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Legislatura IX - Commissione I - Verbale del 26/11/2013 pomeridiano

     

     

     

     

     

    Verbale n. 40

    Seduta del 26 novembre 2013

     

    Il giorno 26 novembre 2013 alle ore 14.30 si è riunita presso la sede dell’Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali, convocata con nota prot. n. 46232 del 20 novembre 2013 e integrata con nota n. 46644 del 22 novembre 2013.

     

    Partecipano alla seduta i Consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    LOMBARDI Marco

    Presidente

    PDL - Popolo della Libertà

    5

    presente

    FILIPPI Fabio

    Vicepresidente

    PDL - Popolo della Libertà

    1

    presente

    VECCHI Luciano

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    4

    presente

    BARBATI Liana

    Componente

    Italia dei Valori - Lista Di Pietro

    2

    assente

    BARBIERI Marco

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    PDL – Popolo della Libertà

    3

    presente

    BONACCINI Stefano

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    CAVALLI Stefano

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    presente

    DEFRANCESCHI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it

    1

    assente

    FERRARI Gabriele

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    GRILLINI Franco

    Componente

    Gruppo Misto

    3

    presente

    MANFREDINI Mauro

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    3

    presente

    MAZZOTTI Mario

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MONARI Marco

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    MONTANARI Roberto

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MORICONI Rita

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    NALDI Gian Guido

    Componente

    Sinistra Ecologia Libertà - Idee Verdi

    2

    presente

    NOE’ Silvia

    Componente

    UDC - Unione di Centro

    1

    assente

    PARIANI Anna

    Componente

    Partito Democratico

    3

    assente

    POLLASTRI Andrea

    Componente

    PDL - Popolo della Libertà

    2

    presente

    SCONCIAFORNI Roberto

    Componente

    Federazione della Sinistra

    2

    presente

    Il consigliere Giuseppe PARUOLO sostituisce il consigliere Bonaccini, il consigliere Andrea LEONI sostituzione il consigliere Bignami per parte della seduta.

    Sono altresì presente la Vicepresidente e Assessore a “Finanze, Europa, Cooperazione con il sistema delle autonomie, Valorizzazione della montagna, Regolazione dei servizi pubblici locali, Semplificazione e trasparenza, Politiche per la sicurezza” Simonetta SALIERA, Il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI e l’assessore alle “Attività produttive, piano energetico e sviluppo sostenibile, economia verde, edilizia, autorizzazione unica integrata” Gian Carlo MUZZARELLI.

    Presiede la seduta: Marco LOMBARDI

    Assiste la segretaria: Claudia Cattoli


     

    -     Avvio della Sessione di semplificazione anno 2013 (ai sensi della legge regionale n. 18 del 2011) - Audizione del Tavolo permanente per la semplificazione

     

     

    Partecipano all’audizione:

     

     

     

     

    Giulio

    Capello

    ANCE Emilia-Romagna

    Marco

    Giubilini

    ANCI Emilia-Romagna

    Lalla

    Golfarelli

    Artigianato - Tavolo regionale dell’Imprenditoria

    Gianni

    Melloni

    ANCI Emilia - Romagna

    Francesco

    Montanari

    Vicepresidente Confindustria Emilia-Romagna

    Rita

    Pareschi

    ANCE Emilia - Romagna

    Marco

    Pasi

    Tavolo regionale imprenditoria – Commercio e turismo

    Piero

    Peri

    Tavolo regionale dell’Imprenditoria - Agricoltura

    Gianluca

    Rusconi

    Confindustria Emilia-Romagna

    Giuseppe

    Sidoli

    UPI Emilia-Romagna

    Giuseppe

    Vischetti

    Confindustria Emilia-Romagna

    Francesco

    Zanoni

    Tavolo regionale dell’Imprenditoria - Confcooperative

    Marcella

    Zappaterra

    Presidente CAL – Consiglio Autonomie locali

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Davide

    Baldazzi

    Direzione Affari istituzionali e legislativi RER

    Andrea

    Bernardo

    Direzione Affari istituzionali e legislativi RER

    Lorenzo

    Broccoli

    Direttore gen. Organizzazione, personale, sistemi informativi e telematica RER

    Enrico

    Cocchi

    Direttore gen. Programmazione territoriale e negoziata, Intese. Relazioni europee e Relazioni internazionali RER

    Marta

    De Giorgi

    Direzione Affari istituzionali e legislativi RER

    Mauro

    Di Lella

    Direzione Reti infrastrutturali, logistica e sistemi di Mobilita' RER

    Rita

    Dondi

    Direzione Affari istituzionali e legislativi RER

    Maurizio

    Mainetti

    Direttore Agenzia regionale di Protezione Civile

    Alessia

    Orsi

    Intercent-ER- Agenzia regionale di sviluppo dei mercati telematici

    Silvia

    Pagnotta

    Direzione Affari istituzionali e legislativi RER

    Francesco

    Paniccià

    Direzione Affari istituzionali e legislativi RER

    Anna

    Perazzitti

    Direzione Affari istituzionali e legislativi RER

    Onelio

    Pignatti

    Direttore gen. Risorse finanziarie e patrimonio RER

    Luigi

    Ramenghi

    Direzione Affari istituzionali e legislativi RER

    Maurizio

    Ricciardelli

    Direzione Affari istituzionali e legislativi RER

    Giovanni

    Santangelo

    Direzione Programmazione territoriale e negoziata, Intese. Relazioni europee e Relazioni Iiternazionali RER

    Nicodemo

    Spatari

    Direttore AGREA - Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura

    Elena

    Tagliani

    Direzione Programmazione territoriale e negoziata, Intese. Relazioni europee e Relazioni internazionali RER

    Filomena

    Terzini

    Direttore gen. Affari istituzionali e legislativi RER

    Rossella

    Ventura

    Direzione Affari istituzionali e legislativi RER

    Alessandro

    Zucchini

    Direttore IBACN - Istituto per i beni artistici, culturali e naturali

     


    Il presidente LOMBARDI dichiara aperta la seduta.

    Sono presenti i consiglieri Filippi Barbieri, Cavalli, Ferrari, Grillini, Leoni, Manfredini, Mazzotti, Monari, Montanari, Moriconi, Mumolo, Naldi, Paruolo, Pollastri, Sconciaforni e Vecchi.

    Il presidente LOMBARDI propone di invertire la sequenza degli argomenti all’ordine del giorno e di anticipare l’adempimento procedurale della nomina del relatore del progetto di legge ogg. 4758 ai sensi dell’articolo 50 dello Statuto.

    La Commissione concorda.

    4758 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Disposizioni urgenti in materia di organizzazione del lavoro nel sistema delle Amministrazioni regionali" (delibera di Giunta n. 1674 del 19 11 13)

     

    Su proposta del vicepresidente Vecchi, la Commissione concorda di nominare relatore il consigliere Gabriele Ferrari.

     

     

    Il presidente LOMBARDI dà quindi inizio ai lavori della Sessione di semplificazione per l’anno 2013, che prendono avvio nell’odierna seduta della I Commissione con l’audizione dei componenti del Tavolo permanente per la semplificazione (Autonomie locali, rappresentanti del mondo imprenditoriale, parti sociali), che ringrazia per la loro partecipazione.

     

    -     Avvio della Sessione di semplificazione anno 2013 (ai sensi della legge regionale n. 18 del 2011)

    Audizione del Tavolo permanente per la semplificazione

     

     

    Presidente MARCO LOMBARDI – Presidente della Commissione assembleare “Bilancio Affari generali ed istituzionali”

     

    “Uno studio della Presidenza del Consiglio valutava il costo degli oneri amministrativi a carico delle imprese pari al 4,6% del PIL, corrispondente a circa 70 miliardi di euro.

