Testo
Verbale n. 8
Seduta del 14 ottobre 2010
Il giorno giovedì 14 ottobre 2010 alle ore 10.00 si è riunita presso
la sede della Regione in Bologna Viale A. Moro n. 18,
la Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità, convocata in udienza
conoscitiva con nota Prot. n. 28970 del 06/10/2010.
Partecipano alla seduta i Commissari:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
ZOFFOLI Damiano Presidente Partito Democratico 5 presente
BERNARDINI Manes Vicepreside Lega Nord Padania 4 assente
nte Emilia e Romagna
MARANI Paola Vicepreside Partito Democratico 4 presente
nte
ALESSANDRINI Componente Partito Democratico 2 presente
Tiziano
BAZZONI Gianguido Componente PDL- Popolo Della 2 presente
Libertà
BIGNAMI Galeazzo Componente PDL- Popolo Della 4 presente
Libertà
CASADEI Thomas Componente Partito Democratico 2 presente
DONINI Monica Componente Federazione Della 2 presente
Sinistra
FAVIA Giovanni Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
Beppegrillo.it
FERRARI Gabriele Componente Partito Democratico 5 presente
FILIPPI Fabio Componente PDL- Popolo Della 5 presente
Libertà
MANDINI Sandro Componente Italia Dei Valori 4 assente
MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 2 presente
MEO Gabriella Componente Sinistra Ecologia e 2 assente
Libertà - Idee Verdi
MORI Roberta Componente Partito Democratico 2 presente
NOE' Silvia Componente UDC- Unione Di Centro 1 presente
PARIANI Anna Componente Partito Democratico 2 presente
E' altresì presente il consigliere Gianguido NALDI in sostituzione
della consigliera Gabriella MEO.
Hanno partecipato ai lavori della Commissione: L. Draghetti (Resp.
Serv. Lavori pubblici e osservatorio contratti e investimenti
pubblici. Edilizia e sicurezza dei cantieri edili); G. Monterastelli
(Serv. Sanità pubblica - Resp. Tutela salute luoghi di lavoro); M.
Ferrari (Serv. Informazione Assemblea legislativa).
Presiede la seduta: Damiano Zoffoli
Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini
Resocontista: Antonella Agostini
UDIENZA CONOSCITIVA
336 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Disposizioni
per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore
edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata
(delibera di Giunta n. 1141 del 26 07 10).
Partecipano all'udienza conoscitiva:
Alberghini AUSL Bologna
William
Amadori Oriano Cassa edile Forlì-Cesena
Argazzi Tiziano Direzione provinciale del lavoro Ferrara
Arlati Claudio CISL Emilia-Romagna
Bassi Andrea Ordine degli Ingegneri di Forlì-Cesena
Bastelli Massimo Collegio Periti industriali Bologna
Besutti Guido AUSL Modena
Boattini Claudia CNA Emilia-Romagna
Bosi Guido Legacoop Abitanti Emilia-Romagna
Buia Fulvio FILCA Parma
Cavallone Luca Direzione regionale del lavoro
Emilia-Romagna
D'Alessio FENEAL-UIL Parma
Antonio
Donnarumma Ciro FILCA-CISL Emilia-Romagna
Fanzini Maurizio Cassa Edile Parma
Ferraro Carmine Cassa Edile Parma
Galasso Riccardo FENEAL-UIL Emilia-Romagna
Gambassi Andrea Prefettura di Bologna
Gandini Luisa Ingegnere
Gatta Primo FILLEA-CGIL Emilia-Romagna
Girardi Ugo Unioncamere Emilia-Romagna
Govoni Candida Azienda ospedaliera universitaria di Ferrara
Maccato Barbara Confartigianato Emilia-Romagna
Minarelli FILLEA-CGIL Emilia-Romagna
Valentino
Monzani Confcooperative Emilia-Romagna
Alessandro
Morgagni AGCI Ravenna-Ferrara
Giuseppe
Nascosi Leonardo Comune di Comacchio
Neri Andrea AUSL Imola
Pantaleoni Ordine Architetti Bologna
Stefano
Pasi Daniela Scuola edile CPT Ravenna
Pedrini Daniela Azienda ospedaliera universitaria
S.Orsola-Malpighi
Raghitta CALEC Bologna
Cristina
Rovinetti Renato Architetto
Rusconi Gianluca Confindustria
Silverii Sonia ANCE Emilia-Romagna
Skuk Igor ANCPL Legacoop
Talamo Alberto Collegio dei Geometri regionale
Valli Luca Azienda Speciale della Camera di Commercio
di Forlì-Cesena (CISE)
Zanoni Francesco Confcooperative Emilia-Romagna
Il presidente DAMIANO ZOFFOLI: Buon giorno e benvenuti. L'udienza
conoscitiva è un momento d'ascolto da parte dell'Assemblea
legislativa. In questo caso l'oggetto è un progetto di legge
d'iniziativa della Giunta: Disposizioni per la promozione della
legalità e della semplificazione nel settore edile e delle
costruzioni a committenza pubblica e privata . Questo progetto di
legge è stato trasmesso alla Commissione Territorio, ambiente e
mobilità che presiedo. La commissione ha nominato come relatore il
collega consigliere Tiziano Alessandrini al quale do la parola per
una breve introduzione. Anticipando che la prossima settimana, anche
alla luce dei confronti, dei contributi che oggi raccoglieremo e
che possono essere trasmessi anche nei prossimi giorni all'indirizzo
della commissione, e quindi per iscritto, inizieremo il confronto e
la discussione.
Il relatore TIZIANO ALESSANDRINI: Grazie, presidente. Grazie a voi
che siete intervenuti. Il progetto di legge oggetto di questa
udienza conoscitiva appena richiamata dal presidente rappresenta un
provvedimento normativo regionale che si prefigge di dare risposte
in modo particolare al tema che riguarda il rischio delle
infiltrazioni mafiose e il rischio dell'alterazione della
concorrenza. E' urgente affrontare questo tema soprattutto in questo
periodo di crisi, nel quale il settore dell'edilizia è quello più
esposto ed oggetto di attenzione perché vulnerabile da una parte e
dall'altra molto importante sul piano delle ricadute economiche.
Questo progetto di legge si incardina pienamente nel programma di
legislatura a proposito di legalità, sicurezza, semplificazione e
competitività. Con questo provvedimento vogliamo tenere alta la
guardia per tenere alto il livello di attrattività e del vivere bene
della nostra Regione. La scelta della Giunta di concentrarsi sul
settore dell'edilizia (pubblica e privata) è dettata anche dal
quadro normativo nazionale che, come sapete, è in evoluzione, che
sta per emanare il regolamento di applicazione del Codice dei
contratti pubblici, con ulteriore consolidamento delle funzioni
delle regioni. I temi dell'edilizia pubblica e privata sono
estremamente complessi, come voi tutti ben sapete, e possono essere
affrontati da diverse prospettive. La struttura del mercato spesso è
condizionata dalla presenza di imprese che possono adottare pratiche
suscettibili di alterare le condizioni di concorrenzialità. Il
frequente ricorso, nei rapporti di subappalto, ad imprese non
adeguatamente strutturate, l'utilizzo troppo elevato del criterio
del massimo ribasso, la scarsa attività di controllo rispetto ai
numeri elevati di cantieri sia pubblici, sia privati, le difficoltà
nel giungere alla conclusione dell'iter di realizzazione degli
interventi edilizi, portano conseguenze negative sulla qualità
delle prestazioni, sulla sicurezza del lavoro e sulla diffusione di
comportamenti illegali e di infiltrazioni della criminalità
organizzata.
Ma il tema della legalità coinvolge, come credo ben sapete, anche
altri settori e, pertanto, lo anticipo, sarà mia cura, in accordo
con l'Assessore Muzzarelli, suggerire alla Commissione, quando
inizierà a discutere l'articolato del progetto di legge, di prendere
in considerazione alcuni emendamenti volti ad ampliare le finalità
dello stesso, guardando non solo all'edilizia, ma a tutti i settori
in cui le imprese hanno o possono avere potenziali rapporti di
fornitura di beni e servizi con la Regione.
Nelle finalità della norma regionale adesso, con il testo che
abbiamo, si sancisce che la Regione Emilia-Romagna, in armonia con i
principi costituzionali, coopera con lo Stato, le altre
amministrazioni pubbliche e le parti sociali, alla promozione
dell'ordinata convivenza e della legalità contro i fenomeni di
infiltrazione mafiosa, del lavoro irregolare, dell'usura e dei
comportamenti illegali che in generale alterano il mercato e la
libera concorrenza.
Per il raggiungimento di queste finalità si prevede di attuare un
sistema integrato di sicurezza territoriale, di qualificazione e di
idoneità degli operatori economici, nonché delle amministrazioni
pubbliche. Si prevede, inoltre, l'adozione di procedure e di
soluzioni finalizzate alla trasparenza, alla semplificazione e
razionalizzazione dell'attività amministrativa e degli adempimenti a
committenza pubblica e privata.
Ma guardiamo, in estrema sintesi, agli obiettivi che il progetto di
legge vuole centrare:
1. Norme chiare, possibilmente, per valorizzare le imprese regolari
e virtuose, per fare rimanere sul mercato quelle che puntano sulla
qualità degli interventi, sulla sicurezza del lavoro e dei
lavoratori.
