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Legislatura VIII - Commissione I - Verbale del 22/11/2005 pomeridiano

    Testo

                                                      Verbale n. 12/2005
    Seduta del 22 novembre 2005
    Il giorno 22 novembre 2005 alle ore 14,30 si è riunita presso la
    sede dell'Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
    Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali, convocata con
    nota prot. n. 17400 del 17 novembre 2005 ed integrata con nota prot.
    n. 17612 del 21 novembre 2005.
    Partecipano alla seduta i Consiglieri:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    NERVEGNA ANTONIO Presidente FORZA ITALIA 5 presente
    BERETTA NINO Vicepresidente UNITI NELL'ULIVO 7 presente
    - DS
    MANFREDINI MAURO Vicepresidente LEGA NORD 3 presente
    PADANIA EMILIA E
    ROMAGNA
    AIMI ENRICO componente ALLEANZA 4 presente
    NAZIONALE
    BORTOLAZZI componente PARTITO DEI 1
    DONATELLA COMUNISTI
    ITALIANI
    CARONNA SALVATORE componente UNITI NELL'ULIVO 5 presente
    - DS
    GALLETTI GIANLUCA componente UDC - UN. DEM. 1
    CRIS. E DI
    CENTRO
    GUERRA DANIELA componente VERDI PER LA 2
    PACE
    MANCA DANIELE componente UNITI NELL'ULIVO 1 presente
    - DS
    MASELLA LEONARDO componente PARTITO DELLA 3
    RIFONDAZIONE
    COMUNISTA
    MONACO CARLO componente PER L'EMILIA - 1
    ROMAGNA
    MONARI MARCO componente UNITI 3 presente
    NELL'ULIVO-DL
    MARGHERITA
    MONTANARI ROBERTO componente UNITI NELL'ULIVO 2 presente
    - DS
    NANNI PAOLO componente ITALIA DEI 1 presente
    VALORI con DI
    PIETRO
    RICHETTI MATTEO componente UNITI 4
    NELL'ULIVO-DL
    MARGHERITA
    RIVI GIAN LUCA componente UNITI NELL'ULIVO 2 presente
    - DS
    VARANI GIANNI componente FORZA ITALIA 4 presente
    ZANCA PAOLO componente UNITI NELL'ULIVO 1 presente
    - SDI
    Sono presenti: il Vicepresidente della Giunta Assessore a Finanze.
    Europa Flavio Delbono e l'Assessore a Programmazione e sviluppo
    territoriale. Cooperazione col sistema delle Autonomie.
    Organizzazione Luigi Gilli.
    Sono inoltre presenti: Pasquini (Dir. gen. Risorse finanziarie e
    strumentali), Curti (Resp. Serv. Bilancio-risorse finanziarie),
    Gaspari, Bellei e Gheduzzi (Serv. Bilancio-risorse finanziarie),
    Garavini (Dir. gen. Organizzazione, Sistemi informativi e
    Telematica), Mantini (Serv. Stampa Assemblea legislativa)
    Presiede la seduta: Antonio Nervegna
    Assiste la segretaria: Claudia Cattoli
    Resocontista: Claudia Cattoli
    Il presidente NERVEGNA dichiara aperta la seduta.
    Approvazione dei verbali n. 9 e 10 del 2005.
    La Commissione all'unanimità dei presenti approva i verbali n. 9 e
    10 del 2005, relativi rispettivamente alle sedute del 18 ottobre e 8
    novembre 2005.
    - - - -
    750 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Legge
    finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L. R. 15
    11 01, n. 40 in coincidenza con l'approvazione del bilancio di
    previsione per l'esercizio finanziario 2006 e del bilancio
    pluriennale 2006 - 2008 (delibera di Giunta n. 1838 del 14 11 05)
    751 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Bilancio di
    previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
    2006 e del bilancio pluriennale 2006 - 2008 (delibera di Giunta n.
    1839 del 14 11 05)
    Il presidente NERVEGNA richiama l'iter dei progetti di legge in
    oggetto e gli adempimenti relativi alla nomina del relatore. Cede
    quindi la parola all'assessore per la presentazione della manovra
    finanziaria regionale di bilancio per il 2006.
    Il vicepresidente DELBONO svolge la seguente illustrazione:
    Vorrei preliminarmente aggiungere alcuni elementi di informazione
    oltre all'illustrazione dei provvedimenti legislativi previsti
    all'ordine del giorno, vale a dire la legge finanziaria regionale,
    il bilancio di previsione 2006 e il pluriennale 2006-2008 e la
    normativa sui tributi. Aggiungo poche parole, doverose nei confronti
    di questa Commissione, circa il DPEF che viene distribuito in questi
    giorni a tutti i consiglieri. Il documento di politica economica e
    finanziaria regionale, che è ormai una consuetudine dall'inizio
    della scorsa legislatura, non ha quella valenza legislativa propria
    degli altri provvedimenti, è un documento fondamentalmente politico
    che, se l'Assemblea legislativa riterrà opportuno, potrà recepire
    come è accaduto negli anni scorsi sotto forma di ordine del giorno
    in occasione della seduta dedicata al bilancio.
    Questa volta lo abbiamo redatto su un orizzonte quinquennale e non
    triennale per farlo coincidere al meglio con la durata dell'intera
    legislatura. Abbiamo cercato, un po' innovando rispetto alle
    edizioni precedenti, di incardinarlo il più possibile sulla
    relazione programmatica del presidente Errani, quella con la quale
    si è presentato all'Assemblea legislativa.
