Testo
Verbale n. 16
Seduta del 24 novembre 2010
Il giorno 24 novembre 2010 alle ore 14.30 si è riunita presso la
sede dell'Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
Commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali, convocata con
nota prot. n. 34203 del 18 novembre 2010, integrata con nota prot.
n. 34704 del 23 novembre 2010.
Partecipano alla seduta i Consiglieri:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
LOMBARDI Marco Presidente PDL - Popolo della 5 presente
Libertà
FILIPPI Fabio Vicepresidente PDL - Popolo della 1 presente
Libertà
VECCHI Luciano Vicepresidente Partito Democratico 4 presente
BARBATI Liana Componente Italia dei Valori - 4 assente
Lista Di Pietro
BIGNAMI Galeazzo Componente PDL - Popolo della 3 assente
Libertà
BONACCINI Stefano Componente Partito 2 presente
Democratico
DEFRANCESCHI Andrea Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
Beppegrillo.it
FERRARI Gabriele Componente Partito Democratico 2 presente
MANFREDINI Mauro Componente Lega Nord Padania 4 presente
Emilia e Romagna
MEO Gabriella Componente Sinistra Ecologia 2 presente
Libertà - Idee Verdi
MONARI Marco Componente Partito Democratico 4 presente
MONTANARI Roberto Componente Partito Democratico 2 presente
MONTANI Daniela Componente Partito Democratico 2 presente
MORICONI Rita Componente Partito Democratico 2 presente
MUMOLO Antonio Componente Partito Democratico 2 presente
NOE' Silvia Componente UDC - Unione di Centro 1 presente
PARIANI Anna Componente Partito Democratico 4 presente
POLLASTRI Andrea Componente PDL - Popolo della 2 presente
Libertà
SCONCIAFORNI Roberto Componente Federazione 2 assente
della Sinistra
Il consigliere Thomas CASADEI sostituisce la consigliera Montani.
E' presente la Vicepresidente della Giunta, Assessore a Finanze,
Europa, cooperazione con il sistema delle autonomie, valorizzazione
della montagna, regolazione dei servizi pubblici locali,
semplificazione e trasparenza, politiche per la sicurezza Simonetta
Saliera
Partecipano ai lavori della Commissione: Soldati (Resp. Serv.
Bilancio e finanze), Bellei (Serv. Bilancio e finanze), Celletti
(Serv. informazione AL)
Presiede la seduta: Marco Lombardi
Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli
Resocontista: Laura Sanvitale
Il presidente LOMBARDI dichiara aperta la seduta.
Sono presenti i consiglieri, Bonaccini, Casadei, Defranceschi,
Ferrari, Filippi, Lombardi, Manfredini, Monari, Montanari, Meo,
Moriconi, Mumolo, Noè, Pariani, Pollastri e Vecchi.
Il presidente LOMBARDI propone di anticipare al primo punto
dell'ordine del giorno l'illustrazione del bilancio previsionale
2011 e della relativa legge finanziaria regionale e la nomina dei
relatori dei tre progetti di legge ogg. 747, 748 e 749.
La Commissione concorda.
747 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Legge
finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L.R.
15/11/2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione del bilancio di
previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
2011 e del bilancio pluriennale 2011-2013 (delibera di Giunta n.
1703 del 15 11 10)
748 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Bilancio di
previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
2011 e Bilancio pluriennale 2011-2013 (delibera di Giunta n. 1704
del 15 11 10)
749 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Patto di
Stabilità Territoriale della Regione Emilia-Romagna (delibera di
Giunta n. 1705 del 15 11 10)
Il presidente LOMBARDI, richiamata l'illustrazione del progetto di
legge sul patto di stabilità territoriale già svolta nella scorsa
seduta, informa che, sulla base di un calendario già noto alla
Commissione, il 30 novembre prossimo si potrebbe valutare la
possibilità di esaminarne e votarne gli articoli, in modo tale da
poter affrontare successivamente, con le consultazioni della società
regionale già svolte, il bilancio e il progetto di legge sul
personale.
Cede quindi la parola alla vicepresidente della Giunta regionale.
La vicepresidente SALIERA illustra la manovra 2011, sulla base della
relazione di accompagnamento ai testi, affrontando
contemporaneamente i due temi, finanziaria e bilancio, in quanto la
legge finanziaria regionale comprende quella parte di normative che
sostengono i capitoli di bilancio, in particolare quelli che leggi
specifiche di settore rinviano alla legge finanziaria. Dunque nella
finanziaria non si trovano tutte le norme a sostegno dei singoli
capitoli, ma solo quegli stanziamenti dove è necessario costruire la
norma ai fini della previsione delle leggi di settore.
Per la predisposizione del bilancio 2011 e del pluriennale
2011-2013, la Giunta regionale ha dovuto tener conto di due elementi
indispensabili: la situazione economica italiana e regionale e la
manovra estiva, con le conseguenti normative in tema
economico-finanziario: la legge di stabilità e le norme relative al
patto di stabilità.
La presentazione del progetto di bilancio 2011 e pluriennale
2011-2013 e la sua approvazione entro i termini di legge avviene in
un momento di ancora forte incertezza e difficoltà dell'economia
italiana ed emiliano-romagnola. Come indicato dalla Banca d'Italia,
infatti, la crescita dell'economia mondiale ha dato segni di
decelerazione nel corso dell'estate e le proiezioni del Fondo
monetario internazionale prefigurano un'attività economica segnata
da una minore vivacità nel secondo semestre e da un ulteriore, lieve
rallentamento nel 2011, sia nei Paesi avanzati, sia in quelli
emergenti.
In particolare, per la Regione Emilia-Romagna, secondo il rapporto
della Banca d'Italia del novembre 2010, dopo una caduta del PIL
stimata in circa il 6 per cento nel 2009, nella prima parte
dell'anno si è avviato un moderato recupero dell'economia regionale.
La domanda interna regionale rimane molto fragile: l'aumento in atto
nei prezzi al consumo e la persistente debolezza del mercato del
lavoro peseranno ulteriormente sul potere d'acquisto delle famiglie
che vedranno per il terzo anno consecutivo una caduta.
Passano da positive a negative (rispetto a maggio), in relazione
agli effetti della manovra nazionale di bilancio approvata a luglio,
le variazioni attese per i consumi delle amministrazioni pubbliche,
più pesanti nel 2011, con una riduzione pari allo 0,5 per cento.
Evoluzioni analoghe si ipotizzano sia per il Nord Est che per il
paese.
In Emilia-Romagna il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre
2010 è il 5,8 per cento (0,4 punti percentuali in meno rispetto al
trimestre precedente), con percentuale inferiore di tre punti
rispetto alla media italiana. In un anno si sono persi 33 mila posti
di lavoro, tutti di lavoro dipendente. Le persone in cerca di
occupazione sono 120 mila. Ad oggi i lavoratori potenzialmente
interessati alla cassa integrazione straordinaria e in deroga sono
96 mila. Se non ci fossero coperture e le imprese dovessero
licenziare, la perdita di posti di lavoro oscillerebbe tra 50 e 60
mila (solo quelli in deroga sono 25 mila). Le persone iscritte alle
liste di mobilità sono 21 mila.
Secondo un'indagine di Unioncamere, nel secondo trimestre del 2010
si è arrestata la fase recessiva in atto dall'estate del 2008. Gli
indicatori sono tornati positivi, ma occorre sottolineare che il
confronto è avvenuto rispetto a un anno, il 2009, che aveva
registrato pesanti ridimensionamenti dell'attività.
Il ritorno alla situazione precedente alla crisi sarà lento, ma le
basi sono state già gettate. La produzione dell'industria in senso
stretto dell'Emilia-Romagna è cresciuta in volume del 2,2 per cento
rispetto al secondo trimestre del 2009, in controtendenza rispetto
al trend negativo dell'11,1 per cento riscontrato nei dodici mesi
precedenti.
La moderata ripresa produttiva non ha tuttavia visto il concorso di
tutte le classi dimensionali. Il maggiore sostegno alla crescita
complessiva è pertanto venuto dalle imprese più strutturate, da 50 a
500 dipendenti, la cui produzione è aumentata tendenzialmente del
3,3 per cento, a fronte del trend negativo del 9,3 per cento, in
quanto in una fase di ripresa della domanda estera, queste imprese,
più orientate all'export, sono risultate più favorite rispetto alle
altre (piccole e medie imprese) più sbilanciate verso il mercato
interno.
