Testo
Verbale n. 22
Seduta del 4 luglio 2011
Il giorno 4 luglio 2011 alle ore 14,30 si è riunita presso la sede
dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
Commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali, convocata in
Udienza conoscitiva con nota prot. n. 20943 del 27 giugno 2011.
Partecipano alla seduta i Consiglieri:
Cognome Qualifica Gruppo Voto
e nome
LOMBARDI Presidente PDL - 5 presente
Marco Popolo della Libertà
FILIPPI Vicepresidente PDL - 1 presente
Fabio Popolo della Libertà
VECCHI Vicepresidente Partito Democratico 4 presente
Luciano
BARBATI Componente Italia dei Valori - 3 presente
Liana Lista Di Pietro
BARBIERI Componente Partito Democratico 2 presente
Marco
BIGNAMI Componente PDL - 3 presente
Galeazzo Popolo della Libertà
BONACCINI Componente Partito Democratico 2 presente
Stefano
CAVALLI Componente Lega Nord Padania 1 assente
Stefano Emilia e Romagna
DEFRANCESCHI Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
Andrea Beppegrillo.it
FERRARI Componente Partito Democratico 2 presente
Gabriele
GRILLINI Componente Italia dei Valori - 1 assente
Franco Lista Di Pietro
MANFREDINI Componente Lega Nord Padania 3 presente
Mauro Emilia e Romagna
MAZZOTTI Componente Partito Democratico 2 assente
Mario
MEO Componente Sinistra Ecologia 2 assente
Gabriella Libertà - Idee Verdi
MONARI Componente Partito Democratico 3 presente
Marco
MONTANARI Componente Partito Democratico 2 presente
Roberto
MORICONI Componente Partito Democratico 2 presente
Rita
MUMOLO Componente Partito Democratico 2 assente
Antonio
NOE' Componente UDC - 1 assente
Silvia Unione di Centro
PARIANI Componente Partito Democratico 3 presente
Anna
POLLASTRI Componente PDL - 2 presente
Andrea Popolo della Libertà
SCONCIAFORNI Componente Federazione della 2 presente
Roberto Sinistra
E' presente Il Sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI
Presiede la seduta: Marco LOMBARDI
Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli
UDIENZA CONOSCITIVA
4 luglio 2011
sui progetti di legge:
1482 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Legge
finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L.R. 15
novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione della legge
di assestamento del bilancio di previsione per l'esercizio
finanziario 2011 e del bilancio pluriennale 2011-2013. Primo
provvedimento generale di variazione (delibera di Giunta n. 823 del
13 06 11) - pubblicato sul Supplemento Speciale BURERT n. 79 del
13.06.2011
1483 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: Assestamento
del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per
l'esercizio finanziario 2011 e del bilancio pluriennale 2011-2013 a
norma dell'art. 30 della L.R. 15 novembre 2001, n. 40. Primo
provvedimento generale di variazione (delibera di Giunta n. 824 del
13 06 11) - pubblicato sui Supplementi Speciali BURERT n. 80 e 80/1
del 13.06.2011
Relatore consigliere Luciano VECCHI
Relatore di minoranza consigliere Marco LOMBARDI
Partecipano:
Micaela Ambanelli Azienda USL di Bologna
Luigi Aramini Vice-Sindaco Comune di Varsi (PR)
Annalisa Bolognesi Direttore Forum Terzo Settore Emilia-
Romagna
Sergio Donati Segretario Federalberghi Emilia-Romagna
Pietro Fantini Confcommercio Emilia-Romagna
Manuela Furini Direttore Confservizi Emilia-Romagna
Simone Gamberini Sindaco Comune di Casalecchio di Reno
(BO)
Lucia Gardinazzi Consigliera regionale Ass. ne
Centri antiviolenza
Giulia Gervasio Resp. Assoturismo Confesercenti
Emilia-Romagna
Osvaldo Ghidoni Sindaco Comune di Varsi (PR)
Alessandro Giorgetti Presidente Federalberghi
Emilia-Romagna
Carlo Lombardi Resp. Relazioni istituzionali
Confindustria
Andrea Maltoni Professore Università di Ferrara
Arnaldo Oneto Federfarma Emilia-Romagna
Giovanni Pasini Presidente UNCEM Emilia-Romagna
Battista
Giovanni Rambaldi Assessore Comune di Varsi (PR)
Battista
Sonia Silverii ANCE(Ass. nazionale Costruttori edili)
Emilia-Romagna
Igor Skuk Legacoop Emilia-Romagna
Francesco Zanoni Confocooperativa - Tavolo regionale
Imprenditoria
Presidente Marco LOMBARDI - Presidente della Commissione assembleare
Bilancio Affari Generali ed Istituzionali e Relatore di minoranza
Buongiorno. Ringrazio tutti gli intervenuti per la partecipazione a
questa udienza conoscitiva sull'assestamento di bilancio regionale
2011. Come è nostra abitudine, darei la parola al relatore
consigliere Vecchi per una breve illustrazione dei progetti di legge
all'ordine del giorno. Poi cediamo la parola agli interventi dei
rappresentanti delle associazioni, istituzioni, categorie invitate
alla consultazione della Commissione. Infine il Sottosegretario alla
Presidenza della Giunta regionale svolgerà alcune considerazioni
conclusive.
Vicepresidente Luciano VECCHI - Vicepresidente della Commissione
assembleare Bilancio Affari Generali ed Istituzionali e Consigliere
Relatore
Grazie Presidente, grazie agli intervenuti. Quando un anno fa tra i
primissimi atti della nuova legislatura ci trovammo in questa sede
nella stessa occasione e nello stesso ruolo, ebbi modo di dire che
l'assestamento del bilancio 2010 era l'ultima tappa di una
situazione di normalità , almeno per quanto riguarda il bilancio
regionale e in generale le questioni relative alla finanza pubblica,
nel senso che si era già allora all'immediata vigilia della manovra
di luglio che ha portato poi, con successivi adempimenti, ad una
consistente riduzione delle risorse a disposizione della Regione e
degli Enti locali.
