Espandi Indice
Legislatura VIII - Commissione V - Verbale del 21/11/2007 antimeridiano

    Testo

     Verbale n. 30/07 della Commissione Turismo Cultura Scuola Formazione
    Lavoro Sport Verbale n. 37 della Commissione Politiche per la salute
    e politiche sociali
    Seduta del 21 novembre 2007
    Il giorno 21.11.2007 alle ore 10.30 si è riunita presso la sala
    Polivalente dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n.
    50, la Commissione Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport,
    convocata con nota Prot. n. 21546 del 13.11.2007 in udienza
    conoscitiva congiunta con la Commissione Politiche per la salute e
    politiche sociali sui seguenti oggetti abbinati:
    2702 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Pironi,
    Barbieri, Manca, Beretta, Borghi, Caronna, Ercolini, Fiammenghi,
    Garbi, Lucchi, Mazzotti, Mezzetti, Monari, Montanari, Muzzarelli,
    Piva, Richetti, Rivi, Salsi, Tagliani e Zoffoli recante: Norme in
    materia di politiche per le nuove generazioni (06 07 07).
    Testo base
    284 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Varani e
    Lombardi: Promozione dell'accesso ad attività sportive, ricreative e
    culturali per bambini e giovani tramite 'buono sport' e 'buona
    cultura' (18 07 05).
    631 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Varani:
    Riconoscimento della funzione educativa e sociale degli oratori e di
    attività similari (19 10 05).
    Partecipano alla seduta i Commissari:
    Cognome e Nome Qualifica Gruppo Voto
    PIRONI Massimo Presidente Uniti nell'Ulivo-DS 7 Presente
    MONARI Marco Vice Uniti nell'Ulivo-DL 4 Assente
    Presidente Margherita
    RENZI Gioenzo Vice Alleanza Nazionale 4 Presente
    Presidente
    BARBIERI Marco Componente Uniti nell'Ulivo-DL 2 Presente
    Margherita
    BORGHI Componente Gruppo Misto 1 Assente
    Gianluca
    BORTOLAZZI Componente PdCI 1 Presente
    Donatella
    DONINI Monica Componente PRC 3 Assente
    ERCOLINI Componente Uniti nell'Ulivo-Ds 2 Presente
    Gabriella
    FIAMMENGHI Componente Uniti nell'Ulivo-Ds 3 Presente
    Valdimiro
    GUERRA Daniela Componente Verdi per la pace 1 Assente
    LEONI Andrea Componente Forza Italia 4 Presente
    LOMBARDI Marco Componente Forza Italia 5 Presente
    LUCCHI Paolo Componente Uniti nell'Ulivo-Ds 3 Presente
    MEZZETTI Componente Sinistra Democratica per 2 Presente
    Massimo il Socialismo Europeo
    MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 Assente
    NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con Di 1 Presente
    Pietro
    NOÈ Silvia Componente Unione Democratici 1 Assente
    Cristiani e di Centro
    PARMA Maurizio Componente Lega Nord Padania E. e R. 3 Assente
    ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo-SDI 1 Assente
    ZOFFOLI Componente Uniti nell'Ulivo-DL 1 Presente
    Damiano Margherita
    Sono presenti: CALCIOLARI Alberto (Serv. Polit. Fam.); Diego DE
    PODESTA' (Segr. Ass. Turismo); Antonella CELLETTI
    Presiede la seduta: Massimo PIRONI
    Assiste il Segretario: Adolfo ZAULI
    Per la Commissione Politiche per la salute e politiche sociali
    partecipano alla seduta i commissari:
    Cognome e Nome Qualifica Gruppo Voto
    TAGLIANI Tiziano Presidente Uniti nell'Ulivo - DL 5 Presente
    Margherita
    NANNI Paolo Vicepreside Italia dei Valori con 1 Presente
    nte Di Pietro
    VECCHI Alberto Vicepreside Alleanza Nazionale 4 Presente
    nte
    BORGHI GianLuca Componente Misto 1 Assente
    BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 Presente
    Donatella Italiani
    CORRADI Roberto Componente Lega Nord Padania 3 Assente
    Emilia e Romagna
    DELCHIAPPO Renato Componente Partito della 3 Presente
    Rifondazione Comunista
    ERCOLINI Componente Uniti nell'Ulivo DS 5 Presente
    Gabriella
    FRANCESCONI Luigi Componente Forza Italia 3 Presente
    GARBI Roberto Componente Uniti nell'Ulivo DS 2 Presente
    GUERRA Daniela Componente Verdi per la pace 1 Assente
    MAZZOTTI Mario Componente Uniti nell'Ulivo DS 6 Presente
    MEZZETTI Massimo Componente Sin. Dem. Per il 2 Presente
    Socialismo Eu.
    MONACO Carlo Componente Per l'Emilia Romagna. 1 Assente
    NOÈ Silvia Componente Unione Democratici 1 Assente
    Cristiani e di Centro
    PIVA Roberto Componente Uniti nell'Ulivo DL 2 Presente
    Margherita
    RIVI Gian Luca Componente Uniti nell'Ulivo DS 2 Assente
    SALOMONI Ubaldo Componente Forza Italia 3 Presente
    VARANI Gianni Componente Forza Italia 3 Presente
    ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo SDI 1 Assente
    Sono presenti: Il Consigliere Fabio FILIPPI in sostituzione parziale
    del Consigliere Francesconi; il Consigliere Gian Carlo MUZZARELLI in
    sostituzione del Consigliere Rivi.
    Assiste la segretaria: Lidia Testoni
    Sono intervenuti:
    Angiolino Barbieri - Assessore - Comune di Sala Bolognese
    Marisa Biondi - Vicepresidente - Coop.va Soc. Libra - Ravenna
    Anna Rita Borghi - Resp.le Area minori - Vignola
    Corrado Bosello - Pedagogista - Q.re San Donato - Bologna
    Samuele Bosi - Esperto giuridico infanzia adolescenza Serv. Soc. -
    Ravenna
    Patrizia Buzzi - Capo Serv. P.I. - Comacchio
    Andrea Campione - Coop. Libia - Ravenna
    Gianluigi Carloni - consigl. Comun. - Comune di Dovadola
    Mara Casari - Pedagogista - Comune di S. Pietro in Casale
    Daniela Del Gaudio - Figura di sistema - Distretto S. Lazzaro di
    Savena
    Simone Fabbri - Assessore - Comune di Monzuno
    Flaviano Fabbroni - Assessore -Comune di Dovadola
    Maria Filippi - Assessore - Comun e di Carpi
    Antonio Fiorentini - Vice Sindaco - Comune di Argenta
    Maura Forni - Dirigente -Prov. di Bologna
    Alessandro Fusi - Resp.le Ass.to Polit. Giovanili - Comune di Carpi
    Benito Gaballo - Presidente Consorzio IN end CO - Modena
    Laura Gambi - Presidente Coop. Libia - Ravenna
    Francesca Giovanardi - Refer. Polit. Giovan. - Comune di Cesena
    Patrizia Intravaia - Figura di sistema - Comuni del distretto di
    Sassuolo
    Pier Domenico Laghi - Dirigente -Prov. di Ravenna
    Enrica Maramotti - Consig. Consorzio IN end CO - Modena
    Marilena Mazzoni - Funz. - Prov. di Forlì-Cesena
    Giuseppe Mussi - Comune di Soragna
    Anna Naso - Funz. Polit. Soc. - Prov. di Modena
    Mary Ingrid Nicolaisen - Istruttore amm.vo - Comune di Ferrara
    Laura Pagliarani - Ass.to Polit. Soc. - Prov. di Rimini
    Angela Petrucciani - Dirigente - Comune di Castel Maggiore
    Filomena Pugliese - Resp.le Informagiovani - Comune di Modena
    Matteo Robbia -Resp.le area minori Coop. Soc. Zerocento - Faenza
    Lara Sitti - Dirigente - Comune di Ferrara
    Gloria Soavi - Psicologo - AUSL di Ferrara
    Paola Tolomelli - Resp.le Polit. Giov.-Cultua Sport - Comune di S.