    Nella nostra Regione, dopo alcuni provvedimenti a macchia di leopardo, con la legge regionale n. 18 del 2011 il tema della semplificazione amministrativa viene regolato organicamente con un provvedimento di natura eminentemente consiliare, costruito in accordo con le associazioni.

    La prima Sessione di semplificazione si è tenuta nel novembre 2012 facendo il punto delle attività svolte ed individuando sei linee su cui muoversi per il futuro.

    Oggi iniziamo il percorso per arrivare alla sessione 2013 all’interno della quale verificheremo  l’esito delle proposte emerse nella sessione dello scorso anno e formalizzeremo le nuove linee per il futuro. E questo percorso lo iniziamo in maniera innovativa e molto gratificante per questa Commissione e quindi per l’intera Assemblea legislativa, che diventa protagonista e non spettatrice della procedura. Infatti, modificando la procedura dello scorso anno, il confronto Tavolo tecnico, Giunta si svolge qui, adesso, e da questa Commissione, in una prossima seduta uscirà il documento su cui l’Aula verrà chiamata a confrontarsi per la Sessione 2013.

    Questa mia breve introduzione, concordata anche con la Vicepresidente Saliera, che ringrazio per il ruolo che assieme al Presidente Errani ha voluto riconoscere all’attività consiliare in questa occasione, toccherà quindi per sommi capi i temi che poi saranno oggetto del dibattito.

    Partiamo dagli esiti e dagli sviluppi delle sei linee di azione previste nel programma di semplificazione 2012/2013:

    La Linea d’azione 1 prevedeva Informatizzazione, interoperabilità e de-materializzazione.

    Dopo una ricognizione dello stato dell’informatizzazione della Regione è stato approvato il Piano Operativo per la Semplificazione e sono state approvate le Linee Guida per la gestione documentale digitale, che dovrebbero garantire la piena de-materializzazione dei rapporti interni fra le strutture regionali e quelle degli enti locali. Sono inoltre in procinto di essere adottate le Linee Guida per la de-certificazione e per l’apertura delle banche dati della Regione, permettendo all’utente finale di usufruire in qualsiasi pratica regionale di certificati già presentati in altre pratiche o che la regione può ottenere su proprio impulso.

    Per ciò che attiene la Linea d’azione 2 Analisi dei procedimenti amministrativi e trasparenza,

    si è svolta una ricognizione di tutti i procedimenti amministrativi di competenza delle strutture della Giunta ed attraverso questa prima esperienza di Analisi e Valutazione Permanente dei procedimenti amministrativi, è stato possibile individuare i parametri utili a verificare la rispondenza di ogni singolo procedimento al paradigma formale ed a quello sostanziale.

    Venendo alla Linea d’azione 3 Strumenti di valutazione e monitoraggio,

    in base alla previsione dell’articolo 1 della legge regionale n. 18 del 2011 il programma di semplificazione ha individuato con precisione le azioni da porre in essere:

    a) Ridurre lo stock normativo regionale;

    b) Introdurre o migliorare le procedure che hanno attinenza con l’attività di AIR (Analisi di Impatto della regolamentazione);

    c) Migliorare e sistematizzare le tecniche ATN (Analisi Tecnico Normativa);

    d) Razionalizzare il sistema della VIR (Valutazione Impatto della Regolamentazione) e le clausole valutative.

    In ordine alla Linea d’azione 4 Misurazione degli oneri amministrativi nel settore edilizio,

    nell’ambito del Comitato Paritetico istituito a livello nazionale in Conferenza Unificata, si è svolta e conclusa la misurazione degli oneri amministrativi in materia edilizia.

    Dagli esiti è emersa la necessità di provvedere con modifiche normative finalizzate alla riduzione degli oneri.

    In quest’ottica va letta la riforma della disciplina edilizia di cui alla nostra legge regionale n. 15 del 2013 e si segnalano inoltre come imminenti interventi normativi di semplificazione aventi ad oggetto le seguenti aree: agricoltura, salute e igiene degli alimenti.

    All’interno della Linea d’azione 5 Archivio delle migliori pratiche amministrative,

    la valorizzazione delle migliori pratiche amministrative si è concentrata, in questo primo anno di lavoro, sull’attualissimo e spinoso tema dei “controlli sulle imprese”.

    Infine, per la Linea d’azione 6 Semplificazione in materia edilizia,

    Il programma di semplificazione 2012/2013 indicava in materia specifici obiettivi, tra cui:

    a) La riforma della disciplina edilizia regionale;

    b) L’informatizzazione delle procedure finalizzate ad ottenere i titoli autorizzatori edilizi;

    c) De-materializzazione del DURC tramite un sistema di cooperazione applicativa.

    Passando ad esaminare la partecipazione della Regione al Tavolo interistituzionale per la semplificazione,

    va segnalato che la Regione Emilia-Romagna considera la collaborazione inter-istituzionale una condizione imprescindibile della semplificazione amministrativa, dato l’assetto istituzionale multi-livello previsto dalla Costituzione italiana. Ed è importante ricordare in questa sede come il modello di governance adottato in sede di Conferenza Unificata sia esattamente quello previsto dalla nostra legge regionale n. 18 del 2011.

    Il lavoro sino ad ora svolto al Tavolo Istituzionale si è indirizzato su due aree settoriali specifiche: ambiente ed edilizia e controlli sulle imprese.

    Nell’ambito dell’Edilizia,

    tra gli interventi settoriali, il Tavolo ha dato priorità alla semplificazione delle procedure edilizie ed alla standardizzazione della modulistica.

    In tema di Ambiente,

    va notato come, anche in un settore di così grande importanza  nazionale, si sia seguito il modello di governance della nostra legge regionale e, attraverso l’attività del Tavolo nazionale, si sia giunti all’emanazione di un regolamento statale sulla cosiddetta AUA (Autorizzazione Unica Ambientale per le piccole e medie imprese).

    Si è cosi distinta la portata dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), necessaria per le grandi imprese e per gli impianti di maggiore dimensione, dall’AUA, necessaria per le imprese per gli impianti di minori dimensioni.

    L’AUA secondo la normativa nazionale sostituisce 7 tipologie procedimentali, ma ogni Regione è libera di integrare l’elenco dei provvedimenti sostituiti.

    Ed è questo un tipico caso in cui, per tenendo conto della limitata potestà normativa delle Regioni in materia ambientale, la Sessione di semplificazione può offrire spunti e stimoli all’approfondimento in corso.

    Per ciò che attiene ai Controlli sulle imprese,

    in seno al Tavolo tecnico nazionale sono state elaborate le “Linee guida in materia di controlli alle imprese” ed i principi ispiratori del nuovo sistema di controlli, alla cui definizione la nostra Regione ha partecipato in maniera fattiva; sono assolutamente innovativi: chiarezza della regolazione; proporzionalità al rischio; coordinamento tra settori di attività; approccio collaborativo del personale; formazione professionale degli addetti; trasparenza dei risultati.

    Venendo all’esame del piano degli interventi per l’informatizzazione dei procedimenti amministrativi e l’interoperabilità delle pubbliche amministrazioni,

    va detto che, per raggiungere gli obiettivi di informatizzazione e interconnessione delle Pubbliche Amministrazioni dell'Emilia-Romagna indicati nel Programma (linea 1), la Regione si è dotata di un piano di interventi suddiviso in quattro ambiti: de-materializzazione delle procedure; de-certificazione; integrazione tra sistemi informativi e informatici; estensione dell'identità digitale federata.

    Anche in questo caso la Sessione 2013 sarà l'occasione per una valutazione condivisa degli orientamenti adottati in passato e da adottare in futuro.

    Un esempio concreto di tale attività è costituito dal progetto di de-materializzazione proposto agli Enti locali del territorio Emiliano-Romagnolo e denominato FlowER, attraverso il quale sono stati messi a loro disposizione metodi e strumenti finalizzati a de-materializzare i flussi documentali attraverso modalità ed approcci utili alla revisione dei procedimenti in ottica di semplificazione.

