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Legislatura IX- Atto di indirizzo politico ogg. n. 2349

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, anche presso il Governo e la Conferenza Stato-Regioni, al fine di esentare dal pagamento del canone RAI le categorie economiche, produttive e professionali che usano il computer o altre apparecchiature connesse ad internet per finalità estranee a quelle previste dalla normativa riguardante il canone RAI (documento in data 22 02 12).

Testo:

RISOLUZIONE

 

Premesso che

 

·         l'articolo 27 del Regio Decreto 246 del 21 febbraio 1938 - sancì che sono sottoposti a canone tutti gli «apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo»;

·         da questo anno oltre ai normali utenti tra i quali sembrano aggiungersi, anche, singoli cittadini che non dispongono di apparecchio tv ma che posseggono, a vario titolo, computer, tablet e anche smartphone con connessione a internet, la Rai chiede il canone speciale a tutte le imprese, senza distinzioni, ed agli studi di professionali, che spesso non hanno la tv, ma che hanno uffici con computer connessi a internet;

·         nelle comunicazioni inviate dalla Rai si legge «La informiamo che le vigenti disposizioni normative impongono l'obbligo del pagamento di un abbonamento speciale a chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive al di fuori dell'ambito familiare, compresi computer collegati in rete indipendentemente dall'uso al quale gli stessi vengono adibiti”;

·         a seguito della protesta, che da giorni sta montando sul web, da parte di comuni cittadini, liberi professionisti e associazioni datoriali, la RAI con apposita nota ha cercato di rimediare, chiarendo “Con riferimento alla questione relativa al pagamento del canone di abbonamento alla tv, si precisa che le lettere inviate da Rai non si riferiscono al canone ordinario (relativo alla detenzione dell’apparecchio da parte delle famiglie) ma si riferiscono specificamente al cosiddetto canone speciale cioè quello relativo a chiunque detenga – fuori dall’ambito familiare (es. Imprese, società, uffici) – uno o più” apparecchi atti o adattabili alla ricezioni di trasmissioni radiotelevisive. Ciò in attesa di una più” puntuale definizione del quadro normativo-regolamentare”;.

·         il “canone speciale” è dovuto indistintamente da tutte le attività economiche dagli studi professionali, agli alberghi, negozi, scuole, associazioni, ecc, ossia “da chi detiene uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive in locali aperti al pubblico o comunque al di fuori dell’ambito familiare”. La novità rispetto al passato è che da quest’anno “agli organi di controllo è demandato il compito di verificare sul territorio il regolare pagamento del canone” e che “sono stati messi in atto meccanismi di controverifica in sede di dichiarazione dei redditi”;

·         alcune lettere inviate dalla Rai, a particolari categorie, si richiamano espressamente all’art. 17 del Decreto cosiddetto "Salva Italia", che ha previsto solo per le imprese e le società di indicare il numero di abbonamento nella dichiarazione dei redditi;

·         la presenza dei computer rappresenta per i liberi professionisti e imprese una esigenza imprescindibile della propria attività oltre a rappresentare un mezzo per mantenere collegati a distanza dalla propria sede centrale i lavoratori che affrontano trasferte, per la formazione, per l’aggiornamento professionale, per l’accesso a banche dati, anche istituzionali, che nulla hanno a che fare con le trasmissioni televisive. Si pensi a tal proposito a tutto il personale con rapporti di collaborazione a progetto, consulenti che collaborano con la Regione, agli enti accreditati dalla Regione per la formazione, alle strutture sanitarie private accreditate dalla Regione, ai liberi professionisti della sanità regionale (medici di famiglia, veterinari, ecc..) alle società che eseguono servizi per la Regione, e tanti altri soggetti che a vario titolo collaborano con la Regione, tutti soggetti muniti di computer, tablet e anche smartphone con connessione a internet per comunicare con le proprie sedi operative;

·         la tassa a seconda della connessione internet Adsl può arrivare anche a 6.000 euro, Rete Impresa ha calcolato che per 5 milioni di aziende il bollettino abbonamenti speciali ammonterà a 980 euro;

 

considerato che

 

·         l’applicazione di tale tassa comporterà un ridimensionamento delle connessioni ad internet di un numero corposo di professionisti e piccoli imprenditori che costituiscono il gran numero di partite IVA della nostra Regione, con grave danno al sistema imprenditoriale;

·         l’applicazione di questa tassa non si coniuga con gli sforzi portati avanti per la banda larga e con gli obiettivi dell'agenda digitale;

·         i computer di cui si dotano professionisti e aziende non sono concepiti per la ricezione di trasmissioni radiotelevisive, ma bensì per supportare il professionista e le aziende nell'organizzazione del lavoro, nell’adempimento delle prestazioni lavorative, nella comunicazione, il fatto che possano ricevere segnali televisivi lo si deve al processo evolutivo del mondo digitale, che ha creato, anche, meccanismi di accesso controllato ed a pagamento, che potrebbero essere utilizzati per imputare la tassa a chi effettivamente riceve il servizio radio televisivo da parte della RAI;

·         l’interpretazione prevalente e che il canone vada pagato come tassa di possesso solo da chi ha la tv, mentre per chi ha un computer va pagato come tassa di uso prevalente, ossia solo se il computer è usato abitualmente come televisore.

 

L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna

impegna la Giunta regionale

 

·         Affinché si faccia promotrice, presso il Ministro dello Sviluppo Economico ed il Presidente del Consiglio dei Ministri, nonché, in Conferenza Stato-Regioni, dell’esenzione del canone Rai per quelle particolari categorie economiche produttive e professionali che non hanno un uso prevalente sui propri computer o su ogni altra analoga applicazione multimediale  e per introdurre dei distinguo nelle finalità d’utilizzo tese ad escludere il versamento del canone per chi è in possesso di apparecchi televisivi a circuito chiuso e per chi utilizza il computer e altre apparecchiature connesse ad internet per finalità estranee a quelle contemplate dalla normativa del canone RAI.

 

Bologna, 22/02/2012

Il Consigliere

Andrea Defranceschi

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