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Legislatura IX- Atto di indirizzo politico ogg. n. 2310

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione proposta dal consigliere Corradi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni, al fine di sollecitare l'approvazione del Disegno di Legge relativo all'istituzione del "Registro nazionale delle protesi mammarie" (documento in data 10 02 12).

Testo:

RISOLUZIONE

(Ai sensi dell’art. 107 del Regolamento)

 

Il sottoscritto Roberto Corradi

Consigliere Regionale Lega Nord Padania

 

Premesso che

 

a)      In data 11 dicembre 2009, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Disegno di Legge, promosso dall’allora Sottosegretario alla Sanità, On. Francesca Martini  (L.N.), che prevedeva l’istituzione di un registro nazionale delle protesi mammarie.

b)      Il DDL voluto nel 2009 dall’On. Francesca Martini non è ancora stato approvato dal Parlamento, ed ha subito una “battuta d’arresto” a seguito delle vicende politiche nazionali.

c)      In data 3 settembre 2011, l’autorevole Food and Drug Administration (USA), ha attivato un registro delle protesi al seno impiantate negli Stati Uniti, al fine di monitorare eventuali effetti nocivi alla salute delle protesi mammarie.

d)      Nel marzo 2010 il Ministero della Sanità francese, dopo aver accertato che una ditta locale aveva prodotto protesi mammarie utilizzando silicone industriale (non adatto ad uso sanitario), aveva disposto il ritiro dal mercato delle predette protesi.

e)      La ditta francese “incriminata” era tra i principali produttori mondiali di protesi mammarie.

f)        Nel dicembre 2011 il Ministero della Sanità francese, dopo aver verificato che in alcuni casi le portesi mammarie al “silicone industriale” potevano essere causa dell’insorgenza di tumori, ed aver accertato ben otto casi di tumore, predisponeva un piano per la rimozione, entro il 2012, delle oltre 30.000 protesi di detto tipo impiantate in altrettante donne francesi.

g)      Nel nostro Paese si stima che le donne alle quali sono state impiantate protesi mammarie prodotte dalla ditta francese “incriminata” siano oltre 4.000.

h)      In Italia, stante l’assenza di un registro nazionale delle protesi mammarie, non è possibile risalire con assoluta precisione alle donne che hanno avuto l’impianto delle protesi realizzate con silicone industriale, se non tentando di ricostruire a posteriori la catena commerciale della ditta francese in Italia.

 

Rilevato che

 

i)        Dai dati ad oggi disponibili, risulta che in  Emilia-Romagna siano 331 le donne a cui sono state impiantate protesi mammarie della ditta francese “incriminata”, di cui 126 a Rimini, 124 a Bologna, 59 a Ravenna, 15 a Parma, 5 a Forlì-Cesena, 2 a Modena.

j)        A differenza di quanto predisposto in Francia, in Emilia-Romagna NON si è ritenuto di avviare un programma per la rimozione, su base volontaria, delle protesi al seno pericolose, limitando le ipotesi di rimozione solo al verificarsi di singole e specifiche ragioni cliniche, RINUNCIANDO ad un’azione preventiva nei confronti di tutte le donne interessate (331 casi).

 

IMPEGNA LA GIUNTA

 

1)      Ad attivarsi presso il Governo in carica ed in sede di Conferenza Stato-Regioni per sollecitare una rapida approvazione del Disegno di Legge varato dal precedente Governo, che prevedeva l’istituzione del “Registro nazionale delle protesi mammarie”, che consentirebbe altresì di monitorare nel tempo gli effetti di tali impianti.

2)      In difetto di rapida approvazione da parte del Parlamento del DDL di cui sopra, di procedere comunque ad istituire un “Registro regionale delle protesi mammarie”, che preveda l’obbligo a carico di ogni struttura pubblica o privata con sede in Emilia-Romagna, di comunicare l’elenco delle paziente alle quali sono state impiantate protesi mammarie, specificando la tipologia della protesi, il produttore della stessa ed il rivenditore da cui dette protesi sono state acquistate, prevedendo opportune sanzioni in caso di inosservanza.

3)      A consentire, in ossequio al principio di precauzione, alle donne residenti in Emilia-Romagna e portatrici di protesi mammarie prodotte dalla ditta francese “incriminata”, di sottoporsi ad intervento chirurgico per la rimozione di dette protesi presso le strutture sanitarie pubbliche, anche in assenza di evidenze cliniche specifiche; differenziando tra le pazienti che si sono sottoposte a tale intervento per ragioni sanitarie (alle quali riservare la rimozione gratuita delle protesi) e le donne che hanno scelto l’impianto per ragioni puramente estetiche, alle quali chiedere un  concorso alla spesa per la rimozione.

 

Bologna, 10 febbraio 2011.

 

Consigliere Regionale

Gruppo Lega Nord

Roberto Corradi

 

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