    Nel campo della de-certificazione, la Regione ha definito e distribuito a tutte le proprie direzioni generali la bozza delle linee guida, al fine di rendere accessibili le informazioni certificanti in proprio possesso per garantire che cittadini ed imprese non debbano fornire più volte una stessa informazione nell'ambito di diversi procedimenti.

    Il terzo ambito di applicazione del Piano, rivolto alla integrazione tra sistemi, ha portato all’individuazione di una soluzione per l’integrazione tra i sistemi informatici e informativi di 4 aree di grande importanza per la vita economica e sociale della nostra regione: edilizia, ambiente, sismica e attività produttive.

    Inoltre, nel 2013 è cresciuto il numero dei servizi ai quali è possibile accedere mediante la creazione di un’identità digitale unica attraverso l’utilizzo della piattaforma FedERa e si prevede che circa il 60% delle integrazioni previste nel Piano di semplificazione sarà completato entro l’anno, mentre l’altra parte sarà realizzata nel corso del 2014.

    Per le questioni legate alla priorità dei tempi e della certezza delle decisioni amministrative,

    la semplificazione amministrativa in Emilia-Romagna persegue l’obiettivo di accelerare i tempi burocratici, assicurando tempi e decisioni certe e, non avendo la Regione mai ritenuto sufficienti ed idonee al raggiungimento di questi obiettivi misure esclusivamente punitive, ha privilegiato un sistema di “governance” della semplificazione che punta più su strumenti di incentivazione e supporto che di punizione.

    In questo ambito, per affrontare il tema della semplificazione e della “ lotta ai ritardi nei pagamenti alle imprese”,

    dobbiamo necessariamente partire dall’adozione della D.G.R. numero 1521 del 28 ottobre 2013, con cui la Giunta ha recepito le innovazioni introdotte dallo Stato alla disciplina in materia di termini di pagamento alle imprese, imponendo all’amministrazione termini relativamente brevi, di norma 30 giorni dal ricevimento fattura per pagare il dovuto.

    In questo caso lo svolgimento dell’Analisi di Valutazione Permanente favorirà la puntuale applicazione della Direttiva regionale di cui sopra, consentendo una riduzione significativa dei tempi di pagamento e migliorando il trend attuale che li colloca tra i 75 ed i 100 giorni.

    Il Nucleo Tecnico ha considerato inoltre la “trasparenza” come elemento essenziale della semplificazione, percepita come strumento di ammodernamento dell’amministrazione pubblica e, nell’ambito della attuazione della Linea 2 del programma di semplificazione, il Nucleo tecnico ha supportato la Giunta nel dare applicazione interna alle recenti norme statali in materia di sostituzione e indennizzo in caso di ritardo nella conclusione di un procedimento.

    In occasione della Sessione 2012 la semplificazione edilizia era stata indicata dal tavolo permanente come una delle priorità su cui agire, anche in considerazione delle notevoli competenze riconosciute in questo ambito dalla Costituzione alle Regioni e, come già detto, tale azione è culminata con l’approvazione della legge regionale n. 15 del 2013, che tratta appunto di misure per la semplificazione edilizia.

    Al riguardo però, l’attività non è terminata, ed a dimostrazione della dinamicità del metodo di lavoro, il Nucleo tecnico ha già elaborato una prima nota che indica come necessari alcuni aggiustamenti organizzativi interni sia alle strutture comunali che alle altre autorità coinvolte nei procedimenti edilizi (ad esempio le Asl), per dare efficacia e piena percezione della portata innovativa del contenuto della Legge.

    L’ultimo punto che intendo toccare riguarda gli strumenti di misurazione e controllo.

    La Regione, non ritenendo sufficiente un’azione di misurazione e controllo basata unicamente su norme a contenuto coercitivo-sanzionatorio, propone in alternativa un sistema metodologico e procedurale con cui misurare e controllare gli esiti della propria attività sia normativa che amministrativa.

    La Sessione 2013 rappresenta quindi anche un’occasione per saggiare l’efficacia di questi strumenti, rafforzandoli se del caso o modificandoli qualora vi sia la necessità di calibrarli meglio.

    Sotto il profilo della regolamentazione si ricordi che l’ AIR (Analisi dell’Impatto della Regolamentazione) e la VIR (Valutazione dell’Impatto della Regolamentazione) fanno già parte a pieno titolo dei compiti istituzionali della Regione, tanto nelle strutture della Giunta che dell’Assemblea. Tuttavia i loro effetti acquisiscono maggior significato solo se letti assieme al profilo amministrativo dei procedimenti, concretamente misurato sul campo tramite la MOA (Misurazione degli Oneri Amministrativi), tesa ad individuare gli oneri amministrativi superflui ed utile quindi per orientare il legislatore nella fase di elaborazione delle norme ed in quella della loro valutazione.

    Del resto, anche le indicazioni provenienti dall’Europa convergono sulla necessità di tenere assieme i due processi, quello cioè della qualità normativa e quello della semplificazione amministrativa, individuando nel combinato disposto delle due attività il giusto percorso per adempiere al dettato della Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio e al Comitato delle Regioni dal titolo “ Legiferare con intelligenza nell’Unione Europea”.

     

    In conclusione,

    la semplificazione amministrativa è una priorità della nostra Regione, perché è una priorità dei nostri cittadini e delle nostre imprese. Si tratta di un processo difficile e completamente nuovo non solo per l’Emilia-Romagna, ma per l’Italia.

    Un processo che si nutre della  partecipazione attiva della società civile destinataria e spesso vittima della burocrazia e di un’attività che richiede attenzione e grande competenza da parte dei decisori politici. È nostra, infatti, la responsabilità di “indirizzare” e “guidare” i tecnici verso  soluzioni tecnicamente ineccepibili, ma concretamente e facilmente applicabili.

    Tutti assieme però - ed oggi siamo qui anche per questo - dopo aver fatto ciascuno la propria parte, dobbiamo preoccuparci di diffondere capillarmente ogni risultato positivo anche con una certa enfasi, perché oltre il merito della semplificazione c’è da sconfiggere un pregiudizio negativo nei confronti della Pubblica Amministrazione e della politica che a volte pare insuperabile.

    E noi, iniziando il percorso di questa Sessione 2013, intendiamo dare il nostro contributo al superamento di ogni pregiudizio, sostituendolo con una percezione positiva e diffusa di semplificazione burocratica-amministrativa nella nostra Regione ed in tutti gli Enti Locali del nostro territorio.”

     

    Il presidente LOMBARDI cede quindi la parola alla presidente del Consiglio delle Autonomie locali e invita i partecipanti a intervenire.

     

     

    Presidente Marcella ZAPPATERRA - Presidente Consiglio Autonomie locali

     

    “Buongiorno a tutti. Porto in questa discussione il contributo degli Enti locali e dei Comuni, che credo sia stato un contributo importante per arrivare al punto in cui siamo.

    La semplificazione, come diceva prima il presidente Lombardi, è sempre un tema difficile da affrontare per il frazionamento delle competenze, perché lo Stato detiene ancora una parte importante rispetto a questo punto. Ormai è diventata una sorta di “la legge di Murphy” in questo periodo, nel quale tutti sanno che, quando si parla di semplificazione, normalmente si fa un Tavolo in più rispetto a quelli già esistenti e non si perviene mai a un risultato concreto. Forse eccedo in presunzione, ma credo di poter dire che il lavoro fin qui svolto e soprattutto quello che ci attenderà, se proseguito con il metodo dovuto, potrà dare le soddisfazioni che ci aspettiamo, e soprattutto potrà sfatare il pregiudizio nei confronti della pubblica amministrazione riguardo al fatto che non si può mai semplificare e cambiare non è mai possibile.

