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Legislatura IX - Commissione IV - Verbale del 05/03/2013 antimeridiano

     

     

     

     

     

     

    Verbale n. 6

    Seduta del 5 marzo 2013

     

    Il giorno 5 marzo 2013 alle ore 10,30 si è riunita presso la sede dell’Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali, convocata con nota prot. n. 9063 del 28 febbraio 2013.

     

    Partecipano alla seduta i Consiglieri:

     

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    DONINI Monica

    Presidente

    Federazione della Sinistra

    2

    presente

    PIVA Roberto

    Vice Presidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    VECCHI Alberto

    Vice Presidente

    PDL - Popolo della Libertà

    5

    presente

    BARBATI Liana

    Componente

    Italia dei Valori – Lista Di Pietro

    2

    presente

    BARBIERI Marco

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    CARINI Marco

    Componente

    Partito Democratico

    5

    assente

    CORRADI Roberto

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    4

    presente

    DEFRANCESCHI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it

    2

    presente

    FIAMMENGHI Valdimiro

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    GRILLINI Franco

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    LEONI Andrea

    Componente

    PDL - Popolo della Libertà

    2

    presente

    MARANI Paola

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MAZZOTTI Mario

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    NALDI Gian Guido

    Componente

    Sinistra Ecologia Libertà - Idee Verdi

    2

    assente

    NOÈ Silvia

    Componente

    UDC - Unione di Centro

    1

    presente

    PARUOLO Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    POLLASTRI Andrea

    Componente

    PDL - Popolo della Libertà

    4

    presente

    RICHETTI Matteo

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    RIVA Matteo

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

     

    Sono presenti i consiglieri: Tiziano ALESSANDRINI in sostituzione di Marco CARINI e Mauro MANFREDINI in sostituzione di Roberto CORRADI per parte della seduta.

     

    Sono altresì presenti i consiglieri: Gianguido BAZZONI, Fabio FILIPPI e Gabriella MEO.

     

    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: T. Carradori (Direttore Generale Sanità e politiche sociali), G. Squintani (Responsabile Servizio veterinario e igiene degli alimenti), C. Cicognani (Servizio Informazione e comunicazione Istituzionale).

     

    Presiede la seduta: Monica DONINI

    Assiste la Segretaria: Nicoletta Tartari

    Resocontista: Vanessa Francescon


    La presidente DONINI dichiara aperta la seduta alle ore 10,45.

     

    Sono presenti i consiglieri Alessandrini, Barbati, Defranceschi, Fiammenghi, Grillini, Manfredini, Marani, Mumolo, Noè, Paruolo, Piva.

     

    -                               Approvazione dei verbali nn. 3 e 5 del 2013

     

    La presidente DONINI, in mancanza di obiezioni, mette in votazione i verbali nn. 3 e 5 del 2013, relativi rispettivamente alle sedute del 12 e 26 febbraio, distribuiti successivamente alla convocazione della seduta odierna.

     

    La Commissione approva all’unanimità.

     

                  -              Esame abbinato degli oggetti:

     

    3598 - Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri Monari, Meo, Manfredini, Defranceschi, Bazzoni e Barbati: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 17 febbraio 2005, n. 5 "Norme a tutela del benessere animale"" (05 02 13).

    (Testo base)

    107 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Bazzoni: "Parziale modifica alla legge n. 5/2005 "Norme a tutela del benessere animale" (11 06 10).

     

    2914 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Cavalli: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 17 febbraio 2005, n. 5 "Norme a tutela del benessere animale"" (02 07 12).

     

    Entrano i consiglieri Barbieri e Filippi.

     

    La presidente DONINI, introducendo gli oggetti all’esame, rammenta che sugli stessi si è svolta, la scorsa settimana, l’udienza conoscitiva, in seguito alla quale sono state presentate diverse osservazioni, distribuite ai commissari. Sono stati distribuiti ai commissari anche gli emendamenti proposti dal relatore, consigliere Defranceschi (nn. da 1 a 7). Vengono ora distribuiti l’emendamento presentato dal consigliere Manfredini (n. 8) e gli emendamenti tecnici proposti dalla Giunta e sottoscritti dal relatore Defranceschi (nn. da 9 a 11).

