Testo
Verbale n. 11
Seduta del 20 giugno 2011
Il giorno 20 giugno 2011 alle ore 15 si è riunita presso l'Aula
Magna della Regione Emilia-Romagna in Bologna, Viale A. Moro 30, la
Commissione Statuto e Regolamento convocata in udienza conoscitiva
con nota prot. n. 19332 del 13 giugno 2011.
Partecipano alla seduta i Commissari:
Cognome e Nome Qualifica Gruppo Vot
o
FAVIA Giovanni Presidente Movimento 5 Stelle
2 presente
Beppegrillo.it
MUMOLO Antonio Vicepresid Partito Democratic
o 6 presente
ente
POLLASTRI Vicepresid PDL - Popolo della
Libertà 6 presente
Andrea ente
BARBATI Liana Componente Italia dei Valori
- Lista 4 assente
Di Pietro
BERNARDINI Componente Lega Nord Padania
Emilia e 4 assente
Manes Romagna
BONACCINI Componente Partito Democratic
o 4 assente
Stefano
CEVENINI Componente Partito Democratic
o 4 assente
Maurizio
DONINI Monica Componente Federazione della
Sinistra 2 presente
MONARI Marco Componente Partito Democratic
o 4 presente
MONTANARI Componente Partito Democratic
o 4 presente
Roberto
MORI Roberta Componente Partito Democratic
o 2 presente
NALDI Gian Componente Sinistra Ecologia
Libertà - 2 presente
Guido Idee Verdi
NOE' Silvia Componente UDC - Unione di Ce
ntro 1 assente
VECCHI Alberto Componente PDL - Popolo della
Libertà 4 presente
VILLANI Luigi Componente PDL - Popolo della
Libertà 1 assente
Giuseppe
Sono presenti i consiglieri: Thomas CASADEI in sostituzione di
Stefano BONACCINI e Giuseppe PAGANI in sostituzione di Maurizio
CEVENINI.
È altresì presente la consigliera Palma COSTI.
Ha partecipato all'udienza: A. Busetto (Serv. Segreteria e affari
generali della Giunta, affari generali della Presidenza, pari
opportunità).
Presiedono la seduta: Giovanni FAVIA e Antonio MUMOLO
Assiste il segretario: Nicoletta Tartari
UDIENZA CONOSCITIVA
del 20 giugno 2011
sul progetto di legge oggetto:
597 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Monari,
Barbati, Defranceschi, Manfredini, Naldi, Noè, Sconciaforni,
Villani, Costi, Donini, Marani, Meo, Montani, Mori, Moriconi e
Pariani: Istituzione della Commissione regionale per la promozione
di condizioni di piena parità tra donne e uomini (12 10 10).
Partecipano:
Giorgio Altana Ordine Commercialisti Reggio Emilia
Lorena Bergamini Resp. Reg. dipartimento diritti e pari opportunita
- UGL
Ivan Cecchini Comune di Bellaria
Manuela Claysset Pres. Consiglio reg. UISP Emilia-Romagna
Francesca Correggi Provincia di Reggio Emilia
Concetta De Marino Provincia di Modena
Claudia Gatta Commissione cooperatrici - Confcooperative
Leonina Grossi Consigliera Provincia di Rimini
Raffaella Lamberti Co-pres. associazione Woman, resp. associazione
Orlando
Paola Lanzon Coordinamento nazionale donne UISP
Maria Maltoni Assessore pari opportunità Comune di Forlì
Fernanda Minuz Pres. associazione Orlando
Gabriella Montera Assessore pari opportunità Provincia di Bologna
Alfredo Negri Pres. associazione Democrazia dal basso
Maria Paglia Pres. Confprofessioni Emilia-Romagna
Giovanna Piaia Assessore politiche e cultura di genere Comune di
Ravenna
Susi Pelotti Pres. Comitato pari opportunità Università di Bologna
Debora Reggiani Pres. MondAttivo
Daniela Riccò Direttore sanitario Az. USL Reggio Emilia
Vera Romiti Consigliera Provincia di Reggio Emilia, coordinatrice
Forum Donne
Sandra Travagli Comune di Ferrara
Marcella Valentini Assessore pari opportunità Provincia di Modena
L'udienza conoscitiva inizia alle ore 15,10.
Giovanni FAVIA (Presidente della Commissione) - Buongiorno a tutti.
Iniziamo. Grazie della vostra presenza. La Commissione Statuto e
Regolamento oggi è convocata in udienza conoscitiva in merito al
progetto di legge: Istituzione della Commissione regionale per la
promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini . La
relatrice è la consigliera Mori alla quale cedo subito la parola.
Roberta MORI (Consigliera relatrice) - Ringrazio il presidente,
ringrazio la presidenza e i collaboratori e tutti gli intervenuti,
in particolare - scusate, ma è un elemento che mi sta molto a cuore
- ringrazio Donata Benini e Nadia Vicini della Biblioteca e Patrizia
Cotti del Centro stampa dell'Assemblea legislativa perché hanno
approntato tutti gli elementi di comunicazione e i contributi che
voi avete visto fuori, che avete potuto ritirare. Questo perché
dietro ogni processo anche complesso ci sono sempre molte persone
che lavorano e vanno assolutamente riconosciute. Vi ringrazio della
presenza perché oggi è un momento importante: l'udienza conoscitiva
in qualche modo stabilisce un punto fondamentale, cioè il
coinvolgimento degli interessati, coloro che si sono accreditati,
coloro che hanno interessi sul tema, istituzioni, rappresentanze
associative e quindi vi ringraziamo davvero per il contributo che
tutti quanti e tutte quante vorrete dare oggi.
La Regione Emilia-Romagna attraverso questo progetto di legge attua
in modo compiuto lo Statuto della Regione Emilia-Romagna, che
all'articolo 41 prevedeva l'istituzione della Commissione pari
opportunità; lo interpreta come articolo nella modalità più ampia e
condivisa, nel senso che è molto importante dire che il progetto di
legge che voi avete potuto avere in copia, inviato nei giorni
scorsi, è stato sottoscritto dai capi gruppo delle forze politiche
rappresentate in Assemblea legislativa per sottolineare l'importanza
del tema di genere, di tutti i temi antidiscriminatori e ancora di
più di questa Commissione.
Sarò concisa nell'illustrare i punti salienti di questo progetto di
legge perché oggi, proprio perché l'udienza è conoscitiva, è la
vostra voce che deve avere il protagonismo maggiore.
Un elemento importante, rispetto alla Commissione, che dobbiamo dire
è il fatto che questa Commissione si appronta ad essere una
Commissione uguale alle altre Commissioni permanenti. Quindi una
Commissione plenipotenziaria, che può esprimersi in sede consultiva,
in sede redigente, in sede referente, quindi con tutte le funzioni
proprie delle Commissioni permanenti, con uguali poteri di
rappresentanza e consultazione e di attività.
Questo è stato un elemento di grande importanza per il protagonismo,
diciamo, e la soggettività politico-istituzionale che si voleva dare
al tema, alle pari opportunità e ha trovato la corrispondenza in
tutte le forze politiche.
