.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 24.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 24.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 25.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 25.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati all’emendamento n. 3, che inserisce un nuovo articolo, a firma della consigliera Piccinini.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Questo è l’emendamento sul CORECOM, che interviene sugli emolumenti riportandoli alla situazione iniziale.

Chiedo il voto elettronico. Grazie

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto.

Mettiamo in votazione, con votazione elettronica, l’emendamento n. 3, a firma Piccinini.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Presenti 28

Favorevoli 1

Contrari 24

 

È respinto.

Ora siamo arrivati agli emendamenti nn. 10 e 12, se non sbaglio.

L’emendamento n. 10 è a firma Bargi e Facci. Istituisce un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Non la vedevo, consigliere Paruolo. Prego.

 

PARUOLO: Chiedo scusa, non è venuto registrato il mio voto contrario nella votazione precedente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Aggiungiamo il voto del consigliere Paruolo.

Emendamento n. 10, a firma Bargi e Facci.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 10.

Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Chiedo il voto elettronico.  

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 10, a firma Bargi e Facci, con voto elettronico.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Presenti 37

Contrari 24

Favorevoli 11

 

È respinto.

 

Siamo all’emendamento n. 12, a firma Calvano.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 12, a firma Calvano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 26.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 26.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Adesso passiamo – con calma, adesso li prendiamo – all’esame dell’articolato della legge di assestamento di bilancio.

Partiamo dall’articolo 1.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Benissimo.

Partiamo dagli emendamenti nn. 1 e 2, che insistono sulle tabelle all’assestamento.

L’emendamento n. 1 è a firma Piccinini e l’emendamento n. 2 è a firma Facci e Pelloni.

Dibattito generale sull’emendamento n. 1.

Dichiarazioni di voto.

Consigliera Piccinini, prego. Voto elettronico sull’emendamento n. 1 a firma Piccinini.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 34

Contrari 23

Astenuti 10

Favorevoli 1

 

È respinto.

 

Siamo all’emendamento n. 2, a firma Facci e Pelloni.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 2, a firma Facci e Pelloni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Passiamo all’emendamento n. 4, a firma Castaldini.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 4, a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 5, a firma Castaldini.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 5.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 6, a firma Castaldini.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 6, a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 7.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 7.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 8, a firma Castaldini.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 8.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Ora partiamo dall’articolato.

Articolo 1.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 2.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 3.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 4.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 4.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 5.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 5.

Favorevoli? Contrari? Astenuti? 

È approvato.

 

Articolo 6.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 6.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 7.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 7.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 8.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 8.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora c’è l’emendamento n. 3, che istituisce un nuovo articolo, emendamento a firma Pompignoli, Facci, Marchetti Daniele e Pelloni.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 9.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 9.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati all’ultimo articolo.

Articolo 10.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 10.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Adesso passiamo agli ordini del giorno.

Qualcuno vuole intervenire sugli ordini del giorno? Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Annuncio che ritiro l’ordine del giorno n. 2.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto. Ritiriamo l’ordine del giorno n. 2.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Anch’io l’ordine del giorno abbinato al collegato lo ritiro a seguito di un accordo, per portarlo poi in Commissione sotto altra forma. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Si ricorda il numero? Solo per agevolare gli uffici.

 

PELLONI: È il n. 5.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto, il n. 5. Grazie.

Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Solo per richiedere la disponibilità al consigliere Cuoghi di portare in Commissione il suo ordine del giorno su via Vandelli. Ne abbiamo parlato prima all’atto dell’Assemblea, è un tema che riguarda la città di Sassuolo e tutto il distretto, ma magari riusciamo ad approfondire meglio in Commissione Ambiente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Ne avevamo parlato. Accolgo, quindi, l’invito della collega Pigoni e ritiro l’ordine del giorno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto. Si ricorda il numero, consigliere Cuoghi? Il n. 3, okay. Benissimo.

Altri? Io non ho altri in dibattito generale sugli ordini del giorno.

A questo punto siamo arrivati alle dichiarazioni di voto, che, come sapete, sono dichiarazioni di voto congiunte sui due progetti di legge e sugli ordini del giorno. Qualcuno vuole intervenire? Io non ho iscritti a parlare in dichiarazione di voto.

A questo punto passiamo alla votazione dei vari ordini del giorno, votazioni separate.

Ordine del giorno n. 1, a firma Evangelisti, Cuoghi e Tagliaferri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Questo credo sia stato ritirato. Questo è quello che è stato ritirato e portato in Commissione, giusto? Il n. 2 non c’è.

L’ordine del giorno n. 3, a firma Pompignoli.

Favorevoli?

 

POMPIGNOLI: Vorrei intervenire per venti minuti!

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene. È ritirato l’ordine del giorno n. 3.

 

POMPIGNOLI: L’ho detto in anticipo prima. Quando sono intervenuto ho detto che l’avrei ritirato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Nessun problema.

Siamo arrivati all’ordine del giorno n. 4, a firma Bargi e Occhi, su cui insiste anche un emendamento del consigliere Amico.

Quindi prima chiediamo l’assenso al consigliere Bargi per l’emendamento del consigliere Amico. Prima votiamo l’emendamento del consigliere Amico.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora votiamo l’ordine del giorno n. 4, a firma Bargi e Occhi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

(L’Ordine del giorno 6989/4 oggetto 7186 è approvato all’unanimità dei votanti)

 

Il n. 5 è stato ritirato perché va in Commissione.

Siamo all’ordine del giorno n. 6, a firma Facci, sul quale insiste una proposta di emendamento a firma del consigliere Sabattini.

Chiediamo l’assenso al consigliere Facci.

Mettiamo, quindi, in votazione l’emendamento Sabattini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’ordine del giorno del consigliere Facci, il n. 6.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

(L’Ordine del giorno 6989/6 oggetto 7188 è approvato all’unanimità dei votanti)

Siamo all’ordine del giorno n. 7, a firma Piccinini.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Questo è l’ordine del giorno che chiede di disciplinare la gestazione per altri solidale.

Chiedevo il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Petitti): Mettiamo in votazione, con voto elettronico, l’ordine del giorno n. 7, a firma Piccinini.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 36

Contrari 33

Favorevoli 1 

 

È respinto.

 

Siamo all’ordine del giorno n. 8, a firma Rainieri.

Dibattito generale.

C’è un emendamento? No.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Non è stato ritirato.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’ordine del giorno n. 8, a firma Rainieri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti

È approvato.

(L’Ordine del giorno 6989/8 oggetto 7190 è approvato all’unanimità dei votanti)

 

Siamo all’ordine del giorno n. 9, a firma Pompignoli, su cui insiste l’emendamento n. 1 a firma Pompignoli, Rontini e Montalti.

