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Legislatura X - Atto ispettivo ogg. n. 3695

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Oggetto:
Testo presentato:
3695 - Interpellanza circa problematiche e procedure riguardanti le discariche di rifiuti con particolare riferimento alla realizzazione di quella denominata "Ginestreto" nel Comune di Sogliano al Rubicone, ed a quelle di Imola. A firma del Consigliere: Bertani

Testo:

INTERPELLANZA A RISPOSTA ORALE IN AULA

 

Visti

 

  • Il Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna n. 244 (Parte seconda) del 23 settembre 2015 su cui è data notizia del deposito, per la libera consultazione da parte dei soggetti interessati, del progetto: “Procedure in materia di Impatto Ambientale L.R. 9/99 – Procedura di A.I.A. D.Lgs 152/2006 - Procedura di variante agli strumenti urbanistici L.R. 9/99. Titolo III – procedura di VIA relativa al progetto per la costruzione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi denominata Ginestreto 4 (G4), di volumetria pari a 1.600.000 mc, da realizzarsi in località Ginestreto nel Comune di Sogliano al Rubicone (Forlì – Cesena) e con opere accessorie nel Comune di Poggio Torriana (Rimini), presentata da Sogliano Ambiente S.p.a.” che interessa il territorio del Comune di Sogliano al Rubicone e del Comune di Poggio Torriana, quindi, il territorio della Provincia di Forlì – Cesena e della Provincia di Rimini e che, quindi, interessando il territorio di due Province, ai sensi dell’art. 5, comma 1, lett. b della L.R. 9/99, ha come autorità competente per la procedura di VIA la Regione Emilia-Romagna;
  • il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR), approvato con deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 67 del 3 maggio 2016, ai sensi dell’art. 196 del D.Lgs. 152/2006 che, nelle intenzioni della Giunta regionale, dovrebbe portare a “discariche praticamente azzerate, con il conferimento di rifiuti negli impianti ridotto al 5% (-80% rispetto al 2011), cosa che porterà a tenere aperti solo tre impianti di discarica in tutta la regione” e che in particolare all’art. 18 “Disposizioni per i rifiuti speciali” comma 3 stabilisce: “in attuazione della gerarchia comunitaria di gestione dei rifiuti, la valutazione di impatto ambientale di un progetto di apertura ovvero di ampliamento di una discarica per rifiuti speciali deve prioritariamente effettuare un’analisi puntuale circa la necessità di un fabbisogno di trattamento ulteriore rispetto a quello stimato dal Piano ai capitoli 9 e 12”;
  • la legge regionale 5 ottobre 2015, n. 16, “Disposizioni a sostegno dell’economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata e modifiche alla legge regionale 19 agosto 1996 n. 31 (Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi)” in cui si fanno propri i principi dell’economia circolare, del recupero di materia e del trattamento virtuoso del rifiuto, al fine di diminuire l’impatto sull’ambiente e sulla salute;
  • la delibera di Giunta regionale del 17 ottobre 2016, n. 1660/2016 recante “Analisi concernenti l’andamento della produzione dei rifiuti nell’anno 2016 e disposizioni relative ai flussi di rifiuti in attuazione dell’art. 25 delle Norme tecniche del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti approvato con deliberazione dell’Assemblea Legislativa n. 67 del 03.05.2016” in cui si rileva che “il dato della produzione relativo ai rifiuti speciali, per l’anno 2014 (ultimo dato validato disponibile), registra, in linea con il generale incremento a livello nazionale, un aumento della produzione del 7%, pari a circa 700.000 t rispetto alla previsione di Piano” ed inoltre che “rispetto a tale produzione, lo smaltimento in discarica dei rifiuti speciali rappresenta mediamente il 15-20% e conseguentemente si stima un incremento del fabbisogno di trattamento di rifiuti speciali da smaltire pari a circa 140.000 t” ed in cui è dato atto che “a tale quantitativo occorre sommare anche le circa 70.000 t di rifiuti speciali che nel 2016 non possono essere trattate negli impianti di termovalorizzazione a fronte della priorità di trattamento dei rifiuti urbani ed a seguito del loro incremento di produzione” ed infine in cui si delibera, al punto 3 del deliberato, di “precisare che per quanto riguarda le discariche di Piano, la pianificazione dei quantitativi di rifiuti urbani è prescrittiva mentre quella dei rifiuti speciali è indicativa, in quanto può essere diversamente ripartita nelle annualità di piano nell’ambito della capacità già autorizzata, fermo restando che si terrà conto nella pianificazione dei successivi fabbisogni dei soli rifiuti speciali prodotti nel territorio regionale ai fini della verifica della necessità di nuovi impianti o di ampliamenti”;
  • la delibera di Giunta regionale del 5 dicembre 2016, n. 2103 recante “Provvedimento di VIA del progetto per la realizzazione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi denominata Ginestreto 4 nel Comune di Sogliano al Rubicone (FC) e con opere accessorie ricadenti nel territorio del Comune di Poggio Torriana (RM) - proponente Sogliano Ambiente spa. Presa d’atto delle determinazioni della conferenza di servizi (titolo III, L.R. n. 9/1999).” con cui si delibera la Valutazione di Impatto Ambientale positiva, ai sensi dell’art. 16 della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, sul progetto per la costruzione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi denominata Ginestreto 4 (G4) di volumetria pari a 1.600.000 mc da realizzarsi in località Ginestreto, nel Comune di Sogliano al Rubicone (FC) e con opere accessorie ricadenti nel territorio del Comune di Poggio Torriana (RN) proposto da Sogliano Ambiente spa, poiché il progetto in oggetto, secondo gli esiti dell’apposita Conferenza di Servizi conclusasi il giorno 3 novembre 2016, è realizzabile”;
  • la sentenza del 23 ottobre 2014 n. 5242, con cui il Consiglio di Stato ha preso posizione su una questione, ampiamente dibattuta, circa la sufficienza dell’operazione di tritovagliatura dei rifiuti solidi urbani ai fini del loro conferimento in discarica, stabilendo in via definitiva che il rifiuto urbano tritovagliato non può essere smaltito fuori Regione ex art. 182 comma 3 D.Lgs. 152/2006, non avendo perso la sua natura ed, inoltre, che il rifiuto urbano tritovagliato deve subire ulteriori processi di trattamento ex art. 2 comma 1 lett. h) D.Lgs. 36/2003 prima di poter essere smaltito in discarica, in quanto la tritovagliatura non soddisfa i requisiti previsti dalla disposizione per poter essere qualificato come trattamento;

