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Legislatura VIII - Commissione I - Verbale del 26/01/2010 pomeridiano

    Testo

    Verbale n. 5
    Seduta del 26 gennaio 2010
    Il giorno 26 gennaio 2010 alle ore 14,30 si è riunita presso la sede
    dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, in
    Udienza conoscitiva la Commissione Bilancio Affari Generali ed
    Istituzionali, convocata con nota prot. n. 1903 del 21 gennaio 2010.
    Partecipano alla seduta i Consiglieri:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    NERVEGNA Antonio Presidente Forza Italia - 5 assente
    Popolo della Libertà
    FOGLIAZZA Luigi Vice Lega Nord Padania 3 presente
    Presidente Emilia e Romagna
    MAZZOTTI Mario Vice Partito Democratico 3 presente
    Presidente
    AIMI Enrico Componente Alleanza Nazionale - 4 assente
    Popolo della Libertà
    ALBERTI Sergio Componente Uniti nell'Ulivo - 2 assente
    Partito Socialista
    BERETTA Nino Componente Partito Democratico 5 presente
    BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 assente
    Donatella Italiani
    DELCHIAPPO Componente Gruppo Misto 1 assente
    Renato
    GUERRA Daniela Componente Verdi per la Pace 1 assente
    MASELLA Leonardo Componente Partito della Rifondazione 2 assente
    Comunista
    MAZZA Ugo Componente Sinistra Democratica per 2 assente
    il Socialismo Europeo
    MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 assente
    MONARI Marco Componente Partito Democratico 4 presente
    NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con Di 1 assente
    Pietro
    NOE' Silvia Componente UDC - Unione dei 1 assente
    Democratici Cristiani e Democratici
    di Centro
    PEDULLI Giuliano Componente Partito Democratico 2 presente
    RICHETTI Matteo Componente Partito Democratico 3 presente
    RIVI Gian Luca Componente Partito Democratico 3 presente
    SALOMONI Ubaldo Componente Forza Italia - Popolo 4 presente
    della Libertà
    ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo - 2 assente
    Partito Socialista
    Il consigliere Alberto VECCHI sostituisce il consigliere Enrico
    AIMI.
    È presente il consigliere Mauro BOSI (PD).
    È presente altresì l'Assessore alle Attività produttive, Sviluppo
    economico, Piano telematico Duccio CAMPAGNOLI.
    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: Diazzi (Dir. gen.
    Attivita' produttive, commercio, turismo), De Leo (Resp. Segreteria
    particolare dell'Assessore a Attività produttive, Sviluppo
    economico, Piano telematico) Dondi, Gigante, Ramenghi e Paolozzi
    (Serv. Affari legislativi e qualita' dei processi normativi),
    Mancini (Serv. Turismo e qualita' aree turistiche), Saccenti (Serv.
    formazione professionale), Santangelo (Resp. Serv. Affari generali,
    giuridici e programmazione finanziaria della Direzione generale
    Programmazione territoriale e negoziata, intese. Relazioni europee e
    relazioni internazionali) e Mantini (Serv. Informazione Assemblea
    legislativa).
    Presiede la seduta: Mario MAZZOTTI
    Assiste la Segretaria: Nicoletta TARTARI
    Resocontista: Simonetta MINGAZZINI
    UDIENZA CONOSCITIVA
    26 gennaio 2010 - ore 14,30
    sul progetto di legge:
    5265 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Norme per
    l'attuazione della Direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi del
    mercato interno e altre norme per l'adeguamento all'ordinamento
    comunitario - Legge regionale comunitaria per il 2010 (delibera di
    Giunta n. 2188 del 21 12 09)
    Relatore consigliere Pedulli
    Partecipano:
    Benni Caterina Resp. Coordinamento SUAP - Provincia di
    Bologna
    Bruzzo Anna SUAP - Unione Reno Galliera
    Consoli Mauro Resp. SUAP Unione Comuni Modenesi Area Nord
    Donati Sergio Segretario Federalberghi Emilia-Romagna
    Fantini Pietro Confcommercio Emilia-Romagna
    Ferrante Angelo Università di Bologna - CESIA
    (Centro servizi informatici di Ateneo)
    Ganassi Roger Direttore Confesercenti Emilia-Romagna
    Gervasio Giulia Confesercenti Emilia-Romagna
    Garagnani Serena Resp. SUAP del Comune di San Giovanni in
    Persiceto
    Giorgetti Alessandro Presidente Federalberghi Emilia-Romagna
    Golfarelli Lalla CNA Emilia-Romagna
    Guerra Ida Dir. SUAP associato Comuni di Nonantola,
    Castelfranco e S. Cesario sul Panaro (MO)
    Longano Cristina Coordinamento SUAP - Provincia di Bologna
    Manicardi Enrico Direttore UPI Emilia-Romagna
    Michelin Ivo Confartigianato Emilia-Romagna
    Pareschi Rita Legacoop Emilia-Romagna
    Pasi Marco Confesercenti Emilia-Romagna
    Piccinini Brunella SUAP Associato Comuni di Nonantola,
    Castelfranco e S. Cesario sul Panaro (MO)
    Rusconi Gianluca Confindustria Emilia-Romagna
    Trombetti Giovanna Dir. Serv. Attività produttive e turismo -
    Provincia di Bologna
    Venturi Silverio Assessore Attività produttive, Commercio,
    Turismo, Bilancio, Personale del Comune di
    Sasso Marconi (BO)
    Presiede il vicepresidente MAZZOTTI che dichiara aperta la seduta e
    introduce l'udienza conoscitiva sul progetto di legge che
    costituisce la prima legge comunitaria della Regione Emilia-Romagna,
    in attuazione della legge regionale n. 16 del 2008 (Norme sulla
    partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione ed
    attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo
    internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali.
    Attuazione degli articoli 12,13 e 25 dello Statuto regionale).
    Ringrazia tutti i consiglieri e gli invitati presenti e cede la
    parola al consigliere relatore Pedulli.
    Il consigliere relatore PEDULLI illustra il progetto di legge,
    richiamando le innovazioni principali introdotte, evidenziando come
    la legge intenda procedere all'adeguamento della normativa regionale
    a quella comunitaria, sulla base del principio di semplificazione.
    Richiama le innovazioni principali introdotte dal progetto di legge
    che, dopo il monitoraggio dettagliato effettuato dalla Regione dei
    regimi di autorizzazione previsti per le attività di servizi, si
    basano sull'adeguamento della normativa regionale con il principio
    della semplificazione, per facilitare gli adempimenti degli
    operatori economici, sia da un punto di vista materiale che
    economico.
    Anticipa la comunicazione di due proposte di emendamenti che sono
    state presentate dall'Assessore Bissoni, volte a semplificare
    ulteriormente.
