Espandi Indice

228

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 27 SETTEMBRE 2023

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7380

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Misure urgenti a sostegno delle comunità e dei territori della Regione Emilia-Romagna colpiti dai recenti eventi emergenziali". (74)

(Continuazione discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

EVANGELISTI (FdI)

DALFIUME (PD)

OCCHI (Lega)

TAGLIAFERRI (FdI)

BONDAVALLI (BP)

MONTALTI (PD)

CASTALDINI (FI)

AMICO (ERCEP)

PICCININI (M5S)

FACCI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 10,36

 

PRESIDENTE (Petitti): Buongiorno.

Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 228 del 27 settembre 2023.

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Ha giustificato la propria assenza l’assessora Salomoni.

I consiglieri Fabbri e Paruolo hanno comunicato che si collegheranno da remoto, a norma dell’articolo 102-bis del Regolamento.

 

OGGETTO 7380

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Misure urgenti a sostegno delle comunità e dei territori della Regione Emilia-Romagna colpiti dai recenti eventi emergenziali”. (Delibera di Giunta n. 1510 dell’11 09 23) (74)

(Continuazione discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dall’oggetto 7380: progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: “Misure urgenti a sostegno delle comunità e dei territori della Regione Emilia-Romagna colpiti dai recenti eventi emergenziali”.

Ricordo che su questo oggetto insistono 18 proposte di emendamento: 4 a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi e Tagliaferri; 11 a firma dei consiglieri Liverani e Pompignoli; 2 a firma dell’assessore Calvano; 1 a firma della consigliera Rontini.

Insistono 5 proposte di ordine del giorno: 1 a firma dei consiglieri Piccinini e Amico; 1 a firma del consigliere Pompignoli; 1 a firma del consigliere Liverani; 1 a firma del consigliere Mastacchi; 1 a firma dei consiglieri Facci e Mastacchi.

Siamo arrivati alla fase della discussione generale e aveva chiesto di intervenire la consigliera Evangelisti. Prego, consigliera.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

La presentazione di questo progetto di legge, che abbiamo ascoltato ieri per bocca della relatrice di maggioranza e nelle parole anche del consigliere di minoranza, ci ha restituito una ricostruzione, una lettura dei fatti diversa rispetto alle conseguenze provocate dai fatti occorsi nel mese di maggio e in alcune zone del nostro Appennino. Era normale che ciò accadesse, che ci potessero essere due visioni diverse rispetto allo stesso problema, ed era normale perché, come è apparso, la finalità di questo progetto di legge non è solo e solamente cercare di ristorare coloro e/o quelle situazioni che hanno subìto danni e perdite, ma pare farne, invece, una sorta di manifesto quasi contro l’operato del Governo e della ministra, come è stata definita, Meloni, forse prima ministra pensando a ciò che accadrà.

Perché affermo questo? Perché in sede di Commissione proprio da questi banchi era stato chiesto di mantenerci in un terreno che potesse rimanere più scevro possibile da polemiche e tentativi di strumentalizzazione. Avevamo dato anche alcune indicazioni al riguardo, mentre ieri, nella fase di illustrazione e di relazione, prima ancora, appunto, di entrare nel merito del provvedimento, ci siamo sentiti chiedere conto dell’operato del Governo e del fatto che sia stato promesso il risarcimento danni al 100 per cento e conto anche dell’operato del generale Figliuolo: cosa stanno facendo? Speriamo che arrivino i soldi. È vero che i risarcimenti ci saranno e saranno al 100 per cento. Anche noi, come il relatore di minoranza Liverani, condividiamo che Giorgia Meloni ha una parola e una parola sola; da parte nostra non solo da oggi, ovviamente. Mentre invece il generale Figliuolo, che rappresenta lo Stato e che rappresenta anche il Governo, che cosa sta facendo lo ha dichiarato due giorni fa sulle cronache di stampa, lo ha dichiarato ieri a Forlì e lo ha dichiarato ancora oggi a mezzo stampa. Però siccome, come dice un detto, non c’è più sordo di chi non vuol sentire, magari proviamo a ripercorrere insieme.

Come ha detto l’assessore Taruffi, i numeri sono importanti, quindi sono importanti sempre non soltanto quando si parla di certi temi. Il Governo ha disposto uno stanziamento iniziale di circa 2 miliardi e 620 milioni, di cui un miliardo e 28 milioni di euro per il 2023, 750 milioni di euro per il 2024, 841 milioni di euro per il 2025. Sono stati poi aggiunti ulteriori 519 milioni, con un provvedimento ad hoc. Ha affermato lo stesso generale Figliuolo subito che il Governo, già dal 17 agosto, aveva messo a sua disposizione la cifra iniziale di 876 milioni per la contabilità speciale, da destinare ai circa 6.000 interventi di grande urgenza per mettere in sicurezza il territorio. A questi si aggiungeva la possibilità di attingere a oltre 600 milioni quale dotazione iniziale, per una prima tranche di indennizzi a famiglie e imprese. Ha affermato, a testimonianza di quanto stia facendo il generale Figliuolo, che prima ancora della sua nomina ufficiale ha voluto incontrare personalmente le Regioni, le Province, i sindaci, le parti sociali, i consorzi, proprio per prendere atto di quella che era la reale situazione sul territorio. Ha acquisito gli elenchi provvisori dei danni per ogni singola area alluvionata. Ha perimetrato, e lo ha fatto la struttura speciale del commissario, circa 6.000 casi di interventi urgenti. Sono stati resi disponibili 289 milioni per il 2023 e ha detto il commissario: stiamo per finanziare ulteriori interventi per la difesa idraulica e la rete viaria. Tra l’altro, si aspettano alcuni carteggi anche dalla Regione. Solo negli ultimi giorni sono stati erogati oltre 42 milioni di euro, di cui più di 37 milioni e 720.000 euro all’Agenzia regionale di sicurezza territoriale e Protezione civile della nostra Regione, l’Emilia-Romagna, e oltre 2.756.000 alla Provincia di Forlì-Cesena. Così ha rappresentato proprio ieri su quel territorio il commissario. Ha aggiunto: ho appena disposto il pagamento di oltre 1.300.000 euro per 26 interventi di massima urgenza. In favore di chi? Dell’Unione dei Comuni della Romagna forlivese, Unione Montana, del Comune di Budrio e dalla Provincia di Ravenna. Tutto a testimoniare soltanto concretezza.

Come sta procedendo il commissario? Procede per gli oneri per i lavori già svolti in urgenza. Lui ha detto, ha specificato: “Sono per la maggior parte lavori già conclusi, per i quali è necessario, giustamente, dare respiro agli operatori economici intervenuti nelle prime fasi ma anche ristorare i nostri Comuni che hanno pagato di tasca loro”. Mentre vengono portati a termine anche i cantieri aperti, in parallelo dice il commissario: “Ci dedichiamo ai lavori immediatamente necessari a mettere in sicurezza il territorio”. Si parla di una cifra di 1 miliardo e 133 milioni tra il 2023 e il 2024. Ancora sono state messe a terra risorse queste settimane per erogare pagamenti per le opere di somma urgenza, opere già eseguite o che devono essere ancora cantierizzate, però programmate. Si parla di 298 milioni di euro, di cui 43 sono stati erogati. Una notizia credo importante, perché è stato ricordato il tema diverse volte sia ieri in aula ma anche in Commissione, è l’aumento della dotazione finanziaria a disposizione della struttura commissariale, che passa da 120 milioni a 640 milioni ottenuti grazie al prelievo delle risorse non utilizzate per la cassa integrazione. Oggi apprendiamo dalle pagine di un quotidiano locale che sarà aumentata anche la dotazione dei tecnici e ammonteranno ad un numero di 250 tecnici.

Le procedure per la messa in sicurezza del territorio e per i ristori saranno semplificate. Lo hanno chiesto gli operatori economici, lo hanno chiesto ai nostri amministratori. In attesa appunto della quantificazione definitiva dei danni subiti, verrà comunque anticipata una somma alle imprese di 20.000 euro, a cui si aggiungeranno ulteriori 20.000 euro. È evidente che i tempi di risarcimento di questa alluvione non possono che essere quelli che hanno riguardato altre situazioni, come qualcuno strumentalmente cerca di indicare.

Rispetto alle alluvioni passate avremmo voluto chiedere al presidente Bonaccini se lo stesso potrebbe affermare altrettanto. A nostro avviso, no. È bene ricordare, infatti, che stanno arrivando soltanto adesso i risarcimenti per i danni accaduti nell’alluvione che cinque anni fa ha colpito il Ravennate. Vorrei ricordare che parliamo di un’area infinitamente più piccola di quella che ha colpito gli eventi alluvionali del marzo scorso. Occorre, quindi, essere consapevoli del fatto che di fronte ad un disastro così come è stato i tempi necessari sono questi e la macchina, l’apparato dello Stato e commissariale si sta muovendo molto velocemente. Questo giusto per ricondurre il disegno di legge che ci occupa nel giusto contesto, nel corretto contesto.

Venendo appunto al progetto di legge, questo progetto va più volte a ribadire che l’alluvione di maggio è conseguenza di eventi di carattere eccezionale. Lo abbiamo anticipato, lo riaffermiamo: su questa affermazione la Regione non ci trova d’accordo oggi e non ci trova d’accordo neanche poi, perché è evidente che siamo di fronte ad eventi che, in realtà, stanno diventando sempre più ordinari. È da questo presupposto che, a nostro avviso, occorre partire per poter strutturare degli interventi seri. È per noi, prima ancora che una questione di approccio politico, un approccio culturale e sociale. Se ci abituiamo a pensare di essere sempre di fronte ad un’emergenza e, quindi, a eventi imprevedibili e poco gestibili, conseguentemente anche gli interventi che metteremo in campo saranno inficiati da questo pensiero, che per noi è pregiudizievole, si navigherà a vista pensando, appunto, di poter fare quello che si può. Invece, sappiamo benissimo che in questi decenni, nonostante i continui allarmi, le continue segnalazioni, il tema della manutenzione degli alvei, degli argini, della prevenzione del dissesto idrogeologico è sempre stato sottovalutato. E lo vogliamo dire, anche se qualcuno poi si irrita, da chi è stato sottovalutato. A nostro avviso anche da questa Regione e da chi la governa, perché una cosa è quello che abbiamo ritrovato anche negli scritti della Regione, negli atti, una cosa è quello che poi abbiamo visto e trovato sul territorio. Mi riferisco, in particolare, alle linee guida regionali per la programmazione, la manutenzione e la gestione della vegetazione dei boschi ripariali ai fini idraulici. Un conto quello che abbiamo letto, un conto rispetto ai fiumi e agli argini quello che abbiamo trovato.

Avrei voluto dire al presidente Bonaccini, lo dico a chi ci ascolta, mi ascolta, ascolta questo Gruppo per lui, che una parte del Partito Democratico Elly Schlein l’ha sentita sicuramente arrivare, tutti noi – credo di poter parlare a nome dell’opposizione – non l’abbiamo proprio vista nella sua veste di assessore per il Patto per il clima e di tutte le altre deleghe, infarcite di tanti ragionamenti, anche circolari, ma che nulla hanno attuato per la sicurezza dei nostri territori.

Se l’evento è di carattere eccezionale, noi riteniamo che possano esondare quattro o cinque fiumi, non 23. Soprattutto non possono esondare gli stessi fiumi negli stessi punti in cui sono esondati nel 2019, e questo dimostra che qualcosa non ha funzionato a monte a livello di manutenzione, di prevenzione e su tali aspetti occorre sicuramente fare chiarezza in tutte le sedi possibili. “Non accettiamo una narrazione secondo cui l’alluvione è colpa di un destino cinico e baro e i partiti che governano questa Regione non possono autoassolversi dalle proprie responsabilità”. Non lo abbiamo affermato noi, non sono frasi nostre, presidente. Sono le frasi rilasciate da Rifondazione Comunista il 24 maggio a Bologna, in costanza di un loro evento. Anche loro lo hanno affermato.

Noi riteniamo che, quando c’è un’alluvione, ogni pioggia sia un evento eccezionale e questo è stato affermato anche da qualcuno dei relatori presenti all’interessantissimo convegno organizzato dalla consigliera Zamboni, a cui ero presente, e credo anche la stessa non possa disconoscerlo, ma riteniamo, appunto, che il ruolo dei governanti di maggioranza e di opposizione sia proprio quello di gestire i fenomeni naturali per ridurre al massimo la portata dei danni e, a nostro avviso, è quello che è mancato.

Per quanto riguarda questo progetto di legge, lo ribadisco, a noi sembra, appunto, che si stia ragionando di somme non troppo consistenti e lo dico anche rapportandole a quelle ad oggi messe in campo dal Governo, nonostante, appunto, sia già stata redarguita dalla relatrice di maggioranza. Noi lo affermiamo con convinzione. La Regione autorizza la spesa di 1 milione di euro per il rimborso della tassa automobilistica ai cittadini che hanno avuto un veicolo danneggiato. Indica una serie di adempimenti, secondo noi, non semplicissimi e ad una scadenza ravvicinata. Su questo aspetto abbiamo presentato tre emendamenti per circoscrivere la casistica.