Anche in ambito settoriale, non tutti i settori hanno evidenziato
aumenti: l'industria alimentare ha fatto registrare una diminuzione
dello 0,5 per cento ed anche il sistema moda sta vivendo una fase
recessiva. Vi sono incrementi nei rimanenti settori delle altre
manifatturiere : industrie meccaniche, elettriche, mezzi di
trasporto e industrie di metalli, che comprendono larghi strati
della subfornitura meccanica. Il fatturato ha ricalcato quanto
registrato per la produzione.
In questo contesto di difficoltà e incertezza, la predisposizione
del bilancio della Regione deve tener conto dei contenuti della
manovra finanziaria del Governo per gli anni 2011-2013 emanata
nell'estate 2010 (decreto-legge n. 78 convertito con modificazioni),
ma anche della legge di stabilità presentata in data 15 ottobre
2010, delle nuove regole per il patto di stabilità interno e del
contenuto del maxi-emendamento alla legge di stabilità attualmente
in discussione al Parlamento.
La manovra correttiva statale dei conti pubblici per gli anni
2010-2013: si tratta di un provvedimento presentato d'urgenza in
assenza della preventiva approvazione della decisione di finanza
pubblica e della necessaria condivisione delle regioni in sede di
Conferenza permanente, in ordine al metodo ed alla dimensione
finanziaria della manovra. La manovra, per un ammontare netto di
24,936 miliardi per il triennio 2010-2012 (nel 2008 fu pari a 16,3
miliardi, mentre nel 2009-2011 è stata di 36,3 miliardi), incide
pesantemente sulla finanza e sui bilanci delle Regioni.
Le conseguenze più significative, a partire dal 2011, della suddetta
manovra sul bilancio delle Regioni sono: la riduzione del fondo
sanitario regionale; l'inasprimento delle regole del patto di
stabilità interno; i tagli di trasferimenti dal bilancio dello Stato
di 4 miliardi nel 2011 e di 4,5 miliardi a partire dal 2012;
l'ulteriore taglio del 10 per cento dei trasferimenti della legge n.
59 del 1997 (i DPCM ex Bassanini) per quelle Regioni che non abbiano
attuato quanto previsto dall'articolo 3 del decreto-legge n. 2 del
2010 (e cioè l'obbligo per le amministrazioni regionali di stabilire
compensi ai consiglieri in misura non superiore a quelli spettanti
ai membri del Parlamento) e che non abbiano aderito volontariamente
alle regole di riduzione delle spese di cui ai commi da 7 a 14
dell'articolo 6 (studi, incarichi, consulenze, relazioni pubbliche,
mostre, pubblicità, rappresentanza, sponsorizzazioni, missioni,
formazione, autoveicoli).
Tali risorse vengono accantonate (articolo 6, comma 20) in un
apposito fondo per essere successivamente svincolate a favore di
quelle Regioni che avranno ottemperato a quanto sopra.
La riduzione riguarda, anche, i trasferimenti relativi a funzioni
trasferite o delegate alle Regioni. Spese, quindi, in precedenza
sostenute dallo Stato a fronte dell'esercizio di funzioni che sono
state trasferite o delegate dallo Stato alle Regioni contestualmente
al trasferimento delle relative risorse.
Tale riduzione compromette l'esercizio di funzioni fondamentali, in
materia di trasporto pubblico locale su ferro e su gomma, di
viabilità, ambiente, incentivi alle imprese, mercato del lavoro,
protezione civile, ecc.
Il taglio delle risorse si accompagna inoltre a misure di risparmio
e contenimento della spesa pubblica tra cui il taglio dell'80 per
cento delle spese per studi ed incarichi di consulenza e delle spese
per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e
rappresentanza, a cui si aggiunge (articolo 9) il contenimento delle
spese in materia di impiego pubblico: trattamenti economici,
turnover del personale, servizio sanitario nazionale, limitazione
delle spese per il personale precario nelle P.A., limiti alle
assunzioni nelle società pubbliche, riduzione del trattamento
economico complessivo ai dirigenti, limiti alle assunzioni per gli
enti di nuova istituzione non derivanti da accorpamento o fusione.
Inoltre, sono previste ulteriori sanzioni in caso di mancato
rispetto del patto di stabilità: le Regioni dovranno versare allo
Stato, entro 60 giorni dal termine per la certificazione, un importo
corrispondente alla differenza tra il risultato registrato e
l'obiettivo programmato. Oltre all'inasprimento delle sanzioni è
previsto l'annullamento degli atti con cui si è deciso di non
rispettare il patto di stabilità, un piano di rientro ad opera del
presidente, in qualità di commissario ad acta ed inoltre un
possibile blocco dei trasferimenti a Regioni con eccessivi deficit
di bilancio (non è certo il caso dell'Emilia-Romagna).
Per quanto riguarda la suddivisione dei 4 miliardi di tagli per il
2011 e dei 4,5 miliardi dal 2012 in poi, si può far riferimento, a
differenza delle discussioni di qualche giorno fa svolte in
Assemblea legislativa, alla proposta della Conferenza permanente dei
Presidenti che ha previsto per tutte le Regioni la quantità dei
tagli e quindi per la Regione Emilia-Romagna risulta pari a 346
milioni nel 2011, che diventano 390 milioni nel 2012 e successivi a
legislazione invariata. Dall'esame della legge di stabilità (dalla
quale ci si aspettava qualcosa di più e di diverso, soprattutto in
particolare per quanto riguarda le Regioni, cosa che non è avvenuta
né nella proposta della legge di stabilità, né nel maxiemendamento),
si rileva, inoltre, il mancato finanziamento del fondo per la non
autosufficienza di 400 milioni di euro. Ciò comporta, quindi, che la
riduzione delle risorse nell'anno 2011 sale a 4,4 miliardi di euro
e, dal 2012, sale a 4,9 miliardi di euro, escludendo da tale calcolo
la riduzione del comparto sanità.
Per quanto riguarda poi il patto di stabilità interno, in modo
speculare rispetto al taglio dei trasferimenti erariali, il
provvedimento del Governo prevede anche un abbattimento dei tetti di
spesa.
Le spese finali in termini di competenza finanziaria di ogni Regione
non possono essere superiori, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e
2013, alla media delle corrispondenti spese finali del triennio
2007-2009 ridotta delle seguenti percentuali: 12,3% per l'anno 2011;
14,6% per l'anno 2012 e 15,5% per l'anno 2013. In termini di cassa,
la riduzione sarà del 13,6% nell'anno 2011; di 16,3% nel 2012; di
17,2 % nel 2013. Tutto questo, mentre l'Europa impone vincoli
stringenti nei tempi di pagamento della pubblica amministrazione
verso i propri fornitori, portandoli ad un massimo di 30 giorni,
azione peraltro assolutamente condivisibile, ma poco perseguibile
nell'attuale situazione italiana.
Nella predisposizione del progetto di bilancio 2011 e pluriennale
2011-2013 la Giunta ha tenuto conto dei vincoli contenuti nelle
disposizioni statali in vigore, anche per assicurare il mantenimento
del riferimento ai tetti di spesa per il coinvolgimento delle
Regioni nel rispetto dei vincoli imposti dal patto di stabilità
interno.
Pur in un quadro di incertezze normative da parte dello Stato, la
Regione, per evitare l'esercizio provvisorio, intende approvare il
bilancio di previsione 2011 e la legge finanziaria ad esso collegata
entro la fine dell'anno.
Per rispondere all'attuale situazione di crisi, servono scelte di
medio e lungo periodo capaci di affrontare in modo adeguato i grandi
cambiamenti in atto, attrezzandosi per quella che sarà l'economia
del futuro.
Con questa consapevolezza la Regione ha sottoscritto nel 2009 con le
istituzioni e le parti sociali un patto contro la crisi, rinnovato
nel 2010, decidendo di investire sulle capacità e le competenze
delle persone, per mantenere il livello competitivo dell'economia
regionale e la coesione sociale, nel presupposto che competitività e
coesione sociale si rafforzano vicendevolmente e quindi
salvaguardando insieme capacità produttive e lavoro, occupazione e
capacità professionali, sicurezza sociale, allo scopo di individuare
e promuovere concretamente le scelte per rilanciare una nuova fase
di sviluppo, ancora più equa e solidale.
I principi ispiratori della manovra di bilancio 2011-2013 possono
essere così sintetizzati: invarianza della pressione fiscale,
contenimento delle spese di funzionamento, conferma delle scelte
fondamentali del programma di mandato attivate dall'inizio della
legislatura regionale.