    Pietro in Casale
    Davide Vanicelli - Assessore Sport e Polit. Giov. - Comune di
    Fidenza
    Rossano Varazzani - Dirigente U.T. - Comune di Salsomaggiore Terme
    Anna Chiara Venturini - Unità operativa scuole - Prov. di Ferrara
    Dario Vinci - Comune di Bologna
    -----
    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI MERAMENTE FINALIZZATE ALLA
    COMPRENSIONE DEL TESTO
    Il presidente PIRONI dichiara aperta la seduta alle ore 10.30.
    PIRONI: ringrazio a nome personale e di tutta la commissione per la
    partecipazione. Vedo alcuni consiglieri presenti: il consigliere
    Lucchi, il consigliere Varani, il consigliere Zoffoli, la
    consigliera Bortolazzi; il consigliere Leoni ed il consigliere
    Nanni.
    Abbiamo dedicato questa giornata in maniera compiuta a svolgere due
    udienze conoscitive in stretto raccordo fra la commissione che
    presiedo e la quarta commissione presieduta dal consigliere
    Tagliani, proprio per entrare nel merito del progetto di legge che
    abbiamo presentato prima delle ferie estive, lanciando questa
    proposta complessiva che fa riferimento alle nuove generazioni. Si
    tratta di un progetto di legge molto complesso proprio perché
    traccia la strada di un impegno che, come Assemblea legislativa,
    c'eravamo assunti in ordine ad un ordine del giorno, approvato ad
    ottobre del primo anno di legislatura del 2005, che impegnava di
    fatto l'Assemblea legislativa a mettere le politiche legate alle
    nuove generazioni al centro della propria programmazione.
    L'obiettivo è questo, un obiettivo ambizioso, che spero e mi auguro
    sia condiviso da tutte le Istituzioni regionali. L'udienza
    conoscitiva di questa mattina, quindi, l'abbiamo dedicata tutta alle
    Istituzioni. Oggi pomeriggio l'udienza conoscitiva sarà orientata ad
    ascoltare e raccogliere osservazioni, indicazioni, critiche da parte
    di tutta l'aera del terzo settore, del volontariato,
    dell'associazionismo, proprio perché nell'ambito di questo testo di
    legge l'obiettivo è quello di una forte integrazione delle politiche
    pubbliche insieme a quel sostantivo che, io credo, debba uscire
    dalle declamazioni e debba essere molto più praticato: quello della
    sussidiarietà a tutti il livelli. Credo che questo testo sia
    impregnato di questo valore, un valore forte, moderno e anche
    innovativo. Al di là del fatto che se ne parla da tantissimi anni
    c'è la possibilità, come Regione, di fare un ulteriore salto di
    qualità nell'ambito della capacità di rendere partecipe veramente
    tutta la comunità regionale alle scelte, ponendo al centro
    dell'attenzione le nuove generazioni richiamandoci anche ad una
    possibilità e ad un'opportunità di istituire o di costituire un
    fondo a livello regionale, così come si è operato in questa regione
    per quanto riguarda la non autosufficienza, dando un segnale forte
    anche nei confronti di una categoria che, molto spesso, ha meno voce
    ma (come diceva ieri il Presidente Napolitano in occasione della
    giornata dell'infanzia e dell'adolescenza), ha la necessità di
    essere tutelata in particolare nei diritti ma anche nella
    prospettiva di una comunità diversa in confronto a quella in cui noi
    siamo cresciuti. Una comunità che, in particolare, ha
    nell'integrazione multiculturale ed etnica un altro elemento che
    questo testo di legge cerca di affrontare, pur non segmentandolo e
    non andando mai a ghettizzare anche questo tipo di problematica.
    Io non dico altro perché spero e mi auguro abbiate avuto il
    materiale in tempo per poterci ragionare, quindi per poter
    intervenire. Lascio la parola al relatore della legge in maniera
    tale che possa entrare un pochino più nel merito e, quindi, darvi
    qualche altro elemento. Però è ovvio che l'obiettivo di questa
    mattina è in particolare quello di ascoltare voi.
    BARBIERI: Sarò molto breve, poiché giustamente oggi è un momento
    d'ascolto, solo per spiegare alcune logiche che hanno supportato
    l'idea della legge e la formulazione in questi termini. Innanzitutto
    riprendo il ragionamento che faceva Pironi: la regione
    Emilia-Romagna è attenta alle tematiche sociali e si è obbligata a
    ciò anche attraverso le politiche a favore dei giovani. Fin'ora,
    infatti, si è sempre prestata un'attenzione elevatissima (che
    nessuno mette in discussione) alla terza età, tuttavia riteniamo che
    sia utile rilanciare e rifocalizzare il tema dei giovani, come tema
    del futuro e dell'oggi.
    L'altro punto fondamentale è la logica di incollare i tanti
    frammenti, le tante esperienze spesso d'eccellenza che sono sul
    territorio in qualche modo sono disarticolate. Noi sosteniamo spesso
    che anche nella nostra regione, anche in questa struttura
    amministrativa, vi sono molti ambiti che fanno fatica a coordinarsi.
    Da qui nasce l'obbligo di ragionare assieme, di co-progettare, sia
    in metodo orizzontale che verticale, questo vale, sia all'interno
    degli ambiti, sia per i territori, dato che le politiche giovanili,
    dell'infanzia, dell'adolescenza, non possono essere separati, anche
    perché i passaggi tra le medesime tappe non è uguale per tutti. Nel
    progetto di legge viene, dunque, inserito in modo più chiaro il tema
    dell'adolescenza che è una fascia d'età molto delicata. La logica
    nel testo proposto, inoltre, non è solo quella del disagio ma anche
    quella dell'agio riconoscendo una potenzialità forte e positiva
    anche al mondo giovanile. E' prevista tutta una serie d'azioni anche
    di coinvolgimento, non solo di progettazione da parte degli adulti,
    ma anche di coinvolgimento, sia di chi opera sul territorio, sia dei
    soggetti sociali che sono in grado di dare risposte, sia delle
    amministrazioni. Il tentativo, cioè, è tentare di far dialogare, di
    co-progettare, di avere un pensiero.
    Un altro obiettivo perseguito è la semplificazione. Questa legge ha
    un articolo che considero molto positivo, l'articolo 52 che abroga
    diverse disposizioni e leggi precedenti. Anche la nostra Regione,
    infatti, deve stare attenta a non aumentare il numero di norme,
    bensì deve tentare di semplificare attraverso l'emanazione di una
    legge quadro sappiamo tutti la difficoltà che c'è da parte non solo
    degli enti locali, da parte degli operatori, da parte del cittadino
    di rapportarci ad un monte legislativo straordinario e quindi ci
    siamo sentiti l'obbligo di capire quante leggi poteva cancellare e
    quali erano le cose che potevano essere inserite all'interno e
    quindi l'idea è di una sorta di legge quadro.
