Testo
Verbale n. 34
Seduta del 15 dicembre 2008
Il giorno lunedì 15 dicembre 2008 alle ore 10.00 si è riunita in
udienza conoscitiva presso la sala polivalente dell'Assemblea
Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione
Territorio Ambiente Mobilità, convocata con nota Prot. n. 28644 del
9/12/2008.
Partecipano alla seduta i Commissari:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
MUZZARELLI Gian Presidente Partito Democratico 6 presente
Carlo
FRANCESCONI Luigi Vice Forza Italia-Popolo 5 assente
Presidente della Libertà
PIVA Roberto Vice Partito Democratico 6 assente
Presidente
BARTOLINI Luca Componente Alleanza 4 presente
Nazionale-Popolo della
Libertà
BORGHI Gianluca Componente Partito Democratico 2 presente
BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 assente
Donatella Italiani
CORRADI Roberto Componente Lega Nord Padania E. e 3 assente
R.
DELCHIAPPO Renato Componente Gruppo Misto 1 assente
GUERRA Daniela Componente Verdi per la pace 1 assente
MASELLA Leonardo Componente Partito di Rifondaz. 2 assente
Comunista
MAZZA Ugo Componente Sin. Dem. Per il 2 assente
Socialismo Eu.
MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 3 presente
MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 assente
NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 presente
Di Pietro
NERVEGNA Antonio Componente Forza Italia-Popolo 2 assente
della Libertà
NOÈ Silvia Componente Unione Democratici 1 assente
Cristiani e di Centro
SALOMONI Ubaldo Componente Forza Italia-Popolo 2 presente
della Libertà
SALSI Laura Componente Partito Democratico 3 presente
ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo-SDI 1 assente
ZOFFOLI Damiano Componente Partito Democratico 3 assente
BOSI in sostituzione di ZOFFOLI
Sono presenti: S. Sacchetti (Serv. Rifiuti e Bonifica Siti); M.
Giovannini (Serv. Bilancio e Finanze); G. Saetti (Resp. Serv.
Rifiuti e Bonifica Siti).
Presiede la seduta: Gian Carlo Muzzarelli
Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini
Resocontista: Maddalena Marchesini
UDIENZA CONOSCITIVA
4020 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Borghi,
Mazzotti, Ercolini, Bosi, Garbi, Beretta, Salsi, Rivi, Barbieri,
Montanari, Muzzarelli, Monari, Lucchi, Zoffoli, Richetti, Pironi,
Tagliani e Piva: Disposizioni a sostegno della raccolta
differenziata dei rifiuti solidi nei Comuni dell'Emilia-Romagna.
Modifiche ed integrazioni alla L.R. 19 agosto 1996, n. 31. (24 09
08).
Partecipano all'udienza conoscitiva:
Arlati Caludio CISL Emilia-Romagna
Barni Ermanno ENEA
Bologna Margherita Riccione per l'energia pulita
Brandolini Filippo Confservizi Emilia-Romagna
Bulgarelli Moris CNA
Casario Andrea ATO 8 Forlì-Cesena
Castieno Matilde ENEA
Del Rio Mauro ENIA spa
Di Franco AUSER Emilia-Romagna
Giangirolamo
Ferrari Giovanni Comune di Reggio Emilia
Foschi Marina Italia Nostra
Ganassi Paolo AIMAG spa
Gori Aldo Comune di Ozzano dell'Emilia
Lauriola Paolo ARPA Emilia-Romagna
Lucà Anna Maria Associazione Piccole Medie Imprese
Modena
Luccarini Luigi CGIL Emilia-Romagna
Marchesi Marco ANACI
Michelini Massimo Confservizi Emilia-Romagna
Morselli Angelo AUSER Modena
Pareschi Rita Legacoop Emilia-Romagna
Passarini Gino Comune di Monte San Pietro (BO)
Peri Pietro CIA Emilia-Romagna
Pirazzoli Maurizio Comune di Castenaso
Poggi Andrea ANCE Emilia-Romagna
Poli Roberto Comune di Castelfiumanese
Ramazzotti Donata Comune di Faenza
Romani Cesarino Provincia di Rimini
Rovesti Alberto Corsorzio Concerto
Sacchetti Roberto HERA spa
Salfi Anna CGIL Emilia-Romagna
Santangelo Gianpaolo Comune di Reggio Emilia
Ugolini Luigi Comune di Solarolo
MUZZARELLI GIAN CARLO: Iniziamo i lavori di questa Udienza
Conoscitiva sul progetto di legge di iniziativa del Consigliere
Borghi ed altri, Disposizione a sostegno della raccolta
differenziata dei rifiuti solidi nel Comuni dell'Emilia-Romagna.
Modifiche ed intergazioni alla L.R. 19 agosto 1996, n.31. (Oggetto
assembleare 4020).
Darei, per qualche minuto, la parola al Consigliere Borghi, che è
anche relatore del provvedimento, per poi dare il via alla fase di
ascolto. Ci sono già tre richieste di intervento, vi chiedo di
compilare i moduli per la richiesta di intervento. Chi interviene
parla dall' apposita postazione in modo che gli interventi vengano
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registrati e poi consegnati a tutti i Commissari per le verifiche di
merito. Grazie della vostra presenza.
BORGHI GIANLUCA: Vi ringrazio anch'io. Ringrazio il Presidente
Muzzarelli e i colleghi presenti. Ritengo che sarebbe un torto alla
competenza e alla conoscenza di tutti voi approfondire ulteriormente
le motivazioni che hanno portato alla presentazione di questa
proposta di legge. Mi pare che sia assolutamente chiaro l'intento e
ovviamente l'Udienza Conoscitiva è per la Commissione, quindi per
l'Assemblea Legislativa, lo strumento per ascoltare, comprendere
quali siano le valutazioni che tutti i soggetti interessati,
chiamati oggi a questo incontro, vorranno proporre all'esame della
Commissione. Ovviamente questo serve nella reciprocità dell'ascolto
e faremo tesoro delle osservazioni e indicazioni che verranno.
Molto brevemente, per dare anche un senso politico a questa
iniziativa legislativa, è forte, anche in questa regione, la volontà
che ha portato la Regione stessa, le Provincie, gli ATO, decine e
decine di Comuni, a scommettere su una sostenibilità possibile,
necessaria, nella gestione del ciclo dei rifiuti. Questa Regione ha
raggiunto risultati importanti e proprio nelle scorse settimane
l'Assessore all'Ambiente Zanichelli, durante la discussione sul
Piano di Azione Ambientale, ha potuto rilevare quale sia ad oggi la
adesione del sistema regionale nel suo complesso a questi obiettivi
e si è raggiunto, come media regionale e superato, il 40% nella
raccolta differenziata, in un contesto che però vede
l'Emilia-Romagna continuare ad essere una delle regioni italiane con
la più alta produzione procapite di rifiuti. Abbiamo però, come
dicevo e come sappiamo, esperienze importanti e significative che
stanno portando anche ad una responsabilità nuova di comunità, molte
amministrazioni a scommettere sulla innovazione possibile ad ogni
dimensione, ambientale, economica, sociale, per raggiungere, anche
anticipatamente, gli obiettivi che portano al 2012 a raggiungere
almeno il 65% di raccolta differenziata. Mi riferisco ovviamente al
Decreto Legislativo n. 152 del 2006, che all'art. 205 stabilisce
questi obiettivi, con anche una chiara indicazione di sanzioni
rispetto al mancato raggiungimento di questi obblighi di legge.
Sono all'incirca 80 su 341 i Comuni dell'Emilia-Romagna che già
hanno raggiunto questo obiettivo assolutamente ambizioso ma del
tutto praticabile. Comuni di piccole dimensioni, di medie
dimensioni, città capoluogo che hanno iniziato sperimentazioni che
hanno già consentito il raggiungimento di questi obiettivi. Noi
pensiamo che queste esperienze debbano essere rafforzate perchè
questi risultati assolutamente positivi dimostrano come si debba
percorrere con forza, con decisione, una strada assolutamente
chiara.
Il progetto di legge in esame dal punto di vista delle soluzioni
tecniche, come avrete, spero, avuto modo di notare, è assolutamente
aperto, laico , nel senso che non sposa pregiudizialmente alcun
tipo di modello, non ne esclude altri, proprio perché, nel quadro di
riferimento costituito dalle esperienze territoriali, è molteplice
la innovazione che attraverso diverse strade si è raggiunta.
Chiaro che quel che è stato fatto nasce anche da un quadro
importante che ha visto negli ultimi anni la Regione scommettere con
forza su politiche di gestione dei rifiuti che attraverso protocolli
di intesa con il mondo produttivo, penso al consorzio Conai, volto
alla riduzione degli imballaggi prodotti, attraverso un sistema di
incentivi e disincentivi anche in questo caso rivolto ai privati,
alle aziende, ha portato ad una sensibilizzaione nella produzione,
nel packaging e quindi nella produzione dei rifiuti; ad accordi di
programma fra pubbliche amministrazioni, che hanno portato a maggior
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risultati nell'utilizzo di prodotti riciclabili; a convenzioni con
associazioni di categoria. C'è insomma una gamma di iniziative molto
importanti, ho citato il Piano di Azione Ambientale, che vede già
attiva la Regione e ovvimente non da oggi. Una Regione che ha
raggiunto una situazione di autosufficienza, grazie al compimento di
scelte coraggiose che consentono, ormai da molto tempo, di gestire,
in modo efficiente ed efficace, i rifiuti attraverso le 28
discariche, gli autoinceneritori, i 19 impianti di compostaggio, i
12 impianti di trattamento meccanico e di biostabilizzazione, le 350
stazioni ecologiche attrezzate, punto fondamentale nel
raggiungimento di alti obiettivi di riciclaggio di quelli solidi
urbani. Questo è il quadro.
Un'ultima osservazione: mai in questa Regione una proposta di legge
esce approvata dell'Assemblea Legislativa così come è entrata in
sede di Commissione, perchè la ricchezza, gli stimoli, le
solleccitazioni comportano sempre una valorizzazione di competenze,
di realtà, di attenzioni e sono certo che accadrà anche in questo
caso, perchè ho già ricevuto numerosissime solleccitazioni da ambiti
di intervento e di relazione istituzionale, oltrechè politica, molto
preparati.
Il progetto che è stato presentato dai Consiglieri che l'hanno
sottoscritto, è ovviamente un progetto aperto ad un arricchimento,
ad una elaborazione che vogliamo rendere condivisa nei tempi e nei
modi che utilmente ci daremo come Commissione. Quindi nessuna
fretta, nessuna fuga in avanti, ma la volontà di procedere su un
tema rilevantissimo che in qualche modo realizza anche un discrimine
rispetto a politche ambientali che guardano il futuro in una
dimensione europea. Assoluta volontà quindi di riuscire, almeno come
gruppo che ha sottoscritto questa proposta, ma spero davvero con la
condivisione anche trasversale dell'Assemblea Legislativa, a
pervenire ad una indicazione chiara, anche dal punto di vista
legislativo, per innovare il quadro di riferimento del '96 che
questa Regione si era data a suo tempo. Molto è intervenuto da
allora anche per via amministrativa e riteniamo che ci si debba
dotare di un quadro di riferimento più moderno, più avanzato, anche
rispetto al recentissimo via libera del Governo all'adozione
definitiva della Direttiva europea che fissa ulteriori ed
impegnative misure per ridurre la produzione di rifiuti.