Per il 2011 la Regione Emilia-Romagna manterrà invariata la propria
leva fiscale autonoma quindi non aumenterà la pressione fiscale e
non introdurrà ticket per la sanità, pur garantendo l'obiettivo
prioritario di consolidare il livello dei servizi da assicurare alla
comunità regionale.
Il versante delle entrate è caratterizzato, ancora una volta,
dall'incertezza sul sistema di finanziamento e dall'opacità del
meccanismo perequativo che hanno reso ancor più difficoltosa
l'individuazione delle risorse da destinare al finanziamento degli
interventi e delle attività istituzionali.
Il sistema di finanziamento delle Regioni, dopo nove anni
dall'intervenuta riforma del Titolo V, Parte II, della Costituzione,
in forza della legge costituzionale n. 3 del 2001 e dopo un periodo
di studio e sperimentazione e la formulazione di proposte di legge
già nel corso della precedente legislatura, sarà profondamente
modificato dalla legge delega n. 42 del 2009, ma, ancora per il
2011, sarà disciplinato dal decreto legislativo n. 56 del 2000, fino
alla completa attuazione della legge delega sul federalismo fiscale.
I decreti legislativi attuativi della sopracitata legge delega, che
definiranno il nuovo assetto dei rapporti economico-finanziari tra
lo Stato, le Regioni e gli Enti locali, verranno emanati entro 24
mesi dall'entrata in vigore della legge, e quindi entro maggio del
prossimo anno si completeranno tutte le leggi delega.
Lo stock del debito a carico della Regione si riduce rispetto
all'anno precedente (-57,36 milioni di euro).
La Regione Emilia-Romagna è, tra le Regioni a statuto ordinario,
quella che presenta il più basso indebitamento pro capite e il più
basso indebitamento su PIL regionale.
La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti nel referto
deliberato il 13 ottobre 2010 attesta la corretta gestione
finanziaria dell'ente e la conseguente solidità strutturale dei
conti di bilancio, che ha permesso il rigoroso controllo delle
dinamiche del debito con riduzione dello stock e il ricorso a
risorse proprie per finanziare le spese d'investimento e che
permette di governare meglio il processo di cambiamento che porterà
alla realizzazione della struttura federalista dello Stato. Si può
condividere l'opinione della Corte, ma in presenza della manovra
estiva non è più così.
La positività della gestione economico-finanziaria del bilancio
regionale, in un quadro nazionale di finanza pubblica complesso e
non privo di elementi di grave criticità, consente alla Regione di
ridurre i sacrifici imposti dalla manovra finanziaria statale per
continuare a garantire la qualità dei servizi ai cittadini. Nel
contesto definito dai principi ispiratori è possibile individuare
quattro specifiche priorità di spesa:
- salvaguardia del potere d'acquisto delle famiglie attraverso il
consolidamento e il potenziamento degli interventi sullo stato
sociale e le politiche di contenimento tariffario;
- strumenti utili a fronteggiare gli effetti della crisi
economica, lavorando fianco a fianco con il sistema della
rappresentanza istituzionale, economica e sociale anche attraverso
misure per la competitività del sistema produttivo, finanziando
interventi mirati in grado di ottimizzare l'effetto leva e
valorizzare la sinergia con gli strumenti di altri soggetti (sistema
confidi, sistema bancario) con particolare attenzione alla green
economy;
- interventi a favore delle politiche di mobilità in un'ottica di
sviluppo sostenibile;
- investimenti infrastrutturali finanziati con la quota regionale
del programma nazionale FAS.
Per quanto riguarda poi la spesa di funzionamento della macchina
regionale, la Giunta intende proseguire nelle azioni di riordino,
razionalizzazione e contenimento già realizzate negli scorsi anni e
che vengono ulteriormente rafforzate, pur continuando nel lavoro
dell'innalzamento dell'efficienza, concentrandosi sulla
semplificazione amministrativa, sull'alleggerimento delle procedure
burocratiche e sul costante miglioramento della governance.
La spesa di funzionamento prevista per il bilancio 2011 risulta
inferiore dell'8,3 per cento rispetto a quella del bilancio 2010,
con un risparmio di 33,3 milioni di euro.
Le riduzioni hanno interessato, in linea generale, tutte le
tipologie di spesa concentrandosi, in particolare, su alcune voci
riferite a spese di rappresentanza, spese per studi e consulenze,
spese per convegni e congressi, spese per locazioni passive, spese
accessorie del personale e spese per la comunicazione. Tali
riduzioni sono in linea con le disposizioni fissate dall'articolo 6
del decreto-legge 78 del 2010.
Dal riassetto dei livelli istituzionali regionali è inoltre derivato
un margine di economia con riferimento alle spese per l'esercizio
amministrativo delle deleghe. Anche dalla modifica effettuata alla
legge regionale n. 42 del 1995 sul trattamento indennitario agli
eletti alla carica di consigliere regionale, approvata con la legge
finanziaria adottata con l'assestamento del 2010, che ha modificato
le modalità di corresponsione delle indennità di missione ai
consiglieri e assessori regionali, derivano riduzioni alle spese di
funzionamento.
Sono stati inoltre ridotti i contributi di funzionamento di enti,
aziende e agenzie regionali, ottenendo un risparmio complessivo di
5,1 milioni di euro (-11,4% rispetto al 2010).
Ulteriori azioni di risparmio sono disposte attraverso una verifica
dettagliata nelle singole voci di spesa destinate alle politiche
regionali, per un importo complessivo di 5,5 milioni di euro. In
particolare, le riduzioni hanno riguardato i finanziamenti alle
società regionali per i programmi di attività (-18,6%), per le
iniziative di cooperazione internazionale (-34,9%), e a favore
dell'emigrazione e immigrazione (-26,8%), comprese le consulte.
Questi sono risparmi non ripetibili per il prossimo anno, vale a
dire che una volta tagliati, quando dovremo affrontare il bilancio
2012 ancora più severo a legislazione invariata, non ci saranno più.
Le misure complessivamente destinate dalla Regione a fronteggiare
la crisi economica richiedono inoltre il rinnovo del patto per
attraversare la crisi, la cui misura più rilevante è costituita dal
finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, di cui parte a
carico dello Stato e parte a carico del programma regionale fondo
sociale europeo.
Le risorse complessivamente destinate alle politiche sociali e ai
servizi educativi per l'infanzia sono di 81,49 milioni di euro, di
cui 22 milioni di euro, in continuità al 2010, sono previsti per
supportare gli Enti locali nello sforzo di mantenere un adeguato
livello di servizi.
Il fondo sociale regionale straordinario, riconfermato nel 2011
integrando la programmazione territoriale corrente, sostiene
complessivamente il sistema dei servizi sociali e sarà in parte
finalizzato all'avvio di un programma attuativo a tutela dei minori,
risultando questa l'area di maggior sofferenza a livello locale.
Tale programma da un lato si pone l'obiettivo di contribuire
all'omogeneizzazione dei livelli di assistenza garantiti a livello
territoriale nell'ambito di un sistema integrato di interventi e
servizi per l'infanzia e l'adolescenza, dall'altro consente il
potenziamento delle azioni relative ad aree di bisogno critiche,
connotate ormai dal carattere dell'emergenza, ed in particolare:
interventi di prevenzione mirati al sostegno della genitorialità,
dell'età della adolescenza e preadolescenza, prevenzione dai rischi
di abbandono o maltrattamento, potenziamento dell'accoglienza anche
mediante l'istituto dell'affido.
La crisi economica, che ha investito a partire dal 2009 anche la
Regione Emilia-Romagna, ha prodotto in questi anni un forte aumento
di domanda di servizi alla persona da parte della popolazione, in
particolare dei soggetti più deboli.
Questa crescente pressione sui servizi si accompagna a una diminuita
disponibilità complessiva di risorse a valere sui bilanci comunali,
dovuta anche alla progressiva riduzione avvenuta negli ultimi anni
dei trasferimenti statali finalizzati al sostegno delle politiche
sociali.
Nel 2011 la sanità in Emilia-Romagna può contare non solo sui 7.905
milioni di euro provenienti dal fondo sanitario, ma anche sui 150
milioni di euro che derivano dalla manovra del bilancio regionale
che consentono alla Regione il mantenimento dell'equilibrio della
spesa del servizio sanitario come obiettivo prioritario di sistema,
confermando i principi di qualità, adeguatezza e appropriatezza
delle prestazioni sanitarie.
