Testo
Verbale n. 17
Seduta del 29 novembre 2010
Il giorno 29 novembre 2010 alle ore 15.00 si è riunita presso la
sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, in
Udienza conoscitiva, la Commissione Bilancio Affari generali ed
istituzionali, convocata con nota prot. n. 34293 del 19 novembre
2010.
Partecipano alla seduta i Consiglieri:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
LOMBARDI Marco Presidente PDL - Popolo 5 presente
della Libertà
FILIPPI Fabio Vicepresidente PDL - Popolo 1 assente
della Libertà
VECCHI Luciano Vicepresidente Partito 4 presente
Democratico
BARBATI Liana Componente Italia dei Valori 4 assente
- Lista Di Pietro
BIGNAMI Galeazzo Componente PDL - Popolo 3 presente
della Libertà
BONACCINI Stefano Componente Partito 2 assente
Democratico
DEFRANCESCHI Andrea Componente Movimento 5 Stelle 1 presente
Beppegrillo.it
FAVIA GIOVANNI Componente Movimento 5 Stelle 1 assente
Beppegrillo.it
FERRARI Gabriele Componente Partito 2 presente
Democratico
MANFREDINI Mauro Componente Lega Nord 4 presente
Padania Emilia e Romagna
MEO Gabriella Componente Sinistra Ecologia 2 assente
Libertà - Idee Verdi
MONARI Marco Componente Partito 4 presente
Democratico
MONTANARI Roberto Componente Partito 2 presente
Democratico
MONTANI Daniela Componente Partito 2 assente
Democratico
MORICONI Rita Componente Partito 2 assente
Democratico
MUMOLO Antonio Componente Partito 2 assente
Democratico
NOE' Silvia Componente UDC - 1 presente
Unione di Centro
PARIANI Anna Componente Partito 4 presente
Democratico
POLLASTRI Andrea Componente PDL - Popolo 2 presente
della Libertà
SCONCIAFORNI Roberto Componente Federazione 2 assente
della Sinistra
La consigliera Monica DONINI sostituisce il consigliere Sconciaforni
e il consigliere Gian Luigi NALDI sostituisce la consigliera Meo.
E' presente la Vicepresidente della Giunta, Assessore a Finanze,
Europa, cooperazione con il sistema delle autonomie, valorizzazione
della montagna, regolazione dei servizi pubblici locali,
semplificazione e trasparenza, politiche per la sicurezza Simonetta
Saliera.
Presiede la seduta: Marco Lombardi
Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli
Resocontista: Laura Sanvitale
UDIENZA CONOSCITIVA
29 novembre 2010 - ore 15.00
sui progetti di legge:
747 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale: Legge
finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L.R.
15/11/2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione del bilancio di
previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
2011 e del bilancio pluriennale 2011-2013 (delibera di Giunta n.
1703 del 15 11 10) - pubblicato sul Supplemento Speciale BURERT n.
40 del 15 11 2010
748 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale:
Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio
finanziario 2011 e Bilancio pluriennale 2011-2013 (delibera di
Giunta n. 1704 del 15 11 10) - pubblicato sui Supplementi Speciali
BURERT n. 41, 41/1 e 41/2 del 15 11 2010
749 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale: Patto
di Stabilità Territoriale della Regione Emilia-Romagna (delibera di
Giunta n. 1705 del 15 11 10) - pubblicato sul Supplemento Speciale
BURERT n. 42 del 15 11 2010
Relatore consigliere Luciano Vecchi
Relatore di minoranza consigliere Marco Lombardi
Partecipano:
Bardasi Paola Dir. bilancio Ausl Bologna
Bernardi Mario Segretario Ass. Bancaria Italiana
Bolognesi Annalisa Coordinatore Forum Terzo Settore
Emilia-Romagna
Bovini Gianluigi Comune di Bologna
Chiusoli Maria Assessore Lavori pubblici e
Bernardetta Bilancio della Provincia di
Bologna
Del Vecchio Chiara Assessore del Comune di Castel San
Pietro
Di Franco Presidente Auser reg.
Giangirolamo Emilia-Romagna
Dionisi Maria Sub Commissario del Comune di
Antonietta Bologna
Donati Sergio Funzionario Federalberghi
Emilia-Romagna
Fantini Pietro Confcommercio Emilia-Romagna
Furini Manuela Confservizi Emilia-Romagna
Gervasio Giulia Confesercenti Emilia-Romagna
Giangrandi Emanuela Assessore della Provincia di
Ravenna
Graziani Giorgio Seg. Gen. regionale CISL
Lodi Nadia Presidenza nazionale CIF (Centro
Italiano Femminile)
Manconi Roberto Pres. Confesercenti
Marattin Luigi Assessore al Bilancio del Comune
di Ferrara
Monari Carlo Assessore al Bilancio del Comune
di Anzola dell'Emilia
Morelli Gabriele Segretario reg.le CNA
Emilia-Romagna
Morgagni Catia Dirigente amm.vo Ausl Forlì
Morgagni Giuseppe Vice presidente AGCI
Emilia-Romagna
Nardi Lucio Legacoop Emilia-Romagna
Olivieri Anna Confcommercio Emilia-Romagna
Pasi Marco Confesercenti Emilia-Romagna
Pasini Giovanni Presidente UNCEM Emilia-Romagna
Battista
Rusconi Gianluca Confindustria Emilia-Romagna
Rossi Luca Vice Direttore Confindustria
Emilia-Romagna
Urban Davide Direttore regionale Confcommercio
Emilia-Romagna
Venturelli Andrea Comune di Faenza
Venturelli Marco Direttore Confcooperative - Tavolo
Regionale Imprenditoria
Vicini Mauro CIA Emilia-Romagna
Zama Guido Confagricoltura
Zanoni Francesco Confcooperative Emilia-Romagna
Zignani Giuliano Segretario regionale UIL
PRESIDENTE MARCO LOMBARDI - Presidente della Commissione assembleare
Bilancio Affari Generali ed Istituzionali
Buongiorno, possiamo dare inizio all'udienza conoscitiva.
Vi ringrazio per la partecipazione, ringrazio i colleghi della
Commissione presenti. La Commissione potrà ascoltare in maniera
fattiva le indicazioni che verranno da coloro che vorranno
intervenire e raccogliere le sollecitazioni emerse da questa udienza
conoscitiva.
A me corre semplicemente l'obbligo di indicare come si svolgeranno i
lavori: il relatore consigliere Vecchi illustrerà per sommi capi i
provvedimenti legislativi su cui siamo oggi invitati a formulare
osservazioni, poi apriremo il dibattito per gli interventi che i
presenti riterranno di fare, alla fine la vicepresidente Saliera,
dopo aver raccolto i dati della discussione, integrerà ulteriormente
in chiusura con il proprio intervento. Cedo immediatamente la parola
al collega relatore.
CONSIGLIERE LUCIANO VECCHI - Relatore della Commissione
Grazie presidente e grazie a tutti voi che siete intervenuti a
questa udienza conoscitiva. Sono un consigliere nuovo, nel senso di
eletto nelle scorse elezioni di marzo, ma ho già avuto modo di
partecipare ad un'udienza conoscitiva, nel senso che sono stato
relatore dell'assestamento di bilancio 2010, approvato quest'estate.
E so che gli interlocutori in questa consultazione sono degli
addetti ai lavori. Mi limito quindi ad alcune considerazioni di
carattere generale, dando per scontata la presa visione del progetto
di bilancio elaborato dalla Giunta regionale e degli altri
provvedimenti, in maniera particolare la proposta di legge
finanziaria e la proposta di legge sul patto di stabilità
territoriale. Come tutti i miei colleghi sono molto interessato ad
ascoltare le vostre valutazioni, lasciando poi alla vicepresidente
Saliera l'onore e l'onere eventualmente di scendere più nel merito
di specifiche questioni.
Nel corso dell'udienza conoscitiva di luglio, ho iniziato la
presentazione sottolineando che quell'assestamento di bilancio 2010
era l'ultima tappa di un lavoro sul bilancio che si svolgeva in
qualche modo all'interno di un percorso consolidato e considerato
largamente positivo di tradizione sia di gestione finanziaria che di
scelte politico finanziarie che riguardavano la nostra Regione. Dal
2011, infatti, saremmo entrati nella necessità di avere un bilancio
che avrebbe sofferto contemporaneamente di una riduzione consistente
di risorse di trasferimenti dallo Stato e contemporaneamente una
applicazione del patto di stabilità che, oltre a ridurre le risorse,
riduce anche le autorizzazioni di spesa.
Questo è il quadro in cui ci muoviamo, riprendo alcune cifre che si
sono determinate e chiarite nella loro entità reale soltanto negli
ultimi giorni e pare che non vi saranno variazioni significative.
Qualora ve ne fossero in positivo, sarebbero auspicabili e invito
tutti a sollecitarle, però ci muoviamo in un quadro in cui per il
bilancio 2011 la riduzione di risorse da trasferimento dallo Stato
dirette sul nostro bilancio è di 346 milioni di euro a cui si devono
aggiungere i 31 milioni di euro che è la quota parte per
l'Emilia-Romagna del fondo nazionale per la non autosufficienza che
è stato abolito il totale diventa quindi di 377 milioni di euro che
nel 2012 saranno 390 più 31 milioni dei 427 milioni di euro.
Questa riduzione di trasferimento incide fondamentalmente su tutte
le voci non sanitarie e sulla sanità c'è una riduzione di risorse,
comparata all'inflazione sanitaria, considerata dell'ordine del 3-4%
all'anno. Siamo quindi ad una riduzione molto consistente di risorse
che intervengono essenzialmente su tutti quei settori rientranti
nelle cosiddette Bassanini, cioè in quelle funzioni delegate dallo
Stato alle Regioni e prima finanziate con trasferimento e risorse
oggi ridotte. A queste poi si aggiungono altre riduzioni correnti
con possibilità di recupero, in maniera particolare si tratterà un
fondo di circa 54 milioni di euro complessivi, quindi circa 5
milioni a valere sulla nostra regione come accantonamento
preventivo.
Contemporaneamente rispetto al 2010, il patto di stabilità impone
una riduzione del tetto di spesa, di autorizzazione di spesa alla
Regione del 13,8 per cento, impone una riduzione di circa 350
milioni di euro nel 2011.