Per quanto riguarda i cosiddetti contributi straordinari, parliamo di somme da suddividersi tra Comuni colpiti, che poi dovranno essere ridistribuiti tra imprese e soggetti privati. Vorremmo sapere, ce lo chiediamo, come la Giunta farà nell’ambito di questa ridistribuzione, visto che è solo in capo alla Giunta questa competenza e ci sarebbe piaciuto poter essere chiamati a confrontarci anche su questo aspetto. Sentiti poi i comitati nella interessante udienza conoscitiva di venerdì scorso, abbiamo avuto la conferma di come le donazioni dovrebbero essere, ad avviso di coloro che rappresentano molti dei donanti, destinate solo a persone e imprese, lasciando da parte gli immobili appartenenti ad enti pubblici destinati, come è stato ribadito, già oggetto di finanziamento ad hoc ed evitando così alcuni problemi forse di aspetto giuridico. Anche su questo articolo abbiamo proposto un emendamento soppressivo.

Per quanto riguarda invece le altre situazioni emergenziali, bene parlare del granchio blu. Siamo in questo caso in presenza di contributi, certamente in questo caso non pochi, distribuiti però senza nessun intervento strutturale. A nostro avviso, è bene sicuramente intervenire tempestivamente, però per evitare quanto accaduto, anche in ordine ad altre tipologie di specie animali, riteniamo che bisogna provvedere anche agendo all’origine del problema. Voglio dare atto, e poi chiudo, della comunicazione di ieri della sospensione della giornata di sciopero che era prevista per oggi nella Provincia di Ferrara, davanti al presidio di Ferrara. Stante infatti l’apprezzamento per le misure poste in essere dal Governo, volte al contenimento della specie a seguito del tavolo dell’emergenza granchio, che si è tenuto proprio ieri sia alla presenza del ministro che del senatore De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura, che sta seguendo i lavori di conversione del decreto Asset e che riguarda appunto i primi stanziamenti del granchio, le cooperative hanno deciso di sospendere per il momento lo sciopero indetto oggi.

Si parla di alcuni provvedimenti che credo possano essere recepiti anche con favore dalla nostra Regione. Si parla di pesca in aree normalmente non battute, anche al fine di contenere l’espansione di questa specie. 2,9 milioni stanziati ad agosto e nuove risorse per risarcire il seme delle vongole che è stato appunto divorato da questi granchi. Si sta verificando la possibilità della pesca a stralcio nelle tre miglia. L’applicazione ai pescatori del decreto legislativo 102 del 2004 per farli diventare agricoltori del mare. Infine, si attende un incontro con ABI per valutare questioni sulle rate dei mutui. Crediamo che unitamente agli interventi della Regione Emilia-Romagna, si stia andando nella giusta direzione.

Concludo, presidente, perché ulteriori contributi saranno poi offerti dai colleghi del Gruppo che pure hanno proposto e sottoscritto gli emendamenti. È per noi del tutto evidente che il riscontro positivo o negativo rispetto ai nostri emendamenti e a quelli presentati anche dai colleghi dell’opposizione, saranno per noi oggetto di valutazione rispetto al voto finale del progetto di legge. Ci riserviamo ulteriori considerazioni in fase di dichiarazione di voto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Consigliera Dalfiume, prego.

 

DALFIUME: Grazie, presidente.

Diciamo che sono all’esordio in quest’aula, dopo alcuni mesi che partecipo silente, però ascolto molto e spero di avere ascoltato con sufficiente attenzione anche le tante cose che sono state dette in questi mesi proprio sul tema dell’alluvione e delle frane, visto che sono due fenomeni connessi.

Io, a costo forse anche di ripetere delle cose che sono state già dette, ci tengo però a ripartire da una premessa. La premessa è che l’alluvione in Emilia-Romagna del 2023 è stata considerata, in termini di perdite economiche, la terza catastrofe naturale a livello mondiale solo per quanto riguarda i primi sei mesi del 2023.

Questa però è solo l’ultima catastrofe di portata così elevata, perché, senza andare troppo indietro negli anni, nel 2021 in Europa si sono verificate alluvioni, che hanno causato solo in Germania, nel mese di luglio 2021, 184 vittime, in Belgio 37 vittime e 1 vittima in Italia.

Nel 2022, il database che registra i disastri nel mondo ha contato 387 tra pericoli naturali e calamità, che hanno provocato la morte di oltre 30.000 persone e ne hanno colpito in tutto il mondo 185 milioni. Il paragone tra questi eventi del 2022 e gli anni precedenti indica un trend in aumento di questi eventi. Solo l’anno precedente se ne contarono 370 e comunque il bilancio delle oltre 30.000 vittime del 2022 è stato tre volte superiore rispetto al 2021.

A determinare questo incremento così elevato ci furono alcuni dei disastri più violenti degli ultimi decenni, come il terremoto di Haiti nel 2010, che lasciò senza vita 222.000 persone. Sappiamo che i terremoti (almeno finora non è dimostrato il contrario) non sono provocati dai cambiamenti climatici, mentre le ondate di calore e gli eventi alluvionali lo sono.

Nel 2022, come ho già detto, a proposito di eventi estremi, oltre alle alluvioni si sono registrate le ondate di calore, ondate di calore in Europa che hanno raggiunto i 47 gradi. Le principali vittime di queste ondate di calore sono state gli anziani. In Europa sono state stimate oltre 16.000 morti per l’eccesso di calore.

Nel 2023 gli eventi alluvionali non hanno interessato solamente l’Italia e in specifico l’Emilia-Romagna, ma ci sono state emergenze alluvionali anche in Slovenia e in Austria, mentre sull’altro versante, in Spagna, si sono avuti incendi provocati dalla siccità e dagli eccessi di calore. Proprio in ragione dell’eccezionalità degli eventi delle alluvioni delle Marche avvenute a settembre 2022, è di pochi giorni fa la decisione dell’Unione europea di destinare 20,9 milioni di aiuti all’Italia per l’alluvione delle Marche, appunto, del settembre dello scorso anno. Complessivamente l’Unione europea ha destinato un pacchetto molto ampio di risorse, pari a 454,8 milioni di euro, di aiuti stanziati per la Romania per i danni causati da catastrofi naturali, per la Turchia 400 milioni in relazione ai terremoti di febbraio 2023.

Il secondo punto che mi preme toccare riguarda proprio il tema della correlazione tra questi eventi estremi, che non sono eccezionali, sono estremi, che è un’altra roba, e il cambiamento climatico. Che cosa c’entra il cambiamento climatico con questi fatti? Tutte le inondazioni degli ultimi anni sono accadute sempre dopo insolite ondate di caldo in tutta Europa e gli scienziati credono che il cambiamento climatico porti con sé un aumento dei fenomeni atmosferici estremi, soprattutto in termini di alluvioni, eventi atmosferici che si registrano già da prima di queste alluvioni. Le piogge sarebbero più consistenti in virtù del fatto che l’incremento della temperatura globale causerebbe una maggiore evaporazione di acqua marina e, quindi, più acqua in atmosfera. Come vedete, uso il condizionale: sembrerebbe, causerebbe. Io non ho delle certezze assolute, al contrario di altre persone che ho ascoltato in quest’aula, però mi fido della scienza. Antonio Navarra, un climatologo dell’Università di Bologna e presidente del Centro Euromediterraneo sui cambiamenti climatici, ha riferito che c’è una correlazione nettamente positiva tra le emissioni di CO2 nell’atmosfera, l’intensità delle piogge, la siccità, le ondate di caldo. Quindi, che si tratti di eventi estremi e che siano correlati ai cambiamenti climatici lo dicono gli scienziati. Appunto, che si tratti di eventi estremi ce lo dice la scienza e anche che ci sia una correlazione coi cambiamenti climatici.

Che ci siano anche delle concause negli effetti di quello che abbiamo vissuto in Emilia-Romagna in questi ultimi mesi e nei danni prodotti dagli eventi estremi, invece, ce lo dice la realtà. Cosa voglio dire con questo? Che contrastare il cambiamento climatico non può essere compito di un’area geografica, di una Regione o di un singolo Stato, però ciascuno di noi, anche come singole persone, effettivamente possiamo fare qualcosa per ridurre le emissioni di CO2, a partire dai nostri stili di vita e dai nostri stili di consumo.

Quindi, così come ci sono concause negli effetti di questi eventi, anche le soluzioni non possono essere una e una soltanto. Ultimamente sento parlare in maniera insistente e legittima, peraltro non ho nulla in contrario su questo, della necessità di mantenere puliti gli alvei, purché con pulizia degli alvei intendiamo la rimozione dei rami e dei tronchi secchi, quindi delle cose morte, e non l’eradicazione di ogni forma vegetale presente all’interno degli alvei, perché altrimenti facciamo un cattivo servizio ai nostri fiumi perché la totale assenza di vegetazione comporta un maggiore rischio di erosione degli argini.

Arrivo a casa nostra e alle cose che conosciamo meglio. Con la quantità di acqua caduta a distanza di un paio di settimane in Romagna, sappiamo anche, ce l’ha detto chi ha fatto questi calcoli, che nemmeno le casse di espansione ci avrebbero salvato dall’alluvione. Forse avrebbero potuto attutire i danni. Dobbiamo anche considerare che, a differenza dell’Emilia-Romagna, le caratteristiche geomorfologiche dei nostri terreni e dei nostri fiumi non consentono di fare, con le stesse modalità, lo stesso tipo di casse di espansione. Peraltro, molti dei nostri fiumi, anche questo è abbastanza noto e non è una cosa che è successa negli ultimi vent’anni ma è successa nel secolo scorso, i nostri fiumi sono pensili, cioè il piano degli alvei è superiore al piano dei terreni circostanti. Questo, ovviamente, in caso di accumulo di molti metri cubi di acqua, crea non poche difficoltà.

Le alluvioni e le frane, è importante tenere insieme queste due parole. Chi di noi ha avuto la possibilità di andare a vedere in loco sulle nostre colline, a Brisighella, a Casola, parlo delle aree che ho visitato della mia Provincia, ha potuto meglio comprendere come l’effetto delle frane avvenute in collina abbia amplificato l’effetto delle piogge cadute, quindi l’effetto delle alluvioni che si sono riversate in acqua. Queste alluvioni e queste frane sono state causate dalla crisi climatica ma amplificate in un territorio, parlo della collina anche per le sue caratteristiche geomorfologiche, molto interessante da questo punto di vista il contributo dei geologi e non solo dei meteorologi, una parte delle nostre montagne, delle nostre colline è appunto collassata a valle.

Il quadro è complesso. Abbiamo detto che ci sono anche delle concause.

Il cambiamento climatico non lo possiamo contrastare da soli, possiamo adattarci a questi cambiamenti climatici così come ci siamo adattati adottando le opportune contromisure al fatto che l’Italia è un Paese sismico. Siamo soggetti ai terremoti e quindi nel corso degli ultimi decenni, a partire dalla fine degli anni Settanta, abbiamo introdotto delle normative antisismiche molto stringenti e questo può salvare delle vite.

Apro e chiudo velocemente una parentesi. Tra le ultime dichiarazioni che ho sentito negli ultimi giorni a proposito di un eventuale mini-condono per sanare i piccoli abusi edilizi, qualche rappresentante, non ricordo bene di quale forza politica, ha affermato che in fondo aprire una finestra in più sarebbe considerato un piccolo abuso. Peccato che le aperture e le chiusure modificano la staticità di un edificio. Quindi, di fronte a queste affermazioni, oltre al fatto che per principio io non sarei d’accordo con altri condoni, mi sembrano affermazioni prese con una certa leggerezza.

Come dicevo, anche per quanto riguarda gli eventuali rischi di alluvione noi dovremo riadattare i piani del rischio nei nostri territori, piani del rischio che in alcuni casi sono molto concentrati sull’evacuazione in caso di scosse sismiche, ma i punti di raccolta spesso non sono adeguati in caso di alluvione, quindi ci sono tante cose da fare a livello non solo strutturale, ma anche di organizzazione delle attività “in caso di”. Per adattarci agli effetti della crisi climatica, sarà necessario combinare sempre meglio l’ingegneria con l’ecologia, una cosa senza l’altra probabilmente non sarà sufficiente, e dovremo ragionare seriamente sul fatto che i fiumi debbono avere più spazio intorno. Nel secolo scorso, non solamente gli argini sono stati ristretti, ma sono anche stati risagomati, dove i fiumi facevano anse (l’ansa è quel serpente che ci fanno fare in aeroporto o in altri luoghi, quando c’è una fila di persone molto lunga, per distribuire meglio nello spazio delle quantità di persone, in questo caso di acqua). Restringere gli alvei e ridurne il tragitto, perché si sono eliminate le anse, è storia antica, ma in questo momento non ci fa più comodo. All’epoca servì per recuperare terreno all’agricoltura, oggi quel terreno forse andrebbe restituito agli alvei del fiume. Ai territori servirà la pianificazione di una nuova normalità e le aree colpite non andranno semplicemente ricostruite, ma ripensate, riprogettate. Ci sarà quindi molto da lavorare per l’Assemblea legislativa, e credo che su questo ci si dovrà confrontare veramente a fondo per uscire dagli slogan.

Arrivando al punto di oggi, non ho molto da aggiungere a quello che è stato già ampiamente illustrato anche ieri dalla relatrice Rontini, che ringrazio per l’impegno che in tutti questi mesi ha messo per seguire questo argomento. Stiamo parlando di un progetto di legge per utilizzare al meglio le risorse delle donazioni “Un aiuto per l’Emilia-Romagna”. Credo che sia chiaro che le risorse raccolte attraverso le donazioni, per le quali dobbiamo ringraziare di cuore tutte le persone, tutti coloro che hanno contribuito, fossero singole persone, imprese o associazioni, così come vanno ringraziate tutte le associazioni di volontariato che sono arrivate dalle altre regioni, i volontari, che a mani nude hanno dato una mano nei primi momenti, io vorrei sottolineare, però, che senza il coordinamento e il lavoro dell’Agenzia di protezione civile dell’Emilia-Romagna il lavoro volontario da solo non sarebbe arrivato ai risultati di primo soccorso che abbiamo visto nei nostri territori.

