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Legislatura IX - Commissione III - Verbale del 14/10/2010 antimeridiano

    Testo

                                Verbale n. 8
    Seduta del 14 ottobre 2010
    Il giorno giovedì 14 ottobre 2010 alle ore 10.00 si è riunita presso
    la sede della Regione in Bologna Viale A. Moro n. 18,
    la Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità, convocata in udienza
    conoscitiva con nota Prot. n. 28970 del 06/10/2010.
    Partecipano alla seduta i Commissari:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    ZOFFOLI Damiano Presidente Partito Democratico 5 presente
    BERNARDINI Manes Vicepreside Lega Nord Padania 4 assente
    nte Emilia e Romagna
    MARANI Paola Vicepreside Partito Democratico 4 presente
    nte
    ALESSANDRINI Componente Partito Democratico 2 presente
    Tiziano
    BAZZONI Gianguido Componente PDL- Popolo Della 2 presente
    Libertà
    BIGNAMI Galeazzo Componente PDL- Popolo Della 4 presente
    Libertà
    CASADEI Thomas Componente Partito Democratico 2 presente
    DONINI Monica Componente Federazione Della 2 presente
    Sinistra
    FAVIA Giovanni Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
    Beppegrillo.it
    FERRARI Gabriele Componente Partito Democratico 5 presente
    FILIPPI Fabio Componente PDL- Popolo Della 5 presente
    Libertà
    MANDINI Sandro Componente Italia Dei Valori 4 assente
    MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 2 presente
    MEO Gabriella Componente Sinistra Ecologia e 2 assente
    Libertà - Idee Verdi
    MORI Roberta Componente Partito Democratico 2 presente
    NOE' Silvia Componente UDC- Unione Di Centro 1 presente
    PARIANI Anna Componente Partito Democratico 2 presente
    E' altresì presente il consigliere Gianguido NALDI in sostituzione
    della consigliera Gabriella MEO.
    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: L. Draghetti (Resp.
    Serv. Lavori pubblici e osservatorio contratti e investimenti
    pubblici. Edilizia e sicurezza dei cantieri edili); G. Monterastelli
    (Serv. Sanità pubblica - Resp. Tutela salute luoghi di lavoro); M.
    Ferrari (Serv. Informazione Assemblea legislativa).
    Presiede la seduta: Damiano Zoffoli
    Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini
    Resocontista: Antonella Agostini
    UDIENZA CONOSCITIVA
    336 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Disposizioni
    per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore
    edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata
    (delibera di Giunta n. 1141 del 26 07 10).
    Partecipano all'udienza conoscitiva:
    Alberghini AUSL Bologna
    William
    Amadori Oriano Cassa edile Forlì-Cesena
    Argazzi Tiziano Direzione provinciale del lavoro Ferrara
    Arlati Claudio CISL Emilia-Romagna
    Bassi Andrea Ordine degli Ingegneri di Forlì-Cesena
    Bastelli Massimo Collegio Periti industriali Bologna
    Besutti Guido AUSL Modena
    Boattini Claudia CNA Emilia-Romagna
    Bosi Guido Legacoop Abitanti Emilia-Romagna
    Buia Fulvio FILCA Parma
    Cavallone Luca Direzione regionale del lavoro
    Emilia-Romagna
    D'Alessio FENEAL-UIL Parma
    Antonio
    Donnarumma Ciro FILCA-CISL Emilia-Romagna
    Fanzini Maurizio Cassa Edile Parma
    Ferraro Carmine Cassa Edile Parma
    Galasso Riccardo FENEAL-UIL Emilia-Romagna
    Gambassi Andrea Prefettura di Bologna
    Gandini Luisa Ingegnere
    Gatta Primo FILLEA-CGIL Emilia-Romagna
    Girardi Ugo Unioncamere Emilia-Romagna
    Govoni Candida Azienda ospedaliera universitaria di Ferrara
    Maccato Barbara Confartigianato Emilia-Romagna
    Minarelli FILLEA-CGIL Emilia-Romagna
    Valentino
    Monzani Confcooperative Emilia-Romagna
    Alessandro
    Morgagni AGCI Ravenna-Ferrara
    Giuseppe
    Nascosi Leonardo Comune di Comacchio
    Neri Andrea AUSL Imola
    Pantaleoni Ordine Architetti Bologna
    Stefano
    Pasi Daniela Scuola edile CPT Ravenna
    Pedrini Daniela Azienda ospedaliera universitaria
    S.Orsola-Malpighi
    Raghitta CALEC Bologna
    Cristina
    Rovinetti Renato Architetto
    Rusconi Gianluca Confindustria
    Silverii Sonia ANCE Emilia-Romagna
    Skuk Igor ANCPL Legacoop
    Talamo Alberto Collegio dei Geometri regionale
    Valli Luca Azienda Speciale della Camera di Commercio
    di Forlì-Cesena (CISE)
    Zanoni Francesco Confcooperative Emilia-Romagna
    Il presidente DAMIANO ZOFFOLI: Buon giorno e benvenuti. L'udienza
    conoscitiva è un momento d'ascolto da parte dell'Assemblea
    legislativa. In questo caso l'oggetto è un progetto di legge
    d'iniziativa della Giunta: Disposizioni per la promozione della
    legalità e della semplificazione nel settore edile e delle
    costruzioni a committenza pubblica e privata . Questo progetto di
    legge è stato trasmesso alla Commissione Territorio, ambiente e
    mobilità che presiedo. La commissione ha nominato come relatore il
    collega consigliere Tiziano Alessandrini al quale do la parola per
    una breve introduzione. Anticipando che la prossima settimana, anche
    alla luce dei confronti, dei contributi che oggi raccoglieremo e
    che possono essere trasmessi anche nei prossimi giorni all'indirizzo
    della commissione, e quindi per iscritto, inizieremo il confronto e
    la discussione.
    Il relatore TIZIANO ALESSANDRINI: Grazie, presidente. Grazie a voi
    che siete intervenuti. Il progetto di legge oggetto di questa
    udienza conoscitiva appena richiamata dal presidente rappresenta un
    provvedimento normativo regionale che si prefigge di dare risposte
    in modo particolare al tema che riguarda il rischio delle
    infiltrazioni mafiose e il rischio dell'alterazione della
    concorrenza. E' urgente affrontare questo tema soprattutto in questo
    periodo di crisi, nel quale il settore dell'edilizia è quello più
    esposto ed oggetto di attenzione perché vulnerabile da una parte e
    dall'altra molto importante sul piano delle ricadute economiche.
    Questo progetto di legge si incardina pienamente nel programma di
    legislatura a proposito di legalità, sicurezza, semplificazione e
    competitività. Con questo provvedimento vogliamo tenere alta la
    guardia per tenere alto il livello di attrattività e del vivere bene
    della nostra Regione. La scelta della Giunta di concentrarsi sul
    settore dell'edilizia (pubblica e privata) è dettata anche dal
    quadro normativo nazionale che, come sapete, è in evoluzione, che
    sta per emanare il regolamento di applicazione del Codice dei
    contratti pubblici, con ulteriore consolidamento delle funzioni
    delle regioni. I temi dell'edilizia pubblica e privata sono
    estremamente complessi, come voi tutti ben sapete, e possono essere
    affrontati da diverse prospettive. La struttura del mercato spesso è
    condizionata dalla presenza di imprese che possono adottare pratiche
    suscettibili di alterare le condizioni di concorrenzialità. Il
    frequente ricorso, nei rapporti di subappalto, ad imprese non
    adeguatamente strutturate, l'utilizzo troppo elevato del criterio
    del massimo ribasso, la scarsa attività di controllo rispetto ai
    numeri elevati di cantieri sia pubblici, sia privati, le difficoltà
    nel giungere alla conclusione dell'iter di realizzazione degli
    interventi edilizi, portano conseguenze negative sulla qualità
    delle prestazioni, sulla sicurezza del lavoro e sulla diffusione di
    comportamenti illegali e di infiltrazioni della criminalità
    organizzata.
    Ma il tema della legalità coinvolge, come credo ben sapete, anche
    altri settori e, pertanto, lo anticipo, sarà mia cura, in accordo
    con l'Assessore Muzzarelli, suggerire alla Commissione, quando
    inizierà a discutere l'articolato del progetto di legge, di prendere
    in considerazione alcuni emendamenti volti ad ampliare le finalità
    dello stesso, guardando non solo all'edilizia, ma a tutti i settori
    in cui le imprese hanno o possono avere potenziali rapporti di
    fornitura di beni e servizi con la Regione.
    Nelle finalità della norma regionale adesso, con il testo che
    abbiamo, si sancisce che la Regione Emilia-Romagna, in armonia con i
    principi costituzionali, coopera con lo Stato, le altre
    amministrazioni pubbliche e le parti sociali, alla promozione
    dell'ordinata convivenza e della legalità contro i fenomeni di
    infiltrazione mafiosa, del lavoro irregolare, dell'usura e dei
    comportamenti illegali che in generale alterano il mercato e la
    libera concorrenza.
    Per il raggiungimento di queste finalità si prevede di attuare un
    sistema integrato di sicurezza territoriale, di qualificazione e di
    idoneità degli operatori economici, nonché delle amministrazioni
    pubbliche. Si prevede, inoltre, l'adozione di procedure e di
    soluzioni finalizzate alla trasparenza, alla semplificazione e
    razionalizzazione dell'attività amministrativa e degli adempimenti a
    committenza pubblica e privata.
    Ma guardiamo, in estrema sintesi, agli obiettivi che il progetto di
    legge vuole centrare:
    1. Norme chiare, possibilmente, per valorizzare le imprese regolari
    e virtuose, per fare rimanere sul mercato quelle che puntano sulla
    qualità degli interventi, sulla sicurezza del lavoro e dei
    lavoratori.