Un altro dato che è importante sottolineare, perché fa parte
dell'approccio non soltanto della Giunta regionale ma anche
condiviso dall'Assemblea legislativa nelle discussioni che abbiamo
avuto su questo sia a luglio che il mese scorso, riguarda il taglio
complessivo che incide su due anni 2011-2012 e che solo per l'ente
Regione è di circa 800 milioni di euro complessivi.
Vi è una riduzione pertanto di circa ulteriori 400 milioni di euro
di trasferimenti sul sistema degli Enti locali della nostra regione
e quindi complessivamente occorre far fronte a 1,2 miliardi di
trasferimenti in meno da parte dello stato nell'ambito dei due anni.
Tale dato comporta che su molte voci che compongono il nostro
bilancio, che si traducono quindi nella possibilità di spesa della
Regione, per il bilancio 2011, si dovrà partire non dalle cifre
dello scorso anno, ma da uno zero, come per il fondo nazionale per
il sostegno alle imprese e all'innovazione.
Da questo punto di vista sono state compiute due scelte fondamentali
che condivido e che sono state largamente discusse.
In un quadro finanziario diverso e in una situazione reale di crisi
economica sociale estremamente grave e preoccupante, per il
fortissimo impatto sociale in termini di decrescita dell'occupazione
e di aumento della povertà, e quindi di domanda sociale molto forte
pure in presenza di timidi segnali di ripresa, in maniera
particolare in quei settori produttivi della nostra regione più
proiettati alla esportazione, la prima scelta è stata quella di
cercare di elaborare un bilancio che non proponesse una logica di
tagli lineari, ma che si muovesse in coerenza con il mandato
attribuito per questa legislatura.
Si è scelto di delineare un bilancio che avesse come preoccupazione
fondamentale quella di utilizzare tutti gli strumenti possibili per
attutire l'impatto della crisi sulla popolazione, in maniera
particolare sulle fasce più deboli, relativamente a due settori, il
welfare e il settore del trasporto pubblico locale su ferro e su
gomma, falcidiato nei trasferimenti dalla riduzione del fondo
nazionale per il trasporto.
Si è cercato di utilizzare tutti gli strumenti possibili per
attraversare la crisi, anche in presenza dell'incognita delle
decisioni nazionali circa il rifinanziamento degli ammortizzatori
sociali, in particolare mediante la destinazione di tutte le risorse
disponibili, per il sostegno all'innovazione,
all'internazionalizzazione, al mondo del lavoro e dell'impresa.
La seconda scelta, che discuteremo e voteremo domani nella I
Commissione e poi nella prima scadenza utile nella seduta plenaria
dell'Assemblea regionale, concerne l'adozione di una legge regionale
per un patto di stabilità territoriale che è uno strumento che
intende muoversi in un'ottica federalista, in una prospettiva di
governo di flussi finanziari pubblici su tutto il territorio
regionale, che consenta da un lato di avere, attraverso un patto
forte fra Regione e sistema delle Autonomie locali, una gestione più
efficace possibile di risorse finanziarie ridotte, dall'altro di
compensare in maniera particolare a beneficio delle Autonomie locali
e dei Comuni, le possibilità di spesa, le risorse a disposizione, e
che permetta quindi di avere un governo complessivo per l'oggi e per
il domani dei flussi finanziari, dei flussi di spesa e della
gestione finanziaria del nostro sistema locale.
Voglio ricordare che giacciono nelle casse dei Comuni della nostra
regione, senza possibilità di essere utilizzate a causa del patto di
stabilità, oltre un miliardo di euro e che con un sistema fino ad
oggi a compartimenti stagni si sono accumulati residui passivi per
oltre tre miliardi fondamentalmente per quanto riguarda comuni ed
enti locali.
Occorre quindi uno strumento che non solo permetta di razionalizzare
la spesa in un momento in cui evidentemente il minore trasferimento
è dato dall'applicazione rigida del patto di stabilità che rende
molto difficile il governo della finanza locale e la propria
realizzazione, ma anche di massimizzare l'utilizzo delle risorse
anche garantendo quella spesa locale non soltanto nel welfare ma
anche negli investimenti, nelle opere pubbliche ecc., cercando di
garantire tempi di pagamento più certi alle imprese per le forniture
in modo da contribuire ad una gestione saggia da questo punto di
vista.
Tra le scelte fondamentali alla base della redazione del bilancio,
vi è quella di non aumentare la pressione fiscale, nonostante la
situazione di crisi economica, e di non introdurre ticket nei
confronti dei cittadini e delle imprese della nostra regione,
tenendo conto di una situazione di crisi e di difficoltà economica
finanziaria.
La seconda scelta è stata quella di continuare l'opera di
contenimento, di ristrutturazione e razionalizzazione della spesa
per il funzionamento delle istituzioni nella nostra Regione,
operando un' ulteriore riduzione di oltre l'8%. L'impatto sul
bilancio è di alcune decine di milioni di euro. Si tratta di un dato
relativo, ma credo sia un segnale molto positivo, tenendo conto che
si tratta di una scelta complessa che richiederà un surplus di
sforzo politico ed organizzativo per garantire il funzionamento
complessivo della nostra Regione.
Infine vi é una conferma delle scelte del programma di mandato, sia
garantendo al livello del 2010 le risorse per il welfare locale e
per i servizi educativi per l'infanzia, sia mantenendo il più
possibile o quasi completamente in termini di spesa corrente e di
investimenti l'intervento sul trasporto pubblico locale, oltre che
reintegrando evidentemente in maniera parziale, ma importante,
quelle risorse cancellate dall'intervento statale in tutti i
settori, tra i quali le attività produttive, il governo del
territorio e la cultura.
Queste sono le caratteristiche fondamentali che ovviamente vedono il
vostro relatore convintamente assertivo rispetto a questa
impostazione. Credo che sia a questo punto molto utile raccogliere
le opinioni di chi rappresenta le parti sociali e la società civile
del nostro territorio per poi permettere di andare ad un
approfondimento su questi temi.
NADIA LODI (Presidente nazionale Centro Italiano Femminile (CIF) di
Bologna)
Ringrazio a nome del Centro italiano femminile, che è una
associazione storica del territorio nazionale e locale e che ha tra
le proprie finalità quella di contribuire alla crescita e allo
sviluppo delle persone delle singole comunità ed agire nelle sedi
opportune con tutte le iniziative possibili a favore della famiglia
ed ai suoi valori. Nel ringraziare e salutare tutti i presenti,
espongo a nome della mia associazione alcune riflessioni.
In particolare il CIF individua un sostegno alla famiglia nella sua
quotidianità, un tema caro alla nostra associazione che ha tra i
propri obiettivi questa finalità, quindi non politiche assistenziali
e nemmeno lotta alla denatalità pur così importante in tempo di
declino demografico economico ma semplicemente un aiuto alla
famiglia ad essere se stessa, in quanto costituisce un' importante
alleata dello stato e il matrimonio è un atto di corresponsabilità
tra coniugi e istituzioni, che le istituzioni debbono favorire,
tutelare così come indicato dalla Costituzione.
Oggi si rischia spesso di mettere in crisi anche la tenuta
familiare; le giovani coppie, le famiglie devono fare i conti con la
precarietà del lavoro, è importante anche un aiuto materiale da
parte dei genitori e dei nonni potrebbero creare uno squilibrio nel
welfare e incidere sulle capacità di spesa della famiglia.
Ogni diritto, ogni idea deve trovare cittadinanza in una visione di
responsabilità comune in cui ci si fa carico uno dell'altro nel
secondo tratto distintivo che è quello della crescita, delle
preoccupazioni per le nuove generazioni. Le politiche sociali ancor
più degli altri settori del welfare avrebbero bisogno di un forte
rilancio rispetto alla sanità, alle pensioni e alla scuola, settore
questo spesso ritenuto una cenerentola e anche sia per
l'investimento economico che per il peso politico.
Inoltre molto importante il sostegno ai giovani in cerca di
occupazioni e abitazioni dove al riguardo la Regione già da tempo si
è attivata. Il rifinanziamento del fondo per la non autosufficienza
per sostenere il difficile compito delle famiglie che si fanno
carico dei compiti di assistenza secondo i principi della legge 328
del 2000; un sostegno alla produttività delle imprese per
rafforzarle soprattutto nei confronti della concorrenza
internazionale e per riequilibrare la tutela dei lavoratori e in
particolar modo di quelli giovani, per le nuove imprese che
investono in processi di innovazione e messi in campo da giovani.
Sarebbe opportuno, anche al fine di favorire l'occupazione giovanile
studiare, una imposta eventualmente del 10% per tre anni almeno
sostitutiva delle altre imposte addizionali.
L'analisi della situazione politica e degli squilibri globali
dovrebbe pertanto concentrarsi sull'elemento investimento almeno
tanto quanto sul risparmio del consumo. Occorrono inoltre iniziative
ancora per la cultura, per l'accesso al sapere, all'istruzione, alle
borse di studio al fine di favorire soprattutto l'occupazione dei
giovani.
La difesa del mantenimento della spesa del debito sanitario che qui
prima il relatore consigliere Vecchi ha detto che è una delle
particolarità che verrà mantenuta, questo è l'obiettivo prioritario
del sistema, in quanto in tal modo si possono confermare i principi
di adeguatezza, di qualità e di appropriatezza delle prestazioni
attraverso l'utilizzo - e così si leggeva anche nella relazione
allegata al bilancio - dei 150 milioni di euro che deriva dalla
manovra del bilancio regionale.
Occorre inoltre prestare attenzione alla legge sulla cittadinanza,
anche per consentire ai giovani emigrati di seconda generazione
eventualmente di potere acquisire in modo automatico la cittadinanza
come cittadini emigrati.
La citazione anche del federalismo, come esaltazione delle Autonomie
locali all'interno di un progetto democratico capace di garantire
sussidiarietà e condivisioni pur con tante e consapevoli difficoltà.