Ricordo, in maniera particolare, il quasi totale azzeramento delle
Bassanini , cioè del finanziamento delle materie via via delegate
alle Regioni nel corso del decennio passato; il contenimento
ampiamente al di sotto dell'inflazione sanitaria del Fondo Sanitario
nazionale e poi il conseguente riparto tra le varie Regioni; e
l'introduzione di vincoli aggiuntivi nell'ambito del Patto di
stabilità, che hanno riguardato prima la Regione e poi il sistema
degli Enti locali ed in particolare, per quanto riguarda la Regione,
l'abbassamento dei tetti di spesa della Regione stessa e la
questione dei trasferimenti al sistema degli Enti locali che, come
sappiamo, in parte è gravato sul bilancio regionale.
Quando abbiamo affrontato con la Giunta e poi con l'Assemblea
legislativa la predisposizione del bilancio di previsione per il
2011, si è deciso, proprio per il carattere eccezionale di novità
della situazione - ovviamente negativa - rispetto al passato, di
modificare in parte la scansione temporale dei nostri adempimenti,
che, pur restando formalmente la stessa, concentra nel bilancio di
previsione non solo il grosso delle risorse, ma il grosso delle
risorse più quello che tradizionalmente in larga misura faceva parte
dell'assestamento, meno i mancati trasferimenti.
E quindi si è deciso di delineare nella sua fisionomia complessiva
il bilancio già nel previsionale 2011, approvato nel mese di
dicembre 2010, lasciando alla manovra di assestamento, tarata poi
sulle risorse che si fossero rese disponibili, alcune funzioni più
limitate rispetto al passato (ricordo che nel 2010 l'assestamento fu
di 216 milioni di euro, oggi ragioniamo complessivamente su una
quota di circa un centinaio di milioni di euro), e dicendo già
chiaramente che le risorse rese disponibili nell'assestamento
sarebbero servite, coerentemente con l'impostazione del bilancio
2011, in primo luogo a garantire l'equilibrio e le condizioni di
qualità dell'intervento socio-sanitario - in particolar modo
dell'intervento sulla sanità -, in secondo luogo, preso atto che vi
sono complessivamente minori risorse a disposizione, cercando
sostanzialmente di intervenire su quelle emergenze e su quei settori
che non potevano essere compiutamente previsti al momento di
adozione del bilancio stesso.
Aggiungo che è ancora presto per valutare l'impatto già in corso
d'opera su quest'anno e sul 2012 della manovra presentata proprio
oggi al Presidente della Repubblica. Per quanto mi riguarda, al di
là delle indiscrezioni giornalistiche, non essendo ancora nota dal
punto di vista dei contenuti, non v'è dubbio che ragionando sul
2012, sul 2013 e poi sul 2014 la situazione del bilancio regionale e
di quello degli Enti locali presenterà criticità crescenti, che
dovranno essere oggetto, oltre che del rispetto della pluralità del
dibattito politico, di una riflessione più profonda rispetto alla
struttura del bilancio stesso e delle scelte che devono essere
compiute.
Non è questa la sede per esprimere valutazioni in qualità di
relatore, ma sottolineo che una riduzione delle risorse in una
situazione di non superamento della crisi economica e sociale, e
soprattutto di una difficoltà crescente del sistema degli Enti
locali di far fronte alla domanda sociale, ma anche alle esigenze di
sostegno alle attività economiche e alla necessità di equilibrio
territoriale ambientale, rendono l'intera regione debitrice verso se
stessa di una riflessione profonda e della ricerca di un approccio
che possa permettere uno sviluppo delle politiche regionali e
locali, che hanno largamente contribuito alle caratteristiche
positive peculiari di questa regione.
Voglio infine ricordare, perché siamo in continuità con la
predisposizione del bilancio di previsione 2011, che la Regione
Emilia-Romagna ha fatto una scelta. Ricordo che con l'assestamento
le risorse a disposizione per il 2011 sono di circa 340 milioni in
meno sul 2010, che per effetto della legislazione già vigente sul
2012 le risorse in meno, sempre rispetto al 2010, saranno di 380
milioni di euro, a cui si aggiungeranno, anzi si toglieranno, per le
riduzioni che saranno previste dalla manovra attualmente presentata.
Voglio ribadirlo ancora. In una situazione in cui, nonostante uno
stato complessivamente sano della finanza regionale e locale in
questa Regione - testimoniata dal fatto che, come è noto, il sistema
degli Enti locali ha risparmi per oltre 1 miliardo di euro (nei
Comuni e nelle Province) e che l'Emilia-Romagna, secondo dati
esaminati qualche mese fa dalla Corte dei Conti, è la Regione dove,
da un punto di vista finanziario, la gestione è stata più saggia, il
tasso di indebitamento pro capite è più basso nonostante i vincoli
del patto di stabilità - , la riduzione dei trasferimenti rende
complicata la realizzazione di svariate politiche sia nella spesa
corrente sia nelle spese di investimento, in questo quadro, la
scelta compiuta, in grande sintonia con il sistema degli Enti locali
e pensando anche ai differenti ambiti territoriali (in quanto è
utile pensare a quello che è l'impatto complessivo del sistema della
Regione e degli Enti locali), è di aver cercato di mantenere le
risorse per l'intervento sociale e sanitario, ripeto, nonostante
l'impatto molto forte della progressiva riduzione e in qualche caso
dell'estinzione dei fondi nazionali destinati ai Comuni in materia
sociale, che ha creato numerose criticità.
In secondo luogo, la scelta compiuta è stata nel senso di sostenere
il sistema del trasporto pubblico locale, per mantenere i livelli di
una mobilità, non solo sostenibile ma anche funzionale allo sviluppo
economico, ed infine la scelta di utilizzare le risorse disponibili
per il sostegno al sistema economico ed alla messa in sicurezza del
territorio, sapendo che le necessità storiche consolidate sarebbero
molto maggiori.
Per quanto riguarda poi nello specifico la manovra di assestamento,
questa è di circa 100 milioni euro, di cui 72 milioni sono per spesa
corrente e 28 milioni di euro per spesa di investimenti. Nell'ambito
di questi 28 milioni:
- 8 milioni di euro sono sostanzialmente un'anticipazione di ciò che
rientrerà alla Regione a valere sul fondo di sviluppo rurale
dell'Unione europea per interventi di contrasto del digital divide
nelle aree rurali e di montagna;
- 60 milioni di euro, come era stato grosso modo previsto in sede di
attuazione del bilancio di previsione, sono destinati alla parziale
copertura del mancato rientro delle risorse per infrastrutture
sanitarie sul Sistema sanitario regionale, al fine di garantire
livelli di prestazione di assistenza qualitativamente superiori
rispetto alla media nazionale e 8 milioni di euro di investimento
per interventi di particolare rilevanza soprattutto per l'edilizia
ospedaliera.
