Testo
Verbale n. 12
Seduta del 22 giugno 2011
Il giorno 22 giugno 2011 alle ore 14,30 si è riunita presso la sede
dell'Assemblea Legislativa in Bologna, Viale A. Moro 50, la
Commissione Statuto e Regolamento convocata con nota prot. n. 19802
del 16 giugno 2011.
Partecipano alla seduta i Commissari:
Cognome e Nome Qualifica Gruppo Vot
o
FAVIA Giovanni Presidente Movimento 5 Stelle
2 presente
Beppegrillo.it
MUMOLO Antonio Vicepresid Partito Democratic
o 6 presente
ente
POLLASTRI Vicepresid PDL - Popolo della
Libertà 6 presente
Andrea ente
BARBATI Liana Componente Italia dei Valori
- Lista 4 assente
Di Pietro
BERNARDINI Componente Lega Nord Padania
Emilia e 4 presente
Manes Romagna
BONACCINI Componente Partito Democratic
o 4 presente
Stefano
CEVENINI Componente Partito Democratic
o 4 presente
Maurizio
DONINI Monica Componente Federazione della
Sinistra 2 presente
MONARI Marco Componente Partito Democratic
o 4 presente
MONTANARI Componente Partito Democratic
o 4 presente
Roberto
MORI Roberta Componente Partito Democratic
o 2 presente
NALDI Gian Componente Sinistra Ecologia
Libertà - 2 presente
Guido Idee Verdi
NOE' Silvia Componente UDC - Unione di Ce
ntro 1 presente
VECCHI Alberto Componente PDL - Popolo della
Libertà 4 presente
VILLANI Luigi Componente PDL - Popolo della
Libertà 1 assente
Giuseppe
È presente il consigliere Matteo RIVA.
Hanno partecipato alla seduta: R. Ghedini (Servizio Informazione);
M. Veronese (Resp. Serv. Coordinamento Commissioni assembleari).
Presiede la seduta: Giovanni FAVIA
Assiste il segretario: Nicoletta Tartari
Resocontista: Nicoletta Tartari
Il presidente FAVIA dichiara aperta la seduta alle ore 14,50.
Sono presenti i consiglieri Cevenini, Donini, Monari, Montanari,
Mori, Mumolo, Naldi, Pollastri e Riva.
Il presidente FAVIA, in mancanza di obiezioni dei commissari
presenti, mette in approvazione il verbale n. 9 della seduta del 25
maggio 2011, resosi disponibile dopo l'invio della convocazione.
La commissione approva il verbale n. 9 del 2011 all'unanimità dei
presenti.
597 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Monari,
Barbati, Defranceschi, Manfredini, Naldi, Noè, Sconciaforni,
Villani, Costi, Donini, Marani, Meo, Montani, Mori, Moriconi e
Pariani: Istituzione della Commissione regionale per la promozione
di condizioni di piena parità tra donne e uomini (12 10 10).
Il presidente FAVIA, in apertura della discussione generale, dà la
parola alla relatrice Mori.
Entra il consigliere Bernardini.
La consigliera MORI ricorda brevemente l'esito dell'udienza
conoscitiva di lunedì scorso, che è stata, grazie a tutte le
rappresentanze presenti, ricca di interventi e di spunti di
riflessione. Diversi dei suggerimenti emersi attenevano al registro
linguistico del progetto di legge, tendendo a migliorarlo: per
questo motivo, ha ritenuto di tradurli nelle proposte di emendamento
che ha presentato.
È inoltre emerso il tema del coinvolgimento di tutti i livelli
istituzionali, delle rappresentanze associative, delle esperienze
delle realtà femminili del territorio al fine di poter costituire
uno strumento di supporto e di sostegno alle politiche di genere e
antidiscriminatorie della Regione e dell'Assemblea legislativa.
