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Legislatura X- Atto di indirizzo politico ogg. n. 3085

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nelle sedi opportune per sollecitare la stipula di un’Intesa, nel rispetto dell’articolo 8 della Costituzione, e da approvarsi con legge dello Stato, che regoli i rapporti tra lo Stato e le comunità islamiche italiane. (10 08 2016) A firma dei Consiglieri: Bignami, Galli

Testo:

RISOLUZIONE

 

l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Premesso che

 

  • nello Stato Italiano i rapporti con la Chiesa cattolica sono regolati dai Patti Lateranensi sottoscritti tra il Regno d’Italia e la Santa Sede l’11 febbraio 1929; successivamente, nel 1984, si procedette a revisione del Concordato (tra le altre cose, fu stabilito anche che il clero cattolico fosse finanziato attraverso il meccanismo dell’otto per mille);
  • nel nostro Paese sono stati regolamentati, attraverso Intese successivamente approvate con legge ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione, anche i rapporti tra lo Stato e numerose altre confessioni: i rapporti con l’Unione delle Comunità ebraiche italiane sono regolamentati dalla legge 101/1989 e successive modifiche; con legge 449/1984 e successive modifiche sono regolati i rapporti tra lo Stato italiano e le chiese della Tavola valdese; la legge 517/1988 regola i rapporti con le Assemblee di Dio, mentre la legge 516/1988 e successive modifiche regolano i rapporti con l’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del 7° giorno; analogamente sono regolati i rapporti con l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (legge 116/1995 e successive modifiche), con la Chiesa Evangelica Luterana in Italia (legge 520/1995), con la Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa Meridionale (legge 126/2012), con la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni (legge 127/2012), con la Chiesa Apostolica in Italia (legge 128/2012), con l’Unione Buddista Italiana (legge 245/2012), con l’Unione Induista italiana (Legge 246/2012), con l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (legge 130/2016);
  • la Comunità religiosa islamica italiana (Co.Re.Is.) nel 1998 ha presentato ufficialmente al Governo una proposta d’Intesa e nel 2000 ha richiesto l’apertura delle trattative presso la presidenza del Consiglio dei Ministri secondo le modalità già seguite dall’Unione Buddista;
  • in particolare la Co.Re.Is. sottolineava all’epoca che “l’Italia è uno degli ultimi paesi ad avere avuto una massiccia immigrazione, ma è anche il primo in cui si è costituita una comunità islamica autoctona, composta cioè da musulmani italiani d’origine. Se la presenza immigratoria è quindi la più giovane e acerba (fino a tempi recenti gli immigrati in Italia raramente superavano i trent’anni di età), la comunità di musulmani italiani si è trovata a dover assumere la responsabilità di una “rappresentanza” dell’Islam, soprattutto nei confronti dell’autorità pubblica e dei cittadini italiani non musulmani. In Italia si assiste, quindi, a un primo esempio positivo e tradizionale di Islam europeo” e che “lo stato italiano, in virtù della presenza sul suolo nazionale del Vaticano, ha sviluppato una costituzione unica tra quelle dei paesi occidentali, poiché ispirata al principio che lo stato può riconoscere comunità religiose e stabilire con esse intese su base religiosa e cultuale […]”;
  • tra i principi che la Co.Re.Is. intende seguire nei rapporti con lo Stato troviamo: 1) Permettere la pratica del culto islamico in Italia nel pieno rispetto dell'ordinamento della Repubblica; 2) Evitare la politicizzazione dell'Islam e delle organizzazioni che tutelano gli interessi religiosi della comunità islamica; 3) Impedire la strumentalizzazione della religione e il suo coinvolgimento all'interno di problematiche economico-sociali o immigratorie; 4) Scoraggiare l'apertura di luoghi di culto abusivi e incentivare la costituzione di centri islamici che operino nell'ambito delle leggi dello Stato; 5) Favorire l'integrazione degli studenti musulmani nella scuola italiana, rispettando la libertà religiosa, propria e altrui, e superando le barriere culturali e le ghettizzazioni; 6) Promuovere le conoscenza della civiltà islamica nelle scuole superiori e nelle università;

