Testo
Verbale n. 5
Seduta del 26 gennaio 2010
Il giorno 26 gennaio 2010 alle ore 14,30 si è riunita presso la sede
dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, in
Udienza conoscitiva la Commissione Bilancio Affari Generali ed
Istituzionali, convocata con nota prot. n. 1903 del 21 gennaio 2010.
Partecipano alla seduta i Consiglieri:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
NERVEGNA Antonio Presidente Forza Italia - 5 assente
Popolo della Libertà
FOGLIAZZA Luigi Vice Lega Nord Padania 3 presente
Presidente Emilia e Romagna
MAZZOTTI Mario Vice Partito Democratico 3 presente
Presidente
AIMI Enrico Componente Alleanza Nazionale - 4 assente
Popolo della Libertà
ALBERTI Sergio Componente Uniti nell'Ulivo - 2 assente
Partito Socialista
BERETTA Nino Componente Partito Democratico 5 presente
BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1 assente
Donatella Italiani
DELCHIAPPO Componente Gruppo Misto 1 assente
Renato
GUERRA Daniela Componente Verdi per la Pace 1 assente
MASELLA Leonardo Componente Partito della Rifondazione 2 assente
Comunista
MAZZA Ugo Componente Sinistra Democratica per 2 assente
il Socialismo Europeo
MONACO Carlo Componente Per l'Emilia-Romagna 1 assente
MONARI Marco Componente Partito Democratico 4 presente
NANNI Paolo Componente Italia dei Valori con Di 1 assente
Pietro
NOE' Silvia Componente UDC - Unione dei 1 assente
Democratici Cristiani e Democratici
di Centro
PEDULLI Giuliano Componente Partito Democratico 2 presente
RICHETTI Matteo Componente Partito Democratico 3 presente
RIVI Gian Luca Componente Partito Democratico 3 presente
SALOMONI Ubaldo Componente Forza Italia - Popolo 4 presente
della Libertà
ZANCA Paolo Componente Uniti nell'Ulivo - 2 assente
Partito Socialista
Il consigliere Alberto VECCHI sostituisce il consigliere Enrico
AIMI.
È presente il consigliere Mauro BOSI (PD).
È presente altresì l'Assessore alle Attività produttive, Sviluppo
economico, Piano telematico Duccio CAMPAGNOLI.
Hanno partecipato ai lavori della Commissione: Diazzi (Dir. gen.
Attivita' produttive, commercio, turismo), De Leo (Resp. Segreteria
particolare dell'Assessore a Attività produttive, Sviluppo
economico, Piano telematico) Dondi, Gigante, Ramenghi e Paolozzi
(Serv. Affari legislativi e qualita' dei processi normativi),
Mancini (Serv. Turismo e qualita' aree turistiche), Saccenti (Serv.
formazione professionale), Santangelo (Resp. Serv. Affari generali,
giuridici e programmazione finanziaria della Direzione generale
Programmazione territoriale e negoziata, intese. Relazioni europee e
relazioni internazionali) e Mantini (Serv. Informazione Assemblea
legislativa).
Presiede la seduta: Mario MAZZOTTI
Assiste la Segretaria: Nicoletta TARTARI
Resocontista: Simonetta MINGAZZINI
UDIENZA CONOSCITIVA
26 gennaio 2010 - ore 14,30
sul progetto di legge:
5265 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Norme per
l'attuazione della Direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi del
mercato interno e altre norme per l'adeguamento all'ordinamento
comunitario - Legge regionale comunitaria per il 2010 (delibera di
Giunta n. 2188 del 21 12 09)
Relatore consigliere Pedulli
Partecipano:
Benni Caterina Resp. Coordinamento SUAP - Provincia di
Bologna
Bruzzo Anna SUAP - Unione Reno Galliera
Consoli Mauro Resp. SUAP Unione Comuni Modenesi Area Nord
Donati Sergio Segretario Federalberghi Emilia-Romagna
Fantini Pietro Confcommercio Emilia-Romagna
Ferrante Angelo Università di Bologna - CESIA
(Centro servizi informatici di Ateneo)
Ganassi Roger Direttore Confesercenti Emilia-Romagna
Gervasio Giulia Confesercenti Emilia-Romagna
Garagnani Serena Resp. SUAP del Comune di San Giovanni in
Persiceto
Giorgetti Alessandro Presidente Federalberghi Emilia-Romagna
Golfarelli Lalla CNA Emilia-Romagna
Guerra Ida Dir. SUAP associato Comuni di Nonantola,
Castelfranco e S. Cesario sul Panaro (MO)
Longano Cristina Coordinamento SUAP - Provincia di Bologna
Manicardi Enrico Direttore UPI Emilia-Romagna
Michelin Ivo Confartigianato Emilia-Romagna
Pareschi Rita Legacoop Emilia-Romagna
Pasi Marco Confesercenti Emilia-Romagna
Piccinini Brunella SUAP Associato Comuni di Nonantola,
Castelfranco e S. Cesario sul Panaro (MO)
Rusconi Gianluca Confindustria Emilia-Romagna
Trombetti Giovanna Dir. Serv. Attività produttive e turismo -
Provincia di Bologna
Venturi Silverio Assessore Attività produttive, Commercio,
Turismo, Bilancio, Personale del Comune di
Sasso Marconi (BO)
Presiede il vicepresidente MAZZOTTI che dichiara aperta la seduta e
introduce l'udienza conoscitiva sul progetto di legge che
costituisce la prima legge comunitaria della Regione Emilia-Romagna,
in attuazione della legge regionale n. 16 del 2008 (Norme sulla
partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione ed
attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo
internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali.
Attuazione degli articoli 12,13 e 25 dello Statuto regionale).
Ringrazia tutti i consiglieri e gli invitati presenti e cede la
parola al consigliere relatore Pedulli.
Il consigliere relatore PEDULLI illustra il progetto di legge,
richiamando le innovazioni principali introdotte, evidenziando come
la legge intenda procedere all'adeguamento della normativa regionale
a quella comunitaria, sulla base del principio di semplificazione.
Richiama le innovazioni principali introdotte dal progetto di legge
che, dopo il monitoraggio dettagliato effettuato dalla Regione dei
regimi di autorizzazione previsti per le attività di servizi, si
basano sull'adeguamento della normativa regionale con il principio
della semplificazione, per facilitare gli adempimenti degli
operatori economici, sia da un punto di vista materiale che
economico.