La relatrice chiarisce che comunque l'impianto della legge non è
assolutamente stato messo in discussione: alcuni interventi, che
proponevano una Commissione di natura diversa, non potevano trovare
accoglimento in quanto avrebbero stravolto la natura stessa della
Commissione, pensata come una Commissione permanente uguale alle
altre e con pari dignità. Queste riflessioni potranno comunque
essere utili per declinare al meglio l'obiettivo della costituenda
Commissione, sollecitando il più ampio coinvolgimento delle realtà
territoriali, istituzionali, associative e non.
Nell'udienza è stato manifestato un grande apprezzamento anche per
il percorso seguito perché, la Commissione pari opportunità viene
vista dai territori, e soprattutto dalle istituzioni, come un
tassello importantissimo per coordinare, sostenere e in qualche modo
rafforzare la filiera di tutte le istituzioni che, a partire
dall'Europa, si occupano delle politiche mainstreaming di genere.
Entra il consigliere Vecchi.
La consigliera DONINI chiede se nella seduta odierna la Commissione
intenda limitarsi alla discussione generale o concludere anche
l'esame dell'articolato: nel secondo caso il suo intervento sarà
necessariamente più ampio.
Il presidente FAVIA risponde che si potrebbe arrivare a licenziare
il progetto di legge già nella seduta odierna, ma sarà la
Commissione stessa a valutarlo, anche in base al tempo richiesto
dalla discussione generale.
Il presidente ricorda che sul testo insistono, oltre agli
emendamenti della consigliera Mori (nn. da 1 a 10) anche due
emendamenti che egli stesso ha presentato (nn. 11 e 12). Tutti gli
emendamenti sono in corso di distribuzione.
Entra la consigliera Noè.
La consigliera DONINI, pur non volendo condizionare i lavori della
Commissione, segnala che, a causa di un impegno personale, dovrà
andare via tra breve. Esprime il rammarico di non poter seguire il
dibattito, riservandosi di svolgere le proprie ulteriori
considerazioni in Aula.
La consigliera ricorda che la proposta dovrebbe essere ampiamente
condivisa, come dimostra il fatto che tutti i gruppi assembleari
l'hanno sottoscritta. Nel momento della presentazione si è fatta una
scelta tra le tante possibili: si è ritenuto che il modo più
efficace di attuare lo statuto fosse quello di istituire la
Commissione come commissione permanente. Attribuendole il rango di
commissione permanente si voleva darle un'efficacia e un potere
analoghi a quelli delle altre Commissioni. Questo implica
necessariamente che essa venga inserita all'interno di un sistema
che è regolamentato, non dalla legge, ma dal Regolamento interno
dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna. Conseguentemente la
Commissione dovrebbe funzionare in modo uguale a tutte le altre.
Alla luce di questa considerazione, appare discutibile l'emendamento
n. 12 presentato dal Movimento 5 Stelle che vorrebbe rendere
pubbliche le sedute di questa Commissione: bisognerebbe riflettere
sul fatto che si porrebbe in tal caso un problema di disparità di
trattamento tra le varie Commissioni.
Ricorda che nella precedente legislatura era stata prospettata
un'ipotesi diversa sul modo di dare attuazione alla norma
statutaria, che forse aveva ingenerato talune aspettative nella
comunità regionale. Alla luce della scelta fatta si potrebbe
discutere, magari in sede di emendamenti, di attribuire a questa
Commissione qualche prerogativa in più in tema di partecipazione e
di produzione partecipata.
Si dovrebbe in tal caso verificare se la Commissione potrebbe
attivare o favorire la nascita di consulte nei territori. Il tema,
prospettato nel corso dell'udienza conoscitiva è interessante e
merita senz'altro un approfondimento, anche per quanto riguarda gli
strumenti e le forme.
La consigliera ricorda l'importanza dell'Albo delle associazioni,
che tutte le Commissioni utilizzano per individuare i soggetti che
di volta in volta partecipano all'iter legislativo attraverso le
audizioni e le udienze conoscitive. Si tratta tuttavia di uno
strumento che probabilmente a molti è sconosciuto, e quindi di uno
strumento parziale. La nascita di questa nuova Commissione potrebbe
rappresentare l'occasione per rendere noto che esistono forme
importanti di partecipazione nei percorsi normativi della Regione
Emilia-Romagna.