    Finisco con questa logica. Se avete notato, già nell'infanzia si
    tenta di inserire, insieme ai temi di prevenzione e tutela, il tema
    dei minori vittime di reato, dei minori inseriti nei circuiti penali
    insieme al tema degli adolescenti e dei bambini ricoverati nei
    presidi ospedalieri, della disabilità fino ai temi dell'adozione. Si
    cerca in qualche modo di porre già nell'infanzia e nell'adolescenza
    tutti i temi della partecipazione e anche alcune indicazioni non
    certo nuove ma, a volte, sottovalutate. Si è inserito il tema della
    partecipazione, il tema dell'educazione ai media, inteso come aiuto
    a conoscere il linguaggio della modernità. A questo si unisce lo
    sforzo di legare le attività sportive al mondo scolastico. Con
    questo progetto di legge, infatti, abbiamo provato ad inserire
    alcune opportunità, assolutamente innovative ed importanti, già
    indicate nella finanziaria scorsa del Governo, quali l'opportunità
    di utilizzare le strutture scolastiche per ulteriori attività. A
    questa legge, tuttavia non è stato dato seguito nel disporre forme
    per poter utilizzare concretamente tali strutture, cosa che si cerca
    di fare ora.
    Chiudo con due considerazioni che riguardano i giovani rispetto ai
    quali, oltre ai temi storici importanti come quelli delle forme di
    socializzazione. Questi valgono per l'adolescenza, ma valgono anche
    assolutamente per i giovani, nel senso che, come confermano i dati
    delle ricerche, c'è un livello sociale di sentimenti di solitudine
    diffusissimo. Il problema delle forme d'aggregazione e delle
    opportunità, quindi, non è un problema del passato. Assieme a questo
    abbiamo posto alcune esigenze, collegate alla formazione, al lavoro
    e al tema della casa. Sul tema della casa, in alcuni approfondimenti
    che abbiamo avuto, siamo stati sollecitati a trovare ulteriori forme
    più adeguate rispetto alle attuali. C'è una base di discussione e
    vorremmo portare a compimento in tempi non lunghissimi, sia
    l'udienza conoscitiva d'oggi, sia gli incontri per aprire il
    confronto e poter recepire in modo assolutamente aperto tutti gli
    emendamenti positivi. Su questi temi vedo che c'è molta attenzione e
    si riconoscono alcune questioni, appunto come il tema della casa, su
    cui oggi si registra uno scontro con il mondo della realtà.
    Finisco subito dicendo questo è un tentativo, di legare le fasce
    della vita. A qualcuno è parso eccessivo, ma noi pensiamo invece che
    la visione longitudinale, la non separatezza, l'impegno della
    Regione insieme ai territori, l'affidamento di più ruoli anche a
    Province e Comuni coinvolgendo, i forum (articolo 39), cioè forme di
    consultazione. In qualche modo su temi che sono di per sè nuovi,
    dove non è tutto già scritto, siamo obbligati a recepire quello che
    emerge di novità vera anche dalla società, anche dagli operatori,
    anche da chi si cimenta quindi trovare le modalità anche di far
    girare nel modo più veloce le capacità di far eccellenza del
    territorio. Non possiamo immaginare che ognuno ricominci da capo
    come se non ci fossero esperienze d'eccellenza, capacità di
    affrontare questi temi.
    PIRONI: direi che possiamo aprire il dibattito. Volevo solamente
    specificare che con, la discussione di questo progetto di legge
    abbiamo abbinato due proposte di progetti di legge che erano stati
    presentati precedentemente e che riguardano alcune parti che abbiamo
    affrontato, in maniera complessiva, all'interno del testo di legge
    che discutiamo oggi. Questi progetti fanno riferimento, l'una ad
    un'iniziativa dei consiglieri Varani e Lombardi, in relazione alla
    promozione degli accessi ad attività sportive, ricreative e
    culturali per bambini e giovani, tramite buono sport e buono
    cultura ; l'altra proposta è un'iniziativa del consigliere Varani
    sul riconoscimento della funzione educativa e sociale degli oratori
    e d'attività similari. Il dibattito è nell'ambito del testo di legge
    che di fatto ha il peso preponderante. Comincerei con gli interventi
    da parte di chi si è prenotato, il primo è Dario Vinci del Comune di
    Bologna.
    Dario Vinci: buongiorno a tutti, lavoro allo staff di direzione
    giuridica del settore di coordinamento sociale e salute e al
    contempo sono esperto giuridico del Comune di Bologna in materia dei
    diritti dei minori e delle famiglie. L'intervento sarà in doppia
    veste, da un lato rappresenterò l'Ente che non può che guardare
    favorevolmente al progetto di legge, un progetto di legge che dal
    punto di vista normativo è stato un atto coraggioso e al contempo
    anche richiesto dagli Enti stessi perché, dopo la 328 del 2000, è
    intervenuta la riforma della Costituzione del titolo quinto e c'era
    bisogno di specificare, a parere degli Enti, la stessa legge 2 del
    2003. Perciò riempire di significato determinati indirizzi che la
    stessa legge regionale del 2003 aveva delineato soprattutto per gli
    articoli che riguardano i servizi sociali, rende il progetto di
    legge coraggioso e al contempo completo. Un progetto di legge che
    delinea nuove strategie d'intervento e d'azione a tutela della
    cittadinanza in generale poiché perché noi quando parliamo di minori
    e giovani facciamo anche un lavoro di prevenzione anche a carattere
    generale, nel senso che ne beneficia non soltanto la società
    giovanile, ma l'intera società perché si fa un lavoro di prevenzione
    per le generazioni future. Mi piace molto il titolo, dunque, che
    guarda ai giovani non soltanto come giovani ma come generazioni che
    diventeranno adulte in futuro.
    Perciò, fatta questa piccola premessa di congratulazioni ed in
    bocca al lupo per i buoni esiti del progetto di legge, il mio
    intervento avrà ad oggetto proprio una parte, la parte iniziale
    degli art. 19, 20 e 21 del progetto di legge, che parla appunto
    d'esperti giuridici in materia minorile. Una figura nuova che ha
    visto la formazione più di un anno e mezzo fa, ormai, e che ha
    coinvolto trenta laureati in giurisprudenza che lavoravano presso le
    amministrazioni comunali (di cui è anche presente una
    rappresentanza). È stato un precorso lungo ed interessante che la
    Regione ha permesso con seicento ore di formazione in circa un anno,
    formazione che ha permesso di introdurre il servizio, naturalmente
    ancora a carattere sperimentale ed in non tutte le esperienze
    regionali. Comunque il servizio è presente in tutte le province
    perciò al momento copre, un po' a macchia di leopardo l'intero
    contesto regionale.
    A carattere normativo è interessante notare come, leggendo l'art.
    20, le competenze che sono state istituite, appunto per questa
    figura, rispecchiano nella realtà non soltanto ciò che al momento
    facciamo, ma rispecchino ma le esigenze dei servizi, dando luogo ad
    un'intera correlazione, similitudine, tra i tre punti. Da un lato,
    appunto, c'è un supporto giuridico ai servizi sociali e, in questo
    caso, anche alla consulenza dei servizi dell'equipe centralizzata
    previsti dall'art. 19. Il secondo aspetto riguarda il sostegno agli
    operatori di servizi giudiziari. Questo è un punto molto importante,
    sia per gli esperti che per i servizi, perché, se da un lato
    possiamo cristallizzare le competenze per servizi territoriali che
    una parte agiscono attraverso dell'equipe o comunque attraverso un
    modus agendi determinato, dall'altra è molto più difficile per il
    servizio stesso avere delle consulenze in percorsi normativi che si
    evolvono ed è perciò importante una figura che possa supportarli. Il
    terzo punto è sicuramente interessante perché non si parla soltanto
    della promozione della tutela dei minori, ma anche del rapporto con
    i mass media, nel senso è importante che la figura dell'esperto in
    generale dei servizi possa e debba guardare al futuro ovvero ai
    nuovi mezzi di rapportarsi con la cittadinanza attraverso il front
    office, o comunque di un rapporto personale, ma anche un rapporto
    coi mezzi di comunicazione di massa che presuppongono delle
    competenze ed una formazione continua, non soltanto come diritto del
    cittadino di essere informato, ma al contempo come diritto del
    cittadino, del minore in particolare, di essere difeso
    nell'accessibilità ai propri dati da parte di terzi soggetti.
