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Legislatura VIII - Commissione III - Verbale del 15/12/2008 antimeridiano

    Testo

    Verbale n. 34
    Seduta del 15 dicembre 2008
    Il giorno lunedì 15 dicembre 2008 alle ore 10.00 si è riunita in
    udienza conoscitiva presso la sala polivalente dell'Assemblea
    Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione
    Territorio Ambiente Mobilità, convocata con nota Prot. n. 28644 del
    9/12/2008.
    Partecipano alla seduta i Commissari:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    MUZZARELLI Gian Presidente Partito Democratico 6 presente
    Carlo
    FRANCESCONI Luigi Vice Forza Italia-Popolo 5 assente
    Presidente della Libertà
    PIVA Roberto Vice Partito Democratico 6 assente
    Presidente
    BARTOLINI Luca Componente Alleanza 4 presente
    Nazionale-Popolo della
    Libertà
    BORGHI Gianluca Componente Partito Democratico 2 presente
    BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 assente
    Donatella Italiani
    CORRADI Roberto Componente Lega Nord Padania E. e 3 assente
    R.
    DELCHIAPPO Renato Componente Gruppo Misto 1 assente
    GUERRA Daniela Componente Verdi per la pace 1 assente
    MASELLA Leonardo Componente Partito di Rifondaz. 2 assente
    Comunista
    MAZZA Ugo Componente Sin. Dem. Per il 2 assente
    Socialismo Eu.
    MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 3 presente
    MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 assente
    NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con 1 presente
    Di Pietro
    NERVEGNA Antonio Componente Forza Italia-Popolo 2 assente
    della Libertà
    NOÈ Silvia Componente Unione Democratici 1 assente
    Cristiani e di Centro
    SALOMONI Ubaldo Componente Forza Italia-Popolo 2 presente
    della Libertà
    SALSI Laura Componente Partito Democratico 3 presente
    ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo-SDI 1 assente
    ZOFFOLI Damiano Componente Partito Democratico 3 assente
    BOSI in sostituzione di ZOFFOLI
    Sono presenti: S. Sacchetti (Serv. Rifiuti e Bonifica Siti); M.
    Giovannini (Serv. Bilancio e Finanze); G. Saetti (Resp. Serv.
    Rifiuti e Bonifica Siti).
    Presiede la seduta: Gian Carlo Muzzarelli
    Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini
    Resocontista: Maddalena Marchesini
    UDIENZA CONOSCITIVA
    4020 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Borghi,
    Mazzotti, Ercolini, Bosi, Garbi, Beretta, Salsi, Rivi, Barbieri,
    Montanari, Muzzarelli, Monari, Lucchi, Zoffoli, Richetti, Pironi,
    Tagliani e Piva: Disposizioni a sostegno della raccolta
    differenziata dei rifiuti solidi nei Comuni dell'Emilia-Romagna.
    Modifiche ed integrazioni alla L.R. 19 agosto 1996, n. 31. (24 09
    08).
    Partecipano all'udienza conoscitiva:
    Arlati Caludio CISL Emilia-Romagna
    Barni Ermanno ENEA
    Bologna Margherita Riccione per l'energia pulita
    Brandolini Filippo Confservizi Emilia-Romagna
    Bulgarelli Moris CNA
    Casario Andrea ATO 8 Forlì-Cesena
    Castieno Matilde ENEA
    Del Rio Mauro ENIA spa
    Di Franco AUSER Emilia-Romagna
    Giangirolamo
    Ferrari Giovanni Comune di Reggio Emilia
    Foschi Marina Italia Nostra
    Ganassi Paolo AIMAG spa
    Gori Aldo Comune di Ozzano dell'Emilia
    Lauriola Paolo ARPA Emilia-Romagna
    Lucà Anna Maria Associazione Piccole Medie Imprese
    Modena
    Luccarini Luigi CGIL Emilia-Romagna
    Marchesi Marco ANACI
    Michelini Massimo Confservizi Emilia-Romagna
    Morselli Angelo AUSER Modena
    Pareschi Rita Legacoop Emilia-Romagna
    Passarini Gino Comune di Monte San Pietro (BO)
    Peri Pietro CIA Emilia-Romagna
    Pirazzoli Maurizio Comune di Castenaso
    Poggi Andrea ANCE Emilia-Romagna
    Poli Roberto Comune di Castelfiumanese
    Ramazzotti Donata Comune di Faenza
    Romani Cesarino Provincia di Rimini
    Rovesti Alberto Corsorzio Concerto
    Sacchetti Roberto HERA spa
    Salfi Anna CGIL Emilia-Romagna
    Santangelo Gianpaolo Comune di Reggio Emilia
    Ugolini Luigi Comune di Solarolo
    MUZZARELLI GIAN CARLO: Iniziamo i lavori di questa Udienza
    Conoscitiva sul progetto di legge di iniziativa del Consigliere
    Borghi ed altri, Disposizione a sostegno della raccolta
    differenziata dei rifiuti solidi nel Comuni dell'Emilia-Romagna.
    Modifiche ed intergazioni alla L.R. 19 agosto 1996, n.31. (Oggetto
    assembleare 4020).
    Darei, per qualche minuto, la parola al Consigliere Borghi, che è
    anche relatore del provvedimento, per poi dare il via alla fase di
    ascolto. Ci sono già tre richieste di intervento, vi chiedo di
    compilare i moduli per la richiesta di intervento. Chi interviene
    parla dall' apposita postazione in modo che gli interventi vengano
    2
    registrati e poi consegnati a tutti i Commissari per le verifiche di
    merito. Grazie della vostra presenza.
    BORGHI GIANLUCA: Vi ringrazio anch'io. Ringrazio il Presidente
    Muzzarelli e i colleghi presenti. Ritengo che sarebbe un torto alla
    competenza e alla conoscenza di tutti voi approfondire ulteriormente
    le motivazioni che hanno portato alla presentazione di questa
    proposta di legge. Mi pare che sia assolutamente chiaro l'intento e
    ovviamente l'Udienza Conoscitiva è per la Commissione, quindi per
    l'Assemblea Legislativa, lo strumento per ascoltare, comprendere
    quali siano le valutazioni che tutti i soggetti interessati,
    chiamati oggi a questo incontro, vorranno proporre all'esame della
    Commissione. Ovviamente questo serve nella reciprocità dell'ascolto
    e faremo tesoro delle osservazioni e indicazioni che verranno.
    Molto brevemente, per dare anche un senso politico a questa
    iniziativa legislativa, è forte, anche in questa regione, la volontà
    che ha portato la Regione stessa, le Provincie, gli ATO, decine e
    decine di Comuni, a scommettere su una sostenibilità possibile,
    necessaria, nella gestione del ciclo dei rifiuti. Questa Regione ha
    raggiunto risultati importanti e proprio nelle scorse settimane
    l'Assessore all'Ambiente Zanichelli, durante la discussione sul
    Piano di Azione Ambientale, ha potuto rilevare quale sia ad oggi la
    adesione del sistema regionale nel suo complesso a questi obiettivi
    e si è raggiunto, come media regionale e superato, il 40% nella
    raccolta differenziata, in un contesto che però vede
    l'Emilia-Romagna continuare ad essere una delle regioni italiane con
    la più alta produzione procapite di rifiuti. Abbiamo però, come
    dicevo e come sappiamo, esperienze importanti e significative che
    stanno portando anche ad una responsabilità nuova di comunità, molte
    amministrazioni a scommettere sulla innovazione possibile ad ogni
    dimensione, ambientale, economica, sociale, per raggiungere, anche
    anticipatamente, gli obiettivi che portano al 2012 a raggiungere
    almeno il 65% di raccolta differenziata. Mi riferisco ovviamente al
    Decreto Legislativo n. 152 del 2006, che all'art. 205 stabilisce
    questi obiettivi, con anche una chiara indicazione di sanzioni
    rispetto al mancato raggiungimento di questi obblighi di legge.
    Sono all'incirca 80 su 341 i Comuni dell'Emilia-Romagna che già
    hanno raggiunto questo obiettivo assolutamente ambizioso ma del
    tutto praticabile. Comuni di piccole dimensioni, di medie
    dimensioni, città capoluogo che hanno iniziato sperimentazioni che
    hanno già consentito il raggiungimento di questi obiettivi. Noi
    pensiamo che queste esperienze debbano essere rafforzate perchè
    questi risultati assolutamente positivi dimostrano come si debba
    percorrere con forza, con decisione, una strada assolutamente
    chiara.
    Il progetto di legge in esame dal punto di vista delle soluzioni
    tecniche, come avrete, spero, avuto modo di notare, è assolutamente
    aperto, laico , nel senso che non sposa pregiudizialmente alcun
    tipo di modello, non ne esclude altri, proprio perché, nel quadro di
    riferimento costituito dalle esperienze territoriali, è molteplice
    la innovazione che attraverso diverse strade si è raggiunta.
    Chiaro che quel che è stato fatto nasce anche da un quadro
    importante che ha visto negli ultimi anni la Regione scommettere con
    forza su politiche di gestione dei rifiuti che attraverso protocolli
    di intesa con il mondo produttivo, penso al consorzio Conai, volto
    alla riduzione degli imballaggi prodotti, attraverso un sistema di
    incentivi e disincentivi anche in questo caso rivolto ai privati,
    alle aziende, ha portato ad una sensibilizzaione nella produzione,
    nel packaging e quindi nella produzione dei rifiuti; ad accordi di
    programma fra pubbliche amministrazioni, che hanno portato a maggior
    3
    risultati nell'utilizzo di prodotti riciclabili; a convenzioni con
    associazioni di categoria. C'è insomma una gamma di iniziative molto
    importanti, ho citato il Piano di Azione Ambientale, che vede già
    attiva la Regione e ovvimente non da oggi. Una Regione che ha
    raggiunto una situazione di autosufficienza, grazie al compimento di
    scelte coraggiose che consentono, ormai da molto tempo, di gestire,
    in modo efficiente ed efficace, i rifiuti attraverso le 28
    discariche, gli autoinceneritori, i 19 impianti di compostaggio, i
    12 impianti di trattamento meccanico e di biostabilizzazione, le 350
    stazioni ecologiche attrezzate, punto fondamentale nel
    raggiungimento di alti obiettivi di riciclaggio di quelli solidi
    urbani. Questo è il quadro.
    Un'ultima osservazione: mai in questa Regione una proposta di legge
    esce approvata dell'Assemblea Legislativa così come è entrata in
    sede di Commissione, perchè la ricchezza, gli stimoli, le
    solleccitazioni comportano sempre una valorizzazione di competenze,
    di realtà, di attenzioni e sono certo che accadrà anche in questo
    caso, perchè ho già ricevuto numerosissime solleccitazioni da ambiti
    di intervento e di relazione istituzionale, oltrechè politica, molto
    preparati.
    Il progetto che è stato presentato dai Consiglieri che l'hanno
    sottoscritto, è ovviamente un progetto aperto ad un arricchimento,
    ad una elaborazione che vogliamo rendere condivisa nei tempi e nei
    modi che utilmente ci daremo come Commissione. Quindi nessuna
    fretta, nessuna fuga in avanti, ma la volontà di procedere su un
    tema rilevantissimo che in qualche modo realizza anche un discrimine
    rispetto a politche ambientali che guardano il futuro in una
    dimensione europea. Assoluta volontà quindi di riuscire, almeno come
    gruppo che ha sottoscritto questa proposta, ma spero davvero con la
    condivisione anche trasversale dell'Assemblea Legislativa, a
    pervenire ad una indicazione chiara, anche dal punto di vista
    legislativo, per innovare il quadro di riferimento del '96 che
    questa Regione si era data a suo tempo. Molto è intervenuto da
    allora anche per via amministrativa e riteniamo che ci si debba
    dotare di un quadro di riferimento più moderno, più avanzato, anche
    rispetto al recentissimo via libera del Governo all'adozione
    definitiva della Direttiva europea che fissa ulteriori ed
    impegnative misure per ridurre la produzione di rifiuti.