    Precisa che, in accordo con il relatore, oggi non si procederà con l’esame dell’articolato, garantendo così la possibilità ai colleghi di presentare ulteriori emendamenti e osservazioni.

    Informa, infine, che l’Ufficio di presidenza della Commissione, in accordo con l’Ufficio di presidenza dell’Assemblea, ha autorizzato l’effettuazione di alcune riprese video della seduta odierna, per la prossima puntata della trasmissione televisiva curata dall’Assemblea legislativa.

     

    Entrano i consiglieri Bazzoni, Meo e Paruolo.

     

    Il consigliere DEFRANCESCHI ribadisce che la scelta di rimandare l’esame dell’articolato è diretta a consentire ai colleghi di visionare gli emendamenti proposti, che gli è stato possibile inviare solo nella giornata di ieri e rappresentano parte integrante del progetto di legge.

    Precisa che gli emendamenti hanno tenuto conto delle osservazioni enunciate durante l’udienza conoscitiva.

    L’emendamento n. 1 fornisce l’esatta definizione di animale da affezione, come risulta dalla normativa nazionale e comunitaria. In tal modo si supera la precedente definizione che conteneva un elenco, non esaustivo, di categorie di animali. Precisa che i cani da tartufo e da caccia sono, a tutti gli effetti, da considerarsi animali da affezione.

    L’emendamento n. 2 introduce una proroga all’applicazione della legge. Tale disposizione ha creato qualche perplessità durante l’udienza conoscitiva. Spiega che il termine massimo previsto di 6 mesi per rimuovere qualsiasi strumento di contenzione è un termine stringente, concesso sulla base di oggettive ragioni certificate da parte del veterinario curante e dell’ASL. Tale disposizione è volta ad impedire che il giorno successivo all’entrata in vigore della legge qualcuno possa essere multato o accusato di maltrattamento di animali, considerato che sostituire la catena o costruire un box comporta degli adempimenti tecnici (ad esempio, autorizzazioni da parte del Comune) che in molte realtà, specialmente rurali, possono richiedere tempo. Chiarisce che anche le associazioni ambientaliste si sono dette favorevoli alla tempistica prevista.

    L’emendamento n. 3 sopprime l’articolo 3 del progetto di legge.

    L’emendamento n. 4 introduce una disciplina per la pet therapy, promuovendo la possibilità di creare dei veri e propri percorsi formativi per il personale della ASL, delle cooperative e delle associazioni che si occupano di terapie assistite dagli animali. Tali corsi possono essere finanziati dalla Regione o con fondi comunitari.

    L’emendamento n. 5 prevede la possibilità di introdurre, in case di cura pubbliche e private, animali al seguito del proprietario o detentore. Si demanda a regolamenti e disciplinari delle singole Direzioni sanitarie la possibilità di garantire la detenzione degli animali nelle strutture di lungodegenza.

    L’emendamento n. 6 riguarda le sanzioni: è stato previsto un aumento non significativo degli importi e inoltre sono rivisti i limiti minimo e massimo, conformemente alla disciplina vigente. Il comma 3 dell’articolo 14 della legge regionale n. 5 del 2005, così sostituito, prescrive che il 50% dei proventi delle sanzioni amministrative siano vincolati per finalità connesse ad attività di carattere formativo ed educativo dirette a favorire la diffusione e applicazione dei principi contenuti nella legge.