    Ringraziamo ancora una volta della possibilità che la commissione e
    più in genere la Regione Emilia-Romagna ha dato agli Enti di poter
    contribuire a migliorare o comunque a cercare di capire meglio le
    sorti di questa proposta.
    PIRONI: grazie, chiamo la dr.ssa Gloria Soavi dell'ASL di Ferrara.
    Gloria Soavi: buongiorno, sono una psicologa e sono responsabile del
    servizio di tutela psicologica dell'ASL di Ferrara nonché
    responsabile del centro contro l'abuso ed il maltrattamento sempre
    dell'ASL di Ferrara.
    Vorrei esprimere la mia soddisfazione e anche un ringraziamento ai
    firmatari della proposta di legge. Credo che questa sia una proposta
    estremamente completa e articolata, che affronta la questione delle
    politiche giovanili a trecentossessanta gradi. Si parte dal
    riconoscimento dei diritti, come è già stato ricordato, dei diritti
    dei bambini e dei giovani, si individuano dei percorsi, si parla
    anche di qualità della vita, si sottolineano maggiori opportunità e
    si parla di qualità dei servizi. Io mi soffermerò sulla parte che
    riguarda i servizi per l'infanzia e l'adolescenza, quindi il capo
    due ed il capo quattro, perché è l'ambito in cui lavoro da molti
    anni e, purtroppo, nell'area del disagio e del danno sui bambini. E'
    una legge, questo mi ha molto colpito, che da una spinta forte sulla
    qualità dei servizi territoriali e sulla necessità di una maggiore
    efficacia di prevenire il disagio infantile, di intervenire sulla
    prevenzione ai bambini e anche sul sostegno alle famiglie. Sono
    stati colti, a mio avviso, i tempi importanti degli interventi a
    favore e a sostegno di questa delicata e fondamentale fascia d'età,
    riconoscendo prima di tutto un diritto alla salute in senso ampio,
    come viene sottolineato dall'OMS, e anche il diritto a tutelare
    questa salute in tutte le sue forme, anche attraverso la
    concretizzazione di questo, attraverso delle azioni per permettere,
    appunto, l'opportunità di crescita e sviluppo migliori possibili per
    i nostri bambini. Mi sembra importante il richiamo alla necessità di
    monitorare e di conoscere tutto quello che riguarda il fenomeno del
    disagio infantile attraverso l'osservatorio regionale. Viene poi
    delineato un disegno, a mio avviso, chiaro e qualificante su quelle
    che sono le caratteristiche e l'articolazione dei servizi deputati
    alla tutela dell'infanzia e dell'adolescenza. Finalmente, mi sento
    di dire, riconoscendone l'importanza e la complessità, sottolineando
    la necessità di dare delle risposte di alta professionalità a questo
    che è un problema estremamente delicato e complesso e, quindi, al
    fatto che il servizio sociale sia e diventi sempre di più un
    servizio professionale. Si sottolinea la necessità dell'integrazione
    socio-sanitaria, che è estremamente importante nella presa in carico
    di queste situazioni, e di un approccio multi disciplinare che, dove
    attivo (ed in molte realtà della nostra regione ci sono delle
    situazioni di servizi molto buoni), dà delle risposte veramente
    buone in termini d'efficacia e di risoluzione di questi problemi.
    Viene sottolineata la necessità di una specializzazione sempre
    maggiore dei servizi che si occupano di tutela, affidamento,
    adozione, la costituzione di équipe di secondo livello. Questo
    garantisce davvero nella prassi operativa una, non solo efficace
    presa in carico, ma la modulazione di risposte ai bisogni dei
    bambini sempre più articolate. Quindi sostegno alle famiglie, dove
    questo è possibile, risposte alternative alla famiglia con
    l'affidamento, le comunità e l'adozione quindi la proposta di legge
    prende in considerazione e approfondisce tutte queste possibilità. È
    già stata ricordata l'importanza della presenza di un esperto
    giuridico, che noi nella nostra realtà abbiamo da molti anni, che si
    è rivelata una preziosa risorsa sia per garantire i diritti
    dell'infanzia, sia per gli operatori. La necessità di una figura di
    raccordo, come sottolinea la legge, che quindi coordini a livello
    provinciale i programmi d'intervento e si raccordi con la parte
    tecnica per una maggiore efficacia nel promuovere e anche nel
    proporre azioni in modo da evitare sovrapposizioni inutili di
    progetti vari.
    Vorrei anche parlare in un'altra veste, come membro direttivo del
    CISMAI che è il coordinamento nazionale dei servizi che si occupano
    del maltrattamento e l'abuso dell'infanzia e che riunisce settanta
    centri italiani pubblici e privati. Mi scuso se rubo questo momento
    adesso, ma oggi pomeriggio non posso rimanere. Vorrei dire solo
    questo: noi vediamo realizzate sul piano legislativo le posizioni e
    le intuizioni sul fenomeno della violenza all'infanzia che abbiamo
    portato avanti in questi anni, sia sul piano della ricerca
    scientifica, sia del confronto culturale, attraverso il lavoro delle
    commissioni su specifici argomenti, che nella proposta di legge
    vengono sottolineati e richiamati. Ecco dunque la tutela del bambino
    nelle procedure giudiziarie, la valutazione delle competenze
    genitoriali, la violenza assistita eccetera con la formulazione di
    requisiti minimi che questi centri e servizi devono avere e che sono
    stati anche sperimentati dal punto di vista operativo in alcuni dei
    nostri centri. Ci troviamo, quindi, in perfetto accordo sul percorso
    d'intervento che è stato delineato dalla legge nelle sue fasi
    fondamentali di prevenzione, rilevazione, protezione e valutazione,
    in particolare sui minori che sono vittime di reato e di violenza in
    generale, quindi maltrattamento, violenza sessuale e aggiungerei
    anche la violenza assistita che è un fenomeno molto sottovalutato
    nei suoi effetti sui bambini, ma che è responsabile di gravi forme
    d'apprendimento di modelli comportamentali violenti. Concordiamo
    sulla necessità di una presa in carico multi professionale di queste
    situazioni, con una preparazione specifica sull'intervento sul
    trauma e quindi è fondamentale, come è stato sottolineato dalla
    legge, costruire dei percorsi e costruire una rete di adulti attenti
    intorno ai bambini, in modo che la rilevazione sia il più precoce
    possibile e anche elementi come l'accompagnamento tutelante del
    minore nel percorso giudiziario evitino fenomeni di traumatizzazione
    secondaria. Quello che mi ha colpito, e che volevo sottolineare, è
    che vengono sanciti dei principi di protezione e attenzione
    all'infanzia che, di conseguenza, non sono più delle scelte
    operative opinabili ma diventano appunto dei principi da perseguire.
    PIRONI: grazie per l'intervento. Passo la parola a Samuele Bosi
    Consorzio servizi sociali di Ravenna.