    2. Aumento dei controlli.
    E' previsto un potenziamento dell'attività di controllo nei cantieri
    edili e di ingegneria civile. In particolare, la Regione definirà,
    secondo criteri di proporzionalità e adeguatezza, con riferimento
    alla dimensione dei cantieri, ovvero alla particolare pericolosità
    di lavori, le modalità di adozione e di applicazione obbligatoria di
    sistemi informatici di controllo e registrazione automatica delle
    presenze autorizzate nei cantieri, al fine di assicurare un più
    efficace e coordinato esercizio delle attività di vigilanza, sul
    fronte della sicurezza e della tutela del lavoro.
    Un altro aspetto relativo al potenziamento e al migliore
    coordinamento delle attività di controllo, riguarda la promozione,
    tramite accordi, dell'adozione di sistemi telematici di rilevazione
    dei movimenti e dei flussi dei mezzi e dei materiali nei cantieri.
    3. Semplificazione e dematerializzazione
    In merito alla semplificazione e dematerializzazione dei
    certificati, delle comunicazioni e delle procedure, si prevede che
    la Regione, in accordo con gli enti competenti, operi al fine di
    agevolare lo svolgimento delle attività delle amministrazioni
    pubbliche, degli operatori economici e dei cittadini; in
    particolare, per costituire, aggiornare e rendere consultabile agli
    aventi diritto la banca dati delle certificazioni, rilasciate
    nell'ambito del territorio regionale, relative alla regolarità
    contributiva degli operatori economici (mi riferisco a quello che è
    noto come Documento Unico di Regolarità Contributiva - DURC).
    Si prevede anche il supporto informativo per la semplificazione e
    dematerializzazione degli obblighi di comunicazione in merito al
    procedimento e agli endoprocedimenti edilizi: alla notifica
    preliminare, ai moduli ISTAT per la rilevazione del permesso di
    costruire, della SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Lavori), ai
    modelli GAP (Gara Appalto Pubblico) delle prefetture, e alle
    procedure negoziate per l'affidamento di contratti pubblici.
    In buona sostanza perseguiamo due cose :
    -
    la riduzione delle pratiche e dei costi a carico di cittadini,
    imprese ed Enti;
    -
    la riduzione dei tempi delle procedure e dei pagamenti.
    Nel secondo capo del progetto di legge, in particolare, si prevede
    il rafforzamento delle funzioni dell'Osservatorio dei contratti e
    degli investimenti pubblici, le modalità di rapporto con l'Autorità
    per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e
    forniture e le funzioni di sezione regionale dell'Autorità stessa;
    la definizione e l'aggiornamento dell'elenco regionale dei prezzi al
    fine di assicurare una determinazione uniforme, omogenea e congrua
    dei prezzi dei lavori pubblici.
    Inoltre, le stazioni appaltanti che realizzano lavori pubblici
    nell'ambito del territorio regionale, verificheranno
    nell'elaborazione dei progetti, la possibilità di adottare soluzioni
    tecniche e di esecuzione per la tutela dell'ambiente, del risparmio
    energetico, del riutilizzo delle risorse naturali e della
    minimizzazione dell'uso di risorse non rinnovabili, della tutela
    della salute e della sicurezza dei lavoratori, nonché della
    riduzione dei rischi e dei disagi arrecati alla collettività
    nell'esecuzione dei lavori.
    Con questo progetto di legge si rafforza l'aggiudicazione dei lavori
    con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Infatti
    le stazioni appaltanti dovranno altresì verificare la possibilità di
    inserire, fra i criteri di valutazione dell'offerta, elementi
    finalizzati al perseguimento degli obiettivi poc'anzi indicati.
    Per la prima volta viene declinata l'applicazione dei principi di
    cui alla Comunicazione della Commissione europea circa lo Small
    business act per favorire il massimo accesso alle procedure di
    affidamento di lavori, a forniture o servizi, anche alle piccole
    imprese, impegnando le stazioni appaltanti ad articolare quindi le
    prestazioni in distinti lotti funzionali.
    Si intende così evitare l'artificioso aumento degli importi dei
    contratti e conseguentemente dei requisiti di partecipazione alle
    procedure di affidamento, che escludono le imprese di piccole
    dimensioni, riducono la concorrenzialità di queste procedure a
    discapito delle Amministrazioni pubbliche, con il solo modesto
    vantaggio di diminuire il numero delle procedure di gara.
    Nel capo terzo sono previste norme per la committenza privata.
    La Regione, nell'esercizio delle funzioni di Osservatorio, in questo
    caso provveda a:
    1. segnalare, agli enti competenti per l'effettuazione delle
    attività di vigilanza in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e
    di obblighi assicurativi e previdenziali, i casi di alterazione del
    congruo e regolare svolgimento delle attività nei cantieri, anche
    mediante opportune elaborazioni delle informazioni raccolte, dalle
    quali emergano significativi scostamenti;
    2. acquisire le informazioni, in via telematica, dai Comuni in
    merito all'avvio ed alla conclusione dei lavori e dei cantieri,
    secondo modalità individuate con atto della Giunta regionale.
    Un' importante novità riguarda l'efficacia del titolo abilitativo
    edilizio che sarà subordinata all'avvenuta comunicazione all'ente
    competente del nominativo dell'impresa o delle imprese affidatarie
    dei lavori e alla dimostrazione del regolare adempimento degli
    obblighi contributivi e previdenziali, nonché all'avvenuta verifica
    delle condizioni di idoneità soggettiva e tecnico-professionale
    delle imprese medesime.
    Tali condizioni di idoneità sono definite, con atto della Giunta
    regionale, secondo criteri di tutela della sicurezza del lavoro, di
    rispetto della legalità e di qualificazione delle imprese.
    Inoltre, , e ho terminato, si prescrive che l'impresa esecutrice o
    subappaltatrice applichi i contratti collettivi, nazionale e
    territoriale, in vigore per il settore e per la zona in cui è
    ubicato il cantiere e, in particolare, in ordine alle modalità di
    iscrizione alla cassa edile ove prevista dai suddetti accordi
    collettivi, garantendo da parte dell'impresa, in riferimento a tutta
    la durata dei lavori, l'accesso e lo svolgimento di sopralluoghi da
    parte degli organismi paritetici di settore presenti sul territorio
    ove si svolgono i lavori stessi.
    Nel capo quarto. Brevissimo, si abroga l'art. 28 della LR 19
    dicembre 2002.
    Con questo termino, ringrazio ancora per il contributo che vorrete
    dare in questa udienza. Noi vi ascolteremo con attenzione e
    cercheremo di mettere a frutto tutto ciò che ci viene segnalato .
    Il presidente ZOFFOLI: Al momento ci sono sei richieste
    d'intervento, è possibile ancora prenotarsi. Andiamo con ordine. Ha
    chiesto d'intervenire Barbara Maccato, Confartigianato
    Emilia-Romagna.
    BARBARA MACCATO: Buongiorno a tutti. Il mio sarà un intervento
    breve, perché purtroppo per motivi di tempo siamo convocati alle 11
    dall'Assessorato lavoro e formazione e quindi sarà una sintesi di
    quelle che sono le valutazioni che ha fatto la mia organizzazione
    rispetto all'articolato legislativo che oggi è stato presentato. Noi
    vediamo con favore l'intervento della regione Emilia-Romagna su uno
    degli elementi di grande problematicità che hanno caratterizzato
    negli ultimi tempi il settore dell'edilizia: le infiltrazioni
    mafiose. E' un tentativo di arginare questo fenomeno soprattutto
    mettendo in sicurezza le imprese che operano in un ambito di
    legalità. Quindi il tentare di declinare quelli che sono gli
    elementi di valorizzazione del tessuto economico emiliano-romagnolo
    in questo settore, secondo noi è assolutamente apprezzabile e lo
    condividiamo appieno. A nostro avviso è, tra l'altro, molto
    importante la messa in campo in modo massiccio di quelle che sono le
    tecnologie a disposizione per tentare di ridurre quelli che sono i
    costi burocratici delle imprese, che, voi sapete bene, in questo
    settore si possono avere degli aggravi particolarmente pesanti e
    significativi soprattutto per le imprese che operano con requisiti
    di legalità. Un favore particolare a quello che è stato il tentativo
    messo in campo nell'articolato legislativo di tentare di ridurre i
    costi della burocrazia utilizzando in modo forte e pesante la
    tecnologia. C'è stato un tavolo che ci ha visti impegnati e che la
    regione ha coordinato sulla dematerializzazione dei DURC. E' stato
    un primo passo importante che ha aperto anche a questo articolato
    legislativo, un elemento fortemente significativo. A nostro avviso -
    io non entro nel merito degli articoli - credo che nei prossimi
    giorni tenteremo anche con le altre organizzazioni datoriali di
    trovare una sintesi comune, se possibile, e di inviare una memoria
    alla commissione su quelle che sono le valutazioni puntuali. Credo
    che ci sia una sottolineatura che merita oggi di essere esplicitata:
    un coinvolgimento maggiore di quello che è un elemento di
    concertazione su alcuni aspetti, in particolare l'applicazione della
    contrattazione e da questa poi la declinazione come si andranno a
    definire dei parametri di costo rispetto ai quali le imprese
    dovranno operare in un regime di legalità. Io non voglio oggi
    suggerire che ci sia un richiamo all'interno dell'articolato o se
    questo debba essere parte di una regolamentazione a latere nel
    momento in cui l'articolato legislativo concluderà il suo iter.
    Questo sarà un elemento che credo tenteremo di valutare insieme e
    saprà meglio la commissione come poterlo fare. Però voi sapete che i
    contratti collettivi sono un divenire, ci sono dei rinnovi costanti,
    quindi il rischio, mancando un confronto costante con le parti
    sociali, è che si abbiano delle cose fissate in un certo momento che
    poi invece non hanno un aggiornamento e arricchimento costanti
    rispetto a quella che è l'evoluzione del sistema nel suo complesso.