Quindi una Commissione con prerogative uguali alle altre, che guarda
alle politiche di genere in un'ottica antidiscriminatoria propria
della Carta di Nizza.
Questo è stato un elemento altrettanto importante perché a fianco
delle politiche di genere in senso proprio e di tutte le attività,
le esplicitazioni che queste rappresentano, la citazione della Carta
di Nizza, quindi l'ispirarsi a elementi antidiscriminatori è stato
un elemento di arricchimento dell'oggetto specifico di questa
Commissione, quindi un arricchimento delle sensibilità che poi in
essa saranno espresse.
Devo dire la verità: noi partiamo da una situazione, quella della
Regione Emilia-Romagna, che è una situazione di grande interesse
perché siamo pienamente nell'ambito degli obbiettivi europei, ma
sussistono dei gender gap, a livello salariale, a livello di
occupazione, e benché i risultati siano ottimali li vogliamo ancora
di più promuovere, in un momento di crisi grave che ci sta
accompagnando ormai lungamente in Italia. Vogliamo accompagnare
questo momento di crisi con strumenti rafforzativi di uguaglianza
sociale, compiuta e piena, che anche questa Commissione può
contribuire a livello legislativo e trasversale a promuovere e a
realizzare in modo sempre più convinto.
È chiaro che tutto questo non può farlo la Regione da sola; la
Commissione sarà un elemento importante, ma sarà ancora più
importante tutta la rete che noi riusciremo da qui in avanti - oltre
a quella che è già stata costruita in modo intenso dall'Assessorato
alle pari opportunità - a costruire insieme e consolidare, perché
ovviamente il rafforzativo delle politiche di genere è anche la
valorizzazione di tutte le esperienze già in atto sia a livello
istituzionale che associativo.
L'iter legislativo che qui trova il suo momento di maggiore
importanza è stato un iter legislativo lungo, i colleghi sono stati
pazienti, ma molto collaborativi nell'accompagnare questo percorso
attraverso diverse udienze conoscitive che hanno visto la relazione
dell'Assessore regionale alle pari opportunità; ha visto l'audizione
delle Consigliere di parità provinciali e regionali; ha visto
l'audizione di accademiche che hanno fornito un contributo di
pensiero sistematico molto importante e molto significativo; abbiamo
udito anche la responsabile dell'Ufficio Politiche comunitarie di
Bruxelles della Regione per uno sguardo un po' più ampio rispetto
alle politiche di genere.
Tutto questo per accompagnare la discussione in Commissione, che
sarà già dopodomani, e ancora di più in Aula con un approfondimento
non formale delle politiche di genere e di tutti i risvolti e di
tutti i dati che supportano la soggettività femminile nella regione
Emilia-Romagna e gli indirizzi di sistema che reggono le politiche
di genere.
Senza entrare nei dettagli perché avete avuto la proposta di legge,
concludo dicendo che ogni vostro contributo che oggi ci darete a
livello di esperienze, contributo di merito per arricchire i temi
del progetto di legge, per arricchire la programmazione e la
pianificazione, che sarà ovviamente in ambito di Commissione
approfondita, per noi sarà soltanto un contributo utile, di questo
già vi ringraziamo.
Presiede il vicepresidente Antonio Mumolo.
Fernanda MINUZ (Presidente Associazione Orlando) - Parlando a nome
di un'associazione vorrei mettere in rilievo due cose. Innanzitutto
che siamo contente che questa Commissione si faccia dopo anni.
La prima cosa riguarda il punto 3 dell'articolo 1 laddove si dice
della valorizzazione della differenza di genere e del sostegno e dei
percorsi rivolti all'affermazione della specificità, libertà e
autonomia femminile e laddove si parla della creazione di uno
stretto raccordo di un dialogo permanente tra le donne e le
istituzioni.
Allora io faccio parte di un'associazione che ha da sempre
partecipato ad ogni forma di collaborazione tra donne nelle
istituzioni e donne al di fuori delle istituzioni ed è per questo
che metto in rilievo come sarebbe importante definire degli
strumenti più precisi di questa partecipazione. Non possiamo
lasciarla nel terreno, nell'ambito degli obiettivi genericamente
espressi e quindi (è una richiesta): quali strumenti di
consultazione e anche di partecipazione e di co-decisione,
probabilmente, in alcuni momenti, quindi anche quali forme allargate
di democrazia?
Il secondo elemento su cui volevo richiamare l'attenzione è
nell'articolo 2, al punto 2, lettera a), laddove si parla di pareri
e osservazioni su progetti di legge, su proposte di atti di
programmazione assegnati in sede consultiva. Ora non vorrei che
questa dizione risultasse limitante rispetto ad un'azione di
mainstreaming, che secondo me è importante che una Commissione pari
opportunità tra uomini e donne, di piena parità fra donne e uomini,
dovrebbe esercitare. Quindi la possibilità da parte della
Commissione di esprimere pareri non soltanto nell'ambito ristretto
di quelle che sono le politiche di genere, ma in prospettiva di
genere su ogni politica attuata dalla Regione.
Questi sono i due punti principali e direi che con questo lascio la
parola ad altri.
Raffaella LAMBERTI (Co-Presidente Associazione Women, Responsabile
Associazione Orlando) - Io sono qui in una duplice veste nel senso
che sono contemporaneamente una delle socie fondatrici di Orlando e
appartengo a Women, una rete di carattere regionale, di cui siamo
presidenti una donna delle associazioni e una donna delle
istituzioni, c'è qui Maria Maltoni che è la rappresentante legale, e
quindi poi immagino che prenderà la parola anche lei.
Volevo dire alcune cose, tengo per ultimo qualcosa sul linguaggio
perché sennò sembra che uno viene qui con la matitina rossa e blu,
ma alcune cose mi sembra importante sottolinearle.
Il cambiamento di questa Commissione, che da una parte diventa una
Commissione di livello alto, cioè uguale, come è stato detto, alle
altre Commissioni istituzionali del Consiglio, è importante, ma c'è
qualcosa che eliminando le figure che erano presenti nell'altra
Commissione - dalla Direttrice della Biblioteca italiana delle Donne
alla rappresentante di associazioni a larga base associativa,
eccetera, donne dei movimenti diversi delle donne - rende veramente
urgente il tema che ha avanzato Fernanda Minuz: qual è il tipo di
democrazia continua che creiamo tra noi, soprattutto con quello
che sta accadendo in questo Paese, di grande attivarsi della società
civica, inclusa quella femminile; il tema di come continuiamo a
vederci e con quali strumenti e se usiamo anche pratiche
partecipative su temi di largo interesse. Questo è un primo punto.
Un secondo punto è capire - già è stato detto il mainstreaming e non
solo, appunto, il fatto di empowerment - attorno a che tipi di
progettualità, perché se dovessimo parlare di gender gap noi non
possiamo parlare solo dei gap salariali, c'è un gap digitale, ecc.,
ma soprattutto teniamo anche conto di come le donne si stanno
muovendo. Siccome è riconosciuto che è stata di massa e senza
bandiere di partito la manifestazione del 13 febbraio, una delle
richieste forti di quella manifestazione riguarda proprio il modo in
cui le donne sono rappresentate: cioè siamo d'accordo sulle
condizioni materiali di vita, ma il simbolico per le donne è
fondamentale. Perché le donne vengono picchiate, brutalizzate in
tutti i Paesi, anche la Svezia, anche l'Olanda è uno di quelli in
cui si prendono più botte al mondo. C'è il tema della
valorizzazione, del riconoscimento di questa differenza.