    L’emendamento n. 7 rimanda alla Giunta la predisposizione di regolamenti che disciplinino gli aspetti più tecnici, che non possono essere contenuti in legge. Tale scelta di rimandare gli aspetti di dettaglio della disciplina per gli animali da affezione ai regolamenti (così come è stato fatto per gli animali da reddito e da allevamento a fini di lucro) ha incontrato il consenso delle associazioni ambientaliste e di categoria. Aggiunge che gli atti di Giunta sono già stati predisposti, sebbene siano ancora delle bozze, e che, perciò, il previsto termine di 90 giorni per la loro emanazione sarà, presumibilmente, rispettato. La disposizione così come formulata dovrebbe rassicurare i veterinari delle ASL, che operano sul territorio, che altrimenti avrebbero delle difficoltà a decidere quali norme dover far rispettare (fino ad oggi i veterinari hanno seguito i criteri utilizzati per i canili piuttosto che per gli allevamenti).

    Infine spiega che i servizi veterinari dell’Assessorato hanno presentato degli emendamenti tecnici (nn. 9, 10 e 11), che aggiornano alcuni termini (SCIA al posto di DIA) e demandano alle Province il piano di controllo dei piccioni.

     

    Entrano i consiglieri Corradi, Leoni e Pollastri.

     

    Il consigliere PARUOLO chiede che cosa di intende per “strumenti di contenzione”. Spiega che a volte può capitare che si vada in vacanza con il proprio cane e non ci sia un giardino dove possa muoversi. In questo caso, per evitare che l’animale stia tutto il tempo in casa, lo si lega ad una corda perché abbia libertà di movimento e possa uscire dall’abitazione, ma non scappare. Chiede se in tal caso, la corda utilizzata al collo del cane possa essere intesa, secondo la normativa in discussione, come strumento di contenzione, con le conseguenti sanzioni applicabili.

    A suo giudizio, la legge dovrebbe limitare gli usi “disumani” della catena e di altri mezzi similari, e non intervenire in situazioni come quella descritta.

     

    Il consigliere MUMOLO chiede se, rispetto ai requisiti minimi strutturali, si pensa di demandare tutta la disciplina ai regolamenti o di inserirla parzialmente in legge (ad esempio, almeno la superficie minima di 9 metri quadrati).

     

    Escono i consiglieri Filippi e Bazzoni.

     

    La consigliera NOÉ, rivolgendosi ai rappresentanti di Giunta, chiede, in merito all’emendamento n. 5 (accesso degli animali nelle strutture pubbliche), se esiste una profilassi volta a garantire le persone che entrano in contatto con gli animali (soprattutto roditori e volatili) che entrano nelle strutture sanitarie.

     

    Entra il consigliere Mazzotti ed esce il consigliere Fiammenghi.

     

    La consigliera BARBATI ritiene che la disciplina contenuta nel progetto di legge sia molto importante ma delicata, perché tocca la sensibilità di tutti. Proprio in ragione di ciò, avverte di fare molta attenzione a ciò che si scrive in legge: introdurre il divieto assoluto di catena può creare dei disagi anche chi utilizza uno strumento di contenzione nell’interesse dell’animale. Fa l’esempio del cane che durante il periodo dell’accoppiamento va tenuto al guinzaglio per impedire che scappi.

    A suo giudizio, perciò, bisognerebbe - come già osservato dal collega Paruolo - specificare meglio che cosa si intenda per strumenti di contenzione, che molto spesso vengono utilizzati proprio per tutelare l’animale.

    Inoltre pretendere che coloro che hanno un cane costruiscono un box è - a suo dire- esagerato perché costa e non è detto che sia meglio della catena.

    È necessario – continua - fornire indicazioni più precise, perché ci sono strumenti di contenzione diversi dalla catena (guinzagli, pettorine) che vengono utilizzati senza finalità coercitive. Altra cosa, conclude, sono i collari elettrici, che rappresentano pratiche inaccettabili.

    Circa i controlli e le sanzioni, precisa che chi effettuerà i primi dovrà essere preparato e in grado di distinguere i singoli casi, mentre le sanzioni dovranno essere comminate con prudenza per evitare che chi possiede un cane preferisca sbarazzarsene piuttosto che incorrere in una multa.

     

    Entra il consigliere Vecchi.