    Per quanto riguarda le strutture ricettive turistiche, con il
    progetto di legge si introduce la DIA immediata, in luogo
    dell'autorizzazione, per le strutture alberghiere e della DIA per le
    strutture extralberghiere attualmente previste, adeguando
    contestualmente le relative disposizioni procedimentali e
    sanzionatorie.
    In materia di professioni turistiche è stata eliminata la figura
    dell'animatore turistico nell'ambito di validità dell'abilitazione
    dell'esercizio della professione di guida turistica, estesa
    all'intero territorio regionale, in coerenza con la direttiva
    servizi ed in attuazione, come è noto, di quanto deciso dalla Corte
    costituzionale nella sentenza 271 del 2009.
    Per quanto riguarda la professione di maestro di sci, la proposta
    chiarisce che spetta allo Stato disciplinare il riconoscimento delle
    qualifiche professionali e formali, mentre spetta alla Regione
    autorizzare l'esercizio in forma stabile della professione, da parte
    di un cittadino proveniente da un altro Stato membro. Si fornisce in
    tal modo una soluzione alla procedura comunitaria n. 2007/4541,
    relativa a tale materia per l'apertura delle scuole di sci e di
    snowboard.
    Si introduce una DIA, in luogo dell'autorizzazione attualmente
    prevista, per il procedimento di riconoscimento delle scuole di
    alpinismo; si semplifica ulteriormente, eliminando il previsto
    parere del Collegio regionale delle guide.
    In materia di agenzie di viaggio e turismo si ritiene opportuno
    conservare il regime autorizzatorio, per evidenti ragioni di tutela
    del consumatore, tuttavia si introduce la regola del
    silenzio-assenso nel procedimento di autorizzazione. In materia di
    commercio si introduce la DIA immediata per l'attività svolta negli
    esercizi di vicinato e per le forme speciali di vendita al dettaglio
    degli spacci interni, per corrispondenza, ecc.
    In materia sanitaria si intende conservare il procedimento
    autorizzatorio per l'apertura di stabilimenti termali, ciò per
    evidenti ragioni di tutela della salute, ed è stata introdotta la
    regola del silenzio-assenso del procedimento di autorizzazione.
    Rispetto allo svolgimento di attività di trasporto funebre si
    ritiene di sostituire l'autorizzazione con la DIA immediata. La
    stessa scelta à stata adottata per lo svolgimento di attività
    economiche riguardanti il commercio, l'allevamento, l'addestramento
    e la custodia degli animali da compagnia.
    Per quanto riguarda lo sportello unico per le attività produttive,
    che rappresenta uno dei punti salienti della proposta di legge, il
    consigliere Pedulli richiama gli articoli 2 e 3, i quali regolano le
    norme in materia di sportello unico per le attività produttive, in
    piena conformità con la direttiva servizi ed in linea con l'art. 38
    del decreto legge n. 112 del 2008, definito impresa in un giorno ,
    convertito in legge n. 133 del 2008.
    L'art. 6 della direttiva impone agli Stati membri di prevedere che,
    tramite gli sportelli unici, i prestatori di servizi possano
    espletare tutte le procedure e le formalità necessarie per svolgere
    le loro attività. L'art. 38 citato intende invece favorire il
    percorso di riduzione degli oneri amministrativi a carico delle
    imprese. In coerenza con tali disposizioni, l'art. 2 del progetto di
    legge regionale definisce il SUAP, sportello unico delle attività
    produttive, come unico punto di accesso per tutti i soggetti che
    avviano ed esercitano attività produttive, comprese quelle
    finalizzate alla prestazione di servizi, di cui alla direttiva
    2006/123, rinviando ad un regolamento della Giunta il compito di
    adeguare le relative procedure amministrative.
    L'art. 3 disciplina lo sportello unico telematico e la rete
    regionale dei SUAP, quale organizzazione dedicata della rete degli
    sportelli unici delle attività produttive per il collegamento
    telematico degli sportelli unici, istituiti nella regione, nonché
    per la trasmissione via telematica di documenti tra i SUAP egli
    altri enti che intervengono nei procedimenti. La rete sarà
    coordinata dalla Regione Emilia-Romagna mediante un apposito tavolo
    di coordinamento.
    Per quanto riguarda infine le disposizioni in materia di società
    partecipate, gli ultimi tre articoli del progetto di legge regionale
    intendono modificare la legge regionale n. 11 del 2004, relativa
    alla società dell'informazione, in coerenza con il recente
    orientamento della Corte di Giustizia, che ha ammesso che il
    cosiddetto controllo analogo sulle società in-house possa essere
    esercitato anche da più enti pubblici, che perseguano le stesse
    finalità, in forma associativa aggregata.
    A tal fine l'art. 48 del progetto di legge utilizza gli organi
    creati dall'aggregazione tra Regione ed enti locali, denominata
    Community Network dell'Emilia-Romagna, per l'espletamento delle
    funzioni di controllo determinante sulla società Lepida, anche
    nell'interesse degli enti locali.
    L'art. 50 prevede infine le modalità con cui la Regione effettua il
    controllo su Lepida, analogo a quello esercitato sulle proprie
    strutture organizzative.
    Quanto esposto rappresenta in sintesi i punti fondamentali del
    progetto di legge regionale.
    Il consigliere Pedulli riferisce che durante la seduta odierna della
    Commissione Politiche per la salute sono emerse due proposte di
    emendamenti da parte dell'Assessore alle Politiche per la salute,
    Giovanni Bissoni. Tali proposte saranno trasmesse alla commissione
    Bilancio per l'esame definitivo e per l'approvazione.
    La prima proposta di emendamento specifica che la DIA prevista
    sostituisce altresì l'autorizzazione di cui all'art. 231 del testo
    unico delle leggi sanitarie. La si ritiene una specificazione utile
    ad evitare eventuali aggravi di procedimento.
    Si aggiunge l'art. 50/bis, relativo al sistema sanzionatorio, sempre
    finalizzato a precisare altre normative riguardanti il soggetto
    legittimato ad intervenire per violazioni in materia sanitaria,
    nonché relative alla tutela e alla sicurezza del lavoro, anche
    connesse a funzioni attribuite agli enti locali: si definisce che la
    competenza e l'applicazione delle sanzioni amministrative peculiari
    sia in capo all'Azienda Unità sanitaria locale. Qualora le
    violazioni riguardanti la tutela e la sicurezza del lavoro siano
    contestate all'Azienda USL, la competenza diventa della Regione.
    A questo punto, il presidente MAZZOTTI, per consultare la società
    regionale ed ascoltare osservazioni, proposte, approfondimenti e
    idee dai presenti, rappresentanti di enti locali, istituzioni,
    associazioni iscritte all'albo generale, cede la parola agli
    invitati che hanno chiesto di intervenire.