    Io credo che su questo vada in qualche modo meglio declinata questa
    parte, pur apprezzando in modo assolutamente privo di qualsiasi
    riserva lo sforzo che ha fatto la Regione nel formulare questi
    articoli. Sottolineo questo aspetto. Tenteremo nei prossimi giorni,
    se possibile, di trovare una sintesi comune perché credo che una
    sintesi comune sia più utile a quelli che sono gli obiettivi. Credo
    che ognuno di noi rappresenta imprese che, al di là della
    dimensione, sono comunque all'interno del mercato, quindi non è un
    problema di rappresentanza è un problema di tentare di trovare
    obiettivi comuni perché l'efficacia di questo articolato possa
    essere poi esplicitata nel migliore dei modi. Vi ringrazio molto.
    Il presidente ZOFFOLI: Grazie a lei. La parola ad Alessandro
    Monzani, Confcooperative Emilia-Romagna.
    ALESSANDRO MONZANI: Grazie. Anch'io farò un intervento abbastanza
    breve per alcuni punti essenziali, senza entrare nel merito dei
    singoli articoli, se non per un aspetto. Anche la nostra
    organizzazione è favorevole a questa legge: quando si pone un
    problema di legalità, di contrasto alla concorrenza sleale siamo,
    credo, tutti d'accordo. Noi siamo d'accordo soprattutto perché siamo
    dei cittadini e siamo preoccupati per la situazione che può
    verificarsi e si verifica nella nostra regione, che non ha
    probabilmente quegli aspetti patologici che si verificano in altre,
    ma che richiede di avere la guardia abbastanza alta. Molto
    sinteticamente sui punti. Mi fermo sulle questioni più critiche,
    perché su quelle che sono a posto e sono condivise si vada avanti.
    Le perplessità che noi possiamo avere sono innanzi tutto sugli
    strumenti che la regione può mettere in campo. Credo che tutti ci
    rendiamo conto che non sono molti, anche se alcuni sono trovati
    nella legge, come qualche vincolo nel caso di concessione di risorse
    regionali e cose di questo tipo, che sono pure strumenti
    importanti. E' chiaro che questo è un aspetto di problematicità per
    rendere incisiva la legge, ma occorre rendersi conto dei limiti e
    poi affrontarli. Certamente se si opera e quando si opera in termini
    di premialità la regione ha una possibilità maggiore d'intervento e
    questo può essere un campo nel quale ci si può muovere. Altro punto
    di tipo generale: dobbiamo ricordare sempre che spesso strumenti di
    questo tipo che hanno uno scopo giusto e condiviso a volte possono
    provocare, o possono avere la tendenza a provocare, delle rigidità
    spesso insostenibili. Ricordo, molto brevemente, che nel 2007-2008
    c'era una legge che tendeva a istituire l'F 24 per cantiere, non
    solo nell'edilizia, ma in tutto il settore, provvedimento che se
    fosse andato in vigore avrebbe creato notevolissimi problemi alle
    imprese. Dico questo non perché non ci sia voglia di tarpare le ali
    ai delinquenti che circolano, ma perché bisogna stare attenti ad un
    equilibrio più generale e a non dare danno a chi, invece, è regolare
    o tenta di esserlo. Ci sono vari punti nella legge in cui si ragiona
    di qualificazione degli operatori: è chiaro che noi siamo favorevoli
    a questa cosa, ma anche qui bisogna stare attenti a non imporre
    degli adempimenti sproporzionati o solo formali, come purtroppo, a
    volte, capita, pur animati dalla miglior attenzione. Quindi ci vuole
    gradualità e concertazione con le parti sociali. Noi riteniamo che
    non sia ipotizzabile una mera estensione dell'attestazione SOA ai
    lavori privati. La disponibilità ad entrare nel merito c'è. Tema
    della concertazione: in questo settore la concertazione esiste, è
    importante ed è strutturata. C'è una concertazione tra le parti
    sociali e tra le parti sociali e il pubblico. Credo che la
    costruzione di questa legge ne sia un esempio, perché ci sono stati
    tentativi di coinvolgimento e credo ce ne siano altri. Da questo
    punto di vista ci siamo, questo dovrebbe essere il metodo da
    utilizzare. Insieme possiamo aiutarci a trovare degli strumenti che
    portino a risultati, pur con le difficoltà che abbiamo detto. Cito
    solo tre questioni, due più semplici e una più complessa. Quando si
    parla di strumenti per i controlli, anche con informatica, con
    strumenti molto moderni, parliamo di un aspetto importante sul quale
    senz'altro c'è interesse ma, ovviamente, bisogna valutare che
    l'edilizia non è tutta uguale, quindi occorre anche vedere insieme
    dove questi strumenti si possono utilizzare, come pure alcune
    questioni tipo adempimenti ulteriori rispetto alla legge, e penso
    all'art. 4 sull'indicazione del costo presunto: anche qui -
    attenzione - a non mettere dei vincoli per i quali poi non abbiamo
    strumenti di imposizione. Noi siamo abbastanza contrari a quelle
    ipotesi di determinazione di standard d'impiego di mano d'opera, che
    pure hanno cittadinanza anche nella nostra contrattazione, hanno
    cittadinanza, ma poi non hanno avuto applicazione, perché ci
    sembrano cose piuttosto velleitarie. Concludo con due annotazioni
    sull'art. 12. Nella prima parte dell'art. 12 si parla
    dell'applicazione dei contratti di lavoro. Rilevo una cosa. La
    cooperazione che opera in questo settore è una cooperazione di
    lavoro; le cooperative di lavoro hanno una legge nazionale che
    prevede l'applicazione dei contratti collettivi attraverso dei
    regolamenti interni dei quali le cooperative si dotano. Questo
    aspetto nella legge non c'è, noi ci rendiamo conto che sarebbe molto
    complicato introdurlo, ma che per come è fatto il settore e per le
    finalità di questa legge è forse necessario essere un po'
    tranchant come fa questa parte dell'articolo. Noi rinunciamo a
    questa cosa che è una delle nostre bandiere, ma ci rendiamo conto
    che siamo in una situazione abbastanza particolare e che richiede,
    appunto, qualche rinuncia da questo punto di vista. Invece, abbiamo
    molte perplessità sull'ultima parte dell'art. 12, dove si parla di
    enti bilaterali. Gli enti bilaterali sono fortemente sviluppati in
    questo settore, hanno una lunghissima tradizione; nascono ovviamente
    dalla contrattazione, bisogna stare, secondo noi, molto attenti ad
    un utilizzo corretto. Gli enti bilaterali hanno loro statuti e loro
    regole, pensare ad un utilizzo generalizzato attraverso la legge
    rischia di essere controproducente e anche di creare danni a questi
    enti. Noi abbiamo, credo, in Emilia-Romagna esperienze molto
    positive a livello locale, perché questi enti hanno caratteristica
    provinciale ed è con le province e gli enti provinciali che si
    rapportano. Ci sono in quelle sedi ottimi rapporti di
    collaborazione, non credo ci debbano essere problemi con l'ente
    regione Emilia-Romagna, anzi questo lo escludo, ma è chiaro che la
    questione va trattata con un po' di delicatezza. Se posso concludere
    con una battuta. Chi s'intende di calcio, a me l'hanno solo detto
    perché io sono una schiappa, dice che quando si dispone una squadra
    a zona il gioco è più bello, più spettacolare, quando la si dispone
    a uomo, il gioco è un po' più roccioso, legato, ma quando
    l'avversario è un avversario ostico forse è meglio una marcatura a
    zona. Il nostro avversario è ostico e quindi ci rendiamo conto che
    la marcatura a zona in questo caso può essere poco efficace e che ci
    vuole una marcatura a uomo. Stiamo attenti a non far giocare i
    giocatori al rallentatore, perché dopo il gioco è veramente brutto e
    non si fa goal. Dobbiamo trovare con questa legge un equilibrio tra
    una marcatura stretta di chi è scorretto nel settore e un
    delinquente nel settore, per usare un termine esplicito, e i
    giocatori onesti che devono avere la possibilità di giocare la loro
    partita e di fare goal. Io ho lo stesso problema della collega
    Maccato e devo scappare all'altra riunione, ma ci sono comunque
    altri colleghi della nostra associazione che seguiranno i lavori
    della giornata. Grazie a tutti.
    Il presidente ZOFFOLI: Bene, la parola a Ugo Girardi, segretario di
    Unioncamere Emilia-Romagna.
    UGO GIRARDI: Buon giorno a tutti. Un ringraziamento al presidente
    Zoffoli e al relatore Alessandrini per la possibilità di dare un
    apporto a questo progetto di legge importante e di cui il sistema
    delle Camere di commercio condivide le finalità. Sono finalità
    coerenti con le politiche regionali, con il programma di legislatura
    che parla, appunto, di semplificazione amministrativa, di contrasto
    all'illegalità, anche coerenti con la legge 2 del 2009, che
    riguardava la sicurezza del lavoro. Sappiamo che rispetto a queste
    finalità molto importanti, lo diceva prima il relatore Alessandrini,
    si può anche fare uno sforzo per vedere se logiche di questo tipo
    che premiano le imprese che sono responsabili e puntano alla qualità
    e non fanno pratiche di massimi ribassi su appalti strani, può
    essere anche estesa ad altri comparti dove è molto importante la
    committenza pubblica, ad esempio nel comparto del facchinaggio, ecc.
    Logiche di questo tipo possono anche essere estese. Certo, sappiamo
    che nel campo dell'edilizia, lo diceva anche il relatore
    Alessandrini, c'è un incrocio anche da fare con la legislazione
    statale: siamo in un campo di competenza concorrente e ci dicono gli
    esperti di diritto costituzionale che in questo campo spesso è più
    facile litigare tra Stato e Regioni che andare d'accordo. Quindi
    bisogna essere molto attenti, la legislazione è in evoluzione, c'è
    questo regolamento del codice appalti attuativo di cui si sono perse
    le tracce, abbiamo visto le varie edizioni e passaggi, non sappiamo
    dove è finito, siamo tutti in attesa. C'è stata recentemente anche
    una normativa che ha creato qualche dubbio, ma l'ufficio legislativo
    della Presidenza del Consiglio su una richiesta della regione
    Lombardia ha detto che si applica anche all'edilizia: ha mandato
    questo parere alla Conferenza unificata nei giorni scorsi che dice
    che anche nell'edilizia la SCIA ha sostituito la DIA. Bisogna stare
    attenti a questi incroci per evitare poi conflitti di competenze.