In ogni caso queste donazioni, per quanto preziose, io ribadisco con forza che non possono sostituire gli stanziamenti che devono arrivare, le risorse vere che devono arrivare dallo Stato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, chiedo un po’ più di silenzio in aula, per favore, sennò non si sentono gli interventi.

Prego.

 

DALFIUME: Le donazioni e la buona volontà delle persone, singole o associate in associazioni, possono dare un grande aiuto, ma qui ci vuole un aiuto strutturale per quanto riguarda gli indennizzi e la ricostruzione. Per questo motivo – credo che questo sia ampiamente condiviso in Assemblea – questi 47 milioni spendibili potranno andare a risarcire danni per piccole cifre, per poter andare a beneficio di un maggior numero possibile di persone e di soggetti che ne abbiano diritto, e per tipologie di danno che finora, anche per eventi precedenti, non sono mai state oggetto di risarcimento. Mi riferisco, in particolare, ai danni subiti dai veicoli, che sono stati molto più numerosi rispetto, ad esempio, ai casi di terremoto, perché se la macchina non rimane sotto un mucchio di macerie si salva, mentre con il fango sappiamo che molte sono state colpite molto di più.

Per questa ragione, proprio perché stiamo parlando di briciole rispetto ai danni complessivamente subiti dalle nostre comunità, noi abbiamo il dovere morale di farlo in maniera tempestiva, assumendoci tutte le responsabilità che nessun comitato, per quanto di buona volontà e per quanto legittimamente costituito, potrà mai assumersi, per quanto – lo ripeto – i comitati siano legittimamente autorizzati a esprimere le proprie valutazioni, cosa che, peraltro, abbiamo fatto venerdì scorso in Commissione. Credo che quell’audizione sia stata molto apprezzata sia da parte dei comitati che da parte dei sindaci e credo che abbiamo potuto raccogliere, nei limiti di quello che era possibile, anche le sollecitazioni che sono arrivate poi all’interno dell’Assemblea legislativa.

Chiudo dicendo che adesso tocca a noi, a noi che abbiamo accettato di far parte di questa Assemblea legislativa, di questa Regione. Dobbiamo assumerci fino in fondo l’onere e l’onore di decidere, di farlo bene e in fretta per le nostre comunità.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Dalfiume.

Consigliera Costi, prego.

 

COSTI: Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, però, scusatemi, chiedo un po’ di silenzio in aula quando si interviene, per piacere. Grazie.

 

COSTI: Intanto grazie, presidente. Grazie ai due relatori di maggioranza e di minoranza e grazie alla Giunta per la proposta che è stata portata in quest’aula.

Io mi sento di intervenire perché non vi nascondo che dai fatti di maggio sto seguendo con molta apprensione, e devo dire a volte anche con molto dolore, quanto sta succedendo in quei territori che sono certamente i territori alluvionati ma sono anche i territori dell’Appennino.

Lo dico da persona che ha vissuto nel 2012 un’altra catastrofe, che è stata il sisma, che gradirei non confrontassimo per gravità ma è stata un’altra catastrofe, e l’ho vissuta chiaramente anche da consigliere regionale, quindi con un ruolo importante all’interno di questa Assemblea, da presidente dell’Assemblea e anche da assessore alla ricostruzione.

Parto da un dato. Io credo che sia veramente meritevole che il presidente e la Giunta abbiano, dopo tanto tempo che è successo questo evento e in mancanza di altre azioni, abbiano deciso di produrre e di predisporre un progetto di legge per l’utilizzo delle risorse e delle donazioni.

Voglio ringraziare anche il presidente della Commissione III, e anche tutti i consiglieri della Commissione III, perché credo che sia stato molto importante aprire il confronto con un’audizione aperta con tutti i soggetti, compreso i comitati dei cittadini che rappresentano certamente una parte di coloro che stanno soffrendo maggiormente rispetto a questo disastro.

Ci tengo a fare alcune riflessioni, che mi permetto di sottoporre a quest’aula, perché credo che la responsabilità della ripresa e del ripristino delle condizioni normali di vita e di lavoro di questi territori riguardi tutta l’aula, ma credo anche che occorra probabilmente ribadire alcune cose e su queste possibilmente provare a trovare anche una maggiore sintonia rispetto a quello che continuo a sentire su questa vicenda. Parto da un dato: il Governo è il Governo della Repubblica italiana, nel momento in cui giura davanti al presidente della Repubblica rappresenta la Repubblica e chiaramente giura riguardo al rispetto della Costituzione. Questo è successo oggi ed è sempre successo anche nel passato.

In eventi di questa gravità non esiste che non ci sia un’azione veloce ed immediata da parte del Governo nazionale. I 9 miliardi sono stati certificati, 9 miliardi di danni tra opere pubbliche e chiaramente privati cittadini ed imprese, e, nel momento in cui sono stati certificati, possiamo anche girarci intorno, possiamo dire quello che vogliamo, ma 9 miliardi hanno la solidarietà nazionale, come è sempre successo in tutte le grandi catastrofi (non voglio citare quella del 2012, ma cito quella dell’epoca Berlusconi, quando successe il grave sisma de L’Aquila). Il tema di intervenire quindi in modo urgente ed immediato è un dovere del Governo, ed è un dovere di tutti i rappresentanti di una Regione che siedono all’interno di un’Assemblea sostenere che questo è un diritto dei cittadini e delle imprese di questi territori.

Questo è il tema. Possiamo girarla e fare tutto quello che vogliamo, però ad oggi le risorse, anche per la parte pubblica, ma in modo particolare per i risarcimenti a cittadini ed imprese non ci sono, soprattutto non c’è la certezza che questi arrivino. Allora, io credo che il primo elemento da stabilire sia questo, è stata fatta una proposta – credo responsabilissima – da parte del presidente, anche perché, se vogliamo fare qualche paragone dal punto di vista degli interventi, il 6 giugno 2012 – il 6 giugno, il 29 c’è stata la seconda scossa – il decreto n. 74 del Governo – anche qua, non è che fosse il Governo, come si dice, amico o nemico, era il Governo della Repubblica italiana – ha stabilito regole, criteri, strumenti e meccanismi. Un mese dopo, quindi a luglio 2012, è stato fatto il decreto dove sono stati stanziati 6 miliardi per imprese e cittadini. Un mese! Un mese! Per un territorio che, comunque, contava dal punto di vista imprenditoriale il 2,5 per cento del PIL, con molte multinazionali.

Poi, certo che l’esigibilità delle risorse ha fatto parte di un processo più complesso, più lungo, tutto quello che volete, ma oggi ha ricostruito e rappresentiamo il 2,8 per cento del PIL in quell’area, quindi vorrà dire che l’efficacia delle norme che sono state messe in campo è tutta dimostrata. Non è da dimostrare, è tutta dimostrata. Credo, allora, che la prima cosa da fare sia quella di provare assieme a sostenere una richiesta, che oltretutto è stata fatta con una profonda responsabilità, perché il credito d’imposta per la parte che riguarda i cittadini e le imprese è un meccanismo che spalma nel tempo le ricadute sul bilancio dello Stato, come nel 2012. Infatti, il 2012 vorrei ricordare che non fu un momento di grande felicità della finanza pubblica. Eravamo sotto attacco da tutti i punti di vista. Oggi non siamo messi benissimo, perché la nota di aggiornamento al DEFR credo che ci dia un quadro, anche questa volta, non tranquillizzante, ma io credo che oggi esistano gli strumenti. Allora sono io che chiedo, a nome di quei cittadini e quelle imprese, perché il Governo non procede con questa norma e non permette immediatamente di prevedere i 4 miliardi in bilancio con il meccanismo del credito d’imposta per i cittadini e le imprese. Lo chiedo io. Non che noi oggi siamo sul banco degli imputati rispetto ai 47 milioni, che su 9 miliardi di danni rappresentano un passo molto importante, grazie alla solidarietà dei cittadini, ma che non risolvono i problemi di quei cittadini e di quelle imprese.

In questo periodo abbiamo parlato, quando parliamo di sanità, del famoso tema del payback sanitario. Se i tempi nel 2012 fossero stati questi, noi non ne parleremmo, perché il distretto biomedicale – scusate anche la foga, però, permettetemi, io rivivo delle esperienze che ho vissuto sulla mia pelle – oggi probabilmente non ci sarebbe e, quindi, non avremmo il problema di discutere il tema del payback per la parte emiliana, poi altre Regioni hanno chiaramente degli altri pezzi. Allora, proviamo a focalizzarci su questo. Bene, il commissario Figliuolo è il commissario, a me va bene, io ho un’altra idea ma non sto neanche a discutere. Ma ragazzi, per fare una ricostruzione occorrono delle regole, occorrono dei criteri, occorrono degli strumenti speciali e occorre del personale. Occorre del personale per i Comuni e anche per la struttura. Benissimo. Si parla di semplificare. La semplificazione può avvenire solo a livello nazionale, con delle norme speciali che vengono date chiaramente al commissario Figliuolo e vengono trasferite.

Termino su un altro tema, che è quello di quanto è successo. Io credo che su questo sia passata una narrazione, scusatemi, anche qua molto di parte e probabilmente poco attenta a ciò che viene riferito dagli organismi scientifici. Adesso non sto parlando delle assicurazioni, sto parlando degli organismi scientifici. Quello che è accaduto è un evento eccezionale. Per cui, una serie di temi che sono stati posti io li condivido. Certo che le manutenzioni ordinarie e straordinarie devono essere fatte e probabilmente dobbiamo migliorare anche noi, nessuno dice questo e non l’abbiamo mai detto, ma dire che quanto è accaduto è responsabilità del governo di questa Regione, è una falsità. È una falsità dimostrata da quanto tutti coloro che sono intervenuti, ripeto, in campo scientifico, stanno dimostrando. Dopodiché, possiamo stare contenti e tranquilli? No. No, questo è un problema, come diceva prima anche la collega Dalfiume, che va preso seriamente, perché i cambiamenti climatici che in tanti hanno negato, sono tra noi e stanno creando dei problemi. Li hanno creati in Veneto. Li hanno creati in Liguria. Li hanno creato in tutto il Paese.

È chiaro, pertanto, che anche noi abbiamo bisogno di affrontare in modo nuovo il tema della ricostruzione. Vale per l’alluvione ma vale anche e soprattutto per l’Appennino dove il problema si pone in un modo ancora diverso, ci si dimentica, ma ancora diverso. Perché gli Appennini sono una formazione molto recente della terra, quindi alcune frane possono essere conosciute ma altre sono frutto di eventi naturali. Certo che anche su questo abbiamo bisogno di lavorare e abbiamo bisogno anche qua di essere supportati anche dal Governo nazionale, ma non in una logica di contrapposizione, in una logica di collaborazione, come in collaborazione deve essere fatta qualsiasi operazione che viene fatta sui territori, nel rispetto dei cittadini, dei sindaci e degli amministratori che vengono eletti e di tutte le forze che operano in questo territorio.

Termino, e scusate la foga, ma io mi sento parte integrante di questa Assemblea, responsabile di quanto sta succedendo in questo territorio, quindi io credo che l’operazione che è stata fatta... E ringrazio chi si è impegnato, tutti, anche le critiche che arrivano per questa legge, che credo sia importante, debba entrare in funzione il prima possibile, la Giunta debba tenere presente quanto è uscito, perché una parte è stata demandata alla Giunta, però io chiedo un’assunzione di responsabilità a questa Assemblea rispetto al Governo, non perché è di Destra o di Sinistra, ma perché è il Governo che rappresenta i cittadini anche dell’Emilia-Romagna, che viene comunque definita la locomotiva d’Italia.

Il credito di imposta e avere le risorse che oggi non sono state impegnate immediatamente rispetto alla parte delle opere pubbliche è un dovere che noi dobbiamo a quei cittadini e a quegli imprenditori. A me – ripeto – non interessa se il Governo è di una parte o di un’altra, le battaglie che sono state fatte dal 2012 in avanti non hanno mai guardato in faccia, da parte di questa Giunta e di questa Assemblea, il colore politico del Governo, perché il Governo Meloni è il Governo della Repubblica italiana e compete al Governo Meloni stanziare le risorse e dare gli strumenti perché quel pezzo di territorio emiliano-romagnolo rinasca subito, ieri. Quattro mesi sono già un ritardo molto, molto delicato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Costi.

Continuiamo il dibattito generale. Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Questo è un progetto di legge sulla carta semplice (sono pochi articoli), importante per le risorse che verranno distribuite. Anch’io torno su quello che hanno detto i miei colleghi, ovvero distribuite come? Noi diamo un impegno in bianco alla Giunta di decidere come destinare questi fondi, però si danno già delle prime indicazioni, proprio perché, come qualche collega anche della maggioranza sosteneva, c’è una massima urgenza di arrivare ai cittadini, non comprendiamo perché ci debbano essere all’interno di queste categorie anche degli enti pubblici in cui si parla di impianti sportivi che potranno essere finanziati, la loro costruzione o la loro rimessa a sistema, con risorse del Governo e risorse che arriveranno insieme alle altre. Questo è il primo punto.