Allora io dico due piccole cose sul linguaggio e poi anch'io vado a
chiudere: una è che non mi piace la condizione femminile ,
cerchiamo di capire che la stessa relatrice oggi ha parlato di
soggettività, protagonismo, condizione; ecco, era un linguaggio -
sono un'insegnante di storia e filosofia - da manuali non del secolo
scorso, ma di una parte del secolo scorso, non più negli ultimi
trenta, quarant'anni. Quindi se si vuole dire, non so, condizioni
materiali e simboliche di vita , delle cose di questo genere, lo
capisco meglio.
L'altra cosa dove si parla di libertà e di autonomia, perché mettere
specificità? Se vi ricordate è sempre stata una delle parole che ci
ha portato sul tema: i temi delle donne sono temi ghettizzabili,
mentre invece qui si è già detto non solo, come dire, ciò che accade
alle donne - perché di donne stiamo parlando e non di femministe -
non è solo qualcosa che le riguarda. Per essere chiari, io credo che
dobbiamo affrontare temi di prostituzione riguardo anche agli
uomini, mi pare, e così la violenza riguarda tanto gli uomini, ma
anche cose più divertenti, più allegre, se dobbiamo fare delle
agende politiche, il vedersi, la convivialità; quindi tutti i temi
che riguardano l'esistere, il vivere di uomini e donne.
Poi mi era stato fatto notare da Fernanda Minuz qualcosa che lei ha
tagliato per brevità ed è: teniamo lo standard europeo, non
confondiamo le pratiche sulla discriminazione dalle pratiche
sull'uguaglianza. Pensiamo che c'è un istituto europeo che ha un
finanziamento (non mi ricordo mai se sono 27-28 milioni o 57
milioni), che è a Vilnius, che ci sono organismi per la
discriminazione e la Regione ne ha uno.
Quindi lasciamo che questa cosa si dispieghi interamente sul tema
degli uomini e delle donne. Anch'io sono contenta, mi aspetto che
faremo delle cose insieme dentro e fuori le istituzioni.
Antonio MUMOLO (Vicepresidente della Commissione) - Ringrazio
Raffaella Lamberti di Women e chiamo ad intervenire Vera Romini.
Vorrei ringraziare anche i consiglieri presenti che mostrano
attenzione a questo tema e a questa proposta di legge e che sono i
consiglieri Donini, Costi, Pagani, Naldi, Montanari, Vecchi e
Monari.
Vera ROMITI (Consigliera Provincia di Reggio Emilia, coordinatrice
Forum Donne) - Innanzitutto grazie per averci dato questa
possibilità e questa partecipazione, che non è che sia sempre dovuta
e quindi quando ci è data è molto importante.
Noi volevamo riprendere l'articolo 1 al comma 3, punto c), che dice
che creazione di uno stretto raccordo di un dialogo permanente tra
le donne elette nelle istituzioni e le realtà ed esperienze
femminili presenti nella regione . Questo mi sembra un punto molto
importante perché non dobbiamo agire da sole, ognuno non deve avere
il suo pezzettino, magari nel proprio territorio è conosciuto, per
esempio noi siamo in provincia di Reggio, però io non so esattamente
cosa fanno altrove; a Forlì magari sì perché ho un'amica, o so cosa
fanno a Modena perché è vicina, o a Bologna, Ravenna, eccetera.
Questo è un raccordo molto importante, anziché essere noi col nostro
gruppo che andiamo in cerca raminghe, tu cosa fai? , se invece la
Commissione si fa carico di questo mi sembra importantissimo: primo
perché possiamo avere degli spunti, poi ragionare insieme e sapete
anche voi che c'è un arricchimento maggiore e c'è anche
un'incisività maggiore. Quindi questo coordinamento ci sembra molto
importante, anche per crearci un metodo di confronto, da vedere
attraverso quali strumenti - come degli appuntamenti due volte
l'anno, o anche non proprio così canonici - però con questa
necessità di scambiarci le nostre esperienze, di costruire progetti
anche insieme perché, come ho detto prima, siamo molto più incisivi.
Poi all'articolo 2, comma 2 punto e) che è abbastanza imparentato
con quello di prima: collaborare, nel rispetto dell'autonomia delle
singole istituzioni, alle iniziative riguardanti la condizione
femminile promosse da Regione, Province, Comuni ed altri Enti
locali . Oltre che collaborare, che è importantissimo, lo è anche
favorire la nascita di altre associazioni, istituzioni, perché non
mi pare che siamo molte, anche se sembra, e che non diventino
esperienze sporadiche. Quindi anche questa che sia una
collaborazione non dico così codificata, però che sia abbastanza
precisa e non lasciata all'immaginario, alla genericità, ma una
collaborazione stretta perché può aiutare a diffondere le pratiche e
poi perché un Ente locale, un Comune sappia dell'altro la Regione
questo ruolo non solo di coordinamento, ma proprio di input, di
stimolo, è molto importante che ce l'abbia.
Maria PAGLIA (Presidente Confprofessioni Emilia-Romagna) - Io sono
qua a rappresentare una parte sociale, direi: la categoria delle
libere professioniste. Le libere professioniste non sono abituate ad
avere una rappresentanza comune e forse siamo poco abituati a
pensare a loro perché tutto sommato non sono tantissimi anni che
nelle libere professioni le donne sono entrate in misura veramente
rilevante. Iscrivendoci agli istituti superiori, alle università,
laureandoci, e poi affrontando anche gli esami di stato per lo
svolgimento della libera professione, dagli anni '80 in poi le donne
negli albi professionali sono diventate sempre più numerose.
Diciamo che per un po' forse abbiamo pensato, ci siamo sentite
gratificate dall'entrare in professioni che erano tipicamente
maschili, poi abbiamo fatto i conti con come effettivamente
svolgevamo la nostra professione. In realtà abbiamo anche noi
parecchi problemi. Discriminazioni? Forse le percepiamo ma non ci
rendiamo ben conto, non abbiamo degli esempi precisi da portare.
Sicuramente ci sono dei dati, ad esempio i dati reddituali: i nostri
redditi, se andiamo a vedere i dati delle nostre Casse di
previdenza, sono mediamente di gran lunga inferiori a quelle dei
colleghi, anche a parità di anzianità professionale o di età.
Molte di noi hanno scelto la libera professione pensando così di
riuscire meglio a conciliare la vita e il lavoro; in realtà tante
volte non è così semplice, anzi noi ci dobbiamo adattare quasi
sempre ad un'organizzazione del lavoro che è nata con gli uomini, ad
un'organizzazione maschile, quindi dobbiamo fare un po' i salti
mortali per poter svolgere le nostre attività libero professionali.
Poi, fenomeno molto recente, molte libere professioniste in realtà
sono dipendenti che sono state costrette ad aprire posizioni
individuali, perciò sono autonome non di fatto, ma solo di diritto,
soprattutto di diritto fiscale.