Così come si devono rendere efficaci gli strumenti partecipativi,
bisogna anche riflettere sull'eventualità di prevedere in questa
legge strumenti che abbiano la finalità di ampliare le forme di
condivisione e di relazione con l'esterno.
Quanto al tema delle disuguaglianze tra donne e uomini, la
consigliera ritiene che il problema sia ancora attuale e meritevole
di attenzione, come è emerso anche dalle varie istanze sollevate
durante l'udienza conoscitiva.
Sebbene esistano già altri organi in questa Regione che si occupano
del medesimo argomento - le Consigliere di parità, l'Ufficio
regionale contro le discriminazioni nell'ambito razziale -
l'istituenda Commissione appare utile, per mantenere al centro
dell'attenzione il tema della parità tra donne e uomini, oltre che
doverosa alla luce della previsione statutaria.
La consigliera ribadisce l'auspicio che il progetto di legge possa
essere approfondito anche dopo la seduta odierna, considerando che
probabilmente non ci sono le condizioni per portarlo alla prossima
seduta dell'Assemblea prevista per il 28 giugno. Essendo prevista
una seconda tornata assembleare nel mese di luglio, si potrebbe
pensare di approvare il progetto di legge in quell'occasione.
Il presidente FAVIA segnala alla relatrice e all'intera Commissione
la propria perplessità sull'esaurire oggi la discussione di un
progetto di legge che ha avuto un così lungo percorso. Tuttavia,
ripete, sarà la Commissione stessa a valutare se iniziare già oggi
l'esame dell'articolato; gli preme, in ogni caso, che il progetto
sia approvato in Aula prima della pausa estiva. Chiede ai commissari
che fanno parte dell'Ufficio di presidenza dell'Assemblea se possono
fornire chiarimenti in ordine alle prossime sedute assembleari.
Il consigliere CEVENINI comunica che l'Ufficio di presidenza intende
proporre alla conferenza dei capigruppo un'altra tornata assembleare
nel mese di luglio prima di quella conclusiva.
Esce la consigliera Donini.
Il consigliere MONARI aggiunge che il presidente Richetti ha
segnalato alla conferenza dei capigruppo l'esigenza avanzata dalle
Commissioni di aggiungere una tornata assembleare a luglio. Per
questo si ipotizza, ma non è ancora stata definita, una convocazione
dell'Assemblea intorno a metà luglio - oltre a quella intorno al 20
luglio per l'assestamento del bilancio - anche in considerazione
delle richieste pervenute dai gruppi assembleari per discutere gli
atti di indirizzo politico.
In merito al progetto di legge in discussione, in segno di rispetto
per le tematiche affrontate, si dichiara disponibile a posporre
l'esame dell'articolato, trattandolo comunque in Aula entro luglio.
Circa le aspettative ingenerate nella comunità regionale, osserva
che qualche volta tali aspettative sono tradite dai tempi delle
istituzioni. La Commissione per le pari opportunità (oggi delineata
di rango paritetico alle altre Commissioni che sono ritenute
Commissioni di garanzia) doveva essere già istituita nella
precedente legislatura e si dispiace che la consigliera Donini non
sia ora presente per discutere di questo. Considerato il percorso
che è stato fatto per il presente progetto di legge - per il quale
ringrazia la relatrice ed il presidente - considera non utile
riflettere oggi su aspettative e richieste di partecipazione
ingenerate in passato e valuta che non si possa assolutamente
sostenere che di questo progetto di legge, che ha sentito apprezzato
da associazioni e tecnici, non se ne sia parlato diffusamente e da
tempo.