Ci vorremmo quindi trovare pronti a cogliere questa opportunità -
considerato che c'è ancora un anno e mezzo di legislatura e di
mandato legislativo regionale - e speriamo di riuscirci.
MUZZARELLI GIAN CARLO iniziamo la fase di ascolto con il primo
intervento di Rita Pareschi, in rappresentanaza di Legacoop
Emilia-Romagna.
PARESCHI RITA Buongiorno a tutti. L'intervento che farò questa
mattina non è soltanto a nome di Legacoop ma anche del Tavolo
Regionale dell'Imprenditoria, che è composto da 15 organizzazioni
che fanno parte di vari comparti, del commercio, dell'agricoltura,
della cooperazione, dell'artigianato e della piccola e media
industria.
Io ringrazio innanzitutto il Presidente Muzzarelli per l'opportunità
che ci ha dato stamattina di venire a discutere di un tema così
importante, quale quello del PDL, ma anche più in generale quello
dei rifiuti, che è un tema che tocca anche il sistema
imprenditoriale così da vicino.
Noi esprimiamo innanzitutto una piena condivisione sugli obiettivi
che stanno alla base della proposta di legge, come è stato
richiamato da poco dallo stesso Consigliere Borghi. Il potenziamento
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della raccolta differenziata e la promozione di politiche rivolte
alla riduzione dei rifiuti. Lo esprimeva Borghi poc'anzi ma è stato
anche ampiamente illustrato nella relazione introduttiva al PDL come
si trova oggi la realtà regionale. E' una realtà che è cresciuta
sicuramente rispetto agli ultimi 12, 13 anni, ma si trova ancora su
dati medi, pur con tutte le eccellenze che ci sono state, su dati
medi abbastanza lontani, in quanto il 40% che si richiamava prima
sicuramente non è vicinissimo al 65% che dovremmo raggiungere nel
2012. A questo dato si aggiunge l'altro dato estremamente critico
dell'aumento procapite dei consumi. E' chiaro che a fronte di una
situazione di questa natura occorre mettere in campo tutta una serie
di interventi, di iniziative, di azioni, di politiche, non da ultimo
anche il PDL che va certamente in questa direzione, che siano volte
ad ottenere questi obiettivi. E qui ne voglio citare alcuni. Tutto
il tema della comunicazione, intesa come formazione e informazione
dei cittadini e delle imprese. Ricordo che su questo tema sono state
pochissime le ricorse pubbliche destinate alla promozione e
formazione dei cittadini. E ancora tutto il tema che va a monte del
processo produttivo e che riguarda l'imballaggio. E qui chiaramente
oltre che ad azioni e iniziative probabilmente occorre anche qualche
intervento sul piano legislativo di carattere nazionale. Il tema
della riduzione dell'imballaggio, gli imballaggi intesi come
materiale biodegradabile. Quindi è un tema aperto e da affrontare,
quindi se effettivamente si vuole perseguire l'obiettivo di levare
la raccolta differenziata e di abbassare la produzione dei rifiuti è
chiaro che occorre una serie di interventi organici che partono e
che toccano diversi fronti.
Noi aggiungiamo un ulteriore tema, che riguarda la raccolta
differenziata, e che è il tema del recupero. Molto spesso si parla
di raccolta differenziata, ma non si parla di recupero, sia perchè
le norme fanno riferimento solo al tetto del conferito e non al
tetto dell'effettivamente recuperato, in quanto è un problema anche
di carattere economico, perché laddove i modelli organizzativi o
gestionali vengono impostati, soprattutto su questioni di quantità e
non di qualità, è chiaro che i sovvalli che ne derivano vanno poi a
ricadere a tutti gli effetti sulla tariffa. Per cui un'attenzione
maggiore a quello che è il tema del recupero io credo che sia
estremamente importante. Allora su questo tema, in questa direzione,
il riferimento va chiaramente a sistemi di identificazione di
rintracciabilità dei flussi dei rifiuti, per verificare
effettivamente il recupero. Questo farebbe anche bene al cittadino e
alle imprese sapere effettivamente i loro sforzi che fine fanno,
perché c'è questo sentire comune: sì, noi facciamo tutta questa
fatica, sia i cittadini che le imprese, poi alla fine dove vanno i
nostri rifiuti? Vengono effettivamente recuperati o no? Quindi il
tema del recupero io credo che sia a tutt'oggi un tema su cui
bisogna fare estrema attenzione.
Nel merito della proposta di legge noi abbiamo evidenziato una sorta
di discrasia fra quello che è la relazione che avanza ed introduce
tutta una serie di tematiche estremamente rilevanti e importanti, e
quello che è l'articolato normativo, che fa sicuramente un passo in
avanti, che non voglio e non vogliamo sminuire, ma che è legato ad
alcune modifiche della legge 31 del 2006.
Due temi, molto velocemente. Il tema, per esempio, degli enti
locali, dove vengono invitati nell'azione introduttiva, a tutta una
serie di funzioni e di competenze che per legge non hanno, sia per
la legge 25, che per la legge 10. Quindi ci sembra un pò eccessivo
il carico che viene attribuito agli enti locali.
L'altro tema per noi estremamente delicato è questo invito
all'assimilazione. Delicato in questo senso: la nostra Regione,
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contrariamente ad altre regioni, per esempio il Veneto ha fatto
pochissima assimilazione dei rifiuti speciali e dei rifiuti urbani,
ha per anni assimilato i rifiuti speciali a quelli urbani con
un'ampia gamma, erano pochissimi, diciamo così, i rifiuti che
risultavano non assimilati. Questo ha avuto sicuramente delle luci e
delle ombre. Luci perchè tutta una serie di piccolissime attività
produttive, pensiamo a piccoli artigiani, a piccoli commercianti,
che effettivamente per produzione sono molto analoghi alla
produzione di un qualsiasi gruppo familiare, magari un po'
corposetto, hanno potuto usufruire di un sistema a loro favore che
ha acconsentito da un lato di non sobbarcare queste imprese di
significativi oneri, e dall'altro, anche il sistema pubblico di
controllare effettivamente che fine facevano questi rifiuti.
Dall'altro lato però le ombre sono dovute al fatto che l'altra parte
del sistema imprenditoriale, che è un sistema molto ricco,
articolato, per tipologie, per quantità, per dimensione, per
collocazione territoriale, quindi altre realtà produttive invece,
magari più grandi, con depositi, con spazi cortilivi, molto ampi,
sono state sostanzialmente penalizzate da un sistema di
assimilazione laddove c'è per altro, in queste superfici molto
ampie, neanche circolavano una stragrande maggioranza di rifiuti,
per il meccanismo del calcolo della tariffa, sia la TALSO che la
TIA, finivano nel sistema tariffario, con costi molto significativi
per le imprese. Adesso il testo unico, mi sembra l'art. 196, ha
proposto, poi saranno dei decreti attuativi a stabilirlo, una sorta
di assimilazione per quelle aree a cui facevo riferimento prima, per
i depositi, per le aree cortilive, ecc. Quindi l'invito è quello di
procedere con estrema flessibilità, perché il sistema produttivo è
un sistema articolato, complesso, per cui occorre agire con la
prudenza e la flessibilità del caso, perché parliamo in molti casi
di un sistema eterogeneo, articolato, estremamente diverso.
C'è sotto questo profilo, aldilà dell'attesa dei decreti attuativi,
un altro ambito di intervento che si potrebbe effettuare a livello
regionale. Sul tema della scontistica o delle agevolazioni, per le
attività produttive che smaltiscono conto terzi, e ce ne sono tante.
Nella nostra Regione abbiamo un panorama estremamente diversificato.
Esistono per esempio realtà e territori laddove l'impresa che
dimostra che ha smaltito attraverso terzi i propri rifiuti ha degli
sconti elevatissimi, quasi ad arrivare alla copertura della tariffa.
Altri hanno degli sconti molto marginali. Quindi sotto questo
profilo credo che delle linee di indirizzo, dei criteri per avere
più omogeneità su questa materia sarebbero in ogni caso opportuni.
Arrivo brevemente all'articolato. Lo ricordavo prima, è certamente
apprezzabile il fatto di avere destinato maggiore risorse alla
raccolta differenziata, viene raddoppiato dal 20% al 40% il gettito
destinato ad alcune attività specifiche, e nell'ambito di questo
40%, il 50% viene destinato alla creazione di un fondo per la
raccolta differenziata vera a propria, quindi per attivare da parte
dei Comuni progetti che vadano in questa direzione. Alla fine quindi
un 20% sul totale. Pur esprimendo il totale apprezzamento su questo
passo in avanti, è chiaro chel'appetito vien mangiando, nel senso
che per le finalità stesse del tributo regionale, l'ecotassa, che
rappresenta una sorta di penalizzazione per chi smaltisce nelle
discariche o negli inceneritori senza recupero energetico, ci
parrebbe giusto che quasi l'intero tributo dovesse essere destinato
ai temi del recupero, della raccolta, ecc.
In questa fase va bene un passo, però è chiaro che laddove parte del
tributo viene destinato alla qualità urbana, ai finanziamenti ARPA,
alla manutenzione delle aree protette, eccetera, si tratta di temi
sicuramente significativi in termini ambientali, ma con una finalità
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diversa rispetto all'obiettivo finale di arrivare a delle
percentuali possibilmente più significative rispetto a quelle
proposte allo stato attuale.
Ciò che è certo, e concludo, è che la tariffa di igiene ambientale
negli anni ha registrato una serie di aumenti estremamente
significativi, con costi diversi da realtà a realtà, da utenza a
utenza. Col passaggio della TALSO alla TIA addirittura in alcune
realtà e per alcune tipologie si sono riscontrati aumenti del 500 o
600%, che hanno impattato in maniera molto pesante e molto
significativa sulle imprese. L'auspicio è dunque quello che si vada
ad una riforma più complessiva, - e noi lo diaciamo da tempo come
Tavolo dell'imprenditoria e cogliamo anche questa occasione per
dirlo ancora, - che tocchi anche la legge 25 del 1999, una legge
datata, vecchia, che non tiene conto per esempio di un passaggio
molto importante, che lo smaltimento non è considerato all'interno
della filiera per quanto riguarda la legge 25 mentre in realtà è
parte integrante per la costituzione della tariffa. Noi sulla legge
10/08 non vogliamo dire niente in questa sede, ci siamo già espressi
in altra sede, abbiamo esposto anche qualche perplessità su alcuni
articoli e non vogliamo ribadirle. E' chiaro che comunque noi
auspichiamo che si arrivi sul tema dei rifiuti ad una riforma più
completa, organica, che tocchi diversi aspetti, dalla legge 25 alla
legge 10, eccetera. Consideriamo questo progetto di legge come una
prima tappa e speriamo che a questa tappa ne seguano altre. Grazie.
MUZZARIELLI GIAN CARLO: Grazie. La parola a Claudio Arlati, per
CGIL, CISL e UIL. Si prepari Filippo Brandolini.