Chiediamo l’assenso al consigliere Pompignoli, che è integralmente sostitutivo dell’ordine del giorno precedente.

Mettiamo quindi in votazione questo emendamento, che diventa il nuovo ordine del giorno. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Quindi, non votiamo l’ordine del giorno perché l’abbiamo sostituito.

 

Siamo all’ultimo ordine del giorno a firma Castaldini, il n. 10.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’ordine del giorno n. 10, a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Adesso siamo arrivati agli ordini del giorno dell’oggetto 6990.

Abbiamo diversi ordini del giorno.

Partiamo dal primo ordine del giorno, a firma Evangelisti, Cuoghi e Tagliaferri.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’ordine del giorno n. 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Ordine del giorno n. 2, a firma Tagliaferri, Evangelisti, Cuoghi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Ordine del giorno n. 3, a firma Cuoghi, Evangelisti, Tagliaferri.

Favorevoli?

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Petitti): L’ordine del giorno n. 4 è ritirato.

Siamo all’ordine del giorno n. 5, a prima firma Mori.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Petitti): Non è un problema. Capita.

Siamo all’ordine del giorno a firma Mumolo.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Petitti): Non è un problema.

Siamo all’ordine del giorno n. 5, a prima firma Mori.

Favorevoli?

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Petitti): Allora è stato fatto un elenco diverso.

Prego, consigliere Facci.

 

FACCI: C’è stata, forse, un’incomprensione. Pensavo che vi fosse il voto sull’emendamento n. 4, a firma Mumolo. Perché sul n. 5 chiedevamo un voto per parti separate.

Quindi, se siamo al n. 5 le dico le parti separate. Se siamo al n. 4 non partecipiamo al voto, come ho già indicato nella relazione introduttiva di qualche ora fa.

 

(interruzione)

 

FACCI: Il n. 4 è il salario minimo. Non partecipiamo al voto, come già detto.

 

(interruzione)

 

FACCI: È stato ritirato il n. 4?

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto.

Siamo arrivati all’ordine del giorno n. 5, perché il n. 4, anche se era rimasto, è stato ritirato. È stato precisato.

Siamo all’ordine del giorno n. 5, a prima firma Mori, su cui chiedete il voto per parti...

Prego.

 

FACCI: Grazie.

Allora, la prima parte va da “premesso” fino al primo impegno della Giunta, che chiude con “rientrino nei LEA”. Questa è la prima parte. La seconda parte è il secondo periodo dell’impegno, da “a sostenere” fino a “Comitato tecnico di AIFA”. La terza parte è l’ultimo impegno, da “nell’ambito di una leale” fino a “prevenzione e cura”.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto.

Mettiamo in votazione le tre parti dell’ordine del giorno n. 5, a prima firma Mori.

Partiamo dalla prima parte, come veniva detto da “premesso che” fino a “rientrino nei LEA”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

(L’Ordine del giorno 6990/5 oggetto 7198 prima parte è approvato a maggioranza dei presenti)

 

Siamo alla seconda parte, da “a sostenere” fino a “tecnico di AIFA”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(L’Ordine del giorno 6990/5 oggetto 7198 seconda parte è approvato a maggioranza dei presenti)

 

Terza parte, da “nell’ambito” fino a “prevenzione e cura”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(L’Ordine del giorno 6990/5 oggetto 7198 terza parte è approvato all’unanimità dei votanti)

 

Ora siamo all’ordine del giorno n. 6, a firma Zamboni e Paruolo.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6990/6 oggetto 7199 è approvato all’unanimità dei votanti)

 

Ordine del giorno n. 7, a firma Maletti e Zamboni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6990/7 oggetto 7200 è approvato all’unanimità dei votanti)

 

Ordine del giorno n. 8, a prima firma Marchetti Daniele, sul quale insiste un emendamento del consigliere Sabattini.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1, a firma Marchetti Daniele e Luca Sabattini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora mettiamo in votazione l’ordine del giorno n. 8, a prima firma Marchetti Daniele.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6990/8 oggetto 7201 è approvato all’unanimità dei votanti)

 

Siamo all’ordine del giorno n. 9, a prima firma Delmonte.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Ordine del giorno n. 10, a firma Stragliati e Rancan.

Favorevoli?

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Petitti): Okay, vado più piano.

Su questo ordine del giorno insiste l’emendamento n. 1, che è a firma Molinari.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’ordine del giorno a prima firma Stragliati.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

(L’Ordine del giorno 6990/10 oggetto 7203 è approvato all’unanimità dei votanti)

 

Siamo all’ordine del giorno n. 11, a firma Pompignoli, che è stato trasferito.

Siamo adesso all’ordine del giorno n. 12, a prima firma Amico.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6990/12 oggetto 7205 è approvato a maggioranza dei presenti)

 

Ordine del giorno n. 13, a firma Sabattini e Mumolo.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6990/13 oggetto 7206 è approvato a maggioranza dei presenti)

 

Ordini del giorno n. 14, a prima firma Mumolo.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6990/14 oggetto 7207 è approvato a maggioranza dei presenti)

 

Ordine del giorno n. 15, a prima firma Rainieri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6990/15 oggetto 7208 è approvato a maggioranza dei presenti)

 

L’ordine del giorno n. 16, a prima firma Montalti, è stato ritirato.

Ordine del giorno n. 17, a prima firma Montalti.

Consigliera Rontini, prego. 

 

RONTINI: Chiedo il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Petitti): Ordine del giorno n. 17, a firma Montalti, Rontini e altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 25

Astenuti 12

 

È approvato.

 

Siamo all’ultimo ordine del giorno, l’ordine del giorno n. 18, a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6990/18 oggetto 7211 è approvato all’unanimità dei votanti)

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Devo rettificare il voto all’ordine del giorno n. 15.

Il voto è contrario.

 

PRESIDENTE (Petitti): Rettifichiamo il voto della consigliera Zamboni.

Adesso siamo arrivati alle votazioni separate per le leggi.

Mettiamo in votazione con dispositivo elettronico l’oggetto 6989 “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante le disposizioni collegate alla legge di assestamento”.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 38

Favorevoli 25

Contrari 13

 

È approvato.

 

Ora siamo all’oggetto 6990 “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante l’assestamento e la prima variazione generale di bilancio di previsione della Regione Emilia Romagna 23-25”.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 37

Favorevoli 24

Contrari 13

 

È approvato.

 

Sono le ore 20,55. Dichiaro chiusa la seduta.

Ci vediamo domani alle ore 09,30.

Buona serata a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 20,54

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME; Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI; Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Paolo CALVANO, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Igor TARUFFI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare le assessore Barbara LORI, Paola SALOMONI e il consigliere Fabio BERGAMINI.