Un servizio sanitario regionale che, forte dei buoni risultati,
intende continuare nel miglioramento e nel contributo che può dare
alla costruzione del welfare universalistico e solidale previsto dal
piano sociale e sanitario, la cui programmazione, basata
sull'integrazione delle politiche, dei servizi e degli operatori
sanitari e sociali, è attuata in tutti i territori con l'attiva
partecipazione delle istituzioni locali attraverso le conferenze
territoriali sociali e sanitarie e i comitati di distretto.
Viene inoltre incrementato il fondo regionale per la non
autosufficienza, di ulteriori 31 milioni di euro (perché tagliati
dai 400 milioni, confermati non solo dalla manovra estiva, ma anche
dalla legge di stabilità; e quindi la manovra regionale, con propri
fondi, rimette 31 milioni che lo Stato non dà), con l'obiettivo di
rispondere ai bisogni delle persone non autosufficienti - anziani e
persone con gravi e gravissime disabilità - e di chi accanto a loro
vive e se ne prende cura, prevedendo finanziamenti per lo sviluppo
di servizi socio-sanitari dedicati.
Prosegue inoltre l'impegno della Regione a sostegno del programma di
investimenti per la realizzazione, ristrutturazione, acquisto,
completamento di strutture, relativi impianti e attrezzature, nonché
di tecnologie a destinazione sanitaria, anche al fine
dell'adeguamento alle normative in tema di sicurezza e
accreditamento del patrimonio sanitario e socio-assistenziale, che
potrà contare su 380,31 milioni di euro.
Sono confermate le risorse destinate al settore della cultura,
sport e tempo libero (per il bilancio 2011 ammontano
complessivamente a 51,09 milioni di euro), con particolare
attenzione anche alle politiche per i giovani.
La Regione fa delle politiche culturali un elemento qualificante
della sua azione di governo: la cultura come elemento di
democratizzazione e di socializzazione per fasce sempre più estese
della popolazione.
In tema di sicurezza, la Regione, oltre a proseguire gli interventi
per la qualificazione della polizia locale, ha in programma un
progetto di legge per le misure di prevenzione della criminalità
organizzata e mafiosa (la proposta sarà presentata all'esame
dell'Assemblea legislativa a gennaio) e per la promozione della
legalità, con un iniziale finanziamento di 1 milione di euro, dando
priorità ai progetti di scambio di informazione, di monitoraggio, di
formazione e per il sostegno ai Comuni nel riutilizzo dei beni
confiscati.
Come i dati congiunturali evidenziano, la struttura produttiva
dell'Emilia-Romagna risulta colpita dalla crisi e occorreranno tempi
lunghi perché la ripresa possa manifestarsi e arrivare in modo
diffuso alle imprese del territorio, specie a quelle di più piccole
dimensioni e tutto questo potrà determinare conseguenze negative di
rilievo sull'occupazione. Per questo motivo la Regione ha
individuato misure specifiche per migliorare la competitività del
sistema produttivo e per contribuire ad arginare gli effetti della
crisi economica.
Per il sostegno allo sviluppo dell'economia regionale, per i settori
attività produttive, commercio e turismo sono previste risorse
complessive per 477,48 milioni di euro, comprese le risorse del
programma operativo regionale FESR 2007-2013.
La Regione punterà su tre obiettivi di fondo:
- sviluppo della ricerca e del trasferimento tecnologico al sistema
produttivo, attraverso la rete dei tecnopoli, in grado di accrescere
le opportunità di conoscenza del sistema produttivo imprenditoriale
regionale e la competitività territoriale;
- internazionalizzazione delle imprese e del sistema regionale nel
suo complesso, per una più incisiva penetrazione dei prodotti nei
mercati esteri e per costruire azioni in grado di attrarre capitali
e intelligenze;
- sostenibilità dello sviluppo e orientamento verso l'economia
verde, in grado di introdurre nei processi e nei prodotti la cultura
della sostenibilità.
Per quanto concerne specificamente il turismo e il commercio,
saranno fondamentali la qualità dei prodotti e dell'accoglienza,
l'attenzione al rispetto dell'ambiente e del territorio e la
capacità di rendere compatibili tradizione e innovazione.
L'obiettivo nei prossimi anni sarà quello di innovare il prodotto
turistico, per affermare il ruolo strategico nel contesto
dell'economia regionale.
Per quanto riguarda la pesca, la Regione intende proseguire
all'attuazione del Programma operativo 2007-2013 del Fondo Europeo
della Pesca - FEP - in un percorso diretto alla tutela delle risorse
della pesca, alla modernizzazione del settore marittimo e del
settore delle acque interne.
Per il settore del trasporto pubblico locale e dei sistemi di
mobilità sono complessivamente destinati 998,49 milioni di euro per
promuovere un sistema integrato di mobilità, in cui il trasporto
collettivo deve rivestire un ruolo centrale per la sostenibilità
ambientale, lo sviluppo civile ed economico e la coesione sociale.
Per quanto riguarda le spese di investimento, pari a 566,94 milioni
di euro nel triennio 2011-2013, gli obiettivi sono di realizzare il
quadro infrastrutturale già pianificato, che comprende la
realizzazione della prima autostrada regionale, la Cispadana e la
riqualificazione delle infrastrutture esistenti.
Allo scopo di riequilibrare il sistema di trasporto delle merci,
sviluppando quello ferroviario, in modo da ridurre l'inquinamento
ambientale e aumentare la sicurezza della circolazione, si
confermano, anche per il 2011, le risorse, pari a 3 milioni di euro
a disposizione di tutte le imprese logistiche e ferroviarie. La
condizione è che queste ultime scontino il contributo dallo schema
tariffario applicato ai clienti.
Prosegue inoltre l'impegno della Regione per la casa e la
riqualificazione urbana, con complessivi 410,14 milioni di euro, per
far rinascere edifici, piazze, centri storici, e per garantire la
sicurezza nelle città (illuminazione, videosorveglianza, campagne di
educazione, ecc.).
Inoltre, per far fronte alle esigenze abitative, la Regione
completerà il primo programma su nessun alloggio sfitto e
sosterrà, tramite fondi di garanzia, le famiglie in difficoltà
economiche a rischio sfratto.
Proseguono anche gli interventi di riqualificazione urbana, puntando
sul minor consumo del territorio e creando un nuovo demanio pubblico
per potenziare il patrimonio di edilizia residenziale sociale.
Per iniziative ed interventi per il diritto allo studio, l'accesso
al sapere, l'istruzione, le borse di studio e per il lavoro e la
formazione sono previsti complessivamente 406,92 milioni di euro.
Questi fondi comprendono i finanziamenti, in seguito
all'approvazione del programma operativo regionale competitività e
occupazione 2007-2013 che fruiscono del contributo del fondo sociale
europeo (sostegno all'adattabilità dei lavoratori, politiche per il
lavoro e l'inclusione sociale, miglioramento del capitale umano,
promozione di iniziative su base interregionale e transnazionale).
Le azioni di politiche attive si sviluppano attraverso: azioni di
accompagnamento alle strategie di sviluppo per promuovere azioni di
promozione e sostegno alle imprese, intese come insieme organizzato
di persone che investe in processi di innovazione organizzativa,
produttiva o di approccio al mercato per affrontare la ripresa
economica; azioni di accompagnamento all'imprenditorialità per
promuovere interventi per valorizzare e supportare tutti i
lavoratori che per aspettative e/o attitudini personali investono
nell'imprenditorialità come leva per non disperdere un patrimonio
costituito da imprese già esistenti nonché valorizzare
professionalità, vocazioni e esperienze anche differenti dei
singoli, per l'avvio di attività imprenditoriali. Sono tutte linee
che la Regione mantiene aperte, pur sapendo che anche su questi
aspetti l'intervento complessivo rispetto al passato è minore, in
quanto i tagli colpiscono, ma non per questo si devono perdere le
azioni di intervento.
Per salvaguardare il proprio sistema scolastico, la Regione, che da
tempo supporta le istituzioni scolastiche del proprio territorio
come previsto dalla legge regionale n. 12 del 2003, ha deciso di
rafforzare la sua azione proprio a partire dall'anno scolastico
appena iniziato, 2010-2011, attraverso azioni per la valorizzazione
dell'autonomia e l'arricchimento dell'offerta formativa delle scuole
del territorio dell'Emilia-Romagna.