2. Aumento dei controlli.
E' previsto un potenziamento dell'attività di controllo nei cantieri
edili e di ingegneria civile. In particolare, la Regione definirà,
secondo criteri di proporzionalità e adeguatezza, con riferimento
alla dimensione dei cantieri, ovvero alla particolare pericolosità
di lavori, le modalità di adozione e di applicazione obbligatoria di
sistemi informatici di controllo e registrazione automatica delle
presenze autorizzate nei cantieri, al fine di assicurare un più
efficace e coordinato esercizio delle attività di vigilanza, sul
fronte della sicurezza e della tutela del lavoro.
Un altro aspetto relativo al potenziamento e al migliore
coordinamento delle attività di controllo, riguarda la promozione,
tramite accordi, dell'adozione di sistemi telematici di rilevazione
dei movimenti e dei flussi dei mezzi e dei materiali nei cantieri.
3. Semplificazione e dematerializzazione
In merito alla semplificazione e dematerializzazione dei
certificati, delle comunicazioni e delle procedure, si prevede che
la Regione, in accordo con gli enti competenti, operi al fine di
agevolare lo svolgimento delle attività delle amministrazioni
pubbliche, degli operatori economici e dei cittadini; in
particolare, per costituire, aggiornare e rendere consultabile agli
aventi diritto la banca dati delle certificazioni, rilasciate
nell'ambito del territorio regionale, relative alla regolarità
contributiva degli operatori economici (mi riferisco a quello che è
noto come Documento Unico di Regolarità Contributiva - DURC).
Si prevede anche il supporto informativo per la semplificazione e
dematerializzazione degli obblighi di comunicazione in merito al
procedimento e agli endoprocedimenti edilizi: alla notifica
preliminare, ai moduli ISTAT per la rilevazione del permesso di
costruire, della SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Lavori), ai
modelli GAP (Gara Appalto Pubblico) delle prefetture, e alle
procedure negoziate per l'affidamento di contratti pubblici.
In buona sostanza perseguiamo due cose :
-
la riduzione delle pratiche e dei costi a carico di cittadini,
imprese ed Enti;
-
la riduzione dei tempi delle procedure e dei pagamenti.
Nel secondo capo del progetto di legge, in particolare, si prevede
il rafforzamento delle funzioni dell'Osservatorio dei contratti e
degli investimenti pubblici, le modalità di rapporto con l'Autorità
per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e
forniture e le funzioni di sezione regionale dell'Autorità stessa;
la definizione e l'aggiornamento dell'elenco regionale dei prezzi al
fine di assicurare una determinazione uniforme, omogenea e congrua
dei prezzi dei lavori pubblici.
Inoltre, le stazioni appaltanti che realizzano lavori pubblici
nell'ambito del territorio regionale, verificheranno
nell'elaborazione dei progetti, la possibilità di adottare soluzioni
tecniche e di esecuzione per la tutela dell'ambiente, del risparmio
energetico, del riutilizzo delle risorse naturali e della
minimizzazione dell'uso di risorse non rinnovabili, della tutela
della salute e della sicurezza dei lavoratori, nonché della
riduzione dei rischi e dei disagi arrecati alla collettività
nell'esecuzione dei lavori.
Con questo progetto di legge si rafforza l'aggiudicazione dei lavori
con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Infatti
le stazioni appaltanti dovranno altresì verificare la possibilità di
inserire, fra i criteri di valutazione dell'offerta, elementi
finalizzati al perseguimento degli obiettivi poc'anzi indicati.
Per la prima volta viene declinata l'applicazione dei principi di
cui alla Comunicazione della Commissione europea circa lo Small
business act per favorire il massimo accesso alle procedure di
affidamento di lavori, a forniture o servizi, anche alle piccole
imprese, impegnando le stazioni appaltanti ad articolare quindi le
prestazioni in distinti lotti funzionali.
Si intende così evitare l'artificioso aumento degli importi dei
contratti e conseguentemente dei requisiti di partecipazione alle
procedure di affidamento, che escludono le imprese di piccole
dimensioni, riducono la concorrenzialità di queste procedure a
discapito delle Amministrazioni pubbliche, con il solo modesto
vantaggio di diminuire il numero delle procedure di gara.
Nel capo terzo sono previste norme per la committenza privata.
La Regione, nell'esercizio delle funzioni di Osservatorio, in questo
caso provveda a:
1. segnalare, agli enti competenti per l'effettuazione delle
attività di vigilanza in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e
di obblighi assicurativi e previdenziali, i casi di alterazione del
congruo e regolare svolgimento delle attività nei cantieri, anche
mediante opportune elaborazioni delle informazioni raccolte, dalle
quali emergano significativi scostamenti;
2. acquisire le informazioni, in via telematica, dai Comuni in
merito all'avvio ed alla conclusione dei lavori e dei cantieri,
secondo modalità individuate con atto della Giunta regionale.
Un' importante novità riguarda l'efficacia del titolo abilitativo
edilizio che sarà subordinata all'avvenuta comunicazione all'ente
competente del nominativo dell'impresa o delle imprese affidatarie
dei lavori e alla dimostrazione del regolare adempimento degli
obblighi contributivi e previdenziali, nonché all'avvenuta verifica
delle condizioni di idoneità soggettiva e tecnico-professionale
delle imprese medesime.
Tali condizioni di idoneità sono definite, con atto della Giunta
regionale, secondo criteri di tutela della sicurezza del lavoro, di
rispetto della legalità e di qualificazione delle imprese.
Inoltre, , e ho terminato, si prescrive che l'impresa esecutrice o
subappaltatrice applichi i contratti collettivi, nazionale e
territoriale, in vigore per il settore e per la zona in cui è
ubicato il cantiere e, in particolare, in ordine alle modalità di
iscrizione alla cassa edile ove prevista dai suddetti accordi
collettivi, garantendo da parte dell'impresa, in riferimento a tutta
la durata dei lavori, l'accesso e lo svolgimento di sopralluoghi da
parte degli organismi paritetici di settore presenti sul territorio
ove si svolgono i lavori stessi.
Nel capo quarto. Brevissimo, si abroga l'art. 28 della LR 19
dicembre 2002.
Con questo termino, ringrazio ancora per il contributo che vorrete
dare in questa udienza. Noi vi ascolteremo con attenzione e
cercheremo di mettere a frutto tutto ciò che ci viene segnalato .
Il presidente ZOFFOLI: Al momento ci sono sei richieste
d'intervento, è possibile ancora prenotarsi. Andiamo con ordine. Ha
chiesto d'intervenire Barbara Maccato, Confartigianato
Emilia-Romagna.
BARBARA MACCATO: Buongiorno a tutti. Il mio sarà un intervento
breve, perché purtroppo per motivi di tempo siamo convocati alle 11
dall'Assessorato lavoro e formazione e quindi sarà una sintesi di
quelle che sono le valutazioni che ha fatto la mia organizzazione
rispetto all'articolato legislativo che oggi è stato presentato. Noi
vediamo con favore l'intervento della regione Emilia-Romagna su uno
degli elementi di grande problematicità che hanno caratterizzato
negli ultimi tempi il settore dell'edilizia: le infiltrazioni
mafiose. E' un tentativo di arginare questo fenomeno soprattutto
mettendo in sicurezza le imprese che operano in un ambito di
legalità. Quindi il tentare di declinare quelli che sono gli
elementi di valorizzazione del tessuto economico emiliano-romagnolo
in questo settore, secondo noi è assolutamente apprezzabile e lo
condividiamo appieno. A nostro avviso è, tra l'altro, molto
importante la messa in campo in modo massiccio di quelle che sono le
tecnologie a disposizione per tentare di ridurre quelli che sono i
costi burocratici delle imprese, che, voi sapete bene, in questo
settore si possono avere degli aggravi particolarmente pesanti e
significativi soprattutto per le imprese che operano con requisiti
di legalità. Un favore particolare a quello che è stato il tentativo
messo in campo nell'articolato legislativo di tentare di ridurre i
costi della burocrazia utilizzando in modo forte e pesante la
tecnologia. C'è stato un tavolo che ci ha visti impegnati e che la
regione ha coordinato sulla dematerializzazione dei DURC. E' stato
un primo passo importante che ha aperto anche a questo articolato
legislativo, un elemento fortemente significativo. A nostro avviso -
io non entro nel merito degli articoli - credo che nei prossimi
giorni tenteremo anche con le altre organizzazioni datoriali di
trovare una sintesi comune, se possibile, e di inviare una memoria
alla commissione su quelle che sono le valutazioni puntuali. Credo
che ci sia una sottolineatura che merita oggi di essere esplicitata:
un coinvolgimento maggiore di quello che è un elemento di
concertazione su alcuni aspetti, in particolare l'applicazione della
contrattazione e da questa poi la declinazione come si andranno a
definire dei parametri di costo rispetto ai quali le imprese
dovranno operare in un regime di legalità. Io non voglio oggi
suggerire che ci sia un richiamo all'interno dell'articolato o se
questo debba essere parte di una regolamentazione a latere nel
momento in cui l'articolato legislativo concluderà il suo iter.
Questo sarà un elemento che credo tenteremo di valutare insieme e
saprà meglio la commissione come poterlo fare. Però voi sapete che i
contratti collettivi sono un divenire, ci sono dei rinnovi costanti,
quindi il rischio, mancando un confronto costante con le parti
sociali, è che si abbiano delle cose fissate in un certo momento che
poi invece non hanno un aggiornamento e arricchimento costanti
rispetto a quella che è l'evoluzione del sistema nel suo complesso.