 

Votazioni elettroniche oggetti 6762 – 6989 – 6990 e relativi argomenti collegati

OGGETTO 7177

 

Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 6762 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2022". A firma della Consigliera: Piccinini

 

Presenti: 29

Favorevoli: 23

Contrari: 2

Astenuti: 2

Presenti non votanti: 2

Assenti: 21

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; BULBI Massimo

 

Contrari:

CASTALDINI Valentina; CUOGHI Luca

 

Astenuti:

PIGONI Giulia; RONTINI Manuela

 

Presenti non votanti:

CATELLANI Maura; PETITTI Emma

 

Assenti:

BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; FELICORI Mauro; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; PILLATI Marilena; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo; TARUFFI Igor

 

OGGETTO 6762

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2022". (70)

 

Presenti: 41

Favorevoli: 25

Contrari: 14

Presente non votante: 2

Assenti: 9

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; BULBI Massimo

 

Contrari:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; POMPIGNOLI Massimiliano; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo; RAINIERI Fabio

 

Presenti non votanti:

MONTALTI Lia; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CATELLANI Maura; DELMONTE Gabriele; FELICORI Mauro; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MONTEVECCHI Matteo; RANCAN Matteo

 

OGETTO 6989

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". (71)

 

Emendamento 1

 

Presenti: 39

Favorevoli: 3

Contrari: 35

Presente non votante: 1

Assenti: 11

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; PICCININI Silvia; ZAMBONI Silvia

 

Contrari:

BARGI Stefano; BONDAVALLI Stefania; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; COSTA Andrea; COSTI Palma; CUOGHI Luca; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; EVANGELISTI Marta; FABBRI Marco; FACCI Michele; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Daniele; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; OCCHI Emiliano; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; STRAGLIATI Valentina; TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella; BULBI Massimo

 

Presente non votante:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; PELLONI Simone; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Emendamento 2

 

Presenti: 37

Favorevoli: 1

Contrari: 34

Presenti non votanti: 2

Assenti: 13

 

Favorevoli:

PICCININI Silvia;

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BARGI Stefano; BONDAVALLI Stefania; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; COSTA Andrea; CUOGHI Luca; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; EVANGELISTI Marta; FABBRI Marco; FACCI Michele; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Daniele; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; OCCHI Emiliano; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; POMPIGNOLI Massimiliano; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; STRAGLIATI Valentina; TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella; BULBI Massimo

 

Presenti non votanti:

COSTI Palma; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; PELLONI Simone; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo; ZAMBONI Silvia

 

Emendamento 3

 

Presenti: 30

Favorevoli: 1

Contrari: 26

Presenti non votanti: 3

Assenti: 20

 

Favorevoli:

PICCININI Silvia;

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; CASTALDINI Valentina; COSTA Andrea; CUOGHI Luca; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; EVANGELISTI Marta; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; BULBI Massimo; PARUOLO Giuseppe

 

Presenti non votanti:

CALIANDRO Stefano; COSTI Palma; PETITTI Emma

 

Assenti:

BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CATELLANI Maura; DELMONTE Gabriele; FACCI Michele; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo; ZAPPATERRA Marcella

 

Emendamento 10

 

Presenti: 39

Favorevoli: 11

Contrari: 25

Presenti non votanti: 3

Assenti: 11

 

Favorevoli:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; MARCHETTI Daniele; OCCHI Emiliano; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; STRAGLIATI Valentina

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella; BULBI Massimo

 

Presenti non votanti:

PICCININI Silvia; ZAMBONI Silvia; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; PELLONI Simone; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo;

 

OGGETTO 6990

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". (72)

 

Emendamento 1

 

Presenti: 36

Favorevoli: 1

Contrari: 24

Astenuti: 10

Presente non votante: 1

Assenti: 14

 

Favorevoli:

PICCININI Silvia

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAMBONI Silvia; BULBI Massimo

 

Astenuti:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; MARCHETTI Daniele; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; STRAGLIATI Valentina

 

Presente non votante:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo; TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella

 

OGGETTO 7189

Ordine del giorno n. 7 collegato all'oggetto 6989 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". A firma della Consigliera: Piccinini

 

Presenti: 38

Favorevoli: 1

Contrari: 34

Presenti non votanti: 3

Assenti: 12

 

Favorevoli:

PICCININI Silvia

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BARGI Stefano; BONDAVALLI Stefania; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; COSTA Andrea; CUOGHI Luca; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; EVANGELISTI Marta; FABBRI Marco; FACCI Michele; FELICORI Mauro;; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Daniele; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; OCCHI Emiliano;  PARUOLO Giuseppe; PELLONI Simone; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; BULBI Massimo

 

Presenti non votanti:

COSTI Palma; STRAGLIATI Valentina; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; MUMOLO Antonio; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo; TARUFFI Igor;

 

OGGETTO 7210

Ordine del giorno n. 17 collegato all'oggetto 6990 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". A firma dei Consiglieri: Montalti, Rontini, Sabattini, Zappaterra, Caliandro, Gerace, Daffada', Molinari, Pillati, Dalfiume, Costi, Mori, Marchetti Francesca, Rossi

 

Presenti: 40

Favorevoli: 26

Astenuti: 12

Presenti non votanti: 2

Assenti: 10

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; BULBI Massimo

 

Astenuti:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; MARCHETTI Daniele; OCCHI emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; STRAGLIATI Valentina

 

Presenti non votanti:

COSTI Palma; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo;

 

OGGETTO6989 Progetto di legge

 

Presenti: 40

Favorevoli: 26

Contrari: 13

Presenti non votanti: 1

Assenti: 10

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; BULBI Massimo;

 

Contrari:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; MARCHETTI Daniele; OCCHI emiliano; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; STRAGLIATI Valentina

 

Presenti non votanti:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo;

 

OGGETTO 6990 Progetto di legge

 

Presenti: 40

Favorevoli: 26

Contrari: 13

Presenti non votanti: 1

Assenti: 10

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; BULBI Massimo; FELICORI Mauro

 

Contrari:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; MARCHETTI Daniele; OCCHI emiliano; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; STRAGLIATI Valentina

 

Presenti non votanti:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

 

 

Emendamenti oggetti 6762 – 6989 – 6990 e relativi argomenti collegati

 

OGGETTO 7178

Ordine del giorno n. 2 collegato all'oggetto 6762 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2022".  A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Maletti Francesca, Marchetti Daniele, Pigoni

«Le parole: "Appreso dal Giudizio di parifica" sono sostituite dalle parole:

"In considerazione anche del Giudizio di parifica"»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Maletti Francesca, Marchetti Daniele, Pigoni

«Le parole: "dall'esistenza di taluni coni d'ombra" sono sostituite dalle seguenti:

"secondo cui:"»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Maletti Francesca, Marchetti Daniele, Pigoni

«I periodi dalle parole:

“benché la Regione abbia evidenziato incrementi contenuti..." fino a:"in coerenza con le risorse

disponibili" sono soppressi.»