 

premesso che

 

  • nell’anno 2013 sono state trattate sul territorio regionale 13.668.216 tonnellate di rifiuti speciali, di questi 1.394.566 tonnellate sono stati destinati in discarica, pari al 10,2%;
  • nell’anno 2014 sono state trattate sul territorio regionale 9.191.942 tonnellate di rifiuti speciali (escludendo i rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi (C&D)), di questi 1.362.658 tonnellate sono stati destinati in discarica, pari al 14,82%;
  • il saldo nell’anno 2013, a livello regionale, tra rifiuti speciali in uscita ed in entrata, è stato di 174.467 tonnellate nette in entrata (cioè circa l’1,27% dei rifiuti speciali che abbiamo trattato nel 2013 a livello regionale derivano dal saldo netto positivo tra import ed export di rifiuti speciali);
  • il saldo nell’anno 2014, a livello regionale e sempre escludendo i rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi (C&D), tra rifiuti speciali in uscita ed in entrata, è stato di 1.069.793 tonnellate nette in entrata (cioè circa l’11,63% dei rifiuti speciali che abbiamo trattato nel 2014 a livello regionale derivano dal saldo netto positivo tra import ed export di rifiuti speciali;
  • come risulta dal Rapporto “Produzione e gestione dei rifiuti urbani e speciali in Emilia-Romagna” del luglio 2016 a cura di Regione Emilia-Romagna ed Arpae “Nel 2013 sono stati trattati in regione complessivamente 4.312.852 tonnellate di rifiuti speciali da C&D al netto delle quote messe in giacenza (R13 e D15). I dati evidenziano che il recupero di materia interessa il 98% dei rifiuti gestiti (sempre al netto delle giacenze) confermandosi pertanto la forma di trattamento prevalente per questa tipologia di rifiuti”;
  • i dati dei rifiuti speciali sono cambiati molto negli anni per esempio nel 2010 si rilevava un flusso complessivo di rifiuti speciali in uscita dalla Regione Emilia-Romagna pari a 2.554.324 tonnellate, di cui 399.529 tonnellate (pari al 16%) erano rifiuti speciali pericolosi, si evidenziava, inoltre, un flusso di rifiuti speciali in ingresso al territorio regionale pari a 3.853.445 tonnellate, di cui 512.413 tonnellate (il 13%) erano rifiuti speciali pericolosi, con un saldo in entrata di ben 1.299.121 tonnellate di rifiuti speciali provenienti da fuori regione;
  • nell’anno 2013 le prime tre discariche, a livello regionale, per rifiuti speciali sono state Imola (BO) “Tre Monti” di Herambiente per 240.185 tonnellate, Castelmaggiore (BO) “ASA” partecipata da Herambiente al 51% per 215.123 tonnellate e Sogliano al Rubicone “Ginestreto” di Sogliano Ambiente S.p.A. (80% proprietà comunale) per 164.688 tonnellate;
  • Sogliano Ambiente S.p.A., nel 2012, ha smaltito nella discarica 124.102 tonnellate di rifiuti speciali;
  • nell’anno 2011 nella discarica di Sogliano al Rubicone sono state smaltite 163.529 tonnellate di rifiuti di cui: 30.803 tonnellate di rifiuti urbani, (provenienti tutti dall’ambito della Regione Emilia-Romagna) e 132.726 tonnellate di rifiuti speciali (di cui 37.928 provenienti dalla Regione Emilia-Romagna e 94.798 extra Regione Emilia-Romagna) di questi 77.695 tonnellate di rifiuti codice CER 191212 (cioè rifiuti derivanti dal trattamento dei rifiuti) di cui, a loro volta, 25.236 tonnellate provenienti dall’interno della Regione Emilia Romagna e 52.459 provenienti da extra Regione Emilia-Romagna;