Secondo punto. Mi fa piacere che la collega Palma Costi ritenga che con altri Governi sarebbe già arrivata una pioggia di miliardi sul nostro territorio. Il problema è che questi 9 miliardi, che – lo sappiamo bene – riguardano tutto il danno ancora stimabile ad oggi, la cifra potrebbe anche cambiare sicuramente, è un importo – non so se lo comprendiamo – che ha lo stesso ordine di grandezza del bilancio della nostra Regione, come ordine di grandezza. E in quattro mesi siamo già in forte ritardo? Quindi, tutte le altre catastrofi che il nostro Paese subisce da tanti anni, e poi vedremo anche perché, in quattro mesi risorse di questo tipo in altri casi sarebbero già arrivate o nel passato sono arrivate. Ripeto, è un ordine di grandezza che è quello del nostro bilancio. Stiamo parlando di miliardi, quasi di una decina di miliardi di euro. Si parla di finanziarie.

Mi ha fatto piacere che sempre la collega Costi abbia ammesso, quindi, che nel 2012 eravamo sotto attacco. Nel 2012 e nel 2011 eravamo sotto attacco. Da chi, quindi? Potenze straniere? Perché in questo momento non siamo sotto attacco? Perché il nostro bilancio non è sotto osservazione da parte di potenze straniere, che dovrebbero essere nostri alleati, ma alla fine non lo sono perché abbiamo solo competitor? Bene. Mi fa piacere che questo dettaglio sia stato chiarito anche da parte di un consigliere di maggioranza.

Io, però, presidente, intervenivo per una questione che ho sentito precedentemente sempre da un altro collega di maggioranza. Come dicevo, questo è un progetto di legge per destinare dei fondi, la discussione si è ampliata a dismisura e vogliamo tornare a parlare delle cause, le famose cause, di questo evento. Ancora una volta, dai banchi della maggioranza, da una maggioranza che vedo poco convinta, molto disgregata anche la componente più o meno ideologica che io la ritengo rispetto ai temi dell’ambiente, della geologia e dell’energia, molto disgregata, molto frammentata. Abbiamo perso politicamente, tra virgolette, un collega che si occupava di energia, si occupava di gas, si occupava di temi importanti anche in maniera pragmatica, in maniera importante sui temi territoriali che riguardano l’interesse del nostro territorio e la nostra regione, inserito nel più ampio interesse nazionale e abbiamo acquistato un nuovo membro che porta avanti il solito leitmotiv di un ambiente reso cattivo da un uomo cattivo che inquina, che produce CO2, quindi il clima si ribella e arriva l’alluvione in Emilia-Romagna. Purtroppo questo mainstream è difficilissimo da combattere, è difficilissimo da combattere perché è veicolato da una certa stampa, da una certa divulgazione molto approssimativa, che però noi che abbiamo una responsabilità politica dovremmo abbandonare.

Dovremmo invece cercare di comprendere su ogni tema, in particolare questi, come la scienza abbia degli orizzonti diversi da quelli che noi possiamo leggere in un banalissimo articolo della stampa mainstream, ovvero l’uomo cattivo che ha inquinato, che produce CO2. Prima di tutto noi produciamo CO2 perché siamo la seconda manifattura europea. Se fossimo probabilmente a livello di qualche Stato in via di sviluppo, o ancora peggio qualche Stato che vive solo di agricoltura e di sussistenza, probabilmente produrremmo meno CO2. Ma noi siamo la seconda manifattura europea. Noi dobbiamo pensare che l’Europa, che si sta deindustrializzando, e lo ribadisco, produce CO2 per un 7 per cento, 8 per cento, siamo comunque sotto il 10 per cento mondiale. Nel frattempo che la tecnologia si evolverà giustamente per concederci di produrre energia a un prezzo minore, perché il faro deve essere quello più che una folle diminuzione di CO2, improponibile in pochi anni, che cosa facciamo, non ci difendiamo? Eventi come quelli che sono accaduti in Romagna sembrano eventi fuori dalla portata umana e fuori dal tempo umano, nel senso che in una vita umana si dice “non abbiamo mai visto un evento di questo tipo”, ma l’evoluzione del territorio avviene in decine, in ventine, in centinaia, in migliaia di generazioni, a seconda del meccanismo di cui stiamo parlando, l’evoluzione del territorio avviene a distanza almeno di decine di migliaia di anni. Pensiamo alla fine delle ultime glaciazioni, pensiamo a quanta energia, alla fine delle glaciazioni, fu portata nella nostra pianura padana, formata da quelle alluvioni.

Pensare quindi che negli ultimi trent’anni o quarant’anni (ma possiamo anche metterci dentro tutta la rivoluzione industriale, gli ultimi 200 anni) l’uomo sia stato in grado di cambiare effetti meteorologici significa essere completamente fuori dalla realtà, perché è vero che abbiamo visto che c’è un imprinting nella produzione di CO2, un imprinting antropico, ma da qui a continuare a professare che siamo brutti, sporchi e cattivi e che quindi dobbiamo cospargerci il capo di cenere, impoverire le nostre aziende, delocalizzarle da qualche altra parte, dove con il carbone produrranno molta più CO2, improvvisamente il nostro Appennino diventerà più buono.

Anche qua, quando si dice una catena montuosa giovane o una catena montuosa più antica, anche qua bisogna sempre fare dei distinguo, bisogna stare attenti, perché sì, l’Appennino è una catena montuosa relativamente giovane, ma stiamo parlando comunque di qualche decina di milioni di anni nella sua evoluzione, quindi pensiamo bene di cosa stiamo parlando in termini di grandezza dei movimenti in atto.

Quando sento ancora parlare di questo mainstream, che continuiamo a propugnare ai nostri cittadini, come a dire “cittadino, tu in un certo senso hai causato l’alluvione in Romagna perché ti sei mosso con l’auto, perché continui a usare l’auto” o “tu, imprenditore che produci, stai inquinando, hai causato tu l’alluvione in Romagna?”. Perché io è questo che sento. Se noi andiamo a mettere in fila tutto quello che sento dire dal mainstream, da questo continuare a dire cambiamento climatico legato esclusivamente alla produzione di CO2, è come se ai cittadini dicessimo: siete voi la causa del vostro male. Ma stiamo scherzando? Stiamo scherzando? Questa è un’evoluzione naturale di un territorio che probabilmente, anzi non probabilmente, sicuramente tra qualche centinaio di migliaia di anni, tra qualche milione di anni sarà totalmente spianato, sarà una pianura. E come pensate che diventi una pianura una catena montuosa? Con frane, con alluvioni, con terremoti. E cosa ha fatto l’uomo da quando ha cominciato a volere modificare il nostro territorio per poterci vivere e da pochi gruppi sparuti di esseri umani si è diffuso in tutto il mondo? Che cosa ha fatto? Ha iniziato a modificare il territorio, per potere continuare a vivere, difendendosi. Le prime palafitte ce le ricordiamo? Bisognava vivere sui fiumi, perché sui fiumi c’era l’acqua, perché si poteva meglio trasportare il legname, perché si poteva commerciare meglio. Ma, allo stesso tempo, bisognava difendersi da questi fiumi, che improvvisamente diventavano tremendi nelle loro manifestazioni alluvionali. E allora abbiamo iniziato a fare le palafitte. Da lì, successivamente abbiamo iniziato a fare gli argini, abbiamo iniziato a fare tutte le opere di regimazione delle acque e così via. E si è arrivati alle grandi opere di ingegneria, come gli invasi, grandi opere di ritenuta, che ci producono anche energia.

Ecco, se vogliamo rimanere la seconda manifattura europea, sperando forse un domani di diventare anche la prima, dobbiamo ragionare in maniera completamente diversa. Il nostro è un territorio montagnoso per gran parte, tutto concentrato nella pianura. Tutte le attività sono principalmente concentrate in pianura, pianure strette, pianure ricche di fiumi, pianure strette tra Alpi e Appennino. Da qui il problema della qualità dell’aria, che non è colpa nostra, esclusivamente nostra. A meno che non si voglia tornare all’età della pietra. Quindi, è necessario fare opere, opere su opere, se vogliamo continuare a vivere in questi territori. L’uomo ha imparato a gestire il territorio, a trasformarlo. Bisogna evitare di fare gli errori, perché in passato sicuramente sono stati fatti degli errori, anche qui, perché non si è ascoltato chi ha studiato, chi ha imparato a conoscere le evoluzioni del territorio. Adesso si parla di geologi quando sono stati tenuti per decenni al margine di ogni processo decisionale di ogni evento progettuale. Tenuti al margine. Capita l’alluvione e improvvisamente intervistano il geologo. Bene, noi possiamo continuare a vivere su questi territori esclusivamente se ci difendiamo da eventi di questo tipo. Difendersi in maniera continua continuando ad ampliare quelle che sono le nostre conoscenze.

Mi fa piacere che adesso si sia aperta una riflessione, per forza doverosa, sul Piano di gestione del rischio alluvioni, che probabilmente era sottodimensionato, o mal dimensionato, o direzionato male rispetto a certi interventi piuttosto che ad altri. Bene, apriamo questa riflessione e andiamo avanti. Però, ripeto, noi non possiamo continuare ad alimentare un pensiero di massima semplificato, semplificativo. Si dice sempre che la politica moderna ha il grande problema, la grande colpa, diciamo così, di semplificare troppo all’osso, di parlare alla pancia. Ecco, da chi professa che non bisogna parlare alla pancia, invece si parla alla pancia, perché si arriva a dire: cittadino, se non prendi l’auto è meglio, così non verrà più l’alluvione in Romagna. Ripeto, si arriva lì, si arriva lì. Continuare a dire la CO2, la CO2, la CO2, il cambiamento climatico, la CO2, è colpa nostra, è colpa dell’industria, è colpa delle macchine, è colpa dell’aria. Si arriva lì. Il cittadino che legge le pagine dei giornali, che ascolta gli interventi dei colleghi che parlano in questo modo, si sente in colpa dicendo: allora devo completamente cambiare il mio stile di vita. Gli stili di vita cambiano, cambiano perché cambiano le auto, cambia il modo di vivere. E anche qua, abbiamo sempre in mano le due possibilità. La prima è quella di imporre la transizione, di imporre il cambiamento. L’altra è quella di accompagnarlo, il cambiamento, sostenendo cittadini, imprese, agricoltura, territori.

Questo è quello che noi pensiamo, questo è quello che la Lega pensa che debba essere lo sviluppo del territorio. Lo sviluppo parte, finisce e si evolve con le necessità di chi ci vive, non con le imposizioni che tanto non portano a nulla, perché anche se noi ci fossilizzassimo esclusivamente su una riduzione massima dell’anidride carbonica nell’atmosfera, il che vorrebbe dire anche livelli più estremi, deforestare completamente alcune aree, o riforestarne altre, e desertificare completamente alcuni territori dal punto di vista industriale. Anche se facessimo questo, faremmo un favore ai nostri competitor, che si arricchirebbero sempre di più e con le loro miniere a carbone continuerebbero a produrre sempre più CO2 ben contenti che la seconda manifattura europea sia tornata all’età della pietra.

È questo che vogliamo dire ai cittadini, quindi, “l’alluvione in fondo è colpa tua”? Non è colpa invece di chi ha gestito male il territorio? Di chi non ha saputo dedicare le risorse? Ma qui stiamo parlando di almeno 200 anni, parlo di risorse almeno di 200 anni, quando con la rivoluzione industriale hanno cominciato a occupare grandi fette di territorio. Quindi qui è una grossa responsabilità, però limitarla adesso a dire è colpa della CO2, è colpa degli ultimi quaranta, cinquant’anni, ma facciamo anche degli ultimi duecento anni è una cosa che non si può sentire. Non si può sentire da chi comunque ha un ruolo che impone concretezza, che impone anche ascoltare quello che dice la scienza. Ma una cosa è la scienza, un conto la divulgazione: bisogna stare molto attenti che questa divulgazione non ragioni per massimi sistemi. Altrimenti, si torna indietro. Questo, quindi, è un progetto di legge sul quale il nostro Gruppo ha proposto delle modifiche, nel quale crediamo che i cittadini debbano essere indennizzati il prima possibile sicuramente; crediamo che qualche mese per muovere cifre di miliardi di euro non siano tempi incompatibili con la realtà, anzi, che siano tempi compatibili con la realtà e con le realtà dei bilanci.

Come abbiamo anche difficoltà nella nostra Regione, le abbiamo anche a livello di Stato centrale, perché, come diceva qualcuno, siamo ancora sotto osservazione, siamo sempre sotto osservazione. Ancora di più questo Governo è sotto osservazione, non dobbiamo mai dimenticarlo. Quindi, però, non possiamo fare che tutte le volte che si parla di alluvione noi torniamo a parlare del fatto che l’alluvione è colpa della CO2. Questo è un messaggio troppo esemplificativo e non va bene.

Ai nostri cittadini, invece, dobbiamo cercare di raccontare il più possibile la verità, dire che l’uomo sta su questa terra, che l’uomo si sviluppa su questa terra, e l’uomo, se vuole continuare a vivere su questa terra e in zone anche complesse, deve fare delle opere, deve farle, deve manutenerle, deve essere resiliente, parola che a me non piace assolutamente, però, visto che a qualcuno della maggioranza questa parola piace molto, la usiamo, ma la usiamo nel modo corretto, la usiamo nel modo giusto, perché solo in questo modo anche i nostri cittadini potranno davvero essere parte di una transizione guidata, ma non imposta, voluta, cercata, ma non decisa da altri.

