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Legislatura X- Atto di indirizzo politico ogg. n. 406

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nel settore dei servizi relativi ai nidi d'infanzia. (30 03 15) A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

Testo:

RISOLUZIONE

 

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Premesso che

 

nonostante la Regione Emilia-Romagna risulti essere in linea con gli obiettivi europei relativi agli standard dell’offerta dei nidi d’infanzia in rapporto percentuale alla popolazione, anche nella nostra regione i Comuni, causa la grave crisi economica e i pesanti tagli ai trasferimenti stabiliti dal Governo nazionale, trovano sempre maggiori difficoltà nel soddisfare le domande provenienti dalle famiglie nel campo dei servizi per la prima infanzia. Il conseguente sempre crescente numero di domande inevase di questi servizi, in alcuni casi addirittura in diminuzione rispetto al recente passato, comporta una grave situazione di disuguaglianza sociale ed educativa per quelle famiglie che restano escluse dal servizio per la prima infanzia offerto dalle amministrazioni pubbliche, oltre che ad un aggravio economico per le stesse famiglie.

 

Valutato che

 

la Delibera di Assemblea legislativa n. 85 del 25/07/2012 “Direttiva in materia di requisiti strutturali ed organizzativi per la prima infanzia e relative norme procedurali. Disciplina dei servizi ricreativi e delle iniziative di conciliazione”, potrebbe essere migliorata in alcuni punti in modo da consentire agli enti locali di aumentare l’offerta di questi servizi sul territorio senza aggravio dei costi o comunque con un aggravio minimo e sostenibile se non addirittura potendoli ridurre, rendendo nel contempo il sistema integrato dei servizi per l’infanzia territoriale maggiormente accessibile per le famiglie,

 

Considerato che

 

nell’allegato A punti 2.4.a e 4.1.a, si prevede il possibile incremento della ricettività della struttura nella misura massima del 15%, vincolandolo al rispetto del rapporto numerico operatore/bambini che andrà calcolato sul numero di bambini effettivamente iscritti; nel corso dell’anno scolastico, causa i più svariati motivi di assenza oltre che gli abbandoni informali del servizio, il reale rapporto numerico operatori/bambino è nei fatti sempre e di gran lunga inferiore a quello previsto nella direttiva, ed è sicuramente molto limitante che tale vincolo debba calcolarsi sul numero di bambini effettivamente iscritti;

 

questo vincolo, rende l’avvalersi dell’incremento del 15% della ricettività della struttura, eccessivamente gravoso dal punto di vista economico per il sistema integrato dei servizi per l’infanzia territoriale e quindi indirettamente per le famiglie; la stessa percentuale di incremento potrebbe essere rivista in seppur lieve rialzo senza provocare reali alterazioni dell’organizzazione interna della struttura ne sensibili costi aggiuntivi;

 

nell’allegato A al punto 3.2.b, in riferimento ai requisiti organizzativi per servizi domiciliari organizzati in piccoli gruppi educativi (PGE), si limita a sette il numero di bambini che possono essere accolti da un educatore, pur rendendo obbligatorio l’affiancamento di un’altra figura, anche senza titolo, per almeno il 50% del periodo di apertura e con la reperibilità per il restante periodo; tali requisiti comportano un eccessivo costo organizzativo ed economico che rende il servizio difficilmente realizzabile a livello locale per cui si potrebbe pensare ad un innalzamento del numero massimo di bambini accoglibili negli stessi PGE;

 

nella Direttiva regionale non sembra incentivata a sufficienza la responsabilità sociale per il territorio da parte delle aziende, in quanto per i nidi aziendali e interaziendali non è prevista alcuna diversificazione in termini di requisiti strutturali ed organizzativi rispetto ai nidi d’infanzia organizzati dagli enti locali;