Anticipa la comunicazione di due proposte di emendamenti che sono
state presentate dall'Assessore Bissoni, volte a semplificare
ulteriormente.
Per quanto riguarda le strutture ricettive turistiche, con il
progetto di legge si introduce la DIA immediata, in luogo
dell'autorizzazione, per le strutture alberghiere e della DIA per le
strutture extralberghiere attualmente previste, adeguando
contestualmente le relative disposizioni procedimentali e
sanzionatorie.
In materia di professioni turistiche è stata eliminata la figura
dell'animatore turistico nell'ambito di validità dell'abilitazione
dell'esercizio della professione di guida turistica, estesa
all'intero territorio regionale, in coerenza con la direttiva
servizi ed in attuazione, come è noto, di quanto deciso dalla Corte
costituzionale nella sentenza 271 del 2009.
Per quanto riguarda la professione di maestro di sci, la proposta
chiarisce che spetta allo Stato disciplinare il riconoscimento delle
qualifiche professionali e formali, mentre spetta alla Regione
autorizzare l'esercizio in forma stabile della professione, da parte
di un cittadino proveniente da un altro Stato membro. Si fornisce in
tal modo una soluzione alla procedura comunitaria n. 2007/4541,
relativa a tale materia per l'apertura delle scuole di sci e di
snowboard.
Si introduce una DIA, in luogo dell'autorizzazione attualmente
prevista, per il procedimento di riconoscimento delle scuole di
alpinismo; si semplifica ulteriormente, eliminando il previsto
parere del Collegio regionale delle guide.
In materia di agenzie di viaggio e turismo si ritiene opportuno
conservare il regime autorizzatorio, per evidenti ragioni di tutela
del consumatore, tuttavia si introduce la regola del
silenzio-assenso nel procedimento di autorizzazione. In materia di
commercio si introduce la DIA immediata per l'attività svolta negli
esercizi di vicinato e per le forme speciali di vendita al dettaglio
degli spacci interni, per corrispondenza, ecc.
In materia sanitaria si intende conservare il procedimento
autorizzatorio per l'apertura di stabilimenti termali, ciò per
evidenti ragioni di tutela della salute, ed è stata introdotta la
regola del silenzio-assenso del procedimento di autorizzazione.
Rispetto allo svolgimento di attività di trasporto funebre si
ritiene di sostituire l'autorizzazione con la DIA immediata. La
stessa scelta à stata adottata per lo svolgimento di attività
economiche riguardanti il commercio, l'allevamento, l'addestramento
e la custodia degli animali da compagnia.
Per quanto riguarda lo sportello unico per le attività produttive,
che rappresenta uno dei punti salienti della proposta di legge, il
consigliere Pedulli richiama gli articoli 2 e 3, i quali regolano le
norme in materia di sportello unico per le attività produttive, in
piena conformità con la direttiva servizi ed in linea con l'art. 38
del decreto legge n. 112 del 2008, definito impresa in un giorno ,
convertito in legge n. 133 del 2008.
L'art. 6 della direttiva impone agli Stati membri di prevedere che,
tramite gli sportelli unici, i prestatori di servizi possano
espletare tutte le procedure e le formalità necessarie per svolgere
le loro attività. L'art. 38 citato intende invece favorire il
percorso di riduzione degli oneri amministrativi a carico delle
imprese. In coerenza con tali disposizioni, l'art. 2 del progetto di
legge regionale definisce il SUAP, sportello unico delle attività
produttive, come unico punto di accesso per tutti i soggetti che
avviano ed esercitano attività produttive, comprese quelle
finalizzate alla prestazione di servizi, di cui alla direttiva
2006/123, rinviando ad un regolamento della Giunta il compito di
adeguare le relative procedure amministrative.
L'art. 3 disciplina lo sportello unico telematico e la rete
regionale dei SUAP, quale organizzazione dedicata della rete degli
sportelli unici delle attività produttive per il collegamento
telematico degli sportelli unici, istituiti nella regione, nonché
per la trasmissione via telematica di documenti tra i SUAP egli
altri enti che intervengono nei procedimenti. La rete sarà
coordinata dalla Regione Emilia-Romagna mediante un apposito tavolo
di coordinamento.
Per quanto riguarda infine le disposizioni in materia di società
partecipate, gli ultimi tre articoli del progetto di legge regionale
intendono modificare la legge regionale n. 11 del 2004, relativa
alla società dell'informazione, in coerenza con il recente
orientamento della Corte di Giustizia, che ha ammesso che il
cosiddetto controllo analogo sulle società in-house possa essere
esercitato anche da più enti pubblici, che perseguano le stesse
finalità, in forma associativa aggregata.
A tal fine l'art. 48 del progetto di legge utilizza gli organi
creati dall'aggregazione tra Regione ed enti locali, denominata
Community Network dell'Emilia-Romagna, per l'espletamento delle
funzioni di controllo determinante sulla società Lepida, anche
nell'interesse degli enti locali.
L'art. 50 prevede infine le modalità con cui la Regione effettua il
controllo su Lepida, analogo a quello esercitato sulle proprie
strutture organizzative.
Quanto esposto rappresenta in sintesi i punti fondamentali del
progetto di legge regionale.
Il consigliere Pedulli riferisce che durante la seduta odierna della
Commissione Politiche per la salute sono emerse due proposte di
emendamenti da parte dell'Assessore alle Politiche per la salute,
Giovanni Bissoni. Tali proposte saranno trasmesse alla commissione
Bilancio per l'esame definitivo e per l'approvazione.
La prima proposta di emendamento specifica che la DIA prevista
sostituisce altresì l'autorizzazione di cui all'art. 231 del testo
unico delle leggi sanitarie. La si ritiene una specificazione utile
ad evitare eventuali aggravi di procedimento.
Si aggiunge l'art. 50/bis, relativo al sistema sanzionatorio, sempre
finalizzato a precisare altre normative riguardanti il soggetto
legittimato ad intervenire per violazioni in materia sanitaria,
nonché relative alla tutela e alla sicurezza del lavoro, anche
connesse a funzioni attribuite agli enti locali: si definisce che la
competenza e l'applicazione delle sanzioni amministrative peculiari
sia in capo all'Azienda Unità sanitaria locale. Qualora le
violazioni riguardanti la tutela e la sicurezza del lavoro siano
contestate all'Azienda USL, la competenza diventa della Regione.