(Approvato)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Maletti Francesca, Marchetti Daniele, Pigoni

«Il “Ritenuto che” è eliminato.»

(Approvato)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Maletti Francesca, Marchetti Daniele, Pigoni

«Il dispositivo di impegno è sostituito dal seguente:

"Impegna la Giunta regionale a

1. Stimolare un maggior confronto a livello nazionale per avviare gare d'acquisto condivise tra più centrali di committenza su farmaci e dispositivi medici;

2. A coinvolgere attivamente la Commissione competente nella riorganizzazione del sistema e innovazione del SSR".»

(Approvato)

 

 

OGGETTO 6989

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025”. (71)

 

Emendamento 1 a firma della consigliera Piccinini

«L'articolo 6 "Modifiche alla legge regionale n. 42 del 1984" è abrogato»

(Respinto)

 

Emendamento 2 a firma della consigliera Piccinini

«All'articolo 19 "Disposizioni per la gestione dei rifiuti conseguenti agli eventi alluvionali verificatisi dal 1° maggio 2023"

nel comma 1, dopo le parole "dal 1° maggio 2023," è inserito il seguente testo:

"limitatamente ai Comuni della Regione Emilia-Romagna colpiti dagli eventi dell'alluvione avvenuta a maggio 2023, indicati nell’elenco allegato al decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61 (Interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023)"»

(Respinto)

 

Emendamento 3 a firma della consigliera Piccinini

Dopo il capo III è aggiunto il seguente Capo III bis e l'art. 25 bis:

"Capo III bis

Disposizioni relative al CORECOM

Art. 25 bis

Modifiche all'articolo 11 della legge regionale n. 1 del 2001

1. Al comma 1 dell'articolo 11 della legge regionale 30 gennaio 2001, n. 1 (Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni (CORECOM)), sono apportate le seguenti modifiche:

a) alla lettera a), dopo le parole "quarantacinque per cento". le parole ", maggiorata del venti per cento, al netto di IVA e oneri" sono abrogate;

b) alla lettera b), la parola "quarantacinque" è sostituita dalla seguente: "trenta".

(Respinto)

 

Emendamento 4 a firma dei consiglieri Facci, Pompignoli

«Dopo l'art.5 del progetto di legge inserire:

"Capo I bis"

"Politiche per la Salute Politiche Sociali"

"Art. 5 bis — "Modifica alla legge regionale 4 luglio 2013, n. 5"

All'art. 6 (Apertura ad esercizio dell'attività) al comma 2 bis, sostituire le parole:

“In locali che si trovino a una distanza inferiore a cinquecento metri, calcolati secondo il percorso pedonale più breve” con le parole “in locali che si trovano a una distanza, inferiore a trecento metri calcolati secondo il percorso pedonale più breve per i comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti ed inferiore a quattrocento metri per i comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti”»

(Respinto)

 

Emendamento 5 a firma dei consiglieri Facci, Pompignoli

«Dopo l'art.5 del progetto di legge inserire:

"Capo I bis"

"Politiche per la Salute Politiche Sociali"

"Art. 5 ter — "Modifica alla legge regionale 04 luglio 2013, n. 5"

All'art. 6 (Apertura ad esercizio dell'attività) a comma 2 bis, sostituire le parole:

"gli istituti scolastici di ogni ordine e grado" con le parole "gli istituti scolastici d'istruzione secondaria e le università".»

(Respinto)

 

Emendamento 6 a firma dei consiglieri Facci, Pompignoli

«Dopo l'art.5 del progetto di legge inserire:

"Capo I bis"

"Politiche per la Salute Politiche Sociali"

"Art. 5 quater— "Modifica alla legge regionale 04 luglio 2013, n. 5"

All'art. 6 (Apertura ad esercizio dell'attività) a comma 2 bis, sostituire le parole:

"i luoghi di aggregazione giovanile e oratori" con le parole "gli esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati e altre attività creditizie".»

(Respinto)

 

Emendamento 7 a firma dei consiglieri Facci, Pompignoli

«Dopo l'art.5 del progetto di legge inserire:

"Capo I bis"

"Politiche per la Salute Politiche Sociali"

"Art. 5 quinquies— "Modifica alla legge regionale 04 luglio 2013, n. 5"

All'art. 6 (Apertura ad esercizio dell'attività) a comma 8 bis, sostituire le parole:

"è vietato consentire ai minori", inserire il periodo "in assenza di genitore o altra persona esercitante la tutela, l'amministrazione o comunque la custodia, anche temporanea, dei minori stessi"»

(Respinto)

 

Emendamento 8 a firma dei consiglieri Facci, Pompignoli

«Dopo l'art.5 del progetto di legge inserire:

"Capo I bis"

"Politiche per la Salute Politiche Sociali"

"Art. 5 sexies — "Modifica alla legge regionale 04 luglio 2013, n. 5"

All'art. 6 (Apertura ad esercizio dell'attività) i commi 3 bis e 3 ter sono soppressi;»

(Respinto)

 

Emendamento 9 a firma dei consiglieri Facci, Occhi

«Dopo l'art.5 del progetto di legge inserire:

"Capo II bis" MONTAGNA

Art. 5 bis Modifiche alla Legge Regionale n. 2 del 20 gennaio 2004 (Legge per la Montagna)"

All'art. 8 (Fondo Regionale per la Montagna), comma3, dopo la lettera a) aggiungere la lettera:

"a bis) al trasferimento in favore dei Comuni montani non facenti parte di alcuna Unione".»

(Respinto)

 

Emendamento 10 a firma dei consiglieri Bargi, Facci

«Tra il Capo III ed il Capo IV del presente Progetto di Legge, viene istituito il Capo III bis con il seguente testo:

CAPO III BIS

DISCIPLINA DELLA GESTIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI CREDITI FISCALI

Art. 26

Misure per la circolazione crediti fiscali

1. Al fine di raggiungere gli obiettivi di efficientamento energetico previsti dal Piano Nazionale Energia Clima 2030 (PNIEC) ed in applicazione del Regolamento UE 2021/119 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30.06.2021 che istituisce il quadro per il conseguimento per la neutralità climatica e che modifica il Regolamento CE 401/2009 ed il Regolamento UE 2018/1999 (normativa europea sul clima), e alla luce degli incentivi previsti dall'art. 1 19 del Decreto Rilancio per l'efficientamento sismico, la Regione Emilia-Romagna riconosce il rilevante contributo derivante dalla riqualificazione energetica e sismica del patrimonio edilizio e il carattere strategico del settore edilizio e dell'impiantistica civile promuovendo la massima diffusione degli strumenti previsti, in ambito nazionale o regionale, per il relativo sostegno.

