Espandi Indice

Legislatura X - Atto ispettivo ogg. n. 1566

Share
Oggetto:
Testo presentato:
1566 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti la gestione, la quantificazione e la riscossione per le derivazioni idriche, con particolare riferimento a quelle relative al Po ed al Reno. A firma della Consigliera: Piccinini

Testo:

Interrogazione a risposta scritta

 

premesso che

 

  • la deliberazione della Giunta regionale n. 1451 del 2012 ha attribuito alla direzione generale Ambiente e Difesa del suolo e della costa la competenza relativa alla gestione dei procedimenti amministrativi inerenti le grandi derivazioni di acqua: la competenza risulta essere gestita sul piano amministrativo ed operativo attraverso un istruttoria condotta da un gruppo di lavoro appositamente costituito;
  • in particolare, nel caso del Consorzio per il Canale emiliano-romagnolo (CER), la Direzione Ambiente richiedeva, con propria nota del 25 marzo 2014, il pagamento degli importi dovuti per le derivazioni Palantone, dal fiume Po e Voltascirocco, dal fiume Reno, a titolo di saldo su diverse annualità arretrate;
  • nella nota si faceva riferimento alla differenza fra il canone versato dal CER (l’ultimo versato allo Stato) e quello dovuto, con l’applicazione degli interessi di legge alle scadenze previste, precisando in tre distinte tabelle il dettaglio degli importi (Reno industriale, Reno irriguo/bonifica e Po);
  • le tabelle riportavano importi crescenti a partire dal 2001 (ultimo versamento allo Stato), individuando importi dovuti pari a € 1.755.455,04 per Reno industriale, € 8.475,20 per Reno irriguo e € 384.208,84 per Po, precisando tuttavia che nell’anno 2012 erano stati versati dal CER importi per, rispettivamente, € 1.340.205,60, €2.974,80 ed € 148.491,72 comprensivi, in quest’ultimo caso di un pagamento effettuato nel 2001);
  • l’importo complessivo da versare diveniva quindi di € 742.622,87 per le due derivazioni di Voltascirocco sul fiume Reno e di € 251.154,79 per la derivazione dal fiume Po;
  • a questa comunicazione della Regione il CER rispondeva richiamando la riforma del 1999 che riduceva il limite temporale delle concessioni idriche e segnalando di avere immediatamente richiesto al Ministero (all’epoca dei Lavori Pubblici) ed alla Regione domanda per continuare l’esercizio delle derivazioni in base ai titoli originari e sino alla scadenza originaria; il CER segnala altresì nella medesima nota che “a seguito del trasferimento delle competenze in materia di grandi derivazioni idriche dallo Stato alle regioni, attuato con L.R. n. 3/1999, la determinazione dei canoni è stata demandata (art. 141 comma 1 bis L.R. n. 3/1999) ad apposita disciplina regionale (adottata con regolamento regionale n. 41/2001) e, in via transitoria, in base ai criteri della vigente normativa statale. Segnatamente la Regione, in virtù del disposto dell’art. 37 LR ER n. 3/2012, ha individuato con delibera di giunta n. 1451/2012, «i provvedimenti di concessione di risorsa idrica ascrivibili alla categoria delle ‘grandi derivazioni’ come quelli da attribuire alla direzione generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa». Nella medesima DGR viene dato atto della finalità di «smaltimento dell’arretrato di tali pratiche». Dal momento del trasferimento delle competenze alle Regioni e sino ad oggi [marzo 2014] codesta spettabile Amministrazione non ha mai determinato né richiesto il canone dovuto per l’esercizio delle derivazioni in oggetto;
  • la nota del CER proseguiva richiamando che, comunque, il Consorzio aveva provveduto all’accantonamento delle risorse corrispondenti ai canoni, ha sollecitato la Regione all’espressa ricognizione dei titoli concessori e alla conseguente quantificazione dei canoni e ne ha altresì spontaneamente versato l’ammontare calcolato sulla base dell’ultimo canone versato allo Stato (i versamenti di € 1.340.205,60, €2.974,80 ed € 148.491,72 già richiamati);
  • nella stessa lettera il CER precisava, conseguentemente, di contestare “la richiesta di pagamento dei canoni di concessione relativi agli anni dal 2001 al 2008 giacché non dovuti in quanto irrimediabilmente prescritti… la richiesta di pagamento degli interessi sui canoni di concessione non dovuti in quanto gli interessi sui canoni degli anni dal 2001 al 2009 sono irrimediabilmente prescritti… il diritto alla corresponsione degli interessi sui canoni 2001/2014) spetta solo a partire dal momento in cui … [la Regione] ha determinato e richiesto il pagamento dei canoni”;
  • la lettera proseguiva ancora precisando che “l’inerzia della competente direzione nel quantificare e richiedere il canone dovuto espressamente manifestata nella citata DGR 1451/2012 non consente di addebitare tale ritardo nella forma degli interessi sui canoni”;
  • la nota del CER si chiudeva precisando la valutazione del Consorzio CER in merito alla sua posizione economica, tale a da dare luogo a consistenti eccedenze (p.e. per la derivazione Reno industriale a fronte di un importo dovuto, secondo il CER, di € 726.717,53, relativa ai soli anni dal 2010 al 2014, il CER ha versato, nel 2012, € 1.340.205,60), corrispondenti in totale ad € 658.826,17, individuato come credito in capo al CER;
  • la Direzione ambiente rispondeva con propria nota del 17 giugno 2014, richiamando “chiarimenti forniti per le vie brevi” comunicando gli importi dovuti sulla base dei nuovi conteggi;
  • la regolarizzazione delle posizioni sulle tre derivazioni prevedeva, quindi, nella nota della DG ambiente del 17 giugno 2014:
  • l’individuazione del canone dovuto dal 2009, secondo gli importi annuali individuati in precedenza, il riconoscimento di un versamento nel 2012 per € 446.735,20 (Reno industriale), € 991,60 (Reno irriguo) e € 49.497,24 (Po) nel 2012 (probabilmente attribuendo le differenza rispetto ai versamenti effettivamente realizzati da CER ai canoni relativi agli anni precedenti;