    Ci vorremmo quindi trovare pronti a cogliere questa opportunità -
    considerato che c'è ancora un anno e mezzo di legislatura e di
    mandato legislativo regionale - e speriamo di riuscirci.
    MUZZARELLI GIAN CARLO iniziamo la fase di ascolto con il primo
    intervento di Rita Pareschi, in rappresentanaza di Legacoop
    Emilia-Romagna.
    PARESCHI RITA Buongiorno a tutti. L'intervento che farò questa
    mattina non è soltanto a nome di Legacoop ma anche del Tavolo
    Regionale dell'Imprenditoria, che è composto da 15 organizzazioni
    che fanno parte di vari comparti, del commercio, dell'agricoltura,
    della cooperazione, dell'artigianato e della piccola e media
    industria.
    Io ringrazio innanzitutto il Presidente Muzzarelli per l'opportunità
    che ci ha dato stamattina di venire a discutere di un tema così
    importante, quale quello del PDL, ma anche più in generale quello
    dei rifiuti, che è un tema che tocca anche il sistema
    imprenditoriale così da vicino.
    Noi esprimiamo innanzitutto una piena condivisione sugli obiettivi
    che stanno alla base della proposta di legge, come è stato
    richiamato da poco dallo stesso Consigliere Borghi. Il potenziamento
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    della raccolta differenziata e la promozione di politiche rivolte
    alla riduzione dei rifiuti. Lo esprimeva Borghi poc'anzi ma è stato
    anche ampiamente illustrato nella relazione introduttiva al PDL come
    si trova oggi la realtà regionale. E' una realtà che è cresciuta
    sicuramente rispetto agli ultimi 12, 13 anni, ma si trova ancora su
    dati medi, pur con tutte le eccellenze che ci sono state, su dati
    medi abbastanza lontani, in quanto il 40% che si richiamava prima
    sicuramente non è vicinissimo al 65% che dovremmo raggiungere nel
    2012. A questo dato si aggiunge l'altro dato estremamente critico
    dell'aumento procapite dei consumi. E' chiaro che a fronte di una
    situazione di questa natura occorre mettere in campo tutta una serie
    di interventi, di iniziative, di azioni, di politiche, non da ultimo
    anche il PDL che va certamente in questa direzione, che siano volte
    ad ottenere questi obiettivi. E qui ne voglio citare alcuni. Tutto
    il tema della comunicazione, intesa come formazione e informazione
    dei cittadini e delle imprese. Ricordo che su questo tema sono state
    pochissime le ricorse pubbliche destinate alla promozione e
    formazione dei cittadini. E ancora tutto il tema che va a monte del
    processo produttivo e che riguarda l'imballaggio. E qui chiaramente
    oltre che ad azioni e iniziative probabilmente occorre anche qualche
    intervento sul piano legislativo di carattere nazionale. Il tema
    della riduzione dell'imballaggio, gli imballaggi intesi come
    materiale biodegradabile. Quindi è un tema aperto e da affrontare,
    quindi se effettivamente si vuole perseguire l'obiettivo di levare
    la raccolta differenziata e di abbassare la produzione dei rifiuti è
    chiaro che occorre una serie di interventi organici che partono e
    che toccano diversi fronti.
    Noi aggiungiamo un ulteriore tema, che riguarda la raccolta
    differenziata, e che è il tema del recupero. Molto spesso si parla
    di raccolta differenziata, ma non si parla di recupero, sia perchè
    le norme fanno riferimento solo al tetto del conferito e non al
    tetto dell'effettivamente recuperato, in quanto è un problema anche
    di carattere economico, perché laddove i modelli organizzativi o
    gestionali vengono impostati, soprattutto su questioni di quantità e
    non di qualità, è chiaro che i sovvalli che ne derivano vanno poi a
    ricadere a tutti gli effetti sulla tariffa. Per cui un'attenzione
    maggiore a quello che è il tema del recupero io credo che sia
    estremamente importante. Allora su questo tema, in questa direzione,
    il riferimento va chiaramente a sistemi di identificazione di
    rintracciabilità dei flussi dei rifiuti, per verificare
    effettivamente il recupero. Questo farebbe anche bene al cittadino e
    alle imprese sapere effettivamente i loro sforzi che fine fanno,
    perché c'è questo sentire comune: sì, noi facciamo tutta questa
    fatica, sia i cittadini che le imprese, poi alla fine dove vanno i
    nostri rifiuti? Vengono effettivamente recuperati o no? Quindi il
    tema del recupero io credo che sia a tutt'oggi un tema su cui
    bisogna fare estrema attenzione.
    Nel merito della proposta di legge noi abbiamo evidenziato una sorta
    di discrasia fra quello che è la relazione che avanza ed introduce
    tutta una serie di tematiche estremamente rilevanti e importanti, e
    quello che è l'articolato normativo, che fa sicuramente un passo in
    avanti, che non voglio e non vogliamo sminuire, ma che è legato ad
    alcune modifiche della legge 31 del 2006.
    Due temi, molto velocemente. Il tema, per esempio, degli enti
    locali, dove vengono invitati nell'azione introduttiva, a tutta una
    serie di funzioni e di competenze che per legge non hanno, sia per
    la legge 25, che per la legge 10. Quindi ci sembra un pò eccessivo
    il carico che viene attribuito agli enti locali.
    L'altro tema per noi estremamente delicato è questo invito
    all'assimilazione. Delicato in questo senso: la nostra Regione,
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    contrariamente ad altre regioni, per esempio il Veneto ha fatto
    pochissima assimilazione dei rifiuti speciali e dei rifiuti urbani,
    ha per anni assimilato i rifiuti speciali a quelli urbani con
    un'ampia gamma, erano pochissimi, diciamo così, i rifiuti che
    risultavano non assimilati. Questo ha avuto sicuramente delle luci e
    delle ombre. Luci perchè tutta una serie di piccolissime attività
    produttive, pensiamo a piccoli artigiani, a piccoli commercianti,
    che effettivamente per produzione sono molto analoghi alla
    produzione di un qualsiasi gruppo familiare, magari un po'
    corposetto, hanno potuto usufruire di un sistema a loro favore che
    ha acconsentito da un lato di non sobbarcare queste imprese di
    significativi oneri, e dall'altro, anche il sistema pubblico di
    controllare effettivamente che fine facevano questi rifiuti.
    Dall'altro lato però le ombre sono dovute al fatto che l'altra parte
    del sistema imprenditoriale, che è un sistema molto ricco,
    articolato, per tipologie, per quantità, per dimensione, per
    collocazione territoriale, quindi altre realtà produttive invece,
    magari più grandi, con depositi, con spazi cortilivi, molto ampi,
    sono state sostanzialmente penalizzate da un sistema di
    assimilazione laddove c'è per altro, in queste superfici molto
    ampie, neanche circolavano una stragrande maggioranza di rifiuti,
    per il meccanismo del calcolo della tariffa, sia la TALSO che la
    TIA, finivano nel sistema tariffario, con costi molto significativi
    per le imprese. Adesso il testo unico, mi sembra l'art. 196, ha
    proposto, poi saranno dei decreti attuativi a stabilirlo, una sorta
    di assimilazione per quelle aree a cui facevo riferimento prima, per
    i depositi, per le aree cortilive, ecc. Quindi l'invito è quello di
    procedere con estrema flessibilità, perché il sistema produttivo è
    un sistema articolato, complesso, per cui occorre agire con la
    prudenza e la flessibilità del caso, perché parliamo in molti casi
    di un sistema eterogeneo, articolato, estremamente diverso.
    C'è sotto questo profilo, aldilà dell'attesa dei decreti attuativi,
    un altro ambito di intervento che si potrebbe effettuare a livello
    regionale. Sul tema della scontistica o delle agevolazioni, per le
    attività produttive che smaltiscono conto terzi, e ce ne sono tante.
    Nella nostra Regione abbiamo un panorama estremamente diversificato.
    Esistono per esempio realtà e territori laddove l'impresa che
    dimostra che ha smaltito attraverso terzi i propri rifiuti ha degli
    sconti elevatissimi, quasi ad arrivare alla copertura della tariffa.
    Altri hanno degli sconti molto marginali. Quindi sotto questo
    profilo credo che delle linee di indirizzo, dei criteri per avere
    più omogeneità su questa materia sarebbero in ogni caso opportuni.
    Arrivo brevemente all'articolato. Lo ricordavo prima, è certamente
    apprezzabile il fatto di avere destinato maggiore risorse alla
    raccolta differenziata, viene raddoppiato dal 20% al 40% il gettito
    destinato ad alcune attività specifiche, e nell'ambito di questo
    40%, il 50% viene destinato alla creazione di un fondo per la
    raccolta differenziata vera a propria, quindi per attivare da parte
    dei Comuni progetti che vadano in questa direzione. Alla fine quindi
    un 20% sul totale. Pur esprimendo il totale apprezzamento su questo
    passo in avanti, è chiaro chel'appetito vien mangiando, nel senso
    che per le finalità stesse del tributo regionale, l'ecotassa, che
    rappresenta una sorta di penalizzazione per chi smaltisce nelle
    discariche o negli inceneritori senza recupero energetico, ci
    parrebbe giusto che quasi l'intero tributo dovesse essere destinato
    ai temi del recupero, della raccolta, ecc.
    In questa fase va bene un passo, però è chiaro che laddove parte del
    tributo viene destinato alla qualità urbana, ai finanziamenti ARPA,
    alla manutenzione delle aree protette, eccetera, si tratta di temi
    sicuramente significativi in termini ambientali, ma con una finalità
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    diversa rispetto all'obiettivo finale di arrivare a delle
    percentuali possibilmente più significative rispetto a quelle
    proposte allo stato attuale.
    Ciò che è certo, e concludo, è che la tariffa di igiene ambientale
    negli anni ha registrato una serie di aumenti estremamente
    significativi, con costi diversi da realtà a realtà, da utenza a
    utenza. Col passaggio della TALSO alla TIA addirittura in alcune
    realtà e per alcune tipologie si sono riscontrati aumenti del 500 o
    600%, che hanno impattato in maniera molto pesante e molto
    significativa sulle imprese. L'auspicio è dunque quello che si vada
    ad una riforma più complessiva, - e noi lo diaciamo da tempo come
    Tavolo dell'imprenditoria e cogliamo anche questa occasione per
    dirlo ancora, - che tocchi anche la legge 25 del 1999, una legge
    datata, vecchia, che non tiene conto per esempio di un passaggio
    molto importante, che lo smaltimento non è considerato all'interno
    della filiera per quanto riguarda la legge 25 mentre in realtà è
    parte integrante per la costituzione della tariffa. Noi sulla legge
    10/08 non vogliamo dire niente in questa sede, ci siamo già espressi
    in altra sede, abbiamo esposto anche qualche perplessità su alcuni
    articoli e non vogliamo ribadirle. E' chiaro che comunque noi
    auspichiamo che si arrivi sul tema dei rifiuti ad una riforma più
    completa, organica, che tocchi diversi aspetti, dalla legge 25 alla
    legge 10, eccetera. Consideriamo questo progetto di legge come una
    prima tappa e speriamo che a questa tappa ne seguano altre. Grazie.
    MUZZARIELLI GIAN CARLO: Grazie. La parola a Claudio Arlati, per
    CGIL, CISL e UIL. Si prepari Filippo Brandolini.