    Samuele Bosi: buongiorno a tutti, sono un dipendente del Consorzio
    per servizi sociali di Ravenna, Cervia e Russi e sono in servizio
    presso i servizi minori con la qualifica di esperto giuridico per
    la tutela dei minori quindi, per quanto riguarda l'aspetto tecnico
    dell'esperto giuridico, non ripeto quanto già anticipato dal
    collega.
    Come ho avuto modo di manifestare già in altre occasioni, desidero
    farlo anche in questa sede ufficiale, voglio congratularmi con tutti
    i firmatari di questo progetto di legge, testo che, a mio avviso,
    affronta in modo dettagliato ed in maniera completa la tutela del
    minore, dell'adolescente fino all'adulto, fino alla maggiore età.
    Credo che questo testo sarà un punto di riferimento per molti
    operatori, una sorta di testo unico per gli Enti e per gli operatori
    dei servizi. Serviva, e con questa legge c'è, una risposta forte al
    coordinamento tra personale del servizio sociale ed il personale
    sanitario nel lavoro in equipe come integrazione permanente o per
    consulenze.
    Punti forti, secondo me, sono il sostegno agli Enti, la
    professionalità specifica di tutti gli operatori, ovviamente nel
    campo dei minori ed il reale lavoro di rete socio-sanitaria. Io
    lavoro nell'area minori dal 2004, quindi non ho moltissima
    esperienza e non ho la presunzione di suggerire modifiche ad alcuni
    articoli, aggiungere o meno certe cose, però, cosa che ho notato
    soprattutto nei lavori d'equipe, quando il minore viene preso in
    carico da questa, ad un certo punto manca il concetto di
    responsabilità che spesso cade esclusivamente sugli assistenti
    sociali (io lavoro a contatto con una ventina di essi). Credo sia
    importante, quindi, parlare un po' di responsabilità di tutte le
    varie figure professionali, ognuno per il proprio passaggio in
    equipe, come sancito nell'art. 20.
    Io mi auguro che questo progetto di legge prosegua un iter
    velocemente e senza stravolgimenti, così come l'ho letto ed
    interpretato; esso va ad aggiungersi ad altri interventi di
    politiche sociali minorili che la Regione Emilia-Romagna ha attivato
    dimostrando alta attenzione, sensibilità, innovazione e qualità
    nelle politiche sociali, come anche la recente direttiva in materia
    d'accoglienza e affido in comunità per minori accompagnati dal
    proprio nucleo familiare. Sarò felice di contribuire, personalmente
    e professionalmente, alla piena efficacia di questo testo normativo.
    Inoltre, viene posto in essere una sorta di testo unico, in
    particolare tramite l'articolo 52 che abroga diverse normative
    regionali. La critica rivolta alla legge riguardo all'eccessiva
    estensione dell'età presa in considerazione, credo che possa
    diventare il punto forte di questa legge in campo di prevenzione e
    promozione, credo che siano strumenti forti per prevenire il
    disagio. Lavorando nei servizi, infatti, i casi aumentano sempre e
    si corre dietro all'emergenza, non si lavora più per prevenire il
    disagio e gli si corre dietro , quando la situazione è già quasi
    irrimediabile.
    PIRONI: grazie. Pugliese Filomena Informagiovani Comune di Modena.
    Filomena Pugliese: io faccio parte del gruppo di lavoro del
    coordinamento regionale per cui il mio non è un intervento solo come
    Informagiovani del Comune di Modena.
    Innanzitutto mi associo anche io ai complimenti. Quello che noi
    abbiamo apprezzato, come gruppo di lavoro del coordinamento
    regionale, è proprio un salto culturale e politico compiuto
    attraverso questa nuova proposta di legge. L'idea di pensare le
    politiche, gli interventi ma anche i servizi in una logica
    d'integrazione ed evoluzione non è una cosa da poco. Comunque,
    questa capacità di voler mettere insieme questa rete di politiche di
    servizi ponendo al centro l'attenzione al bambino, all'adolescente
    ed al giovane in una logica d'evoluzione, tutto questo è un aspetto
    che ci è piaciuto molto perché identifica o comunque crea un nuovo
    percorso, che raccorda politiche e servizi e supera la logica degli
    interventi separati e soprattutto guarda alle nuove generazioni non
    secondo la logica del procedimento amministrativo, ma in una logica
    d'insieme, di raccordo.
    L'altra cosa importante è l'idea di pensare alle nuove generazioni e
    comunque ai giovani, non secondo la logica del disagio, oppure tra
    virgolette dei perenni sfortunati o quelli che hanno dei problemi.
    Io che lavoro quotidianamente all'interno di servizi dove
    l'informazione è tesa soprattutto a parlare, e quindi ad offrire
    opportunità, dove si concepisce e si vive quotidianamente il
    rapporto con i giovani che non hanno disagio, riteniamo che questo
    riconoscimento e questo passaggio anche culturale all'interno di una
    proposta di legge così, sia veramente importante.
    Proprio perché siete stati bravi, e questo ci è piaciuto molto, noi
    vorremmo chiedere di osare di più e di avere un riconoscimento
    ancora maggiore rispetto a quelli che sono dei servizi che hanno
    lavorato da oltre vent'anni in questa realtà, come gli
    Informagiovani che, fortemente radicati sul territorio dei Comuni
    rappresentano veramente il rapporto diretto con quelli che poi sono
    diventati i futuri cittadini di questa regione. Noi, infatti,
    abbiamo una ricchezza territoriale di una rete di servizi che, non
    solo quotidianamente dialoga, si rapporta con i giovani, fa
    esperienze, mette insieme, ma sedimenta e porta quest'idea che
    l'informazione, l'accesso alle opportunità, devono essere una
    garanzia per tutti i giovani perché la conoscenza e le informazioni
    possono indurre determinate scelte. Allora vi chiediamo di osare di
    più ed in particolare di tenere anche un'attenzione al quadro
    nazionale di queste settimane, agli accordi che il Ministero sta
    stipulando tra le Regioni, gli accordi quadro rispetto alle
    politiche giovanili.
    L'Emilia-Romagna, da questo punto di vista, ha dato un grossissimo
    contributo in termini di segnare un passo come modello rispetto a
    questo intervento, per cui noi vi proponiamo questa cosa: all'art.
    39, dove si parla dei forum per i giovani, di aggiungere anche, tra
    i diversi soggetti che voi avete individuato nella conferenza
    denominata forum dei giovani , dopo la lettera f), anche
    rappresentanti del coordinamento regionale. Poiché questo sarà un
    nuovo soggetto della Regione e quindi è giusto che sia presente.
    Inoltre all'art. 49 e vi chiediamo di far sì che la Giunta regionale
    disciplini la messa in rete degli Informagiovani, coordinando le
    loro attività e definendo i loro livelli standard dei servizi, di
    aggiungere di favorire positive relazioni con altri soggetti di
    reti regionali operanti nelle principali aree d'interesse per i
    giovani quali la formazione, lavoro, istruzione, mobilità, cultura,
    salute al fine di garantire pari opportunità d'accesso alle
    informazioni e ai servizi a tutti i giovani residenti in
    Emilia-Romagna e in qualsiasi luogo essi vivano . Chiediamo, quindi,
    di rafforzare, se possibile, questo concetto delle pari opportunità,
    degli accessi, a prescindere dai luoghi in cui si opera.