    Abbiamo apprezzato molto nel progetto l'impostazione di un lavoro di
    squadra con tutti i vari enti per avere nel territorio sia
    provinciale che regionale un lavoro comune, ognuno con i propri
    ruoli per tutelare la sicurezza del lavoro, per contrastare le
    pratiche dell'illegalità. Questo mettere in rete le varie
    istituzioni, dalle Prefetture agli organi di controllo, ci sembra
    molto importante, lo condividiamo, c'è anche un richiamo a quello
    che possono dare le Camere di commercio nell'ambito delle banche
    dati informative, da mettere insieme per fare quel controllo
    integrato della sicurezza richiamato dal relatore Alessandrini. Le
    Camere di commercio avvertono che anche nel territorio
    dell'Emilia-Romagna si stanno estendendo fenomeni d'infiltrazione
    mafiosa e hanno avviato dei protocolli: i primi sono stati firmati a
    Reggio Emilia con la Camera di commercio di Modena, Crotone e
    Caltanisetta riprendendo un lavoro che era stato impostato in
    Sicilia dal presidente della Camera di commercio di Siracusa Ivan Lo
    Bello e dal presidente della Camera di commercio di Caltanisetta,
    oggi assessore della regione Sicilia, proprio per riuscire a fare un
    lavoro che non riguarda solo alcune regioni ma ormai tutto il
    territorio, compresa l'Emilia-Romagna. La logica di questi
    protocolli che stanno facendo le Camere di commercio è cercare nei
    vari territori provinciali di mettersi in squadra, dalle Prefetture,
    agli INPS, agli organi di controllo per poter contrastare queste
    pratiche, per usare le tecnologie informatiche, per contrastare con
    la trasparenza l'illegalità. Quindi, detto questo, lascio alla
    commissione alcune impressioni che abbiamo fatto su alcuni punti,
    perché messa in questa logica di lavorare in squadra penso che ogni
    ente debba essere sfruttato per le sue vocazioni. Se c'è per esempio
    da fare un elenco, come previsto dall'art. 3, delle imprese che
    devono avere i dispositivi di tecnologie informatiche per la
    rilevazione della presenza nei cantieri, questo è un lavoro che più
    che addossarlo alla Regione, siamo disponibili a farlo noi: abbiamo
    già tutti i registri camerali con le imprese iscritte, incluse
    quelle dell'edilizia, abbiamo fatto la comunicazione unica con
    l'INPS, l'INAIL, l'Agenzia delle entrate per mettere in un unico
    modulo, in via dematerializzata, dal computer, senza far girare la
    carta, col minimo adempimento a carico delle imprese ad esempio
    tutti gli adempimenti per l'apertura e l'inizio di attività e le
    modifiche. Questa tecnologia informatica la mettiamo a disposizione.
    Sappiamo, anche, che ad esempio in questo elenco si dovrebbero
    iscrivere imprese che per la maggior parte possono anche essere di
    fuori regione, perché quando si vince un appalto non è detto lo
    vinca un'impresa del territorio, per cui se poi vogliamo usare al
    massimo il lavoro di squadra dei vari enti, penso sia giusto che
    ognuno possa dare l'apporto su cui ha il massimo delle competenze.
    Noi l'abbiamo proprio nella tenuta dei registri, degli albi, degli
    elenchi. Possiamo andare a non caricare le imprese con tutta una
    serie di richieste anagrafiche che abbiamo già in via informatica;
    possiamo fare i controlli incrociati nel registro nazionale con
    imprese di altri territori che altrimenti non si iscriverebbero
    all'elenco perché, e chiudo riprendendo altri due interventi che mi
    hanno preceduto, la preoccupazione può essere che poi l'impresa che
    rispetta le regole si carica di tutti gli adempimenti, se poi questi
    non hanno la capacità di mordere chi invece non rispetta le regole,
    che devono pur essere severe, ma semplificate, è chiaro che stiamo
    aggravando di più proprio quella parte più eticamente responsabile
    che invece vogliamo valorizzare. Quindi da questo punto di vista
    siamo disponibili a continuare a dare una mano a essere incrociati
    in un lavoro di squadra e mettiamo a disposizione tutte le nostre
    competenze nelle tecnologie dell'informazione per le imprese.
    Il presidente ZOFFOLI: Grazie, la parola ora a Claudia Boattini, CNA
    Emilia-Romagna.
    CLAUDIA BOATTINI: Anche noi lasciamo alla commissione e al relatore
    copia della sintesi dei ragionamenti. Anche noi ringraziamo. Chi mi
    conosce sa che non sono molto diplomatica, ma la nettezza delle
    posizioni che porto stamattina è anche dovuta alla considerazione su
    cui finiva chi mi ha preceduto. In un momento di crisi di questo
    tipo la pazienza delle imprese verso le disfunzioni, le crisi, le
    criticità che ci sono diventa ancora inferiore, maggiori le
    richieste, più intollerante la reazione di fronte a misure che
    vorrebbero andare da una parte, ma poi da quella parte non producono
    nessun risultato e invece fanno morire di burocrazia e di ignoranza
    bancaria le imprese sane, che vogliono lavorare, che vogliono dare
    lavoro agli altri. Io credo che di fronte a una legge che afferma la
    necessità di un lavoro di squadra per la legalità, contro le
    infiltrazioni mafiose e per la salute e la sicurezza nei luoghi di
    lavoro, io lo dico con chiarezza: CNA è in prima linea, è
    disponibile, darà tutto il suo contributo ma per realizzare questi
    obiettivi, non per perdere tempo e riempirci la bocca per fare
    un'altra legge inutile che aggiunge norme a norme. Purtroppo non è
    la sottoscritta che lo dice, ma sono i 915 articoli del Codice degli
    appalti più il regolamento, che non si sa qual è (perché ci sono due
    versioni in giro e aspettiamo tutti la pubblicazione), che normano
    gli appalti. C'è da chiedersi perché continuiamo ad avere i problemi
    che abbiamo, ma c'è anche da chiedersi cosa possiamo fare noi e,
    pertanto, cercare di fare al meglio quelli che sono i poteri che
    abbiamo. Apprezziamo che la Regione voglia fare al meglio quello
    che i poteri che ha le consentono di fare e, pertanto, su questo
    siamo disponibili, siamo impegnati, diamo il nostro contributo
    insieme agli altri. Chiediamo, però, di condividere, di non ripetere
    degli errori - gravi ne sono stati fatti: 1) Aumentare le norme ed i
    vincoli ha impedito alle imprese sane di competere: bisogna
    delegificare, lo dice l'Autorità di vigilanza, non lo dice la sola
    CNA, è indispensabile delegificare e snellire e, pertanto non ripeto
    quello che è già stato detto, si è partiti col DURC, bene la
    dematerializzazione, noi mettiamo a disposizione tutte le strutture
    che possiamo mettere in campo; 2) I controlli burocratici. Abbiamo
    posto il problema anche l'anno scorso sulla legge sulla sicurezza
    sul lavoro, abbiamo presentato proposte: da 56 documenti si potrebbe
    passare a 8. E' di un mese e mezzo fa la storia del mio imprenditore
    che ha dovuto lavorare per otto ore, dopo che l'indagine del
    controllo unificato, coordinato era arrivato in cantiere, otto ore
    per raccogliere copie di carte, perché il cantiere andava bene, non
    c'era niente. Queste sono otto ore di produttività perduta per lui e
    per chi lavora con lui. Possiamo fare di più. La crisi colpisce le
    imprese. Ho apprezzato moltissimo, non l'avevo visto nel testo della
    legge, la frase del relatore Alessandrini sulla necessità di
    accorciare procedure e tempi dei pagamenti della pubblica
    amministrazione. Noi lo apprezziamo moltissimo. Se si trova una
    strada noi faremo tutto il possibile perché tutto questo possa
    succedere, perché oggi, mentre qualcuno parla di uscita dal tunnel,
    quello che vediamo noi è che nelle costruzioni ancora nel momento in
    cui si va da una banca a chiedere finanziamenti, fideiussioni e
    comunque sostegno per investire, per partecipare a un appalto
    pubblico, per fare attività che sono utili all'intera economia del
    territorio noi troviamo moltissime, inutili, difficoltà, paure,
    terrore di rischio al di là di ciò che è comprensibile. Credo che
    anche da questo punto di vista bisogna che facciamo squadra, perché
    appunto siamo di quelli che sono convinti che se si vuole puntare
    alla lotta per la legalità contro le infiltrazioni mafiose in un
    territorio come il nostro, siccome il tessuto è sano, dobbiamo
    mettere insieme e dar forza a questo tessuto sano intorno alle
    istituzioni. Monzani prima faceva un bell'esempio di calcio, che io
    ovviamente non sono neanche in grado di capire, ma quello che ho
    capito e vorrei ripetere e fare mio è questo: intorno alle
    istituzioni che fanno squadra e si coordinano, e questo è
    indispensabile e apprezziamo lo sforzo della Regione che tenta di
    mettere in squadra tutte le istituzioni, ci debbono essere gli
    operatori che tutto il giorno sono sul territorio, che sono in
    impresa, che sono quelli che rischiano i ricatti. Lo sappiamo tutti
    come si fanno le infiltrazioni qua da noi, non c'è più nessuno che
    pensa che l'andrangheta e la camorra non ci sono: si va da un
    imprenditore pieno di debiti, questo prima va in banca dove, guarda
    caso, gli dicono di no, dopodiché passa uno che proprio in quel
    momento lì gli propone un aiuto, un prestito. Questo fa sì che dopo
    qualche mese quell'imprenditore non abbia più l'impresa, per cui una
    buona impresa sana è diventata oggetto d'infiltrazioni malavitose.
