Espandi Indice

Legislatura XI- Atto di indirizzo politico ogg. n. 8317

Share
Tienimi informato
Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per impegnare la Giunta e l'Assemblea legislativa ad aderire alla campagna "Basta favori ai mercanti di armi!", contro lo svuotamento della Legge 185/90 e per migliorare il controllo pubblico sulle esportazioni di armi. (15 04 24) A firma della Consigliera: Zamboni

Testo:

RISOLUZIONE

 

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

 

PREMESSO CHE

 

        all’inizio di marzo è stato incardinato nelle Commissioni competenti della Camera dei Deputati il Disegno di Legge di iniziativa governativa con modifiche alla Legge 185/90 sulle esportazioni di armamenti (Atto Camera 1730). Il DDL ha completato il proprio iter al Senato, e dunque manca solo un passaggio parlamentare prima di rendere definitiva questa modifica delle norme che regolamentano la vendita all’estero di sistemi d’arma;

        molte organizzazioni della società civile italiana hanno espresso fin dall’inizio preoccupazione per le modalità con cui si stava modificando la normativa, evidenziando l’intenzione di indebolire il controllo sulle vendite di armi all’estero;

         esponenti della Rete Italiana Pace Disarmo, in rappresentanza di tante altre organizzazioni, sono intervenuti nel dibattito al Senato con considerazioni e proposte che sono entrate nel merito del testo del DDL governativo. Nonostante l’attenzione delle strutture della Commissione Esteri e Difesa del Senato e di alcune forze politiche, tali proposte sono state ignorate dal Governo.

 

PREMESSO INOLTRE CHE

 

         la Legge 185 è una norma innovativa che il Parlamento ha approvato nel 1990 dopo una grande campagna di mobilitazione della società civile, inserendo per la prima volta dei criteri non economici nella valutazione di autorizzazione delle vendite estere di armi italiane. Un approccio che è stato poi ripreso sia dalla Posizione Comune UE sull’export di armi, sia dal Trattato ATT (Arms Trade Treaty);

         sebbene nel corso degli anni anche questa Legge, che prevede il divieto di invio di armi verso Paesi in conflitto e in cui ci sono gravi violazioni dei diritti umani, non sia stata in grado di fermare esportazioni di sistemi militari con impatti negativi, è indubbio il grande ruolo di trasparenza che essa ha avuto permettendo al Parlamento e alla società civile - in nome di tutta l’opinione pubblica italiana - di conoscere i dettagli di un mercato che di solito è fortemente opaco.

 

CONSIDERATO CHE

 

        in un momento di crisi internazionale, la modifica della Legge 185/90 rischia di facilitare la vendita all’estero di armi che finiranno per lo più proprio nelle zone più conflittuali del mondo aumentando l’insicurezza globale, e quindi anche quella di tutti noi;

        già nella situazione attuale, in diversi casi risulta che le autorizzazioni all’export rilasciate non siano sono state in linea con i criteri della Legge 185/90 e dei Trattati internazionali. Se il Disegno di Legge di iniziativa governativa dovesse essere approvato definitivamente, la situazione peggiorerebbe, in particolare sull’aspetto relativo agli intrecci tra finanza e produzione di armamenti.

 

SOTTOLINEATO CHE

 

        è in corso una grande mobilitazione della società civile italiana denominata “Basta favori ai mercanti di armi!” volta ad impedire il peggioramento della Legge 185/90 sull’export di armamenti che si avrebbe con l’approvazione del testo di DDL governativo di modifica attualmente presentato alla Camera dei Deputati;

         la richiesta della campagna è quella di migliorare (e non peggiorare) la normativa sulle vendite all’estero di sistemi d’armamento, intervenendo con modifiche che vadano nella direzione degli emendamenti al DDL già illustrati e proposti durante il dibattito al Senato, in particolare:

        fare in modo che la reintroduzione del Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (CISD), utile luogo di presa di responsabilità da parte della politica sulle questioni riguardanti l’export di armi, non si trasformi in un “via libera” preventivo a qualsiasi vendita di armi ma sia sempre bilanciato dall’analisi tecnica e informata degli uffici preposti presso la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero della Difesa;

        inserire nella norma nazionale un richiamo esplicito al Trattato sul commercio delle armi (Arms Trade Treaty) - che non era presente nel testo originario della Legge 185/90 in quanto entrato in vigore solo nel 2014 - e ai suoi principi e criteri decisionali che hanno precedenza sulle leggi nazionali, con forza normativa maggiore di natura internazionale;

        migliorare la trasparenza complessiva sull’export di armi rendendo più completi e leggibili i dati della Relazione al Parlamento, in particolare inserendo indicazioni analitiche per tipi, quantità, valori monetari e Paesi destinatari delle armi autorizzate con esplicitazione del numero della Autorizzazione MAE (Maeci), gli stati di avanzamento annuali sulle esportazioni, importazioni e transiti di materiali di armamento e sulle esportazioni di servizi oggetto dei controlli e delle autorizzazioni previste dalla legge;

        impedire la cancellazione integrale della parte della Relazione annuale al Parlamento che riporta i dettagli dell’interazione tra Istituti di Credito e aziende militari;

        impedire l’eliminazione dell’Ufficio di coordinamento della produzione di materiali di armamento presso la Presidenza del Consiglio, unico che potrebbe avanzare pareri, informazioni e proposte per la riconversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa;

        reintrodurre la possibilità per il CISD di ricevere informazioni sul rispetto dei diritti umani anche da parte delle organizzazioni riconosciute dall’ONU e dall’Unione Europea e da parte delle organizzazioni non governative riconosciute”.

 

RICORDATO CHE

 

        il 15/06/2022 l’Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione del gruppo Europa Verde che impegna la Giunta e l'Assemblea legislativa a promuovere, nelle sedi opportune, la conoscenza e gli obiettivi della petizione a sostegno del “Manifesto per il Dividendo della Pace” nato dalla proposta di scienziati e premi Nobel rivolta ai governi di tutto il mondo perché, per cinque anni, riducano del 2% le spese militari annuali, destinando le risorse risparmiate alla creazione di un fondo per la lotta contro i cambiamenti climatici, le pandemie e la povertà estrema;

         lo scorso 31 gennaio l’Assemblea legislativa ha approvato una seconda risoluzione del gruppo Europa Verde a sostegno del disarmo nucleare. Il provvedimento impegna la Giunta regionale ad adoperarsi presso il governo italiano affinché aderisca sia al percorso iniziato con l’adozione del Trattato sulla Proibizione della Armi Nucleari, sia alla Campagna “Italia, ripensaci”, sensibilizzando a tal fine i Comuni dell’Emilia-Romagna e i parlamentari eletti nella nostra regione.

 

TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSIDERATO

IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE E SE STESSA

 

        ad aderire alla Campagna “Basta favori ai mercanti di armi! Fermiamo lo svuotamento della Legge 185/90 - Miglioriamo il controllo dell’export di armi - Stop agli affari armati irresponsabili che alimentano guerre e insicurezza”, affinché la Regione Emilia-Romagna si unisca alla voce della società civile;

         a sensibilizzare i parlamentari eletti nella nostra regione a sostenere la Campagna;

         a trasmettere la presente risoluzione al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato e della Camera della Deputati, ai presidenti dei gruppi parlamentari per un’opportuna diffusione della decisione assunta.

 

Espandi Indice