A questo punto, il presidente MAZZOTTI, per consultare la società
regionale ed ascoltare osservazioni, proposte, approfondimenti e
idee dai presenti, rappresentanti di enti locali, istituzioni,
associazioni iscritte all'albo generale, cede la parola agli
invitati che hanno chiesto di intervenire.
MARCO PASI, Confesercenti Emilia-Romagna
Grazie presidente per l'opportunità di esprimere, così come avevamo
chiesto non appena avuto notizia del progetto di legge, un parere su
un provvedimento importante come questo.
Svolgerò una relazione a nome del Tavolo regionale
dell'imprenditoria che, ricordo, rappresenta diverse associazioni
imprenditoriali del settore: l'AGCI, la CIA, la CLAI, la CNA, la
Coldiretti, la Confagricoltura, la Confartigianato, la
Confcommercio, la Confcooperative, la Confesercenti, la Coopagri,
Legacoop, Unionapi e UNCI. Queste organizzazioni insieme, seppure
nel breve lasso di tempo a disposizione, si sono sentite in obbligo
ed in dovere di avanzare sostanzialmente due osservazioni al testo
proposto.
La prima è sostanzialmente di natura strategica: ci troviamo di
fronte ad un provvedimento che ha un'impostazione ben definita nella
direttiva approvata a fine 2006, che concedeva tre anni di tempo
agli Stati membri per adeguarsi e prevedeva un recepimento da parte
del nostro Stato che non è mai avvenuto e che nelle ultime settimane
utili ha visto effettivamente tutta una serie di puntate che hanno
portato alla realizzazione di testi, continuamente modificati nella
loro stesura, che facevano trapelare delle cose dette, ma non
scritte e che ad oggi non hanno ancora trovato una formulazione
ufficiale ed ufficialmente divulgata del decreto di recepimento
nazionale.
Vi è un testo, pubblicato peraltro in diversi siti ma non in quello
del Governo, che sembra essere stato approvato comunque nel
Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2009, che fornisce una serie
di indicazioni che a livello regionale trovano un certo impatto.
Per questo, avendo il nostro Governo, di fatto, chiesto ed ottenuto
una proroga nell'approvazione del recepimento di 90 giorni e quindi
spostato la data a fine marzo, si fatica a comprendere la necessità
della Regione di approvare una norma di recepimento di questa
direttiva, sapendo che alcune cose potrebbero trovare discrepanza
nel testo nazionale.
Ciò vale anche se ci si raffronta con la situazione europea, in cui
sono pochi i Paesi che hanno dato attuazione alla direttiva, ed al
panorama regionale, in cui solo la Regione Piemonte ha legiferato in
merito (in qualche modo rompendo un tacito accordo che attendeva
provvedimenti nazionali definiti). Questa situazione, secondo il
Tavolo regionale dell'imprenditoria, poteva consigliare un iter un
po' più ponderato, dando a tutti i soggetti la possibilità di
esprimere valutazioni più approfondite, proprio per l'impatto che
questo provvedimento ha su diversi settori economici. Un impatto
che, anche confrontato con l'attuale sistema non particolarmente
florido da un punto di vista dell'assetto economico, probabilmente
poteva rendere utile avere un tempo sufficientemente più lungo per
ragionare in termini più approfonditi.
Tuttavia, dal momento che l'Assemblea legislativa ritiene opportuno
proseguire nell'iter di approvazione del progetto di legge, come
organizzazioni ci appare indispensabile salvaguardare, proprio
nell'ambito del territorio regionale, le disposizioni normative di
favore che l'attuale progetto di legge regionale potrebbe inficiare,
predisponendo eventualmente un'elencazione delle norme già oggetto
di precedenti semplificazioni che hanno già trovato opportuna
normativa regionale all'interno del nostro territorio e che in tal
modo sarebbero di fatto escluse dall'applicazione della presente
disciplina, nonché un elenco dettagliato dei soggetti coinvolti, al
fine di evitare penalizzazioni derivanti da sovrapposizioni di
norme.
Il secondo tema, che a nostro parere ha un impatto in termini
generali e che dovrebbe essere oggetto di ulteriori riflessioni, è
quello contenuto al Capo I della proposta, e cioè lo sportello unico
delle attività produttive.
Prescindendo dalla volontà dei princìpi che in esso sono contenuti e
dalla volontà di lanciare uno strumento importante di
semplificazione per le imprese, peraltro ampiamente condiviso,
l'effettivo funzionamento del SUAP potrà e dovrà essere garantito da
un concreto, certo e tempestivo interscambio delle informazioni tra
le amministrazioni competenti. Questo non solo a livello nazionale,
bensì anche territoriale, coinvolgendo tutti i soggetti con i quali,
a diverso titolo, le aziende si interfacciano, rendendo operativi
tutti gli strumenti telematici necessari.
Un esempio di tale indirizzo è il collegamento del SUAP con le
banche dati regionali. Quindi secondo il Tavolo dell'imprenditoria,
sarebbe opportuno promuovere un coordinamento composto dagli enti
locali territoriali, dai rappresentati delle Camere di Commercio e
da tutte le amministrazioni coinvolte nel procedimento.
La norma in questione affida al tavolo previsto dal progetto di
legge la possibilità di consultare e collaborare con i
rappresentanti delle associazioni di categoria dei professionisti,
che dovrebbe, a nostro parere, essere ulteriormente
istituzionalizzato, attraverso la creazione di un comitato
consultivo che esprima pareri obbligatori sulle attività di
indirizzo e monitoraggio della semplificazione, promosse dal tavolo,
nonché sull'adeguamento degli sportelli alle modalità telematiche.
Per quel che riguarda invece Confesercenti, e quindi entrando nel
merito delle disposizioni previste nella seconda parte
dell'articolato, prendo atto delle proposte di emendamento che sono
state illustrate dal consigliere relatore Pedulli e che in parte
ritengo possano essere condivisibili.
In riferimento ad alcuni articoli specifici sulla materia, mi
accingo a fare alcune osservazioni di merito in maniera puntuale.
Sull'art. 4, proprio quello che riguarda l'introduzione della DIA
immediata per l'apertura delle attività ricettive-alberghiere, se ho
capito bene, la proposta sarebbe quella di mantenerla e introdurre
invece la DIA differita per le attività ricettive extralberghiere.
Come organizzazione riteniamo che, per l'impatto che hanno queste
strutture sul territorio, e per prevenire eventuali situazioni di
illegalità, sia opportuno introdurre la DIA differita anche per le
strutture alberghiere. DIA differita che però deve limitarsi
all'applicazione esclusivamente nella casistica della nuova
apertura, mentre in fase di ampliamento e di sub-ingresso, per
essere ancora più chiaro, crediamo sia opportuno l'inserimento e
l'introduzione della DIA immediata.