Il federalismo fiscale infatti non può che preoccupare chi ha a
cuore la tutela dei diritti, perché questa riforma che segue da
pochi anni la riforma del titolo quinto della Costituzione nasce un
po' viziata dall'intento dichiarato di mantenere al nord quante più
risorse possibili. E il rischio è quello di generare delle crescenti
e grandi disparità anche sul piano del godimento dei diritti e di
provocare un po' una catastrofe soprattutto per il sud se venissero
fissati i costi standard dei livelli delle prestazioni essenziali e
i flussi perequativi sarebbero fortemente contenuti, costringendo
anche le Regioni più deboli ad alzare le tasse. Risulterà pertanto
importante definire quei servizi che dovranno essere assolutamente
garantiti ai cittadini.
Dopo queste brevi considerazioni, risulta molto importante
soprattutto delineare l'integrazione tra le diverse politiche al
fine di vincere in questa situazione di crisi e di favorire ancora
la situazione di salute per i cittadini.
La crisi economica e la scarsità delle risorse richiedono quindi
delle azioni che siano sinergiche proprio al fine di superare la
frammentazione e la logica assistenziale degli interventi e per
investire soprattutto sulla famiglia i principali ammortizzatori
sociali del paese, garantendo i diritti delle persone.
L'associazionismo così diffuso e variegato qui da noi a livello
territoriale può diventare un valido interlocutore proprio per
collaborare con le istituzioni, anche per combattere una cultura
economica spesso molto incentrata su meri interessi economici e su
un individualismo non tanto disposto a valutare aspetti come
l'etica, la solidarietà e la visione del bene comune anche in campo
economico.
La nostra associazione ha collaborato a livello territoriale sia a
Reggio Emilia che a Carpi secondo lo spirito della sussidiarietà, in
quanto è stata coinvolta assieme ad altre associazioni storiche come
l'UDI che è una associazione laica e assieme anche alla commissione
delle pari opportunità ed assieme ad esperti tecnici locali medici
per la stesura delle linee programmatiche del PAL in sanità e a
questo la nostra associazione ha cercato di dare nel proprio impegno
e responsabilità il proprio contributo.
Questa modalità deve interloquire con le associazioni che
costituiscono leve di nuovo sviluppo alternativo, in quanto possono
sostituire un gruppo locale integrato impegnato nella cosiddetta
governance di democrazia e quindi ci auguriamo che questa attività
venga sempre più tenuta in considerazione anche presso le realtà
territoriali, compresa naturalmente l'area civica bolognese.
Grazie.
MARCO VENTURELLI - Direttore Confcooperative - Tavolo Regionale
dell'Imprenditoria
Buongiorno a tutti. Sono stato delegato dal Tavolo Regionale
dell'Imprenditoria. Le quindici Associazioni riunite nel Tavolo
Regionale dell'Imprenditoria, prima ancora di entrare nel merito del
bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna, della legge
finanziaria regionale e del relativo documento di accompagnamento,
condividono sostanzialmente l'analisi svolta sulla situazione
economica, nonché le considerazioni sulla manovra finanziaria dello
Stato per il 2011-2013 contenute nella relazione al progetto di
legge di bilancio.
Per correttezza metodologica ed onestà intellettuale, occorre
infatti rammentare i principali vincoli, finanziari e normativi,
entro i quali la Regione si trova ad operare. Condividiamo l'analisi
sulla finanziaria statale 2011-2013, giudizio non positivo espresso
nel progetto di bilancio regionale. Alla luce degli effetti
combinati del decreto-legge n. 78 (divenuto legge 122 del 2010
Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di
competitività economica ) e del DDL di stabilità 2011 (Disposizioni
per la formazione dei bilancio annuale e pluriennale dello Stato), i
margini di manovra sono piuttosto ristretti.
Occorre infatti tenere in debito conto delle riduzioni che tali
provvedimenti determineranno non soltanto sui trasferimenti tout
court alle Regioni, ma anche (soprattutto) sui trasferimenti
relativi a funzioni amministrative trasferite o delegate alle
regioni (decreti ex Bassanini). Ci riferiamo in particolare alle
minori risorse a disposizione per il trasporto pubblico locale,
l'ambiente, la viabilità, gli incentivi alle imprese, l'edilizia
residenziale agevolata, il mercato del lavoro, la protezione civile.
La Regione deve quindi effettuare scelte coraggiose e condivise per
le quali è chiamata ad attivare tutta la sua capacità di governance,
al fine di non replicare a livello locale la logica perversa dei
cosiddetti tagli lineari. È anche per questo che esprimiamo tutto il
nostro apprezzamento per il varo del pdl regionale sul patto di
stabilità territoriale della Regione Emilia-Romagna, scelta
innovativa che va difesa in tutte le sedi. Auspichiamo che la
concertazione sul versante degli Enti locali possa essere allargato
anche alle organizzazioni economiche e alle parti sociali.
Apprezziamo l'obiettivo del recupero dei pagamenti dei residui
passivi. Una Regione che individua strumenti di governance e le
finalizza per dare maggiore forza possibile allo sviluppo regionale.
Un provvedimento che da tempo anche il TRI auspicava e che crediamo
possa produrre benefici a favore del sistema imprenditoriale, se
letto congiuntamente alla direttiva europea recentemente approvata,
che fissa di norma a 30 giorni il termine entro il quale la pubblica
amministrazione deve pagare i fornitori. Evidenziamo anche lo sforzo
in termini di semplificazione burocratica, volano per le imprese.
Relativamente alla regionalizzazione del patto di stabilità, il tema
della finanza pubblica ed i relativi provvedimenti adottati in tema
di contenimento della spesa pubblica (patto interno di stabilità),
invero, finiscono anch'essi con l'incidere in modo pesante sulla
situazione di crisi in cui versa il nostro Paese.
La politica dei vincoli e dei contenimento della spesa, sia per la
parte corrente che d'investimento a carico della Regione e degli
Enti locali, rischia in sostanza di pregiudicare la qualità dei
servizi pubblici e lo sviluppo del territorio, facendo venir meno
quell'importante contributo che il sistema pubblico era in grado di
garantire per il mantenimento della coesione sociale e più in
generale per supportare la crescita economica della nostra Regione.
I tagli che il sistema istituzionale dovrà apportare nei prossimi
anni, se non interverranno significative modifiche all'impianto
normativo adottato, potrebbero conseguentemente intaccare seriamente
quel buon livello di welfare che era il fiore all' occhiello della
nostra Regione. Sotto tale profilo, abbiamo colto con favore
l'impegno della Regione di regolamentare la materia, differenziando
le regole di evoluzione dei flussi finanziari dei singoli enti in
relazione alla diversità delle situazioni finanziarie esistenti. La
definizione di un unico obiettivo territoriale, può infatti
consentire di rimettere in circolo, attraverso l'impiego di
predefiniti parametri, risorse utili, rendendo più flessibile la
gestione dei bilanci comunali, sia per la parte degli investimenti
che per la parte corrente.
L'estremo interesse per la materia da parte delle organizzazioni
economiche avrebbe, tuttavia, richiesto un loro maggior
coinvolgimento, quanto meno nelle fasi di presentazione del progetto
stesso, estendendo la concertazione, dopo gli Enti locali, anche al
sistema imprenditoriale.
Entrando nel dettaglio del provvedimento, le organizzazione del TRI
sono interessate a comprendere se la norma in esame potrà essere
operativa già dal 2011 ed, inoltre, sarebbe interessante capire su
quali basi e con quali criteri verranno effettuate le compensazioni
fra i vari enti. In altri termini, assume particolare interesse, la
delibera che la giunta regionale dovrebbe determinare, ai sensi del
pdl in esame, al fine di predeterminare i criteri per la
rimodulazione degli obiettivi di finanza pubblica come definiti, ai
sensi del D.L. n. 112/2008, convertito con la legge n. 133/2008.
Già in questa fase è doveroso esprimere un primo apprezzamento per
l'aver inserito fra i principali indirizzi il pagamento dei residui
passivi, relativi a spese in conto capitale. Una delle problematiche
maggiori nel rapporto Enti locali e imprese, degli ultimi anni, è
infatti il consistente ritardo nel pagamento dei fornitori.
Ancora importante, anche ai fini delle ripresa economica, sarebbe
l'inserimento, fra i criteri, di determinate tipologie di opere di
particolare rilievo sociale, laddove esistono progetti esecutivi
pronti, risorse già impegnate, ma bloccate dal patto di stabilità
interno. Inoltre, ci sentiamo di esprimere una considerazione di
carattere generale che vale in assoluto.
È del tutto evidente che la politica ha sempre meno incentivi
economici sui quali promuovere lo sviluppo del sistema economico.
Oggi il valore aggiunto che le Istituzioni possono creare deriva
dalla sollecitudine con cui affrontano ai problemi reali, dal grado
di efficacia delle norme, dalla velocità di risposta della pubblica
amministrazione e dalla semplificazione delle procedure.
La burocrazia, quella cattiva , rappresenta un costo figurativo che
si aggiunge a quelli diretti della normale attività imprenditoriale.
Nell'abbattere tali costi amministrativi la Regione può dare una
grossa mano alle imprese.
Fatta questa doverosa premessa, le forze imprenditoriali intendono
fornire un contributo al dibattito e chiedono alla Regione di
proseguire il confronto nel corso dell'esercizio 2011 in funzione
del prossimo bilancio di assestamento.
A tale proposito chiediamo una maggiore attenzione alla modalità con
cui le risorse sono state e saranno finalizzate, proprio nell'ottica
del metodo della programmazione negoziata, così come proposto ad
inizio legislatura dallo stesso presidente Errani. In merito
all'impianto della manovra finanziaria regionale, le Associazioni
del Tavolo Regionale dell'Imprenditoria, manifestano il loro
generale apprezzamento e ne condividono le principali direttrici che
la contraddistinguono. Una manovra che interviene simultaneamente su
due versanti con misure anticrisi tese a garantire la tenuta sociale
del sistema: quello del sostegno alle famiglie e quello del sostegno
alle imprese.
È comprensibile la priorità assegnata al rafforzamento degli
interventi sullo stato sociale (e per le politiche di contenimento
tariffario) che mirano in particolare alla salvaguardia dei livelli
essenziali dei servizi alla persona. Salvaguardare la coesione
sociale è infatti una pre-condizione essenziale affinché il sistema
regionale possa affluire alla prossima ripresa economica quando,
presto o tardi, essa arriverà. Così come è comprensibile la
tendenziale conferma della quota di spesa destinata alla sanità ed
al Trasporto pubblico regionale e locale.