Questo è il tema fondamentale, e noi continueremo a impegnarci perché la verità dovrà emergere sempre di più, perché altrimenti rischiamo un tracollo. Ci chiedono ormai anche le aziende di prendere parola su questo, ci chiedono di essere decisivi su questo, e noi dobbiamo continuare a contribuire perché questo avvenga. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente e colleghi.

Dopo i ritardi, gli errori, le omissioni degli scorsi anni, la Giunta finalmente si è accorta che bisogna occuparsi del territorio. Peccato che sia dovuta arrivare un’alluvione per ricordarsi che bisogna pulire i letti dei fiumi, potare gli alberi, ma soprattutto sviluppare norme pianificatorie e urbanistiche che non nascondano la colpevole anarchia, rappresentata dalla famigerata legge n. 24 del 2017.

Occorreva essere seri e voi – consentitemelo – non lo siete stati. Etica e onestà avrebbero voluto che, immediatamente dopo l’alluvione, si fosse iniziato un serio lavoro di revisione di tale norma, che fa acqua da ogni parte, ma voi avete preferito voltarvi da un’altra parte, consci che tale tema avrebbe spaccato la vostra sempre più fragile e anche molto nervosa maggioranza. Occorreva onestà, umiltà e concretezza, e voi avete mancato tutti e tre questi obiettivi.

Con il dibattito odierno, il presidente Bonaccini forse pensava di ricorrere all’ennesimo stratagemma, per agitare le acque dopo che il Governo ha nominato il generale Figliuolo come commissario straordinario, togliendo di fatto il portafoglio a quel Governo regionale che aveva contribuito a creare la situazione disastrosa che ci troviamo ad affrontare ora, un testo posticcio, senza chiarezza e senza alcun rigore, tanto per alimentare un po’ la cagnara scatenata in queste settimane.

Un testo spot, che gli strateghi del Centrosinistra credevano avremmo bocciato criticandolo come polemica spicciola, quale in realtà è. Noi però accettiamo la provocazione e siamo pronti ad impegnarci in prima persona per migliorare la pochezza di quanto ci avete presentato. No, cari colleghi di questa raccogliticcia maggioranza regionale, non siamo così prevedibili. Noi sosteniamo l’impegno sempre e comunque per dare ai cittadini i soldi che sono stati donati. Poi, però siamo seri. L’ufficio propaganda della Giunta sta raccontando ai cittadini che tutto il merito su ogni tipo di azione che porta a dei risultati concreti è del presidente Bonaccini e del suo super-team di assessori. Capisco che la pratica dello storytelling vi sia entrata nel DNA, ma anche alla più fantasiosa delle balle deve essere posto un limite. No, cari colleghi, i soldi donati sono merito esclusivo della generosità tra cittadini di questa regione e, nonostante questa Regione, hanno voluto mandare un segnale di solidarietà e vicinanza, anche solo per tentare di lenire i pessimi risultati del presidente Bonaccini e dei suoi assessori.

Presidente, sia onesto. Non usi la generosità degli emiliano-romagnoli per rifarsi il lifting, sopracciglia comprese, dopo l’inquietante serie di batoste politiche inanellate da lei personalmente e dal suo partito. Non offenda la nostra sensibilità raccontando che siete bravi e siete i migliori. I morti dell’alluvione sono sulla coscienza di tutti, per ultimo sul Governo, sui ritardi della pulizia dei fiumi, nel servilismo verso un ambientalismo di rapina o per conto dei bassi appetiti di parti del territorio che hanno distrutto il nostro ambiente, creando le condizioni che hanno portato morte e distruzione nella nostra comunità. Tra piante e cemento voi avete scelto la via peggiore possibile, quella dell’inazione o, peggio, degli interventi pubblicitari, e ciò ha portato alla tragedia attuale. Anziché dichiarare ai quattro venti che siete i migliori, dovreste scusarvi con gli emiliano-romagnoli per i danni che hanno subìto e che dovranno soffrire nel futuro. Vorremmo una presa di posizione politica contro un finto ecologismo, che ha distrutto il nostro territorio, e desidereremmo da parte vostra una chiara politica pianificatoria sul territorio, in maniera che finalmente vi assumiate chiaramente le vostre responsabilità di fronte ai cittadini, che devono sapere con chiarezza quali sono le vostre linee strategiche sul territorio, sull’ambiente, sull’economia e sulle comunità. Basta bugie. È tempo di concretezza.

A proposito di concretezza, infine, due parole sugli emendamenti proposti, che sono già stati ben enunciati e spiegati dal capogruppo. Nel primo emendamento chiediamo non tanto un cambio lessicale, ma di prospettiva. No a termini quali “eventi emergenziali o eccezionali”. Iniziamo a uscire dal perenne clima emergenziale che, fino a ieri, garantiva più potere esecutivo per qualcuno e iniziamo un reale e democratico confronto per il bene dei cittadini. Basta timonieri o cavalieri solitari che fanno e disfano a proprio piacimento, sì ad una gestione, la più possibile unitaria, in nome e per conto di tutti gli emiliano-romagnoli che ci hanno eletto.

Nel secondo emendamento, infine, ci proponiamo di portare un po’ di ordine e logica amministrativa nel vostro provvedimento originario così confuso e vago. Niente di particolare, sia chiaro, solo ci preoccupiamo di avere chiaramente definiti e certificati i danni subiti per capire le reali necessità dei territori e delle nostre comunità, soprattutto chiariamo le norme di rimborso sui criteri di gravità. Un briciolo di buona amministrazione quindi, presidente Bonaccini e colleghi del Centrosinistra, per ribadire che in questa Regione vi sono forze perfettamente in grado di governare e far fronte alle avversità, senza cadere perennemente nella tentazione autoritaria del potere assoluto di derivazione emergenziale e che non distribuisce i soldi a casaccio secondo la peggiore tradizione italica di un passato neppure troppo remoto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Credo che la dimensione che, a proposito di concretezza, più caratterizza questo progetto di legge, sia proprio quella relativa al tempo. I contenuti, la rapidità del suo iter avviatosi formalmente, ricordo, l’11 settembre scorso con l’approvazione della proposta da parte della Giunta regionale e il suo stesso titolo che parla di misure urgenti e di recenti eventi emergenziali, tutto questo…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio, per cortesia.

Prego.

 

BONDAVALLI: Dicevo, evidenzia l’importanza del fattore tempo e della necessità di assicurare soprattutto risposte celeri e certe ai territori e alle comunità. Non trascurando la messa a disposizione di 5 milioni di euro provenienti dal bilancio regionale per l’insieme, lo si è ricordato, delle misure disciplinate dagli articoli finalizzati rispettivamente al rimborso della tassa automobilistica del 2023 per i veicoli destinati alla demolizione in conseguenza dei danni subiti dall’alluvione. Ai contributi straordinari a favore dei Comuni dei territori colpiti dagli eccezionali eventi atmosferici verificatisi appunto nel mese di luglio 2023 e agli interventi a sostegno delle imprese a fronte dell’emergenza dovuta alla diffusione del granchio blu.

Il cuore del progetto di legge sta, vorrei sottolinearlo in questa sede, perché ho sentito non troppo spesso ricordare che parliamo delle donazioni dei cittadini, 47 degli oltre 50 milioni, sta appunto in questo l’esito delle generose donazioni raccolte sul conto corrente istituito, lo ricordiamo, dall’Agenzia regionale di protezione civile a favore delle popolazioni alluvionate, 47 milioni che sono esigibili sin da subito anche per il soddisfacimento di bisogni reali, che rischiano oggi fortemente di rimanere inevasi.

È il caso dei contributi previsti per coloro che, a causa delle alluvioni, hanno perso ad esempio la propria automobile, con la speranza possa riguardare anche coloro che hanno dovuto sottoporla a riparazioni, interventi che non sono mai storicamente rientrati in forma di indennizzo fra quelli previsti dallo Stato, ma che rappresentano – credo – una scelta fondamentale per ridare autonomia alle persone duramente colpite dagli eventi del maggio scorso.

Oltre a ciò, le risorse derivanti dalle donazioni saranno utilizzabili, sempre nei territori interessati dagli eventi alluvionali e di dissesto idrogeologico, anche per le famiglie in difficoltà, difficoltà dal punto di vista socioeconomico e in condizioni di fragilità, per le imprese, per gli Enti locali, riferendosi agli interventi straordinari su beni immobili pubblici quali scuole, impianti sportivi e strutture dedicate ad attività culturali e sociali.

Sono doti importanti, ma complessivamente ed evidentemente largamente insufficienti rispetto ai bisogni enormi già quantificati nel dettaglio, che la nostra Regione ha sottoposto al Governo e al commissario per la ricostruzione.

Il progetto di legge che ci apprestiamo ad approvare, dunque, si configura come indiscutibilmente opportuno e funzionale alle necessità delle popolazioni colpite, ma allo stesso tempo evidenzia in modo marcato una diarchia con quanto deve ancora arrivare in termini di risorse economiche dallo Stato e ancora oggi non è disponibile.

Se è doverosa quanto indispensabile la collaborazione istituzionale che dal punto di vista di questa Regione non è mai mancata ad ogni livello, proprio per assicurare il massimo possibile a tutti coloro che sono in difficoltà, altrettanto essenziale è partire dalla verità. Famiglie e imprese stanno attendendo quanto promesso dal livello nazionale, ma non vi è più spazio possibile per ulteriori rinvii. L’impegno profuso sin dai primi istanti e la ferma volontà di ripartire dimostrata dalle comunità vanno accompagnati in modo puntuale e coerente.

Serve sapere quanto e serve sapere quando, alle famiglie e alle imprese serve sapere quando. Da questo punto di vista il Governo può invertire la rotta, accogliendo richieste che vengono non soltanto da questa Assemblea e dalla nostra Giunta, ma da tutta la Regione, dai Sindaci, dall’ANCI, dall’UPI, dalle parti sociali, dalle associazioni di impresa. Mi riferisco alla proposta di tre emendamenti al decreto-legge n. 104 del Governo, con particolare riferimento alla parte sulla ricostruzione post-alluvione. Emendamenti che prevedono di destinare agli interventi in favore di cittadini e imprese risorse già messe in campo dall’Esecutivo nazionale, ma non utilizzate, se non in misura ridotta, ad esempio i 900 milioni di euro destinati agli ammortizzatori sociali, e fino ad ora ne sono stati chiesti 30, e i 300 milioni finalizzati ad aiutare le imprese dell’export, utilizzati solo per circa 13 milioni di euro. Oppure, l’emendamento che chiede l’introduzione del credito d’imposta per le zone colpite dall’alluvione, seguendo la rotta tracciata per il terremoto del 2012, anticipi bancari a cittadini, famiglie, aziende per ripristinare i danni subiti e i successivi rientri attraverso detrazioni fiscali dello Stato. Oppure, in terza battuta, anche l’emendamento avente ad oggetto il potenziamento delle strutture tecniche di tutti gli enti pubblici individuate dal commissario Figliuolo.

Queste sono le richieste corali che arrivano dalla comunità regionale, richieste alle quali ci aspettiamo venga data celere risposta di accoglimento. Nel frattempo, ricordo che oggi, con l’approvazione di questo progetto di legge in discussione, peraltro ringrazio ovviamente la Giunta, l’assessore Calvano, ringrazio i relatori, in particolare la relatrice di maggioranza, collega Rontini, dicevo, con questa approvazione oggi facciamo la nostra parte per mettere a disposizione nell’immediato ciò che è possibile in funzione di necessità concrete e urgenti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Debbo dire in verità che sono particolarmente delusa da questo confronto che stiamo portando avanti oggi perché, a fronte di un impegno che la Regione rinnova ancora una volta nei confronti della Romagna e dei territori alluvionati, delle famiglie che sono state colpite e che hanno perso tutto, dai banchi dell’opposizione continuiamo a sentire attacchi, continuiamo a sentire ragionamenti – poi ci entrerò dentro – preoccupanti sul tema del cambiamento climatico e non sentiamo, invece, quello che ci aspettiamo da forze che rappresentano il Governo, il Governo nazionale. Non abbiamo sentito il rinnovo dell’impegno nei confronti della Romagna, una Romagna e un territorio dove ci sono famiglie che ad oggi hanno percepito solo poche migliaia di euro, grazie alle misure messe in campo dal commissario per l’emergenza Bonaccini, imprese che ancora non hanno percepito un euro – un euro – e sono passati più di quattro mesi dall’alluvione.

Noi oggi allora siamo qui in una discussione surreale, con un’opposizione che punta il dito a un lavoro, un impegno che la Regione Emilia-Romagna sta portando avanti con grandissima fatica, e fa le pulci a come possono essere utilizzati quei 47 milioni di euro derivanti dalle donazioni. Qui apro una parentesi per ringraziare tutti i cittadini, le imprese, le migliaia di realtà che hanno donato con grandissima generosità, chi pochi euro perché era tutto quello che poteva dare, chi ha fatto invece grandi donazioni, dimostrandoci quel grande affetto che ci ha tenuto e ci tiene ancora in piedi.

