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Premesso che
La L. 13/89, contenente Disposizioni per favorire il superamento e
l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati,
istituisce un Fondo per  l'erogazione di contributi a fondo perduto
per la realizzazione di interventi finalizzati al superamento e
all'eliminazione di barriere architettoniche negli edifici privati
ad uso abitativo, in quelli pubblici e privati adibiti a centri o
istituti residenziali per l'assistenza agli invalidi e per rendere
accessibili e fruibili le aree in cui si trovano tali edifici;
Il Fondo - finanziato fin da principio in maniera discontinua -
veniva ripartito dal Ministero delle Infrastrutture sulla base del
fabbisogno finanziario comunicato dalle Regioni in base ai
preventivi relativi alle domande pervenute. I finanziamenti statali
sono sempre stati insufficienti rispetto al fabbisogno, causando
così una forte discrepanza fra contributi effettivamente erogati ai
beneficiari e quelli ai quali avrebbero avuto diritto.
Dal 2001 l'alimentazione del Fondo Statale è stata possibile
pressoché esclusivamente con risorse Regionali. Dall'entrata in
vigore della legge 13 la regione ha stanziato 20mln  di fondi
regionali, con un forte impegno negli ultimi anni, arrivando
stanziare 7,5 milioni nel 2007 e 2,5 nel 2010.
Evidenziato che
Dal 2007  la Regione ha predisposto un programma informatico in cui
i Comuni fanno confluire le domande presentate, rendendo così più
agevole ed immediata la gestione della legge;
Dai dati così archiviati risulta un progressivo e significativo
aumento delle domande di contributo, a fronte del quale si è
registrata la totale carenza di risorse statali;
Allo stato attuale il 70% circa delle 7 mila posizioni presenti
nell'archivio non ha ricevuto alcun contributo: 5000 domande per un
fabbisogno di 22mln ;
Sottolineato che
Dieci anni di mancato finanziamento da parte dello Stato significano
il permanere di costi amministrativi ed impegni burocratici sia per
le Regioni sia per gli Enti Locali, che continuano ad adempiere alle
procedure richieste da una legge tutt'ora operante, per quanto
abrogata dai fatti;
La mancata abrogazione formale del Fondo - della cui dotazione i
finanziamenti regionali si propongono normativamente come
integrazione - pone forti limiti  alla discrezionalità nell'impiego
delle risorse regionali destinate all'abbattimento delle barriere
architettoniche e costringe a sottostare a procedure operative non
in linea con le esigenze organizzative e gestionali della Regione
stessa;
Ribadito inoltre che
La persistenza puramente formale del Fondo, che fa sì che si
continuino ad accogliere domande di contributo anche negli anni in
cui lo stesso non è finanziato, alimenta speranze non
concretizzabili nei soggetti disabili che vi si rivolgono per
ottenere un sostegno economico al miglioramento delle proprie
condizioni di vita;
Invita la Giunta
Ad intervenire presso il Governo affinché quest'ultimo si attivi per
garantire una copertura congrua e costante del Fondo per
l'abbattimento delle barriere architettoniche o, in subordine, per
l'abrogazione di una legge di fatto già inoperante;
A rivedere l'art.56 della l.r.24/2001 per svincolare il Fondo
regionale dalla normativa nazionale e renderlo più congruo alle
esigenze ed agli obiettivi regionali sia in termini di requisiti per
l'accesso ai contributi che di modalità di erogazione degli stessi.
Mazzotti, Fiammenghi, Marani, Montani, Montanari, Ferrari, Carini,
Casadei, Mumolo, Monari, Luciano Vecchi, Mori, Moriconi, Alessandrini,
Pagani e Piva