In merito agli emendamenti, ritiene che occorre tenere conto, nei
limiti della legittimità degli atti, delle segnalazioni che
provengono dai soggetti che vengono sentiti attraverso strumenti
quali le udienze conoscitive. Esiste oggi un problema di
rappresentanza, a tutti i livelli territoriali e in tutti gli ambiti
(politico, sindacale, delle associazioni di categoria). Questo
comporta che, da un lato, nei tavoli dove si prendono le decisioni
si tengano a volte riunioni autoreferenziali e, dall'altro, che
frequentemente, per qualsiasi azione, a qualsiasi livello, si formi
un comitato anche piccolo che mette in discussione un appropriato
coinvolgimento dei cittadini in quella decisione.
Occorre dunque ampliare i meccanismi di partecipazione, ma questo
non significa non poter inquadrare questa Commissione come le altre.
Circa i due emendamenti presentati dal presidente Favia, teme che il
primo (n. 11), eliminando il riferimento alle pari opportunità tra
donne e uomini dal nome stesso della Commissione, vada contro le
sensibilità che sono state sentite anche durante l'udienza
conoscitiva. Non si può chiedere un parere a soggetti esterni e poi
non tenere conto delle loro valutazioni.
Quanto all'altro emendamento (n. 12), che prevede la pubblicità
delle sedute della Commissione, non lo considera congruo al progetto
di legge, dato che si tratta di una questione già affrontata con il
presidente Favia e il suo gruppo in altre occasioni e in altre sedi,
come la conferenza dei capigruppo, e ritiene che debba rientrare in
quella discussione.
Chiede pertanto al presidente Favia di valutare l'opportunità di
ritirare entrambi gli emendamenti.
Entra il consigliere Bonaccini, esce il consigliere Montanari.
Il consigliere POLLASTRI ringrazia preliminarmente il consigliere
Monari per aver dato un quadro delle prossime sedute assembleari,
condividendo che si convochino più sedute assembleari, anche per
affrontare gli atti di indirizzo politico. Concorda quindi che si
svolga oggi la discussione generale e in una prossima seduta l'esame
dell'articolato, arrivando comunque ad approvare il progetto di
legge entro la pausa estiva.
Non approfondisce la genesi del progetto di legge, anche perché non
era consigliere regionale nella precedente legislatura, ma
sottolinea che il progetto di legge oggi in discussione è stato
presentato da tutti i gruppi assembleari, compreso il proprio, e
pertanto lo condivide.
Considera che le sollecitazioni provenienti dai soggetti esterni
siano state ben colte dalla consigliera Mori - verso la quale
esprime apprezzamento per l'impegno profuso - nelle proprie proposte
di emendamento, sulle quali si dichiara favorevole.
Auspica che la Commissione possa raccogliere le aspettative che si
sono dimostrate anche durante l'udienza conoscitiva e il lavoro
svolto possa portare a risultati concreti.
Circa gli emendamenti del presidente Favia manifesta alcune
perplessità; in particolare, ritiene che il n. 12 sulla pubblicità
delle sedute contrasti con il Regolamento interno, differenziando
questa Commissione dalle altre solo per questo aspetto.
Chiede poi alla relatrice delucidazioni in merito ai costi,
considerato che, ai sensi dell'articolo 3 del Regolamento interno,
anche per il presidente ed i vicepresidenti di questa Commissione si
dovrà prevedere, oltre che le relative indennità, la dotazione di
strumenti e personale.
Ribadisce infine il voto favorevole del proprio gruppo.
Escono i consiglieri Vecchi e Bernardini, entra il consigliere
Montanari.
Il presidente FAVIA illustra gli emendamenti che ha presentato.
In merito all'emendamento n. 12, ritiene che se, come è stato
osservato, l'istituenda Commissione può variare nell'organizzazione
per quanto attiene alla partecipazione, allora non vede alcuna
difficoltà a prevedere per essa anche diverse forme di
pubblicizzazione delle sedute. Si tratta di una Commissione che
viene istituita in un momento successivo alle altre e anche per
questo potrebbe dare un segnale che anticipi dei cambiamenti più
complessivi.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 11, riferisce che il progetto
di legge fu sottoscritto dal proprio gruppo assembleare in quanto
era stato richiesto un segnale politico, ricevendo rassicurazioni
che il testo avrebbe comunque potuto essere emendato, dato che su
alcuni punti ha fin dall'inizio manifestato il proprio disaccordo.