ARLATI CLAUDIO: Ringrazio in modo particolare il Presidente
Muzzarelli per l'invito che ci ha rivolto. Questo è un passaggio
importante anche per il riconoscimento del sindacato federale, quale
importante, rilevante, portatore di interessi per le politiche
ambientali e di sostenibilità di questa Regione. Il sindacato
confederale ha presentato da tempo alla Giunta Regionale una
Piattaforma sui servizi di igiene urbana, che riteniamo di grande
importanza e che non tocca unicamente le tematiche del lavoro,
perché sappiamo che sono poi il precipitato di una serie di scelte
fatte sulla politica industriale delle aziende. Diamo un giudizio
positivo di questo progetto di legge regionale, già molte Regioni
hanno scelto di riformare l'ecotassa. Un esempio si potrebbe fare
sulla Regione Toscana che, per esempio, ha deciso nel 2008 di
utilizzare 8 milioni di euro per finanziare la raccolta
differenziata. Non è una novità, sono risorse aggiuntive, risorse
che vanno ad aggiungersi a quelle cospicue già stanziate dal Piano
di Azione Ambientale della Regione, 15,5 milioni di euro. Quindi,
l'ecotassa, insieme al Piano regionale, potrà diventare una leva per
favorire il raggiungimento degli obiettivi di raccolta
differenziata, che sono definiti non solo dal Decreto Legislativo
152/06, ma anche dalla Legge Finanziaria del 2007.
CGIL, CISL e UIL ritengono utile prevedere una maggiore
finalizzazione dell'ecotassa, sostengono questa proposta di legge.
Ritengono altresì che la previsione di finanziamenti vada però
condizionata al rispetto di alcuni criteri. Quando noi parliamo e
facciamo riferimento al concetto di sostenibilità, almeno da
Johannesburg in poi, facciamo riferimento ad un concetto
multidimensionale, che è costruito su tre dimensioni importanti. La
sostenibilità non è solamente sostenibilità ambientale, è anche
sostenibilità sociale, è anche sostenibilità economica. Quindi
riteniamo importante che l'Assemblea Legislativa anticipi nel
Progetto di Legge Regionale alcuni criteri finalizzati alla
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concessione dei contributi. Non basta dire concederemo dei
contributi per progetti che vanno nella direzione di promuovere la
raccolta differenziata. La definizione di criteri è importante
soprattutto in un settore come questo, che è un settore
particolarmente frammentato, dove c'è molto lavoro nero, un settore,
non possiamo nascondercelo, in cui vi è anche una forte presenza
della criminalità organizzata. In particolare, riteniamo che fra gli
interventi finanziabili dal fondo ex art. 11 comma 2, sia necessario
prevedere, come diceva anche giustamente la rappresentante del
Tavolo dell'Imprenditoria, piani finalizzati alla formazione, alla
responsabilizzazione delle famiglie, dell'impresa e della grande
distribuzione organizzata, con l'obiettivo di ridurre la produzione
di rifiuti e porre le condizioni per la diffusione della cultura
delle pratiche connesse alla raccolta differenziata. Per fare la
raccolta differenziata non è sufficiente differenziare il colore dei
cassonetti, nè dare il bidoncino o il sacchettino. E' necessario
fare formazione su come si fa la raccolta differenziata e
sull'importanza della stessa, tenenedo conto ovviamente - e su
questo mi pare avesse ragione chi mi ha preceduto - dell'importanza
di definire degli obiettivi, non solo di differenziazione, ma anche
di recupero e riciclaggio. Su questo dobbiamo considerare che
l'ultima direttiva europea sui rifiuti, che non è ancora stata
recepita nel nostro ordinamento, prevede specificatamente che gli
Stati membri definiscano dei piani finalizzati alla riduzione della
produzione dei rifiuti e al recupero. Quindi inserire logiche di
questo tipo favorendo gli operatori che, per implementare progetti
di raccolta differenziata prendono dei fondi pubblici, è per noi di
grande importanza.
Altri criteri. Vanno finanziati per noi solamente quei progetti di
potenziamento della raccolta differenziata che prevedono determinate
caratteristiche. Innanzitutto per noi i progetti dovranno essere
integrati, cioè come si diceva prima, prevedere anche attività di
sensibilizzazione ed educazione alla popolazione, da effettuarsi,
questo è importante, anche attraverso gli operatori addetti alla
raccolta, che andranno a loro volta opportunamente formati dal
soggetto che presenterà il progetto. Un'idea diversa, nuova, di
operatore ecologico, non più l'operatore ecologico che raccoglie il
sacchetto, che fa semplicemente il facchino, ma l'operatore
ecologico che ha anche competenze relative all'informazione del
cittadino sulla differenziazione. Un arricchimento della mansione
importante per un lavoro ritenuto per lo più negletto e non
adeguatamente valorizzato.
Anche ai fini di cui sopra i progetti dovranno sempre prevedere
servizi di contatto accessibili agli utenti della raccolta
differenziata, cosa che non avviene sempre. Cioè quando l'utente ha
dei dubbi sulla collocazione del rifiuto è necessario possa
rivolgersi a un soggetto per risolvere questi dubbi. I progetti
dovranno prevedere preferibilmente una raccolta differenziata con
l'utilizzo combinato di contenitori a carattere domiciliare per
frazione e di contenitori condominiali da svuotare periodicamente,
quindi è necessario prevedere una progettualità flessibile con
scelte già maggiormente premiate, che abbiano un punteggio maggiore
in graduatoria, che prevedano delle preferenze a favore di una
integrazione tra le scelte della raccolta differenziata.
I progetti finanziati quindi devono, secondo noi, avere come
obiettivo quello di costituire elementi di qualità sociale sul
territorio. Quindi si ritiene necessario che gli operatori
utilizzati, anche se non dipendenti dal soggetto gestore, quindi in
appalto, debbano essere formati non solamente alla raccolta di
specifiche frazioni di rifiuti, ma pure alla sensibilizzazione degli
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utenti ed a un primo monitoraggio del servizio reso. Questo è
importante perché l'operatore ecologico può costituire il terminale
dell'azienda ed effettuare segnalazioni importanti all'azienda ai
fini di una organizzazione più efficace ed efficiente del servizio.
E' importante poi che i progetti finanziati utilizzino lavoro in
regola e opportunamente contrattualizzato. Quindi sarà necessario
chiedere a tutti i soggetti coinvolti nel progetto il Documento
Unico di Regolarità Contributiva (DURC), l'Autocertificazione
Antimafia, anche questo èun passaggio importante proprio per quello
che si diceva in premessa, e un'ulteriore autocertificazione, ad
oggi non prevista ma per noi importante, sul pieno rispetto della
normativa sulla salute e sicurezza sul lavoro, ai sensi dal Decreto
Legislativo n. 81 del 2008 che prevede una particolare attenzione al
lavoro in appalto. E' poi necessario che a tutti i lavoratori e alle
lavoratrici coinvolte nel progetto venga applicato l'art. 186, comma
28 bis, del Decreto legislativo n. 152 del 2006, come modificato dal
Decreto legislativo n. 4 del 2008, cioè vengano applicati i
contratti del comparto. In prospettiva - e su questo siamo
particolarmente d'accordo con quanto detto sopra - prima che le
aziende vadano a gara, cioè prima del 2010, è per noi assolutamente
una priorità fondamentale che la Legge regionale n. 25 del 1999
venga rivista includendo lo smaltimento nel ciclo integrato.
I progetti finanziati dovranno poi garantire filiere, per il
trattamento dei rifiuti raccolti, che garantiscano la tracciabilità
del rifiuto, nel senso di quanto detto prima dalla rappresentante
del Tavolo dell'Impreditoria, per noi questo è fondamentale, e che
siano costituite da impianti che utilizzino le Bat, coè le migliori
tecnologie possibili, per il reciclaggio e lo smaltimento del
rifiuto stesso. Oggi ci sono troppi impianti nella filiera dello
smaltimento messi su con tecnologie non adeguate e con manodopera
pagata pochissimo. Qualcuno ha definito questi lavoratori i nuovi
schiavi. E crediamo che ci sia da fare un ragionamento su questo,
evitando che risorse pubbliche vadano a questi soggetti. E' infine
importante che gli investimenti,effettuati in virtù di queste
erogazioni, non siano conteggiati in tariffa. Questo è un passaggio
particolarmente importante, cioè do il contributo pubblico, effettuo
un investimento, ma non è che gli investimenti effettuati in virtù
del contributo pubblico erogato vengano conteggiati nella TIA,
altrimenti l'utente pagherebbe due volte l'investimento: in tariffa
e attraverso il contributo pubblico dato dalla Regione. Quindi
questo è un passaggio fondamentale, che è stato fatto anche nelle
altre Regioni nelle quali si è deciso di utilizzare l'ecotassa ai
fini degli investimenti per il potenziamento della raccolta
differenziata.
L'altro passaggio per noi di particolare importanza è relativo alla
tariffa sociale. Noi ci chiediamo se questo non sia il veicolo per
dare alla Giunta uno strumento per avviare la possibilità di
sperimentare la tariffa sociale dei rifiuti soliti urbani. Il
decreto legge n. 185 del 2008, il cosiddetto decreto anticrisi, non
prevede il blocco delle tariffe o tasse relative al Servizio di
igiene urbana. Secondo una recente rilevazione realizzata da
Cittadinanza Attiva si è assistito in molte città sopra i 50 mila
abitanti, e si presume anche in quelle sotto i 50 mila abitanti, che
non erano oggetto della rilevazione, ad un incremento ben oltre al
tasso di inflazione programmata della TIA e della TARSO. Alcuni dati
in riferimento all'aumento del 2007 sul 2006: Parma +9%, Forlì +8%,
Cesena +10%, Bologna +3%. E' chiaro che di fronte a questo quadro
che forse è anche un tentativo di dare qualità sociale al sistema,
ma che non può essere pagato da tutti allo stesso modo, alla stessa
maniera, diventa assolutamente urgente, necessario, come si è fatto
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per l'acqua, prevedere le condizioni affinchè le persone, le
famiglie, che hanno un certo ISE non paghino o paghino in modo
scontato la TARSO o la TIA. Grazie ancora.
MUZZARELLI GIAN CARLO: Grazie. Filippo Brandolini, componente Giunta
Esecutiva Confservizi Ermilia-Romagna. Si prepari Roberto Poli.
BRANDOLINI FILIPPO: Buongiorno a tutti. Grazie Presidente Muzzarelli
di averci offerto questa opportunità. In ordine al progetto di legge
Confservizi ha già prodotto un documento che è agli atti, quindi
faccio alcune considerazioni di carattere generale e non ripeto
quanto già scritto. Peraltro nella sua apertura il Consigliere
Borghi ci diceva che questo progetto di legge vuole essere
l'occasione per aprire un confronto sul tema della gestione dei
rifiuti, più nello specifico sul tema della raccolta differenziata.
A questo confronto non solo ci rendiamo disponibili, ma manifestiamo
il nostro massimo interesse. Quindi auspichiamo che questo sia un
vero confronto nel quale le varie posizioni, esperienze e conoscenze
possano davvero essere messe a fattor comune.