Rispetto agli altri interventi, vorrei sottolineare che la maggior
parte di ciò che viene destinato al di fuori del Sistema sanitario è
essenzialmente dedicata al sistema degli Enti locali ed in
particolare alla montagna.
- quasi 8 milioni di euro - come dicevo - gli interventi per la
canalizzazione della fibra ottica a contrasto del digital divide
nelle zone rurali e nelle zone montane;
- 1 milione e mezzo di euro è destinato al sostegno delle strutture
delle attività delle Comunità montane che sono state oggetto di un
azzeramento dei trasferimenti erariali;
- 4 milioni di euro circa - cifra sicuramente inferiore alla
necessità, ma è tutto ciò che il bilancio attuale può permettersi -,
per interventi alla viabilità, specie nelle zone montane e 500 mila
euro per il sostegno a favore del ruolo dei corpi di Polizia
municipale;
- 2 milioni di euro destinate per il sostegno agli investimenti
delle piccole e medie imprese che operano nel campo della green
economy;
- 2 milioni di euro circa (parte per spesa corrente e parte per
spese di investimento) per l'Università, di cui 1 milione di euro
per un parziale reintegro delle borse di studio agli studenti aventi
diritto, che per la prima volta quest'anno non potranno essere
soddisfatti al 100 per 100 nella nostra regione sempre per la
riduzione dei finanziamenti statali ed 1 milione di euro per
interventi sull'edilizia universitaria soprattutto nella città di
Bologna;
- 2 milioni di euro destinati all'ambiente e alla protezione del
territorio e della costa ed interventi nel settore idrogeologico;
- 3 milioni e mezzo di euro complessivi (tra spesa corrente e spese
di investimento) nel settore della cultura che vorrei ricordare è
nel nostro bilancio regionale, che per una tradizionale divisione
del lavoro tra regione ed enti locali, coprono una percentuale molto
ridotta;
- ed infine 9 milioni e mezzo di euro di investimenti per lo
sviluppo della rete veloce di internet;
- 1 milione di euro per il sostegno all'economia turistica;
- 500 mila euro per interventi urgenti in campo agricolo, in
particolare per le compensazioni ai produttori di kiwi che hanno
dovuto distruggere le loro coltivazioni per questioni fitosanitarie.
Mi sembra che la ratio complessiva, in questo caso più che mai,
debba considerare, insieme ad un ragionamento sull'assestamento, il
bilancio di previsione, sapendo che stiamo attraversando una fase di
grande preoccupazione dal punto di vista politico, una fase nella
quale sul sistema Regione ed Enti locali, in maniera particolare su
quelli virtuosi, è riversata, tra riduzione di risorse e imposizione
di vincoli, una parte consistente della pur necessaria opera di
risanamento finanziaria a livello nazionale, che rischia davvero un
impatto proprio laddove le politiche, sia sociali, sia di sostegno
al territorio, sono state più virtuose.
E questo deve essere oggetto di riflessione di tutta la comunità
regionale. Credo sia importante la scelta di cercare di intervenire
in maniera consistente sul territorio. Ricordo che una parte
importante delle risorse a disposizione nei diversi settori sono
state da anni oggetto di discussione con le parti sociali,
attraverso il Tavolo per il superamento della crisi, per fare in
modo che a favore delle imprese, dei lavoratori e dell'intero
sistema territoriale possano essere messe a disposizione, pur nelle
ristrettezze, tutte le risorse esistenti per affrontare le emergenze
sociali e lo sviluppo economico. Grazie.
Dott.ssa Lucia GARDINAZZI - Consigliera regionale Associazione
Centri Antiviolenza dell'Emilia-Romagna
Buon giorno a tutti. Sono intervenuta oggi a questa udienza
conoscitiva in rappresentanza dei dieci Centri Antiviolenza
dell'Emilia-Romagna. Ho apprezzato quanto detto dal consigliere
relatore dr. Vecchi. Vorrei in questa sede ricordare che il problema
della violenza in Emilia-Romagna, come del resto in tutta Italia, è
un problema grandissimo. Si conta che dall'inizio dell'anno siano
state otto le donne uccise in Emilia-Romagna e molte le donne che
sono state vittime di maltrattamenti e - fortunatamente per loro -
non hanno subito conseguenze tragiche come per le prime.
Chiediamo di apportare un emendamento all'assestamento del bilancio
regionale per sostenere un fondo per l'autonomie delle donne che
accogliamo in questi Centri ogni anno. La Regione Emilia-Romagna in
passato aveva istituito un fondo per l'autonomia economica delle
donne che accoglievamo. Questo fondo serviva a fornire aiuti alle
donne per la loro autonomia, ad esempio permetteva loro di
acquistare la patente che è un pre-requisito per accedere nel mondo
del lavoro, a pagare le spese legali, ad anticipare gli affitti per
gli alloggi.
Sperimentato in passato, questo fondo si è rilevato di grande
efficacia. Negli ultimi anni le donne che noi accogliamo sono in
condizione di accresciuta povertà. Molte di loro non hanno lavoro,
oppure svolgono una maggior mole di lavoro ma in nero perché
altrimenti non lo avrebbero affatto. Chiedo allora alla Regione di
ripristinare un'azione positiva ed efficace e di pensare di trovare
qualche piccola risorsa per sostenere queste donne. Grazie.
Dott. Francesco ZANONI - Confcooperative - Tavolo regionale
dell'Imprenditoria
Buon giorno. Intervengo a nome del Tavolo regionale
dell'Imprenditoria oltre che di Confcooperative dell'Emilia-Romagna.
Sgombriamo subito il campo da ogni equivoco, dicendo che
condividiamo l'impostazione del bilancio e dell'assestamento
regionale. Sicuramente la difesa dei livelli di qualità e del
welfare regionale, in particolare della sanità, è imprescindibile al
mantenimento della coesione sociale. E proprio perché si tratta di
una manovra di assestamento, che si colloca in una situazione del
tutto particolare, di cui condividiamo l'analisi del contesto
indicata nella relazione del progetto di legge, che ci proietta in
un'epoca molto diversa da quella che abbiamo alle spalle, ci
permettiamo di chiedere, in qualità di Tavolo dell'Imprenditoria, in
virtù del fatto che gli spazi di manovra saranno sempre più limitati
in futuro, un maggior coinvolgimento nella dialettica con la Giunta
regionale, con tutto il rispetto per l'Assemblea legislativa, prima
che i futuri provvedimenti finanziari vengano poi portati anche
all'attenzione dell'Assemblea stessa. Siccome il fulcro delle future
manovre è la discussione sul modello di welfare regionale, occorrerà
prendere in considerazioni anche nuove modalità di rapporti e di
relazioni tra pubblico e privato, proprio per l'implementazione del
nuovo modello di welfare, che rimandiamo ad un successivo
approfondimento.