Per quel che riguarda invece l'art. 12, come organizzazione
riteniamo difficile comprendere la ratio della norma. È sì vero che
la direttiva servizi disciplina qualsiasi attività economica non
salariata di cui all'art. 50 del trattato di Roma, fornita
normalmente dietro retribuzione. Nel testo del decreto che
sembrerebbe approvato dal Consiglio dei Ministri, in realtà questa
definizione è ulteriormente precisata: si tratta di qualunque
attività economica di carattere imprenditoriale o professionale che
viene normata da questo recepimento della direttiva. Per questo
motivo riteniamo che queste caratteristiche non si applichino alle
attività saltuarie di alloggio e di prima colazione, così come
vengono normate dalla legge regionale n. 16 del 2004 e nello
specifico dall'art. 13. Di fatto, queste attività vengono indicate
come attività svolte senza organizzazioni in forma di impresa,
quindi è ben chiaro che siamo al di fuori dell'ambito di
applicazione così come viene disegnato dal decreto nazionale di
recepimento.
A questo punto credo che non sia opportuno essere più realisti del
re, anche perché la norma regionale che chiarisce che, ad esempio,
le caratteristiche strutturali igienico-edilizie dei locali sono
quelle previste per i locali di civile abitazione, quindi si
rafforza ulteriormente il concetto dell'attività svolta non in forma
imprenditoriale. Quindi, secondo noi, l'attuale formulazione della
proposta di legge di recepimento della direttiva servizi si presta
ad una diffusione del fenomeno della ricettività abusiva, aumentando
ulteriormente l'offerta, già sovrabbondante in molte parti del
territorio regionale, e non sempre attraverso strutture in possesso
dei requisiti necessari.
Sarebbe quindi opportuno non modificare l'attuale formulazione
dell'art. 13, prevedendo la disapplicazione della direttiva a questo
tipo di attività, come peraltro fa il decreto di recepimento a
livello nazionale. Il ragionamento cambia in modo sostanziale se
queste attività di servizi vengono gestite e strutturate in forma
imprenditoriale: a quel punto naturalmente potrebbero rientrare
nelle previsioni di recepimento della normativa.
Per quanto riguarda gli articoli 33 e 34, in materia di guide
turistiche, preme far osservare che di fatto si tratta di materia
non disciplinata dal testo del decreto nazionale.
Si tratta di una materia che, a nostro parere, andrebbe
ulteriormente approfondita e, a prescindere da quello che si ritiene
di poter fare, i requisiti professionali saranno fondamentali ed
individuati dalla normativa regionale. Nello specifico, richiamo la
delibera regionale n. 298 del 2008 su questa tipologia di attività,
che se dovesse vedere superato il criterio del forte legame col
territorio, così come avviene con le disposizioni della delibera che
aggancia la professione al territorio provinciale, occorrerà almeno
conservare il mantenimento del requisito professionale, collegato
comunque alla frequenza di un corso professionale, nel caso non si
posseggano i requisiti previsti al superamento di un esame. Questo è
finalizzato alla tutela del consumatore, perché non c'è solo il caso
classico dell'idraulico polacco, bensì anche quello della guida
turistica polacca che potrebbe, ad esempio, venire a spiegare i
musei e i monumenti di Ferrara.
L'articolo 42 disciplina l'attività delle agenzie di viaggio:
sappiamo che si tratta di un'attività particolarmente esposta in
materia di impatto e di tutela nei confronti dei consumatori. È un
settore che in questi anni ha visto aumentare notevolmente le
necessità di tutela verso l'utente e, fra l'altro, questo periodo
abbastanza lungo di crisi sta determinando un riassetto del sistema
anche importante che espone il consumatore a problemi di raggiri,
ecc.
Quindi è sentita la necessità di avere personale qualificato e
disponibilità di garanzie assicurative adeguate: due temi che
emergono con ancor maggior rilevanza. Per questo introdurre la DIA
immediata, nel caso di aperture di filiali, non agganciata al
requisito della presenza di un direttore tecnico, diventa un
elemento abbastanza pericoloso e se vogliamo mettere mano a questa
norma dovremmo modificare la legge regionale in questa direzione e
quindi introdurre l'obbligo di un direttore tecnico, specifico per
ciascuna filiale delle agenzie, ad esempio come è previsto per
l'attività di estetista. Sarebbe infatti coerente, nel momento in
cui si aprono filiali, la presenza di personale abilitato, per
ognuna delle sedi distaccate. La stessa cosa dovrebbe essere
prevista anche per le agenzie di viaggio e, nel caso di apertura di
più filiali, probabilmente sarebbe utile prevedere l'adeguamento dei
requisiti assicurativi.
Termino con queste ultime due osservazioni: la prima sull'art. 43,
dove viene introdotta la DIA per il commercio di vicinato, che
riteniamo sia un provvedimento logico. Tuttavia suggeriamo
l'opportunità eventualmente di valutare se non fosse utile
introdurre la DIA differita per quel che riguarda il settore
alimentare. Si sono infatti riscontrati dei problemi, dal punto di
vista igienico-sanitario, di tutela del consumatore con una certa
rilevanza. Tutto sommato aspettare trenta giorni per l'imprenditore
cambia poco e siccome i fenomeni di apertura, su questa tipologia di
attività, stanno avendo delle dimensioni di un certo tipo, forse può
essere opportuno rifletterci.
L'ultima osservazione riguarda la rivendita dei giornali e delle
riviste che nella norma non è naturalmente oggetto di conservazione
di programmazione. Nel decreto nazionale questa rimane, come
attività soggetta a programmazione; ebbene, crediamo che abbia una
logica la programmazione se viene basata su quei principi ed
elementi che assicurino un corretto sviluppo del settore
distributivo della stampa quotidiana e periodica, in riferimento e
con particolare attenzione alla necessità di favorire l'accesso
all'informazione ed incrementare la diffusione dei punti vendita. Il
tutto nel pieno rispetto delle condizioni di parità di trattamento
delle varie testate, un principio codificato in tutti i
provvedimenti di legge nazionali, approvati dal 1981 in poi, anno
della famosa riforma dell'editoria.
Lascio il testo delle osservazioni scritte.
ALESSANDRO GIORGETTI, Presidente Federalberghi Emilia-Romagna
Grazie per la possibilità offerta con questa udienza conoscitiva su
questo documento.