    ARLATI CLAUDIO: Ringrazio in modo particolare il Presidente
    Muzzarelli per l'invito che ci ha rivolto. Questo è un passaggio
    importante anche per il riconoscimento del sindacato federale, quale
    importante, rilevante, portatore di interessi per le politiche
    ambientali e di sostenibilità di questa Regione. Il sindacato
    confederale ha presentato da tempo alla Giunta Regionale una
    Piattaforma sui servizi di igiene urbana, che riteniamo di grande
    importanza e che non tocca unicamente le tematiche del lavoro,
    perché sappiamo che sono poi il precipitato di una serie di scelte
    fatte sulla politica industriale delle aziende. Diamo un giudizio
    positivo di questo progetto di legge regionale, già molte Regioni
    hanno scelto di riformare l'ecotassa. Un esempio si potrebbe fare
    sulla Regione Toscana che, per esempio, ha deciso nel 2008 di
    utilizzare 8 milioni di euro per finanziare la raccolta
    differenziata. Non è una novità, sono risorse aggiuntive, risorse
    che vanno ad aggiungersi a quelle cospicue già stanziate dal Piano
    di Azione Ambientale della Regione, 15,5 milioni di euro. Quindi,
    l'ecotassa, insieme al Piano regionale, potrà diventare una leva per
    favorire il raggiungimento degli obiettivi di raccolta
    differenziata, che sono definiti non solo dal Decreto Legislativo
    152/06, ma anche dalla Legge Finanziaria del 2007.
    CGIL, CISL e UIL ritengono utile prevedere una maggiore
    finalizzazione dell'ecotassa, sostengono questa proposta di legge.
    Ritengono altresì che la previsione di finanziamenti vada però
    condizionata al rispetto di alcuni criteri. Quando noi parliamo e
    facciamo riferimento al concetto di sostenibilità, almeno da
    Johannesburg in poi, facciamo riferimento ad un concetto
    multidimensionale, che è costruito su tre dimensioni importanti. La
    sostenibilità non è solamente sostenibilità ambientale, è anche
    sostenibilità sociale, è anche sostenibilità economica. Quindi
    riteniamo importante che l'Assemblea Legislativa anticipi nel
    Progetto di Legge Regionale alcuni criteri finalizzati alla
    7
    concessione dei contributi. Non basta dire concederemo dei
    contributi per progetti che vanno nella direzione di promuovere la
    raccolta differenziata. La definizione di criteri è importante
    soprattutto in un settore come questo, che è un settore
    particolarmente frammentato, dove c'è molto lavoro nero, un settore,
    non possiamo nascondercelo, in cui vi è anche una forte presenza
    della criminalità organizzata. In particolare, riteniamo che fra gli
    interventi finanziabili dal fondo ex art. 11 comma 2, sia necessario
    prevedere, come diceva anche giustamente la rappresentante del
    Tavolo dell'Imprenditoria, piani finalizzati alla formazione, alla
    responsabilizzazione delle famiglie, dell'impresa e della grande
    distribuzione organizzata, con l'obiettivo di ridurre la produzione
    di rifiuti e porre le condizioni per la diffusione della cultura
    delle pratiche connesse alla raccolta differenziata. Per fare la
    raccolta differenziata non è sufficiente differenziare il colore dei
    cassonetti, nè dare il bidoncino o il sacchettino. E' necessario
    fare formazione su come si fa la raccolta differenziata e
    sull'importanza della stessa, tenenedo conto ovviamente - e su
    questo mi pare avesse ragione chi mi ha preceduto - dell'importanza
    di definire degli obiettivi, non solo di differenziazione, ma anche
    di recupero e riciclaggio. Su questo dobbiamo considerare che
    l'ultima direttiva europea sui rifiuti, che non è ancora stata
    recepita nel nostro ordinamento, prevede specificatamente che gli
    Stati membri definiscano dei piani finalizzati alla riduzione della
    produzione dei rifiuti e al recupero. Quindi inserire logiche di
    questo tipo favorendo gli operatori che, per implementare progetti
    di raccolta differenziata prendono dei fondi pubblici, è per noi di
    grande importanza.
    Altri criteri. Vanno finanziati per noi solamente quei progetti di
    potenziamento della raccolta differenziata che prevedono determinate
    caratteristiche. Innanzitutto per noi i progetti dovranno essere
    integrati, cioè come si diceva prima, prevedere anche attività di
    sensibilizzazione ed educazione alla popolazione, da effettuarsi,
    questo è importante, anche attraverso gli operatori addetti alla
    raccolta, che andranno a loro volta opportunamente formati dal
    soggetto che presenterà il progetto. Un'idea diversa, nuova, di
    operatore ecologico, non più l'operatore ecologico che raccoglie il
    sacchetto, che fa semplicemente il facchino, ma l'operatore
    ecologico che ha anche competenze relative all'informazione del
    cittadino sulla differenziazione. Un arricchimento della mansione
    importante per un lavoro ritenuto per lo più negletto e non
    adeguatamente valorizzato.
    Anche ai fini di cui sopra i progetti dovranno sempre prevedere
    servizi di contatto accessibili agli utenti della raccolta
    differenziata, cosa che non avviene sempre. Cioè quando l'utente ha
    dei dubbi sulla collocazione del rifiuto è necessario possa
    rivolgersi a un soggetto per risolvere questi dubbi. I progetti
    dovranno prevedere preferibilmente una raccolta differenziata con
    l'utilizzo combinato di contenitori a carattere domiciliare per
    frazione e di contenitori condominiali da svuotare periodicamente,
    quindi è necessario prevedere una progettualità flessibile con
    scelte già maggiormente premiate, che abbiano un punteggio maggiore
    in graduatoria, che prevedano delle preferenze a favore di una
    integrazione tra le scelte della raccolta differenziata.
    I progetti finanziati quindi devono, secondo noi, avere come
    obiettivo quello di costituire elementi di qualità sociale sul
    territorio. Quindi si ritiene necessario che gli operatori
    utilizzati, anche se non dipendenti dal soggetto gestore, quindi in
    appalto, debbano essere formati non solamente alla raccolta di
    specifiche frazioni di rifiuti, ma pure alla sensibilizzazione degli
    8
    utenti ed a un primo monitoraggio del servizio reso. Questo è
    importante perché l'operatore ecologico può costituire il terminale
    dell'azienda ed effettuare segnalazioni importanti all'azienda ai
    fini di una organizzazione più efficace ed efficiente del servizio.
    E' importante poi che i progetti finanziati utilizzino lavoro in
    regola e opportunamente contrattualizzato. Quindi sarà necessario
    chiedere a tutti i soggetti coinvolti nel progetto il Documento
    Unico di Regolarità Contributiva (DURC), l'Autocertificazione
    Antimafia, anche questo èun passaggio importante proprio per quello
    che si diceva in premessa, e un'ulteriore autocertificazione, ad
    oggi non prevista ma per noi importante, sul pieno rispetto della
    normativa sulla salute e sicurezza sul lavoro, ai sensi dal Decreto
    Legislativo n. 81 del 2008 che prevede una particolare attenzione al
    lavoro in appalto. E' poi necessario che a tutti i lavoratori e alle
    lavoratrici coinvolte nel progetto venga applicato l'art. 186, comma
    28 bis, del Decreto legislativo n. 152 del 2006, come modificato dal
    Decreto legislativo n. 4 del 2008, cioè vengano applicati i
    contratti del comparto. In prospettiva - e su questo siamo
    particolarmente d'accordo con quanto detto sopra - prima che le
    aziende vadano a gara, cioè prima del 2010, è per noi assolutamente
    una priorità fondamentale che la Legge regionale n. 25 del 1999
    venga rivista includendo lo smaltimento nel ciclo integrato.
    I progetti finanziati dovranno poi garantire filiere, per il
    trattamento dei rifiuti raccolti, che garantiscano la tracciabilità
    del rifiuto, nel senso di quanto detto prima dalla rappresentante
    del Tavolo dell'Impreditoria, per noi questo è fondamentale, e che
    siano costituite da impianti che utilizzino le Bat, coè le migliori
    tecnologie possibili, per il reciclaggio e lo smaltimento del
    rifiuto stesso. Oggi ci sono troppi impianti nella filiera dello
    smaltimento messi su con tecnologie non adeguate e con manodopera
    pagata pochissimo. Qualcuno ha definito questi lavoratori i nuovi
    schiavi. E crediamo che ci sia da fare un ragionamento su questo,
    evitando che risorse pubbliche vadano a questi soggetti. E' infine
    importante che gli investimenti,effettuati in virtù di queste
    erogazioni, non siano conteggiati in tariffa. Questo è un passaggio
    particolarmente importante, cioè do il contributo pubblico, effettuo
    un investimento, ma non è che gli investimenti effettuati in virtù
    del contributo pubblico erogato vengano conteggiati nella TIA,
    altrimenti l'utente pagherebbe due volte l'investimento: in tariffa
    e attraverso il contributo pubblico dato dalla Regione. Quindi
    questo è un passaggio fondamentale, che è stato fatto anche nelle
    altre Regioni nelle quali si è deciso di utilizzare l'ecotassa ai
    fini degli investimenti per il potenziamento della raccolta
    differenziata.
    L'altro passaggio per noi di particolare importanza è relativo alla
    tariffa sociale. Noi ci chiediamo se questo non sia il veicolo per
    dare alla Giunta uno strumento per avviare la possibilità di
    sperimentare la tariffa sociale dei rifiuti soliti urbani. Il
    decreto legge n. 185 del 2008, il cosiddetto decreto anticrisi, non
    prevede il blocco delle tariffe o tasse relative al Servizio di
    igiene urbana. Secondo una recente rilevazione realizzata da
    Cittadinanza Attiva si è assistito in molte città sopra i 50 mila
    abitanti, e si presume anche in quelle sotto i 50 mila abitanti, che
    non erano oggetto della rilevazione, ad un incremento ben oltre al
    tasso di inflazione programmata della TIA e della TARSO. Alcuni dati
    in riferimento all'aumento del 2007 sul 2006: Parma +9%, Forlì +8%,
    Cesena +10%, Bologna +3%. E' chiaro che di fronte a questo quadro
    che forse è anche un tentativo di dare qualità sociale al sistema,
    ma che non può essere pagato da tutti allo stesso modo, alla stessa
    maniera, diventa assolutamente urgente, necessario, come si è fatto
    9
    per l'acqua, prevedere le condizioni affinchè le persone, le
    famiglie, che hanno un certo ISE non paghino o paghino in modo
    scontato la TARSO o la TIA. Grazie ancora.
    MUZZARELLI GIAN CARLO: Grazie. Filippo Brandolini, componente Giunta
    Esecutiva Confservizi Ermilia-Romagna. Si prepari Roberto Poli.
    BRANDOLINI FILIPPO: Buongiorno a tutti. Grazie Presidente Muzzarelli
    di averci offerto questa opportunità. In ordine al progetto di legge
    Confservizi ha già prodotto un documento che è agli atti, quindi
    faccio alcune considerazioni di carattere generale e non ripeto
    quanto già scritto. Peraltro nella sua apertura il Consigliere
    Borghi ci diceva che questo progetto di legge vuole essere
    l'occasione per aprire un confronto sul tema della gestione dei
    rifiuti, più nello specifico sul tema della raccolta differenziata.
    A questo confronto non solo ci rendiamo disponibili, ma manifestiamo
    il nostro massimo interesse. Quindi auspichiamo che questo sia un
    vero confronto nel quale le varie posizioni, esperienze e conoscenze
    possano davvero essere messe a fattor comune.