In particolare, rileva una discrepanza tra il richiamo alla Carta di
Nizza dell'articolo 3 - dunque ad una visione ampia delle pari
opportunità - ed il resto del progetto di legge, che invece si
concentra unicamente sulla differenza di genere. Non condivide
affatto questa visione e quindi auspica che si trovi un accordo che
consenta anche al proprio gruppo di approvare il progetto di legge,
scongiurando la creazione di una Commissione vetrina , la quale non
può riunirsi ogni settimana per discutere di differenze di genere
mentre tutte le altre, in ragione delle più pesanti competenze
attribuite, sono chiamante ad occuparsi di questioni ben maggiori,
considerando il contesto odierno.
Circa i soggetti intervenuti all'udienza conoscitiva - pur avendo
condiviso il percorso con la consigliera relatrice Mori, che
ringrazia per l'impegno - ritiene che lo stesso titolo del progetto
di legge, richiamandosi alla parità tra donne e uomini, abbia
indotto a partecipare solo i soggetti interessati a questo ambito e
non altri. Questo non esonera la Commissione dall'assumere la
responsabilità e la consapevolezza che il tema delle pari
opportunità è molto più ampio.
Preannuncia quindi la presentazione di ulteriori emendamenti in tal
senso.
Esce il consigliere Pollastri.
Il consigliere NALDI sottolinea preliminarmente che si sta oggi
ultimando un lungo percorso. Ricorda che fin dalla presentazione del
progetto di legge era presente il vincolo statutario sulla
definizione di pari opportunità concentrata su donne e uomini.
Condivide comunque il richiamo alla Carta di Nizza, che consentirà
alla Commissione di occuparsi anche di altre diseguaglianze, sebbene
non ritiene che l'occuparsi della differenza di genere sia questione
limitata e di poco conto e giudica positivamente che anche i
consiglieri uomini, per come è stata disegnata la Commissione (nella
quale non rinviene il profilo di una Commissione di garanzia), siano
chiamati a farsene carico. Se tutti sono d'accordo sulla lotta alle
discriminazioni, le opinioni divergono sulle politiche per
realizzarla, dunque vi sarà materia di discussione.
In merito alla pubblicità delle sedute, rammenta che il presidente
dell'Assemblea aveva segnalato in conferenza dei capigruppo che già
oggi le Commissioni, se lo ritengono e a determinate condizioni,
possono decidere di rendere pubbliche le proprie sedute. In
quell'occasione aveva colto un'opinione comune affinché si operasse
con gli stessi criteri, evitando di procedere in modo difforme tra
le diverse Commissioni. Benché egli non abbia alcuna remora a tenere
sedute pubbliche, occorre che questa decisione sia assunta insieme.
Infine, in relazione ai costi, ricorda che era stato detto che
l'istituzione di questa Commissione non avrebbe comportato
variazione dei costi complessivi delle Commissioni, che pertanto
dovrebbero essere ridistribuiti.
Escono i consiglieri Cevenini e Riva, entra il consigliere
Pollastri.
Il consigliere MONTANARI, cogliendo dei sottintesi in altri
interventi, afferma che il dibattito odierno è utile se si
confrontano le differenti opinioni su valori e programma, non
pensando a chi dovrà presiedere l'istituenda Commissione, ciò di cui
si discuterà in un altro momento.
