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Legislatura X- Atto di indirizzo politico ogg. n. 9487

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per impegnare la Giunta ad accogliere il progetto volto a piantare sul territorio regionale nei prossimi 5 anni, corrispondenti con la prossima legislatura regionale, quattro milioni e mezzo di alberi. (28 11 19) A firma del Consigliere: Sassi

Testo:

Risoluzione

 

 

visti

 

  • la delibera di Giunta regionale n. 1391, del 5 agosto 2019, recante “Dichiarazione di emergenza climatica e ambientale quale assunzione di consapevolezza e responsabilità politica, per il coordinamento e rafforzamento delle politiche, azioni e iniziative volte al contrasto del cambiamento climatico” con cui la Giunta regionale ha deciso di “dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale intesa non come attribuzione di poteri giuridici eccezionali, ma come assunzione di piena consapevolezza e responsabilità politica, coordinando e rafforzando ulteriormente le politiche, azioni e iniziative volte al contrasto del cambiamento climatico, da considerare una priorità trasversale ai propri piani e programmi, alle politiche economiche e agli accordi da perseguire con l’obiettivo di anticipare l’azzeramento delle emissioni climateranti rispetto alle attuali previsioni”;
  • la Strategia Nazionale del Verde Urbano “Foreste urbane resilienti ed eterogenee per la salute e il benessere dei cittadini”;

 

premesso che

 

  • per abbattere i quantitativi di gas ad effetto serra immessi in atmosfera bisognerebbe piantare nuovi alberi (gli alberi sono sottrattori naturali di anidride carbonica, considerata il principale gas serra presente nell’atmosfera terrestre) sulla scala dei miliardi di esemplari e che, tuttavia, anche come elemento di risanamento ambientale e paesaggistico, per la nostra regione, un primo segnale utile potrebbe essere accogliere la proposta di piantare, nei prossimi 5 anni, quattro milioni e mezzo di nuovi alberi, uno per ogni emiliano-romagnolo (al primo gennaio di quest’anno la popolazione registrata in Emilia-Romagna era di 4.471.485 persone) contribuendo così al sequestro della CO2, riducendo le polveri sottili, migliorando la resilienza ai cambiamenti del clima in atto, in particolare, le ondate di calore negli ambienti urbani e, in generale, migliorando la qualità dell’aria;
  • la proposta è volta a far crescere la dotazione di verde pubblico con dei veri e propri boschi urbani attorno alle città, anche per combattere l’inquinamento atmosferico, che purtroppo vede la Pianura Padana e, quindi, la nostra regione, in testa alle classifica delle aree più inquinate d’Europa;
  • contestualmente occorre:

-          mettere in atto misure per salvaguardare e valorizzare il patrimonio arboreo esistente, per arricchire la dotazione di verde delle nostre città difendendo i viali alberati, laddove esistenti, (anziché favorire piani di cura del verde che con troppa facilità si trasformano in tagli generalizzati di alberi) e per riqualificare i parchi esistenti facendone un’adeguata manutenzione e realizzando una fascia di protezione alberata lungo le autostrade e le strade di grande scorrimento del territorio regionale;

-          approvando provvedimenti più restrittivi in materia di uso e tutela dei boschi, con divieto di abbattere le formazioni boschive riparie, salvo particolari eccezioni, destinando più risorse alle aree protette della Regione;

-          istituire il Parco Nazionale del Delta del Po per assicurare un’adeguata protezione a questa area di enorme pregio naturalistico;

-          intervenire nelle sedi di confronto Stato - Regioni affinché sia data copertura finanziaria alla legge 14 gennaio 2013, n. 10 recante “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, vista l’ambiziosa Strategia Nazionale del Verde Urbano frutto del lavoro del “Comitato per lo sviluppo del verde pubblico”;

 

considerato che

 

  • la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale assume un senso solo se si decide di tutelare al meglio gli ambienti naturali a partire da fiumi e coste, montagne e boschi con un piano organico di tutela degli elementi costitutivi dell’intero territorio regionale che si ponga in netto contrasto con chi sostiene tagli indiscriminati delle piante senza alcuna zonizzazione e senza distinzione fra boschi di produzione e di conservazione, con l’obiettivo reale di acquisire biomasse da destinare alla produzione di energia e di calore;
  • tagliare boschi che potrebbero avere ancora un orizzonte temporale di sviluppo per poi ripiantare, al loro posto, giovani esemplari non determina un bilancio in pareggio, fra l’anidride carbonica immessa in atmosfera per la combustione delle biomasse e quella immagazzinata dalle nuove pianticelle, che impiegheranno decine di anni per crescere, si determina così una scelta insensata di fronte all’urgenza di intervenire attivamente per contrastare i cambiamenti climatici;
  • il progetto di piantare 4 milioni e mezzo di alberi nel nostro territorio regionale è una sfida di grande portata che richiede una precisa pianificazione, a partire dalla scelta delle essenze da piantare e dalla ricostituzione dei vivai, purtroppo affrettatamente smantellati o ceduti, per passare all’analisi e scelta dei luoghi e dei terreni utilizzabili, con i conseguenti livelli di pianificazione generale e particolareggiata, per arrivare fino alla individuazione catastale delle aree da piantumare e alla determinazione delle risorse finanziarie  necessarie;

 

evidenziato che

 