    Intanto partirei da questa cosiderazione, personalmente ho incarichi
    in Confservizi Emilia-Romagna ma anche a livello nazionale, per cui
    ho una visione un po' più ampia di quella che è la gestione rifiuti
    nel nostro paese e non solo. L'Emilia-Romagna è già ora Regione
    europea anche nella gestione dei rifiuti, quindi qualsiasi
    discussione che facciamo bisognerebbe che partisse da questo
    presupposto, come per altro faceva il Consigliere Borghi in
    apertura. Siamo una Regione avanzata, dotata di impianti, di
    servizi, con esiti già ora molto positivi. Siamo una Regione che in
    buona sostanza è in linea o le manca poco, con le esperienze più
    avanzate del centro-nord Europa, come possono essere Germania,
    Olanda, Danimarca, in cui la raccolta differenziata, o meglio, il
    riciclaggio e la termovalorizzazione dei rifiuti, hanno equilibri
    che vanno dal 40 al 60, dal 60 al 40, dal 50 al 50, quindi non ci
    sono regole fisse, ma sono già maturi a tal punto di aver potuto
    superare il ricorso alla discarica, ormai riconosciuto, a livello
    tecnico-scientifico ha un impatto ambientale, anche urbanistico e
    secondariamente sociale, più elevato di altre modalità di
    smaltimento. Quindi partiamo da questo presupposto che ovviamente
    non implica il fatto che dobbiamo e possiamo fare meglio, dandoci
    ulteriori obiettivi. Per esempio, in questa Regione si sta già
    andando in maniera avanzata verso l'obiettivo del superamento
    dell'uso delle discariche, ma è un obiettivo che ancora non è stato
    raggiunto e che richiederà alcuni anni ancora. Questo obiettivo lo
    si può raggiungere attraverso un ulteriore sforzo nell'attività di
    reciclaggio, in particolare attraverso la raccolta differenziata, e
    un completamento, che è in corso, di quello che è l'assetto
    impiantistico dell'attività di incenerimento con recupero
    energetico. E' evidente che a monte di tutto questo, e qui stiamo
    parlando di rifiuti che già sono tali, spesso ho l'impressione che
    si tenda a confondere l'attività di riduzione della produzione dei
    rifiuti con l'attività del reciclaggio degli stessi. Sono due
    aspetti ben distinti. Stiamo parlando di rifiuti quando già sono
    tali, a monte di tutto questo occorrono politiche di prevenzione che
    siano robuste, forti, che non siano lasciate soltanto alle
    esperienze che generalemnte definiamo di base, che nascono dalle
    iniziative delle associazioni di volontariato, delle ONLUS, delle
    associazioni ambientaliste, dei Comuni, delle aziende associate a
    Confservizi che trovano sponda nel pubblico, esperienze sicuramente
    importanti che danno anche dei risultati quantitativi. Sicuramente
    danno dei risultati in termini di cultura ambientale, di socialità,
    10
    ma evidentemente non fanno la differenza rispetto a politiche che
    non possono che discendere dai governi nazionali. In questo senso la
    direttiva europea del giugno scorso, trascritta in una Gazzetta
    ufficiale una decina di giorni fa, rinforza le politiche di
    prevenzione che spesso son state solamente evocate e non praticate,
    richiamando gli stati membri all'obbligo di preparare dei piani di
    prevenzione volti alla riduzione della produzione dei rifiuti,
    cercando di disallineare quelli che sono i pil della produzione dei
    rifiuti. Poi, apriamo la parentesi, mi verrebbe da dire
    drammaticamente stiamo registrando una diminuzione significativa
    nella produzione dei rifiuti, non perché sono più robuste le
    politiche o siano cresciute le sensibilità ambientali, ma perché la
    situazione economica si riflette anche in questo senso sulla
    produzione dei rifiuti. Ed è bene precisare che la Direttiva
    europea, considerato che spesso abbiamo assistito a un dibattito
    politico un po' schizofrenico sul tema dei rifiuti, non tanto in
    questa Regione quanto più nel contesto nazionale e in altre aree,
    rinforza e ribadisce quelli che sono i vari livelli nella gerarchia
    di gestione dei rifiuti, livelli che non sono tra loro concorrenti
    quanto invece complementari e ancora una volta sollecitano appunto
    una gestione integrata dei rifiuti che non si può basare soltanto su
    una modalità e una tipologia di impianti, ma su un sistema
    complesso, sia dal punto di vista dell'organizzazione dei servizi,
    sia dal punto di vista impiantistico. Quindi non c'è solo la
    raccolta dei rifiuti, lo smaltimento dei rifiuti, ma c'è la raccolta
    dei rifiuti secondo varie tipologie, varie modalità e specificità
    che possono inerire il territorio in cui si devono raccogliere, ma
    c'è anche il fabbisogno impiantistico che non è solo nella
    discarica, che peraltro va superata, e non è solo nel
    termovalorizzatore quanto nell'impianto di compostaggio o in altri
    impianti in grado di favorire il riciclaggio e il recupero dei
    rifiuti.
    Questa Regione ha già da tempo, dal '99, e prima di altre Regioni,
    fatto la scelta giusta di promuovere e sollecitare una gestione
    industriale dei rifiuti, che in maniera ancora più forte perseguisse
    l'efficacia che nei rifiuti significa la tutela dell'ambiente, la
    qualità e la diffusione del servizio, e l'efficienza, che in termini
    di rifiuti significa lavorare sui costi e anche sugli impatti di
    tariffa. Gli accenni di chi mi ha preceduto hanno fatto riferimento
    a questo. Bisognorebbe che anche sulle tariffe si cercasse di fare
    dei confronti in questo senso, se non in sede regionale, con le
    associazioni qui rappresentate, che sono intervenute e sulle tariffe
    si potesse fare un'analisi a 360 gradi, perché è evidente che ci
    sono delle tariffe che aumentano del 500% nel passaggio da TARSO a
    tariffa, e ce ne sono anche che diminuiscono del 700%. Il famoso
    esempio dell'orefice, piuttosto che della banca, messo a confronto
    col fruttivendolo e il pescivendolo, nel momento in cui la tariffa è
    commisurata o stimata rispetto all'effettiva produzione dei rifiuti
    è evidente che il benestante che vive da solo in un palazzo ha
    avuto, con l'introduzione della TIA, una forte diminuzione della
    propria bolletta, a scapito della famiglia di 4 o 5 persone che
    casomai abita in 80 mq. Dico questo perché quando la Regione ha
    fatto una scelta di industrializzazione del servizio alcuni anni
    orsono, questa scelta degli effetti li ha prodotti. Se andiamo a
    leggere il rapporto Green book, che uscirà nella sua terza edizione,
    ci dice che i costi complessivi di gestione del servizio dei rifiuti
    in questa Regione sono diminuiti e sono ancor più diminuiti se si
    nettassero dall'impatto inflattivo. Sono diminuiti sia se si
    analizzano procapite, sia se si analizzano per tonnellata. Per altro
    per tonnellata siamo ai livelli più bassi nel nostro paese. Quindi
    11
    da questo punto di vista bisogna rifare un'analisi a tutto tondo,
    perché gli effetti della gestione industriale dei rifiuti ci sono in
    termini di efficacia ed efficienza e si possono andare a registrare
    e commisurare. Questo in termini generali e complessivi, poi ogni
    realtà va analizzata per quello che è. E ci tengo a sottolineare che
    questa gestione industriale è passata anche attraverso una scelta di
    politica amministrativa forte da questo punto di vista, forte anche
    perché, aldilà di quello che si scrive da 15 anni nei testi
    nazionali, in questa Regione queste scelte sono state applicate.
    Vale a dire quella della costituzione degli ATO degli ambiti
    provinciali e quindi di cercare di rendere unitarie le gestioni
    superando le frammentazioni gestionali, superando le gestioni in
    economia e quindi anche tante gestioni comunali.
    Io ritengo che dobbiamo trovare un'armonia tra quello che è
    l'indirizzo che il progetto di legge vuole dare in questo senso e
    quindi interloquire direttamente con i Comuni, e dall'altra che ci
    sia una gestione industriale di ATO su base provinciale. Ritengo che
    queste due cose possano non essere in conflitto, l'importante è non
    aggiungere noi in questa Regione ulteriore confusione normativa, che
    purtroppo registriamo in maniera fin troppo consistente nel quadro
    nazionale.
    Alcune parole occorre spenderle anche sul tema della produzione
    procapite dei rifiuti. Non è un mistero che la Regione
    Emilia-Romagna e la Regione Toscana registrano una produzione
    procapite notevolmente maggiore che nelle altre Regioni italiane.
    Non penso che i cittadini emiliano-romagnoli siano più consumatori o
    più lerci degli altri cittadini e anche questi dati vanno letti in
    maniera molto serena. In questa Regione, come ricordava molto
    correttamente Rita Pareschi nel suo intervento, si sono fatte scelte
    politiche a suo tempo relativamente all'assimilazione dei rifiuti,
    che fa sì che la produzione procapite aumenta, perché una quota di
    quello che in altre regioni sono registrati come rifiuti speciali,
    da noi sono registrati rifiuti urbani. Anche su questo c'è un
    dibattito a livello nazionale molto ampio, che è opportuno che in
    questa Regione facciamo in maniera approfondita e con molta
    attenzione, perché ritengo che il sistema dell'assimilazione sia un
    sistema che è stato e che è tuttora positivo in termini generali.
    Innanzitutto perché significa sottoporre a maggior controllo
    quantità importanti di rifiuti, perché è noto a tutti che i rifiuti
    speciali sono trattati in un libero mercato che spesso vede tra i
    protagonosti più importanti la malavita organizzata, come ci
    raccontano i puntuali report annuali di Legambiente, o come ci
    raccontano le cronache giudiziare rispetto all'attività della
    magistratura o dei NOE. Da questo punto di vista questa Regione, che
    pare essere secondo questi rapporti una delle meno coinvolte nei
    traffici di rifiuti che vedono coinvolta la malavita organizzata, si
    è dotata di uno strumento importante, un maggior controllo anche
    attraverso l'assimilazione dei rifiuti. Ma in secondo luogo, dico
    citando nostri interlocutori, rappresentati delle associazioni di
    imprese, la assimilazione di rifiuti può rappresentare un fattore
    competitivo per le imprese stesse, perché spesso piccole e medie
    imprese, piccole in particolare o imprese artigiane, si ritrovano a
    non dovere espletare la burocrazia che attiene alla gestione dei
    rifiuti, in termini di formulari, bolle, registri e quant'altro, e
    si trovano a pagare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ad un
    costo, perchè come è noto la tariffa dei rifiuti copre i costi, non
    c'è utile di impresa nel piano finanziario con cui si costruiscono
    le tariffe, rispetto a un servizio, che se dovessero comprare nel
    libero mercato ovviamente non sarebbe al costo, ma prevederebbe un
    margine di impresa. Quindi questo è un aspetto che inviterei a
    12
    considerare molto attentamente, perché poi ha anche una valenza dal
    punto di vista ambientale, perché se consideriamo che la raccolta
    differenziata la si fa anche su quei rifiuti, allora vediamo che
    possiamo intercettare maggiori quantitativi da avviare al
    riciclaggio.
