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Legislatura IX - Commissione VI - Verbale del 23/03/2011 pomeridiano

    Testo

                                Verbale n. 4
    Seduta del 23 marzo 2011
    Il giorno 23 marzo 2011 alle ore 14,30 si è riunita presso la sede
    dell'Assemblea Legislativa, in Bologna Viale A. Moro 50, la
    Commissione Statuto e Regolamento convocata con nota Prot. n. 8679
    del 16 marzo 2011.
    Partecipano alla seduta i Commissari:
    Cognome e Nome Qualifica Gruppo Voto
    FAVIA Giovanni Presidente Movimento 5 Stelle 2 presente
    Beppegrillo.it
    MUMOLO Antonio Vicepresidente Partito Democratico 6 presente
    POLLASTRI Andrea Vicepresidente PDL - Popolo della 6 presente
    Libertà
    BARBATI Liana Componente Italia dei Valori 4 assente
    Lista Di Pietro
    BERNARDINI Manes Componente Lega Nord Padania 4 assente
    Emilia e Romagna
    BONACCINI Stefano Componente Partito Democratico 4 presente
    CEVENINI Maurizio Componente Partito Democratico 4 presente
    DONINI Monica Componente Federazione della 2 presente
    Sinistra
    MONARI Marco Componente Partito Democratico 4 presente
    MONTANARI Roberto Componente Partito Democratico 4 presente
    MORI Roberta Componente Partito Democratico 2 presente
    NALDI Gian Guido Componente Sinistra Ecologia 2 presente
    Libertà - Idee Verdi
    NOE' Silvia Componente UDC - Unione di Centro 1 presente
    VECCHI Alberto Componente PDL - Popolo della 4 presente
    Libertà
    VILLANI Luigi Componente PDL - Popolo della 1 assente
    Giuseppe Libertà
    È presente: il consigliere Stefano CAVALLI in sostituzione del
    consigliere Manes BERNARDINI.
    Sono altresì presenti la consigliera Palma COSTI e il consigliere
    Matteo RIVA.
    Hanno partecipato alla seduta: la Consigliera di parità regionale
    effettiva Rosa Maria AMOREVOLE; le Consigliere di parità provinciali
    effettive di Bologna Barbara BUSI, di Forlì-Cesena Eva Carmen
    CARBONARI, di Ravenna Fato LUWANGA NURU, di Reggio Emilia Maria
    Giovanna MONDELLI, di Rimini Loredana URBINI; la Consigliera di
    parità provinciale supplente di Ferrara Maria Assunta SERENARI; Rudi
    Ghedini (Servizio Informazione), Mara Veronese (Servizio
    Coordinamento Commissioni Assembleari).
    Presiede la seduta: Giovanni FAVIA
    Assiste il segretario: Nicoletta Tartari
    Resocontista: Nicoletta Tartari
    Il presidente FAVIA dichiara aperta la seduta alle ore 14,45.
    Sono presenti i consiglieri Bonaccini, Cavalli, Cevenini, Donini,
    Monari, Montanari, Mori, Mumolo, Pollastri e Vecchi.
    - Approvazione del verbale n. 3 del 16 febbraio 2011.
    La Commissione approva all'unanimità dei presenti.
    - Audizione delle Consigliere regionali e provinciali di parità in
    ordine alle attività svolte per la promozione e il controllo del
    rispetto dei principi di uguaglianza e non discriminazione nel
    lavoro, in vista dell'esame del progetto di legge oggetto 597,
    concernente Istituzione della Commissione regionale per la
    promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini .
    Il presidente FAVIA saluta le Consigliere di parità presenti e le
    ringrazia per essere intervenute.
    La consigliera MORI, relatrice del progetto di legge oggetto 597,
    unendosi ai ringraziamenti per le Consigliere di parità presenti,
    ricorda che per l'esame del progetto di legge è stato previsto un
    percorso di approfondimento sulle politiche di genere e di pari
    opportunità, che ha già visto l'informativa svolta dall'Assessore
    Bortolazzi, nel corso del quale si raccoglieranno anche eventuali
    osservazioni. In considerazione delle funzioni svolte, sostiene che
    le Consigliere di parità sono un interlocutore importante e lo
    saranno anche per l'istituenda Commissione e auspica che la rete che
    si sta costruendo sia solida e duratura nel tempo.