Per ciò che concerne l'analisi dello scenario dello sviluppo
dell'imprenditoria, crediamo che per quest'anno o anche forse per il
prossimo, pur permanendo i fondi del POR-FESR, il sistema
dell'imprenditoria emiliano - romagnolo potrà avere ancora qualche
incentivo.
Quello che desta preoccupazione è ciò che sarà dopo il 2013.
Condividiamo la preoccupazione, manifestata in più occasioni, del
fatto che lo Stato italiano non presidia adeguatamente le sedi
dell'Unione europea dove sono in discussione le nuove politiche ed i
nuovi meccanismi di incentivi nei vari territori europei.sono in
discussione.
Per ciò che riguarda la scarsità delle risorse, poniamo ancora
l'attenzione alle regole dei rapporti tra pubblico e privato,
citando a tal riguardo due esempi: per il Piano di azione
ambientale, presentato nei giorni scorsi, non essendoci risorse per
le imprese, desideriamo rilevare che anche qui occorre cambiare il
meccanismo delle tariffe, che devono essere premiali per chi inquina
meno.
E, sempre sul discorso delle regole e nell'ambito dell'assegnazione
e distribuzione delle risorse del trasporto pubblico locale,
vorremmo un'attenzione alla rivalutazione del contratto collettivo
nazionale di lavoro, non soltanto per le aziende pubbliche, ma anche
per i concessionari privati che contribuiscono al sistema del
trasporto pubblico privato.
Ribadisco che è una manovra che condividiamo, ma riteniamo di aprire
un nuovo corso, in quanto in un sistema di risorse calanti dobbiamo
assolutamente riprogrammare e rivedere la modalità di rapporti tra
mondo imprenditoriali ed Istituzioni. Grazie.
Dott. Giovanni Battista PASINI - Presidente UNCEM Emilia-Romagna
Buongiorno. Premetto, ma è una premessa di sostanza, che UNCEM
Emilia-Romagna, Unione Comunità Montane, condivide, sulla base della
relazione e dei documenti che ci sono stati inviati, la manovra di
assestamento, anche se va messo in evidenza che in questi tempi
eravamo abituati a discutere ben altre manovre di assestamento.
Questo appuntamento ci consentiva di fare un assestamento, dopo un
bilancio di previsione, avendo un quadro conoscitivo più compiuto
sia delle risorse a livello nazionale che arrivavano alla Regione,
sia delle risorse proprie della Regione.
Purtroppo ci troviamo in presenza di un aggiustamento di carattere
tecnico, stante il fatto che le risorse erano state poderosamente
tagliate in sede di finanziaria. Con una quantità di risorse assai
limitate, comunque, mi pare che sia assolutamente condivisibile la
proposta fatta, nel senso che questo assestamento ci consente di
portare qualche mitigazione ai tagli intervenuti in sede di
previsione di bilancio.
La preoccupazione che ci riguarda e che esprimiamo è che non si sa
se per il prossimo anno lo sarà altrettanto, perché se ai tagli già
previsti si vanno ad aggiungere quelli annunciati, non si sa davvero
come si riuscirà a fare il bilancio del prossimo anno e quali
saranno le ricadute sul sistema economico della regione, sul sistema
degli Enti Locali e in particolare dei Comuni e delle realtà più in
difficoltà che sono sicuramente quelle della montagna. Manifesto
quindi una forte preoccupazione.
Consentitemi questa considerazione di carattere politico: ancora una
volta si annunciano manovre di carattere emergenziale in una
situazione di grossa difficoltà, dove il sistema Paese Italia è
sottoposto a rischi di carattere finanziario ed economico, anziché
porre il sistema degli Enti locali davanti al fatto compiuto e
considerarli antagonisti degli interessi generali del Paese, credo
che sarebbe auspicabile - vedo presenti tanti consiglieri regionali
- una valutazione condivisa da tutti.
Di fronte a una manovra come quella che si prospetta e di fronte
alla crisi, sarebbe infatti necessario un patto fra il sistema Paese
e il sistema istituzionale territoriale, affinché di fronte al
quadro di necessità si facessero delle manovre condivise. Tuttavia
mi pare che non siamo in questa direzione.
Vengo da tre giorni dell'Assemblea generale che ha convocato l'ANCI
insieme a UNCEM a Riva del Garda e anche in quella sede la
preoccupazione che sto manifestando era comune a tutti. Come diceva
il relatore consigliere Vecchi, nei prossimi mesi ci troveremo a
discutere il bilancio di previsione del prossimo anno e confesso
tutta la preoccupazione che ci riguarda, ma evidentemente non
riguarda solo noi.
Nel merito dell'assestamento, la cui limitatezza è evidente, quando
si presenta un bilancio che è di 72 milioni di euro di cui 60 sono
destinati alla sanità, condividiamo che la sanità sia assolutamente
prioritaria per la coesione sociale della regione e fondamentalmente
anche della montagna.
Vorrei formulare alcune considerazioni di merito. Ovviamente ci
dispiace, ma ne comprendiamo tutte le ragioni, che anche in sede di
assestamento si confermi l'impossibilità di stanziare risorse sulla
legge regionale n. 2 del 2004, che finanziava gli accordi quadro fra
Comuni e Regione promossi dalle Unioni montane, perché era un modo
importante per fare sinergia fra le risorse in modo condiviso
rispetto ai progetti di opere pubbliche o anche altri interventi sul
territorio, condivisi in una logica sovra-comunale. Nella loro prima
fase di attuazione era stato sicuramente un fatto importante ed
aveva già dato dei primi segnali. E' evidente che ci preoccupa che
sopravvenga uno stop di fronte a questa impostazione.