Io credo che su questo vada in qualche modo meglio declinata questa
parte, pur apprezzando in modo assolutamente privo di qualsiasi
riserva lo sforzo che ha fatto la Regione nel formulare questi
articoli. Sottolineo questo aspetto. Tenteremo nei prossimi giorni,
se possibile, di trovare una sintesi comune perché credo che una
sintesi comune sia più utile a quelli che sono gli obiettivi. Credo
che ognuno di noi rappresenta imprese che, al di là della
dimensione, sono comunque all'interno del mercato, quindi non è un
problema di rappresentanza è un problema di tentare di trovare
obiettivi comuni perché l'efficacia di questo articolato possa
essere poi esplicitata nel migliore dei modi. Vi ringrazio molto.
Il presidente ZOFFOLI: Grazie a lei. La parola ad Alessandro
Monzani, Confcooperative Emilia-Romagna.
ALESSANDRO MONZANI: Grazie. Anch'io farò un intervento abbastanza
breve per alcuni punti essenziali, senza entrare nel merito dei
singoli articoli, se non per un aspetto. Anche la nostra
organizzazione è favorevole a questa legge: quando si pone un
problema di legalità, di contrasto alla concorrenza sleale siamo,
credo, tutti d'accordo. Noi siamo d'accordo soprattutto perché siamo
dei cittadini e siamo preoccupati per la situazione che può
verificarsi e si verifica nella nostra regione, che non ha
probabilmente quegli aspetti patologici che si verificano in altre,
ma che richiede di avere la guardia abbastanza alta. Molto
sinteticamente sui punti. Mi fermo sulle questioni più critiche,
perché su quelle che sono a posto e sono condivise si vada avanti.
Le perplessità che noi possiamo avere sono innanzi tutto sugli
strumenti che la regione può mettere in campo. Credo che tutti ci
rendiamo conto che non sono molti, anche se alcuni sono trovati
nella legge, come qualche vincolo nel caso di concessione di risorse
regionali e cose di questo tipo, che sono pure strumenti
importanti. E' chiaro che questo è un aspetto di problematicità per
rendere incisiva la legge, ma occorre rendersi conto dei limiti e
poi affrontarli. Certamente se si opera e quando si opera in termini
di premialità la regione ha una possibilità maggiore d'intervento e
questo può essere un campo nel quale ci si può muovere. Altro punto
di tipo generale: dobbiamo ricordare sempre che spesso strumenti di
questo tipo che hanno uno scopo giusto e condiviso a volte possono
provocare, o possono avere la tendenza a provocare, delle rigidità
spesso insostenibili. Ricordo, molto brevemente, che nel 2007-2008
c'era una legge che tendeva a istituire l'F 24 per cantiere, non
solo nell'edilizia, ma in tutto il settore, provvedimento che se
fosse andato in vigore avrebbe creato notevolissimi problemi alle
imprese. Dico questo non perché non ci sia voglia di tarpare le ali
ai delinquenti che circolano, ma perché bisogna stare attenti ad un
equilibrio più generale e a non dare danno a chi, invece, è regolare
o tenta di esserlo. Ci sono vari punti nella legge in cui si ragiona
di qualificazione degli operatori: è chiaro che noi siamo favorevoli
a questa cosa, ma anche qui bisogna stare attenti a non imporre
degli adempimenti sproporzionati o solo formali, come purtroppo, a
volte, capita, pur animati dalla miglior attenzione. Quindi ci vuole
gradualità e concertazione con le parti sociali. Noi riteniamo che
non sia ipotizzabile una mera estensione dell'attestazione SOA ai
lavori privati. La disponibilità ad entrare nel merito c'è. Tema
della concertazione: in questo settore la concertazione esiste, è
importante ed è strutturata. C'è una concertazione tra le parti
sociali e tra le parti sociali e il pubblico. Credo che la
costruzione di questa legge ne sia un esempio, perché ci sono stati
tentativi di coinvolgimento e credo ce ne siano altri. Da questo
punto di vista ci siamo, questo dovrebbe essere il metodo da
utilizzare. Insieme possiamo aiutarci a trovare degli strumenti che
portino a risultati, pur con le difficoltà che abbiamo detto. Cito
solo tre questioni, due più semplici e una più complessa. Quando si
parla di strumenti per i controlli, anche con informatica, con
strumenti molto moderni, parliamo di un aspetto importante sul quale
senz'altro c'è interesse ma, ovviamente, bisogna valutare che
l'edilizia non è tutta uguale, quindi occorre anche vedere insieme
dove questi strumenti si possono utilizzare, come pure alcune
questioni tipo adempimenti ulteriori rispetto alla legge, e penso
all'art. 4 sull'indicazione del costo presunto: anche qui -
attenzione - a non mettere dei vincoli per i quali poi non abbiamo
strumenti di imposizione. Noi siamo abbastanza contrari a quelle
ipotesi di determinazione di standard d'impiego di mano d'opera, che
pure hanno cittadinanza anche nella nostra contrattazione, hanno
cittadinanza, ma poi non hanno avuto applicazione, perché ci
sembrano cose piuttosto velleitarie. Concludo con due annotazioni
sull'art. 12. Nella prima parte dell'art. 12 si parla
dell'applicazione dei contratti di lavoro. Rilevo una cosa. La
cooperazione che opera in questo settore è una cooperazione di
lavoro; le cooperative di lavoro hanno una legge nazionale che
prevede l'applicazione dei contratti collettivi attraverso dei
regolamenti interni dei quali le cooperative si dotano. Questo
aspetto nella legge non c'è, noi ci rendiamo conto che sarebbe molto
complicato introdurlo, ma che per come è fatto il settore e per le
finalità di questa legge è forse necessario essere un po'
tranchant come fa questa parte dell'articolo. Noi rinunciamo a
questa cosa che è una delle nostre bandiere, ma ci rendiamo conto
che siamo in una situazione abbastanza particolare e che richiede,
appunto, qualche rinuncia da questo punto di vista. Invece, abbiamo
molte perplessità sull'ultima parte dell'art. 12, dove si parla di
enti bilaterali. Gli enti bilaterali sono fortemente sviluppati in
questo settore, hanno una lunghissima tradizione; nascono ovviamente
dalla contrattazione, bisogna stare, secondo noi, molto attenti ad
un utilizzo corretto. Gli enti bilaterali hanno loro statuti e loro
regole, pensare ad un utilizzo generalizzato attraverso la legge
rischia di essere controproducente e anche di creare danni a questi
enti. Noi abbiamo, credo, in Emilia-Romagna esperienze molto
positive a livello locale, perché questi enti hanno caratteristica
provinciale ed è con le province e gli enti provinciali che si
rapportano. Ci sono in quelle sedi ottimi rapporti di
collaborazione, non credo ci debbano essere problemi con l'ente
regione Emilia-Romagna, anzi questo lo escludo, ma è chiaro che la
questione va trattata con un po' di delicatezza. Se posso concludere
con una battuta. Chi s'intende di calcio, a me l'hanno solo detto
perché io sono una schiappa, dice che quando si dispone una squadra
a zona il gioco è più bello, più spettacolare, quando la si dispone
a uomo, il gioco è un po' più roccioso, legato, ma quando
l'avversario è un avversario ostico forse è meglio una marcatura a
zona. Il nostro avversario è ostico e quindi ci rendiamo conto che
la marcatura a zona in questo caso può essere poco efficace e che ci
vuole una marcatura a uomo. Stiamo attenti a non far giocare i
giocatori al rallentatore, perché dopo il gioco è veramente brutto e
non si fa goal. Dobbiamo trovare con questa legge un equilibrio tra
una marcatura stretta di chi è scorretto nel settore e un
delinquente nel settore, per usare un termine esplicito, e i
giocatori onesti che devono avere la possibilità di giocare la loro
partita e di fare goal. Io ho lo stesso problema della collega
Maccato e devo scappare all'altra riunione, ma ci sono comunque
altri colleghi della nostra associazione che seguiranno i lavori
della giornata. Grazie a tutti.
Il presidente ZOFFOLI: Bene, la parola a Ugo Girardi, segretario di
Unioncamere Emilia-Romagna.
UGO GIRARDI: Buon giorno a tutti. Un ringraziamento al presidente
Zoffoli e al relatore Alessandrini per la possibilità di dare un
apporto a questo progetto di legge importante e di cui il sistema
delle Camere di commercio condivide le finalità. Sono finalità
coerenti con le politiche regionali, con il programma di legislatura
che parla, appunto, di semplificazione amministrativa, di contrasto
all'illegalità, anche coerenti con la legge 2 del 2009, che
riguardava la sicurezza del lavoro. Sappiamo che rispetto a queste
finalità molto importanti, lo diceva prima il relatore Alessandrini,
si può anche fare uno sforzo per vedere se logiche di questo tipo
che premiano le imprese che sono responsabili e puntano alla qualità
e non fanno pratiche di massimi ribassi su appalti strani, può
essere anche estesa ad altri comparti dove è molto importante la
committenza pubblica, ad esempio nel comparto del facchinaggio, ecc.
Logiche di questo tipo possono anche essere estese. Certo, sappiamo
che nel campo dell'edilizia, lo diceva anche il relatore
Alessandrini, c'è un incrocio anche da fare con la legislazione
statale: siamo in un campo di competenza concorrente e ci dicono gli
esperti di diritto costituzionale che in questo campo spesso è più
facile litigare tra Stato e Regioni che andare d'accordo. Quindi
bisogna essere molto attenti, la legislazione è in evoluzione, c'è
questo regolamento del codice appalti attuativo di cui si sono perse
le tracce, abbiamo visto le varie edizioni e passaggi, non sappiamo
dove è finito, siamo tutti in attesa. C'è stata recentemente anche
una normativa che ha creato qualche dubbio, ma l'ufficio legislativo
della Presidenza del Consiglio su una richiesta della regione
Lombardia ha detto che si applica anche all'edilizia: ha mandato
questo parere alla Conferenza unificata nei giorni scorsi che dice
che anche nell'edilizia la SCIA ha sostituito la DIA. Bisogna stare
attenti a questi incroci per evitare poi conflitti di competenze.
