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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 8319

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Oggetto:
Testo presentato:
8319 - Interrogazione a risposta scritta su un presunto occultamento della presenza di amianto dai risultati di un'analisi effettuata, su incarico della Procura della Repubblica di Reggio Emilia, su materiali rinvenuti all'interno di un sito posto sotto sequestro. A firma della Consigliera: Gibertoni

Testo:

Interrogazione a risposta scritta

 

Visti

 

        la legge regionale 30 luglio 2015, n. 13, recante “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, province, comuni e loro unioni”, in particolare, l’art. 16 che istituisce l’Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia dell’Emilia-Romagna (Arpae) che integra le funzioni di Arpa (istituita con la legge regionale n. 44 del 19 aprile 1995) e dei Servizi ambiente delle Province, strutturata in più sedi per unità territoriale, per garantire un presidio diretto sul territorio;

        il Piano integrato di attività e organizzazione - PIAO 2023-2025 di Arpae, adottato con delibera n. 8 del 31 gennaio 2023, in particolare la Sottosezione 2.3 sui rischi corruttivi e la trasparenza e il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e la trasparenza 2021-2023 di Arpae adottato con delibera n. 36 del 31 marzo 2021, su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza;

 

premesso che

 

        è del 10 aprile scorso la notizia per cui i Carabinieri forestali di Reggio Emilia avrebbero riscontrato delle analisi sull’amianto falsificate da funzionari di Arpae, della sezione di Reggio Emilia, per cui risulterebbero indagati cinque funzionari dell’Agenzia in concorso con un imprenditore, infatti, secondo i risultati delle indagini sarebbe stata nascosta la presenza di questa sostanza, la cui produzione e installazione nel nostro Paese, anche di materiali contenenti amianto, è vietata dal 1992 e dal 1994 è proibito anche importarli e venderli, nella relazione sui materiali rinvenuti all’interno di un sito posto sotto sequestro;

        secondo l’accusa, della Procura della Repubblica di Reggio Emilia, gli incaricati di Arpae avrebbero parzialmente occultato la presenza di amianto dai risultati di un’analisi effettuata su incarico della stessa Procura della Repubblica di Reggio Emilia su dei reperti;

        Arpae avrebbe pubblicamente comunicato che, nella giornata di venerdì 5 aprile 2024, nelle sedi Arpae di Reggio Emilia e Ravenna sono state effettuate perquisizioni da parte di reparti dei Carabinieri Forestali nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia e che l’Agenzia avrebbe prestato immediata e piena collaborazione agli organi inquirenti agevolando l’acquisizione di tutta la documentazione richiesta;

 

considerato che

 

        Arpae è ente strumentale della Regione Emilia-Romagna, preposto all’esercizio delle funzioni tecniche per la prevenzione collettiva e per i controlli ambientali, nonché, all’erogazione di prestazioni analitiche di rilievo sia ambientale sia sanitario, inoltre, a norma dell’art. 6, comma 1, della legge regionale 19 aprile 1995, n. 44, Arpae è sottoposta alla vigilanza della Giunta regionale;

        l’accusa, ove venisse dimostrata dal procedimento giudiziario, è gravissima perché verrebbe contestato il falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici (di cui all’articolo 479 del codice penale) e oltre ai cinque dipendenti di Arpae, sarebbe indagato, in concorso con gli stessi, un imprenditore titolare di un impianto di smaltimento di rifiuti di Luzzara (RE), con sede legale nel Veronese;

        verifiche successive avrebbero posto in luce come il cosiddetto “aggregato misto”, generato nell’impianto sottoposto a indagine, era da ritenersi, a tutti gli effetti, un rifiuto pericoloso che invece veniva posto in vendita con marcatura CE, in difformità rispetto agli atti autorizzativi e in violazione delle norme del Testo Unico in materia ambientale (D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152), nonché, in violazione delle norme urbanistiche ed edilizie, perché sarebbe stato realizzato lo stoccaggio di ingenti quantitativi di rifiuti pericolosi e materiali destinati all’edilizia in aree a destinazione agricola;

        la presenza di amianto, negli inerti provenienti da demolizioni, qualificava i materiali come rifiuti pericolosi, materiali che la ditta, sottoposta a sequestro, non era stata autorizzata a trattare e mentre l’esito delle analisi, comunicato da Arpae - sezione di Reggio Emilia alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, sarebbe stata che i reperti analizzati non contenevano amianto, invece, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, gli indagati, in concorso tra loro, avrebbero deliberatamente non evidenziato la presenza di amianto dai risultati delle analisi relative a diversi campioni di rifiuti, prelevati in adempimento delle analisi delegate dall’autorità giudiziaria alla stessa Arpae e provenienti dal sito di Luzzara;

        la scoperta della presenza dell’amianto, da parte degli organi inquirenti, sarebbe avvenuta anche grazie alle informazioni rese, da altri dipendenti della stessa Agenzia, che era stata incaricata anche ad accertare la presenza di altre componenti inquinanti, come Cromo, Alluminio e altri materiali, nella sezione di Ravenna.

 

Interroga la Giunta regionale per sapere:

 

        se, a carico dei cinque funzionari di Arpae, sottoposti ad indagine giudiziaria dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, sia stato assunto un provvedimento disciplinare o cautelativo e di quale natura;

        se non ritenga opportuno, al di là delle responsabilità penali, il cui accertamento spetta agli organi inquirenti e poi al procedimento giudiziario, accertare quanto effettivamente accaduto con una propria indagine amministrativa;

        se la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna titolare, a norma dell’art. 6, comma 1, della legge regionale 19 aprile 1995, n. 44, della funzione di vigilanza su Arpae, abbia posto in essere azioni affinché gli episodi corruttivi, di falsità o anche di semplice malfunzionamento non abbiano a ripetersi, in tale importantissima Agenzia che dovrebbe garantire il rispetto delle norme ambientali, come organo terzo e a tutela di ogni cittadino dell’Emilia-Romagna.

 

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