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Legislatura X- Atto di indirizzo politico ogg. n. 4886

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per impegnare la Giunta ad invitare il Governo e il Parlamento a sospendere l'iter parlamentare per l'approvazione del ddl n. 2849 "Accordo di partenariato strategico tra l'Unione Europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Canada, dall'altra, fatto a Bruxelles il 30 ottobre 2016", ad intervenire in sede europea perché siano assicurate maggiori tutele per le produzioni agroalimentari, soprattutto quelle di qualità contraddistinte dai marchi tipici, attribuendo inoltre migliori garanzie alle piccole e medie imprese oltre che ai lavoratori. (29 06 17) A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Marchetti Daniele, Bargi, Delmonte, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Bignami

Testo:

RISOLUZIONE

dei sottoscritti Consiglieri del Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

 

Premesso che:

 

il Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA) è un trattato di libero scambio tra Canada ed Unione Europea che mira ad eliminare divieti e restrizioni all’importazione o all’esportazione delle merci.

 

Preso atto che:

 

il 30 ottobre 2016 Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Robert Fico, presidente del Consiglio dei ministri della Slovacchia e presidente di turno del Consiglio, e Justin Trudeau, Primo Ministro del Canada, hanno firmato l'accordo economico e commerciale globale UE-Canada;

 

il 15 febbraio 2017 il Parlamento europeo ha approvato il testo del trattato;

 

il 24 maggio 2017 il Premier Paolo Gentiloni ha portato all’esame del Consiglio dei Ministri il testo del trattato, tradotto nel disegno di legge n. 2849 “Accordo di partenariato strategico tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Canada, dall’altra, fatto a Bruxelles il 30 ottobre 2016”, testo oggi all’esame del Parlamento italiano;

 

Nella Commissione Esteri del Senato italiano il Trattato di libero scambio CETA ha ricevuto parere favorevole ma ora dovrà essere sottoposto all’approvazione parlamentare per essere ratificato definitivamente.

 

Appreso che:

 

molte associazioni di categoria, in particolar modo nel settore agro-alimentare, soggetti economici, associativi e sindacali hanno individuato nel Trattato di libero scambio Italia-Canada diversi punti di criticità che potrebbero mettere a rischio migliaia di prodotti tipici nazionali, riconoscendo di fatto all’Italia solo 41 indicazioni a fronte di 288 DOP e IGP registrate (solo 12 per l’Emilia Romagna). La protezione di queste nostre produzioni di eccellenza contro le falsificazioni sarà però solo parziale perché continueranno a essere consentite le volgarizzazioni legate a prodotti tipici dell’italian sounding che dovranno coesistere con le denominazioni autentiche dei nostri prodotti (un esempio per tutti: si potrà continuare ad utilizzare il nome Parmesan per contraddistinguere il formaggio grattugiato indipendentemente da dove proviene e da come è prodotto);

 

a fronte di un vantaggio che interesserebbe un numero ristretto di prodotti italiani si rischia concretamente di mettere a repentaglio 4500 prodotti tipici nazionali, centinaia dei quali emiliano romagnoli, in settori che vanno dai cereali alle carni, dalla frutta agli ortaggi fino all’allevamento.

 

Essendo basato sulla quasi totale ed istantanea eliminazione dei dazi, il CETA rompe l’equilibrio che finora c’è stato tra i coltivatori, le imprese agricole europee e le imprese nordamericane. Queste ultime, non solo possiedono una maggiore dimensione industriale ma non sono nemmeno gravate dalle altre regole stabilite dalla UE per agricoltori ed imprese europee, godendo così di un grande vantaggio comparativo.

 

Il Canada è inoltre parte dell’accordo per il libero scambio NAFTA (insieme a Stati Uniti e Messico), per cui una multinazionale statunitense può aprire una filiale in Canada e tramite il CETA entrare nel mercato europeo.

 

Nel CETA non vi è nessuna clausola riguardante i diritti dei lavoratori né alcuna stima sui benefici per l’occupazione. Al contrario, l’Università canadese di Tuft ha calcolato in suo studio che entro il 2023 il CETA porterà nei paesi coinvolti ad una perdita complessiva di 230.000 posti di lavoro e ad una severa compressione salariale: le nazioni maggiormente colpite saranno Francia e Italia.

 

Nel CETA manca il riferimento al principio di precauzione circa i possibili impatti sulla salute o sull’ambiente, che il Canada non ritiene vincolante sul piano commerciale.

 

Il CETA prevede l’Investment Court System (Ics), un sistema di risoluzione delle controversie sugli investimenti, che permette alle imprese di citare in giudizio gli Stati e l’UE dinanzi a un tribunale speciale extra-territoriale; si tratta di un sistema arbitrale che avvantaggia notevolmente i grandi soggetti privati dell’industria e del commercio, quindi le multinazionali, rispetto ai piccoli, perché consente ai primi di rivolgersi a tribunali speciali per contestare norme nazionali che tutelano i più piccoli.

 

Considerato che:

 

il trattato prevede anche l’equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie, permettendo così ai prodotti canadesi di non essere controllati una volta sbarcati sul suolo europeo;

in Canada viene utilizzato un numero rilevante di sostanze attive vietate nella UE e, gran parte di queste, sono molecole risalenti agli anni ’70 vietate nella UE da circa 20 anni.

Altre sostanze, come il glifosato ed i neonicotinoidi che nell’Unione Europea sono impiegate sotto controllo, in Canada non vengono soggette ad alcuna limitazione.

In Canada è consentito l’uso di antibiotici in agricoltura e l’impiego di ormoni negli allevamenti, due pratiche entrambe proibite in Europa.

 

Ritenuto che:

 

l’approvazione del trattato CETA da parte del Parlamento italiano possa mettere a serio rischio la salute dei cittadini, i nostri prodotti tipici e l’economia locale.

la stessa Assessore regionale all’agricoltura, pur dando al CETA in sede di discussione in Commissione assembleare bilancio un complessivo parere positivo, aveva manifestato dubbi su diversi suoi punti.

 

L’Assemblea Legislativa esprime

 

viva preoccupazione riguardo alle ricadute negative rispetto alla salute, all’economia ed all’occupazione che il CETA produrrà in Emilia-Romagna e a livello nazionale italiano soprattutto per quanto riguarda l’indebolimento che prevede riguardo alla tutela della filiera agroalimentare di qualità ed ai grandi vantaggi che comporterà per le multinazionali a danno dei piccoli e medi imprenditori.

 

Impegna il Presidente e la Giunta regionale

 

ad invitare il Governo e il Parlamento tutto a sospendere l’iter parlamentare per l’approvazione del ddl n. 2849 “Accordo di partenariato strategico tra l’Unione Europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Canada, dall’altra, fatto a Bruxelles il 30 ottobre 2016” e ad intervenire in sede europea perché siano assicurate maggiori tutele per le produzioni agroalimentari soprattutto quelle di qualità contraddistinte dai marchi tipici, vera ricchezza del nostro territorio, e attribuite migliori garanzie alle piccole e medie imprese oltre che ai lavoratori.

 

 

 

Consiglieri Regionali Lega Nord Emilia e Romagna

 

Fabbri Alan

Rainieri Fabio

Marchetti Daniele

Bargi Stefano

Delmonte Gabriele

Rancan Matteo

Pettazzoni Marco

Liverani Andrea

Pompignoli Massimiliano

Bignami Galeazzo

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