    L' approccio di Confservizi è che si debba proseguire su questa
    strada, quindi una gestione industriale dei rifiuti, che ovviamente
    non può che discendere da quelle che sono le pianificazioni
    provinciali o di ambito che dir si voglia. Questa Regione ha una
    tradizione nell'ambito della pianificazione, gli impianti piuttosto
    che i servizi sono realizzati ed organizzati in attuazione di tale
    pianificazione e riteniamo che la pianificazione possa e debba
    essere uno strumento utile. All'interno della pianificazione ci
    devono stare anche gli strumenti per raggiungere gli obiettivi di
    raccolta differeniata che questo paese si è voluto dare in termini
    anche molto ambiziosi. Ritengo quindi che all'interno di quei piani
    vada svolta la discussione su come organizzare i servizi, quale
    modalità di servizi e quali impianti sono necessari. Penso che sia
    corretto da un lato lavorare molto sulla comunità locale perchè ci
    possano essere aspetti politici, culturali e sociali che favoriscono
    questi obiettivi, ma dall'altro, siccome poi tutta la organizzazione
    del servizio comporta degli impatti sulle tariffe, si facciano anche
    dei ragionamenti su scala più ampia in maniera tale da avere il
    migliore rapporto costi-benefici. Io vengo da una realtà, mi
    permetto di fare questo rapido esempio, nella quale opero come
    azienda che è quella del territorio di Ravenna, Cervia e della bassa
    Romagna, che riguarda un po' meno di 300 mila abitanti, quindi di
    dimensioni non rilevanti, ma ci sono varie peculiarità che oviamente
    richiedono un approccio differente in una organizzazione di servizi.
    Da Cervia, città turistica, che nel mese di gennaio produce meno
    della metà dei rifiuti rispetto al mese di agosto, a una realtà
    metropolitana come Ravenna, con un distretto chimico, con un porto,
    a una realtà prevalentemente rurale come più essere la bassa
    Romagna. Quindi nel nostro caso, assieme all'ATO piuttosto che alla
    provincia si pianifica l'organizzazione dei servizi proprio
    nell'ottica del miglior rapporto costi-benefici. Con un obiettivo, e
    su questo mi piacerebbe che ci potessimo misurare come sistema
    emiliano-romagnolo, con le aziende che Confservizi rappresenta si
    ritiene di far parte a pieno diritto di un sistema qual è quello di
    questa Regione, con vari soggetti, quello di perseguire nel minor
    tempo possibile l'obiettivo discarica zero, recuperare quanto più
    possibile i rifiuti, o sottoforma di energia o di materiali anche
    quei rifiuti, come lo spazzamento stradale, piuttosto che le scorie
    degli inceneritori, che tradizionalmente si pensa non siano
    recuperabili. Si possono recuperare anche questi. Quindi sarebbe
    importante aumentare l'apporto anche di questo progetto di legge,
    andando verso il superamento del ricorso della discarica, obiettivo
    ambientale molto
    ambizioso, ma anche molto importante da attuare in base alla
    Direttiva Europea.
    Chiudo con un'ultimissima considerazione, contenuta nel progetto di
    legge: siccome si parla, nella parte di relazione introduttiva,
    degli impianti di selezione e separazione, previsti dalle
    pianificazioni delle varie provincie, si tenga conto che questi,
    seppure in misura minore di altri, sono funzionali anche a due
    importanti obiettivi: al riciclaggio, perché spesso i rifiuti
    raccolti in maniera più o meno differenziata attraverso questi
    impianti possono comportare ulteriori quantitativi da avviare al
    riciclaggio, e in secondo luogo consentono di ridurre i rifiuti
    biodegradabili da smaltire nelle discariche, anche questo obiettivo
    13
    datoci dall'Unione Europea e recepito con la legge del 2003 ed in
    Italia obiettivo non di secondaria importanza, soprattutto sotto il
    profilo ambientale e sotto il profilo degli obiettivi del Protocollo
    di Kyoto. Grazie.
    MUZZARELLI GIAN CARLO: Grazie. La parola va a Roberto Poli, Sindaco
    di Casalfiumanese. Vi chiedo però di contenere la durata degli
    interventi intorno ai 10 minuti, in modo da organizzare i lavori
    considerato che sono ancora tante le richieste.
    POLI ROBERTO: Buongiorno Presidente. Noi abbiamo fatto una prima
    valutazione di questa proposta di legge come 10 sindaci del nuovo
    Circondario imolese, e anche in un confronto con il nostro consorzio
    Conami e con la società operativa territoriale HERA di Imola-Faenza.
    Ci pare brevemente di poter dire che questo progetto non può essere
    considerato un atto di semplice adeguamento del tributo, dopo 8 anni
    della sua prima fissazione, poiché incide profondamente sulle
    politiche messe in atto dagli enti locali in materia di gestione dei
    rifiuti. Si deve infatti rilevare che le amministrazioni più
    virtuose che hanno realizzato in proprio o attraverso società
    controllate, come nel nostro caso, un impianto utile a limitare
    l'impatto ambientale e discariche in coerenza con le vigenti
    normative comunitarie e nazionali, nel caso che questo progetto
    venisse trasformato in legge non ne trarrebbero, pare, almeno da
    questa valutazione, dei vantaggi. Già l'effetto della delibera della
    Giunta Regionale n. 2318 del 29 dicembre 2005 è stato consistente,
    pur non essendo stato ancora totalmente assorbito il tema
    tariffario, questa nuova impostazione renderebbe pesante l'impatto
    sui cittadini senza rendere loro visibili concreti cambiamenti sulla
    qualità del servizio loro fornito. Il tributo speciale applicato ai
    rifiuti separati e biostabilizzati, dopo un primo incremento da 2,06
    a 10,33 euro a tonnellata del 2006 passerebbe nel 2009, questo dice
    l'art. 3, se applicassimo il tributo proposto, a 18,08 euro a
    tonnellata. Per fare un esempio concreto, nell'ambito territoriale
    servito dalla SOT Imola-Faenza, se fosse applicato il tributo nella
    nuova misura alle produzioni di rifiuti urbani consuntivate nel
    2007, le incidenze delle 3 diverse aliquote 2,06, 10,33, 18,08 sui
    ricavi da tariffa di igiene urbana sarebbero rispettivamente state
    dello 0,5, è del 2,06 e diventerebbe del 4,5 %. E' evidente che
    sarebbe un aggravio consistente e potrebbe sottendere a un profondo
    cambiamento di indirizzo delle politiche di gestione dei rifiuti
    prodotti nel territorio regionale. E quindi da questo punto di vista
    saluto con positività il fatto che il Consigliere Borghi dica che
    c'è ancora un percorso da fare, un confronto, perché per noi, come
    si capisce, la questione non è così irrilevante.
    Gli impianti che verrebbero principalmente interessati dal
    provvedimento sono quelli che provvedono a un corretto
    pretrattamento della quota parte dei rifiuti urbani destinati a
    discarica, in coerenza con la specifica direttiva comunitaria che
    non ha ancora trovato applicazione sul territorio nazionale a causa
    di tanti rinvii. E quindi occore tenere in debito conto i
    radicamento molto forte sul territorio regionale della rete di
    impianti di tale tipologia, come quello nostro appunto, che hanno
    significato per il territorio un virtuoso esempio di integrazione
    con le attività di raccolta differenziata, che hanno entrambe
    contribuito a destinare al recupero quantitativi significativi di
    rifiuti, diversamente avviati allo smaltimento. Sulla raccolta
    differenziata il nostro dato è in sensibile aumento, in ragione
    anche del fatto che negli ultimi due anni sono state inaugurate
    parecchie nuove stazioni ecologiche. Ad esempio nel mio comune,
    14
    siamo passati in 9 mesi dal 16% al 38%, perché è partita una nuova
    stazione ecologica. Penso che con un'insistente opera di
    informazione ai cittadini questo dato possa ancora
    significativamente migliorare. Un'imposta onerosa come quella di 18
    euro a tonnellata per i rifiuti derivanti dal trattamento dei
    rifiuti urbani, laddove conferiti in discariche situate all'interno
    dell'ATO di produzione del rifiuto urbano stesso, produce un
    effetto, come quello sopra citato, e può essere anche in
    contraddizione con la disposizione contenuta nell'art. 3 comma 40,
    della legge 549 del '95, laddove viene prevista un'imposta edittale
    per le matrici di origine e a ricorrere dai presupposti previsti
    dalla legislatura statale con un'imposta ridotta al 20% rispetto a
    quella applicata ai rifiuti speciali smaltiti in discarica o
    inceneriti senza recupero energetico.
    Ci tenevo poi anche a sottolineare il fatto che c'è un ulteriore
    tributo, ancora consistentemente oneroso, pari a 25,82 euro a
    tonnellata in presenza di analoghe effrazioni rispetto a quelle
    sovvenzionate laddove però la discarica presso cui viene smaltito lo
    scarto insiste in un ATO diverso da quello di produzione del rifiuto
    urbano all'ingresso dell'impianto. Allora qui c'è tutta una
    discussione sul riordino degli ATO e anche questo è un tema di
    questi giorni. Tale previsione che risponde all'obiettivo di
    disincentivare l'importazione rifiuti e prodotti extra ATO può far
    vedere di non tener conto della spinta sempre più forte verso
    gestioni di più ampio respiro territoriale e dimensionale cagionando
    l'effetto ambientalmente assai più impattante di motliplicare la
    filiera impiantistica per ogni singolo ATO e non di limitarne il
    numero ad impianti con maggiori capacità produttive e pertanto con
    vocazione almeno sovraprovinciale. Si pensi al nostro CONAMI di cui
    fanno parte tre provincie, Bologna, Ravenna e Firenze con tre
    comuni.
    Il timore è che questi costi si scarichino sulla tariffa applicata
    ai cittadini, in particolare per i territori serviti da discarica e
    non da termovalorizzatori, per cui staremo in questo percorso in
    quanto teniamo molto ad un confronto. Naturalmente auspichiamo anche
    che condividendo gli obiettivi nella ricerca di un ulteriore aumento
    della raccolta differenziata e di diminuzione della produzione dei
    rifiuti si possano trovare soluzioni sostenibili anche dal
    territorio del nuovo Circondario imolese.
    MUZZARELLI GIAN CARLO: Grazie. La parola va a Gino Passarini,
    Sindaco del Comune di Monte San Pietro di Bologna. Si prepari Franco
    Di Giangirolamo, Presidente dell'Auser Emilia-Romagna.
    GINO PASSERINI: Grazie Presidente. Sono il Sindaco di Monte San
    Pietro, un Comune di 11.000 abitanti della Provincia di Bologna, che
    in un anno è passato dal 23% di raccolta differenziata organizzata,
    con un sistema misto a cassonetti, all'80% con un sistema di
    domiciliarizzazione spinta. Rappresento in questa sede anche la
    collega Marilena Fabbri del Comune di Sasso Marconi, quel Comune
    insieme ai Comuni di Crespellano e di Monteveglio, ha attuato nella
    Provincia di Bologna - siamo un bacino di 50 mila abitanti - un
    sistema appunto di raccolta con domiciliarizzazione spinta che ha
    prodotto i risultati che dicevo.
    Io credo sia molto importante il progetto di legge che ci troviamo a
    discutere oggi perché individua concretamente le finalità, ridurre i
    rifiuti, riciclare di più, smaltire di meno, ma individua anche il
    ruolo degli enti locali come ruolo essenziale nella costruzione di
    sistemi che all'interno della comunità, producendo partecipazione,
    possono produrre risultati degni dei livelli europei e soprattutto
    15
    con una visione del futuro importante. Io ho sentito alcuni
    richiami, alcune parole chiave che sposo in pieno. Parlava la
    rappresentante della Cooperazione e del Tavolo dell'Imprenditoria di
    flessibilità dei modelli, questo è sicuramente un concetto
    essenziale, perchè ciascuna realtà non è identica come
    organizzazione della città, come modello anche sociale. E poi
    sentivo dal relatore Borghi un richiamo alla laicità, altro fattore
    essenziale, quindi non sposiamo un modello pittosto che un altro.