Confprofessioni Emilia-Romagna si è costituita nell'ottobre 2010 ed
è una delegazione regionale della Confederazione nazionale che
riunisce a livello nazionale ben 17 sindacati di libere professioni.
In Emilia-Romagna per il momento siamo in nove ad avere dato vita
alla confederazione e quindi rappresentiamo avvocati, notai, dottori
commercialisti, consulenti del lavoro, ingegneri, architetti.
Quindi la mia presenza qui non è tanto per sottolineare che la norma
può essere migliorata e modificata, anche da un punto di vista
letterale; ho depositato alcune proposte di modifica che soprattutto
tendono a fare riconoscere un po' questa realtà delle libere
professioniste. Vogliamo esserci, vogliamo essere consultate, siamo
disponibili, vogliamo portare le nostre esperienze; ovviamente poi
mettendole insieme a tutte le altre penso che potremo fare molto per
il principio della parità.
Giorgio ALTANA (Ordine Commercialisti Reggio Emilia) - Io mi son
preparato un intervento a titolo personale. Ritengo che secondo me è
utile per la finalità di dare vantaggio alle donne una declinazione
neutra della legge, non specificamente femminile, come prima ha già
menzionato una signora, appunto, per evitare che le donne siano
identificate come troppo svantaggiate. Faccio questo ragionamento
perché ho riscontrato un orientamento ideologico nell'ambito di
numerosi dibattiti, anche in quello in cui ho avuto l'onore di
parlare per la prima volta con la consigliera Roberta Mori. La
finalità sarebbe quella di poter interpretare correttamente un
intento delle concittadine e dei concittadini contrari alle
discriminazioni di genere, equipararli nella futura legge in modo
che entrambi risultino di fatto equilibrati nei diritti e vengano
percepiti dalla comunità come ricchezza dello stesso grado e nessuno
dei due rischi di essere considerato come ghettizzato, disgraziato,
svantaggiato, in modo che se adesso esiste un concreto svantaggio
per un genere, la legge colmi tale svantaggio dell'uno e lo
qualifichi al privilegio dell'altra.
Io ho elencato nove punti dove ci sarebbe da fare queste correzioni.
Io non li leggerei per non annoiarvi. Se voi volete ve li leggo. Vi
faccio presente che io ho già inoltrato una mail all'organizzazione
che mi ha invitato. Vi ringrazio.
Susi PELOTTI (Presidente Comitato pari opportunità Università di
Bologna) - Anch'io ringrazio per questa possibilità di discutere e
di avanzare proposte. Io condivido totalmente - parlo a nome del
Comitato dell'Ateneo - sia le finalità che la struttura di questo
progetto di legge; si armonizza con le finalità del nostro Comitato
dell'Università. Ho letto tutta la documentazione, volevo
sottolineare quanto riportato dall'Assessore Bortolazzi che ha
collegato proprio il tema delle pari opportunità con il tema del
contrasto alla violenza. Questo proprio perché nella realtà
bolognese c'è stata una sinergia molto forte tra sanità regionale e
Università nel costituire il primo pronto soccorso, che è un esempio
tra i pochi in Italia, contro la violenza. E condivido anche la
proposta di integrazione della consigliera di parità Rosa Amorevole,
per quello che riguarda la collaborazione con le realtà femminili e
anche con tutti gli organismi, anche l'Università: è vero che il
Comitato si occupa dei propri dipendenti (che siano
contrattualizzati o docenti poco importa), ma si inserisce
nell'ambito di politiche più generali. Faccio solo un accenno: noi
abbiamo le celebrazioni di Laura Bassi che è la prima donna docente
al mondo, che ci invidia tutto il mondo, è un evento di Ateneo ma
che coinvolge tutta la realtà cittadina, regionale, ecco questo è un
punto fondamentale.
Con il vostro permesso io toccherei un punto che è quello della
ricerca. La ricerca è un problema per le donne, lo sottolinea
l'Europa. Nell'ambito della ricerca, soprattutto nelle posizioni
dirigenziali di decision making, sostanzialmente le donne sono poco
rappresentate. In Italia in particolare noi sappiamo come la ricerca
universitaria oggi sia in ginocchio, non abbiamo più fondi,
sostanzialmente.
Quindi quello che proponevo è che all'articolo 2, comma 2, punto d),
quando si dice: espandere l'accesso delle donne al lavoro , secondo
me sottolinerei anche alla ricerca , perché la ricerca è un punto
fondamentale, che sia universitaria o che non lo sia. Naturalmente
come Università noi siamo disponibili alla collaborazione, per
questo al punto g), che dice svolgere indagini conoscitive e
ricerche sulla condizione femminile - poi si vedrà per questa
locuzione con quello che si diceva prima - nell'ambito regionale
sulle disparità di genere , io proporrei di aggiungere: sostenendo
anche la ricerca e la formazione perché la formazione in ambito
universitario, le tesi, i corsi di alta formazione, è secondo me un
punto molto importante che si inserisce già in un momento così
precoce . Vi ringrazio.
Maria MALTONI (Assessore pari opportunità Comune di Forlì) - Prima
vorrei fare alcune brevi considerazioni che mi vengono dalla mia
esperienza di presidente di Commissione pari opportunità perché io
sono alla prima esperienza come amministratore, ma invece ho avuto
l'onore di presiedere per ben tre volte delle Commissioni pari
opportunità, prima quella della Provincia e poi del Comune di Forlì,
per cui ho rilevato in questa esperienza alcune criticità che vorrei
portare per cercare di individuare in qualche modo delle soluzioni.
La prima cosa che volevo dire è che ho apprezzato molto questa
iniziativa della Regione, sicuramente perché rende permanente la
Commissione equiparandola alle altre, anche se è vero che c'è questo
elemento magari di perdita un pochino di contributi esterni e qui
poi farò una proposta anche precisa. Ho apprezzato il fatto che
l'accezione che è stata data alla Commissione continua a essere
quella della promozione della parità di opportunità tra uomini e
donne. Perché l'indirizzo europeo è un po' più di ordine generale e
per certi aspetti va anche bene, nel senso che ci sono tutta una
serie di aspetti antidiscriminatori che possono essere in qualche
modo promossi insieme; però io credo che in termini anche
quantitativi, la discriminazione che va su oltre la metà del genere
umano non è comunque paragonabile ad altri ambiti, senza nulla
togliere, che siano quello della disabilità o dell'orientamento
sessuale, che pure sono importanti e devono trovare degli strumenti
di promozione e rimozione delle diseguaglianze.
Quindi ho apprezzato molto questa scelta della Regione, che non è
scontata, perché guardate che sulla base di questo orientamento che
ci viene dall'Europa, insomma, si tenta, come dire, di mescolare un
po' le carte sul tema del genere e delle politiche di genere.
Il secondo aspetto riguarda il tema delle azioni di mainstreaming.