    Allora siccome queste cose le sappiamo, come sappiamo la favola
    degli immigrati clandestini, il lavoro nero - 40 euro - a Roma 40
    euro a giornata, qui probabilmente molto di più, contro i 160 euro
    da contratto di lavoro (ultima qualifica più bassa). Non si può fare
    finta che l'istituzione non lo sappia, quando fa l'elenco prezzi, la
    sicurezza vale tempo di lavoro che non si capisce perché non costa
    come la funzione minima del contratto nazionale di lavoro di
    categoria. Non si capisce perché non sia un'anomalia quel massimo
    ribasso che considera il tempo di lavoro in questo modo qui. Allora
    entriamo nel merito, facciamo davvero un elenco prezzi, facciamo
    davvero anche quelli che io chiamo i costi della non sostenibilità
    per l'ente pubblico e poi, entrando nel merito, troviamo la
    soluzione. Come dicevo, l'esperienza ci può aiutare. C'è un grande
    punto positivo in questa proposta di legge: per la prima volta la
    regione Emilia-Romagna tenta un'ipotesi applicativa dello Small
    businnes act e, pertanto, con la scelta dei lotti funzionali fa la
    scelta di cominciare a pensare innanzi tutto in piccolo. Noi siamo
    convinti si possa fare di più, nel senso che siamo convinti che, pur
    coi pochi poteri che la regione ha sugli appalti, pur tentando
    fortemente di evitare l'impugnazione della legge, sia indispensabile
    anche fare un passo ulteriore. Stiamo valutando la sostenibilità di
    una proposta nel testo di legge in cui si ipotizzi che si dia la
    priorità nelle gare a offerta economicamente più vantaggiosa a
    cordate che abbiano al loro interno almeno un 30 per cento di
    piccole imprese del territorio. Stiamo valutando, potrebbe non
    essere fortissima dal punto di vista della non impugnabilità. Stiamo
    valutando ipotesi di proposte concrete anche di emendamento per
    favorire imprese che s'impegnano in responsabilità sociale con le
    istituzioni e gli stakeholders del territorio individuando modalità,
    sempre che tengano conto a norma di legge e non impugnabili, in modo
    tale che possano essere valorizzate e premiate in questo modo la
    qualificazione e l'impegno sociale delle imprese. Credo che sarebbe
    sbagliato cercare certificazioni che soltanto i grandi possono
    comperare e pagare, come è noto: le certificazioni di qualità ad
    oggi reggono solo se ci sono le economie di scala per potersele
    permettere, e pensare innanzi tutto in piccolo ci porta a dire che
    la scala forse non è più la misura del post-forbismo, ma forse
    dobbiamo pensare a economie di scopo e, pertanto, il ruolo sociale
    dell' impresa metterlo tra le condizioni di priorità, sempre
    confrontabile e controllabile dalle parti sociali, dai sindacati e
    dagli stakeholders del territorio, in modo tale che ci sia
    trasparenza, che è proprio quello che impedisce l'infiltrazione
    malavitosa e mafiosa. Ancora ci sarebbero molte cose da dire ma non
    voglio farvi perdere troppo tempo. I punti che noi poniamo sono
    nella sostanza:
    -Rendere cogenti per le proprie stazioni appaltanti, e per quelle
    che utilizzano finanziamenti regionali, l'applicazione delle norme e
    delle procedure previste. La regione bisogna che faccia questo
    salto, certo con la formazione, col consenso, con tutto quello che
    si vuole, ma bisogna farle queste scelte. Alcune esperienze di
    Intercenter gridano vendetta! Non stanno né in cielo, né in terra e
    non garantiscono nessuna efficienza, sono state oggettiva copertura
    a procedure non trasparenti.
    -Small Business Act
    -Responsabilità sociale - imprese del territorio - verifica
    costante. Questo, secondo noi, è l'importante nella scelta che vuole
    fatta.
    -Semplificazione e dematerializzazione. Su questo la regione può
    fare molto: ci sono i tecnici, ci sono le procedure e c'è la
    struttura, si può fare molto. Noi siamo a disposizione. L'importante
    è che semplificare voglia dire obbligare l'ente pubblico a
    scambiarsi documenti che ha già, senza far perdere tempo a chi deve
    produrre ricchezza per tutti e impegnare l'impresa in controlli
    semplici, chiari, efficaci. Questo vuol dire che non serve
    controllare tutti, serve controllare gli anomali, quelli a cui i
    conti non tornano; concentriamo lì le risorse e le forze per
    controllare, portiamo a casa dei risultati. Così non si diffonde la
    brutta pratica della non collaborazione con le istituzioni, perché
    se uno chiama al telefono e non gli rispondono mai, si rischia che
    viene il giorno che non chiama più, non collabora, non testimonia.
    Purtroppo in Italia il degrado sta andando molto avanti e negli
    ultimi anni i mesi contano nel degrado e gli episodi di tutti i
    giorni ce lo dimostrano non solo nelle imprese ma anche nella
    società civile.
    -La partecipazione delle parti sociali e delle forze vive del
    territorio. Su questo mi associo ai colleghi che sono intervenuti
    prima. Le parti datoriali dell'edilizia faranno una proposta precisa
    perché riteniamo potrebbe essere molto utile l'ipotesi che
    nell'articolato di legge si prevedano alcuni grossi obiettivi,
    alcune grosse scelte, alcuni filoni d'intervento. Poi si da mandato
    alla Giunta di atti concertati con le parti sociali territoriali nel
    senso che, mi pare, in tutto questo versante abbiamo bisogno anche
    di sperimentazione, abbiamo bisogno di barriere all'ingresso di
    forze non controllabili, abbiamo bisogno di coinvolgimento e di
    trasparenza. La prima è con le parti sociali in modo da confrontare,
    raccogliere, elaborare e portare a verifica e a sintesi. Grazie.
    Il presidente ZOFFOLI: Grazie, la parola ora a Tiziano Argazzi (DPL
    Ferrara)
    TIZIANO ARGAZZI:Buongiorno a tutti. Sono della Direzione provinciale
    del Lavoro di Ferrara, in rappresentanza del direttore che oggi
    aveva altri impegni. Alcune argomentazioni legate proprio alla
    specificità dei compiti che sono propri della Direzione provinciale
    del Lavoro. La maggior parte di queste argomentazioni sono poi
    emerse in maniera chiara e forte nel corso di un progetto che è
    stato fatto da maggio dell'anno scorso a giugno di quest'anno, un
    progetto che è cofinanziato dall'INAIL e dal Comitato tecnico
    paritetico (CTP) di Ferrara e che era mirato proprio alla sicurezza
    nei cantieri edili, legato proprio a tutto quel pacchetto di
    interventi che sono proprio tipici di tutto ciò che deve essere
    fatto per quanto riguarda la garanzia della sicurezza e la garanzia
    della trasparenza poi del lavoro all'interno della struttura.
    La proposta di legge qui illustrata questa mattina, credo sia
    ampiamente condivisibile e ciò che ha detto il consigliere
    Alessandrini, va proprio alla base di quello che è in pratica il
    problema nei cantieri: è stata ribadita la valorizzazione delle
    imprese virtuose, la semplificazione delle normative del settore
    pubblico e privato dell'edilizia e delle costruzioni, norme chiare
    per la valorizzazione delle imprese regolari per far rimanere sul
    mercato quelle che puntano sulla qualità degli interventi e la
    sicurezza e la riduzione dell'uso indiscriminato del massimo ribasso
    d'asta negli appalti e l'aumento dei controlli nei cantieri anche
    con l'utilizzo delle tecnologie informatiche. Tutte questioni
    ampiamente importanti e ampiamente condivisibili. Io mi limiterò ad
    alcuni aspetti che sono emersi con forza nel corso di questo
    progetto che ha avuto la durata di un anno e che si è concluso il 18
    giugno di quest'anno con un importante convegno a Ferrara. Mi
    limiterò a tre aspetti che ritengo siano utili al contributo di
    questa progetto di legge o come ipotesi di quello che è emerso in
    questi incontri. Il primo è la valorizzazione delle imprese e la
    premialità per quelle virtuose; il secondo è la formazione e il
    terzo è quello del cantiere etico.
    Si è parlato ampiamente di tutti questi tre argomenti, anche di
    altri, ma questi sono quelli più importanti.
    La valorizzazione delle imprese virtuose. Si ritiene più che
    condivisibile la filosofia dell'impianto normativo che agisce su due
    livelli: uno promozionale ed uno prescrittivo che punta a
    contrastare i fenomeni di infiltrazione mafiosa, del lavoro
    irregolare, dei comportamenti illegali che alterano il mercato e la
    libera concorrenza. In tale ambito è però importantissimo definire
    il concetto di impresa virtuosa ed individuare un sistema per
    qualificarla. Accanto a questo dovrebbe essere introdotto un sistema
    di patente a punti per i cantieri edili, che dovrebbe fare da
    apripista per rilanciare un più diffuso modello di gestione della
    salute nei luoghi di lavoro, di tipo premiale anziché repressivo. E'
    fondamentale arrivare a definire in maniera puntuale il concetto di
    azienda virtuosa. Alcuni dei parametri potrebbero essere questi, ma
    solo alcuni, che sono quelli che sono emersi in questo anno di
    lavoro: la formazione aziendale posta in essere in forma partecipata
    direttamente nei cantieri; l'impegno formale a garantire per tutta
    la durata dei lavori l'accesso e lo svolgimento di sopralluoghi da
    parte del CTP, che è presente su tutto il territorio, su tutte le
    province; in caso di esito positivo dei sopralluoghi, il CTP potrà
    anche rilasciare una certificazione di avvenuta applicazione delle
    buone prassi, utilizzabile come titolo da parte dell'azienda per
    appalti successivi; il numero di infortuni sul lavoro occorso negli
    ultimi tre anni; l'applicazione del contratto collettivo nazionale
    di categoria; il possesso di regolarità contributiva anche
    aggiornata.