  • la discarica di Sogliano al Rubicone, nel 2013, ha trattato in totale 175.397 tonnellate di rifiuti, di cui 10.709 erano rifiuti urbani, di questi ultimi a loro volta 10.440 provenienti da fuori regione Emilia-Romagna, e 164.688 tonnellate di rifiuti speciali di cui 133.555 tonnellate provenienti da fuori RER e di questi ultimi 32.733 tonnellate appartenenti al codice CER 191212 (cioè, come già detto sopra, altri rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11);
  • la discarica di Sogliano al Rubicone dal 2014 riceve solo rifiuti speciali;
  • la discarica di Sogliano al Rubicone, nel 2015, ha trattato in totale 179.578 tonnellate di rifiuti, di cui 4.529 erano rifiuti con codice CER 191210 e 190501 cioè rispettivamente “191210=rifiuti combustibili (CDR: combustibile derivato da rifiuti)” e “190501=parte di rifiuti urbani e simili non compostata”, 133.438 erano rifiuti con codice CER 190503 e 191212 cioè rispettivamente “190503=compost fuori specifica” e “191212=altri rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11” infine 41.611 tonnellate erano “altri rifiuti” non meglio precisati;
  • Sogliano Ambiente S.p.A. ha prodotto, nell’anno 2013 un risultato di bilancio di 1.864.772,00 euro;
  • in tutti e tre questi siti (ASA – Castelmaggiore, Tre Monti – Imola e Ginestreto – Sogliano al Rubicone) sono stati proposti ampliamenti/nuove discariche e tutti e tre sono attualmente sotto procedura di VIA;
  • l’intervento in progetto prevede una nuova discarica da realizzare ex novo con la messa in opera, tra l’altro, delle seguenti strutture:
  • area per lo stoccaggio dei rifiuti, di volumetria pari a 1.600.000 metri cubi, attraverso il rimodellamento a gradoni del fondo della vallecola e dei suoi versanti compreso il coronamento, e del sistema di impermeabilizzazione del fondo e delle sponde comprensiva di argine di valle e intermedio;
  • canale di fondo dal livello del coronamento fino al Rio Morsano, con apposita opera di restituzione in alveo a protezione del fondo e delle sponde;
  • rete di fossi per la regimazione delle acque meteoriche al contorno del sito;
  • rete di drenaggio del percolato e annesso sistema di sollevamento e trasporto dall’area di sedime al volume di stoccaggio e sistema di ricircolo del percolato estratto all’interno del corpo rifiuti;
  • volumetria di stoccaggio del percolato a servizio di G4 con serbatoi verticali in vetroresina all’interno di bacino di contenimento in c.a. e connesso manufatto di rilancio all’impianto di trattamento con linea di collegamento apposita;
  • incremento di potenzialità dell’impianto di trattamento del percolato esistente all’interno del polo, da porre a servizio anche di G4;
  • pozzi e drenaggi per l’estrazione del biogas, sistema di condotte per il trasporto agli impianti utilizzatori e impianto di aspirazione del biogas e delle sottostazioni di regolazione;
  • impianto per la produzione di energia elettrica alimentato con il biogas prodotto dalla discarica (del quale non si richiede l’autorizzazione, ma soltanto la Valutazione Ambientale);
  • sistemi di copertura giornaliero, intermedio e definitivo;
  • piazzale di servizio, al piede dell’argine di valle e del relativo muro di sostegno in cemento armato;
  • pista di servizio per l’accesso al piazzale con le relative opere di sostegno e recinzione del sito e dei cancelli di accesso;
  • opere per lo stoccaggio temporaneo delle terre di scavo.
  • il sedime di discarica è nelle immediate vicinanze del SIC IT4090002 “Torriana, Montebello, Fiume Marecchia”, anche se posto esternamente allo stesso, ma alcune delle aree di stoccaggio temporaneo o comunque al servizio della nuova discarica ricadono invece all’interno di questo Sito di Importanza Comunitaria;