  • i proponenti ritengono opportuno prendere in considerazione i risultati degli studi che si stanno attualmente compiendo in alcune università consapevoli che il progetto che si intende sviluppare non può certamente concludersi nel, tutto sommato semplice, arricchimento del verde urbano, inteso come parchi e giardini, sia pure nella loro più ampia accezione di bosco urbano volto a definire i limiti dalla città costruita e ad avvolgerla con una cintura arborea per contrastare il riscaldamento, migliorare la qualità dell’aria, occorre andare oltre costituendo anche luoghi di relax e di svago in città sempre più caotiche, inquinate e rumorose;
  • tra i vantaggi di questa operazione c’è anche lo straordinario contributo che le alberature danno all’assorbimento delle polveri sottili (PM10) calcolato mediamente alle nostre latitudini in circa 30 mg/ha, facendo una media fra latifoglie decidue e conifere e altre sempreverdi, il cui valore monetario calcolato sulla base dei valori di esternalità negativa sarebbe pari a 8,05 milioni di euro;

 

rilevato che

 

  • è drammatico contributo in termini di decessi provocati dall’inquinamento atmosferico e rilevanti sono i costi per la sanità pubblica per le malattie da esso provocate: il miglioramento della qualità dell’aria in seguito alla piantumazione di alberature e la realizzazione di boschi urbani e di zone forestate lungo le principali fonti di inquinamento consente un bilancio positivo, anche in termini economici, di questa operazione;
  • dalle prime valutazioni svolte risulterebbe che la superficie che potrebbe essere coinvolta in questo progetto ammonterebbe a circa 9000 ha, rimanendo comunque ben al di sotto di quanto ci viene raccomandato a livello europeo;
  • con un sommario calcolo si può affermare che, prevedendo in media 500 alberi per ha e 5 tonnellate di biomassa legnosa per anno per ha (per metà carbonio) rapportati a 4.500.000 di alberi, si arriverebbe appunto 9000 ha (90 kmq) di nuova superficie forestale con 22.500 tonnellate di carbonio atmosferico (o 53570 tonnellate di CO2) assorbite per anno, cioè quantitativi che seppure senz’altro complessivamente non decisivi per le sorti del nostro Pianeta, sono pur sempre un tangibile contributo fornito al contrasto al riscaldamento globale;
  • questa superficie è da considerarsi aggiuntiva rispetto sia alle vaste superfici riguadagnate ai boschi in questi ultimi decenni di abbandono dei territori collinari e montani (che a livello nazionale sono valutate pari al 40% della superficie agro-silvo-pastorale totale), sia ai programmi europei per gli investimenti diretti ad accrescere la resilienza ed il pregio ambientale degli ecosistemi forestali rivolti principalmente alle aree naturali protette, sia ai parchi, ai Sic e alle Zps;
  • gli interventi a cui si riferisce la proposta di Emilia-Romagna Verdi riguarderanno prioritariamente le zone di pianura in prossimità degli abitati, le aste infrastrutturali, le zone contigue ai corsi d’acqua e principalmente le casse di espansione e le aree golenali e di corridoio ecologico, anche ai fini del contrasto al dissesto idrogeologico e di consolidamento del territorio;
  • oltre alla già citata attività di valutazione scientifica della qualità dei terreni da rimboschire e delle essenze da mettere a dimora sarà necessaria una altrettanto attenta valutazione dei risultati attesi, dagli interventi pianificati, in termini ambientali, sanitari ed anche occupazionali;
  • occorre revisione e l’aggiornare la legislazione regionale vigente in favore del raggiungimento degli obiettivi qualitativi e ambientali indicati dalla Strategia nazionale del verde urbano, così come essa si è evoluta, tendo conto anche di quanto  elaborato dalla FAO in termini di foreste urbane (World Forum on Urban Forest, Mantova 2018), nonché degli obiettivi indicati dalle Nazioni Unite, per assicurare spazi verdi sicuri e accessibili entro il 2030 (UN Sustainable development goals, 2015) e infine della New Urban Agenda adottata a Quito, Ecuador, nel 2016 per promuove lo sviluppo di città con spazi pubblici e verdi di qualità (UN Habitat III, 2017);
  • occorre tutelare gli eventuali obiettivi di riconversione delle foreste e dei boschi esistenti e in particolare di quelli in alveo di fiumi in montagna parallelamente alla risoluzione dei problemi di tragico abbandono dei boschi planiziari come quello di Punte Alberete;
  • la proposta di Emilia-Romagna Verdi, sopra descritta, è coerente e si richiama, inoltre, all’appello “Un albero in più” lanciato a settembre a nome delle Comunità Laudato si' da Stefano Mancuso, scienziato e direttore Linv (International Laboratory for Plant Neurobiology), Carlo Petrini, presidente di Slow Food, e Domenico Pompili, vescovo di Rieti, e rivolto “ad ogni cittadino di buona volontà,… di unirsi a noi con l’obiettivo di piantare in Italia 60 milioni di alberi nel più breve tempo possibile. Un albero per ogni italiano: 60 milioni di alberi che dal loro primo istante di vita realizzano la loro opera di mitigazione dei livelli di CO2 nell’atmosfera”;
  • in definitiva piantare alberi è una delle soluzioni che abbiamo oggi a disposizione per contribuire a far fronte al riscaldamento globale e al contempo ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la qualità delle nostre comunità regionali e del paesaggio.

 

Impegna la Giunta regionale

 

  • a fare propri gli assunti suddetti accogliendo il progetto volto a piantare sul territorio regionale nei prossimi 5 anni, corrispondenti con la prossima legislatura regionale, quattro milioni e mezzo di alberi.

 

 

Il Consigliere

(Gian Luca Sassi)

 

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