2. Nel perseguimento degli obiettivi di cui al comma I, la Regione Emilia-Romagna e gli enti pubblici economici regionali e/o società partecipate da essa controllati, "non inclusi, ai sensi del Decreto-Legge 16 febbraio 2023 n. 11, nell'elenco delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato individuate ai sensi dell'articolo 1 comma 3 della legge 31 dicembre 2009 n. 196 e ss.mm. (Legge di contabilità e finanza pubblica)", assumono un ruolo attivo nella circolazione dei crediti fiscali derivanti da interventi di cui all'art. 119 del Decreto-Legge 19 maggio 2020 n. 34 come specificati all'articolo 121, comma 2, lettere da a) ad f), effettuati da imprese aventi sede legale ed operativa sul territorio regionale e in riferimento ad immobili ubicati sul medesimo territorio.

3. Per l'applicazione dei commi 1 e 2, fermo restante la disciplina di cui al Decreto-Legge 16 febbraio 2023 n. 1 1 (Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'art. 121 del Decreto-Legge 19 maggio 2020 n. 34 convertito, con modificazioni, dalla Legge 17 luglio 2020 n. 77), la Regione:

a) monitora, anche attraverso l'istituzione di un'apposita piattaforma elettronica, l'andamento degli interventi e dei crediti fiscali consentendo la pubblicazione e la consultazione tra gli operatori delle domande e offerte di acquisto dei detti crediti;

b) favorisce, per il tramite di propri enti pubblici economici regionali e/o società partecipate non inclusi nell'elenco di cui all'art. 1 comma 2 della Legge 31 dicembre 2009 n. 196 (Legge di contabilità e finanza pubblica), il trasferimento dei crediti fiscali di cui al comma 2 al fine di conseguire il loro massimo realizzo, fermo restando la facoltà di cessione di un credito d'imposta di pari ammontare ad altri soggetti ai sensi dell'art. 121 comma 1 del Decreto Legge n. 34/2020 convertito nella Legge n. 77/2020;

c) promuove l'acquisto dei crediti, attraverso i suoi enti pubblici economici regionali e/o società partecipate da essa controllati non inclusi nell'elenco di cui all'art. l, comma 2 della legge 31 dicembre 2009 n. 196 (Legge di contabilità e finanza pubblica) anche per un loro utilizzo diretto in compensazione nei limiti della capienza fiscale e contributiva propria.

4. Ai fini dell'attuazione di quanto previsto dalla lettera c) del comma 3 del presente articolo, la Regione Emilia-Romagna stabilisce criteri per la valutazione della consistenza della capacità di compensazione annua mediante modello F24 degli enti pubblici economici regionali e/o società partecipate da essa controllati non inclusi, ai sensi del Decreto Legge 16 febbraio 2023 n. 1 1, nell'elenco di cui all'art. 1, comma 2 della legge 31 dicembre 2009 n. 196 (Legge di contabilità e finanza pubblica). Nell'ambito delle operazioni di trasferimento dei crediti di cui al presente articolo, l'acquisto dei crediti dovrà avvenire in ogni caso a condizioni di mercato e, comunque, entro un prezzo non superiore al valore nominale del credito.

Art. 28

Adempimenti della Giunta in merito alla circolazione dei crediti fiscali

1. Entro 60 giorni dall'entrata in vigore del presente articolo, la Regione Emilia-Romagna disciplina con propria deliberazione le modalità di attuazione di quanto previsto nell'articolo 27.

2. La Giunta regionale, nei termini di cui al comma1, definisce i criteri e le modalità attuative finalizzate alla gestione della fase negoziale con i titolari dei crediti di cui al comma 2 dell'articolo 26. La fase negoziale con gli istituti di credito e intermediari finanziari è limitata a quelli che dichiarino di utilizzare i presidi ed il modello organizzativo previsti dal D. Igs. 231/2007 in materia di prevenzione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.»

(Respinto)

 

Emendamento 11 a firma dei consiglieri Bargi, Occhi

«L'art. 3 del presente progetto di legge viene così modificato:

Art. 3

Inserimento dell’articolo 8-ter nella legge regionale n. 2 del 2018

1. Dopo l'articolo 8- bis della legge regionale n. 2 del 2018 è inserito il seguente:

"Art. 8-ter Elenco dei locali di musica dal vivo

1. I criteri, le modalità e le procedure per l'approvazione, l'aggiornamento e la pubblicità dell'elenco dei locali di musica dal vivo di cui all'articolo 8-bis sono stabiliti dalla Giunta Regionale sentito il parere della commissione assembleare competente ".»

(Respinto)

 

Emendamento 12 a firma dell’assessore Calvano

«Nel progetto di legge, dopo l'articolo 25 del CAPO III è inserito il seguente:

"CAPO III bis

SANITA'

Art. 25-bis

Modifiche all'articolo 6 della legge regionale n. 9 del 2017

 

1. Dopo la lettera q-ter) del comma 1 dell'articolo 6 della legge regionale 1° giugno 2017, n. 9 (Fusione dell'Azienda Unità Sanitaria Locale di Reggio Emilia e dell'Azienda Ospedaliera 'Arcispedale Santa Maria Nuova'. Altre disposizioni di adeguamento degli assetti organizzativi in materia sanitaria) è aggiunta la seguente lettera:

"q-quater) Registro Regionale Protesi Mammarie (RRPM)."»

(Approvato)

 

Emendamento 13 a firma dei consiglieri Pompignoli, Facci, Marchetti Daniele

«Dopo l'articolo 8 è aggiunto il seguente:

"Art. 8 bis

Rifinanziamento Bando di cui alla DGR 1333/2021

 

1. La Regione Emilia-Romagna con propria deliberazione n. 1158 del 11.07.2022 adottava il documento programmatico contenente gli obiettivi e le scelte strategiche generali del Piano Aria Integrato regionale (PAIR 2030);

2. all'interno della suddetta deliberazione il quadro conoscitivo fornisce precise indicazioni sulle strategie da adottare per raggiungere gli obiettivi, considerata la complessità delle dinamiche dell'inquinamento da materiale particolato (PM) nella pianura padana, introducendo un Piano Straordinario della Regione Emilia-Romagna approvato seguito della procedura di infrazione in materia di qualità dell'aria , al fine di ridurre la frequenza degli episodi di inquinamento elevato, ma di breve durata, che determinano il superamento degli standard di qualità sul valore limite giornaliero del PMI 0