Abbiamo apprezzato molto nel progetto l'impostazione di un lavoro di
squadra con tutti i vari enti per avere nel territorio sia
provinciale che regionale un lavoro comune, ognuno con i propri
ruoli per tutelare la sicurezza del lavoro, per contrastare le
pratiche dell'illegalità. Questo mettere in rete le varie
istituzioni, dalle Prefetture agli organi di controllo, ci sembra
molto importante, lo condividiamo, c'è anche un richiamo a quello
che possono dare le Camere di commercio nell'ambito delle banche
dati informative, da mettere insieme per fare quel controllo
integrato della sicurezza richiamato dal relatore Alessandrini. Le
Camere di commercio avvertono che anche nel territorio
dell'Emilia-Romagna si stanno estendendo fenomeni d'infiltrazione
mafiosa e hanno avviato dei protocolli: i primi sono stati firmati a
Reggio Emilia con la Camera di commercio di Modena, Crotone e
Caltanisetta riprendendo un lavoro che era stato impostato in
Sicilia dal presidente della Camera di commercio di Siracusa Ivan Lo
Bello e dal presidente della Camera di commercio di Caltanisetta,
oggi assessore della regione Sicilia, proprio per riuscire a fare un
lavoro che non riguarda solo alcune regioni ma ormai tutto il
territorio, compresa l'Emilia-Romagna. La logica di questi
protocolli che stanno facendo le Camere di commercio è cercare nei
vari territori provinciali di mettersi in squadra, dalle Prefetture,
agli INPS, agli organi di controllo per poter contrastare queste
pratiche, per usare le tecnologie informatiche, per contrastare con
la trasparenza l'illegalità. Quindi, detto questo, lascio alla
commissione alcune impressioni che abbiamo fatto su alcuni punti,
perché messa in questa logica di lavorare in squadra penso che ogni
ente debba essere sfruttato per le sue vocazioni. Se c'è per esempio
da fare un elenco, come previsto dall'art. 3, delle imprese che
devono avere i dispositivi di tecnologie informatiche per la
rilevazione della presenza nei cantieri, questo è un lavoro che più
che addossarlo alla Regione, siamo disponibili a farlo noi: abbiamo
già tutti i registri camerali con le imprese iscritte, incluse
quelle dell'edilizia, abbiamo fatto la comunicazione unica con
l'INPS, l'INAIL, l'Agenzia delle entrate per mettere in un unico
modulo, in via dematerializzata, dal computer, senza far girare la
carta, col minimo adempimento a carico delle imprese ad esempio
tutti gli adempimenti per l'apertura e l'inizio di attività e le
modifiche. Questa tecnologia informatica la mettiamo a disposizione.
Sappiamo, anche, che ad esempio in questo elenco si dovrebbero
iscrivere imprese che per la maggior parte possono anche essere di
fuori regione, perché quando si vince un appalto non è detto lo
vinca un'impresa del territorio, per cui se poi vogliamo usare al
massimo il lavoro di squadra dei vari enti, penso sia giusto che
ognuno possa dare l'apporto su cui ha il massimo delle competenze.
Noi l'abbiamo proprio nella tenuta dei registri, degli albi, degli
elenchi. Possiamo andare a non caricare le imprese con tutta una
serie di richieste anagrafiche che abbiamo già in via informatica;
possiamo fare i controlli incrociati nel registro nazionale con
imprese di altri territori che altrimenti non si iscriverebbero
all'elenco perché, e chiudo riprendendo altri due interventi che mi
hanno preceduto, la preoccupazione può essere che poi l'impresa che
rispetta le regole si carica di tutti gli adempimenti, se poi questi
non hanno la capacità di mordere chi invece non rispetta le regole,
che devono pur essere severe, ma semplificate, è chiaro che stiamo
aggravando di più proprio quella parte più eticamente responsabile
che invece vogliamo valorizzare. Quindi da questo punto di vista
siamo disponibili a continuare a dare una mano a essere incrociati
in un lavoro di squadra e mettiamo a disposizione tutte le nostre
competenze nelle tecnologie dell'informazione per le imprese.
Il presidente ZOFFOLI: Grazie, la parola ora a Claudia Boattini, CNA
Emilia-Romagna.
CLAUDIA BOATTINI: Anche noi lasciamo alla commissione e al relatore
copia della sintesi dei ragionamenti. Anche noi ringraziamo. Chi mi
conosce sa che non sono molto diplomatica, ma la nettezza delle
posizioni che porto stamattina è anche dovuta alla considerazione su
cui finiva chi mi ha preceduto. In un momento di crisi di questo
tipo la pazienza delle imprese verso le disfunzioni, le crisi, le
criticità che ci sono diventa ancora inferiore, maggiori le
richieste, più intollerante la reazione di fronte a misure che
vorrebbero andare da una parte, ma poi da quella parte non producono
nessun risultato e invece fanno morire di burocrazia e di ignoranza
bancaria le imprese sane, che vogliono lavorare, che vogliono dare
lavoro agli altri. Io credo che di fronte a una legge che afferma la
necessità di un lavoro di squadra per la legalità, contro le
infiltrazioni mafiose e per la salute e la sicurezza nei luoghi di
lavoro, io lo dico con chiarezza: CNA è in prima linea, è
disponibile, darà tutto il suo contributo ma per realizzare questi
obiettivi, non per perdere tempo e riempirci la bocca per fare
un'altra legge inutile che aggiunge norme a norme. Purtroppo non è
la sottoscritta che lo dice, ma sono i 915 articoli del Codice degli
appalti più il regolamento, che non si sa qual è (perché ci sono due
versioni in giro e aspettiamo tutti la pubblicazione), che normano
gli appalti. C'è da chiedersi perché continuiamo ad avere i problemi
che abbiamo, ma c'è anche da chiedersi cosa possiamo fare noi e,
pertanto, cercare di fare al meglio quelli che sono i poteri che
abbiamo. Apprezziamo che la Regione voglia fare al meglio quello
che i poteri che ha le consentono di fare e, pertanto, su questo
siamo disponibili, siamo impegnati, diamo il nostro contributo
insieme agli altri. Chiediamo, però, di condividere, di non ripetere
degli errori - gravi ne sono stati fatti: 1) Aumentare le norme ed i
vincoli ha impedito alle imprese sane di competere: bisogna
delegificare, lo dice l'Autorità di vigilanza, non lo dice la sola
CNA, è indispensabile delegificare e snellire e, pertanto non ripeto
quello che è già stato detto, si è partiti col DURC, bene la
dematerializzazione, noi mettiamo a disposizione tutte le strutture
che possiamo mettere in campo; 2) I controlli burocratici. Abbiamo
posto il problema anche l'anno scorso sulla legge sulla sicurezza
sul lavoro, abbiamo presentato proposte: da 56 documenti si potrebbe
passare a 8. E' di un mese e mezzo fa la storia del mio imprenditore
che ha dovuto lavorare per otto ore, dopo che l'indagine del
controllo unificato, coordinato era arrivato in cantiere, otto ore
per raccogliere copie di carte, perché il cantiere andava bene, non
c'era niente. Queste sono otto ore di produttività perduta per lui e
per chi lavora con lui. Possiamo fare di più. La crisi colpisce le
imprese. Ho apprezzato moltissimo, non l'avevo visto nel testo della
legge, la frase del relatore Alessandrini sulla necessità di
accorciare procedure e tempi dei pagamenti della pubblica
amministrazione. Noi lo apprezziamo moltissimo. Se si trova una
strada noi faremo tutto il possibile perché tutto questo possa
succedere, perché oggi, mentre qualcuno parla di uscita dal tunnel,
quello che vediamo noi è che nelle costruzioni ancora nel momento in
cui si va da una banca a chiedere finanziamenti, fideiussioni e
comunque sostegno per investire, per partecipare a un appalto
pubblico, per fare attività che sono utili all'intera economia del
territorio noi troviamo moltissime, inutili, difficoltà, paure,
terrore di rischio al di là di ciò che è comprensibile. Credo che
anche da questo punto di vista bisogna che facciamo squadra, perché
appunto siamo di quelli che sono convinti che se si vuole puntare
alla lotta per la legalità contro le infiltrazioni mafiose in un
territorio come il nostro, siccome il tessuto è sano, dobbiamo
mettere insieme e dar forza a questo tessuto sano intorno alle
istituzioni. Monzani prima faceva un bell'esempio di calcio, che io
ovviamente non sono neanche in grado di capire, ma quello che ho
capito e vorrei ripetere e fare mio è questo: intorno alle
istituzioni che fanno squadra e si coordinano, e questo è
indispensabile e apprezziamo lo sforzo della Regione che tenta di
mettere in squadra tutte le istituzioni, ci debbono essere gli
operatori che tutto il giorno sono sul territorio, che sono in
impresa, che sono quelli che rischiano i ricatti. Lo sappiamo tutti
come si fanno le infiltrazioni qua da noi, non c'è più nessuno che
pensa che l'andrangheta e la camorra non ci sono: si va da un
imprenditore pieno di debiti, questo prima va in banca dove, guarda
caso, gli dicono di no, dopodiché passa uno che proprio in quel
momento lì gli propone un aiuto, un prestito. Questo fa sì che dopo
qualche mese quell'imprenditore non abbia più l'impresa, per cui una
buona impresa sana è diventata oggetto d'infiltrazioni malavitose.