    Entrano i consiglieri Naldi e Noé.
    Rosa Maria AMOREVOLE (Consigliera di parità regionale effettiva):
    Innanzitutto ringrazio a nome delle Consigliere di parità per
    questo invito che ci è stato rivolto a prendere parola in merito al
    progetto di legge; vorrei ringraziare sia il Presidente, sia le
    signore consigliere, sia i signori consiglieri e auguro a tutti un
    buon pomeriggio.
    Presenterò una comunicazione che abbiamo condiviso con le
    Consigliere di parità provinciali, che oggi purtroppo non sono tutte
    qui presenti perché, come voi sapete, il ruolo di Consigliera di
    parità non è un ruolo a tempo pieno, ma è un ruolo limitato nelle
    ore mensili. Sono qui presenti comunque le Consigliere di parità
    effettive delle province di Forlì-Cesena, Ravenna, Bologna, Rimini e
    Reggio Emilia. Le Consigliere, come ogni organo del Ministero del
    Lavoro, hanno anche un componente supplente, che interviene nel
    momento in cui la Consigliera effettiva non ha possibilità di
    partecipare o presenziare.
    Ho consegnato al banco della presidenza copia dell'intervento, con
    anche un estratto delle norme di legge e nello specifico del Codice
    delle pari opportunità, che riassume tutte le normative di pari
    opportunità; ovviamente non ve l'ho consegnato tutto, ma ho
    estrapolato l'articolato che fa riferimento alle Consigliere di
    parità, alla definizione di discriminazione, che dal febbraio di
    quest'anno è stato modificato per il recepimento della direttiva 54
    dell'Unione europea, e gli articoli 44 e 46, che nello specifico
    fanno riferimento ad alcune azioni tipiche della Consigliera
    regionale di parità, come per esempio il rapporto biennale sulla
    situazione del personale e il controllo dei progetti di azioni
    positive.
    Il mio intervento è diviso in due parti. La prima, molto operativa,
    rivolta al parere rispetto alla proposta di legge; la seconda parte
    è invece legata al ruolo e alle funzioni delle consigliere, a una
    sintesi di ciò che è stato fatto nel 2010, con anche alcuni numeri
    che permettono di inquadrare la situazione più nel dettaglio.
    Le Consigliere di parità di fronte al progetto di legge esprimono un
    apprezzamento per l'attuazione di quanto previsto dall'articolo 41
    dello Statuto della Regione Emilia-Romagna. In particolar modo
    l'elemento che ci ha colpito è stato proprio ciò che è citato
    nell'articolo 3, laddove si parla di composizione e funzionamento
    della Commissione, perché in quell'articolo si dice che la
    Commissione deve essere formata da consigliere e consiglieri
    regionali, che si compone ed opera con le stesse modalità e
    procedure, durate e criteri di rappresentanza previste dallo Statuto
    e dal Regolamento delle Commissioni permanenti, e ciò che viene
    indicato all'articolo 1, cioè la sua collocazione presso l'Assemblea
    legislativa. Perché questi tre punti ci appaiono estremamente
    importanti? Perché in realtà per la prima volta fanno supporre una
    reale intenzione di integrazione delle pari opportunità in tutti
    quegli aspetti di vita economica, civile e sociale e quindi nella
    relativa attività; c'è quindi una sorta di quello che a livello
    europeo si chiama gender mainstreaming, quindi inserimento della
    tematica trasversale delle pari opportunità in tutte le azioni, su
    tutte le politiche regionali.
    Quanto previsto dall'articolo 2 al punto a) espressioni di parere,
    formulazioni di osservazioni e proposte su progetti di legge e atti
    di programmazione, al punto b) valutazione dello stato di attuazione
    in regione delle normative regionali, nazionali ed europee in
    materia di pari opportunità e di contrasto alle discriminazioni
    dirette e indirette, al punto c) elaborazione di proposte di
    adeguamento normativo al fine della loro presentazione in Assemblea
    legislativa e quanto indicato al punto f) promuovere e sostenere la
    presenza delle donne nelle nomine di competenza regionale, tutto ciò
    ci sembra disegnare il quadro di una commissione estremamente
    moderna. Con questi quattro punti, ci sembra che passiamo dal
    modello di Commissione anni '80, più disegnata in un ottica di
    promuovere le pari opportunità, di fare cultura, di sollecitare
    l'attenzione verso tematiche molto importanti (peraltro la rimanente
    parte dell'articolato non esclude questo), ad una connotazione
    moderna, molto innovativa, che va verso quell'obiettivo generale di
    gender mainstreaming trasversale all'azione dell'Assemblea
    legislativa.