A fronte di questi milioni che, ce lo dobbiamo dire, su 9 miliardi di danni sono una goccia nel mare, dalle opposizioni abbiamo sentito ragionamenti vaghi, abbiamo sentito le solite accuse, abbiamo sentito – e qui mi dispiace che non ci sia il consigliere Occhi, che ce lo ha spiegato – che il cambiamento climatico non esiste.

 

(interruzioni)

 

MONTALTI: Ci vuole anche del coraggio, a dire questo, a fronte di una catastrofe che ha colpito la nostra Regione, a fronte di vittime, a fronte di quello che sta continuando ad accadere, perché nel progetto di legge c’è anche il tema delle trombe d’aria e delle grandinate che sono accadute a luglio, ci vuole del coraggio a negare il cambiamento climatico in questi tempi.

E noi sappiamo che questo è il modo che ha la Destra di scaricare le colpe sulle spalle di altri, di legare la realtà di quello che stiamo vivendo per non prendersi la responsabilità che chi è il governo di questo Stato dovrebbe avere nei confronti dei cittadini che sono stati colpiti, delle imprese che hanno perso tanto, nei confronti di un territorio che adesso avrebbe veramente bisogno di segnali concreti, di risorse per ripartire, per mettersi in sicurezza, per ricostruire, per ritornare nelle case.

Abbiamo migliaia di cittadini che ancora non hanno ripristinato la loro casa, perché non hanno i soldi per farlo. Allora, di che cosa stiamo parlando? Vi rendete conto che la condizione è questa, che sono passati più di quattro mesi e ancora quei cittadini non sanno cosa gli arriverà, quando gli arriverà, se gli arriverà qualcosa?

Chi è fragile, perché ci sono tante persone fragili, perché viviamo in un tempo di disuguaglianze crescenti, chi è fragile non è riuscito neanche a partire per il ripristino della propria casa! Stiamo parlando di questo, e io spero, continuo a sperare perché questa battaglia la stiamo facendo tutti i giorni insieme ai Sindaci, insieme ai comitati degli alluvionati, a chi rappresenta i cittadini, lo stiamo facendo insieme, è un grido d’aiuto, devono arrivare le risorse al territorio, devono arrivare pieni i rimborsi! È questa la vostra responsabilità in questo momento, è semplice scaricare su chi cerca, con le risorse che ci sono, giorno dopo giorno di dare delle risposte che sappiamo essere delle piccole risposte (il rimborso del bollo, provare a riconoscere qualcosa a chi ha perso le auto con l’alluvione, provare a mettere in campo delle misure per dare un segnale di ascolto e di attenzione).

Il tema vero però è che devono arrivare i soldi a chi ha perso tutto, perché altrimenti la vita non riparte, ed è su questo che voi ci dovete rispondere, è questa la vostra responsabilità, è questa la responsabilità del Governo della Destra. Allora, fino a che noi non avremo quella risposta, non potremo pensare ad una ripartenza vera. È questa la risposta che ci dovete dare, se siete seri, se davvero rappresentate quel territorio. Solo in questa maniera la Romagna può ripartire, le famiglie e le imprese romagnole aspettano il pieno rimborso dei danni, aspettano che dal Governo e dal commissario Figliuolo arrivino chiarezza e concretezza su quel tema.

Tutto il resto, cari colleghi dell’opposizione, sono chiacchiere, tutto il resto è fumo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Intervengo dopo questo richiamo alle opposizioni, anche molto accorato, e proverò a mettere in luce aspetti che io ritengo un po’ diversi, perché a me ha colpito profondamente la discussione, certo, ma anche come è nata questo proposta di legge, della velocità che l’Assemblea legislativa ha utilizzato per poter arrivare in aula. Tutta questa sollecitudine deriva da un fatto che riguarda l’essere umano. Cioè, rispetto a questo progetto di legge noi dobbiamo avere una grande consapevolezza: questi sono soldi dei cittadini, sono donazioni volontarie. Forse è un aspetto in più riguardo alle tasse che i cittadini dell’Emilia-Romagna versano allo Stato e poi da qui derivano i servizi.

Allora la domanda che mi pongo è questa: perché i cittadini emiliano-romagnoli hanno donato così, in maniera generosa? La seconda domanda per chi è all’opposizione, per chi ha una responsabilità e anche per chi è alla maggioranza è questa: come mantenere questo livello di generosità, questa credibilità? Io credo che uno tendenzialmente doni perché ha fiducia e crede in chi poi utilizza questi contributi, questi soldi, questo denaro, e sa con certezza che questo denaro viene speso in maniera giusta, equilibrata, senza urlare, ma ha in mente una traiettoria, fa quello che il politico dovrebbe fare, decidere con saggezza. Allora, io credo che noi, tutti noi, l’Assemblea legislativa e, quindi, anche quello che noi possiamo fare rispetto all’Istituzione nella quale sediamo, verremo giudicati rispetto alla consapevolezza che abbiamo, gli errori che abbiamo fatto, le sorprese che ci siamo trovati di fronte a noi, che sono state sorprese negative, strazianti, di storie di vita, e soprattutto immaginiamo una strada, perché non possiamo tradire quelle donazione.

Faccio anche un passo in più. La solerzia che abbiamo utilizzato nel trattare bene i contributi generosi dei cittadini io credo che sia un paradigma interessante, che può essere anche utilizzato nei confronti di tutte le tasse, o comunque i balzelli che un cittadino si trova a dover affrontare. Questo significa che le nostre leggi, i nostri atti, il nostro modo, a volte anche un po’ lento di affrontare situazioni di emergenza, in realtà qui abbiamo visto che si può fare in fretta, che si può decidere in fretta. Poi, si può non essere d’accordo, però io credo che questo sia un metodo di lavoro molto interessante.

Veniamo a noi, perché oltre ai ringraziamenti nei confronti di ogni persona che ha donato, e ha raccolto e ha dato poi alla Protezione civile, senza di loro, ribadisco, noi non saremmo qui a decidere la destinazione di nessun fondo, nessuno escluso: dalle aziende che hanno donato un milione di euro, alle persone che hanno organizzato eventi per raccogliere fondi a tante altre cose di cui noi ci stupiamo.

Però è giusto anche citare l’intervento che la relatrice Rontini ha fatto nella giornata di ieri, quando ho citato il Global Catastrophe Recap, che inserisce l’alluvione dell’Emilia-Romagna al terzo posto mondiale per danni provocati.

È un punto importante, quindi io temo che bisogna leggere questa sollecitazione che la relatrice Rontini fa anche da un altro punto di vista. Secondo me significa infatti non che fosse un evento estremamente raro ed eccezionale, ma le precipitazioni senza dubbio intense sono state le più catastrofiche del pianeta. Almeno di questo dato, cioè, di questo altro punto di vista, di questo altro modo di vedere le cose noi dobbiamo prendere coscienza, dobbiamo capire che cosa è stato fatto, e soprattutto dobbiamo capire come guardare il futuro.

Tutte le cose di cui si parla sembra tutte le volte uno scandalo parlarne. Ma tutto ciò che riguarda la pulizia dei fiumi, lo ridiciamo, la pulizia degli argini, la realizzazione delle casse di espansione e di laminazione credo che siano temi interessanti per quest’aula. Tutte le volte parlarne sembra quasi un’onta, continuo a non capire perché.

A me interessa questo aspetto, perché è l’interesse che dovrebbe avere una Regione come quella dell’Emilia-Romagna. Se noi oggi siamo qui a rimborsare giustamente i cittadini delle automobili che servono per vivere, per accompagnare i figli, per andare al lavoro, è perché – scusatemi, faccio solamente un esercizio di logica – quei cittadini non avevano la possibilità di essere avvisati anticipatamente, per spostare la propria auto da lì, dove c’era l’alluvione, e di portarli in punti altri. Per alcuni è stato fatto, ma evidentemente il sistema di emergenza deve essere implementato e infatti dopo è stato fatto, dopo.

Io non voglio entrare in un dibattito che sicuramente rischia di distogliere l’attenzione, rischia di non farci guardare con enorme attenzione la generosità e la fiducia che le persone che abitano in questa Regione ci hanno donato, a noi, a noi, e noi facciamo comunicati stampa, comunichiamo alla Regione determinate cose, basandoci esclusivamente su una generosità, e a noi spetta l’azione, l’azione successiva, e anche al Governo, certo (non mi scandalizza dire questo), sollecitare e porre attenzione, porre rimedio.

Io sono certa che questo è il primo grande atto di una presa di consapevolezza, tant’è che con grande favore, anche pensando a un consigliere di maggioranza che aveva richiesto la presenza del commissario Figliuolo qui, in aula, appena è stato nominato, appena ho compreso che il generale Figliuolo aveva dei numeri da dare, delle cifre da dare come segnale a chi abitava in questa Regione, io insieme ai miei colleghi della minoranza l’abbiamo invitato qui, in aula. Spero comincerà un dibattito fatto di numeri, di cifre, di mancanze, ed è una grande notizia che tutti insieme abbiamo accettato di audire un commissario che evidentemente, anche rispetto ai sopralluoghi che sta facendo sempre in accordo con il presidente Bonaccini, siederà qui in aula, questa è un’ottima notizia e va a rispondere alle tante sollecitazioni che la maggioranza ha fatto. Averlo chiesto insieme a noi indica evidentemente una volontà di costruire un percorso insieme, per cui ne sono molto contenta.

Io ho presentato un emendamento, mi è stato comunicato che è in realtà il contenuto di questo emendamento è già ricompreso nel progetto di legge, ma mi permetto di insistere, perché quell’emendamento vorrebbe scongiurare un rischio grave. Ho infatti cercato di specificare in maniera più chiara cosa vuol dire veicoli legati a persone con disabilità, perché a livello normativo non sono classificati come veicoli a livello di normativa nazionale, e su questo ho presentato un emendamento per non lasciare indietro nessuno, soprattutto una categoria che credo che non abbia bisogno di dieci telefonate per comprendere, e accettare un emendamento come questo in un certo senso può sbrogliare una matassa, che poi si rischia, all’interno degli uffici, di rendere più gravosa per chi già vive evidenti problemi.

Vorrei anche sottolineare una criticità, che mi preoccupa, cioè il capitolo dell’esenzione del bollo dei veicoli demoliti. Vado sul testo. È stato più volte sottolineato che viene fatto con fondi propri, ma questo non ci toglie dalla responsabilità di guardare con attenzione la realtà, e in questo capitolo non vengono incluse nell’esenzione del bollo persone che hanno venduto il rottame del proprio veicolo, quindi chi ha agito velocemente, senza aspettare cinque mesi, perché evidentemente aveva bisogno di una quotidianità che tutti noi conosciamo. Con questa legge si rischia che al danno che ha vissuto si aggiunga anche la beffa.

Questa legge, come sempre, è una legge molto ampia, che lascia molto spazio di libertà, ma non ai cittadini, lascia moltissimo spazio di libertà, come sempre in tutte le leggi che noi stiamo approvando, alla Giunta e alle delibere di Giunta. Ricordo, in maniera mesta, che c’è la formalità del parere della Commissione, ma il Regolamento, come sempre, prevede che in Commissione entri la proposta di delibera e possa uscire esclusivamente, come tutti ben sapete, un parere favorevole o contrario, senza poter modificare una virgola. Questo è sempre un tema che mi preoccupa fortemente, non tanto per un ideale, ma perché ritengo che il ruolo dell’Assemblea sia sempre più marginale. Ma me ne farò una ragione. Sono già all’opposizione, per cui la marginalità la vivo con una certa intensità.

Io seguirò, chiaramente, il voto dei miei colleghi di opposizione. Sono certa che le accuse che ci sono state rivolte in realtà avranno una svolta nel riconsiderare le parole dette, in quanto insieme alla maggioranza, grazie a una proposta dell’opposizione, abbiamo chiesto di audire il commissario Figliuolo e il presidente Bonaccini, come è giusto che sia, per poter continuare un percorso senza lasciare indietro nessuno e per parlare – io spero – ogni mese di un tema così importante. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Anch’io vorrei soffermarmi sul cuore primario di questa legge, non trascurando certo gli altri provvedimenti che sono in essa contenuti, ma a partire dall’impiego delle risorse che cittadine e cittadini e imprese hanno destinato alla Protezione civile della Regione Emilia-Romagna. Io vorrei ricordare che, al di là della cifra complessiva, cioè dei 47,51 milioni, questo è un grandissimo gesto di persone non solo emiliano-romagnole, quindi non solo residenti sul nostro territorio: sono 252.663 i donatori e le donatrici che hanno messo a disposizione, tante o poche risorse che siano, sulla base delle loro possibilità.

Noi ci troviamo a dover definire come impiegarle al meglio per farle arrivare nelle disponibilità e a favore sia delle persone che dei territori alluvionati, i quali territori alluvionati, dal punto di vista della ricognizione dei danni e delle difficoltà, abbiamo sempre dibattuto, e qui ringrazio il presidente Caliandro per la convocazione permanente della Commissione III, in maniera approfondita, sentendo anche dire dai banchi dell’opposizione che le stime dei danni erano taroccate.

Dire che dal ministro Musumeci quelle richieste erano l’equivalente di rivolgersi a uno sportello di banca e utilizzare il bancomat, dire che erano state iscritte a danno legato all’alluvione, altri danneggiamenti che con l’alluvione non c’entravano per niente, dire sostanzialmente che il sistema istituzionale dell’Emilia-Romagna, di qualunque colore esso fosse, non aveva la legittimità per poter stilare i danni, tant’è che poi alla fine quel conteggio complessivo, sottoposto anche al commissario straordinario Figliuolo è stato validato e ammonta a cifre decisamente superiori rispetto a quelle di cui stiamo parlando oggi, di cui dobbiamo ringraziare i donatori e le donatrici.