    Credo però che dobbiamo concentrarci sui risultati che uno o un
    altro modello possono comportare, in termini di due parametri
    fondamentali: la percentuale di raccolta differenziata prodotta e la
    quota di diminuzione dei rifiuti. Allora, senza sposare nessun
    modello ci sono modelli di raccolta a cassonetti misti, che si
    pongono obiettivi assolutamente modesti di raccolta del 50% di
    differenziata e nemmeno in linea con gli obiettivi della
    legislazione italiana, - ed è un paradosso che le multiutility
    dell'Emilia-Romagna propongano modelli nemmeno in grado di portarci
    a raggiungere gli obiettivi previsti per il 2012 - e poi ci sono
    altri modelli, sistemi di modelli, combinabili nella maniera più
    flessibile quanto si vuole che raggiungono l'80% di raccolta
    differenziata e un sistema di grosso calo di produzione dei rifiuti.
    Allora io credo che non dobbiamo innarmorarci di nessun modello, ma
    quando andiamo, come Regione Emilia-Romagna a prevedere
    un'incentivazione, dobbiamo concentrarci sui risultati prodotti.
    Credo che tanto più debba essere l'incentivazione
    dell'Emilia-Romagna, quanto più sono i risultati prodotti. Quindi
    credo debba essere finanziato di meno un sistema di raccolta
    differenziata, che comporta il raggiungimento del 40%, rispetto ad
    un sistema di raccolta differenziata che ne produce l'80%.
    Nella relazione che accompagna il progetto di legge ci sono i limiti
    della pur discreta situazione di partenza della nostra Regione
    Emilia-Romagna, laddove si ricorda che, per esempio, soltanto circa
    il 50% del materiale raccolto, in maniera presuntivamente
    differenziata nei cassonetti, viene poi condotto al riciclo, l'altra
    metà va condotta allo smaltimento. Che cosa finanziare? Abbiamo
    diverse opportunità. Possiamo decidere di finanziare soprattutto gli
    impianti, sposando una logica vetero-industrialistica, di cui oggi
    il rappresentante della Confservizi ha dato lungo esempio, credo, ma
    d'altra parte ciascuno di noi, democraticamente, fa lobbyng, quindi
    il confronto si fa proprio per questo, oppure possiamo pensare di
    finanziare il sistema e l'organizzazione dei servizi piuttosto che i
    grandi impianti. E' frutto di una politica intelligente della
    Regione Emilia-Romagna aver fatto sì che in ciascuna provincia
    sostanzialmente vi sia un impianto di termovalorizzazione, è
    importante, è stata una scelta giusta, fondamentale. Ora però a
    fronte del fatto che stanno per esplodere in Emilia-Romagna le
    discariche in quanto prossime all'esaurimento, dobbiamo capire se la
    prospettiva che politicamente ci vogliamo dare è quella di
    moltiplicare i termovalorizzatori o inceneritori, che dir si voglia,
    oppure mettere in campo sistemi di raccolta che producano appunto la
    più alta raccolta possibile in maniera differenziata.
    Quindi io credo che occorra davvero un cambio di paradigma, che
    soprattutto come classe politica dobbiamo spostarci dal cono d'ombra
    del camino degli inceneritori, per vedere se siamo in grado in
    questa comunità emiliano-romagnola di attuare le buone pratiche che
    nel resto d'Europa sono realizzate, ma non è necessario che andiamo
    a guardare Amsterdam piuttosto che Amburgo, io vi dico c'è una
    realtà in provincia di Bologna di 50.000 abitanti che ha raggiunto
    l'80% con piena soddisfazione della popolazione locale, senza alcun
    aumento di costi di tariffa. Allora prendiamo a riferimento tutti i
    16
    modelli che vogliamo ma poniamoci laicamente e scientificamente a
    confrontarne i risultati.
    Il richiamo della laicità per me è anche un richiamo di natura
    politica. Come Sindaco io faccio parte di un'Amministrazione di
    centro-sinistra, sono stato eletto nelle liste del Partito
    Democratico, credo che laicità però significa confrontarsi anche con
    il resto del nord Italia, dove numerose Amministrazioni,
    amministrate anche da maggioranze di cultura politica diversa, hanno
    trovato nella domiciliarizzazione spinta motivo di soluzione dei
    problemi della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.
    Poi c'è un tema di costi, che credo vada affrontato anche ponendosi
    un tema di concorrenza e di competizione positiva. In modo che ci
    sia tra gli enti locali una gara virtuosa per ottenere i migliori
    risultati, ma ci sia anche tra le aziende del settore una gara
    virtuosa per raggiungere il miglior rapporto qualità-costi. Allora
    io devo dire, come Amministratore di un Comune della Provincia di
    Bologna, forse andrebbe ripensata l'anomalia della Provincia
    Bolognese per cui noi abbiamo di fatto costruito un monopolio alla
    nostra azienda multiutility e ciò determina numerose problematiche
    proprio nei termini della definizione dei costi dei sistemi. Credo
    quindi che una visione laica debba riguardare sia i modelli di
    raccolta e smaltimento, sia la possibilità di dotarsi delle aziende
    a cui affidare il servizio che meglio possono offrire un rapporto
    qualità-prezzo.
    Condivido l'idea che bisogna individuare dei criteri. Diceva prima
    il rappresentante delle organizzazioni sindacali i criteri di
    sostenibilità non sono soltanto di natura ambientale, ma sono anche
    di natura sociale e di natura economica. Credo appunto che questo
    chiami maggiormente in causa le comunità locali che, laddove
    opportunamente sensibilizzate, hanno dato prova di una visione
    davvero aperta alle modalità partecipative che richiedono qualche
    impegno in più in capo ai singoli cittadini, ma che producono
    risultati che fino ad oggi non sono stati eguagliati da nessun altro
    sistema che non sia quello della raccolta differenziata domiciliata
    spinta. Grazie.
    MUZZARELLI GIAN CARLO: la parola a Franco Di Giangirolamo. Si
    prepari Ermanno Barni di ENEA.
    DI GIANGIROLAMO FRANCO: Grazie Presidente. Poche parole
    proporzionali alla dimensione della nostra Associazione, che si
    occupa dei temi all'ordine del giorno sostanzialmente attraverso due
    azioni: la gestione di una cinquantina di stazioni ecologiche e
    un'attività abbastanza intensa, naturalmene in rapporto con gli enti
    locali, e con le aziende energetico-ambientali, di educazione
    ambientale. Aggiungo come informazione, sempre per brevità, che
    abbiamo la fortuna di operare nell'arco che va da Parma a Bologna,
    in rapporto convenzionale con gli enti locali, e con le aziende
    energetico-ambientali competenti per territorio e la fortuna è che
    questa combinazione di partecipazione dal basso, diciamo così, e di
    rapporto con gli enti locali, ci consente di operare in quegli
    ambiti in cui la percentuale di raccolta differenziata è maggiore e
    questi dati non sono sicuramente casuali. La nostra associazione ha
    nella propria missione la salvaguardia dei beni comuni ed è per
    questo che abbiamo chiesto di intervenire come stekolders anche in
    questa Udienza Conoscitiva.
    Dirò pochissime cose, che abbiamo già in qualche modo espresso
    quando abbiamo avanzato le osservazioni al Piano d'Azione Ambientale
    della Regione Emilia-Romagna. La prima è che noi diamo un
    grandissimo valore al fatto che si possa operare con un modello di
    17
    sussidarietà orizzontale vero, ovvero in cui il cittadino partecipa
    non solo per realizzare un'attività puramente subordinata in
    rapporto con gli enti locali e con le aziende energetico-ambientali,
    ma anche maturando a livello dei singoli territori quelle che
    possono essere le proposte concrete che vengono dall'esperienza
    concreta di chi opera naturalmente con passione, direi innanzitutto,
    prima ancora che con consapevolezza, su questa tematica.
    Credo che il valore aggiunto dell'attività di partecipazione, del
    volontariato - noi siamo una associazione sia di volontariato che di
    promozione sociale - sia un elemento difficilmente acquistabile sul
    mercato, che di per sé ha un ruolo abbastanza importante e lo si
    direbbe anche dai numeri, per chi li volesse andare a vedere. Quindi
    noi agiamo all'interno di questa responsabilità sociale per cui la
    proposta di legge ci convince, noi non siamo in grado di entrare
    naturalmente nel problema dell'art. 3, è una tematica troppo
    complessa per le nostre forze, ma gli obiettivi che vengono posti
    fin lì, diciamo nella parte dei primi due articoli, li condividiamo
    completamente, avendoli anche in qualche modo sollecitati nelle
    osservazioni che abbiamo fatto al Piano. Crediamo che la questione
    fondamentale sia quella che veniva già sollevata anche dalle
    organizzazione sindacali, ovvero sia che i progetti che devono
    essere sostenuti siano quelli che naturalmente hanno l'ambizioso
    obiettivo di tener conto della sostenibilità ambientale, sociale ed
    economica. Noi riteniamo che il rapporto con i cittadini sia
    fondamentale, è un punto decisivo. E' un punto al quale teniamo
    molto, non solo perché il nostro radicamento è esclusivamente
    territoriale, ma anche perché il rapporto con i cittadini consente
    di fare quella operazione, di cui parlava il Sindaco intervenuto per
    ultimo, di mettere a confronto le esperienze. Se noi riteniamo che
    le esperienze messe a confronto ci consentono anche di scegliere i
    modelli migliori per poter operare, questo naturalmente aumenta le
    ambizioni e la capacità di trasmissione di saperi, specialmente nel
    campo dell'educazione ambientale e soprattutto nel campo delle
    azioni concrete che poi vengono sviluppate a livello del territorio.
    Noi abbiamo proposto, e vado a chiudere rapidamente, alla Regione
    Emilia-Romagna altre 100 stazioni ecologiche, che abbiamo chiamato
    stazioni ecologiche-ecocentri, per dare in qualche modo
    un'indicazione: non c'è soltanto il problema della raccolta
    differenziata, ma che le stazioni ecologiche possono anche diventare
    punti di incontro in cui si sviluppa l'educazione ambientale, dove
    possono andare le scolaresche, dove si possano fare iniziative
    ambientali. Non noi naturalmente, tutta la rete, di coloro che fanno
    parte di reti ambientaliste, di cittadini, di qualunque tipo, che
    possano fare un'attività rivolta agli obiettivi fondamentali citati,
    che sono quelli della riduzione dei rifiuti e della raccolta
    differenziata. E noi aggiungiamo un tema, che scompare un po' perché
    non è facile da trattare anche da un punto di vista giuridico, cioè
    quello che veniva sollevato dalla rappresentante Legacoop, ma che
    noi chiamiamo diversamente: riuso. Si sviluppano delle forme di
    riuso, che sono molto importanti all'interno delle stazioni
    ecologiche e che vanno normate. Noi abbiamo chiesto su questo un
    intervento dell'Assessore. Il riuso non è soltanto riduzione dei
    rifiuti che vanno in discarica, è molto di più. Il riuso è il
    recupero del rapporto con gli oggetti, per una loro non
    svalorizzazione, è una lotta per il valore d'uso, contro il valore
    di scambio. E' una questione molto delicata anche se apparentemente
    incide pochissimo nella riduzione dei rifiuti, come è ovvio. Però
    questo è un fatto culturale di grandissima importanza. Noi abbiamo
    chiesto che venga normato, perché oggi ci sono norme che ovviamente
    lo regolano in maniera ferrea, perchè abbiamo a che fare con le
    18
    ecomafie, ma è importante che sul riuso noi possiamo lavorare. Non
    sarebbe male una citazione di qualche tipo, anche all'interno del
    progetto di legge che si sta discutendo.