     

    Il consigliere BARBIERI si dichiara perplesso sull’impostazione del progetto di legge. Aggiunge che, a suo giudizio, la Regione dovrebbe preoccuparsi di cancellare i due terzi delle sue leggi, strutturare delle leggi quadro e ricorrere ai regolamenti quando sia possibile, piuttosto che legiferare su argomenti di dettaglio.

    Condivide alcune delle perplessità della collega Barbati e aggiunge che alcune previsioni, su aspetti relativi all’urbanistica, possono essere discutibili. Riferisce che nel suo comune ci sono state denunce della forestale per abusi di recinti dei cani o pollai.

    Bisogna essere chiari: vietare la catena e imporre la costruzione di box - che, in quanto non rispettosi della normativa urbanistica ed edilizia, possono essere abusivi - non gli pare una scelta sensata.

    Riporta quanto ascoltato in udienza conoscitiva in cui alcuni operatori paventavano il rischio, nel caso di approvazione della legge, che molti cani siano abbandonati e serviranno, di conseguenza, stanziamenti per supportare i canili.

     

    Il consigliere MANFREDINI presenta l’emendamento n. 8 da lui firmato, che ritiene più efficace, rispetto a quello presentato dal relatore, per specificare che la detenzione a catena può essere consentita solo per il tempo strettamente necessario a superare problemi sanitari e di sicurezza, documentati dal veterinario o dai servizi territoriali. Questo può accadere anche nei canili, ove normalmente i cani sono tenuti nei box.

    Suggerisce che si inserisca in legge l’indicazione ai Comuni affinché non si impongano obblighi urbanistici ed edilizi a carico dei proprietari di animali che debbano costruire i box prescritti, limitando tali obblighi al rispetto delle prescrizioni indicate dai servizi territoriali delle ASL.

     

    Esce il consigliere Pollastri.

     

    La consigliera MEO chiarisce che il testo all’esame non è una nuova legge, ma una modifica della legge regionale n. 5 del 2005. Il benessere animale è un tema in evoluzione perché cambiano le normative nazionali e comunitarie e muta anche la sensibilità comune verso tale questione. Oggi gli animali d’affezione assumono, per le famiglie e le persone, un significato sociale che un tempo non avevano.

    Questa la ragione per cui l’iniziativa legislativa in discussione ha avuto un’accelerazione ed è seguita ad una consistente raccolta di firme.

    È d’accordo nello sfruttare il tempo ancora a disposizione per chiarire meglio alcuni concetti come ad esempio quelli di guinzaglio e di catena.

    Condivide le preoccupazioni avanzate da parte dei colleghi circa la possibilità che alcuni, una volta approvato il nuovo testo, si possano liberare dei loro animali. Ma aggiunge che preoccupazioni analoghe c’erano state anche in passato quando fu imposto il microchip agli animali per contrastare il randagismo. Ciò dimostra che i cambiamenti sono sempre faticosi, e che l’abbandono di animali è sempre esistito ed esiste anche oggi, perciò necessitano discipline più stringenti.

    A suo giudizio chi decide di tenere un animale deve farlo con senso di responsabilità, altrimenti è meglio che non l’abbia.

     

    Il consigliere BARBIERI in merito a quanto proposto dal collega Manfredini (e cioè che i Comuni possano non applicare in modo eccessivamente restrittivo la normativa edilizia), fa notare che quando ha chiesto al suo Comune di poter recintare i suoi appezzamenti di terra (in aree ZPS) gli è stato imposto di presentare anche il progetto alla Sovraintendenza e di considerare che le maglie della rete fossero sufficienti a far passare la fauna minore. Invita quindi la Commissione a riflettere con razionalità sulle scelte che intende operare.

     

    La presidente DONINI sottolinea che sono emerse dal dibattito questioni anche molto concrete (gestione degli animali da affezione in vacanza, in abitazioni non dei proprietari; distinzione tra catena e guinzaglio; disciplina generale e di dettaglio da comprendere nella legge) che devono trovare una soluzione chiara, se si vuol garantire la piena ed efficace attuazione delle modifiche proposte alla legge regionale vigente.

