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Legislatura IX- Atto di indirizzo politico ogg. n. 1431

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Oggetto:
Testo presentato:
1431 - Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi e Meo per impegnare la Giunta, nel processo di revisione della L.R. n. 25/1999, a tutelare la risorsa idrica, consentendo agli EELL la costituzione di società a totale controllo pubblico degli impianti e delle reti precisandone la qualifica di dotazioni di pubblico interesse (documento in data 31 05 11).

Testo:

                             RISOLUZIONE
L'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna
Premesso che
la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
del 23 ottobre 2000, considera che l'acqua non è un prodotto
commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va
protetto, difeso e trattato come tale e che scopo della direttiva è
istituire un quadro per la protezione delle acque superficiali
interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e
sotterranee che agevoli un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla
protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili;
la legge regionale n. 25/1999 di delimitazione degli ambiti
territoriali ottimali e disciplina delle forme di cooperazione tra
gli enti locali per l'organizzazione del servizio idrico integrato e
del servizio di gestione dei rifiuti urbani prevede all'art. 1,
punto 3, che la Regione e le Agenzie di ambito, nell'esercizio delle
proprie funzioni di governo delle risorse idriche intese come bene
comune, perseguono l'obiettivo del mantenimento e della
riproducibilità della risorsa, al fine di salvaguardare le
aspettative delle generazioni future, la tutela dell'ambiente
naturale e la qualità della vita dell'uomo, nell'ambito di politiche
di sviluppo sostenibile e solidale;
la raccolta di firme a sostegno dei referendum per l'acqua
bene comune pubblico che tanto successo ha avuto nel paese ha
ottenuto oltre 1.400.000 firme, delle quali oltre 110.000 firme
nella nostra regione, a chiara dimostrazione della volontà della
nostra comunità a difesa dell'acqua pubblica e per modelli
gestionali che non affidino a privati risorse pubbliche che sono
patrimonio delle collettività territoriali, con l'obiettivo
fondamentale e irrinunciabile della tutela della risorsa idrica e
della qualità del servizio;
Considerato che
il recente prestito obbligazionario convertibile di Hera, che
nei fatti diventa un aumento di capitale, oltre a determinare nel
suo esito un cambiamento a vantaggio dei privati negli assetti
proprietari, non pare destinato ad aumentare gli investimenti in
regione e quindi non pare finalizzato all'unica mission di Hera, il
miglioramento dei servizi pubblici locali e il contenimento dei
costi a carico degli utenti, in un contesto di sostenibilità;
negli anni gli investimenti previsti da Hera sugli impianti
idrici sono in diminuzione, come si evince analizzando le relazioni
trimestrali e annuali di Hera da cui risulta che nel 2008 c'è stata
una forte caduta degli investimenti e soprattutto nel piano
industriale 2009-2013 la media degli investimenti è prevista sui 350
Meuro l'anno, fortemente inferiore alla media degli ultimi due anni
2007 e 2008 che era circa 442 Meuro;
degli effetti del calo degli investimenti nel settore si ha
conferma anche esaminando per Iren ed Hera i risultati finora
raggiunti rispetto al piano delle acque regionale in termini di
riduzione delle perdite e in particolare per Hera il piano
strategico che per le perdite idriche fissa a circa il 25%
l'obiettivo delle perdite al 2014 mentre il piano regionale prevede
di raggiungere al 2016 il 18% medio regionale e nella provincia di
Bologna il 16%;
per Iren, sempre per la riduzione delle perdite, non risultano
dati in linea con gli obiettivi regionali anche per l'ambito di
Reggio Emilia che era quello più attivo, infatti nell'ultimo anno le
perdite sono tornate ad aumentare contrariamente agli ultimi dieci
anni;
tale riduzione degli investimenti nel tempo potrebbe
compromettere il raggiungimento di obiettivi europei nella tutela
delle acque dall'eutrofizzazione e fare rischiare le sanzioni
conseguenti;
Considerato il potenziale conflitto d'interessi, già riconosciuto
con la modifica della legge 25, e le difficoltà per le Ato esistenti
di regolare e controllare adeguatamente le utilities, sia per
carenza di risorse tecniche sia per l'obiettiva debolezza nei
confronti dei soggetti da regolare;
Dato atto che
nel contesto causato dalla legge nazionale di soppressione
degli Ato, è necessario, per le ragioni di cui sopra, in questa fase
rivedere la capacità e le forme di regolazione della Regione, in
connessione con la definizione delle nuove strutture di regolazione
a livello locale, in rapporto con gli Enti Locali;
a causa del decreto Ronchi gli Enti Locali dovranno decidere
se vendere ai privati parte delle azioni o andare a gara secondo le