Ha apprezzato la relazione svolta all'udienza conoscitiva così come
le conclusioni - temporanee - che hanno saputo tener conto del
dibattito ivi svolto ed hanno sottolineato il rango della
Commissione: al pari delle altre, spetterà ad essa la responsabilità
di assumere le decisioni. Riferendosi alla partecipazione (o
codecisione, come ha sentito dire durante l'udienza conoscitiva),
ritiene che occorra sottolineare che ci sono sedi deputate ad
assumere le decisioni, senza illudere in modo non corretto gli
interlocutori. Questa non è la strada più facile, ma è quella della
responsabilità e delle regole. I processi di ascolto e
partecipazione sono tanto più forti quanto più è chiaro che un
eventuale indirizzo emerso in sede di confronto dovrà essere
sostenuto in una sede deliberativa. A suo parere, questo valorizza
gli interlocutori oltre che il diverso tipo di interlocuzione che le
diverse Commissioni possono decidere.
Ammette che la proposta del presidente di eliminare il riferimento a
donne e uomini nel nome della Commissione, anche se lo sconcerta,
mette in luce un elemento di modernità che ha piena legittimità e
deve essere colto. Anche se parlare di parità tra donne e uomini già
supera i vecchi termini di emancipazione femminile , oggi il
ragionamento sulle pari opportunità e sulle discriminazioni va
condotto a 360 gradi, e lo dicono le stesse donne, come è avvenuto
anche in udienza conoscitiva. Ma questa ampiezza del dibattito non
può essere raggiunta eliminando il riferimento alla parità di genere
nel nome della Commissione, perché questo potrebbe precludere il
confronto con le parti più avanzate della società che si interrogano
su questo punto. Proprio perché anch'egli sente la stessa esigenza
del presidente Favia, lo invita a riflettere a questo proposito.
Per la stessa esigenza di modernità, si dichiara culturalmente
irritato da un atteggiamento come quello della consigliera Donini,
in base al quale gli uomini e il potere che essi incarnano sono da
considerare comunque negativamente, non accettando nessun
miglioramento se è parziale. Riferisce della sua esperienza di
segretario di partito in merito alla composizione delle liste
elettorali, al fine di garantire una rappresentanza di donne nelle
istituzioni, affermando che occorre affrontare questioni complesse
come la struttura dei sistemi di potere, la loro trasparenza, le
garanzie dei diritti. Anche se, grazie alle lotte dei decenni
scorsi, si sono fatti molti passi avanti, oggi una contrapposizione
continua delle donne agli uomini non consente di affrontare
utilmente partite così complicate.
Esce il consigliere Naldi.
La consigliera NOÉ apprezza il lungo e approfondito dibattito, che
denota rispetto per i temi trattati; si dispiace che non possa
essere presente, almeno in questa parte, la consigliera Donini, che
si era impegnata su questo versante in particolare nella precedente
legislatura. Ringrazia inoltre la relatrice Mori, che ha dedicato
molto tempo a questo progetto di legge, forse maggiore rispetto a
quello che ci si immaginava, consentendo così di approfondire la
discussione.
Richiama le previsioni statutarie dell'articolo 38, sull'istituzione
delle Commissioni da parte dell'Assemblea, e dell'articolo 41, che
prevede sia la legge regionale ad istituire una Commissione per le
pari opportunità fra donne e uomini. Questo, a suo avviso, denota la
particolare attenzione che la Regione intende dedicare al tema;
dunque, non si può denotare questa Commissione come una Commissione
con competenze minori , come invece fa il presidente Favia.
Non accetta pertanto le riserve che egli ha dichiarato di avere fin
dall'avvio del progetto di legge, dato che il titolo del progetto di
legge era coerente sia con l'articolato del progetto stesso, sia - e
soprattutto - con lo Statuto. Sono molti gli strumenti disponibili,
comprese le Commissioni speciali, se si vuole ampliare la
discussione sulle discriminazioni, ma questo non può avvenire a
discapito e strumentalizzando una Commissione a cui lo Statuto ha
dedicato una norma a sé.
Per quanto riguarda la partecipazione, poiché condivide, come molti,
che questa Commissione sia paritetica alle altre, ritiene che possa
utilizzare gli stessi strumenti di dialogo.