    MARCO PASI, Confesercenti Emilia-Romagna
    Grazie presidente per l'opportunità di esprimere, così come avevamo
    chiesto non appena avuto notizia del progetto di legge, un parere su
    un provvedimento importante come questo.
    Svolgerò una relazione a nome del Tavolo regionale
    dell'imprenditoria che, ricordo, rappresenta diverse associazioni
    imprenditoriali del settore: l'AGCI, la CIA, la CLAI, la CNA, la
    Coldiretti, la Confagricoltura, la Confartigianato, la
    Confcommercio, la Confcooperative, la Confesercenti, la Coopagri,
    Legacoop, Unionapi e UNCI. Queste organizzazioni insieme, seppure
    nel breve lasso di tempo a disposizione, si sono sentite in obbligo
    ed in dovere di avanzare sostanzialmente due osservazioni al testo
    proposto.
    La prima è sostanzialmente di natura strategica: ci troviamo di
    fronte ad un provvedimento che ha un'impostazione ben definita nella
    direttiva approvata a fine 2006, che concedeva tre anni di tempo
    agli Stati membri per adeguarsi e prevedeva un recepimento da parte
    del nostro Stato che non è mai avvenuto e che nelle ultime settimane
    utili ha visto effettivamente tutta una serie di puntate che hanno
    portato alla realizzazione di testi, continuamente modificati nella
    loro stesura, che facevano trapelare delle cose dette, ma non
    scritte e che ad oggi non hanno ancora trovato una formulazione
    ufficiale ed ufficialmente divulgata del decreto di recepimento
    nazionale.
    Vi è un testo, pubblicato peraltro in diversi siti ma non in quello
    del Governo, che sembra essere stato approvato comunque nel
    Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2009, che fornisce una serie
    di indicazioni che a livello regionale trovano un certo impatto.
    Per questo, avendo il nostro Governo, di fatto, chiesto ed ottenuto
    una proroga nell'approvazione del recepimento di 90 giorni e quindi
    spostato la data a fine marzo, si fatica a comprendere la necessità
    della Regione di approvare una norma di recepimento di questa
    direttiva, sapendo che alcune cose potrebbero trovare discrepanza
    nel testo nazionale.
    Ciò vale anche se ci si raffronta con la situazione europea, in cui
    sono pochi i Paesi che hanno dato attuazione alla direttiva, ed al
    panorama regionale, in cui solo la Regione Piemonte ha legiferato in
    merito (in qualche modo rompendo un tacito accordo che attendeva
    provvedimenti nazionali definiti). Questa situazione, secondo il
    Tavolo regionale dell'imprenditoria, poteva consigliare un iter un
    po' più ponderato, dando a tutti i soggetti la possibilità di
    esprimere valutazioni più approfondite, proprio per l'impatto che
    questo provvedimento ha su diversi settori economici. Un impatto
    che, anche confrontato con l'attuale sistema non particolarmente
    florido da un punto di vista dell'assetto economico, probabilmente
    poteva rendere utile avere un tempo sufficientemente più lungo per
    ragionare in termini più approfonditi.
    Tuttavia, dal momento che l'Assemblea legislativa ritiene opportuno
    proseguire nell'iter di approvazione del progetto di legge, come
    organizzazioni ci appare indispensabile salvaguardare, proprio
    nell'ambito del territorio regionale, le disposizioni normative di
    favore che l'attuale progetto di legge regionale potrebbe inficiare,
    predisponendo eventualmente un'elencazione delle norme già oggetto
    di precedenti semplificazioni che hanno già trovato opportuna
    normativa regionale all'interno del nostro territorio e che in tal
    modo sarebbero di fatto escluse dall'applicazione della presente
    disciplina, nonché un elenco dettagliato dei soggetti coinvolti, al
    fine di evitare penalizzazioni derivanti da sovrapposizioni di
    norme.
    Il secondo tema, che a nostro parere ha un impatto in termini
    generali e che dovrebbe essere oggetto di ulteriori riflessioni, è
    quello contenuto al Capo I della proposta, e cioè lo sportello unico
    delle attività produttive.
    Prescindendo dalla volontà dei princìpi che in esso sono contenuti e
    dalla volontà di lanciare uno strumento importante di
    semplificazione per le imprese, peraltro ampiamente condiviso,
    l'effettivo funzionamento del SUAP potrà e dovrà essere garantito da
    un concreto, certo e tempestivo interscambio delle informazioni tra
    le amministrazioni competenti. Questo non solo a livello nazionale,
    bensì anche territoriale, coinvolgendo tutti i soggetti con i quali,
    a diverso titolo, le aziende si interfacciano, rendendo operativi
    tutti gli strumenti telematici necessari.
    Un esempio di tale indirizzo è il collegamento del SUAP con le
    banche dati regionali. Quindi secondo il Tavolo dell'imprenditoria,
    sarebbe opportuno promuovere un coordinamento composto dagli enti
    locali territoriali, dai rappresentati delle Camere di Commercio e
    da tutte le amministrazioni coinvolte nel procedimento.
    La norma in questione affida al tavolo previsto dal progetto di
    legge la possibilità di consultare e collaborare con i
    rappresentanti delle associazioni di categoria dei professionisti,
    che dovrebbe, a nostro parere, essere ulteriormente
    istituzionalizzato, attraverso la creazione di un comitato
    consultivo che esprima pareri obbligatori sulle attività di
    indirizzo e monitoraggio della semplificazione, promosse dal tavolo,
    nonché sull'adeguamento degli sportelli alle modalità telematiche.
    Per quel che riguarda invece Confesercenti, e quindi entrando nel
    merito delle disposizioni previste nella seconda parte
    dell'articolato, prendo atto delle proposte di emendamento che sono
    state illustrate dal consigliere relatore Pedulli e che in parte
    ritengo possano essere condivisibili.
    In riferimento ad alcuni articoli specifici sulla materia, mi
    accingo a fare alcune osservazioni di merito in maniera puntuale.
    Sull'art. 4, proprio quello che riguarda l'introduzione della DIA
    immediata per l'apertura delle attività ricettive-alberghiere, se ho
    capito bene, la proposta sarebbe quella di mantenerla e introdurre
    invece la DIA differita per le attività ricettive extralberghiere.
    Come organizzazione riteniamo che, per l'impatto che hanno queste
    strutture sul territorio, e per prevenire eventuali situazioni di
    illegalità, sia opportuno introdurre la DIA differita anche per le
    strutture alberghiere. DIA differita che però deve limitarsi
    all'applicazione esclusivamente nella casistica della nuova
    apertura, mentre in fase di ampliamento e di sub-ingresso, per
    essere ancora più chiaro, crediamo sia opportuno l'inserimento e
    l'introduzione della DIA immediata.