L'intervento ha fra le priorità: il sostegno al processo di piena
maturazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche; la
gestione delle differenze, per attività finalizzate all'inserimento
scolastico degli studenti disabili e degli studenti con cittadinanza
non italiana; il sostegno alla riforma del secondo ciclo mediante
azioni volte a contrastare la dispersione scolastica.
Per quanto riguarda le reti telematiche, nel 2009 è stata completata
la rete Lepida. La rete è presente non solo in ogni ente della
Community network regionale ma collega anche ospedali, biblioteche,
sedi periferiche degli enti regionali.
Un tema su cui la Regione vuole investire nei prossimi anni, a
partire dal 2011, è il superamento del digital divide, in
particolare nelle zone della montagna, per fare della connettività
un diritto agibile per ogni cittadino, costituendo al contempo un
valido supporto allo sviluppo delle imprese.
La Regione Emilia-Romagna è inoltre da tempo impegnata sul tema
della digitalizzazione dei documenti, sia per la sua rilevanza dal
punto di vista ambientale, sia per quello che riguarda
l'ottimizzazione dei processi che hanno una diretta ricaduta sui
costi delle procedure e sui tempi di servizio al cittadino e alle
imprese. Prosegue quindi l'impegno regionale per il finanziamento
del Polo archivistico regionale (Parer), con la finalità di
conservare in un sistema sicuro ed evoluto, nel pieno rispetto della
normativa vigente e degli standard internazionali, il patrimonio
documentale informatico dell'intero territorio regionale.
Gli interventi di protezione civile saranno complessivamente
finanziati per 64,82 milioni di euro, di cui 52,66 milioni di euro
per investimenti.
I finanziamenti sono finalizzati da un lato a sostenere gli
interventi urgenti e di messa in sicurezza del territorio per gli
eventi emergenziali di rilievo regionale e, dall'altro, a
cofinanziare il potenziamento del sistema regionale di protezione
civile, tramite la realizzazione di centri e presidi permanenti
realizzati con Province e Comuni, il sostegno delle convenzioni
strategiche, in particolare con i Vigili del Fuoco, le Capitanerie
di Porto, il Corpo Forestale e tutto l'insieme delle autonomie
locali e del mondo del volontariato.
Le risorse complessivamente destinate all'agricoltura sono 107,93
milioni di euro. Anche per il 2011 per il settore agricolo sono
previste risorse destinate a contributi ai consorzi fidi per
facilitare l'accesso al credito. Questi fondi, una volta immessi nel
circuito creditizio, potranno movimentare ulteriori investimenti. Si
tratta di interventi che possono dare un aiuto importante ad un
settore economico che mostra segni di difficoltà dovuti alla crisi
generale del Paese.
È inoltre prevista la predisposizione di una normativa (e
probabilmente sarà uno dei prossimi aspetti inseriti anche in via di
emendamento nella legge finanziaria regionale) per interventi
straordinari a favore dei bieticoltori con un iniziale finanziamento
di 1,5 milioni.
La Regione inoltre cofinanzierà il piano di sviluppo rurale
2007-2013 con circa 90 milioni di euro, nell'arco temporale
considerato, con una spesa pubblica totale di 934,66 milioni di
euro, allo scopo di promuovere un'agricoltura di qualità, attenta
all'ambiente e al territorio e competitiva sui mercati esteri. Il
settore agricolo può essere un importante motore di crescita per
l'economia emiliano-romagnola.
Per il settore ambiente e difesa del suolo e della costa sono
destinati complessivamente 209,37 milioni di euro con l'obiettivo da
un lato di migliorare i livelli di sicurezza del territorio, per
quanto riguarda il rischio idraulico, idrogeologico e di erosione e
dall'altro di promuovere comportamenti attivi e responsabili nei
confronti dell´ambiente da parte di tutti i cittadini, dei
produttori e dei consumatori, oltre agli interventi rivolti alla
salvaguardia e alla conservazione del sistema delle aree protette,
dei parchi e delle foreste.
Gli investimenti, complessivamente pari a 176,61 milioni di euro,
avranno come priorità la salvaguardia del patrimonio forestale, gli
interventi di bonifica su siti inquinati e gli interventi per
l'attuazione del piano tutela acque per la realizzazione di opere
finalizzate ad azioni di risparmio e di razionalizzazione dell'uso
della risorsa idrica.
Proseguono, con il bilancio di previsione 2011, (ma sempre più
inserite nelle varie voci di bilancio e sempre meno evidenziati come
specifici capitoli) apposite azioni ed interventi in conseguenza del
mutato assetto regionale derivante dalla legge 3 agosto 2009, n.
117, che ha disposto il distacco di sette Comuni della Valmarecchia
dalla Regione Marche e la loro aggregazione alla Regione
Emilia-Romagna.
In termini quantitativi le entrate e le spese effettive ammontano a
Euro 13.704,14 milioni, escluse le contabilità speciali - partite di
giro che rappresentano mere poste contabili (entrate e spese che si
compensano tra loro).
Le entrate previste per il 2011, sono così ripartite:
- avanzo netto d'amministrazione: 1.083,26 milioni di Euro;
- tributi della Regione: 4.422,98 milioni di Euro;
- quote tributi statali: 4.774,76 milioni di Euro;
- assegnazioni statali correnti: 498,18 milioni di Euro;
- assegnazioni statali in capitale: 54,71 milioni di Euro;
- assegnazioni da altri soggetti correnti: 2,16 milioni di Euro;
- assegnazioni U.E. correnti: 127,66 milioni di Euro;
- entrate extratributarie: 83,93 milioni di Euro;
- alienazione beni patrimoniali: 0,49 milioni di Euro;
- mutui, prestiti: 2.656,00 milioni di Euro.
I tributi (regionali pari al 32,27% e le quote tributi statali pari
a 34,84%) costituiscono circa Il 67% complessivo del totale delle
entrate.
Le spese previste per il 2011, ammontanti a Euro 13.704,14 milioni
sono così ripartite a seconda della classificazione economica:
-
corrente d'amministrazione generale: 362,47 milioni di Euro, che
corrisponde al 2,64% dell'intero bilancio;
-
corrente operativa: 10.198,92 milioni di Euro, che corrisponde al
74,24%;
-
investimento: 2.210,90 milioni di Euro, che corrisponde al 16,13%;
-
conto interesse: 33,28 milioni di Euro, che corrisponde al 0,24%;
-
rimborso prestiti: 126,82 milioni di Euro, che corrisponde al 0,93%;
-
oneri vari non ripartibili: 771,75 milioni di Euro, che
corrispondono al 5,63%.
Dunque la parte più consistente è rappresentata dalla spesa corrente
operativa, che si riversa in particolare sui servizi. Negli schemi e
rappresentazioni grafiche contenuti nella relazione di
accompagnamento, si evidenzia con apposite torte la suddivisione
delle spese in termini quantitativi e percentuali rispetto ai 13
milioni di Euro per aree di intervento, ove si vede che le spese per
la tutela della salute e solidarietà sociale rappresentano il
68,86%, ossia circa i due terzi del bilancio e si registra via via
la suddivisione di spesa per assessorati.
Infine, la spesa pro capite risulta di Euro 3.117,68 ( -92,61 euro
procapite rispetto al 2010) ed è così suddivisa:
-
corrente d'amministrazione generale: 82,64 Euro;
-
corrente operativa: 2.320,25 Euro;
-
investimento: 502,98 Euro;
-
conto/interesse: 7,57 Euro;
-
rimborso prestiti: 28,85 Euro;
-
oneri non ripartibili 175,57 Euro.
Escono i consiglieri Manfredini e Monari.
Il presidente LOMBARDI chiede di avere un quadro riepilogativo in
merito ai tagli del Governo pari a 346 milioni di euro.
Osserva che i numeri forniti nel corso dell'illustrazione non
tengono conto del maxiemendamento in corso di esame al Parlamento.
Nella relazione, poi, si afferma che per la sanità la Regione può
contare su 7 miliardi e 900 milioni, ma anche su 150 milioni, quindi
8 miliardi di euro, mentre nella parte degli stanziamenti per aree
di intervento, se ne indicano 9.336.000,00, un miliardo e mezzo in
più. Chiede chiarimenti in proposito.
Per quanto riguarda le entrate, rileva che si parte da un avanzo
netto di amministrazione di un miliardo di euro, mentre per il 2010
l'avanzo era di circa 5 miliardi di euro, tenendo conto di partite
arretrate dello Stato. Domanda che cosa è avvenuto.