Vorrei anche ricordare che donatore e donatrici non si sono concentrati solo ed esclusivamente sulle donazioni alla Protezione civile della Regione Emilia-Romagna, ma grazie all’attivazione di associazioni di categoria, penso alle varie centrali operative, alle Confcommercio, Confesercenti, così come agli enti locali stessi, così come da parte di associazioni.

Molte sono state le raccolte fondi che nel corso di questi mesi si sono attivate per dare delle prime risposte. Pochi giorni fa, lo scorso 20 settembre, proprio sulla stampa si riportava come a disposizione di imprese e cittadini ad oggi le uniche risorse messe a disposizione sono pari a zero. Gli interventi di urgenza per supplire a quelli che sono stati i danneggiamenti dei negozi, delle case sono legati al contributo per sistemazione autonoma sono quelle che la Regione ha stanziato per dare risposta a coloro che hanno subito dei danni nella casa e non hanno potuto più frequentare, così come quelle messe a disposizione di quei soggetti privati e quindi ad oggi, rispetto a imprese e cittadini, le uniche risorse giunte sono quelle che sono già state raccolte dalle donazioni, non quelle raccolte o messe a disposizione dallo Stato.

Questo secondo me ci dà l’idea di quanto da un lato ci sia non tanto un tema di semplice generosità, ma un tema di solidarietà di fronte a delle catastrofi come quelle che abbiamo vissuto, ma ci dice anche come (ho partecipato all’udienza conoscitiva di venerdì scorso, dove abbiamo ascoltato sindaci e comitati di cittadini) lo Stato, quindi i massimi organi nazionali e quindi poi anche il Governo in questo momento non stiano dando delle risposte chiare e certe relative alle esigenze delle persone colpite dall’alluvione.

Tanto che si è generata un po’ di confusione all’interno di quell’udienza conoscitiva scambiando i piani, ritenendo questo progetto di legge che discutiamo oggi il progetto in grado di assolvere a tutti quanti i problemi che stanno affrontando imprese e cittadini, mentre sappiamo benissimo che ha un elemento di limitatezza, di circoscrizione, legata ai fondi delle donazioni, fondi che hanno bisogno di essere destinati al più presto per dare un primo sollievo rispetto, come ci è stato illustrato dalla Giunta a più riprese nelle udienze, ad alcuni temi che non saranno con tutta probabilità coperti dai fondi messi a disposizione dallo Stato (per questo il tema delle auto), che non rientreranno probabilmente in quei ristori, però servono a dare una risposta celere.

A volte, il mio sospetto è che certi livori presenti anche nel dibattito da parte delle minoranze siano dovuti al fatto che siamo nelle condizioni di dare una prima risposta, sicuramente non esaustiva, sicuramente rapida, sicuramente più celere di altre, quando invece la parte politica che oggi si trova al Governo ancora stenta a trovare queste risorse, quindi come se ci fosse una sorta di coda di paglia rispetto alla capacità di intervenire rapidamente e di farci trovare oggi in aula a discutere di questo provvedimento.

Una situazione che continua a essere molto grave non solo per quanto riguarda le persone fisiche e le aziende, ma continua a rimanere molto grave per quanto riguarda il tema delle infrastrutture. Proprio in questi giorni l’assessore Corsini riporta che una su due delle strade colpite da frane e alluvioni ancora non è stata ripristinata e che, quindi, c’è bisogno di fare particolarmente in fretta per poter intervenire.

Ricordo come nelle discussioni che ci hanno portato ad oggi un tema particolare sia quello legato alla viabilità della montagna, che sta per affrontare l’autunno, che quindi renderà ancora più difficile la possibilità di ripristino di quelle strade. Ed è ovvio che non possono essere le risorse che oggi mettiamo a disposizione delle cittadine e dei cittadini a intervenire su quel fronte.

Abbiamo l’autunno alle porte, il che richiede un intervento celere. Bene che il commissario Figliuolo annunci un potenziamento delle risorse, però ancora atti concreti non ne abbiamo visti. Così come non abbiamo visto la modulistica necessaria per arrivare all’asseverazione di quelli che sono stati i danni delle imprese e dei cittadini. Così come ci stiamo basando su una serie di annunci che spesso e volentieri ancora non trovano oggi, a distanza di mesi, alcun tipo di concretezza, alcun tipo di individuazione del percorso che ci porti alla destinazione di queste risorse.

Quando il consigliere Pompignoli ieri diceva “chi ci dice che questi soldi arrivino effettivamente a favore dei cittadini alluvionati?”, quando abbiamo sentito un appello accorato che questi soldi arrivino a quella destinazione, mi viene da dire – lo apprendo oggi dalla stampa, ma di nuovo non ho visto alcun atto definitivo – quando e come possiamo essere certi che quei fondi stanziati inizialmente dal Governo, ovvero per la cassa integrazione e per le imprese destinate all’export, possano essere messi a disposizione di quelle che sono, invece, le esigenze concrete, cioè quei 900 milioni, quelle risorse, quegli elementi che abbiamo presentato in sede di Conferenza Stato-Regioni come emendamenti e che sono oggetto di un ordine del giorno a prima firma della consigliera Rontini, che ribadiamo essere oggi una delle strade per accelerare un percorso di destinazione di risorse già stanziate e che possono essere messe a disposizione.

Nel frattempo, anche qui ricordo cosa ha fatto la Regione Emilia-Romagna. Sempre oggi apprendiamo che c’è stato un accordo con i Consorzi Fidi per poter intervenire sul credito alle imprese e, quindi, su un credito che aiuti a intervenire, pari a 3,3 milioni di euro, con i Consorzi Fidi, che consente di accedere a un credito agevolato per le imprese per poter intervenire, in attesa che, anche qui, questi annunciati 639 milioni del generale Figliuolo possano essere messi a disposizione, ma ancora non li abbiamo visti. La nostra parte, quindi, la stiamo cercando di fare fino in fondo, e probabilmente alcuni toni credo che siano dovuti all’imbarazzo dei ritardi che una compagine di Governo nazionale oggi presenta nel dare risposte alle persone che giustamente sono anche arrabbiate, tese. Penso che i toni di alcune colleghe oggi in aula abbiano dimostrato la tensione che si vive su quei territori.

Arrivare oggi con questo progetto di legge, penso sia invece una prima risposta. Dopodiché, sulle valutazioni di carattere generale di ciò che ci ha portato qui, sul carattere di non emergenza di quello che abbiamo vissuto, anche qui io chiedo di fare pace con le posizioni della Destra. Da un lato oggi si dice che l’alluvione di maggio non sia stata un’emergenza, una catastrofe, che sia qualcosa che si andrà a ripetere nel corso degli anni a venire, che non riguarda solo ed esclusivamente la Romagna, ma riguarda il globo, riguarda qualunque cosa, ma anche qui, nello stesso tempo c’è una parte che dice: guardate, non è un’emergenza, ma un problema strutturale questa questione. Lo dicono i movimenti che per esempio erano stamattina qui, davanti l’aula, lo dicono diverse forze politiche non solo in Italia ma a livello europeo, dicono che ci sono dei problemi strutturali, che non sono di carattere emergenziale, ma che la Destra ha sempre cercato di trattare in termini di emergenza, quella climatica e quella migratoria.

Vi chiederei quindi sostanzialmente di iniziare un po’ a ragionare e mettere in fila i pensieri, perché se oggi non parliamo di emergenza dal punto di vista climatico non dobbiamo parlare, dal mio punto di vista, neanche di emergenza di carattere migratorio, ma mettere insieme una serie di provvedimenti che sono stati disconosciuti proprio dalle forze di Destra, nel momento stesso in cui in Parlamento europeo si doveva andare a votare il sostegno alle misure per quanto riguarda il Green Deal, proprio nel momento stesso in cui si doveva andare a definire quella che doveva essere una transizione, per esempio, verso una riduzione di quelli che sono i combustibili fossili e l’introduzione di nuove modalità.

È ovvio che la richiesta di produzione energetica continuerà a essere elevata, ed è anche ovvio, lo dice il cosiddetto paradosso di Jevons, che pur nel momento stesso in cui noi andiamo a efficientare l’utilizzo dell’energia anche di carattere rinnovabile, la richiesta di energia non farà semplicemente che crescere. A maggior ragione, noi abbiamo bisogno di trovare altre forme e altre modalità di produzione dell’energia, che ci spostino lontano dal consumo delle fonti fossili, ed è un’azione che non possiamo fare sicuramente solo noi come Emilia-Romagna, abbiamo bisogno di farla a livello di carattere generale, però da qualche parte bisogna pur passare.

È ovvio che abbiamo bisogno di accompagnare la trasformazione della produzione energetica, lo abbiamo fatto con un Piano energetico regionale molto interessante, molto innovativo, che mette a disposizione una serie di risorse molto importanti e che ci accompagnerà verso un altro approdo rispetto a quello che, a star fermi, ci troveremmo a dover affrontare, tant’è che, per esempio, a distanza di un anno dall’insediamento di questo Governo, nonostante sia sempre stato detto “la settimana prossima, tra tre giorni arriveremo a definire le modalità, dopodomani manderemo all’Europa la nostra proposta, dopodomani arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri la proposta di decreto attuativo”, ancora stiamo aspettando, per esempio, i cosiddetti decreti attuativi, che consentono lo sviluppo e l’insediamento delle comunità energetiche.

Anche qui, non è la soluzione di tutti i problemi, ma continua a essere un tassello importante per agire una trasformazione che diventa sempre più necessaria e impellente, che determina quei fatti assolutamente eccezionali che abbiamo visto, che probabilmente continuerà a determinarne altri e che pretende una modifica non solo dei nostri stili di consumo, ma anche di produzione.

Penso quindi che se la Destra, al di là del rinfacciare questioni secondo me altre rispetto a quello che è l’oggetto del progetto di legge, volesse fare uno sforzo per dimostrare come e quanto nella necessità di intervenire tempestivamente nella destinazione di queste risorse in termini di trasparenza voglia fare un passo avanti, quindi portare a un’approvazione unanime questo progetto di legge, credo che farebbe un’ottima figura.

Ci consentirebbe non solo di ascoltare in aula o in Commissione (adesso vedremo dove sarà la sede) il commissario Figliuolo con nuove informazioni e con nuove cifre, ma ci consentirebbe di dare l’idea e l’impressione che insieme si può fare anche presto, si può fare anche bene, si possono dare delle risposte e si può colmare quella distanza temporale che ancora oggi esiste e che, a mano a mano che il tempo passa, rischia di diventare sempre più colpevole.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliera Piccinini, prego.

PICCININI: Grazie, presidente.

In premessa ci tengo a ringraziare gli emiliano-romagnoli, che hanno voluto, con grande generosità, dare un piccolo o grande contributo concreto nei confronti di chi ha subìto un evento devastante qual è stato l’alluvione. E checché ne dica il consigliere Occhi, che non vedo in aula, i cambiamenti climatici sono un fatto reale, con cui dobbiamo fare i conti. Ce lo ricordano tutti i giorni scienziati e climatologi, ce lo chiede la società civile, ce lo chiedono i giovani. Fuori da quest’aula ce n’è una rappresentanza che chiede di essere ascoltata. Giovani che ci chiedono di fare scelte lungimiranti e coraggiose. È una responsabilità, questa, di cui tutti dobbiamo sentirci investiti, soprattutto in questa regione, che, come sappiamo, ha gravi problemi di qualità dell’aria, tanto per citarne qualcuno, di consumo di suolo.

Ci tengo a citare, ancora una volta, alcuni dati, che dovrebbero essere sotto gli occhi di tutti e di cui tutti quanti noi dovremmo prendere coscienza, perché nella classifica nazionale dei Comuni peggiori per ettari di suolo consumato nel 2021 al sesto posto c’è Ravenna, al decimo posto Parma, su 7.904 comuni totali. Idem per l’incremento 2021, troviamo sempre Ravenna tra i primi posti e Reggio Emilia. Sono dati sconcertanti.

Avere questo tipo di criticità significa per i nostri territori essere anche meno resilienti. Lo dico in particolar modo a chi amministra questa Regione, faccio meno fatica a dirlo a chi sta a Destra, sentendo anche il dibattito di oggi. Credo veramente che ci siano poche speranze da quel punto di vista. Lo dico anche guardando gli ordini del giorno che sono stati presentati anche dal Centrodestra, che significano che, ancora una volta, non si è capito nulla di quello che è successo a maggio di quest’anno, perché io mi ritrovo, per l’ennesima volta, a confrontarmi con un ordine del giorno che parla, ancora una volta, di nutrie. Di nutrie! Per il Centrodestra il problema di queste alluvioni è rappresentato dagli animali fossori. Ancora non si è capito che il problema vero è stato il sormonto degli argini. Gli argini non sono crollati per colpa delle nutrie, ma il problema è stato il sormonto, ma non ce la facciamo a capire questo semplice concetto, è difficile, complicato. Questo perché, evidentemente, una certa parte politica i cambiamenti climatici non vuole vederli e non vuole affrontarli.