    Per quel che riguarda invece l'art. 12, come organizzazione
    riteniamo difficile comprendere la ratio della norma. È sì vero che
    la direttiva servizi disciplina qualsiasi attività economica non
    salariata di cui all'art. 50 del trattato di Roma, fornita
    normalmente dietro retribuzione. Nel testo del decreto che
    sembrerebbe approvato dal Consiglio dei Ministri, in realtà questa
    definizione è ulteriormente precisata: si tratta di qualunque
    attività economica di carattere imprenditoriale o professionale che
    viene normata da questo recepimento della direttiva. Per questo
    motivo riteniamo che queste caratteristiche non si applichino alle
    attività saltuarie di alloggio e di prima colazione, così come
    vengono normate dalla legge regionale n. 16 del 2004 e nello
    specifico dall'art. 13. Di fatto, queste attività vengono indicate
    come attività svolte senza organizzazioni in forma di impresa,
    quindi è ben chiaro che siamo al di fuori dell'ambito di
    applicazione così come viene disegnato dal decreto nazionale di
    recepimento.
    A questo punto credo che non sia opportuno essere più realisti del
    re, anche perché la norma regionale che chiarisce che, ad esempio,
    le caratteristiche strutturali igienico-edilizie dei locali sono
    quelle previste per i locali di civile abitazione, quindi si
    rafforza ulteriormente il concetto dell'attività svolta non in forma
    imprenditoriale. Quindi, secondo noi, l'attuale formulazione della
    proposta di legge di recepimento della direttiva servizi si presta
    ad una diffusione del fenomeno della ricettività abusiva, aumentando
    ulteriormente l'offerta, già sovrabbondante in molte parti del
    territorio regionale, e non sempre attraverso strutture in possesso
    dei requisiti necessari.
    Sarebbe quindi opportuno non modificare l'attuale formulazione
    dell'art. 13, prevedendo la disapplicazione della direttiva a questo
    tipo di attività, come peraltro fa il decreto di recepimento a
    livello nazionale. Il ragionamento cambia in modo sostanziale se
    queste attività di servizi vengono gestite e strutturate in forma
    imprenditoriale: a quel punto naturalmente potrebbero rientrare
    nelle previsioni di recepimento della normativa.
    Per quanto riguarda gli articoli 33 e 34, in materia di guide
    turistiche, preme far osservare che di fatto si tratta di materia
    non disciplinata dal testo del decreto nazionale.
    Si tratta di una materia che, a nostro parere, andrebbe
    ulteriormente approfondita e, a prescindere da quello che si ritiene
    di poter fare, i requisiti professionali saranno fondamentali ed
    individuati dalla normativa regionale. Nello specifico, richiamo la
    delibera regionale n. 298 del 2008 su questa tipologia di attività,
    che se dovesse vedere superato il criterio del forte legame col
    territorio, così come avviene con le disposizioni della delibera che
    aggancia la professione al territorio provinciale, occorrerà almeno
    conservare il mantenimento del requisito professionale, collegato
    comunque alla frequenza di un corso professionale, nel caso non si
    posseggano i requisiti previsti al superamento di un esame. Questo è
    finalizzato alla tutela del consumatore, perché non c'è solo il caso
    classico dell'idraulico polacco, bensì anche quello della guida
    turistica polacca che potrebbe, ad esempio, venire a spiegare i
    musei e i monumenti di Ferrara.
    L'articolo 42 disciplina l'attività delle agenzie di viaggio:
    sappiamo che si tratta di un'attività particolarmente esposta in
    materia di impatto e di tutela nei confronti dei consumatori. È un
    settore che in questi anni ha visto aumentare notevolmente le
    necessità di tutela verso l'utente e, fra l'altro, questo periodo
    abbastanza lungo di crisi sta determinando un riassetto del sistema
    anche importante che espone il consumatore a problemi di raggiri,
    ecc.
    Quindi è sentita la necessità di avere personale qualificato e
    disponibilità di garanzie assicurative adeguate: due temi che
    emergono con ancor maggior rilevanza. Per questo introdurre la DIA
    immediata, nel caso di aperture di filiali, non agganciata al
    requisito della presenza di un direttore tecnico, diventa un
    elemento abbastanza pericoloso e se vogliamo mettere mano a questa
    norma dovremmo modificare la legge regionale in questa direzione e
    quindi introdurre l'obbligo di un direttore tecnico, specifico per
    ciascuna filiale delle agenzie, ad esempio come è previsto per
    l'attività di estetista. Sarebbe infatti coerente, nel momento in
    cui si aprono filiali, la presenza di personale abilitato, per
    ognuna delle sedi distaccate. La stessa cosa dovrebbe essere
    prevista anche per le agenzie di viaggio e, nel caso di apertura di
    più filiali, probabilmente sarebbe utile prevedere l'adeguamento dei
    requisiti assicurativi.
    Termino con queste ultime due osservazioni: la prima sull'art. 43,
    dove viene introdotta la DIA per il commercio di vicinato, che
    riteniamo sia un provvedimento logico. Tuttavia suggeriamo
    l'opportunità eventualmente di valutare se non fosse utile
    introdurre la DIA differita per quel che riguarda il settore
    alimentare. Si sono infatti riscontrati dei problemi, dal punto di
    vista igienico-sanitario, di tutela del consumatore con una certa
    rilevanza. Tutto sommato aspettare trenta giorni per l'imprenditore
    cambia poco e siccome i fenomeni di apertura, su questa tipologia di
    attività, stanno avendo delle dimensioni di un certo tipo, forse può
    essere opportuno rifletterci.
    L'ultima osservazione riguarda la rivendita dei giornali e delle
    riviste che nella norma non è naturalmente oggetto di conservazione
    di programmazione. Nel decreto nazionale questa rimane, come
    attività soggetta a programmazione; ebbene, crediamo che abbia una
    logica la programmazione se viene basata su quei principi ed
    elementi che assicurino un corretto sviluppo del settore
    distributivo della stampa quotidiana e periodica, in riferimento e
    con particolare attenzione alla necessità di favorire l'accesso
    all'informazione ed incrementare la diffusione dei punti vendita. Il
    tutto nel pieno rispetto delle condizioni di parità di trattamento
    delle varie testate, un principio codificato in tutti i
    provvedimenti di legge nazionali, approvati dal 1981 in poi, anno
    della famosa riforma dell'editoria.
    Lascio il testo delle osservazioni scritte.
    ALESSANDRO GIORGETTI, Presidente Federalberghi Emilia-Romagna
    Grazie per la possibilità offerta con questa udienza conoscitiva su
    questo documento.