In ordine alle assegnazioni statali correnti, chiede se il dato di
498 milioni di euro tiene conto dei tagli avvenuti.
Il consigliere DEFRANCESCHI si associa alla richiesta. Vi sono
alcune voci, quali cultura e sport, che sembrano invariate, mentre
la vicepresidente ha segnalato un calo. Chiede se altri settori
hanno subito un aumento o una diminuzione. A titolo esemplificativo
cita il potenziamento di interventi sullo stato sociale,
sottolineando come sembrerebbe invece che la situazione sia
invariata, a meno che non si assuma come riferimento i fondi
regionali investiti.
Chiede inoltre delucidazioni in ordine alla parte espositiva della
relazione, dove da un lato si indica la previsione di ulteriori
azioni di risparmio per singole voci di spesa regionale per un
totale 5.5 milioni di euro, dall'altro si indica che le riduzioni
hanno riguardato alcuni programmi di attività, come le iniziative di
cooperazione internazionale e dell'Agenzia degli emiliano-romagnoli
nel mondo. Domanda infine quali voci di spesa coprono i 26 milioni
di euro riservati alla Presidenza.
Esce la consigliera Meo.
La vicepresidente SALIERA rispondendo alle osservazioni dichiara che
ritiene utile un confronto nelle diverse Commissioni assembleari di
approfondimento per materia, settore per settore, al fine di
conoscere nello specifico le singole voci in aumento o in riduzione.
Nella sede odierna ha illustrato i vari budget per macroaree,
evidenziando le azioni che hanno un riflesso positivo per l'intera
collettività, anche se in termini generali la situazione è grave.
Chiarisce poi che il maxiemendamento proposto dal Governo non incide
direttamente sulla finanziaria e sul bilancio regionale come
formulati nei progetti di legge in esame. Relativamente alla sanità,
gli importi riguardano da un alto esclusivamente la sanità,
dall'altro sanità, sociale e parte investimenti nel loro complesso.
Quanto all'avanzo di amministrazione, rispetto ai precedenti anni è
cambiato il meccanismo della perenzione dei residui, pertanto può
subire modifiche sostanziali nel confronto (la perenzione va in
avanzo e va reiscritto in quanto vincolato). Il 2,64% è un dato già
depurato dai tagli, rispetto alla spesa generale dei 13 miliardi.
Anche per la tipologia degli interventi sui servizi sociali, rimanda
a un approfondimento specifico nella competente Commissione. In
alcuni casi infatti si tratta di nuove azioni, in altri la Giunta ha
inteso proseguire politiche già esistenti.
Per la Presidenza della Giunta, infine, vi sono diverse tipologie di
azioni: si va dalla comunicazione generale al DUP (documento unico
di programmazione) - come investimenti, si vedano i FAS -, alle
consulenze e convegni, nonchè ai programmi d'area.
In risposta ad una richiesta di chiarimento della consigliera NOE',
la vicepresidente SALIERA indica infine per la polizia locale la
voce di 9 milioni di euro, di cui 1 milione di euro per il progetto
citato nell'illustrazione.
Entra il consigliere Monari.
Il consigliere POLLASTRI svolge una riflessione di carattere
politico. Partendo dalla riunione dell'esecutivo regionale del 20
settembre, data in cui ha avuto inizio la valutazione della
definizione delle linee del nuovo bilancio, rammenta che, nel clima
di incertezza cui si fa riferimento anche nella relazione in Giunta,
il presidente Errani, richiamando i pesanti indiscriminati tagli del
Governo, ha puntualizzato le direttrici politiche sulle quali
impostare l'intera definizione del bilancio mediante un confronto
unitario tra assessorati.
Afferma che, dinanzi ai dati attuali, è evidente che la Regione
regge bene, nonostante il continuo richiamo ai tagli. Concorda sulla
scelta di porre quali priorità il sistema di tutela del welfare, del
lavoro e della coesione sociale, tuttavia ritiene che, al di là
delle scelte nazionali, non vi sono variazioni: non vi è l'utilizzo
della leva fiscale, pertanto, a suo avviso, presumibilmente le tasse
in precedenza erano piu' alte rispetto ad altre Regioni.
Ribadisce che rispetto alle continue dichiarazioni politiche sui
tagli del Governo, il sistema regionale tiene bene perché la qualità
e i servizi continuano ad essere erogati. L'equilibrio di bilancio e
gli investimenti e i servizi sociali permangono; la preoccupazione
potrebbe esserci per gli anni successivi.
Chiede infine informazioni circa l'andamento della concertazione con
le categorie economiche e le rappresentanze sindacali e sociali.
Il presidente LOMBARDI risponde la Commissione svolgerà l'udienza
conoscitiva il prossimo 29 novembre proprio al fine di acquisire le
diverse posizioni delle rappresentanze della società regionale.
Il consigliere VECCHI sottolinea che da una prima lettura del
progetto di bilancio non può che esprimere apprezzamento, perché
l'approccio di fronte a una situazione diversa rispetto al passato,
stante la riduzione notevole dei trasferimenti statali alla Regione
e rispetto a una domanda crescente sia da parte dei cittadini sia da
parte del sistema produttivo e istituzionale, la risposta che si
tenta di offrire appare in linea con le priorità, in una logica di
coerenza politica rispetto al mandato ricevuto dalla Giunta e a una
valutazione delle priorità del territorio.
Aggiunge che nel 2011-2012 il sistema amministrativo complessivo
(Regione, Province, Comuni) del nostro territorio ha un miliardo e
200 milioni di euro in meno da parte dello Stato e la percentuale di
disoccupazione ammonta al triplo rispetto a quella di due anni fa.
Vi è inoltre un sistema di imprese in assoluta sofferenza e una
ricaduta sul sistema scolastico universitario di ulteriore riduzione
dei trasferimenti statali. Pertanto la situazione non è del tutto
confortante.
Ritiene che un'analisi di comparazione voce per voce darà contezza
delle scelte molto sofferte operate a livello regionale e auspica
che esse siano temporanee, anche se il quadro medio termine
prospettato dalle disposizioni legislative nazionali (manovra
estiva, patto di stabilità e legge di stabilità) non lasciano
presagire margini di miglioramento.
Esce il consigliere Monari.
La consigliera NOE' sottolinea che questa manovra ha avuto piu'
riflessi negativi che positivi, tuttavia ritiene che per la Regione
abbia avuto come effetto favorevole la necessità di riordinare
meglio le priorità.
Chiede di poter avere una comparazione dei dati di bilancio con i
dati assestati del 2010, al fine di comprendere meglio gli effetti
della manovra, per ambiti di intervento, per assessorati. Ritiene
che senza tale comparazione, l'analisi sia molto difficoltosa
soprattutto per i nuovi consiglieri che si avvicinano per la prima
volta all'esame di un bilancio preventivo. Sarebbe a suo avviso piu'
evidente lo sforzo effettuato dalla Regione dinanzi ai tagli
statali.
Il consigliere MONTANARI sottolinea che in base al ragionamento
avversario sembrerebbe che la scelta di non aumentare la pressione
fiscale regionale sia dettata dal fatto che prima le tasse
presumibilmente erano alte, rispetto ad altre regioni e che si
riesce a intervenire sul welfare significa che ci sono risorse
precedenti oppure le preoccupazioni circa i tagli a livello
nazionale erano infondate.
Aggiunge invece che bisognerebbe pensare che è possibile effettuare
interventi, pur mantenendo inalterata la pressione fiscale,
nonostante la crisi economica mondiale e italiana. Occorre a suo
avviso fare opposizione sulle priorità di scelta e auspicherebbe una
posizione in tal senso che sottolineasse l'erroneità delle scelte
effettuate dalla regione.
Sottolinea che il bilancio regionale è uno dei migliori del Paese,
pur concordando sullo stato di crisi della politica e sulla
necessità di snellire la macchina burocratica con conseguente
riduzione dei costi.
Ci sono quasi 100 milioni di euro che se si optasse per i tagli
lineari effettuati dal Governo bisognerebbe ridurre i servizi alla
persona. La Regione invece decide di mantenerli invariati.
Sottolinea legittimo e in coerenza con il necessario dialogo
politico, l'intervento del presidente Lombardi che chiede
delucidazioni in merito, così come la richiesta della consigliera
Noè di avere punti di confronto dei dati di bilancio.