Allora siccome queste cose le sappiamo, come sappiamo la favola
degli immigrati clandestini, il lavoro nero - 40 euro - a Roma 40
euro a giornata, qui probabilmente molto di più, contro i 160 euro
da contratto di lavoro (ultima qualifica più bassa). Non si può fare
finta che l'istituzione non lo sappia, quando fa l'elenco prezzi, la
sicurezza vale tempo di lavoro che non si capisce perché non costa
come la funzione minima del contratto nazionale di lavoro di
categoria. Non si capisce perché non sia un'anomalia quel massimo
ribasso che considera il tempo di lavoro in questo modo qui. Allora
entriamo nel merito, facciamo davvero un elenco prezzi, facciamo
davvero anche quelli che io chiamo i costi della non sostenibilità
per l'ente pubblico e poi, entrando nel merito, troviamo la
soluzione. Come dicevo, l'esperienza ci può aiutare. C'è un grande
punto positivo in questa proposta di legge: per la prima volta la
regione Emilia-Romagna tenta un'ipotesi applicativa dello Small
businnes act e, pertanto, con la scelta dei lotti funzionali fa la
scelta di cominciare a pensare innanzi tutto in piccolo. Noi siamo
convinti si possa fare di più, nel senso che siamo convinti che, pur
coi pochi poteri che la regione ha sugli appalti, pur tentando
fortemente di evitare l'impugnazione della legge, sia indispensabile
anche fare un passo ulteriore. Stiamo valutando la sostenibilità di
una proposta nel testo di legge in cui si ipotizzi che si dia la
priorità nelle gare a offerta economicamente più vantaggiosa a
cordate che abbiano al loro interno almeno un 30 per cento di
piccole imprese del territorio. Stiamo valutando, potrebbe non
essere fortissima dal punto di vista della non impugnabilità. Stiamo
valutando ipotesi di proposte concrete anche di emendamento per
favorire imprese che s'impegnano in responsabilità sociale con le
istituzioni e gli stakeholders del territorio individuando modalità,
sempre che tengano conto a norma di legge e non impugnabili, in modo
tale che possano essere valorizzate e premiate in questo modo la
qualificazione e l'impegno sociale delle imprese. Credo che sarebbe
sbagliato cercare certificazioni che soltanto i grandi possono
comperare e pagare, come è noto: le certificazioni di qualità ad
oggi reggono solo se ci sono le economie di scala per potersele
permettere, e pensare innanzi tutto in piccolo ci porta a dire che
la scala forse non è più la misura del post-forbismo, ma forse
dobbiamo pensare a economie di scopo e, pertanto, il ruolo sociale
dell' impresa metterlo tra le condizioni di priorità, sempre
confrontabile e controllabile dalle parti sociali, dai sindacati e
dagli stakeholders del territorio, in modo tale che ci sia
trasparenza, che è proprio quello che impedisce l'infiltrazione
malavitosa e mafiosa. Ancora ci sarebbero molte cose da dire ma non
voglio farvi perdere troppo tempo. I punti che noi poniamo sono
nella sostanza:
-Rendere cogenti per le proprie stazioni appaltanti, e per quelle
che utilizzano finanziamenti regionali, l'applicazione delle norme e
delle procedure previste. La regione bisogna che faccia questo
salto, certo con la formazione, col consenso, con tutto quello che
si vuole, ma bisogna farle queste scelte. Alcune esperienze di
Intercenter gridano vendetta! Non stanno né in cielo, né in terra e
non garantiscono nessuna efficienza, sono state oggettiva copertura
a procedure non trasparenti.
-Small Business Act
-Responsabilità sociale - imprese del territorio - verifica
costante. Questo, secondo noi, è l'importante nella scelta che vuole
fatta.
-Semplificazione e dematerializzazione. Su questo la regione può
fare molto: ci sono i tecnici, ci sono le procedure e c'è la
struttura, si può fare molto. Noi siamo a disposizione. L'importante
è che semplificare voglia dire obbligare l'ente pubblico a
scambiarsi documenti che ha già, senza far perdere tempo a chi deve
produrre ricchezza per tutti e impegnare l'impresa in controlli
semplici, chiari, efficaci. Questo vuol dire che non serve
controllare tutti, serve controllare gli anomali, quelli a cui i
conti non tornano; concentriamo lì le risorse e le forze per
controllare, portiamo a casa dei risultati. Così non si diffonde la
brutta pratica della non collaborazione con le istituzioni, perché
se uno chiama al telefono e non gli rispondono mai, si rischia che
viene il giorno che non chiama più, non collabora, non testimonia.
Purtroppo in Italia il degrado sta andando molto avanti e negli
ultimi anni i mesi contano nel degrado e gli episodi di tutti i
giorni ce lo dimostrano non solo nelle imprese ma anche nella
società civile.
-La partecipazione delle parti sociali e delle forze vive del
territorio. Su questo mi associo ai colleghi che sono intervenuti
prima. Le parti datoriali dell'edilizia faranno una proposta precisa
perché riteniamo potrebbe essere molto utile l'ipotesi che
nell'articolato di legge si prevedano alcuni grossi obiettivi,
alcune grosse scelte, alcuni filoni d'intervento. Poi si da mandato
alla Giunta di atti concertati con le parti sociali territoriali nel
senso che, mi pare, in tutto questo versante abbiamo bisogno anche
di sperimentazione, abbiamo bisogno di barriere all'ingresso di
forze non controllabili, abbiamo bisogno di coinvolgimento e di
trasparenza. La prima è con le parti sociali in modo da confrontare,
raccogliere, elaborare e portare a verifica e a sintesi. Grazie.
Il presidente ZOFFOLI: Grazie, la parola ora a Tiziano Argazzi (DPL
Ferrara)
TIZIANO ARGAZZI:Buongiorno a tutti. Sono della Direzione provinciale
del Lavoro di Ferrara, in rappresentanza del direttore che oggi
aveva altri impegni. Alcune argomentazioni legate proprio alla
specificità dei compiti che sono propri della Direzione provinciale
del Lavoro. La maggior parte di queste argomentazioni sono poi
emerse in maniera chiara e forte nel corso di un progetto che è
stato fatto da maggio dell'anno scorso a giugno di quest'anno, un
progetto che è cofinanziato dall'INAIL e dal Comitato tecnico
paritetico (CTP) di Ferrara e che era mirato proprio alla sicurezza
nei cantieri edili, legato proprio a tutto quel pacchetto di
interventi che sono proprio tipici di tutto ciò che deve essere
fatto per quanto riguarda la garanzia della sicurezza e la garanzia
della trasparenza poi del lavoro all'interno della struttura.
La proposta di legge qui illustrata questa mattina, credo sia
ampiamente condivisibile e ciò che ha detto il consigliere
Alessandrini, va proprio alla base di quello che è in pratica il
problema nei cantieri: è stata ribadita la valorizzazione delle
imprese virtuose, la semplificazione delle normative del settore
pubblico e privato dell'edilizia e delle costruzioni, norme chiare
per la valorizzazione delle imprese regolari per far rimanere sul
mercato quelle che puntano sulla qualità degli interventi e la
sicurezza e la riduzione dell'uso indiscriminato del massimo ribasso
d'asta negli appalti e l'aumento dei controlli nei cantieri anche
con l'utilizzo delle tecnologie informatiche. Tutte questioni
ampiamente importanti e ampiamente condivisibili. Io mi limiterò ad
alcuni aspetti che sono emersi con forza nel corso di questo
progetto che ha avuto la durata di un anno e che si è concluso il 18
giugno di quest'anno con un importante convegno a Ferrara. Mi
limiterò a tre aspetti che ritengo siano utili al contributo di
questa progetto di legge o come ipotesi di quello che è emerso in
questi incontri. Il primo è la valorizzazione delle imprese e la
premialità per quelle virtuose; il secondo è la formazione e il
terzo è quello del cantiere etico.
Si è parlato ampiamente di tutti questi tre argomenti, anche di
altri, ma questi sono quelli più importanti.
La valorizzazione delle imprese virtuose. Si ritiene più che
condivisibile la filosofia dell'impianto normativo che agisce su due
livelli: uno promozionale ed uno prescrittivo che punta a
contrastare i fenomeni di infiltrazione mafiosa, del lavoro
irregolare, dei comportamenti illegali che alterano il mercato e la
libera concorrenza. In tale ambito è però importantissimo definire
il concetto di impresa virtuosa ed individuare un sistema per
qualificarla. Accanto a questo dovrebbe essere introdotto un sistema
di patente a punti per i cantieri edili, che dovrebbe fare da
apripista per rilanciare un più diffuso modello di gestione della
salute nei luoghi di lavoro, di tipo premiale anziché repressivo. E'
fondamentale arrivare a definire in maniera puntuale il concetto di
azienda virtuosa. Alcuni dei parametri potrebbero essere questi, ma
solo alcuni, che sono quelli che sono emersi in questo anno di
lavoro: la formazione aziendale posta in essere in forma partecipata
direttamente nei cantieri; l'impegno formale a garantire per tutta
la durata dei lavori l'accesso e lo svolgimento di sopralluoghi da
parte del CTP, che è presente su tutto il territorio, su tutte le
province; in caso di esito positivo dei sopralluoghi, il CTP potrà
anche rilasciare una certificazione di avvenuta applicazione delle
buone prassi, utilizzabile come titolo da parte dell'azienda per
appalti successivi; il numero di infortuni sul lavoro occorso negli
ultimi tre anni; l'applicazione del contratto collettivo nazionale
di categoria; il possesso di regolarità contributiva anche
aggiornata.