     

    Esce il consigliere Mazzotti.

     

    Il consigliere DEFRANCESCHI spiega che aggiungere i termini “contenzione similare” (come proposto dall’articolo 2 del progetto di legge) mira ad evitare che sia possibile togliere la catena e mettere una corda di adeguato spessore, aggirando in tal modo la legge. Comprende, tuttavia, che si possano ingenerare dei dubbi sugli strumenti leciti, come ad esempio il guinzaglio che è un mezzo unanimemente accettato anche da chi svolge controlli ed è l’unico mezzo che permette la corretta custodia dell’animale senza sfociare nell’omessa custodia, che è un reato.

    Aggiunge che i casi di maltrattamento animale sono all’ordine del giorno e raramente vengono perseguiti perché i controlli sono scarsi, anche per mancanza di personale. Dubita, perciò, che una volta entrato in vigore il nuovo testo, scattino immediatamente multe e sanzioni per chi tiene al guinzaglio il proprio cane o lo lega in giardino per un tempo limitato.

    Avverte viceversa che se si inseriscono in legge delle deroghe, è probabile che qualcuno ne approfitterà tenendo regolarmente il cane alla catena e affermando, al momento del controllo, di avere legato l’animale solo per poco tempo. Si dichiara d’accordo con il collega Mumolo, non ritenendo che esistano limitazioni all’inserimento in legge dei requisiti minimi. La scelta di demandare quest’ultimi ai regolamenti è stata una valutazione tutta politica.

    Alle perplessità della collega Noè risponde che i regolamenti saranno demandati alle Direzioni sanitarie al fine di prevenire i rischi paventati.

    Spiega poi che, per alcuni animali, non esistono profilassi vaccinali, che invece sono obbligatorie per cani e gatti, per i quali esiste il libretto vaccinale.

    Circa le denunce per costruzione edilizia non a norma, ritiene che quelle della forestale ricordate dal consigliere Barbieri siano state comminate sulla base di violazioni in materia di tutela del paesaggio. Aggiunge che sulla questione la Regione non è competente perché si tratta di disciplina nazionale.

    Condivide, in parte, la preoccupazione circa i rischi paventati di abbandono degli animali, ma fa presente che il fenomeno esiste: l’abbandono c’è, c’è sempre stato e continuerà ad esserci. Ogni intervento legislativo comporta l’assunzione di alcuni rischi, come accadde con l’introduzione dell’anagrafe canina. Sottolinea che non è obbligatorio avere un animale in casa, e se si decide di tenerlo bisogna rispettare le leggi. Per evitare il rischio di abbandono, non si può - a suo giudizio - acconsentire a nessuna limitazione al miglioramento del benessere animale.

    Circa l’emendamento presentato dal collega Manfredini, l’unica differenza che rileva rispetto alla modifica da egli medesimo presentata riguarderebbe la durata del periodo consentito per adeguarsi alla norma: nel proprio emendamento tale tempo è stabilito in sei mesi, mentre nell’emendamento del collega Manfredini si parla di “periodo strettamente necessario”. La genericità di tale espressione lo lascia perplesso perché si presterebbe alle più varie interpretazioni, mentre le valutazioni fatte con i servizi tecnici e le opinioni espresse in udienza conoscitiva hanno sottolineato che i sei mesi rappresentano un tempo sufficiente ad adempiere a requisiti di tipo anche strutturale.

     

    Entra il consigliere Mazzotti.

     

    Il direttore CARRADORI dichiara di condividere lo spirito e le finalità della legge ma aggiunge che occorre trovare una composizione tra i condivisi obbiettivi del benessere degli animali e lo sviluppo di una cultura del loro rispetto e le condizioni sanitarie, di salute e di benessere, nell’ambito dei luoghi di cura.