    Oltre alla novità relativa al periodo interessato (non più tre, ma
    cinque anni per farlo coincidere con la legislatura), il formato e
    quindi il contenuto del DPEF per molti versi ricalca quello degli
    anni precedenti, quindi ha una parte iniziale di descrizione
    dell'andamento di alcune tendenze e alcuni dati strutturali in
    materia economica, sociale, demografica della nostra regione; poi
    abbiamo appunto cercato di tradurre al meglio il documento politico
    del presidente Errani, tradotto in obiettivi, azioni e in alcuni
    casi anche più dettagliatamente, con il linguaggio tipico della
    Commissione europea, si parla quasi di misure, di singole azioni.
    Devo anche dire per correttezza che si tratta di una bozza, quindi
    di un documento ancora aperto a possibili correzioni. Aggiungo
    inoltre due annotazioni: la prima è che correttamente è stato
    scritto, per quanto riguarda il quadro istituzionale-costituzionale,
    a legislazione vigente. I provvedimenti di devolution sono
    assoggettati ad una conferma o comunque ad una votazione di rango
    referendario e fino a quel momento i poteri della Regione sono
    quelli definiti dall'attuale Costituzione.
    L'altra annotazione riguarda un problema che abbiamo avuto anche nel
    passato, ma che si è accentuato negli ultimi tempi e attiene alla
    difficoltà di programmare i flussi finanziari: questa volta non solo
    per quanto riguarda i rapporti tra il nostro bilancio e quello dello
    Stato, ma anche con quello europeo.
    Ribadisco, perché avevo preso l'impegno con il presidente Nervegna
    di venire ad illustrare in Commissione lo stato dell'arte delle
    politiche comunitarie, che non vi è stata negligenza od omissione,
    ma che alcuni fatti attendevano e purtroppo ancora attendono delle
    scadenze, ma immagino che nel giro di alcune settimane saremo pronti
    a fornire un'informazione compiuta, o almeno a rappresentare il modo
    con il quale la Regione Emilia-Romagna si presenta al tavolo
    nazionale e in che modo contribuisce anche ad orientare o cercare di
    dare un contributo alle questioni europee.
    Un'ulteriore incertezza infatti deriva dalla difficoltà di
    programmare la dimensione e l'allocazione dei fondi europei, nel
    senso che a tutt'oggi l'Unione europea non è ancora riuscita a
    trovare un accordo né sulla dimensione del bilancio comunitario, nè
    sulla allocazione di questi fondi tra i nuovi obiettivi.
    Sapete che anche il gergo è cambiato: quello che era il vecchio
    obiettivo 1 si chiamerà convergenza ; quello che era il vecchio
    obiettivo 2 - sostegno alle aree sotto industrializzate e
    l'obiettivo 3 - formazione faranno parte del nuovo obiettivo 2 che
    si chiamerà competitività .
    Al di là del lessico, c'è una genuina questione di programmazione e
    quindi è difficile in un programma quinquennale e per alcune materie
    in particolare (penso alle strategie di Lisbona), poter esplicitare
    con precisione su quali risorse finanziarie potremo fare affidamento
    in assenza di un quadro ragionevole per la programmazione europea
    2007-2013.
    Questo lo dico non per completezza, ma perché ci è venuto meno uno
    dei pochi elementi fissi. Quando predisponevamo i precedenti DPEF
    potevamo avere delle incertezze sulla finanziaria statale od altro,
    ma sul fatto che il bilancio europeo 1999-2006 fosse quello e quante
    risorse ci arrivavano sull'obiettivo 2 o 3, era ragionevolmente
    prevedibile, era un fatto. Mi auguro che nel prossimo DPEF questa
    alea sarà scomparsa. Rimane tuttavia un elemento di cui tenere
    conto, perché alcune precisazioni sulle dimensioni delle risorse a
    nostra disposizione sono involontariamente vaghe per questo motivo.
    Parlo subito della finanziaria e sarò molto rapido.
    Credo che siamo riusciti a mantenere un impegno, che per conto
    dell'amministrazione regionale avevo assunto in Commissione, e cioè
    di limitare al minimo l'utilizzo della legge finanziaria per motivi
    diversi da quelli per i quali la legge finanziaria stessa è
    preposta. Se la scorrete, anche se potrà esservi in seguito qualche
    emendamento, vedete che la natura degli articoli della legge
    finanziaria è quasi tutta incardinata sul bilancio: o apertura di
    nuovi capitoli, o integrazioni o altro. Non ci sono, se non in un
    paio di casi, modifiche di altre leggi regionali per le quali la
    legge finanziaria a volte svolge la funzione di traino come, per
    varie ragioni di avvio legislatura, è un pò accaduto con la legge
    finanziaria dell'assestamento. Abbiamo cercato di contenere il
    fenomeno in questa fase, poi è chiaro che la valutazione complessiva
    sarà inclusiva degli emendamenti. La legge finanziaria è molto
    ancorata alle esigenze del provvedimento di bilancio.
    Veniamo invece alla proposta che la Giunta regionale consegna
    all'iter dell'Assemblea legislativa per quanto riguarda il bilancio.
    Credo che sia utile, perché così abbiamo fatto anche in occasione
    dell'assestamento, partire dal perimetro così come delimitato e
    definito dai vincoli esistenti. Vincoli che non sono soltanto di
    natura esterna, nel senso di legge finanziaria dello Stato. Alcuni
    attengono proprio esplicitamente alla dinamica di alcune variabili
    economiche. Partirei da queste ultime.
    Prima ancora della approvazione da parte del Governo del disegno di
    legge finanziaria noi ci stavamo misurando con una difficoltà che
    attiene al calo, questa volta molto più significativo di quanto non
    sia accaduto negli esercizi precedenti, della accisa sulla benzina.
    I consiglieri della Commissione mi avranno già sentito ripetere
    questa affermazione anche negli esercizi precedenti, ma stavolta la
    dimensione è molto più importante.