    Altro punto delicato è quello del prezzo base d'asta e del massimo
    ribasso che porta a sconti anche molto consistenti. Al riguardo si
    ritiene doveroso evidenziare ciò che è stato detto ed è emerso
    nell'iniziativa che ho citato prima: che le amministrazioni
    appaltanti attraverso il procedimento di validazione dei progetti
    verifichino che nella predisposizione dei bandi di gara il valore
    economico sia adeguato e sufficiente nel pieno rispetto della
    normativa nazionale e regionale ed in ottemperanza, ad esempio, del
    decreto legislativo 163 del 2006, articolo 133, che impone alle
    stazioni appaltanti di aggiornare con cadenza annuale i propri
    prezziari con particolare riguardo alle voci riconducibili ai
    prodotti destinati al comparto delle costruzioni. Ed attenzione alle
    Camere di commercio - il Segretario di Unioncamere prima diceva
    dell'ampia disponibilità delle Camere di commercio in tal senso, che
    hanno uno strumento importante che sono questi prezziari e che li
    aggiornano con cadenza periodica. Sono uno strumento importante,
    provocatoriamente dico: per quali motivi li devono fare se poi non
    vengono utilizzati? Per quanto riguarda l'aggiornamento dei prezzi è
    necessario prendere a riferimento il listino dei materiali o delle
    opere edili pubblicato periodicamente dalle Camere di commercio,
    strumento indispensabile che permette di dare effettività alle
    offerte presentate, incentrate su valori economici coerenti con
    l'andamento del mercato, di evitare sensibili alterazioni della
    concorrenza fra le imprese e di garantire la piena efficacia
    dell'azione dell'amministrazione appaltante. Infatti il mancato
    aggiornamento dei prezzi andrebbe a creare dei problemi, soprattutto
    alle imprese più competitive, soprattutto a quelle imprese che
    sopportano i maggiori oneri per l'adeguamento dei costi del lavoro -
    si diceva 40 euro al posto di 160 - quindi tutta una serie di
    problemi per l'investimento e la formazione professionale.
    L'altro aspetto è la formazione che è un problema importantissimo,
    soprattutto nei cantieri edili dove comunque non ci sono lavorazioni
    ripetibili, nell'arco di un'ora un lavoratore fa cento operazioni
    diverse, non c'è un lavoro in serie ma nell'arco di una giornata, il
    singolo operatore all'interno del cantiere svolge decine e decine di
    attività, in un'ora sola possono farne anche cento diverse: ecco
    allora l'importanza della formazione che deve essere fatta sia a
    monte, ma che deve essere fatta soprattutto all'interno del cantiere
    perché è statisticamente provato che la percentuale più alta di
    infortuni capita nei primi giorni di lavoro e capita soprattutto al
    termine del turno di lavoro o al venerdì sera. E' quindi importante
    attivare, e su questo credo che l'ente regionale abbia ampiamente le
    carte in regola per farlo, lo strumento di una formazione
    partecipata.
    Infine l'ultimo argomento: sicurezza e lavoro nero. E' molto
    importante la collaborazione tra tutti i soggetti ed è importante a
    mio parere inserire ancora di più strumenti idonei a qualificare le
    sinergie operative con le Prefetture, con le autorità della
    vigilanza dei contratti pubblici, con le Direzioni del lavoro, con
    le Camere di commercio, con le Aziende USL, con l'INAIL, con l'INPS
    ed anche con le Casse edili che è una struttura importantissima
    nella filiera del cantiere.
    Infine il cantiere etico: è chiaro che tutti questi ragionamenti che
    ho fatto vanno nella direzione del cantiere etico che vuol essere
    uno strumento per avviare un lavoro serio di prevenzione sugli
    aspetti della sicurezza e della salute dei lavoratori. L'attenzione
    è rivolta soprattutto alle piccole imprese con un cambiamento di
    impostazione si passa, e quindi già la proposta di legge lo
    individua, dalla sicurezza formale alla sicurezza sostanziale. Nel
    cantiere etico sono rispettati alcuni standard minimi per la
    sicurezza dei luoghi di lavoro, nello stesso tempo funziona come
    strumento di repressione per quelle imprese che lavorano senza alcun
    elemento di prevenzione e di valutazione dei rischi. Nei confronti
    di queste imprese bisogna adottare misure aspre, dure, anche
    arrivare alla sospensione dell'attività del cantiere e permetterne
    la riapertura solo dopo la realizzazione degli adempimenti
    necessari. Quindi questi tre elementi, che sono legati proprio ad
    una competenza specifica e diretta che ha l'ufficio che oggi
    rappresento, ma che ha comunque l'articolato del Ministero del
    lavoro, è proprio alla luce non tanto della competenza nel
    concorrente, che poi è difficile mettersi d'accordo, o che ognuno la
    tira dalla propria parte, ma proprio nella collaborazione fra
    strutture e fra enti che credo sia lo strumento più importante per
    far crescere la sicurezza che è l'elemento fondamentale per tutti e
    per lo sviluppo del Paese. Grazie.
    Il presidente ZOFFOLI: Grazie, la parola ora a Minarelli Valentino
    (FENEAL- FILCA- FILLEA Emilia-Romagna)
    VALENTINO MINARELLI: Il mio intervento sostanzialmente è la ripresa
    di una traccia che poi consegneremo sia al relatore che ai gruppi
    consiliari regionali, che abbiamo condiviso con FILCA e FENEAL
    regionale.
    Ovviamente, così come altri hanno già detto, diventa assolutamente
    importante non solo condividere, ma dare un contributo a questa
    proposta di legge che, a nostro modo di vedere, è l'evoluzione
    naturale della proposta di legge del 2009 sulla sicurezza. Ed è
    altrettanto naturale dal nostro punto di vista che nel merito poi
    davvero si introducano degli elementi che fanno modificare i
    comportamenti che sono presenti nella nostra regione che sono tutti
    quanti certificati: in molti cantieri ci sono dei lavoratori in
    nero, c'è un diffuso lavoro grigio, c'è quindi un mercato del lavoro
    ed una competizione che non salvaguarda assolutamente i diritti dei
    lavoratori ma non salvaguarda anche le imprese sane che pensano di
    continuare a lavorare con etica. Già le stazioni appaltanti
    pubbliche, grazie anche a questo Governo, pagano male, se poi oltre
    a questo, nei cantieri c'è anche una situazione oggettivamente di
    competizione irregolare, è evidente che viene meno. Noi non possiamo
    assolutamente pensare ad un provvedimento di legge che afferma
    soltanto delle cose condivisibili. Bisogna che cominciamo a mettere
    dei punti ma anche con criteri ed elementi di valore perché poi nel
    sistema delle imprese, all'etica o corrisponde anche un valore
    economico o altrimenti diventa un problema. L'etica è molto
    soggettiva, anche se certificata come in questo caso, nel nostro
    paese, dove i soggetti, se sono davvero controllati, hanno un
    comportamento e se non lo sono, ne hanno un altro. Il nostro
    contributo è un contributo di merito che riteniamo abbia il valore
    di essere nei vari pezzi che io toccherò, condiviso anche con le
    nostre controparti e quindi dal nostro punto di vista dovrebbe
    essere accettato all'interno del provvedimento di legge e condiviso.
    Si affrontano alcune questioni, andando a guardare anche quello che
    succede nel nostro paese e che ha funzionato. Esempio: concomità
    contributiva. Nel nostro contratto collettivo nazionale di lavoro, è
    condiviso dalle parti che bisogna andare avanti in questo tipo di
    direzione. Nel nostro paese c'è già in una regione dove è stata
    fatta una legge regionale. Lì noi abbiamo le prove certificate che
    in quella regione le denuncie contributive degli orari di lavoro dei
    lavoratori sono due terzi in più di quello che mediamente sono nel
    resto d'Italia. Quello è quindi uno strumento che davvero premia le
    imprese regolari ed espelle dal mercato quelle irregolari. Noi
    riteniamo che il tema della concomità contributiva debba essere
    introdotto. E' chiaro che per farlo serve un recepimento delle norme
    contrattuali all'interno del provvedimento di legge, serve anche una
    convenzione con gli enti bilaterali che sono poi gli strumenti per
    poterlo fare. Nella legge si fa riferimento ad un punto sentite le
    parti sociali e credo che noi dobbiamo perfezionare quel tipo di
    ragionamento pensando ad un coinvolgimento delle parti sociali, ma
    soprattutto ad un tema semplice: recepimento delle norme
    contrattuali che definiscono i temi della concomità contributiva e
    una convenzione con gli enti bilaterali. Il secondo ragionamento
    riguarda il tema, in tema di sicurezza, dell'autotutela. Non ci
    prendiamo in giro. Il settore delle costruzioni ha un organico medio
    di 2,7 dipendenti e rispetto agli altri settori industriali dove i
    lavoratori hanno strumenti di autotutela, nel settore delle
    costruzioni l'autotutela in materia di sicurezza non esiste perché
    non ci sono le condizioni minime indispensabili. Però in tutti i
    territori della nostra regione, le parti sociali hanno condiviso il
    sistema di rappresentanza della sicurezza territoriale dei
    lavoratori. Io credo che quelle intese debbano essere recepite nel
    provvedimento di legge e garantire che i rappresentanti territoriali
    della sicurezza possano entrare all'interno dei cantieri perché sono
    condivisi dalle parti sociali, se no mi vengono dei dubbi, perché
    abbiamo fatto quegli accordi: perché richiamiamo degli accordi delle
    parti sociali, richiamiamo degli elementi di legge, che sono un
    provvedimento dell'81, da una parte e dall'altra dei concreti
    accordi di funzionamento già condivisi dalle parti sociali. Quindi
    non è che noi imponiamo qualcosa, recepiamo qualcosa.