Altro punto delicato è quello del prezzo base d'asta e del massimo
ribasso che porta a sconti anche molto consistenti. Al riguardo si
ritiene doveroso evidenziare ciò che è stato detto ed è emerso
nell'iniziativa che ho citato prima: che le amministrazioni
appaltanti attraverso il procedimento di validazione dei progetti
verifichino che nella predisposizione dei bandi di gara il valore
economico sia adeguato e sufficiente nel pieno rispetto della
normativa nazionale e regionale ed in ottemperanza, ad esempio, del
decreto legislativo 163 del 2006, articolo 133, che impone alle
stazioni appaltanti di aggiornare con cadenza annuale i propri
prezziari con particolare riguardo alle voci riconducibili ai
prodotti destinati al comparto delle costruzioni. Ed attenzione alle
Camere di commercio - il Segretario di Unioncamere prima diceva
dell'ampia disponibilità delle Camere di commercio in tal senso, che
hanno uno strumento importante che sono questi prezziari e che li
aggiornano con cadenza periodica. Sono uno strumento importante,
provocatoriamente dico: per quali motivi li devono fare se poi non
vengono utilizzati? Per quanto riguarda l'aggiornamento dei prezzi è
necessario prendere a riferimento il listino dei materiali o delle
opere edili pubblicato periodicamente dalle Camere di commercio,
strumento indispensabile che permette di dare effettività alle
offerte presentate, incentrate su valori economici coerenti con
l'andamento del mercato, di evitare sensibili alterazioni della
concorrenza fra le imprese e di garantire la piena efficacia
dell'azione dell'amministrazione appaltante. Infatti il mancato
aggiornamento dei prezzi andrebbe a creare dei problemi, soprattutto
alle imprese più competitive, soprattutto a quelle imprese che
sopportano i maggiori oneri per l'adeguamento dei costi del lavoro -
si diceva 40 euro al posto di 160 - quindi tutta una serie di
problemi per l'investimento e la formazione professionale.
L'altro aspetto è la formazione che è un problema importantissimo,
soprattutto nei cantieri edili dove comunque non ci sono lavorazioni
ripetibili, nell'arco di un'ora un lavoratore fa cento operazioni
diverse, non c'è un lavoro in serie ma nell'arco di una giornata, il
singolo operatore all'interno del cantiere svolge decine e decine di
attività, in un'ora sola possono farne anche cento diverse: ecco
allora l'importanza della formazione che deve essere fatta sia a
monte, ma che deve essere fatta soprattutto all'interno del cantiere
perché è statisticamente provato che la percentuale più alta di
infortuni capita nei primi giorni di lavoro e capita soprattutto al
termine del turno di lavoro o al venerdì sera. E' quindi importante
attivare, e su questo credo che l'ente regionale abbia ampiamente le
carte in regola per farlo, lo strumento di una formazione
partecipata.
Infine l'ultimo argomento: sicurezza e lavoro nero. E' molto
importante la collaborazione tra tutti i soggetti ed è importante a
mio parere inserire ancora di più strumenti idonei a qualificare le
sinergie operative con le Prefetture, con le autorità della
vigilanza dei contratti pubblici, con le Direzioni del lavoro, con
le Camere di commercio, con le Aziende USL, con l'INAIL, con l'INPS
ed anche con le Casse edili che è una struttura importantissima
nella filiera del cantiere.
Infine il cantiere etico: è chiaro che tutti questi ragionamenti che
ho fatto vanno nella direzione del cantiere etico che vuol essere
uno strumento per avviare un lavoro serio di prevenzione sugli
aspetti della sicurezza e della salute dei lavoratori. L'attenzione
è rivolta soprattutto alle piccole imprese con un cambiamento di
impostazione si passa, e quindi già la proposta di legge lo
individua, dalla sicurezza formale alla sicurezza sostanziale. Nel
cantiere etico sono rispettati alcuni standard minimi per la
sicurezza dei luoghi di lavoro, nello stesso tempo funziona come
strumento di repressione per quelle imprese che lavorano senza alcun
elemento di prevenzione e di valutazione dei rischi. Nei confronti
di queste imprese bisogna adottare misure aspre, dure, anche
arrivare alla sospensione dell'attività del cantiere e permetterne
la riapertura solo dopo la realizzazione degli adempimenti
necessari. Quindi questi tre elementi, che sono legati proprio ad
una competenza specifica e diretta che ha l'ufficio che oggi
rappresento, ma che ha comunque l'articolato del Ministero del
lavoro, è proprio alla luce non tanto della competenza nel
concorrente, che poi è difficile mettersi d'accordo, o che ognuno la
tira dalla propria parte, ma proprio nella collaborazione fra
strutture e fra enti che credo sia lo strumento più importante per
far crescere la sicurezza che è l'elemento fondamentale per tutti e
per lo sviluppo del Paese. Grazie.
Il presidente ZOFFOLI: Grazie, la parola ora a Minarelli Valentino
(FENEAL- FILCA- FILLEA Emilia-Romagna)
VALENTINO MINARELLI: Il mio intervento sostanzialmente è la ripresa
di una traccia che poi consegneremo sia al relatore che ai gruppi
consiliari regionali, che abbiamo condiviso con FILCA e FENEAL
regionale.
Ovviamente, così come altri hanno già detto, diventa assolutamente
importante non solo condividere, ma dare un contributo a questa
proposta di legge che, a nostro modo di vedere, è l'evoluzione
naturale della proposta di legge del 2009 sulla sicurezza. Ed è
altrettanto naturale dal nostro punto di vista che nel merito poi
davvero si introducano degli elementi che fanno modificare i
comportamenti che sono presenti nella nostra regione che sono tutti
quanti certificati: in molti cantieri ci sono dei lavoratori in
nero, c'è un diffuso lavoro grigio, c'è quindi un mercato del lavoro
ed una competizione che non salvaguarda assolutamente i diritti dei
lavoratori ma non salvaguarda anche le imprese sane che pensano di
continuare a lavorare con etica. Già le stazioni appaltanti
pubbliche, grazie anche a questo Governo, pagano male, se poi oltre
a questo, nei cantieri c'è anche una situazione oggettivamente di
competizione irregolare, è evidente che viene meno. Noi non possiamo
assolutamente pensare ad un provvedimento di legge che afferma
soltanto delle cose condivisibili. Bisogna che cominciamo a mettere
dei punti ma anche con criteri ed elementi di valore perché poi nel
sistema delle imprese, all'etica o corrisponde anche un valore
economico o altrimenti diventa un problema. L'etica è molto
soggettiva, anche se certificata come in questo caso, nel nostro
paese, dove i soggetti, se sono davvero controllati, hanno un
comportamento e se non lo sono, ne hanno un altro. Il nostro
contributo è un contributo di merito che riteniamo abbia il valore
di essere nei vari pezzi che io toccherò, condiviso anche con le
nostre controparti e quindi dal nostro punto di vista dovrebbe
essere accettato all'interno del provvedimento di legge e condiviso.
Si affrontano alcune questioni, andando a guardare anche quello che
succede nel nostro paese e che ha funzionato. Esempio: concomità
contributiva. Nel nostro contratto collettivo nazionale di lavoro, è
condiviso dalle parti che bisogna andare avanti in questo tipo di
direzione. Nel nostro paese c'è già in una regione dove è stata
fatta una legge regionale. Lì noi abbiamo le prove certificate che
in quella regione le denuncie contributive degli orari di lavoro dei
lavoratori sono due terzi in più di quello che mediamente sono nel
resto d'Italia. Quello è quindi uno strumento che davvero premia le
imprese regolari ed espelle dal mercato quelle irregolari. Noi
riteniamo che il tema della concomità contributiva debba essere
introdotto. E' chiaro che per farlo serve un recepimento delle norme
contrattuali all'interno del provvedimento di legge, serve anche una
convenzione con gli enti bilaterali che sono poi gli strumenti per
poterlo fare. Nella legge si fa riferimento ad un punto sentite le
parti sociali e credo che noi dobbiamo perfezionare quel tipo di
ragionamento pensando ad un coinvolgimento delle parti sociali, ma
soprattutto ad un tema semplice: recepimento delle norme
contrattuali che definiscono i temi della concomità contributiva e
una convenzione con gli enti bilaterali. Il secondo ragionamento
riguarda il tema, in tema di sicurezza, dell'autotutela. Non ci
prendiamo in giro. Il settore delle costruzioni ha un organico medio
di 2,7 dipendenti e rispetto agli altri settori industriali dove i
lavoratori hanno strumenti di autotutela, nel settore delle
costruzioni l'autotutela in materia di sicurezza non esiste perché
non ci sono le condizioni minime indispensabili. Però in tutti i
territori della nostra regione, le parti sociali hanno condiviso il
sistema di rappresentanza della sicurezza territoriale dei
lavoratori. Io credo che quelle intese debbano essere recepite nel
provvedimento di legge e garantire che i rappresentanti territoriali
della sicurezza possano entrare all'interno dei cantieri perché sono
condivisi dalle parti sociali, se no mi vengono dei dubbi, perché
abbiamo fatto quegli accordi: perché richiamiamo degli accordi delle
parti sociali, richiamiamo degli elementi di legge, che sono un
provvedimento dell'81, da una parte e dall'altra dei concreti
accordi di funzionamento già condivisi dalle parti sociali. Quindi
non è che noi imponiamo qualcosa, recepiamo qualcosa.