Intanto partirei da questa cosiderazione, personalmente ho incarichi
in Confservizi Emilia-Romagna ma anche a livello nazionale, per cui
ho una visione un po' più ampia di quella che è la gestione rifiuti
nel nostro paese e non solo. L'Emilia-Romagna è già ora Regione
europea anche nella gestione dei rifiuti, quindi qualsiasi
discussione che facciamo bisognerebbe che partisse da questo
presupposto, come per altro faceva il Consigliere Borghi in
apertura. Siamo una Regione avanzata, dotata di impianti, di
servizi, con esiti già ora molto positivi. Siamo una Regione che in
buona sostanza è in linea o le manca poco, con le esperienze più
avanzate del centro-nord Europa, come possono essere Germania,
Olanda, Danimarca, in cui la raccolta differenziata, o meglio, il
riciclaggio e la termovalorizzazione dei rifiuti, hanno equilibri
che vanno dal 40 al 60, dal 60 al 40, dal 50 al 50, quindi non ci
sono regole fisse, ma sono già maturi a tal punto di aver potuto
superare il ricorso alla discarica, ormai riconosciuto, a livello
tecnico-scientifico ha un impatto ambientale, anche urbanistico e
secondariamente sociale, più elevato di altre modalità di
smaltimento. Quindi partiamo da questo presupposto che ovviamente
non implica il fatto che dobbiamo e possiamo fare meglio, dandoci
ulteriori obiettivi. Per esempio, in questa Regione si sta già
andando in maniera avanzata verso l'obiettivo del superamento
dell'uso delle discariche, ma è un obiettivo che ancora non è stato
raggiunto e che richiederà alcuni anni ancora. Questo obiettivo lo
si può raggiungere attraverso un ulteriore sforzo nell'attività di
reciclaggio, in particolare attraverso la raccolta differenziata, e
un completamento, che è in corso, di quello che è l'assetto
impiantistico dell'attività di incenerimento con recupero
energetico. E' evidente che a monte di tutto questo, e qui stiamo
parlando di rifiuti che già sono tali, spesso ho l'impressione che
si tenda a confondere l'attività di riduzione della produzione dei
rifiuti con l'attività del reciclaggio degli stessi. Sono due
aspetti ben distinti. Stiamo parlando di rifiuti quando già sono
tali, a monte di tutto questo occorrono politiche di prevenzione che
siano robuste, forti, che non siano lasciate soltanto alle
esperienze che generalemnte definiamo di base, che nascono dalle
iniziative delle associazioni di volontariato, delle ONLUS, delle
associazioni ambientaliste, dei Comuni, delle aziende associate a
Confservizi che trovano sponda nel pubblico, esperienze sicuramente
importanti che danno anche dei risultati quantitativi. Sicuramente
danno dei risultati in termini di cultura ambientale, di socialità,
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ma evidentemente non fanno la differenza rispetto a politiche che
non possono che discendere dai governi nazionali. In questo senso la
direttiva europea del giugno scorso, trascritta in una Gazzetta
ufficiale una decina di giorni fa, rinforza le politiche di
prevenzione che spesso son state solamente evocate e non praticate,
richiamando gli stati membri all'obbligo di preparare dei piani di
prevenzione volti alla riduzione della produzione dei rifiuti,
cercando di disallineare quelli che sono i pil della produzione dei
rifiuti. Poi, apriamo la parentesi, mi verrebbe da dire
drammaticamente stiamo registrando una diminuzione significativa
nella produzione dei rifiuti, non perché sono più robuste le
politiche o siano cresciute le sensibilità ambientali, ma perché la
situazione economica si riflette anche in questo senso sulla
produzione dei rifiuti. Ed è bene precisare che la Direttiva
europea, considerato che spesso abbiamo assistito a un dibattito
politico un po' schizofrenico sul tema dei rifiuti, non tanto in
questa Regione quanto più nel contesto nazionale e in altre aree,
rinforza e ribadisce quelli che sono i vari livelli nella gerarchia
di gestione dei rifiuti, livelli che non sono tra loro concorrenti
quanto invece complementari e ancora una volta sollecitano appunto
una gestione integrata dei rifiuti che non si può basare soltanto su
una modalità e una tipologia di impianti, ma su un sistema
complesso, sia dal punto di vista dell'organizzazione dei servizi,
sia dal punto di vista impiantistico. Quindi non c'è solo la
raccolta dei rifiuti, lo smaltimento dei rifiuti, ma c'è la raccolta
dei rifiuti secondo varie tipologie, varie modalità e specificità
che possono inerire il territorio in cui si devono raccogliere, ma
c'è anche il fabbisogno impiantistico che non è solo nella
discarica, che peraltro va superata, e non è solo nel
termovalorizzatore quanto nell'impianto di compostaggio o in altri
impianti in grado di favorire il riciclaggio e il recupero dei
rifiuti.
Questa Regione ha già da tempo, dal '99, e prima di altre Regioni,
fatto la scelta giusta di promuovere e sollecitare una gestione
industriale dei rifiuti, che in maniera ancora più forte perseguisse
l'efficacia che nei rifiuti significa la tutela dell'ambiente, la
qualità e la diffusione del servizio, e l'efficienza, che in termini
di rifiuti significa lavorare sui costi e anche sugli impatti di
tariffa. Gli accenni di chi mi ha preceduto hanno fatto riferimento
a questo. Bisognorebbe che anche sulle tariffe si cercasse di fare
dei confronti in questo senso, se non in sede regionale, con le
associazioni qui rappresentate, che sono intervenute e sulle tariffe
si potesse fare un'analisi a 360 gradi, perché è evidente che ci
sono delle tariffe che aumentano del 500% nel passaggio da TARSO a
tariffa, e ce ne sono anche che diminuiscono del 700%. Il famoso
esempio dell'orefice, piuttosto che della banca, messo a confronto
col fruttivendolo e il pescivendolo, nel momento in cui la tariffa è
commisurata o stimata rispetto all'effettiva produzione dei rifiuti
è evidente che il benestante che vive da solo in un palazzo ha
avuto, con l'introduzione della TIA, una forte diminuzione della
propria bolletta, a scapito della famiglia di 4 o 5 persone che
casomai abita in 80 mq. Dico questo perché quando la Regione ha
fatto una scelta di industrializzazione del servizio alcuni anni
orsono, questa scelta degli effetti li ha prodotti. Se andiamo a
leggere il rapporto Green book, che uscirà nella sua terza edizione,
ci dice che i costi complessivi di gestione del servizio dei rifiuti
in questa Regione sono diminuiti e sono ancor più diminuiti se si
nettassero dall'impatto inflattivo. Sono diminuiti sia se si
analizzano procapite, sia se si analizzano per tonnellata. Per altro
per tonnellata siamo ai livelli più bassi nel nostro paese. Quindi
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da questo punto di vista bisogna rifare un'analisi a tutto tondo,
perché gli effetti della gestione industriale dei rifiuti ci sono in
termini di efficacia ed efficienza e si possono andare a registrare
e commisurare. Questo in termini generali e complessivi, poi ogni
realtà va analizzata per quello che è. E ci tengo a sottolineare che
questa gestione industriale è passata anche attraverso una scelta di
politica amministrativa forte da questo punto di vista, forte anche
perché, aldilà di quello che si scrive da 15 anni nei testi
nazionali, in questa Regione queste scelte sono state applicate.
Vale a dire quella della costituzione degli ATO degli ambiti
provinciali e quindi di cercare di rendere unitarie le gestioni
superando le frammentazioni gestionali, superando le gestioni in
economia e quindi anche tante gestioni comunali.
Io ritengo che dobbiamo trovare un'armonia tra quello che è
l'indirizzo che il progetto di legge vuole dare in questo senso e
quindi interloquire direttamente con i Comuni, e dall'altra che ci
sia una gestione industriale di ATO su base provinciale. Ritengo che
queste due cose possano non essere in conflitto, l'importante è non
aggiungere noi in questa Regione ulteriore confusione normativa, che
purtroppo registriamo in maniera fin troppo consistente nel quadro
nazionale.
Alcune parole occorre spenderle anche sul tema della produzione
procapite dei rifiuti. Non è un mistero che la Regione
Emilia-Romagna e la Regione Toscana registrano una produzione
procapite notevolmente maggiore che nelle altre Regioni italiane.
Non penso che i cittadini emiliano-romagnoli siano più consumatori o
più lerci degli altri cittadini e anche questi dati vanno letti in
maniera molto serena. In questa Regione, come ricordava molto
correttamente Rita Pareschi nel suo intervento, si sono fatte scelte
politiche a suo tempo relativamente all'assimilazione dei rifiuti,
che fa sì che la produzione procapite aumenta, perché una quota di
quello che in altre regioni sono registrati come rifiuti speciali,
da noi sono registrati rifiuti urbani. Anche su questo c'è un
dibattito a livello nazionale molto ampio, che è opportuno che in
questa Regione facciamo in maniera approfondita e con molta
attenzione, perché ritengo che il sistema dell'assimilazione sia un
sistema che è stato e che è tuttora positivo in termini generali.
Innanzitutto perché significa sottoporre a maggior controllo
quantità importanti di rifiuti, perché è noto a tutti che i rifiuti
speciali sono trattati in un libero mercato che spesso vede tra i
protagonosti più importanti la malavita organizzata, come ci
raccontano i puntuali report annuali di Legambiente, o come ci
raccontano le cronache giudiziare rispetto all'attività della
magistratura o dei NOE. Da questo punto di vista questa Regione, che
pare essere secondo questi rapporti una delle meno coinvolte nei
traffici di rifiuti che vedono coinvolta la malavita organizzata, si
è dotata di uno strumento importante, un maggior controllo anche
attraverso l'assimilazione dei rifiuti. Ma in secondo luogo, dico
citando nostri interlocutori, rappresentati delle associazioni di
imprese, la assimilazione di rifiuti può rappresentare un fattore
competitivo per le imprese stesse, perché spesso piccole e medie
imprese, piccole in particolare o imprese artigiane, si ritrovano a
non dovere espletare la burocrazia che attiene alla gestione dei
rifiuti, in termini di formulari, bolle, registri e quant'altro, e
si trovano a pagare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ad un
costo, perchè come è noto la tariffa dei rifiuti copre i costi, non
c'è utile di impresa nel piano finanziario con cui si costruiscono
le tariffe, rispetto a un servizio, che se dovessero comprare nel
libero mercato ovviamente non sarebbe al costo, ma prevederebbe un
margine di impresa. Quindi questo è un aspetto che inviterei a
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considerare molto attentamente, perché poi ha anche una valenza dal
punto di vista ambientale, perché se consideriamo che la raccolta
differenziata la si fa anche su quei rifiuti, allora vediamo che
possiamo intercettare maggiori quantitativi da avviare al
riciclaggio.