Come sappiamo, a livello nazionale è ancora in corso una riflessione
sull'argomento e quindi non si capisce questa volontà di accelerare
ed arrivare a questa semplificazione a cui tutti miriamo, ma quando
si pensa di semplificare a volte capita di approvare una norma che
peggiora. Mi viene da pensare agli sportelli unici, che tutti
diciamo essere l'elemento fondamentale di sviluppo e di
delegificazione, invece dove hanno operato finora hanno
rappresentato più un problema che la risoluzione dei problemi. Anche
perché laddove ai tavoli vi sono più soggetti e tutti richiedono
documenti, invece di adottare procedure che agevolano, si creano dei
problemi, con ognuno che mette una valutazione diversa rispetto alle
soluzioni del problema.
Ci aspettavamo una riflessione maggiore e, magari, poter lavorare
con una valutazione più serena per capire se effettivamente questa
direttiva agevola le imprese oppure le preoccupa.
Tecnicamente ci accorgiamo che quando si adottano soluzioni per
migliorare, ciò non accade. Le osservazioni che intendiamo proporre
come Federalberghi Emilia-Romagna/Confcommercio sono in riferimento
all'articolo 3 sullo sportello unico telematico, chiediamo
l'inserimento nel tavolo di coordinamento regionale delle
organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello
regionale. In subordine, chiediamo che le organizzazioni di
categoria maggiormente rappresentative a livello regionale possano
esprimere pareri obbligatori sulle attività promosse dal tavolo di
coordinamento, questo per avere il sentore della situazione e della
risoluzione dei problemi.
Sull'articolo 12 - che modifica l'articolo 13 della legge regionale
n. 16 del 2004 - concernente l'alloggio saltuario, sottolineiamo che
l'attività di bed and breakfast non è un'attività di impresa, così
come è scritto nella legge regionale dell'Emilia-Romagna. Al comma 1
dell'articolo 13 si chiede che sia mantenuto l'obbligo di dimora da
parte del proprietario dell'immobile, così come previsto dalla legge
regionale. Siamo stati contenti del lavoro svolto, anche nei
confronti della sanità ed altro, che ha fatto accogliere un
emendamento già scritto e che avevamo portato alla vostra
attenzione, che chiedeva un ulteriore articolo, cioè l'articolo 51,
che consenta alle società di disporre, come nel settore alimentare,
della DIA immediata. Apprendo oggi che la proposta è già stata
suggerita e l'accogliamo con notevole favore.
Un'altra cosa che ci interessa è l'articolo 4 in cui si prevede la
DIA differita. È evidente che la DIA differita deve servire solo
alle nuove attività, mentre per le preesistenti, che riguardano
anche gli ampliamenti, no, e poi ci può essere un problema tra
valutazione ai fini urbanistici e delle attività produttive. A volte
anche gli inserimenti in immobili già attuati prevedono la DIA
differita. Vorremmo che lì fosse prevista la DIA differita, quando
invece si prevede immediata, altrimenti si creano delle
preoccupazioni.
Invieremo le osservazioni con materiale scritto, per fare in modo
che rimanga agli atti. Ringraziamo per l'opportunità che ci è stata
data di partecipare.
ENRICO MANICARDI, Direttore UPI Emilia-Romagna
Vorrei premettere che abbiamo aderito all'udienza conoscitiva,
tenendo però conto che è stato istituito il CAL e che di norma ci
rivolgeremo all'Assemblea legislativa, così come alla Giunta
regionale, anche per il tramite diretto del CAL. Questo per non
duplicare i tempi e per utilizzare uno spazio istituzionale previsto
dallo Statuto e dalla Costituzione, che è quello riservato al
rapporto fra le autonomie locali e la Regione Emilia-Romagna, nei
suoi due organi di governo fondamentali. Tuttavia, visto che sta
passando un treno e siamo in zona Cesarini, partecipiamo all'udienza
conoscitiva e consegneremo al Presidente e al relatore una lettera
del Presidente dell'UPI Vincenzo Bernazzoli, che a nome delle
Province ha scritto alla Vicepresidente della Regione Maria
Giuseppina Muzzarelli, e al qui presente Assessore Duccio Campagnoli
in materia di sportello unico delle attività produttive.
Abbiamo notato un legislatore che nel 2008, con la legge 133 e il
decreto legge 112 che lo precede, ha semplificato l'organizzazione,
la rete dello sportello unico delle attività produttive, mettendo a
regime il rapporto diretto tra Regione, Comuni e Camere di
Commercio.
Abbiamo preso in esame la legislazione regionale che, a partire
dalla legge regionale n. 3 del 1999, affida alle Province il compito
di coordinamento della rete territoriale e provinciale degli
sportelli unici delle attività produttive, naturalmente nell'ambito
della regione, in pieno accordo con la Giunta regionale.
Questa attività di coordinamento si è egregiamente sviluppata nel
corso di dieci anni di positiva esperienza, al punto che i Comuni
del territorio (prevalentemente i Comuni della rete, non il comune
capoluogo, per intenderci, il quale ha la forza, l'organizzazione e
la capacità per provvedere a dialogare adeguatamente) si appoggiano
alla Provincia per sviluppare questa funzione utilissima dello
sportello unico delle attività produttive, nell'ambito dei principi
di semplificazione all'interno dei quali ci troviamo pienamente come
attività delle Province. Questo avendo tra l'altro presente i tre
punti cardine della Costituzione che sono la sussidiarietà, la
differenziazione e l'adeguatezza del principio amministrativo che si
svolge attraverso i compiti dei Comuni, delle Province (e quindi al
di sopra la futura città metropolitana), della Regione e dello
Stato. In relazione a questi tre principi, riteniamo di dover
conservare, proprio per non interrompere un'esperienza e per
proseguire nell'attività di semplificazione e di servizio fin qui
svolta, il ruolo della Provincia in sede territoriale. Questo non
impedisce alla Regione, con l'art. 3 della legge in esame, di
istituire un tavolo regionale, all'interno del quale siano
rappresentate le Province, anche in forma di delega, attraverso uno
o due rappresentanti, come siamo abituati a designare per altri
compiti e per altre funzioni, non pretendiamo di essere in nove al
tavolo del coordinamento regionale. Siamo d'accordo sulle istanze
appena annunciate da questa sede e di accogliere le rappresentanze
significative a livello regionale delle attività economiche e
commerciali.