    Infine, all'articolo 50, quando si parla di carta giovani viene
    riportato un elenco dei benefici, dei servizi su cui si dovrebbe
    operare. Noi riteniamo opportuno, proprio per guardare
    all'Emilia-Romagna come ad una Regione che è già nell'Europa e che
    può avere un'interscambiabilità con altre carte europee, tenendo
    conto che da questo punto di vista c'è una cronaca deficienza
    nazionale, di ampliare la gamma dei servizi, quindi il trasporto
    pubblico e privato, l'alloggio e la residenza, il turismo e la
    formazione e anche quest'idea della formazione permanente, perché
    questo ci permette di avere uno spiraglio.
    PIRONI: grazie. Maria Filippi, Assessorato politiche scolastiche
    Carpi.
    Maria Filippi: premetto che io avevo preso alla lettera il termine
    udienza conoscitiva quindi pensavo di venire ad un'illustrazione
    dettagliata in questa sede non avevo letto con attenzione la mail
    che, peraltro, mi aveva girato il Sindaco e non sono andata a fare
    gli approfondimenti.
    Fatta questa premessa, sono positivamente sorpresa dallo spirito che
    ho colto da questa breve presentazione, che è in linea con
    l'atteggiamento che, anche a livello locale, stiamo perseguendo. Mi
    riferisco al fatto di partire dagli aspetti positivi, e quindi
    dall'agio perché anche noi a livello locale (io sono assessore alle
    politiche scolastiche) abbiamo già da diversi anni un'esperienza di
    accordo, come in altri Comuni per altro, con le Istituzioni
    scolastiche: abbiamo degli accordi definiti patto per la scuola
    che coinvolgono diversi soggetti del territorio, oltre
    all'Assessorato e le Istituzioni scolastiche, proprio nella fase di
    progettazione e ci siamo proprio dati come input quest'anno anche
    noi di seguire la stessa ottica. Dopo anni che ci interessiamo del
    disagio vorremmo, con i nuovi progetti, far passare la logica
    dell'agio, quindi quello che in termine scolastico viene definito
    eccellenza, e stiamo cercando proprio la terminologia più adatta per
    far passare anche nella cittadinanza un atteggiamento più positivo
    ed in questo senso ci ritroviamo. In questo gruppo, con questa
    volontà di allargare sempre e di coinvolgere le varie Istituzioni,
    abbiamo in questi anni portato avanti diversi progetti che oltre a
    coinvolgere le fondazioni, per esempio per i finanziamenti, poi
    coinvolgevano o le società sportive o le varie realtà, gli oratori o
    associazioni culturali o di volontariato varie per fare delle
    politiche che consentissero alla scuola di aprirsi al territorio e
    di intercettare appunto i ragazzi facendo della prevenzione. La
    difficoltà di questi anni è che normalmente si usano questi progetti
    come innovazione per trovare le soluzioni, poi chi ci fornisce i
    finanziamenti, normalmente cerca l'innovazione e dice: questo è
    vecchio, l'abbiamo già finanziato quindi fatecene uno nuovo o non vi
    sosteniamo . E ci siamo trovati più di una volta a trovare non
    finanziati i progetti proprio nel momento in cui andavamo a
    raccogliere i risultati. Per questo, l'Ente locale si è trovato a
    farsi carico della continuità di questi progetti per non mettere in
    difficoltà la scuola, con la situazione paradossale, appunto, di
    trovarsi in difficoltà a finanziare i progetti proprio nel momento
    in cui andavamo a monitorare e a trovare i risultati. Per cui da
    questo punto di vista io mi auguro che questo progetto di legge ci
    faccia uscire anche da questo problema. Ad esempio, noi quest'anno
    stiamo partendo con un bellissimo progetto d'attività sportive che
    ha coinvolto tutte le società e sta andando molto bene. Lo dobbiamo
    ancora monitorare perché siamo in piena fase esecutiva, ma ha
    trovato molto interesse anche da parte degli insegnanti; è un
    progetto rivolto prevalentemente alla materna, alle scuole
    dell'infanzia e ai primi anni delle scuole elementari. Abbiamo
    difficoltà, per esempio, sul tema dell'orientamento. Noi abbiamo
    fatto negli anni dei progetti molto belli. Premetto nella nostra
    realtà non abbiamo vissuto gli effetti negativi della riforma che
    aveva portato alla licealizzazione e a svuotare gli istituti tecnici
    e gli istituti professionali. Noi siamo una delle poche realtà dove
    l'istituto tecnico ha aumentato le classi prime e gli istituti
    professionali hanno aumentato le classi prime proprio perché avevamo
    fatto un progetto che legava molto gli istituti tecnici alle realtà
    imprenditoriali e quindi faceva rendeva consapevoli le famiglie e
    gli studenti del legame fra scuole superiori e territorio e ci ha
    permesso tranquillamente di passare indenni da fenomeni negativi che
    altri hanno subito. Quest'anno ci ritroviamo che non abbiamo un euro
    perché tutti i vari canali di finanziamento dai flussi europei,
    dalla Provincia, alla stessa fondazione che ci finanziava, nessuno
    ci da un euro su questo progetto e siamo nella situazione, veramente
    anche politicamente imbarazzante e paradossale, di dover sospendere
    un progetto proprio nel momento in cui possiamo vantare dei
    risultati e non riusciamo a dare continuità. Quindi mi auguro che,
    appunto, attraverso questa legge possiamo poi dare ordine e metterci
    in condizione politicamente di dare continuità alle scelte politiche
    che facciamo.
    Approfitto per segnalare invece un altro problema (che io non ho
    ancora risolto), su quella che io chiamo scuola ospedale (articolo
    30). Anche qui noi abbiamo elaborato un buon progetto, in accordo
    con l'ASL, abbiamo fatto una ristrutturazione del reparto di
    pediatria con una bellissima sala giochi nel reparto di pediatria,
    che abbiamo fatto partire il primo anno con una collaborazione con
    le istituzioni scolastiche. Non si è fatta la scuola ospedale , che
    è il progetto che in accordo con l'ufficio scolastico regionale
    permette di avere degli insegnanti, ma avevamo fatto un progetto
    legato alle scuole del territorio per cui dalle scuole i ragazzi
    entravano in collegamento con l'ospedale, attraverso i canali
    informatici, erano in grado di seguire delle lezioni, ma non solo;
    si portava dentro alla scuola una cultura dell'approccio alla
    medicalizzazione, al dolore, che era un atteggiamento educativo per
    i bambini che tendeva a cambiare l'atteggiamento culturale ed
    emotivo nei confronti della medicalizzazione. Dentro alla sala
    giochi, per i bambini che erano nel reparto di pediatria, questo
    progetto è partito inizialmente utilizzando delle educatrici delle
    scuole d'infanzia comunali e del centro giochi comunale. Il primo
    anno è partito così, il secondo anno siamo riusciti a coinvolgere
    un'associazione di volontariato e far fare un accordo tra
    l'ospedale, l'associazione di volontariato e una cooperativa che
    gestisce scuole materne, per garantire l'educatore all'interno del
    centro. Adesso anche lì di nuovo siamo fermi. Volevo segnalare
    questo perché la normativa statale consente di creare, come unica
    soluzione, la scuola ospedale . Ma per avere la scuola ospedale ,
    che ha un organico che ha ovviamente anche dei costi, devono esserci
    ricoveri ospedalieri lunghi e, comunque, normalmente non concedono
    personale di scuola dell'infanzia, di scuola materna, ma personale
    di scuola elementare, che ha delle caratteristiche e delle funzioni
    normative completamente diverse. Per il nostro progetto invece, è
    più congeniale il personale di scuola materna e la collaborazione
    qui citata porta solo a questa soluzione. Il volontariato non
    garantisce una continuità. Di nuovo, se si vuole dare continuità
    bisogna dare delle soluzioni attraverso l'Ente locale, che però ha
    bisogno di finanziamenti e quindi devono essere previsti sia dalla
    norma, sia dal bilancio.