    Ricordo a tutti che l'accisa sulla benzina è una compartecipazione
    tributaria della Regione che venne introdotta alcuni anni fa per
    sostituire un trasferimento da parte dello Stato. È evidente che
    all'inizio l'entrata tributaria era esattamente commisurata
    all'entità del trasferimento. Si dal caso però che negli anni
    successivi, le dinamiche economiche di comportamento (cioè
    l'eliminazione del superbollo sui veicoli a diesel ha spostato le
    preferenze degli utenti automobilisti su veicoli a gasolio) hanno
    prodotto una discesa nell'entrata sull'accisa della benzina, dato
    che non abbiamo una uguale o simile compartecipazione sull'altro
    tipo di carburante.
    Questo è stato motivo di ripetute richieste da parte delle Regioni
    al Governo per compensazioni che sono avvenute solo in piccola parte
    e tardivamente, quindi non c'è stato il recupero per intero del
    minor gettito.
    Se questo trend è una caratteristica degli ultimi anni, nel passare
    dal 2005 al 2006 (ovviamente siamo in una fase di previsione)
    dobbiamo invece credo prudentemente registrare un calo importante
    nell'accisa sulla benzina. Rispetto alle previsioni del 2005, quelle
    del 2006 registrano una riduzione nella previsione di 38 milioni di
    euro, una cifra importante. Passiamo da poco più di 200 milioni di
    euro a circa 170 milioni (sto arrotondando).
    La spiegazione è relativamente semplice, non vorrei avventurarmi in
    esercizi econometrici, però continua il fattore preferenze per il
    gasolio. Ma c'è un altro fattore relativamente nuovo e più recente
    ed è dovuto all'alto prezzo della benzina che ne produce un calo del
    consumo da parte di coloro che hanno i veicoli a benzina.
    La sintesi dei due fenomeni: passaggio al gasolio ed effetto del
    prezzo, lo si vede dal numero dei litri della benzina che è passato
    da circa 1,9 miliardi di litri all'anno venduti sul territorio
    regionale a circa 1,7. Quindi stiamo parlano di un calo dell'ordine
    del 15%.
    Questo è un aspetto che solo indirettamente è legato alla
    finanziaria, nel senso che attiene all'andamento di una nostra
    entrata che storicamente era un trasferimento poi non è stata
    indicizzata in qualche modo.
    Poi è arrivata la finanziaria. Anche qui le osservazioni che
    svolgerò sono soprattutto legate a quella che inizialmente è stata
    la proposta di legge finanziaria del Governo, perché noi abbiamo
    redatto questi documenti sulla base di quella proposta. Nel
    frattempo sono intervenuti anche altri cambiamenti e non so quale
    sarà l'esito finale alla luce del maxi emendamento, ne posso solo
    delineare i contorni.
    Premetto che per l'ennesimo anno consecutivo la Conferenza delle
    Regioni ha espresso parere negativo sulla proposta del Governo e che
    questo è un parere unanime i cui contenuti, cioè i contenuti del
    parere delle Regioni, sono sinteticamente riportati nella mia
    relazione di accompagnamento alla legge di bilancio.
    Premesso questo, mi permetto di richiamare la vostra attenzione
    sostanzialmente su tre aspetti che non sono qualitativamente diversi
    da quelli sui quali ci eravamo soffermati in occasione
    dell'assestamento. Ce ne sono degli altri, ma questi tre li
    considero costitutivi.
    Il primo attiene alla sanità, di cui immagino che non entreremo nel
    dettaglio nella seduta odierna, essendo come sapete il fondo
    sanitario nazionale un fondo specifico con un suo vincolo di
    destinazione.
    Sulla sanità si è registrato uno scarto tra quello che il Governo
    aveva scritto nel DPEF (e con quel DPEF aveva ottenuto il via libera
    dalla Commissione europea nel negoziare la discesa dello 0,8% nel
    rapporto disavanzo-PIL) e ciò che invece contiene la finanziaria.
    Nel primo documento il fondo sanitario nazionale era portato a 95
    miliardi di euro, mentre nella proposta attuale parliamo invece di
    un 90+1+2. Ho scomposto i 93 perché il + 1 e il + 2 hanno un riparto
    che non è lo stesso dei 90. Cioè hanno un riparto che deve tenere
    conto dell'andamento delle liste di attesa, dei disavanzi pregressi
    ecc., quindi in realtà è bene fare affidamento solo sui 90 in questa
    fase, perché la nostra quota di accesso sui 3 sarà sicuramente più
    bassa della nostra quota di accesso sui 90. Questo apre e consegna
    un problema a tutte le Regioni su come gestire il presumibile
    disavanzo sul 2006, dato che è sul 2006 che si riversa una parte non
    trascurabile degli oneri contrattuali del nuovo contratto alla
    sanità.
    Gli altri due aspetti su cui mi soffermo specificamente attengono da
    una parte al patto di stabilità e dall'altro all'articolo 3 della
    legge finanziaria 2004, la legge n. 350 del 2003.
    Su quest'ultimo mi limito a segnalare che è confermato, e che quindi
    la finanziaria non contiene alcuna novità al riguardo, nel senso che
    quell'articolo era e rimane in vigore, non essendo stato né sospeso,
    né cancellato, con tutti gli effetti conseguenti, su cui non mi
    dilungo. Ricordo solo che quell'articolo vieta a Enti locali e
    Regioni di ricorrere all'indebitamento per finanziare soggetti
    esterni alla pubblica amministrazione e quindi di fatto limita
    fortemente la possibilità di dare contributi in conto capitale, per
    esempio per sostenere investimenti, a quell'amplissima gamma di
    soggetti che non rientrano nella lista della P.A.: imprese, ma non
    solo, famiglie, consorzi, S.p.A totalmente pubbliche, insomma
    soggetti diciamo civilisticamente esterni alla P.A. che se non sono
    nell'elenco non possono essere finanziati con ricorso
    all'indebitamento.