  • mentre entro l’anno 2020 la Regione Emilia-Romagna intende aumentare la quota della raccolta differenziata dei rifiuti fino al 73% e chiudere gran parte delle discariche, nella zona della Valle dell’Uso, invece, in quello stesso anno, dovrebbe essere avviata una nuova discarica, per rifiuti speciali grazie alla collaborazione tra i Comuni di Sogliano al Rubicone e Poggio Torriana, infatti, alla fine di settembre 2015, ha avuto inizio la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per la costruzione del terzo invaso, denominato G4 (dopo i siti G1 e G2, infatti il sito G3 non è mai stato realizzato), e destinato a contenere rifiuti, nel sito di Ginestreto, in misura complessivamente pari alle due discariche precedenti realizzate nello stesso sito quella G1 e quella G2 appunto, sempre sotto la gestione della società Sogliano Ambiente S.p.A., società partecipata per l’80% dal Comune di Sogliano al Rubicone e per il 20% da una srl;
  • il Comune di Poggio Torriana “collabora” forzatamente a quest’opera accogliendo su 3 ettari del proprio territorio e di proprietà di Amir SpA, (Azienda pubblica per la rete idrica nella provincia di Rimini, società che vede tra i propri azionisti il Comuni di Rimini (tramite Rimini Holding S.p.A.) e gli altri comuni della provincia), il materiale estratto per consentire l’allargamento della “vallecola” e predisporla al conferimento di circa 1,6 milioni di metri cubi in dieci-quindici anni e che sono destinati probabilmente a raddoppiare, come già accaduto per la G1 e la G2, entrambe partite per quella misura e poi approdate rispettivamente a 2,5 milioni la prima e, quando chiuderà nel 2020, 2,8 milioni la seconda;
  • il Comune di Poggio Torriana ha espresso “determinata contrarietà”, con delibera unanime del Consiglio comunale n. 9 dell’11 aprile 2016, all’apertura della nuova discarica G4 con nota prot. 6514 del 16 giugno 2016, per il carico ambientale che la valle dell’Uso sta già sopportando, rilasciando comunque l’autorizzazione paesaggistica sia pure con prescrizioni;
  • i 3 ettari di territorio del Comune di Poggio Torriana, di cui sopra, sono ad alta valenza ambientale, perché oltre a situarsi a ridosso del Rio Morsano, affluente dell’Uso, sono all’interno del Sito di Importanza Comunitaria di Montebello-Torriana-Marecchia ed il materiale lì trasportato vi resterà fino al pieno riempimento della G4, ossia nel 2030-2035;
  • questa nuova discarica è stata votata nel Consiglio Comunale soglianese ad aprile 2015 ed affiancandosi agli impianti di compostaggio e di preselezione di Masrola, consentirà al polo dei rifiuti soglianese di continuare a fornire ai residenti di questo comune introiti corrispondenti ad una larga fetta del bilancio comunale;
  • si tratta, infatti, di una discarica di rifiuti speciali “non pericolosi” cioè all’interno di un elenco di oltre 300 (ben remunerate) tipologie che vanno dai fanghi, al cemento ed alle macerie, dalle plastiche alle ceneri di varia origine con relativa produzione di biogas e percolato, sarebbe previsto un quantitativo massimo giornaliero di rifiuti da smaltire in discarica pari a 950 tonnellate, derogabili a 1300 tonnellate in condizioni di emergenza, previa comunicazione all’Amministrazione Provinciale delle motivazioni di emergenza;
  • anche la provenienza è ampia, arrivando queste tipologie di rifiuti da tutta Italia (in particolare da Abruzzo, Lazio e Marche sono arrivati fino ad ottobre 2013 anche rifiuti non trattati);
  • l’Emilia-Romagna ha già da tempo in questo settore una capacità di smaltimento ben superiore al proprio fabbisogno;