    PIRONI: grazie.
    Marilena Mazzoni: non mi sono iscritta anche perché, come la collega
    precedente, ho partecipato stamattina pensando appunto di ascoltare
    e di avere maggiori informazioni. Però il dibattito è alquanto
    stimolante e quindi sollecitata, appunto, dagli interventi
    precedenti e anche dalla presentazione che hanno fatto i
    consiglieri, riporto due flash.
    Sono Marilena Mazzoni e sono una funzionaria del servizio politiche
    sociali della Provincia di Forlì-Cesena.
    Dicevo che il dibattito è particolarmente stimolante perché tutti
    gli interventi che mi hanno preceduto hanno messo in luce, secondo
    me, l'esigenza che noi tutti cogliamo, di una sistematizzazione
    degli interventi a tutt'oggi comunque messi in campo a favore della
    fascia minori-giovani.
    Il flash che volevo riportare è che, a parte la condivisione del
    sostegno, del parere favorevole che già hanno espresso gli altri
    colleghi, è relativo all'importanza che questa legge mette in campo
    rispetto all'ordine e alla sistematizzazione delle funzioni che i
    soggetti chiamati in causa, in merito alle tematiche minorili, sono
    chiamati a sostenere. Mi spiego meglio; fino ad oggi già le
    direttive regionali sono intervenute cercando di mettere in chiaro
    le competenze e le specifiche funzioni dei diversi Enti che devono
    agire nell'ambito delle tematiche giovanili. Le direttive, però, non
    sono riuscite, fino ad oggi, a mettere sufficiente chiarezza
    rispetto alle competenze dei ruoli che ogni soggetto, Ente pubblico
    o privato, deve mettere in campo. Per cui l'articolazione specifica
    della legge che mette in capo ai Comuni competenze ad hoc, in campo
    alle Province competenze ad hoc ed in capo al privato-sociale
    altrettanto competenze specifiche, secondo me, è quanto di più
    significativo, che noi come operatori potevamo richiedere. Anzi, vi
    stimoliamo a supportare questa parte della sistemazione organica,
    delle competenze, con ulteriore incisività, se caso mai vi fosse
    possibile.
    L'atro flash che volevo riportare è che, ovviamente come già è stato
    sottolineato, questa legge ha il pregio di passare, o per lo meno di
    considerare, oltre al disagio anche l'agio e in quest'ottica, noi vi
    sollecitiamo appunto a premere sul livello politico, affinché ci si
    svincoli dagli interventi legati solo ed esclusivamente a tamponare
    le emergenze perché spesso a livello locale noi operiamo in queste
    condizioni. Si cerca d'intervenire per appunto tamponare
    l'impellente, per tamponare il caso. Allora, le situazioni critiche,
    ovviamente, vanno tenute sotto controllo e comunque si deve
    rispondere come servizi alle criticità ma altrettanto, proprio per
    prevedere e prevenire le criticità, si deve agire preventivamente
    per cui noi vorremo che anche gli amministratori locali fossero
    sollecitati verso questo percorso.
    PIRONI: grazie. Patrizia Intravaia, Comune del distretto di
    Sassuolo.
    Patrizia Intravaia: bene. Io sono Patrizia Intravaia e rivesto il
    ruolo di figura di sistema per i Comuni del distretto di Sassuolo,
    il distretto di Sassuolo è in provincia di Modena.
    Sottolineo, con particolare soddisfazione, la presentazione di
    questa proposta di legge in particolare per il ruolo che rivesto
    all'interno dei comuni per i quali lavoro. All'intero di questo
    progetto di legge viene individuato un articolo specifico,
    l'articolo 22, che cita coordinamento tecnico a livello zonale; al
    comma 2 si citano le azioni di coordinamento, sottolineando che,
    allo scopo appunto del coordinamento, in ogni zona sociale viene
    attivata una specifica funzione di coordinamento che può esplicarsi
    attraverso una o più figure dedicate o figure di sistema.
    Chiaramente l'inserimento di un articolo specifico all'interno di
    questa legge dà legittimità al lavoro che, come figure di sistema,
    io, insieme agli altri colleghi che a livello regionale siamo stati
    incaricati di questa funzione, portiamo avanti. La difficoltà del
    nostro ruolo inizialmente è stata determinata dalla scarsa chiarezza
    della funzione stessa che ci veniva assegnata. Scarsa chiarezza
    determinata dall'ampiezza delle cose che ci veniva chiesto di
    svolgere, nel senso che nel momento in cui viene assegnata la figura
    di sistema, la funzione di coordinamento in ambito sociale,
    sanitario, scolastico e educativo degli interventi rivolti
    all'infanzia e all'adolescenza, capite bene la mole di lavoro e di
    complessità che viene assegnata a questo ruolo. Questo,
    effettivamente, lo si è percepito a livello regionale in questo
    ultimo anno e mezzo soprattutto, durante il quale come figure di
    sistema, siamo stati seguiti ed accompagnati molto, sia attraverso
    un corso di formazione, sia attraverso incontri regionali di
    confronto e regionali di raccordo e di supporto.
    Questa legge chiaramente da legittimità, come dicevo prima, a questo
    ruolo, a questo lavoro d'integrazione e di coordinamento tra Enti e
    settori diversi all'interno dello stesso Ente. In quest'anno mezzo
    in cui rivesto questa funzione più volte e da più parti politiche mi
    è stata sollevata anche ironicamente o sarcasticamente la domanda
    del perché c'era bisogno di una figura di sistema. Non è sufficiente
    che chi lavora al servizio istruzione alzi il telefono e chiami le
    persone che lavorano al servizio sociale? O vice versa? È proprio
    necessario avere una figura che specificamente si occupi di questo?
    La mia risposta chiaramente, avendo questo ruolo, è sempre stata
    affermativa. Nel senso che a volte non si tratta soltanto di alzare
    il telefono, a volte è indispensabile alzare il telefono perché in
    alcune realtà non viene neppure fatto questo. Ma l'alzare il
    telefono presuppone il mettersi nella condizione di ascoltare la
    posizione dell'altro, di ascoltare i bisogni dell'altro e di
    mettersi nella condizione di trovare, appunto, una metodologia
    condivisa di lavoro. Nel momento in cui si ha a che fare con il
    disagio dei bambini e degli adolescenti, non si può non tenere conto
    dell'agio. Nel momento in cui s'interviene con un progetto
    all'interno di una scuola o all'interno di una classe su un singolo
    bambino o su un singolo ragazzino che ha una problematicità
    particolarmente allarmante, ad esempio segnalata dalla scuola, non
    si può tenere conto contemporaneamente dell'agio del resto dei
    bambini che vivono all'interno di quella classe. Questo,
    chiaramente, lo si deve poi declinare sia all'interno della classe,
    sia all'interno della scuola, sia all'interno del territorio. Quindi
    i termini agio e disagio necessariamente devono camminare
    parallelamente quindi questa legge, che permette effettivamente la
    contaminazione dei linguaggi, avrà, dal mio punto di vista, una
    forte diffusione di una forte promozione e sostegno all'interno dei
    territori dove ancora, a livello politico, dal mio punto di vista,
    si fa fatica a pensare insieme i termini agio e disagio. Quando si
    lavora con gli adolescenti sul tema della prevenzione, si fa fatica
    a pensare che le politiche giovanili possano avere qualche
    coinvolgimento rispetto alla progettazione in quell'ambito. Ecco,
    questa legge dice chiaramente che ciò riguarda le politiche
    giovanili e gli interventi rivolti ai giovani necessariamente devono
    essere integrati anche con le progettazioni che riguardano il
    sistema della prevenzione rivolta ai bambini e agli adolescenti.