    Quindi non avendo la Regione significative entrate patrimoniali
    proprie, come a volte accade per i Comuni, l'unico spazio possibile
    per finanziarli sarebbe quello delle entrate correnti. Dico sarebbe,
    perché questa soluzione deve fare i conti con le risorse
    effettivamente a disposizione e con l'altro vincolo esistente,
    quello del patto di stabilità.
    Anche qui come promemoria vi ricordo che fino all'esercizio 2004 il
    patto di stabilità per le Regioni, al di là dei numeri, escludeva,
    oltre alla sanità e alle spese per il personale, gli investimenti.
    Nel 2005 invece includeva gli investimenti in modo indistinto
    rispetto alla spesa corrente, cioè c'era un tetto agli impegni e un
    tetto alla cassa per un volume complessivo di uscite senza
    distinzione tra investimenti e parte corrente.
    Per il 2006 il vincolo è riformulato includendo gli investimenti, ma
    separandoli dalla parte corrente. Quindi gli investimenti non
    c'erano, poi c'erano ammassati con la spesa corrente e per il 2006
    ci sono ma separati.
    E sono separati prendendo come anno base il 2004. La spesa corrente
    delle Regioni ad oggi, salvo ulteriori correzioni della legge
    finanziaria, non può superare quella del 2004, diminuita del 3,8%.
    Quindi si prendono gli impegni complessivi, si toglie ciò che deve
    essere tolto, sanità, una parte di spese del personale e un pochino
    di sociali (un pochino, quello del titolo X delle uscite) del 2004,
    e lo si deve abbassare del 3,8%. Quindi in termini reali, siccome
    sono stati anni ad inflazione non nulla, stiamo parlando di una
    riduzione del 6-7%.
    Per quanto riguarda invece gli investimenti, prendendo sempre come
    base il 2004, le Regioni non possono impegnare più del 2004
    aumentato questa volta del 6,9%.
    Quindi: corrente -3,8%, investimenti +6,9%. Questi sono i due tetti
    alle due tipologie di uscite per quanto riguarda le Regioni. Per gli
    Enti locali è diverso.
    Suggerisco anche, perché è naturale, leggere insieme l'effetto dei
    due vincoli: quello posto dall'articolo 3 e quello posto dal patto
    di stabilità sulla spesa corrente.
    Ripeto: non potendo usare l'indebitamento per finanziare quei
    soggetti e non avendo entrate patrimoniali proprie, l'unica
    copertura potrebbe essere sulle entrate correnti e quindi poi sulla
    spesa corrente, ma sulla spesa corrente ci imbattiamo in questo
    vincolo e cioè che ci viene richiesto di ridurre la spesa corrente
    stessa del 3,8% rispetto al 2004.
    Ovviamente le osservazioni che andrò a formulare ora e le proposte e
    il contenuto della manovra che abbiamo presentato, si riferiscono ai
    mezzi regionali, perché su quello che saranno i mezzi statali anche
    qui vedremo cosa succederà con la versione finale della legge
    finanziaria e cioè vedremo alla fine se quei 3,1 miliardi di euro
    che in finanziaria si legge essere la portata delle riduzioni di
    trasferimenti dallo Stato alla pubblica amministrazione locale
    (quindi comprensiva di Enti locali e Regioni), quanta parte sarà
    alle Regioni e quanta parte sarà agli Enti locali. Noi possiamo dire
    che le proporzioni oggi tra Regioni e Enti locali sono di circa 1,9
    per gli Enti locali e 1,2 per le Regioni, ma non so se finirà così.
    E poi bisogna vedere su quali capitoli si concentreranno queste
    riduzioni: sarà fondo sociale? saranno le Bassanini? saranno
    trasferimenti in conto capitale? sarà il fondo attività produttive?
    lo vedremo, perché al momento la finanziaria non contiene ancora
    tutti questi dettagli ed è ancora in discussione; quindi è inutile
    concentrarsi su questo, anche se ovviamente non saremo indifferenti
    rispetto alla dimensione e all'ubicazione delle riduzioni. Ma temo
    che di questo dovremo tener conto soprattutto nella manovra di
    assestamento.
    Aggiungo per completezza e non per il gusto della polemica che
    purtroppo sono intervenute in questa seconda parte del 2005 alcune
    manovre governative sul 2005 che, se si ripetessero anche nel 2006,
    avverrebbero dopo l'assestamento.
    Quest'anno noi abbiamo fatto l'assestamento a giugno-luglio e ci
    siamo ritrovati ad ottobre ad essere toccati - per usare un
    eufemismo - da manovre correttive dei conti del 2005. Cito un
    esempio per tutti (e spero che vi sia armonia informativa su questo,
    dato che era ieri pubblicato sul Sole 24 ore che considererei una
    fonte abbastanza affidabile in materia): il fondo sociale. Il fondo
    è stato ridotto per quanto riguarda le risorse alle Regioni di circa
    500 milioni di euro con la manovra di ottobre. Questo per noi
    significa 36 milioni di euro. Sono risorse che poi le Regioni
    gestiscono con gli Enti locali e che, essendo la riduzione
    intervenuta in ottobre, mette in grave difficoltà gli Enti locali
    che avevano programmato molte delle loro attività facendo
    affidamento, essendo ottobre, sul trasferimento di queste risorse
    statali dalle Regioni nei loro confronti.