    Abbiamo fatto fin qui un percorso importante. Credo che anche l’audizione di oggi sia importante: il Tavolo della semplificazione, insieme alle Autonomie locali e alla Commissione assembleare, rappresenta l’avvio di un percorso che ha le premesse migliori per apportare i necessari cambiamenti, in corso d’opera, nei vari passaggi che avverranno in Commissione, per arrivare in Assemblea legislativa con il prodotto che riteniamo ottimale. Possiamo esprimere una certa soddisfazione per il lavoro fin qui svolto: i punti qualificanti rappresentano sia il metodo che il merito.

    Dal punto di vista del metodo, abbiamo fin qui lavorato in modo integrato; magari avremmo dovuto lavorare così, in modo integrato come abbiamo fatto ora, anche all’epoca della legge regionale n. 20 del 2000. Certamente l’impegno deve essere nel senso di lavorare in modo integrato anche d’ora in avanti, se vogliamo avere la garanzia che le leggi che questa Regione adotterà non abbiamo problemi attuativi per quanto riguarda le competenze in capo ai Comuni, prevalentemente in capo ai Comuni, e anche alle Province (ma sappiamo che i problemi sono innanzitutto sui Comuni). Lavorare in modo integrato è un modo per prevenire i problemi e per dare certezza dell’attuazione delle normative emanate.

    Un altro punto qualificante è poi quello del merito, del quale si è ragionato partendo da principi di certezza, celerità e qualità dei procedimenti per i cittadini per le imprese.

    L’obiettivo è una sfida che abbiamo raccolto, che la Regione Emilia-Romagna ha raccolto, la Regione insieme al sistema degli Enti locali, ai privati e alle associazioni di categoria, che oggi sono qui rappresentate e che immagino diranno la loro opinione. Si tratta di una sfida che abbiamo raccolto tutti con convinzione, sapendo che non avremmo costituito l’ennesimo Tavolo, facendo un percorso in più, ma con la convinzione che attrattività e competitività dell’intero territorio regionale passino anche attraverso un necessario processo di semplificazione dei procedimenti, rispetto ai quali attualmente cittadini e aziende non hanno certezze quanto a tempi e oneri. Pertanto sappiamo tutti che devono affrontare notevoli difficoltà.

    In particolare, abbiamo fatto un passo avanti significativo sul coinvolgimento dei Comuni. Alcuni nodi sono ancora sul tavolo e in corso di discussione. Per cercare di dare un contributo il più costruttivo possibile, il Consiglio delle Autonomie locali ha istituito gruppi ristretti di lavoro con i Comuni e alcune questioni tecniche rimangono confermate anche da un confronto avuto ieri con alcuni Comuni: sono i problemi riguardanti la coerenza tra la legge regionale n. 15 del 2013 e la legge regionale n. 20 del 2000; i problemi riguardanti il nodo degli enti terzi (ASL, per citarne uno); e i controlli che devono essere fatti a posteriori. Alcune delle osservazioni sollevate dai Comuni riguardano il fatto che i controlli sono effettuati a opere finite; in ogni caso non entro nel merito, ma sul tema dei controlli c’è un po’ di preoccupazione. L’altro nodo riguarda: SUAP; SUE; la riorganizzazione interna ai Comuni; la necessaria formazione che deve essere rivolta ai funzionari, affinché siano in grado di dibattere alla pari; e l’informatizzazione, che è uno degli elementi centrali, come ha detto il presidente Lombardi nella sua introduzione. L’altra questione posta dai Comuni, in particolare, è legata alla necessità di fare presto.

    Questi nodi sono stati rappresentati in un documento condiviso (in fase di perfezionamento), ma sono questioni che la Regione conosce bene e rispetto alle quali si è già impegnata a trovare delle soluzioni.

    Credo che in questo percorso si parta con il piede giusto, perché si parte dal seguente assunto, che dovrà guidarci nelle politiche per i prossimi anni: senza la connessione tra le tematiche e tra i settori, non si fa la semplificazione. Se pensiamo infatti di fare la semplificazione solo riorganizzando all’interno dei singoli settori, non è possibile che il meccanismo possa funzionare. Ritengo che il percorso, per come è partito ora, tenga conto davvero di una trasversalità che è necessaria e indispensabile, ma che é anche quella che davvero ci fa fare il salto di qualità, in questa Regione, sulla semplificazione delle procedure per i cittadini e per le aziende.

    Ritengo inoltre che, senza il necessario coordinamento che si è fatto, che si sta facendo e che, con ancora maggior convinzione, si dovrà fare in futuro, si rischia di perdere tempo. Lavorare a compartimenti stagni rischia solo di farci verificare a posteriori dei problemi che invece possiamo prevenire. Come dicevo, i nodi posti dai Comuni sono sul tavolo. Sono tutte questioni assolutamente risolvibili. Si sono costituiti dei gruppi di lavoro, con coordinatori che potranno entrare nel merito delle singole tematiche. Credo davvero che questa Regione con i propri Enti locali sul tema della semplificazione hanno raccolto la sfida e possono vincerla: il lavoro da fare è ancora molto, abbiamo solo messo un tassello, abbiamo fatto un passo in avanti, ma di questi tempi, proprio per la sfiducia nei confronti delle pubbliche amministrazioni, fare un passo in avanti e non farne due indietro é già molto importante.

    In un momento difficile per il Paese, con il processo di semplificazione qui avviato si è data l’idea che, al di là di tutti i problemi e al di là delle cronache dei quotidiani, c’è un Paese reale che è fatto di imprese, di Enti locali e di pubbliche amministrazioni che, nonostante tutte le difficoltà, si rimboccano le maniche e lavorano per trovare delle soluzioni concrete, fattibili e misurabili, per andare incontro alle difficoltà delle imprese. Abbiamo davvero bisogno che, dopo il terremoto del 2012, con la crisi aziendale che registriamo, la nostra Regione diventi attrattiva, competitiva e appetibile per nuovi insediamenti, oltre ad agevolare le imprese che già da anni lavorano sul territorio.

    Complessivamente, nonostante tutti i limiti che si possono ravvisare in questo percorso, si può dire che il sistema istituzionale della Regione Emilia-Romagna funziona e in materia di semplificazione ha davvero tutte le condizioni per dare delle risposte, che magari all’inizio del percorso non si pensava potessero essere messe a disposizione. È chiaro che i risultati arriveranno solo se utilizzeremo il metodo fin qui utilizzato, ossia quello di essere aperti, di raccogliere le istanze che provengono dai privati e dalle imprese, e soprattutto di lavorare in maniera coordinata e intersettoriale con tutti i livelli di governo coinvolti in queste procedure, altrimenti rischiamo di continuare - come si dice - a fare delle chiacchiere e poi a vedere dei problemi nell’attuazione. Qui stiamo tutti lavorando con un confronto largo per evitare, in seguito, problemi attuativi. Lo spirito con il quale si è lavorato può essere quello che ci potrà dare le soddisfazioni auspicate. Grazie”.

     

     

    Arch. Francesco MONTANARI - Vicepresidente Confindustria Emilia-Romagna

     

    “Grazie, buonasera. Per prima cosa mi sento di ringraziare la vicepresidente Saliera, perché ha avuto il merito tra i primi di porre il tema della semplificazione all’interno del proprio programma: ricordo che quando ne parlammo, già un po’ di tempo fa, il tema della semplificazione avanzato da una pubblica amministrazione era qualcosa di quasi rivoluzionario; invece, insieme alle categorie, abbiamo fatto un lavoro che reputiamo, ad oggi, meritevole di essere migliorato, ma senz’altro di un grado soddisfacente. Rivolgo un ringraziamento al presidente della Commissione, il consigliere Lombardi, per aver voluto questa audizione, che penso servirà a tutti i consiglieri regionali e alla Commissione stessa per ritarare ancor meglio un percorso sicuramente complicato e, mi permetto di dire, senza il quale probabilmente molte cose non riuscirebbero ad avverarsi.