Penso quindi che sia giusto chiedere più risorse per gestire con urgenza la contingenza, perché è vero, come è stato detto, che ci sono persone fuori casa, ci sono persone che vorrebbero iniziare a fare i lavori, ma non possono semplicemente perché non sanno come fare le perizie, perché non esiste ancora un modulo che dovrebbe venire da Roma e che ancora non è stato fatto, quindi ci sono alluvionati che non sanno neanche da che parte iniziare a ricostruire la propria vita. Penso che la politica, anche quella regionale, soprattutto viste le condizioni di cui parlavo prima, debba porsi il tema di come evitare gli impatti devastanti degli stravolgimenti climatici, che non sono più fatti emergenziali, ma sono ormai questioni che sono diventate ordinarie.

Credo che, mentre ci occupiamo dell’oggi, dobbiamo anche immaginare il domani. Lo ribadisco, io sono ancora in attesa di capire che fine abbia fatto la legge regionale sul clima, e mi chiedo, se non l’approviamo ora, quando dobbiamo approvarla, e quali siano gli atti che ci fanno dire che anche questa Regione ha capito la lezione che i nostri territori si sono trovati a subire, quali sono gli atti concreti che devono essere, dal mio punto di vista, urgenti e pervasivi tanto quanto sono o sono state le conseguenze degli eventi meteo climatici con cui ci siamo trovati a fare i conti.

Dico questo anche rispetto alle parole che ho sentito dal collega Occhi, che ci chiede di rallentare rispetto alla transizione ecologica, che dal suo punto di vista non deve essere imposta, anzi dobbiamo fare il meno possibile, che io traduco in quelle parole nel non fare assolutamente niente.

Non fare assolutamente niente significa però mettere nelle condizioni – penso, per esempio, a quello che sta succedendo alla Magneti Marelli – il personale, i dipendenti di quelle imprese che non stanno al passo coi tempi, condannare quelle persone alla precarietà, e in quel caso parliamo di quasi 250 persone che stanno o rischiano di pagare le scelte poco lungimiranti che sono state fatte da quella dirigenza. Allora dire che non dobbiamo fare niente significa dire a quelle persone che il loro posto di lavoro deve essere messo a rischio e che non avranno un futuro, perché qualcuno li vuole condannare a quella condizione.

In questa Regione io sono un consigliere di minoranza e naturalmente non ho grandi margini di manovra per pensare di cambiare le politiche di questa Regione, però penso che sia responsabilità di tutti, anche responsabilità mia, provare a migliorare le cose, attraverso gli strumenti che io ho a disposizione, che sono quelli di un legislatore. E anche in questo caso ho provato a fare la mia parte attraverso un ordine del giorno, che dice una cosa molto semplice, che prova a riproporre in atti concreti parole che sento spesso dire dalla politica, che però vorrei vedere anche concretizzate, perché abbiamo a che fare con una ricostruzione che – lo si è detto tante volte – non può essere uguale a prima. Non può essere tutto uguale a prima. Però, non possiamo limitarci a enunciare questo concetto, ma dobbiamo tradurlo in parole. E questo ho fatto con questo ordine del giorno, all’interno della scelta che è stata fatta, a mio avviso correttamente, di destinare una parte delle risorse anche ai Comuni. Del resto, io mi chiedo come si possa pensare di fare una differenziazione tra alluvionati che hanno avuto un danno diretto e alluvionati che hanno avuto un danno indiretto. Un bambino che prima poteva frequentare luoghi sportivi è stato altrettanto colpito dall’alluvione, perché è evidente che, quando quell’infrastruttura non c’è più, anche quel bambino ha subìto un danno. Non possiamo dire che non è così. Allora, da questo punto di vista penso che dobbiamo occuparci anche di quegli aspetti, senza ergerci a detentori della verità rispetto alle finalità della destinazione delle risorse di chi ha donato.

Nessuno di noi lo sa che cosa ha spinto in maniera specifica le persone a fare una donazione, però penso, in maniera più generale, che quei soldi debbano andare agli alluvionati, che sono stati colpiti in maniera diretta, ma che sono stati colpiti anche in maniera indiretta. Di quelle persone non dobbiamo dimenticarci. Soprattutto dovremmo evitare di fare ragionamenti di tipo propagandistico o politico, quando in realtà avremmo l’onere e l’onore, in questo caso, di doverci occupare di tutti.

 In questo senso, rispetto alla finalità che è stata individuata all’interno del PDL a cui destinare le risorse agli Enti locali per esempio per le infrastrutture sportive, ma non solo, credo che sia utile (è il desiderio che ho espresso all’interno di questo ordine del giorno) che la Giunta individui dei criteri per premiare chi fa scelte lungimiranti. Lungimiranti significa che adotta soluzioni per l’efficientamento energetico e la sostenibilità degli edifici. Ho sentito qualcuno prima dire che detesta questa parola, ma i nostri territori devono diventare più resilienti, altrimenti gli impatti degli eventi catastrofici che abbiamo subito anche di recente saranno altrettanto devastanti se non faremo nulla, come questa Destra ci chiede.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

In realtà, io non volevo intervenire in questo dibattito, perché io credo che sia il relatore di minoranza, ma anche i colleghi che sono intervenuti abbiano già espresso in maniera precisa e puntuale quello che è il nostro pensiero e quello che è il nostro atteggiamento di fronte a una situazione drammatica che ci ha riguardato e che oggi, naturalmente, dobbiamo affrontare dal punto di vista normativo nell’individuare soluzioni che possano, seppur parzialmente, dare un contributo e dare un ristoro.

Non ho potuto esimermi dall’intervenire dopo aver sentito una serie di interventi che, obiettivamente, faccio fatica ad accettare come degni di questo consesso, sì, degni di questo consesso, assessore, perché nel momento in cui si vuole trasformare un dramma, perché dramma è stato, in una bagarre politica da bar, quasi da bar, addirittura con falsità – l’ho sentito dire alla collega Montalti e alla collega Piccinini – circa il nostro atteggiamento di fronte ai mutamenti del clima, di fronte alla tragedia, di fronte alla necessità di intervenire economicamente. Quando sento le falsità non posso tacere.

Vorrei ricordare – a questo punto, tirato per la giacca, mi faccio tirare per la giacca – che se il fatto è stato eccezionale le conseguenze sono state eccezionali all’ennesima potenza, a fronte di una serie di carenze. A monte! E le carenze a monte nascono in questa Regione. Nel momento in cui abbiamo provvedimenti antichi, datati, la Direttiva Alluvioni dell’Unione europea, che è stata poi recepita dal nostro Governo, dal Parlamento, ed è stata poi recepita anche a livello regionale, è datata, non è di ieri l’altro, e ha determinato anni di interventi, anni di progetti, anni di piani. Il Piano di gestione del rischio ha una serie di anni. Abbiamo adottato degli atti, abbiamo stabilito delle classifiche di priorità, poi disattese, puntualmente disattese. Risorse che, comunque, questa Regione aveva a disposizione, ampie risorse, da più parti. Ricordo che l’assessore Priolo, non più tardi di qualche mese fa, che ci ha fatto un rendiconto di tutte le risorse che il suo Assessorato aveva a disposizione in tema di difesa idrogeologica e di lotta al dissesto idrogeologico, giustamente ha elencato tutti i canali di intervento per arrivare a importanti cifre. Adesso non ricordo esattamente, ma sicuramente aveva più di un miliardo a disposizione.

Allora, qual è il tema? Il tema è che, se oggi vogliamo, sfruttando un PDL necessario, che va migliorato sicuramente, e auspichiamo anche che gli interventi migliorativi che da questi banchi sono stati formulati vengano accolti, partendo da misure necessarie, che sono misure di parziale compensazione, si voglia fare un attacco ad alzo zero nei confronti del Governo, nei confronti dei ministri, nei confronti del commissario, magari forse con il retro pensiero che non è stato nominato il presidente che voleva avere la stessa mano libera che ha avuto ai tempi del terremoto.

Se poi volessimo andare a parlare di come sono stati fatti i risarcimenti per il terremoto del 2012, apriremmo un altro capitolo che forse è meglio non aprire. Allora, io dico, avete approfittato e state approfittando della questione necessaria di questo impianto normativo per fare una polemica sterile, inutile, falsa su quello che è il nostro orientamento e atteggiamento rispetto a misure che sono necessarie, perché il cambiamento climatico c’è, qual è la questione? Come si affronta. Come ha ricordato il collega Occhi che avete tirato in ballo nei vostri interventi scomposti, la questione è che va combattuto senza l’approccio ideologico, che invece da più parti, per fortuna non da tutta la maggioranza, ma da più parti della maggioranza invece viene fatto. Sento addirittura parlare della Magneti Marelli come frutto dell’ostinazione nel non volerlo accettare, in realtà è il contrario, se c’è una crisi drammatica come sta vivendo quel settore, forse vien da chiedersi se invece nella lotta al cambiamento climatico le posizioni e le misure che vengono messe o si vogliono mettere in campo per affrontarlo siano effettivamente pertinenti, siano puntuali o invece necessitino di una maggiore osservazione, di un maggiore approfondimento.

 È esattamente l’opposto di quello che dice la collega Piccinini: la crisi della Magneti Marelli è frutto di questa ideologia, è frutto del volere a tutti i costi fare degli interventi tampone, senza considerare che le trasformazioni hanno bisogno di tempo per arrivare a mantenere un equilibrio, altrimenti si creano diseguaglianze, si creano interventi negativi.

Io non voglio intervenire ulteriormente, se non per ribadire che oggi affrontare questo PDL volendo a tutti i costi ed esclusivamente parlare della complessità dei ritardi o della burocrazia, che naturalmente riguarda ogni misura di ristoro, per forza. Vi deve essere. Non ci devono essere ritardi, ma certamente ci deve essere attenzione, ci deve essere diligenza, ci deve essere serietà. Altrimenti, si rischia poi di infilarsi in procedure o in conseguenze certamente negative. Ma oggi voler sparare a zero, senza tenere in considerazione che, se quello che è accaduto è accaduto, è perché ci sono – il collega Liverani l’ha ricordato molto bene – la questione della pulizia e la questione delle opere che non sono state fatte riguardo ai corsi d’acqua. Senza tenere quello in considerazione, faremmo torto alla nostra intelligenza, ma faremmo torto a quella che è la nostra funzione, quella di essere, comunque, degli amministratori che tengono conto di quello che è lo stato dell’arte e di quelle che sono le priorità di intervento.

Sulla questione del dissesto idrogeologico non c’è stata la dovuta attenzione, non ci sono state le azioni puntuali e pertinenti che, invece, avrebbero dovuto vedere compimento. Quindi, oggi voler esclusivamente puntare l’attenzione sugli interventi a valle, senza guardare quelle che sono state le cause a monte, è sicuramente un atteggiamento miope ed è un atteggiamento che non possiamo non contestare.

Ciò che volevo puntualizzare era questo elemento. Va da sé che devono essere fatti interventi di ristoro, interventi di ripristino, tenendo presente che anche le modalità con cui verranno fatti i destinatari effettivi di queste misure sono importanti, perché abbiamo visto troppe volte che, quando si creano troppi corpi intermedi e troppi soggetti intermedi nella catena di distribuzione, si creano procedure distorte o non si arriva al risultato desiderato.

Da ultimo, vorrei ricordare, tornando ai motivi, alle responsabilità e al fatto che non si fa più la manutenzione del territorio come si faceva una volta, che ci sono fondamentalmente due motivi e due cause che vanno ricordate: 1) la soppressione delle Province, che ha eliminato dalla strada, volgarmente parlando, persone competenti, persone efficaci, che sapevano come si faceva la manutenzione del terreno, dei corsi d’acqua, delle strade di montagna e delle varie scoline e opere che dir si voglia; 2), la eccessiva proliferazione di soggetti che fanno le stesse cose, che in realtà hanno aumentato e aumentano la burocrazia, aumentano ovviamente le clientele e gli interventi sul territorio sono sempre minori.

Prima c’erano le Comunità montane, c’era la Provincia, c’era la Regione e i Consorzi di bonifica, oggi non abbiamo più le Comunità montane, ma abbiamo le Unioni dei Comuni, le Province non ci sono più, ma abbiamo le Regioni che per quanto riguarda questo settore hanno assorbito la materia, sono state mandate in pensione o ad altro mestiere o ad altro lavoro persone veramente competenti e così via, per arrivare anche a sovrapposizioni di burocrazia.

La sovrapposizione di burocrazia ha ucciso i territori, la proliferazione degli Enti ha tolto le competenze e ha creato le problematiche, quindi aggiungiamo anche questo elemento causale a tutto quello che è successo.

Concludo veramente. Parliamo pure del PDL, parliamo pure dei ristori necessari, doverosi e attesi dai territori, ma se noi non andiamo a eliminare le cause a monte, cambiamento climatico o non cambiamento climatico sono comunque interventi che devono essere fatti e dovevano essere fatti da tempo, perché – lo ripeto – abbiamo le direttive europee da tempo, non da un anno.

Se fosse stato fatto diversamente e fosse stata data piena attuazione, oggi parleremmo di altro, quindi invito l’Assemblea a fare questa osservazione, al di là dei proclami, degli slogan da radicali e delle discussioni da ultras. Stiamo al tema, e il tema è che su questa materia non possiamo arretrare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Sono le ore 12,59, quindi chiudiamo la sessione legata al mattino. Riprendiamo alle ore 14,30. Abbiamo già iscritta a parlare la consigliera Pigoni.

Grazie a tutti.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 12,59

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI; Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI; Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta le assessore Irene PRIOLO, Paola SALOMONI.

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

 

Espandi Indice