 

nella Direttiva regionale non sembra pienamente attuata l’effettiva partecipazione delle famiglie stesse come soggetto attivo e non solo passivo all’interno del sistema integrato dei servizi per l’infanzia territoriale, promossa peraltro dall’art. 3 comma 2 della L. R. n. 1 del 10 gennaio 2000 modificato dall’art. 2 della L.R. n. 6 del 22 giugno 2012; infatti, le iniziative autonome delle famiglie disposte a stare in rete potrebbero ampliare l’offerta di cui alla suddetta norma contribuendo a risolvere esigenze economiche e organizzative di diversi nuclei familiari oltre che a diminuire i costi complessivi del sistema integrato dei servizi territoriali;

 

la situazione di grave criticità in alcune realtà territoriali, consiglierebbe di consentire maggiore autonomia agli Enti Locali nell’autorizzare l’avvio di servizi sperimentali con successiva verifica da parte del nucleo di valutazione regionale per l’eventuale definitiva approvazione;

 

Impegna la Giunta regionale

 

  • a proporre all’Assemblea legislativa rispetto alla “Direttiva in materia di requisiti strutturali ed organizzativi per la prima infanzia e relative norme procedurali. Disciplina dei servizi ricreativi e delle iniziative di conciliazione” di cui alla Deliberazione Assembleare n. 85 del 25/07/2012 le seguenti modifiche:
  • aumentare la misura massima di incremento della ricettività per le strutture che accolgono i servizi di nidi d’infanzia e spazio bimbi dal 15% al 20%;
  • vincolare il potenziale incremento di cui al punto precedente al rispetto del rapporto numerico operatore/bambini, che andrà calcolato, non sul numero di bambini effettivamente iscritti come avviene ora, ma sul numero di bambini pari alla ricettività ordinaria della struttura al netto della percentuale di aumento applicata;
  • incrementare il numero massimo dei bambini che possono essere accolti nei piccoli gruppi educativi (PGE), passando da sette a dieci, lasciando invariato il modello organizzativo;
  • introdurre, una partecipazione attiva anche per le famiglie nel sistema integrato dei servizi per l’infanzia territoriale, introducendo il servizio dei “Nidi Famiglia”: servizio attuato da famiglie utenti associate oppure associazioni familiari scegliendo il modello educativo e gestionale ritenuto più idoneo, svolto senza fini di lucro, con ricettività di massimo 4 bambini, anche in insediamenti in possesso dei requisiti previsti dalle norme vigenti in materia di civile abitazione purché siano rispettati standard di qualità e sicurezza da stabilire in un apposito disciplinare da approvare con delibera di giunta regionale;
  • agevolare l’istituzione di piccoli nidi aziendali o interaziendali; in particolare, per i nidi aziendali, o aggregati di nidi aziendali contigui con ricettività complessiva non superiore ai 15 bambini, prevedere requisiti strutturali e organizzativi analoghi o comunque simili a quelli previsti per i PGE che accolgono da cinque a sette bambini;
  • prevedere nuove procedure per l’attivazione di servizi sperimentali in casi eccezionali; in particolare, nei territori in cui alla chiusura delle iscrizioni si sia registrata la presenza di liste di attesa superiori al 10% delle domande presentate per l’accesso ai servizi gestiti direttamente dall’Ente locale o privato convenzionato, consentire al Comune di derogare alla procedura autorizzatoria regionale di cui all’art. 3 dell’allegato B della direttiva, autorizzando direttamente, per la durata massima dell’anno scolastico di riferimento, servizi sperimentali gestiti dallo stesso Ente o da soggetti privati parzialmente o in toto convenzionati; alla fine dell’anno di sperimentazione, se si volesse continuare con tale servizio, il medesimo dovrà essere sottoposto alla suddetta procedura di cui all’art. 3 dell’allegato B.

 

Consiglieri Lega Nord Emilia e Romagna

Fabio Rainieri

Alan Fabbri

Gabriele Delmonte

Stefano Bargi

Marchetti Daniele

Matteo Rancan

Marco Pettazzoni

Andrea Liverani

Massimiliano Pompignoli

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