Proprio perché la discriminazione che riguarda il genere femminile è
una discriminazione che riguarda metà dell'umanità e metà quindi di
tutto quello che succede nel mondo, interagisce con tutto quello che
succede in un'amministrazione e non è assolutamente facile trovare
degli strumenti di intervento. Non basta interrelarsi con
l'Assessorato alle pari opportunità, qui l'aspetto del mainstreaming
coinvolge tutta l'azione amministrativa ed è una roba
complicatissima perché è veramente molto difficile intrecciare
questi ambiti e non è neanche facile, anche volendolo. Faccio un
esempio personale: io ho anche l'Assessorato al personale e alle
attività produttive e su questi tre ambiti, visto che ho anche le
pari opportunità, riesco a interagire un po' più direttamente; su
altri ambiti bisogna trovare la disponibilità dei pezzi di
amministrazione, dei colleghi che operano su queste cose. Noi
abbiamo creato la Consulta dei migranti, qualche giorno fa c'è stata
la disponibilità da parte dell'Assessore al welfare, che è un uomo,
a promuovere una norma antidiscriminatoria sulla presenza femminile
e siamo riusciti a fare una consulta dei migranti con un po' meno
della metà di donne e con un meccanismo di riequilibrio.
Quindi diciamo il mainstreaming vuol dire anche queste cose concrete
e la proposta che volevo fare era un po' questa. Non so se la
Regione faccia ancora il bilancio di genere, ma il bilancio di
genere della Regione potrebbe essere lo strumento con cui si
analizza l'insieme delle politiche amministrative. Perché non è
semplice l'aspetto dell'esame dei singoli provvedimenti, perché un
po' in tutti gli statuti - io parlo per esempio per le esperienze
che ho conosciuto in Comuni e Province - quando si dice di esprimere
pareri e formulare osservazioni e proposte, sono rarissimi i
provvedimenti che arrivano su cui vengono richiesti dei pareri. Al
contrario, praticamente tutta l'azione di un ente è soggetta a
valutazione di genere, per cui credo che alla fine lo strumento del
bilancio di genere, se fatto in modo serio e analizzato in modo
serio dalla Commissione pari opportunità, potrebbe essere lo
strumento per fare una valutazione, come dire, più ampia, a tutto
campo, dell'attività. Collegato magari - e qui mi riaggancio ad
alcune cose che hanno detto le persone che mi hanno preceduto - per
esempio a una sorta di forum annuale in cui la Commissione, che nel
nostro caso è composta solo da componenti istituzionali, prevede una
sorta di audizione di tutte le realtà della Regione, siano esse
istituzionali, siano anche non istituzionali: associazioni e
soggetti di varia natura, da quelli professionali ad altro. Credo
che questo potrebbe essere uno strumento di una sorta di momento, di
forum permanente, che consente di raggiungere l'obiettivo del
raccordo che qui si diceva.
Rapidissimamente altre due questioni. Il tema dell'individuare lo
specifico che eviti la sovrapposizione con gli Assessorati pari
opportunità, perché perlomeno sui livelli periferici questo è un
elemento che spesso accade: allora questa cosa la fa l'Assessorato
pari opportunità o la fa la Commissione pari opportunità? A
prescindere dal fatto che molto spesso la stampa, le istituzioni,
non capiscono qual è la differenza.
Allora è bene, secondo me, anche marcare quelli che sono gli ambiti
specifici di competenza, perché una serie di azioni concrete stanno
nell'ambito dell'espressione di carattere amministrativo, mentre
invece - come viene giustamente indicato in uno degli articoli -
tutti gli aspetti che riguardano lo studio e l'approfondimento,
l'analisi e poi la formulazione di eventuali proposte, credo che sia
uno specifico molto importante da individuare per la Commissione,
proprio al fine di evitare le sovrapposizioni. Anche perché, vedo
che qui non è previsto, ma do per scontato che questa Commissione,
essendo una Commissione, non ha un budget suo di dotazione e quindi
tutte le iniziative che vengono svolte devono poi trovare comunque
una copertura finanziaria e sappiamo tutti che di questi tempi
queste sono attività che non sono considerate standard della
pubblica amministrazione e quindi diventa sempre anche molto
difficile finanziarle.
Quindi credo che questo aspetto che riguarda appunto l'analisi,
l'approfondimento, le ricerche sia un aspetto estremamente
importante.
Volevo fare anche una proposta specifica per quello che riguarda il
tema del sostenere e promuovere la presenza delle donne nelle
nomine, perché questo è un aspetto, io credo, di grandissima
rilevanza, perché se non si affronta questo nodo poi succede che
solo attraverso sforzi inenarrabili, azioni di lobbying trasversali,
nei partiti magari si riesce ad avere qualche donna presente
all'interno delle pubbliche amministrazioni. Lasciatemi dire che,
con grande soddisfazione, da questa tornata amministrativa tutte le
realtà che si sono segnalate per la novità sul piano politico e
amministrativo hanno fatto la scelta di avere le Giunte col pari
numero di uomini e di donne.
Quindi io credo che questo aspetto delle nomine vada considerato. Ad
esempio il Comune di Forlì ha previsto nel suo statuto una norma che
riguarda le nomine, che prevede, all'interno delle nomine per le
quali viene richiesta una segnalazione di evidenza pubblica, sulla
base di competenze e caratteristiche di curriculum, anche una norma
di riequilibrio. Poi è evidente che se cerchiamo uno scienziato
nucleare, se cerchiamo una professionalità particolarmente specifica
e ce n'è solo una, prendiamo quella. Però la norma
antidiscriminatoria aiuta, quindi io qui lo rafforzerei un po': più
che promuovere e sostenere aggiungerei anche attraverso degli
strumenti e delle norme specifiche da proporre , perché sennò
restiamo un po' sul vago e sappiamo che quando si resta un po' sul
vago poi si rischia anche di essere poco incisivi, di fare dei
ragionamenti interessanti, positivi, propositivi, però poi anche di
essere un po' meno concreti.
L'ultima questione che volevo portare riguarda l'associazione Women,
di cui assieme a Raffaella Lamberti sono co-presidente. Siccome qui
si chiedeva anche in qualche modo un indirizzo sulle progettualità,
questa è un'associazione che nasce come rete delle donne del
Mediterraneo e quindi ha un ambito di progettualità più legata agli
aspetti della cooperazione internazionale; anche questi ambiti
soggetti fortemente a tagli di risorse e a problematiche di vario
genere.
Credo che in questa fase in cui diventa sempre più difficile anche
lavorare sull'esterno, potrebbe essere una pista di lavoro anche
quella di lavorare sulle donne del Mediterraneo o comunque le donne
migranti che sono all'interno della nostra regione. Anche questo
potrebbe essere un lavoro interessante da fare proprio nell'ottica
del coinvolgimento rispetto alla vita politica istituzionale, perché
io credo che il senso primo di una Commissione pari opportunità è
superare la discriminazione - prima che rispetto alla
partecipazione, alla vita politica - alla vita sociale. Partecipare
alla polis è quello che dà la modalità e la spinta per partecipare a
tutto il resto perché poi anche su altri ambiti, lavoro eccetera ci
sono aspetti e figure anche più specifiche. Grazie.
Manuela CLAYSSET (Presidente Consiglio Regionale UISP
Emilia-Romagna) - Intanto un ringraziamento per questa opportunità.