    Sul testo proporremmo solo un'integrazione: all'articolo 1, punto
    c), laddove si fa riferimento alle realtà e alle esperienze
    femminili presenti in regione, ci sembra importante non legare il
    raccordo solamente alle esperienze femminili e quindi al mondo
    solamente delle associazioni; quindi proponiamo questa integrazione:
    e le realtà e le esperienze femminili e gli organismi che si
    occupano di pari opportunità e discriminazioni di genere presenti in
    regione . Questo ci sembra importante proprio a partire da quella
    che è la nostra esperienza operativa, nel senso che qualcuno dice
    che noi ci occupiamo di donne, ma noi ci occupiamo di
    discriminazione di genere, pur se statisticamente ci capita più di
    avere come utenti delle donne (anche se negli ultimi anni io stessa
    ho trattato un caso di discriminazione collettiva dove i richiedenti
    erano due uomini).
    Rispetto al nostro raccordo con la Commissione, la rete regionale
    delle Consigliere di parità si augura che possa instaurarsi una
    fattiva collaborazione con la costituenda Commissione, alla luce di
    quelli che sono i compiti e le funzioni che la normativa affida alle
    Consigliere di parità, nello specifico con riferimento al Codice
    delle pari opportunità e a tutte le sue successive modifiche, nonché
    alla luce dell'esperienza maturata in regione ed anche del fatto che
    la stessa normativa prevede la presenza della Consigliera di parità,
    ovviamente per il livello di competenza, negli organismi di
    concertazione, e che operi in raccordo, con le Direzioni del Lavoro
    ed i Servizi ispettivi e che sia invitata permanente in tutti quegli
    organismi, comunque essi si chiamino, che si occupano di temi di
    pari opportunità.
    Vorrei ora descrivere in sintesi la nostra azione. Siccome i termini
    parità, pari opportunità spesso ci fanno pensare ad una miriade di
    organismi, quello che come Consigliere di parità ci teniamo a
    mettere in evidenza è che noi siamo un organismo un po' diverso;
    innanzitutto siamo organismi definiti per legge, secondo quanto
    previsto dal decreto legislativo che oggi raccoglie tutta una serie
    di norme che via via, dal '91 in avanti, hanno meglio definito il
    ruolo e le funzioni. Sintetizzando tutto l'articolato, le
    Consigliere di parità essenzialmente intervengono su due forti aree
    di azione: da una parte la promozione e dall'altra la vigilanza.
    Cioè noi vigiliamo sul fatto che non si attivino situazioni di
    discriminazione in ambito lavorativo. Questo è l'altro elemento che
    ci differenzia da altri soggetti: noi ci occupiamo di lavoro e di
    politiche attive del lavoro. Ci occupiamo di violenza solamente
    nella misura in cui ci occupiamo del reinserimento al lavoro delle
    persone, delle donne che hanno subito violenza. Non ci occupiamo di
    altro se non di tutto ciò che ha attinenza con il tema del lavoro,
    sia esso dipendente, sia esso non standard, sia esso di natura
    imprenditoriale.
    Tra le azioni di promozione, il nostro ruolo prevede che ci
    occupiamo di azioni positive, quindi anche di sperimentazioni e di
    progetti di azioni positive, di diffusione della conoscenza delle
    pari opportunità, del sostegno alle politiche attive del lavoro
    comprese quelle formative in materia di pari opportunità, di
    diffusione della conoscenza e di scambio di buone prassi che si sono
    verificate sul territorio. Buone prassi significa tutti quei
    comportamenti virtuosi che possono essere trasferiti e che possono
    originare delle migliori situazioni organizzative per esempio in
    ambito lavorativo.