Il consigliere BONACCINI, ringraziando la relatrice per il lavoro
svolto, intende sottolineare un aspetto politico del dibattito
svolto. Auspica che l'istituzione della Commissione solleciti anche
i partiti a passare dalle parole ai fatti. Non basta scrivere le
regole, occorre anche applicarle.
In merito alla questione delle cosiddette quote rosa, accennata nel
corso della discussione, ha condiviso la posizione del consigliere
Montanari: se è vero che in un certo senso limitano la libera scelta
degli elettori, sono però un grimaldello necessario in un paese come
il nostro, in coda a tutta Europa in termini di presenza delle
donne, cioè di oltre metà della popolazione, nelle istituzioni.
Ritiene che tutti i partiti dovrebbero riflettere a questo proposito
e considera che la mancanza di consigliere donne nei gruppi
assembleari del Popolo della Libertà e della Lega Nord sia un
problema per tutti; così come riguarda tutti anche l'individuazione,
certamente legittima, del secondo eletto del Movimento 5 Stelle.
Anche se il Partito democratico ha fatto molto, tanto che nelle
Giunte di centrosinistra dei Comuni emiliano-romagnoli sopra i
15.000 abitanti siede il 43% di donne, il problema non viene
comunque considerato risolto nel modo in cui si vorrebbe. Crede che
la Commissione possa fornire l'opportunità, per esempio, di inserire
negli Statuti delle diverse istituzioni l'obbligo di prevedere una
quota di genere non solo nella composizione delle Giunte, ma anche
per le nomine che riguardano i cosiddetti enti di secondo livello.
Il presidente FAVIA obietta che la questione della rappresentanza
femminile non è oggi argomento in discussione, ma è sua opinione che
debba prevalere sempre il merito personale.
In relazione alle proprie proposte di emendamento, ribatte che la
modifica della denominazione della Commissione non è una questione
puramente formale: il titolo del progetto di legge è soprattutto un
simbolo, al limite può anche rimanere uguale. Ma la propria critica
attiene alle competenze previste per la Commissione, che egli
giudica restrittive se intese solo a perseguire la parità di genere.
Trova che il riferimento alla Carta di Nizza nella norma delle
finalità non sia congruente al resto del testo, virato pressoché
esclusivamente alla discriminazione di genere: se resta di questo
tenore, non esprimerà voto favorevole
Ribadisce infine di aver espresso fin da subito le proprie
perplessità innanzitutto al presidente dell'Assemblea, che
inizialmente lo aveva contattato, poi alla stampa e alla
Commissione, appena si è aperto l'iter. Proprio perché contava che
il percorso in Commissione, cioè nella sede deputata, avrebbe potuto
essere costruttivo, portando anche a delle migliorie del testo, tali
perplessità non gli hanno comunque impedito di aderire ad un
progetto di legge sul quale gli era stato richiesto un segnale
politico.
Si augura che si raggiunga un accordo, per il quale è anche disposto
a ritirare l'emendamento riferito al nome della Commissione.
Il consigliere MONARI, riaffermando il rammarico per alcune assenze,
considera che quello in corso sia un dibattito di politica alta e
per questo ringrazia tutti coloro che sono intervenuti.
Ricorda che nella precedente legislatura ci si interrogò a lungo
sull'istituzione della Commissione per diversi motivi, tra i quali
il fatto che tutte le leggi regionali contengono norme
antidiscriminatorie e per la parità di accesso, e sull'opportunità
di istituire una nuova Commissione in tempi di riduzione dei costi
della politica.
In questa legislatura si è approdati ad un progetto di legge,
sottoscritto da tutte le forze politiche, che istituisce la
Commissione prevista dallo Statuto per riempire un vuoto
istituzionale e non per adeguarsi alle esigenze del momento. Non si
tratta di una questione discussa al di fuori delle sedi ufficiali;
per questo non dubita che il presidente dell'Assemblea, sollecitando
un'adesione ad un progetto di legge di livello istituzionale come
questo, abbia fatto presente che si sarebbe potuto discuterne
ampiamente nel corso dell'iter legislativo. Indubbiamente non può
essere oggetto di revisione il nome della Commissione, proprio
perché si tratta di un simbolo, come ha giustamente osservato il
presidente Favia, e dunque comporta un processo di identificazione.