L' approccio di Confservizi è che si debba proseguire su questa
strada, quindi una gestione industriale dei rifiuti, che ovviamente
non può che discendere da quelle che sono le pianificazioni
provinciali o di ambito che dir si voglia. Questa Regione ha una
tradizione nell'ambito della pianificazione, gli impianti piuttosto
che i servizi sono realizzati ed organizzati in attuazione di tale
pianificazione e riteniamo che la pianificazione possa e debba
essere uno strumento utile. All'interno della pianificazione ci
devono stare anche gli strumenti per raggiungere gli obiettivi di
raccolta differeniata che questo paese si è voluto dare in termini
anche molto ambiziosi. Ritengo quindi che all'interno di quei piani
vada svolta la discussione su come organizzare i servizi, quale
modalità di servizi e quali impianti sono necessari. Penso che sia
corretto da un lato lavorare molto sulla comunità locale perchè ci
possano essere aspetti politici, culturali e sociali che favoriscono
questi obiettivi, ma dall'altro, siccome poi tutta la organizzazione
del servizio comporta degli impatti sulle tariffe, si facciano anche
dei ragionamenti su scala più ampia in maniera tale da avere il
migliore rapporto costi-benefici. Io vengo da una realtà, mi
permetto di fare questo rapido esempio, nella quale opero come
azienda che è quella del territorio di Ravenna, Cervia e della bassa
Romagna, che riguarda un po' meno di 300 mila abitanti, quindi di
dimensioni non rilevanti, ma ci sono varie peculiarità che oviamente
richiedono un approccio differente in una organizzazione di servizi.
Da Cervia, città turistica, che nel mese di gennaio produce meno
della metà dei rifiuti rispetto al mese di agosto, a una realtà
metropolitana come Ravenna, con un distretto chimico, con un porto,
a una realtà prevalentemente rurale come più essere la bassa
Romagna. Quindi nel nostro caso, assieme all'ATO piuttosto che alla
provincia si pianifica l'organizzazione dei servizi proprio
nell'ottica del miglior rapporto costi-benefici. Con un obiettivo, e
su questo mi piacerebbe che ci potessimo misurare come sistema
emiliano-romagnolo, con le aziende che Confservizi rappresenta si
ritiene di far parte a pieno diritto di un sistema qual è quello di
questa Regione, con vari soggetti, quello di perseguire nel minor
tempo possibile l'obiettivo discarica zero, recuperare quanto più
possibile i rifiuti, o sottoforma di energia o di materiali anche
quei rifiuti, come lo spazzamento stradale, piuttosto che le scorie
degli inceneritori, che tradizionalmente si pensa non siano
recuperabili. Si possono recuperare anche questi. Quindi sarebbe
importante aumentare l'apporto anche di questo progetto di legge,
andando verso il superamento del ricorso della discarica, obiettivo
ambientale molto
ambizioso, ma anche molto importante da attuare in base alla
Direttiva Europea.
Chiudo con un'ultimissima considerazione, contenuta nel progetto di
legge: siccome si parla, nella parte di relazione introduttiva,
degli impianti di selezione e separazione, previsti dalle
pianificazioni delle varie provincie, si tenga conto che questi,
seppure in misura minore di altri, sono funzionali anche a due
importanti obiettivi: al riciclaggio, perché spesso i rifiuti
raccolti in maniera più o meno differenziata attraverso questi
impianti possono comportare ulteriori quantitativi da avviare al
riciclaggio, e in secondo luogo consentono di ridurre i rifiuti
biodegradabili da smaltire nelle discariche, anche questo obiettivo
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datoci dall'Unione Europea e recepito con la legge del 2003 ed in
Italia obiettivo non di secondaria importanza, soprattutto sotto il
profilo ambientale e sotto il profilo degli obiettivi del Protocollo
di Kyoto. Grazie.
MUZZARELLI GIAN CARLO: Grazie. La parola va a Roberto Poli, Sindaco
di Casalfiumanese. Vi chiedo però di contenere la durata degli
interventi intorno ai 10 minuti, in modo da organizzare i lavori
considerato che sono ancora tante le richieste.
POLI ROBERTO: Buongiorno Presidente. Noi abbiamo fatto una prima
valutazione di questa proposta di legge come 10 sindaci del nuovo
Circondario imolese, e anche in un confronto con il nostro consorzio
Conami e con la società operativa territoriale HERA di Imola-Faenza.
Ci pare brevemente di poter dire che questo progetto non può essere
considerato un atto di semplice adeguamento del tributo, dopo 8 anni
della sua prima fissazione, poiché incide profondamente sulle
politiche messe in atto dagli enti locali in materia di gestione dei
rifiuti. Si deve infatti rilevare che le amministrazioni più
virtuose che hanno realizzato in proprio o attraverso società
controllate, come nel nostro caso, un impianto utile a limitare
l'impatto ambientale e discariche in coerenza con le vigenti
normative comunitarie e nazionali, nel caso che questo progetto
venisse trasformato in legge non ne trarrebbero, pare, almeno da
questa valutazione, dei vantaggi. Già l'effetto della delibera della
Giunta Regionale n. 2318 del 29 dicembre 2005 è stato consistente,
pur non essendo stato ancora totalmente assorbito il tema
tariffario, questa nuova impostazione renderebbe pesante l'impatto
sui cittadini senza rendere loro visibili concreti cambiamenti sulla
qualità del servizio loro fornito. Il tributo speciale applicato ai
rifiuti separati e biostabilizzati, dopo un primo incremento da 2,06
a 10,33 euro a tonnellata del 2006 passerebbe nel 2009, questo dice
l'art. 3, se applicassimo il tributo proposto, a 18,08 euro a
tonnellata. Per fare un esempio concreto, nell'ambito territoriale
servito dalla SOT Imola-Faenza, se fosse applicato il tributo nella
nuova misura alle produzioni di rifiuti urbani consuntivate nel
2007, le incidenze delle 3 diverse aliquote 2,06, 10,33, 18,08 sui
ricavi da tariffa di igiene urbana sarebbero rispettivamente state
dello 0,5, è del 2,06 e diventerebbe del 4,5 %. E' evidente che
sarebbe un aggravio consistente e potrebbe sottendere a un profondo
cambiamento di indirizzo delle politiche di gestione dei rifiuti
prodotti nel territorio regionale. E quindi da questo punto di vista
saluto con positività il fatto che il Consigliere Borghi dica che
c'è ancora un percorso da fare, un confronto, perché per noi, come
si capisce, la questione non è così irrilevante.
Gli impianti che verrebbero principalmente interessati dal
provvedimento sono quelli che provvedono a un corretto
pretrattamento della quota parte dei rifiuti urbani destinati a
discarica, in coerenza con la specifica direttiva comunitaria che
non ha ancora trovato applicazione sul territorio nazionale a causa
di tanti rinvii. E quindi occore tenere in debito conto i
radicamento molto forte sul territorio regionale della rete di
impianti di tale tipologia, come quello nostro appunto, che hanno
significato per il territorio un virtuoso esempio di integrazione
con le attività di raccolta differenziata, che hanno entrambe
contribuito a destinare al recupero quantitativi significativi di
rifiuti, diversamente avviati allo smaltimento. Sulla raccolta
differenziata il nostro dato è in sensibile aumento, in ragione
anche del fatto che negli ultimi due anni sono state inaugurate
parecchie nuove stazioni ecologiche. Ad esempio nel mio comune,
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siamo passati in 9 mesi dal 16% al 38%, perché è partita una nuova
stazione ecologica. Penso che con un'insistente opera di
informazione ai cittadini questo dato possa ancora
significativamente migliorare. Un'imposta onerosa come quella di 18
euro a tonnellata per i rifiuti derivanti dal trattamento dei
rifiuti urbani, laddove conferiti in discariche situate all'interno
dell'ATO di produzione del rifiuto urbano stesso, produce un
effetto, come quello sopra citato, e può essere anche in
contraddizione con la disposizione contenuta nell'art. 3 comma 40,
della legge 549 del '95, laddove viene prevista un'imposta edittale
per le matrici di origine e a ricorrere dai presupposti previsti
dalla legislatura statale con un'imposta ridotta al 20% rispetto a
quella applicata ai rifiuti speciali smaltiti in discarica o
inceneriti senza recupero energetico.
Ci tenevo poi anche a sottolineare il fatto che c'è un ulteriore
tributo, ancora consistentemente oneroso, pari a 25,82 euro a
tonnellata in presenza di analoghe effrazioni rispetto a quelle
sovvenzionate laddove però la discarica presso cui viene smaltito lo
scarto insiste in un ATO diverso da quello di produzione del rifiuto
urbano all'ingresso dell'impianto. Allora qui c'è tutta una
discussione sul riordino degli ATO e anche questo è un tema di
questi giorni. Tale previsione che risponde all'obiettivo di
disincentivare l'importazione rifiuti e prodotti extra ATO può far
vedere di non tener conto della spinta sempre più forte verso
gestioni di più ampio respiro territoriale e dimensionale cagionando
l'effetto ambientalmente assai più impattante di motliplicare la
filiera impiantistica per ogni singolo ATO e non di limitarne il
numero ad impianti con maggiori capacità produttive e pertanto con
vocazione almeno sovraprovinciale. Si pensi al nostro CONAMI di cui
fanno parte tre provincie, Bologna, Ravenna e Firenze con tre
comuni.
Il timore è che questi costi si scarichino sulla tariffa applicata
ai cittadini, in particolare per i territori serviti da discarica e
non da termovalorizzatori, per cui staremo in questo percorso in
quanto teniamo molto ad un confronto. Naturalmente auspichiamo anche
che condividendo gli obiettivi nella ricerca di un ulteriore aumento
della raccolta differenziata e di diminuzione della produzione dei
rifiuti si possano trovare soluzioni sostenibili anche dal
territorio del nuovo Circondario imolese.
MUZZARELLI GIAN CARLO: Grazie. La parola va a Gino Passarini,
Sindaco del Comune di Monte San Pietro di Bologna. Si prepari Franco
Di Giangirolamo, Presidente dell'Auser Emilia-Romagna.
GINO PASSERINI: Grazie Presidente. Sono il Sindaco di Monte San
Pietro, un Comune di 11.000 abitanti della Provincia di Bologna, che
in un anno è passato dal 23% di raccolta differenziata organizzata,
con un sistema misto a cassonetti, all'80% con un sistema di
domiciliarizzazione spinta. Rappresento in questa sede anche la
collega Marilena Fabbri del Comune di Sasso Marconi, quel Comune
insieme ai Comuni di Crespellano e di Monteveglio, ha attuato nella
Provincia di Bologna - siamo un bacino di 50 mila abitanti - un
sistema appunto di raccolta con domiciliarizzazione spinta che ha
prodotto i risultati che dicevo.
Io credo sia molto importante il progetto di legge che ci troviamo a
discutere oggi perché individua concretamente le finalità, ridurre i
rifiuti, riciclare di più, smaltire di meno, ma individua anche il
ruolo degli enti locali come ruolo essenziale nella costruzione di
sistemi che all'interno della comunità, producendo partecipazione,
possono produrre risultati degni dei livelli europei e soprattutto
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con una visione del futuro importante. Io ho sentito alcuni
richiami, alcune parole chiave che sposo in pieno. Parlava la
rappresentante della Cooperazione e del Tavolo dell'Imprenditoria di
flessibilità dei modelli, questo è sicuramente un concetto
essenziale, perchè ciascuna realtà non è identica come
organizzazione della città, come modello anche sociale. E poi
sentivo dal relatore Borghi un richiamo alla laicità, altro fattore
essenziale, quindi non sposiamo un modello pittosto che un altro.
