Testo:
RISOLUZIONE
Premesso che
· i CCM rappresentano un efficace strumento di partecipazione attiva dei cittadini alla gestione dei servizi socio-sanitari
· la LR 19/94, istitutiva dei CCM, definisce l’azione della Regione come atta a favorire tali presidi attraverso la messa a disposizione di sedi adeguate e specifiche forme di accreditamento degli utenti presso le Aziende-Unità Sanitarie locali e le Aziende Ospedaliere
· tale legge indica l’ubicazione fisica delle suddette forme organizzative come interna alle aziende senza fare riferimento alcuno al loro ruolo funzionale che s’intende a tutti gli effetti autonomo
· la delibera G.R. n 320 del 2000 indica nei suoi obiettivi l’obbligo delle direzioni aziendali di informare i CCM in merito ai miglioramenti dell’offerta dei servizi sanitari favorendo da parte di questi ultimi la conoscenza delle programmazioni regionali e locali
· detta delibera dispone inoltre attraverso i CCM la verifica dei livelli di coinvolgimento delle aziende nei processi di miglioramento
valutato che
· la L.R. 29/04 ribadisce la centralità del cittadino e degli organismi elettivi territoriali nella costruzione e verifica della “filiera della salute”
· detta legge non cita i CCM tra gli organi della USL
preso atto
· la circolare n 3 dell’11 febbraio del 2005 dell’Assessorato alla Sanità della Regione Emilia-Romagna interviene sensibilmente sul profilo funzionale dei CCM indicando il principio di appartenenza alle aziende di tali organismi
· che tale ridefinizione, se messa in relazione con l’autonomia imprenditoriale delle aziende, rischia di alludere ad un sistema che sovrappone il ruolo dei soggetti controllori a quello dei soggetti controllati
considerato che
· a tutt’oggi permane una forte disomogeneità tra i regolamenti funzionali dei CCM
· tale mancata uniformità ha come effetto immediato difficoltà significative nella gestione dei servizi fatte più volte rilevare dagli stessi CCM
· su tale mancata uniformità interviene la circolare n 10/2010 della Giunta Regionale formulando l’auspicio dell’omogenizzazione dei diversi regolamenti esistenti
· è in corso, a livello regionale, il lavoro di elaborazione di uno schema che dovrebbe dettare i contenuti omogenei dei regolamenti nelle diverse aziende
tenuto conto
· della vicenda accaduta all’interno dell’Azienda Ospedaliera - Policlinico S.Orsola Malpighi di Bologna dove alcune associazioni sono state escluse, a monte,alla partecipazione al CCM
ribadendo
· come i temi della partecipazione, specificamente nei momenti di crisi, siano sempre più importanti e come in particolar modo sia importante prevedere la partecipazione capillare alla gestione dei servizi almeno in un’ottica distrettuale
· - nel rispetto dell’autonomia delle direzioni sanitarie, come i CCM possano diventare sempre più punto di riferimento per le conferenze socio-sanitarie e i comitati di distretto nella valutazione delle politiche sanitarie delle politiche sanitarie
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
· a garantire la piena autonomia funzionale dei CCM dalle aziende attraverso lo schema in via di predisposizione, oltre a perseguire una maggiore omogeneizzazione nelle modalità di funzionamento dei CCM
· a consentire e facilitare l’accesso ai CCM al diffuso mondo del terzo settore ed ai singoli cittadini senza peculiari aggravi burocratici
· a collocare anche in dimensione distrettuale la previsione di luoghi partecipativi della consultazione dei cittadini.
Le consigliere
Monica Donini (FdS)
Paola Marani (Pd)
Il consigliere
Gian Guido Naldi (SEL)