    Lo dico per completezza perché nel guardare al 2006 dobbiamo anche
    tenere conto di alcune mancate risorse che abbiamo dovuto registrare
    in questo ultimo scorcio del 2005.
    Dentro questo perimetro, le strategie di fondo della Regione che
    hanno comportato quella che potremmo dire nel gergo essere una
    manovra, sono essenzialmente tre. Le tre strategie di fondo sono
    state:
    Primo: non inasprire la pressione tributaria. Quest'anno era
    possibile.
    Infatti al contrario degli altri anni, quest'anno la finanziaria non
    contiene un divieto nei confronti delle Regioni di utilizzare per
    esempio l'addizionale IRPEF o IRAP. Mi permetto però di segnalare a
    questa Commissione che non c'è il divieto formale, ma il vincolo
    sulla spesa corrente che viene dal patto di stabilità comporta che
    in realtà se si volesse usare la leva tributaria, sarebbe consentito
    di utilizzare il gettito aggiuntivo solo per la sanità. È come dire
    che posso mettere l'addizionale IRPEF, posso inasprire l'IRAP, però
    quel gettito aggiuntivo non lo posso spendere dove voglio, perché il
    limite è sulle uscite correnti. Cioè o lo metto sulla sanità e un
    po' sul personale o su quel po' di sociale che è fuori, altrimenti
    avrei un vincolo all'uscita che in realtà diventa anche un vincolo
    all'entrata.
    Quindi prima opzione: nessun inasprimento fiscale o nessun ricorso
    ad altre manovre di natura diciamo tariffaria, come potrebbe essere
    classificata quella dei ticket sulla farmaceutica.
    Seconda opzione: cercare di salvaguardare almeno ai livelli 2005 la
    batteria degli interventi sul welfare. Parlo di batteria perché come
    sappiamo le politiche regionali in materia di welfare hanno una
    gamma piuttosto ampia. Per esemplificare: il fondo regionale della
    non autosufficienza si assesta ai livelli del 2005 (vi ricordo che è
    finanziato sia dalla sanità che dal fondo sociale), conferma del
    fondo sociale per l'affitto.... quando dico rispetto al 2005 intendo
    al previsionale del 2005, che sappiamo in alcuni casi essere poi
    stato integrato ulteriormente in assestamento. Lo stesso dicasi per
    il fondo sociale regionale, quei circa 7 milioni di euro che
    mettiamo e che dovrebbero sommarsi a quelli statali; mi riferisco
    anche al trasporto pubblico locale, anzi in questo caso abbiamo un
    po' incrementato; abbiamo riconosciuto il tasso di inflazione
    programmata a quella che è la più grande spesa tra quelle che noi
    classifichiamo come spese correnti operative e con questo piccolo
    incremento siamo sull'ordine dei 200 milioni di euro, quasi.
    Terza opzione che sdoppierei perché riguarda per una parte la spesa
    corrente e per una parte la spesa di investimenti. Comincerei da
    questa ultima.
    Sugli investimenti è stata confermata la grande attenzione per gli
    investimenti sul territorio, con le politiche che riguardano la
    casa, la viabilità, ambiente e difesa del suolo e della costa, messa
    in sicurezza dei territori.
    La dimensione complessiva del bilancio regionale è di quasi 13
    miliardi di euro dei quali però 1,8 miliardi può essere considerato
    come una regolarizzazione contabile: si tratta di risorse che
    dobbiamo regolarizzare contabilmente con lo Stato e per questo
    potete avere sentito parlare di un bilancio di poco superiore agli
    11 miliardi di euro. La differenza tra le due cifre è appunto data
    da questa partita aperta con il bilancio dello Stato.
    Dicevo, del nostro bilancio circa l'80% è costituito da risorse di
    parte corrente, quindi spesa corrente e circa il 20% da risorse in
    conto capitale. Di questo 20%, stiamo parlando di circa 2,5 miliardi
    di euro, circa poco meno della metà è classificato nelle nostre
    terminologie di bilancio come interventi sul territorio. Quindi
    quella lista di argomenti che vi elencavo prima.
    Ovviamente sto parlando di investimenti complessivi, quindi
    inclusivi di mezzi statali e regionali. In questo caso non sto
    parlando solo di mezzi regionali.
    Questo è un pezzo della terza osservazione, l'altro pezzo attiene al
    sistema economico produttivo cioè come è la risposta della nostra
    Regione ai vincoli, in particolare al vincolo dell'articolo 3 che ho
    illustrato in precedenza.
    La nostra risposta è basata su due strategie.
    La prima - abbiamo cercato di farlo anche nel 2005 e mi pare in modo
    positivo a vedere la risposta di molti interlocutori - consiste
    nell'utilizzare i mezzi statali per alimentare quelle leggi che
    prevedono contributi in conto capitale ai soggetti privati, dato che
    sui mezzi statali non insiste il vincolo dell'articolo 3 (penso al
    fondo unico attività produttive dal quale ci arrivano 70 milioni di
    euro dallo Stato). Queste risorse noi le possiamo allocare sulle
    nostre leggi, anche quelle che prevedono contributi alle imprese,
    pensate alla legge regionale n. 7 del 2002 sull'innovazione.
    Per quanto riguarda i mezzi regionali, su cui invece si applica
    l'articolo 3, data l'impossibilità sia complessiva sia alla luce
    delle limitazioni alla spesa corrente di finanziare sulle spese
    correnti quelle che prima finanziavamo con ricorso
    all'indebitamento, abbiamo cercato soprattutto con riferimento ad
    alcuni comparti produttivi - mi riferisco al terziario nella duplice
    accezione di commercio e turismo, ma anche in prospettiva
    all'artigianato, quindi legge regionale n. 20 del 1994 - di aiutare
    e sostenere le imprese rispetto al credito.