 

rilevato che

 

  • appare palese la contraddizione tra gli indirizzi, in materia di rifiuti, appena approvati tramite la L.R. 15/2016 sul territorio regionale e la politica attuata dagli amministratori locali del comune di Sogliano al Rubicone che, nei fatti, stanno svendendo il proprio territorio ed il suo futuro, con una sorta di monetizzazione del rischio sanitario per i propri abitanti;
  • collegato al progetto della nuova discarica sono anche una serie di opere stradali (tra cui la previsione di una nuova bretella stradale a Stradone di Borghi (FC), frazione che ai tempi d’oro della discarica era tagliata in due da oltre mille camion al giorno, mentre oggi sono “solo” circa 400 i mezzi pesanti che la attraversano giornalmente;
  • l’amministrazione comunale di Borghi è favorevole al progetto della nuova strada, accontentandosi di un indennizzo, ma diversi cittadini della frazione interessata, quella di Stradone, hanno presentato ben motivate osservazioni nella procedura di VIA relativa a questo progetto (procedura attualmente sospesa su richiesta della Provincia di Forlì - Cesena): “la nuova strada – affermano – distruggerebbe l’ecosistema del fiume Uso e correrebbe in una zona a rischio esondazione”;
  • ancora prima della effettuazione della Valutazione di Impatto Ambientale e dello svolgimento della relativa Conferenza dei Servizi la società Sogliano Ambiente S.p.A. avrebbe già reso noto di essere pronta a finanziare la nuova strada che ritiene “importantissima”;
  • è stato anche sollevato il tema della costruzione della Bretella di Trebbio, il cui fine dovrebbe essere proprio di collegare la valle del Marecchia alla valle dell’Uso per facilitare il conferimento dei rifiuti dal riminese al sito di Ginestreto e che in base ai precedenti Accordi di Programma tra le Province Forlì-Cesena e Rimini ed i Comuni di Sogliano e Torriana (oggi Poggio Torriana) avrebbe dovuto essere realizzata fin dal 1997, essa sarebbe più breve, meno costosa e con minore impatto della Bretella di Stradone, inoltre, rappresenterebbe almeno una soluzione all’intera viabilità della SP 13 e non di una sola frazione;