    Un primo tema che vorrei affrontare è questo: parliamo un attimo di denaro, perché forse sarà vile, ma ogni tanto bisogna parlarne. Parlando di semplificazione, come Confindustria ci siamo esercitati a elaborare dei dati, prendendo il numero degli addetti alle imprese, il compenso medio di un lavoratore etc.; facendo una serie di operazioni con la calcolatrice, si può arrivare (chiaramente quello che dico va preso “con le pinze”, perché è un tema virtuale, evidentemente) a capire che se, attraverso le norme della Regione Emilia-Romagna o le norme di qualunque altro livello legislativo, riuscissimo a far risparmiare ai lavoratori d’impresa dell’Emilia-Romagna una media di circa quattro minuti al giorno cadauno (laddove quattro minuti sono il tempo nemmeno di una sigaretta o di una telefonata – poi è chiaro che su alcune mansioni più operative la semplificazione incide meno che su mansioni, invece, più amministrative e più gestionali -; tuttavia, per puro esercizio matematico, quattro minuti di ogni lavoratore dell’Emilia-Romagna risparmiati determinano un risparmio per la propria azienda e liberano risorse per investimenti e per mille altre cose), questo provocherebbe un risparmio, per il sistema economico d’impresa dell’Emilia-Romagna, pari a circa 1,6 volte la somma che la Regione destina con il proprio bilancio a tutti gli interventi per lo sviluppo economico, industria, cooperazione e problemi del lavoro, che è una somma pari a circa 374 milioni.

    Con quattro minuti - che sono un batter d’ali, ed è evidente che è impossibile che quattro minuti siano spalmati, ma si parla di risparmi temporali molto piccoli per i lavoratori - otteniamo delle grandezze che sono più di una volta e mezzo superiori a quanto faticosamente e meritoriamente la Regione Emilia-Romagna destina alle proprie imprese.

    Evidentemente non dico questo per affermare un teorema matematico, ma per sottolineare che forse l’unica materia prima che abbiamo – in questo caso, una sorta di materia prima al contrario – è far risparmiare tempo e procedure alla gente che lavora.

    Non abbiamo risorse naturali, il costo del lavoro – fortunatamente, aggiungo – non è quello di certe zone del mondo, tuttavia il risparmio di tempistiche e di metodologie e l’accorciamento della filiera delle decisioni e degli adempimenti, a parità di garanzie e di leggi per i cittadini, per la salute e per la sicurezza – é ovvio –, provocherebbe al sistema delle imprese dei risparmi economici che forse nessuna misura economica, nessuna manovra regionale e forse anche nazionale sarebbe in grado di riprodurre.

    Non comprendere questo, a mio avviso è un atto di suicidio economico, perché facendo poco e facendo meglio riusciremmo a drenare risorse tali che, al confronto, quelle del cuneo fiscale o altre misure sarebbero assolutamente risibili.

    Il tema è questo, si tratta di un tema importantissimo.

    A volte la semplificazione rischia di essere l’ancella dei problemi, in quanto vi sono altri nodi, a livello nazionale, apparentemente molto più importanti. Ma, a mio avviso, un’amministrazione locale o nazionale che si pone questo tema in maniera seria, concreta e durissima, generando uno shock economico, farebbe sì che il nostro sistema potesse dare molto più di quanto sta dando attualmente.

    Secondo una stima di Confindustria, una diminuzione dell’1% dell’inefficienza della pubblica amministrazione – non chiedetemi come Confindustria misuri dell’inefficienza della Pubblica amministrazione, ma sicuramente con modi corretti ed obiettivi -, l’1% di diminuzione dell’inefficienza, dicevo, dovrebbe portare ad un incremento pro capite del PIL dello 0,9%. Quindi il rapporto è quasi di uno a uno. E stiamo guardando il secondo decimale: con poche cose, su temi che non generano shock sociali o traumi umani da affrontare, perché si tratta solo di ottimizzare dei processi e dei tempi, si genererebbero delle risorse veramente molto importanti. Ed è un peccato che nessuno, a livello centrale, si renda conto di questo e che nei fatti, al di là delle belle parole, non succeda assolutamente nulla.

    Secondo l’indice di competitività globale 2013/2014 del World Economy Forum, l’Italia si classifica al quarantanovesimo posto su scala mondiale. Il quarantanovesimo posto su scala mondiale, se ci pensiamo – anche senza voler essere tra i primi dieci -, è comunque una cosa non molto edificante, perdendo sette posizioni rispetto al rapporto percentuale. Ed è al diciottesimo posto tra i 27 Stati membri dell’Unione europea. Come dire? Abbiamo un margine di crescita piuttosto significativo.

    Quali sono gli obiettivi che dobbiamo perseguire? Questa diventa una “cantilena” ripetuta, tuttavia sicuramente uno degli obiettivi è quello di riorganizzare la pubblica amministrazione, affinché essa stessa sia al fianco delle imprese e non contro le imprese. Non vorrei essere negativo nei confronti di nessuno, però non v’è dubbio che a volte l’autorizzazione, il permesso, la carta bollata con le firme dovute, sia vissuta da alcuni amministratori – per fortuna non da tutti – quasi come una concessione straordinaria, quasi come una deroga a norme non scritte, nei confronti di un’impresa o di un cittadino che richiede quel modulo o quell’autorizzazione.

    Un altro obiettivo è quello di ridurre le regole e aumentare l’efficienza operativa degli apparati pubblici, perché non è con l’eccesso di regolamentazione che si risolvono le criticità della pubblica amministrazione. Questa è una banalità, tuttavia non lo è nemmeno tanto, perché è assolutamente dimostrato che quanto più le norme sono articolate, complicate e non univoche, tanto più i “furbetti” hanno vita facile, tanto più i contenziosi e i ricorsi contribuiscono a fare aumentare il tenore di vita degli avvocati e tanto più le procedure si concludono in tempi assolutamente biblici, non compatibili con il sistema economico di un Paese che vorrebbe salire di qualche posizione rispetto alle classifiche che abbiamo citato prima.

    Infine, occorre rimuovere tutti gli ostacoli diffusi al fare impresa e creare, in definitiva, un nuovo contesto di relazioni tra pubbliche amministrazioni, cittadini e imprese, che assecondi le iniziative ed, anzi, “faccia il tifo” per le iniziative.

    Sarebbe bello, infatti, che ogni iniziativa economica legittima in termini di cultura industriale fosse vissuta come un’opportunità per quella città, per quel paese e per quella comunità. Oggi direi che questa cosa è di sicuro sufficientemente diffusa, tuttavia, specie in alcuni enti, in alcune “camere” del potere decisionale si percepisce una certa diffidenza nei confronti dell’insediamento di un’attività o di una realizzazione.

    Abbiamo fatto alcune proposte sul fronte dell’edilizia, che è un tema centrale in queste dinamiche, concernenti in particolare i temi della validità dei titoli edilizi e dell’introduzione di misure volte ad accelerare gli investimenti pubblici e privati, velocizzando i procedimenti di approvazione dei piani urbanistici e delle relative varianti. Sono cose banali, però ricordo quando aprì a Castel San Pietro in provincia di Bologna, quel grande magazzino in cui allora la Ford Italia concentrava tutti i suoi ricambi (diventando il centro più importante d’Italia della Ford Italia) e mi ricordo che, pur essendo la zona già pianificata con relativa edificabilità, per motivi di dettaglio fu l’allora presidente della Provincia Prodi a doversi scomodare per interessarsi del tema, perché per pastoie particolari, pur essendovi 200 persone che lavoravano lì e 600 di indotto, per questioni quali la strada di un metro più larga o di un metro più stretta, lo stabilimento rischiava di non insediarsi. Ci sarebbero tanti altri esempi che in questo momento non vale la pena di citare. Una volta qualcuno diceva “basta svegliarsi mezz’ora prima per andare da Bologna a Firenze, l’aeroporto non è una cosa così indispensabile”, ma questo modo di ragionare - a mio modo di vedere - ha contribuito a farci perdere quella serie di posti per cui dai primi dieci siamo passati ai primi cinquanta. Forse un motivo sarà questo.