3. con delibera 1333/2021 veniva approvato il "Bando per la sostituzione di impianti inquinanti per il riscaldamento civile a biomassa destinato ai cittadini residenti nei Comuni della Regione Emilia-Romagna, delle zone di pianura (IT0892 pianura ovest, IT0893 pianura est e IT0890 agglomerato);

4. Per far fronte agli oneri di cui ai commi 2 e 3, sono disposte, nell'ambito della Missione 9 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente" Programma 8 "Qualità dell'aria e riduzione dell'inquinamento", le seguenti autorizzazioni di spesa:

esercizio 2024 euro 1.000.000,00;

5. La Giunta regionale stabilisce le modalità per la concessione e l’erogazione del contributo."»

(Ritirato)

 

Emendamento14 a firma dei consiglieri Marchetti Daniele, Bargi

«A recepimento dell'art.6 comma 6 del DECRETO LEGISLATIVO 26 ottobre 2010, n. 204 Attuazione della direttiva 2008/51/CE, che modifica la direttiva 91/477/CEE relativa al controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi. (1 OG0223) (GU Serie Generale n.288 del 10-12-2010);

dopo l'art. 6 del presente Progetto di Legge regionale, è inserito il seguente:

Art. 6 bis

Modifiche all'Art. 48 della Legge Regionale n. 8/1994

1. Dopo il comma 1 dell'articolo 48 (Esercizio venatorio) al Capo 11 Norme per I' esercizio venatorio, della Legge Regionale 15 febbraio 1994, n. 8 (Disposizioni per 1a protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell'attività venatoria) è inserito il seguente comma:

1 bis. Per armi da caccia di cui al comma 1 dell’articolo 13 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, s'intendono, tra i fucili ad anima rigata, le carabine con canna ad anima rigata a caricamento singolo manuale o a ripetizione semiautomatica, qualora siano in essi camerabili cartucce in calibro 5, 6 millimetri con bossolo a vuoto di altezza uguale o superiore a millimetri 40, nonché i fucili e le carabine ad anima rigata dalle medesime caratteristiche tecnico—funzionali che utilizzano cartucce di calibro superiore a millimetri 5, 6 (millimetri 6,5 per 1a caccia agli ungulati) , anche se il bossolo a vuoto è di altezza inferiore a millimetri 40.»

(Respinto)

 

Emendamento 15 a firma del consigliere Sabattini

«Nel Capo II "Territorio e Ambiente" del progetto di legge, al comma 1 dell'articolo 8 (Modifiche all'articolo 6 della legge regionale n. 32 del 1988) nella lettera b) sono aggiunte le parole "e la locuzione "la Giunta" è sostituita con la locuzione "la medesima Amministrazione".»

(Approvato)

 

Emendamento 16 a firma del consigliere Sabattini

«Nel Capo II "Territorio e Ambiente" del progetto di legge, al comma 1 dell'articolo 9 (Modifiche all'articolo 7 della legge regionale n. 32 del 1988) nella lettera d) sono aggiunte le parole "e la locuzione "la Giunta" è sostituita con la locuzione "la medesima Amministrazione".»

(Approvato)

 

Emendamento 17 a firma del consigliere Sabattini

«Nel Capo Il "Territorio e Ambiente" del progetto di legge, come licenziato dalla Commissione I, all' articolo 20 -che emenda l'articolo 34 della legge regionale n. 19 del 2012 la lettera b) del comma 1 è sostituita dalla seguente:

"b) nel comma 1, le parole "A fini di condivisione solidaristica sull'intero bacino di ambito dell'Emilia-Romagna dei danni economici e finanziari causati dagli eventi sismici del maggio 2012 subiti dal Servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani nell'area interessata dal sisma" sono sostituite dalle seguenti parole "A fini di condivisione solidaristica sull'intero bacino di ambito dell'Emilia-Romagna dei danni economici e finanziari causati dagli eventi calamitosi subiti dal Servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani nell'area interessata dalla calamità."»

(Approvato)

 

Emendamento 18 a firma del consigliere Sabattini

«Nel Capo II "Territorio e Ambiente" del progetto di legge, come licenziato dalla Commissione I, all' articolo 20 - che emenda l'articolo 34 della legge regionale n. 19 del 2012 - nella lettera e) del comma 1, le parole "3 bis. Nell'anno 2023 il fondo è destinato a dare copertura ai danni" sono sostituite dalle seguenti:

"3 bis. Nell'anno 2023 il fondo (alimentato dai Piani Economici Finanziari anno 2024) è destinato prioritariamente a dare copertura ai danni"»

(Approvato)

 

Emendamento 19 a firma del consigliere Sabattini

«Nel Capo Il "Territorio e Ambiente", al comma I dell'art. 19 prima delle parole "tutti i termini" sono aggiunte le seguenti:

"per i Comuni rientranti nel campo di applicazione dello stato di emergenza".»

(Approvato)

 

Emendamento 20 a firma della consigliera Castaldini

«Dopo il Capo II si aggiunge il seguente Capo Il Bis:

Capo II Bis

Programmazione e controllo delle Aziende Sanitarie

Art. 6 bis

Modifica all'articolo 7 "Bilancio preventivo economico annuale" della legge regionale 16 luglio 2018, n. 9 "NORME IN MATERIA Dl FINANZIAMENTO,

PROGRAMMAZIONE, CONTROLLO DELLE AZIENDE SANITARIE E GESTIONE SANITARIA ACCENTRATA."

1. Si sostituisce il comma 5 dell'articolo 7 della legge regionale sopraccitata, con il seguente:

"Il bilancio preventivo economico annuale della Gestione sanitaria accentrata è corredato, secondo quanto previsto dal comma 2, lettera e), da una relazione del Collegio regionale dei revisori dei conti, il quale esercita la funzione di terzo certificatore ai sensi della legge regionale 21 dicembre 2012, n. 18 (Istituzione, ai sensi dell'art. 14, co. 1, lett. e) del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 "Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo" - convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148 del Collegio regionale dei revisori dei conti, quale organo di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione dell'ente). Tale atto va redatto entro e non oltre il 31 dicembre dell'anno precedente a quello del bilancio preventivo, fatto salve eventuali deroghe di legge."

2. Si sostituisce il comma 9 dell'articolo 7 della legge regionale sopraccitata, con il seguente:

"La Giunta regionale valuta la congruità della programmazione aziendale rispetto a quella regionale e approva il bilancio preventivo economico delle Aziende sanitarie e della Gestione sanitaria accentrata entro novanta giorni dalla data di adozione E comunque non oltre il 31 marzo, disponendone la pubblicazione sul sito internet della Regione."»