Siamo pertanto consapevoli che in tale quadro gli incentivi pubblici
a favore del sistema produttivo dovranno essere in parte
sacrificati.
A fronte di un azzeramento di risorse nazionali destinate ad
alimentare il Fondo unico per le attività produttive, apprezziamo lo
sforzo fatto dalla Regione per individuare una disponibilità di 34
milioni di euro a favore di alcune azioni di sviluppo, che peraltro
abbiamo già condiviso sul Tavolo del patto per attraversare la
crisi.
Le elenco: sostegno ai processi di ricerca industriale, innovazione
e sviluppo delle imprese, anche attraverso nuove forme di
aggregazione e di rete, nonché a sostegno dei distretti tecnologici
per garantire competitività al sistema industriale; promozione di
politiche per l'internazionalizzazione del nostro sistema produttivo
mediante azioni per le imprese e le loro forme aggregate; sviluppo
del credito e della finanza per il sistema produttivo, mediante il
rafforzamento del processo per ottenere efficaci consorzi fidi di
valenza regionale, dei fondi di garanzia e co-garanzia, dei fondi
rotativi e per il capitale di rischio delle imprese; sviluppo della
nuova programmazione energetica regionale per sostenere la
diffusione delle fonti rinnovabili, dell'efficientamento energetico
e lo sviluppo della green economy; investimenti pubblici per
migliorare la competitività del sistema territoriale regionale;
programmazione di azioni formative volte a qualificare e innalzare
le competenze dei lavoratori con particolare attenzione ai
lavoratori interessati da provvedimenti di ammortizzatori sociali;
nelle azioni di sostegno e innalzamento delle competenze rivolte
alle imprese che investono in processi di formazione, innovazione
organizzativa, produttiva o di approccio al mercato; nelle azioni
formative volte a supportare i lavoratori che per proprie
aspettative e attitudini investono nell'imprenditorialità.
Naturalmente ribadiamo anche in questa sede la necessità di
confermare la principale misura attuativa del patto per attraversare
la crisi (in corso di rinnovo per il 2011) costituita dal
finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga da realizzarsi
in parte attraverso i fondi regionali POR-FSE, in parte attraverso
risorse a carico dello Stato. Tuttavia, per quanto concerne le
politiche della formazione professionale, manifestiamo
preoccupazione in merito alla necessità di trovare una soluzione per
colmare il vuoto di risorse causato proprio per attivare le misure
di cui sopra.
In un quadro generale di grande difficoltà, a tutti è richiesto uno
sforzo creativo non banale, soprattutto di metodo, al fine di
individuare possibili soluzioni alternative foriere di effetti
moltiplicatori dall'impiego di risorse che sono in quantità
tendenzialmente calanti. Per questo, proponiamo di anticipare la
manovra di assestamento di bilancio, tradizionalmente approvata alla
fine del mese di luglio, al prima possibile, proprio in
considerazione della straordinarietà della fase congiunturale che
stiamo attraversando.
Inoltre, consapevoli del grado di virtuosità che già ha raggiunto la
macchina dell'ente Regione e del contenimento dei cosiddetti
costi della politica prodotto anche attraverso l'attuazione della
legge regionale n. 10 del 2008, chiediamo che si proceda lungo la
strada della razionalizzazione e del riordino istituzionale.
Al fine di sgravare il sistema imprenditoriale (di parte) degli
oneri derivanti dalla gestione burocratica connessa alle attività
economiche, suggeriamo di attivare politiche per una reale
semplificazione amministrativa.
Allo scopo di risparmiare ed integrare le risorse attualmente
disponibili, proponiamo di praticare ampie forme di sussidiarietà
orizzontale coinvolgendo i soggetti privati nella gestione dei
servizi e di ricorrere agli strumenti tipici delle partnership
pubblico-privato (a cominciare dal project financing); agire per
contenere la pressione fiscale complessiva nei limiti di competenza
regionale (IRAP, addizionale IRPEF, ecc.); mantenere gli impegni
assunti sull'accesso al credito delle imprese e verificare in sede
di assestamento di bilancio, la possibilità di eventuali
integrazioni delle risorse destinate ai consorzi fidi per favorire
l'accesso al credito delle PMI, specie per rilanciare gli
investimenti.
Infine, le Associazioni del Tavolo dell'Imprenditoria chiedono al
Governo regionale - e all'Assemblea legislativa - di assumersi un
impegno puntuale.
In riferimento al DDL di stabilità in corso di discussione in
Parlamento in questi giorni, la Camera ha approvato il
maxiemendamento che stabilisce, in particolare, uno stanziamento di
425 milioni per il trasporto pubblico locale a favore delle Regioni
(senza dimenticare che il patto di stabilità interno risulterebbe
anche allentato, prevedendo il DDL, tra l'altro, 60 milioni in più
per gli Enti locali virtuosi che servirebbero per il pagamento degli
interessi passivi maturati per il ritardato pagamento dei fornitori
ed altri 334 milioni a rimborso dell'ICI 2008). Nel caso,
auspicabile, in cui tali stanziamenti venissero confermati in sede
di approvazione definitiva, chiediamo di destinare (in tutto o in
parte) le eventuali risorse così liberate a misure di sviluppo
economico e di incentivi alle imprese anche attraverso gli strumenti
promozionali dedicati delle leggi di settore. Grazie.
DAVIDE URBAN - Direttore regionale Confcommercio Emilia-Romagna
Buongiorno a tutti. Molto brevemente conosciamo la particolare
congiuntura economica nella quale si viene a trovare la Regione
Emilia-Romagna, così come le difficoltà di costruzione di questo
bilancio.
Sul comparto commercio, turismo e servizi dobbiamo constatare, da un
punto di vista numerico, comunque un calo delle risorse disponibili.
La proposta presentata dalla Giunta vede un sostanziale mantenimento
delle risorse già assegnate nell'anno precedente, tuttavia non
possiamo non prendere in considerazione, al di là dell'esito del
lavoro fatto che ci ha visto tra l'altro coinvolti in prima persona,
la necessità di un'attenzione particolare all'innovazione, perché il
rischio in questa situazione di ristrettezza e di difficoltà di
bilancio è che non si facciano scelte ben precise destinate al
sostegno dell'innovazione delle imprese nel loro complesso, quindi
anche delle imprese di commercio, turismo e servizi.
Chiediamo sostanzialmente, aderendo alla proposta presentata dal
Tavolo regionale dell'imprenditoria, di anticipare il più possibile,
a partire da questa manovra di bilancio, anche la manovra di
assestamento.
Avanziamo la richiesta che sulle leggi sui comparti di settore,
penso alle nostre leggi di settore la 40 sul turismo e la 41 sul
commercio, vengano rifinanziati quei capitoli che purtroppo oggi non
sono finanziati. In particolare sulla legge 41 per l'innovazione,
crediamo che non avere un sostegno per l'innovazione sia un grave
errore, in una fase in cui anche le nostre imprese con difficoltà
stanno cercando di emergere da una situazione economica difficile.
In sede di discussione di questa manovra di bilancio, occorre
soprattutto provare ad anticipare con le risorse disponibili anche
la manovra di assestamento.
Chiediamo che si riesca a ricondurre le politiche sul commercio in
particolare ad un sostegno concreto all'innovazione per i nostri
comparti, operazione a nostro avviso fondamentale. Riteniamo altresì
decisivo e questo lo pongo anche come Federazione regionale degli
albergatori, un sostegno concreto all'innovazione formativa, cioè
porre gli strumenti necessari per l'innovazione di processo. Le
nostre imprese necessitano oggi più che mai di sostegni, perché
possano crescere sotto il profilo organizzativo.
Rappresentiamo non soltanto le imprese di piccole dimensioni, la
micro impresa, ma anche imprese di dimensioni medio grandi. Molte
delle nostre associate, nell'ambito della GDO, sono imprese
complesse nella distribuzione dei marchi all'interno dei centri
storici, nell'ambito del settore turismo. Esse per dimensione e per
numero di personale dipendente hanno bisogno di sostegno e processi
di innovazione, operazione che crediamo sia necessaria riavviare
nella nostra regione per i nostri comparti. Crediamo che,
soprattutto in una fase di ristrettezza economica per tutti, non si
perda di vista l'obiettivo della crescita del sistema complessivo e
in modo particolare di quelle imprese che vogliono fare innovazione.
Relativamente alle politiche sul credito, alle quali è stato
accennato precedentemente dal collega del Tavolo sull'imprenditoria,
crediamo che si debba e si possa fare di più, soprattutto per il
nostro comparto. Da questo punto di vista, il nostro sistema del
credito è disponibile a fare un passo in più rispetto a quello che
fino ad oggi è stato fatto. Occorre però un'azione congiunta con le
istituzioni, per migliorare un servizio essenziale per le nostre
imprese.
Proseguire nel sostegno ad oggi del sistema creditizio, mi riferisco
ai consorzi 106 e ai consorzi che stanno verso l'iscrizione alla
107, sostenere i processi di aggregazione per garantire
l'accessibilità dei sistemi dei Confidi ad un'iscrizione importante
prevista dall'art. 107 del testo unico bancario.
Riteniamo che tale processo sia utile per tutto il sistema
imprenditoriale del terziario e pertanto auspichiamo una attenzione
se possibile maggiore di quella attribuita fino ad oggi a questo
comparto. Chiediamo un'attenzione particolare ai processi di
innovazione nel settore del terziario, in modo particolare nei
processi di innovazione da parte delle imprese nei centri storici,
per quanto riguarda le attività commerciali di esercizi di vicinato,
le vendite per marca e GDO e nell'ambito del settore alberghiero.
Credo che su questo ci sia la possibilità, al di là di una
situazione di difficoltà e di ristrettezza di bilancio, di fare
molto e di più rispetto a quello che giustamente o correttamente è
stato fatto fino ad oggi e su questi punti siamo disponibili da
subito ad un confronto quotidiano ed un lavoro congiunto per trovare
le misure e le strade migliori per una crescita complessiva del
sistema economico regionale. Grazie.