Credo che istituire la Commissione con questo tipo di impostazione,
quindi uguale alle altre Commissioni della Regione, sia un passo
importante. Lo stesso, però, questa voglia di avere aperture e
confronto, che anche in altri interventi veniva sollecitata, credo
che sia un aspetto importante. Quindi cerchiamo di capire come avere
anche dei momenti di approfondimento, anche se una volta all'anno mi
sembra un po' riduttivo.
Io mi occupo di sport ed è un ambito molto strano. Alcuni dati molto
semplici: in Emilia-Romagna la UISP ha circa 290.000 soci, la metà
oramai sono donne, quindi c'è una crescita continua delle praticanti
e lo possiamo vedere anche normalmente: il corso di yoga, la
palestra, eccetera. Se poi andiamo a ragionare sulle dirigenti,
incominciano i primi problemi (e parliamo della UISP dove forse un
po' d'attenzione in più c'è: non è un caso che il Coordinamento
Donne della UISP è rinato a livello nazionale e abbiamo ripreso un
lavoro sulle politiche di genere).
Se prendiamo appunto in esame lo sport, molto spesso c'è un grande
aumento delle praticanti, ma quando arriviamo a determinate
situazioni e livelli, le donne fanno fatica, quindi questo mi sembra
un elemento da guardare anche insieme. Anche perché noi ci occupiamo
di benessere, di salute, lavoriamo con i corpi delle persone, è un
tema che credo sia molto importante, so bene che ci sono altre
tematiche, però io non lo sottovaluterei. Questo è un po' l'invito
anche alla luce di un fatto che è successo alcune settimane fa: dopo
25 anni la UISP insieme ad altre associazioni europee ha
ripresentato la Carta dei diritti delle donne nello sport. L'avevamo
fatta nell'85, la Comunità europea la fece propria nell'87;
ovviamente sono passati un po' di anni ed era anche da aggiornare,
però purtroppo tutta una serie di differenze restano e c'è un lavoro
da fare anche insieme. Non parlo solamente della questione delle
premiazioni - ogni tanto avete visto anche associazioni di atlete
che si sono messe insieme per evidenziare questo -, c'è anche un
tema molto banale: noi non abbiamo impianti, molto spesso se c'è un
arbitro donna non sappiamo come comportarci. Sono sciocchezze in un
mondo che è fatto, costruito, ed opera per gli uomini, ma questo è.
Quindi potrebbe essere interessante vedere questa Carta dei diritti
delle donne oggi che proposte ci fa, che lavoro possiamo fare
insieme, su un tema che crediamo molto trasversale e anche molto
sentito.
Ci fa molto piacere questo lavoro, cerchiamo anche di affrontare
insieme alcuni temi che, è vero, ci sembrano molto lontani, non sono
la priorità, però posso assicurare che c'è una trasversalità
importantissima e parliamo alle giovanissime - dove molto spesso c'è
il mito, la ricerca di un corpo perfetto, la magrezza e tutte queste
cose qua - insieme anche a donne di novant'anni che continuano a
fare attività sempre molto interessanti.
L'invito era questo e un grazie ancora.
Daniela RICCÒ (Direttore Sanitario Az. USL Reggio Emilia) - Grazie
per questa opportunità, siamo dei tecnici e non è usuale che noi
andiamo a delle udienze conoscitive per dei progetti di legge ed è
interessante.
Oggi ho sentito delle cose molto interessanti. Posso dare solo un
piccolo contributo, nel senso che non me la sento, non ho le
competenze per entrare negli articoli di legge, anche se credo che,
in generale, un tema vada più rafforzato, che è quello
dell'informazione: che cosa si fa, che cosa fanno le associazioni?
Perché non c'è questa informazione diffusa; magari tra gli addetti
ai lavori, nelle Commissioni pari opportunità, però nella maggior
parte dei casi non abbiamo informazioni diffuse. Quindi è molto
importante, credo anche per reclutare delle forze, delle idee e
degli interessi che possono poi essere utili.
Come Direttore sanitario, di un'azienda che ha oltre 4.000
dipendenti e è quindi una grossa azienda, come avviene per tutte le
aziende sanitarie ho un osservatorio duplice. Da un lato i nostri
dipendenti: pur essendo pubblica amministrazione, come l'Università,
ma in realtà si chiama azienda e quindi comincia ad avere delle
regole un po' diverse, che non sono meglio dal punto di vista delle
pari opportunità. Una grande azienda in cui il maggior numero dei
dipendenti sono donne, però ovviamente ben sapete che ai vertici, i
primari sono spesso uomini, mentre le donne si occupano
prevalentemente del lavoro di cura. E c'è già un problema su questo:
pensiamo agli infermieri che fanno i turni nelle 24 ore, che se sono
a casa in ferie vengono richiamati se la collega si ammala, quindi
c'è un problema di organizzazione che fa sì che spesso alla donna
che lavora in una struttura sanitaria non venga concesso il tempo
per la propria vita, per la propria famiglia. Questo è un problema
importante che noi vediamo e che è molto serio, che costringe spesso
soprattutto le infermiere, se hanno altre opportunità, ad andare a
fare non dico le libere professioniste ma dell'altro, come è
avvenuto per altre professioni.
Teniamo conto poi che ci sono dei lavori anche molto difficili per
le donne. Noi abbiamo il tema della violenza sulle donne, pensate
alla guardia medica: è sorto in questi anni, non un'associazione ma
un insieme di persone che hanno cercato di porre fortemente
all'attenzione degli Ordini dei medici, agli ordini professionali e
all'azienda questo tema della donna che si trova sola, di notte, in
giro, di fronte anche a situazioni difficili, ed è difficile
affrontarlo questo tema perché effettivamente le pari opportunità
non danno oggi la possibilità di tutelarle maggiormente rispetto
invece a una figura maschile.
L'altro punto di vista invece è quello verso i servizi, verso
l'esterno e quindi la grossa battaglia dell'accesso ai servizi.
Questo è il nostro problema dell'equità dell'accesso ai servizi,
perché è vero: il genere è importante, l'etnia è importante, la
diseguaglianza in generale è importante, il livello sociale, il
livello culturale sono molto importanti. E questo lo vediamo perché
dalle ricerche che abbiamo fatto, soprattutto in determinate
situazioni, le donne che affluiscono ai nostri consultori, sono
donne che se hanno un livello di dipendenza dalla famiglia,
dall'uomo, sono donne che hanno maggiori problemi di salute e questo
poi con delle ricadute anche sulla loro famiglia e sulla loro
condizione di donne che in qualche modo cercano anche di superare
questo problema. Quindi anche questo per noi è un problema serio dal
punto di vista dell'impatto sulla salute e allora si è pensato a
diverse situazioni. Ho sentito parlare di un pronto soccorso sulla
violenza, questo magari è possibile in una grande città; io devo
dire che temo sempre molto i servizi dedicati perché, secondo me,
tendono in qualche modo a discriminare a loro volta. Perché è vero
che oggi c'è la donna, ma domani c'è il bambino, c'è l'anziano che
sono oggetto di violenza e quindi dobbiamo stare un po' attenti,
anche se naturalmente le situazioni sono diverse l'una dall'altra.