    Il terzo ragionamento riguarda invece il punto relativo ad elementi
    di promozione, perché anche qui bisogna individuare, dal nostro
    punto di vista, alcuni ragionamenti. Noi non possiamo mettere in
    discussione, non possiamo fare un provvedimento nella nostra
    regione, che poi rischia di essere impugnato dalla prima impresa che
    passa di qua, che ha poca etica e soprattutto ha un sacco di
    avvocati per non rispettare l'etica. Noi bisogna che prevediamo un
    criterio dove lo strumento sono i bandi di gara, dove le stazioni
    appaltanti e qui faccio un inciso: credo che, per fare la lotta alla
    malavita e alla presenza di infiltrazioni, la Regione dovrebbe
    trovare un punto di mediazione tra la stazione unica appaltante che
    c'è in Calabria e le oltre 400 stazioni appaltanti della nostra
    regione, perché se ragioniamo di semplificazione amministrativa, se
    vogliamo costruire delle banche dati, una banca dati e se vogliamo
    dematerializzare molte cose, bisogna che cominciamo anche a pensare
    ad una riduzione significativa delle stazioni appaltanti. Si tratta
    di un provvedimento che deve essere previsto nel progetto di legge.
    Non vogliamo arrivare a quella unica, non ce la facciamo, ma ad una
    riduzione si. Dicevo, abbiamo un problema di elementi valoriali da
    introdurre: un'azienda che fa la formazione ai propri dipendenti e
    che la riesce a documentare, deve essere premiata oppure no? Il
    cantiere è un luogo complesso dove si incontrano persone che non si
    conoscono, figuratevi se hanno concordato come lavorare insieme in
    termini di sicurezza. Abbiamo bisogno di dare elementi valoriali in
    questo senso, in termini proprio di punteggio io penso. E ancora: ma
    se i servizi delle ASL hanno sequestrato un cantiere insicuro in
    un'azienda, non per il mancato rispetto di pratiche amministrative,
    ma perché non venivano rispettate le norme di sicurezza a livello
    tale o c'erano così tanti lavoratori in nero da giustificare la
    chiusura di quel cantiere, così come prevedono le leggi, ma
    quell'azienda lì, può ancora concorrere tranquillamente, il giorno
    dopo, ad un altro bando di gara? Oppure noi prevediamo che ci sia
    una riduzione di punteggio significativa in quel senso per quella
    azienda? Non possiamo impedirle di partecipare alla gara, ma
    possiamo prevedere una regola che nel bando di gara e negli atti
    contrattuali quell'azienda venga penalizzata, io penso di si.
    E ancora tutto il ragionamento del fatto che sia assolutamente utile
    la produzione di una lista di imprese, per esempio per i bandi di
    gara inferiori ai 500 mila euro, ai quali le stazioni appaltanti
    devono fare riferimento, una lista di aziende che hanno una storia,
    perché se noi non valorizziamo le imprese che hanno una storia
    facciamo fatica a costruire e valorizzare un elemento di etica per
    le nuove imprese. Per noi quindi c'è un problema di dare gambe a
    quello che era stato provvedimento dei 3000 alloggi condiviso dalle
    parti sociali e di cominciare a definire i criteri tecnici e a
    condividerli. Nel provvedimento di legge dobbiamo dare gambe a
    quella cosa lì, dobbiamo fare un salto di qualità rispetto a quegli
    indirizzi, che tutte le parti sociali avevano condiviso. Se
    introduciamo questioni normative precise su questi quattro punti,
    credo che abbiamo fatto un servizio per i lavoratori, ma anche per
    l'impresa della nostra regione.
    Il presidente ZOFFOLI: Grazie, la parola ora a Stefano Pantaleoni,
    Ordine degli architetti di Bologna.
    STEFANO PANTALEONI: Io parlo come architetto, quindi come persona
    coinvolta non marginalmente, ma però solo in una parte di queste
    normative.
    Innanzitutto quello che è stato detto questa mattina direi che per
    adesso è sostanzialmente condivisibile in toto; la premessa riguarda
    proprio la parola semplificazione. Noi liberi professionisti abbiamo
    imparato che quando in una norma c'è la parola semplificazione
    bisogna mettersi l'elmetto perché normalmente significa
    trasferimento di adempimenti esistenti o istituzione di nuovi
    adempimenti che vengono girati su qualcuno che opera sul mercato ma
    poi ci deve pensare lui prendendosi ovviamente le sue
    responsabilità.
    Questa non è una polemica, ma lo dico sempre, in ogni occasione, lo
    dico anche qua e non c'è problema.
    Nel merito della legge che abbiamo guardato anche come commissione
    normativa anche se col poco tempo che abbiamo avuto, ci sono alcuni
    dubbi in generale che dopo se c'è tempo per la discussione ci sarà
    modo di chiarire. Ad esempio, quando si parla di applicazione
    obbligatoria di sistemi informatici, di controllo e registrazione
    automatica delle presenze nei cantieri o della movimentazione degli
    automezzi non mi immagino, ma questo è un limite mio, che cosa
    potrebbe significare, in questo caso sono curioso di capirlo.
    Sulla questione della banca dati dei DURC un collega prima ha detto
    che in realtà esiste già, quindi ben venga se la Regione fa,
    diciamo, da collettore di questi documenti, spero che questo non
    comporti dei tempi in più, allora non è più una semplificazione, ma
    è un ulteriore aggravio, quindi se gli enti che rilasciano
    attualmente i DURC invece avessero dei tempi obbligatori di legge
    per erogarli, magari per metterli in rete, il DURC è un pezzo di
    carta, aldilà del fatto che molti comuni poi vogliono un originale
    timbrato e non si fidano di una fotocopia, questo provoca spesso dei
    problemi, ecco, se ci fosse una banca dati informatica in cui il
    comune se non ci crede apre internet, guarda e si vede il DURC e
    siamo tutti a posto, direi che sarebbe molto più semplice.
    Il DURC già adesso è vincolante per la validità dei titoli
    abilitativi, quindi anche una semplice DIA di qualunque genere,
    sappiamo che se non c'è il DURC, non vale; questo è senz'altro uno
    strumento da implementare e da semplificare.
    Anche al comma 2b dell'art. 4 c'è scritto che la Regione definirà le
    modalità per la trasmissione telematica delle notifiche; mi sono
    preoccupato perché io è circa un anno che le faccio con la posta
    elettronica certificata, quindi mi è venuto il dubbio se sto facendo
    bene o male. Forse sarebbe sufficiente imporre agli enti che lo
    devono ricevere di dotarsi di posta elettronica certificata, mi
    sembra che il problema sia risolto, però, ripeto, se mi sfugge
    qualcosa me lo spiegherete.
    Anche sul modulo Istat per la rilevazione dei permessi, degli
    appalti, direi che è molto comodo se riesco a indovinare chi però lo
    dovrà fare fisicamente e lo dovrà spedire, mi vien da dire che poi
    ci sarà qualcuno che lo deve fare. Sarà il committente che
    trasferirà l'obbligo al professionista e comunque, se serve
    istituire appunto una visione completa, complessiva delle cose, ben
    venga.
    Anche per l'art. 5, ho qualche curiosità: la Regione mediante le
    funzioni dell'esercizio di osservatorio.. , non mi è chiaro che
    cos'è questo osservatorio. Si dice che segnala agli enti competenti
    per l'effettuazione dell'attività di vigilanza in materia di
    sicurezza con particolare riferimento alle situazioni in cui anche
    mediante opportune elaborazioni delle informazioni raccolte emergano
    significativi elementi sintomatici di alterazioni del congruo e
    regolare svolgimento delle attività dei cantieri . Non riusciamo a
    capire di che cosa si tratta, se ho capito ci dovrebbe essere un
    osservatorio che valuta gli appalti, gli importi, le procedure, la
    sicurezza, la valutazione delle imprese; non ho capito che cos'è
    l'alterazione del congruo e regolare svolgimento . Magari dopo se
    abbiamo qualche chiarimento, ci serve. Lo dico proprio per capire.
    Infine in merito al discorso di legare il titolo abilitativo, o
    meglio, l'efficacia del titolo abilitativo al DURC, abbiamo capito
    tutti il senso che ha questa cosa, ma la difficoltà che noi
    operatori incontriamo sul campo è quella che otto volte su dieci,
    sette, sei, cinque, nove, non lo so, il titolo abilitativo viene ben
    prima delle condizioni di appalto. Oggi avere un titolo abilitativo
    non è un fatto semplice perché implica dei passaggi burocratici
    molto complessi. E' invece abbastanza facile nel senso che quando
    uno chiede un titolo abilitativo, dà un DURC purché sia, chiama
    l'impresa e dice: ascolta, mi mandi un DURC un attimo che lo metto
    in mezzo al pacco di carta che porto in Comune, così siamo tutti a
    posto? . Forse non è lo strumento più efficace questo, poi grossi
    problemi non ne vedo perché comunque è l'efficacia che conts, quindi
    il titolo uno lo reperisce. Lo dico solo come osservazione in
    generale.
    Cosa piuttosto complessa invece, e siamo sempre all'articolo 11 al
    comma 2, è la verifica dell'idoneità tecnico professionali, le cui
    modalità, leggo nel testo, la Regione dovrebbe individuare mediante
    apposito atto della Giunta . Siccome c'è già un allegato che è
    quello 17 del Testo Unico che decide, definisce le verifiche delle
    idoneità tecnico-professionali, temo che la Regione istituisca un
    diverso sistema per cui non è una semplificazione perchè ce ne
    troveremmo due: uno nazionale e uno regionale. C'è già un sistema
    per verificarlo, direi che per me potrebbe essere quello lì.