MANUELA FURINI - Confservizi Emilia-Romagna
Buonasera a tutti. Mi limito a un intervento stringato, per
sottolineare che come Confservizi, Associazione regionale delle
aziende di servizio pubblico locale a rilevanza economica, quindi
trasporto pubblico locale, igiene ambientale, distribuzione gas e
servizio idrico, esprimiamo un parere positivo in merito alle scelte
compiute dalla Regione sia per il bilancio 2011 che per quello
pluriennale 2011-2013. Nonostante i tagli governativi che sono stati
determinati dalla manovra correttiva di stabilizzazione finanziaria
approvata all'inizio dell'estate, apprezziamo il fatto che la
Regione Emilia-Romagna sia riuscita a confermare gli indirizzi e le
scelte strategiche fondamentali in tema di occupazione, di sostegno
alle famiglie, di sostegno alle imprese, di salvaguardia del sistema
di welfare trasporto pubblico e sviluppo sostenibile.
Il giudizio positivo della Confservizi si rafforza per quanto
riguarda le scelte compiute a proposito di trasporto pubblico
locale. Mediante un impegno finanziario della Regione e le strategie
condivise all'interno del patto per la mobilità sul quale sappiamo
che le parti sociali sono convocate in questi giorni per la
discussione, sarà infatti possibile per le aziende del nostro
comparto mantenere un adeguato livello qualitativo dei servizi e
porre le basi per la trasformazione e la riorganizzazione in un'
ottica industriale e di miglioramento della competitività del
settore TPL, posto in serie difficoltà dalla manovra di finanza
pubblica di governo.
Il giudizio rimane positivo, nonostante alcuni problemi più
specifici da noi proposti proprio sul settore TPL non siano stati
accolti e che perciò dovranno essere valutati e risolti nelle sedi
competenti, problemi come ad esempio l'atto triennale di indirizzo e
poi i conseguenti accordi di programma a livello di bacino. Grazie.
GIOVANNI BATTISTA PASINI - Presidente UNCEM Emilia-Romagna
Buonasera a tutti. Come UNCEM, unitamente ad altre associazione di
Enti locali, abbiamo già avuto diverse occasioni di incontro con la
Giunta, in particolare con la vicepresidente Saliera, al fine di
confrontarci sulle linee prima e sui contenuti del bilancio che la
Regione ha presentato. Colgo però questa occasione per condividere,
per esprimere alcune riflessioni, in funzione anche del lavoro che
l'Assemblea legislativa dovrà fare, presenti anche diversi
consiglieri regionali.
Intanto come prima riflessione, sottolineo quanto sia diversa
l'impostazione che ha dato la nostra Regione nel costruire il
proprio bilancio, la propria finanziaria, ricercando da tempo una
consultazione e una reciproca condivisione in termini di trasparenza
rispetto alle scelte strategiche e rispetto anche ai forti sacrifici
che si dovranno fare. E' evidente che ciò stride con quanto
purtroppo non è avvenuto o non sta avvenendo a livello nazione, con
i tagli che sono arrivati nei modi che sappiamo, dobbiamo sempre
assolutamente ricordarlo.
Esprimo quindi sicuramente un parere favorevole rispetto
all'impostazione, al percorso, ai contenuti stessi. Fra l'altro,
proprio stamattina, abbiamo sottoscritto un patto fra ANCI, UNCEM,
UPI, Lega Autonomie locali e Regione Emilia-Romagna sui contenuti,
sulle scelte strategiche, sulle priorità. Tutti insieme gli Enti
locali di questa regione vogliono e si impegnano a portare avanti
anche a livello periferico l'impegno assunto, perché sarebbe grave e
si rischierebbe di vanificare lo sforzo compiuto a livello regionale
se le scelte di priorità che comportano sacrifici, poi a livello
periferico, nelle province e nei comuni piccoli o grandi che siano,
fossero disattese.
In qualità di rappresentante dei Comuni montani, delle Comunità
montane, esprimo la preoccupazione che investe questi territori.
Chiedo naturalmente alla Regione di compiere ogni sforzo per
mitigare i rischi che ne possono derivare, peraltro seri, perché
subiamo da una parte i tagli che la Regione ha avuto dallo Stato,
340 milioni che poi diventano 377 milioni.
I piccoli Comuni e le Comunità montane, in particolare, per attivare
i loro servizi, dipendono dai trasferimenti della Regione su diverse
leggi di settore. Se non arrivano queste risorse, vi è il rischio
che piccoli Comuni che sono prevalentemente collocati in montagna e
che hanno in generale costi maggiori per la gestione dei servizi,
debbano tagliare questi servizi, parliamo di viabilità, di trasporti
scolastici, scuola, socio-sanitario.
Ritengo pertanto che vada particolarmente sottolineata la scelta
della Regione di non ridurre le risorse destinate agli interventi di
carattere sociale, socio sanitario, anche in montagna dove vi è una
larga fascia di popolazione anziana o comunque di maggiore disagio.
Si tratta sicuramente di una politica assolutamente necessaria e
indispensabile.
Oltre a questi tagli che hanno un effetto diretto sui Comuni vi è
l'ulteriore eliminazione di qualsiasi risorsa a livello nazionale
alla montagna: sono state cancellate tutte le forme di
finanziamento.
Il rischio è assai alto, sapendo che si ha una presenza di Comuni,
di realtà che sono socialmente ed economicamente più deboli,
dipendenti in gran parte dai trasferimenti. Si tratta di una
preoccupazione che voglio ribadire anche in questa sede, perché sia
presente nella prossima discussione in Assemblea legislativa.
Chiediamo di compiere uno sforzo, per quanto i conti lo possono
consentire, affinché sia garantita la gestione dei servizi e la
sopravvivenza degli stessi presso i Comuni.
Occorre sottolineare il lavoro svolto dalle Comunità montane e dalle
Unioni di Comuni montani sia per la gestione associata dei servi
comunali ma soprattutto per la funzione che questi enti
rappresentano per il territorio montano, per i cittadini e per i
servizi. Per questi enti, che vivono notoriamente solo di finanza
derivata, la mancanza di risorse si traduce non soltanto in un
problema di collocazione di personale, che pure mi sembra rilevante
perché parliamo di oltre 110 persone, ma soprattutto nella
impossibilità di erogazione di servizi alle imprese, ai cittadini
della montagna, su funzioni fondamentali come quella
dell'agricoltura, della forestazione, difesa del suolo.
Sembra che qualche segnale vi sia a livello nazionale, seppure
faticosamente, non so se definirlo positivo o meno, comunque pare vi
sia un'inversione di tendenza anche dagli incontri che ci sono stati
i giorni scorsi con il Governo. E' auspicabile che questi non siano
solo segnali, ma possano anche mutare in fatti concreti con maggiori
risorse da destinare per queste funzioni alle regioni e di
conseguenza a loro volta trasferite dalle regioni ai territori
montani.
E' evidente che lo sforzo di razionalizzazione, di semplificazione,
la montagna lo ha già fatto con il riordino istituzionale della
legge regionale 10 del 2008, dove le Comunità montane sono state
ridotte a nove, si sono fatte le Unioni dei Comuni montani, si è
eliminata qualsiasi forma di governance ulteriore di tipo politico
di questa realtà. Tale processo è stato compiuto in accordo con la
Regione, si può fare certo di più e su questo siamo impegnati ad
andare verso un ulteriore lavoro di semplificazione nel corso del
2011, al fine di utilizzare ancora meglio le risorse umane e le
risorse economiche a disposizione per dare servizi di qualità senza
dovere tagliare gli stessi.
Chiedo alla Regione di fare ogni sforzo per una definizione attenta
delle esigenze atte a consentire un processo di ulteriore
avanzamento del percorso di riforme istituzionali già intraprese e
per garantire assolutamente i servizi, poiché, diversamente, una
parte importante del nostro territorio, rappresentato dalla
montagna, rischia di tornare ad essere un peso e non invece una
parte di territorio, viva, presente utile a fornire un contributo al
sistema regionale, per uscire dalla crisi economica.
Abbiamo fatto venerdì scorso un convegno sulla green economy. La
Regione ha fatto una scelta strategica sulla green economy,
dedicando anche un assessorato, il ché significa utilizzare in modo
più efficace le risorse da fonte rinnovabile a disposizione
collocate, per la gran parte, in montagna.
Chiediamo pertanto alla Regione provvedimenti normativi coerenti che
si traducano nell'adeguato ed equilibrato utilizzo delle risorse e
che consentano di portare valore aggiunto anche all'economia e ai
sistemi della montagna. E' evidente che altrimenti c'è il rischio
che vi sia qualcun altro a cui arrivino i benefici di quelle
risorse, a discapito degli interessi del territorio montano.
Ci sono altre due cose importanti che ci piacerebbe che nel 2011
fossero messe in cantiere o per scelta o per iniziativa della Giunta
o per iniziativa dell'Assemblea legislativa: la nuova legge sulla
difesa del suolo e la nuova legge sulla forestazione, o comunque una
nuova politica sull'utilizzo del patrimonio forestale da un punto di
vista ambientale, da un punto di vista idrogeologico, da un punto di
vista di una forte risorsa che abbiamo e che adesso non utilizziamo
in modo adeguato. Si tratta di spunti di carattere programmatico che
auspicheremmo che nel corso del 2011 fossero iscritti nell'agenda
della politica regionale. Grazie.
LUCA ROSSI - Vice Direttore Confindustria Emilia - Romagna
Buonasera a tutti. Come richiamava il relatore in apertura
dell'udienza conoscitiva, questo è un bilancio caratterizzato da
cautela e prudenza, ovviamente condizionato da una serie di elementi
di incertezza che derivano dalla situazione attuale e da quella
prevedibile, almeno a medio termine, della finanza pubblica e
ovviamente dello sviluppo economico e da una serie di variabili
soprattutto a livello nazionale che potrebbero avere effetti
importanti sulla finanza regionale già per il 2011. E' chiaro che in
questa logica di grande cautela, un apprezzamento particolare va
alla scelta di non intervenire sul prelievo fiscale verso i
cittadini e le imprese, condizione tra l'altro difficilmente
sostenibile in questo momento, ma proprio per questo di particolare
rilievo, viste le pressioni e le tensioni a cui è sottoposta la
finanza regionale.