    Naturalmente all'interno della nostra strategia tentiamo di portare
    avanti anche un discorso sulla riduzione dei rifiuti, dal punto di
    vista della produzione noi non siamo in grado, in quanto
    interveniamo in un segmento specificissimo del ciclo dei rifiuti, ma
    anche sugli stili di vita. Noi cerchiamo di lavorare al nostro
    interno con i nostri 10.500 volontari e 30.000 soci per fare in modo
    che sugli stili di vita riusciamo anche a introdurre il tema della
    riduzione dei rifiuti. Questo può sembrare un lavoro forse minimale,
    forse un po' troppo da formichine fa però il paio con la questione
    che veniva sollevata dal Sindaco, cioè non diamo del problema
    rifiuti una versione troppo tecnicistica e troppo da grande impresa.
    Diciamoci la verità, in 'Emilia-Romagna dove si è formata una quadra
    vera tra enti locali, aziende igienico-ambientali e associazioni,
    non solo noi naturalmente, per carità, ma l'associazionismo più in
    generale, il terzo settore, lì paradossalmente la quota della
    raccolta differenziata è molto più elevata rispetto a laddove invece
    si vagheggia di un industrialismo che forse ha fatto anche la sua
    epoca. Per noi l'infrastruttura leggera, che è anche una
    infrastruttura culturale, è forse da considerare un pochino di più.
    Grazie.
    MUZZARELLI GIAN CARLO: la parola a Ermanno Barni. Si prepari Marina
    Foschi.
    BARNI ERMANNO: Grazie Presidente, voglio ringraziarla anche a nome
    del mio ente per l'invito. La cosa personalmente è stata piuttosto
    gradita perché, normalmente, nella mia attività di rifiutologo di
    ENEA, che svolgo ormai da più di 16 anni, mi trovo di norma in
    situazioni ben diverse da questa. Verrà il giorno in cui mi troverò
    in un paese normale dove ci sia il 40% di raccolta differenziata e
    si comincia a discutere di come andare avanti. Vi ricordo che gran
    parte del nostro paese non si trova ancora in una situazione come
    questa. Quindi c'è poco da inventare delle cose più avanzate per
    poter raggiungere quegli ambiziosi obiettivi di cui stiamo parlando
    oggi.
    Voglio dire che ho apprezzato la chiarezza del progetto di legge,
    anche per quello che concerne la parte introduttiva dove ho notato,
    con sconforto, la conferma di un fenomeno che non esito a definire
    preoccupante e cioè viene sottolineato come a livello regionale, ma
    è un fenomeno che accade dovunque, persino nella stessa Unione
    Europea, la quantità di rifiuti procapite prodotti continua ad
    aumentare in maniera slegata rispetto all'aumento del pil nel
    consumo delle famiglie. E' da più di 10 anni ormai che è stata
    lanciata questa logica, questa sfida di sganciare la produzione di
    rifiuti dal pil. Solo che quando questo si è fatto e lo si continua
    a fare, si pensa al fenomeno inverso e cioè si pensa ad un pil che
    aumenti senza che questo porti necessariamente a un aumento della
    produzione rifiuti. Il fenomeno è assolutamente inverso. Addirittura
    è coglibile uno sganciamento dal pil ma nella direzione opposta
    rispetto a quella auspicabile.
    Nel merito del progetto, dal mio punto di vista, i punti salienti
    sono due: l'aumento dal 20 al 40% della quota destinata ad
    interventi in materia ambientale e alcuni dettagli sulla
    riarticolazione dell'ecotassa.
    Rispetto al primo argomento è evidente che il passaggio dal 20 al
    40% sia indiscutibilmente una misura positiva. Di quanto viene
    raccolto con l'ecotassa finalmente una quota ben più significativa
    19
    va ad interventi che in qualche maniera possano essere indirizzati a
    migliorare ulteriormente la situazione relativa alla prevenzione,
    alla raccolta differenziata e al riciclaggio e quindi alla
    minimizzazione di quanto smaltito in discarica.
    Da questo punto di vista, naturalmente noi come ente, che siamo
    presenti in maniera piuttosto significativa in questa parte del
    territorio nazionale, ci proponiamo, sia per quello che riguarda gli
    interventi in sé, sia per quello che riguarda eventuali supporti
    alla Regione qualora ritenesse necessario utilizzare le nostre
    competenze che chiaramente non riguardano semplicemente la questione
    rifiuti, anche se lì alcune cose dette nell'introduzione
    sull'etichettatura mi hanno fatto scattare alcune molle rispetto ad
    alcuni tipi di etichettature innovative che stiamo sviluppando in
    ENEA, ma soprattutto il nostro ente è abbastanza attivo per quello
    che riguarda l'innovazione nei processi di recupero e riciclaggio e
    la questione delle bonifiche e dei recuperi ambientali.
    Per quanto invece riguarda l'articolazione dell'ecotassa,
    sostanzialmente non verrebbe variata se non per quello che riguarda
    il fatto di portare all'aliquota massima ciò che prima invece godeva
    di una situazione di tassa intermedia. E mi riferisco chiaramente a
    quello che già è stato citato, che riguarda gli scarti derivanti dai
    processi di trattamento meccanico-biologico. Nella sua trasparenza
    di produzione poneva l'accento su questa esigenza da parte del
    legislatore, o almeno del proponente, di dire, vabbè io non devo
    fare in modo che sia premiato il discorso del far passare i rifiuti
    attraverso un vaglio, è un processo di stabilizzazione, si tratta di
    rifiuti urbani. Tuttavia, questa posizione che pure ha la sua
    logica, è chiaro che qualche perplessità francamente suscita. Dice
    va bene, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di aumentare l'ecotassa
    sullo smaltimento in discarica dei rifiuti e di portarla da 18 euro
    a 25. Se ne può discutere ma è un intervento che ha una logica, cioè
    andare a colpire ulteriormente ciò che oggi dovrebbe essere ancor
    più residuale ossia lo smaltimento in discarica. Lascio perdere
    l'incenerimento senza recupero energetico di ciò che viene prodotto
    senza alcun trattamento. Questa equiparazione al rifiuto tal quale,
    smaltito direttamente in discarica di ciò che residua da un impianto
    di trattamento meccanico-biologico, francamente mi lascia perplesso,
    a fronte del fatto che un rifiuto speciale, in quanto semplicemente
    speciale, invece, subisce una ecotassa di 10 euro anche se viene
    smaltito in discarica direttamente. E' chiaro che la mia non è una
    critica, è semplicemente una cosa che mi ha colpito perchè
    chiaramente intuisco la delicatezza dell'andare a equilibrare le
    varie aliquote ed ecotassa rispetto alle varie tipologie di rifiuti
    che possono finire in discarica.
    Mi viene anche spontaneo, non sono un politico e non sono
    soprattutto un amministratore, quindi posso approcciare le cose da
    un punto di vista più generale, se volete ideologico, mi viene in
    mente che magari una scalatura della ecotassa sulle varie tipologie
    dovrebbe rispettare il criterio dell'impatto potenzialmente atteso
    da quella tipologia dal momento in cui viene smaltito in discarica.
    E in questo senso mi viene da immaginare che una scala a virtuosità
    crescente dovrebbe essere quella che parte dallo smaltimento in
    discarica del tal quale, passa attraverso lo smaltimento in
    discarica di scarti di trattamento meccanico-biologico tra cui la
    frazione organica stabilizzata, che in termini di impatto ambientale
    non è certo un tal quale, per finire poi a quelli che sono i residui
    dalle operazioni di valorizzazione di quanto raccolto in modo
    differenziato, che è vero che sono rifiuti che sarebbe bene non
    adassero in discarica, ma è pure vero che sono i sottoprodotti di
    20
    una operazione a monte di per sè virtuosa, come la raccolta
    differenziata stessa. Grazie per l'attenzione.
    MUZZARELLI GIAN CARLO: Grazie. Allora, Marina Foschi, Presidente
    Regionale di Italia Nostra e poi l'ultimo intervento della Dott.ssa
    Margherita Bologna, giornalista scientifica rappresentate
    dell'associazione Riccione per l'energia pulita.
    FOSCHI MARINA: La ringrazio per la possibilità di audizione in
    questa seduta. Naturalmente Italia Nostra è favorevole a questa
    proposta di legge, che va nella direzione di aumentare la raccolta
    differenziata e soprattutto quella porta a porta. Noi siamo per
    questa ultima scelta e mi sembra che anche molti degli interventi,
    soprattutto di amministratori e di chi segue da vicino la raccolta
    differenziata, cioè delle realtà locali, si siano resi conto che,
    oltre a non essere più onerosa, questa forma di raccolta raggiunge
    uno degli obiettivi principali, che è quello di produrre meno
    rifiuti e predisporre meglio la quantità di questi, che possono
    essere riutilizzati.
    Nella proposta di legge c'è però un aspetto sul quale credo valga la
    pena porre l'accento, ed è quello dell'incenerimento. Comunque si
    parla di incenerimento virtuoso quando è finalizzato alla maggiore
    produzione energetica. Su questo aspetto credo che si possa ancora
    aprire un dibattito. Qualcosa è stato accennato anche prima, noi
    abbiamo una prospettva di altri 130 inceneritori previsti, crediamo
    che siamo arrivati a un punto di saturazione dei fumi nell'aria.
    Crediamo che lo scotto che paghiamo per queste operazioni sia ancora
    più pesante in prospettiva di quello dello stoccaggio dei rifiuti.
    Pensiamo che dobbiamo ragionare e guardare anche a prospettive
    alternative. Vorrei segnalare alcuni elementi. E' stato indicato
    come positivo in Italia l'esempio di Brescia, uno degli inceneritori
    a maggiore produzione e più sicuri come tecnologie. Ci rendiamo
    conto che in questo caso, come del resto già avviene in
    Emilia-Romagna, c'è un riciclaggio, una produzione di rifiuti che
    vengono riciclati in qualche modo e riutilizzati, che arriva al 50%
    corrispondente alla raccolta differenziata. Però già una parte di
    questa raccolta non sempre viene poi riutilizzata in pieno. La parte
    anche di raccolta differenziata, riferita in particolare alle
    plastiche, viene poi utilizzata in parte anche per l'incenerimento
    perché senza queste non sarebbero economicamente produttive le forme
    di recupero energetico che vengono fatte nelle centrali a calore.
    Esistono forme invece, di trattamento dei rifiuti a freddo, che
    possono essere applicate senza creare questo tipo di problemi e
    naturalmente non buttandoli in discarica, ma riutilizzandone la
    maggior parte. Un esempio attivo in questo senso è quello utilizzato
    a Genova e appoggiato anche dalla nostra associazione. E' un sistema
    che vale per una grande città, anche a dimostrare che il recupero
    porta a porta è possibile anche in queste realtà e ha studiato forme
    di riutilizzazione di tutte le parti che vengono divise nella
    raccolta.
    Tra l'altro la Direttiva del Parlamento Europeo di giugno, che è
    stata più volte citata questa mattina, fa sì riferimento anche a
    questa possibilità, però alla lettera parla del riutilizzo e di
    riciclo, che deve essere preferito alla valorizzazione energetica in
    quanto rappresenta la migliore scelta dal punto di vista della
    tutela dell'ambiente e della salute. Questa mi sembra già una
    indicazione europea molto forte.
    Poi, il secondo punto è che le priorità vedono al primo posto la
    prevenzione e al secondo la progettazione, come è stato detto per il
    riutilizzo, al terzo il riciclo, ma solo infine il recupero in forme
    21
    diverse dal riciclo e non è detto che questo debba essere
    l'incenerimento. L'incenerimento infatti può essere considerata una
    forma di recupero solo per impianti ad alta efficienza energetica, e
    per di più non si deve promuovere l'incenerimento di materiali
    riciclabili. Grazie.
    MUZZARELLI GIAN CARLO: Bene, passiamo all'ultimo intervento, se non
    ci sono altri, prima delle riflessioni conclusive.