 

Considerato che

 

  • dalla corrispondenza richiamata emergerebbero consistenti ritardi da parte della Regione nella quantificazione e nella richiesta dei canoni;
  • totale incertezza rispetto al fatto che i canoni relativi al periodo 2001-2008 siano stati effettivamente versati e, più ancora, siano ancora effettivamente dovuti ed esigibili;

 

interroga la Giunta e l’Assessore competente per sapere

 

  • se, nel caso del CER, i canoni per le grandi derivazioni Reno e Po siano dovute, esigibili e versate, dal 2001 in poi;
  • se, in via generale, i canoni relativi a periodi antecedenti le richieste da parte della DG Ambiente siano stati versati e siano effettivamente dovuti;
  • se corrisponda al vero la valutazione del CER in ordine al ritardo ed all’inerzia della regione nella quantificazione e nella richiesta dei canoni;
  • quale sia la situazione dei pagamenti ad oggi da parte del CER o di altre soggetti titolari di concessioni per grandi derivazioni;
  • se ed a quale struttura organizzativa regionale sia stata assegnata la competenza relativa alla gestione, quantificazione e riscossione dei canoni per le derivazioni idriche dal 2001 al 2012;
  • le ragioni per cui dal 2001 (anno di adozione del Regolamento 41/2001) al 2012 (anno di adozione della Delibera n. 1451/2012, recante “Prima applicazione delle disposizioni sulla gestione del demanio idrico ai sensi della L.R. 3/2012 nonché sull'esazione di somme relative all'esercizio delle grandi derivazioni”) non sarebbero stati assunti atti relativi alla quantificazione ed alla richiesta dei canoni;
  • se l’esercizio di tale competenza sia rientrata o meno nel quadro degli obiettivi annualmente fissati per la valutazione dei Direttori e, a cascata dei dirigenti;
  • se la situazione descritta possa configurare un danno erariale.

 

Il Consigliere

Silvia Piccinini

Espandi Indice