Ribadisce di non avere sentito dall'opposizione rimostranze circa le
scelte effettuate dalla Regione, ma soltanto l'osservazione che se i
dati regionali sono questi evidentemente la critica rispetto alle
scelte dei tagli a livello nazionale corrispondeva a un'analisi
troppo pessimistica oppure la Regione disponeva di eccessive
risorse.
Parte delle risorse fa parte della dotazione che consentiva un
minimo di accumulo, ma che ci sia un buon governo e non venga
sottolineato è possibile governare operando scelte opposte. I costi
della politica sono lo 0,26 % del bilancio, tale dato non emerge da
chi invece vuole fare soltanto propaganda.
Ritiene che le affermazioni del consigliere Pollastri non rientrino
in nessun confronto politico.
Chiede alla vicepresidente di poter avere punti di confronto
rispetto al bilancio regionale e di avere contezza della provenienza
delle risorse visto che non si fanno tagli lineari e si trovano
quasi 100 milioni di euro di servizi alle persone. Asserisce che
l'affermazione del consigliere Pollastri circa il binomio pressione
fiscale invariata - eccessiva pressione fiscale precedente è
ridicola.
Il consigliere POLLASTRI lamenta la mancanza di rispetto da parte
del consigliere Montanari, in quanto la propria posizione è
rispettabile. Si può confutare la ragionevolezza delle posizioni
altrui, ma non dipingerle come ridicole.
Il consigliere MONTANARI ritiene che la parola ridicolo, in base al
dizionario Palazzi non costituisca offesa.
Il consigliere BONACCINI sottolinea l'evidente limite imposto dalla
scelte nazionali e anche europee.
Vi è un dato importante: dal 2002 al 2010, considerando il dato
della crescita economica, tra 180 Paesi l'Italia occupa il 179°
posto, dopo c' è soltanto Haiti. Dal 2001 ad oggi l'Italia è
cresciuta meno del 2%. Nell'Unione europea anche i Paesi in
difficoltà crescono tra il 12 e il 20%. Qualcuno avrà la
responsabilità.
Vi sono cinque punti a suo giudizio importanti. Quando la crescita
non c'é occorre la lotta all'evasione, una riforma fiscale andrebbe
fatta compreso il federalismo fiscale. Nel federalismo proposto dal
Governo non c'è la riforma fiscale. La Regione Emilia Romagna, in
base ai dati, è una delle quattro Regioni che dà allo Stato piu' di
quanto riceve. Il patto di stabilità territoriale va nella direzione
di dimostrare come si possa utilizzare uno strumento che pur nella
solidarietà dei territori permetterà di dar prova dell'erroneità
delle scelte di governo; sarebbe servito un patto di stabilità
allentato.
Occorrono misure anticicliche: in Europa anche i Governi di destra
hanno optato per l'immissione di denaro pubblico in piani di pere
pubbliche. Occorre un patto che preveda che laddove si può investire
si possa andare a compensazione dove possibile, al fine di poter
dare un respiro a una richiesta del mondo produttivo e del mondo
sindacale che segnalano l'esigenza di far ripartire i consumi.
Quanto alle liberalizzazioni, non ci sono progetti in campo. Per le
nuove politiche industriali, occorre dare lavoro; per la prima volta
anche in regione è raddoppiata la disoccupazione.
Chiede di investire sulla green economy, dato che il Governo ha
tagliato il 55% degli sgravi fiscali. Ritiene che non sarebbe
opportuno in questo momento andare a votare, perché occorreranno
mesi per approntare misure e nel frattempo si rischia un colpo
mortale all'economia. Vi è un taglio drammatico nella finanziaria,
senza indicare soluzioni per il Paese, come per l'istruzione.
Occorre continuare sul processo di sburocratizzazione e di
semplificazione istituzionale. Auspica che le opposizioni possano
contribuire a tale processo.
Esce il consigliere Casadei.
Il consigliere POLLASTRI afferma che non è obbligatorio capire, ma
rispettoso ascoltare. Precisa che nel proprio intervento precedente
ha espresso un'opinione legittima qualificata dal consigliere
Montanari con un termine, non censurato dal presidente Lombardi, che
personalmente non ha mai usato nei confronti di nessuno, in venti
anni di consiglio comunale. Chiarisce che ha fatto riferimento alla
priorità del lavoro, ma rispetto alla relazione ha sottolineato che
il bilancio comunque tiene, nonostante i tagli. Stigmatizza il
comportamento del collega.
Il presidente LOMBARDI precisa che non ha ritenuto opportuno
intervenire censurando l'intervento del consigliere Montanari,
perché nell'ambito delle discussioni politiche il termine ridicolo
può essere pronunciato; ogni consigliere usa lo stile che gli è
consono.
La consigliera NOE' sottolinea che è vero che nell'ottica di
ottimizzare le risorse il passaggio della sburocratizzazione è
necessario. Ritiene che prima di parlare di federalismo, sul quale
esprime il proprio parere negativo anche a titolo del gruppo che
rappresenta, il processo si potrebbe attuare eliminando enti come le
Province. Avrebbe auspicato ragionare in termini di federalismo
istituzionale. Il timore è che si crei un meccanismo federalista su
una base territoriale che non corrisponde a una base ottimale,
perché ci sono step che andrebbero superati, ma che incontrano
invece ostacoli nella maggioranza di Governo. Se fossero stati
risolti a monte , si sarebbe creato un federalismo a costi piu'
reali.
Il presidente LOMBARDI, constatato che non vi sono altre richieste
di intervento, invita quindi la Commissione a procedere alla nomina
dei relatori ai sensi dell'articolo 50 dello Statuto.
Su proposta rispettivamente dei consiglieri Pariani e Pollastri, la
Commissione concorda di nominare relatore il consigliere Luciano
VECCHI e relatore di minoranza il consigliere Marco LOMBARDI per i
progetti di legge ogg. 747 e 748 e ogg. 749.
- - - -
-
Determinazioni procedurali sull'esame dei seguenti progetti di
legge:
785 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Modifica della
legge regionale 26 novembre 2001, n. 43 Testo unico in materia di
organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna
(delibera di Giunta n. 1790 del 22 11 10)
150 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Favia e
Defranceschi: Abrogazione del comma 1 dell'articolo 50 della legge
regionale 12 febbraio 2010, n. 4 Norme per l'attuazione della
direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno e
altre norme per l'adeguamento all'ordinamento comunitario - Legge
comunitaria regionale per il 2010 (17 06 10)
Il presidente LOMBARDI riassume le decisioni procedurali relative
all'abbinamento e alla nomina del relatore sul progetto di legge
della Giunta regionale presentato dall'assessore all'organizzazione
nella seduta di ieri e assegnato formalmente alla Commissione.
Precisa infatti che accanto a questo testo vi è, già presentato a
giugno 2010, un progetto di legge del Movimento 5 Stelle, relatore
consigliere Defranceschi, che pur riferendosi alla legge comunitaria
regionale e all'abrogazione di un suo articolo, il 50, attiene al
tema del personale, in particolare appunto alla proposta di
abrogazione dell'articolo 22 bis dalla legge regionale n. 43 del
2001.
Pertanto occorre l'esame abbinato ai sensi dell'articolo 31 del
Regolamento interno. Verificata l'impossibilità di elaborare un
testo unificato, invita la Commissione a procedere alla scelta del
testo base.
Il consigliere VECCHI osserva che il progetto di legge della Giunta
interviene in modifica su numerosi aspetti della legge regionale,
pertanto ritiene debba essere proposto come testo base. Chiede
quindi chiarimenti sui tempi di esame.
Anche il consigliere DEFRANCESCHI chiede chiarimenti sull'esame del
progetto di legge di cui è firmatario.
Il presidente LOMBARDI precisa che il progetto di legge ogg. 150
riguarda un unico articolo e può essere presentato come emendamento
al testo base. Quanto ai tempi, risponde che sono ristretti,
conferma la consultazione delle organizzazioni sindacali disposta
dalla Commissione per venerdì 3 dicembre e chiarisce che occorre
anche procedere alla nomina del relatore per poter chiedere
l'espressione del parere da parte del Consiglio delle Autonomie
locali.
Il consigliere VECCHI propone come relatore la consigliera Pariani.
Il consigliere POLLASTRI domanda se la richiesta di parere al CAL
debba intervenire prima dell'avvio dell'iter in Commissione o se la
Commissione debba votare la richiesta di parere.
Il presidente LOMBARDI chiarisce che la richiesta di parere al CAL
può essere presentata dalla Giunta in un momento precedente, ma che
anche la Commissione può provvedere in tal senso autonomamente, ai
sensi dell'articolo 56 del Regolamento interno.