Non presenteremo osservazioni direttamente all'Assemblea
legislativa, dato che consideriamo la Giunta regionale il nostro
interfaccia naturale e vorremmo ci sostenesse nel chiarire
l'articolo 3, individuando nuovamente la funzione di coordinamento
sul territorio provinciale in capo alle Province.
Lo dico perché il legislatore statale nel 2008 ha introdotto quella
semplificazione che riteniamo eccessiva e che comunque, in un'Italia
fatta a stivale e che non è tutta l'Emilia-Romagna, ha trovato varie
esperienze. Questo mentre il legislatore nazionale si sta
accingendo, con la cosiddetta legge Calderoli, cioè con il disegno
di legge sul codice delle autonomie, a conferire alle Province la
funzione fondamentale in materia di coordinamento delle attività e
dello sviluppo economico sul territorio provinciale. Lo trovate
nella proposta di legge governativa all'esame del Parlamento, che
riporta alle Province, e questo per tutto il territorio nazionale,
compiti di coordinamento, anche nei confronti degli enti locali, in
materia di sviluppo economico e di attività produttive.
Per questi motivi, credendo di essere coerenti, chiediamo
all'Assemblea Legislativa e alla Giunta regionale di emendare la
legge e di riservare alla Provincia un ruolo che consideriamo
positivo.
GIANLUCA RUSCONI, Confindustria Emilia-Romagna
Ringrazio la Commissione per questa occasione di approfondimento su
di un provvedimento che per noi è molto interessante, perché mette
al centro il tema della semplificazione. Questo tema a noi è molto
caro e da sempre lo sollecitiamo in tutte le sedi in cui siamo
chiamati ad offrire un contributo.
Colgo l'ultimo spunto, relativo al relatore che mi ha preceduto, per
dire che Confindustria è nettamente contraria alla proposta che è
stata fatta, cioè di delegare alle Province lo sviluppo produttivo.
Ovviamente la sede in cui formuleremo le nostre osservazioni sarà il
decreto Calderoli, ma se lo sviluppo produttivo in Emilia-Romagna ha
ancora una sua valenza è grazie anche a politiche regionali che
hanno saputo sostenere le imprese.
Chiusa questa parentesi, mi soffermo su alcuni aspetti del
provvedimento oggi in esame, che apprezziamo perché finalmente
vediamo il tema della semplificazione al centro dell'attività
legislativa della Regione. Lo abbiamo riscontrato in alcuni
provvedimenti di carattere amministrativo, con alcune delibere anche
recenti, adottate alla fine dello scorso anno. Però oggi affrontiamo
un primo vero intervento legislativo, che poi è sostanzialmente
l'attuazione di una direttiva comunitaria. La prima osservazione è
quindi di carattere generale ed è in senso positivo su questo
provvedimento.
La valutazione è poi positiva relativamente alle procedure o alle
novità che vengono introdotte in due settori: quello legato alle
strutture ricettive turistiche e quello termale, che sono due
settori strategici per la nostra economia. L'inserimento della DIA
piuttosto che il silenzio-assenso è assolutamente condiviso, ed è la
strada su cui invitiamo la Regione ad intervenire, anche per le
altre attività di carattere produttivo.
Qui arrivo alla prima osservazione: è sì vero che la Regione ha
poche competenze amministrative, nel senso che il processo di delega
maturato negli anni, a partire dal 1999, ha sempre visto le Province
quali primi soggetti preposti alle attività amministrative, per
quanto riguarda quantomeno le imprese manifatturiere che
rappresentiamo. È quindi evidente che non poteva essere questa la
sede per intervenire sui procedimenti amministrativi di interesse
delle imprese, ma emerge un segnale attraverso le norme relative
allo sportello unico, un segnale apprezzato, anche se ci saremmo
aspettati qualcosa di più, come un intervento sulla legge n. 32 del
1993, la legge regionale sul procedimento amministrativo che è già
un po' datata. Poteva essere questa l'occasione, sfruttando anche il
recepimento della direttiva comunitaria, per dare indirizzi alle
Province anche sulle procedure che non sono di competenza regionale,
ma che interessano le attività produttive. Questo perché sicuramente
il segnale che emerge attraverso le norme relative allo sportello
unico è un segnale importante: l'informatizzazione della
documentazione. Segnalo peraltro che un principio più o meno analogo
era già previsto nella cosiddetta legge Vandelli del 2004, quindi
è una conferma di qualcosa che noi auspicavamo.
È importante il riconoscimento del tavolo regionale di coordinamento
sullo sportello unico per il monitoraggio e la definizione di
proposte legate alla semplificazione. Anche qui saremo sicuramente
disponibili ad offrire il nostro contributo, però ricordiamo che con
la legge Vandelli era stato posto un programma regionale sulla
semplificazione, quindi pensiamo che sia ora di passare dalla fase
dei programmi alla fase degli interventi. Ciò anche riguardo alle
politiche indicate nella proposta di PTR, attualmente in
approvazione dall'Assemblea legislativa, che spingono sul tema della
semplificazione.
Il segnale che volevamo dare con questo intervento era di favore
rispetto a questo intervento legislativo e di invito alla Giunta di
intervenire anche sulla legge del 1993, che è una parte sicuramente
importante per quanto riguarda le imprese manifatturiere.
Colgo l'occasione per proporre un intervento in tal senso, anche se
probabilmente non ci sono più i tempi dal punto di vista legislativo
perché siamo a fine legislatura. Però il mondo va avanti e
immaginiamo che a maggio o giugno l'attività dell'Assemblea
ricominci e quindi perché non immaginare, oltre alla definizione di
un tavolo di confronto, che è già previsto dal progetto di legge, o
all'attuazione di quel programma previsto nella legge n. 6 del 2004,
anche una sessione di semplificazione a livello dell'Assemblea
legislativa? Cioè, così come c'è la sessione di bilancio a fine
dicembre, pensare a una sessione che metta al centro il tema della
semplificazione, perché sappiamo perfettamente che il nodo è il
rispetto dei tempi, è legato a termini che generalmente sono
ordinatori e ed è lì che dobbiamo cercare di trovare la chiave di
volta.
Noi l'abbiamo fatto, chi è qui in sala conosce le nostre proposte in
materia di edilizia e di urbanistica, in materia di ambiente, di
emissioni atmosferiche. Quindi siamo pronti ad offrire un
contributo, gli strumenti ci sono, può essere il tavolo o il
programma, ma dobbiamo individuare adesso il meccanismo per
addivenire ad un intervento significativo in termini di
semplificazione per gli altri settori che non sono oggi contemplati
nel progetto di legge.