    A suo giudizio andrebbero evitati due aspetti, che non pare vengano evitati con l’attuale formulazione degli emendamenti: il primo è che non si possono eccedere i livelli essenziali di assistenza (LEA). In merito fa un esempio relativo all’emendamento n. 2: quando si dà un termine entro il quale adeguarsi sulla base della certificazione di un veterinario, ancorché libero professionista, prevedere che su questa prescrizione intervenga il controllo della ASL aggrava le incombenze organizzative ed economiche del Servizio sanitario, peraltro con una efficacia relativa perché molto difficilmente si entra in contraddizione con un giudizio formulato da un altro professionista. Sempre con riferimento ai LEA, pare confusa, inoltre, la formulazione dell’emendamento n. 4 che sancisce che per “il conseguimento e le finalità di cui al comma 1, la Regione promuove la formazione professionale del personale medico”: non è chiaro - a suo giudizio - se la formazione di cui si parla riguarda coloro che operano nelle unità operative destinate all’erogazione dell’assistenza oppure unità operative specificamente dedicate alla pet therapy, nel qual caso non sarebbe ammissibile perché eccedente i LEA. Ricorda che i LEA sono definiti dal livello centrale e richiedono una procedura particolare perché possano essere integrati e sostenuti con le finanze regionali.

    La seconda annotazione concerne l’emendamento n. 5 sull’accessibilità degli animali da affezione in strutture pubbliche: mentre nel primo comma dell’articolo 4 ter che si vuole introdurre nella legge regionale n. 5 si dice che bisogna definire delle regole attraverso le quali si consente l’accesso degli animali, negli altri due commi si definisce puntualmente la disciplina per le case di cura e di riposo per anziani, nelle quali sarebbe sempre permesso l’accesso dei cani e, ancorché in accordo con la direzione, la detenzione. A suo giudizio sarebbe opportuno definire in legge solo i tempi e i principi generali, rimandando la disciplina di dettaglio agli atti attuativi. Critica inoltre la disposizione del comma 4 dell’articolo 4 ter, che esclude l’accesso degli animali da affezione nei locali pubblici di cura dove sono presenti pazienti asmatici ed allergici: tale formulazione contempla solo la salute “fisica”. In realtà – prosegue - ci sono altri aspetti che collidono con la concezione di salute e di benessere, per esempio l’attitudine psicologica di coloro che si trovano in condizioni alberghiere di convivenza con coloro che trarrebbero beneficio dalla presenza di animali.

    Altre criticità riguardano i tempi di attuazione di cui all’emendamento n. 7: mentre la previsione di 90 giorni (per la disposizione di atti che forniscano indicazioni tecniche e requisiti per le strutture di ricovero degli animali) risulta congrua se si tratta di cani e gatti, altrettanto non si può dire in relazione alle altre fattispecie.

    Alla consigliera Noè spiega che si interviene prevalentemente nell’ambito della prevenzione sugli animali per evitare la trasmissione tra di loro e in alcuni casi (es. la rabbia) per evitare la trasmissione animale-uomo. Quindi, gli aspetti di profilassi concernenti la relazione animale-uomo sono limitati.

     

    Escono i consiglieri Corradi, Vecchi e Barbati.

     

    Il dott. SQUINTANI aggiunge che un altro aspetto critico riguarda l’emendamento n. 6 che prevede che il 50% dei proventi delle sanzioni sia vincolato a finalità formative ed educative. Tale disposizione - a suo giudizio - potrebbe creare delle difficoltà ai Comuni, soprattutto a quelli piccoli. Suggerisce, in alternativa, di valutare l’istituzione di un fondo regionale.

    Un altro aspetto poco chiaro, concerne l’emendamento n. 4: mentre il comma 2 dell’articolo 4 bis stabilisce che l’attività didattico-formativa sia promossa dalla Regione, il comma 3 prevede che i corsi di formazione siano organizzati e gestiti dagli enti di formazione accreditati. Le disposizioni paiono in contraddizione l’una con l’altra.