    Anche qui con due strumenti: fondi di garanzia e di contro-garanzia.
    Per contro-garanzia intendo quella che aiuta a migliorare i
    coefficienti patrimoniali anche in vista di Basilea 2 che sarà
    applicata dal 1 gennaio 2007. Quindi garanzia nel senso di facilità
    e semplicità di accesso, questo per le piccole e medie imprese è una
    richiesta importante.
    Dall'altra invece anche abbattendo i tassi, quindi con contributi in
    conto interessi che con riferimento, ripeto, sia a commercio e
    turismo, sia alla legge 20 sull'artigianato, riduce l'onere, il
    servizio del debito a carico delle imprese.
    Vi faccio un esempio concreto anche per leggere correttamente i
    dati: noi abbiamo stanziato 2 milioni di euro per l'abbattimento dei
    tassi a favore di commercio e turismo sulle leggi regionali di
    competenza, però quei due milioni di euro sono da intendersi come 20
    milioni di euro, perché si tratta di un limite di impegno. Vuol dire
    che noi per 10 anni ci impegniamo ad utilizzare fino a 2 milioni di
    euro all'anno per abbattere il tasso di interesse che l'azienda
    grazie a quella legge pagherà sui mutui decennali che andrà ad
    accendere con il sistema bancario. Lo dico perché formalmente sul
    bilancio del 2006 ci sono 2 milioni di euro, ma in realtà l'impegno
    essendo sull'intera durata dei mutui che normalmente sono decennali
    è di 20, quindi è tecnicamente un limite di impegno.
    Dunque, mezzi statali su cui non si applica l'articolo 3 per le
    nostre priorità, le priorità che sono nel DPEF, nel piano attività
    produttive ecc. e cercare di alimentare la nostra presenza nel
    sostegno allo sviluppo economico con le leggi regionali che abbiamo
    a disposizione, agendo sulla duplice leva dei fondi di garanzia e
    dell'abbattimento tassi.
    Tanto per capirci, le nostre stime su quei 2 milioni di euro
    all'anno per 10 anni, consentono come effetto l'abbattimento di 1
    punto e mezzo del tasso passivo che andrebbero a pagare le imprese
    sui mutui, quindi su tassi dell'ordine del 4%, tanto per stare sul
    generico, vorrebbe dire quasi dimezzarlo, e la leva, cioè se
    venissero utilizzati per intero questi 2 milioni di euro, sapendo
    che si tratta di mutui decennali, noi potremmo attivare una cifra
    dell'ordine di 200 milioni di euro, se venissero utilizzati per
    intero sull'arco di tempo considerato.
    Da ultimo, come abbiamo potuto svolgere questa operazione, la
    manovra.
    La manovra di parte corrente è sull'ordine di 50 milioni di euro.
    Per potere da una parte trovare le risorse venute meno dal calo
    dell'entrate dall'accise sulla benzina. Non per fare delle cose in
    più, ma semplicemente per riportare le entrate tributarie a quel
    livello, non avendo fatto ricorso ad inasprimento fiscale è evidente
    che abbiamo dovuto ridurre delle spese e per fronteggiare alcune
    spese obbligatorie, penso ai contratti, ad alcune spese economali
    (l'inflazione la paghiamo anche noi), l'operazione è di circa 50
    milioni di euro.
    Articolati come: circa 20 ci vengono da operazioni di rinegoziazione
    di parte del nostro debito. Rinegoziazione per tassi, non per
    scadenze. Alcune delle quali le vedrete già nelle prossime settimane
    perché per fortuna una parte dei benefici della rinegoziazione
    finanziaria già è sul 2005, quindi ci consente di spostarle sul
    2006.
    Per la restante parte della manovra, quindi circa 30 milioni di
    euro, invece, vi sono state riduzioni di spese correnti. Una parte
    riguarda l'amministrazione regionale in senso stretto, chiamiamola
    la capogruppo di questa holding, per una parte riguardano enti
    partecipati (Arstud, Ervet ecc), dove in questa fase abbiamo
    praticato un automatismo: - 10% rispetto all'anno scorso. Questo
    vale circa 5 milioni di euro.
    Quindi: 20 da rinegoziazione finanziaria; circa 5 di riduzione ai
    trasferimenti ad altri enti e circa 25 invece spalmati sulle varie
    direzioni, con criteri precisi, non certo casualmente (se si vuole
    verificare dove sono appostate tutte queste riduzioni, si prende il
    previsionale 2005 e quello 2006 e si confrontano).
    È evidente che sappiamo che questa non è stata una riduzione da
    poco, sappiamo che vi sono dei punti delicati di sensibilità:
    speriamo nel corso del 2006 di poter intervenire con la manovra di
    assestamento almeno per potere lenire l'effetto di questa riduzione.
    Ultimissima osservazione (poi sono a disposizione se vi sono
    domande), il problema della liquidità. Ne abbiamo già parlato e
    continuiamo a parlarne, ma la situazione è davvero preoccupante. Lo
    vedete ormai anche negli interlocutori, nei fornitori, mi riferisco
    soprattutto ai problemi che vengono dalla carenza di liquidità nel
    sistema sanitario.
    Al momento la Regione Emilia-Romagna vanta un credito solo per la
    sanità nei confronti del Ministero dell'economia dell'ordine di un
    miliardo e mezzo di euro. È evidente che stiamo parlando di una
    macchina, quella sanitaria, che ha costi sull'ordine dei 6,5
    miliardi di euro ed ha un cash flow sulla base dei trasferimenti
    dove mancano 1,5 miliardi di euro.