    BOLOGNA MARGHERITA: Salve, rappresento un'associazione cittadina e
    faccio la giornalista scientifica. A Rimini tutti gli anni c'è
    Ecomondo: Fiera Internazionale del recupero di materia ed energia e
    dello sviluppo sostenibile, dove ci sono un sacco di tecnologie che
    io mi sono presa la briga di andare a visitare per me e per tutti i
    cittadini di Riccione e della provincia di Rimini che rappresento.
    Faccio un intervento sulla falsa riga della collegha che mi ha
    preceduto, però se permettete ancora più esplicito. Farò le proposte
    ma prima voglio fare un attimo una critica a questa proposta di
    legge, che ha un attacco che parla di riduzione di rifiuti e poi da
    questo slitta sul piano della raccolta differenziata. Questi sono
    due piani ben differenti. Allora, quando si parla di riduzione dei
    rifiuti bisogna fare delle azioni per la riduzione dei rifiuti. Io
    sono stata ricevuta l'altro giorno dal Dott. Bortone
    dell'assessorato Ambiente della Regione Emilia-Romagna e gli ho
    presentato una proposta di delibera che noi portiamo avanti a
    livello comunale in provincia di Rimini,.
    Poi c'è un errore secondo me abbastanza grosso, dove si dice in
    alto: Questa tendenza rappresenta un forte elemento di criticità. A
    livello europeo e nazionale le azioni per la prevenzione, la
    riduzione della produzione parla di livello europeo poi sotto
    elenca tutte queste azioni, - tra l'altro per prima andrebbe secondo
    me quella della responsabilizzazione dei produttori e applicazione
    di un sistema di tariffa puntuale , perché darebbe subito un grosso
    incentivo a tutto questo sistema - poi dice: buona parte di queste
    azioni devono essere parte di processi di cambiamento che devono
    essere realizzati su scala comunale . Allora cominciamo a
    individuare questi tre piani. I piani sono a livello nazionale, a
    livello regionale, a livello comunale. Teniamoli interlacciati tra
    loro e in relazione. Per questo io sono andata a presentare questa
    proposta a Bortone e si può interventire a vari ambiti. Sono qui per
    fare anche un appello affinché la Regione Emilia-Romagna raggiunga
    lo standard della Regione Piemonte per quanto riguarda la riduzione
    dei rifiuti, in particolare quelli plastici, detersivi, eccetera,
    perché ho ascoltato un anno fa Bortone presentare questi progetti di
    riduzione al Sana e ancora non è stato fatto nulla. Siccome io mi
    sento fiera di essere cittadina di questa Regione, sono altrettanto
    fiera nel fare delle proposte perché i rifiuti vengano ridotti
    velocemente.
    Passo al discorso della raccolta differenziata. Tra le due
    alternative: aumento della raccolta differenziata, che va sempre
    bene, e inceneritore come smaltimento finale, c'è tutta una fase
    intermedia che in questo momento anche la nostra Regione ha saltato
    pari pari, contravvenendo alle disposizioni del decreto ambientale
    del 2005, che dice che prima bisogna attivare delle forme di
    recupero. Sono andata insieme a degli amministratori, organizzando
    ben due viaggi in alta Italia, dei quali l'ultimo è stato a Bergamo
    il 3 dicembre, a vedere tre impianti. Per quanto riguarda il Veneto,
    la raccolta differenziata la fanno bene e non hanno bisogno di
    ripassarla negli impianti di trattamento meccanico-biologico, quindi
    22
    va già a destinazione e questo comporta un costo minore, perché
    ripassare in un impianto è un costo per il Comune e per i cittadini.
    Primo: riorganizzazione della raccolta differenziata perché tutto il
    materiale raccolto vada effettivamente al riciclo. Secondo: faccio
    un esempio. Da noi c'è un impianto che non è di trattamento
    meccanico-biologico, ma era di separazione del multimateriale
    raccolto tal quale. Da noi si chiama Acron, che però c'è in tutta la
    Regione. Allora questi impianti signori, dovrebbero essere dotati
    delle moderne tecnologie che sono esposte ad Ecomondo a Rimini, che
    all'estero sono in funzione da 20 anni. Era presente anche l'ex
    Assessore Chicchi della Regione che conosco e che quando gli vado a
    fare vedere questi impianti mi ha detto che queste cose le ha viste
    in Olanda 14 anni fa. Perché allora la nostra Regione nella
    gerarchia di gestione dei rifiuti non ha posto questi impianti. Sono
    andata a Montello a visitare un impianto di produzione di biogas
    attraverso la digestione anaerobica del rifiuto umido che tratta 162
    mila tonnellate all'anno. Costi decisamente inferiori, la metà, di
    quelli di un inceneritore, che tratta le stesse tonnellate. Signori,
    facciamo un discorso di economia, aldilà del discorso della salute,
    che ormai è stato sviscerato da tanti. Facciamo un discorso di
    economia, risparmiamo i nostri soldi, recuperiamo materia,
    produciamo energia pulita, che è il nome della mia associazione,
    comitato Riccione per l'energia pulita , facciamo delle proposte in
    positivo, non diciamo sempre no, diciamo sì. Ci sono altrettanti
    impianti con delle tecnologie all'infrarosso, near infrared
    recognition, che selezionano tutti i materiali: la carta dalla
    plastica, la plastica per colori, alla fine praticamente quello è
    tutto recupero di materia. L'incenerimento singori è il fanalino di
    coda. Ecco che non mi va bene che, in questa legge, dopo una
    premessa che fa riferimento al risparmio energetico e con tutta
    quella tabellina che mi sta tanto bene, alla fine si vada a fare un
    discorso che praticamente è di riciclo, si vada poi a dire: buona
    parte di queste azioni devono essere parte di processi di
    cambiamento e devono essere realizzati . proseguo con la parte
    descrizione dell'articolato della proposta di legge dove fra gli
    obiettivi c'è sostenere gli investimenti finalizzati al recupero di
    materia prima e di energia . Non va bene signori, perché se stiamo
    sul tema della riduzione dei rifiuti, sostenere gli investimenti
    finalizzati al recupero di materia prima ed al risparmio di energia
    comporta per risintetizzare un flacone di plastica dalla materia
    vergine un dispendio di energia. L'energia la possiamo anche
    risparmiare per la comunità nazionale.
    Poi qui di seguito dice: Realizzazione di impianti, opere e servizi
    atti a favorire la minore produzione di rifiuti, il recupero di
    materie prime ed energia . Cosa vuol dire recupero di materie
    prime ? Vuol dire tutto questo sistema di separazione, del secco
    dall' umido, del secco per tipologie, eccetera, ma di energia? Per
    il recupero di energia, però la biodestabilizzazione ormai è un
    sistema out, finito. Ci sono anche da noi. Io sono andata a visitare
    un impianto di biodestabilizzazione, poi quando sono andata a
    Ecomondo mi divertivo a parlare con gli ingegneri sul superamento di
    questo concetto. Così come viene fatta, viene fatta male. Conferire
    il biostabilizzato in discarica ha sempre un costo. Allora se invece
    dal rifiuto umido andiamo a produrre biogas, produciamo energia. In
    questo caso allora è un'azione attiva, praticamente andiamo a
    produrre energia pulita.
    Un'altra questione è che a Rimini c'è il turismo. Questo comporta il
    non poter governare i rifiuti come d'inverno, perché magari si
    riesce ad insegnare alle comunità locali come fare la raccolta
    differenziata, ma poi le feste che ci sono in tutti i Comuni,
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    comportano una maggiore produzione di rifiuti. Guarda caso sono
    proprio i Comuni quelli che differenziano di meno. Allora noi
    proponiamo questi impianti di trattamento meccanico-biologico, che
    non sono degli impianti rigidi come degli inceneritori, sono degli
    impianti flessibili, con i quali riusciamo anche a far fronte al
    discorso turismo.
    Poi un'ultima cosa. Basta con la separazione del secco, degli
    impianti che separano il secco per produrre il CDR. Anche a
    Montello, visitato l'altro giorno, c'è come a Vedelago, un impianto
    che produce la sabbia sintetica dalle plastiche non riciclabili. E
    così gli amministratori per i quali ho organizzato questo viaggio
    hanno avuto modo di vedere che lui produceva la sabbia sintetica per
    l'edilizia, dei piccoli coriandolini addizionati di un materiale che
    ha delle proprietà fonoassorbenti. Magari l'avessero messo nel
    soffito di casa mia dove sento sempre i tacchi della vicina.
    Spero che queste proposte diventino veramente un progetto della
    Regione Emilia-Romagna, perché io sono fiera di essere in questa
    Regione, ma non è vero che questa Regione è agli standard europei.
    Su questo punto deve fare ancora molte cose. Ho presentato il mio
    progetto di ristrutturazione per la provincia di Rimini
    all'Assessore Zanichelli, che mi ha detto che sono brava. Grazie.
    MUZZARELLI GIAN CARLO: Bene. Con oggi inizia la fase di confronto
    che continuerà. Vi ringrazio per il contributo di merito che è stato
    dato, che sintetizzo come assunzione di responsabilità per una
    gestione più avanzata dei rifiuti, una questione ambientale,
    economica, sociale, culturale, educativa, come in diversi hanno
    evidenziato oggi, per individuare azioni per migliorare quella che
    oggi, in gergo tecnico, viene definita l'impronta ecologica, ma
    vorrei dire l'impronta umana. Quello che facciamo tutti i giorni,
    quello che possiamo migliorare nella nostra azione quotidiana può
    rendere davvero più sostenibile il nostro modo di vivere. Credo che
    l'intervento del responsabile dell'Auser abbia fatto capire molto
    bene cosa significa anche equilibrio e sostenibilità per guardare
    oltre e assicurare ovviamente, il primo punto importante per la
    nostra Regione che è quello di evitare qualsiasi emergenza.
    Dopodichè riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, risparmio
    energetico, produzione di energia e il riuso. Ho avuto modo di
    constatare quanti punti di incontro e di scambio ci sono oggi, non
    solo perché le difficoltà economiche sono aumentate, ma in generale
    per la possibilità per una parte dei nostri cittadini di poter
    utilizzare e recuperare un rapporto con gli oggetti che, come ha
    detto il rappresentate di Auser, è considerare il valore degli
    oggetti e mi pare un termine da assumere anche nelle discussioni.
    Credo sia un fatto importante e che si debba approfondire anche il
    tema della tracciabilità e della legalità dell'utilizzo di questi
    prodotti, per dare un senso compiuto al processo di riutilizzo e
    quindi far capire che investiamo soldi pubblici per indirizzare ad
    utilizzare e recuperare i rifiuti.
    Quindi, sostanzialmente, riconfermo l'apertura e la disponibilità
    manifestata dal relatore Borghi e ritengo importante, con
    l'obiettivo dell'interesse collettivo che ci muove in tutte le
    occasioni, operare per fare un passo avanti.
    Per i primi 15 giorni di gennaio c'è tutto l'impegno per
    approfondire e cominciare la fase di confronto pratico, in raccordo
    anche con la Giunta, e poi l' obiettivo della Commissione è comunque
    quello di andare avanti. Raccogliamo le osservazioni e vi invitiamo
    a inviare anche contributi scritti qualora non siate riusciti a
    farli oggi, per poi passare a una fase di confronto di merito e
    quindi cercare, con l'assunzione anche politica di questo
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    provvedimento, di fare un passaggio avanti nella gestione corretta
    dei rifiuti della nostra Regione.
    Per questo vi ringrazio per il contributo di oggi, vi auguro una
    buona giornata e anche un Buon Natale.
    La seduta termina alle ore 12.15.
    Approvato nella seduta del 15 gennaio 2008.
    La Segretaria Il Presidente
    Samuela Fiorini Gian Carlo Muzzarelli
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