    In questo mi riallaccio a quello che ha detto qualcuno prima, ma che
    un po' tutti abbiamo toccato: la Regione potrebbe fare una banca
    dati regionale delle imprese in cui ci siano già l'iscrizione alla
    Camera di commercio, l'idoneità tecnico-professionale, i corsi di
    aggiornamento. Se ci fosse uno strumento facile e facilmente
    implementabile, mi immagino che l'impresa fa fare il corso per l'uso
    dei DP a due suoi addetti, prende i documenti, li scansiona, li
    manda alla Regione, ci saranno le verifiche effettive, eccetera
    eccetera. In tal modo ogni cittadino avrebbe modo di verificare la
    storia delle imprese, il numero degli infortuni, il numero delle
    sanzioni prese, effettive, perché oggi sappiamo che si può chiudere
    un cantiere se si trova un ponteggio aperto, ma anche ad esempio se
    non è avvenuta la notifica. Sono due cose di gravità ovviamente
    molto differente, comunque, la legge è già quella e non la
    tocchiamo. L'istituzione di una banca dati che possa permettere al
    cittadino di verificare con chi si va a confrontare e lo fa da
    un'istituzione qualificata che è la Regione sarebbe molto utile.
    Oggi succede che ogni volta che si apre un cantiere è una guerra
    continua con le imprese e uno deve cominciare a mendicare, a parte
    la visura camerale quasi subito disponibile, la formazione degli
    addetti, la nomina del medico ecc.. Credo che anche le imprese
    qualificate siano d'accordo, nel senso che le imprese qualificate
    non hanno problemi il primo giorno di cantiere o il primo giorno che
    si parla di appalto a venire lì col pacco della documentazione,
    anche perché questa verifica va fatta a catena su tutte le imprese
    che seguono. Noi parliamo di una impresa, ma sappiamo che un
    cantiere minimo di imprese ne ha quattro o cinque perché abbiamo dei
    cantieri con 70, 80, 90 imprese, composte anche da una sola persona
    che per esempio fa le placche dell'impianto elettrico o via dicendo.
    Quindi io direi che, a parte le intenzioni su cui mi sembra che
    tutti siamo d'accordo, il dove si va e il come ci si arriva
    soprattutto, su questo credo che andrebbe tarata di più su delle
    cose molto più semplici e molto più applicabili.
    L'ultima cosa riguarda quello che è stato detto, sul discorso dei
    pagamenti, cioè, è un sistema il nostro dove noi sappiamo che le
    imprese chiudono perché non le pagano; chiudono anche per altri
    motivi poi sicuramente, ma in questo caso non so se la Regione fosse
    interessata a provare a istituire uno strumento che garantisca la
    committenza qualificata oltre che la qualificazione delle imprese.
    Anni fa ho sentito in una conferenza un sistema che esiste in
    Francia, per cui anche per gli appalti privati il privato che affida
    un lavoro deposita gli importi necessari a farlo in banca in un
    conto vincolato, i soldi da lì non se ne vanno, se ne vanno solo per
    realizzare quell'opera. Io non so se è una cosa fattibile qua, lo
    dico come esempio e come concetto. L'impresa, d'accordo, prende
    sanzioni se non ha il DURC, prende la sanzione se non ha questo,
    prende la sanzione se non ha quello - son tutte cose giustissime -
    ma se il committente non la paga, chi l'aiuta? Lo dico per
    l'impresa, tocca anche me, ma noi rischiamo molto meno in termini di
    importi. La filosofia, che a mio parere il progetto di legge tocca
    poco, dovrebbe essere quella di tutelare e aiutare gli operatori
    virtuosi. Poi gli obblighi di legge come filosofia generale, ecco,
    quelli che ci sono già non li toccherei più e non aggiungerei norma
    a norma come ad esempio sta succedendo sulla sismica con gli effetti
    che tutti conosciamo. Manderemo le nostre osservazioni all'Assemblea
    legislativa.
    Il presidente ZOFFOLI: Come è noto l'udienza conoscitiva non prevede
    l'apertura di un dibattito e di un confronto. Quel che è certo è che
    tutto il materiale che raccogliamo, che arriverà nei prossimi giorni
    va indirizzato alla segreteria della III Commissione e sarà oggetto
    appunto di valutazione e di confronto. Dopo gli architetti abbiamo
    l'ultimo intervento: Bassi Andrea dell'Ordine degli Ingegneri di
    Forlì-Cesena.
    ANDREA BASSI: Buongiorno a tutti, grazie Presidente. Innanzi tutto
    volevo ringraziare a nome degli ingegneri della provincia di
    Forlì-Cesena e anche in qualità di membro della commissione
    sicurezza della federazione regionale di averci dato la possibilità
    di partecipare a questo momento conoscitivo perché riteniamo che gli
    ingegneri, come attori nel campo della cantieristica, possano dare
    un loro contributo importante.
    Noi ci troviamo ad espletare spesso incarichi molto particolari, con
    responsabilità anche penali: direttore dei lavori, direttore tecnico
    di cantiere e anche coordinatore per la sicurezza (il cosiddetto
    direttore di orchestra e non responsabile della sicurezza, come
    spesso purtroppo impropriamente ci viene addebitato e non certamente
    voluto da un corretto recepimento della normativa europea).
    Fermandomi su questi aspetti ci teniamo a partecipare e a dare il
    nostro contributo. Volevo allacciarmi agli interventi precedenti che
    condivido pienamente, tra cui anche quello dell'architetto della
    provincia di Bologna perché in alcuni punti mi ha anticipato su cose
    che volevo trattare, in merito soprattutto all'art. 11, che secondo
    me è il cuore pulsante di una verifica delle imprese ancor prima
    quindi di effettuare il contratto. La normativa, il Dlgs 81 prima e
    poi il 106 ha previsto proprio che queste verifiche siano eseguite
    prima dell'affidamento e prima proprio del contratto all'impresa e
    quindi questo è un aspetto in cui quei punti elencati nell'allegato
    17 (o art. 26 perché poi dopo ci sono semplificazioni a seconda se
    ci troviamo di fronte a permesso di costruire, DIA e SCIA) possono
    dare un valido contributo ai committenti e soprattutto rendere
    maggiormente incisiva l'importanza delle imprese virtuose.
    Un aspetto importante che forse è sfuggito è il fatto che noi come
    categoria riteniamo che non si debba andare avanti con un discorso
    di puro indotto, nel senso di portare avanti normative su normative
    che poi creano difficoltà soprattutto nelle imprese perché
    nell'ambito territoriale dell'Emilia-Romagna la maggior parte delle
    imprese sono imprese medio-piccole e micro e sono tantissime le
    imprese individuali e i collaboratori autonomi, per cui già gli
    adempimenti che sono in capo previsti dal Dlgs 81 il più delle volte
    sono fatte poi da segretarie che non hanno competenze specifiche,
    cioè il datore di lavoro demanda tutto questo tipo di verifiche o
    adempimenti direttamente in capo alla segretaria.
    Un punto importante è che nell'art. 11 si parla dell' avvenuta
    verifica delle condizioni di idoneità soggettiva e
    tecnico-professionale , questa parola, soggettiva , è una cosa che,
    magari ci sarà modo di capire perché giustamente al comma 2 viene
    specificato che sono individuate con atto della Giunta regionale che
    cosa effettivamente si intenda, mentre adesso si parla
    esclusivamente di verifica dell'unità tecnico-professionale , qui
    invece in questo punto all'art. 11 è inserito verifica soggettiva e
    tecnico-professionale e quindi sono due in questo caso gli
    adempimenti che debbono essere fatti. Un'altra cosa importante: si
    parla di impresa o impresa affidataria dei lavori , ma impresa
    dice tutto e non dice niente. Sono dentro anche i lavoratori
    autonomi visto che fanno parte e sono parte protagonista nel settore
    delle costruzioni e che entrano fisicamente nel cantiere, sono
    comprese anche le imprese individuali? Un'altra cosa importante è
    che non dobbiamo dimenticare mai che l'attore principe di tutto è
    comunque il committente. Io spesso purtroppo, anzi la maggior parte
    delle volte, mi trovo di fronte come tecnico a dover spiegare al
    committente quali sono le sue responsabilità. Finché abbiamo a che
    fare con un committente che potrebbe essere, ad esempio,
    un'industria che vorrebbe ampliare la sua attività è un conto, ma
    quando ci troviamo di fronte a committenti - perché i cantieri sono
    anche cantieri piccoli, cantieri che possono essere di 50-60.000
    euro - come committente possiamo avere ad esempio la sig.ra Pina di
    80 anni, che comunque si trova ad avere delle responsabilità e
    nessuno, dico nessuno, le fornisce queste informazioni, di cui è
    giusto abbia conoscenza. Quindi anche quando si intende promuovere
    la cultura della sicurezza, io intendo creare anche una sorta - poi
    bisogna vedere come - di pubblicità, una sorta di un qualcosa che
    arrivi a tutti i cittadini perché tutti i cittadini indistintamente
    possono essere in qualsiasi momento committente di un cantiere e
    quindi avere delle responsabilità penalmente perseguibili e ben
    identificabili dalla normativa vigente.
    L'ultimo cosa: noi abbiamo ricevuto questa comunicazione il 5 di
    ottobre e oggi è il 14, ci troviamo spesso in difficoltà proprio a
    riunirci come commissione sicurezza per analizzare questi aspetti.
    In nove giorni, contando che ci sono sabato e domenica di mezzo e
    quindi alla fine son sette giorni, spesso non riusciamo a dare un
    valido contributo per quello per cui siamo chiamati a operare.
    Grazie.
    Il presidente ZOFFOLI: Grazie, grazie a tutti per il contributo.
    Ripeto, è possibile inviarne anche nei prossimi giorni.
    La seduta termina alle ore 12.
    Approvato nella seduta del 28 ottobre 2010.
    La Segretaria Il Presidente
    Samuela Fiorini Damiano Zoffoli
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