IDA GUERRA, Dirigente SUAP associato Comuni di Nonantola,
Castelfranco e S. Cesario sul Panaro (MO)
Sono responsabile da circa dieci anni di una struttura di sportello
unico sovracomunale e vorrei richiamare l'importanza del compito
della Giunta regionale che viene qui sottolineato, in particolare
dal comma 6 dell'articolo 2 che prevede : La Giunta regionale,
entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge, con proprio
regolamento adegua la normativa regionale alle disposizioni del
presente articolo.
La mia esperienza documenta il fatto che sicuramente la riforma
dello sportello unico è stata in parte un fallimento, perché, credo,
è venuta meno la cosiddetta cabina di regia , come hanno
autorevolmente sostenuto e diagnosticato studiosi della materia, e
soprattutto un cabina di regia che portasse avanti la
semplificazione della normativa.
Allora questo problema della semplificazione del coordinamento
normativo esiste anche in Emilia-Romagna e in modo particolare mi
riferisco al problema della legge regionale n. 31 sull'edilizia
(vedo qui tra i presenti il dott. Santangelo, che mi ha sentito
sostenere questo da diversi anni e in diverse sedi). La legge
regionale n. 31 configura il procedimento edilizio senza
assolutamente fare i conti col procedimento unico che nel frattempo,
a livello statale, era stato varato come istituto avente questa
valenza innovativa che doveva essere scardinante, cioè un
procedimento unico come procedimento dei procedimenti.
Dunque in Emilia-Romagna continuiamo ad avere una legge regionale
che disegna il procedimento edilizio come un'isola a se stante e,
cosa che mi ha ancora più preoccupato, c'è ora questa proposta
all'attenzione dell'Assemblea legislativa per l'approvazione
dell'atto di coordinamento sulle definizioni tecniche uniformi per
le funzioni urbanistiche-edilizie. Inizialmente avevo considerato
questo un atto relativo all'edilizia urbanistica, poi mi sono
accorta che contiene anche la parte che riguarda la documentazione
necessaria per i titoli abilitativi edilizi. Andando ad approfondire
questo atto, che credo sia all'attenzione dell'Assemblea proprio in
questi giorni, si comprende che è un atto in qualche modo attuativo
della legge 31, ma nell'allegato B descrive richieste di
autorizzazione, nullaosta, valutazioni, pareri o comunque denominati
come allegati necessari, come procedimenti connessi al procedimento
edilizio. Affermiamo, al comma 2 dell'articolo 2, che lo sportello
unico in Emilia-Romagna costituisce il punto unico di accesso ed in
relazione a tutte le vicende, ivi compreso il rilascio del titolo
abilitativo edilizio, però poi nella legge regionale e in altri
provvedimenti continuiamo a mantenere in capo al procedimento
edilizio la funzione che peraltro questo procedimento ha avuto. Dato
che lavoro da trent'anni nella pubblica amministrazione, so
benissimo che all'inizio in Emilia-Romagna il procedimento edilizio
ha svolto una funzione, diciamo, ante-litterarm come procedimento
unico, perché in qualche modo si faceva carico di presidiare e
governare anche altri aspetti. Ma nel momento in cui l'istituto del
procedimento unico viene varato a livello statale, non è più
possibile mantenere questa schizofrenia, poiché genera un sacco di
confusione agli operatori ed anche negli uffici Arpa, Usl. Allora,
come si gestisce questa cosa?
Nel frattempo come sportelli unici siamo a contatto e coinvolti nel
processo di formazione della banca dati, di procedimento, mappatura,
modulistica e modalità procedurali che avvengono nell'ambito
dell'assessorato Attività produttive. Dunque subiamo un effetto
demoralizzante di mancanza di coordinamento.
Non ho avuto tempo di pensare ad una formulazione di emendamento e
me ne scuso, tuttavia chiedo che nel comma 6 dell'articolo 2 risulti
chiaro l'impegno della Regione a rivedere anche la legge n. 31, per
superare anche questa schizofrenia che dopo dieci anni mi sembra,
francamente, non più rinviabile.
Assessore DUCCIO CAMPAGNOLI - Attività produttive, sviluppo
economico, piano telematico
Non replico e non intervengo nel merito delle osservazioni che sono
state presentate, tutte molto interessanti, che saranno oggetto del
lavoro della Commissione. Vorrei soltanto sottolineare che
certamente questo provvedimento giunge in connessione ed in
attuazione di quello che è il complesso delle norme derivanti anche
dalle direttive europee, quindi è la prima volta che la nostra
Regione dà corso ad un simile provvedimento e questo spiega la
collocazione in questo calendario temporale, come attuazione delle
norme europee.
Il senso di questo provvedimento, nelle sue diverse parti, in
riferimento alle proposte di emendamento e alle questioni formulate
negli interventi di oggi, è la volontà e la possibilità di attuare,
nel contesto di queste direttive europee, una significativa opera
anche di semplificazione, per alcuni aspetti resa anche necessaria
da un quadro di provvedimenti nazionali.
Per ciò che riguarda lo sportello unico, infatti, ricordo che c'è
stata la recente approvazione di un provvedimento governativo, il
quale ha previsto una norma secondo la quale entro 120 giorni
dall'entrata in vigore di questo provvedimento, che è stato o verrà
emesso in questi giorni, se non vi sarà l'adeguamento di ogni
sportello unico degli enti locali con la modalità on-line, avverrà
il trasferimento automatico e la gestione dello sportello unico da
parte delle Camere di Commercio. Non commento; da parte della
Regione sono state svolte osservazioni e devo dire per onestà che
c'è stato un pronunciamento della Corte costituzionale recentissimo,
che forse ha guardato al profilo generale di tematiche di competenza
nazionale. Parlando di trattamento di dati sensibili, come quelli
dei documenti di procedura informatica, la Corte ha ritenuto di non
dover cogliere la sostanza delle osservazioni che, da parte della
nostra e di altre Regioni, erano state formulate e avevano sollevato
la questione e cioè che, in questa maniera, con un atto quasi di
imperio, si espropriavano gli enti locali, ed i Comuni in
particolare, di una competenza che è indubbia.
In ogni caso: o in Emilia-Romagna, come in tutti i paesi,
attrezziamo rapidissimamente i nostri sportelli unici in maniera
tale che abbiano al più presto la modalità on-line, oppure, stante
quel provvedimento, la funzione degli sportelli unici passerebbe,
secondo quanto qui c'è scritto, alle Camere di Commercio.