    L’approvazione della legge regionale n. 18 del 2011 sulla semplificazione ha sicuramente rappresentato l’avvio di un interessantissimo percorso, che ci porta oggi a discutere quali saranno i prossimi interventi necessari.

    A mio avviso, la Regione ha forgiato degli strumenti utilissimi e ben fatti, ma, come tutti gli strumenti, vanno poi utilizzati in maniera congrua. Molto spesso si è pensato che istituti come il silenzio-assenso o i poteri sostitutivi fossero sufficienti a risolvere il problema della celerità e dell’efficienza amministrativa. Purtroppo l’esperienza ci insegna che non sempre è così e queste generalizzazioni a volte non riescono a risolvere il problema, specie se non si affrontano le cause interne. Le inefficienze vanno risolte combattendo i motivi che hanno generato inefficienza, non deregolamentando i poteri decisionali, perché, anche se questi vengono deregolamentati, gli uffici, quelli rimangono e quelli devono essere: si fa un bypass, che però non risolve fino in fondo il problema.

    Sicuramente l’informatizzazione e la dematerializzazione hanno aiutato e stanno aiutando moltissimo a uscire da un formalismo esasperato, a causa del quale tutti ormai abbiamo una visione per così dire “legalese” delle cose; ossia non c’è più la sostanza delle cose - se la norma aiuta o non aiuta e chi privilegia o meno -, ma la versione legale; determinati formalismi estremizzati fanno sì che si pensi più alla costruzione, al paradigma, alla rete legale della norma o della sua applicazione, che non alla sostanza delle cose.

    Crediamo che quest’esperienza possa essere assolutamente positiva: le cose buone fatte sono diverse, tra le quali cito la legge regionale n. 6 del 2009, che allora nasceva in un contesto socioeconomico molto diverso, in quanto allora c’era fretta di fare delle cose; oggi purtroppo quella fretta è venuta un po’ meno, ma non v’è dubbio che, contestualizzata in quel momento storico, sia stata senz’altro una legge di grande utilità.

    La stessa legge regionale n. 16 del 2012 per la ricostruzione del sisma, anche se esula dall’ambito della semplificazione in senso stretto, non c’è dubbio che stia riuscendo a regimentare (senza grandi problematiche fuori controllo) un tema complicatissimo.

    E infine, la legge regionale n. 15 del 2013 sulla semplificazione della disciplina edilizia sicuramente ha tagliato molti percorsi inutili, accorciando la filiera decisionale.

    A fronte di questo, pensiamo sia un tema importante - probabilmente in una seconda fase – l’aggiornamento e la formazione degli operatori pubblici che devono mettere in pratica le norme, nel senso che la formazione di colui che mette in atto questi strumenti deve avere un suo percorso, una sua storia e un suo aggiornamento, così come tutto il tema degli sportelli, dei funzionari e dei responsabili di procedimento, i quali devono vivere in una realtà semplificata e aggiornata, facendo dei veri e propri corsi di formazione in merito a questi temi.

    Abbiamo alcune idee concrete da sottoporre e la prima è la seguente: sotto il profilo del rispetto dei tempi e dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi, si dovrebbero superare le inerzie della pubblica amministrazione, individuando meccanismi sostitutivi tali, da consentire la conclusione dei procedimenti amministrativi non conclusi nei termini di legge, anche attraverso la possibilità di ricorrere a figure, come quella del commissario ad acta. Oggi infatti non possiamo permetterci di avere delle pratiche che giacciono o soggiacciono irrisolte; pertanto potrebbero essere utili, in questa fase, delle figure che vadano a risolvere le partite aperte.

    Un altro tema molto delicato è quello dei controlli in materia ambientale, di sicurezza edilizia, di cantieri etc.

    Si tenga conto che il grado di possibilità di controllare fenomeni complessi, spesso con valenze legate alla sicurezza molto importanti, si colloca su indici bassissimi: nell’ambito edilizio, fatto cento il numero dei cantieri, il numero dei cantieri controllati raggiunge solo qualche punto percentuale. Non che auspichi un controllo assoluto: quello che auspico è una collaborazione fattiva. E’ inutile fare dei controlli duri e puri, se su 100 cantieri aperti in un anno posso controllarne 4, perché per quanto riguarda gli altri, per differenza, non ho risolto nulla. Perché allora non accantonare risorse, affinché, in maniera continuativa, vi sia un monitoraggio di quel cantiere o di quello stabilimento, con il consenso delle compagini sociali e dei rappresentanti dei lavoratori preposti alla sicurezza?

    Succede come a scuola: anziché dare l’esame finale che, come tutti gli esami, a volte può andare meglio o peggio, a seconda di mille inconvenienti, mi faccio interrogare spesso; per cui io cantiere, o io stabilimento, so di avere un rapporto collaborativo positivo con l’ASL e con tutte le forze preposte ai controlli, da parte delle quali vi è la storia dell’azienda che viene visionata dagli enti preposti e non è un controllo a campione. Questo vuol dire fare un’interrogazione programmata, come diremmo se fossimo a scuola? Forse sì, ma se un’interrogazione programmata la faccio in maniera ricorrente e continuativa, non ci trovo nulla di male. Anzi, non v’è dubbio che quell’ambiente di lavoro, in quanto monitorato, probabilmente sarà più sicuro, sarà più controllato e sarà anche più di giovamento per tutti i lavoratori.

    Per quanto concerne poi l’attività degli enti strumentali della Regione, come ASL e ARPA, si rende necessario istituire forme di coordinamento con i servizi della Regione per una migliore gestione dei procedimenti amministrativi, che coinvolga più Amministrazioni, ciascuna portatrice di diverse competenze: questo è un tema eterno mai risolto, ma mi sembra sia un’opportunità da realizzare, cogliendo l’occasione per arrivare ad una sintesi tra enti diversi, sotto l’egida regionale, con questo nuovo approccio che la Regione sta seguendo.

    Sul fronte dell’adeguamento e dell’omogeneità delle discipline normative di settore potremmo, per esempio, rivedere la legge n. 19 del 2008 sulla sismica, alla luce e in raccordo con la legge regionale n. 15 del 2013 in materia di edilizia, al fine di perseguire l’obiettivo di una normativa regionale certamente semplificata, ma non contraddittoria. Oggi sappiamo che il tema della sismica ha le proprie peculiarità: il tema è delicatissimo e quindi nessuno vuole certo minare i fondamenti della legge, tuttavia quello di arrivare a un’omogeneizzazione regionale è un tema che ci sentiamo di sottoporre.

    Infine – e questo è un corollario secondo noi importantissimo – stiamo cogliendo il fatto che, a livello locale, ogni Comune intende mettere in atto la legge sulla semplificazione edilizia, a seconda di quello che ritiene opportuno (in perfetta buona fede, voglio sperare) : c’è chi non capisce, chi non vuol capire e chi fa finta di non capire. Sarebbe molto spiacevole se un buono strumento e una volontà importante di tutti voi consiglieri regionali fossero vanificati nella loro attuazione.

    Non so quale sia la ricetta, questo è un tema veramente di governo: ma come calare questa norma, adeguando tutte le norme che vanno dal RUE ai vari regolamenti dei Comuni, è un tema senza il quale quest’importante iniziativa della semplificazione rischia di essere vanificata. Non so chi lo debba fare, non so a chi spetti, perché non è la mia materia, ma ponetevi questo tema, che riteniamo d’importanza assolutamente primaria. Grazie.”