    Inoltre partecipiamo agli organismi di promozione e di attuazione
    delle politiche di pari opportunità da parte di soggetti pubblici e
    privati che operano nel mercato del lavoro e operiamo con le azioni
    che favoriscano la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro
    e il benessere lavorativo. Questi sono due elementi che sono stati
    introdotti dal recepimento della direttiva 54 all'interno del Codice
    delle pari opportunità. Fino al 2006, il Codice delle pari
    opportunità era ancora era una sorta di collage tra la normativa che
    arrivava fino agli anni '90; con il recepimento della direttiva 54,
    non si parla più solamente di discriminazioni dirette o indirette,
    ma anche tutto ciò che ha a che fare con azioni di contrasto a
    lavoratrici o a lavoratori per l'esercizio dei diritti di maternità
    e paternità sono discriminazioni. Anche il mancato benessere
    organizzativo, il mobbing, sono definite come discriminazioni.
    Anche la funzione di vigilanza è un altro elemento molto
    interessante che ci differenzia da altri organismi. Noi dobbiamo
    vigilare sul rispetto della non discriminazione fra uomini e donne
    nel lavoro pubblico e privato, rilevando le violazioni; possiamo
    fare azioni in giudizio (di cui riferirò); facciamo una verifica di
    tutto ciò che sono i progetti di azioni positive e cerchiamo di
    individuare procedure per la rimozione delle discriminazioni, anche
    in raccordo con i servizi ispettivi del Ministero del Lavoro. Cioè,
    in estrema sintesi, a fronte di una denuncia di presunta
    discriminazione, possiamo ordinare ai Servizi ispettivi un'ispezione
    dell'Ispettorato del Lavoro. Peraltro negli ultimi anni, grazie agli
    incentivi ai lavoratori degli Ispettorati del lavoro che se lavorano
    con noi hanno una valutazione migliore, ci richiamano e abbiamo un
    proficuo scambio; questo è il risultato di un lavoro di raccordo, di
    protocolli d'intesa, di azioni e di lavoro comune degli ultimi anni.
    Le Consigliere di parità sono pubblici ufficiali e per questa
    ragione abbiamo la facoltà di utilizzare i Servizi ispettivi del
    Ministero del Lavoro.
    Cosa hanno fatto le Consigliere di parità dell'Emilia-Romagna? Noi
    tendiamo a lavorare sotto traccia , perché avendo anche questo
    ruolo di vigilanza preferiamo agire sul concreto piuttosto che
    essere sempre visibili in altro modo, perché ci sembra importante
    riuscire ad agire sul versante pratico.
    In Emilia-Romagna le Consigliere di parità sono attive da oltre un
    decennio. Dopo un primo periodo in cui l'attività è stata più che
    altro di assestamento, di promozione, in cui si è lavorato per far
    conoscere la figura, dopo un decennio le Consigliere di parità sono
    entrate appieno nell'esercizio di ruoli e funzioni secondo quanto
    previsto dall'articolo 15 del Codice delle pari opportunità. Va
    detto che negli ultimi anni, fra le altre cose, si è sviluppata una
    forte azione antidiscriminatoria. Questo è un elemento molto
    importante: ci sono arrivate, soprattutto negli ultimi anni (e la
    crisi sicuramente favorisce l'acquisizione di nuovi utenti), denunce
    di presunte discriminazioni sia da soggetti in forma singola che in
    forma collettiva, sia da soggetti che arrivavano a noi in raccordo
    con organizzazioni sindacali, avvocati, associazioni di categoria o
    associazioni di natura culturale o di altro genere. È molto
    interessante che gli stessi avvocati ci chiamino per un intervento
    ad adiuvandum nei ricorsi al tribunale del lavoro.
    Circa l'attività del 2010, darò solamente qualche dato molto
    raggruppato e generale, perché entro il 31 marzo le Consigliere
    debbono completare il rapporto annuale relativo all'anno 2010, per
    cui dati più dettagliati verranno probabilmente presentati in
    aprile. Mi sembrano molto interessanti anche solamente alcuni
    numeri: in regione sono state registrate oltre trecento denunce di
    presunte discriminazioni individuali, con dei picchi specifici di
    attività avvenuti nelle province di Modena e di Reggio Emilia,
    seguiti dalla provincia di Forlì-Cesena. Tenete presente che
    talvolta proprio la presenza da più anni della consigliera
    garantisce una maggiore conoscenza della figura e quindi il numero
    dei casi lievita.