Auspichiamo che in prospettiva vi siano possibilità di rifinanziare
questi accordi. Sottolineiamo la necessità di salvaguardare il
modello della programmazione negoziata. A questo proposito, non
avendo la Regione alcuna possibilità di mettere delle risorse,
segnalo che sono ancora da deliberare da parte del CIPE, pur essendo
iscritti a bilancio dello Stato, le risorse del fondo per la
montagna 2009-2010, vale a dire sul decreto legislativo 244 del
1997, che finora non erano stati ripartiti perché mancava l'accordo
Stato-Regioni. Alcune Regioni, in particolare la Regione Veneto,
aveva sollevato dubbi circa i criteri di riparto. Quell'accordo è
stato raggiunto, non osta più al fatto che il CIPE possa assumere la
delibera di riparto per le Regioni di quelle risorse, che sono circa
oltre 39 milioni di euro per il 2009 e 44 milioni per il 2010.
Visto che sono fondi già previsti, se fossero ripartiti con delibera
CIPE, alla nostra Regione arriverebbero, dopo il fondo nazionale
attribuito alle Regioni, qualcosa come poco più di 4 milioni di
euro. Noi avevamo chiesto alla Regione se, nell'attesa, era
possibile iscrivere comunque in sede di assestamento queste risorse,
ma non è stato possibile. Chiediamo pertanto all'Assemblea
legislativa che compia un'adeguata iniziativa politica, anche nei
confronti del competente Ministero, affinché si sblocchino queste
risorse e sia almeno possibile utilizzarle. Per quanto riguarda poi
la Regione, chiedo fin d'ora che, qualora arrivino, siano subito
iscritte a bilancio con apposita variazione, per renderle spendibili
attraverso gli accordi quadro.
Molto positivo è l'impegno confermato di 1 milione e 500.000 euro
per le Unioni montane, per far fronte ai costi che derivano dalle
funzioni loro attribuite. Altrettanto positiva è la somma di 4
milioni di euro destinati alla viabilità. Spero - questo è l'impegno
- ed auspico che essa sia destinata per la sistemazione della
viabilità dei comuni montani.
E sottolineo l'importanza dello strumento, perché passare attraverso
la legge regionale n. 3 del 1999 significa passare attraverso le
Province. Noi avremmo auspicato che queste somme fossero destinate
agli accordi quadro, per andare direttamente ai Comuni attraverso le
Unioni montane, ed essere spesi più rapidamente. Abbiamo visto che
lo scorso anno, pur avendo indicata questa destinazione come
priorità, attraverso le Province si sono verificati dei ritardi
nella possibilità concreta di spendere questi soldi, e ci sono
comuni montani con strade chiuse perché mancano risorse per fare
manutenzione. Attraverso gli accordi quadro si andrebbe di certo ad
accelerare i tempi ed è necessario fare questi interventi prima
dell'inverno prossimo.
Un altro aspetto positivo è quello della green economy, dove ci fa
piacere che vi sia una destinazione di risorse. Come UNCEM abbiamo
presentato, in corso di discussione del piano stralcio sulla green
economy relativamente al piano energetico regionale, un documento
con il quale chiediamo alla Regione di assumere provvedimenti,
deliberativi o legislativi secondo la necessità, sui diversi
settori, che consentano di mettere in valore le risorse della
montagna, affinché con l'adeguato utilizzo ne possano tornare somme
da investire in montagna per gli interventi di manutenzione del
territorio che non è più possibile avere dalle Regioni. Mi riferisco
alle risorse forestali e idroelettriche, al fotovoltaico,
all'eolico, al metano.
A questo proposito, ho letto di un dibattito sul fatto che l'UNCEM
sarebbe favorevole alla ricerca di nuovi idrocarburi con concessioni
date a società extra regionali. Noi non abbiamo mai detto cose del
genere. Il metano c'è da epoca geologica e viene sfruttato
storicamente nel nostro territorio, con le concessioni già in
essere, che possono essere utilizzate validamente a scopo energetico
oppure in integrazione con altre risorse presenti nel territorio.
Questa mi è sembrata una polemica fuori luogo. Altro aspetto è
un'adeguata valorizzazione della risorsa idrica, nell'ambito della
nuova legge che si andrà ad adottare per quanto riguarda le acque ed
i servizi pubblici economici.
Sottolineo infine un investimento consistente sul digital divide,
perché sicuramente in questi anni la copertura della popolazione nel
nostro territorio supera il 90 per cento, ma la parte restante
riguarda la montagna e qualche area del basso ferrarese. Auspichiamo
che queste risorse, attraverso LEPIDA e l'integrazione con i
progetti locali delle Unioni montane e dei Comuni stessi, siano
attivate il più presto possibile, per superare rapidamente il
deficit del digital divide e dell'accesso alle nuove tecnologie
della banda larga. Grazie.
Avv. Carlo LOMBARDI - Responsabile Relazioni istituzionali
Confindustria Emilia-Romagna
Buongiorno a tutti. Formulerò alcune brevi considerazioni. Grazie
per questo approfondimento sull'assestamento di bilancio, che
interviene in un quadro caratterizzato da forte complessità e
incertezza:
- la messa a punto della manovra finanziaria nazionale, che sappiamo
avrà un impatto abbastanza consistente sui conti degli Enti locali,
stimato sui 10 miliardi di euro nel biennio,
- la situazione sugli ammortizzatori in deroga che si caratterizza
per un ritardo negli afflussi di cassa,
- la manovra 2011, i cui effetti andranno sommati a quelli della
manovra 2010,
- gli accordi - al momento non ancora onorati da parte del Governo -
sul trasporto pubblico locale,
- l'avvio del federalismo fiscale, che rende difficile da parte di
questa come di altre Regioni un'impostazione di medio termine delle
scelte di bilancio fondamentali per i prossimi anni.
C'è poi un contesto economico complessivo di bassa crescita.
Ricordo che dall'inizio della crisi sono ancora 16 punti in
percentuale da recuperare in termini di produzione industriale e
questo ci fa capire come è lenta la ripresa, come non possiamo dirci
fuori da una crisi per alcuni versi ancora difficile da decifrare.
Comprendiamo la cautela della Giunta regionale e le indicazioni di
questa manovra come sostanzialmente tecnica si riflette sul fatto
che circa il 70% di questa manovra è destinata alla copertura della
spesa sanitaria, che evidenzia un'attenzione cronica sull'andamento
dei conti sanitari.