    Come sappiamo, a livello nazionale è ancora in corso una riflessione
    sull'argomento e quindi non si capisce questa volontà di accelerare
    ed arrivare a questa semplificazione a cui tutti miriamo, ma quando
    si pensa di semplificare a volte capita di approvare una norma che
    peggiora. Mi viene da pensare agli sportelli unici, che tutti
    diciamo essere l'elemento fondamentale di sviluppo e di
    delegificazione, invece dove hanno operato finora hanno
    rappresentato più un problema che la risoluzione dei problemi. Anche
    perché laddove ai tavoli vi sono più soggetti e tutti richiedono
    documenti, invece di adottare procedure che agevolano, si creano dei
    problemi, con ognuno che mette una valutazione diversa rispetto alle
    soluzioni del problema.
    Ci aspettavamo una riflessione maggiore e, magari, poter lavorare
    con una valutazione più serena per capire se effettivamente questa
    direttiva agevola le imprese oppure le preoccupa.
    Tecnicamente ci accorgiamo che quando si adottano soluzioni per
    migliorare, ciò non accade. Le osservazioni che intendiamo proporre
    come Federalberghi Emilia-Romagna/Confcommercio sono in riferimento
    all'articolo 3 sullo sportello unico telematico, chiediamo
    l'inserimento nel tavolo di coordinamento regionale delle
    organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello
    regionale. In subordine, chiediamo che le organizzazioni di
    categoria maggiormente rappresentative a livello regionale possano
    esprimere pareri obbligatori sulle attività promosse dal tavolo di
    coordinamento, questo per avere il sentore della situazione e della
    risoluzione dei problemi.
    Sull'articolo 12 - che modifica l'articolo 13 della legge regionale
    n. 16 del 2004 - concernente l'alloggio saltuario, sottolineiamo che
    l'attività di bed and breakfast non è un'attività di impresa, così
    come è scritto nella legge regionale dell'Emilia-Romagna. Al comma 1
    dell'articolo 13 si chiede che sia mantenuto l'obbligo di dimora da
    parte del proprietario dell'immobile, così come previsto dalla legge
    regionale. Siamo stati contenti del lavoro svolto, anche nei
    confronti della sanità ed altro, che ha fatto accogliere un
    emendamento già scritto e che avevamo portato alla vostra
    attenzione, che chiedeva un ulteriore articolo, cioè l'articolo 51,
    che consenta alle società di disporre, come nel settore alimentare,
    della DIA immediata. Apprendo oggi che la proposta è già stata
    suggerita e l'accogliamo con notevole favore.
    Un'altra cosa che ci interessa è l'articolo 4 in cui si prevede la
    DIA differita. È evidente che la DIA differita deve servire solo
    alle nuove attività, mentre per le preesistenti, che riguardano
    anche gli ampliamenti, no, e poi ci può essere un problema tra
    valutazione ai fini urbanistici e delle attività produttive. A volte
    anche gli inserimenti in immobili già attuati prevedono la DIA
    differita. Vorremmo che lì fosse prevista la DIA differita, quando
    invece si prevede immediata, altrimenti si creano delle
    preoccupazioni.
    Invieremo le osservazioni con materiale scritto, per fare in modo
    che rimanga agli atti. Ringraziamo per l'opportunità che ci è stata
    data di partecipare.
    ENRICO MANICARDI, Direttore UPI Emilia-Romagna
    Vorrei premettere che abbiamo aderito all'udienza conoscitiva,
    tenendo però conto che è stato istituito il CAL e che di norma ci
    rivolgeremo all'Assemblea legislativa, così come alla Giunta
    regionale, anche per il tramite diretto del CAL. Questo per non
    duplicare i tempi e per utilizzare uno spazio istituzionale previsto
    dallo Statuto e dalla Costituzione, che è quello riservato al
    rapporto fra le autonomie locali e la Regione Emilia-Romagna, nei
    suoi due organi di governo fondamentali. Tuttavia, visto che sta
    passando un treno e siamo in zona Cesarini, partecipiamo all'udienza
    conoscitiva e consegneremo al Presidente e al relatore una lettera
    del Presidente dell'UPI Vincenzo Bernazzoli, che a nome delle
    Province ha scritto alla Vicepresidente della Regione Maria
    Giuseppina Muzzarelli, e al qui presente Assessore Duccio Campagnoli
    in materia di sportello unico delle attività produttive.
    Abbiamo notato un legislatore che nel 2008, con la legge 133 e il
    decreto legge 112 che lo precede, ha semplificato l'organizzazione,
    la rete dello sportello unico delle attività produttive, mettendo a
    regime il rapporto diretto tra Regione, Comuni e Camere di
    Commercio.
    Abbiamo preso in esame la legislazione regionale che, a partire
    dalla legge regionale n. 3 del 1999, affida alle Province il compito
    di coordinamento della rete territoriale e provinciale degli
    sportelli unici delle attività produttive, naturalmente nell'ambito
    della regione, in pieno accordo con la Giunta regionale.
    Questa attività di coordinamento si è egregiamente sviluppata nel
    corso di dieci anni di positiva esperienza, al punto che i Comuni
    del territorio (prevalentemente i Comuni della rete, non il comune
    capoluogo, per intenderci, il quale ha la forza, l'organizzazione e
    la capacità per provvedere a dialogare adeguatamente) si appoggiano
    alla Provincia per sviluppare questa funzione utilissima dello
    sportello unico delle attività produttive, nell'ambito dei principi
    di semplificazione all'interno dei quali ci troviamo pienamente come
    attività delle Province. Questo avendo tra l'altro presente i tre
    punti cardine della Costituzione che sono la sussidiarietà, la
    differenziazione e l'adeguatezza del principio amministrativo che si
    svolge attraverso i compiti dei Comuni, delle Province (e quindi al
    di sopra la futura città metropolitana), della Regione e dello
    Stato. In relazione a questi tre principi, riteniamo di dover
    conservare, proprio per non interrompere un'esperienza e per
    proseguire nell'attività di semplificazione e di servizio fin qui
    svolta, il ruolo della Provincia in sede territoriale. Questo non
    impedisce alla Regione, con l'art. 3 della legge in esame, di
    istituire un tavolo regionale, all'interno del quale siano
    rappresentate le Province, anche in forma di delega, attraverso uno
    o due rappresentanti, come siamo abituati a designare per altri
    compiti e per altre funzioni, non pretendiamo di essere in nove al
    tavolo del coordinamento regionale. Siamo d'accordo sulle istanze
    appena annunciate da questa sede e di accogliere le rappresentanze
    significative a livello regionale delle attività economiche e
    commerciali.