    Inoltre a livello regionale ci sono state nel 2010 oltre trenta
    denunce di presunte discriminazioni collettive, con oltre quaranta
    casi individuali just-in-time. Di solito la regola è la seguente:
    quando come Consigliera regionale intercetto una discriminazione
    individuale preferisco rinviarla alla Consigliera provinciale
    territorialmente competente; così le discriminazioni collettive, che
    per la legge sono di competenza della Consigliera regionale, vengono
    dalle colleghe rinviate a me. Però, soprattutto quest'anno, in
    presenza anche di situazioni di crisi, in cui ci sono arrivati molti
    casi in riferimento alla maternità, mi sono trovata come Consigliera
    regionale a dover dare una risposta dalla sera alla mattina o
    all'istante, rispetto a tutta una serie di problematiche. a persone
    - prevalentemente donne in gravidanza - che stavano andando a
    sottoscrivere la mobilità a livello aziendale e quindi è evidente
    che in quel caso sarebbe stato veramente assurdo rinviarle alle
    Consigliere provinciali. Ho coperto questo tipo di servizio
    just-in-time proprio per garantire efficacia ed efficienza al
    sistema. Inoltre abbiamo trattato insieme tra Consigliera
    provinciale e Consigliera regionale una serie di situazioni magari
    provinciali che facevano riferimento ad aziende in ambito regionale
    e quant'altro.
    Sul versante dell'ufficio regionale, mi sembra importante citare il
    sito della Consigliera regionale di parità, che ospita anche
    l'informazione sulle Consigliere provinciali perché l'obbiettivo,
    dal punto di vista comunicativo, è mettere in evidenza che in questa
    regione esiste una rete che agisce a livello regionale e
    provinciale. Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2010, secondo i dati del
    Servizio informatico della Regione, il sito della Consigliera
    regionale di parità ha ricevuto 59.597 contatti (e non siamo su
    Facebook, è un sito normale), con una media di 163 accessi al
    giorno, della durata media di 29 minuti. Quindi c'è anche un aspetto
    comunicativo, di informazione anche sul livello normativo; adesso,
    per esempio, con l'uscita delle linee guida collegate
    all'attivazione dei Comitati unici di garanzia all'interno degli
    enti pubblici, molte amministrazioni ci chiedono come fare e
    l'ufficio regionale fa da trait d'union anche con il gruppo di
    consulenza a livello nazionale per riuscire a fornire questo tipo di
    informazione.
    Inoltre debbo dire che i casi collettivi che arrivano a livello
    regionale non sono più semplici come una volta, sono molto
    complessi, molto più complessi, e possono riguardare da due persone,
    nel momento in cui diventa un caso collettivo, fino a seicento
    persone. Ad esempio, quando la Consigliera regionale interviene di
    fronte ad un accordo di secondo livello che magari penalizza o ha un
    impatto di genere favorevole per un genere o per l'altro, è evidente
    che questo non riguarderà solo la persona o le persone che sono
    venute a denunciare, ma tutta la platea dei soggetti che in
    quell'organizzazione lavorano.
    Limitate sono le azioni in giudizio per due motivi precisi: da una
    parte perché ricerchiamo di conciliare in sede extra giudiziale,
    cioè di fare la conciliazione tra le parti all'interno dei nostri
    uffici o al massimo presso la Direzione Provinciale del Lavoro;
    dall'altre perché andare in giudizio ci costa e noi che agiamo su un
    fondo nazionale sempre più esiguo non possiamo permetterci i costi
    di giudizio. Adesso, per esempio, stiamo ragionando su come fare
    rispetto a cause pilota che, qualora ci arrivassero, sarebbe molto
    interessante agire. Quest'anno alcune colleghe sono andate in
    giudizio a fronte di situazioni non risolvibili; personalmente,
    avendo un fondo estremamente limitato, ho attivato una solidarietà
    con avvocate e avvocati che - più per amicizia che altro - mi hanno
    fornito il servizio gratuito; personalmente e a nome delle colleghe,
    speriamo che la situazione migliori per i prossimi anni.
    Queste, in sintesi, sono le attività che hanno svolto le Consigliere
    di parità. Vorrei ricordare che noi non siamo nel nostro ufficio per
    36, 40 ore alla settimana; secondo ciò che dice la legge, noi
    abbiamo un riferimento di monte ore che sono 30 ore al mese per le
    Consigliere provinciali e 50 ore al mese per la Consigliera
    regionale. Diciamo che buona parte delle attività sono fatte un po'
    extra il monte ore.