    Un altro punto importante che rilevo, è il fatto che all'interno di
    questa legge si fa chiaramente riferimento alla genitorialità,
    attraverso chiaramente i centri per le famiglie, che diventano parte
    integrante della rete dei servizi a sostegno dell'infanzia,
    dell'adolescenza e dei giovani.
    Un altro aspetto importante è quello che riguarda i servizi
    nell'area extra scolastica rivolta agli adolescenti; in particolar
    modo si fa riferimento ai gruppi educativi territoriali e ai centri
    giovani e si fa finalmente chiarezza, dal mio punto di vista, sulla
    differenza che esiste, a livello di finalità e a livello di
    professionalità, inserita all'interno di questi servizi e viene
    anche definita più dettagliatamente la professionalità degli
    operatori che lavorano all'interno di questi servizi. Voi sapete che
    per quanto riguarda l'area educativa, ad esempio dei servizi 0-3
    anni, la normativa è estremamente dettagliata, il livello di qualità
    a livello regionale è estremamente elevato, diversa invece è la
    situazione per quanto riguarda l'area dell'adolescenza e dei servizi
    appunto dell'area extra scolastica. Quindi è importante segnalare
    questo punto che, probabilmente, ci permetterà nel futuro anche di
    lavorare in termini diversi.
    L'ultimo punto che sottolineo con favore è chiaramente l'istituzione
    di un fondo regionale unico, che sostiene le politiche in
    quest'ambito. Questa legge, quindi, permette il raccordo sia
    progettuale che economico ed amministrativo per le politiche che
    riguardano i minori e questo, si spera, possa rappresentare
    l'istituzione di questo fondo unico regionale, una semplificazione
    anche per i Comuni all'interno della programmazione zonale perché,
    come voi sapete (già precedentemente è stato segnalato
    dall'assessore del Comune di Carpi), esiste il problema dei
    finanziamenti ai progetti; nel momento in cui progetti
    effettivamente cominciano ad essere consolidati, a portare a casa
    dei risultati, si ha il problema di reperire i soldi che possono
    continuare a sostenerli. Questo è un problema notevole, chiaramente,
    che rischia di bloccare non solo le sperimentazioni, ma chiaramente
    il consolidamento dei progetti stessi. È chiaro che le
    amministrazioni comunali in questi ultimi anni hanno necessariamente
    dovuto fare la scelta di limitare le sperimentazioni e puntare sul
    consolidamento dei servizi perché era necessario direzionare le
    risorse in quegli ambiti, ma il problema attuale che si rileva a
    livello comunale, è quello della ancora frammentazione delle risorse
    e del ritardo nell'assegnazione delle risorse stesse. Quindi in sede
    di definizione, di programmazione zonale, viene chiesta un'elevata
    specificità dei contenuti, delle metodologie, delle progettazioni
    ma, ancora, spesso con una poco definita copertura finanziaria o una
    copertura finanziaria con tempi che non coincidono con i tempi delle
    amministrazioni.
    Anna Naso: mi chiamo Anna Naso e sono un funzionario politiche
    sociali dell'amministrazione provinciale di Modena. Anch'io mi
    associo alle parole di plauso rispetto a quanto è stato fatto per
    questa proposta di legge molto importante ritenuta, da chi lavora
    con i minori e le famiglie, uno strumento essenziale.
    Vorrei fare un'osservazione rispetto alla formulazione del capitolo
    quinto, dove si dice diritto del bambino ad una famiglia e
    accoglienza io proporrei di formularla in questo modo, cioè
    diritto del bambino alla propria famiglia o ad una famiglia
    sostitutiva ed inserire quindi qualche elemento di chiarezza
    rispetto alla famiglia d'origine del bambino, perché i bambini hanno
    diritto prima di tutto alla propria famiglia poi, in caso di
    difficoltà, hanno diritto ad una famiglia sostitutiva. Visto che il
    testo di legge è così ricco, questo mi sembrava un elemento di
    qualità utile per la formazione dei diritti di tutti i bambini.
    Un'altra considerazione trasversale riguarda tutto l'articolato,
    riguarda la logica dei livelli essenziali, e qualche elemento in più
    d'esplicazione all'interno dei vari articoli per quanto è possibile
    ottenere. Premesso che questa proposta di legge è ricchissima, è
    difficile fare delle osservazioni critiche. Pongo però l'attenzione
    su qualche elemento in più, riguardo le opportunità reali, nella
    logica dei livelli essenziali, e anche secondo quanto veniva
    proposto prima dai colleghi in merito anche al tema degli operatori.
    C'è tutta una serie di questioni già risolte: la criticità legata
    alla rete dei servizi, alla possibilità di finanziare in modo
    sufficiente e duraturo nel tempo. Riguardo al tema degli operatori
    segnala la necessità di una sufficiente dotazione organica rispetto
    alle funzioni previste nel progetto di legge.
    PIRONI: se non c'è nessun altro, al di là dell'aspetto
    d'incomprensione in relazione al tipo di modalità che si usa in
    udienza conoscitiva, vi segnalo la possibilità, molto gradita, di
    poterci inviare in modo scritto osservazioni, puntualizzazioni, che
    sicuramente saranno utili proprio nel prosieguo del lavoro che
    dovremo fare. E' altresì possibile partecipare agli incontri
    organizzati nei territori delle singole province, così come già
    abbiamo fatto, ad esempio qua a Bologna, a Pianoro (nell'ordine di
    un'iniziativa organizzata dalla Provincia e dal Comune di Pianoro) e
    anche a Cesenatico, quindi nella provincia di Forlì-Cesena, a
    Rimini. Proseguiremo con queste presentazioni territoriali in parte
    sul piano istituzionale, dall'altro anche su piano politico perché
    ovviamente verranno organizzati anche momenti di questo tipo.
    Indico, per chi non lo conoscesse, il sito internet nel quale
    raccogliamo anche, in questo caso, osservazioni, commenti,
    valutazioni, che è diritti al futuro punto it dal quale, potete
    anche attingere per verificare anche altri commenti che altri
    soggetti hanno fatto. L'obiettivo è proprio quello di tenere conto
    nel progetto di legge, nell'ottica di ascolto a trecentosessanta
    gradi, di tutti i soggetti e anche di tutte le esperienze che ogni
    soggetto fa, in relazione proprio anche alla professione, che sia
    una professione tecnica, che sia diretta nei servizi, così come è
    avvenuto questa mattina, proprio perché credo che in questo caso
    vorremmo tenere conto di tutti questi aspetti che fanno parte anche
    della nostra vita per uscire da quel lavoro a compartimenti stagni
    che molto spesso non fa incontrare, anche se magari si hanno dei
    bisogni molto comuni.
    Io intanto vi ringrazio e vi do appuntamento a queste iniziative che
    faremo sul territorio e vi terremo anche informati su quello che è
    il prosieguo del testo di legge.
    Il presidente PIRONI dichiara chiusa la seduta alle ore 11.48.
    Approvato nella seduta del 16.01.2008.
    Il Segretario Il Presidente
    Adolfo Zauli Massimo Pironi
    Espandi Indice