 

Rilevato che

 

  • i fatti recentissimi legati agli attentati di matrice islamica ma anche quelli verificatisi negli anni addietro richiedono con urgenza l’apertura di un dibattito sulla necessità di una regolamentazione chiara dei rapporti tra comunità islamiche e Stato Italiano e un impegno politico forte in tal senso per la stipula di una Intesa;
  • la regolamentazione dei rapporti Stato Italiano-Islam è uno degli strumenti più importanti per contrastare il fenomeno della radicalizzazione degli Imam e dei cittadini musulmani che frequentano i centri culturali islamici; fenomeni di radicalizzazione sono stati registrati negli anni e ancora continuano a registrarsi nel nostro Paese nel quale, a tal proposito, sono stati emessi anche provvedimenti di espulsione;
  • una Intesa atta a regolare i rapporti tra il nostro Stato e le comunità islamiche avrebbe in primis lo scopo di porre basi chiare di convivenza civile e pacifica, consentendo alle comunità islamiche stesse di assumere una posizione netta e decisa nei confronti del terrorismo di matrice islamica oggi condannato solo attraverso dichiarazioni individuali;
  • è altrettanto chiaro che un’Intesa “Stato-Islam” a oggi rappresenta l’unico ed efficace modo per regolare, sul fronte normativo, i rapporti con le comunità islamiche che devono essere improntati al rispetto dei principi della nostra Repubblica dai quali la nostra Democrazia trae fondamento;
  • la mancanza a tutt’oggi di tale Intesa potrebbe potenzialmente porre la religione islamica in una posizione di ambiguità rispetto alle altre confessioni i cui rapporti con lo Stato italiano sono già regolamentati;
  • l’Intesa appare pertanto indispensabile anche alla luce del fatto che numerosi aspetti e stili di vita del mondo islamico sono già entrati di fatto a far parte dell’attuale società, come l’introduzione di menù halal nelle mense scolastiche, il diritto a praticare la macellazione islamica;
  • manca altresì una normativa chiara per i cosiddetti centri culturali islamici che proliferano in tutta Italia, suscettibili di trasformarsi in piccole moschee che accolgono anche Imam provenienti dall’estero senza la certezza dei contenuti proposti nei loro sermoni e senza dunque un controllo rispetto al pericolo di radicalizzazione già citato;

 

Osservato che

 

  • l’Islam in Italia, a oggi, non presenta carattere di unitarietà ed è particolarmente complesso individuare interlocutori con lo Stato Italiano; tra i referenti presenti in Italia troviamo, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, l’UCOII, la Lega musulmana mondiale, l’Assemblea musulmana d’Italia, l’Unione dei musulmani d’Italia, l’Unione degli albanesi musulmani d’Italia, la CO.RE.IS., il Centro culturale islamico d’Italia, l’Unione islamica in Occidente, la Comunità ismailita italiana, i Giovani Musulmani d’Italia;
  • tale frammentazione, e la conseguente difficoltà di intavolare un dibattito, non può e non deve diventare la giustificazione per rimandare ulteriormente il raggiungimento di una Intesa (e la sua successiva approvazione con legge) al fine di regolare i rapporti tra Islam e Stato Italiano;

 

Impegna la Giunta regionale

 

  • ad agire in tutte le sedi opportune sollecitando l’apertura di un dibattito al fine di giungere, in tempi rapidi, alla stipula di una Intesa e alla sua successiva approvazione con legge, ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione, che regoli, in maniera chiara e nel rispetto dei principi democratici della nostra Repubblica, i rapporti tra Stato Italiano e comunità islamiche italiane.

 

Galeazzo Bignami

Andrea Galli

 

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