Diamo atto alla Giunta dello sforzo che sta compiendo per dare
stimolo all'economia e sono proficui gli approfondimenti svolti
nell'ambito del patto per la ripresa. Noi stessi, in quella sede,
abbiamo sottolineato la necessità di verificare gli effetti della
manovra finanziaria, in attesa di poter definire gli interventi di
stanziamenti per lo sviluppo.
La Regione in questi mesi ha messo a punto degli provvedimenti
importanti: si parla di piani programmatori come il piano
energetico, il piano telematico, il piano triennale ambientale, che
dovrebbero a nostro avviso dare nuovo stimolo all'economia
dell'Emilia-Romagna. Il piano energetico ha un obiettivo
condivisibile. Sul piano triennale ambientale, di significativa
importanza, abbiamo avuto uno scambio di idee nei giorni scorsi con
l'assessorato competente. Si tratta quasi nella totalità di risorse
pubblico su pubblico, ma crediamo sia un segnale importante lo
stanziamento per la green economy di 2 milioni di euro e una
previsione di spesa che potrebbe essere leggermente rafforzata, a
nostro avviso, per dare modo al fondo regionale, creato nel 2005
proprio in materia ambientale, di poter essere rimpolpato - in
questo momento ha poca disponibilità - e consentire l'avvio di un
bando sullo sviluppo sostenibile, in particolare sulle emissioni in
atmosfera, che dia concretezza al tema della green economy e
coerenza con gli strumenti concreti messi in campo.
Torno sul tema della sanità, non tanto per mettere a fuoco l'importo
dell'impegno di questo assestamento, quanto per evidenziare i
ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione intesa in senso
lato, non solo della sanità. Da una recente indagine fatta sia sul
versante biomedicale e farmaceutico, sia per l'edilizia, lo scoperto
degli Enti locali verso i fornitori di beni e servizi al 2010 è
circa di 6 miliardi di euro, con ritardi di pagamento per la sanità
di circa 180 giorni, una curva che ha ripreso a crescere. Nel
settore dell'edilizia poi si registrano ritardi di 18 mesi in alcuni
casi, la media è di 160 giorni. Una situazione fino a poco tempo fa
sconosciuta in questo territorio.
Le conseguenze sono pesanti, soprattutto sul versante dell'edilizia.
E' un settore piuttosto bloccato, soprattutto per le piccole e medie
imprese, che rischiano di scomparire. Abbiamo fatto una proposta
alla Giunta regionale per smobilizzare i crediti, mediante
l'utilizzo della certificazione da parte degli Enti locali,
strumento reso possibile a livello nazionale, ma che non ha avuto
piena implementazione, soprattutto nella parte sanità. Crediamo che
un'operazione di reverse factoring con la collaborazione Istituti di
credito specializzati potrebbe dare una spinta. Occorrerebbe dunque
un accordo fra Regione, Istituti di credito specializzati nel
settore del factoring e imprese per sbloccare le certificazioni e
favorire lo smobilizzo.
Crediamo sia opportuno, in questa fase di assestamento del bilancio,
sottolineare un indirizzo nella legge finanziaria e inserire una
norma che consenta di definire accordi con banche e intermediari
finanziari, per favorire lo sblocco di un certo ammontare di
crediti, selezionando caso per caso le imprese in maggiore
difficoltà in termini di tempi di pagamento e ammontare di crediti.
La Regione potrebbe, a titolo quasi simbolico, mettere una somma che
potrebbe andare in compartecipazione degli oneri di una operazione
di smobilizzo di crediti, che ovviamente non è a costo zero.
L'ultimo punto è quello del piano telematico, su cui c'è un
finanziamento di 9 milioni e mezzo di euro circa, di cui 7 e mezzo
rivolti a colmare il digital divide nelle aree di montagna e rurali.
Si tratta fondi europei e quindi vincolati. Crediamo che possa
essere integrato per i due milioni restanti con due o tre iniziative
pilota per portare banda ultra larga, cioè fibra ottica, a
determinate imprese che lavorano in insediamenti produttivi e che
operano in filiere lunghe, che hanno pertanto bisogno di connessioni
ultra veloci per dialogare con sedi lontane. Questa sarebbe
un'operazione molto apprezzata in un'ottica di project financing e
di collaborazione pubblico-privato. Confindustria, anche in
occasione dell'udienza conoscitiva sul piano telematico regionale,
ha affermato che il sistema produttivo regionale è disposto a
partecipare a un'iniziativa di questo tipo, che potrebbe iniziare
con qualche progetto pilota in aree selezionate. Grazie.
Dott. Alessandro GIORGETTI - Presidente Federalberghi Emilia-Romagna
Buongiorno a tutti, grazie per l'invito a questa udienza
conoscitiva e per aver avuto l'opportunità di dire che il nostro
settore viene sempre blandito ma mai riverito, nel senso che se ci
sono da mettere delle cifre la situazione è triste. Comprendiamo di
non poterci mettere in concorrenza con il welfare o contro la
sanità, ed evidentemente non possiamo metterci contro questo
assestamento di bilancio. Ci aspettiamo tuttavia che nel prossimo
bilancio vi siano segnali forti per le imprese, perché la
competizione è anche nei servizi e nel terziario avanzato. La
Regione deve fare una riflessione per capire se il nostro è un
settore o un comparto sui cui investire.
Noi non abbiamo fatto una grande riconversione negli ultimi anni,
siamo rimasti sul territorio a combattere la nostra battaglia per
mantenere la leadership dell'Emilia-Romagna nel suo complesso. Il
ruolo che ci compete è di rappresentanza del sistema
emiliano-romagnolo e ci viene detto che non si può competere, quando
noi siamo il front office di milioni di persone italiane ed
internazionali.
Le risorse a disposizione sono molto inferiori rispetto agli anni
passati. Sulla legge regionale 40 del 2002 non c'è un soldo, ben
venga il milione a quelli che potranno arrivare fino a novembre.
Nonostante la manovra nazionale, mi sarei aspettato qualcosa di più
da coloro che dicono che bisogna lavorare per lo sviluppo. Noi
continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto. Il rapporto con
gli enti pubblici è molto stretto, ma dobbiamo competere e quindi
avere gli strumenti di base: il sistema aeroportuale, il sistema dei
trasporti, il nodo di Bologna, potremmo fare un elenco.