Quindi credo che di lavoro ce ne sia parecchio. Questa Commissione,
aldilà degli articoli che sono stati indicati, potrà lavorare bene
se la partecipazione e la passione con cui ho visto anche oggi le
persone portare il loro contributo potrà riempirla di contenuti;
anche se può sembrare un po' generica, ma in realtà credo che possa
portare grossi contributi.
Gabriella MONTERA (Assessore pari opportunità Provincia di Bologna)
- Ringrazio anch'io di questa opportunità e mi concentro sulla parte
che riguarda di più l'aspetto istituzionale. Così come aveva già
espresso l'intervento della consigliera di Reggio Emilia, quando
nell'articolo 1 al punto c) si dice: creazione di uno stretto
raccordo e di un dialogo permanente tra le donne elette nelle
istituzioni eccetera, in effetti penso sia importante valorizzare
(proporrei anche delle parole su questo, magari riservandomi di
mandarvele per iscritto domani), fare in modo che in questo caso la
Regione possa, più che in altri campi, fungere da supporto alle
esperienze delle amministrazioni locali. Quando dico locali dico i
Comuni come le Province, perché pur nella sussidiarietà e nella
grande autonomia che ogni Comune oggi può giocare, in realtà la
fragilità delle politiche di pari opportunità è un fatto. Perché
sono comunque strutture dotate di risorse veramente risibili, perché
si parla di rete ma spesso si fa fatica per ragioni che anch'io
comprendo e di cui, come dire, sono anche protagonista; spesso
abbiamo molte altre deleghe e involontariamente si finisce per
mortificare questa attività perché non è una delega che ha risvolti
particolarmente significativi sul piano economico.
Quindi rafforzare l'aspetto della rete interistituzionale; per
esempio adesso finalmente la Provincia di Bologna ha portato a
compimento questo percorso che è durato parecchio tempo, di
istituire una Conferenza provinciale delle amministratrici,
includendo fra queste donne elette e donne non elette, cioè anche le
Assessore che alcune volte non sono elette.
E quindi creare la rete interistituzionale per elaborare politiche
condivise.
Dal punto di vista dell'associazione io sono pienamente d'accordo
con ciò che diceva Fernanda Minuz, ma anche con la rete Woman: mi
sembra molto importante trovare le parole e definire meglio come si
può condividere un percorso. Perché dico questo? Perché essendo una
Commissione consiliare ed avendo tutte le caratteristiche della
Commissione consiliare permanente al pari delle altre, c'è un
rischio che non è dovuto alla volontà dei proponenti e delle
proponenti, che al contrario mi sembra che hanno tutta la voglia di
aprirsi. Però è un fatto spesso regolamentario, statutario, cioè una
Commissione consiliare permanente ha poi delle regole precise, non è
che può fare spontaneisticamente gli incontri con le associazioni,
le consigliere di un Comune piuttosto che di un altro, a seconda
magari dei temi che si affrontano, che possono essere patrimonio di
un'esperienza territoriale sia dal punto di vista
dell'associazionismo che istituzionale. Quindi questo mi piacerebbe
che si potesse definire meglio.
Un altro aspetto che trovo dirimente è all'articolo 2, quando si
dice cosa in particolare la Commissione può fare: esprimere pareri e
formulare osservazioni e proposte alla Commissione assembleare
referente eccetera eccetera. Può evidentemente significa che è
un'opzione, non è certo un percorso che si individua come non dico
obbligatorio ma in qualche modo vincolante.
Allora, nel corso degli anni ho anche partecipato a dare una mano
alla Commissione che viene abrogata (l'articolo 4 si dice che si
abroga la Commissione precedente), nel passato quando me ne occupavo
qui come dipendente della Regione io in effetti ho dato una mano, ho
fatto da ponte per un breve periodo fra la Giunta regionale e
l'Assessora di allora e la Commissione. In effetti la Commissione
regionale di allora si componeva di alcune figure nominate nei
territori ed era una Commissione esterna. Voi lo sapete bene perché
state lavorando su questo. Questa commissione esterna, fatta da
donne esperte, riconosciute nei singoli territori, in realtà non è
mai riuscita - e questo proprio l'ho visto io nel senso che ci
lavoravo - a dare un contributo sullo sviluppo delle politiche di
genere in Emilia-Romagna, perché c'è sempre stata questa
problematica, che credo che ancora oggi sia reale, della
conflittualità o comunque della probabile strisciante conflittualità
fra gli esecutivi e gli organismi consiliari.
Allora questa è una Commissione consiliare, quindi non si sostituirà
mai alle politiche dell'Assessora, ma deve trovare una forte
connessione, io sono convinta di questo e per questo le politiche di
pari opportunità hanno una originalità in più rispetto ad altre
deleghe.
Quindi, quando si dice può esprimere pareri , io direi esprime
pareri , perché è qui che si gioca il mainstreaming. Tutti i
progetti di legge regionali è una vita che si spera che diventino
oggetto di un confronto con le consigliere regionali elette, al fine
di poterli piegare - nel senso più nobile del termine - alle
politiche di parità e di contrasto alle discriminazioni, di
mainstreaming, eccetera. Allora questo rischia di marginalizzare il
ruolo di questa Commissione e siccome penso che sia stato un lavoro
importante quello che avete portato avanti fin qui, il mio auspicio
è che lo si possa definire in maniera che il peso specifico di
questa Commissione ci sia e ci sia tutto.
Concludo dicendo che oggi qui non sono presenti, per esempio, le
consigliere provinciali di Bologna, perché ho avuto modo di
incontrare le consigliere prima in un incontro di lavoro e non lo
sapevano. Allora è importante, sarebbe importante che potessero dare
anche loro il loro contributo. Ci sono una serie di consigliere che
sono impegnate sulla sensibilità ai temi che riguardano le politiche
di genere e, ripeto, oggi mi è stato anche chiesto in qualche modo
di rappresentare il fatto che loro non hanno avuto l'invito. Ma non
è un fatto di permalosità, è solo un fatto forse di corto circuito
organizzativo che magari è meglio provare di superare. Grazie.
Roberta MORI (Consigliera relatrice) - Ringrazio molto per i
contributi, perché credo ci diano l'opportunità di migliorare non
soltanto, eventualmente, il dettaglio e il registro linguistico
della declinazione di alcuni concetti all'interno della legge, ma ci
danno anche qualche obiettivo in più rispetto alla costituzione
della Commissione pari opportunità. Perché io non vorrei appunto vi
fosse sfuggito, ma non vi è sfuggito, il fatto che essendo e
diventando una Commissione permanente e plenipotenziaria rispetto a
tutti i poteri che può esprimere, sia in sede referente che
redigente e consultiva, come dicevo nell'illustrazione iniziale,
questo di per sé diventa un elemento fondante e sicuramente un
rilancio fortissimo del mainstreaming di genere e di un percorso che
possa in modo continuativo, organico, organizzato e plurale dare un
rilancio e un contributo alle politiche di genere e a tutte le
declinazioni e anche a tutte le integrazioni alle lacune che adesso
in qualche modo possiamo percepire nelle relazioni
interistituzionali.