    Non presenteremo osservazioni direttamente all'Assemblea
    legislativa, dato che consideriamo la Giunta regionale il nostro
    interfaccia naturale e vorremmo ci sostenesse nel chiarire
    l'articolo 3, individuando nuovamente la funzione di coordinamento
    sul territorio provinciale in capo alle Province.
    Lo dico perché il legislatore statale nel 2008 ha introdotto quella
    semplificazione che riteniamo eccessiva e che comunque, in un'Italia
    fatta a stivale e che non è tutta l'Emilia-Romagna, ha trovato varie
    esperienze. Questo mentre il legislatore nazionale si sta
    accingendo, con la cosiddetta legge Calderoli, cioè con il disegno
    di legge sul codice delle autonomie, a conferire alle Province la
    funzione fondamentale in materia di coordinamento delle attività e
    dello sviluppo economico sul territorio provinciale. Lo trovate
    nella proposta di legge governativa all'esame del Parlamento, che
    riporta alle Province, e questo per tutto il territorio nazionale,
    compiti di coordinamento, anche nei confronti degli enti locali, in
    materia di sviluppo economico e di attività produttive.
    Per questi motivi, credendo di essere coerenti, chiediamo
    all'Assemblea Legislativa e alla Giunta regionale di emendare la
    legge e di riservare alla Provincia un ruolo che consideriamo
    positivo.
    GIANLUCA RUSCONI, Confindustria Emilia-Romagna
    Ringrazio la Commissione per questa occasione di approfondimento su
    di un provvedimento che per noi è molto interessante, perché mette
    al centro il tema della semplificazione. Questo tema a noi è molto
    caro e da sempre lo sollecitiamo in tutte le sedi in cui siamo
    chiamati ad offrire un contributo.
    Colgo l'ultimo spunto, relativo al relatore che mi ha preceduto, per
    dire che Confindustria è nettamente contraria alla proposta che è
    stata fatta, cioè di delegare alle Province lo sviluppo produttivo.
    Ovviamente la sede in cui formuleremo le nostre osservazioni sarà il
    decreto Calderoli, ma se lo sviluppo produttivo in Emilia-Romagna ha
    ancora una sua valenza è grazie anche a politiche regionali che
    hanno saputo sostenere le imprese.
    Chiusa questa parentesi, mi soffermo su alcuni aspetti del
    provvedimento oggi in esame, che apprezziamo perché finalmente
    vediamo il tema della semplificazione al centro dell'attività
    legislativa della Regione. Lo abbiamo riscontrato in alcuni
    provvedimenti di carattere amministrativo, con alcune delibere anche
    recenti, adottate alla fine dello scorso anno. Però oggi affrontiamo
    un primo vero intervento legislativo, che poi è sostanzialmente
    l'attuazione di una direttiva comunitaria. La prima osservazione è
    quindi di carattere generale ed è in senso positivo su questo
    provvedimento.
    La valutazione è poi positiva relativamente alle procedure o alle
    novità che vengono introdotte in due settori: quello legato alle
    strutture ricettive turistiche e quello termale, che sono due
    settori strategici per la nostra economia. L'inserimento della DIA
    piuttosto che il silenzio-assenso è assolutamente condiviso, ed è la
    strada su cui invitiamo la Regione ad intervenire, anche per le
    altre attività di carattere produttivo.
    Qui arrivo alla prima osservazione: è sì vero che la Regione ha
    poche competenze amministrative, nel senso che il processo di delega
    maturato negli anni, a partire dal 1999, ha sempre visto le Province
    quali primi soggetti preposti alle attività amministrative, per
    quanto riguarda quantomeno le imprese manifatturiere che
    rappresentiamo. È quindi evidente che non poteva essere questa la
    sede per intervenire sui procedimenti amministrativi di interesse
    delle imprese, ma emerge un segnale attraverso le norme relative
    allo sportello unico, un segnale apprezzato, anche se ci saremmo
    aspettati qualcosa di più, come un intervento sulla legge n. 32 del
    1993, la legge regionale sul procedimento amministrativo che è già
    un po' datata. Poteva essere questa l'occasione, sfruttando anche il
    recepimento della direttiva comunitaria, per dare indirizzi alle
    Province anche sulle procedure che non sono di competenza regionale,
    ma che interessano le attività produttive. Questo perché sicuramente
    il segnale che emerge attraverso le norme relative allo sportello
    unico è un segnale importante: l'informatizzazione della
    documentazione. Segnalo peraltro che un principio più o meno analogo
    era già previsto nella cosiddetta legge Vandelli del 2004, quindi
    è una conferma di qualcosa che noi auspicavamo.
    È importante il riconoscimento del tavolo regionale di coordinamento
    sullo sportello unico per il monitoraggio e la definizione di
    proposte legate alla semplificazione. Anche qui saremo sicuramente
    disponibili ad offrire il nostro contributo, però ricordiamo che con
    la legge Vandelli era stato posto un programma regionale sulla
    semplificazione, quindi pensiamo che sia ora di passare dalla fase
    dei programmi alla fase degli interventi. Ciò anche riguardo alle
    politiche indicate nella proposta di PTR, attualmente in
    approvazione dall'Assemblea legislativa, che spingono sul tema della
    semplificazione.
    Il segnale che volevamo dare con questo intervento era di favore
    rispetto a questo intervento legislativo e di invito alla Giunta di
    intervenire anche sulla legge del 1993, che è una parte sicuramente
    importante per quanto riguarda le imprese manifatturiere.
    Colgo l'occasione per proporre un intervento in tal senso, anche se
    probabilmente non ci sono più i tempi dal punto di vista legislativo
    perché siamo a fine legislatura. Però il mondo va avanti e
    immaginiamo che a maggio o giugno l'attività dell'Assemblea
    ricominci e quindi perché non immaginare, oltre alla definizione di
    un tavolo di confronto, che è già previsto dal progetto di legge, o
    all'attuazione di quel programma previsto nella legge n. 6 del 2004,
    anche una sessione di semplificazione a livello dell'Assemblea
    legislativa? Cioè, così come c'è la sessione di bilancio a fine
    dicembre, pensare a una sessione che metta al centro il tema della
    semplificazione, perché sappiamo perfettamente che il nodo è il
    rispetto dei tempi, è legato a termini che generalmente sono
    ordinatori e ed è lì che dobbiamo cercare di trovare la chiave di
    volta.
    Noi l'abbiamo fatto, chi è qui in sala conosce le nostre proposte in
    materia di edilizia e di urbanistica, in materia di ambiente, di
    emissioni atmosferiche. Quindi siamo pronti ad offrire un
    contributo, gli strumenti ci sono, può essere il tavolo o il
    programma, ma dobbiamo individuare adesso il meccanismo per
    addivenire ad un intervento significativo in termini di
    semplificazione per gli altri settori che non sono oggi contemplati
    nel progetto di legge.