Riconosciamo un buon atteggiamento rispetto alla green economy, ma
c'è una difficoltà oggettiva. A parte l'assegnazione agli
intermediari finanziari specializzati - e non capisco perché non
possa fare lo stesso mestiere l'assistenza alle imprese - , non si
sa come si passa dalle enunciazioni ai fatti concreti, se ci sono o
meno dei bandi conseguenti. La vostra attività legislativa è
importante, ma dovete dare un termine oggettivo in cui partono i
bandi, se no si va in difficoltà. I nostri associati sanno che con
la legge regionale 40 sono state fatte richieste alle imprese molto
superiori a quello che è stato dato. Ragioniamo insieme, noi siamo
disponibili a farlo, sappiamo che il Governo taglia ma dobbiamo
attivare una politica attiva e rimanere leader di questo settore.
Grazie.
Sottosegretario Alfredo BERTELLI - Sottosegretario alla Presidenza
della Giunta regionale
Buongiorno a tutti. Credo che i contenuti della legge di
assestamento siano già stati esposti brillantemente dal consigliere
Vecchi che ha illustrato nel dettaglio la manovra. Io mi soffermerò
solo su alcuni punti, rimarcando intanto due cose.
La prima è stata richiamata abbondantemente nel corso del dibattito,
negli interventi svolti, che ringrazio: si tratta del primo
assestamento di bilancio che ricordi in questa Regione che è
essenzialmente un assestamento tecnico. Non è nemmeno una novità,
perché l'avevamo già annunciato al momento del bilancio di
previsione 2011 che ci saremmo trovati in una situazione
particolare. Ricorderete - per chi ha seguito la discussione sulla
predisposizione del bilancio di previsione 2011 - che partivamo con
la novità 2011 e anche 2012, con un taglio già previsto nella
manovra di stabilità dello scorso anno a livello nazionale, di 350
milioni di euro sul bilancio 2011 e una seconda tranche di
intervento di 380 milioni di euro aggiuntiva. E questo al netto
della manovra che verrà presentata oggi al Capo dello Stato. Stiamo
parlando davvero di una situazione molto complessa, particolare,
difficile da affrontare.
Partirei da questo ultimo punto, perché in questa manovra da 350
milioni di euro, la gran parte delle risorse che sono venute meno
riguardava le Bassanini e quindi le risorse sostanzialmente a
disposizione della Regione per sostenere le imprese in generale, da
quelle manifatturiere a quelle del turismo.
Nonostante questo, il taglio che la Regione ha praticato non è stato
orizzontale, non ha azzerato i fondi alle imprese, ma abbiamo
trovato il modo di distribuire diversamente il taglio di 350
milioni, continuando a sostenere almeno tre settori: uno è quello
della sanità, è il settore del sostegno al lavoro e all'impresa,
dove anziché azzerare abbiamo messo risorse per circa 30 milioni di
euro; l'altro è il settore dei trasporti, sul quale è vero che è
intervenuto un accordo con il Governo, ma l'accordo non è onorato e
forse non lo sarà mai.
Con il Governo abbiamo firmato un accordo sugli ammortizzatori in
deroga due anni fa, che ha fatto sì che le Regioni mettessero le
risorse dei fondi FSE e anticipassero gli oneri sugli ammortizzatori
in deroga. Ma in quell'accordo c'era anche l'immediata messa a
disposizione dei cosiddetti fondi FAS, che per la Regione
Emilia-Romagna pesano per 280 milioni di euro, risorse che a
tutt'oggi non sono ancora state sbloccate.
Ci muoviamo in una situazione di grande difficoltà nazionale, di
cassa, con accordi sottoscritti a tutti i livelli e non onorati e
quindi di mancati trasferimenti di risorse. Noi, in quel bilancio di
assestamento, avevamo anticipato manovre sostanzialmente tecniche e,
in accordo con le linee del bilancio approvato 2011 che sono
riconfermate in questa manovra - le risorse le ha citate il relatore
-, si parla di 72 milioni di euro di spesa corrente e 28 milioni, di
cui 8 riguardano l'anticipazione sui fondi del contrasto al digital
divide delle aree marginali del comparto agricolo e montano. Queste
risorse sono quelle che possiamo mettere in circolo, per come viene
chiuso il bilancio 2010 e per come prevediamo sarà la manovra di
bilancio 2012.
Non vorrei che discutessimo su come impegnare le poche risorse
previste in assestamento e poi fra due mesi iniziassimo a lavorare
sul bilancio 2012 e avessimo la sorpresa che le risorse disponibili
per gli investimenti sono inferiori anche a quelle
dell'assestamento.
E lo dico in ragione di due questioni: la prima è quella che
leggiamo su tutti i giornali, ma anche il vincolo della legge di
stabilità dell'anno scorso che pesa su bilancio 2012; la seconda
riguarda le risorse disponibili, ma anche il fatto che sulla Regione
grava un nuovo patto di stabilità che è molto pesante.
C'è un problema di risorse che non risultano spendibili. Se anziché
22 milioni di euro di investimenti ne avessimo messi 40, non avremmo
potuto spenderli, sommandoli a quelli del bilancio 2011, perché i
controllori della ragioneria ci avrebbero fermato, in quanto si
sarebbe arrivati ai limiti imposti dal patto di stabilità.
Bisogna quindi dirsi la verità e fare i conti con quello che c'è.
Abbiamo cercato di mettere in circolo nuove risorse, con una
operazione che si riassume in due parole: la messa in sicurezza del
bilancio della sanità. 60 milioni di euro sono le risorse che
permettono sostanzialmente a questa Regione di pareggiare il
bilancio della sanità e coprire le prestazioni aggiuntive
extra-regione. E per la parte degli investimenti, circa 8 milioni e
mezzo, che servono a non fermare gli interventi di riorganizzazione
dei sistemi ospedalieri, che sono in corso in questa regione.
Le altre risorse - sono pochissime - servono a non rendere banale
l'approvazione del piano energetico regionale insieme ad una serie
di strumenti e direttive specifiche, che, una volta approvato il
piano, permetteranno alle imprese che vogliano investire di avere
tutte le condizioni di chiarezza per fare gli investimenti
necessari. I milioni posti in questo capitolo servono solo a
potenziare quello che già c'era prima. In bilancio potevamo mettere
qualcosa in più, ma abbiamo voluto rimanere dentro i 22 milioni più
8. Certamente sarebbe stato un impegno che avrebbe potuto mettere in
moto cose nuove. Ma vorremmo riservarci un ragionamento fra due
mesi, quando ci rimetteremo al tavolo del bilancio, avendo più
chiaro come possiamo muoverci, sulla base delle misure che in questi
giorni si stanno concretizzando, ma vediamo ancora un quadro molto
mosso.