Credo però che dobbiamo concentrarci sui risultati che uno o un
altro modello possono comportare, in termini di due parametri
fondamentali: la percentuale di raccolta differenziata prodotta e la
quota di diminuzione dei rifiuti. Allora, senza sposare nessun
modello ci sono modelli di raccolta a cassonetti misti, che si
pongono obiettivi assolutamente modesti di raccolta del 50% di
differenziata e nemmeno in linea con gli obiettivi della
legislazione italiana, - ed è un paradosso che le multiutility
dell'Emilia-Romagna propongano modelli nemmeno in grado di portarci
a raggiungere gli obiettivi previsti per il 2012 - e poi ci sono
altri modelli, sistemi di modelli, combinabili nella maniera più
flessibile quanto si vuole che raggiungono l'80% di raccolta
differenziata e un sistema di grosso calo di produzione dei rifiuti.
Allora io credo che non dobbiamo innarmorarci di nessun modello, ma
quando andiamo, come Regione Emilia-Romagna a prevedere
un'incentivazione, dobbiamo concentrarci sui risultati prodotti.
Credo che tanto più debba essere l'incentivazione
dell'Emilia-Romagna, quanto più sono i risultati prodotti. Quindi
credo debba essere finanziato di meno un sistema di raccolta
differenziata, che comporta il raggiungimento del 40%, rispetto ad
un sistema di raccolta differenziata che ne produce l'80%.
Nella relazione che accompagna il progetto di legge ci sono i limiti
della pur discreta situazione di partenza della nostra Regione
Emilia-Romagna, laddove si ricorda che, per esempio, soltanto circa
il 50% del materiale raccolto, in maniera presuntivamente
differenziata nei cassonetti, viene poi condotto al riciclo, l'altra
metà va condotta allo smaltimento. Che cosa finanziare? Abbiamo
diverse opportunità. Possiamo decidere di finanziare soprattutto gli
impianti, sposando una logica vetero-industrialistica, di cui oggi
il rappresentante della Confservizi ha dato lungo esempio, credo, ma
d'altra parte ciascuno di noi, democraticamente, fa lobbyng, quindi
il confronto si fa proprio per questo, oppure possiamo pensare di
finanziare il sistema e l'organizzazione dei servizi piuttosto che i
grandi impianti. E' frutto di una politica intelligente della
Regione Emilia-Romagna aver fatto sì che in ciascuna provincia
sostanzialmente vi sia un impianto di termovalorizzazione, è
importante, è stata una scelta giusta, fondamentale. Ora però a
fronte del fatto che stanno per esplodere in Emilia-Romagna le
discariche in quanto prossime all'esaurimento, dobbiamo capire se la
prospettiva che politicamente ci vogliamo dare è quella di
moltiplicare i termovalorizzatori o inceneritori, che dir si voglia,
oppure mettere in campo sistemi di raccolta che producano appunto la
più alta raccolta possibile in maniera differenziata.
Quindi io credo che occorra davvero un cambio di paradigma, che
soprattutto come classe politica dobbiamo spostarci dal cono d'ombra
del camino degli inceneritori, per vedere se siamo in grado in
questa comunità emiliano-romagnola di attuare le buone pratiche che
nel resto d'Europa sono realizzate, ma non è necessario che andiamo
a guardare Amsterdam piuttosto che Amburgo, io vi dico c'è una
realtà in provincia di Bologna di 50.000 abitanti che ha raggiunto
l'80% con piena soddisfazione della popolazione locale, senza alcun
aumento di costi di tariffa. Allora prendiamo a riferimento tutti i
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modelli che vogliamo ma poniamoci laicamente e scientificamente a
confrontarne i risultati.
Il richiamo della laicità per me è anche un richiamo di natura
politica. Come Sindaco io faccio parte di un'Amministrazione di
centro-sinistra, sono stato eletto nelle liste del Partito
Democratico, credo che laicità però significa confrontarsi anche con
il resto del nord Italia, dove numerose Amministrazioni,
amministrate anche da maggioranze di cultura politica diversa, hanno
trovato nella domiciliarizzazione spinta motivo di soluzione dei
problemi della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.
Poi c'è un tema di costi, che credo vada affrontato anche ponendosi
un tema di concorrenza e di competizione positiva. In modo che ci
sia tra gli enti locali una gara virtuosa per ottenere i migliori
risultati, ma ci sia anche tra le aziende del settore una gara
virtuosa per raggiungere il miglior rapporto qualità-costi. Allora
io devo dire, come Amministratore di un Comune della Provincia di
Bologna, forse andrebbe ripensata l'anomalia della Provincia
Bolognese per cui noi abbiamo di fatto costruito un monopolio alla
nostra azienda multiutility e ciò determina numerose problematiche
proprio nei termini della definizione dei costi dei sistemi. Credo
quindi che una visione laica debba riguardare sia i modelli di
raccolta e smaltimento, sia la possibilità di dotarsi delle aziende
a cui affidare il servizio che meglio possono offrire un rapporto
qualità-prezzo.
Condivido l'idea che bisogna individuare dei criteri. Diceva prima
il rappresentante delle organizzazioni sindacali i criteri di
sostenibilità non sono soltanto di natura ambientale, ma sono anche
di natura sociale e di natura economica. Credo appunto che questo
chiami maggiormente in causa le comunità locali che, laddove
opportunamente sensibilizzate, hanno dato prova di una visione
davvero aperta alle modalità partecipative che richiedono qualche
impegno in più in capo ai singoli cittadini, ma che producono
risultati che fino ad oggi non sono stati eguagliati da nessun altro
sistema che non sia quello della raccolta differenziata domiciliata
spinta. Grazie.
MUZZARELLI GIAN CARLO: la parola a Franco Di Giangirolamo. Si
prepari Ermanno Barni di ENEA.
DI GIANGIROLAMO FRANCO: Grazie Presidente. Poche parole
proporzionali alla dimensione della nostra Associazione, che si
occupa dei temi all'ordine del giorno sostanzialmente attraverso due
azioni: la gestione di una cinquantina di stazioni ecologiche e
un'attività abbastanza intensa, naturalmene in rapporto con gli enti
locali, e con le aziende energetico-ambientali, di educazione
ambientale. Aggiungo come informazione, sempre per brevità, che
abbiamo la fortuna di operare nell'arco che va da Parma a Bologna,
in rapporto convenzionale con gli enti locali, e con le aziende
energetico-ambientali competenti per territorio e la fortuna è che
questa combinazione di partecipazione dal basso, diciamo così, e di
rapporto con gli enti locali, ci consente di operare in quegli
ambiti in cui la percentuale di raccolta differenziata è maggiore e
questi dati non sono sicuramente casuali. La nostra associazione ha
nella propria missione la salvaguardia dei beni comuni ed è per
questo che abbiamo chiesto di intervenire come stekolders anche in
questa Udienza Conoscitiva.
Dirò pochissime cose, che abbiamo già in qualche modo espresso
quando abbiamo avanzato le osservazioni al Piano d'Azione Ambientale
della Regione Emilia-Romagna. La prima è che noi diamo un
grandissimo valore al fatto che si possa operare con un modello di
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sussidarietà orizzontale vero, ovvero in cui il cittadino partecipa
non solo per realizzare un'attività puramente subordinata in
rapporto con gli enti locali e con le aziende energetico-ambientali,
ma anche maturando a livello dei singoli territori quelle che
possono essere le proposte concrete che vengono dall'esperienza
concreta di chi opera naturalmente con passione, direi innanzitutto,
prima ancora che con consapevolezza, su questa tematica.
Credo che il valore aggiunto dell'attività di partecipazione, del
volontariato - noi siamo una associazione sia di volontariato che di
promozione sociale - sia un elemento difficilmente acquistabile sul
mercato, che di per sé ha un ruolo abbastanza importante e lo si
direbbe anche dai numeri, per chi li volesse andare a vedere. Quindi
noi agiamo all'interno di questa responsabilità sociale per cui la
proposta di legge ci convince, noi non siamo in grado di entrare
naturalmente nel problema dell'art. 3, è una tematica troppo
complessa per le nostre forze, ma gli obiettivi che vengono posti
fin lì, diciamo nella parte dei primi due articoli, li condividiamo
completamente, avendoli anche in qualche modo sollecitati nelle
osservazioni che abbiamo fatto al Piano. Crediamo che la questione
fondamentale sia quella che veniva già sollevata anche dalle
organizzazione sindacali, ovvero sia che i progetti che devono
essere sostenuti siano quelli che naturalmente hanno l'ambizioso
obiettivo di tener conto della sostenibilità ambientale, sociale ed
economica. Noi riteniamo che il rapporto con i cittadini sia
fondamentale, è un punto decisivo. E' un punto al quale teniamo
molto, non solo perché il nostro radicamento è esclusivamente
territoriale, ma anche perché il rapporto con i cittadini consente
di fare quella operazione, di cui parlava il Sindaco intervenuto per
ultimo, di mettere a confronto le esperienze. Se noi riteniamo che
le esperienze messe a confronto ci consentono anche di scegliere i
modelli migliori per poter operare, questo naturalmente aumenta le
ambizioni e la capacità di trasmissione di saperi, specialmente nel
campo dell'educazione ambientale e soprattutto nel campo delle
azioni concrete che poi vengono sviluppate a livello del territorio.
Noi abbiamo proposto, e vado a chiudere rapidamente, alla Regione
Emilia-Romagna altre 100 stazioni ecologiche, che abbiamo chiamato
stazioni ecologiche-ecocentri, per dare in qualche modo
un'indicazione: non c'è soltanto il problema della raccolta
differenziata, ma che le stazioni ecologiche possono anche diventare
punti di incontro in cui si sviluppa l'educazione ambientale, dove
possono andare le scolaresche, dove si possano fare iniziative
ambientali. Non noi naturalmente, tutta la rete, di coloro che fanno
parte di reti ambientaliste, di cittadini, di qualunque tipo, che
possano fare un'attività rivolta agli obiettivi fondamentali citati,
che sono quelli della riduzione dei rifiuti e della raccolta
differenziata. E noi aggiungiamo un tema, che scompare un po' perché
non è facile da trattare anche da un punto di vista giuridico, cioè
quello che veniva sollevato dalla rappresentante Legacoop, ma che
noi chiamiamo diversamente: riuso. Si sviluppano delle forme di
riuso, che sono molto importanti all'interno delle stazioni
ecologiche e che vanno normate. Noi abbiamo chiesto su questo un
intervento dell'Assessore. Il riuso non è soltanto riduzione dei
rifiuti che vanno in discarica, è molto di più. Il riuso è il
recupero del rapporto con gli oggetti, per una loro non
svalorizzazione, è una lotta per il valore d'uso, contro il valore
di scambio. E' una questione molto delicata anche se apparentemente
incide pochissimo nella riduzione dei rifiuti, come è ovvio. Però
questo è un fatto culturale di grandissima importanza. Noi abbiamo
chiesto che venga normato, perché oggi ci sono norme che ovviamente
lo regolano in maniera ferrea, perchè abbiamo a che fare con le
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ecomafie, ma è importante che sul riuso noi possiamo lavorare. Non
sarebbe male una citazione di qualche tipo, anche all'interno del
progetto di legge che si sta discutendo.