Perché è ovvio che la buona volontà, le deleghe, unite un po' alle
scarse risorse vanno fortemente supportate da una forza legislativa
e orientativa degli indirizzi regionali, che se c'è e si innerva a
tutti i livelli istituzionali rafforza il tema, rafforza
l'attenzione, rafforza la pianificazione e la programmazione
dell'Assessorato, ma anche i contributi legislativi della
Commissione.
Questa Commissione permanente ha questo elemento rafforzativo di
base, che lo è perché è permanente, perché è fatta dai consiglieri
regionali, come tutte le altre Commissioni.
Qui si inserisce il tema, credo molto corretto, di come trovare
strumenti per forum annuali o momenti di condivisione, ad esempio
consulte interistituzionali. Le vostre sollecitazioni odierne credo
che saranno al primo punto dell'ordine del giorno della prima
istituita Commissione per le pari opportunità, per trovare insieme
ai consiglieri, a tutti i commissari della Commissione, le modalità
migliori, perché i temi che attengono alle soggettività femminili,
alle pari opportunità, agli elementi di antidiscriminazione non
possono essere più soltanto in termini volontaristici, ma la
Commissione li renderà cogenti, attuali, alimentati come tutte le
altre Commissioni. Questo sarà il primo punto all'ordine del giorno,
ma ritengo che ingabbiare fin dal progetto di legge le modalità di
concertazione, coinvolgimento, allargamento, organizzazione della
condivisione interistituzionale piuttosto che del coinvolgimento
associativo spezzerebbe il momento di approfondimento che invece la
Commissione deve darsi, perché per poter trovare lo strumento
migliore serve ovviamente il vostro contributo di oggi, ma a noi
credo serva anche, ad esempio, verificare l'esperienza di altre
Regioni, verificare anche l'efficacia di azioni di Commissione che
hanno semmai una più lunga percorrenza e più lunga storia.
In sala c'è la presidente Donini che è conoscitrice perfetta di
questi temi ed è stata lei a suggerirmi che ci sono degli elementi
di condivisione che la stessa Commissione ha, perché ha le
audizioni, perché ha le udienze conoscitive, perché ha modalità di
interazione di per sé istituzionalizzate. Ma l'ambizione è di avere
una legge sulle pari opportunità che possa considerare tanti
elementi trasversali e che renda assolutamente visibili e
istituzionalizzati momenti di confronto, di realizzazione di
obiettivi comuni, che diano anche qualità all'operato della
commissione pari opportunità, all'interno del percorso di
approfondimento e di programmazione che si darà.
Quindi questa sarebbe l'ambizione massima, ma per arrivare lì serve
che la Commissione individui, anche con il vostro contributo, lo
strumento migliore. Io ho fatto il sindaco dieci anni e so quanto i
livelli istituzionali e anche i livelli associativi tutti siano
inflazionati da tantissime riunioni, occasioni, momenti di
confronto; quello che noi cerchiamo è che siano utili, efficaci ed
incisivi. Se individueremo, e lo individueremo senz'altro, una
modalità organizzativa di condivisione solida, condivisa, questa
dovrà funzionare e dovrà essere efficace e incidere davvero su
quello che sarà il percorso della Commissione, quindi anche delle
politiche della Regione e di tutta l'attività dell'Assessorato alle
politiche per le pari opportunità avendo la massima disponibilità
dell'Assessore a mettersi a disposizione, a collaborare con la
Commissione e di questo l'ho ringraziata anche in sede di
informativa.
Quindi discuteremo con i colleghi già dopodomani in sede di esame di
articolato questi elementi che voi avete proposto oggi; però penso
che serva un momento di approfondimento importante - la prima seduta
della Commissione per le pari opportunità - per trovare un elemento
di coinvolgimento. Già la legge, già il fare una selezione nella
legge credo che diventerebbe un po' preclusivo di analisi,
approfondimenti su uno strumento vero, anche perché su questo ci
piacerebbe molto poi confrontarci con voi.
Rispetto al linguaggio: valuteremo davvero gli elementi che meglio
possono rendere il testo più adeguato agli obiettivi che si pone.
Sono molto contenta della testimonianza di Maria Paglia per le
professioni; da avvocato dico che è assolutamente un elemento da
mettere insieme a tanti elementi al centro della nostra attenzione,
quindi la ringrazio, così come ringrazio Susi Pelotti perché ci ha
dato, secondo me, uno spunto molto importante e cioè il tema della
ricerca e della formazione. Credo che sia fondamentale la
collaborazione con le Università, anche per lo sviluppo di un
pensiero forte affiancato a strumenti forti, e continuare ad
evolverlo a beneficio di tutti. Quindi fin da ora posso assicurare
massima attenzione per ciò che è stato sottolineato, così come anche
la proposta del forum annuale permanente che è stato proposto.
Il tema del corpo delle donne rappresentato da Manuela Claysset
secondo me è molto, molto importante, non soltanto in termini di
immagine, ma in termini di salute e di protagonismo al femminile
anche in un ambito, quello sportivo, che spesso vede le ragazze meno
coinvolte in questa dimensione nei piccoli Comuni. Quindi mettere al
centro questa soggettività mi sembra molto importante, così come
pure tutti gli elementi che all'interno dell'AUSL ci sono stati
segnalati come elementi importanti: la Regione ha una competenza
importantissima in ambito sanitario e quindi la ricaduta che avrà il
ruolo della Commissione soprattutto sulle aziende sanitarie credo
che sarà molto importante.
Ringrazio l'Assessora alle pari opportunità della Provincia di
Bologna perché ha colto nel tema delle fragilità delle pari
opportunità, non in tema di contenuti, perché i contenuti sono
fortissimi, ma in tema di contesto e di rete interistituzionale che
le sorreggono; invece noi vorremmo farne proprio un elemento di
grandissima forza con la costituzione della Commissione.
Vi dico solo - questo è già un elemento di valore, per chi è
addentro a certi meccanismi - che abbiamo implementato il nostro
indirizzario, di conoscenze nel corso di questi mesi di iter
legislativo da un determinato numero di soggetti al quadruplo dei
soggetti coinvolti. Quindi anche il tema delle consigliere sarà
sicuramente un tema di ulteriore coinvolgimento anche con il vostro
sostegno, perché ovviamente ogni amministrazione ha anche un po'
l'ingrato compito, ma anche l'onore, di veicolare le risultanze di
questa udienza conoscitiva nonché l'esito del processo legislativo
anche ai propri eletti, ai propri collaboratori, alla propria
struttura.
Per tutto questo io vi ringrazio davvero tanto perché mi avete reso
più adeguata anche nel presentare la legge ed eventualmente nel
migliorarla, con il contributo dei colleghi che ringrazio.
Antonio MUMOLO (Vicepresidente della Commissione) - Grazie
consigliera Mori e grazie anche a tutti gli intervenuti e i
partecipanti, anche a nome della Commissione VI. Grazie per le
proposte e per gli spunti di riflessione, di cui faremo certamente
tesoro.
La seduta termina alle ore 16,20.
Approvato nella seduta del 19 luglio 2011
Il Segretario Il Presidente Il Presidente
Nicoletta Tartari Giovanni Favia Antonio Mumolo