Il terzo ragionamento riguarda invece il punto relativo ad elementi
di promozione, perché anche qui bisogna individuare, dal nostro
punto di vista, alcuni ragionamenti. Noi non possiamo mettere in
discussione, non possiamo fare un provvedimento nella nostra
regione, che poi rischia di essere impugnato dalla prima impresa che
passa di qua, che ha poca etica e soprattutto ha un sacco di
avvocati per non rispettare l'etica. Noi bisogna che prevediamo un
criterio dove lo strumento sono i bandi di gara, dove le stazioni
appaltanti e qui faccio un inciso: credo che, per fare la lotta alla
malavita e alla presenza di infiltrazioni, la Regione dovrebbe
trovare un punto di mediazione tra la stazione unica appaltante che
c'è in Calabria e le oltre 400 stazioni appaltanti della nostra
regione, perché se ragioniamo di semplificazione amministrativa, se
vogliamo costruire delle banche dati, una banca dati e se vogliamo
dematerializzare molte cose, bisogna che cominciamo anche a pensare
ad una riduzione significativa delle stazioni appaltanti. Si tratta
di un provvedimento che deve essere previsto nel progetto di legge.
Non vogliamo arrivare a quella unica, non ce la facciamo, ma ad una
riduzione si. Dicevo, abbiamo un problema di elementi valoriali da
introdurre: un'azienda che fa la formazione ai propri dipendenti e
che la riesce a documentare, deve essere premiata oppure no? Il
cantiere è un luogo complesso dove si incontrano persone che non si
conoscono, figuratevi se hanno concordato come lavorare insieme in
termini di sicurezza. Abbiamo bisogno di dare elementi valoriali in
questo senso, in termini proprio di punteggio io penso. E ancora: ma
se i servizi delle ASL hanno sequestrato un cantiere insicuro in
un'azienda, non per il mancato rispetto di pratiche amministrative,
ma perché non venivano rispettate le norme di sicurezza a livello
tale o c'erano così tanti lavoratori in nero da giustificare la
chiusura di quel cantiere, così come prevedono le leggi, ma
quell'azienda lì, può ancora concorrere tranquillamente, il giorno
dopo, ad un altro bando di gara? Oppure noi prevediamo che ci sia
una riduzione di punteggio significativa in quel senso per quella
azienda? Non possiamo impedirle di partecipare alla gara, ma
possiamo prevedere una regola che nel bando di gara e negli atti
contrattuali quell'azienda venga penalizzata, io penso di si.
E ancora tutto il ragionamento del fatto che sia assolutamente utile
la produzione di una lista di imprese, per esempio per i bandi di
gara inferiori ai 500 mila euro, ai quali le stazioni appaltanti
devono fare riferimento, una lista di aziende che hanno una storia,
perché se noi non valorizziamo le imprese che hanno una storia
facciamo fatica a costruire e valorizzare un elemento di etica per
le nuove imprese. Per noi quindi c'è un problema di dare gambe a
quello che era stato provvedimento dei 3000 alloggi condiviso dalle
parti sociali e di cominciare a definire i criteri tecnici e a
condividerli. Nel provvedimento di legge dobbiamo dare gambe a
quella cosa lì, dobbiamo fare un salto di qualità rispetto a quegli
indirizzi, che tutte le parti sociali avevano condiviso. Se
introduciamo questioni normative precise su questi quattro punti,
credo che abbiamo fatto un servizio per i lavoratori, ma anche per
l'impresa della nostra regione.
Il presidente ZOFFOLI: Grazie, la parola ora a Stefano Pantaleoni,
Ordine degli architetti di Bologna.
STEFANO PANTALEONI: Io parlo come architetto, quindi come persona
coinvolta non marginalmente, ma però solo in una parte di queste
normative.
Innanzitutto quello che è stato detto questa mattina direi che per
adesso è sostanzialmente condivisibile in toto; la premessa riguarda
proprio la parola semplificazione. Noi liberi professionisti abbiamo
imparato che quando in una norma c'è la parola semplificazione
bisogna mettersi l'elmetto perché normalmente significa
trasferimento di adempimenti esistenti o istituzione di nuovi
adempimenti che vengono girati su qualcuno che opera sul mercato ma
poi ci deve pensare lui prendendosi ovviamente le sue
responsabilità.
Questa non è una polemica, ma lo dico sempre, in ogni occasione, lo
dico anche qua e non c'è problema.
Nel merito della legge che abbiamo guardato anche come commissione
normativa anche se col poco tempo che abbiamo avuto, ci sono alcuni
dubbi in generale che dopo se c'è tempo per la discussione ci sarà
modo di chiarire. Ad esempio, quando si parla di applicazione
obbligatoria di sistemi informatici, di controllo e registrazione
automatica delle presenze nei cantieri o della movimentazione degli
automezzi non mi immagino, ma questo è un limite mio, che cosa
potrebbe significare, in questo caso sono curioso di capirlo.
Sulla questione della banca dati dei DURC un collega prima ha detto
che in realtà esiste già, quindi ben venga se la Regione fa,
diciamo, da collettore di questi documenti, spero che questo non
comporti dei tempi in più, allora non è più una semplificazione, ma
è un ulteriore aggravio, quindi se gli enti che rilasciano
attualmente i DURC invece avessero dei tempi obbligatori di legge
per erogarli, magari per metterli in rete, il DURC è un pezzo di
carta, aldilà del fatto che molti comuni poi vogliono un originale
timbrato e non si fidano di una fotocopia, questo provoca spesso dei
problemi, ecco, se ci fosse una banca dati informatica in cui il
comune se non ci crede apre internet, guarda e si vede il DURC e
siamo tutti a posto, direi che sarebbe molto più semplice.
Il DURC già adesso è vincolante per la validità dei titoli
abilitativi, quindi anche una semplice DIA di qualunque genere,
sappiamo che se non c'è il DURC, non vale; questo è senz'altro uno
strumento da implementare e da semplificare.
Anche al comma 2b dell'art. 4 c'è scritto che la Regione definirà le
modalità per la trasmissione telematica delle notifiche; mi sono
preoccupato perché io è circa un anno che le faccio con la posta
elettronica certificata, quindi mi è venuto il dubbio se sto facendo
bene o male. Forse sarebbe sufficiente imporre agli enti che lo
devono ricevere di dotarsi di posta elettronica certificata, mi
sembra che il problema sia risolto, però, ripeto, se mi sfugge
qualcosa me lo spiegherete.
Anche sul modulo Istat per la rilevazione dei permessi, degli
appalti, direi che è molto comodo se riesco a indovinare chi però lo
dovrà fare fisicamente e lo dovrà spedire, mi vien da dire che poi
ci sarà qualcuno che lo deve fare. Sarà il committente che
trasferirà l'obbligo al professionista e comunque, se serve
istituire appunto una visione completa, complessiva delle cose, ben
venga.
Anche per l'art. 5, ho qualche curiosità: la Regione mediante le
funzioni dell'esercizio di osservatorio.. , non mi è chiaro che
cos'è questo osservatorio. Si dice che segnala agli enti competenti
per l'effettuazione dell'attività di vigilanza in materia di
sicurezza con particolare riferimento alle situazioni in cui anche
mediante opportune elaborazioni delle informazioni raccolte emergano
significativi elementi sintomatici di alterazioni del congruo e
regolare svolgimento delle attività dei cantieri . Non riusciamo a
capire di che cosa si tratta, se ho capito ci dovrebbe essere un
osservatorio che valuta gli appalti, gli importi, le procedure, la
sicurezza, la valutazione delle imprese; non ho capito che cos'è
l'alterazione del congruo e regolare svolgimento . Magari dopo se
abbiamo qualche chiarimento, ci serve. Lo dico proprio per capire.
Infine in merito al discorso di legare il titolo abilitativo, o
meglio, l'efficacia del titolo abilitativo al DURC, abbiamo capito
tutti il senso che ha questa cosa, ma la difficoltà che noi
operatori incontriamo sul campo è quella che otto volte su dieci,
sette, sei, cinque, nove, non lo so, il titolo abilitativo viene ben
prima delle condizioni di appalto. Oggi avere un titolo abilitativo
non è un fatto semplice perché implica dei passaggi burocratici
molto complessi. E' invece abbastanza facile nel senso che quando
uno chiede un titolo abilitativo, dà un DURC purché sia, chiama
l'impresa e dice: ascolta, mi mandi un DURC un attimo che lo metto
in mezzo al pacco di carta che porto in Comune, così siamo tutti a
posto? . Forse non è lo strumento più efficace questo, poi grossi
problemi non ne vedo perché comunque è l'efficacia che conts, quindi
il titolo uno lo reperisce. Lo dico solo come osservazione in
generale.
Cosa piuttosto complessa invece, e siamo sempre all'articolo 11 al
comma 2, è la verifica dell'idoneità tecnico professionali, le cui
modalità, leggo nel testo, la Regione dovrebbe individuare mediante
apposito atto della Giunta . Siccome c'è già un allegato che è
quello 17 del Testo Unico che decide, definisce le verifiche delle
idoneità tecnico-professionali, temo che la Regione istituisca un
diverso sistema per cui non è una semplificazione perchè ce ne
troveremmo due: uno nazionale e uno regionale. C'è già un sistema
per verificarlo, direi che per me potrebbe essere quello lì.