(Respinto)

 

OGGETTO 6990

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". (72)

 

Emendamento 1 a firma della consigliera Piccinini

«Alle tabelle allegate alla Legge di Assestamento e prima variazione generale al bilancio

Al fine di promuovere interventi e manifestazioni sportive di interesse per la Regione nelle zone montane in attuazione della Legge regionale 17 del 1985, sono aumentate le risorse della Missione I Servizi istituzionali, generali e di gestione, Programma I Organi istituzionali per l'esercizio 2023 di euro 50.000,00 e di pari importo ridotte le risorse della Missione 20 Fondi e accantonamenti, Programma 1 Fondo di riserva.»

(Respinto)

 

Emendamento 2 a firma del consigliere Facci

«Al fine migliorare la recettività turistica dei territori montani e permettere una maggiore fruizione degli stessi da parte della cittadinanza sono aumentate le risorse della L.R 2/2004"LEGGE PER LA MONTAGNA" — Missione 9, "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente" Programma 7 "Sviluppo sostenibile territorio montano piccoli Comuni" per gli esercizi 2024 e 2025 di €. 250.000,00 da destinare alla ristrutturazione o manutenzione dei Rifugi di montagna e di pari importo ridotte le risorse impiegate per, Missione 19 "Relazioni Internazionali", Programma 2 "Cooperazione Territoriale" per gli anni 2024/2025.»

(Respinto)

 

Emendamento 3 a firma dei consiglieri Pompignoli, Facci, Marchetti Daniele

«Dopo l'articolo 8 è aggiunto il seguente:

"Art. 8 bis

Rifinanziamento Bando di cui alla DGR 1333/2021

1. La Regione Emilia-Romagna con propria deliberazione n. 1158 del 11.07.2022 adottava il documento programmatico contenente gli obiettivi e le scelte strategiche generali del Piano Aria Integrato regionale (PAIR 2030);

2. all'interno della suddetta deliberazione il quadro conoscitivo fornisce precise indicazioni sulle strategie da adottare per raggiungere gli obiettivi, considerata la complessità delle dinamiche dell'inquinamento da materiale particolato (PM) nella pianura padana, introducendo un Piano Straordinario della Regione Emilia- Romagna approvato seguito della procedura di infrazione in materia di qualità dell'aria , al fine di ridurre la frequenza degli episodi di inquinamento elevato, ma di breve durata, che determinano il superamento degli standard di qualità sul valore limite giornaliero del PMIO ;

3. con delibera 1333/2021 veniva approvato il "Bando per la sostituzione di impianti inquinanti per il riscaldamento civile a biomassa destinato ai cittadini residenti nei Comuni della Regione Emilia-Romagna, delle zone di pianura (IT0892 pianura ovest, IT0893 pianura est e IT0890 agglomerato);

4. per far fronte agli oneri di cui ai commi 2 e 3, sono disposte, nell'ambito della Missione 9 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente" Programma 8 "Qualità dell'aria e riduzione dell'inquinamento", le seguenti autorizzazioni di spesa:

esercizio 2024 euro 1.000.000,00;

5. La Giunta regionale stabilisce le modalità per la concessione e l'erogazione del contributo."»

(Respinto)

 

Emendamento 4 a firma della consigliera Castaldini

«Premesso che 

- si è previsto un incremento di 1 milione di euro sulla LR 41 (700.000 nel 2024 e 300.000 nel 2025), al fine di potenziare le risorse destinate a sostenere l'avvio delle nuove misure previste dalla nuova legge "Sviluppo dell'economia urbana e qualificazione e innovazione della rete commerciale e dei servizi. Abrogazione della legge regionale 10 dicembre 1997, n. 41";

- si reputa tale incremento insufficiente a supportare le misure di implementazione iniziale di quanto previsto dalla legge;

il sottoscritto consigliere propone di emendare, per la finalità sopraccitata, il Pdl 6990, Allegato IV, come segue:

- di ridurre per 300.000 euro e per l'esercizio 2023 la Missione 20 Fondi e accantonamenti - Programma 3 "Altri fondi"; 

- di incrementare per 300.000 euro per l'esercizio 2023 la Missione 14 Sviluppo economico e competitività - Programma 2 Commercio - reti distributive - tutela dei consumatori.»

(Respinto)

 

Emendamento 5 a firma della consigliera Castaldini

«Premesso che

- il centro di riferimento regionale della Rete di Allergologia e Malattie Respiratorie Infantili dell'Emilia-Romagna all'ospedale Sant'Orsola di Bologna che prima smaltiva 4,5 visite strutturate per la desensibilizzazione alla settimana, ora è passato a 0,5;

- sono diminuite del 20-30% le visite standard e sono in attesa 169 pazienti per i challenge;

- 42 bambini dall'Emilia-Romagna al momento sono seguiti dal Meyer di Firenze per sottoporsi alla desensibilizzazione controllata per le allergie gravi;

il sottoscritto consigliere propone di emendare, per la finalità sopraccitata, il Pdl 6990, Allegato IV, come segue:

- di ridurre per 150.000 euro e per l'esercizio 2023 la Missione 20 Fondi e accantonamenti - Programma 3 "Altri fondi";

- di incrementare per 150.000 euro per l'esercizio 2023 la Missione la Missione 13

Tutela della Salute — Programma 7 "Ulteriori spese in materia sanitaria".»

(Respinto)

 

Emendamento 6 a firma della consigliera Castaldini

«Premesso che

- l'alluvione che ha colpito la Romagna lo scorso maggio ha danneggiato in maniera grave diverse scuole sia statali che paritarie, che in alcuni casi rappresentano l'unico presidio educativo presente nei piccoli comuni;

- se non si procede in tempi rapidi al ripristino, non sarà possibile la riapertura a settembre e molte famiglie saranno costrette a doversi spostare nei servizi educativi dei comuni limitrofi;

- è evidentemente pertanto come sia necessario pensare a supportare il diritto allo studio anche degli alluni che si trovano a frequentare queste scuole ipotizzando ad un bando per sostenere e supportare tali istituti;

il sottoscritto consigliere propone di emendare, per la finalità sopraccitata, il Pdl 6990, Allegato IV, come segue:

- di ridurre per 100.000 euro e per l'esercizio 2023 la Missione 20 Fondi e accantonamenti - Programma 3 "Altri fondi"; di incrementare per 100.000 euro per l'esercizio 2023 la Missione 4 Istruzione e diritto allo studio — Programma 7 Diritto allo studio.»