Naturalmente all'interno della nostra strategia tentiamo di portare
avanti anche un discorso sulla riduzione dei rifiuti, dal punto di
vista della produzione noi non siamo in grado, in quanto
interveniamo in un segmento specificissimo del ciclo dei rifiuti, ma
anche sugli stili di vita. Noi cerchiamo di lavorare al nostro
interno con i nostri 10.500 volontari e 30.000 soci per fare in modo
che sugli stili di vita riusciamo anche a introdurre il tema della
riduzione dei rifiuti. Questo può sembrare un lavoro forse minimale,
forse un po' troppo da formichine fa però il paio con la questione
che veniva sollevata dal Sindaco, cioè non diamo del problema
rifiuti una versione troppo tecnicistica e troppo da grande impresa.
Diciamoci la verità, in 'Emilia-Romagna dove si è formata una quadra
vera tra enti locali, aziende igienico-ambientali e associazioni,
non solo noi naturalmente, per carità, ma l'associazionismo più in
generale, il terzo settore, lì paradossalmente la quota della
raccolta differenziata è molto più elevata rispetto a laddove invece
si vagheggia di un industrialismo che forse ha fatto anche la sua
epoca. Per noi l'infrastruttura leggera, che è anche una
infrastruttura culturale, è forse da considerare un pochino di più.
Grazie.
MUZZARELLI GIAN CARLO: la parola a Ermanno Barni. Si prepari Marina
Foschi.
BARNI ERMANNO: Grazie Presidente, voglio ringraziarla anche a nome
del mio ente per l'invito. La cosa personalmente è stata piuttosto
gradita perché, normalmente, nella mia attività di rifiutologo di
ENEA, che svolgo ormai da più di 16 anni, mi trovo di norma in
situazioni ben diverse da questa. Verrà il giorno in cui mi troverò
in un paese normale dove ci sia il 40% di raccolta differenziata e
si comincia a discutere di come andare avanti. Vi ricordo che gran
parte del nostro paese non si trova ancora in una situazione come
questa. Quindi c'è poco da inventare delle cose più avanzate per
poter raggiungere quegli ambiziosi obiettivi di cui stiamo parlando
oggi.
Voglio dire che ho apprezzato la chiarezza del progetto di legge,
anche per quello che concerne la parte introduttiva dove ho notato,
con sconforto, la conferma di un fenomeno che non esito a definire
preoccupante e cioè viene sottolineato come a livello regionale, ma
è un fenomeno che accade dovunque, persino nella stessa Unione
Europea, la quantità di rifiuti procapite prodotti continua ad
aumentare in maniera slegata rispetto all'aumento del pil nel
consumo delle famiglie. E' da più di 10 anni ormai che è stata
lanciata questa logica, questa sfida di sganciare la produzione di
rifiuti dal pil. Solo che quando questo si è fatto e lo si continua
a fare, si pensa al fenomeno inverso e cioè si pensa ad un pil che
aumenti senza che questo porti necessariamente a un aumento della
produzione rifiuti. Il fenomeno è assolutamente inverso. Addirittura
è coglibile uno sganciamento dal pil ma nella direzione opposta
rispetto a quella auspicabile.
Nel merito del progetto, dal mio punto di vista, i punti salienti
sono due: l'aumento dal 20 al 40% della quota destinata ad
interventi in materia ambientale e alcuni dettagli sulla
riarticolazione dell'ecotassa.
Rispetto al primo argomento è evidente che il passaggio dal 20 al
40% sia indiscutibilmente una misura positiva. Di quanto viene
raccolto con l'ecotassa finalmente una quota ben più significativa
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va ad interventi che in qualche maniera possano essere indirizzati a
migliorare ulteriormente la situazione relativa alla prevenzione,
alla raccolta differenziata e al riciclaggio e quindi alla
minimizzazione di quanto smaltito in discarica.
Da questo punto di vista, naturalmente noi come ente, che siamo
presenti in maniera piuttosto significativa in questa parte del
territorio nazionale, ci proponiamo, sia per quello che riguarda gli
interventi in sé, sia per quello che riguarda eventuali supporti
alla Regione qualora ritenesse necessario utilizzare le nostre
competenze che chiaramente non riguardano semplicemente la questione
rifiuti, anche se lì alcune cose dette nell'introduzione
sull'etichettatura mi hanno fatto scattare alcune molle rispetto ad
alcuni tipi di etichettature innovative che stiamo sviluppando in
ENEA, ma soprattutto il nostro ente è abbastanza attivo per quello
che riguarda l'innovazione nei processi di recupero e riciclaggio e
la questione delle bonifiche e dei recuperi ambientali.
Per quanto invece riguarda l'articolazione dell'ecotassa,
sostanzialmente non verrebbe variata se non per quello che riguarda
il fatto di portare all'aliquota massima ciò che prima invece godeva
di una situazione di tassa intermedia. E mi riferisco chiaramente a
quello che già è stato citato, che riguarda gli scarti derivanti dai
processi di trattamento meccanico-biologico. Nella sua trasparenza
di produzione poneva l'accento su questa esigenza da parte del
legislatore, o almeno del proponente, di dire, vabbè io non devo
fare in modo che sia premiato il discorso del far passare i rifiuti
attraverso un vaglio, è un processo di stabilizzazione, si tratta di
rifiuti urbani. Tuttavia, questa posizione che pure ha la sua
logica, è chiaro che qualche perplessità francamente suscita. Dice
va bene, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di aumentare l'ecotassa
sullo smaltimento in discarica dei rifiuti e di portarla da 18 euro
a 25. Se ne può discutere ma è un intervento che ha una logica, cioè
andare a colpire ulteriormente ciò che oggi dovrebbe essere ancor
più residuale ossia lo smaltimento in discarica. Lascio perdere
l'incenerimento senza recupero energetico di ciò che viene prodotto
senza alcun trattamento. Questa equiparazione al rifiuto tal quale,
smaltito direttamente in discarica di ciò che residua da un impianto
di trattamento meccanico-biologico, francamente mi lascia perplesso,
a fronte del fatto che un rifiuto speciale, in quanto semplicemente
speciale, invece, subisce una ecotassa di 10 euro anche se viene
smaltito in discarica direttamente. E' chiaro che la mia non è una
critica, è semplicemente una cosa che mi ha colpito perchè
chiaramente intuisco la delicatezza dell'andare a equilibrare le
varie aliquote ed ecotassa rispetto alle varie tipologie di rifiuti
che possono finire in discarica.
Mi viene anche spontaneo, non sono un politico e non sono
soprattutto un amministratore, quindi posso approcciare le cose da
un punto di vista più generale, se volete ideologico, mi viene in
mente che magari una scalatura della ecotassa sulle varie tipologie
dovrebbe rispettare il criterio dell'impatto potenzialmente atteso
da quella tipologia dal momento in cui viene smaltito in discarica.
E in questo senso mi viene da immaginare che una scala a virtuosità
crescente dovrebbe essere quella che parte dallo smaltimento in
discarica del tal quale, passa attraverso lo smaltimento in
discarica di scarti di trattamento meccanico-biologico tra cui la
frazione organica stabilizzata, che in termini di impatto ambientale
non è certo un tal quale, per finire poi a quelli che sono i residui
dalle operazioni di valorizzazione di quanto raccolto in modo
differenziato, che è vero che sono rifiuti che sarebbe bene non
adassero in discarica, ma è pure vero che sono i sottoprodotti di
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una operazione a monte di per sè virtuosa, come la raccolta
differenziata stessa. Grazie per l'attenzione.
MUZZARELLI GIAN CARLO: Grazie. Allora, Marina Foschi, Presidente
Regionale di Italia Nostra e poi l'ultimo intervento della Dott.ssa
Margherita Bologna, giornalista scientifica rappresentate
dell'associazione Riccione per l'energia pulita.
FOSCHI MARINA: La ringrazio per la possibilità di audizione in
questa seduta. Naturalmente Italia Nostra è favorevole a questa
proposta di legge, che va nella direzione di aumentare la raccolta
differenziata e soprattutto quella porta a porta. Noi siamo per
questa ultima scelta e mi sembra che anche molti degli interventi,
soprattutto di amministratori e di chi segue da vicino la raccolta
differenziata, cioè delle realtà locali, si siano resi conto che,
oltre a non essere più onerosa, questa forma di raccolta raggiunge
uno degli obiettivi principali, che è quello di produrre meno
rifiuti e predisporre meglio la quantità di questi, che possono
essere riutilizzati.
Nella proposta di legge c'è però un aspetto sul quale credo valga la
pena porre l'accento, ed è quello dell'incenerimento. Comunque si
parla di incenerimento virtuoso quando è finalizzato alla maggiore
produzione energetica. Su questo aspetto credo che si possa ancora
aprire un dibattito. Qualcosa è stato accennato anche prima, noi
abbiamo una prospettva di altri 130 inceneritori previsti, crediamo
che siamo arrivati a un punto di saturazione dei fumi nell'aria.
Crediamo che lo scotto che paghiamo per queste operazioni sia ancora
più pesante in prospettiva di quello dello stoccaggio dei rifiuti.
Pensiamo che dobbiamo ragionare e guardare anche a prospettive
alternative. Vorrei segnalare alcuni elementi. E' stato indicato
come positivo in Italia l'esempio di Brescia, uno degli inceneritori
a maggiore produzione e più sicuri come tecnologie. Ci rendiamo
conto che in questo caso, come del resto già avviene in
Emilia-Romagna, c'è un riciclaggio, una produzione di rifiuti che
vengono riciclati in qualche modo e riutilizzati, che arriva al 50%
corrispondente alla raccolta differenziata. Però già una parte di
questa raccolta non sempre viene poi riutilizzata in pieno. La parte
anche di raccolta differenziata, riferita in particolare alle
plastiche, viene poi utilizzata in parte anche per l'incenerimento
perché senza queste non sarebbero economicamente produttive le forme
di recupero energetico che vengono fatte nelle centrali a calore.
Esistono forme invece, di trattamento dei rifiuti a freddo, che
possono essere applicate senza creare questo tipo di problemi e
naturalmente non buttandoli in discarica, ma riutilizzandone la
maggior parte. Un esempio attivo in questo senso è quello utilizzato
a Genova e appoggiato anche dalla nostra associazione. E' un sistema
che vale per una grande città, anche a dimostrare che il recupero
porta a porta è possibile anche in queste realtà e ha studiato forme
di riutilizzazione di tutte le parti che vengono divise nella
raccolta.
Tra l'altro la Direttiva del Parlamento Europeo di giugno, che è
stata più volte citata questa mattina, fa sì riferimento anche a
questa possibilità, però alla lettera parla del riutilizzo e di
riciclo, che deve essere preferito alla valorizzazione energetica in
quanto rappresenta la migliore scelta dal punto di vista della
tutela dell'ambiente e della salute. Questa mi sembra già una
indicazione europea molto forte.
Poi, il secondo punto è che le priorità vedono al primo posto la
prevenzione e al secondo la progettazione, come è stato detto per il
riutilizzo, al terzo il riciclo, ma solo infine il recupero in forme
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diverse dal riciclo e non è detto che questo debba essere
l'incenerimento. L'incenerimento infatti può essere considerata una
forma di recupero solo per impianti ad alta efficienza energetica, e
per di più non si deve promuovere l'incenerimento di materiali
riciclabili. Grazie.
MUZZARELLI GIAN CARLO: Bene, passiamo all'ultimo intervento, se non
ci sono altri, prima delle riflessioni conclusive.