La Commissione concorda di scegliere come testo base il progetto di
legge di iniziativa della Giunta regionale ogg. 785, di nominare
relatore della Commissione la consigliera Anna PARIANI e di chiedere
il parere al CAL sul progetto di legge stesso, con particolare
riferimento all'articolo 30 nella parte in cui introduce
l'articolo 56 quater, istitutivo dell'organismo indipendente per la
valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni
della regione.
Esce la consigliera Noè.
- - -
Esame ai sensi dell'articolo 38 comma 4 del Regolamento interno in
merito a:
- Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al
Consiglio - Potenziare la reazione europea alle catastrofi: il ruolo
della protezione civile e dell'assistenza umanitaria - COM(2010) 600
def. trasmesso il 9 novembre 2010
Il presidente LOMBARDI ricorda che si è espressa nel merito la
Commissione Territorio Ambiente Mobilità competente per materia e
che la bozza di risoluzione è già stata inviata ai consiglieri.
La Commissione, ai sensi dell'articolo 38, comma 4 del Regolamento
interno e dell'articolo 6, comma 2 della legge regionale n. 16 del
2008, approva la risoluzione all'unanimità con 28 voti a favore (PD,
PDL, M5S), nessun contrario o astenuto (v. allegato).
La seduta termina alle ore 16,40.
Approvato nella seduta del 25 gennaio 2011.
La Segretaria Il Presidente
Claudia Cattoli Marco Lombardi
Allegato al verbale:
Risoluzione oggetto 795
Regione Emilia-Romagna
IX Legislatura
Assemblea Legislativa
Oggetto: 795
I Commissione assembleare permanente
Bilancio Affari generali ed istituzionali
Risoluzione approvata dalla I Commissione
nella seduta del 24 novembre 2010
Legge n. 11 del 2005, articolo 5, comma 3. Osservazioni
dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna sulla
Comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo e al
Consiglio potenziare la reazione europea alle catastrofi: il ruolo
della protezione civile e dell'assistenza umanitaria - COM (2010)
600 def. del 26 ottobre 2010
OGGETTO: Risoluzione ai sensi dell'articolo 5, comma 3 della legge
n. 11 del 2005. Osservazioni dell'Assemblea legislativa della
Regione Emilia-Romagna sulla Comunicazione della Commissione europea
al Parlamento europeo e al Consiglio Potenziare la reazione europea
alle catastrofi: il ruolo della protezione civile e dell'assistenza
umanitaria - COM (2010) 600 del 26 ottobre 2010
(approvata dalla I Commissione assembleare Bilancio Affari
generali ed istituzionali in data 24 novembre 2010)
RISOLUZIONE
La I Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali
dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia - Romagna
Visto l'articolo 38, comma 4, del Regolamento interno dell'Assemblea
legislativa, nonché l'art. 6, comma 2, della legge regionale n. 16
del 2008;
Visto l'articolo 5, comma 3, della legge n. 11/2005;
Vista la Risoluzione dell'Assemblea legislativa n. 512 del 7 ottobre
2010 contenente Indirizzi relativi alla partecipazione della
Regione Emilia - Romagna alla fase ascendente e discendente del
diritto dell'Unione Europea - Sessione comunitaria 2010 , in
particolare le lettere a), b), c), f), g);
Vista la lettera del Presidente dell'Assemblea legislativa (prot. n.
33188 del 10 novembre 2010);
Vista la Comunicazione della Commissione europea al Parlamento
europeo e al Consiglio Potenziare la reazione europea alle
catastrofi: il ruolo della protezione civile e dell'assistenza
umanitaria - COM (2010) 600 del 26/10/2010;
Visto il parere reso dalla III Commissione Territorio, Ambiente,
Mobilità, nella seduta del 18/11/2010 (prot. n. 34256 del 18
novembre 2010);
Vista la legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1 Norme in materia di
protezione civile e volontariato. Istituzione dell'Agenzia regionale
di protezione civile ;
Considerato che nella suddetta Comunicazione la Commissione europea
espone le proprie proposte per attuare il nuovo quadro giuridico
introdotto dal Trattato di Lisbona per la protezione civile e
l'assistenza umanitaria, cogliendo l'occasione per articolare,
nell'Unione europea, una capacità di reazione alle catastrofi ancora
più forte, esausitiva, coordinata ed efficiente;
Considerato che il settore della protezione civile è indicato
dall'articolo 6 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea
come settore in cui l'Unione può svolgere azioni intese a sostenere,
coordinare o completare l'azione degli Stati membri;
Considerato che la riforma del titolo V, parte II, della
Costituzione ha individuato la materia della protezione civile quale
materie di competenza legislativa concorrente;
Considerato che la Comunicazione preannuncia la presentazione di
proposte legislative per l'attuazione delle proposte fondamentali
nel corso del 2011;
a)
Si esprime in senso favorevole alle proposte relative alle misure di
protezione civile, rilevando che le stesse sono in linea con il
modello di intervento nazionale e regionale. In particolare osserva
che:
-
la comunicazione prevede l'istituzione del Servizio per l'Azione
Esterna del U.E., creando così una effettiva ed efficace struttura
per il coordinamento ed il supporto logistico necessario per gli
interventi urgenti a seguito di gravi emergenze, sia all'interno dei
paesi comunitari che all'esterno;
-
tale intervento coordinato si basa su una pianificazione anticipata
con gli stati nazionali, al fine di disporre delle risorse
essenziali da dispiegare immediatamente;
-
gli Stati nazionali, con il concorso delle Regioni mettono a
disposizione le risorse, organizzate in moduli funzionali, e ne
gestiscono l'impiego nel contesto del coordinamento comunitario;
-
la pianificazione di emergenza consentirà anche di verificare
eventuali carenze nella capacità di risposta e conseguentemente di
individuare mezzi integrativi finanziati dall'Unione Europea;
-
la Regione Emilia-Romagna aderisce al modello di intervento proposto
nella comunicazione U.E. e manifesta la disponibilità, nel contesto
del coordinamento operativo e di compatibilità finanziaria
nazionali, a mettere in comune moduli specialistici di protezione
civile per aderire alle operazioni di soccorso attivate dall'Unione
Europea;
-
la Regione Emilia-Romagna propone, quale riferimento metodologico ed
organizzativo, di sviluppare la pianificazione nazionale per
rispondere alle esigenze comunitarie, di fare riferimento al
progetto Colonna Mobile nazionale delle Regioni , sviluppato in
coordinamento con il Dipartimento nazionale di Protezione Civile e
già operativo;
-
la Regione Emilia-Romagna propone di adottare in sede comunitaria
analoghe misure anche in tema di prevenzione dei rischi, in quanto
strettamente connesso alla pianificazione di emergenza, al fine di
rendere omogenee e coordinate le metodologie di analisi, le
tipologie di intervento per la messa in sicurezza e la riduzione dei
rischi maggiori ed i sistemi di allertamento.
b)
Sulla base di quanto precede rileva l'opportunità di trasmettere la
presente Risoluzione al Governo, per il tramite della Conferenza dei
Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle
Province autonome, quali osservazioni ai sensi dell'articolo 5,
comma 3, della legge 11/2005, ai fini della formazione della
posizione italiana.
c)
Dispone l'invio della presente Risoluzione alla Giunta della Regione
Emilia - Romagna, per garantire il massimo raccordo tra gli organi
della Regione nello svolgimento delle rispettive attività e
competenze, assegnate dalla legge e dal regolamento.
d)
Impegna la Giunta a monitorare la presentazione delle proposte
legislative preannunciate dalla Commissione europea per il 2011 nei
settori interessati dalla Comunicazione.
e)
Dispone l'invio della presente Risoluzione, per opportuna
conoscenza, al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati ai
fini dell'inoltro alle competenti Commissioni parlamentari, ai
parlamentari europei eletti in Emilia - Romagna e ai membri emiliano
-romagnoli del Comitato delle Regioni, al Network sussidiarietà del
Comitato delle Regioni, alle Assemblee legislative regionali
italiane ed europee per favorire la massima circolazione delle
informazioni sulle attività di partecipazione alla fase ascendente.
Approvata all'unanimità nella seduta del 24 novembre 2010, ai sensi
dell'articolo 38, comma 4 del Regolamento interno e dell'articolo 6,
comma 2 della legge regionale n. 16 del 2008.