Non si tratta di un elemento che sia mai stato nella disponibilità
dei sottoscrittori del progetto di legge; cambiare il nome significa
riaprire il dibattito, come con molta precisione ha considerato la
consigliera Noé.
Ha apprezzato l'apertura del presidente Favia nel suo ultimo
intervento e ritiene che su un progetto di legge come questo, che
dovrebbe raccogliere una sensibilità molto larga, anche gli
emendamenti dovrebbero essere condivisi il più possibile.
All'osservazione del consigliere Naldi in merito alla qualificazione
della Commissione per le pari opportunità come Commissione di
garanzia, precisa che intendeva con tale termine assimilarla alle
altre che, a suo parere, sono da considerare, anche alla stregua
delle norme statutarie e regolamentari, come Commissioni di garanzia
e tutela, cioè la prima e la sesta.
La consigliera relatrice MORI, ringraziati i collaboratori della
Commissione per l'impegno di questi mesi, considera che la
discussione odierna abbia stimolato molte riflessioni, che
arricchiranno anche il dibattito in Assemblea.
Anticipa fin da ora che si riserva di richiedere la relazione alla
relazione orale in Aula.
Relativamente al percorso di approfondimento condotto, segnala che
fin dall'inizio è stato chiesto ai riferimenti istituzionali di
coinvolgere i soggetti interessati sul territorio. Questo ha portato
ad un notevole incremento dei contatti avuti, i quali sono anche
stati tenuti aggiornati sullo svolgimento dell'iter e delle
discussioni svolte. Si è dunque evitato un atteggiamento attendista,
al contrario si è continuativamente e per molto tempo sollecitata la
partecipazione, che è stata consistente. D'altro canto, non era
possibile né corretto da parte di questa Commissione contattare
discrezionalmente ulteriori soggetti, al di fuori di quelli
istituzionali o accreditati. Perciò, prosegue, anche se è sempre
possibile fare meglio, molto è stato fatto per favorire la
discussione anche all'esterno.
Riferendosi all'ottica con cui leggere il tema delle pari
opportunità, sostiene che le donne non possono essere considerate
una categoria . Dalla Conferenza di Pechino del 1995 si è affermato
e via via consolidato il cosiddetto mainstreaming e cioè che il
principio della dualità di genere è il presupposto dell'umanità e
ogni altra differenza tra le persone (condizione fisica,
orientamento sessuale e via dicendo) interviene successivamente
nella regolazione delle relazioni umane; quindi il principio della
dualità deve essere trasversalmente applicato nella considerazione
di ogni aspetto della vita, in ogni contesto. Dunque la proposta di
modificare la denominazione della Commissione (anche a prescindere
dalle già evidenziate necessità di coerenza con il dettato
statutario), pur se fatta con l'intenzione di aumentare l'ambito di
cui ci si dovrà occupare, in realtà non serve a questo scopo e va a
forzare una concezione consolidata e condivisa a livello mondiale.
Ritiene che la questione della disparità di genere sia ancora
presente anche in Emilia-Romagna, che pure è una delle regioni più
avanzate d'Europa, e che si tratti di un dato culturale, oltre che
politico. Dunque la Commissione avrà di che occuparsi.
Concludendo, sottolinea che il progetto di legge è un unicum nel
panorama nazionale, dato che gli organismi per le pari opportunità
presenti anche nelle altre Regioni hanno solo funzione consultiva,
mentre la Commissione che si sta istituendo avrà anche tutte le
altre funzioni attribuite alle altre Commissioni assembleari
permanenti.
La seduta termina alle ore 16,55.
Approvato nella seduta del 19 luglio 2011.
Il Segretario Il Presidente
Nicoletta Tartari Giovanni Favia