    IDA GUERRA, Dirigente SUAP associato Comuni di Nonantola,
    Castelfranco e S. Cesario sul Panaro (MO)
    Sono responsabile da circa dieci anni di una struttura di sportello
    unico sovracomunale e vorrei richiamare l'importanza del compito
    della Giunta regionale che viene qui sottolineato, in particolare
    dal comma 6 dell'articolo 2 che prevede : La Giunta regionale,
    entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge, con proprio
    regolamento adegua la normativa regionale alle disposizioni del
    presente articolo.
    La mia esperienza documenta il fatto che sicuramente la riforma
    dello sportello unico è stata in parte un fallimento, perché, credo,
    è venuta meno la cosiddetta cabina di regia , come hanno
    autorevolmente sostenuto e diagnosticato studiosi della materia, e
    soprattutto un cabina di regia che portasse avanti la
    semplificazione della normativa.
    Allora questo problema della semplificazione del coordinamento
    normativo esiste anche in Emilia-Romagna e in modo particolare mi
    riferisco al problema della legge regionale n. 31 sull'edilizia
    (vedo qui tra i presenti il dott. Santangelo, che mi ha sentito
    sostenere questo da diversi anni e in diverse sedi). La legge
    regionale n. 31 configura il procedimento edilizio senza
    assolutamente fare i conti col procedimento unico che nel frattempo,
    a livello statale, era stato varato come istituto avente questa
    valenza innovativa che doveva essere scardinante, cioè un
    procedimento unico come procedimento dei procedimenti.
    Dunque in Emilia-Romagna continuiamo ad avere una legge regionale
    che disegna il procedimento edilizio come un'isola a se stante e,
    cosa che mi ha ancora più preoccupato, c'è ora questa proposta
    all'attenzione dell'Assemblea legislativa per l'approvazione
    dell'atto di coordinamento sulle definizioni tecniche uniformi per
    le funzioni urbanistiche-edilizie. Inizialmente avevo considerato
    questo un atto relativo all'edilizia urbanistica, poi mi sono
    accorta che contiene anche la parte che riguarda la documentazione
    necessaria per i titoli abilitativi edilizi. Andando ad approfondire
    questo atto, che credo sia all'attenzione dell'Assemblea proprio in
    questi giorni, si comprende che è un atto in qualche modo attuativo
    della legge 31, ma nell'allegato B descrive richieste di
    autorizzazione, nullaosta, valutazioni, pareri o comunque denominati
    come allegati necessari, come procedimenti connessi al procedimento
    edilizio. Affermiamo, al comma 2 dell'articolo 2, che lo sportello
    unico in Emilia-Romagna costituisce il punto unico di accesso ed in
    relazione a tutte le vicende, ivi compreso il rilascio del titolo
    abilitativo edilizio, però poi nella legge regionale e in altri
    provvedimenti continuiamo a mantenere in capo al procedimento
    edilizio la funzione che peraltro questo procedimento ha avuto. Dato
    che lavoro da trent'anni nella pubblica amministrazione, so
    benissimo che all'inizio in Emilia-Romagna il procedimento edilizio
    ha svolto una funzione, diciamo, ante-litterarm come procedimento
    unico, perché in qualche modo si faceva carico di presidiare e
    governare anche altri aspetti. Ma nel momento in cui l'istituto del
    procedimento unico viene varato a livello statale, non è più
    possibile mantenere questa schizofrenia, poiché genera un sacco di
    confusione agli operatori ed anche negli uffici Arpa, Usl. Allora,
    come si gestisce questa cosa?
    Nel frattempo come sportelli unici siamo a contatto e coinvolti nel
    processo di formazione della banca dati, di procedimento, mappatura,
    modulistica e modalità procedurali che avvengono nell'ambito
    dell'assessorato Attività produttive. Dunque subiamo un effetto
    demoralizzante di mancanza di coordinamento.
    Non ho avuto tempo di pensare ad una formulazione di emendamento e
    me ne scuso, tuttavia chiedo che nel comma 6 dell'articolo 2 risulti
    chiaro l'impegno della Regione a rivedere anche la legge n. 31, per
    superare anche questa schizofrenia che dopo dieci anni mi sembra,
    francamente, non più rinviabile.
    Assessore DUCCIO CAMPAGNOLI - Attività produttive, sviluppo
    economico, piano telematico
    Non replico e non intervengo nel merito delle osservazioni che sono
    state presentate, tutte molto interessanti, che saranno oggetto del
    lavoro della Commissione. Vorrei soltanto sottolineare che
    certamente questo provvedimento giunge in connessione ed in
    attuazione di quello che è il complesso delle norme derivanti anche
    dalle direttive europee, quindi è la prima volta che la nostra
    Regione dà corso ad un simile provvedimento e questo spiega la
    collocazione in questo calendario temporale, come attuazione delle
    norme europee.
    Il senso di questo provvedimento, nelle sue diverse parti, in
    riferimento alle proposte di emendamento e alle questioni formulate
    negli interventi di oggi, è la volontà e la possibilità di attuare,
    nel contesto di queste direttive europee, una significativa opera
    anche di semplificazione, per alcuni aspetti resa anche necessaria
    da un quadro di provvedimenti nazionali.
    Per ciò che riguarda lo sportello unico, infatti, ricordo che c'è
    stata la recente approvazione di un provvedimento governativo, il
    quale ha previsto una norma secondo la quale entro 120 giorni
    dall'entrata in vigore di questo provvedimento, che è stato o verrà
    emesso in questi giorni, se non vi sarà l'adeguamento di ogni
    sportello unico degli enti locali con la modalità on-line, avverrà
    il trasferimento automatico e la gestione dello sportello unico da
    parte delle Camere di Commercio. Non commento; da parte della
    Regione sono state svolte osservazioni e devo dire per onestà che
    c'è stato un pronunciamento della Corte costituzionale recentissimo,
    che forse ha guardato al profilo generale di tematiche di competenza
    nazionale. Parlando di trattamento di dati sensibili, come quelli
    dei documenti di procedura informatica, la Corte ha ritenuto di non
    dover cogliere la sostanza delle osservazioni che, da parte della
    nostra e di altre Regioni, erano state formulate e avevano sollevato
    la questione e cioè che, in questa maniera, con un atto quasi di
    imperio, si espropriavano gli enti locali, ed i Comuni in
    particolare, di una competenza che è indubbia.
    In ogni caso: o in Emilia-Romagna, come in tutti i paesi,
    attrezziamo rapidissimamente i nostri sportelli unici in maniera
    tale che abbiano al più presto la modalità on-line, oppure, stante
    quel provvedimento, la funzione degli sportelli unici passerebbe,
    secondo quanto qui c'è scritto, alle Camere di Commercio.
