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Legislatura X- Atto di indirizzo politico ogg. n. 5336

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per impegnare il Presidente e la Giunta ad instaurare un negoziato con il Governo, al fine di attribuire alla Regione Emilia-Romagna forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell’art. 116 della Costituzione, a trattare con il Governo forme più elastiche di federalismo fiscale e autonomia finanziaria di entrata e di spesa, a richiedere al Governo la gestione diretta delle risorse, delle funzioni amministrative e dei fondi amministrati a livello statale che si ritiene possano essere gestiti in modo maggiormente funzionale dalle strutture regionali sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. (28 09 17) A firma dei Consiglieri: Fabbri, Bargi, Delmonte, Liverani, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Pompignoli, Rainieri, Rancan

Testo:

RISOLUZIONE

 

dei sottoscritti Consiglieri del Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

 

Premesso che:

 

la crisi economica corrente ha reso l’intero sistema istituzionale, produttivo e sociale insostenibile e ha messo in evidenza come risultino maturi i tempi e le condizioni per introdurre un regime di autonomia differenziata in alcune realtà regionali avanzate, quali l’Emilia Romagna, mediante l’applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione;

 

la suddetta norma precisa che ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia possano attribuirsi alle Regioni in determinate materie di competenza legislativa concorrente (terzo comma dell’art. 117 Cost.), nonché in alcune specifiche materie rientranti nella legislazione esclusiva dello Stato (secondo comma dell’art. 117 Cost.) limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, norme generali sull’istruzione e tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali;

 

l’obiettivo di ottenere una maggiore autonomia regionale è oggi la migliore soluzione, sia per contrastare l’attuale crisi economica – facendo leva sulla virtuosità̀ e le potenzialità dei territori dell’Emilia e della Romagna – sia per ristabilire corretti meccanismi di responsabilizzazione, trasparenza e partecipazione;

 

se da un lato la pressione fiscale non accenna a diminuire, dall’altro il residuo fiscale regionale, ovvero l’ammontare di risorse che ogni anno i cittadini emiliani e romagnoli versano allo Stato, ma che non ritorna sul territorio come spesa pubblica volta a garantire beni e servizi, risulta mediamente in aumento; secondo in un’indagine condotta dall’ufficio studi della CGIA di Mestre il residuo fiscale nel 2012 in Emilia Romagna registrava un saldo positivo annuo pari a 17,80 miliardi di euro che si traduce in 4.338 euro conferiti per ogni abitante, ponendoci al terzo posto nel paese dietro la Lombardia;

 

secondo quanto riportato nel dossier della CGIA di Mestre: “…se si ricostruisce l’andamento registrato negli ultimi 4/5 anni, la situazione rimane molto stabile per la gran parte delle Regioni: pertanto, è verosimile ritenere che non vi siano state delle significative variazioni anche negli anni successivi al 2012

 

Atteso che:

 

l’efficienza e le migliori performance di un ente pubblico vanno premiate e non offese dando la possibilità, a chi ne fa istanza, di esercitare e gestire autonomamente una maggiore dotazione di potere e funzioni legislative (o amministrative);

 

il grado di sviluppo avanzato della nostra società civile è meritevole di uno specifico riconoscimento da parte dello Stato, mediante l’assegnazione alla Regione Emilia Romagna sia di alcune materie di competenza legislativa esclusiva statale sia di quelle di competenza legislativa concorrente;

 

questo processo di devoluzione consentirebbe alla Regione Emilia Romagna di assumere una gestione diretta delle competenze amministrative e delle risorse statali;

 

si arriverebbe così ad un regionalismo differenziato più efficace, più efficiente e maggiormente funzionale per il soddisfacimento dei bisogni di chi vive, opera ed investe nella nostra Regione.

 

Considerato che:

 

Il Presidente della Giunta Regionale Stefano Bonaccini ha recentemente elaborato un “Documento di indirizzi della Giunta Regionale per l’avvio del percorso finalizzato all’acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell’articolo 116, comma terzo, della Costituzione”, sottoposto alla condivisione, al dibattito e alla valutazione degli organi assembleari, attraverso l’esame delle Commissioni competenti per materia, in sede consultiva, e della Commissione I Bilancio e Affari Istituzionali in sede referente ;

 

la Giunta Regionale, con il richiamato Documento di indirizzi, ha individuato “cinque ambiti di differenziazione di competenze legislative ed amministrative” così definiti: 1) tutela e sicurezza del lavoro, istruzione tecnica e professionale, 2) internazionalizzazione delle imprese, ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione, 3) territorio e rigenerazione urbana, ambiente e infrastrutture, 4) tutela della salute, 5) competenze complementari e accessorie riferite alla governance istituzionale e al coordinamento della finanza pubblica;

 

il Documento di indirizzi del Presidente Bonaccini, di fatto, si limita a considerare, per l’ottenimento di maggiori forme e condizioni di autonomia, solo alcune delle materie menzionate dal terzo comma dell’art.116 della Costituzione, tralasciando le restanti e ignorando il problema del residuo fiscale così come le modalità e le fonti di finanziamento del nuovo assetto di competenze;

 

L’Assemblea Legislativa impegna il Presidente e la Giunta regionale:

 

  • Ad instaurare un negoziato con il Governo, al fine di attribuire alla Regione Emilia Romagna forme e condizioni particolari di autonomia in alcune materie di competenza esclusiva statale (nell’ambito di quelle menzionate dal terzo comma dell’art. 116 della Costituzione) quali “organizzazione della giustizia di pace, norme generali sull’istruzione e tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”  e in tutte le materie di legislazione concorrente, ovvero: “rapporti internazionali e con l’Unione Europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione e formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario agrario a carattere regionale”;
  • A trattare con il Governo, per la copertura e il finanziamento integrale delle funzioni pubbliche di cui al primo punto, forme più elastiche di federalismo fiscale e autonomia finanziaria di entrata e di spesa, prevedendo in particolare – in armonia con l’art.119 della Costituzione – le seguenti quote di compartecipazione al gettito di tributi erariali riferibili al proprio territorio:

-          Nove decimi del gettito dell’Irpef;

-          Nove decimi del gettito dell’Ires;

-          Nove decimi del gettito dell’imposta sul valore aggiunto;

  • a richiedere al Governo la gestione diretta delle risorse, delle funzioni amministrative e dei fondi amministrati a livello statale che si ritiene possano essere gestiti in modo maggiormente funzionale dalle strutture regionali sulla base dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza;

 

 

Fabbri Alan

Bargi Stefano

Delmonte Gabriele

Liverani Andrea

Marchetti Daniele

Pettazzoni Marco

Pompignoli Massimiliano

Rainieri Fabio

Rancan Matteo

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