Questa è la motivazione per cui è stata proposta questa norma, su
cui svolgo qualche approfondimento. Certamente la norma, come voi
avete visto, disciplina l'introduzione dello sportello unico
on-line; non disciplina - né voleva, né avrebbe potuto - la materia
del funzionamento procedurale degli sportelli unici, stante anche il
pronunciamento che ho richiamato della Corte costituzionale circa la
competenza, che per ciò che riguarda l'aspetto di trattamento di
dati sensibili, è dello Stato; per ciò che riguarda l'esercizio
delle funzioni direttamente amministrative, è cdegli enti locali.
Questo è un punto da considerare bene.
Discipliniamo quindi la promozione da parte della Regione di un
portale di architettura informatica, messa a disposizione dei Comuni
(senza alcun obbligo, perché naturalmente lungi dalla Regione di
invadere una sfera di autonomia decisionale dei Comuni) per metterli
in condizione, se lo vorranno, di potere affermare tra pochi giorni
che essi sono già nella condizione di potere realizzare lo sportello
unico on-line.
Quando il ministro Brunetta, ammesso che lo voglia fare, andrà a
verificare, tra 120 giorni, chi ha applicato la norma, si troverà di
fronte coloro i quali saranno già disponibili allo sportello on-line
e, magari in tutta Italia, saranno gli enti locali
dell'Emilia-Romagna, che con questa iniziativa mette a disposizione
di tutti gli enti locali questa importante piattaforma informatica.
Anticipo che, come già discusso in altre sedi, e cioè nel comitato
di indirizzo relativo all'attuazione del piano telematico della
Regione Emilia-Romagna, con Comuni e Province abbiamo già visto
tutte le modalità di funzionamento di questa piattaforma telematica
e abbiamo ben chiarito che non si sovrappone d'obbligo a nessuno, ma
è un'opportunità. I Comuni non avranno alcun obbligo di doversi
adeguare alle procedure, ma è bene che in questo caso sia noto il
lavoro comune di Regione e Province, cioè quell'ottimo lavoro di
coordinamento che è stato svolto, con cui i Comuni hanno messo a
punto una prima base di informatizzazione dello sportello on-line,
l'unificazione standardizzata di 160 procedimenti. Poi,
naturalmente, ogni Comune potrà utilizzare quella oppure continuare
a utilizzare la propria procedura, adattarla, arricchirla, ecc.
Insomma, tra qualche settimana, dopo questo nostro lavoro, saranno
disponibili e funzionanti gli sportelli on-line e le piattaforme
on-line. È questo il cuore e il senso del provvedimento.
Trovo assai ragionevoli, e quindi le valuteremo, le osservazioni che
ho sentito a questo proposito, così come quella relativa al fatto
che al tavolo che viene istituito vi possa essere un lavoro con le
associazioni imprenditoriali, con la possibilità non solo di
partecipare, ma anche di esprimersi in maniera consultiva rispetto
agli atti di semplificazione che si realizzino, eventualmente. Già
da ora possiamo valutare, rispetto alla discussione in Commissione,
come integrare ulteriormente.
Al rappresentante dell'UPI dico che sulla sottolineatura del ruolo
svolto e da svolgere da parte delle Province siamo assolutamente
d'accordo. A dire il vero c'è un fatto tecnico e cioè che questa
legge non abroga, ovviamente, le previsioni della legge regionale n.
3 del 1999 in ordine ai compiti di coordinamento delle Province, né
intende farlo. Si è rivolta, come ho detto, alla disciplina della
realizzazione dello sportello unico on-line e, da questo punto di
vista, della previsione di una funzione di coordinamento previsto in
legge per quanto riguarda la parte informatica. Potrebbe correre il
rischio di essere opinata per le ragioni espresse, cioè la
competenza di organizzazione dello sportello unico in capo ai
Comuni. Una soluzione che la Giunta sente di proporre in chiave di
chiarimento è che la legge non abroga la legge n. 3. Tutte le
attività di coordinamento svolte fin qui dalle Province proseguono,
perché sono state il sale dello sportello, nel senso che hanno
consentito un rapporto di unificazione. Se c'è poi qualche
accorgimento di chiarimento, di aggiustamento del testo da fare in
questa direzione, certamente se ne terrà conto, naturalmente con
l'auspicio di procedere sulla linea della semplificazione ed anche
di connessione, come previsto dalla legge e come giustamente è stato
ricordato, dello sportello unico attività produttive allo sportello
dell'edilizia: è un ragionamento giustamente sottolineato.
Ribadisco che il testo si concentra sulla realizzazione dello
sportello unico on-line; se ci sono parti del provvedimento nel
quale connettere meglio le norme, sarà cura della Giunta
approfondire ulteriormente in questi giorni.
Intervengo infine per anticipare un emendamento al progetto di legge
che la Giunta propone, relativo alla necessità di adeguamento che
abbiamo visto con riferimento alla realizzazione dei tecnopoli, che,
come sapete, sono strutture dedicate alla ricerca e sono collocati
all'interno del programma condiviso con l'Unione europea fino al
2013. Nella sostanza, occorre prevedere che la società consortile
ASTER, costituita da Università, enti di ricerca, eccetera, secondo
gli accordi presi per la realizzazione del tecnopolo, sia anche
soggetto di coordinamento della rete dei tecnopoli, e che si trovi
nella legge questa definizione. La rete dei tecnopoli avrà
possibilità, nell'ambito delle sue attività, di essere anche
società, magari con un opportuno accorgimento di scissione fra la
configurazione attuale ed un'altra necessaria; potrà essere il
soggetto che presiede in certi casi al recepimento delle
infrastrutture fisiche da parte degli enti locali. Siccome
nell'oggetto sociale di ASTER ciò non era previsto, questo è il
senso dell'emendamento che presenteremo.
Terminati gli interventi, il Presidente MAZZOTTI ringrazia
l'Assessore Campagnoli e tutti gli intervenuti, informando che il
provvedimento sarà discusso nella Commissione Bilancio Affari
generali ed istituzionali nella prossima seduta del 2 febbraio e in
Aula tra l'8 e il 10 febbraio.
La seduta termina alle ore 15,40.
Approvato nella seduta del 2 febbraio 2010
La Segretaria Il Presidente
Nicoletta Tartari Mario Mazzotti