In questo mi riallaccio a quello che ha detto qualcuno prima, ma che
un po' tutti abbiamo toccato: la Regione potrebbe fare una banca
dati regionale delle imprese in cui ci siano già l'iscrizione alla
Camera di commercio, l'idoneità tecnico-professionale, i corsi di
aggiornamento. Se ci fosse uno strumento facile e facilmente
implementabile, mi immagino che l'impresa fa fare il corso per l'uso
dei DP a due suoi addetti, prende i documenti, li scansiona, li
manda alla Regione, ci saranno le verifiche effettive, eccetera
eccetera. In tal modo ogni cittadino avrebbe modo di verificare la
storia delle imprese, il numero degli infortuni, il numero delle
sanzioni prese, effettive, perché oggi sappiamo che si può chiudere
un cantiere se si trova un ponteggio aperto, ma anche ad esempio se
non è avvenuta la notifica. Sono due cose di gravità ovviamente
molto differente, comunque, la legge è già quella e non la
tocchiamo. L'istituzione di una banca dati che possa permettere al
cittadino di verificare con chi si va a confrontare e lo fa da
un'istituzione qualificata che è la Regione sarebbe molto utile.
Oggi succede che ogni volta che si apre un cantiere è una guerra
continua con le imprese e uno deve cominciare a mendicare, a parte
la visura camerale quasi subito disponibile, la formazione degli
addetti, la nomina del medico ecc.. Credo che anche le imprese
qualificate siano d'accordo, nel senso che le imprese qualificate
non hanno problemi il primo giorno di cantiere o il primo giorno che
si parla di appalto a venire lì col pacco della documentazione,
anche perché questa verifica va fatta a catena su tutte le imprese
che seguono. Noi parliamo di una impresa, ma sappiamo che un
cantiere minimo di imprese ne ha quattro o cinque perché abbiamo dei
cantieri con 70, 80, 90 imprese, composte anche da una sola persona
che per esempio fa le placche dell'impianto elettrico o via dicendo.
Quindi io direi che, a parte le intenzioni su cui mi sembra che
tutti siamo d'accordo, il dove si va e il come ci si arriva
soprattutto, su questo credo che andrebbe tarata di più su delle
cose molto più semplici e molto più applicabili.
L'ultima cosa riguarda quello che è stato detto, sul discorso dei
pagamenti, cioè, è un sistema il nostro dove noi sappiamo che le
imprese chiudono perché non le pagano; chiudono anche per altri
motivi poi sicuramente, ma in questo caso non so se la Regione fosse
interessata a provare a istituire uno strumento che garantisca la
committenza qualificata oltre che la qualificazione delle imprese.
Anni fa ho sentito in una conferenza un sistema che esiste in
Francia, per cui anche per gli appalti privati il privato che affida
un lavoro deposita gli importi necessari a farlo in banca in un
conto vincolato, i soldi da lì non se ne vanno, se ne vanno solo per
realizzare quell'opera. Io non so se è una cosa fattibile qua, lo
dico come esempio e come concetto. L'impresa, d'accordo, prende
sanzioni se non ha il DURC, prende la sanzione se non ha questo,
prende la sanzione se non ha quello - son tutte cose giustissime -
ma se il committente non la paga, chi l'aiuta? Lo dico per
l'impresa, tocca anche me, ma noi rischiamo molto meno in termini di
importi. La filosofia, che a mio parere il progetto di legge tocca
poco, dovrebbe essere quella di tutelare e aiutare gli operatori
virtuosi. Poi gli obblighi di legge come filosofia generale, ecco,
quelli che ci sono già non li toccherei più e non aggiungerei norma
a norma come ad esempio sta succedendo sulla sismica con gli effetti
che tutti conosciamo. Manderemo le nostre osservazioni all'Assemblea
legislativa.
Il presidente ZOFFOLI: Come è noto l'udienza conoscitiva non prevede
l'apertura di un dibattito e di un confronto. Quel che è certo è che
tutto il materiale che raccogliamo, che arriverà nei prossimi giorni
va indirizzato alla segreteria della III Commissione e sarà oggetto
appunto di valutazione e di confronto. Dopo gli architetti abbiamo
l'ultimo intervento: Bassi Andrea dell'Ordine degli Ingegneri di
Forlì-Cesena.
ANDREA BASSI: Buongiorno a tutti, grazie Presidente. Innanzi tutto
volevo ringraziare a nome degli ingegneri della provincia di
Forlì-Cesena e anche in qualità di membro della commissione
sicurezza della federazione regionale di averci dato la possibilità
di partecipare a questo momento conoscitivo perché riteniamo che gli
ingegneri, come attori nel campo della cantieristica, possano dare
un loro contributo importante.
Noi ci troviamo ad espletare spesso incarichi molto particolari, con
responsabilità anche penali: direttore dei lavori, direttore tecnico
di cantiere e anche coordinatore per la sicurezza (il cosiddetto
direttore di orchestra e non responsabile della sicurezza, come
spesso purtroppo impropriamente ci viene addebitato e non certamente
voluto da un corretto recepimento della normativa europea).
Fermandomi su questi aspetti ci teniamo a partecipare e a dare il
nostro contributo. Volevo allacciarmi agli interventi precedenti che
condivido pienamente, tra cui anche quello dell'architetto della
provincia di Bologna perché in alcuni punti mi ha anticipato su cose
che volevo trattare, in merito soprattutto all'art. 11, che secondo
me è il cuore pulsante di una verifica delle imprese ancor prima
quindi di effettuare il contratto. La normativa, il Dlgs 81 prima e
poi il 106 ha previsto proprio che queste verifiche siano eseguite
prima dell'affidamento e prima proprio del contratto all'impresa e
quindi questo è un aspetto in cui quei punti elencati nell'allegato
17 (o art. 26 perché poi dopo ci sono semplificazioni a seconda se
ci troviamo di fronte a permesso di costruire, DIA e SCIA) possono
dare un valido contributo ai committenti e soprattutto rendere
maggiormente incisiva l'importanza delle imprese virtuose.
Un aspetto importante che forse è sfuggito è il fatto che noi come
categoria riteniamo che non si debba andare avanti con un discorso
di puro indotto, nel senso di portare avanti normative su normative
che poi creano difficoltà soprattutto nelle imprese perché
nell'ambito territoriale dell'Emilia-Romagna la maggior parte delle
imprese sono imprese medio-piccole e micro e sono tantissime le
imprese individuali e i collaboratori autonomi, per cui già gli
adempimenti che sono in capo previsti dal Dlgs 81 il più delle volte
sono fatte poi da segretarie che non hanno competenze specifiche,
cioè il datore di lavoro demanda tutto questo tipo di verifiche o
adempimenti direttamente in capo alla segretaria.
Un punto importante è che nell'art. 11 si parla dell' avvenuta
verifica delle condizioni di idoneità soggettiva e
tecnico-professionale , questa parola, soggettiva , è una cosa che,
magari ci sarà modo di capire perché giustamente al comma 2 viene
specificato che sono individuate con atto della Giunta regionale che
cosa effettivamente si intenda, mentre adesso si parla
esclusivamente di verifica dell'unità tecnico-professionale , qui
invece in questo punto all'art. 11 è inserito verifica soggettiva e
tecnico-professionale e quindi sono due in questo caso gli
adempimenti che debbono essere fatti. Un'altra cosa importante: si
parla di impresa o impresa affidataria dei lavori , ma impresa
dice tutto e non dice niente. Sono dentro anche i lavoratori
autonomi visto che fanno parte e sono parte protagonista nel settore
delle costruzioni e che entrano fisicamente nel cantiere, sono
comprese anche le imprese individuali? Un'altra cosa importante è
che non dobbiamo dimenticare mai che l'attore principe di tutto è
comunque il committente. Io spesso purtroppo, anzi la maggior parte
delle volte, mi trovo di fronte come tecnico a dover spiegare al
committente quali sono le sue responsabilità. Finché abbiamo a che
fare con un committente che potrebbe essere, ad esempio,
un'industria che vorrebbe ampliare la sua attività è un conto, ma
quando ci troviamo di fronte a committenti - perché i cantieri sono
anche cantieri piccoli, cantieri che possono essere di 50-60.000
euro - come committente possiamo avere ad esempio la sig.ra Pina di
80 anni, che comunque si trova ad avere delle responsabilità e
nessuno, dico nessuno, le fornisce queste informazioni, di cui è
giusto abbia conoscenza. Quindi anche quando si intende promuovere
la cultura della sicurezza, io intendo creare anche una sorta - poi
bisogna vedere come - di pubblicità, una sorta di un qualcosa che
arrivi a tutti i cittadini perché tutti i cittadini indistintamente
possono essere in qualsiasi momento committente di un cantiere e
quindi avere delle responsabilità penalmente perseguibili e ben
identificabili dalla normativa vigente.
L'ultimo cosa: noi abbiamo ricevuto questa comunicazione il 5 di
ottobre e oggi è il 14, ci troviamo spesso in difficoltà proprio a
riunirci come commissione sicurezza per analizzare questi aspetti.
In nove giorni, contando che ci sono sabato e domenica di mezzo e
quindi alla fine son sette giorni, spesso non riusciamo a dare un
valido contributo per quello per cui siamo chiamati a operare.
Grazie.
Il presidente ZOFFOLI: Grazie, grazie a tutti per il contributo.
Ripeto, è possibile inviarne anche nei prossimi giorni.
La seduta termina alle ore 12.
Approvato nella seduta del 28 ottobre 2010.
La Segretaria Il Presidente
Samuela Fiorini Damiano Zoffoli