varie scadenze relative alle diverse situazioni territoriali e
istituzionali;
questa decisione appare di rilevanza strategica e quindi
andrebbe assunto un orientamento omogeneo in modo da rafforzare le
modalità di regolazione tra Enti Locali attraverso i patti di
sindacato;
con l'aumento di capitale recente, conseguente al prestito
obbligazionario convertibile, in Hera si paleserà un contenimento
del peso pubblico nel pacchetto azionario;
il Comune di Modena ha proceduto, già prima del prestito
obbligazionario, alla vendita di una parte delle azioni di Hera di
sua proprietà e che si è enfatizzata, post prestito, una discussione
anche in altri Comuni dove probabilmente anche in modo improprio tra
gli amministratori c'è chi ha proposto di vendere azioni Hera per
fronteggiare le difficoltà dei bilanci;
Considerato che c'è il rischio, di fatto, di una privatizzazione che
avviene in modo strisciante, senza che vi sia una decisione di
politica industriale, di politica economica, di un bene comune
essenziale per la vita umana;
Condividendo l'orientamento della Giunta di rivedere la legge
regionale 25/1999 modificata dalla legge 10/2008 per la parte che
riguarda un rafforzamento della regolazione regionale non perdendo
tuttavia la capacità di interpretare i bisogni e le esigenze dei
territori;
Considerato che appare opportuno rafforzare la possibilità degli
Enti Locali di mantenere le dotazioni del servizio idrico integrato
in proprietà pubblica garantendo la manutenzione delle reti e degli
impianti e salvaguardando un patrimonio pubblico costruito nel tempo
e che a tal fine appare interessante l'esperienza specifica di
Romagna Acque sul territorio regionale;
Ritenuto opportuno che la legge regionale di revisione della legge
25/1999 come modificata dalla legge 10/2008 affronti sia l'aspetto
d'indirizzo di politica industriale sia gli aspetti di nuova
regolazione che potrebbe estendersi alla possibilità di un nuovo
soggetto pubblico a totale partecipazione degli enti locali che
abbia come scopo principale la tutela degli impianti e delle reti
del servizio idrico integrato;
Dato atto inoltre che in Regione esiste un buon esempio relativo
alla proprietà pubblica degli impianti, delle reti e delle opere di
captazione delle fonti quale Romagna acque società delle fonti, SPA
a totale partecipazione di enti pubblici, la società per azioni a
capitale pubblico che gestisce tutte le fonti idropotabili della
Romagna e unico produttore di acqua potabile per gli usi civili in
Romagna e che fornisce la risorsa ad Hera Spa, l'azienda deputata
alla distribuzione finale ai cittadini;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
nel processo di revisione in atto della legge 25/1999 come
modificata dalla legge 10/2008:
- a introdurre principi che consentano di trasporre in legge la
chiara volontà dei tanti che hanno sottoscritto i referendum per
l'acqua pubblica con l'obiettivo fondamentale e irrinunciabile
della tutela della risorsa idrica e della qualità del servizio: per
livello di diffusione, per livello delle prestazioni, per
accettabilità delle tariffe, per trasparenza nella gestione, per la
democraticità dei controlli e degli indirizzi nelle modalità di
gestione;
- a introdurre articoli che rendano possibile agli enti locali
costituire società patrimoniali a totale controllo pubblico degli
impianti di captazione, di adduzione primaria e di trattamento
precisando che le reti, gli impianti e le altre dotazioni
patrimoniali destinati all'esercizio dei servizi costituiscono
dotazione di interesse pubblico. L'articolato di legge dovrebbe
prevedere che :
1. delle suddette reti, impianti e altre dotazioni gli enti
locali non possono cederne la proprietà; possono, tuttavia,
conferire tale proprietà, anche in forma associata, esclusivamente a
società patrimoniali di capitali con la partecipazione totalitaria
di capitale pubblico incedibile. Le società patrimoniali perseguono
politiche di responsabilità sociale e redigono il bilancio sociale;
2. gli enti locali, anche in forma associata, stabiliscono i casi
nei quali l'attività di gestione delle reti e degli impianti è
separata dall'erogazione dei servizi. Qualora sia separata
dall'attività di erogazione dei servizi, la gestione di tali
dotazioni spetta, di norma, ai proprietari delle stesse. L'assetto
proprietario e il modello gestionale prescelti devono, comunque,
prioritariamente salvaguardare l'integrità delle dotazioni nel tempo
e la loro valorizzazione. I proprietari e i gestori pongono le reti,
gli impianti e le altre dotazioni patrimoniali a disposizione dei
soggetti incaricati dell'erogazione del servizio;
3. la gestione comprende la realizzazione degli investimenti
infrastrutturali destinati all'ampliamento e potenziamento di reti e
impianti, nonché gli interventi di ristrutturazione e valorizzazione
necessari per adeguarne nel tempo le caratteristiche funzionali.
Gian Guido Naldi
Gabriella Meo
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