    Siccome non è un dato di passaggio, ma sta diventando un dato
    strutturale e crescente, le difficoltà sono evidenti. E' nostra
    volontà politico-amministrativa di cercare di attutire con mezzi
    regionali questo problema di liquidità del sistema sanitario nel
    corso del 2006, eventualmente dotandoci anche di qualche
    provvedimento legislativo che ce lo consenta. Ecco perché in
    apertura dicevo che può essere che la Giunta presenti in Commissione
    qualche emendamento per dare copertura legislativa a questo tipo di
    intervento. Se riusciremo a fare così, sarà mio compito illustrare
    un eventuale emendamento la prossima seduta. Grazie.
    Esce il consigliere Zanca.
    Il presidente NERVEGNA ringrazia il vicepresidente Delbono per
    l'illustrazione svolta e per la chiarezza dell'esposizione.
    Passando quindi al calendario delle sedute dedicate all'esame del
    bilancio, propone l'udienza conoscitiva con la società civile per
    martedì 6 dicembre 2005, alle ore 15,00, e l'esame degli articoli
    per la seduta di martedì 13 dicembre 2005, alle ore 14,30.
    La Commissione concorda.
    La Commissione concorda inoltre, ai sensi dell'articolo 50 dello
    Statuto, di nominare relatore il vicepresidente della Commissione
    consigliere Nino BERETTA e relatore di minoranza il presidente della
    Commissione consigliere Antonio NERVEGNA, ai sensi del comma 3 del
    medesimo articolo, su proposta del consigliere Varani.
    Entra il consigliere Monari.
    - - - - - - - -
    757 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante:
    Disposizioni in materia tributaria (delibera di Giunta n. 1840 del
    14 11 05)
    Il vicepresidente DELBONO illustra i contenuti del progetto di
    legge, che fondamentalmente dispone alcuni adeguamenti a normative
    nazionali intervenute e fornisce interpretazione autentica di alcune
    disposizioni per evitare ambiguità e contenziosi.
    In particolare, per quanto riguarda l'estinzione del contenzioso,
    afferma che l'articolo 1 fissa a 16,5 euro l'ammontare per così dire
    sparti-acque , nel senso che affrontare contenziosi per riscuotere
    o riscrivere a ruolo cifre minori comporterebbe un maggiore costo
    amministrativo rispetto al valore del riscosso, con la differenza
    che il costo amministrativo è certo, mentre la riscossione rimane
    incerta.
    Dichiara poi che l'articolo 2 offre l'interpretazione autentica di
    una disposizione della legge regionale n. 8 del 1994
    sull'autorizzazione di appostamento fisso di caccia che era stata
    fonte di qualche ambiguità applicativa; l'articolo 3 propone, sempre
    in materia di tributi regionali, un adeguamento della tabella
    tariffaria che discende dall'interpretazione disposta nell'articolo
    precedente; l'articolo 4 precisa le caratteristiche della titolarità
    per l'esenzione del pagamento della tassa automobilistica per alcuni
    tipi di veicoli e l'articolo 5 per i veicoli adibiti a scuola guida,
    su cui insistevano ambiguità interpretative.
    Nell'articolo 6 si recepisce la nuova nomenclatura per quanto
    riguarda discariche e tributi speciali ivi conferiti, senza alcuna
    modificazione per quanto attiene le aliquote o la materia fiscale
    propriamente detta, ma con una definizione più puntuale
    dell'imponibile. Infine, si chiarisce l'aspetto che riguarda la
    prescrizione dell'attività amministrativa, per meglio precisare i
    rapporti con il contribuente, disponendo che il credito si prescrive
    in 5 anni, salvo che il comportamento omissivo si verifichi più di
    una volta, vale a dire che in questo caso la prescrizione si
    interrompe.
    La Commissione concorda di rinviare l'esame degli articoli alla
    seduta del 13 dicembre e nomina relatore, ai sensi dell'articolo 50
    dello Statuto, il consigliere Paolo NANNI.
    Esce il consigliere Varani.
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    730 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Modifiche alla
    L. R. 11/04 (Sviluppo regionale della società dell'informazione)
    (delibera di Giunta n. 1783 del 07 11 05).
    L'assessore GILLI illustra i contenuti del progetto di legge, che
    segue il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legge
    regionale n. 11 del 2004 (Sviluppo regionale della società
    dell'informazione) con la sentenza n. 271 del 2005. Chiarisce che la
    Consulta non ha recepito completamente i motivi del ricorso proposto
    dal Governo e si è limitata a censurare l'articolo 12 (Patrimonio
    informativo pubblico) e una parte, in via interpretativa,
    dell'articolo 13 (Il sistema informativo regionale SIR), mentre ha
    confermato la piena legittimità dell'articolo 14 (Progetti
    integrati).
    In particolare, la Corte ha censurato all'articolo 12 l'espressione
    del comma 1 che disponeva come mediante apposito regolamento
    regionale fosse disciplinata la cessione dei dati costitutivi del
    patrimonio informativo pubblico a privati ed enti pubblici
    economici. Tale espressione infatti, secondo la Corte, era troppo
    generica e di conseguenza ha ritenuto che la disposizione
    contrastasse con la normativa statale. Inoltre la Consulta ha
    censurato anche il comma 2 dello stesso articolo, nel punto in cui
    disponeva che la Regione e gli enti regionali incontrassero il solo
    limite dell'articolo 18 del Codice di protezione dei dati personali
    (decreto legislativo n. 196 del 2003) nel rendere disponibili i dati
    contenuti nei propri sistemi informativi, laddove, invece, il Codice
    prevede molteplici altri limiti per i trattamenti effettuati da
    soggetti pubblici, individuati nelle disposizioni dell'intero Capo
    II del Titolo III.