 

considerato che

 

  • all’interno del PRGR, dall’Assemblea Legislativa il 3 maggio 2016, tra gli Obiettivi ed Azioni di Piano si prevede che “l’attuazione delle politiche di riduzione della produzione e di incremento quali-quantitativo della raccolta differenziata determineranno una progressiva riduzione del fabbisogno di impianti di trattamento e smaltimento quali: trattamento meccanico–biologico; di termovalorizzazione e nelle discariche”, di conseguenza “non è pertanto necessario realizzare nuovi impianti di smaltimento, bensì prevedere il miglioramento dei livelli prestazionali di alcuni degli impianti già esistenti (con eventuali adeguamenti dovuti alle modifiche normative introdotte) e la progressiva dismissione di altri” (al 2020 si stima pertanto una produzione pari a 7.840.123 tonnellate con una riduzione complessiva del 4,6% rispetto alla produzione di riferimento al 2010 (8.218.140 tonnellate));
  • gli obiettivi che il Piano si pone, in riferimento ai rifiuti speciali, prevedono: la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti speciali, la valorizzazione del recupero di materia prioritariamente rispetto al recupero di energia, l’utilizzo della capacità impiantistica esistente in riferimento al fabbisogno regionale, la riduzione dello smaltimento in linea con la gerarchia dei rifiuti, l’applicazione del principio di prossimità (in particolare al paragrafo 12.1. Fabbisogno di recupero e smaltimento di rifiuti speciali, si riporta: “Per quanto riguarda il fabbisogno di smaltimento in discarica al 2020, si prevede di smaltire un quantitativo di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi di circa 380.000 tonnellate”, inoltre, nel capitolo 9 del Piano si valuta per ogni discarica la disponibilità residua per i rifiuti speciali non pericolosi dal 2014 al 2020 al netto delle quote relative ai rifiuti urbani previste a smaltimento in discarica e come riportato nel capitolo 9, le azioni di piano in linea con la normativa vigente prevedono una drastica riduzione del conferimento dei rifiuti urbani nelle discariche per rifiuti non pericolosi, le cui disponibilità residue potranno essere utilizzate per lo smaltimento dei rifiuti speciali non pericolosi);
  • la discarica di Ginestreto attualmente in esercizio, la G2, lavora prevalentemente su prodotti secondari derivanti dai rifiuti urbani (vedi sopra i dati relativi all’anno 2015) e come già ricordato “se il trattamento dei rifiuti urbani non pericolosi indifferenziati non determina una sostanziale modifica della loro natura e composizione, a questi si applica il divieto di smaltimento fuori regione, fatti salvi eventuali accordi regionali di cui all’art. 182 comma 3 del D.Lgs 152/06”;
  • nel 1990, quando venne aperta la prima discarica di Ginestreto (G1), fu motivata ed approvata solo per le esigenze locali e per lo smaltimento dei rifiuti dei comuni dell’area del Rubicone ed era progettata per un quantitativo annuo di Rsu e Rsa pari a 60.000 tonnellate, invece questa discarica si è colmata in soli 15 anni, rispetto ai 30 previsti, ed ha fatto da apripista alla seconda discarica G2 ed adesso alla terza G4, inoltre, nella stessa area sorge un impianto di compostaggio da 50.000 tonnellate/anno, ma ad oggi Ginestreto sembra avviarsi su un modello di discarica perpetua senza termine ultimo;