    Vorrei soffermarmi gli ultimi minuti per ragionare sul rapporto e
    sulle differenze tra Consigliere di parità ed altri organismi,
    perché ci siamo rese conto che a volte le segnalazioni delle
    discriminazioni ci arrivano dopo che sono passate per vari giri. Ma
    se una persona è discriminata, è inutile che vada a parlare con
    questo o quello o che il Consiglio comunale di Rocca Cannuccia
    faccia una mozione: non cambia niente; deve arrivare in qualche modo
    al soggetto che può agire rispetto a quel tipo di situazione. Noi
    abbiamo lavorato molto anche per entrare in relazione con tutti i
    soggetti che di questo si occupano: per esempio, il raccordo con gli
    ex Comitati pari opportunità (che a breve diventeranno Comitati
    unici di garanzia), ci fa presupporre che, attraverso accordi di
    cooperazione strategica, così come prevedono il collegato lavoro e
    soprattutto le linee guida, noi si possa continuare a meglio
    interagire con tutti i soggetti che possono entrare in relazione con
    chi denuncia una presunta discriminazione. Questo perché, ripeto,
    avendo noi Consigliere questa opportunità e questa possibilità di
    collegamento con i Servizi ispettivi dell'Ispettorato del Lavoro,
    quando annunciamo che può arrivare l'ispezione in realtà riusciamo
    spesso anche a trovare una soluzione immediata.
    Avrei finito così, siamo ovviamente a disposizione per le domande
    che vogliate farci. Grazie.
    Il presidente FAVIA ringrazia la Consigliera regionale di parità
    Amorevole e apre il dibattito.
    Il consigliere POLLASTRI saluta le Consigliere di parità presenti e
    ringrazia la Consigliera regionale di parità Amorevole, di cui ha
    apprezzato la ricca relazione. Ricorda un caso concreto che lo colpì
    favorevolmente, di una sorta di bando attraverso il quale la
    Consigliera provinciale di parità di Piacenza e l'Amministrazione
    provinciale offriva una possibilità alle donne ultratrentaduenni,
    mettendole in contatto con le aziende. Tale esperienza ebbe effetti
    positivi e per questo fu replicata nel tempo. Considera poi
    importante il progetto di legge oggetto 597, che è stato
    sottoscritto anche dal proprio gruppo assembleare, il quale lo
    sosterrà; auspica quindi che, una volta approvato, possa portare ad
    una proficua e concreta collaborazione, nell'interesse dell'intero
    mondo femminile.
    Esce il consigliere Riva.
    La consigliera MORI ringrazia la Consigliera regionale di parità
    Amorevole e, pur riservando l'approfondimento in sede di esame
    dell'articolato del progetto di legge, anticipa la propria opinione
    favorevole all'integrazione proposta all'articolo 1, considerando
    che intento del progetto di legge è connettere la Commissione
    regionale per le pari opportunità con tutte le realtà istituzionali
    ed associative dello stesso ambito. Considerando che la Regione si
    occupa di lavoro sotto diversi punti di vista, chiede che il
    rapporto che le Consigliere di parità stileranno entro il 31 marzo
    possa essere assunto come materiale utile nel percorso di
    approfondimento che la Commissione Statuto e Regolamento sta
    compiendo, percorso che vedrà come prossimo appuntamento un
    approfondimento sul versante accademico, culturale e sociologico,
    sui temi della discriminazione e delle differenze complessivamente
    intesi, non solo con riferimento alle pari opportunità di genere,
    sebbene abbiano una posizione preminente. Anche per questo ringrazia
    le Consigliere di parità per l'approccio con cui si occupano di
    discriminazioni, che riguardano principalmente le donne in quanto
    soggetti più deboli, ma non solo esse.
    Il presidente FAVIA, chiudendo la seduta, rinnova il ringraziamento
    alla Consigliera regionale di parità Amorevole e a tutte le
    Consigliere provinciali di parità presenti.
    La seduta termina alle ore 15,20.
    Approvato nella seduta del 6 aprile 2011.
    Il Segretario Il Presidente
    Nicoletta Tartari Giovanni Favia
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