     

     

    Vicepresidente Simonetta SALIERA – Vicepresidente della Giunta regionale

     

    “Buon pomeriggio a tutti. È un piacere vedervi e parlare del tema della semplificazione. Grazie alla Prima Commissione e al presidente Lombardi, che ci offrono quest’occasione ulteriore di dialogo e di approfondimento nell’ambito della Sessione di semplificazione 2013.

    Come Giunta regionale, avremo molta attenzione nei confronti della discussione odierna e di quello che avverrà all’interno della Commissione assembleare: così come è stato l’anno scorso, quando abbiamo condiviso il percorso, anche quest’anno, a conclusione della Sessione di semplificazione, vi saranno da parte dell’Assemblea legislativa delle indicazioni specifiche e chiare da perseguire nel 2014. Per quanto ci riguarda, devo dire che gli obiettivi di quest’anno, che sta trascorrendo, sono stati sì impegnativi, ma nel contempo sono stati attraenti, perché siamo riusciti a consolidare una modalità di lavoro che non era così scontata.

    Innanzitutto il tema del fare sistema, del fare rete è partito fra Giunta regionale e Assemblea legislativa - e anche questo non è sempre così scontato –, fra la Regione nel suo insieme e la filiera degli Enti locali, ossia tra la Regione e il sistema organizzato dei diversi settori produttivi e di servizi di questa Regione, con un affluire continuo e costante dal basso verso la pubblica amministrazione e dalla pubblica amministrazione verso chi rappresenta il sistema delle imprese e i cittadini.

    Con questo cosa voglio dire, che è tutto perfetto? No, tuttavia ora siamo consapevoli che il sistema di lavoro è questo, non è un altro e, all’interno di questa modalità di lavoro, sta avvenendo quello che auspicavamo, ossia si sta attivando un processo culturale dedicato alla semplificazione.

    Come ci siamo detti tante volte, al di là della legge in sé, per esempio, proprio nel rapporto con l’Assemblea legislativa, un obiettivo a breve è quello di andare a snellire, diminuire e azzerare le norme già superate (so che è in corso un lavoro di abrogazione di oltre 40 leggi regionali). Ma al di là di questo, il tema è: come riuscire ad avere un approccio culturale di sistema della pubblica amministrazione che veda l’obiettivo di rendere semplici i percorsi, i procedimenti, i processi e le prassi amministrative. Occorre assimilare la concezione secondo la quale le leggi da sole non bastano. Questo ormai si è capito e forse siamo riusciti a farlo capire anche al Tavolo nazionale, con l’apporto concreto delle nostre strutture e con la vostra collaborazione. Si tratta appunto di condividere dei percorsi, di avere degli obiettivi precisi e, una volta modificato e regolamentato il settore, di capire come avviene realmente l’attuazione delle norme.

    Il lavoro svolto quest’anno è stato un lavoro di analisi dei processi e di individuazione dei problemi in termini di tempi, di costi e di ricadute. Attraverso un investimento forte – dico forte, perché sapete bene quali sono esattamente le difficoltà relative alle risorse, ormai da qualche anno a questa parte, nella pubblica amministrazione –, la Regione Emilia-Romagna ha scelto di investire sui processi informatici, sia in nuova tecnologia, sia in formazione del personale, mettendo a disposizione piattaforme di sistema della pubblica amministrazione. Forse così riusciremo a fare semplificazione sul serio, perché altrimenti esprimiamo delle volontà alle quali non riusciamo a dare gambe.

    Un’analisi dei procedimenti e della loro valutazione permanente da un lato e, dall’altro, le piattaforme uniche di lavoro informatico possono effettivamente portarci alla dematerializzazione (e qui abbiamo la piattaforma messa a disposizione FlowER, l’abbiamo identificata con un fiore) e alla decertificazione in modo reale e serio, con banche dati certificate che possono colloquiare tra loro.

    E le banche dati colloquiano tra loro non solo all’interno della Regione Emilia-Romagna, ma nel sistema della pubblica amministrazione, con la possibilità reale per il cittadino di non chiedere la documentazione che già esiste all’interno della sfera pubblica regionale. Anche in questo caso, mettiamo a disposizione delle piattaforme.

    Ugualmente, creiamo un unico ambiente tecnologico, sempre informatico, all’interno del quale pubblica amministrazione, aziende e professionisti possono trovare la possibilità di lavorare e di rendere più semplici i percorsi, così come il fatto di avere un’unica identità digitale.

    Sono processi che quest’anno siamo riusciti ad avviare tutti in tutte le nostre direzioni generali della Regione e nel rapporto già significativo con gli Enti locali: un certo numero di Enti locali, infatti, già partecipa e in modo sperimentale ne sta testando l’attuazione. Nel 2014 potremo riuscire a terminare ciò che non solo abbiamo già impostato, ma rispetto al quale siamo in fase di applicazione avanzata in tutti e quattro i sistemi: la dematerializzazione, la decertificazione, un unico ambiente interoperabile e l’identità unica digitale.

    Ciò fa sì che si possano elaborare maggiori possibilità e che ci si possa poi dedicare a un ulteriore lavoro (che è quello focalizzato quest’anno), ossia: mentre prosegue il processo informatico, possiamo ragionare sul tema dei controlli, di come renderli sinergici e non così ridondanti, affinché possano essere utili l’uno con l’altro e sostitutivi.

    Possiamo così ragionare di mettere maggiormente a sistema tutto l’insieme che riguarda le attività produttive, l’edilizia, l’ambiente e la sismica, con un ulteriore passo attuativo rispetto alla legge regionale n. 15 del 2013; cosa che peraltro stiamo facendo insieme, proprio nell’attuazione e nel rapporto con gli Enti locali, di modo che una norma sia interpretata allo stesso modo e sia attuata allo stesso modo, per dire, dal capoluogo al Comune di Zerba (cito Zerba perché é il Comune più piccolo della regione Emilia-Romagna, con 82 abitanti). Su questo piano, con la massima collaborazione e forse anche con la massima umiltà da parte nostra, nell’ascolto, nella comprensione, e con il lavoro costante, si può riuscire.

    Non esistono ricette semplici e non esiste la soluzione che viene data “con uno schiocco di dita”: è lavoro, si tratta di comprendere in quale ambiente complessivo siamo, individuare la modalità, monitorare la modalità, capire sempre e voler raggiungere l’obiettivo di finalizzare il luogo della responsabilità del procedimento.

    Il cammino è iniziato, ma possiamo fare molto. So che è scattato un meccanismo all’interno della Regione Emilia-Romagna, in tutte le direzioni generali, finalizzato ad operare insieme e ad essere promotori verso l’esterno, in un’integrazione fortissima di lavoro. Questo potrà dare dei risultati anche in tempi brevi.

    Quindi, oltre a ringraziare tutti coloro che hanno collaborato, attraverso la loro conoscenza puntuale e i punti di vista diversi, credo che questo sia il modo, nel nostro sistema italiano così complicato, per riuscire a fare almeno tutto ciò che può stare nelle nostre mani e ai nostri livelli istituzionali, senza tirarci indietro con la scusa che c’è sempre un livello più alto.

    Proviamo a fare tutto quello che ci è possibile, con la consapevolezza che questo ha dei limiti, ovviamente, ma, mentre arrivano o forse arriveranno le riforme, quelle che auspichiamo, proprio attraverso questo lavoro possiamo essere utili noi stessi, complessivamente come sistema, alle riforme del Paese, se ci vorranno ascoltare. Penso che, quando il nostro lavoro dimostrerà che in effetti può dare un risultato, a differenza di altre modalità, potrà essere la strada che si percorrerà nell’insieme del Paese.

    Per quanto mi riguarda, resto a disposizione nel Tavolo permanente per la semplificazione, nel coordinamento e nel ragionamento con i miei colleghi Assessori, ognuno dei quali ovviamente seguirà più specificatamente il proprio settore, ma sempre in un sistema fortemente integrato.”