Si tratta di un bilancio impostato su due aspetti prioritari, cioè
il contenimento della spesa particolarmente rigoroso e una serie di
priorità sia nel breve che nel medio e lungo termine. E' con questa
lente che auspichiamo che anche l'assemblea e prima ancora la
commissione possano esaminare il bilancio nei suo aggregati
principali e nelle nuove autorizzazioni di spesa contenute nella
finanziaria. Dal nostro punto di vista, vi sono una serie di ambiti
che richiederebbero ulteriori necessità di risorse in prospettiva
nell'anno 2011.
Mi riferisco ad alcune politiche che hanno un impatto diretto sullo
sviluppo e sulle imprese. Penso prima di tutto
all'internazionalizzazione, che è oggi l'unica leva in grado di
portare in questa regione sviluppo e risorse alle imprese e ai
lavoratori, alla ricerca e all'innovazione, tema fondamentale per il
medio e lungo termine, alla necessità di poter dare tono a tutti
quegli interventi in grado di accompagnare lo sviluppo e la nascita
della rete dei tecnopoli, operazione strategica sulla quale
istituzioni e imprese stanno scommettendo. Penso ancora allo
sviluppo sostenibile, su cui l'assessore Muzzarelli sta giustamente
dedicando grande attenzione, ma rivolgo la mia attenzione anche al
tema della formazione, caratterizzato in questa fase da molte
incertezze in termini di risorse.
E' evidente che si tratta di un aspetto fondamentale, pensando in
particolare a tutte quelle politiche attive destinate a quelle
imprese che in qualche modo stanno riuscendo a superare la crisi e
che hanno necessità di dover continuare ad investire sulle proprie
competenze, oltre alla grande necessità attuale e ancora più
pressante nei prossimi anni della riqualificazione professionale.
E infine un ultimo tema che vorrei toccare dal punto di vista degli
ambiti territoriali di intervento è quello dei ritardi di pagamento
in particolare dei pagamenti dei crediti della sanità per le imprese
tema che sta diventando sempre più urgente soprattutto considerando
le fortissime tensioni in termini di liquidità a cui sono sottoposte
le imprese oramai da molti mesi. Su questo tema specifico della
sanità, faccio un brevissimo accenno, dato che il bilancio ed in
particolare la legge finanziaria prevedono una serie di
autorizzazioni di spesa aggiuntive da questo punto di vista, senza
in alcun modo voler mettere in discussione e ferma restando la piena
condivisione della priorità della funzione fondamentale del welfare
non solo dal punto di vista sociale ma anche dal punto di vista
economico.
Credo che possa essere molto utile capire quanto di queste nuove
necessità in termine di spesa derivi da un aumento di prestazioni,
dalla copertura, che veniva richiamata in apertura dal relatore del
provvedimento, dell'inflazione del settore sanitario particolarmente
elevata e più alta rispetto a quella che effettivamente viene
compresa dall'aumento dei trasferimenti nazionali e quanto invece
possa essere derivato da un deficit di funzionamento che negli anni
scorsi ha rappresentato spesso un problema e ha comportato anche dal
questo punto di vista necessità di coperture. Questa linea di
cautela che è evidentemente condivisibile si dovrà in qualche modo
confrontare con una serie di variabili che vorrei molto
sommariamente richiamare, in particolare, quelle a livello nazionale
legate alla legge di stabilità quindi allo stanziamento sul
trasporto pubblico locale benché nell'attuale formulazione questo
sia legato tra l'altro all'aumento delle tariffe.
Questo è un aspetto che ha una sua delicatezza, il tema degli
stanziamenti possibili per i FAS, con tutti i limiti che ha in
termini di edilizia sanitaria a partire dal 2012, la possibilità di
utilizzare alcune risorse libere derivanti da economie nella
gestione degli ammortizzatori in deroga o ancora l'effettivo
trasferimento che tutti auspichiamo delle risorse FAS dei programmi
regionali e a livello nazionale le possibili risorse e i possibili
recuperi che potrebbero derivare dall'annunciato provvedimento di
fine anno, sperando che il confronto tra il Governo e le Regioni
possa portare da questo punto di vista a qualche opportunità in più.
A livello regionale abbiamo più volte sottolineato all'attenzione
della giunta, ma credo possa essere utile richiamarlo, il tema della
verifica della programmazione dei fondi comunitari quindi il fondo
del FESR e del FAS anche se non è di derivazione comunitaria, dato
che tra l'altro la stessa Unione europea ha invitato a rivedere la
programmazione proprio nella logica di sostenere lo sviluppo anche
nel breve periodo.
Occorre valutare l'ipotesi che già in questa fase si possa prevedere
anche una data entro la quale valutare tutto ciò che è stato
effettivamente impegnato, impegnabile e speso e spendibile nei tempi
previsti e determinare le disponibilità che potrebbero essere
utilmente rimesse rapidamente in circolo per sostenere investimenti,
domanda pubblica e spese immediatamente calendarizzabili.
Auspichiamo che tutte queste variabili possano portare ad una
disponibilità di risorse da utilizzare nel corso del 2011 ed essere
utilmente destinate al tema dello sviluppo delle politiche
industriali e della competitività.
E' chiaro che nel patto per attraversare la crisi tra le due aree
prioritarie del welfare e dello sviluppo è evidente che il welfare
ha da molti punti di vista una priorità in termini non solo logici,
ma anche di urgenza temporale.
Tuttavia, se da un lato dobbiamo occuparci e preoccuparci molto
delle contingenze del breve periodo, dobbiamo anche poter avere la
possibilità di lavorare su un orizzonte di più lungo periodo, di
medio periodo, in grado di cercare di mettere in gioco tutte le
risorse possibili per sostenere le imprese, in particolare le
piccole e medie imprese. Pensiamo che, in sede di approvazione,
l'Assemblea legislativa potrebbe accompagnare l'approvazione del
bilancio con l'approvazione di un ordine del giorno, di una mozione
in cui venga riaffermato tale principio, ovvero la possibilità di
destinare prioritariamente tutte le risorse che si rendessero
disponibili agli obiettivi dello sviluppo e della competitività,
ovviamente, per quanto ci riguarda, con particolare riferimento al
tema delle politiche industriali per le imprese. Grazie.
GIORGIO GRAZIANI - Segretario regionale CISL
Apprezziamo l'opportunità di allargare la platea della discussione
su questo importantissimo provvedimento che è il bilancio
preventivo. Nella situazione così delicata che stiamo vivendo,
condividiamo la preoccupazione espressa dalla stessa Regione nel
definire quelle che sono le linee di bilancio in un momento dove i
tagli sono importanti.
La nostra organizzazione sindacale sulla manovra ha avuto una
valutazione di tipo articolato. Non c'è dubbio che tra gli elementi
di maggiore preoccupazione figurava proprio l'inevitabile ricaduta
dei tagli ai trasferimenti sugli enti locali e sulla regione.
Abbiamo sempre sollevato il fatto che accanto alla necessità di
rigore, di grande sacrificio portato dalla manovra, serviva
assolutamente cercare di comprendere sia come tamponare sia come
ricercare quelle che possono essere le soluzioni di lungo respiro,
almeno laddove è possibile.
E' altrettanto certo che noi apprezziamo fino in fondo
l'impostazione che la Regione ha voluto dare nel suo bilancio
preventivo, in termini di impostazione sostanziale. Si tratta di una
valutazione assolutamente positiva che in questo senso va difesa
nonostante questi tagli che quindi compensa e tampona, rispetto ad
un modello sociale evoluto. Affermo senza paura di smentite che nel
panorama nazionale è un modello sociale sicuramente più vicino
all'eccellenza che alla condizione di mediocrità, in termini proprio
di modello di copertura pubblica e sociale di quelle che sono le
prospettive e il panorama territoriale regionale.
Qualche preoccupazione sulla sanità ce l'abbiamo e vorremmo
comprendere quali sono anche le condizioni rispetto ad un patto per
la salute. Occorre capire se si riesce a tamponare il gap di
inflazione tra quello previsto dal Governo e quello realmente agito
nelle nostre spese sanitarie, al fine di valutare le opportunità per
la sanità di tutti i bilanci regionali. In questa Regione vi é
un'attenzione costruttiva e vi sono buchi incredibili, però nello
stesso tempo vi è assolutamente bisogno di tutte le risorse
possibili disponibili, compreso anche la conferma del fondo per la
non autosufficienza.
Ci pare una scelta fortemente apprezzata e positiva, sapendo che il
fondo della autosufficienza è figlio di sacrifici complessivi.
Rappresenta nella recente memoria un passaggio legato all'aumento
dell'IRPEF in questa Regione, ma la conferma non è mai scontata
anche dalla parte nazionale. In questo noi valutiamo necessario e
importante che le logiche che ci hanno portato a migliorare e a
ragionare in un modello sociale e sanitario ci portino a valutare
come elemento sostanzialmente irrinunciabile l'accreditamento così
come la necessaria implementazione di esso nel 2011, ricercando
quindi tutte le risorse che servono per dare vita a questo tipo di
opportunità.
Ritengo che si tratti di un processo che non debba subire un
rallentamento, pur esistendo qualche tentennamento negli ultimi
tempi. Sappiamo che state lavorando su tale tema e da questo punto
di vista è un obiettivo assolutamente condiviso.
Abbiamo apprezzato molto il mantenimento del fondo per i territori,
elemento di valore aggiunto del bilancio scorso, la cui riconferma
non era altrettanto scontata. Credo che rappresenti un elemento di
sensibilità per quelli che sono i modelli sociali espressi in tutti
i nostri territori e quelle che sono le difficoltà che si stanno
evidenziando, soprattutto perché in molti casi questi fondi vengono
utilizzati per sostenere altri fondi territoriali che sostengono poi
le risposte alla crisi e quindi destinati alle fasce più deboli che
rappresentiamo.
Sul trasporto pubblico locale, l'impegno è interessante; condivido
chi afferma che se sul piano della legge di stabilità e del maxi
emendamento dovessero intervenire elementi innovativi, è necessario
che le risorse vengano stanziate e liberate e trovino una soluzione
migliore, sapendo che non c'è copertura totale dell'ammanco che
viene su questo settore.