Le altre poste sono una quota di risorse sull'agricoltura, per i
risarcimenti delle colture che dovranno essere eliminate perché
colpite da una malattia incurabile, mi riferisco soprattutto ai
kiwi; 1 milione e 100 per interventi di bonifica a completamento di
opere importanti; poi 4 milioni sulla viabilità; una quota di
risorse sulle Comunità montane.
Attenzione, perché stiamo continuando a mettere soldi dopo avere
riorganizzato le Comunità montane, per evitare che scompaiano del
tutto, trasformandole in Unioni dei Comuni montani che non hanno
costi aggiuntivi. Abbiamo ancora dei problemi, perché l'azzeramento
del fondo sulla montagna nazionale ha messo le Comunità montane in
una situazione complicata. Entro la fine dell'anno dovremo discutere
con questi enti cosa fare del personale che vi gravita senza
collocazione. Ed è un problema nazionale, come lo è quello dei
Parchi o delle Forestali, tutti soggetti collocati in una specie di
limbo a seguito dell'azzeramento dei cosiddetti Consorzi parchi. E'
un problema, perché i sindacati ci verranno a chiedere se quel
personale lo prendiamo in Regione o se è trasferito alle Province o
ai Comuni. Con un problema molto serio, perché i Comuni delle
Comunità montane sono tutti a rischio con il patto di stabilità, non
possono aggiungere personale, così come alcune Province. Ma anche
per la Regione sarebbe impossibile assumere 200 persone. Come
vedete, vi sono temi non risolti. Non basta dire che il fondo della
montagna è azzerato, perché ci sono ancora molte cose da prendere in
carico e risolvere.
Mi soffermo su due osservazioni formulate negli interventi e
ringrazio per lo spirito costruttivo delle proposte avanzate. C'è
una grande sofferenza nei pagamenti. Riguarda tutti, l'industria
manifatturiera, riguarda coloro che lavorano nell'elettromedicale,
l'edilizia. C'è un problema di cassa. Abbiamo provato già due o tre
formule tipo factoring per ridurre i tempi di pagamento, soprattutto
delle Aziende sanitarie. Ma perché stiamo tornando ad allungare i
tempi, nonostante alcune operazioni fatte negli anni passati e anche
quest'anno?
Quest'anno la Giunta regionale ha fatto una serie di incontri nelle
aree in cui gravitano industrie che lavorano sulla sanità e ha
avviato dei provvedimenti. Una delibera colloca 150 milioni di euro
in una sorta di anticipazione per le Aziende sanitarie al fine di
accorciare accorciare i tempi di pagamento. C'è un problema, non
abbiamo potuto usare questa somma per una mancanza di cassa. Il
sistema sanitario vive di trasferimenti, di fondi IRAP dallo Stato
alle Regioni. Stiamo lavorando con un fondo regionale calcolato al
2009, che non tiene conto degli aggiornamenti delle cifre del piano
sanitario, tanto è vero che ogni mese arrivano 14 milioni in meno
rispetto al nostro fabbisogno, stabilito in un accordo con il
Governo.
Se a questo aggiungiamo che vi sono 465 milioni di risorse contenute
in un decreto legislativo nazionale a pagamento dell'IVA 2009 che ad
oggi non ha visto luce, voi capite che siamo in una forte
esposizione del bilancio della Regione. Per tamponare una situazione
che è irrisolvibile, o si allineano i tempi dei trasferimenti delle
risorse nazionali per far fronte ai fabbisogni concordati, o le
Regioni non possono continuare a fare da cassa come se fossero
banche, in assenza di entrate corrispettive. Questo non toglie nulla
rispetto a un impegno, confermato anche recentemente, di cercare di
ridurre quei tempi.
Stiamo lavorando sul tema profughi. Nella nostra Regione ci sono
quelli che ci dovevano essere, ma stiamo lavorando in
anticipazione . Poi forse lo sblocco del decreto nazionale
consentirà al Capo Prefetto nominato per l'emergenza profughi di
avere le risorse, ma i Comuni che hanno il grande problema del patto
di stabilità devono anticipare quello che le persone consumano ogni
giorno nelle strutture. Noi ci siamo impegnati a pagare in 60
giorni. Per fare questo la Regione deve anticipare risorse, e non è
corretto né giusto.
Dobbiamo quindi capire che siamo collocati in questo quadro, oppure
chiediamo le cose al soggetto sbagliato, perché a un certo punto,
continuando ad anticipare, ci fermiamo perché la cassa è vuota. Con
la cassa vuota, anche in presenza di un provvedimento del Presidente
della Regione, la ragioneria non può pagare. Concluderei qui, tutti
gli interventi hanno messo le mani avanti, lavoriamo per tempo al
prossimo bilancio, ma posso dire che, ad esame svolto sulla manovra
nazionale, parliamo di 10 miliardi di euro di interventi sul sistema
regionale e locale, tagli del turn over.
Penso che dobbiamo fare la nostra parte. Non basterà fare tagli,
dobbiamo ragionare, ma dovremo mettere mano alle strutture, al
sistema regionale e delle autonomie. Non basta avere spinto sulle
Unioni di Comuni, avere superato la fase dell'associazionismo
volontario, dobbiamo andare più avanti, sul meccanismo delle
deleghe, sui trasferimenti delle competenze. Bisogna che in questo
Paese ci sia uno solo che fa una cosa e non tre che si occupano
dello stesso problema, mettendosi i bastoni fra le ruote. Siamo di
fronte ad una sfida in cui ognuno deve fare la sua parte.
Presidente Marco LOMBARDI - Presidente della Commissione assembleare
Bilancio Affari Generali ed Istituzionali
Ringrazio tutti gli intervenuti e i consiglieri presenti. Le
osservazioni formulate oggi andranno a far parte del lavoro
istruttorio della Commissione nel corso dell'esame dei progetti di
legge, che proseguirà nelle prossime sedute. L'udienza conoscitiva è
conclusa.
La seduta termina alle ore 16,10.
Approvato nella seduta del 12 settembre 2011.
La Segretaria Il Presidente
Claudia Cattoli Marco Lombardi