BOLOGNA MARGHERITA: Salve, rappresento un'associazione cittadina e
faccio la giornalista scientifica. A Rimini tutti gli anni c'è
Ecomondo: Fiera Internazionale del recupero di materia ed energia e
dello sviluppo sostenibile, dove ci sono un sacco di tecnologie che
io mi sono presa la briga di andare a visitare per me e per tutti i
cittadini di Riccione e della provincia di Rimini che rappresento.
Faccio un intervento sulla falsa riga della collegha che mi ha
preceduto, però se permettete ancora più esplicito. Farò le proposte
ma prima voglio fare un attimo una critica a questa proposta di
legge, che ha un attacco che parla di riduzione di rifiuti e poi da
questo slitta sul piano della raccolta differenziata. Questi sono
due piani ben differenti. Allora, quando si parla di riduzione dei
rifiuti bisogna fare delle azioni per la riduzione dei rifiuti. Io
sono stata ricevuta l'altro giorno dal Dott. Bortone
dell'assessorato Ambiente della Regione Emilia-Romagna e gli ho
presentato una proposta di delibera che noi portiamo avanti a
livello comunale in provincia di Rimini,.
Poi c'è un errore secondo me abbastanza grosso, dove si dice in
alto: Questa tendenza rappresenta un forte elemento di criticità. A
livello europeo e nazionale le azioni per la prevenzione, la
riduzione della produzione parla di livello europeo poi sotto
elenca tutte queste azioni, - tra l'altro per prima andrebbe secondo
me quella della responsabilizzazione dei produttori e applicazione
di un sistema di tariffa puntuale , perché darebbe subito un grosso
incentivo a tutto questo sistema - poi dice: buona parte di queste
azioni devono essere parte di processi di cambiamento che devono
essere realizzati su scala comunale . Allora cominciamo a
individuare questi tre piani. I piani sono a livello nazionale, a
livello regionale, a livello comunale. Teniamoli interlacciati tra
loro e in relazione. Per questo io sono andata a presentare questa
proposta a Bortone e si può interventire a vari ambiti. Sono qui per
fare anche un appello affinché la Regione Emilia-Romagna raggiunga
lo standard della Regione Piemonte per quanto riguarda la riduzione
dei rifiuti, in particolare quelli plastici, detersivi, eccetera,
perché ho ascoltato un anno fa Bortone presentare questi progetti di
riduzione al Sana e ancora non è stato fatto nulla. Siccome io mi
sento fiera di essere cittadina di questa Regione, sono altrettanto
fiera nel fare delle proposte perché i rifiuti vengano ridotti
velocemente.
Passo al discorso della raccolta differenziata. Tra le due
alternative: aumento della raccolta differenziata, che va sempre
bene, e inceneritore come smaltimento finale, c'è tutta una fase
intermedia che in questo momento anche la nostra Regione ha saltato
pari pari, contravvenendo alle disposizioni del decreto ambientale
del 2005, che dice che prima bisogna attivare delle forme di
recupero. Sono andata insieme a degli amministratori, organizzando
ben due viaggi in alta Italia, dei quali l'ultimo è stato a Bergamo
il 3 dicembre, a vedere tre impianti. Per quanto riguarda il Veneto,
la raccolta differenziata la fanno bene e non hanno bisogno di
ripassarla negli impianti di trattamento meccanico-biologico, quindi
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va già a destinazione e questo comporta un costo minore, perché
ripassare in un impianto è un costo per il Comune e per i cittadini.
Primo: riorganizzazione della raccolta differenziata perché tutto il
materiale raccolto vada effettivamente al riciclo. Secondo: faccio
un esempio. Da noi c'è un impianto che non è di trattamento
meccanico-biologico, ma era di separazione del multimateriale
raccolto tal quale. Da noi si chiama Acron, che però c'è in tutta la
Regione. Allora questi impianti signori, dovrebbero essere dotati
delle moderne tecnologie che sono esposte ad Ecomondo a Rimini, che
all'estero sono in funzione da 20 anni. Era presente anche l'ex
Assessore Chicchi della Regione che conosco e che quando gli vado a
fare vedere questi impianti mi ha detto che queste cose le ha viste
in Olanda 14 anni fa. Perché allora la nostra Regione nella
gerarchia di gestione dei rifiuti non ha posto questi impianti. Sono
andata a Montello a visitare un impianto di produzione di biogas
attraverso la digestione anaerobica del rifiuto umido che tratta 162
mila tonnellate all'anno. Costi decisamente inferiori, la metà, di
quelli di un inceneritore, che tratta le stesse tonnellate. Signori,
facciamo un discorso di economia, aldilà del discorso della salute,
che ormai è stato sviscerato da tanti. Facciamo un discorso di
economia, risparmiamo i nostri soldi, recuperiamo materia,
produciamo energia pulita, che è il nome della mia associazione,
comitato Riccione per l'energia pulita , facciamo delle proposte in
positivo, non diciamo sempre no, diciamo sì. Ci sono altrettanti
impianti con delle tecnologie all'infrarosso, near infrared
recognition, che selezionano tutti i materiali: la carta dalla
plastica, la plastica per colori, alla fine praticamente quello è
tutto recupero di materia. L'incenerimento singori è il fanalino di
coda. Ecco che non mi va bene che, in questa legge, dopo una
premessa che fa riferimento al risparmio energetico e con tutta
quella tabellina che mi sta tanto bene, alla fine si vada a fare un
discorso che praticamente è di riciclo, si vada poi a dire: buona
parte di queste azioni devono essere parte di processi di
cambiamento e devono essere realizzati . proseguo con la parte
descrizione dell'articolato della proposta di legge dove fra gli
obiettivi c'è sostenere gli investimenti finalizzati al recupero di
materia prima e di energia . Non va bene signori, perché se stiamo
sul tema della riduzione dei rifiuti, sostenere gli investimenti
finalizzati al recupero di materia prima ed al risparmio di energia
comporta per risintetizzare un flacone di plastica dalla materia
vergine un dispendio di energia. L'energia la possiamo anche
risparmiare per la comunità nazionale.
Poi qui di seguito dice: Realizzazione di impianti, opere e servizi
atti a favorire la minore produzione di rifiuti, il recupero di
materie prime ed energia . Cosa vuol dire recupero di materie
prime ? Vuol dire tutto questo sistema di separazione, del secco
dall' umido, del secco per tipologie, eccetera, ma di energia? Per
il recupero di energia, però la biodestabilizzazione ormai è un
sistema out, finito. Ci sono anche da noi. Io sono andata a visitare
un impianto di biodestabilizzazione, poi quando sono andata a
Ecomondo mi divertivo a parlare con gli ingegneri sul superamento di
questo concetto. Così come viene fatta, viene fatta male. Conferire
il biostabilizzato in discarica ha sempre un costo. Allora se invece
dal rifiuto umido andiamo a produrre biogas, produciamo energia. In
questo caso allora è un'azione attiva, praticamente andiamo a
produrre energia pulita.
Un'altra questione è che a Rimini c'è il turismo. Questo comporta il
non poter governare i rifiuti come d'inverno, perché magari si
riesce ad insegnare alle comunità locali come fare la raccolta
differenziata, ma poi le feste che ci sono in tutti i Comuni,
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comportano una maggiore produzione di rifiuti. Guarda caso sono
proprio i Comuni quelli che differenziano di meno. Allora noi
proponiamo questi impianti di trattamento meccanico-biologico, che
non sono degli impianti rigidi come degli inceneritori, sono degli
impianti flessibili, con i quali riusciamo anche a far fronte al
discorso turismo.
Poi un'ultima cosa. Basta con la separazione del secco, degli
impianti che separano il secco per produrre il CDR. Anche a
Montello, visitato l'altro giorno, c'è come a Vedelago, un impianto
che produce la sabbia sintetica dalle plastiche non riciclabili. E
così gli amministratori per i quali ho organizzato questo viaggio
hanno avuto modo di vedere che lui produceva la sabbia sintetica per
l'edilizia, dei piccoli coriandolini addizionati di un materiale che
ha delle proprietà fonoassorbenti. Magari l'avessero messo nel
soffito di casa mia dove sento sempre i tacchi della vicina.
Spero che queste proposte diventino veramente un progetto della
Regione Emilia-Romagna, perché io sono fiera di essere in questa
Regione, ma non è vero che questa Regione è agli standard europei.
Su questo punto deve fare ancora molte cose. Ho presentato il mio
progetto di ristrutturazione per la provincia di Rimini
all'Assessore Zanichelli, che mi ha detto che sono brava. Grazie.
MUZZARELLI GIAN CARLO: Bene. Con oggi inizia la fase di confronto
che continuerà. Vi ringrazio per il contributo di merito che è stato
dato, che sintetizzo come assunzione di responsabilità per una
gestione più avanzata dei rifiuti, una questione ambientale,
economica, sociale, culturale, educativa, come in diversi hanno
evidenziato oggi, per individuare azioni per migliorare quella che
oggi, in gergo tecnico, viene definita l'impronta ecologica, ma
vorrei dire l'impronta umana. Quello che facciamo tutti i giorni,
quello che possiamo migliorare nella nostra azione quotidiana può
rendere davvero più sostenibile il nostro modo di vivere. Credo che
l'intervento del responsabile dell'Auser abbia fatto capire molto
bene cosa significa anche equilibrio e sostenibilità per guardare
oltre e assicurare ovviamente, il primo punto importante per la
nostra Regione che è quello di evitare qualsiasi emergenza.
Dopodichè riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, risparmio
energetico, produzione di energia e il riuso. Ho avuto modo di
constatare quanti punti di incontro e di scambio ci sono oggi, non
solo perché le difficoltà economiche sono aumentate, ma in generale
per la possibilità per una parte dei nostri cittadini di poter
utilizzare e recuperare un rapporto con gli oggetti che, come ha
detto il rappresentate di Auser, è considerare il valore degli
oggetti e mi pare un termine da assumere anche nelle discussioni.
Credo sia un fatto importante e che si debba approfondire anche il
tema della tracciabilità e della legalità dell'utilizzo di questi
prodotti, per dare un senso compiuto al processo di riutilizzo e
quindi far capire che investiamo soldi pubblici per indirizzare ad
utilizzare e recuperare i rifiuti.
Quindi, sostanzialmente, riconfermo l'apertura e la disponibilità
manifestata dal relatore Borghi e ritengo importante, con
l'obiettivo dell'interesse collettivo che ci muove in tutte le
occasioni, operare per fare un passo avanti.
Per i primi 15 giorni di gennaio c'è tutto l'impegno per
approfondire e cominciare la fase di confronto pratico, in raccordo
anche con la Giunta, e poi l' obiettivo della Commissione è comunque
quello di andare avanti. Raccogliamo le osservazioni e vi invitiamo
a inviare anche contributi scritti qualora non siate riusciti a
farli oggi, per poi passare a una fase di confronto di merito e
quindi cercare, con l'assunzione anche politica di questo
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provvedimento, di fare un passaggio avanti nella gestione corretta
dei rifiuti della nostra Regione.
Per questo vi ringrazio per il contributo di oggi, vi auguro una
buona giornata e anche un Buon Natale.
La seduta termina alle ore 12.15.
Approvato nella seduta del 15 gennaio 2008.
La Segretaria Il Presidente
Samuela Fiorini Gian Carlo Muzzarelli
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