E' necessario fare sempre un ragionamento condiviso fortemente
concertato su tutti gli effetti negativi e positivi di queste linee
di bilancio, in una logica che definisca fino in fondo il fatto che
non esista automatismo fra taglio di risorse e aumento delle
tariffe. Con molta chiarezza affermiamo che non abbiamo pregiudizi
in nessun settore, in nessun campo, a definire e concertare le
condizioni di compartecipazione per costruire un equilibrio di
sostenibilità economica e di sostenibilità rispetto alle esigenze di
un servizio pubblico. Dall'altra parte non può esserci
giustificazione automatica basata sul fatto che fosse necessario
l'aumento di tariffe che francamente non possono vedere il nostro
pregiudizio nel contrasto, ma devono vedere assolutamente una linea
condivisa.
In ultimo, in tema di analisi, credo che, in particolare
nell'esercizio di servizi pubblici, di qualsiasi forma di servizio
che porti davvero un miglioramento, un'eccellenza nel territorio di
questa regione, vi debba essere uno sviluppo delle forme di
sussidiarietà virtuosa, che possa da una parte costruire le
convenienze economiche e dall'altra parte costruire quel
mantenimento dell'eccellenza di un servizio che deve rimanere a
titolarità pubblica, in termine di programmazione, ma che può essere
esercitato ed eseguito in termini sussidiari.
Ritengo che la forma di concertazione che stiamo vivendo in questi
tempi sia la forma giusta, però è chiaro che l'obiettivo di operare
azioni concertate e condivise deve essere esercitato fino in fondo,
perché la coesione sociale è un elemento di fondamentale importanza
perché si possa agire in un momento così particolare. Le risorse
spese per gli ammortizzatori sono risorse assolutamente condivise,
nelle quali trovare spazio sia nelle politiche passive che nelle
politiche attive.
Arrivando alla conclusione, dico che finora ho parlato di modello
sociale, però nei fatti, ammortizzatori e consolidamento a questo
punto diventano una conquista. Il taglio maggiore probabilmente in
questo bilancio è quello al sostegno alle imprese. Pur non essendo
rappresentante delle imprese, chi mi ha ascoltato sa che sono molto
attento anche a questo tema, perché penso che se una impresa è
sostenuta in automatico credo che gli occupati li fanno le imprese,
quindi se un'impresa è socialmente responsabile e fa delle cose
buone dobbiamo sostenerle.
Condivido fortemente le logiche con cui le imprese hanno sostenuto
qui e in altri tavoli il fatto che se ci fossero risorse disponibili
grazie a interventi che costruiscono finanziamenti diversi sia sul
trasporto pubblico locale che nel modello sociale, vanno investite
nello sviluppo e quindi nel sostegno alle imprese, nella definizione
di quelle che possono essere l'innovazione e la ricerca. E' chiaro
che alla conferma dei Tecnopoli, dei DUP, del PTR, elementi di
quadro che probabilmente avranno anche bisogno di un po' di
aggiornamento visto che la crisi sta modificando completamente il
nostro tessuto economico sociale, oggettivamente va aggiunto anche
quello che viene successivamente.
Trovo sempre un po' difficoltà a comprendere quali sono le linee in
termini di nuove entrate o se vogliamo di governo di una spesa
pubblica più coerente con il rigore di cui stiamo parlando. Siamo
una Regione virtuosa, una Regione che da' sicuramente esempi alle
altre Regioni, ma non c'è dubbio che società partecipate,
controllate, macchina pubblica, Enti locali inutili, necessitano di
un intervento, senza semplificare superficialmente, al fine di
trovare il modo per rendere più efficace ed efficiente la macchina
pubblica a servizio dei cittadini, delle imprese, dei lavoratori, ma
nello stesso tempo con minor livelli possibili istituzionali che
rappresentano non un elemento di valore aggiunto, ma fino ad oggi un
elemento di ridondanza anche in termini di spese.
Occorre una riflessione anche su questo. Non vedo uno sforzo fino in
fondo nella lotta all'evasione. Se è vero che una lotta all'evasione
porterebbe risorse fresche in questa Regione, come in tutte le altre
Regioni e in tutti gli Enti locali, credo che si debba costruire
attraverso un tavolo della organizzazione della macchina pubblica
una task force capace di stimolare questo elemento, che è un
elemento che non da significativi risultati immediati, ma può
rappresentare un elemento di colonna portante dei bilanci dei
prossimi anni, perché il 2012 è già un anno che tutti ci dicono
insostenibile.
Dobbiamo trovare fondi di finanziamento sostenibile, che
rappresentino un elemento su cui bisogna agire con forza e
determinazione. Anche in questa regione c'è molta evasione e credo
che in questo modo ci siano tutte le condizioni di agire in maniera
credibile e concreta, il ché si traduce in sostegno al lavoro, alle
famiglie e quindi sostegno ad un modello sociale di coesione che
auspichiamo e che poniamo al centro di qualsiasi dibattito, tanto
più in un dibattito dove si fanno scelte di politica economica, nel
quale dobbiamo trovare le risposte che in molti casi troviamo e in
altri casi se vogliamo devono essere stimolati per cercare di avere
il massimo risultato possibile. Grazie.
GIULIANO ZIGNANI - Segretario regionale UIL
Mi interessa trattare l'argomento del trasporto pubblico, al di là
di quanto detto dal collega Graziani che condividiamo come UIL in
quanto partecipiamo insieme a tutti gli incontri su tale questione,
anche perché siamo stati chiamati in queste ore a discutere e a
valutare una proposta unitaria dell'assessore con tutti gli enti
interessati. Il problema del TPL è un problema importante per ciò
che concerne i tagli del Governo. Se non erro, i tagli del Governo
ammontano a circa 65 / 70 milioni di euro di taglio e l'impegno da
parte della Regione è di coprire circa 50 milioni di euro. Siamo
d'accordo per sottoscrivere un patto per i prossimi 3 anni con
l'intenzione però di compiere azioni positive.
Per tale motivo, come sindacato abbiamo posto alcune questioni: la
prima è quella sull'aumento tariffario, visto che vi è una proposta
di un aumento tariffario di circa il 20%. In merito riteniamo che
occorra incentivare e non disincentivare l'utilizzo del trasporto
pubblico locale, soprattutto in un momento come questo di grosse
difficoltà per i pendolari e per studenti sui quali l'aumento di
circa il 20% potrebbe pesare notevolmente.
D'altra parte, occorre ragionare su di un piano industriale serio,
nei prossimi anni, tenendo presente che il trasporto pubblico locale
ha necessità di una revisione vera e quindi il ragionamento che
stiamo ponendo in essere sul riordino istituzionale comprende anche
il discorso delle aggregazione per quel che riguarda il trasporto
pubblico locale. Difatti abbiamo dato vita, in una area vasta della
Romagna, ad un'unica aggregazione, auspicando che nell'arco di
qualche mese dia dei risultati, così come siamo convinti che questa
operazione sia fatta anche per l'Emilia ed in particolare per
Bologna e Ferrara.
Sul ruolo delle agenzie, riteniamo che bisogna rivedere le tante
agenzie che ci sono nella nostra Regione. Siamo anche qui
disponibili a firmare l'accordo con la regione ed i sindacati a
patto che ci siano le condizioni per poterlo fare. Grazie.
PRESIDENTE MARCO LOMBARDI - Presidente della Commissione assembleare
Bilancio Affari Generali ed Istituzionali
Non ho più richieste, sono conclusi gli interventi, cedo la parola
alla vicepresidente della Giunta regionale.
VICEPRESIDENTE SIMONETTA SALIERA - Assessore a Finanze. Europa.
Cooperazione con il sistema delle Autonomie. Valorizzazione della
montagna. Regolazione dei servizi pubblici locali. Semplificazione e
trasparenza. Politiche per la sicurezza
Buon pomeriggio a tutti. La riunione di oggi è significativa in
quanto tutti gli interventi hanno sottolineato che su questo
bilancio la discussione è aperta da un po' e se ne discute tuttora.
In effetti con la manovra estiva, in molte sedi sono state promosse
dalla Regione diverse possibilità di lavoro congiunto.
Questo bilancio, come ha anche sottolineato stamane il presidente
Errani dal Tavolo della crisi, è il primo dalla nascita della
Regione così difficile, ed in effetti per la prima volta ci troviamo
di fronte ad una situazione certo di crisi, ma che dimostra in modo
evidente quanto sia calato il potere d'acquisto delle famiglie,
quanto sia calata la domanda interna, quanto invece maggiore sia la
richiesta di aiuto delle famiglie e delle imprese, a fronte di una
manovra estiva, poi confermata nei fatti dalla legge di stabilità,
veramente recessiva. Istituzioni, parti sociali e parti
imprenditoriali e Regione su questi temi hanno trovato una
condivisione, emersa anche oggi in questa udienza.
Il progetto di bilancio è dettato da un lato da cautela e prudenza,
dall'altro è comunque solido e serio, come nella tradizione della
Regione Emilia-Romagna, contemporaneamente costituisce un bilancio
coraggioso che non ha inteso tagliare in modo lineare, ma facendo
delle scelte.
Abbiamo difatti deciso di sostenere il potere di acquisto, facendo
tutte quelle azioni positive che si rivolgono ai servizi di aiuto
sociale ai cittadini e le misure straordinarie anticrisi, fare il
possibile là dove i 346 milioni di taglio, di minore trasferimenti
per il 2011, 390 milioni per il 2012, si adattano in modo quasi
lineare su diverse funzioni o servizi che la regione eroga e che
deve continuare ad erogare anche se le risorse, quando erano state
destinate alle regioni erano state destinate insieme a quelle
funzioni. Mancano i soldi, ma le funzioni rimangono e pertanto si è
scelto dove intervenire perché i minori trasferimenti incidessero in
misura minore.