    Infine, esprime dei dubbi anche sul comma 6 dell’articolo 4 bis che prescrive l’individuazione di un unico riferimento regionale presso un’ASL o un’Azienda ospedaliera regionale.

     

    La consigliera MEO, considerato che il relatore si era già confrontato con i tecnici di Giunta, osserva che sarebbe stato opportuno che i rilievi ora esposti fossero formulati in precedenza, così da consentire al relatore di tenerne eventualmente conto nella formulazione di emendamenti.

     

    Esce la consigliera Noè.

     

    Il consigliere PARUOLO ritiene inaccettabile il principio per cui si fa una legge contando poi sul fatto che non venga applicata. Intende riferirsi a ciò che ha detto il relatore Defranceschi in merito al divieto assoluto all’uso della corda e al fatto che nessuno comminerà sanzioni nell’eventualità che tale divieto non venga rispettato.

    Ritiene che sia giusto scrivere in legge disposizioni difendibili e ragionevoli: in Italia - prosegue - troppe volte sono state varate leggi contando sul fatto che non venissero fatte rispettare. Il tema del maltrattamento degli animali non può essere affrontato e risolto definendo semplicemente gli strumenti consentiti e quelli vietati; occorre definire degli standard, la cui violazione va sanzionata perché costituisce maltrattamento animale.

    Sollecita a tener presente che un intervento su una parte della materia può toccare l’equilibrio dell’intera disciplina.

     

    Esce il consigliere Alessandrini.

     

    La presidente DONINI ritiene che il collega Paruolo non abbia forse inteso correttamente quanto detto dal relatore Defranceschi. Per chiarire il suo pensiero fa un parallelismo utilizzando l’esempio degli strumenti di correzione nei confronti dei bambini: il piccolo ceffone dato da un genitore al figlio, anni fa, veniva considerato legittimo ed educativo e non uno strumento di maltrattamento. Oggi non è più così, per fortuna. Questo a dimostrazione che non è una legge che può distinguere quale ceffone, eventualmente in pubblico, si possa dare al proprio figlio e quale invece sia illegittimo. La legge impone un principio generale: è vietato utilizzare le mani nell’educare i figli. Il consigliere Defranceschi - prosegue - non ha affermato che la legge in itinere possa, una volta approvata, essere violata; ha, viceversa, sostenuto che è pericoloso introdurre, nel testo in discussione, delle attenuazioni degli strumenti di costrizione che potrebbero consentire una facile elusione della norma.

    Si dice d’accordo con la collega Meo che, nel suo intervento, ha ben sottolineato che il testo all’esame mira a migliorare una legge vigente dal 2005, che necessita di modifiche perché tocca un tema che, nel tempo, è stato oggetto di un profonda evoluzione culturale e sociale.

     

    Il consigliere MANFREDINI ribadisce che il proprio emendamento - predisposto prima di conoscere gli emendamenti del consigliere Defranceschi, che prevedono altri termini - era volto a consentire l’uso temporaneo della catena solo per motivi attinenti al benessere dell’animale sottoposto a terapie; ritiene che, con poche modifiche, questa esigenza potrebbe essere contemplata anche negli emendamenti del relatore.

     

    Il consigliere DEFRANCESCHI dichiara che ogni valutazione verrà discussa con i tecnici della Giunta, le cui considerazioni gli paiono comunque ragionevoli in linea di massima. Aggiunge che i Servizi competenti non riusciranno a produrre le loro osservazioni prima di lunedì della prossima settimana.

     

    La presidente DONINI, considerato quanto testé detto dal collega Defranceschi, si riserva di verificare la possibilità di effettuare uno scambio con altre Commissioni e quindi convocare la prossima seduta mercoledì o giovedì della prossima settimana.

     

     

    La seduta termina alle ore 12,15.

     

    Approvato nella seduta del 25 marzo 2013.

     

    La Segretaria

    La Presidente

    Nicoletta Tartari

    Monica Donini

     

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