    Analogamente, per quanto riguarda poi la parte relativa all'articolo
    13, la stessa sentenza ha censurato il comma 1 nella parte in cui
    non richiamava il rispetto della legislazione statale in materia di
    protezione dei dati personali.
    Precisa quindi che in entrambi i casi si è trattato di inserire col
    nuovo progetto di legge di modifica i richiami necessari al rispetto
    della normativa statale e che la Giunta regionale ha predisposto il
    nuovo testo recependo doverosamente le osservazioni della Corte
    Costituzionale.
    Il presidente NERVEGNA propone quindi di nominare il consigliere
    relatore e svolge alcune considerazioni sulle novità introdotte
    dall'articolo 50 dello Statuto, sottolineando l'importanza della
    attività programmatoria della Commissione e dei tempi di esame dei
    provvedimenti.
    La Commissione concorda di nominare relatore il consigliere Matteo
    RICHETTI (non presente alla seduta odierna per concomitanti ed
    improrogabili impegni istituzionali) e di chiedere l'autorizzazione
    alla relazione orale, ai sensi dell'articolo 73 del Regolamento
    interno.
    La Commissione procede quindi all'esame degli articoli.
    Art. 1
    La Commissione esprime parere favorevole, con 19 voti a favore
    (Uniti nell'ulivo-ds, Uniti nell'ulivo-dl margherita,Italia dei
    valori), 12 astenuti (fi, an, lega nord), nessun contrario.
    Art. 2
    La Commissione esprime parere favorevole, con 19 voti a favore
    (Uniti nell'ulivo-ds, Uniti nell'ulivo-dl margherita,Italia dei
    valori), 12 astenuti (fi, an, lega nord), nessun contrario.
    Entra il consigliere Montanari.
    - - - - - -
    - Informazione sulla proposta recante:
    Regolamento per il trattamento dei dati sensibili e giudiziari di
    titolarità della Giunta regionale e delle Agenzie, Istituti ed Enti
    che fanno riferimento all'amministrazione regionale (delibera di
    Giunta n.1843 del 14 11 05)
    ogg. ass. 761
    Il presidente NERVEGNA informa che analoga proposta di regolamento
    sul trattamento dei dati sensibili concernente l'Assemblea
    legislativa è stata approvata dall'Ufficio di Presidenza in data 18
    novembre 2005 e che entrambi i provvedimenti verranno esaminata
    nella seduta del 13 dicembre prossimo.
    L'assessore GILLI svolge una breve introduzione, demandando
    l'informazione al direttore generale per la prevalenza degli aspetti
    tecnici.
    La Commissione concorda.
    GARAVINI illustra i contenuti della proposta, ricordando che
    l'adozione del regolamento consiste in un adempimento legislativo
    derivante dall'articolo 20 del decreto legislativo n. 196 del 2003
    (Codice in materia di protezione dei dati personali). In base al
    Codice infatti, nei casi in cui una disposizione di legge specifica
    le finalità di rilevante interesse pubblico, ma non i tipi di dati
    sensibili e di operazioni eseguibili, il trattamento dei dati stessi
    deve essere fatto solo in base ad un regolamento. Le Regioni hanno
    proceduto collaborando tra loro per la realizzazione delle
    schede-tipo, in modo da evitare disomogeneità di trattamento, e
    lavorando insieme agli uffici del Garante sulla privacy.
    Chiarisce che gli schemi-tipo così predisposti devono essere
    approvati dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle
    Province autonome in data 24 novembre 2005 e che il Garante dovrà
    poi esprimere un parere di conformità.
    Sottolinea che il termine ultimo per l'approvazione del Regolamento
    è fissato per il 31 dicembre 2005 e che quindi la Giunta regionale,
    per rispettare la tempistica, ha ritenuto opportuno avviare l'iter
    di adozione del regolamento stesso, seppur nelle more
    dell'approvazione da parte della Conferenza dei Presidenti e del
    parere del Garante. A questo proposito osserva che vi potrà quindi
    essere successivamente la necessità di introdurre alcuni emendamenti
    al testo, a seguito di eventuali variazioni intervenute.
    Rammenta che il regolamento consta di pochi articoli, ma di un
    numero elevato di allegati, con differenti tipologie di schede per
    il trattamento dei dati sensibili e giudiziari: la complessità è
    dovuta al fatto che il lavoro non riguarda solo la Regione, ma anche
    tutti gli enti collegati (ai quali il Garante ha dato una
    interpretazione molto estesa).
    Elenca quindi gli enti cui le schede fanno riferimento,
    sottolineando che le IPAB che si trovano in una fase di
    trasformazione non rientrano nel regolamento, mentre quelle che
    hanno mantenuto la natura pubblica originaria dovranno rientrarvi.
    Quindi anticipa già che sarà presentato un emendamento in tal senso.
    Infine osserva che, in caso di mancata coincidenza tra i tempi di
    acquisizione del parere formale del Garante e programmazione dei
    lavori della Commissione, si provvederà in Aula.
    La Commissione prende atto dell'informazione svolta.
    - - - - - - - - -
    742 - Proposta recante: Approvazione del piano operativo regionale
    per l'attuazione di interventi finalizzati alla prevenzione ed al
    sostegno del settore ovino colpito da encefalopatie spongiformi
    trasmissibili - TSE - scrapie ovina (delibera di Giunta n. 1786 del
    07 11 05)
    (sede consultiva: parere alla Commissione referente Politiche
    economiche )
    La Commissione, su proposta del presidente Nervegna, concorda di
    rimettersi alle decisioni della Commissione assembleare referente
    Politiche economiche .
    La seduta termina alle ore 15,45.
    Verbale approvato nella seduta del 13 dicembre 2005.
    La Segretaria Il Presidente
    Claudia Cattoli Antonio Nervegna
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