    Questa è la motivazione per cui è stata proposta questa norma, su
    cui svolgo qualche approfondimento. Certamente la norma, come voi
    avete visto, disciplina l'introduzione dello sportello unico
    on-line; non disciplina - né voleva, né avrebbe potuto - la materia
    del funzionamento procedurale degli sportelli unici, stante anche il
    pronunciamento che ho richiamato della Corte costituzionale circa la
    competenza, che per ciò che riguarda l'aspetto di trattamento di
    dati sensibili, è dello Stato; per ciò che riguarda l'esercizio
    delle funzioni direttamente amministrative, è cdegli enti locali.
    Questo è un punto da considerare bene.
    Discipliniamo quindi la promozione da parte della Regione di un
    portale di architettura informatica, messa a disposizione dei Comuni
    (senza alcun obbligo, perché naturalmente lungi dalla Regione di
    invadere una sfera di autonomia decisionale dei Comuni) per metterli
    in condizione, se lo vorranno, di potere affermare tra pochi giorni
    che essi sono già nella condizione di potere realizzare lo sportello
    unico on-line.
    Quando il ministro Brunetta, ammesso che lo voglia fare, andrà a
    verificare, tra 120 giorni, chi ha applicato la norma, si troverà di
    fronte coloro i quali saranno già disponibili allo sportello on-line
    e, magari in tutta Italia, saranno gli enti locali
    dell'Emilia-Romagna, che con questa iniziativa mette a disposizione
    di tutti gli enti locali questa importante piattaforma informatica.
    Anticipo che, come già discusso in altre sedi, e cioè nel comitato
    di indirizzo relativo all'attuazione del piano telematico della
    Regione Emilia-Romagna, con Comuni e Province abbiamo già visto
    tutte le modalità di funzionamento di questa piattaforma telematica
    e abbiamo ben chiarito che non si sovrappone d'obbligo a nessuno, ma
    è un'opportunità. I Comuni non avranno alcun obbligo di doversi
    adeguare alle procedure, ma è bene che in questo caso sia noto il
    lavoro comune di Regione e Province, cioè quell'ottimo lavoro di
    coordinamento che è stato svolto, con cui i Comuni hanno messo a
    punto una prima base di informatizzazione dello sportello on-line,
    l'unificazione standardizzata di 160 procedimenti. Poi,
    naturalmente, ogni Comune potrà utilizzare quella oppure continuare
    a utilizzare la propria procedura, adattarla, arricchirla, ecc.
    Insomma, tra qualche settimana, dopo questo nostro lavoro, saranno
    disponibili e funzionanti gli sportelli on-line e le piattaforme
    on-line. È questo il cuore e il senso del provvedimento.
    Trovo assai ragionevoli, e quindi le valuteremo, le osservazioni che
    ho sentito a questo proposito, così come quella relativa al fatto
    che al tavolo che viene istituito vi possa essere un lavoro con le
    associazioni imprenditoriali, con la possibilità non solo di
    partecipare, ma anche di esprimersi in maniera consultiva rispetto
    agli atti di semplificazione che si realizzino, eventualmente. Già
    da ora possiamo valutare, rispetto alla discussione in Commissione,
    come integrare ulteriormente.
    Al rappresentante dell'UPI dico che sulla sottolineatura del ruolo
    svolto e da svolgere da parte delle Province siamo assolutamente
    d'accordo. A dire il vero c'è un fatto tecnico e cioè che questa
    legge non abroga, ovviamente, le previsioni della legge regionale n.
    3 del 1999 in ordine ai compiti di coordinamento delle Province, né
    intende farlo. Si è rivolta, come ho detto, alla disciplina della
    realizzazione dello sportello unico on-line e, da questo punto di
    vista, della previsione di una funzione di coordinamento previsto in
    legge per quanto riguarda la parte informatica. Potrebbe correre il
    rischio di essere opinata per le ragioni espresse, cioè la
    competenza di organizzazione dello sportello unico in capo ai
    Comuni. Una soluzione che la Giunta sente di proporre in chiave di
    chiarimento è che la legge non abroga la legge n. 3. Tutte le
    attività di coordinamento svolte fin qui dalle Province proseguono,
    perché sono state il sale dello sportello, nel senso che hanno
    consentito un rapporto di unificazione. Se c'è poi qualche
    accorgimento di chiarimento, di aggiustamento del testo da fare in
    questa direzione, certamente se ne terrà conto, naturalmente con
    l'auspicio di procedere sulla linea della semplificazione ed anche
    di connessione, come previsto dalla legge e come giustamente è stato
    ricordato, dello sportello unico attività produttive allo sportello
    dell'edilizia: è un ragionamento giustamente sottolineato.
    Ribadisco che il testo si concentra sulla realizzazione dello
    sportello unico on-line; se ci sono parti del provvedimento nel
    quale connettere meglio le norme, sarà cura della Giunta
    approfondire ulteriormente in questi giorni.
    Intervengo infine per anticipare un emendamento al progetto di legge
    che la Giunta propone, relativo alla necessità di adeguamento che
    abbiamo visto con riferimento alla realizzazione dei tecnopoli, che,
    come sapete, sono strutture dedicate alla ricerca e sono collocati
    all'interno del programma condiviso con l'Unione europea fino al
    2013. Nella sostanza, occorre prevedere che la società consortile
    ASTER, costituita da Università, enti di ricerca, eccetera, secondo
    gli accordi presi per la realizzazione del tecnopolo, sia anche
    soggetto di coordinamento della rete dei tecnopoli, e che si trovi
    nella legge questa definizione. La rete dei tecnopoli avrà
    possibilità, nell'ambito delle sue attività, di essere anche
    società, magari con un opportuno accorgimento di scissione fra la
    configurazione attuale ed un'altra necessaria; potrà essere il
    soggetto che presiede in certi casi al recepimento delle
    infrastrutture fisiche da parte degli enti locali. Siccome
    nell'oggetto sociale di ASTER ciò non era previsto, questo è il
    senso dell'emendamento che presenteremo.
    Terminati gli interventi, il Presidente MAZZOTTI ringrazia
    l'Assessore Campagnoli e tutti gli intervenuti, informando che il
    provvedimento sarà discusso nella Commissione Bilancio Affari
    generali ed istituzionali nella prossima seduta del 2 febbraio e in
    Aula tra l'8 e il 10 febbraio.
    La seduta termina alle ore 15,40.
    Approvato nella seduta del 2 febbraio 2010
    La Segretaria Il Presidente
    Nicoletta Tartari Mario Mazzotti
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