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Legislatura IX- Atto di indirizzo politico ogg. n. 4735

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Bernardini, Cavalli e Corradi per impegnare la Giunta ed il suo Presidente a porre in essere azioni rivolte al Governo ed alla Conferenza Stato-Regioni al fine di modificare le attuali disposizioni contenute nel DDL "Stabilità 2014" per ridefinire il contributo alla manovra di risanamento della finanza pubblica da parte degli EE.LL., dando rilievo alle gestioni virtuose e abbandonando il criterio della spesa storica, liberando in tal modo risorse bloccate dal patto di stabilità e permettendone l'utilizzo per perseguire obiettivi di spesa prioritari e strategici sulla base di parametri da definire a livello regionale (documento in data 14 11 13).

Testo:

RISOLUZIONE

 

dei sottoscritti Consiglieri Gruppo Assembleare Lega Nord

 

Mauro Manfredini, Manes Bernardini, Stefano Cavalli, Roberto Corradi

 

Premesso che:

 

1.      La situazione economica nazionale e regionale, così come rilevato anche dal recente rapporto di Unioncamere Emilia Romagna, resta molto critica e vede in difficoltà i lavoratori, le famiglie e le imprese anche del nostro territorio.

2.      Le politiche di rigore adottate in questi anni, sia a livello europeo che nazionale, non hanno fatto registrare quegli effetti di rilancio economico sperati e richiedono una correzione nella direzione di favorire politiche di crescita che facilitino l’uscita dalla crisi e dal ciclo negativo perdurante.

 

Considerato che:

 

3.      Resta necessario realizzare ogni sforzo per consolidare le politiche di innovazione e sviluppo, incoraggiare la pur limitata ripresa in atto e non ridurre i servizi assicurati ai cittadini emiliani e romagnoli e alle imprese da parte del sistema regionale e delle Autonomie locali.

4.      Da più parti è stata espressa particolare preoccupazione per le conseguenze che potranno derivare, nella gestione dei servizi pubblici locali, per prestazioni sul welfare, dalla Legge di Stabilità 2014 in discussione al Parlamento, se confermata nella versione approvata dal Governo.

5.      In questi anni il contributo degli enti territoriali al risanamento della finanza pubblica è stato poderoso e non ha conosciuto, per le amministrazioni centrali, una corrispondente misura.

6.      Ancora una volta, nell’allestimento della legge di stabilità per il 2014, il Governo ha inasprito i contenuti del Patto di Stabilità Interno rendendo difficilissima sia la costruzione dei bilanci delle Regioni e degli Enti Locali sia la possibilità di realizzare politiche incisive destinate allo sviluppo dei territori.

7.      I tagli previsti dalle manovre finanziarie che si sono succedute si sono tramutati, in larga misura, nel taglio dei trasferimenti dello Stato alla Regione e nell’azzeramento di ogni trasferimento; 

8.      questa manovra porterà all’ulteriore taglio di risorse regionali non solo per quanto riguarda il quantum della spesa ma anche rispetto alla qualità della stessa poiché si configura basata su tagli lineari.

 

Rilevato che:

 

·         Agli Enti locali che hanno rispettato i parametri del gravoso “patto di stabilità”, al posto di un ben misero incremento delle risorse, occorrerebbe riconoscere la possibilità di realizzare interventi mediante l’utilizzo delle risorse di cui hanno già disponibilità, ponendoli in tal modo in condizione di diventare parte attiva nel rilancio dell’economia, senza percorrere soluzioni che finirebbero con l’aggravare ulteriormente il saldo dei conti pubblici.

·         Le attuali regole del Patto di stabilità interno impediscono agli Enti virtuosi di spendere quanto in loro disponibilità di cassa, determinando una diminuzione della spesa per investimenti, che concorre a deprime ulteriormente la situazione economica complessiva del Paese.

·         Una possibile evoluzione del Patto di Stabilità dovrebbe consentire alle Regioni e agli Enti Locali di escludere dal patto le spese di investimento, finanziate senza debito, e le risorse per i cofinanziamenti dei progetti comunitari.

·         E’ fondamentale mettere in campo un’azione coordinata del sistema delle autonomie locali dell’Emilia Romagna e delle parti economico-sociali, per sensibilizzare lo Stato centrale affinchè intervenga per:

a.      modificare gli obiettivi del Patto di Stabilità Interno per gli Enti della Regione Emilia Romagna, anche in considerazione la virtuosità complessiva delle amministrazioni pubbliche emiliane e romagnole;

b.      considerare le modalità di applicazione del patto di stabilità interno negli altri Stati dell’Unione Europea, modificando quello nazionale sulla scorta degli eventuali aspetti migliorativi introdotti dal altri Paesi a favore degli Enti Locali virtuosi;

c.      verificare la possibilità di un’applicazione sperimentale, su scala regionale, della ripartizione degli obiettivi del Patto;

d.      individuare delle tipologie di investimenti prioritari che possano essere escluse dalla disciplina del patto, secondo parametri da definire a livello regionale.

 

Impegna la Giunta Regionale

e il suo Presidente in qualità di Presidente della Conferenza Stato - Regioni:

 

1.      Ad esprimere al Governo  la necessità di modifica delle attuali disposizioni contenute nel DDL Stabilità 2014; ridefinendo il contributo alla manovra di risanamento delle finanze pubbliche da parte degli Enti locali, con l’obiettivo di riconoscere ed attribuire il rilievo della virtuosità nella gestione e nella tenuta dei conti pubblici, introducendo anche un criterio unico basato sul parametro del PIL prodotto dalle Regioni, ed abbandonando definitivamente il criterio che fa riferimento alla spesa storica;

2.      Ad intervenire affinché vengano liberare le risorse attualmente disponibili presso le Autonomie locali – ma bloccate dal Patto di Stabilità –, permettendo l’utilizzo delle predette somme per obiettivi di spesa prioritari e strategici, come gli interventi per la messa in sicurezza del territorio e per interventi di carattere sociale.

3.      Di impegnare la Conferenza Stato Regioni affinché si addivenga ad una revisione  del “Patto di stabilità”, che: a) modifichi gli obiettivi per gli Enti locali virtuosi; b) consideri le modalità di applicazione del patto di stabilità interno negli altri Stati dell’Unione Europea, modificando quello nazionale sulla scorta degli eventuali aspetti migliorativi introdotti dalla modalità europea a favore degli Enti Locali virtuosi; c) verifichi la possibilità di un’applicazione sperimentale, su scala regionale, della ripartizione degli obiettivi del Patto; d) individui delle tipologie di investimenti prioritari che possano essere esclusi dalla disciplina del patto, secondo parametri da definire a livello regionale;

4.      Ad attivarsi per rendere permanente lo strumento del patto di stabilità territoriale incentivato, con un’evoluzione dello stesso verso un vero e proprio “patto di stabilità integrato”, che attraverso un unico obiettivo territoriale di finanza pubblica riesca, secondo criteri di equità e virtuosità, ad aumentare la capacità di spesa ed a sbloccare i pagamenti finalizzati alla realizzazione di politiche per la crescita, al fine di rendere più competitivo il sistema delle imprese e per sostenere l’occupazione e il welfare.

 

 

Mauro Manfredini

Manes Bernardini

Stefano Cavalli

Roberto Corradi

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