(Respinto)

 

Emendamento 7 a firma della consigliera Castaldini

«Premesso che

- per il progetto "Al nido con la Regione" i fondi sono assegnati a tutti i 223 Comuni e loro Unioni dell'Emilia-Romagna sede di servizi educativi (pubblici e privati convenzionati) per la prima infanzia;

- i risultati dell'intervento sono stati importanti e vanno rafforzati con particolare attenzione ai territori montani;

il sottoscritto consigliere propone di emendare, per la finalità sopraccitata, il Pdl 6990, Allegato IV, come segue:

- di ridurre per 500.000 euro e per l'esercizio 2023 la Missione 20 Fondi e accantonamenti - Programma 3 "Altri fondi";

- di incrementare per 500.000 euro per l'esercizio 2023 la MISSIONE 12 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia Programma 1 Interventi per l'infanzia e i minori e per asili nido.»

(Respinto)

 

Emendamento 8 a firma della consigliera Castaldini

«Premesso che

- gli alunni disabili iscritti alle scuole pubbliche paritarie sono spesso costretti a contribuire ai costi dell'insegnante di sostegno;

- rispetto alle scuole dell'infanzia e della primaria, gli iscritti alla secondaria di primo e secondo livello non hanno a disposizione fondi nazionali e locali mirati a sanare questa disuguaglianza;

- gli alunni disabili iscritti alle paritarie nella Regione Emilia-Romagna nel 2022 erano solo 114 alunni nelle secondarie di primo grado e 84 nelle scuole di secondo grado;

il sottoscritto consigliere propone di emendare, per la finalità sopraccitata, il Pdl 6990, Allegato IV, come segue:

- di ridurre per 50.000 euro e per l'esercizio 2023 la Missione 20 Fondi e accantonamenti - Programma 3 "Altri fondi";

- di incrementare per 50.000 euro per l'esercizio 2023 la Missione 4 Istruzione e diritto allo studio — Programma 7 Diritto allo studio.»

(Respinto)

 

 

OGGETTO 7186

Ordine del giorno n. 4 collegato all'oggetto 6989 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". A firma dei Consiglieri: Bargi, Occhi

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Amico Federico Alessandro

«Il dispositivo di impegno della Giunta regionale è sostituito dal seguente:

"A coinvolgere la Commissione assembleare V per proporre un indirizzo condiviso da presentare al Governo affinché si riorganizzi il sistema di riscossione e ripartizione dei diritti d'autore in modo che non gravi sugli esercizi e sia semplificato, eventualmente con un soggetto unico."»

(Approvato)

 

OGGETTO 7188

Ordine del giorno n. 6 collegato all'oggetto 6989 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". A firma del Consigliere: Facci

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Sabattini Luca

«Nel dispositivo di impegno il seguente periodo è soppresso:

"e l'individuazione delle risorse finanziarie necessarie per la realizzazione degli investimenti strategici ivi previsti."»

(Approvato)

 

OGGETTO 7191

Ordine del giorno n. 9 collegato all'oggetto 6989 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". A firma del Consigliere: Pompignoli

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Pompignoli Massimiliano, Rontini, Montalti, Evangelisti, Cuoghi

«EMENDAMENTO CHE SOSTITUISCE INTEGRALMENTE L'ODG 6989/9

PREMESSO CHE

gli allagamenti, le frane e le fratture arginali provocate dall'alluvione del maggio scorso sul territorio regionale hanno provocato danni incalcolabili al patrimonio pubblico e a famiglie e imprese;

oltre alla tragedia umana ed abitativa, l'alluvione ci ha lasciato in eredità il dramma delle auto intrappolate nel fango e nell'acqua, divenute irrecuperabili. Si tratta di decine di migliaia di mezzi definitivamente compromessi per i quali molti contribuenti avevano già versato la tassa automobilistica di competenza della Regione;

stiamo parlando di risorse reali, già incassate da viale Aldo Moro, che secondo la normativa vigente il cittadino è tenuto a versare entro termini prestabiliti.

SOTTOLINEATO CHE

molti di questi cittadini, per motivi di lavoro ma anche di natura personale, si sono adoperati autonomamente per acquistare a proprie spese un mezzo sostitutivo, versando un ulteriore bollo, con ulteriore aggravio di spese; semplificando, ci sono persone che hanno pagato la tassa due volte nel giro di sei mesi, per due auto diverse e al tempo stesso necessarie.

IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

a valutare la possibilità di rimborsare ai proprietari delle auto alluvionate quanto già versato in materia di bollo auto per l'anno 2023 con conseguente demolizione del veicolo entro il termine previsto dalla DGR 973/2023.»

(Approvato)

 

OGGETTO 7201

Ordine del giorno n. 8 collegato all'oggetto 6990 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci, Pompignoli, Bargi, Occhi

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Sabattini Luca, Marchetti Daniele

«Il dispositivo di impegno è sostituito dal seguente:

"a rifinanziare il bando a valere sul 2023-2024 garantendo la possibilità ai cittadini che hanno già presentato domanda di partecipazione al precedente bando;"»

(Approvato)

 

OGGETTO 7203

Ordine del giorno n. 10 collegato all'oggetto 6990 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". A firma dei Consiglieri: Stragliati, Rancan

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Molinari Gian Luigi

«Il testo dell'ordine del giorno, fino al dispositivo di impegno è sostituito dal seguente:

"Premesso che:

- In data 3 ottobre 2020 si è registrato il crollo della campata centrale del Ponte Lenzino a causa del maltempo, viadotto sul fiume Trebbia che collegava il comune di Corte Brugnatella (Piacenza) a quello di Cerignale e situato per l'esattezza all'altezza del chilometro settantotto della Strada Statale 45, fortunatamente senza provocare vittime;

- il crollo del viadotto, avvenuto in località Rovaiola, ha determinato l'interruzione temporanea della Strada Statale 45 di Val Trebbia, consentendo però di utilizzare una strada alternativa percorribile seppur con un allungamento del percorso.

Considerato che:

- Il 12 ottobre 2020, la Giunta regionale (Delibera n.1324} ha approvato la destinazione, in favore dell'Unione Montana Valli Trebbia e Luretta, di un contributo, sulla base degli articoli 8, 9 e 10 della Legge regionale n. 1/2005 e ss.mm.ii., per la somma complessiva di 200.000 € (IVA ed oneri inclusi), per l'attuazione delle prime misure di assistenza e sostegno al tessuto socio-economico danneggiato dalla situazione determinatasi a seguito del crollo del Ponte Lenzino, contributo finalizzato alle misure necessarie per il rientro alle normali condizioni di vita;

- alcuni soggetti, cittadini e imprese, sono rimasti esclusi dai provvedimenti amministrativi aventi ad oggetto l'erogazione di risorse per il risarcimento dei danni subiti;”»

(Approvato)

 

LA PRESIDENTE

LA SEGRETARIA

Petitti

Montalti

 

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