Per il settore del sociale, la scelta di mantenere le risorse del
2010 ha voluto dire stanziare 31 milioni che mancavano al fondo
della non autosufficienza, ripensare ma anche rimettere le risorse
di un fondo straordinario, che è un fondo eccezionale di aiuto per
le famiglie. Esso doveva essere solo di un anno, mentre lo
riconfermiamo e lo sosteniamo per il 2011. Tutto ciò che è stato
possibile negli altri settori tra cui lo sviluppo, le imprese, l'
innovazione, la ricerca, i poli tecnologici, le reti di imprese, i
consorzi di credito e le politiche energetiche, deve tener conto di
un taglio effettivo di 71 milioni di euro, riuscendo per il 50%.
Per le politiche sulla mobilità il bilancio del 2011, vede un
impegno consistente in modo da assicurare totalmente il trasporto su
ferro e mantenere i livelli anche sul trasporto su gomma. Anche qui
non siamo riusciti completamente nell'intento perché i tagli sui
trasferimenti sono stati di circa 346 milioni in meno, che si
aggirano oltre ai 92 euro pro capite per ogni cittadino in termini
di minori trasferimenti.
Oltre all'aspetto che potrei dire più di coesione sociale, ma
contemporaneamente sostegno della domanda interna, si è voluto in
modo concorde investire e quindi mantenere tutte quelle risorse che
fanno si che i progetti, i programmi o la pianificazione non si
interrompano ma possano procedere e, quindi, vedere quel volano vero
di investimenti che sempre più mancano non solo all'interno della
nostra regione ma nel sistema Italia.
Abbiamo dunque mantenuto investimenti anche nell'ordinarietà, per
oltre 2 miliardi e 210 milioni che corrispondono al 15,9% rispetto
alle spese correnti e tutti quegli aspetti di pianificazione da non
interrompere nessun progetto che possa attivare lavoro sul
territorio e non metter in discussione gli accordi che, in questi
anni, abbiamo prodotto, perché lì c'è della progettazione pronta.
In particolare, sul sistema dei FAS e quindi del documento unico di
programmazione, abbiamo veramente della progettazione che sarebbe in
grado di partire; basterebbe avere però i fondi FAS, anche se la
notizia di venerdì scorso informa che vi sarà un ulteriore 10% di
taglio sui fondi FAS ma, almeno, si spera che possano arrivare con
certezza per avviare tutta la programmazione.
Il 10% di taglio ci induce a operare scelte di priorità di
ragionamento sull'esistente, operazione che richiede tempi stretti,
perché sia motore di interventi.
Accompagniamo questi interventi anche da una serie di misure di
contenimento delle spese e di razionalizzazione, che vedono sul
bilancio del 2011 oltre 30 milioni di minore spese per ciò che
riguarda la gestione ( continuazione di un lavoro già fatto anche
negli anni scorsi) ed altri 10 milioni di euro che riguardano invece
tutte le articolazioni che la Regione ha, ossia aziende,
partecipate, agenzie, consulte, fondazioni e via di seguito. E'
partito anche un processo di razionalizzazione che vedrà un lavoro
consistente e coinvolgerà anche l'Assemblea legislativa nel rivedere
il sistema delle articolazioni complessive della Regione.
Mi preme sottolineare che gli interventi sulla spesa, quindi sulle
consulenze, sulle mostre e quant'altro, e anche sulle spese della
politica, che vanno fatti e hanno una valenza dal punto di vista
etico, da punto di vista della sostanza danno un relativo frutto,
perché su un bilancio di 13 miliardi, le spese generali su cui
intervengono i 33 milioni di spesa incidono sul 2,64%. Quando
parliamo delle spese della politica ragioniamo sullo 0,27
dell'intero bilancio dei 13 miliardi. Si tratta di un' operazione
continua, di cesello, che va portata avanti perché anche lì si
recupera qualcosa, ma non è una soluzione risolutiva rispetto sempre
ai 346 milioni che diventano poi 390 milioni. Abbiamo messo in campo
tutte le riserve e tutte le situazioni possibili nel 2011, la
preoccupazione aumenta quando dovremmo affrontare il bilancio 2012
perché ci sono alcuni risparmi non più ripetibili.
Insieme alla parte economica o finanziaria ci sono una serie di
azioni. Non mi soffermo sul patto di stabilità, sul quale abbiamo
già discusso, ma credo che anche questo sia un punto fondamentale
sempre per la parte degli investimenti, perché può creare un motore
rispetto a quelle risorse che stanno ferme negli Enti locali, Comuni
e Province. In una situazione diversa rispetto ai vincoli
attualmente esistenti, potrebbero avere maggiore flessibilità.
I residui in conto capitale, a seconda dei programmi condivisi con
gli Enti locali, potrebbero trovare maggiori risposte rispetto ad
oggi, tenendo conto anche della funzione da parte della Regione di
unico soggetto interlocutore del Ministero dell'Economia e delle
finanze e soggetto di garanzia per il rispetto a livello regionale
del patto di stabilità, senza entrare nel merito delle norme con cui
lo stato centrale impone degli obiettivi.
Senza mettere in discussione ciò, attuiamo una modalità cooperativa
e solidale di vero federalismo locale che possa rispettare gli
obiettivi, ma contemporaneamente avere quella flessibilità che
permetta di rispondere in modo piu' appropriato alle esigenze della
nostra economia, delle nostre imprese, soprattutto in termini di
sviluppo negli investimenti.
Vi sono altre azioni come la semplificazione che riguarda diversi
aspetti. Si è approvato in Giunta un documento che poi verrà posto
alla discussione dell'Assemblea, dove sostanzialmente indichiamo una
modalità di lavoro per far sì che ci sia una semplificazione
amministrativa che veda impegnata la Regione, all'interno della
propria struttura, ma anche nel rapporto con il sistema degli enti,
quindi con il sistema delle Province e dei Comuni, al fine di
individuare le necessità di semplificazione in un percorso di un
atto amministrativo o degli effetti di una legge, in quanto utile e
più adatto perché quello strumento dimostri tutta la sua efficacia.
L'altro aspetto che riguarda sempre la semplificazione è
l'individuazione delle competenze, proprio per evitare duplicazione
e ripetizione e una maggiore chiarezza. Processo questo non facile,
perché trattasi di un cambiamento culturale e che mette in
discussione modalità di lavoro consolidate, oltre che la stessa
politica. Si tratta in sostanza di pensare in modo diverso al
procedimento in termini di semplificazione, il ché richiede
un'azione condivisa tra Regione e sistema degli Enti locali,
rappresentanti delle forze sociali e sistema delle imprese.
Stiamo avviando un processo di innovazione anche per il sistema
degli Enti locali, così come per il sistema che riguarda tutte le
articolazione della Regione. Pensiamo che accompagnare i Comuni nel
processo di associazione delle funzioni e quindi le Unioni nel
tempo, da qui a pochi anni possono tradursi in consistenti economie
di scala. Non possono esserci anche in questo caso delle
improvvisazioni ma è un processo, anche questo culturale, ovviamente
politico, ma anche di innovazione del pensare. Riteniamo che tutto
il lavoro che sta dietro negli uffici, il c.d back office, nella
stragrande maggioranza dei casi si possa fare in un unico ufficio
per molti Comuni, il ché significa superare l'attuale
frammentazione, giungendo in modo naturale ad un unico sistema di
norme.
Questi costituiscono i punti sui quali, insieme alla costruzione del
bilancio, stiamo lavorando parallelamente perché pensiamo che siano
azioni che vanno sì di pari passo con il bilancio, ma assolutamente
indispensabili per la nostra comunità sia di cittadini che di
imprese.
In diversi interventi avete sottolineato ed avete richiesto la
possibilità di fare eventualmente un pre-assestamento. Non ho alcuna
difficoltà su questo. L'assestamento normalmente avviene tra giugno
e luglio, ma verrà fatto, se ci sono le risorse che attualmente non
vedo all'orizzonte, perché all'interno della legge sulla stabilità
sono veramente poche.
Noi, Regioni ed Enti locali, pensavamo, relativamente alla legge sul
patto di stabilità, che ad un certo punto quel difetto iniziale di
totale ingiustizia nel riparto di questa manovra in termine di
ricaduta, in questi mesi di relazioni, incontri e di ragionamenti,
ci fosse la possibilità di riprendere un ragionamento.
Al momento le Regioni stanno ancora presentando documenti, ad
esempio sul trasporto pubblico, perché i 425 milioni della legge di
stabilità che dovrebbero servire per il materiale rotabile prevedono
una serie di condizioni, non vengono dunque trasferiti in modo
naturale ed è comunque per investimenti.
A noi interessa che la questione del trasporto pubblico sia vista
nuovamente invece come risorsa che veda una fiscalizzazione. Sugli
altri fronti, oltre ad avere la conferma che mancano i 400 milioni
della non autosufficienza, c'è veramente poco, perché si sta
ragionando di pochi milioni di euro sul fondo sociale e sulle borse
studio.
Quindi la ricaduta oggi non c'è per pensare ad un assestamento, ma
se ci fosse, e lo auspico, ben venga un assestamento. Occorre tener
presente che sempre con le associazioni delle autonomie locali,
imprenditoriali e le rappresentanze delle forze sociali, vi é un
impegno della Regione, a fronte di risorse, di procedere con
assestamenti o variazioni e soprattutto in un modo ancora condiviso
e con priorità anch'esse già condivise relative al sistema dello
sviluppo, quindi alle imprese, al lavoro, alla formazione e
all'ambiente. Questi i settori di intervento e mi auguro di poter
fare un assestamento nei primissimi mesi dell'anno futuro.
PRESIDENTE MARCO LOMBARDI - Presidente della Commissione assembleare
Bilancio Affari Generali ed Istituzionali
Possiamo considerare conclusi i lavori dell'udienza conoscitiva.
Visto che vi sono state delle sollecitazioni in tal senso, colgo
l'occasione per informare che all'ordine del giorno di questa
Commissione, ovviamente superato il periodo del bilancio, c'è un
esame approfondito di tutte le articolazioni regionali, mi riferisco
alle società partecipate e ai vari altri organismi, per cui ho avuto
già modo di avere la disponibilità del presidente Errani rispetto a
questo argomento. Ringrazio tutti per la partecipazione.
La seduta termina alle ore 17.10
Verbale approvato nella seduta del 25 gennaio 2011.
La Segretaria Il Presidente
Claudia Cattoli Marco Lombardi