 

evidenziato che

 

  • gli interessi legati al polo dei rifiuti rappresentato dalle discariche di Ginestreto (una chiusa, l’altra in utilizzo e la terza richiesta) e dal conferimento dei rifiuti al vicino impianto di compostaggio, secondo criteri unicamente commerciali e di profitto rispetto alle ragioni complessive e di carattere ambientale e paesaggistico hanno condizionato e continuano a condizionare in termini distorsivi le decisioni relative all’assetto complessivo della valle nella sua interezza, al punto da indurre le provincie di Forlì-Cesena e Rimini ad optare per una circonvallazione dannosa per l’assetto idro-geologico e per il paesaggio della valle in luogo della Bretella di Trebbio, attraverso un percorso molto più breve e sicuramente meno impattante e che consentirebbe, almeno, un collegamento tra la valle del Marecchia e la valle dell’Uso;
  • con la terza discarica di 1,6 milioni metri cubi e la forte probabilità futura di un suo successivo raddoppio si arriverebbe al conferimento complessivo di oltre 8-9 milioni di metri cubi di rifiuti nell’arco di mezzo secolo e ciò con 3 ampliamenti successivi ma sostanzialmente in un unico sito, in questo modo, cioè spezzando in 4 passaggi un intervento, che in realtà è un unicum, viene tradito e distorto il senso e lo spirito stessi della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale che dovrebbe valutare, effettivamente e non solo pro forma, gli impatti nella sua interezza e non come parti a se stanti.

 

Interpella la Giunta regionale e l’Assessore competente per sapere

 

  • come sia compatibile la realizzazione di questa nuova ennesima discarica, oltre a quelle in itinere di Imola (Tre Monti per rifiuti urbani ed anche per rifiuti speciali) e di Castelmaggiore (ASA per rifiuti speciali anche pericolosi) con i principi dell’economia circolare e della riduzione drastica dei rifiuti, così come sanciti dalla L.R. 16/2015, che verrebbe così svuotata di ogni contenuto, e ribaditi (sempre solo a parole) dal PRGR approvato dall’Assemblea Legislativa il 3 maggio 2016;
  • come sia stato possibile tenendo “conto nella pianificazione dei successivi fabbisogni dei soli rifiuti speciali prodotti nel territorio regionale ai fini della verifica della necessità di nuovi impianti o di ampliamenti” dimostrare l’indispensabilità di una discarica che, attualmente, lavora con prodotti secondari derivanti dai rifiuti urbani, quando la Regione Emilia-Romagna “punta all’azzeramento delle discariche, al progressivo spegnimento degli inceneritori e a portare il riciclo di carta, legno, vetro, plastica, metalli e organico al 70%, entro il 2020, la raccolta differenziata sarà poi innalzata al 73% e la produzione pro-capite di rifiuti ridotta del 20-25%”;
  • se successivamente alla sopra citata sentenza del Consiglio di Stato del 23 ottobre 2014 n. 5242 siano stati smaltiti nella discarica di Sogliano rifiuti speciali codice CER 191212 derivanti dal trattamento di rifiuti urbani indifferenziati provenienti da fuori regione Emilia-Romagna;
  • se la vicenda legata alla nuova discarica Ginestreto G4 non sia già stata sufficiente a dimostrare, a pochi mesi dalla sua approvazione, che un orizzonte temporale fino all’anno 2020, per il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. sia troppo breve ed incapace di garantire il necessario orizzonte temporale di programmazione.

 

Bologna, 9 dicembre 2016

Il Consigliere

Andrea Bertani

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