     

     

    Dott. Francesco ZANONI - Tavolo regionale dell’Imprenditoria, Confcooperative

     

    “Buon giorno a tutti. Riteniamo opportuno far sentire la nostra voce ai consiglieri in questa audizione, visto che abbiamo partecipato per più di un anno ai lavori del Tavolo permanente: è nostro dovere, oltre che un piacere, intervenire oggi. Vorrei fare due considerazioni di carattere generale: innanzitutto devo dire quella che è stata la nostra esperienza, come mondo dell’imprenditoria, rispetto alla prima applicazione della legge regionale n. 18. Esprimo anch’io un apprezzamento nei confronti della vicepresidente della Giunta per il progetto in cui ha creduto fin dall’inizio e per il metodo adottato dal Tavolo permanente. Non sono parole retoriche, ma sincere. D’altro canto, in estrema sincerità, anche noi come associazioni imprenditoriali, probabilmente ci attendevamo un maggiore impatto dal punto di vista esterno nei confronti delle imprese e della semplificazione, probabilmente perché l’aspettativa è molto alta.

    Nello stesso tempo, devo dire che condividiamo le ragioni illustrate dalla vicepresidente e che abbiamo ben compreso come tutto il lavoro di messa in moto della macchina – e si tratta di un lavoro complesso - stia richiedendo e abbia richiesto, in questa prima fase, l’avvio di un lavoro, soprattutto sul fronte interno, che abbiamo ben compreso.

    La nostra non è una critica, bensì la manifestazione di “mettere carne al fuoco” per il prossimo anno, tornando a prendere in considerazione gli oggetti che avevamo segnalato all’inizio dei lavori.

    Da un lato esprimiamo apprezzamento per il metodo e per ciò che è stato fatto, che riconosciamo essere encomiabile, considerando che tutti si riempiono la bocca con il termine semplificazione, ma poi bisogna fare i conti con la realtà e con una necessità che non può non prescindere dal fatto che interveniamo su norme esistenti e dunque non possiamo “asfaltare” quello che oggi è in vigore, perché probabilmente molte volte nella vulgata comune si scambia il significato del termine semplificazione con la necessità di fare tabula rasa di tutto e ricostruire: è chiaro che non può essere questo.

    Per quanto riguarda l’anno che va a chiudersi, sicuramente uno dei risultati che abbiamo apprezzato maggiormente - e lo stiamo vedendo sul fronte esterno - é la normativa recentemente approvata in materia edilizia, che chiaramente ha necessità nei prossimi mesi di essere implementata nei singoli Enti locali, nei singoli Comuni.

    Proprio su questo tema la vicepresidente della Giunta richiamava poc’anzi – e da questo punto di vista credo che per il prossimo anno l’invito al Tavolo permanente sia quello di aumentare il raccordo delle associazioni imprenditoriali con gli Enti locali – l’estrema necessità di dialogare maggiormente con gli altri livelli istituzionali, perché il livello regionale - anche delle associazioni - ha un compito a volte ingrato, ossia quello di tenere conto di ciò che si muove nei diversi territori e di cercare di fare sintesi, andando a fare sintesi senza perdere quel livello di dettaglio che significa la diversificazione dell’interpretazione delle norme e delle ricadute nei singoli territori sulle nostre imprese, che sono diverse a seconda di come si comportano gli Enti locali.

    Da parte nostra, come associazione regionale, rivolgo quest’invito: è un invito anche a noi stessi, a impegnarci maggiormente, a raccogliere queste situazioni, a portarle alla luce e all’attenzione del Tavolo. Il nostro impegno c’è, ritorneremo anche il prossimo anno ad approfondire alcuni temi, quelli che avevamo proposto all’inizio dei lavori, e a riproporli all’ordine del giorno.

    Semplicemente volevamo portare questa considerazione e anche – lo ribadisco – un apprezzamento per il lavoro svolto, con la presa di coscienza che questo è l’avvio, soltanto l’avvio. Speriamo sia un lavoro che veda i propri frutti, porti i propri frutti nel tempo e non venga abbandonato. Occorre molta costanza: molte volte sono le emergenze che muovono le azioni ed i comportamenti. In questo caso, credo che la logica dell’emergenza debba essere certamente sempre tenuta presente nel sottofondo. Tuttavia non è con l’emergenza che si riesce a semplificare, perché la complessità è notevole. Grazie e buon lavoro a tutti anche per il prossimo anno.”

     

     

    Presidente Marco LOMBARDI

     

    “Grazie. Se non vi sono altri interventi, concludo i lavori con alcune brevi considerazioni. La prima è che, ovviamente, raccoglieremo le indicazioni emerse oggi in seduta: anzi, invito sia coloro che sono intervenuti, sia coloro che non lo hanno fatto, se vogliono, a far pervenire alla Commissione delle comunicazioni scritte, in modo che possiamo tenerne conto formalmente.

    L’altro punto che tenevo a ribadire – l’ho già detto all’inizio, ma lo vorrei ripetere anche alla fine perché rimanga nella memoria – è che non era così scontato che lo svolgimento di questa audizione avvenisse in sede di Commissione e quindi di Assemblea legislativa. Mi pare una novità importante, sia per la dignità dell’Assemblea, sia per avere un dialogo il più ampio possibile con tutte le componenti della società civile emiliano-romagnola.

    Abbiamo seguito questo procedimento anche al momento dell’iter legislativo della legge regionale sulla semplificazione (la n. 18 del 2011), perché questa è una legge nata in Assemblea legislativa; è stata sollecitata dalla Giunta regionale, ma poi è nata in Assemblea. E quindi vogliamo proseguire all’interno di questo alveo.

    L’altra cosa che tenevo a sottolineare è che oggi in seduta non avete visto l’intervento dei tecnici della Regione Emilia-Romagna, perché ci siamo voluti assumere la responsabilità, come forze politiche della Giunta regionale e dell’Assemblea legislativa, di governare questo procedimento.

    Ciò non significa che dietro non vi sia un lavoro tecnico enorme. Colgo l’occasione per ringraziare i nostri tecnici, che hanno collaborato in questa attività, perché capite bene che una materia così complessa, per essere resa in qualche modo fruibile a tutti, ha bisogno di un grande lavoro tecnico alle spalle. Tuttavia ritengo necessario che la politica si appropri di alcune prerogative e questa è certamente una di quelle.

    La cosa su cui voglio porre l’accento, in base alle considerazioni emerse oggi (e so che si tratta di una cosa condivisa dalla Commissione e dall’Assemblea), è l’attenzione a diffondere sul territorio le iniziative che in questa Sessione di semplificazione metteremo in campo. È emerso dalle osservazioni da voi formulate oggi in seduta, che vi è una difficoltà nostra, per quanto riguarda l’interlocuzione con gli Enti locali e le articolazioni della Regione, ma anche una difficoltà da parte delle associazioni, a diffondere sul territorio alcune cose: credo che rispetto a questo ci potremmo aiutare.

    Abbiamo anche immaginato – poi formalizzeremo meglio – la possibilità di andare sul territorio a spiegare quelle che saranno le risultanze della Sessione di semplificazione 2013. Per questo ovviamente avremo bisogno della vostra collaborazione e delle vostre strutture periferiche, perché sentiamo questa come un’esigenza importante, non solamente metodologica, ma anche di merito, per diffondere il più possibile le buone pratiche che riteniamo di aver inserito nella legge regionale e nelle procedure.

    Con questo ulteriore invito, vi ringrazio per la partecipazione di oggi e vi invito a seguire i nostri lavori fino alla conclusione della Sessione di semplificazione per l’anno 2013 in Aula. Grazie ancora.”

     

     

    La seduta termina alle ore 16.05.

     

    Approvato nella seduta del 10 dicembre 2013.

     

     

    La Segretaria

    Il Presidente

    Claudia Cattoli

    Marco Lombardi

     

     

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